Autocontrollo Caterina Mammina. Da controllo di prodotto….. materia prima prodotto finito...
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AutocontrolloCaterina Mammina
Da controllo di prodotto…..
materia prima
prodotto finito
CONTROLLO
Caratteristiche
Soltanto sul prodotto finito
Soltanto a campione
Insegue i problemi
….a controllo di processo
materia prima
prodotto finito
CONTROLLO
Caratteristiche
Sulle procedure di produzione
In continuo
Previene i problemi
CONTROLLO CONTROLLO
AUTOCONTROLLO
COS’E’ ? tutte le iniziative volte a
garantire e dimostrare che un prodotto
PERCHE’ SI FA ? alimentare rispetta le norme in materia di
sicurezza igienico-sanitaria.
COME SI FA ? queste iniziative devono corrispondere ad
un processo interno dello stabilimento
CHI LO DEVE FARE ? e devono essere concepite ed attuate dai
responsabili di ciascuna unità di
produzione o sotto la loro direzione
Piano di autocontrollo
è un documento SCRITTO comprende TUTTE LE PROCEDURE di
controllo messe in atto da parte del responsabile dello stabilimento, i RISULTATI dei controlli e i PROVVEDIMENTI adottati a seguito di questi risultati
deve essere predisposto tenendo conto di dimensioni dell’impianto materie prime utilizzate procedimenti di fabbricazione strutture e attrezzature prodotti finiti sistema di immissione in commercio
Piano di autocontrollo deve essere sottoposto a VERIFICA e, di
conseguenza, NON E’ IMMUTABILE i prelievi di campioni per analisi di laboratorio sono
effettuati allo scopo di CONFERMARE L’EFFICACIA DEL SISTEMA DI AUTOCONTROLLO
Piano HACCP un documento preparato secondo i principi
dell’HACCP che assicuri il controllo dei pericoli che hanno significato per la sicurezza alimentare nel settore dell’industria alimentare preso in considerazione
Piano di autocontrollo
- PROCEDURE “DELOCALIZZATE”- PREREQUISITI- SOP
- PIANO HACCP
1
2
Piano di autocontrollo 1
PROCEDURE “DELOCALIZZATE” - PREREQUISITI – SOP cosa
sono ?
• procedure o attività che intervengono trasversalmente al
processo produttivo
• sono fondamentali nella gestione di alcuni pericoli
• prevedono lo sviluppo, la realizzazione e la documentazione di
procedure che controllano le condiziono operative di uno
stabilimento per garantire condizioni ambientali favorevoli alla
produzione di alimenti sicuri
Piano di autocontrollo 1
PROCEDURE “DELOCALIZZATE” - PREREQUISITI – SOP
cosa sono?
• requisiti dei locali e• delle attrezzature• requisiti delle materie
prime• igiene delle
lavorazioni• gestione degli scarti e
dei rifiuti• controllo degli animali
infestanti
• procedure di sanificazione
• potabilità dell’acqua• mantenimento della
catena del freddo• igiene del personale• formazione del
personale
Piano di autocontrollo 1
PROCEDURE “DELOCALIZZATE” - PREREQUISITI
Come si gestiscono?
GMP
SOP
SSOP
GMPBuone pratiche di lavorazione• indicano le corrette modalità operative da adottare nel corso
della lavorazione • non rappresentano limiti di accettabilità dei punti critici di
controllo• devono essere tradotte in procedure operative
SOPProcedure operative standardsono le procedure per l’applicazione delle GMP
SSOPProcedure operative standard di sanificazionesono le procedure per l’applicazione delle GMP relative alla pulizia e disinfezione delle attrezzature destinate a venire in contatto con gli alimenti
Procedura
Descrizione documentata di una sequenza logica di attività da svolgere per garantire il raggiungimento di un determinato obiettivo
Comprende:1. lo scopo e il campo di applicazione2. le responsabilità e l’autorità del personale coinvolto3. le modalità operative, che devono includere:
a) i parametri di attivitàb) le attività di monitoraggioc) le azioni correttived) le attività di verifica
4. cosa serve (input): personale – attrezzature - prodotti, ecc5. quale risultato (output) si vuole raggiungere6. la documentazione e le registrazioni necessarie
PERICOLI “AMBIENTALI”
PERICOLI “DI PROCESSO”
Condizioni delle STRUTTURE
Approvvigionamento delle MATERIE PRIME Modalità di
LAVORAZIONE
Modalità di CONSERVAZIONE
Operazioni di MANUTENZIONE
Operazioni di PULIZIA
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione crociata tra:
materie prime
materiale di confezionamento
detergenti/disinfettanti
e prodotti finiti
Presenza di vettori (roditori, insetti, etc.)
Presenza di materiali estranei
Flusso della produzione: senza incroci
da zone “pulite” a zone “sporche” (marcia in avanti)
Protezione delle entrate (finestre, porte):
Eliminazione delle “tane”
Eliminazione di strutture a rischio
Manutenzione soffitti e macchinari
Condizioni delle STRUTTURE
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione microbica dei prodotti
Presenza di residui di disinfettanti/detergenti
Procedura delle operazioni di sanificazione
modalità e tempi
scelta e uso corretti dei prodotti
Verifica dell’efficacia della sanificazione
check list tamponi ambientali
Procedura delle operazioni di sanificazione
scelta e uso corretti dei prodotti
modalità di risciacquo
OPERAZIONI DI PULIZIA
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione microbica dei prodotti
Presenza di corpi estranei nei prodotti
Manutenzione delle attrezzature
piani di lavoro macchinari utensili
Verifica periodica dell’integrità di strutture ed attrezzature
manutenzione delle strutture poste sopra la linea di produzione
manutenzione delle strutture
OPERAZIONI DI MANUTENZIONE
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione microbica dei prodotti
Verifica condizioni di trasporto
condizioni automezzo rispetto temperature
Selezione dei fornitori
Richiesta di certificazioni di qualità
Approvvigionamento MATERIE PRIME
Verifica requisiti materie prime
esame visivo esami di laboratorioVerifica documentazione di
accompagnamento
Verifica integrità confezioni e data di scadenza
Esecuzione trattamenti di bonifica
Selezione dei fornitori
Controllo potabilità dell’acqua
Presenza di residui di sostanze vietate o superiori ai limiti consentiti
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione microbica dei prodotti
Stabilire ed applicare buone pratiche di lavorazione
rispetto norme igieniche
rispetto flussi di lavorazione
rispetto tempi e temperature
rispetto separazione percorsi sporco-pulitoFormazione del personale
modalità di lavorazione rispettose della buona prassi igienica
igiene del personale
Modalità di MANIPOLAZIONE
Moltiplicazione microbica
Ri-contaminazione microbica
pericoli controlli/rimedi
Contaminazione microbica dei prodotti
Utilizzazione di strutture adeguate e di ampiezza sufficiente
Controllo presenze insetti e roditori
Verifica integrità confezioni
Modalità di CONSERVAZIONE
Rispetto temperature di conservazione
Controllo funzionamento impianti di refrigerazione (celle, frigoriferi)
Controllo umidità dei locali di conservazione
Separazione di prodotti non compatibili
Verifica TMC e date di scadenza
Sistema di gestione del magazzino
Presenza di parassiti
Moltiplicazione microbica
Ri-contaminazione microbica
Corrette modalità di stoccaggio
evitare accumuli lasciare spazio tra i
prodotti
Procedure di sanificazione
protocollo delle operazioni (compresi servizi igienici e spogliatoi e automezzi trasporto)
responsabilità nell’esecuzione delle operazioni modalità e frequenza delle operazioni attrezzature e prodotti da utilizzare modalità di utilizzo dei prodotti e delle attrezzature procedure per la pulizia e la manutenzione delle
attrezzature per la pulizia schede tecniche aggiornate dei prodotti utilizzati sistema di verifica dell’efficacia delle operazioni limiti di accettabilità dell’efficacia delle operazioni procedura da adottare in caso di rilievo di non
conformità
Procedure di lotta agli infestanti
protocollo delle operazioni contratto con una ditta che effettua le operazioni
di disinfestazione e derattizzazione o procedure scritte se effettuate in proprio
responsabilità della gestione delle operazioni schede tecniche aggiornate dei prodotti utilizzati frequenza e modalità di intervento planimetria con indicazione delle esche/trappole
datata e firmata dal responsabile sistema di monitoraggio per verificare l’efficacia
dei trattamenti procedura da adottare in caso di rilievo di non
conformità
Verifica potabilità dell’acqua
planimetria con indicazione della rete di distribuzione interna e dei punti di erogazione dell’acqua
piano di campionamento delle acque afferenti (frequenza e tipo di analisi)
procedura da adottare in caso di rilievo di non conformità
procedura di ispezione, pulizia e manutenzione di cisterna di stoccaggio e filtri
procedura per la gestione ed il controllo del sistema di potabilizzazione delle acque
PIANO HACCP
PIANO HACCP
PIANO HACCP – fase preliminare (A)
a. mandato della direzione e coinvolgimento dei vertici
b. creazione di un gruppo di lavoroc. definizione degli obiettivi del piano HACCPd. descrizione del prodotto/identificazione della
destinazione d’usoe. definizione del diagramma di flusso e verifica
sul postof. predisposizione e conferma delle istruzioni di
lavoro
PIANO HACCP – I 7 Principi dell’HACCP (B)
1. Analizzare i pericoli2. Identificare i punti critici di controllo (CCP)3. Stabilire misure preventive con limiti critici per
ogni punto di controllo4. Stabilire procedure per monitorare i CCP5. Stabilire azioni correttive da mettere in atto quando il
monitoraggio mostra un superamento del limite critico6. Stabilire procedure per verificare che il sistema stia
funzionando correttamente7. Mettere in atto una modalità efficace di conservazione
della documentazione relativa al funzionamento del sistema
Mandato della direzione e coinvolgimento dei vertici
Necessità di supporto e risorse (finanziamenti, personale, tempo) per lo sviluppo e la corretta applicazione del piano
Tutte le persone coinvolte nell’applicazione del Piano devono conoscere e comprendere i principi fondamentali del sistema e il ruolo affidato nell’applicazione del sistema
Creazione del gruppo di lavoro
Deve progettare il Piano E’ composto da persone che conoscono
realmente la realtà aziendale e con conoscenze di processo produttivo tecnologia principi di sicurezza alimentare sistemi di gestione già presenti in
azienda principi HACCP
Stabilire gli obiettivi del Piano
Individuazione degli aspetti di sicurezza che devono essere gestiti con il Piano
Individuazione degli aspetti che possono essere gestiti con i prerequisiti
Il prodotto deve essere descritto singolarmente o per tipologia di prodotti aventi caratteristiche uniformi
La descrizione dell’uso previsto deve: identificare i gruppi di consumatori ai quali è
destinato il prodotto accertare la presenza di popolazioni “sensibili” stabilire se esiste una non idoneità del
prodotto per popolazioni sensibili e come indicare ciò in etichetta
tenendo conto anche della destinazione d’uso prevista e dei possibili usi non corretti stabilire un “profilo di rischio” per il prodotto
Descrizione del prodotto/destinazione d’uso
Nome del prodotto Caratteristiche del prodotto Modalità di utilizzo:
da parte dell’industria alimentare da parte del consumatore
Destinazione d’uso prevista Confezionamento Conservabilità e requisiti per la conservazione Destinato:
all’esportazione (indicare verso quali Paesi) al mercato locale
Istruzioni in etichetta Misure specifiche richieste per la distribuzione
Descrizione del prodotto/destinazione d’uso
Definizione del diagramma di flusso
Rappresentazione schematica delle principali tappe del processo di fabbricazione dalla ricezione delle materie prime al prodotto finito
Deve essere il più possibile dettagliato e completo
I CCP (una volta individuati) devono essere riportati sul diagramma di flusso
Il diagramma di flusso deve essere verificato nella realtà produttiva
Diagramma di flusso – insalata di mare
Diagramma di flusso Potenziali pericoli
Frutti di mare Succo limone Cipolla Sedano precotti Spezie
ricevimento
pelatura lavaggio
taglio
pre-refrigerazione ingredienti
mix ingredienti
trasferimento in piatto o contenitore
conservazione refrigerata
esposizione
Crescita microbica CCPCCPContaminazioneCorpi estranei
Contaminazione
Contaminazione
Contaminazione
Contaminazione
Crescita microbica CCPCCP
Crescita microbica CCPCCP
Crescita microbica CCPCCP
1° principio – analisi dei pericoli
QUALI POTENZIALI PERICOLI POSSONO MANIFESTARSI ? QUALI DEVONO ESSERE TENUTI SOTTO
CONTROLLO ? QUALI POSSONO ESSERE TENUTI
SOTTO CONTROLLO CON AZIONI PREVENTIVE ALL’INTERNO DEI PREREQUISITI? QUALI RIMANGONO DA GESTIRE
CON IL PIANO HACCP ?
1° principio – analisi dei pericoli
QUALI POTENZIALI PERICOLI POSSONO MANIFESTARSI ?
PERICOLI BIOLOGICI batteri, virus, parassitiPERICOLI CHIMICI contaminanti ambientali,
farmaci, sostanze proibite, additivi,coloranti, ecc.
PERICOLI FISICI corpi estraneiradionuclidi
1° principio – analisi dei pericoli
QUALI DEVONO ESSERE GESTITI?
PROBABILITA’
GRAVITA’
UN PERICOLO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
2° principio – individuazione CCP
CCP (Punto critico = di controllo)
qualsiasi
PUNTO
TAPPA
PROCESSO
dove sia possibile, esercitando un’azione di
controllo adeguata
PREVENIRE
ELIMINARE
RIDURRE AD UN LIVELLO TOLLERABILE
2° principio – individuazione CCP
Il CCP NON è necessariamente un punto in cui c’è una elevata probabilità di incorrere in un pericolo
“CRITICO” NON vuol dire pericoloso ma decisivo –determinante per la prevenzione dei pericoli
I CCP NON sono punti in cui vengono effettuate delle analisi (le analisi servono per verificare l’efficacia del piano HACCP)
Il controllo consiste nella gestione del punto, fase o procedura e NON in una misurazione analitica
2° principio – individuazione CCP
Alcune fasi vengono tipicamente riconosciute come CCP: il raffreddamento a temperature che
minimizzano la crescita microbica il trattamento termico a temperature specifiche
e per tempi specifici in modo da ottenere l’inattivazione di microrganismi patogeni
la formulazione del prodotto se determina caratteristiche che influiscono positivamente sulla qualità igienica (pH – Aw – additivi – ecc.)
SCHEMA PER ANALISI PERICOLI E IDENTIFICAZIONE CCP
1 2 3 4 5 6 7Fase
Pericoloidentificat
o
GiustificazioneMotivazioni
Quali misure sono state
adottate nei prerequisiti
per controllare/
gestire ilpericolo?
Dopo l’applicazione di tali misure, è un
pericolo cheragionevolmente può verificarsi? Se si, fornire le
motivazioni
Se la risposta alla domanda 5 è si: quali
misure possono essere applicate per prevenire,
eliminare o ridurre il pericolo ad un livello
accettabile?
CCP
3° principio – determinazione limiti critici per ciascun CCP
LIMITE CRITICO: indica il punto di passaggio tra “accettabile” e
“non accettabile”, oltre il quale si deve intervenire con azioni correttive
1 limite per ogni CCP (no range) è un valore numerico viene determinato in base ai dati scientifici,
all’esperienza diretta, ai limiti di legge (!!!), agli obiettivi di sicurezza che ci si è posti
possono essere stabiliti “livelli di attenzione”
4° principio – monitoraggio dei CCP
Per ogni CCP un sistema di monitoraggio MONITORAGGIO: sequenza programmata di
osservazioni o misure di un parametro di controllo per garantire il rispetto del limite critico
Per ogni monitoraggio si deve stabilire: QUANDO (frequenza del monitoraggio) COME (modalità di conduzione del monitoraggio:
esame visivo – misure chimico fisiche) CHI (individuazione delle responsabilità)
Monitoraggio dei CCP
Test fisici (es.temperatura) e chimici (es. pH, Aw)
Osservazione visiva
I criteri microbiologici consentono di verificare che il sistema HACCP nel suo complesso sta funzionando
5° principio – azioni correttive
Tutte le operazioni che vengono messe in atto a seguito del
superamento di un limite critico in un CCP
Riguardano: IL PROCESSO: eliminazione delle cause che
hanno determinato il problema IL PRODOTTO: adozione di misure cautelative su
tutto il prodotto che è stato fabbricato nel periodo in cui il CCP è stato fuori controllo
5° principio – azioni correttive
Devono: identificare e eliminare la causa della
deviazione riportare il CCP sotto controllo prevedere misure per evitare il ripetersi del
problema evitare che prodotti pericolosi o, comunque, che
sono stati lavorati nel periodo in cui il processo era fuori controllo, possano raggiungere il consumatore
6° principio – verifica
E’ necessario accertare se il Piano HACCP stia lavorando in modo efficace
VERIFICAè l’applicazione di metodi, procedure,test ed altre valutazioni, per accertare la conformità con il piano HACCP. E’ una responsabilità dellaindustria e valuta l’efficienza del sistema (con essa si accerta che il piano HACCP sta operando come ci si aspetta che operi).
VALIDAZIONEè l’acquisizione dell’evidenza che gli elementi del piano HACCP siano efficaci:accerta l’efficacia del sistema e consiste nella raccolta e valutazione delle informazionitecniche e scientifiche per determinare se il piano HACCP terrà effettivamente sottocontrollo i rischi.Deve essere effettuata dalla azienda.
6° principio – verifica
L’attività di verifica (da effettuarsi da parte di persona diversa da quella che ha condotto il monitoraggio) riguarda:
calibrazione degli strumenti utilizzati per il monitoraggio con frequenza predeterminata
osservazione diretta dell’attività di monitoraggio e dell’adozione delle azioni correttive
revisione delle registrazioni effettuate nel monitoraggio revisione delle registrazioni effettuate in caso di non
conformità accertamento che le istruzioni operative fornite siano
seguite dal personale
6° principio – validazione
La validazione iniziale
E’ un processo tecnico-scientifico per determinare se ilpiano HACCP messo in atto dall’azienda sia in grado diprevenire, eliminare o ridurre ad un livello accettabile irischi evidenziati nel corso dell’analisi dei pericoli (se i CCP ed i limiti critici associati siano adeguati a controllare i pericoli)
In questa fase possono essere utilizzate analisimicrobiologiche e chimiche, letteratura scientifica, risultati di sperimentazioni, linee guida ufficiali.
6° principio – validazione
La revisione del piano
E’ un’attività simile alla validazione, condotta non in una fase iniziale ma in momento successivo alla predisposizione del piano.
Si deve procedere alla revisione del piano, quando si apportano modifiche nel processo tali da poter avere effetto sull’analisi dei pericoli o sul piano HACCP, oppure quando questo si sia dimostrato non completamente efficace.
7° principio – documentazione
Devono essere sviluppati e mantenuti documenti relativi allo sviluppo e all’applicazione del Piano
La documentazione: documenta l’attuazione del Piano consente di seguire la “storia” dei prodotti consente di individuare la tendenza verso la perdita di controllo di un processo può essere di aiuto per l’azienda in caso di problemi legali
SCHEMA HACCP
CCP Limiti critici
Procedure e frequenza
del monitoraggio
Azioni correttive
Procedura e frequenza di
verifica
Registrazione
SCHEMA HACCP
CCP Limiti critici
Procedure e frequenza
del monitoraggi
o
Azioni correttive
Procedura e frequenza di
verifica
Registrazione
Manteni-mentoT°refrigera- zione
T° delle cellefrigorifere< 5°C
Rilevazioneautomatica eregistrazioneautomatica della T°delle celle.
Allarme per T°superiori a 5°C
DI PROCESSO:• accertamento della causa delsuperamento del limite critico• eliminazione della causa delsuperamento del limite critico (es. riparazione motori celle)DI PRODOTTO:• verifica della T° delle carni nelle celle:− con T° <7°C: le carni vengono spostate in cellafunzionante− con T° > 7°C: le carni sono destinate aduso diversodall’alimentazio-ne umana
OGNI GIORNO:• verifica delfunzionamentodel termo-registratore• verifica delfunzionamentodelle sonde per larilevazione delleT°OGNISBRINAMENTO:• verifica delfunzionamentodell’allarmeOGNI MESE:• taratura deitermometri
Grafico dellaregistrazione dellatemperatura delle celle
Registrazione delleprocedure di verifica
Registrazione delle azionicorrettive
Esempio di applicazione
HACCP
Produzione di arrosto di tacchino da vendere al consumatore finale dopo affettatura
1° principio – analisi dei pericoli
QUALE
• presenza di germi patogeni (Salmonella) nel prodotto finale
COME
• presenza nella materia prima• contaminazione da parte del personale• contaminazione a partire dalle attrezzature
2° principio – individuazione CCP
QUALE PERICOLO• presenza di germi patogeni nella materia prima
COME• eliminazione dei germi mediante cottura
IN QUALE FASE POSSO AGIRE (CCP)• cottura in forno dell’arrosto
3° principio – individuazione limiti critici per ciascun CCP
La temperatura deve essere almeno di XX°C al cuore del prodotto
oppure
La temperatura del forno deve essere almeno di XX°C e la cottura deve durare almeno YY minuti
4° principio – monitoraggio dei CCP
COSA MONITORARE• limite critico
COME• temperatura al cuore del prodotto mediante
termometro a sonda• T° del forno e tempo di cottura
5° principio – azioni correttive
DI PROCESSO
• riparazione del forno• formazione del personale
DI PRODOTTO
• ulteriore cottura• distruzione (se impossibile ricuocere)
6° principio – verifica
VERIFICA DI 1° LIVELLO
• misurazione della temperatura al cuore• analisi batteriologica del prodotto finito• taratura degli strumenti di misurazione
VERIFICA DI 2° LIVELLO
• controllo del rispetto delle procedure• controllo della documentazione
7° principio – documentazione
REGISTRAZIONE DEI PARAMETRI (tempo e temperatura) PER OGNI COTTURA
• in automatico (termoregistratore)• manualmente (scheda tempi e
temperature)
1° principio – analisi dei pericoli
QUALE
• presenza di germi patogeni (Salmonella) nel prodotto finale
COME
• presenza nella materia prima
• contaminazione da parte del personale• contaminazione a partire dalle attrezzature
COME GESTIRE??
Contaminazione da parte del personale
FORMAZIONE DEL PERSONALE
• igiene personale GMP• igiene dell’abbigliamento GMP• igiene delle lavorazioni GMP
CONDIZIONI DI SALUTE DEL PERSONALE
• accertamenti sanitari• rispetto procedure di riammissione in caso di
malattia
Contaminazione a partire dalleattrezzature
• PROCEDURE DI PULIZIA E DISINFEZIONE SSOP
piani di lavoro utensili forno affettatrice
• FORMAZIONE DEL PERSONALE
• PROCEDURE DI LAVORAZIONE GMP
Tecnologie di processo produttivo Molte sono le tecnologie utilizzate nel corso della preparazione dei vari
alimenti e possono essere suddivise in: Tecnologie o lavorazioni primarie:
sono tutti quegli interventi che determinano la morte dei microrganismi presenti sui materiali in lavorazione o l’arresto del loro sviluppo. Sono lavorazioni primarie: l’essicamento, l’affumicamento, la pastorizzazione, la cottura, la salagione, i processi fermentativi, l’acidificazione, la sterilizzazione, le radiazioni ionizzanti. Gli alimenti nel corso della loro preparazione possono subire una o più lavorazioni primarie; così per esempio i prodotti congelati ricevono almeno una lavorazione primaria (il congelamento), mentre gli insaccati 2 o 3 (essicamento, fermentazione ed, in taluni casi, affumicamento)
Tecnologie di processo produttivo Molte sono le tecnologie utilizzate nel corso della preparazione dei vari
alimenti e possono essere suddivise in: Tecnologie o lavorazioni secondarie:
sono tutti quegli interventi che non determinano nè la morte né l’inibizione della moltiplicazione dei microrganismi (anzi il più delle volte nel corso di queste lavorazioni si va incontro a contaminazioni). Sono lavorazioni secondarie: il disossamento, la triturazione, la grattuggiatura, l’assemblaggio. Per rendere accettabili queste lavorazioni secondarie è necessario mantenere un’elevata igiene delle attrezzature e degli ambienti di lavorazione mediante l’adozione di efficaci piani di sanificazione.
INTERVENTI TECNOLOGICI Alcuni fattori che influenzano la moltiplicazione dei
microrganismi e la produzione di tossine
Trattamenti termici
Inadeguato rapporto tempo/temperatura nelle fasi di cottura, pastorizzazione, ecc.
Doppi trattamenti termici
Inadeguato rapporto tempo/ temperatura in corrispondenza di un nuovo trattamento termico cui può essere sottoposto un alimento già cottoprecedentemente
Aw Elevata acqua disponibile in alcuni prodotti alimentari
pH Inadeguati processi di acidificazione
INTERVENTI TECNOLOGICI Alcuni fattori che influenzano la moltiplicazione dei
microrganismi e la produzione di tossine
Stoccaggio Stoccaggio di prodotti alimentari a temperature non idonee
Durata dello stoccaggio
Stoccaggio di prodotti alimentari oltre il limite raccomandato (shelf-life)
Raffreddamento Raffreddamento inappropriato (es. usodi recipienti troppo larghi o impilati)
Conservazione a caldo
Riscaldamento e conservazione a temperature inadeguate
Salatura Insufficiente trattamento (concentrazione troppo bassa di sale o tempo di esposizione troppo breve
La valutazione del Piano di autocontrollo
La valutazione del Piano di autocontrollo
La valutazione deve essere fatta ad attività in corso, con accertamento dei requisiti igienico-strutturali e di processo
Può essere utile, prima dell’esecuzione del sopralluogo, prendere visione di planimetria diagramma di flusso risultati di valutazioni precedenti documentazione disponibile
La valutazione del Piano di autocontrollo La valutazione di un piano di autocontrollo
consiste in un insieme di attività finalizzate ad accertare che: siano state definite le principali procedure le procedure siano adeguate le procedure siano applicate sia stato predisposto un piano HACCP il piano HACCP sia stato correttamente attuato e
mantenuto l’attività svolta sia conforme alla procedure
documentate in caso di non conformità, siano adottate azioni
correttive siano ottemperate dalla ditta le prescrizioni
effettuate a seguito di carenze riscontrate in un eventuale precedente sopralluogo
La valutazione del Piano di autocontrollo Nella valutazione di un piano di autocontrollo non esiste
una“scaletta” prestabilita degli interventi da effettuare. Tuttavia un percorso indicativo potrebbe essere il seguente:
procedere preliminarmente ad un incontro con i responsabili dell’azienda per motivare la visita
effettuare una sommaria disamina della documentazione relativa alle procedure ed al piano HACCP
effettuare un sopralluogo nell’impianto al fine della valutazione dei requisiti igienico-strutturali e di processo
procedere alla revisione della documentazione relativa alle procedure delocalizzate ed al piano HACCP ed alla valutazione dell’adeguatezza e dell’applicazione
procedere alla discussione con i responsabili dell’azienda, evidenziando i principali rilievi emersi
in caso di gravi non conformità si deve pretendere l’adozione di azioni correttive.
La valutazione del Piano di autocontrollo
3 considerazioni
La scarsità di tempo a disposizione spesso non permette all’Organodi controllo di effettuare una valutazione completa del piano di Autocontrollo, soprattutto in aziende medio-grandi
L’assenza, a livello di piccole strutture, di personalequalificato (responsabili, tecnici del Controllo Qualità dell’azienda),può essere di ostacolo ad un rapido accesso alle procedure e alladocumentazione disponibile
E’ necessario cercare sempre di sottoporre a valutazione tutto ciò che può avere un riflesso sulla salubrità dei prodotti. Per questomotivo, alcuni aspetti dell’ autocontrollo possono assumeremaggiore importanza rispetto ad altri
La valutazione del Piano di autocontrollo In una prima fase, la valutazione del
piano di autocontrollo dovrebbe essere incentrata sulla predisposizione e sull’applicazione delle procedure
Se in linea di massima sono adeguate, si potrà effettuare un accertamentosul piano HACCP
Se invece sono inesistenti o inadeguate, lavalutazione del piano HACCP richiederà un minore grado di approfondimento, in quanto emergerà la sua inadeguatezza
La valutazione del Piano di autocontrollo L’esame del piano HACCP deve iniziare dalla
valutazione dell’analisi dei pericoli che la ditta ha ritenuto di dover gestire
Sono stati presi in considerazione tutti i prodotti e tutti i processi e per ognuno di questi sono stati identificati tutti i pericolisignificativi?
Considerare tutta la documentazione che la ditta mette a supporto delle proprie scelte:
• descrizione del prodotto • modalità di produzione• diagramma di flusso• risultati delle analisi di
laboratorio • dati storici sulla sicurezza
del prodotto
La valutazione del Piano di autocontrollo
Successivamente devono essere prese in esame le misure che l’impresa ha predisposto per la prevenzione e la gestione dei rischi.Deve quindi essere effettuata una valutazione dell’efficacia delle misure di controllo.
Dovrà essere valutato se: le misure di controllo eliminano o riducono ad un livello
accettabile i pericoli identificati tutti i CCP sono stati individuati, i limiti critici
appropriati sono stati definiti e questi soddisfano, quando esistenti, i limiti di legge
i limiti critici sono realistici, pertinenti e misurabili; deve essere possibile accertare in che modo questi limiti sono stati ottenuti, prendendo in considerazione le competenze utilizzate e visionando la documentazione relativa
La valutazione del Piano di autocontrollo
Successivamente devono essere prese in esame le misure che l’impresa ha predisposto per la prevenzione e la gestione dei rischi.Deve quindi essere effettuata una valutazione dell’efficacia delle misure di controllo.
Dovrà essere valutato se: il monitoraggio dei limiti critici indica una gestione
adeguata dei pericoli il personale che effettua il monitoraggio in
corrispondenza dei CCP è adeguatamente formato le azioni correttive sono adeguate a riportare il
processo sotto controllo e per prevenire che un prodotto non sicuro sia posto in commercio o, comunque, arrivi al consumo
La valutazione del Piano di autocontrollo
In seguito si dovrà verificare se, in caso di superamento dei limiti critici, siano previste ed adottate azioni correttive
Si dovrà valutare se:• la causa della deviazione è stata identificata ed
eliminata• il CCP è tornato sotto controllo dopo l’adozione
dell’azione correttiva• sono state adottate misure per prevenire il ripetersi
della deviazione• nessun prodotto alterato o non sicuro è stato posto in
commercio Alla valutazione delle azioni correttive può seguire la
valutazione delle procedure di verifica e della documentazione.
La valutazione del Piano di autocontrollo
Un quadro attendibile del livello di applicazione delle procedure e della relativa ricaduta pratica è fornito da alcuni accertamenti
La presenza della documentazione L’assegnazione delle responsabilità La definizione dei limiti di accettabilità La definizione delle azioni correttive L’applicazione delle azioni correttive in
caso di non conformità
La valutazione del Piano di autocontrollo
La valutazione di un piano di autocontrollo deve essere documentata su apposite check-list su cui possono essere riportati: non conformità rilevate a livello delle singole
procedure interviste con il personale registrazioni esaminate apparecchiature esaminate acquisizione di documentazione del piano di
autocontrollo
La valutazione del Piano di autocontrollo
La documentazione dei controlli effettuati permette di:
dimostrare di aver effettuato il controllo attuare una valutazione storica dei risultati di
controllo riprogrammare, se necessario, le attività di
controllo prescrivere interventi sul piano di autocontrollo
della ditta al fine di rimuovere le carenze riscontrate
Provvedimenti da adottare
1. Le carenze devono essere basate sull’evidenza oggettiva derivante da informazioni qualitative o quantitative, registrazioni, osservazioni, misure che dimostrano che il sistema non garantisce la sicurezza dell’alimento
2. Periodo di 120 giorni per l’adeguamento di un piano di autocontrollo in cui si siano riscontrate carenze
3. Nel caso in cui le carenze possano riflettersi sulla sicurezza dell’alimento è opportuno valutare l’eventuale applicazione di misure più restrittive sospensione temporanea dell’attività limitazione di alcuni processi produttivi
Provvedimenti da adottare
4. Se necessari, interventi di sequestro delle merci, sospensione dell’attività o l’adozione di sanzioni amministrative ai sensi della L. 283/62 e del DPR 327/80, devono essere messi in atto indipendentemente dalla presenza e dall’attuazione del piano di autocontrollo
5. In caso di ritiro dal commercio, l’Organo di controllo verifica la corretta e completa esecuzione dell’operazione applicando il sequestro cautelativo
6. Le prescrizioni devono essere trasmesse in modo ufficiale alla ditta mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, citando in modo esplicito il termine per l’adeguamento
Vantaggi dell’autocontrollo
L’obiettivo è identificare i pericoli e impedire che essi contaminino l’alimento
Sistema basato sull’evidenza scientifica Permette una supervisione e un governo più efficaci
ed efficienti delle “imprese alimentari” Affida la responsabilità della garanzia della sicurezza
dei prodotti agli “operatori del settore alimentare” (produttori, distributori, etc.)
Aiuta le imprese a competere in modo più efficace sul mercato mondiale
Riduce le barriere al commercio internazionale
Successo dell’HACCP Si basa su:
Educazione e addestramento di manager e operatori sull’importanza di produrre alimenti sicuri Essi devono includere informazioni sul
controllo del rischio di malattie a trasmissione alimentare correlato a tutti gli stadi della catena alimentare
Essi devono assicurare che gli operatori capiscano cos’è l’HACCP e includere istruzioni e procedure che mettano in luce il ruolo di ogni operatore
Grazie dell’attenzione!