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[Corso di METODOLOGIA della PROGETTAZIONE] Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate A.A. 2015/2016 Titolare della Cattedra: Prof. Arch. Gaetano CATALDO 1 AUSILI DIDATTICI BIENNIO SPECIALISTICO - COMPENDIO.04 ARTE/PROGETTO/SOCIETÀ_ART/DESIGN/SOCIETY The Lagoon is my Land_04 ABITARE MINIMO - Existenzminimum - nelle Alpi Gli elaborati progettuali qui sotto riportati sono stati redatti progettisti under 40 e studenti del Politecnico di Milano nell’ambito del concorso internazionale di progettazione “Abitare minimo nelle Alpi”, concepito all’interno della manifestazione “aperto_2012 art on the border fare arte in valle”. Si riporta una selezione dei primi 16 progetti, su 200 partecipanti, in ordine di giudizio. Progetto realizzato da Alessandro Felici (1°) Il progetto ha voluto rispondere, in prima istanza, alla necessità/possibilità di ridurre all’essenza la forma dell’abitare interrogandosi sulle specifiche possibilità dell’abitare in ambienti estremi montani e sulle conseguenti soluzioni spaziali e tecnologiche che questa ricerca di elementarità comporta. Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di individuare una forma che rispondesse alla esigenza di elementarità costruttiva capace, tuttavia, di intensificare le relazioni formali con l’eccezionalità del paesaggio d’alta quota con cui ogni bivacco è chiamato a confrontarsi. Questo schema molto vicino, come suggestione, ai primitivi ripari sotto affioramenti rocciosi, che costituirono verosimilmente le prime installazioni dei pastori transumanti, ci ha dato inoltre una interessante chiave di lettura per indagare i rapporti tra il ricovero ed il paesaggio rupestre presenti alle quote in cui viene ipotizzata l’istallazione. Sotto questo aspetto si è scelta la strada dell’appartenenza alla “terra” non inseguendo un concetto di “mimesi” ma Si è effettuata la scelta di una forma triangolare (forma geometrica staticamente stabile) reinterpretando il tema della capanna alpina, semplificando ulteriormente lo schema di partenza e inducendo la falda ad un unico piano inclinato in continuità con il terreno. Questo ha permesso di ridurre al minimo l’ingombro e raggiungere la massima compattezza (entro i 40 mc previsti) proponendo una struttura economica da realizzare, con una notevole facilità d’uso e di manutenzione, raggiunta anche con la scelta di tecnologie nella direzione della responsabilità ambientale.

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Titolare della Cattedra: Prof. Arch. Gaetano CATALDO

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AUSILI DIDATTICI BIENNIO SPECIALISTICO - COMPENDIO.04

ARTE/PROGETTO/SOCIETÀ_ART/DESIGN/SOCIETY The Lagoon is my Land_04

ABITARE MINIMO - Existenzminimum - nelle Alpi Gli elaborati progettuali qui sotto riportati sono stati redatti progettisti under 40 e studenti del Politecnico di Milano nell’ambito del concorso internazionale di progettazione “Abitare minimo nelle Alpi”, concepito all’interno della manifestazione “aperto_2012 art on the border fare arte in valle”. Si riporta una selezione dei primi 16 progetti, su 200 partecipanti, in ordine di giudizio.

Progetto realizzato da Alessandro Felici (1°) Il progetto ha voluto rispondere, in prima istanza, alla necessità/possibilità di ridurre all’essenza la forma dell’abitare interrogandosi sulle specifiche possibilità dell’abitare in ambienti estremi montani e sulle conseguenti soluzioni spaziali e tecnologiche che questa ricerca di elementarità comporta. Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di individuare una forma che rispondesse alla esigenza di elementarità costruttiva capace, tuttavia, di intensificare le relazioni formali con l’eccezionalità del paesaggio d’alta quota con cui ogni bivacco è chiamato a confrontarsi.

Questo schema molto vicino, come suggestione, ai primitivi ripari sotto affioramenti rocciosi, che costituirono verosimilmente le prime installazioni dei pastori transumanti, ci ha dato inoltre una interessante chiave di lettura per indagare i rapporti tra il ricovero ed il paesaggio rupestre presenti alle quote in cui viene ipotizzata l’istallazione. Sotto questo aspetto si è scelta la strada dell’appartenenza alla “terra” non inseguendo un concetto di “mimesi” ma

Si è effettuata la scelta di una forma triangolare (forma geometrica staticamente stabile) reinterpretando il tema della capanna alpina, semplificando ulteriormente lo schema di partenza e inducendo la falda ad un unico piano inclinato in continuità con il terreno. Questo ha permesso di ridurre al minimo l’ingombro e raggiungere la massima compattezza (entro i 40 mc previsti) proponendo una struttura economica da realizzare, con una notevole facilità d’uso e di manutenzione, raggiunta anche con la scelta di tecnologie nella direzione della responsabilità ambientale.

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piuttosto di assonanza alle forme del paesaggio, allo spazio naturale, mantenendo comunque un “distacco” di tipo materico verso l’intorno.

Progetto realizzato da Riccardo Sanquerin (2°) Il progetto propone una rivisitazione della forma classica dei bivacchi d’alta quota costruiti nel secolo scorso, ormai fissata nell’immaginifico collettivo, rispettandone materiali e proporzioni, pur tuttavia proponendo funzioni nuove che completano l’edificio. Il tema nello specifico è la costruzione di un unico e compatto oggetto ligneo, che si presenta al suo interno come un mobile domestico dalle dimensioni sufficienti per ospitare attività di ristoro e di permanenza. Spesso il bivacco tradizionale, per la ridotta capacità, non è in grado di offrire molto più che un luogo dove dormire, in questo caso si è cercato di far convergere più ambienti comprimendoli assieme il più possibile, nella prospettiva di trovare l’essenza di un’abitazione ridotta ai minimi termini.

Progetto realizzato da Daniele Catizzone (3°) Il tema di un bivacco alpino pone luce su una questione ben più ampia di una semplice progettazione tecnica di un alloggio temporaneo in un paesaggio non antropizzato. La presenza fisica della montagna, il passare la notte, il riposare, descrivono istintivamente un luogo introverso, un luogo dove ritrovare la propria dimensione. Uno spazio che deve però garantire allo stesso tempo una complessità di situazioni interne date dalla presenza di 8 abitanti, nelle differenti piccole attività che faranno. Il progetto è caratterizzato dalla definizione di un unico spazio, una piccola scatola di legno di pianta quadrata di 3,20 m per lato, dove la presenza dei letti diventa l’elemento fondante e generatore. L’ambiente unitario è ricreato attraverso la disposizione circolare e su differenti altezze di 8 piani letto; essi si affacciano su uno spazio vuoto di 1,2 metri per 1,2 metri, carattere fondante dello spazio comunitario e promotore di quella serie di azioni e relazioni che possono avvenire tra gli abitanti. Ma nello stesso tempo è un vuoto che per sua natura è in grado di garantire intimità: un lucernario evidenzia quel rapporto visivo col cielo unico interlocutore nei momenti di sosta. Di quiete

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Progetto realizzato da Simone Rogora

Progetto realizzato da Andrea Di Marino

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Progetto realizzato da Irene Bonente

Progetto realizzato da Stefano Marcinkiewicz

Progetto realizzato da Tomas Meghi

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Progetto realizzato da Simone Cordara Progetto realizzato da Andrea Pezzi

Progetto realizzato da Carlo Russo Progetto realizzato da Valentina Damian

Progetto realizzato da Alberto Solazzi

Questo è il progetto del primo bivacco alpino con un cuore di lana. Abbiamo progettato un'architettura che potrebbe ospitare 6 escursionisti su letti, e altre persone in spazi interni liberi. Il volume è puro, solido e compatto, con uno stile iconico e rigoroso. Abbiamo fornito una distribuzione innovativa abitabile con uno sviluppo verticale (una camera di soli 19 mc, con funzioni ben definite: uno spazio comune sul fondo e la zona notte in alto. Per

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l'isolamento abbiamo usato Edilana Mat50, un tappeto di aghi realizzato in pura lana vergine di pecora autoctona della Sardegna, densità di 40kg/mc, conduttività termica 0,034 W/mK, con protezione antitarme, senza additivi anti-combustione, senza allergeni, da posare senza cappotto antipolvere. È prodotto dalla società italiana Edilana (www.edilana.com). il modulo fornisce grandi prestazioni in termini di autosufficienza energetica e idrica, comfort termico, il trattamento delle acque refluea, la visibilità, l'ancoraggio al suolo. Questo progetto è il punto di partenza per discutere il tema della costruzione dell'architettura leggera e versatile, l'uso di materiali naturali, l'integrazione di sistemi di efficienza (idraulici, termici ed energetici). In futuro, queste caratteristiche dovranno essere considerate fondamentali non solo in ambiente montano ma in ogni contesto e habitat.

Progetto realizzato da Luca Bruno Gobbetti Progetto realizzato da Andrea Corridori

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Progetto realizzato da Rosario Patti

Logo del progetto

Piante dei due livelli Sezione C-C’

Sezione B-B’

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La Comunità Montana di Valle Camonica, ente gestore del Parco dell’Adamello, ha previsto nel programma dell’anno 2012 di organizzare una “Fiera della sostenibilità nella natura alpina” con il fine di aggregare enti, persone ed energie per la valorizzazione del territorio. La Fiera, svoltasi nel mese di luglio 2012 in concomitanza con Aperto_2012, si è concretizzata in una serie di eventi ludici e attraverso la presentazione di esperienze di lavoro, di cultura e di servizio, accomunati da un unico termine: sostenibilità. “Sostenere” significa tenere qualcosa o qualcuno sollevati, sopportandone il peso e significa anche rinforzare, aiutare, difendere e dare appoggio, accudire e nutrire. “Consumare” significa ridurre al nulla e finire un bene con l’uso, logorare, dissipare, sfruttare. Nel panorama del continente europeo, la relativa marginalità delle Alpi, mentre le ha rese fragile preda di sistemi economici più forti, le ha anche difese dall’omologazione consumistica sottesa a quei sistemi. Se la “Società dei consumi” non ha futuro, come stanno dimostrando le ricorrenti crisi economiche e finanziarie, allora è necessario provare a costruire un sistema sociale che sappia aiutare, accudire, rinforzare, nutrire uomini e natura e non logorare, dissipare e sfruttare uomini ed ecosistemi. Nelle Alpi, così come in molti luoghi “marginali” del nostro continente, le pratiche della sostenibilità, seppur ridotte, non hanno mai cessato di esistere. Per tale motivo le Alpi oggi possono, devono, diventare luogo di sperimentazione e di convinta ricerca di una società che sappia fare della “sostenibilità” (sociale, economica e ambientale) il proprio perno. (Sito web www.fierasostenibilita.parcoadamello.it) L’iniziativa Aperto_2012 è una manifestazione di arte contemporanea che si svolge in Valle Camonica. Promossa dal Distretto Culturale, è un progetto pluriennale che attiva esperienze artistiche capaci di radicarsi nell’ambiente, stabilendo un colloquio dialettico con il luogo e la storia, con l’uomo e il suo statuto poetico. È un territorio di confine che si dispone alle idee, all’interscambio e al confronto, un cantiere aperto ai linguaggi di un’arte portatrice di contenuti etici e simbolici collettivi, ricercando l’ethos come il dimorare nella natura. Ogni anno vengono individuati un tema e un artista di riferimento, attorno ai quali sono attivati laboratori e percorsi di ricerca rivolti ai giovani. Ospitati in loco, gli artisti agiscono sul territorio e interagiscono con esso e con le comunità; creando opere d’arte site specific sono chiamati a stimolare riflessioni su cultura e identità rilanciando un’azione di cura nei confronti di luoghi, simboli e valori che la Valle Camonica custodisce.