AUTISMO E ARTE: ENERGIA DEL POSSIBILE · alcuni laboratori sulla “percezione sinestetica”,e su...

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AUTISMO E ARTE: ENERGIA DEL POSSIBILE Il blog “Storie reali” scrive dell’esperienza di Roberto Alborghetti e dei suoi “visuals” nell’ambito del Laboratorio didattico curato da Patrizia Sapri ad Aprilia ed Anzio. http://www.storiereali.blogspot.it/2015/01/storiereali-presenta- colori-per-rompere.html Aprilia, Laboratorio del Colore “Dalle Lacer/azioni alle Cre/azioni”

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AUTISMO E ARTE: ENERGIA DEL POSSIBILE Il blog “Storie reali” scrive dell’esperienza di Roberto Alborghetti e dei suoi “visuals” nell’ambito del Laboratorio didattico curato da Patrizia Sapri ad Aprilia ed Anzio. http://www.storiereali.blogspot.it/2015/01/storiereali-presenta-colori-per-rompere.html

Aprilia, Laboratorio del Colore “Dalle Lacer/azioni alle Cre/azioni”

L’autismo e’ sempre più presente nel nostro paese. Venti anni fa, la patologia colpiva un bambino ogni 200, oggi uno su 20. In due decadi, i casi sono aumentati di dieci volte. Le cause di questo aumento in un paese, come l’Italia, dove le Istituzioni e il sistema sanitario, risultano decisamente carenti e non adeguati, sono principalmente due: la diagnosi, che spesso non avviene tempestivamente, anzi in ritardo, e le cure non idonee. Una delle poche certezze, conquistate anche sul campo e nell’ambito della ricerca, e’ che un metodo non funziona per tutti. Ogni caso ha una storia a sé, ed è un percorso individuale. Nonostante il mistero, i preconcetti e l’ignoranza che circondano la condizione dell’autismo, le possibilità di miglioramento della qualità della vita di questi bambini e delle loro famiglie, risulta possibile e dipende dalla tempistica con il quale si effettua una valutazione e, di conseguenza, di terapie mirate al singolo caso. Il 70% dei bambini in cura, ha migliorato la propria diagnosi ed entro il 24% e’ uscito dall’autismo, quindi non si tratta di una situazione incurabile. Una costante che accomuna poi la maggior parte dei casi accertati, e’ la sperimentazione e l’adozione, con ottimi risultati, di coinvolgimento e di comunicazione, attraverso terapie creative, in ambiti come la pittura, la musica e la scrittura. Il caso dell’artista Roberto Alborghetti, non pianificato, ma coordinato e proposto dalla docente Patrizia Sapri e successivamente da terapeuti e psicologi, apre e conferma la possibilità d’infiniti progetti in questa direzione. Il lavoro informale e dal potente valore simbolico cromatico dell’artista e’ risultato perfettamente complementare, nell’ispirare e nel

coinvolgere, i ragazzi e bambini autistici che, stimolati visivamente e mentalmente dalle opere, sono riusciti poi,ad esprimere liberamente la loro versione pittorica, non certo solo da passivi e semplici spettatori. Immaginazione, coinvolgimento, sintesi motoria ed espressiva, convogliati e scaturiti dalle opere stesse: le “Lacer/azioni”, che posseggono intrinsecamente il potere d’innescare attenzione, emulazione, creatività e partecipazione. Un grande risultato, per l’arte, che se non può cambiare il mondo può, come in questo caso, sentirsi partecipe ed utile ad un progetto esistenziale ed umano, ancora prima che terapeutico e scientifico. Nei testi seguenti, e’ sintetizzata e raccontata quest’ esperienza unica, da parte dell’artista e del terapeuta, ma che non vuole e non può rimanere isolata, aprendo invece la prospettiva a futuri ed ulteriori esperimenti e laboratori a servizio dei ragazzi autistici e non solo. Le domande che solitamente, fanno parte delle nostre interviste, in questo caso, sarebbero risultate ridondanti e retoriche, poiché le risposte, sono già contenute ed espresse, nel modo migliore, in queste testimonianze dirette dei protagonisti. https://robertoalborghetti.wordpress.com/

Aprilia, Laboratorio del Colore “Dalle Lacer/azioni alle Cre/azioni”

COLORI PER ROMPERE I LIMITI di Roberto Alborghetti

La mia partecipazione all’esperienza-laboratorio che, da tre anni, coinvolge ad Aprilia (Latina) un gruppo di ragazzi “diversamente abili” e portatori della sindrome dello spettro autistico, parte da un incontro. Durante i 100 giorni della mostra delle mie “Lacer/azioni” nella bellissima Rocca Aldobrandesca sul Monte Amiata ho avuto modo di incontrare, per alcuni workshops, circa mille tra studenti e docenti. Tra di essi c’era anche Patrizia Sapri, una docente impegnata e coinvolta sul tema del “colore” come recupero e potenziamento delle abilità di base residue ed esistenti. Dopo il giro tra i vari piani dell’esposizione, intitolata “Colori da

un’Apocalisse” - e dedicata alla mia “ricerca” su scene realistiche, e non manipolate, di come si presenta la decomposizione dei manifesti pubblicitari e dei vari “segni” urbani e industriali che ci circondano – Patrizia mi disse che era stata folgorata dal mio “modo” di leggere e raccontare la realtà, che è sotto i nostri occhi, senza spesso vederla e percepirla. Riteneva che, nei miei lavori, ci fossero colore, materia, movimento ed emozione, insomma tutto ciò che le serviva nel contesto delle attività didattiche, educative e sociali portate avanti ad Aprilia.

Mi chiese di collaborare, selezionando una serie delle mie immagini ed offrendo l’assenso all’uso del materiale originale. Accettai senza esitazione. Mi affascinava e colpiva il progetto che, nelle ore pomeridiane, avrebbe coinvolto alunni diversamente abili del territorio, alcuni dei quali autistici. I ragazzi, dopo l’osservazione e la discussione sulle “emozioni” suscitate dalle varie immagini, sarebbero poi stati invitati a ri-produrle in piena libertà e sulla base del proprio “vissuto”. L’iniziativa aveva il supporto e la massima collaborazione dei genitori, del personale di assistenza specialistica e dell' associazione “Il senso della vita Onlus” con la presidente dott.ssa Marina Aimati. Dunque, un progetto ed un’esperienza condivisa, non isolata, inserita in un cammino di crescita. Avevo già avuto modo, in passato, di partecipare, con i miei lavori, ad alcuni laboratori sulla “percezione sinestetica”,e su come i colori potevano essere visti e vissuti sul piano dello sblocco emotivo e della presa di coscienza individuale in rapporto alle forme ed ai cromatismi. Qui, nell’esperienza di Aprilia, mi colpiva soprattutto il fatto del coinvolgimento di persone autistiche e del loro “misterioso” mondo.

I cromatismi di “Lacer/azioni si sono subito prestati ad essere “rivisti” con gli occhi della sensibilità e dell' amore degli allievi di Patrizia e dei suoi collaboratori nell’”Atelier dei colori e delle emozioni”, come venne chiamata l’esperienza. Gli allievi si sono letteralmente rimboccati le maniche nel corso di pomeriggi davvero entusiasmanti. Le “lezioni” erano scandite da brani musicali, che - insieme alla verbalizzazione - accompagnavano la fase della ri-cre-azione delle mie opere, eseguite manualmente, impiegando e riciclando oggetti e materiali vari.

Ne uscirono delle singolari opere, semplici solo in apparenza, dal forte impatto visivo ed emotivo, che risultavano ancora più singolari in quanto espressione del mondo interiore di ragazzi le cui difficoltà sono etichettate, dall’opinione e dalla mentalità comuni, in modo errato, distorto e superficiale. Durante le ore del laboratorio i ragazzi solcavano con occhi e con le mani l' interno delle varie immagini, aprendo così quella comunicazione, anche non verbale, che è dentro ed intorno a noi. Alla fine, rimanevano dei “fogli”, stupende opere creative

che non avevano solo colori esterni e croste, ma racchiudevano un mondo interiore da esplorare e conoscere.

E così, i piccoli allievi di Patrizia - Erik, Massimo, Flavia, Gaia e Nicole – si sono addentrati in un percorso tra i colori e le forme. E le parole, colorate e pronunciate, ad alta voce. Per Erik, io ero “Berttto”, così pronunciava il mio nome. E davanti al cavalletto, dove andava riproducendo una mia “lacer/azione”, esclamava: “Bertto, molto bello! Fatto io... fatto il pittore… Porto a mamma! Un successo, pitturo da su a giù”. Massimo, con i suoi cromatismi, creava con la supervisione verbale. Comunicava con il corpo e la sua arte tutte le emozioni... Emergevano, in questi ragazzi, come mi faceva notare la stessa Patrizia Sapri, la completezza di una visione d'insieme e la capacità di leggere le immagini nella globalità, mettendo a fuoco ogni minimo particolare proprio come una macchina fotografica. E, a ben pensarci, è proprio questo che compio anch’io nella mia ricerca delle immagini per il progetto “Lacer/azioni”. Forse, anche per questo, i piccoli scolari di Aprilia sono subito entrati in sintonia con i miei “visuals”...

L'iniziativa è stata ripetuta anche nello scorso anno scolastico, 2013/2104, questa volta resa possibile grazie al sostegno del Rotary Club Roma Golfo d'Anzio, Nettuno, che ha inserito l'attività nel progetto “Anzio per l'Autismo”. Un fatto importante, anche perché - lo dobbiamo dire – lo Stato e le sue strutture operative territoriali, sono pressoché assenti e non investono in questi percorsi, a dimostrazione purtroppo che la formazione e la ricercà continuano ad essere tabù per chi gestisce i destini del nostro Paese.

Anche nell’ultimo anno, Patrizia Sapri ha guidato con passione ed entusiasmo il gruppo dei “magnifici sette mini artisti” - Albanese Massimo, Balestra Alessia, Calemme Sara Maria,

Frasca Giada, Gori Flavia, Ranieri Damiano, Tallarico Stefano - che hanno ri-composto e ri-costruito delle composizioni di grande effetto, sempre ispirandosi alle mie “Lacer/azioni”. L’attività si è sempre chiusa con una mostra, promossa ad Anzio presso l' Istituto Professionale "Marco Gavio Apicio" di via Nerone. Intitolata “Graffi / Tra sogno e realtà: da Lacer/azioni e Cracks”, sorta di viaggio tra “cromatismi speciali pittorici e materici” che raccontano una singolare e straordinaria storia di vita. Segni e graffi che narrano vicende dell’anima…

Attraverso questa esperienza ho personalmente vissuto, dal vivo, alcuni aspetti e realtà che la stessa letteratura sull’autismo ha analizzato e studiato. Anche nelle esperienze narrate nei libri - come quelli di Temple Grandin - questi ragazzi sono raccontati come diamanti dalle mille sfaccettature, dotati di grandi abilità motorie, ampia capacità di memorizzare procedure e rituali, incredibili abilità di cogliere e valorizzare i colori emergenti, le mille sfumature. Come rilevano gli stessi studi di T. Grandin e H. Gardner, nella società umana esistono intelligenze diverse, di pari valore culturale. Laddove sono presenti capacità residue legate ad un “deficit” si vengono di fatto a sviluppare capacità che diventano canali elettivi di lettura del reale.

Nel laboratorio di Patrizia Sapri - come presso altre realtà che promuovono iniziative a carattere educativo, riabilitativo, indirizzate al disabile per costruirne la formazione e l’integrazione - si parte dalla “parte sana” della persona sviluppandone le capacità residue. Ossia, se ne considerano le capacità per ampliarle, ricercando un rapporto significativo attraverso il colore, che permette di avvalorare la crescita emotiva e relazionale . Sicchè - come dimostra questa

esperienza - i limiti si trasformano in capacità espressive, in comunicazione, in arte.

Patrizia Sapri e la sua equipe dicono che le mie “Lacer/azioni” si prestano a tutto ciò. “Perché?”: così le ho chiesto. E lei: “Forse sarà la casualità e la naturale presentazione dei colori, dei graffi e delle crepe. Ma in fondo non c’è un perché. E’ così. Non c’è un perché”. Penso che abbia proprio ragione.

ROBERTO ALBORGHETTI

Aprilia, Laboratorio del Colore “Dalle Lacer/azioni alle Cre/azioni”

VEDERE CIO'

CHE LA GENTE NON VEDE Di Patrizia Sapri

Ho studiato in passato, e riscoperto proprio in questi giorni, che un’americana Temple Grandin, autistica, attraverso uno studio sugli animali e su se stessa, afferma che gli autistici sono in grado di vedere ciò che gli essere umani non vedono: tutto ciò che c'è in questo mondo meraviglioso, ma che la gente coglie a malapena.

Essi vedono e percepiscono una serie di stimoli visivi che le persone normali non possono scorgere e comunque non scorgono. Essi pensano per immagini.

Quando do la consegna a Massimo, egli attraverso una tabella sceglie i colori che sono presenti nell' opera proposta. In autonomia (con super visione) egli porta tutto sul tavolinetto. Metto alla sua destra la foto dell' opera da realizzare. Verbalmente gli spiego come realizzarla, se attraverso pennellate libere oppure con la tecnica del tamponamento.

In base al suo stato d' animo egli pittura con rabbia oppure con dolcezza coprendo tutti gli spazi. Nel suo ordine mentale tutto deve essere perfetto. I cromatismi ottenuti sono volontari in quando solo lui batte i colori a tempera nella tazza che tiene sulla mano, Il lavoro artistico è già nel suo pensiero e nella sua testa.

Il risultato è quello che si vede. Quando Massimo finisce con il linguaggio degli occhi e para-verbale, cerca la mia approvazione. Spesso si siede davanti all' opera e la osserva. A volte firma con un punto per dire:“Ho finito”. Se nel disegno ci sono delle sovrapposizioni si ottengono con delle vecchie tavole Montessoriane a volte con strategie semplici pettine e non solo.

Il mio è un lavoro speciale. Bisogna trovare il senso a quel qualche cosa che appartiene a noi, al gruppo, ed usarlo per la crescita professionale. Dopo 25 anni di lavoro ancora mi aggiorno, frequento corsi e mi pongo sempre degli interrogativi trovando un punto d' incontro con l' altro.

Aprilia, Laboratorio del Colore

“Dalle Lacer/azioni alle Cre/azioni”