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RION, XXII (2016), 2 885 L’onomastica letteraria degli studenti pisani. Un nuovo volume della collana “Nomina- tio”, fondata e diretta da Maria Giovanna Arcamone, raccoglie alcuni saggi di onoma- stica letteraria di studenti, giovani laureati e dottorandi che hanno seguito i due seminari dei corsi di Linguistica generale nel biennio specialistico di Letterature e Filologie euro- pee e Lingua e Letteratura italiana, tenutisi negli anni accademici 2012-2013 e 2013- 2014 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa, guidati dalla stessa Maria Giovanna Arcamone. I seminari sono stati dedicati rispettivamente a Carlo Casso- la e a Grazia Deledda. Come ricorda nella Prefazione la docen- te, che fin dal 2004 aveva introdotto l’ono- mastica nel corso di Linguistica generale af- fidatole, agli studenti veniva proposto di compilare una tesina sulla nominatio di un autore italiano o straniero, da presentare a conclusione del seminario. In questo modo, tuttavia, ogni lavoro rimaneva isolato dagli altri e una singola opera forniva esiguo mate- riale per valutare le scelte e l’uso dei nomi propri in un autore; considerata anche l’im- portanza dell’intertestualità, sarebbe stato meglio conoscere tutta o quasi la produzione di uno scrittore; a questo punto si è deciso di concentrare l’attenzione su singoli autori a- nalizzati da più studenti. Il libro in uscita consiste dunque in una raccolta di opere prime che testimonia come giovani talenti applicati all’onomastica nella letteratura possano produrre risultati nuovi e interessanti. Gli studi che ora compongono il volume, intitolato La nominatio in Grazia Deledda e Carlo Cassola. Prove di ricerca, edito da ETS di Pisa, e curato da Maria Giovanna Arcamone e da Simone Pisano, sono il frutto di comunicazioni lette e discuse durante i corsi stessi. Si è trattato di indagare su quale contributo critico utile alla conoscenza del- l’opera e della poetica dei due autori potesse scaturire dalla riflessione sui nomi propri pre- senti in un certo numero dei loro testi. Prof. Maria Giovanna Arcamone, U- niversità degli Studi di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, via Santa Maria 36, I-56126 Pisa E-mail: [email protected]. Edizioni ETS, p.zza Carrara 16-19, I-56126 Pisa – T. 050.29544/503868 – Fax 050.20158 – E-mail: info.edizioniets.com – Web: www.edizioniets.com. Il Museo del Cognome di Padula (Sa- lerno). Unico nel suo genere in Italia, il Museo del Cognome è stato creato in una casa settecen- tesca del centro storico di Padula (Salerno) da Michele Cartusciello del 2012. Di carattere prevalentemente didattico, presenta al suo interno un percorso pensato per aiutare il vi- sitatore ad accostarsi alla ricerca genealogica. La prima sezione del museo riguarda la storia del cognome, il cognome nel mondo e come muovere i primi passi per costruire il proprio albero genealogico; alle pareti sono affissi documenti come atti di nascita e di morte, di matrimoni, liste di leve, censimen- Attività Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national and international research projects; studies being prepared by single researchers; associations’ and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

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RION, XXII (2016), 2885

L’onomastica letteraria degli studentipisani.

Un nuovo volume della collana “Nomina-tio”, fondata e diretta da Maria GiovannaArcamone, raccoglie alcuni saggi di onoma-stica letteraria di studenti, giovani laureati edottorandi che hanno seguito i due seminaridei corsi di Linguistica generale nel bienniospecialistico di Letterature e Filologie euro-pee e Lingua e Letteratura italiana, tenutisinegli anni accademici 2012-2013 e 2013-2014 presso la Facoltà di Lettere e Filosofiadell’Università di Pisa, guidati dalla stessaMaria Giovanna Arcamone. I seminari sonostati dedicati rispettivamente a Carlo Casso-la e a Grazia Deledda.Come ricorda nella Prefazione la docen-

te, che fin dal 2004 aveva introdotto l’ono-mastica nel corso di Linguistica generale af-fidatole, agli studenti veniva proposto dicompilare una tesina sulla nominatio di unautore italiano o straniero, da presentare aconclusione del seminario. In questo modo,tuttavia, ogni lavoro rimaneva isolato daglialtri e una singola opera forniva esiguo mate-riale per valutare le scelte e l’uso dei nomipropri in un autore; considerata anche l’im-portanza dell’intertestualità, sarebbe statomeglio conoscere tutta o quasi la produzionedi uno scrittore; a questo punto si è deciso diconcentrare l’attenzione su singoli autori a-nalizzati da più studenti.Il libro in uscita consiste dunque in una

raccolta di opere prime che testimonia comegiovani talenti applicati all’onomastica nellaletteratura possano produrre risultati nuovi einteressanti. Gli studi che ora compongono il

volume, intitolato La nominatio in GraziaDeledda e Carlo Cassola. Prove di ricerca, editoda ETS di Pisa, e curato da Maria GiovannaArcamone e da Simone Pisano, sono il fruttodi comunicazioni lette e discuse durante icorsi stessi. Si è trattato di indagare su qualecontributo critico utile alla conoscenza del-l’opera e della poetica dei due autori potessescaturire dalla riflessione sui nomi propri pre-senti in un certo numero dei loro testi.

’ Prof. Maria Giovanna Arcamone, U-niversità degli Studi di Pisa, Dipartimento diFilologia, Letteratura e Linguistica, via SantaMaria 36, I-56126 Pisa – E-mail:[email protected].

’ Edizioni ETS, p.zza Carrara 16-19,I-56126 Pisa – T. 050.29544/503868 – Fax050.20158 – E-mail: info.edizioniets.com –Web: www.edizioniets.com.

Il Museo del Cognome di Padula (Sa-lerno).

Unico nel suo genere in Italia, il Museo delCognome è stato creato in una casa settecen-tesca del centro storico di Padula (Salerno) daMichele Cartusciello del 2012. Di carattereprevalentemente didattico, presenta al suointerno un percorso pensato per aiutare il vi-sitatore ad accostarsi alla ricerca genealogica.La prima sezione del museo riguarda la

storia del cognome, il cognome nel mondo ecome muovere i primi passi per costruire ilproprio albero genealogico; alle pareti sonoaffissi documenti come atti di nascita e dimorte, di matrimoni, liste di leve, censimen-

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Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national andinternational research projects; studies being prepared by single researchers; associations’and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

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ti e atti notarili. Una seconda sezione presen-ta un panorama dell’emigrazione italiana nelmondo attraverso la trascrizione di richiestedi passaporti, naturalizzazioni, ecc. con par-ticolare riguardo agli Stati Uniti del primoNovecento; sono conservate anche foto e do-cumenti originali donati da discendenti di i-taliani all’estero. La terza sezione è dedicataagli uomini celebri: possono leggersi gli attidi nascita di San Giuseppe Moscati, di Beni-to Mussolini, di Luigi Pirandelli (solo dopo30 anni l’anagrafe ne rettificò il cognome inPirandello), nonché gli alberi genealogici diFrank Sinatra, di Robert De Niro e di Sylve-ster Stallone.Il Museo di Padula offre inoltre un servizio

di analisi grafologica, realizza un fumetto ge-nealogico e organizza una festa del cognome.

’ Dr. Michele Cartusciello, Museo delCognome, largo Municipio 8, I-84034 Pa-dula (Salerno) – T. 0975.778376/347.8295374 – E-mail: [email protected] – Web: http://museodelcognome.il/il-museo-2/.

I progressi del Dizionario Toponoma-stico Trentino.

Dopo il 14º volume del Dizionario topono-mastico trentino (DTT): I nomi locali dei Co-muni di Bocenago, Caderzone, Strembo, cheraccoglie 1.733 toponimi appartenenti a treComuni della Val Rendena ed è apparso nel2013, e il 15º dedicato nel 2014 a I nomi lo-cali dei Comuni di Baselga di Piné, Bedollocon 2.838 toponimi appartenenti a due Co-muni del trentino orientale, nel 2016 è usci-to il 16º volume della prestigiosa collana: Inomi locali dei Comuni di Panchià, Tésero,Ziano di Fiemme che raccoglie 2.600 toponi-mi appartenenti a tre Comuni della Valle diFiemme (vedi qui alle pp. 833-34).I volumi seguono la consueta imposta-

zione del DTT, in cui la sezione lessicale pre-vede la trascrizione della forma dialettale del

toponimo raccolta sul campo, la registrazio-ne dell’eventuale forma cartografica corri-spondente, la descrizione del luogo a cui iltoponimo appartiene, eventuali note e lacollocazione del luogo sulla cartografia inscala 1:10.000. La sezione lessicale è antici-pata da ampie introduzioni (geografica, sto-rica, dialettologica) che illustrano il territo-rio oggetto di indagine. I luoghi più signifi-cativi vengono accompagnati da immagini acolori. Ogni volume è corredato di in appa-rato cartografico che consente di individuarel’esatta posizione dei singoli nomi di luogosul territorio.Parallelamente prosegue nella provincia

di Trento il lavoro di ricerca e di schedatura ditoponimi storici, avviato dal 2005 e regolatodalle norme per la schedatura dei toponimistorici approvate della Commissione provin-ciale per la toponomastica nell’aprile 2010, epubblicate nella sezione Toponomastica delportale <https://Trentinocultura.net>. Dal2006 al 2015, con l’applicativo informaticoDizionario toponomastico antico, sono stateschedate 33.276 forme storiche corrispon-denti a 19.855 località, tra i quali 6.310 pre-sentano una continuità con siti attuali di tra-dizione popolare registrati nel Dizionario to-ponomastico.I documenti inediti che sono stati sche-

dati finora sono i seguenti: 2.893 Pergame-ne, 42 Registri del Catasto Teresiano, 37 Ur-bari dei secoli XVI-XVIII e 13 Estimi dei se-coli XV-XVII e appartengono a varie aree delterritorio provinciale: Val di Sole, area di Ca-stel Thun, Val di Ledro, altipiano della Vigo-lana, Levico-Caldonazzo, Primiero, Val diCembra, Trento, Giustino in Val Rendena,Riva del Garda.Sono stati inoltre schedati i toponimi sto-

rici tratti da un discreto numero di fontiscritte, tra le quali le Carte di regola e statutidelle comunità rurali trentine edite da FABIOGIACOMONI (Milano, Ediz. Universitarie Ja-ca Book 1991, 3 voll.: Dal ’200 alla metà del’500; Dalla seconda metà del ’500 alla finedell’età dei Madruzzo e Dall’età dei Madruz-

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zo alla secolarizzazione del principato vescovi-le di Trento) e i documenti del Codex Wangia-nus: i cartulari della Chiesa trentina (secoliXIII-XIV), editi da EMANUELE CURZEL eGIAN MARIA VARANINI con la collaborazio-ne di Donatella Frioli (Bologna, il Mulino2007), che contengono alcuni tra i più anti-chi documenti relativi al Trentino.Il prossimo volume (nº 17) del Diziona-

rio Toponomastico Trentino sarà dedicato adalcuni Comuni della destra dell’Adige: Isera,Nogaredo, Nomi, Pomarolo, Villa Lagarina.

’ Dr. Lydia Flöss, Provincia Autonomadi Trento, Sopraintendenza per i Beni cultu-rali, Ufficio Beni archivistici, librari e Archi-vio provinciale, Palazzo Verdi, via don Giu-seppe Grazioli, 1, I-38122 Trento – T. 0461.494470 – Fax 0461.494451 – E-mail: [email protected]; [email protected] – Web: www.trentinocultura.net.

La zoonimia arbërisht di San Costan-tino Albanese (Potenza).

Per completare le ricerche linguistiche sullessico dialettale e specialistico avviato nell’a-rea delle comunità albanofone del Pollino lu-cano, che hanno prodotto strumenti multi-mediali come il “Lessico delle comunità alba-nesi della Valle del Sarmento” e “Fitonimiaarbëreshe – Area del Pollino Lucano”, nel2015 il Laboratorio di Albanologia dell’Uni-versità della Calabria ha avviato un progettoriguardante il lessico zoonimico popolare. Lazona interessata è quella di San CostantinoAlbanese e il Comune lucano ha contribuitoal finanziamento dell’iniziativa. Si è intesonon solo realizzare uno studio dialettologicoe lessicologico, ma anche promuovere e valo-rizzare una parte consistente del ricco patri-monio materiale e immateriale della comu-nità albanofona della regione.Lo studio è stato condotto da un gruppo

di lavoro con la supervisione scientifica daFrancesco Altimari, direttore del Diparti-

mento di Lingue e Scienze dell’Educazione eresponsabile del Laboratorio di Albanologiadell’Università della Calabria, con PietroBrandmayr e Gaetano Aloise del Diparti-mento di Biologia, Ecologia e Scienze dellaTerra dello stesso ateneo, Maddalena Scutarie Battista Sposato.I risultati del progetto sono stati raccolti

in un archivio informatico, per una fruizionemultimediale e interdisciplinare del lessicospecialistico zoonimico e delle risorse cultu-rali e ambientali connesse: immagini, etno-testi, fraseologia, documentazione scientifi-ca su fauna locale e territorio.L’archivio è suddiviso in due sezioni, cia-

scuna composta da schede di approfondi-mento; la prima, di carattere linguistico,comprende il nome italiano, il nome arbëre-she, note informative, tipi lessicali, onoma-stica, etnotesti e fraseologica; la seconda, dicarattere zoologico e accompagnata da im-magini, informa su classe, famiglia, nomescientifico, descrizione dell’animale, riferi-menti bibliografici.

’ Prof. Francesco Altimari, Universitàdella Calabria-Universiteti i Kalabrisë, Di-partimento di Lingue e Scienze dell’Educa-zione-Departamenti i Gjuhëvet dhe i Shken-cavet të Edukimit, Laboratorio di Albanolo-gia-Laboratori i Albanologjisë, I-87036 Ren-de (Cosenza) – T. 0984.494140 – Fax 0984.494141 – E-mail: [email protected] – Web: www.albanologia.unical.it/.

Archeologia letteraria e onomastica:un progetto a Venezia.

Il Dipartimento di Studi Umanistici del’U-niversità Ca’ Foscari di Venezia ha promossoun progetto annuale (2016-2017) intitolato“Literary ‘archaeology’ of the Historia Augu-sta: onomastic, toponomastic, and institu-tional studies between text and history”; nelbando, in inglese, per la selezione di un ricer-catore, si leggono la natura e lo scopo dell’ini-

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ziativa: «On the basis of the studies that in theearly XXth century Alfred von Domaszewskipublished on Roman place names and ono-mastics in the Historia Augusta, the researchproject aims to widen the analysis, which in-volves the major issue of the chronology ofthe Vitae, and to give a useful contribution tosuch a long-standing dispute. On the onehand, it aims to reassess if, and to what extent,names of places, individuals and even institu-tions in the Historia Augusta correspond tothe actual historical context they refer to, bythe comparison with literary sources eventhrough digital textual research tools nowavailable, and in the light of historical docu-ments of new acquisition. On the otherhand, it aims to provide an in-depth analysisof the literary level, with special reference tothe historical and ideological context andcultural milieu in which the final redaction ofthe Historia Augusta took place».La ricerca introduce l’onomastica nel va-

sto campo di interessi del Dipartimento ve-neziano, che si propone «come centro di svi-luppo innovativo delle interrelazioni disci-plinari e progettuali tra diversi settori dell’a-rea umanistica: storia, archeologia, storiadell’arte, studi classici, orientali, mediolati-ni, romanzi e bizantini, italianistica, lingui-stica, storia delle religioni, antropologia cul-turale, etnologia ed etnolinguistica, geogra-fia, forme della trasmissione scritta, scienzedel testo. Questi settori, caratterizzati cia-scuno da proprie tradizioni di studio e discuola, condividono nella pratica della ri-cerca non solo direttrici tematiche e preoc-cupazioni metodologiche, ma soprattuttoun comune interesse a conservare e valoriz-zare il multiforme patrimonio culturale acui si indirizzano, o si collegano, le specifi-che ricerche».

’ Dr. Lorenzo Calvelli, Università Ca’Foscari, Dipartimento di Studi Umanistici,palazzo Malcanton Marcorà, Dorsoduro3483/D, I-30123 Venezia – T. 041.2346352– Fax 041.2349872 – E-mail: [email protected] – Web: www.unive.it.

La 2ª edizione del DAFN, Dictionary ofAmerican Family Names.

Curato da Patrick Hanks per la Oxford Uni-versity Press e pubblicato nel 2003 in tre vo-lumi, il DAFN (Dictionary of American FamilyNames) rappresenta il più ricco e prestigiosodizionario internazionale di cognomi, concirca 70 mila entrate, considerato che negliStati Uniti i flussi migratori da ogni conti-nente hanno portato nomi di famiglia euro-pei, asiatici, africani e latino-americani. I co-gnomi registrati sono quelli che contano al-meno 100 nuclei familiari che ne siano por-tatori; quelli italiani sono più di 6.000 e unriferimento diretto dall’Italia o alla linguaitaliana figura in oltre 7 mila voci.Al DAFN hanno collaborato numerosi e-

sperti internazionali, che hanno firmato an-che, nella prefazione, saggi introduttivi suirepertori dei rispettivi dominii linguistici:Patrick Hanks e David Mills per i cognomiinglesi e scozzesi; Kay Muhr per gli irlandesie i gaelici; Hywel Wyn Owen per i gallesi; Su-san Whitebook per i francesi; Edda Gentryper i tedeschi; Charles Gehring per gli olan-desi; Olav Veka per gli scandinavi; HanneleJönsson-Korhola per i finlandesi; DieterKremer (e Roser Saurí Colomer) per i cogno-mi della penisola iberica; Enzo Caffarelli pergli italiani; Nick Nicholas per i greci; Alexan-der Beider per gli ebraici; Aleksandra Cieś-likowa per i polacchi; Dobrava Moldanováper i cechi; Simon Lenarčić per gli sloveni;Gábor Bátonyi per gli ungheresi; LaimuteBalode per i lettoni e i lituani; Rocky Miran-da per i nomi di famiglia indiani; Paul Roo-chnik e Salahudden Ahamed per quelli arabie islamici in genere; Mark Lewellen per i ci-nesi; Frederick Brady per i giapponesi; GaryMackelprang per i coreani.Dall’autunno 2014 è in corso una secon-

da edizione dell’opera, sempre diretta da Pa-trick Hanks. Ai collaboratori è stata chiestauna revisione delle voci della prima edizione,per eliminare eventuali errori o sviste e so-prattutto per aggiornare le etimologie e i dati

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riportati alla luce di nuovi studi pubblicati,oltre che di redigere i testi per le nuove entra-te, circa 10 mila, che porteranno il diziona-rio a un totale di oltre 80 mila voci, dedicatea cognomi che contino almeno 200 portato-ri. Nel tempo trascorso, infatti, alcuni stu-diosi hanno elaborato nuove etimologie, co-sì che verranno notevolmente ridotte le vociaccompagnate dal commento “unexplai-ned”; è stato possibile analizzare e ricostruirealberi genealogici utilissimi per evidenziarela formazione di nuovi cognomi o di variantiin processo di tempo; sono state consultateforme di documenti digitalizzati non dispo-nibili 15-20 anni fa, come liste di passeggerie registri del fisco; e la banca dati attualmentea disposizione è pari a circa 200 milioni dinominativi, tratti dal censimento dell’anno2000 (quando la popolazione totale degliStati Uniti ammontava a 282 milioni di per-sone; nel 2014 è salita a 319 milioni), ed evi-dentemente assai più ricca di quella relativaagli abbonati telefonici, utilizzata per la pri-ma edizione dell’opera.La revisione delle voci terrà inoltre in

maggior conto gli aspetti storici dell’immi-grazione negli Stati Uniti, specie quella avve-nuta nei secoli XVII e XVIII, anche perché ilmantenimento dei nomi di famiglia d’origi-ne o la loro americanizzazione (fonetica,morfologica, semantica) è talvolta legata aivari periodi storici.I cognomi italiani aggiunti al lemmario

sono frutto di una più attenta ricerca ma an-che della più ampia messe di dati disponibilie ammontano a oltre 500; per l’Italia il com-pito di redigere le nuove etimologie e di revi-sionare quelle pubblicate nella prima edizio-ne dell’opera è stato affidato a Carla Marcato(Udine), membro del comitato scientificodella «Rivista Italiana di Onomastica». L’u-scita del DAFN2 è prevista per il 2018.

’ Prof. Dr. Patrick Hanks, University ofthe West of England, Bristol Centre for Lin-guistics, Coldharbour Lane, Bristol BS161QY, United Kingdom – E-mail: [email protected].

Prosegue la digitalizzazione del Dic-tionnaire topographique de laFrance.

La principale raccolta di forme antiche di to-ponimi in Francia è costituita dai Dictionnai-res topographiques départementeaux. Lanciatanel 1861 da Léopold Delisle e dal Comité destravaux historiques et scientifiques (CTHS), lacollezione comprende attualmente 35 dizio-nari, dovuti perlopiù all’opera degli archivistidipartimentali e pubblicati tra il 1861 e il2008 (una ventina prima del 1885, cui ha fat-to seguito un notevole rallentamento).Il progetto ottocentesco prevedeva la rea-

lizzazione di 86 volumi dipartimentali che a-vrebbero dovuto formare un gigantesco Dic-tionnaire géographique de la France ancienneet moderne,corredato da un indice complessi-vo; ogni volume doveva recensire i nomi diluogo forniti dalle geografia fisica, i nomi diluogo abitati e quelli relativi alla geografiastorica (antiche circoscrizioni, abbazie, vec-chi cammini, ecc.), indicando per ciascuno latipologia, la localizzazione (comune d’appar-tenenza), i dati storici disponibili e soprattut-to le varie grafie, datate e referenziate, assuntenel corso dei secoli; il modello era offerto dalcoevo Dictionnaire des Postes,di cui si trattavadi redigere il corrispondente erudito.In alcuni casi quei testi erano già disponi-

bili in rete (portale <http://gallica.bnf.fr>),ma il Comité des travaux historiques etscientifiques ha avviato nel 2009 un ambi-zioso programma di integrazione dei varimateriali in seno a una banca dati e di digita-lizzazione di tutti i volumi disponibili. Assie-me ai toponimi antichi sono comprese for-me moderne e con i centri abitati sono inol-tre descritti alcuni idronimi e i microtoponi-mi di una certa importanza storica.Sono ora consultabili in rete i repertori di

vari dipartimenti, tra i quali Côte d’Or,Eure-et-Loire, Deux-Sèvres, Saône-et-Loire,Dordogne, Seine-et-Marne, Seine-Mariti-me e, disponibile dal 2015: EUGÈNE GER-MER-DURAND, Dictionnaire topographique

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du département du Gard (Paris, 1868); CÉLES-TIN HIPPEAU, Dictionnaire topographiquedu département du Calvados (Paris, 1883);JUSTIN BRUN-DURAND, Dictionnaire topo-graphique du département de la Drôme (Paris,1891) e ERNEST PORETDEBOSSEVILLE, Dic-tionnaire topographique du département del’Eure (Paris, 1877); a questi si sono aggiuntidue volumi fuori collana: LOUIS-ANTOINELEJOSNE, Dictionnaire topographique du dé-partement des Hautes-Pyrénées, redigé en1865 par Louis-Antoine Lejosne, révisé et an-noté par R. Aymard (Uzos, 1992) e JEAN-E.DUFOUR, Dictionnaire topographique du Fo-rez et des paroisses du Lyonnais et du Beaujolaisformant le départment de la Loire (Mâçon,1946). Tra i repertori in via di digitalizzazio-ne si segnalano i dizionari della Loire e delleHautes-Alpes. Una presentazione del pro-getto è stata pubblicata in rete nel 2015 daSÉBASTIEN NADIRAS, Á propos d’une collec-tion érudite: les Dictionnaires topographiquesdépartamenteaux (<http://labarchiv.hypo-theses.org/153>).La carta interattiva nel sito del progetto

dà accesso «aux dictionnaire topographiquesédités et numérisés par le CTHS (départmentsen rouge). On peut consulter le dictionnaireen format html (hors introduction et an-nexe), le fichier xml du dictionnaire topo-graphique proprement dit, des versionsnumérisées en mode image (issues notam-ment de Gallica ou réalisées par des servicesd’archives départementaux) et des fichierspdfs des introductions, de la liste des formesanciennes et des annexes». Inoltre consentedi accedere «à une série de références biblio-graphiques (parfois consultables sur inter-net) visant à suppléer l’absence de diction-naire pour d’autres départements (en blanc).Un formulaire permet une recherche pleintexte, avec troncature * ou option de recher-che floue. Les champs Toponyme, Nature dulieu, Commentaire, Référence documentai-re, Localisation dans une région, départe-ment, arrondissement, canton, ou commu-ne, et Date sont disponibles pour la recher-

che. Les résultats peuvent être affichés dansl’ordre alphabétique, par vedettes ou formesanciennes, un tableau dynamique permetd’autres tris. Pages et notices peuvent être vi-sualisées».Al progetto collaborano il Centro di O-

nomastica degli Archives nationales de Fran-ce, gli Archives départamentales de France,l’École national de Chartes, la Maison desSciences de l’Homme de Dijon, il Service in-terministériel des Archives de France e l’U-nità di ricerca ArTeHiS (Archéologie, Terre,Histoire, Société) del CNRS. Il gruppo di la-voro è composto da Michèle Absalon, Oli-vier Canteaut, Marie-José Gasse-Grandjean,Patrick Gorria, Alain Guerreau, Hédi Maa-zaoui, Arnaud Millereux, Claude Mordant,Sébastien Nadiras, Nicolas Perraux e LaureSaligny.

’ Comité des travaux historiques etscientifiques (CTHS), President M. MauriceHamon – E-mail: [email protected] – Web:http://cths.fr.; site du projet “Dictionnairetopographique de la France”: http://chts.fr/dico-topo.

’Mme Katia Bienvenu, 110 rue de Gre-nelle, F-75357 Paris cedex 07 – T. +33.1.55958918 – E-mail: [email protected].

Toponimi e lingua occitana nelle pub-blicazioni di Yves Lavalade.

La prolifica bibliografia dello studioso di lin-gua occitana Yves Lavalade si è recentementearricchita delle seguenti collezioni di toponi-mi: Les noms de lieux du pays de Corrèze,Corrèze [Bar, Chaumeil, Corrèze, Eyrein,Meyrignac-l’Église, Orliac-de-Bar, Saint-Augustin, Sarran, Vitrac-sur-Montane]; Lesnoms de lieux du pays de Vigeois, Corrèze[Estivaux, Orgnac-sur-Vézère, Perpezac-le-Noir, Saint-Bonnet-l’Enfantier, Troche, Vi-geois]; Les noms de lieux du pays de Dun-le-Palestel, Creuse [La Celle-Dunoise, La Cha-

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Rivista Italiana di Onomastica

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pelle-Baloue, Colondannes, Crozant, Dun-le-Palestel, Fresselines, Lafat, Maison-Fey-ne, Naillat]; Les noms de lieux du pays de Lu-bersac, Corrèze [Arnac-Pompadour, Bé-nayes, Beyssac, Beysenac, Lubersac, Mont-gibaud, Saint-Éloy-les-Tuileries, Saint-Ju-lien-le-Vendômois];Les noms de lieux du paysde Sornac, Corrèze [Bellechassagne, Chava-nac, Millevaches, Peyrelevade, Saint-Ger-main-Lavolps, Saint-Rémy, Saint-Setiers,Sornac] nel 2015; Les noms de lieux du Can-ton de Bugeat, Corrèze [Bonnefond, Bugeat,Gourdon-Murat, Grandsaigne, Lestards,Pérol-sur-Vézère, Pradines, Sant-Merd-les-Oussines, Tarnac, Toy-Viam, Viam]; LesNoms de lieux du canton d’Uzerche, Corrèze[Condat-sur-Ganaveix, Espartignac, Eybu-rie, Lamongerie, Masseret, Meilhards,Saint-Ybard, Salon-la-Tour, Uzerche]; LesNoms de lieux du canton de Tulle-nord, Corrè-ze [Chameyrat, Favars, Naves, Saint-Ger-main-les-Vergnes, Saint-Hilaire-Peryroux,Saint-Mexant, Tulle]; Les Noms de lieux ducanton de Felletin, Creuse [Croze, Felletin,Moutier-Rozeille, Pussanges, Saint-Frion,Saint-Quentin-la-Chabanne, Saint-Yrieix-la-Montagne, Sainte-Feyre-la-Montagne,Vallière]; Les Noms de lieux du canton deDonzenac, Corrèze [Allassac, Donzenac, Sa-droc, Sainte-Féréole, Saint-Pardoux-l’Orti-gier, Saint-Viance]; Les noms de lieux du can-ton de Bénévent-l’Abbaye, Creuse [Arrènes,Augères, Aulon, Azat-Châtenet, Bénévent-l’Abbaye, Ceyroux, Châtelus-le-Marcheix,Marsac, Mourioux-Vieilleville, Saint-Gous-saud]; Les noms de lieux du canton de Ponta-rion, Creuse [La Chapelle-St Martial, Janail-lat, Pontarion, La Pouge, St-Éloi, St-Geor-ges-la-Pouge, St-Hilaire-le-Château, Sar-dent, Thauron, Vidaillat]; Les noms de lieuxdu canton du Grand-Bourg, Creuse [Cham-borand, Fleurat, Le Grand-Bourg, Lizières,St-Étienne-de-Fursac, St-Pierre-de-Fursac,St-Priest-la-Plaine]; Les Noms de lieux ducanton de Treignac, Corrèze [Affieux, Cham-beret, L’Eglise-aux-Bois, Lacelle, Le Lonzac,Madranges, Peyrissac, Rilhac-Treignac,

St-Hilaire-les-Courbes, Soudaine-Lavina-dière, Treignac, Veix].L’autore, originario dell’Haute-Vienne

dove l’occitano è la lingua d’uso comune, hastudiato e poi insegnato al liceo “Gay-Lus-sac” di Limoges e la difesa e la valorizzazionedell’identità occitana del Limousin sono gliassi portanti dei suoi studi e dei suoi scritti; laregione – in occitano Lemosin– della Franciacentrale, dal 1º gennaio 2016 confluita nellaregione Aquitania-Limosino-Poitou-Cha-rentes, comprende tre dipartimenti (Corrè-ze, Creuse e Haute-Vienne), 106 cantoni e747 comuni. Le opere di Yves Lavalade van-no da articoli divulgativi a espressioni poeti-che, da traduzioni a studi della toponimia edell’antroponimia limosine.Tra le sue precedenti pubblicazioni figu-

rano: Occitan limousin et racines indo-euro-péennes (Treignac, Éditions de l’Esperluette2012), Dictionnaire d’usage occitan/français:Limousin, Marche, Périgord (Uzerche, Insti-tut d’estudis occitans dau Lemosin 2010);Dictionnaire français/occitan: Limousin,Marche, Pèrigord (ivi, 2010, 3ª ediz.); Trésordes expressions limousines (Saint-Paul, Édi-tions Lucien-Souny 2008); ecc. Di carattereonomastico: Le Monde végétale dans les nomsde lieux du Parc naturel régional Périgord-Limousin (Javerlhac-et-la-Chapelle-Saint-Robert, Union occitane Camille Chabaneau2011); La Vie quotidienne des Limousins àtravers les noms de lieux: 500 mot-clés pour latoponymie occitane (Saint-Paul, Le PuyFraud 2011); Périgord nord-est: L’origine desnoms de lieux (Eguzon, Éditions Les Fruit duterroir 2009); Dictionnaire de noms de per-sonnes (Saint-Paul, Éditions Lucien-Souny2004); Botanique occitane et noms de lieux(ivi, 2002); Dictionnaire toponymique de laHaute-Vienne (ivi, 1999); alla botanica hadedicato anche i volumi Guide occitan de laflore – Limousin, Marche, Périgord (ivi,2002) e Flore occitane (Limoges, La Clau le-mosina 1982). A questi titoli si aggiungonole indagini su specifici territori con i volu-metti dedicati al comune di Tarnac nel 2013,

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Attività

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al cantone di Gentioux, al comune di Ségur-le-Château e al comune Le Bugue, tutti nel2008, ai toponimi del comune di Saint-Ju-nien nel 2007, del comune di Chamberet nel2005, del cantone di Ayen nel 2003 e del co-mune di Miallet nel 1985.

’M. Yves Lavalade, c/o Éditions de l’Es-perluette, Le Louvanel, F-19260 Treignac(Corrèze) – T. +33.5.55980254/55331048.

Novità per la Societat d’Onomàstica.

Nel gennaio 2016 l’Institut d’Estudis Cata-lans (IEC) ha confermato il processo di ade-sione della Societat d’Onomàstica (SdO), chesi lega così al prestigioso istituto attraverso laSecció Filológica. Lo status di aderente noncomporta la perdita dell’indipendenza dellaSdO, ma permette di stabilire uno specialevincolo di collaborazione, normalizzando u-na situazione anomala e informale vigentesin dalla fondazione della Societat nel 1980.Inoltre la Societat d’Onomàstica ha stabi-

lito un accordo amministrativo con la Fun-dació Revista de Catalunya, alla quale saràaffidata una parte della segreteria tecnica del-la SdO stessa.Nella riunione della giunta direttiva della

Societat, il 13 febbraio, Joan Tort è stato con-fermato presidente, mentre la segreteria ge-nerale è ora affidata a Eugeni Perea. Gli altricomponenti sono i vicepresidenti Joan Pey-taví, Jesús Bernat e Antoni Ordinas, il teso-riere Antoni Jaquemot e i consiglieri ÒscarBagur, Fèlix Bruguera, Ventura Castellvell,Anna M. Corredor, Pere Navarro, Joan An-ton Rabella, Enric Ribes, Moisés Selfa e Al-bert Turull. La SdO pubblica «Noms. Revistade la Societat d’Onomàstica» e il periodicoscientifico «Onomàstica. Anuari de la Socie-tat d’Onomàstica».

’ Societat d’Onomàstica, Diputació,276 principal, E-08009 Barcelona – E-mail:[email protected] – Web: www.ono-mastica.cat/ca/noms.

’ Prof. Dr. Joan Tort Donada, Universi-tat de Barcelona, Facultat de Geografia iHistòria, Departament de Geografia Física iAnàlisi Geogràfica Regional, Montalegre 6,E-08001 Barcelona – T. +34.93.4037870 –Fax +34.93.4037882 – E-mail: [email protected] – Web: www.ub.edfu/geofis/jtd.htm.

Nasce Onomastika Elkartea, societàbasca.

Il 12 marzo 2016 si è ufficialmente costituitala Onomastika Elkartea – Sociedad Vasca deOnomástica – Société Basque d’onomasti-que, presieduta da Ricardo Cierbide Marti-nena; nel consiglio direttivo e nel novero deimembri fondatori figurano Mikel Bolaskovicepresidente, Ander Ros segretario, Salva-dor Velilla tesoriere, e inoltre Joseba Abaitua,Bittor Arbizu, Isabel Echevarría, AnaGarcía, Rosa García, Esther Landa, JuanKarlos Lopez-Mugarza, Fernando LópezPermisán, Mercedes Odriosola, EmilianaRamos, Isabel Roa, Joxemari Sestorain. LaSocietà Basca di Onomastica è nata con loscopo di contribuire allo studio dell’onoma-stica dei Paesi Baschi e di collaborare con ilmaggior numero di analoghe organizzazioniinternazionali. È prevista entro breve tempola pubblicazione in rete di una rivista di ono-mastica basca.Contemporaneamente è in preparazione

una miscellanea in onore del filologo e me-dievista navarro Ricardo Cierbide Martine-na, uno dei più attivi studiosi di nomi propriin àmbito basco, che ha compiuto 80 anni nelmarzo 2016. Il Liber amicorum in honoremraccoglierà contributi sui temi che RicardoCierbide ha approfondito nel corso della sualunga vita accademica e in particolare sull’o-nomastica. Le lingue ammesse: euskera intutte le sue varietà, occitano, catalano, galle-go, asturiano, castigliano, francese e ogni al-tra lingua romanza. La curatela è affidata aEmiliana Ramos e Ander Ros.

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Rivista Italiana di Onomastica

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’Onomastika Elkartea – Sociedad Vas-ca de Onomástica – Société Basque d’ono-mastique, c/o Prof. Ricardo Cierbide Marti-nena, Universidad del País Vasco, Facultadde Letras, Departamento de FilologíaHispánica, Románica y Teoria de la Literatu-ra, Paseo de la Universidad 5, E-01006 Vito-ria-Gasteiz – E-mail: [email protected]– Web: http://onomastika.org/ricardo-cierdideri-omenaldia.

Cartografia dei cognomi in Galizia.

Il progetto in Rete “Cartografia dos apelidosde Galicia” (CAG) è stato messo a punto dal-l’Instituto da Lingua Galega della Universitàdi Santiago di Compostela per fornire unostrumento d’indagine e favorire la conoscen-za della distribuzione territoriale e della fre-quenza dei nomi di famiglia in Galizia, com-binando statistica e analisi spaziale. Il CAGoffre informazioni a partire dai dati del cen-simento della popolazione del 2001, fornitidall’Instituto Nacional de Estadística di Ma-drid e dalla Real Academia Galega. Questi idati generali: 5.088.457 portatori (cittadiniresidenti di cui sono considerati, ovviamentein modo separato, tanto il primo quanto ilsecondo cognome), 315 concellos (la divisio-ne amministrativa tipica della comunità au-tonoma galizia) e 9.279 cognomi differenti.Una semplice interrogazione (<http://

ilg.usc.es/cag>) consente di conoscere per o-gni singolo nome di famiglia i dati essenziali;la voce Piñeiro restituisce per esempio le se-guenti informazioni: 25.095 occorrenze, pariallo 0,4932% del totale, rango 23 nella classi-fica generale, presente in 191 concellos; una ta-bella scaricabile in un file formato pdf indicapoi il numero di portatori e la relativa percen-tuale per ciascuno dei concellos interessati (conla provincia di appartenenza); una mappa del-la Galizia segnala con differente colore la con-centrazione del cognome nei vari territori. Ilcognome più diffuso, Rodríguez– che precede

nell’ordine Fernández, González, López,García, Pérez, Martínez, Vázquez, Álvarez eGómez – occorre 235.756 volte, pari al4,6528% del repertorio e figura in tutti e 315i concellos. Per ragioni di riservatezza, non èpossibile mostrare i risultati dei registri chepresentino 5 o meno presenze per concello.Il progetto di “Cartografia dos apelidos

de Galicia” è stato coordinato da Ana IsabelBoullón Agrelo, corrispondente internazio-nale della «Rivista Italiana di Onomastica», eda Xulio Sousa Fernández, con la collabora-zione di Raquel Rodríguez Parada, RocioDourado Fernández, Miguel Mosquera Fo-ciños e César Osorio Peláez.

’Profa. Dra. Ana Isabel Boullón Agrelo,Universidade de Santiago de Compostela,Facultade de Filoloxía, Departamento de Fi-loloxía galega, avda. de Castelao s/n,E-15705 Santiago de Compostela – E-mail:[email protected]; http://dspace.usc.es/handle/10347/12006.

Tributo a Vicenç Biete i Farré.

Il 24 maggio 2016 presso la Sala Corominesdell’Institut d’Estudis Catalans di Barcello-na ha avuto luogo una cerimonia in memoriadi Vicenç Biete i Farré, morto nella capitalecatalana il 15 dicembre 2015. Geografo ap-passionato di nomi, Biete è stato presidentedella Societat Catalana de Geografia dal1982 al 1991 e vicepresidente della Societatd’Onomàstica (SdO) dal 2001 al 2007. La vi-ta professionale dello studioso è riassunta inun’intervista concessa a Joan Tort i Donada(attuale presidente della SdO) e a Pere Toba-ruela i Martínez nel 1997 e apparsa in «Tre-balls de la Societat Catalana de Geografia»,XIII, 46, pp. 153-61.Tra gli scritti di Vicenç Biete i Farré si ri-

cordano le monografie Toponímia de Caba-cers i el seu term, «Revista Catalana de Geo-grafia», 1979, 5-8 (pubblicata a parte nel1983), Cabacés. Documents i escrits (Ca-

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Attività

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bacés, 1985) e Cabacés. Un poble al peu deMontsant (Cabacés, 1991); tra gli articoli dicarattere onomastico, in gran parte dedicatial municipio di Cabacés nella provincia diTarragona: Entorn als noms del lloc, «ElSitjar», 7-8 (novembre-desembre 1983); Re-lacions entre la toponímia i la geografia:l’exemple de Cabacés, «Treballs de la SocietatCatalana de Geografia», 24 (desembre1990); e per il periodico «Societat d’Onomàs-tica. Butlletí interior»: Acotacions, de Caba-cers estant, in Toponímia del terme de la Palmad’Ebre (11 [1983]); Noms de carrer barcelo-nins d’origin insòlit (66 [setembre 1996];D’onomàstica tortosina (100 [març 2006]).Nel corso della commemorazione, sono

intervenuti Francesc Nadal i Piqué, in rap-presentanza della Societat Catalana de Geo-grafia, che ha evidenziato gli aspetti più rile-vanti dell’apporto di Biete i Farré agli studigeografici, e Joan Tort i Donada che, a nomedella Societat d’Onomàstica, ha offerto unavisione della sua personalità come studiosodi toponimi e antroponimi.

’ Institut d’Estudis Catalans, carrer delCarme 47, E-08001 Barcelona – T. +34.93.2701620 – Fax +34.93.2701180 – E-mail:[email protected] – Web: www.iec.cat.

Onomastica nelle miniere: il progettodi Innsbruck.

L’Università di Innsbruck ha avviato il pro-getto “Onomastik im Einflussbereich desTirole Bergbaues”, diretto dallo storico dellalingua e specialista di onomastica Peter An-reiter e realizzato con la collaborazione di E-lisabeth Gruber e di Irina Windhaber, affe-renti agli Istituti di Germanistica e di Linguae Letteratura dell’ateneo austriaco.L’idea nasce dalla considerazione generale

che «names enable time travels into the pastnot only by conserving former language con-ditions but also by throwing light on the pro-tagonists (i. e. those giving the names) and

their doing. But the questions arising fromthat go far beyond linguistic reflections:What did change within the language in con-trast to names? How and why? Who wherethe actors? Where did they settle? What in-fluence did they have on their surroundings?Did several ethnic groups meet? What in-fluence did that have on naming? Do namestell us something about the settlers’ actionsand thinking? Being of central importancenot only for one, but for numerous discipli-nes, such questions are predestined to bedealt with in an interdisciplinary approach».Il mondo del lavoro nelle miniere offre la

possibilità di rispondere ad alcuni di questiinterrogativi. Infatti, come si legge ancoranella presentazione in inglese dell’indagine,«in the one hand toponyms (i. e. place namesand field names, partly also vulgo- andfarmyard names) reveal places where formermining activities and metallurgical processeshave been carried out or where the corre-sponding infrastructure was set up. On theother hand anthroponyms (personal names)enable socio-cultural aspects to be discussed:thus, by means of occupational names cer-tain occupational groups with a close con-nection to mining can be determined thatgive information on the social structure of asettlement strongly affected by mining.Moreover, the prevalent “dark” phase of firstmining activities can be shed light on. Final-ly, family names deriving from place namescan trace back settlement dynamics thatcontribute to the question of where the mi-ners came from».La ricerca comprende anche una sezione

sincronica, realizzata con l’ausilio di infor-matori locali e delle registrazioni ufficiali deimicrotoponimi georeferenziati e raccolti inbanche dati. D’altro canto i nomi di luogo so-no inseriti nel loro contesto storico e nellefonti studiate: l’incrocio fra dati sincronici ediacronici consentirà una valutazione ap-profondita del panorama toponimico e, con-temporaneamente, degli aspetti linguistici,culturali e sociali dell’area di riferimento.

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La prima fase del progetto si concentrasul territorio di Schwaz, non a caso chiamata“città delle miniere”, e dell’omonimo di-stretto nel Tirolo. La raccolta dei nomi daparte dell’équipe di Innsbruck è coadiuvatadal progetto “Flurnamendokumentation imBundesland Tirol”, promosso dalla TirolerNomenklaturkommission, che documenta imicrotoponimi della regione, in collabora-zione con la Tyroler Chronisterverband.

’ Prof. Dr. Peter Anreiter, UniversitätInnsbruck, Institut für Sprachen und Litera-turen, Abteilung Sprachwissenschaft, Inn-rain 52, A-6020 Innsbruck – T. +43.512.5074064 – E-mail: [email protected] – Web: www.uibk.ac.at/himat/archiv/copy_of_sfb-himat/pps/pp03/index.html.en.

«Onoma» 52 dedicato all’Asia.

Dopo il volume 44 (datato 2009) intera-mente destinato allo studio dell’onomasticaafricana, la rivista «Onoma» dell’Internatio-nal Council of Onomastic Sciences (ICOS)dedicherà il nº 52 al continente asiatico; almomento, però, devono ancora vedere la lu-ce i volumi 48 (2013), 49 (2014), 50 (2015)e 51 (2016), i cui temi sono, rispettivamen-te, “Contact and Interference Phenomena inOnomastics”, a cura di WOLFGANG HAU-BRICHS eMAX PFISTER; “Names and religion”, a cura di PER VIKSTRAND; “Medieval Multi-culturalism: The Evidence from Names”, a cu-ra di SARA L. UCKELMAN, JENNIFER MC-GOWAN, GENORAGRINe NINASHIEL;e un’al-tra miscellanea monotematica da definire.Come spiega Sungjae Choo della Kyung

Hee Universiry di Seoul, curatore del nume-ro del periodico previsto per il 2017 e intito-lato “Asian Onomastics”, «There are diverseand a wide range of specificities in Asianonomastics. The East Asian culture area, in-cluding Korea, China, Japan, Taiwan, andeven Vietnam have used the Han charactersdeveloped in the continental East Asia for

their distinct spoken languages. Therefore,their names, either of places or of persons,share many things in common. TheSoutheast Asian region, including Thailand,Malaysia, Indonesia, Singapore, the Philip-pines, have developed their own naming cul-ture, based on their unique languages andcultural heritages».Il temario, molto ampio, è così annuncia-

to: “linguistic composition and characteri-stics of names”, “cultural heritages mirroredin the naming”, “perception on the place andits name”, “names manifested in the socialrelations”, “contests, conflicts and disputeson naming”, “economic issues in naming”,“research methodologies in the Asian ono-mastics”, “practices of standardizing geo-graphical names”.Co-curatori del numero asiatico di «O-

noma» saranno Peter Kang, docente dellaNational Dong Hwa University di Taiwan, eMultamia Lauder, docente dell’Universityof Indonesia. Le lingue ammesse sono l’in-glese, il francese e il tedesco, come nella tra-dizione dell’ICOS e della rivista].

’ Prof. Sungjae Choo, Kyung Hee Uni-versity, Department of Geography, 26Kyungheedae-ro, Dongdaemun-gu, Seoul,130-701 – T. +82.2.9610251 – Fax +82.2.9640250 – E-mail: [email protected] –Web: www.ngii.go.kr.

’ Peeters, Journals Department, Bond-genotenlaan 153, B-3000 Leuven – T. +32.16.235170 – Fax +32.16.228500 – E-mail:[email protected] – Web: http://poj.peeters-leuven.be; www.peeters-leuven.be.

“Survey of English Place-Names”: ilpunto.

Procede verso la conclusione il progetto qua-driennale, avviato nel 2013 e relativo al “Sur-vey of English Place-Names” e finanziatodall’Arts and Humanities Research Council,dedicato allo Shropshire (in gallese Swydd

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Attività

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Amwythig). Lo Shropshire è una contea in-glese della regione delle Midlands Occiden-tali al confine con la contea gallese di Powys,si estende per una superfice di 3.487 kmq,conta oltre 450 mila abitanti ed è consideratauna delle culle della rivoluzione industriale,specie per l’utilizzo del ferro nella costruzio-ne di ponti, edifici, ecc.Il “Survey of English Place-Names” rap-

presenta la raccolta organica e commentatadi tutta la toponimia dell’Inghilterra; il pri-mo volume, concernente il Buckinghamshire,fu pubblicato nel 1925; l’80º, relativo a u-na porzione proprio dello Shropshire, è ap-parso nel 2004; il 90º, il più recente, del2014, si occupa per la sesta volta di una partedel Leicestershire. Dagli anni 50 le paginedel “Survey” riguardano anche i microtopo-nimi e gli odonimi, in precedenza non consi-derati, e inoltre i toponimi maggiori sonotrattati nelle varie voci in modo più ampio eapprofondito. I materiali raccolti e ordinatioffrono uno strumento prezioso per i ricer-catori locali, per gli storici degli insediamen-ti umani, dell’agricoltura, della vita medie-vale, nonché per geografi, archeologi e lin-guisti.Il progetto in corso prevede la pubblica-

zione di sei volumi per completare la ricercaavviata da Margaret Gelling (1924-2009),autrice dei primi cinque volumi che hannocompreso circa la metà dello Shropshire eparzialmente di un sesto edito postumo nel2012. Il volume 7 si occupa dei territori delloStoddesdon e del Bridgnorth; il vol. 8 delChirbury e di parte del Purslow; il 9 dell’Os-westry, il 10 del Clun e dell’altra porzione delPurslow; l’11 di Overs, basso Munslow eLudlow. Infine, il volume 12 ospiterà un’in-troduzione generale sulla toponimia dellacontea, «including sections on the landscapeof the region, the origins of its administrativegeography, the evidence for the arrival of theAnglo-Saxons and for Romano-British sur-vival, the impact of the Norman Conquest,and a detailed analysis of linguistic features».Si legge nella presentazione dell’opera:

«Place-names can offer a unique insight intoaspects of the past which – because they areso local, so commonplace, or reflect develop-ments at such an early date – are not recor-ded in other kinds of documentation. Theyilluminate the essentially local and particu-lar, in indicating the former presence of thelong-extinct lynx at Lostford, for example,or in identifying the sites of now-drainedpools or levelled tumuli. However, place-name evidence can also be used in addressingweightier aspects of social or linguistic hi-story, and in our final, introductory volume,we shall address a wide range of research que-stions relating to the linguistic, social, andpolitical history of this large division of thewestern midlands of England. There arequestions here about the origins and boun-daries of the Anglo-Saxon kingdom of Mer-cia, about the creation of shires and hun-dreds, about the variety of agricultural prac-tice across the county (and particularly theextent of the spread of ‘open-field’ farming),and about the regional development of theEnglish and Welsh languages in this borderregion».Il gruppo di lavoro è guidato da Jayne

Carroll (Nottingham) con Paul Cavill (Not-tingham) e David Parsons (University ofWales) e con la collaborazione di John Bakere Sarah Beach dell’University of Notting-ham che ospita l’Institute for Name Stu-dies, nonché di Emily Pennyfold e HelenWatt (Cardiff ). I ricercatori hanno già pre-sentato e continueranno a presentare i risul-tati del progetto nell’àmbito di seminari econvegni nazionali e internazionali; un ap-puntamento rilevante è stata la relazione diDavid Parsons sui toponimi e sugli antropo-nimi gallesi nello Shropshire all’annualeconferenza della Welsh Place-Name Society-Cymdeithas Enwau Lleoedd Cymru di Lla-nelwedd nell’ottobre 2015.Il “Survey of English Place-Names” è

attualmente diretto da Richard Coates(Bristol) con vicedirettore David Parsons(Aberystwyth) e i seguenti curatori dei volumi

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in preparazione: Oliver Padel (Cornwall),David Mills (Dorset), Richard Coates(Hampshire), John Freeman (Herefordshire),Paul Cullen (Kent), John Insley (Lancashiree Lincolnshire), Barrie Cox (Leicestershire),Diana Whaley (Northumberland).

’ Prof. Jayne Carroll, University of Not-tingham, University Park, Trent Building,Nottingham NG7 2RD – T. +44.115.9515898 – Fax +44.115.9515924 – E-mail:[email protected] – Web:www.nottingham.ac.uk/english/people/jayne.carroll.

’ Prof. Dr. Richard Coates, The BristolCentre for Linguistic at the University of theWest of England (UWE), School of Humani-ties, Languages and Social Sciences, Facultyof Social Sciences and Humanities, Frenchaycampus, Coldharbour Lane, BS16 1QY Bris-tol – T. +44.117.3283278 – E-mail: [email protected] – Web: www.uwe.ac.uk/hlss/llas/staff_coates–r.shtml.

Ristampata la toponomastica britan-nica otto-primonovecentesca.

Tra i numerosi libri del XIX e degli inizi delXX secolo non più protetti da diritti, nel Re-gno Unito di Gran Bretagna e Irlanda delNord vengono ripubblicati migliaia di titoli,in cartaceo o in formato digitale e spicca nelnovero delle riedizioni il tema della topono-mastica. Varie case editrici si sono impegnatenella ristampa con scansione digitale dei vec-chi testi, assicurando la massima accuratezzae fedeltà agli originali e mettendo a disposi-zione degli studiosi e degli appassionati ma-teriali reperibili solo nelle più grandi biblio-teche del Paese. Alcuni titoli sono ora dispo-nibili nelle edizioni di diverse case editrici.La Leopold Classic Library, per esempio,

nel 2015-2016 ha ripubblicato tra gli altri:H. CAMERON GILLIES, The Place-Names ofArgyll; JOHN C. LONGSTAFF, Notes on Wilt-shire names, 1. Place-Names;ALLENMAWER,

Cambridge Archaeological and EthnologicalSeries. The Place-Names of Northumberlandand Durham;WALTERWILLIAM SKEAT, ThePlace-Names of Cambridgeshire no. XXXVI eID., The Place-Names of Hertfordshire; oltre aun testo di onomastica letteraria a tutto cam-po (ARTHUR E. BAKER, A Tennyson Dictio-nary. The Characters and Place-Names Con-tained in the Poetical and Dramatic Works of thePoet Alphabetically Arranged and Describedwith Synopses of the Poemns and Plays) e alcu-ni titoli di antroponomastica (ALEXANDERMACBAIN, Personal Names and Surnamesof the Town of Inverness; MARK ANTHONYLOWER, English Surnames. Essay on FamilyNomenclature, Historical Etymological andHumorous).Dal proprio canto le riedizioni della Pala-

la Press nello stesso periodo hanno riguarda-to: ARTHURTHOMASBANNISTER, The Place-Names of Herefordshire; WELBORE ST. CLAIRBEDDELEY, Place-Names of Gloucestershire. AHandbook; RONALD CURRIE, The Place-Names of Arran; EINAR LAURENTIUS EK-BLOM, The Place-Names of Wiltshire. TheirOrigin and History; EILERT EKWALL, ThePlace-Names of Lancashire; C. J. EVANS, AShort Glossary of the Place-Names of Glamor-gan; AUSTIN FARMAR, Place-Names Syn-onyms; HENRY HARRISON, The Place-Namesof the Liverpool District, or, The History andMeaning of the Local and River Names ofSouth-west Lancashire and of Wirral; JAMESS. HILL, The place-names of Somerset;THOMAS HOLDERNESS, Some Place-Namesof the East Riding of Yorkshire; CHARLIE E.JACKSON, The Place-Names of Durham;ALEXANDER KNOX, Rules for the Translit-eration of Place-names Occurring on ForeignMaps; ALLEN MAWER, English Place-nameStudies: its Present Condition and Fugure Pos-sibilitires e ID., Place-Names and History;JOHN MILNE, Celtic Place-Names in Aber-deenshire. With a Vocabulary of GaelicWords not in Dictionaries; ARTHURWILLIAM

MOORE, Manx Names: Or, the Surnames andPlace-Names of the Isle of Man; THOMAS

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Attività

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MORGAN, Handbook of the Origin of Place-Names in Wales and Monmouthshire; F. JOHNB. MOWAT, The Place-Names of Canisbay,Caithness; HEINRICH MUTSCHMANN, ThePlace-Names of Nottinghamshire. Their Ori-gin and Development; PATRICK POWER, ThePlace-Names of Decies; WALTER WILLIAM

SKEAT, The Place-Names of Bedfordshire;FRANK MERRY STENTON, The Place-Namesof Berkshire. An Eassy; WILLIAM JOHNWAT-SON, The Place-Names of Ross and Cromarty,ecc.; con inoltre studi dedicati a toponimi aldi fuori del territorio britannico (e senza di-menticare l’odonimia urbana) come:CLARENCE SAUNDERS BRIGHAM, Seven-teenth Century Place-names of ProvidencePlantations, 1639-1700; THOMAS J.BROWN, The Place-Names of the Province ofNova Scotia; FRANK CUNDALL, JamaicaPlace-Names; SAMUEL TOWNSEND SHEP-PARD, Bombay Place-names and Street-names: an Excursion into the By-ways of theHistory of Bombay City; WILLIAM WALLACE

TOOKER / ALEXANDER FRANCIS CHAMBER-LAIN, The Indian Place-names of Long Islandand Islands Adjacent, with Their ProbableSignifications.Una terza serie assai ricca di ristampe di

volumi di toponomastica è prodotta dallaForgotten Books; nel 2015-2016 sono uscititra gli altri (senza citare i non pochi titoli incomune con la Palala Press): ARMITAGEGOODALL, Place-Names of South-West York-shire. Thats is of so Much of the West Riding asLies South of the Aire from Keighley; JAMESMURRAY MACKINLAY, Influence of the Pre-Reformation Church on Scottish Place-Names;RICHARD G. ROBERTS, The Place-Names ofSussex; ROBERT EUGENE ZACHRISSON, AContribution to the Study of Anglo-NormanInfluence on English Place-Names, ecc.Ulteriori volumi d’àmbito toponomasti-

co risalenti agli ultimi decenni del XIX o aiprimi del XX secolo sono stati riediti con ilmarchio School’s Choice o come FacsimilePublisher; con quest’ultimo, tra gli altri,EDWARD CHARLES ELICE, Place-Names in

Glengarry and Glenquoich, and Their Origin;JAMES BROWN JOHNSTON, Place-Names ofScotland; WALTER WILLIAM SKEAT, ThePlace-Names of Suffolk e ID., The Place-Names of Huntingdonshire (le principali indi-cazioni relative a ciascun volume sono repe-ribili in rete presso <www.amazon.com> e isiti delle più fornite librerie digitali).

Una bibliografia dei nomi di personain rete.

Edwin D. Lawson, professore emerito di Psi-cologia dell’Università di Fredonia nello Sta-to di New York, autore di 150 tra libri e arti-coli sui nomi propri, presidente dell’Ameri-can Name Society dal 1995 al 1997 ed esper-to anche di onomastica russa, lettone, litua-na, azera e tartara, corrispondente della «Ri-vista Italiana di Onomastica», ha messo inrete, facilmente accessibile, un’ampia biblio-grafia internazionale commentata di articolie monografie dedicate ai prenomi. Il sito<www.newbibdance.com> offre una rasse-gna di quasi 400 pagine, un’opera in progressche rappresenta la prosecuzione e l’aggiorna-mento di due precenti bibliografie dello stes-so Lawson, Personal Names and Naming(Greenwood, 1987) e More Names andNaming (ivi, 1995). Questi volumi non sonodisponibili online,mentre lo è un’opera ante-riore, utile per la produzione fino al 1952:Personal Names. A Bibliography, compiledand annotated by ElsdonC. Smith, New York,The New York Public Library 1952, riedita epubblicata in rete a cura di Edwin D. Law-son nel 2010 (<www.researchgate.net/pu-blication/282298790_PERSONAL_NA-MES_A_Bibliography_Compiled_and_Annotated_by_Elsdon_C_Smith_Edited_by_Edwin_D_Lawson>).Alla nuova bibliografia, aggiornata ai pri-

mi giorni del 2015, hanno collaborato FrankNuessel ed Enzo Caffarelli, direttori rispetti-vamente di «Names. A Journal of Onoma-

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Rivista Italiana di Onomastica

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stics» e della «Rivista Italiana di Onomasti-ca». Le varie entrate sono accompagnate dal-le parole chiave e in molti casi da abstract ininglese e inoltre nella lingua in cui i testi sonostati pubblicati (nel caso degli articoli trattidalla «RION» figurano tanto l’abstract in in-glese quanto il sommario in italiano). Le en-trate sono complessivamente quasi 3 mila.La bibliografia è uno strumento di lavoro u-tilissimo per quanti si occupano di antropo-nimia internazionale.

’ Prof. Dr. Edwin D. Lawson, 23 West-erly Drive, Fredonia, NY 14063-1605 –E-mail: [email protected] – Web:www.fredonia.edu/faculty/emeritus/edwinlawson/.

Il ricordo di Richard R. Randall(1925-2015).

Richard Rainer Randall – Toledo (Ohio), 21luglio 1925 – Washington, 14 marzo 2015 –,familiarmente Dick, è stato un geografo ecartografo di primissimo piano negli Stati U-niti. Suo padre nel 1936 fu nominato consi-gliere dello US National Resources Board dalpresidente Franklin Delano Roosevelt e Ri-chard, dopo gli studi presso la George Wash-ington University, la Clark University el’Università di Graz in Austria, fu assuntodalla Central Intelligence Agency (CIA), ope-randovi dal 1955 al 1961 dapprima nel setto-re editoriale della Divisione Geografica e poicome specialista dell’Europa orientale. Passòpoi alla Rand McNally & Company, nota e-ditrice di atlanti, mappe e testi didattici e nel1969 disegnò la prima serie di mappe rappre-sentanti gli oceani con le varie entità maritti-me, pubblicate nel prestigioso CosmopolitanAtlas.Dal 1973 e fino al pensionamento nel1993 Richard Randall, tornato a servire il go-verno, ha lavorato come geografo per la De-fense Mapping Agency (poi National Geo-spatial Intelligence Agency) e come segreta-rio esecutivo dell’US Board on Geographical

Names (BGN), che ha potere decisionale sucirca 4 milioni di toponimi degli Stati Uniti esulle versioni accolte di milioni di nomi diluogo stranieri, nonché sui nomi degli ele-menti topografici dei mari e dei corpi celesti:un mandato che, riguardando ogni nome daimicrotoponimi terrestri ai pianeti più distan-ti, comporta decisioni di valenza scientifica,politica, militare, giuridica ed economica.Membro attivo dell’American Congress

on Surveying and Mapping, dell’AmericanGeography Society, dell’Association of A-merican Geographers e di altri enti e associa-zioni, Richard Randall si è occupato in parti-colare di oceanografia. Nel 1994 l’AdvisoryCommittee on Antarctic Names ha dato ilsuo nome (Mount Randall) a una cima di 3mila metri come riconoscimento per il suocontributo alla nomenclatura geografica.Nel 2009 il BGNha denominato Randall Sea-mount Groupquattro vette oceaniche site neipressi delle isole Marshall nell’Oceano Paci-fico (intitolate a Richard, a suo padre e aisuoi due fratelli).Nel 2001 Randall ha pubblicato il libro

Place Names: How they Define the World –and More (Lanham [Maryland], ScarecrowPress), così ricordato nella biografia dellostudioso pubblicata dall’American Associa-tion of Geographers (<http://news.aag.org/2015/03/in-memoriam-richard-r-randall/>):«Drawing from his life’s experience, he ex-plored how place names influence many as-pects of people’s lives and shape the way peopleview the world around them. He demon-strated how place names have become essen-tial elements of our everyday vocabulary,and are ingredients of music and literature.He explored the political importance ofplace names in military and diplomatic mat-ters and described various disputed and con-troversial location names. There was alsospace in the book to share some of his workon the importance of identifying and nam-ing undersea features».

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Attività

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Il “Repertorio nazionale dei toponi-mi ungheresi”.

A partire dal XIX secolo i toponimi unghere-si sono stati indagati da vari punti di vista,ma i repertori a tutt’oggi disponibili rappre-sentano dei semplici tentativi, anche quandodi notevole valore, come quello di FrigyesPesty databile alla seconda metà dell’Otto-cento, il cui risultato sono 68 volumi ordina-ti per regioni, con centinaia di migliaia di no-mi di luogo non completamente elaborati. Un nuovo progetto promosso dall’Uni-

versità di Debrecen, il “Repertorio nazionaledei toponimi ungheresi”, è diretto da IstvánHoffmann e Valéria Tóth e mira a raccoglie-re tutti i toponimi del territorio ungherese –si tratta di vari milioni di nomi – compresiquelli sopravvissuti esclusivamente nellamemoria dei parlanti.I risultati delle ricerche della seconda

metà nel Novecento – svolte in particolare daAttila Szabó T. per la Transilvania e da FerencÖrdög, János Pesti, Lajos Balogh, MihályHajdú, László Jakab, ecc. per altre zone – po-tranno essere così registrati ed elaborati gra-zie agli strumenti digitali. Già nel 2010 è sta-to possibile allestire il “Magyar DigitálisHelynévtár” (MDH – in rete: <mdh.unideb.hu>), in inglese e in tedesco oltre che in un-gherese: la banca dati comprende il materialedigitalizzato di tre regioni – Baranya, So-mogy e Tolna – elaborato da Josef Schwingdell’Università di Mannheim, studioso asso-ciato al progetto. La cerchia dei collaboratorisi è ulteriormente allargata a ricercatori e aistituzioni di ogni zona magiarofona del ba-cino dei Carpazi. István Hoffmann e Valéria Tóth hanno

recentemente fatto il punto sul progetto del“Repertorio nazionale dei toponimi unghe-resi” con un articolo apparso nella rivista«Névtani Értesítő», 37 (2015).

’ Prof. István Hoffmann, Dr. ValériaTóth, Debreceni Egyetem, Magyar Nyelv-tudományi Tanszék, Egyetem tér. 1, 4010Debrecen, Pf. 54 – T. +36.52.512923 –

E-mail: [email protected];[email protected] – Web: http://mnytud.arts.unideb.hu/.

L’addio a Walter Sperling.

Il 21 marzo 2016 è mancato Walter Sperling,professore emerito di Geografia presso l’U-niversità di Treviri, dove aveva insegnato dal1970 al 1997, interessandosi anche ai temionomastici, in particolare alla toponomasti-ca della Boemia. Era nato nel 1932 e avevainsegnato anche presso il Leipziger Leibniz-Institut für Länderkunde. Fra i temi fonda-mentali della sua didattica spiccano la Geo-grafia culturale e la Geografia regionale.Walter Sperling era membro di vari enti e

associazioni, tra i quali la Historischen Kom-mission für Schlesien di Würzburg. Dellasua produzione onomastica si ricorda in par-ticolare Bäume und Wald in den geographi-schen Namen Mitteleuropas. Die böhmischenLänder, apparso nel 2008 nella collana deiquaderni della rivista «NamenkundlicheInformationen» (nº 24 – Leipzig, LeipzigerUniversitätsverlag, pp. 427).Heinz Peter Brogiato e Hans-Martin

Cloß hanno curato nel 1992 una miscella-nea in onore dello studioso in due volumi:Geographie und ihre Didaktik. Festschrift fürWalter Sperling: 1. Beiträge zur DeutschenLandeskunde und der Regionalen Geographiee 2. Beiträge zur Geschichte, Methodik undDidaktik von Geographie und Kartographie,Trier, Selbstverlag der Geographischen Ge-sellschaft Trier (“Materialien zur Didaktikder Geographie”, 15).

Identità nazionale e toponomasticabulgara.

Presentato anche in lingua inglese, il progettotriennale “Toponymy in Western Bulgaria –

RION, XXII (2016), 2 900

Rivista Italiana di Onomastica

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Places of National Identity” (2014-2016) èstato promosso dal Dipartimento di Onoma-stica applicata dell’Istituto della Lingua bul-gara di Sofia per studiare i toponimi come do-cumento del patrimonio culturale nazionale.Il Dipartimento svolge ricerche su ogni ti-

po di nome in àmbito toponomastico e antro-ponomastico, in sincronia e in diacronia; sioccupa della questione della standardizzazio-ne dei nomi in lingua bulgara; redige un dizio-nario elettronico, “A Reference Guide to Ma-crotoponyms in Bulgaria”; e compila un cor-puselettronico di microtoponimi della Bulga-ria occidentale, nella consapevolezza che lamicrotoponimia sia particolarmente signifi-cativa dal punto di vista storico poiché rivela lecaratteristiche etniche e culturali in ogni dataarea attraverso le tracce di insediamenti ed e-ventuali abbandoni, e permette conclusionisull’etnogenesi di una popolazione. Lo stessoDipartimento realizza a partire dal 2007 undizionario elettronico dei nomi personali e al-cuni suoi membri sono fra gli autori della bi-bliografia di onomastica bulgara che riportamonografie e articoli di ben 1.120 studiosibulgari e stranieri per il periodo 1971-1980.Si legge nella presentazione della nuova i-

niziativa: «The project involves collectionand description of toponyms and the studyof their patterns. Western Bulgaria offers sig-nificant data on toponyms which providevaluable historical evidence about the Bul-garian national identity. The comparativeanalysis of the microtoponyms (extractedfrom the data collected between North-Western and South-Western Bulgaria) al-lows the team to draw conclusions about thestratigraphy of the toponyms to determinethe onomastic and topographical layers andpresent evidence about the ancient origins ofthe toponyms and ethnogenesis of the Bul-garian people. Alongside the onomastic re-search, the team continues the work on theElectronic Database of Bulgarian To-ponyms. The first phase of the project in-volved launching the strategy and infra-structure of the database that contains

names of places, villages and water bodies inthe districts of the territory of Bulgaria in itscurrent borders. The database contains ap-proximately 70,000 names of geographicalobjects in Western and Southern Bulgaria.Further expansion of the database envisagesinclusion of new toponyms (up to 100,000in total) and continuing the work startedduring the first stage, including: study ofthe etymology of geographical names;analysing, editing and systematising the da-ta; identification of the semantic motivationfor naming certain geographic entities; pro-cessing the microtoponyms; linking thedatabase with Google Earth».Il progetto, in linea con la strategia nazio-

nale di ricerca scientifica stabilita fino al 2020,è parte di una duplice priorità di interessi del-l’Istituto della Lingua bulgara: la Linguisticateorica e il Patrimonio culturale e storico-lin-guistico della Bulgaria. Ne è responsabile An-na Metodieva Choleva-Dimitrova, direttoredel Dipartimento, coadiuvata da Maya Vlahova-Angelova e da Vasil Raynov. I tre studiosi sonotra i principali autori del numero 2014/4 dellarivista «Balgarski Ezik», dedicato all’onoma-stica; si vedano (si riportano i titoli tradotti ininglese): ANNA CHOLEVA DIMITROVA / VASILRAYNOV, [Onomastic Studies im BalgarskiEzik]; ANNACHOLEVADIMITROVA, [DialectalLexis Preserved in Microtoponyms in Regionof Tran (in Acts from XIX Century)]; MAYA

VLAHOVA-ANGELOVA, [Fruit Folk TaxonomyAccording Bulgaria Toponymy]; ecc.]

’Prof. Anna Metodieva Choleva-Dimi-trova, Department of Applied Onomastics,Institute for Bulgarian Language, 52 Ship-chenski Prohod blvdr., block 17, Sofia 113– T. e fax +359.2.8722302 – E-mail: [email protected] – Web: www.ibl.bas.bg.

Master algerino di onomastica.

L’Università di Béjaïa, capoluogo della Cabi-lia in Algeria, Bgayet in berbero, Bijāya in a-

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Attività

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rabo, organizza un master nell’àmbito deglistudi di scienze del linguaggio dedicato com-pletamente all’onomastica e diretto da Sou-fiane Lanseur. Si tratta di un ulteriore segna-le della crescente attività del Paese africanonello studio, nella promozione e nella valo-rizzazione dei nomi propri, con particolareriferimento a quello delle locali tradizioniberbera e araba.Si parte dal presupposto che lo studio di

antroponimi e toponimi è indispensabile«pour initier les étudiants à la recherche dansce domaine presque vierge, surtout au Magh-reb où la matière abonde du fait que plusieurscivilisations y séjournaient. L’aspect pratiquede la matière est toujours privilégié pour inci-ter les étudiants à en faire leur thème de re-cherche en fin de cycle». E che l’onomastica«a été sentie comme une science complexe oucomme un complexe de sciences et non pascomme une science aux limites nettes. L’his-toire, la géographie, la sociologie accapa-rent, chacune à sa façon, les données de l’ono-mastique. Même ramenée à son caractère leplus général qui est sans doute son caractèrelinguistique, l’onomastique se laisse difficile-ment se réduire à l’unicité. On ne sait à quellepartie de la linguistique la rattacher, parcequ’elle est en rapport avec tous les aspects dela linguistique: lexicologie, syntaxe, morpho-logie, sémantique, phonétique».L’obiettivo del corso viene descritto come

«initier les étudiants à un nouveau type d’ana-lyse linguistique en s’appuyant sur des corpusconstitués de noms propres. En effet, les des-criptions effectuées par les étudiants touchentuniquement aux noms communs. En explo-rant les sous domaines de l’onomastique,l’étudiant acquiert un nouveau vocabulaire ets’initie à un nouveau type de contact delangue à travers l’étude des noms propres».Questo il programma: “Onomastique:

définitions et branches”, “La racine”, “Lenom propre: définitions”, “Critères de reco-naissance des noms propres”, “Typologie desnoms propres”, “Études d’un text «le nompropre et le nom sale»”, “La méthode en o-

nomastique”, “L’anthroponymie”, “Étuded’un texte: «typologie des usages anthrony-miques»”, “La toponymie”, “Exercises surl’étude toponymique”. Nella bibliografia diappoggio figurano testi degli algeriniBrahim Atoui, Farid Benramdane e Man-sour Margouma, dei francesi Pierre-HenriBilly, Albert Dauzat, Arthur Pellegrin, Char-les Rostaing e del belga Marc Wilmet.

’ M. Soufiane Lanseur, Université deBéjaïa-Tasdawit n’Bgayet, Faculté des Lettreset des Langues, Département Langue et Litté-rature françaises – T. +213.34.221542 – Fax+213.34.221547 – E-mail: fsh@univ-bejaia-dz– Web: http://elearning.univ-bejaia.dz/course/view.php?id=3611; http://elearning.univ-bejaia.dz/pluginfile.php/175160/mod_resource/content/1/Cours%20dono-mastique%20.pdf.

Un gruppo di lavoro su colonialismo enomi di luogo in Africa.

Liora Bigon, ricercatrice dell’Istituto di Cul-tura occidentale della Hebrew University diGerusalemme, ha dato vita a un gruppo in-ternazionale di onomasti e di storici per stu-diare i rapporti tra il retaggio urbano colo-niale e la toponimia nel continente africano.Al gruppo hanno aderito, fra gli altri, Dona-tien Dibwe Dia Mwembu, storico dell’Uni-versità congolese di Lumumbashi, BarbaraMeiring linguista emerita dell’Università delSud Africa, Cesar Cumbe dell’Università Pe-dagogica mozambicana di Maputo, nonchédocenti di atenei e istituti europei e america-ni esperti di Africanistica come WaleAdebanwi della University of California-Davis, Hélène d’Almeida-Topor (Paris-Sor-bonne), Samira Hassa (Manhattan Collegedi New York) e Garth Nyers (Trinity Collegedi Hartford, Connecticut).Questo il manifesto programmatico del

“Colonial Urban Legacies and Place Namesin Africa” Group: «The discursive relations

RION, XXII (2016), 2 902

Rivista Italiana di Onomastica

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between indigenous, colonial and post-colo-nial legacies of place-naming in Africa are ex-amined, in terms of the production of urbanspace and place. This is conducted by tracingand analysing place-naming processes, par-ticularly in sub-Saharan Africa during colo-nial times (British, French, Belgian, Por-tuguese), with a considerable attention toboth the pre-colonial and post-colonial situ-ations. Quite untypically of both traditionaland recent place naming studies, which havebeen governed by linguists and historians of(European) nationalism respectively, ourgroup stresses urban spatial configurations.With a strong bias towards the physical envi-ronment and the many ways in which it isperceived, our collective work expands onseveral aspects such as: site and street names;generic and specific names; top-down andbottom-up naming systems, ranging fromthe highly political to the mundane; to-ponymic tapestries and simultaneous nam-ing procedures; and names in the arena of in-tra-national and international relations. Theanalysis also aims to focus on several key is-sues that faithfully converse with the multi-plicity of colonial legacies in the continent,amongst them: the influence of colonialdoctrines on colonial regional and urbanplanning and the consequent spatial termi-nologies; the interaction of autochthonousnomenclatures, some of which are very oldyet nonetheless strong and persistent, withthe modern strata of colonial lexical logic, aswell as post-colonial interactions; and theideological dimension, or its total absence,in formal and informal place naming as a re-flection of regional, national or ethnic iden-tities, languages, memories and counter-memories»].

’Dr. Liora Bigon, Hebrew University ofJerusalem, The Institute of Western Culture,Mt. Scopus, Jerusalem 91905 – T. +972.2.5880474 – Fax +972.2.5883711 – E-mail:[email protected] –Web: http://shamash.academia.edu/Liora-Bigon.

In breve...

Seminario savonese di toponomastica. Ilcorso di formazione per ricercatori del pro-getto “Toponomastica Storica” relativo allaprovincia di Savona e dintorni, promossodalla Società savonese di Storia patria, si èarticolato in tre sessioni, tra primavera e au-tunno del 2016. Per il primo incontro è sta-to approntato da Furio Ciciliot, coordina-tore del progetto, un manuale che esaminagli aspetti principali della ricerca topono-mastica, fornisce indicazioni pratiche ed e-sempi di quanto si possa ricavare da una ma-teria così complessa e presenta informazionisu alcuni dei principali studi recenti condot-ti in àmbito ligure e bassopiemontese. Lacollana “Toponomastica Storica” della pro-vincia di Savona ha pubblicato al settembre2016 già 32 fascicoli, dedicati ad altrettantiterritori comunali; gli ultimi in ordine ditempo sono Vicoforte, Bagnasco, Montaldodi Mondovì, Albenga, Toitano, Spotorno,Alto e Frabosa Soprana (<www.storiapatria-savona.it>).

Per celebrare i 100 anni della Società Filo-logica Friulana. In previsione del centena-rio della Fondazione della Società FilologicaFriulana-Societât Filologjiche Furlane(1919-2019), oltre a numerose altre iniziati-ve ed eventi, è in preparazione il 3º Conve-gno di Toponomastica friulana, che farà se-guito a quelli del 1988 e del 2002. L’interessedell’incontro si estenderà ovviamente oltre iconfini del Friuli, come nelle precedenti oc-casioni, chiamando a partecipare studiosi dialtre regioni e di altri Paesi. La Società Fiolo-gica Friulana, attualmente presieduta da Fe-derico Vicario e diretta per quanto concerneil suo Centro di Toponomastica friulana daFranco Finco, dedica agli studi onomasticiampio spazio, con progetti, convegni e pub-blicazioni, in particolare con la collana“Quaderni di Toponomastica friulana”(<www.filologicafriulana.it>).

RION, XXII (2016), 2903

Attività

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Calendario di conferenze in Catalogna. Il17 aprile 2015 si è tenuta presso l’InstitutGuindàvols di Lleida-Lérida una conferen-za di onomastica generale di ALBERT TU-RULL; il 24 aprile è stata la volta di ANTONIOTERUEL con L’origen lleidatà de cognoms po-pulars a Ibi, presso l’Arxiu Municipal d’Ibi;il 13 luglio JESÚSBERNATAGUTha presenta-to De Castelló a Penyagolosa. La retolació ofi-cial nell’àmbito del corso “Paisatge, Etno-grafia i Rituals al Penyagolosa. Caminantcap a la UNESCO”, all’Universitat Jaume I diCastelló-Castellón. Inoltre SANTI ARBOS haproseguito la serie di conferenze su Els nos-tres cognoms, dopo l’incontro di Mollerussanel 2014, a Tremp (2015), ai Borges Blan-ques (2015) e ad Alcarràs (2016) (<www.onomastica.cat/ca/noms>).

I toponimi preromani di Andorra. Si èconcluso il progetto di “Anàlisi fisiogràficade topònims andorrans d’arrel preromana”avviato nel dicembre 2013. Finanziato dalgoverno del Principato di Andorra, si è avval-so di un’équipe multidisciplinare – linguisti-ca, storica, geografica e geologica – di studio-si, tra i quali Albert Turull dell’Università diLleida-Lérida, esperto toponomasta e stu-dioso dei nomi di luogo andorrani, e MikelBelasko e Juan Karlos Lopez-Mugarza del-l’Università della Navarra, esperti di bascoantico e, il secondo, specialista della toponi-mia aragonese con base basca. Il progetto haanalizzato anche i nomi di luogo di aree con-finanti o vicine al Principato (Pallars, Alt Ur-gell, Arieja), tenendo presente la storia e l’e-voluzione semantica e fonetica delle voci inrelazione alla realtà geologica. Tra gli obietti-vi: valutare fino a che punto le voci preroma-ne siano sopravvissute all’arrivo del catalanonegli Alti Pirenei (<http://onomastika.org/2016/03/24/analisi-fisiografica-de-topo-nims-andorrans-darrrel-preromana/>).

Seminario di toponomastica aragonese. IlCentro Aragonés di Barcellona ha organizza-

to il 14 maggio 2016 un seminario di topo-nomastica per il personale accademico e perstudenti di filologia e di geografia. Questo ilprogramma in lingua aragonese: “Introdu-ción cheneral a la toponimia aragonesa: Ori-chens lingüísticos; estau de conozimiento/rechistro. Qui fa rechistro y/o estudeo?”,“Fuens de datos, criterios d’análisis y clasifi-cazión y teunicas d’estudeo”, “Exerzizios:creyazión de base de datos usando datos exi-stens”. Il seminario è stato guidato da ChesúsVázques Obrador dell’Università di Sara-gozza (“La toponimia como herramienta pa-ra un mejor conocimiento del sistemalingüístico caracterizador del aragonés”) e daChusé Raúl Usón per la parte pratica: profilodell’investigatore e dell’investigato, tattiched’inchiesta e ottenimento dei materiali, casopratico, ordinamento e commento dei datitoponimici (<http://centroaragonesdebar-celona.es/ziclo-seminarios-aragones/semi-nario4/>).

Una giornata in ricordo di Ventura Amet-ller. La città di Mataró in provincia di Bar-cellona (comarca del Maresme) ha ricordatoil poliedrico scrittore – poeta, novellista, sag-gista, ecc. – Ventura Ametller (1933-2008)in occasione dei 30 anni dalla pubblicazionedella sua opera Summa Kaòtica con quattrogiornate, dal 20 maggio al 9 luglio. Il 27maggio l’incontro – con la linguista e ono-masta Anna-Maria Corredor Plaja dell’Uni-versità di Girona e lo scrittore Albert Calls iXart – ha riguardato i nomi propri: L’onomàs-tica i la geolocalització de Summa Kaòtica,due studi per facilitare la comprensione delromanzo e arricchire l’esperienza della sualettura (<www.omnium.cat/>).

Miscellanea in onore di Nicolae Felecan.In occasione del 75º compleanno di NicolaeFelecan, cattedratico dell’Università Nord diBaia Mare, il figlio Oliviu Felecan, che dirigenello stesso ateneo il Centro di Onomastica,e sua moglie Daiana Felecan hanno curato

RION, XXII (2016), 2 904

Rivista Italiana di Onomastica

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un omaggio cui hanno contribuito studiosiromeni e stranieri. Numerosi articoli si occu-pano di onomastica. Oltre a 35 studiosi ro-meni, tra i quali Gheorghe Chivu, DumitruLoșonți, Adriana Stoichițoiu Ichim, IoanaVintilă-Rădulescu, Silvia Pitiriciu, VasileFrățilă, Teodor Oancă, Simona Goicu, Da-niela Ștefania Butnaru, Alina Bugheșiu, ecc.,fra gli stranieri hanno partecipato Alda Ros-sebastiano, Enzo Caffarelli, Alfonso Germa-ni, Pierre-Henri Billy, Michel A. Rateau,Marcienne Martin, Bertie Neethling, EmiliCasanova, Milan Harvalik, Yolanda LopezFranco, Tamás Farkas, Artur Gałkowski e al-tri ancora ([email protected]).

Presentata la nuova Enciclopedia dell’o-nomastica bulgara. Presso il Centro per l’o-nomastica bulgara “Prof. Nikolay Kova-chev” di Veliko Turnovo è stata presentata il10 maggio 2016 la seconda edizione, rivistae ampliata, dell’Enclopedia dell’onomasticabulgara, autori Todor Balkanski dell’Istitutoper la Lingua bulgara di Sofia e KyrilTsankov dell’Università “Cirillo e Metodio”di Veliko Turnovo. Il volume è stato discussodalla nuova direttrice del Centro per l’ono-mastica, Anelia Petkova, da colei che l’hapreceduta nell’incarico, Maria AngelovaAtanasova e da altri studiosi, tra i quali il po-lacco Ludwig Selimski (Katowice). La primaedizione dell’opera era uscita nel 2010 ([email protected]).

L’Accademia di Finlandia finanzia una ri-cerca sui nomi personali. Dal gennaio2015 ha preso il via il progetto intitolato“Personal Name systems in Finnic andbeyond: reconstruction in the concepts ofname giving in cultural layers of prehistory”,che si concluderà nell’agosto 2019. L’Acca-demia di Finlandia per finanziare il progettoha stanziato 486 mila euri. L’ambiziosa ini-ziativa è affidata a un gruppo di riceratoridell’Università di Helsinki, coordinati daTerhi Ainiala ([email protected]).

Due italiani nel consiglio esecutivo del-l’American Name Society. Per la prima vol-ta nella sessantacinquennale storia dell’ANS ilconsiglio esecutivo che governa l’AmericanName Society comprende due italiani. LuisaCaiazzo dell’Università di Napoli “L’Orien-tale” è la segretaria e Mirko Casagrandadell’Università della Calabria è membro ag-giunto. L’internazionalizzazione dell’ANS(<www.americannamesociety.org>) è peral-tro confermata dalla presidenza di ImanNick (Universität Köln) e dalla presenza nelconsiglio esecutivo di Andreas Gavrielatos(University of Edinburgh) e di Jan Tent(Macquarie University, Australia).

ICOS e i social network. L’InternationalCouncil of Onomastic Sciences (ICOS) parte-cipa ai social network con un profilo Facebooke un gruppo Linkedin, organizzati da Guy Pu-zey ([email protected]) ed è inoltrepresente in Twitter a cura di Alice Crook([email protected]). In rete sonodisponibili le nuove liste di termini messe apunto in inglese, francese e tedesco dal Grup-po ICOS per la terminologia (<www.icosweb.net/index.php/terminology.html>) e l’aggior-namento della bibliografia onomastica inter-nazionale (<www.icosbibliograhy.net>), il cuicoordinamento è stato affidato a Oliviu Fele-can (Baia Mare). Per l’autunno 2016 è attesala pubblicazione degli atti della conferenzaICOS di Glasgow (2014), comprensiva degliabstract delle comunicazioni presentate inScozia ma non inserite negli atti stessi.

Cracovia si candida per ICOS 2020. Ospitedella 20ª edizione del MIOKO, la Conferenzainternazionale e polacca di Onomastica “O-nomastica – Neoumanistica – Scienze socia-li” dal 21 al 23 settembre 2016 (vedi qui allepp. 875-76), Cracovia ha avanzato la propriacandidatura per l’organizzazione del 26ºCongresso internazionale di Scienze onoma-stiche (ICOS), che si celebrerà nell’estate del2020, tre anni dopo l’edizione del 2017 che

RION, XXII (2016), 2905

Attività

Page 22: Attività...Brandmayr e Gaetano Aloise del Diparti-mento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dello stesso ateneo, Maddalena Scutari e Battista Sposato. I risultati del progetto

si terrà a Debrecen. La proposta è stata for-mulata congiuntamente dall’Istituto dellaLingua Polacca dell’Accademia Polacca delleScienze e dall’Università Jagellonica di Cra-covia. Prima della Polonia e dell’Ungheria, ilcongresso ICOS si è tenuto nel XXI secolo aGlasgow (2014), a Barcellona (2011), a To-ronto (2008), a Pisa (2005) e a Uppsala(2002) (<www.ijp-pan.krakow.pl/struktura-organizacyjna/zaklad-onomastyki>).

I “webinars” della Jewish Genealogic So-ciety of Great Britain. Per il periodo 2016-2017 la Jewish Genealogic Society of GreatBritain (JGSGB) ha annunciato un fitto pro-gramma educativo e formativo basato su se-minari in rete (“webminars”). Uno specialeseminario, previsto per il 15 giugno 2017,sarà intitolato “Onomastics for Genealogy,Names, Name Patterns, and More”. L’asso-ciazione organizza inoltre numerose confe-renze, tra le quali la 14th Northern JewishGenealogy Conference a Manchester, il 15maggio 2016 (<www.jgsgb.org.uk>).

La scomparsa di Dwan Shipley (1947-2016). Il 12 febbraio 2016 si è spento dopo

una lunga battaglia contro la malattia DwanShipley, studioso di antroponomastica e to-ponomastica e paladino della conservazionedelle lingue indigene del Pacifico nord-occi-dentale, docente del Dipartimento di Lin-guistica della Western Washington Univer-sity (WWU) nonché membro dell’AmericanName Society (ANS). Per onorarne il ricor-do, il WWU Linguistics Program ha istituitolo speciale fondo “Dwan Shipley MemorialScholarship” (<www.americannamesociety.org/dwan-shipley-1947-2016/>).

Nuovo nome per il CGNA. Il Committee forGeographical Names of Australasia, in acro-nimo CGNA, fondato nel 1984 per coordina-re le attività toponomastiche in Australia ein Nuova Zelanda, dal 1993 è divenuto unacommissione permanente dell’ICSM (Inter-governamental Committee on Surveyingand Mapping) con il supporto di “Geo-science Australia”. Per questo motivo dal2015 ha cambiato il suo nome in PermanentCommittee on Place Names (PCPN), masenza più l’esplicito riferimento all’Austra-lasia. Attuale presidende del PCPN è un’o-riunda italiana, Danielle Stefani (<www.icsm.gov.au/cgna/>).

RION, XXII (2016), 2 906

Rivista Italiana di Onomastica

Maria Giovanna Arcamone (Pisa)Marino Bonifacio (Trieste) Ana Isabel BoullónAgrelo (Santiago deCompostela)

Donatella Bremer (Pisa)Emili Casanova i Herrero (València) Furio Ciciliot (Savona)Paolo D’Achille (Roma)Emidio De Albentiis (Perugia)Zsuzsanna Fábián (Budapest)Oliviu Felecan (Baia Mare)ArturGałkowski (Łódź)Peter Jordan (Wien)Dieter Kremer (Leipzig/Trier)Edwin D. Lawson (Freedonia, NY)

Sylvie Lejeune (Bouliac)Alberto Manco (Napoli)Mauro Maxia (Sassari)Cosimo Palagiano (Roma)RobertoRandaccio (Cagliari)Alda Rossebastiano (Torino)Laura Rota (Nottingham)Luca Serianni (Roma)Francesco Sestito (Roma)Gérard Taverdet (Fontaine-lès-Dijon)Joan Tort i Donada (Barcelona)Silvia Verdiani (Torino)Federico Vicario (Udine)Andrea Viviani (Roma)Christian Weyers (Dresden)

The Editorial Staff of «RION» expresses thanks for the valuable cooperation in the following sections:“Materiali bibliografici”, “Incontri” and “Attività” especially to: