Atti Parlamentari - Seduta Del 28 Ottobre 1969 Sulle Condizioni Urbanistiche Di Napoli

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Atti Parlamentari — 11577 — Camera dei Deputat i V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 196 9 191 . SEDUTA POMERIDIANA DI MARTEDÌ 28 OTTOBRE 196 9 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCIFREDI INDICE PAG . Congedi 1157 9 Disegni di legge: (Deferimento a Commissione) . . . 1163 0 (Presentazione) . . . . 11579, 1160 6 Proposte di legge : (Annunzio) 1163 0 (Deferimento a Commissione) 1163 0 Interrogazioni, interpellanze e mozione (An- nunzio) : PRESIDENTE 1163 1 D'ALESSIO 1163 1 GUNNELLA 11631 PAG . Mozione (Seguito della discussione), inter- pellanze e interrogazioni (Seguito dell o svolgimento) sulla situazione urbanistic a ed edilizia di Napoli : . PRESIDENTE 1157 9 Avuto 11579 C AL DORO 1161 4 CIAMPAGLIA 1161 2 DE LORENZO FERRUCCIO 1160 7 FOSCA INI 1162 5 NAPOLITANO GIORGIO 1162 0 NATALI, Ministro dei lavori pubblici 1159 7 1161 6 Riccio 1159 4 Ordine del giorno delle sedute di domani . . 11631

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Atti Parlamentari

— 11577 —

Camera dei Deputati

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

191.

SEDUTA POMERIDIANA DI MARTEDÌ 28 OTTOBRE 196 9

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCIFREDI

INDICEPAG .

Congedi 11579

Disegni di legge:

(Deferimento a Commissione)

. . . 1163 0(Presentazione)

. . .

.

11579, 1160 6

Proposte di legge :

(Annunzio) 1163 0(Deferimento a Commissione) 1163 0

Interrogazioni, interpellanze e mozione (An-nunzio) :

PRESIDENTE 1163 1D'ALESSIO 1163 1GUNNELLA 11631

PAG .

Mozione (Seguito della discussione), inter-pellanze e interrogazioni (Seguito dell osvolgimento) sulla situazione urbanisticaed edilizia di Napoli : .

PRESIDENTE 11579Avuto 11579C AL DORO 11614CIAMPAGLIA 1161 2DE LORENZO FERRUCCIO 11607FOSCA INI 1162 5NAPOLITANO GIORGIO 11620NATALI, Ministro dei lavori pubblici

1159 71161 6

Riccio 1159 4

Ordine del giorno delle sedute di domani . . 11631

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La seduta comincia alle 16 .

SPADOLA, Segretario ff ., legge il processoverbale della seduta di ieri .

(E approvato) .

Congedi.

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo' ideputati Mattalia e Vicentini .

(I congedi sono concessi) .

Presentazion edi un disegno di legge .

FERRARI AGGRADI, Ministro della pub-blica istruzione . Chiedo di parlare per la pre-sentazione di un disegno di legge .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FERRARI AGGRADI, Ministro della pub-blica istruzione . Mi onoro presentare il di -segno di legge :

« Conversione in legge del decreto-legge24 ottobre 1969, n . 701, recante norme inte-grative e modificative della legge 28 luglio1967, n. 641, sull'edilizia scolastica e univer-sitaria » .

PRESIDENTE. Do atto della presentazion edi questo disegno di legge, che sarà stampato ,distribuito e trasmesso alla Commissione com-petente, in sede referente .

Seguito della discussione di una mozione edello svolgimento di interpellanze e diinterrogazioni sulla situazione urbani-stica ed edilizia di Napoli .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione della mozione Ca-prara e dello svolgimento delle interpellanz ee delle interrogazioni sulla situazione urba-nistica e edilizia di Napoli .

iscritto a parlare l'onorevole Avolio, i lquale svolgerà anche la sua interpellanza .

AVOLIO. Signor Presidente, onorevolicolleghi, signor ministro, desidero dire su-bito che noi intendiamo dare a questo di -

battito un duplice significato : di protesta edi impegno politico. Protesta che raccogli eed esprime l'indignazione e la collera del -la popolazione, recata per il nostro tramit enel più alto consesso della nazione, control'insostenibile situazione economica e social ein cui versa la città di Napoli, che è tornat aad occupare le prime pagine dei giornali edei rotocalchi per i crolli, gli sprofonda-menti di strade, le voragini, i feriti e i morti ;impegno politico di sostenere, estendere e in-tensificare le lotte che i lavoratori napoletan istanno conducendo per l'occupazione, per piùalti salari, contro la repressione padronale egovernativa, per forme e strumenti nuovi ediretti di controllo e di potere operaio ne iluoghi di lavoro e nella società, condizion eindispensabile per una radicale ed effettiv asvolta politica nella città e in tutto il paese .

Intendiamo così, onorevoli colleghi, disil-ludere immediatamente tutti coloro che asse-gnano a questo dibattito il solito caratter etradizionale di « sfogatoio », di occasione perquerule rimostranze o per postulare a quell iche stanno in alto, che contano, che ci go-vernano, nuove provvidenze speciali a favor edella nostra città per far fronte alle conse-guenze dei disastri, magari realizzando suquesta piattaforma di difesa degli interess idi Napoli, come comunemente si dice, anch el'unità di tutta la rappresentanza politica cit-tadina e circoscrizionale .

Noi vogliamo invece cogliere l 'occasionedi questa nuova discussione sui casi di Na -poli per ribadire un atto di accusa a tutta l aclasse dirigente cittadina e nazionale, che -proprio per i suoi legami organici con igruppi di potere dell'economia che impongo -no una linea di sviluppo squilibrata e confor-me soltanto alle esigenze del massimo pro-fitto - non ha avuto la capacità e la volontàpolitica necessarie ad affrontare i problem idi Napoli e del Mezzogiorno come . element icondizionatori di tutta la politica nazionale .

Ma non possiamo però nascondere oggiperplessità e dubbi sulla proficuità di que-sta discussione sui problemi di Napoli . Siamoinfatti, onorevoli colleghi, di fronte a una si-tuazione politica fluida . La crisi violenta cheinveste tutti i partiti della maggioranza, edi cui il recente scioglimento della correntemaggioritaria della democrazia cristiana èun importante esempio, deriva non solo dalla

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ininterrotta

pratica

delle

lotte

intestine

per della

lotta politica in

Italia . Perciò questo èil potere, da tardivi pentimenti di gruppi di - un momento di scelta . Ciò si traduce, all'in-rigenti o di sottocorrenti, bensì dallo sviluppo terno della democrazia cristiana, in manieradel movimento in corso nel paese, dalla esten - sempre più evidente,

nella

ricerca

di

unasione delle lotte dei lavoratori, che impon-gono a tutti, per non essere scavalcati dagl iavvenimenti, l ' aggiornamento obbligatorio erapido di vecchi modi e schemi di fare po-litica .

La crescente partecipazione dei lavorator ial movimento, le forme nuove di autogestion edelle lotte, che hanno il duplice obiettivo d iottenere una sostanziale modifica della distri-buzione del reddito e di consolidare la con-quista di strumenti nuovi di controllo operai onell 'organizzazione del lavoro, hanno defini-tivamente travolto vecchi equilibri, obbligan-do uomini e gruppi a scegliere rapidamentenuove posizioni sulle quali attestarsi .

La formula politica e parlamentare de lcentro-sinistra, onorevoli colleghi, che erastata presentata come la soluzione governativacapace di garantire la pace sociale, cioè d iottenere il consenso di una parte cospicu adelle masse lavoratrici attorno ad una poli-tica nella sostanza in contrasto con i lor ointeressi immediati e di prospettiva, è ogg isquassata dal movimento in corso nel paese .

Le crisi parallele e per molti aspetti, amio parere, interdipendenti della socialdemo-crazia e dell ' interclassismo cattolico ne son osoltanto la conseguenza . Di fronte all 'ampiez-za e al significato di queste novità che ca-ratterizzano Ia situazione politica italiana d ioggi, appaiono veramente in tutta la lor osuperficialità e vacuità le posizioni e le mano-vre squallide di quanti pensano di poterrisolvere tutto semplicisticamente, rimettend oinsieme alla bell'e meglio le sparse membr adi quella che fu la coalizione del centro-si-nistra, senza preoccuparsi minimamente d iapprofondire le ragioni che hanno, propri oora, in questo momento e di fronte a questelotte, acuito contrasti e rinfocolato polemich ee senza alcun serio chiarimento politico sull eradici di tali contrasti e sulle scelte di fond oche non possono essere più rinviate .

Ecco perché, onorevoli colleghi, noi di-ciamo che non daremo tregua a questo Go-verno e alla sua maggioranza ; l ' incalzeremocon forza, in collegamento stretto con il mo-vimento in atto nel paese, per impedire ch esi possano escogitare nuovi tentativi di rinvi oo di soluzioni transitorie che fanno marcir ei problemi e risultano in contrasto con l aforte tensione sociale esistente nel paese .

Le lotte in corso rappresentano un mo-mento importante dello scontro di classe e

nuova maggioranza che abbia, come elementoqualificante, l'esigenza di rinnovare i canal ie i rapporti politici tradizionali, per recepir ele spinte innovatrici che partono dal paese estrumentalizzarle evidentemente ai fini di u nconservatorismo più adeguato ai tempi . Maquesto tentativo, nei suoi obiettivi ultimi, èdestinato a fallire, anche se gli sforzi pe rfarlo riuscire non mancheranno, e articolat ee sottili saranno le manovre per potergli con-ferire un minimo di credibilità . Questo sfor-zo è destinato a fallire perché le origini dell acrisi politica, onorevoli colleghi, sono struttu-rali e rendono, perciò, sempre più difficil eogni tentativo di mediazione con le classi la-voratrici, da parte di un Governo chiamatoa gestire soltanto l'attuale sviluppo capita-listico .

Gli effetti politici di questa contraddizion ecreano le condizioni per costruire quella ch enoi chiamiamo « l ' alternativa di sinistra » a lcentro-sinistra. Per quanto ci riguarda, dob-biamo soltanto riconfermare in questa occa-sione che respingiamo sia le soluzioni sem-plicistiche di nuove maggioranze, che di fatt ocondurrebbero, nelle attuali condizioni e rap-porti di forza, il movimento operaio su posi-zioni subalterne, rendendolo corresponsabil eperciò nel far pagare alle classi lavoratrici i lprezzo delle contraddizioni dello sviluppo ca-pitalistico, sia le soluzioni che non si colle-ghino con i problemi fondamentali posti a lcentro dello scontro sociale in atto e che rap-presentino perciò soltanto una pericolosa eva-sione o, come si dice, una fuga in avanti versoIa sterile predicazione massimalistica e vellei-taria .

Di fronte alla decisione con la quale igruppi capitalistici premono per subordinareapertamente ai loro interessi la dinamica de isalari, rifiutando ogni controllo effettivo de ilavoratori in fabbrica (ed esemplari a questoproposito ci sembrano i casi della FIAT ,della Pirelli, dell ' Italsider di Napoli), ed i lgioco stesso, la dialettica delle forze politi -che, l'obiettivo che noi poniamo è quello d icontrastare e vincere oggi l 'azione padronal eche tende a ricomporre nuovi equilibri a li -vello sociale e politico, mediante l ' utilizza-zione volta a volta della repressione e del ri-formismo, per creare le condizioni che con-sentano al movimento operaio di attestarsi suposizioni più avanzate, lungo una linea d ialternativa .

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Certo, ciò non significa in alcun modo ,onorevoli colleghi, che noi siamo indifferent io scettici spettatori di fronte a quello che av-viene oggi nei partiti della maggioranza d igoverno, nella democrazia cristiana e nel par-tito socialista italiano in particolare. Siamoanche noi interessati agli sviluppi della lottain corso in questi partiti . Noi non guardiamoal passato compiaciuti di ciò che abbiamofatto finora, ma siamo protesi verso l ' avve-nire e lavoriamo per creare situazioni nuov ee sempre più favorevoli per il moviment ooperaio sul piano politico . Siamo per il dina-mismo e il movimento , per lo sviluppo inces-sante della dialettica, della polemica e dell alotta politica . Pensiamo cioè che la stagna-zione e l ' immobilismo rappresentino i peri -coli maggiori contro i quali dobbiamo com-battere . Ma alle sollecitazioni fondate soltantosu meschini calcoli di potere noi contrappo-niamo l'esigenza del confronto di posizionipolitiche e ideali .

Per noi il solo ed unico terreno valido pe rla qualificazione delle forze politiche è loscontro sui grandi problemi di indirizzo cheemergono oggi dalle lotte dei lavoratori . Inquesto modo soltanto, onorevoli colleghi, no iriteniamo che le forze vive e disponibili persoluzioni avanzate dei problemi della societ àitaliana, presenti nella democrazia cristian ae nel partito socialista italiano, possano ri-trovare un ruolo positivo ed un serio avve-nire politico, non già logorandosi, come anco roggi appare, in ambigue manovre di vertice ,ma qualificandosi in una aperta battaglia d irinnovamento e di progresso .

Forse in questo quadro, onorevoli colle-ghi, onorevole ministro, i problemi di Napol ie quelli del Mezzogiorno possono rappresen-tare un test significativo . Valuteremo perci òcon attenzione, alla fine di questo dibattito ,atteggiamenti e prese di posizione su quest oproblema, come indice di una scelta per tuttele forze politiche interessate veramente all osviluppo economico e al progresso democra-tico della società italiana .

E torno subito, quindi, ai casi di Napoli .La situazione economica e sociale di Napol idiventa ogni giorno più difficile e intollera-bile per centinaia di migliaia di lavoratori .Questa situazione drammatica è determinat adal prevalere, anche a Napoli, della tendenzaalla concentrazione produttiva, finanziaria eterritoriale, tipica dell'attuale stadio di svi-luppo della nostra economia, impernialo sullarazionalizzazione dei processi tecnici e s unuovi rapporti tra mezzi di produzione e la-voro. Ciò , mentre aumenta il profitto ed il

potere economico e politico dei gruppi di co-mando del capitalismo, determina come ine-vitabile conseguenza, a Napoli come in tuttoil Mezzogiorno, un calo pauroso dell 'occupa-zione, un crescente disagio e sfruttamento de ilavoratori occupati, la crisi di altri settori ,come quelli dell'agricoltura, del commercio ,del turismo e dell 'artigianato .

La struttura industriale della nostra cittàè stata ridimensionata in questi anni nei suo isettori tradizionali e fondamentali, come quel -lo cantieristico, tessile ed alimentare ; gli in-vestimenti destinati a nuove attività produt-tive hanno subìto una forte flessione, cosic-ché la struttura economica di Napoli mostrasegni preoccupanti di fragilità e debolezza ,che ci fanno guardare all 'avvenire con cre-scente preoccupazione e che sono all 'origine ,a nostro parere, anche di tutte le situazion idifficili che noi oggi riscontriamo .

A questa situazione preoccupante sul pianoeconomico e produttivo si deve aggiungerequella ugualmente pericolosa sul piano civil ee sociale . La grave carenza di case per i lavo-ratori , la crisi dei pubblici trasporti urban ied extraurbani, la mancanza di attrezzaturecivili adeguate ad una città di oltre un mi-lione e 300 mila abitanti (ospedali, ambula-tori, scuole) sono i segni di questa realtà .

Il rapporto tra la realtà economica e pro-duttiva e quella sociale e civile è un rapport ostrettissimo ed oggettivo . Non si può cioè af-frontare il primo senza toccare anche il se-condo e viceversa. Perciò noi diciamo, ogg icome ieri, che i problemi dello sviluppo eco-nomico e quelli del progresso democratico po-tranno trovare una soluzione solo imponendo ,con la lotta e l'iniziativa politica dei lavora -tori, scelte coraggiose sul piano economico esul piano politico, volte a far prevalere gl iinteressi della collettività a discapito di quell idel profitto privato .

Il nostro impegno, onorevoli colleghi, èorientato perciò a fare della questione di Na-poli e del Mezzogiorno l'elemento condizio-natore dello sviluppo dell'economia nazio-nale. La lotta unitaria degli operai e dei la-voratori napoletani in atto in queste setti -mane ci sprona in questa direzione . Un mo-vimento così grandioso come quello che s ista sviluppando in questi giorni a Napoli e din altre città del Mezzogiorno, che i giornal iborghesi non registrano illudendosi così d icancellarlo dalla realtà, pone sotto gli occh idi tutti i grandi problemi della società, che l aclasse dominante e i suoi governi, compres iquelli di centro-sinistra, non sono stati i ngrado e non potevano risolvere. Le questioni

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della casa, del carovita, della salute, del fisco ,dei trasporti sono determinanti per lo svilupp odel nostro paese . Noi salutiamo perciò co ngioia fin da questo momento la decisione de isindacati di indire per domani a Napoli un osciopero generale, che dovrà essere la testi-monianza della volontà di lotta dei lavorato-ri della nostra città, e segnerà indubbiamen-te un punto di partenza positivo per andar eavanti sulla strada dell'azione politica per l asoluzione dei problemi di Napoli e del Mez-zogiorno. Ma a Napoli, onorevoli colleghi ,scoppiano oggi tutti i mali che si sono accu-mulati in anni e anni di dominio delle for-ze legate agli interessi del grande capitale .Vengono alla luce le crepe di una politic aedilizia di rapina ; si pagano le conseguenzeanche dell ' incapacità, dell'improvvisazione edei colpevoli rinvii del centro-sinistra, ch eha dimostrato di non avere la forza e la vo-lontà politica necessarie per recidere i legam icon il passato e con gli interessi che prospe-ravano intorno alle vecchie giunte del co-mandante Lauro . La situazione a Napoli èoggi diventata intollerabile a causa dell'in-degna speculazione edilizia, della carenza deiservizi sociali, delle difficoltà del traffico, de] -la disoccupazione e della sottoccupazione . Lafederazione provinciale del PSIUP, in un vo-lantino diffuso in occasione di una manife-stazione di protesta svoltasi nel consiglio co-munale, dopo i crolli, ha affermato : « Napol iè un ammasso di cemento ; la vita comuni-taria è resa impossibile ; non è una città maun inferno » . Di chi la colpa di questa realtà ,onorevoli colleghi ? Delle classi dirigenti lo -cali e nazionali, di quei gruppi che si son oavvicendati al governo della città e che han -no avuto, tutti, alcuni elementi caratteriz-zanti comuni : in primo luogo, chiedere perNapoli, e per il resto del Mezzogiorno, uni-camente o principalmente provvidenze di ca-rattere speciale, quasi risarcimenti compen-sativi per il sacrificio della perduta funzion edi Napoli quale capitale del regno delle du eSicilie, invece di battersi per una politica d isviluppo equilibrato; in secondo luogo, per-petuare il sistema delle clientele politiche informe sempre nuove, pensando in questomodo di poter meglio tutelare i propri privi-legi, ma anche per sprovvedutezza cultural ee civile, e comunque condannando la città adun decadimento generale che oggi nessun opuò più mettere in dubbio .

Così i rapporti di potere sono rimasti pres-soché immutati e perciò a Napoli sopravvi-vono, onorevoli colleghi, valori e modi di - farepolitica incompatibili con una civiltà moderna .

Ciò spiega in modo convincente il fatto ch enessun cambiamento apprezzabile si è ancor aregistrato nel passaggio dalle giunte di de-stra a quelle di centro-sinistra; , e ciò spiegaanche il fatto che gran parte del personal epolitico non sia cambiato: i personaggi cheuna volta erano laurini sono passati quasi i nmassa alla democrazia cristiana, dando vit aa fenomeni di malcostume che non si sono ar-restati, tanto è vero che oggi nella giunta co-munale e nella maggioranza del consiglio co-munale siedono transfughi di quasi tutte leformazioni politiche – e non ho difficoltà a dammetterlo – compresa la nostra . Tutti san-no, onorevoli colleghi, che l'inizio della cor-sa sfrenata e senza scrupoli alla speculazion eedilizia è cominciata ed ha avuto una dell epunte massime di sviluppo al tempo dell'am-ministrazione Lauro . Si verificarono allor acrescite improvvise di fortune economiche epolitiche. Io credo che non sia necessariospiegare che queste fortune avevano un colle-gamento diretto con le personalità che diri-gevano allora palazzo San Giacomo . E checosa dovrei dire ? Dovrei forse ricordare aquesto proposito il caso Ottieri, che fu i lprimo, insieme con i suoi amici, a mettere l emani e i piedi sulla città di Napoli, riceven-do anche il premio di una elezione plebisci-taria al consiglio comunale e al Parlamentodella Repubblica ? Ma in verità la caduta del-l'amministrazione monarchica non segna aNapoli l'inizio di un'era nuova per la nostr acittà, per ciò che concerne la speculazioneedilizia, e nemmeno per il resto . Il centro-sinistra non segna il punto d'inversione d itendenza ; tutto continua come prima, anzi i lprocesso si accelera, si lavora non più co nmetodi e indirizzi di carattere folcloristicoo artigianale, come forse amerebbe dire l'ono-revole Compagna, ma con sistemi più avari-zati e moderni . Non si fanno più inutili ope-re di carattere propagandistico con lo sprec odel pubblico denaro, come la fontana cosid-detta della « carciofola » o quella di piazzaMunicipio, costruita per incantare il popo-lino dei vicoli sopra i quartieri, ma si co-struisce il grattacielo in via Medina, orribilefungo senza grazia, realizzato dalla Societàcattolica, prima offesa veramente grave all alinea del panorama della città; si rilascianolicenze edilizie per migliaia di vani ; allosprovveduto Ottieri succedono imprenditor iben più ferrati . I nomi sono oggi su tutt ii giornali, e sono quelli di Forlaino, di so-cietà come quella cosiddetta per il risana -mento e come l'Immobiliare, che si valgo-no della collaborazione di presidi di facoltà

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universitarie, di tecnici di grande valore pro-fessionale e scientifico . Esse sono tra le mag-giori responsabili della brutale e indiscrimi-nata espansione edilizia di questi ultimi anni ,che ha deturpato irrimediabilmente un patri-monio paesaggistico fra i più suggestivi ecelebrati del mondo, vanto e attrazione na-turale della città e che ha compromesso l'av-venire stesso di intere zone .

In questa opera di distruzione un postonon secondario appartiene alla SPEME ; èuna sigla un po' umoristica, onorevoli col-leghi . Infatti significa società partenopea edi-lizia moderna economica. Questa società h acontribuito a stendere la colata di cement osu tutta la zona che fu già la famosa collin adi Posillipo. Il verde urbano a Napoli è ogg iridotto a meno di un metro quadrato per abi-tante. Ma, onorevoli colleghi, forse la SPEMEha preso qualche iniziativa per costruire abi-tazioni economiche ? Niente affatto . La mag-gior parte delle abitazioni costruite da quest asocietà negli ultimi venti anni appartiene in-fatti alla categoria di lusso, destinate all ' altae alla media borghesia . E infatti noi consta-tiamo che sopravvivono ancora le baracchedel campo ARAR . Vi sono ancora migliaiadi bassi nel cuore della città, nel centro sto-rico. L'indice di affollamento di alcuni quar-tieri tocca e supera le tre persone per vano ,il più alto di tutta Italia e certamente uno de ipiù alti del mondo ; una parte notevole dell apopolazione della città vive ancora in condi-zioni di estremo disagio . Emblema di quest odisfacimento, della degradazione, anche igie-nico-sanitaria e civile della città di Napoli, èil dramma dei topi, onorevoli colleghi ! Napol iè milionaria non soltanto perché ha un mi-lione e 300 mila abitanti, Napoli è milionari aanche perché accanto al numero di abitant iche supera il milione, vi sono 7 milioni ditopi, secondo alcune statistiche recentement eriportate dalla stampa . Il topo cresce e ingi-gantisce come nella Peste di Camus. In quellaimmensa pattumiera che sono i vicoli e l estrade di Napoli i topi si moltiplicano inces-santemente, nelle fogne mal tenute, nei ser-batoi di liquame incontrollati, e ormai assal-gono la popolazione anche di giorno . I casiriferiti dai giornali sono numerosi . Proprioin questi giorni gli alunni di una scuola ,l'istituto « De Sanctis », hanno organizzatoaddirittura una pubblica manifestazione d iprotesta per le strade, onorevole ministro, pe rchiedere l'intervento della pubblica ammini-strazione perché venga eliminato il pericol oche i ragazzi siano assaliti addirittura in clas-se dai topi famelici che escono dalle fogna -

ture. Ma anche fatti così drammatici, ch edovrebbero scuotere, dare un brivido alla no-stra classe dirigente, non riescono a smuo-verla dalla sua indifferenza .

Sono queste le condizioni che determinanoa Napoli l'alto quoziente di mortalità pe rtutte le età, sia per i maschi sia per le fem-mine. Ad esempio, fra i maschi dai 25 ai 35anni l'indice di mortalità a Napoli è del 2, 6per mille contro la media nazionale che è d i1,6 per mille ; per le femmine della stessa etàa Napoli è di 1,9 per mille contro lo 0,9 pe rmille della media nazionale . Ma per tornar eall'argomento, onorevoli colleghi, vediamoquali sono i fatti, quali le cause, quali le re-sponsabilità di questa drammatica situazion eche si registra a Napoli . I fatti : voragini ,

crolli, allagamenti, dissesti . Tutti i giornal ihanno rilevato che questi eventi sono orma itanto frequenti a Napoli che, quando non c isono vittime o feriti, sono di ordinaria ammi-nistrazione, neanche degni di registrazione .È stato anche scritto che solo nel 1966 si sa-rebbero verificati 350 crolli e dissesti vari ,quasi uno al giorno. E non c'è possibilitàconcreta di smentire o confermare quest ecifre . Il comune non dispone al riguardo d ialcuna statistica precisa . Ad un giornalistache poneva questa domanda un funzionari odell'ufficio tecnico municipale ha infatti ri-sposto : « Non si è mai avuto il tempo di com-pilare statistiche : siamo stati sempre troppoimpegnati ad arginare i guai del sottosuolo » .Questa affermazione non mi risulta esser estata mai smentita ; ma, sfogliando le paginedei giornali degli ultimi tre anni, si puòugualmente arrivare, con sufficiente appros-simazione, a compilare un bilancio comples-sivo che diventa veramente drammatico : 3.91 1dissesti, 12 morti sotto le macerie, più di 50feriti e oltre 1000 famiglie rimaste senza casa .Sembra un bollettino dell'ultima guerra, èvero, ma invece, purtroppo, è la drammatic a

realtà della Napoli di oggi .Ma, onorevoli colleghi, a queste cifre sem-

pre aride e fredde pur nella loro drammati-cità dobbiamo aggiungere doverosament equalche considerazione sulle vicende uman eche esse nascondono e che, in una discussionecome questa, noi non riteniamo di poter tra-scurare, se vogliamo avere il quadro real edella situazione allarmante e pericolosa dell a

città . La tragedia di via Aniello Falcone, incui la formazione di una voragine ha causat ola morte del farmacista Cerrato, rimasto chiu-so per due settimane nel fango, era stata pre-ceduta, come i colleghi ricorderanno, dall afine del bambino Enzo Coppola, travolto e se-

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polto nel « vallone della morte » al rione Traia-no. Un altro evento letale in circostanze analo-ghe era accaduto cinque anni prima nel cors oVittorio Emanuele: la strada, sprofondandoal mattino dopo una notte di pioggia, in-ghiottì un uomo che era uscito di casa con l asua macchina .

Sono trascorsi questi anni, ma la situa-zione non è mutata, e i tre casi citati sembran odiversi, eppure sono simili . Possiamo noi direoggi in buona fede che si tratti veramente sol -tanto di una terribile analogia ? Tre conse-guenze, cioè, inevitabili di un identico, tragic odestino personale ? No, questi sono tre epi-sodi che ho scelto a caso tra i tanti di una in -terminabile catena di drammi uguali, che sol oper circostanze favorevoli non hanno avutouna uguale luttuosa conclusione . E potrei ci -tare lo sprofondamento della via Catullo sullavia Orazio, le voragini di via Orsi, le spacca-ture frequenti di via Tasso, del viale Kennedy ,la grossa buca apertasi improvvisamente aFuorigrotta, che ha inghiottito quattro bam-bini i quali per miracolo sono stati salvat idopo ore di angoscia e di fatica . Questi epi-sodi, come scrivono i cronisti frettolosi, vann ocollegati ad altri apparentemente diversi, m atutti ugualmente riportabili ad un element ocomune: cioè essi sono la conseguenza inevi-tabile della stessa causa che ha un nome solo :la speculazione edilizia sfrenata che ha im-perversato nella città di Napoli . La morte d iuna bambina a Sant 'Anna delle Paludi, tra -volta dalle macerie della sua casa, la mortedi un uomo a Mater Dei sotto le pietre del su oalloggio crollato, la morte di 4 donne al Vo-mero per il crollo di un fabbricato in demoli-zione in via Scarlatti, di cui la Camera si ègià occupata nel maggio scorso, sono alcun iesempi; e potrei continuare con le citazioni ,ma mi fermo qui perché credo di avere giàdato sufficienti elementi per valutare anche l amisura del dramma umano nella tragicarealtà della Napoli di oggi .

Ma quali sono le cause ? Dov'è la radice d iquesti disastri ? Ormai su questo argoment oesiste anche una vasta letteratura . Tutti gl iinviati speciali hanno scritto colonne e co-lonne di piombo, ed ognuno sa ormai a me -moria che da millenni il sottosuolo di Napol iè sottoposto a manomissioni . Vi si sono sca-vati pozzi, tombe, si sono aperte cave e mi-niere per estrarne lapillo, tufo e pozzolana .Si sono costruite grotte, gallerie e trafori, in-cidendo profondamente le colline, senza nes-suna precauzione e misura di sicurezza .Quante sono le cavità, le grotte - piccole oimmense - del sottosuolo di Napoli ? Non esi -

ste una catalogazione precisa . Secondo noti-zie apparse sulla stampa, l ' istituto di geologiaapplicata dell'università di Napoli ne avrebb elocalizzate 360, ma moltissime altre sono not esolo attraverso la tradizione storico-letteraria ,e se ne ignora la esatta ubicazione. Napol ipoggia dunque su un terreno nel quale da ol-tre 4500 anni l 'uomo ha scavato: tutto il sotto-suolo è disseminato di cunicoli e tunnel ch elo rendono molto pericoloso . Tutto ciò avrebbedovuto certamente consigliare prudenza e ac-cortezza , in qualsiasi altra situazione, nellosviluppo della politica edilizia. Infatti gli ap-pelli (anche a Napoli) alla prudenza non sonomancati . Potrei citare Ferdinando IV di Bor-bone, che emanò a suo tempo un editto pe rdisciplinare gli sviluppi edilizi e impedire ul-teriori scavi di grotte nelle colline del Vo-mero e di Capodimonte . Ma le maggiori insi-die, secondo le opinioni pubblicament eespresse da autorevoli tecnici, provengono or anon tanto da naturali sprofondamenti de lsuolo, bensì dal deterioramento progressivodelle strutture di base della città, dagli stu-diosi definite « portanti » . Sono cioè sotto ac-cusa, in altre parole, primo, la caotica espan-sione edilizia e, secondo, l'inadeguatezza as-soluta della rete fognaria . Questi due elementi ,sommandosi, hanno letteralmente sconvolto i lgià precario equilibrio del sottosuolo napole-tano. Tutti sanno anche che l ' attuale rete fo-gnaria è stata realizzata sulle antiche oper eesistenti : la maggior parte di essa fu costrui-ta al tempo dei Borboni e nei primi anni de lsecolo . Non era destinata ad una città di 1 mi-lione e 300 mila abitanti . I grossi collettoriesplodono appunto perché non riescono a con-tenere il flusso crescente delle acque pluvial ie nere . Si determinano così infiltrazioni egrosse cavità, ed è comprensibile anche ad unprofano, signor ministro, che in queste con -dizioni un semplice acquazzone un po' pi ùviolento può provocare disastri, sprofonda -menti e - quel che è più grave - anch evittime.

Nonostante questa realtà a tutti nota, no-nostante gli appelli alla prudenza e all'ac-cortezza, a Napoli si ,è però continuato acostruire palazzine, grattacieli e palazzon iche hanno distrutto il verde e il panorama ,che hanno abbattuto i pini famosi, trasfor-mando le colline di Posillipo e del Vome-ro in una oppressiva muraglia di cemento .Qualcuno ha detto che venendo da Roma i ntreno, in prossimità di Napoli si ha l'impres-sione di avvicinarsi alla linea Maginot, tantocompatta è la muraglia di cemento costruit asul dorsale delle colline ! Dal 1958 al 1967 sono

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stati infatti costruiti 300 mila vani e oltr e50 mila ne sono stati autorizzati nel solo mes edi agosto del 1968, prevalentemente in quest azona collinare . La speculazione privata piùsfrenata non ha trovato ostacoli e ha godutoanzi sempre di protezioni e di appoggi pales ie occulti, ed ha potuto così violare ogni norm ae vincolo, guidata soltanto dalla legge de lmassimo profitto dal tornaconto personale ,dagli intrallazzi di carattere politico . Vastezone, una volta agricole o residenziali, co ngiardini e parchi, in grado perciò di as-sorbire o di far defluire più lentamente l eacque piovane, sono state irrimediabilment edistrutte; e perciò oggi si verificano più fre -quentemente che nel passato disastri e spro-fondamenti, dovuti proprio allo scoppio dell efogne .

Le responsabilità di questa situazione ?Le forze interessate all 'abnorme sviluppo edi-lizio hanno preso il sopravvento e dominanoormai incontrastate, vantando amicizie e pro-tezioni altissime a palazzo San Giacomo e aRoma. La loro azione coinvolge direttamentee indirettamente i più noti e potenti personag-gi della vita politica, accademica e ammini-strativa (è bene sottolineare) della nostra città .Ma chi sono veramente i responsabili ? S utanti giornali in ques t'e settimane sono appars ianche i nomi di costruttori che hanno fatto l aloro fortuna con lo sfruttamento intensivo de isuoli collinari, sottraendoli alla loro natural edestinazione agricola e paesaggistica . Sono no-mi di amministratori, taluni dei quali per leg-gerezza o incompetenza, altri per mancanz adi scrupoli o per cupidigia, prima monarchic ie poi di centro-sinistra, non hanno saput oostacolare, anzi in -moltissimi casi hanno tol-lerato e addirittura favorito questi intervent idi autentica pirateria . Sono nomi conosciut idalla magistratura, noti agli organi tutori d igoverno e alla pubblica opinione . Tutti i gior-nali ne hanno parlato . Si tratta della Immo-biliare, della Beni Stabili, che ha costruito igrattacieli di via Cilea, già chiusa al traffic operché pericolosa; della IMMOBILTIR, dell aMerol]a-Paderna, della impresa dell'ingegnerBrancaccio, segretario dell'Associazione co-struttori napoletani e proprietario dell aFIART di Bacoli, una fabbrica di motoscafi . . .

ALFANO. Lo hanno fatto cavaliere del la-voro !

AVOLIO . . . che recentemente ha licenziat oper rappresaglia 45 dipendenti mettendo asoqquadro un intero comune e provocando l agiusta reazione della popolazione, perché

questa fabbrica era stata impiantata non sol -tanto con i soldi del Brancaccio, ma con i lcontributo della Cassa per il mezzogiorno edell ' ISVEIMER. Sono i nomi dell ' impresaRusso e Scarano, di quella dell ' ingegner De-cina che ha ricoperto di grattacieli le fald edella collina che grava su Mergellina, desti -

nata a verde; dell ' impresa dell ' ingegner La-maro, inventore di quel famoso slogan « mil-le finestre sul golfo » che ha trasformato vi aPetrarca in un unico agghiacciante casermon edi cemento. Tutte queste imprese, onorevol icolleghi, erano tenute per legge ad eseguir ericerche geologiche nel sottosuolo prima di po-ter impiantare i loro cantieri, ad eseguire la-vori di difesa e di sistemazione . Ma tutti gl iimpegni obbligatori, codificati in norme dilegge o di regolamento, non sono mai stat irispettati e nessuno di questi signori ha ma ipagato, onorevole ministro, nessuno degli am-ministratori ha impedito queste piraterie, nes-suno insomma è mai andato a rendere i cont ialla giustizia per quanto è stato compiuto a

danno di Napoli .Ma queste difficoltà erano- note . Era stato

dato l'allarme già da molto tempo . In qualchemodo erano stati avvertiti i responsabili, per-ché questa domanda qualcuno se la è posta .

stato detto : e chi poteva prevedere ? Inve-ce erano stati avvertiti, l ' allarme era stato

dato per tempo .Anche qui dobbiamo fare un'analisi cor-

retta e precisa, perché anche a questo propo-sito molto si è scritto . Ci sono interi volum i

che si occupano della pericolosità della situa-zione geologica di Napoli . Certamente non

avrò il cattivo gusto di allungare il mio di-

scorso con prolisse citazioni ; mi limiterò sol-tanto a riportare alcuni elementi che dimo-strano come ciò che è accaduto e come quello

che potrà ancora accadere era stato previsto ,

che in qualche modo erano state indicate an-che norme rigide di comportamento per evi -tare quanto meno la maggior gravità del disa-stro che oggi ha colpito Napoli . Ma nessun o

ne ha tenuto conto .Senza andare troppo lontano, si può comin-

ciare a citare il rescritto borbonico (scusat ese ogni tanto dobbiamo citare i Borboni, m apurtroppo le poche cose che ancora funziona-

no nella nostra città e nella nostra provinci a

sono quelle fatte al tempo dei Borboni), con i l

quale veniva decretato il divieto assoluto d i

costruire a valle della zona della collina d i

corso Vittorio Emanuele . Quel documento –

me lo ricordo molto bene – fu alterato ai tem-pi dell'amministrazione Lauro, ma ne esiste -vano altre copie al Ministero dei lavori pub-

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blici, il quale non se ne è servito e non haimposto il rispetto di quelle norme . Si è cos ìcostruito senza posa, il cemento ha cancellatoi giardini e i parchi ; a valle di corso Vittori oEmanuele immensi grattacieli hanno detur-pato per sempre, ormai, quella che era unadelle più belle strade del mondo .

Vi .è stata, ad esempio, una relazione re-datta dall ' ingegner Cosenza ed inviata in data1° luglio 1967 al dottor Martuscelli, direttoregenerale dell 'urbanistica presso il Ministerodei lavori pubblici . In tale relazione si affer-ma (cito stralci comparsi recentemente sull astampa) : « Le masse tufacee delle colline pro-spicienti il golfo, dall 'altopiano di Capodi-monte allo sperone di Posillipo, poggiano s usottostanti banchi di materiale incoerente coninclinazioni talvolta superiori ai 45 gradi .Sono forate da numerose cave - di antico erecente sfruttamento - di materiale da costru-zione, attraversate longitudinalmente da quat-tro gallerie per strade di grande traffico ,indebolite da innumerevoli condotte e serbato idi acqua potabile, da manufatti di ogni di-mensione, da convogliamenti d 'acque pluvial ie fecali, alcuni realizzati coscientemente da ol-tre un secolo, altri improvvisati in epoca re-cente e recentissima . Occorre un interventoimmediato » - scriveva l'ingegner Cosenza ne l1967 - « la prossima stagione delle piogge po-trebbe già creare situazioni incontrollabili . Oc-corre sospendere ogni attività edilizia nell ezone di collina e ogni edilizia sostitutiva acarattere speculativo nel centro urbano, abro-gando con ogni mezzo qualsiasi convenzionespeciale » .

Sono passati due anni e nessuna conven-zione speciale è stata abrogata, mentre all eprime piogge di quest'anno sono cominciati inuovi disastri . Onorevole ministro, ho anchequi con me un documento ufficiale : il pianodei provvedimenti per la sicurezza di Napol ie la relazione dell'assessore ai lavori pubblic ialla giunta comunale che è del 1967. A pagi-na 8 di questo documento dattiloscritto, i ntesto originale, sono fatte alcune considera-zioni . Ne leggo soltanto qualcuna per sua me -moria, onorevole ministro . Parlando appuntodella situazione che si registra ai piedi dellacollina del Vomero e di Posillipo, questa re-lazione dice : « Qui caratteristiche morfologi-che e natura dei terreni sono analoghe aquelle già descritte per i quartieri Stella, Av-vocata, Monte Calvario, San Ferdinando . Lacorsa sfrenata alle costruzioni di nuovi fab-bricati e le nuove possibilità offerte dai re-centi mezzi di cantiere, vi hanno condott operò a sistemazione dei terreni con sbanca-

menti e rilevati di altezza solo eccezionalmen-te raggiunti nei vecchi quartieri . Per di più- continua la relazione - l'iniziativa privata ,precedendo nel tempo quella pubblica, ha im-pedito nella massima parte dei casi che all acostruzione di nuovi quartieri precedesse un aordinata sistemazione della viabilità e dell arete di fogne . Triste risultato di tale stato d icose è stato il rapido " ammaloramento "(l'espressione non è mia ma dell'estensore) su-perficiale della rete stradale, l'altrettanto ra-pido deterioramento delle fogne private e pub-bliche, il continuo moltiplicarsi di rottur edella rete idrica e, quel che più ha allarmatol'opinione pubblica, il susseguirsi di dissest istradali, di crolli di muri di sostegno, d iframmenti di pareti di scavo . E alla fine -così conclude questa parte della relazione -nella maggior parte dei casi, dissesti stradal ie crolli di muri vanno attribuiti all 'opera del -l 'uomo, ché trovano la loro ragione soltant onel mancato rispetto delle comuni norme d ibuona costruzione e in difetti di progetta-zione » .

Onorevole ministro, mi sembra che questosia un linguaggio assolutamente comprensi-bile anche ai profani . Mi sembra anche chequesta relazione contenga gli estremi neces-sari per un intervento rapido e deciso percolpire i responsabili, cioè coloro i quali nonhanno saputo fare rispettare le indicazion icontenute in questa relazione .

Ma vi è di più . Potrei citare, sempre traen-doli da questa relazione, il numero dei fab-bricati dissestati nella nostra città divisi pe ranno. Nel 1965 erano 1 .683, nel 1966 erano1 .438, nel 1967 erano 1 .552 . E potrei continuar edi questo passo. Erano state avvertite le au-torità di questa realtà, anche al di là dell anostra città ? Onorevole ministro, io l'ho giàdetto : queste erano cose note a tutti . Vi sonostati persino dei cittadini, dei partiti, degl i

uomini politici responsabili che hanno sen-tito il dovere di intervenire direttamente inquesta situazione . E anche noi abbiamo se-guito l'esempio di queste persone .

Perciò vorrei soltanto ricordare a lei, ono-revole ministro dei lavori pubblici, l'espost oinviato con lettera raccomandata n . 1703 a lministro dei lavori pubblici in data 20 feb-braio 1968, dal sottoscritto e da numerosi di-rigenti del mio partito, e nel quale erano in -dicati casi precisi di violazione di norme sta-bilite dalla commissione comunale edilizia ,che hanno provocato successivamente situa-zioni di pericolo nella collina del Vomero ein particolare attorno a San Martino . Ma an-

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che qui non vi è stata alcuna presa di posi-zione .

Potrei citare il fatto che per Napoli l'am-ministrazione comunale è impegnata a costrui-re cunicoli per i sottoservizi per oltre 482

strade, che sono interessate quindi ad un in-tervento non più procrastinabile. Non credoperò che sia il caso di allungare ulteriorment equeste mie citazioni .

Desidero soltanto aggiungere qualche con-siderazione più precisa relativamente ai pro-blemi del sottosuolo di Napoli. Ella certosaprà, onorevole ministro, come sanno tutt ii colleghi, soprattutto quelli della nostra città ,che vi è stata una commissione municipal ela quale si è occupata precisamente di quest iproblemi. Questa commissione ha pubblicatoun volume nell'ottobre 1967, dal titolo : I lsottosuolo di Napoli, nel quale venivanoportati a conoscenza della cittadinanza i risul-tati di quel lavoro .

Ebbene, tra le raccomandazioni di carat-tere generale, in questo documento troviamoa pagina 16 le seguenti parole : « Inoltre perle zone del Vomero alto (Arenella, Pigna ,San Giacomo dei Capri, Camaldoli), versantedella collina vomerese che parte dalle diret-trici via Cirea, corso Europa, via Tasso escende al corso Vittorio Emanuele, già urba-nizzate e tutte gravitanti sulle collettrici d ivia Tasso, via Aniello Falcone e corso Vitto -rio Emanuele, attualmente insufficienti, l acommissione richiama l'attenzione dell'am-ministrazione sulla opportunità di contenereivi lo sviluppo edilizio e di soprassedere a l

rilascio di licenze di costruzione fino a quan-do non saranno state eseguite le opere neces-sarie e idonee per sanare le deficienze stati -che e funzionali che oggi si constatano . La

commissione, per quanto riguarda la sistema-zione integrale della rete fognaria, ravvis al'inderogabile necessità, al fine di garantirela pubblica incolumità, del più immediat o

intervento operativo da parte della pubblic aamministrazione » . Potrei continuare, ma tra -lascio per ragioni di brevità .

Onorevole ministro, come si vede gli av-vertimenti non sono mancati, ma si sono cal -pestati ugualmente a Napoli i diritti della na-tura, ignorando le caratteristiche fisiche dellezone e le stesse vicende storiche della città ,con la conseguenza di provocare una reazioneinevitabile, del tutto coerente e prevedibile ,della natura stessa di fronte al modo com esono state selvaggiamente calpestate le su eleggi . Responsabilità pesanti esistono ; essevanno addebitate agli organi comunali (giun-ta, .commissione edilizia, ufficio tecnico), agli

organi statali, sì, di controllo (provveditoratoalle opere pubbliche e sovrintendenze ai mo-numenti e alle gallerie), a quanti altri ave -vano l ' obbligo ed il dovere preciso di inter -venire e non l'hanno fatto .

Ma questo è potuto accadere anche perch éesponenti autorevoli, molto autorevoli dei par-titi di maggioranza non hanno mai avvertit ol 'esigenza elementare di combattere, di con-trastare a viso aperto la speculazione edilizia ,di ostacolare con tutti i mezzi la definitivadegradazione urbanistica della città . Ho il do -vere preciso di rilevare in questa sede (e v iprego di credermi, onorevoli colleghi, lo fac-cio senza alcun particolare compiacimento esenza malizia) che su alcuni organi di stampasi sono fatte in proposito amare considerazio-ni . Così un giornale del nord ha nei mes iscorsi rilevato sia pure con amarezza che « ne lrecente processo contro alcuni amministrator idi Capri rinviati a giudizo per certi episod idi edilizia accaduti nell'isola, abbia figurat otra gli altri difensori un deputato democri-stiano in carica da molte legislature » .

E non mette conto valutare – per il sens oche hanno e debbono avere le nostre conside-razioni – l'esito di quel processo . Lo stessogiornale si è poi meravigliato che il figlio d iun ministro democristiano in carica abbia rap-presentato gli interessi di una società immo-biliare che ha tentato di portare avanti, e pe rmolti versi ci è riuscita, il progetto di lottiz-zazione di una delle località più suggestiv edella penisola sorrentina, in contrasto, fra loaltro, con norme precise della legge-ponte .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici . Qualè questa località ?

AVOLIO . Massalubrense, onorevole mini-stro .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici. Ilavori sono stati sospesi da me .

AVOLIO . Ho detto che per molti aspett ivi è riuscita, non ho detto che ha completa -mente realizzato il progetto . Queste cose sonosu tutti i giornali .

E queste, onorevoli colleghi, sono conside-razioni che vogliono soltanto mettere in primopiano – onorevole ministro, non sfuggiamo pe rla tangente – un problema preciso, che è que-sto . Una situazione come quella di Napoli im-pone a tutti il dovere di combattere aperta-mente, in modo che la gente capisca che l asi combatte veramente, la speculazione edi-lizia .

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Questi sono i rilievi che vogliamo fare .Non vogliamo fare il processo alle intenzioni .Non vogliamo far carico ai colleghi di u ncomportamento che riguarda soltanto la lor ocoscienza. Ma noi, come uomini politici, d ifronte al dramma che attraversa la nostracittà, abbiamo il preciso dovere di indicareche questo è il problema; che molti uomin idella democrazia cristiana non hanno avver-tito questa esigenza elementare di farsi pala-dini della lotta contro la speculazione edilizia ,per poter dare l ' impressione alla gente ch enon si volevano appunto far passare certe so-luzioni, che si intendeva provvedere ad unosviluppo diverso della nostra città .

Questi rilievi – lo debbo ripetere – non na-scondono alcuna maliziosa intenzione . Tutti icolleghi sanno che ; proprio perché questi fatt isono accaduti, abbiamo potuto leggere su u ngiornale che si pubblica al nord un articoloche era intitolato con queste parole : « Ventianni di amministrazioni corrotte hanno mas-sacrato una città . Da Lauro ai Gava i ladr idi Napoli » .

Onorevole ministro, questo è il problemadi fronte al quale ci troviamo . Gli urbanisti ,i tecnici, gli ingegneri, con pochissime ecce-zioni a tutti note, hanno ubbidito o hanno tra-scinato chi aveva il potere verso la specula-zione edilizia. Così si è seguito soltanto il cri-terio del massimo sfruttamento delle aree ; lebellezze di Napoli sono state distrutte per sem-pre, e quella che una volta era una delle piùbelle città del mondo, per la quale era statoconiato il detto « vedi Napoli e poi muori » ,è diventata oggi una delle più brutte cittàsulla faccia della terra .

Onorevoli colleghi, oggi la situazione d iNapoli è caratterizzata dalla drammaticità de iproblemi della casa, dei trasporti, della scuola ,delle attrezzature sociali ; problemi che fannotutt'uno con quelli ugualmente gravi del la-voro, di più alti salari, della creazione di nuo-ve e vitali strutture industriali e produttive ,legate strettamente all 'esigenza di piena e to-tale utilizzazione di tutte le risorse material ie umane disponibili .

Qual è, onorevoli colleghi, la situazion esociale ed economica della città di Napoli ?Non voglio certamente approfittare di quest aoccasione per fare un ' esposizione lunga dellarealtà sociale ed economica della città di Na -poli e provincia, ma mi corre l ' obbligo pre-ciso di fornire almeno alcuni elementi essen-ziali di giudizio che convalidano l'affermazio-ne secondo la quale Napoli oggi è una citt àin progressiva decadenza non soltanto sul pia -no urbanistico, ma anche su quello culturale,

su quello economico e su quello produttivo .Nel 1951 la provincia di Napoli si classificav aal cinquantesimo posto nella graduatoria del-le province in base al reddito prodotto pe rabitante; nel 1968 è scesa al cinquantaquattre-simo posto : 478.886 lire, numero indice 84,pari alla metà circa di quello di Milano, cheregistra rispettivamente 979 .978 lire, numeroindice 171,9. Fatta uguale a 100 la media na-zionale, risulta che il reddito di Milano è pi ùalto di circa 72 punti, mentre quello di Napol iè inferiore di ben 16 punti . Napoli ha il mag-gior numero di disoccupati ufficiali fra l egrandi città italiane, oggi : oltre 90 mila, cioèil 10 per cento del totale nazionale . A ciò bi-sogna aggiungere le migliaia di lavoratori sot-toccupati, che figurano sotto la voce « atti-vità terziarie » e che invece, praticamente ,sono anch'essi dei disoccupati . Dobbiamo ag-giungere inoltre coloro che lavorano a sotto -salario . La struttura produttiva della città èfragile e, in generale, senza serie prospettive .Su un totale di 20 .500 aziende, più di 20.000risultano registrate alla Camera di commer-cio con meno di 50 addetti ; accanto ad un pic-colo numero di grandi imprese, soprattutto apartecipazione statale, ed a un numero rela-tivamente esiguo di imprese medie, esiston omigliaia di imprese « nane », che vivono so-prattutto perché speculano sulla pelle dei la-voratori attraverso il sottosalario, l ' evasionedegli obblighi normativi e contrattuali e dell enorme previdenziali e assistenziali .

In questa realtà, insediamenti industrial idi notevoli dimensioni come ora l ' Italsider d iBagnoli, con oltre 6 .500 dipendenti, o com esarà l 'Alfa-sud, quando potrà lavorare a pieno

ritmo, non possono essere considerate lev ecapaci di determinare i necessari effetti dif-fusivi di attività industriali collaterali, capa-ci, cioè, di modificare la base dell'attuale si-stema produttivo ed economico napoletano . Aquesto proposito va rilevato, infatti, che s ucirca 17 mila nuovi posti di lavoro creatinelle industrie campane, massimamente con -centrati nella zona di Napoli, fra il 1966 e i l1967, solo duemila appartengono all'industri amanufatturiera : il resto è stato assorbito ,prevalentemente, dall'edilizia, cioè dal settor emassimamente speculativo, dal settore che h aattirato troppi imprenditori spinti solo da lmiraggio di facili ed enormi guadagni senz acorrere troppi rischi .

Il recente rapporto del comitato regional eper la programmazione ha fornito dati moltosintomatici della situazione di recessione d iNapoli e della Campania : l'occupazione in-dustriale, ad esempio, è diminuita solo nel

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1968 di ben 23 mila unità . Un altro elementoè quello relativo all'incremento della popo-lazione. Napoli è oggi la terza città d'Italiadopo Roma e Milano ; ma fra i maggiori cen-tri urbani è quello che, dal 1951 ad oggi, haavuto un minore aumento di popolazione ; loincremento è dato soltanto dall'eccedenza frale nascite e le morti . Napoli non solo non èpiù meta di correnti immigratorie, ma d aqualche anno, addirittura, alimenta il feno-meno dell ' emigrazione, anche se in forme an-cora molto ridotte e non allarmanti . Ciò co-stituisce, tuttavia, un sintomo significativodella decadenza e dello scarso progresso, ch esi collega sia alla debole struttura industrial esia anche alla situazione dell'agricoltura che ,pur registrando punte altissime di reddito pe rettaro (in alcune zone intensive orticole s iarriva a ben 2 milioni all ' anno per ettaro, ci -fra certamente fra le più alte del mondo), perquanto concerne invece la remunerazione de llavoro registra una media che non supera l e1000 lire al giorno per addetto, secondo lerecenti stime dell'osservatorio agrario dell auniversità di Portici .

Napoli è, dunque, una città di gravi squi-libri : è questa la conclusione da trarre e chenoi qui portiamo all'attenzione di tutte l eforze politiche nazionali . Napoli, simbol odella realtà meridionale, rivela come, a circ aventi anni dall 'approvazione delle primeprovvidenze a favore del Mezzogiorno, il di -vario fra nord e sud non sia attenuato, matenda ad accentuarsi ancora di più . Le ra-gioni dell'efficienza, che rappresentano il Van- 'gelo del patronato pubblico e privato, risul-tano in contrasto sempre più violento co nquelle del riequilibrio, confermando così l avalidità e la giustezza della nostra posizionesecondo cui i problemi delle zone, delle re-gioni, dei settori ad economia sottosviluppat anon si possono risolvere in modo organico edefinitivo attraverso leggi speciali o interventistraordinari . Per Napoli, ciò è ampiamentedimostrato dalla inefficacia assoluta dei nu-merosi provvedimenti speciali approvati da lParlamento. L'onorevole Compagna lo ricor-derà bene : questi provvedimenti sono stat i47, dal primo approvato nel 1881, fino all'ul-timo del 1959 . Tutti questi provvedimenti nonsono riusciti a modificare neanche di poco larealtà difficile della situazione napoletana .

Già l 'onorevole Nitti rilevava, a commentodi una di queste leggi, che la depressione d iNapoli non dipende da cause locali, ma è uneffetto di cause generali, e che essa non puòperciò aggravarsi senza costituire un pericol onazionale .

Noi ribadiamo perciò, onorevoli colleghi ,in questa circostanza con maggior forza ciòche andiamo ripetendo in questi anni . Per ri-solvere i problemi di Napoli, per eliminare i ldivario fra nord e sud, occorre incidere sullestrutture economiche di tutto il paese, spez-zare cioè il condizionamento monopolistico ,causa dello sviluppo ineguale della nostra so-cietà, sostituire all'attuale meccanismo di svi-luppo basato sul profitto quello basato sul-l'interesse della collettività . 'E questa una li-nea in contrapposizione alternativa a quell adella maggioranza e del Governo . Proprio perqueste ragioni però la nostra battaglia per i lrinnovamento delle strutture deve trovare etrova oggi nella realtà napoletana e in quell ameridionale un suo importante punto di for-za, una leva che noi dobbiamo adoperare edadopereremo con sempre crescente impegno ,per far esplodere l'attuale situazione e im-porre delle scelte adeguate alla drammaticarealtà che ci sta di fronte . La classe operaia ,i contadini, gli studenti, sono le forze prin-cipali che stanno conducendo questa batta -glia a Napoli ; le grandi lotte sindacali i ncorso, il loro carattere ampiamente unitario ,il valore politico degli obiettivi che si pongo -no, che vanno ben oltre i problemi stretta -mente rivendicativi, le esperienze di costru-zione di forme e strumenti nuovi, di parteci-pazione e di autogoverno delle masse nell afabbrica e nei quartieri, dimostrano che cre-sce la coscienza politica, e matura e si f apiù forte la volontà contestatrice dell'attual eassetto economico e politico del nostro paese .L'unità degli operai, dei contadini e degl istudenti, si realizza a Napoli, come in tuttoil paese, intorno a precisi obiettivi, che sonoquelli della piena occupazione, di più alti sa -lari, di una scuola libera e aperta a tutti ,della casa come servizio sociale, del serviziosanitario, della prevalenza del trasporto pub-blico su quello privato, di una nuova organiz-zazione della città, fatta a misura dell'uomo ,in funzione di un miglioramento general edella condizione dei lavoratori, cioè per con-trastare le tendenze di sviluppo che sono i natto nel nostro paese .

Per questa ragione, onorevoli colleghi eonorevole ministro, gli operai, i contadini egli studenti pongono oggi chiaramente pro-blemi di potere, suggeriscono forme nuove edirette di controllo, per contare di più e pe rdecidere nella fabbrica e nella società . Questoè il significato assunto dallo sciopero general eproclamato dalle tre organizzazioni, che s isvolgerà a Napoli domani e del quale ho giàparlato . La classe operaia, dunque, non è ras-

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segnata, ma lotta e si batte per cambiare l ecose, per assegnare a Napoli un ruolo trai-nante per lo sviluppo di tutto il Mezzogior-no, stabilendo un rapporto organico fra l elotte rivendicative e sindacali nelle fabbrich ee le iniziative e l'azione per il rinnovamentodelle strutture urbanistiche della città . Vi èun rapporto innegabile, che le masse con i lloro intuito oggi hanno pienamente indivi-duato, tra la fragilità dell'apparato produtti-vo industriale e la sua organica debolezza ,che è funzionale alle tendenze di sviluppo de lcapitalismo oggi in Italia, e lo sfasciume dellestrutture urbane e civili della città . Perciòoggi, nelle lotte dei lavoratori, accanto ai tem idell'occupazione (leva principale per spezza-re la linea del capitalismo), di più alti salari ,di migliori e più salubri condizioni di lavoronelle fabbriche, confluiscono, in modo del tuttonaturale, i temi dei trasporti, del fitto, dell acasa, della scuola, in definitiva di nuove esi-genze di sviluppo della città, che deve cre-scere non secondo visioni studiate a tavolino ,ma in rapporto con questi problemi concret ie indifferibili .

Di fronte a queste esigenze, quali sono l eproposte della classe dirigente napoletana ?Anche questo è un tema che noi non possiamotrascurare in un simile dibattito . Qual è i lmodello di sviluppo che viene proposto a Na-poli dai gruppi di comando dell'economia ,dalla intellighentia, dai gruppi politici ? I lpiano regolatore nuovo ,è in discussione orma idavanti al consiglio comunale . Devo qui ri-cordare agli onorevoli colleghi che il regola -mento edilizio vigente a Napoli ancora oggi èquello del 1935 ; il piano regolatore ancora vi -gente oggi è quello del 1939 . Io non voglioricordare qui (lo hanno già fatto l'altro gior-no l'onorevole Caprara e, in parte, l 'onore-vole Compagna) le vicende del piano regola-tore elaborato subito dopo la liberazione pe rincarico dell'amministrazione democratica daun gruppo di tecnici guidati dall'ingegne rLuigi Cosenza .

Questo è ormai purtroppo un capitolochiuso. Si occuperanno gli studiosi di stabi-lire i suoi punti di validità per lo svilupp odi una Napoli moderna. Non vale nemmenoricordare qui le vicende negative del pianopreparato dall 'amministrazione Lauro, pub-blicato nel 1958 . Era un piano assurdo ch eil Consiglio superiore dei lavori pubblici boc- -ciò nel 1962. Nel frattempo, però, le cose nonsono rimaste ferme, onorevole ministro . Nelfrattempo, con la gestione commissariale de -gli anni 1960-1962, vennero approvate le va-rianti al piano del 1939, che hanno permesso

le più grosse speculazioni edilizie di cui c istiamo occupando, raggiungendo indici d idensità che superano le 2 mila persone pe rettaro, in alcune zone tra le più belle e pa-noramiche della città come Posillipo, il Vo-mero, l 'Arenella e i Ponti Rossi . Due milaabitanti per ettaro, onorevole ministro !

Parliamo dunque del nuovo piano regola-tore, che dopo lunghe e fortunose vicende èstato presentato finalmente all ' esame del con-siglio comunale . Qual è il concetto base, qualè il criterio informatore di questo piano ?Sulla vecchia proposta di espansione dell acittà verso nord-est, con la prospettiva di un aorganica ristrutturazione di un vasto com-prensorio, che va da Aversa ai monti Lattari ,si sono inseriti una serie di elementi contrad-dittori che hanno reso questo piano inaccet-tabile, come,. per fare qualche esempio, l afunzione terziaria delle aree del centro, la va-lorizzazione di infrastrutture (vedi la tangen-ziale) che accentueranno inevitabilmente losviluppo urbano lungo tutto l'arco delle col-line verso le zone occidentali, in netto con-trasto con il voto del Consiglio dei lavori pub-blici del 1962 che escludeva lo sviluppo diNapoli verso i Campi Flegrei .

A queste carenze di fondo, che noi denun-ciamo oggi qui, come abbiamo già fatto nellacittà, vanno aggiunti obbligatoriamente altr irilievi critici che sono: l'inconsistenza delleipotesi di sviluppo del piano per l'assolutamancanza di qualsiasi coordinamento regio-nale, l'acquisizione di tutte le scelte dispa-rate e contraddittorie già compiute dai grup-pi dominanti e inserite nel piano fino a svuo-tarlo di ogni organica consistenza .

Vorrei fare alcuni esempi molto brevi . Latangenziale è stata varata come variante al

piano del 1939; il piano regolatore del con-sorzio per le aree di sviluppo industriale èstato fatto prima di quello territoriale di coor-dinamento ; l'insediamento dell'Alfa-sud èstato deciso indipendentemente da qualsias i

valutazione di quella che era la linea di svi-luppo del piano di Napoli . Per il centro an-tico, limitato all'area della città greco-roma-na, è prevista la « qualificazione terziaria e

quaternaria », ma non è dato sapere come ciòsi realizzerà, visto che oggi siamo in presenzadi un assoluto depauperamento di questi cen-tri e anche quelli che esistevano, come ilFORMEZ, si sono trasferiti a Roma, mentr edal centro antico vengono trasferiti l ' univer-sità, il policlinico, che si sta costruendo a icolli Aminei, il tribunale ed altri important i

uffici in base a decisioni prese fuori del piano ,in contrasto col piano, che il piano soltanto

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oggi si limita a recepire e a codificare com escelte compatibili con gli orientamenti di svi-luppo della nostra città .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici .Onorevole Avolio, di questo discuterà il con-siglio comunale .

AVOLIO . No, signor ministro, non sonoaffatto d 'accordo con lei : queste cose le dob-biamo dire qui. Il consiglio comunale, comedirò più avanti, non è competente a fare que-ste discussioni .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici. I lconsiglio comunale ha questa competenza .

AVOLIO. Il consiglio comunale è già sca-duto, onorevole ministro dei lavori pubblici .Queste sono linee che hanno un diretto colle-gamento con i problemi di cui ci dobbiam ooccupare . Onorevole ministro, come potrà le irisolvere i problemi dello sfasciume di Na -poli, se non conosce su quali linee quest osfasciume è avvenuto e quali sono gli obiet-tivi che si pongono per risolvere questi pro-blemi ?

Mi meraviglio, onorevole ministro, ch eella mi abbia fatto questa interruzione . Io stoesattamente nel tema ed esercito il mio di -ritto di esprimere quella che è la nostra valu-tazione di questi problemi . Poi sentiremo checosa ella è in grado di dire ! Già molte accusenoi abbiamo elevato in quest 'aula e tutti sonorimasti ammutoliti . Noi vogliamo avere que-ste risposte. Se non ci saranno date qui, l epretenderemo con l 'azione che svilupperemonel paese . Mi lasci continuare, perché quest ecose le debbo dire, ella deve ascoltare, ono-revole ministro dei lavori pubblici, perch ésono questi i problemi di fondo che riguar-dano lo sviluppo della città di Napoli .

Troppo comodo sarebbe sfuggire per l atangente e dire che noi ci dobbiamo occuparesoltanto dei crolli, dobbiamo soltanto parlaredelle fogne che sono saltate ! Ma dove e per -ché sono saltate lei deve sapere, e lo può sa -pere soltanto se noi, appunto, fermiamo l anostra attenzione su questi problemi !

Il centro dei quartieri spagnoli, di cui par -lavo prima, nel piano è posto in una situa-zione privilegiata, perché corrispondente al -l'attuale centro amministrativo e commer-ciale di Napoli, ma esso si troverà in nettocontrasto con lo sviluppo della città a nord -est, aumentando la congestione dell'area cen-trale urbana .

Deve essere anche rimarcato il modo nondemocratico della elaborazione delle proposte ,che risultano ora fúnzionali soltanto agli in-teressi dei gruppi economici più forti, chedominano la città . Questo piano in definitiva ,onorevoli colleghi, come è stato già rilevato ,trasforma Napoli in una città di servizi . Quisi appuntano le nostre critiche e i nostri ri-lievi . I gruppi di intellettuali e tecnici chehanno lavorato attorno a questo progetto han -no in pratica codificato, anzi esaltato il ruol odella Napoli parassitaria. Questo è il riliev ocritico che noi vogliamo fare ! Rendere Na -poli città di servizi significa codificarne i lruolo parassitario . Esso è la dimostrazione d icome la classe dominante napoletana e na-zionale intende subordinare tutto lo svilup-po futuro della città ai propri interessi. I lnostro partito ha rilevato già anche pubbli-camente, e li ha denunciati, la natura ed i lcarattere classista di questo piano regolatore ;carattere classista che è dimostrato, tra l 'altro ,da alcuni esempi che io mi permetto di ri-chiamare alla vostra attenzione. Primo : dalprogetto di ristrutturazione di alcuni quartie-ri popolari (Porto, Toledo, Pallonetto, BorgoSant'Antonio, Borgo Loreto) con la conse-guente espulsione dei loro abitanti verso nuo-vi ghetti, alla periferia ; si tratta di circa 300mila persone : un nuovo esodo biblico, ono-revole ministro dei lavori pubblici, senza al -cuna garanzia e senza alcuna prospettiva pe rquello che sarà l'avvenire di queste persone .Secondo : dallo smembramento delle sedi uni-versitarie, che è tale da determinare la im-possibilità di una formazione culturale e pro-fessionale critica in quanto opera la scissio-ne anche fisica tra le facoltà umanistiche ele facoltà scientifiche, localizzate le prime ne lcentro storico e le altre alla periferia . Terzo :dallo schema di viabilità, che riconferma l asubordinazione dal trasporto pubblico a quel -lo privato (il caso della tangenziale, che èanche l'esempio tipico della simbiosi e inter -dipendenza tra la funzione del capitale pub-blico e gli interessi privati, ai danni di quell idella collettività ; attorno alla tengenziale èstata perfino eliminata la fascia di rispetto d i200 metri che era stata prevista, così come c iè stato recentemente confermato da alcuni au-torevoli esponenti della giunta municipale) .Quarto : dalla mancata apposizione del vin-colo di inedificabilità assoluta - vede, onore-vole ministro, come siamo arrivati al punto !- per tutte le zone che hanno caratteristich edi bellezza naturale e dalla sanatoria gene-rale prevista per tutte le costruzioni illegitti-me, rinunciando a priori alle sanzioni pecu-

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viarie, con le quali almeno si sarebbero repe-ril,i fondi da mettere a disposizione della col-lettività per l 'acquisizione di aree da destinar ealla creazione di aree verdi e ad attrezzatur eper la vita associativa .

Devo qui confermare, onorevoli colleghi ,che il nostro partito ritiene questo piano re-golatore una tragica beffa a danno dei citta-dini napoletani . Noi, perciò, chiameremo ilavoratori a sviluppare, nei . luoghi di lavoroe nei quartieri, la lotta perché questo proget-to classista e mistificatore del centro-sinistr asia respinto ; impegnamo i nostri militanti apromuovere la costituzione di comitati unita-ri di quartiere, nel perseguire l'intento di im-pedire l ' approvazione di questo piano.

A me corre anche l'obbligo preciso, ono-revole ministro e onorevoli colleghi, di con -fermare che noi non riteniamo il consiglio co-munale attualmente in carica abilitato ad ap-provare un documento così importante e deci-sivo per l ' avvenire di Napoli . Questo lo dob-biamo dire qui, nel Parlamento della Repub-blica ! E vogliamo anche chiarire, onorevol icolleghi - non ce ne sarebbe forse bisogno ,ma è meglio evitare le false interpretazion ie rendere più esplicita e precisa la nostra po-sizione, in modo che risulti a tutti evidente -che questa nostra critica di fondo al consigliocomunale esclude, naturalmente, l'opposizio-ne, che è rappresentata in questo momentosoltanto dai consiglieri del partito comunist aitaliano, i quali hanno sempre difeso gli in-teressi e le prospettive della città in modo coe-rente e deciso .

La nostra critica investe però la maggio-ranza, i partiti che la compongono e che dan-no vita alla giunta municipale. Questa mag-gioranza è oggi giunta alla fine del suo man -dato, onorevole Compagna, e resta in caricasolo per effetto di una legge eccezionale chene prolunga l 'attività ; può svolgere perciò ,a nostro giudizio, soltanto ordinaria ammi-nistrazione . Essa non può arrogarsi il diritt odi rappresentare le opinioni e la volontà del-la maggioranza della cittadinanza napole-tana, la quale tra l 'altro, per chi non se n efosse accorto, per, chi non avesse seguito gl iavvenimenti, si è espressa il 19 maggi oin modo politicamente difforme, in modo se-riamente difforme, da quello che è rispec-chiato dalla composizione del consiglio comu-nale. Noi contestiamo perciò il diritto diquesta maggioranza di approvare il pian oregolatore. I cittadini di Napoli debbono es-sere i protagonisti di questa opera, debbon oessere chiamati a pronunciarsi direttamente .Ecco perché noi avevamo chiesto fin dallo

scorso anno le dimissioni del consiglio e l ' in-dizione di nuove elezioni. Ci rendiamo con-to che oggi tale richiesta non è più realiz-zabile, perché è stata approvata la legge ch esposta le elezioni alla primavera del 1970 .Ebbene, sia il nuovo consiglio comunale, con-fortato dal giudizio espresso dal voto popo-lare sulle proposte concrete del piano regola-tore, a decidere delle sorti e dell'avvenir edella città di Napoli . A questo proposito si fan -no varie obiezioni . Mi sia permesso di dar equalche risposta .

Le ha fatte l'altro giorno l'onorevole Com-pagna, le fanno i compagni del partito socia -lista italiano, i quali affermano che il pian oregolatore è lo strumento atto a bloccare l a

speculazione edilizia oggi . Io non credo, ono-revoli colleghi, che questa sia l 'unica armaa nostra disposizione . Altre ve ne sono . Occor-rono solo coraggio e volontà politica decisa .Ma proprio questo manca alle forze che vo-gliono svolgere solo a parole una funzion ecritica all'interno del centro-sinistra . Pensoai socialisti che, per essere coerenti, da tem-po avrebbero dovuto a Napoli voltare le spal-le ai vantaggi che derivano dal fare parte del-la giunta insieme con la democrazia cristiana ,egemonizzata dai Gava, per potersi collega-re in modo organico e diretto con il movimen-to reale che va in una direzione completa -mente opposta a quella nella quale si muov e

la giunta . Ma queste forze che fanno oggi l apolemichetta, onorevoli colleghi, sulle que-stioni delle licenze rilasciate nel mese di ago-sto per darsi un lustro e per guadagnarsi un averginità definitivamente perduta, non vo-gliono condurre l 'opposizione al piano rego-latore, che sarebbe, a nostro giudizio, la sol a

azione politicamente seria e responsabile oggi .

Questo piano regolatore, a nostro avviso ,mira al consolidamento delle attuali posizion idi potere ed è in contrasto con la prospettiva

di ordinato sviluppo della città e della provin-cia, nell'interesse prevalente dei cittadini e

dei lavoratori .Il PSIUP ritiene di dover respingere le il-

lazioni fatte a questo proposito dal collegaCompagna, secondo il quale vi sono una de-stra urbanistica e una sinistra perfezionistic ache entrambe « milazzianamente », come h aindicato l'onorevole Compagna, congiurereb-bero contro il piano per contrastarne l'attua-zione. Ai danni di Napoli c 'è una sola forzache congiura, onorevole Compagna, onorevol icolleghi, ed è quella dei gruppi di comand opubblici e privati dell ' economia, della specu-lazione edilizia, contro la quale si deve con-durre la lotta, che deve avere per obiettivo

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scelte diverse ed opposte rispetto a quelle pre-viste dal piano regolatore .

Coloro i quali dicono che il piano regola-tore deve essere approvato, sia pure con qual -che apporto migliorativo, sono poi coloro iquali manifestano sfiducia completa in ogn iprospettiva di cambiamento della condizion edi Napoli ed invocano l ' intervento di forzeesterne. L' onorevole Compagna si è vantatodi aver sempre parlato male di Napoli e de inapoletani, e ha fatto certamente opera sag-gia e meritoria, che va proseguita con mag-giore coerenza contro l ' imperversare del pro-vincialismo e del qualunquismo, anche sul-la stampa cittadina, non ancora completa-mente liberata dall ' influsso negativo borbo-nico e scarfogliesco, come l 'onorevole Com-pagna l'ha definito . Mi permetto però di ri-levare un solo errore : quello di accomunarenella condanna indifferenziata gli oppressi egli oppressori . Ecco il punto negativo di que-sta posizione . Da qui nasce la posizione di sfi-ducia di quelle forze nella possibilità di cam-biare le cose dall ' interno e l ' incapacità di in-dividuare le forze che sono invece disponi -bili per una battaglia di rinnovamento realedella situazione di Napoli e di tutto il nostr opaese .

Ma queste forze, onorevoli colleghi, a Na -poli esistono : sono gli operai delle fabbriche ,gli studenti, i contadini, i tecnici e gli intel-lettuali, che intendono legare il proprio av-venire a quello di un cambiamento profond odella condizione economica, sociale e politic adella città . A queste forze noi intendiamo ri-chiamarci, perché le consideriamo le sole pro-tagoniste della lotta contro la stabilizzazion edel potere, sia sul piano locale sia su quell onazionale. Solo queste forze, sane, giovani ,possono costituire l 'elemento di rottura dei no-stri mali atavici, mettere a nudo la vacuità el 'anacronismo di certe posizioni culturali, pi ùo meno retoriche o folcloristiche, che ancor asono considerate un punto di forza per difen-dere i « sacri diritti » della città. Solo quest eforze, con la loro carica ideale, con la lor ocoscienza politica e di classe, possono spezzar etutti i vecchi condizionamenti del provinciali-smo : la « napoletanità », come si dice, il sol ee il mare, Piedigrotta, la canzone, i principidell'allegria e della contentezza obbligatori aper i napoletani . Gli intellettuali, i tecnici, gl iurbanisti, quelli non legati agli intrallazzi ,alle manovre del sottogoverno e degli appalti ,quelli che riconoscono la necessità e l'urgenzadi questa battaglia che conduce la classe ope-raia, debbono stabilire un rapporto più strett ocon essa, per fare di Napoli una città « viva »,

che marci al passo con i tempi . Chi dice, dun-que, che Napoli tace è in errore . Anche a Na-poli è in atto un forte movimento, operaio ,popolare, studentesco, di protesta e di lott aper una soluzione avanzata dei problemi dellacittà e di tutta la società italiana . Anche a Na-poli si costruiscono strumenti nuovi di demo-crazia e forme nuove di aggregazione sociale .La soluzione organica ai problemi del nostrotempo può venire soltanto dal socialismo . E lanostra lotta, la nostra battaglia come sociali-sti di unità proletaria, a Napoli come in tuttoil paese, è orientata verso questo obiettivo . Maa coloro che ci domandano che cosa propo-niamo noi oggi, rispondiamo in modo preciso :primo, misure di carattere urgente e straordi-nario, per far fronte, con mezzi adeguati, all asituazione drammatica odierna e per creare l econdizioni minime di sicurezza che possan oallontanare le minacce di disgrazie maggior iper il futuro; secondo, energici provvedimentiper arrestare l'irresponsabile politica di svi-luppo edilizio intensivo e caotico che ha pro-vocato, specialmente nelle zone collinari, un asituazione di permanente e incombente peri -colo per l'enorme sovraccarico che grava ormaipesantemente sul sottosuolo, non più idoneoa garantire l'incolumità pubblica per le pe-ricolose deficienze idrauliche e statiche regi-strate; terzo, provvedimenti per accertare, co ntempestività e rigorosità, le responsabilit àpubbliche e private in relazione a tale gra-vissima situazione ; quarto, provvedimenti peraccertare la situazione, egualmente grave epericolosa, che si registra in zone important isia a nord (Casavatore, Casoria, Afragola, Po-migliano, Frattamaggiore, Grumo Nevano) ,sia a sud (Portici, Ercolano, Torre del Greco ,San Giorgio a Cremano, Pozzuoli, Bacoli, Sor-rento, Ischia e Capri) della provincia di Na -poli, ove già si sono verificati allagamenti ,crolli e devastazioni del panorama, aggravan-do la situazione generale di dissesto, e intac-cando seriamente ogni prospettiva di ordinat osviluppo urbanistico e territoriale ; quinto, non

limitare l'indagine disposta agli ultimi mes io agli ultimi anni, per ciò che concerne l eresponsabilità della pubblica amministrazione ,sia comunale sia statale, né circoscriverla a l

solo territorio della città di Napoli – essendoinnegabile e palese la connessione oggettiv a

tra la situazione napoletana e quella dei co-muni della fascia costiera, delle isole e del-l'immediato Hinterland – per avere a dispo-sizione in questo modo elementi sicuri e divalutazione e di giudizio al fine di colpire concertezza ovunque si riscontrino responsabilità ,per bloccare ogni iniziativa tendente a riper-

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correre la strada del fatto compiuto, per pre-disporre strumenti efficaci di intervento in un asituazione tanto , drammatica . Onorevoli col -leghi, noi a queste misure abbiamo l'obbligodi aggiungerne anche altre, che riguardano :a) la necessità di costruire alloggi popolari, daconcedere a prezzi bassi ai lavoratori, impe-gnando la GESCAL e le amministrazioni lo -cali ad approntare i piani necessari, facendopagare una parte anche alle industrie e con i lconcorso dei lavoratori e delle loro organizza-zioni; b) miglioramento di tutta l ' attrezzaturacivile : scuole, ospedali, ambulatori ; c) rior-ganizzazione di tutta la rete dei trasporti pub-blici urbani, interurbani e regionali, con l aunificazione dei servizi e la costituzione diun'azienda unica pubblica regionale capace diassicurare la prevalenza del trasporto pubbli-co su quello privato, di garantire collegament irapidi e a basso costo per i lavoratori .

Queste misure possono creare le condizio-ni immediate per provvedere alla salvezza d iNapoli e della sua provincia, e per esse s iva sviluppando un forte movimento unitarioe articolato . Noi del PSIUP siamo una forz adi spinta di questo movimento ; raccogliamo eportiamo avanti, in questo modo, la miglior etradizione socialista napoletana, che nei pri-mi anni del secolo seppe condurre battagli ememorabili contro la camorra, il malcostumee il malgoverno delle amministrazioni comu-nali, corrotte e corruttrici . Valga per tutti l oesempio delle campagne fatte anteriormentealla prima guerra mondiale dal giornale so-cialista La propaganda .

Sbagliano, dunque, e lo vogliamo denun-ciare da questa tribuna, coloro i quali, dall estanze di diffusi settimanali, hanno criticat ola (( passività » dei napoletani, che, come èstato scritto, « in un caso come questo divent aindifferenza al pubblico interesse e compli-cità coi criminali che lo pregiudicano » .

Nessuna passività, onorevoli colleghi, nes-suna indifferenza, ma impegno politico e vo-lontà di lotta delle masse popolari per cam-biare le cose : questo è il segno nuovo e posi-tivo che caratterizza la situazione di Napol ioggi .

Noi non chiediamo solidarietà, sia be nchiaro, noi vogliamo soltanto giustizia ne iconfronti dei colpevoli dello scempio di Na-poli .

Per questa ragione, concludendo, io ripro-pongo le indicazioni del nostro partito, sull equali attendiamo una risposta non equivoc ae non dilatoria del Governo : 1) blocco imme-diato di tutte le licenze edilizie relative all ezone che registrano i maggiori dissesti ; 2) ap -

profondimento dell ' indagine, che deve riguar-dare tutto il periodo del dopoguerra ; 3) impe-gno del Governo a discutere in Parlamento irisultati dell'inchiesta per concordare le mi-sure da adottare, che debbono riguardare no nsolo il centro urbano di Napoli, ma anchetutta la fascia dei comuni della costa e del-l' immediato retroterra .

Guai, onorevoli colleghi, se, dopo quest odibattito, le cose andassero come sempre son oandate fino a questo momento; guai se, dop oquesta discussione, nulla accadesse e tutto ri-manesse come prima; guai se, nei partiti del -la maggioranza, mancasse ancora una volta ,come dopo i fatti di Agrigento e dell'alluvio-ne, la volontà politica di fare veramente giu-stizia, cioè di colpire i veri responsabili d iquanto è accaduto . Ma noi, onorevoli colleghi ,siamo qui per impedire che tutto questo ac-cada. (Applausi all'estrema sinistra) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Riccio, il quale svolgerà anche la suainterpellanza .

RICCIO . Signor Presidente, onorevoli col -leghi, prima di entrare nell'argomento, mi s ipermetta una precisazione personale . Mi di -spiace che l'onorevole Avolio, richiamandos iad un giornale, abbia parlato di un avvocato ,deputato da più legislature, senza farne i lnome. Giacché egli non ha fatto il nome, l ofaccio io .

AVOLIO. Non l'ho fatto per ragioni d ibuon gusto, onorevole Riccio .

RICCIO. La ringrazio . Però io ritengo chesia di buon gusto, quando si richiama il pec-cato, richiamare anche il peccatore; e giacchéil peccatore sono io, in questo caso, avrebb efatto bene, onorevole Avolio, a dire : l'onore-vole avvocato Stefano Riccio . E giacché l'ono-revole avvocato Stefano Riccio in quel caso s ioccupò di un imputato di interesse privato inatto d'ufficio, colpevole soltanto di aver par-tecipato ad una riunione di giunta comunalein cui venne dato l'incarico per la progetta-zione del porto di Capri ad un libero citta-dino professionista, deve dire che il process onacque soltanto per esposti anonimi dovuti abeghe e a lotte di partito . L'onorevole Riccio ,in quel caso avvocato, nella libertà della su acoscienza ravvisò il dovere di difendere i ngiudizio un cittadino che era stato ingiusta-mente accusato. L'assoluzione con formul apiena fu la dimostrazione di quanta ingiusti -zia vi fosse nelle accuse . La malizia di un

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giornalista da lei richiamata, non maliziosa-mente, come ha voluto dire – e la credo – m iha indotto però a dare questo chiariment oalla Camera e a dire che quell'avvocato erail sottoscritto, che ritenne di fare il suo dover ecome avvocato difendendo un cittadino ingiu-stamente accusato .

E vengo all ' argomento. Onorevoli colle-ghi , potrei rispondere alle critiche che son ostate fatte al Governo e alla maggioranza inrapporto alla politica per il Mezzogiorno ; manon seguirò questa via, sia perché non è com-pito mio, sia perché non ritengo necessario ri-chiamare le tappe della politica meridionali-stica e gli interventi a favore della città d iNapoli .

BRONZUTO. Non le converrebbe, in ogn icaso !

RICCIO . E stato conveniente per voi far etante affermazioni inutili . Permettete che no ifacciamo delle affermazioni utili e abbiate l abontà di ascoltare fino in fondo. Ho appenacominciato: le dispiace tanto, onorevole Bron-zuto, che prosegua ?

Dicevo, dunque, che conosciamo tuttiquelle tappe e quegli interventi, e non pos-siamo non rilevare con sodisfazione che perla prima volta dall'unità d 'Italia, per forzadei meridionali è stata avviata l'industrializ-zazione del Mezzogiorno ; e che per la primavolta, almeno sotto l 'aspetto psicologico, i lproblema del Mezzogiorno ha acquistato di-mensioni sostanzialmente nazionali .

Assolutamente inutile è accennare, sia pur econ estrema brevità, alle origini della Cassaper il mezzogiorno ed alle ragioni della poli-tica meridionalista iniziata nel dopoguerra .Molti elementi ne misero in rilievo l'urgenzain un periodo che vedeva il nostro paese agi-tato da problemi altrettanto gravi e pressanti ,quali il riequilibrio di una situazione poli-tico-sociale che risentiva lo choc del crollomilitare e psicologico della collettività nazio-nale e la ricostruzione di un ' economia già co-stituzionalmente basata su fondamenta molt oprecarie . Utile, però, è ricordare la svolta me-ridionalista dei giovani nell ' immediato dopo -guerra, che valutarono esattamente, con note-vole acume e sollecitudine, non solo il sensi-bilissimo divario qualitativo e quantitativo ri-scontrabile tra l ' economia della valle padan ae quella delle piaghe meridionali, ma anchela circostanza (sotto il profilo psicologico al-trettanto importante) che le nostre popola-zioni meridionali si andavano rendendo rapi-

damente conto di quello stato di cose con u ncrescente disagio sociale e psicologico .

La via della rinascita meridionalistica èstata attraversata da immense difficoltà . Leostilità non sono cessate ; anzi, negli ultim itempi sono aumentate . Due dati ne mostran ol'indice di gravità : la regione campana ha i lpiù alto tasso di - disoccupazione delle region imeridionali ; l'emigrazione della manodopera ,anche intellettuale, continua ed avvilisce le no-stre genti .

Il ricordo dell'impegno della classe poli-tica giovane del dopoguerra, che io ho espres-so oggi in questa Camera, indica, pur nell ' in-contro delle generazioni, quale sia stata lapassione per il Mezzogiorno . Vorrei dire a lriguardo all 'onorevole Compagna che noi ri-cordiamo ammirati gli insegnamenti sociali esociologici di Sturzo, di Gramsci, di Salve -mini e di Dorso; ma noi portiamo nel nostr ospirito anche le esperienze sofferte di batta-glie combattute . e vinte. Il Mezzogiorno h acamminato; i lavoratori hanno conquistato i lsenso della democrazia e vanno avanti . Anchei napoletani hanno conquistato il gusto e ilsenso della democrazia, e non meritano il di-sprezzo di qualche studioso né di qualche par-

lamentare . I napoletani, nella loro sofferta pa-zienza, tendono a costruire e ricostruire ; aspingere Napoli verso il progresso, verso tra-guardi nuovi di civiltà . L'onorevole De Mar-tino, nel suo articolo « Apertura a sinistranel Mezzogiorno » sull 'Avanti ! del lontano20 maggio 1956, quando cominciavamo la bat-taglia per il centro-sinistra, scriveva che trai problemi che pesano sulla vita nazionale« il primo è certo quello del consolidamentodella libertà e del rinnovato patto tra demo-crazia e popolo » . E noi, ispirati, anche in po-litica, ad una visione sociale dinamica dalcristianesimo, abbiamo prima di tutto volutoconsolidare il senso di libertà e rinnovare ne ldiritto il patto tra democrazia e popolo . Il pro-blema, nel Mezzogiorno, l ' abbiamo avviato arisoluzione, respingendo le forze politiche e

sociali del passato e creando le condizioni eco-nomiche per l'esercizio della libertà . Per que-sto abbiamo voluto il centro-sinistra anche a

Napoli ; su questa via abbiamo camminato e

intendiamo ancora camminare .Fatto questo richiamo politico, non ritengo

opportuno ricordare i provvedimenti conse-guiti per la città di Napoli, perché in quest aaula risuonano ancora le voci appassionate d itanti deputati di tutti i gruppi che ricorda-rono le storie di miseria e di pazienza di Na-poli e, ricordando, auspicarono una politicademocratica per la sua rinascita . Intervenni

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anche io e portai elementi, dati, indicazion iai quali mi posso riportare; essi valgono an-cora a dimostrare che Napoli ha bisogno d iuna politica decisa di risollevamento e d iespansione.

È stato affermato più volte da uomini re-sponsabili del Governo e da parlamentari im-pegnati che « la politica dell 'Italia deve pas-sare per il Mezzogiorno » e che Napoli avend oil ruolo di grande metropoli del Mezzogiorno ,deve essere il centro di tale politica . Se ciò sideve riconoscere - come è stato riconosciuto -Napoli deve diventare una dinamica compo-nente dello Stato repubblicano svolgendo unruolo di città-regione .

Per altro, nonostante il riconoscimento deldiritto di Napoli ad esercitare tale ruolo e no-nostante che esso sia stato fatto oggetto d ilegislazione speciale, non sono state create ,in concreto, condizioni di efficienza, di digni-tà e di prestigio tali da permetterle di realiz-zare questo obiettivo .

Onorevole Caprara, ella non può ricordarele battaglie unitarie del 1944 e del 1945 ; ellaè giovane, molto giovane . Le ricorderà l'ono-revole Amendola : egli ricorderà gli incontricon il compianto onorevole Di Vittorio e ri-corderà le linee di politica sociale determinat eper Napoli e per i lavoratori di Napoli . Noisiamo rimasti sempre fedeli a quelle linee ,abbiamo combattuto per questi traguardi .Non abbiamo mai chiuso a sinistra ; abbiamoposto sempre e solo la condanna intransigent edella destra economica e politica, degli acco-modamenti, dei compromessi e del trasfor-mismo. Abbiamo sostenuto una coraggiosapolitica di riforme sociali ed amministrative ,incominciando da Napoli, dalla nostra Napoli ;ed abbiamo lottato contro l'ignoranza e la cor-ruzione .

Nonostante il nostro sforzo, siamo riuscit isolo ad avviare la politica di rinnovament odemocratico e di rinascita dell'economia me-ridionale : purtuttavia è una grande conquistache abbiamo compiuto ! Il Mezzogiorno eNapoli hanno raggiunto una maturità demo-cratica; un clima nuovo è stato instaurato, etutti in questo clima dobbiamo imprimere u nnuovo impulso alla risoluzione dei gravi e sto-rici problemi di queste zone .

Onorevole Compagna, come napoletano ,amo i napoletani ; sono orgoglioso di essere na-poletano. I napoletani uniti possono vincerela battaglia. Dobbiamo vincere la battaglia ,che è di rinascita, di sviluppo, di progresso .Non soltanto un giudizio di condanna dob-biamo porre oggi, ma anche e soprattutto dob-biamo assumere un impegno politico .

Vi è la questione delle licenze edilizie .Certo, se vi sono licenze edilizie illegittime ,vi sia la condanna dei trasgressori . Ma non siconfonda questo problema con il problem adi fondo dello sviluppo di Napoli . Non va con -fusa la tutela del verde con la rinascita civile ,sociale, culturale, economica, turistica dell acittà di Napoli . La tutela del verde, e quind il'ordinata razionale pianificazione delle co-struzioni, è necessaria a Napoli, a Sorrento ,a Capri, ad Ischia, a Pozzuoli ed a Resina ;ovunque . (Commenti all'estrema sinistra) .

Vi sono stati abusi nella concessione d ilicenze edilizie ? Io non lo so, vi è una com-missione che lo accerterà . Se vi sono stat iabusi, ripeto, siano colpiti severamente i col-pevoli e si inviino gli atti all'autorità giudi-ziaria . Ma ci si renda consci che il risana-mento della città è problema assai più vastoe globale . Hanno ritenuto alcuni di poter ecollegare, per esempio, le voragini che si son oaperte con le costruzioni fatte . Potrà darsiche qualche costruzione sia stata l'occasion eche ha favorito l'apertura della voragine odel dissesto delle fogne. Ma esistono caus epiù importanti .

Prima di passare a questa indagine, co-munque, e di trattare il problema di Napol iin chiave positiva, mi si permettano due os-servazioni ed un richiamo ad una testimo-nianza .

La prima osservazione : non condivido laidea dell'onorevole Compagna circa la inca-pacità dei napoletani a vincere le forze dellacorruzione . Dobbiamo essere noi napoletani ,soprattutto noi napoletani a vincere questeforze oscure politiche e morali .

ALFANO. Ha ragione quando dice che inapoletani sono incapaci: lo hanno votato !

PRESIDENTE . Onorevole Alfan o

RICCIO. Vi deve essere una rivolta di po-polo, una mobilitazione democratica e moraleguidata da noi .

La seconda osservazione : il nuovo pianoregolatore di Napoli deve essere approvatoal più presto . Se i guai sono venuti per l amancanza di un piano regolatore, è urgent ela sua approvazione . Mi sembra una neces-sità indefettibile .

È incoerente la posizione di coloro che con -dannano il fenomeno dell'abuso del rilasci odelle licenze edilizie e si oppongono al pian oregolatore. Ritengo, onorevole ministro, chedebba essere fissato un termine per l'appro-vazione di tale piano ; ed, in mancanza, oc-

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corre nominare un commissario al piano re-golatore . (Interruzione del deputato De Loren-zo Ferruccio) .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici .Onorevole Riccio, già è stato stabilito il ter-mine. .

RICCIO. Siamo tutti d 'accordo nel dire chei guai di Napoli sono venuti perché mancaun piano regolatore . Questo è l 'unico stru-mento possibile sul piano giuridico per ar-ginare questa invasione di traditori . Allora m ipare chiaro che, con i possibili miglioramen-ti, dobbiamo auspicare che il piano regola-tore venga al più presto per difendere la no-stra città .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici . Sepermette, onorevole Riccio, ai fini della com-pletezza della sua informazione dirò che, evi-dentemente, nel merito delle scelte del pianoregolatore generale (e avrei voluto dirlo an-che all'onorevole Avolio se me ne avesse datomodo, ma la sua irruenza me lo ha impedito )io non posso entrare perché la competenzaper legge è di determinati organi . Per quelloche riguarda la sua richiesta, voglio chiarir eche io mi sono avvalso della facoltà previstadall 'articolo 1 della legge n . 765 e ho postoun termine entro il quale deve essere convo-cato il consiglio comunale di Napoli per pro-cedere alla discussione - per l'approvazion enon sono io che debbo decidere - del pianoregolatore generale .

RICCIO. Onorevole ministro, mi dia atto- e ne dia atto anche all 'onorevole FerruccioDe Lorenzo - del fatto che anche il commis-sario può modificare le linee del piano rego-latore, accogliendo le osservazioni che pos-sono pervenire da competenti e da interessati .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici . Io ,naturalmente, auspicherei che a far ciò foss eil consiglio comunale .

RICCIO . Comunque noi auspichiamo ch evenga il piano regolatore, il miglior piano re-golatore, ecco il punto.

Ed ora, dopo queste due osservazioni, i lrichiamo alla testimonianza; ed è la rispostache io do all 'onorevole Compagna e all 'ono-revole Avolio, ma soprattutto all ' onorevoleCompagna, che ha parlato di « voci » sui pre-decessori dell'attuale sindaco di Napoli. Ioesprimo la mia stima al sindaco di Napoli edai suoi precedessori, Clemente e Palmieri . Lo

avvocato Clemente è stato assolto perché ifatti non sussistono ; e non si trattava di li-cenze edilizie . L'avvocato Clemente ha fattoalcune precisazioni sulla politica urbanistic aed edilizia seguita dalle amministrazioni pre-siedute dal sindaco Palmieri, prima, e suc-cessivamente da lui, riprendendo le dichiara-zioni rese in consiglio comunale nella sedut adel 4 agosto 1966: « Recenti, dolorosi episod i- egli ha detto - hanno riproposto dramma-ticamente il problema della nostra città al -l'attenzione dell'opinione nazionale. Inevita-bilmente si è però anche sollevato un gra npolverone al di là del quale è necessario porr ealcuni punti fermi, anche in relazione al di -battito parlamentare in corso . Quando ci in-sediammo al comune, alla fine del 1962, l asituazione della città era compromessa, da lpunto di vista urbanistico, pressoché irrepa-rabilmente . Così si esprimeva allora il pro-fessore Piccinato che avevamo chiamato a fareil nuovo piano regolatore . Un grandissimo nu-mero di vani era stato costruito senza crite-rio, senza alcuna previsione dello svilupp odella città, senza considerare i problemi dell einfrastrutture, delle attrezzature, dei servizi ,del verde. Si era così praticamente perdut al'occasione di fare risorgere, sulle rovine del -la guerra, una città diversamente e moderna -mente articolata. Molti di questi vani eran ostati costruiti legittimamente, molti altri no :quasi tutti in difformità del vigente piano re-golatore del 1939, sulla cui interpretazione l agiurisprudenza aveva oscillato, ora ritenen-dolo non vincolante, ora solo parzialment evincolante, e che era stato sottoposto inoltre atalune regolari quanto urbanisticamente ne-gative varianti (basterà ricordare il rione Alt oo l'ultima modifica della convenzione SPE-ME) . Buona parte dei vani illegittimi era po idovuta all ' intervento dello Stato o degli altr ienti pubblici : è noto infatti che quasi tutti igrandi complessi di edilizia statale o sovven-zionata sono stati realizzati a Napoli in zon edichiarate dal piano del 1939 non edificabili .L'orientamento del comune era stato per molt ianni di non rispettare pienamente il piano de l1939 ; si applicava molto spesso il regolament oedilizio con il criterio dell ' integrazione dell a« zona già autorizzata » . Ci trovammo di fron-te all'indifferibile esigenza di imprimere unorientamento nuovo allo sviluppo della cittàe prendemmo perciò subito l ' iniziativa delnuovo piano, che doveva essere, per aver eun effettivo valore, un piano intercomunale .Al tempo stesso era però necessario fermar el'indiscriminata attività edilizia che aveva gi àfatto della nostra città un grosso ammasso di

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brutti edifici e ciò poteva ottenersi con unmezzo semplice : il ripristino dell 'osservanzadel piano regolatore del 1939 . Decidemmo su-bito di adottare, nel rilascio delle licenze edi-lizie, criteri progressivamente più restrittiv iper raggiungere, al più presto, il ripristin opieno ed assoluto dell 'osservanza del pianodel 1939 . Contemporaneamente avviammo i la-vori del nuovo piano con la commissione Pic-cinato e i primi piani per l ' attuazione dellalegge n . 167, per predisporre una ordinat avalvola di sfogo all 'attività edilizia . Segnala-vamo sin da allora il pericolo che il disordin eedilizio si sarebbe manifestato nei comuni vi-cini al capoluogo, stringendo la città in un amorsa dalla quale sarebbe stata soffocata . Findall ' inizio questa politica non ci procurò gran -de popolarità . Tutti ricordano il convegno in-detto dall'associazione costruttori napoletan ial teatro di Corte, nel quale gli amministra-tori dell ' epoca furono attaccati duramente .Continuammo ugualmente sulla difficile stra-da che avevamo scelto (sei anni fa, in unmomento nel quale la coscienza pubblica no nera così sensibile a questo problema) . Allafine del 1963, ad un anno circa dal nostroinsediamento, la commissione edilizia potevafinalmente ripristinare la piena e rigorosa os-servanza del piano del 1939, avendo progres-sivamente adottato criteri sempre più restrit-tivi nel rilascio delle licenze senza provocaregravi scosse nell'economia cittadina » .

Mi sia consentito di sottolineare questofatto come un grande merito verso la cittàe come una coerente applicazione delle lineee dei programmi sui quali era stata combat-tuta una battaglia di minoranza a Napoli perquasi dieci anni, ponendo le premesse per l agrande affermazione che le forze democraticheebbero nel 1964 . Dal dicembre 1963 fino algennaio 1966, data delle dimissioni del sindac oClemente, il piano del 1939 venne integral-mente e rigorosamente osservato . Con la ri-pristinata osservanza del piano, si erano post ele premesse per salvare ciò che di Napoli s ipoteva ancora salvare . Occorreva il nuovopiano, occorrevano i piani della legge n . 167 ,soprattutto su scala intercomunale. Ma diqueste cose hanno parlato altri colleghi, l ' ono-revole Caprara, l ' onorevole Compagna, l'ono-revole Avolio, e a me non rimane che ricon-fermare la stima incondizionata, sia versol 'attuale sindaco di Napoli, sia verso un vice -sindaco socialista, gran galantuomo, che se n eè andato con la coscienza e le mani pulite .

Fatte queste osservazioni e richiamat aquesta testimonianza, mi sembra chiara l adiversità tra la questione della tutela del ver -

de e della licenza edilizia ed il problema fon-damentale del risanamento e dello svilupp odi Napoli . Il sottosuolo non sistemato, le fo-gne rovinate dalla vetustà e dalla rottura, l amancata sistemazione idraulica delle collin esovrastanti la città, la pesante presenza so-ciale del « basso » non igienico, la esistenz adi un vasto sottoproletariato, sono fatti stori-ci che possono essere superati soltanto conl'intervento massiccio dello Stato .

Tra l'onorevole Caprara e l'onorevol eCompagna vi è stata una discussione circa la« terziarizzazione », la « industrializzazion ee la « metropolizzazione » di Napoli ; io, chenon sono uno studioso, ma un modesto depu-tato, dico a questi illustri colleghi e studios iche Napoli metropolitana ha bisogno e dell aindustrializzazione e delle spinte di terziariz-zazione. Il potenziamento del turismo, il rin-novamento dell'artigianato, soprattutto arti-stico, la rinascita della bottega commercial eadeguata, una cintura di industrie di base checomportino la piena occupazione, sono tutt ielementi necessari per portare Napoli a con-quistare il ruolo di città-regione . Occorre pri-ma, però, risanare l'ambiente e creare i col -

legamenti . I 104 bombardamenti sulla citt àdi Napoli, durante l'ultima guerra, hann oaperto ferite gravi, che in minima parte s isono risanate, che anzi in genere si sono tra-sformate in piaghe croniche, in ferite interne ,nascoste nel sottosuolo, nelle fogne, sotto l evie, sotto i palazzi, ovunque . Ecco il proble-ma che occorre affrontare subito . Alle altr epiaghe, mai risanate, si sono aggiunte queste

tanto gravi . Quando Napoli, liberamente, co nun plebiscito totalitario, entrò nello Stato ita-liano, aveva una fiorente industria e coltivavatutte le marine ; era la capitale, che esercitavail ruolo della grande metropoli della culturae della politica del Mezzogiorno . Da quandoha cessato di essere capitale, è stata conside-rata una qualunque città, cui si dovevanorivolgere le cure necessarie ad evitare il peg-gio e la rivolta. Essa, però, non è stata ma idestinataria di una politica di sollevament o

effettivo e definitivo . Basti pensare che unsolo rione è stato risanato, mentre tutti gl ialtri attendono ancora . Onorevole Avolio ,questo deve essere fatto, s'intende, con la si-stemazione degli abitanti di questi rioni ; nes-suno vuole risanare i rioni senza pensare agl i

uomini . Prima pensiamo agli uomini, ma oc -corre anche pensare al risanamento dei rioni .Mi sembra che la sua posizione fosse negativ ain rapporto al risanamento dei rioni . Qualepolitica farà per Napoli se ci si avvia su quest astrada ?

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Le zone dei « Vergini », i vicoli dei tribu-nali, tutta la zona attraversata da « spacca-napoli », altri quartieri dimostrano, con i lloro volto orrendo, che Napoli non è stata ri-sanata. Il problema del « basso » abitato, i ncui non entra mai un raggio di sole né unsoffio di vento purificatore, non è stato af-frontato ; ed il popolo napoletano ha tant osofferto, ha offerto la sua vita per la patria ,ha lavorato, ha partecipato eroicamente a lRisorgimento e all'unificazione dell'Italia ,alla Resistenza ed anzi ha ridato lo slanci omorale agli italiani tutti . Ma non per questoNapoli ha avuto la solidarietà piena delle al -tre regioni e della intera nazione .

È grave che Napoli, lungi da essere postaal centro della politica di ricostruzione e d irinascita nazionale, sia stata invece trascu-rata; gli italiani non le hanno dato la solida-rietà che le dovevano . La medaglia d'oro ap-puntata sul gonfalone di Napoli, per l'eroicaresistenza, è solo il segno della gratitudin eche l'intera Italia deve a Napoli, che però no nsi è trasformata in solidarietà viva . La soli-darietà senza opere è vuota ; essa deve es-sere tempestiva, aperta, comprensiva, attiva ,piena .

Occorre ora ricordare che nella stessa si-tuazione si trovano gli ex comuni autonom iora aggregati a Napoli, Barra, Ponticelli, SanPietro a Patierno, Soccavo, Bagnoli, in cuinessuna opera di rinnovamento è stata com-piuta; e così negli altri comuni limitrofi : aPozzuoli esiste il problema del rione « terra »che presenta aspetti più gravi dei « sassi » d iMatera, che non è stato affrontato, nonostant ele iniziative legislative ; e così per Resina, perAfragola, per Acerra, per Frattamaggiore, pe rGrumo Nevano, per Pomigliano d 'Arco, perMarigliano . In questi paesi, che ormai forma-no una unità funzionale urbana con Napoli ,esistono gli stessi problemi del sottosuolo ; oc -corre intervenire anche in loro favore .

Onorevole ministro,, mi consenta un ricor-do personale, quando ebbi la gioia di colla-borare con lei preparammo alcuni progetti d ilegge per l 'edilizia popolare, per la risoluzionedel problema del sottosuolo di Napoli, per l aquestione dei Regi Lagni, la sistemazione de icollettori degli scoli delle acque industriali edelle fogne di Napoli ; io la prego di portareavanti tali provvedimenti .

È stato detto che il problema per la co-struzione dell 'Alfa-sud è stato affrontato senzaavere presente il piano regolatore della cittàdi Napoli . Ella ricorderà, onorevole ministro ,le sofferenze che provammo : l'appalto er afatto, le opere dovevano incominciare e non

esistevano ancora le opere per lo scolo dell eacque. Facemmo bene a decidere nel modo incui decidemmo e a dare inizio all'Alfa-sud ,che indubbiamente rappresenta - come no ! -una grande forza per il risollevamento d iNapoli e del Mezzogiorno .

DE LORENZO FERRUCCIO. Speriamoche sia così .

RICCIO. Mi perdoni, onorevole Avolio, maio ritengo che si fece bene per Napoli : ella ,anche se non lo dirà ad alta voce, in cuo rsuo riconoscerà che allora il ministro Natal ie il sottosegretario Riccio fecero gli interessidi Napoli .

AVOLIO . La nostra posizione sull'Alfa-sudè nota.

RICCIO . Non diciamo, quindi, certe coseche non devono essere dette .

Onorevole ministro, dia a Napoli e allaprovincia un massiccio finanziamento per l aedilizia popolare ; assuma l'impegno finanzia-rio per il risanamento del sottosuolo di Napol ie per la ricostruzione dell'intera rete fognaria .

Occorrono procedure snelle e interventi ,massicci .

Il ministro dei lavori pubblici dell ' epoca ,onorevole Giacomo Mancini, presentò il 7 lu-glio 1967 un disegno di legge dal titolo : « Nor-me per l'assoggettamento a tutela del territo-rio dei comuni delle provincie di Padova ,Treviso, Venezia, Vicenza » ; si tendeva a si-stemare l'estrazione delle acque sotterrane eper la difesa della città di Venezia . Un di-segno di' legge analogo dovrebbe essere pre-parato per la sistemazione del sottosuolo, l aregolazioné delle acque sotterranee e per i ldeflusso delle acque affioranti nella provinci adi Napoli e nei comuni limitrofi . Occorre, ono-revole ministro, questa manifestazione di so-lidarietà piena ed attiva, di tutto il paes everso Napoli .

Ecco una richiesta, la nostra richiesta fon-damentale . Da parte di Napoli e della suarappresentanza amministrativa e politica v isono state - perché non riconoscerlo ? - ca-renze in qualche momento : il mancato inseri-mento nel nuovo Stato democratico, per cui èmancato il coordinamento, e si sono verificat iaddirittura conflitti tra l'amministrazione ci-vica napoletana e il Governo . Periodo che fucertamente infausto per Napoli . Il Governo ,però, avrebbe dovuto sempre compiere il pro-prio dovere verso Napoli . Io condanno il pe-riodo qualunquistico-monarchico dell'ammi-

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nistrazione comunale di Napoli, quando man-cò lo slancio costruttivo unitario, quando Na-poli non marciò con i tempi, quando si ri-tenne di poter amministrare paternalistica -mente la città, quando si credette di pote rfinanco lanciare la città di Napoli contro i lresto del paese, creando cinture sociali e mur ipolitici . . .

ALFANO. Ella deve però riconoscere cheNapoli la facemmo più bella .

RICCIO . . . . quando non venne preparatain sede tecnica né in sede amministrativa laricostruzione secondo le esigenze nuove ; quan-do non vennero avviate la ristrutturazionené la pianificazione per una espansione ur-banistica secondo esigenze industriali e tu-ristiche ; quando si verificò il grave sconcio ,denunciato dall'onorevole Avolio, della co-struzione della « muraglia cinese » in piazzaMercato, sotto le cui mura tutta la storia d iNapoli è stata sepolta, con responsabilità d iquell'amministrazione (Interruzione del depu-tato Al/ano) ; quando al Vomero si ebbe la co-struzione di un'altra « muraglia cinese », conla distruzione della meravigliosa collina de lVomero . Sono responsabilità di quel momentodella storia di Napoli che non ricadono sull ademocrazia cristiana, la quale fu invece forz adi opposizione tenace e viva .

DE LORENZO FERRUCCIO . Non ha sa-puto neppure spendere i 100 miliardi dell alegge speciale !

RICCIO . E, quando invitammo gli altri asolidarizzare con noi verso alcuni atteggia -menti di un sindaco di Napoli, non trovamm oascolto né seguito per poter rompere quest oincantesimo, che si è manifestato veramentesinistro per Napoli .

Dicevo dunque che esiste questa pesanteresponsabilità di una parte della classe diri-gente di Napoli di quella generazione, e d iun determinato orientamento politico conser-vatore ; ma questo non giustifica gli atteggia -menti ostili di alcune forze sociali e politichenei confronti di Napoli e neppure l'indiffe-renza del Governo, che - possiamo affermarl o- vi è stata in certi momenti .

La classe politica e sociale nuova, scatu-rita dalla Resistenza, ha chiesto, ha agito, hacombattuto, si è tormentata, ha espresso unavolontà politica nuova tendente alla risolu-zione dei problemi di Napoli, per farne la me-tropoli e la città-regione del Mezzogiorno ,come caposaldo del suo sviluppo economico ,per realizzare la piena occupazione e dare una

casa decorosa a tutti . Se vi sono stati perso-naggi che, inconsapevolmente o consapevol-mente, hanno ritardato la rinascita di Napoli ;se vi sono state forze politiche che non hann oconcorso alla rinascita e allo sviluppo di Na -poli ciò non giustifica le ostilità verso Napol iche si sono diffuse nel paese specialment enegli ultimi tempi .

Sono state richiamate alcune pagine dell astampa italiana a contenuto scandalistico econ evidente maliziosa e insinuante accus acontro lo sviluppo di Napoli e contro qualch epersonaggio di Napoli . Noi condanniamo l oscandalismo, anche se fatto in Parlamento.Dobbiamo difenderla, questa nostra Napoli ,dai gruppi economici che vogliono che i lflusso emigratorio dei nostri conterranei versoaltre terre continui . Solo così si spiegano cert epagine di taluni giornali . Vorrei pregarel'onorevole Compagna di leggere quanto han-no pubblicato in questi giorni i giornali te-deschi e soprattutto di considerare le richiest eche sono pervenute in questi giorni all'ent eprovinciale del turismo di Napoli per ave rchiaro il significato di alcune affermazioni .Non vorrei che certe dichiarazioni, rese si apure per amore di Napoli, finissero per dan-neggiare anziché aiutare lo sviluppo dellacittà, almeno per quanto riguarda il turismo .Ma do atto a tutti i colleghi del fatto che i nnessuno certamente vi è mala intenzione eche tutti sentiamo il bisogno di evitare l especulazioni e lo scandalismo ai danni d iNapoli .

Quanto il paese spende per Napoli non èsperperato ! (Commenti all'estrema sinistra) .Desidero ribadirlo a tutti i presenti, anche s edevo rilevare che, ad eccezione di due gen-tili colleghe delle regioni settentrionali, sonoqui presenti soltanto parlamentari napoletani .Quanto lo Stato spende per Napoli e per i lMezzogiorno, ripeto, non è sperperato . Spen-dere per Napoli è un dovere dello Stato; è undiritto di Napoli ricevere a sufficienza .

Come può una città svilupparsi se non hai mezzi finanziari per creare le condizioni de lsuo sviluppo ? Diciamo la verità : vivere d ielemosina non è vivere, come fare l'elemosi-na quando si può dare un aiuto effettivo si-gnifica di fatto negare l'aiuto . L'insufficienzae l'inadeguatezza degli interventi per Napoli ,la mancata comprensione dei problemi so-ciali, di occupazione, umani, di Napoli equindi la mancanza di una solidarietà effet-tiva ed operativa verso la città hanno deter-minato l'attuale situazione oscura e paurosa .

Maledetti siano quanti hanno speculat o

sulle disgrazie di Napoli, in ogni settore, in

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ogni direzione ! E benedetti siano gli ita-liani, per primi i politici e gli operatori eco-nomici, che danno la loro solidarietà con -creta, effettiva, realizzatrice a Napoli, metten-dola in condizione di rinascere, di colmare levoragini, di ricostruire la rete fognaria, di sal -vare il patrimonio artistico e urbanistico dan-neggiato dalla guerra, dalla vetustà, dai dis-sesti alluvionali ; di risolvere il problema de i« bassi » ; di creare fonti di lavoro; di realiz-zare una rete adeguata di trasporti ; di evitarel'incombente paralisi della città . La volontàpolitica deve tradursi in fatti concreti, su u npiano di immediatezza. Solo così potranno es-sere recuperati i ritardi e potrà essere avviat oil processo di rinascita economica e sociale ,civile e culturale di Napoli . Qual è la lineapolitica da adottare ? Non basta una politicadi industrializzazione, non basta una politic adi lavori pubblici . È indispensabile una poli-tica sociale, tendente a creare un ambienteumano idoneo, in cui l ' uomo possa cresceree sviluppare tutte le sue capacità lavorative .È essenziale altresì una politica di investi -menti sociali .

Il divario tra una città del nord e Napoli èfatalmente destinato ad aggravarsi se non sar àseguita questa triplice direzione e se quest atriplice via non sarà percorsa con ardiment oe con costanza. La città di Napoli ha il ruolodi metropoli . Essa perciò va organizzata perrispondere anche ad una funzione regional eed interregionale . L'assolvimento di quest afunzione richiede che si aumentino i posti d ilavoro, che siano costruite case, che siano "co-struiti i collegamenti e istituiti i collegament itra la città e le altre località della regione perfacilitare l ' accesso al posto di lavoro; occorreche sia risanato l'ambiente in cui l 'uomovive, per sottrarlo alla paura dei crolli, perliberarlo dalla preoccupazione di malattie, pe rconsentirgli di godere l'aria e il sole .

Ecco, più analiticamente, quali dovrebberoessere le linee di intervento .

In primo luogo, occorre che lo Stato as-suma direttamente la spesa per il risanamen-to del sottosuolo, per la ricostruzione di unarete di fognature idonea, per la bonifica, pe rla sistemazione urbanistica e viaria delle zon ea valle, per la costruzione di case per quant iabitano nel « basso » malsano o nella baracca ;per la costruzione di una metropolitana d icollegamento fra i centri cittadini e i post idi lavoro, per la costruzione di una rete viari adi collegamento tra il porto ed il retroterr aindustriale .

In secondo luogo, occorre che lo Stato re-stauri e sistemi gli edifici artistici e custodi -

sca il patrimonio immobiliare culturale e sto-rico. Il demanio dello Stato ebbe ad acqui-stare un imponente patrimonio edilizio, pro -veniente dal regno di Napoli . Il fatto storicosi è verificato per tutte le ex capitali ; ma nonper tutte le città ex capitali si è verificatol'abbandono che si è avuto a Napoli . Mentreda una parte, infatti, le peculiarità costrutti -ve, storiche e monumentali di detti complessi ,avrebbero richiesto un'opera continua di ri-parazione e restauro per il consolidamento ela conservazione, i limitatissimi fondi dispo-nibili attualmente sul bilancio ordinario delMinistero dei lavori pubblici sui capitali d imanutenzione ordinaria e sistemazione stra-ordinaria, non permettono in alcuni casi d isodisfare nemmeno le esigenze di pronto in-tervento a salvaguardia dell ' integrità degl iedifici . Particolarmente grave si presenta inquesto settore la situazione della città di Na -poli, che vicende storiche hanno arricchito diun cospicuo patrimonio demaniale, valutat oin circa 300 complessi a carattere storico-mo-numentale, con una cubatura complessiva d i

9 milioni di metri cubi circa e risalent iquanto meno a un secolo fa. Non sono maistate adottate provvidenze aggiuntive ai bi-lanci ordinari per tale patrimonio demaniale .Si auspicano, pertanto, interventi straordina-ri, diretti alla sistemazione anche funzionaledegli edifici ed al restauro per la conserva-zione del patrimonio edilizio in parola, conun impegno finanziario da parte dello Stat oche si ritiene di poter indicare in un impor-to complessivo di circa 30 miliardi, da stan-ziarsi in tre o quattro esercizi finanziari .

In terzo luogo, la Napoli metropoli dei ser-vizi essenziali e reali deve realizzare una or-ganizzazione completa e idonea, costruendofinalmente il palazzo di giustizia in breve ter-mine, allontanando il carcere di Poggioreal edalla città e costruendo fuori della cinta ur-bana una nuova casa di pena, rispondente aprofonde esigenze urbane ; facendo sorgereospedali e cliniche di alta specializzazione ;spingendo alla sollecita realizzazione del cen-tro di ricerca scientifica e tecnologica; concor-rendo in maniera determinante al potenzia -mento dell'università e all'organizzazione d icompartimenti e di facoltà decentrate, in ma-niera da rendere possibile la presenza dell ostudente alla lezione, nonché all'istituzion edi facoltà tecniche nuove per rispondere all aesigenza storica imposta dall'industrializza-zione, considerata in sé e riferita anche al tu-rismo, al settore terziario ed all'agricoltura .

In quarto luogo, la Napoli città-regionedelle comunicazioni richiede che nascano : a)

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il consorzio per la metropolitana . Solo il si-stema pieno di comunicazione metropolitana ,con il trasporto del lavoratore sul luogo de llavoro soprattutto fuori della città, risolve i lproblema ; b) il consorzio regionale per i tra -sporti, che riorganizzi e coordini i tanti ser-vizi oggi esistenti, in maniera che essi pos-sano rispondere alle esigenze di una città ch eè integrata nella regione . Riteniamo che laCumana, la Circumvesuviana, la Piedimonted'Alife, le tranvie provinciali debbano rag-giungere una unità funzionale ; c) il consorzioper il nuovo aeroporto . Nello schema del di-segno di legge si dice : « Tutto ciò premesso ,nel processo di attuazione del programm aaero-portuale si pone l 'esigenza di realizza -re con priorità l 'aeroporto di Napoli, dato i lcrescente sviluppo del traffico aereo e l'im-possibilità di un adeguamento potenziale delloaeroporto di Capodichino ; nel piano quinquen-nale di sviluppo deIl 'aviazione civile tale esi-genza era stata considerata e ne era stata pre-vista una spesa di lire 8 miliardi ; con l ' alle-gato schema di disegno di legge, che preved ela costruzione del nuovo aeroporto civile d iNapoli, si è inteso appunto tradurre, sul pia -no concreto, le necessarie iniziative atte a so-disfare l 'esigenza sopraindicata » . Va sottoli-neata l 'estrema urgenza della realizzazionedell'aeroporto ad evitare la dispersione del tu-rismo internazionale . Va anche affermata inmaniera decisa e definitiva l ' esigenza di man -tenere l ' aeroporto di Capodichino con un afunzione supplementare; d) il consorzio peril porto di Napoli . Lo sviluppo economico eturistico, la strutturazione dello Stato su bas eregionale, la collocazione di Napoli che è citt àdi alta tradizione europea e che è canale d iciviltà sul Mediterraneo, richiedono la crea-zione di un consorzio per il porto, in cui sia-no presenti tutte le componenti della comu-nità, quella culturale, quella economica, quel-la imprenditoriale, quella lavorativa, quell aportuale, quella regionale .

L 'Ente, non può armonizzare tutte le esi-genze e non si inquadra nello Stato democra-tico di sviluppo. Ho presentato una propostadi legge, che mi auguro sarà sostenuta da tutti .Risponde ad una esigenza di potenziamentodella capacità competitiva del porto di Napol ianche la costruzione del superbacino . Perquesto, promossa la legge di finanziamento ,ora è stato approvato e costituito il consorzi oper il superbacino, sulle basi gettate da u nincontro al Ministero dei lavori pubblici de lnovembre 1968; rimane da fare l 'opera .

In quinto luogo, la città-metropoli richie-de una ristrutturazione urbanistica . Occorre

prendere una iniziativa urgente per il risa-namento dei vecchi centri urbani. Il program-ma economico nazionale prevede (capitolo VI ,articolo 58) l'intervento per rinnovi e sostitu-zioni del patrimonio edilizio non più idoneoper età, condizioni tecnico-abitative e stato d iconservazione . I vecchi organismi urbani pre-sentano nella maggioranza dei casi zone più omeno estese, localizzate per lo più in posi-zione centrale, costituite da un 'edilizia carat-terizzata da condizioni di scarsa igienicità e

di precaria sicurezza statica . Gli altissimi one-ri di manutenzione e di restauro, assoluta-mente proibitivi per i privati proprietari, an-che per l 'estremo frazionamento patrimonia-le, nel rendere del tutto antieconomica la ge-stione e la conservazione del detto patrimoni oedilizio, ne incentivano vieppiù il fenomen o

di abbandono . Le iniziative di sostituzione in-traprese da privati risultano in ogni caso epi-sodiche ed ovviamente, visto il fine eminente -mente speculativo, contrastanti con ogni esi-genza urbanistica del quartiere nel quadro d iuna sua corretta ristrutturazione, e determi-nano, con l'incremento dell'indice di sfrutta -mento del suolo, un aggravarsi dello stato d isofferenza in cui versano le pubbliche attrez-zature (strade, reti, fognature, ecc .) Né gl i

strumenti legislativi ' attualmente a disposi-zione delle amministrazioni locali, le legg i

urbanistiche, permettono, per la deficienza ne i

bilanci comunali dei fondi necessari perespropriazioni e realizzazione delle attrezza-ture collettive, l'attuazione di interventi di ri-strutturazione e risanamento igienico di quar-tieri inidonei ; è da notare inoltre che anche

la sola predisposizione di un piano di inter -vento di tal genere risulta inattuabile . Rive-

stendo infatti il piano carattere di «piano par-ticolareggiato di esecuzione », lo stesso va cor-redato da un piano finanziario da sottoporr eall'approvazione ministeriale in una con gl i

elaborati tecnici (articoli 13 e 30 della legg e

del 17 agosto 1942, n . 1150) . L'istituto de l

« comparto edificatorio » (articolo 23 della

legge citata), per altro successivo all 'approva-zione del piano regolatore particolareggiato, e

del consorzio dei proprietari, in pratica risul-tano di difficile attuazione per la limitatezza

dei poteri sostitutivi del comune in caso di ri-fiuto dei proprietari, connessa alla necessit à

di esproprio preventivo del comparto . La citt à

di Napoli, per le peculiari caratteristiche del-

la sua storia urbana, presenta in maniera ac-centuata il fenomeno della presenza di nucle iedilizi di notevole vetustà e di precario stat odi conservazione, che, assieme ad un indicedi edificazione elevatissimo e ad un tessuto

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viario e di attrezzature del tutto inadeguato ,rende assolutamente indispensabile un radi-cale risanamento igienico e statico, che riac-quisti alla moderna strutturazione urbanaquartieri di notevole estensione e ad eleva-tissimo indice di abitabilità . Si propone per-tanto un decisivo intervento dell 'amministra-zione statale per rendere attuabile, attraver-so l 'eliminazione delle tenaci remore delleamministrazioni locali, attraverso la predispo-sizione di incentivi per l ' iniziativa privata e dattraverso anche l ' intervento di enti pubblici ,l ' azione di rinnovamento e sostituzione delpatrimonio edilizio non più idoneo, non di-sgiunta da una ristrutturazione igienico-fun-zionale dei quartieri .

L ' iniziativa proposta potrà articolarsi ne iseguenti punti : 1) indicazione del perimetrodelle singole zone che sono oggetto di risana-mento mediante decreto del Presidente de lConsiglio dei ministri su proposta del mini-stro dei lavori pubblici, sentiti l ' amministra-zione interessata e il Consiglio superiore de ilavori pubblici ; 2) attribuzione di significatoe valore di « piani particolareggiati di esecu-zione » di cui all 'articolo 13 della legge 17agosto 1942, n. 1150, ai « piani di risana-mento », ed estensione ai « piani di risana-mento » delle norme di redazione ed appro-vazione dei piani di cui alla legge 18 aprile1962, n . 167, relativi alle zone destinate all acostruzione di alloggi a carattere economicoe popolare (articoli 4, 5, 6, 7 e 8) nonché del -l'articolo 9 relativo alla indifferibilità ed ur-genza delle opere ; 3) istituzione del compartoedificatorio a carattere « obbligatorio » con lemodalità di -cui all ' articolo 23 della legge 1 7agosto 1942, n . 1150, a prescindere dalla li-mitazione relativa alla necessità del concors odei proprietari rappresentanti i tre quarti de lvalore dell ' intero comparto; 4) trasferimentoagli istituti autonomi case popolari delle fa-coltà sostitutive per la parte costruttiva e l avendita devoluta dal citato articolo 23 ai co-muni; 5) estensione all 'attuazione delle operedi urbanizzazione connesse alla realizzazion edei piani di risanamento dei benefici dellalegge 3 agosto 1949, n . 589, e del pari esten-sione alla realizzazione delle attrezzature d iedifici pubblici delle provvidenze previste dal -le leggi vigenti (edilizia scolastica, nuove chie-se, ospedali, ecc .) ; 6) concessione ai privati eagli Istituti autonomi case popolari, nella rea-lizzazione dei comparti, dei contributi di cu ialle vigenti leggi sull'edilizia economica e po-polare, nonché delle agevolazioni di cui allalegge 1° novembre 1955, n . 1179; 7) estensionealle espropriazioni necessarie per l 'attuazio-

ne dei piani di risanamento dell'articolo 1 2della citata legge n . 167; 8) inclusione deicosti per le espropriazioni nei computi d iprogetti per le opere pubbliche o in quell iper gli edifici di abitazione per la parte chevi incide; 9) estensione della legge 29 settem-bre 1964, n . 847 (autorizzazione ai comuni eloro consorzi a contrarre mutui per l'acqui-sizione delle aree ai sensi della legge 18 apri-

le 1962, n. 167), agli interventi connessi a ipiani di risanamento, 'a1 fine di permettere l aacquisizione di aree e l'attuazione di opere d iurbanizzazione non incluse nei punti 5 e

8 (esempi : verde attrezzato, reti di distribu-zione dell 'energia elettrica e del gas, spazi d i

sosta e parcheggio) con facoltà da parte de lcomune di delegare l'istituto autonomo cas epopolari o i consorzi alle operazioni di acqui-sizione delle aree e realizzazione delle ope-re; 10) determinazione dei prezzi di vendit adegli alloggi costruiti dagli istituti autonom icase popolari in modo che siano commisurat iai costi di costruzione, integrati dalle aliquo-te per spese generali e per i servizi sostenutedal comune o dall'istituto; 11) trasferimentodei mutui e dei contributi dello Stato agl i

acquirenti degli alloggi; 12) determinazion edei prezzi di vendita dei locali ad uso coin-merciale realizzati dagli istituti autonomi ca-se popolari sulla base dei prezzi di mercato ,con incameramento da parte del comune de i

maggiori ricavi rispetto ai costi di costruzion ea parziale scomputo delle spese sostenute pe ri servizi collettivi- 13) diritto di prelazione daparte dei proprietari nella vendita degli al-loggi costruiti, diritto, ovviamente, alla con-sistenza patrimoniale primitiva e con limi-tazioni per proprietari aventi un numero ele-vato di cespiti ; 14) facoltà da parte dei con-sorzi o degli istituti autonomi case popolar i

di cedere in proprietà ai proprietari espro-priati i locali ad uso commerciale a scom-punto totale o parziale della indennità d i

espropriazione loro dovuta ; 15) tutte le faci-litazioni fiscali previste dalle disposizion ilegislative vigenti per l'edilizia popolare edeconomica convenzionata alle opere relativ eai piani di risanamento .

inoltre indispensabile una modificadella legge dei finanziamenti per le oper epubbliche di interesse locale : infatti le operepubbliche di interesse degli enti locali ven-gono eseguite attualmente con il contributodello Stato ai sensi della legge 3 agosto 1949 ,n. 589, e successive modificazioni; legge checostituisce lo strumento fondamentale per larealizzazione di dette opere, e che è affiancat ada disposizioni speciali per opere di carattere

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particolare come l ' edilizia scolastica, le operestradali, eccetera .

In merito a tale normativa si ricorda come ,per quanto riguarda le opere igieniche (ac-quedotti, fognature, eccetera), l ' articolo 3 dell acitata legge dispone che il Ministero dei la-vori pubblici è autorizzato a concedere a fa-vore dei comuni che provvedono alla costru-zione di acquedotti, fognature e cimiteri peril capoluogo o per le frazioni che ne sian osprovvisti, un contributo costante per 35 annisulla spesa riconosciuta necessaria nella se-guente misura : del 5 per cento per i comunicon popolazione fino a 5 .000 abitanti; del 4per cento per comuni con popolazione fino a10.000 abitanti ; del 3,50 per cento per comun icon popolazione fino a 30.000 abitanti ; del 3per cento per comuni con popolazione co npiù di 30.000 abitanti e fino a 150 .000 abitanti .Quando si tratti di ampliare o migliorare ac-quedotti, fognature e cimiteri nei comuni conpopolazione fino a 150.000 abitanti il contri-buto può essere concesso nella misura del 2per cento. Quando si tratti poi di acquedotti ,fognature e cimiteri da costruire nei comun ie nelle frazioni dell 'Italia meridionale ed in-sulare, il contributo dello Stato è elevato a l5 per cento della spesa riconosciuta necessaria ,indipendentemente dai limiti della popola-zione .

Da quanto sopra si rileva che sono da ri-tenere escluse dalla concessione del contribut oerariale (benché detta esclusione non si aesplicitamente prevista nel testo della legge )le opere da eseguirsi da parte dei comuni conpopolazione superiore ai 150 .000 abitanti .Questa esclusione interessa, nell' Italia meri-dionale, città come Napoli, Bari, Taranto ePalermo, che pure presentano, nel settore ,problemi gravissimi la cui soluzione resta af-fidata agli esausti bilanci comunali ovveroagli interventi straordinari per lo sviluppo de lMezzogiorno di cui all ' articolo 7 (ultimo com-ma) della legge 26 giugno 1965, n. 717 .

Nell ' intento di assicurare possibilità di in-tervento che vadano oltre i programmi dell aCassa per il mezzogiorno, necessariamente li-mitati nei confronti dei grandi agglomerat iurbani, e che consentano di sviluppare un aappropriata politica nel settore da parte dell eamministrazioni dei grandi comuni del Meri-dione, pensiamo sia da proporre l'abolizion edel limite di popolazione suindicato per i co-muni ricadenti nei territori indicati dall'arti-colo 3 della legge 10 agosto 1950, n . 1646 edell 'articolo 1 della legge 19 marzo 1955 ,n. 105 .

Sotto l 'aspetto della organizzazione unita -ria della regione turistica, ritengo che sia in -dispensabile un coordinamento che rispond ain pieno alle esigenze delle comunicazioni tu-ristiche all'interno della regione .

Occorre innanzitutto richiamare un con-cetto che è espresso nello Schema di assett oterritoriale dell 'area sorrentino-amalfitana,elaborato a cura di un gruppo di studio, com-posto dai professori Luigi Piccinato, Robert oPane, Giuseppe Muzzillo, Angerio Filangieri ,Alessandro dal Piaz (Napoli, maggio 1968) . Apagina 10 è detto : « Le zone interne non stret-tamente costiere, o quelle marginali rispett oalla viabilità principale (SS . 145 - SS . 163) ,risultano interessate da pressioni turistiche -e conseguentemente urbanistiche - notevol-mente minori o addirittura nulle . La strut-tura della rete di comunicazioni determin adunque in definitiva una progressiva concen-trazione costiera, prossima in certi tratti all acongestione, in contrapposto ad una scars autilizzazione delle zone interne » .

Ed in rapporto alla funzione turistica del -l'area si aggiunge: « L'area della penisol asorrentina, e della costiera amalfitana, pertradizioni e vocazionalità turistiche, si colloc ain una ben definita posizione nel quadro dell earee turistiche italiane, grazie anche alla vi-cinanza delle isole del golfo di Napoli checon essa costituiscono un complesso di ecce-zionale valore paesistico-ambientale . Conside-rando le principali aree turistiche nazional iquali la riviera ligure, la Versilia, la cost aadriatica romagnolo-marchigiana, la costaorientale della Sicilia, la Gallura, e l 'area inesame, è facile scorgere le differenze che ca-ratterizzano i rispettivi orientamenti della do-manda e le rispettive qualità ambientali . Frai comprensori citati l'area sorrentino-amalfi-tana occupa uno dei primi posti » .

Ed infine si commenta : « In modo analo-go, si può riconoscere un ruolo specifico al-l'area sia nel contesto generale della Campaniache nel quadro particolare della costa dell aregione » .

Sicché la regione turistica si organizza e s isvolge su Napoli : Napoli ne costituisce il cen-tro e l'elemento preminente . Nello Schemasurrichiamato si insiste sul concetto : « Nel -l'interno della Campania, le aree che, con ri-levanti dimensioni complessive, possono svol-gere - e almeno in piccola parte già svolgo -no - ruoli turistici, sono quella del Matese ,del Taburno, del Terminio-Cervialto e del Pa-terneio. Tutte denotano spiccate idoneità am-bientali per un turismo concettualmente ana-logo a quello indicato per le aree del Volturno

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e del Sele, anche se, ovviamente, il richiam onon è più costituito dall'ambiente marino, mada quello montano ; un turismo cioè, compo-sto da correnti escursionistiche, accanto a cor-renti del " tipo familiare " . In definitiva que-ste diverse aree turistiche dovrebbero assu-mere, in uno schema regionale, una diversi-ficazione a seconda delle loro attitudini . Que-sta specificazione potrebbe indicarsi lungo du edirettrici principali : per i movimenti escur-sionistici e le vacanze familiari, le coste dell epiane del Volturno e del Sele e le aree mon-tane interne; per le correnti turistiche a per-manenza media e lunga, sostenute da risorsenon soltanto marine, ma anche paesistiche ,storiche e culturali, l 'area sorrentino-amalfi-tana e quella del Cilento ~~ .

L'area del Cilento deve svilupparsi presto ;per il momento l'area che può sostenere l ecorrenti turistiche per le sue risorse non sol-tanto marine, ma anche paesistiche, storich ee culturali, è quella sorrentino-amalfitana .

Sulla base di questo concetto dell'unit àfunzionale turistica di Napoli, dell ' area sor-rentino-amalfitana, delle località del golfo d iNapoli, è indispensabile svolgere la organiz-zazione dei servizi e delle comunicazioni ; e lacittà di Napoli, come centro di irradiazion eturistica, dovrà anche collegarsi con le altr ezone . In questa prospettiva, lo schema dellaviabilità primaria viene dunque presentat onon come una struttura ad esclusivo esercizi odelle esigenze balneari, ma come infrastrut-tura territoriale destinata a redistribuire i pes idello sviluppo futuro fra le diverse parti de lterritorio . Questo schema prevede : un'arteriainserita sull'autostrada del sole in corrispon-denza del casello di Angri che sale a circaquota 600 nella valle di Pimonte ; una dirama-zione a detta quota sulla destra, verso la pe-nisola sorrentina, che, dopo aver superato ingalleria il monte Gran S. Angelo, si riallac-cia alla esistente strada Mojano-Arola, e scen-de poi poco al disotto dei colli di Meta ovetrova gli attacchi stradali già esistenti in tutt ele direzioni; una diramazione a dette quotesulla sinistra, verso l'interno dei monti Lat-tari . Essa, dopo aver allacciato gli altipianidel monte Cerreto attorno a quota 1 .000, ridi -scende sulla esistente via Chiunzi-Ravello ; unarazionalizzazione attraverso un nuovo attaccoa nord ed una galleria della strada statale No-cera-Chiunzi-Maiori ; una razionalizzazion edel tracciato della esistente strada statal en. 145, sorrentina, mediante l 'attraversamentoin galleria dell'abitato di Vico Equense ; alcunicollegamenti funicolari fra località marine elocalità in quota della costiera amalfitana, de-

stinati ad eliminare afflussi automobilistici nonnecessari sulla costa .

Occorre poi, nella generale azione di or-ganizzazione e di riassetto di respiro regio-nale, garantire un efficace adeguamento del si-stema portuale e dei mezzi marittimi .

In rapporto alle proposte già fatte si os-serva da un lato che il traffico verso Sorrentonon è balneare ed escursionistico, ma è turi-stico altamente qualificato ; e dall'altro che nonrichiesto – e comunque inidoneo – è il colle-gamento ferroviario e marittimo, che non ri-sponde al gusto ed alle esigenze del turism oqualificato .

In conseguenza, soltanto la seconda arteri aviaria sorrentina, intesa « come infrastruttur aterritoriale destinata a redistribuire i pesi dell osviluppo futuro tra le diverse parti del terri-torio », come è la strada progettata, risolv eil problema turistico ed umano, oltre chequello urbanistico .

Questa soluzione non è alternativa all'al -tra proposta dal gruppo di studio . Si trattadi due vie con diverse funzioni : la « sorren-tina » risponde ad una esigenza assoluta del -la penisola sorrentina ; l'altra risponde ad un aesigenza di collegamento rapido con la costie-ra amalfitana . Una volta si era pensato adun collegamento Castellammare-Gragnano -Amalfi con una galleria lunga 7 chilometri .Ora si è pensato alla strada per Lettere e perPimonte : ma si tratta sempre di arterie cheadempiono una funzione diversa .

Non sono fuori argomento quando tratt odi queste cose, perché Napoli vive di questarealtà ; per rendere adeguata questa realtàalle necessità concrete sono necessari ancora :l'ampliamento della Domiziana, per rispon-dere alle esigenze del traffico' delle provincedi Caserta, Latina, Frosinone e di quello ch esi snoda attraverso l'attuale circonvallazionee quella che sarà la futura tangenziale; i lcoordinamento tra le autostrade e il porto d iNapoli che è stato progettato ma che ora deveessere attuato ; un asse di congiungimento tr ale autostrade ed il porto anche esso proget-tato ma non ancora realizzato ; un asse dicongiungimento tra l'autostrada per Bari equella delle Calabrie all'altezza dell'ass eNoia-Pompei, per collegare le zone industrialialla zona turistica e dare una via di facil escorrimento ai turisti termali ed ai lavoratoriche vengono dalle Puglie, dall 'Italia central ee dalla Campania (in Noia si ha infatti l'in-contro tra l'autostrada Napoli-Bari e il tronc oCaserta-Cameralla che ha un'altra funzione ;anche la previsione di un collegamento all'al-tezza di Cava de' Tirreni con Lettere e Pi-

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monte risponde ad altre esigenze, quelle d ichi è diretto verso Agerola e la costiera amal-fitana e non quelle di chi vuole andare aPompei, Castellammare e Sorrento; occorreràpertanto coordinare l'una via con l'altra al -l'altezza di Pimonte) ; la costruzione della« sorrentina » seconda con il collegamento al -l'altezza di Pimonte con la via Cava de' Tir-reni-Pimonte-Positano-Amalfi ; la costruzionedel raddoppio dell'autostrada Napoli-Pompei ,con la urbanizzazione dell'attuale autostrada .Infatti l 'autostrada Napoli-Pompei è diven-tata l'autostrada della morte e inoltre per fare15 chilometri, nelle ore di punta, occorreun'ora e mezza . La soluzione di fare un'altr acorsia non risponde alle esigenze . La opposi-zione al raddoppio nasce dal pericolo che l anuova autostrada possa provocare una espan-sione urbanistica a monte, sulle falde del Ve-suvio ; ma la preoccupazione può essere age-volmente superata con la messa a punto diuna disciplina che preveda un sistema di ar-ticolati divieti . La costruzione di una nuovaautostrada è indispensabile e l'attuale rimar-rà una arteria statale .

pure necessaria la costruzione di un rac-cordo Pompei-« sorrentina » seconda . Ho det-to prima della necessità di un asse di colle-gamento delle due autostrade da Nola a Pom-pei ; tale asse dovrebbe arrivare sino all'im-bocco della « sorrentina » seconda .

La organizzazione turistica unitaria suscala regionale richiede ancora : una casa dagiuoco in Sorrento, con la partecipazione pre-minente del comune di Napoli e con quell aanche degli altri comuni agli utili, da utiliz-zare ai fini dello sviluppo turistico, e un asistemazione umana e dignitosa delle zone tu-ristiche di Napoli . Ritengo che la organizza-zione unitaria della metropoli turistica debb aestendersi da Miseno a Pozzuoli, a Torre de lGreco, a Ercolano, a Pompei, a Castellam-mare . La città di Napoli, posta alla testa diun consorzio turistico, dovrà rinnovare e desaltare il circuito metropolitano turistico ,culturale e paesaggistico, dal momento ch enon esiste al mondo altra zona tanto bellae tanto ricca di opere d'arte e di testimonian-ze storiche. Si tenga presente, nell'organizza-zione unitaria della regione turistica, che all astoria ed all'arte greca e romana si è aggiun-ta nei secoli la storia e l'arte del primo cri-stianesimo, e non solo in Pozzuoli, ma anch ea Cimitile di Nola e soprattutto nella zona d iNapoli, che si estende poi fino a Paestum ea Caserta Vecchia nella quale testimonianz edi epoche storiche e di civiltà diverse si sus-

seguono costituendo una fonte inesauribil eper i cercatori di serenità e di cultura .

Occorre poi fare della zona della Mostr ad'oltremare e di quella flegrea il centro de lturismo, della cultura, della ricerca : la fa-coltà di ingegneria, l'Istituto universitarioorientale (in costruzione) potranno costituiredelle forze di attrazione urbane in quella zona ,nella quale l'insediamento della Mostra d'ol-tremare, dell'Università e degli istituti di ri-cerca scientifica concorreranno a costituir euna vera e propria città della cultura e dellaricerca ; perché ciò si realizzi appieno, però ,bisognerà prendere tutta una serie di prov-vedimenti, primi fra tutti quelli rivolti aporre fine allo scandalo costituito dalla con-tinua presenza nella zona in questione di in-dividui immorali .

il momento di costituire una comunit àdi lavoro – dei lavoratori, degli industriali ,dei costruttori – al servizio della nostra Na -poli e della nostra Italia ; è il momento che loStato intervenga e, in coordinamento con l eamministrazioni locali, provveda o spinga aprovvedere alle tante esigenze che ho cercat odi delineare .

Desidero chiudere questo mio intervent ocon-un auspicio: nella Relazione previsionalee programmatica per l 'anno 1970, presentataal Parlamento il 30 settembre 1969, si affer-ma alla pagina 14 : « Fondamentale compitodella politica economica del Governo resta l arealizzazione dei principali obiettivi dell aprogrammazione : piena occupazione, svilup-po del Mezzogiorno, programmi sociali ne isettori dell'assistenza, delle scuole, dell'abi-tazione » . L'auspicio nasce dalla sintesi de lministro Colombo : a Napoli, metropoli delMezzogiorno, si abbia la piena occupazione ,si attui una politica di sviluppo industrial ee turistico, si svolga un'azione concreta di bo-nifica igienica e sanitaria a monte ed a valledella città, con la sistemazione idraulica dell ecolline e la costruzione della rete fognaria edei collettori a valle, si preparino e si realiz-zino, infine, programmi sociali nei settori del -l'assistenza, della scuola e dell'abitazione .(Applausi al centro) .

Presentazion edi disegni di legge.

NATALI, Ministro dei lavori pubblici .Chiedo di parlare per la presentazione di di -segni di legge .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

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NATALI, Ministro dei lavori pubblici . Mionoro presentare, a nome del ministro dell adifesa, i disegni di legge :

« Trattamento economico del personale lau-reato, assunto per esigenze del Ministero del -la difesa ai sensi della legge 29 settembr e1962, n. 1483, per studi e ricerche nel camp odell'energia nucleare » ;

Organici dei sottufficiali e militari ditruppa dell 'Arma dei carabinieri » .

PRESIDENTE. Do atto della presentazion edi questi disegni di legge, che saranno stam-pati, distribuiti e trasmessi alle Commission icompetenti, con riserva di stabilirne la sede .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ferruccio De Lorenzo, il quale svol-gerà anche la sua interpellanza .

DE LORENZO FERRUCCIO . Signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, onorevole mini-stro, la gravità della situazione di Napoli, al-cuni aspetti della quale hanno formato og-getto dell'interpellanza che mi accingo a svol-gere e di numerose precedenti interrogazion ida me presentate, è tale da suscitare allarmee da meritare l 'esame che la Camera ne st afacendo. Non si può restare inerti di fronte a iproblemi di così vasta portata che essa com-porta. Tutta la nazione ha seguito con trepi-dazione in questi ultimi tempi, attraverso leampie cronache riportate dalla stampa e dagl iorgani di informazione, i luttuosi episodi chesi sono verificati e che si ricollegano a nume -rosi altri drammatici avvenimenti che si sus-seguono a Napoli, che ormai non deve più lasua fama soltanto al panorama, al clima, all ecanzoni, bensì anche a questo primato di di-savventure che sfortunatamente ha conseguito ,purtroppo per colpa delle amministrazion icomunali succedutesi in questi ultimi anni ,e per l ' insensibilità degli organi gover-nativi che non sono intervenuti con' la ne-cessaria efficacia . I problemi si sono ormai atal punto moltiplicati, e con essi si sono mol-tiplicate e connesse a tal punto le varie re-sponsabilità, da renderne forse impossibileun esame veramente completo ed esauriente.Ma il dramma più grande di questa città st aappunto nel fatto che problemi apparentemen-te lontani sono strettamente legati tra loro.La sola elencazione dei mali di Napoli ne ma-nifesta il collegamento, addirittura organico ,in un reticolo continuo di responsabilità di

ogni genere in cui è implicata la grandissim amaggioranza della classe dirigente Iocale . Fac-ciamo dunque una rapida elencazione, ricor-dando sempre le connessioni di colpa, di leg-gerezza di incapacità politica, quando no ndi aperta corruzione .

Il punto focale di questo dibattito è costi-tuito indubbiamente dai numerosi crolli diedifici verificatisi a Napoli per la formazion edi ampie voragini nel sottosuolo, che hannocoinvolto non poche costruzioni edilizie e com-promesso la stabilità di numerose altre, conuna frequenza che desta la più viva preoccu-pazione . Sarebbe impossibile fare una storiacompleta dei crolli, dei cedimenti e delle vo-ragini di Napoli, che hanno provocato innu-merevoli vittime, quasi in tragica continuit àcon i disastri determinati dai bombardamenti .Sarebbe un elenco troppo lungo, costellato d idate luttuose. E, d ' altra parte, se lo leggessi ,ripeterei l'elencazione di dati che ha in pro-posito fornito l'onorevole Caprara . Basti direche questa serie impressionante giunge finoalla tragedia del 20 settembre, quando, nell osprofondamento di via Aniello Falcone, persele vita un farmacista . Il numero dei dissest iè impressionante ; solo nell'ultimo anno s isono formati tredici voragini, una trentina d icrolli, tre frane, oltre ai dissesti di più mo-deste dimensioni .

Le vittime negli ultimi tre anni : novemorti e trentasette feriti . Tutto questo nonrisale affatto alle conseguenze dei bombarda-menti, come qualcuno tentò di far credere .Nella stragrande maggioranza dei dissest inon c'è nessuna influenza delle cavità sotter-ranee, che vengono continuamente ricordatecome se costituissero un alibi, affermando ch enon si sapeva dell 'esistenza di quelle cavit àe involontariamente ci si è andati a costruir esopra. Esistono invece precise connessioni d icausa, quanto ai crolli, connessioni che rive-lano chiare responsabilità, e che riguardano ,come vedremo subito, soprattutto le condi-zioni della rete delle fognature. A Napoli ba-sta un po' di pioggia per creare un'atmosfer adi dramma. Così si è diffusa addirittura un aforma di panico, specie nei rioni popolari oin quelli sulle pendici delle colline : il panicoper la pioggia . Si teme cioè che, al verificars idi ogni precipitazione atmosferica più o men orilevante, possano verificarsi nuovi crolli conaltre vittime. Le cause di ciò sono facilment eindividuabili nelle speculazioni sfrenate, ch ehanno serrato le colline napoletane sotto unamorsa di cemento armato e che hanno con-tribuito in maniera determinante allo sgreto-larsi di una rete fognaria costruita nei primi

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anni del secolo e per le esigenze di una citt àassai più piccola di quella attuale . La costru-zione di nuovi edifici a monte, assai spessoautorizzata con licenze edilizie che la stessaamministrazione comunale ha poi riesaminat oe ritenuto illegittime, è stata la causa certadi prevedibili cedimenti sui fianchi delle col-line. Infatti, l 'evento era stato precisament eed inequivocabilmente preveduto dall ' inchie-sta sul sottosuolo svolta da una commissionenominata dall ' amministrazione comunale, lecui risultanze erano state pubblicate due ann ifa. doveroso rilevare che il rilascio di cia-scuna licenza per nuove edificazioni nellezone a monte delle condotte fognarie già in -sufficienti, deve essere considerata, dopo l apubblicazione dell'inchiesta sul sottosuolo ,una assunzione di responsabilità per gli even-ti disastrosi che vi si sono meccanicamente col -legati come effetto per l 'ulteriore, eccessiv ocarico delle fognature . . E se questa materia ,per la difficoltà nella ricerca delle cause edelle connessioni particolari, non interessasempre la magistratura in sede penale, sem-pre coinvolge il giudizio politico su un com-portamento caratterizzato dalla più insana ir-responsabilità . In particolare, tra le racco-mandazioni esplicitamente contenute nelle ri-sultanze dell'inchiesta sul sottosuolo di Na -poli, si legge : « La commissione raccomand aall'amministrazione di provvedere, con ogn iurgenza, ad impedire che vengano eseguiti ,senza preventiva autorizzazione comunale (d arilasciare previo parere favorevole dalla se-zione speciale per il sottosuolo), opere d isbancamento, tagli di roccia, riempimenti e ,in genere, movimenti di terra in grande emedia scala, nonché la costruzione di muridi sostegno. Inoltre, la commissione sottolineal'opportunità che il rilascio delle licenze edi-lizie e di abitabilità sia subordinato, rispet-tivamente, alla presentazione di relazione tec-nica e alla verifica e collaudo delle opere difondazione e di fognatura relative ai fabbri-cati di cui alle licenze medesime » . Infine, che« il detto rilascio delle licenze edilizie sia su-bordinato, oltre che alla preventiva costru-zione della fogna e delle strade private, anch ealla constatata efficienza della fogna pubblicaal servizio della zona e all'accertata stabilitàdei muri di sostegno e delle strade (pubbli-che e private) eventualmente già esistenti inimmediata prossimità . A tale riguardo la com-missione raccomanda all'amministrazione dinon avviare a compimento in alcun modonuovi insediamenti di complessi edilizi i nzone di ampliamento urbano fino a quandonon siano state eseguite le opere di fogna-

tura, sia di nuova progettazione, sia di ristrut-turazione della rete esistente, di cui i dett iinsediamenti saranno tributari » .

In particolare, ancora, la commissione s isoffermava sulla necessità che, proprio nell ezone in cui si sono verificati i recenti crolli ,non si procedesse ad alcun ulteriore rilasci odi licenze edilizie . veramente impressio-nante e doloroso constatare che invece l'am-ministrazione comunale, dopo aver fatto pro-prie le conclusioni della commissione d ' in-chiesta, ha poi continuato a rilasciare indi-scriminatamente licenze edilizie proprio perquelle zone. Eppure, già prima che la pre-detta commissione, nominata per lo studiodel sottosuolo, si soffermasse, come ho detto ,sulla situazione del sistema fognario dell acittà, nel 1953 un'altra commissione, nomi -nata dall'amministrazione comunale e presie-duta dall'ingegner Folinea, alto funzionari odel Ministero dei lavori pubblici in quel tem-po, aveva condotto un lungo, approfondit oe pregevole studio su tale situazione, indi-cando una serie di opere da realizzare per ag-giornare e potenziare la rete delle fognatur enapoletane . Purtroppo, non tutte le opere in-dicate dalla commissione sono state realiz-zate, nonostante non siano mancati nel temp ogli stanziamenti dei fondi necessari, di cu ialcuni a carico della Cassa per il mezzogiorno ,tanto che risultano ancora disponibili mezz ifinanziari (si dice, 5 miliardi), compresi quel lstanziati con la legge speciale per Napoli .

Orbene, se a tali opere si fosse provve-duto integralmente, e se si fosse fatto tesorodelle raccomandazioni della commissione, cer-tamente i dissesti, di cui purtroppo ci occ upiamo e che la popolazione napoletana hapagato con il sangue e con ingenti danneconomici, si sarebbero potuti scongiurareD'altra parte, va anche considerato ch el ' indiscriminata costruzione di nuovi edifi ce gli insediamenti incontrollati sono statfavoriti, e recentemente addirittura autori zzati, dall'amministrazione comunale, ch esolo nell 'agosto del 1968 rilasciò insieme centinaia di licenze edilizie per 2 7mila vani; e da un'altra grave deficienz aorganizzativa, politica e amministrativa, di cu irisultano responsabili tutte le amministrazi oni che si sono succedute a palazzo San Gia-como, le quali non sono state in grado di a pprontare un piano regolatore e un regolament oedilizio che disciplinassero finalmente con cr iteri moderni un settore tanto importante dellavita cittadina . Se nell 'agosto è stata autorizzata Ia costruzione di 27 mila vani, e ora sindaga sulla legittimità delle autorizzazion

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(e la comrnissione d'inchiesta nominata dallostesso comune ha già chiesto la revoca di per -messi di costruzione per 5 .175 vani), quant isaranno i vani costruiti abusivamente negl iultimi anni e che si tenta di dimenticare ? Trail settembre 1967 e l'agosto 1968 sono staterilasciate licenze per 57 mila vani . Certament enon tutte Ie licenze saranno state concesse co nleggerezza, ma le irregolarità anche in quellelicenze devono essere ben numerose, se l ostesso sindaco di Napoli, Principe, al quale- desidero precisarlo - va il riconosciment odella buona volontà e soprattutto di un 'indi-scussa onestà, ha rilasciato una intervista pub-blicata nel settimanale Panorama del 16 otto-bre scorso, in cui afferma che a Napoli, se s ivuole demolire tutto ciò che è stato costruitoillegittimamente, si dovrebbero demolire 60 0mila vani . Ciò perché, come dicevo, nessunaamministrazione comunale è stata in grado d ivarare un piano regolatore della città . Soltan-to recentemente l 'attuale amministrazione co-munale di centro-sinistra, dopo che si son operduti ben cinque anni in discussioni, all acui origine risiede un perenne incolmabil edisaccordo soltanto temporaneamente sopito eche sicuramente riaffiorerà nella discussione a lconsiglio comunale (sempre che ciò non deter-mini una ennesima crisi), ha portato a com-pimento uno schema di piano regolatore chesanziona una serie di scelte già avvenute eper lo più al di fuori o addirittura contr ol 'espressa volontà politica della cittadinanza .L' ingegnosa idea di munire di un avallo suc-cessivo ciò che doveva essere invece rigoro-samente prevenuto ed esaminato sulla base d iun dibattito preventivo che non vi è stato ,non elimina la sostanziale illegalità che cosìsi tenta di coprire . Risulta che il piano, chepure tenta di istituire una insolente sanato -ria degli innumerevoli abusi, poi non adott avincoli per la tutela del paesaggio, come in-vece veniva implicitamente suggerito dall asentenza della Corte costituzionale 28 maggi o1968, che concedeva all 'autorità amministra-tiva la possibilità di imporre limiti e vincol idi protezione nei confronti di quei beni che ,come le bellezze naturali, sono definibili i nbase a criteri obiettivi . In questo stesso quadro ,il piano prevede un ampliamento per il centr osiderurgico di Bagnoli, ampliamento ulterior eoccorre dire, giacché quell'opificio già si este-se nel 1962, e ciò senza tener conto del dannoche ne sarebbe derivato alla salute dei citta-dini e, come si è visto poi, senza tener contodel problema dell'ulteriore estensione, che s isarebbe posto e si pone in termini drammatici .Il piano, che pure è ispirato - come si affer -

ma - a criteri che sostengono la decompres-sione della città sovrappopolata, prevede as-surdamente per le zone di ristrutturazione i lcriterio della parità di volume e non quellodella parità di vani o di superficie . Inoltre èpoco chiaro per quanto riguarda l ' irrinuncia-bile unificazione degli insediamenti delle du edistinte università che si prevedono e che do-vrebbero essere, secondo i più moderni ed ef-ficienti criteri, ciascuna completa per strut-ture e discipline .

Ebbene, signor ministro, noi non possiamoessere favorevoli ad un piano regolatore checostituisca una sorta di amnistia indiscrimi-nata per i gravi danni perpetrati contro lacomunità . C'è chi ritiene che un piano sia a dogni costo necessario per evitare il peggio .Ebbene, il piano è necessario e deve esser eprontamente approvato, ma non un piano aqualunque costo ! Nelle more di approvazione ,tuttavia, le forze impegnate nell'amministra-zione comunale, nessuna esclusa, potevano edovevano richiedere quelle garanzie che ap-punto, in attesa del piano, impedissero d islittare lentamente verso il peggio . È interes-sante osservare che, da parte di deputati ap-partenenti agli stessi partiti che sostengonol'amministrazione , comunale di Napoli, si leva-no da questi banchi voci critiche sull'operat odell'amministrazione stessa . E ciò perché, seun partito si compromette politicamente in un asituazione, poi fa uno sforzo per distinguers ida se stesso e porsi come spettatore e critico d ifronte alla medesima situazione, che lo stess opartito parallelamente tollera e anzi sostiene .

Il responsabile politico dello sfacelo urba-nistico di Napoli come di tutte le carenze cheimmobilizzano la vita della città è il centro-sinistra napoletano, che ha dato sbocco all aspeculazione personale di uomini del lauri-smo, che ha costruito il sistema della specu-lazione, insieme con i grossi gruppi immobi-liari . Questo aspetto va meditato e approfon-dito, soprattutto quando si sente accusaremolto il laurismo e poco le amministrazion icomunali che da oltre dieci anni si susseguo-no a palazzo San Giacomo : amministrazion iinefficienti e incapaci di affrontare, non dicodì risolvere, anche i problemi più urgenti dell acittà, ma - ahimé - quanto attive (e le licenz edell 'agosto 1968 lo dimostrano) quando si ètrattato di speculare in combutta con gruppi diinteressi in contrasto con quelli pubblici

Apertamente abbiamo denunciato, tra iprimi a Napoli, questa situazione ; ma siamorimasti gli unici a chiedere formalmente l'in-tervento della magistratura, con pubblici ma-nifesti, perché siamo gli unici a non essere in

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alcun modo compromessi e coinvolti in tal igravi responsabilità . La nostra linea è statacoerente: ieri oppositori del laurismo (emolti ricorderanno il pensiero e l ' azionedel compianto Guido Cortese), oggi oppositor idel centro-sinistra . Noi liberali non veniamoqui a fare i critici del laurismo e nello stess otempo ad approntare le coperture per il cen-tro-sinistra, o viceversa . Perciò non compren-diamo, non possiamo comprendere l'amicoonorevole Compagna il quale si spoglia dell asua veste di politico per venire a fare un di -scorso da profondo studioso di politica, special -mente meridionale . Non si può, sia pure co nun brillante artifizio dialettico, criticare u ncentro-sinistra nel quale il partito repubbli-cano è presente spesso in modo determinante .

Altri gravi problemi vecchi e nuovi, no nrisolti, degradano e avviliscono Napoli, e a dessi non posso fare a meno di accennare .

Uno di questi problemi, che contribuisc ea rendere sempre più difficili le condizioni d ivita, 'è costituito dal traffico urbano, che s isvolge in modo talmente disordinato e priv odi una efficiente regolamentazione, da costi-tuire ogni giorno di più una vera e propriacausa di paralisi per i traffici e lo svilupp oeconomico della città .

Né si può tralasciare di sottolineare unasituazione veramente paradossale ed estrema -mente pericolosa, la cui responsabilità tutta -via va fatta risalire ben più in alto che all aamministrazione comunale, cioè allo stessoGoverno, che non ha saputo svolgere gli inter-venti necessari per porvi riparo. Mi riferiscoalla situazione ospedaliera, le cui gravi lacunevanno dall'insufficienza dei posti-letto finoalla impossibilità di gestire le attrezzature esi-stenti a causa della mancanza di personale .L'insufficienza delle attrezzature di prontosoccorso e di rianimazione, da più parti e dame stesso lamentata numerose volte con in-terrogazioni ed interpellanze, ha financheprovocato casi mortali che hanno scosso l'in-tera opinione pubblica nazionale, ma nonsono per altro riusciti a promuovere quegl iinterventi indispensabili ad affrontare organi-camente il problema e a risolverlo secondo l eesigenze e le aspettative della popolazione .

Altra manifestazione di inadeguatezzadegli interventi per Napoli si riscontra nell ainsufficienza di aule nelle scuole sia primari esia secondarie . Si calcola che manchino circatremila aule, per cui gli alunni sono sottopost ia turni pomeridiani e persino serali e loanalfabetismo non può essere efficacementecombattuto, tanto che registra proprio a Na-poli l'indice più elevato .

Nè migliore si presenta la situazione de isenzatetto, che assume un aspetto dramma-tico. A Napoli infatti, forse più ancora ch enelle altre città italiane, si lamenta un nu-mero elevatissimo di baraccati e si sono veri-ficati non pochi episodi di occupazione di edi-fici popolari che, per l'incuria degli ammini-stratori degli enti che avevano provvedutoalla costruzione, erano rimasti lungamente di-sabitati. Si è trattato in realtà di un ver oe proprio moto popolare di enormi dimensio-ni, che nel mese di gennaio di quest ' anno haportato ben cinquemila persone ad occupar ecirca 800 abitazioni non ancora assegnate egià costruite dagli enti di edilizia popolare ; unmoto popolare che poteva anche portare agravissimi incidenti .

È stato, questo delle occupazioni degli edi-fici popolari, uno degli episodi più tipici, pi ùdolorosi degli ultimi tempi. Fra i maggior iresponsabili di questa situazione va indivi-duato l'Istituto autonomo per le case popolar iche, mancando ai propri fini istituzionali, hadeluso l'aspettativa di migliaia di aspirant iad alloggi economici e non ha contribuito mi-nimamente alla sia pur graduale soluzionedel problema .

Infine è necessario che ancora una volt ail Parlamento sia posto di fronte alla situa-zione di profonda depressione economica i ncui è precipitata la città, che ancora non vedeiniziative valide ad eliminare il grave feno-meno della disoccupazione e della sottoccupa-zione che attanagliano una popolazione ch epure ha dato prova della propria laboriosit àe della propria capacità, dati insufficienti ,per altro, ad aprire uno spiraglio di miglio-ramento. Lo Stato deve quindi avvertire i ldovere di compiere senza ulteriori indugi unintervento massiccio e determinante, in luogodelle promesse illusorie di cui finora i gover-ni sono stati estremamente prodighi e all equali non hanno fatto seguito concrete ed ade-guate realizzazioni .

Napoli, con un numero di disoccupati l ecui statistiche impressionanti sono state qu ilette dall'onorevole Avolio, con una struttur ascolastica assolutamente deficiente, con un astruttura ospedaliera manchevole e mal distri-buita, con la deficienza pressoché assoluta d iverde pubblico e la mancanza assoluta di areeattrezzate all'aperto e di asili-nido per l'in-fanzia, è la sede di una progressiva degrada-zione che mortifica l'intera comunità na-zionale .

In ogni strada si vedono al lavoro ragaz-zini al di sotto dei 14 anni ; nei quartieri po-polari, anche di recente costruzione, si regi-

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strano fenomeni di promiscuità e sovraffolla-mento spaventosi ; la rete dei trasporti pub-blici è del tutto insufficiente, il traffico è dive-nuto un caotico groviglio . Le pubbliche strut-ture, come i mercati ortofrutticoli ed ittici ,sono al centro di una rete di prevaricazioni d icarattere camorristico ; i pubblici uffici inca-paci di far fronte alle aggrovigliate incom-benze di una burocrazia che conserva, almenonell'atmosfera, il carattere borbonico, sono di -venuti un esempio di disordine e di disorga-nizzazione .

Questo complesso di circostanze, le cui re-sponsabilità si rinvengono ben al di là degl iorgani locali, ha inginocchiato, forse per sem-pre, una città che ha un suo nobile retaggio eun distintivo carattere di generosità e di la-boriosità. Non è possibile trascurare oltre l aterza comunità urbana d ' Italia, non è possi-bile tollerare oltre che non si applichino sem-pre le leggi dello Stato, che non si utilizzinoi fondi apprestati a suo sostegno dalla na-zione, che non si manifestino tutte quelleenergie che, respinte ed ignorate sul luogo ,emigrano poi per andare a far parte altrov edella classe più impegnata e responsabile .

Di fronte alla complessità di questa situa-zione di autentica emergenza, chiedo che l adirezione politica del paese voglia assumereprovvedimenti urgentissimi affinché il dibat-tito odierno non resti una sterile disquisizione ,come spesso avviene, ma costituisca la pre-messa per una serie di misure atte a consen-tire la rinascita di una città in completo ab-bandono. Giacché per Napoli ormai non val-gono soluzioni settoriali, non è sufficiente ri-solvere uno o due problemi (e l'onorevol eRiccio ne ha elencati moltissimi) anche se d ifondamentale importanza ; ma si impone unasoluzione globale di tutte le istanze che l acittà pone per la vastità e la profondità dell esue ferite .

Pertanto noi liberali chiediamo al Go-verno : 1) l ' impegno che la commissione d iindagine da noi richiesta e recentemente no -minata dal ministro dei lavori pubblici, com-pia il proprio 'lavoro improrogabilmente en-tro il termine assegnato . Non mi soffermo sul -

l'esigenza, già avvertita da altri colleghi ,circa la pubblicità da dare ai risultati dell'in-chiesta. Questa è una normale conseguenz aderivante proprio dal carattere di essa . Mi as-socio però alla richiesta di un nuovo dibattit oin questa sede sui risultati raggiunti dall acommissione d'inchiesta ; 2) il deferimento all amagistratura di tutti gli atti relativi alle re-sponsabilità già acclarate e che saranno accer-tate in merito agli illeciti compiuti con la

violazione delle norme in vigore sulla disci-plina dell 'edilizia urbana, sia in ordine al ri-lascio illegittimo di licenze edilizie, sia in or -dine alle costruzioni erette abusivamente o i ndifformità dalle prescrizioni contenute nell elicenze stesse; 3) l'inizio immediato di operedi contenimento su suolo collinare della città ,su cui insistono abitazioni che possono essereinteressate ad eventuali ulteriori cedimenti ,allo scopo di rafforzare le strutture portantidi tali edifici e restituire alla popolazione fi-ducia e tranquillità ; 4) il completamento el 'adeguamento della rete di fognatura pub-blica (questo è uno dei punti più importanti )alle , accresciute esigenze della città con oper edi carattere straordinario, urgenti e di vast aportata; 5) la revoca di tutte le licenze edi-lizie concesse per la costruzione di edifici susuoli compresi fra quelli che la commission edi studio per il sottosuolo individuò come sog-getti a frane e a cedimenti .

Infine noi liberali chiediamo un 'inchiestaparlamentare per studiare ed approfondir etutti i vari aspetti della grave crisi in cui s i

dibatte la città e proporre al Governo i prov-vedimenti occorrenti per risolvere, previo l ostanziamento dei fondi necessari, i problemirelativi alla costruzione di case popolari e diun numero di aule scolastiche sufficienti all eesigenze della popolazione, alla incentivazion edei traffici marittimi ed aerei, con il poten-ziamento delle strutture del porto e dell'aero-porto, al reperimento di un sistemo radical e

di riassetto della viabilità urbana e alla at-tuazione di iniziative di ampio respiro ch econsentano l'assorbimento della monodoperadisoccupata e l'elevazione del livello social eed economico della città .

La rinascita di Napoli, insomma, dipend edall'assunzione delle relative responsabilit à

politiche da parte del Parlamento, poiché èormai manifestamente impossibile che l a

classe dirigente napoletana, ora espressa dal -l'amministrazione di centro-sinistra, fondat a

su un equilibrio clientelare e di fatto estrane aagli interessi comunitari, basti da sola a sol -

levare la città dall 'abiezione in cui essa stessa ,appunto, l'ha trascinata .

Per salvare dal definitivo sfacelo la prin-cipale città del Mezzogiorno occorre interve-nire subito, ad evitare che la situazione si in-cancrenisca ulteriormente fino a divenire de-finitivamente irreparabile, costituendo – ba-date bene – incentivo potenziale di disordin i

da parte di una popolazione che è ormai stan-ca di attendere il risorgere della propri a

città . (Applausi) .

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ciampaglia, il quale svolgerà anche l asua interpellanza .

CIAMPAGLIA . Signor Presidente, onore-voli colleghi, onorevole sottosegretario, primadi entrare nel vivo del mio argomentare desi-dero chiarire alcuni fatti emersi dall ' inter-vento dell 'onorevole di Nardo Ferdinando, i lquale, per i dissesti di Napoli, ha chiamatoin causa l 'Azienda municipalizzata acquedott odi Napoli, che ho l 'onore di presiedere . Inten-do subito chiarire che nessun crollo, nessundissesto verificatosi a Napoli è da attribuir ea rotture di condotte dell'acquedotto napole-tano. Desidero soffermarmi su questo inter-vento dell 'onorevole di Nardo, perché forsein esso era contenuto un tentativo di metter ein causa l 'efficienza di un ' azienda municipa-lizzata di recente ; l'onorevole di Nardo, infat-ti, ha detto che ai suoi tempi, nel 1957, vi eraun ufficio studi molto attrezzato . Devo rispon-dere che attualmente l 'Azienda municipaliz-zata acquedotto di Napoli è un ' azienda effi-ciente, non per la presenza di chi parla, maper il contributo fattivo dei dirigenti e degl ioperai . Di fronte ai 283 mila utenti del 1957e a ben 866 dipendenti, oggi l ' azienda fafronte alle 242 .902 utenze con appena 702 di -pendenti . Nello stesso tempo noi siamo riu-sciti a rinnovare, con grossi sacrifici, una par -te delle condotte dell 'azienda stessa. Vorre ichiudere questo argomento, ricordando chel'ufficio tecnico e l'ufficio studi dell'aziendasono forse gli unici uffici, tra quelli dell eaziende pubbliche di Napoli, in grado di pro -gettare e di portare a termine piani ed opere .L ' azienda, quindi, dal momento in cui è statamunicipalizzata, nonostante la diminuzion edel personale, si è dimostrata all'altezza dell asituazione; e di questo possono essere testi-moni l ' onorevole sottosegretario e l ' onorevoleministro, i quali ricorderanno certamente che ,in una delle ultime riunioni tenutasi al Mi-nistero, l ' ingegner Franco, se non ricordomale, propose che il servizio delle fognatur edi Napoli fosse affidato provvisoriamente allaAzienda municipalizzata acquedotto di Napoli .

Ritorno ora all'argomento del dibattito, u ndibattito che mi lascia amareggiato . È la pri-ma volta che intervengo alla Camera sui fatt idi Napoli, una città che perisce lentamente eche è riuscita 'ad esaltare, purtroppo, solo loaspetto della sua degradazione urbanistica ,frutto di abusi e di irregolarità . È questo u ndibattito che si ripete e che può trovare unesito positivo nella misura in cui il Parlamen-to e il Governo si decidano finalmente ad af-

frontare quello di Napoli come un problemanazionale, un problema che purtroppo noi na-poletani non siamo riusciti a risolvere con lenostre forze, ma innanzi tutto con la nostravolontà .

La denuncia sullo stato della città, che èriecheggiata in quest 'aula, riguarda situazion iche tutti possono constatare e alle quali vi èben poco da aggiungere . L 'assalto della mura-glia di cemento a Posillipo, al Vomero e inaltri quartieri della città, oltre a costituire unpericolo incombente per la staticità del sotto-suolo e per l ' incolumità dei cittadini, è anch eun esempio di pessima impostazione urbani-stica e (sono d'accordo con l'onorevole Com-pagna) di bruttezza sul piano estetico, che f acontrasto con le bellezze naturali di Napoli .

Le responsabilità di questa situazione, ch ea mano a mano si è ingigantita sì da assu-mere le attuali proporzioni – ciò che dev eavere immediato arresto se non vogliamo ch eeffettivamente altri più gravi disastri colpi-scano Napoli – si devono addebitare alla con-tinua incertezza delle varie forze che hannoamministrato la città dal 'dopoguerra ad oggi ,e che hanno portato avanti una politica d iequilibrio di alcuni interessi che cambian ospesso collegamenti e protezioni . Abbiamo as-sistito quindi all'assurdo che all'indomani d iogni denuncia, fatta proprio da tutte le forz elocali, si è ripreso il vecchio cammino, si èimboccata nuovamente la vecchia strada e inapoletani, i cittadini impotenti e indifesi ,hanno visto giorno per giorno crescere la co-lata di cemento che ha deturpato il volto d iNapoli ed ha creato le premesse per quest icrolli che ci affliggono e che incidono profon-damente anche sull ' attività produttiva dell acittà .

Mi auguro che quello di oggi non sia un odei tanti dibattiti su Napoli, che, periodica-mente, risuonano in quest ' aula, come nei var iconsessi cittadini partenopei, all ' indomani diun nuovo evento drammatico o addiritturaluttuoso. Purtroppo di questi dibattiti ve nesono stati inutilmente parecchi, come di even-ti che hanno segnato la decadenza, lo stat odi abbandono della città .

Non ripeterò qui quello che altri hann odetto prima di me, ma vorrei sottolineare inmodo particolare alcune considerazioni che ,se saranno effettivamente ascoltate, potrannocontribuire a creare condizioni di sopravvi-venza civile per la tanto bistrattata popolazio-ne napoletana e ad evitare a noi tutti questiricorrenti lamenti sulle sfortune di Napoli .

Dobbiamo fare un esame di coscienza dicome abbiamo operato per Napoli, dobbiamo

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approfondire tutte le cause che hanno portat oNapoli a perdere, giorno per giorno, il pri-mato tra le città del Mezzogiorno e a manife-stare segni tangibili di arretramento nell osviluppo industriale .

Sul piano urbanistico, che costituisce l aparte saliente dell'oggetto di questo dibattito ,dobbiamo ben definire, come ho detto poco fa ,le responsabilità che volutamente o involon-tariamente si sono venute ad accumulare neltempo, anche se esse sono nate in un contestodifficile per retaggi negativi legati a condi-zioni sociali ed economiche del tutto partico-lari, per difficoltà di gestione della città e danche per la struttura geologica del .sotto-suolo. Il che per altro non attenua le respon-sabilità, bensì le evidenzia, poiché è indubbi oche alcune manifestazioni urbanistiche assu-mono carattere di vero e proprio illecito pe-nale che vanno ben oltre i ricorrenti fenomen idi speculazione edilizia comuni a molte citt àitaliane .

Si impone dunque Un accertamento rigo-roso, sottratto ad ogni risentimento di partepolitica o di fazione, e unicamente rivolto astabilire la verità dei fatti nell'interesse esclu-sivo della cittadinanza, che oggi è la vittim aunica di questa situazione abnorme. Baste-rebbe pensare, oltre al pericolo incombenteper l'incolumità di molti cittadini, agli enor-mi disagi derivanti dallo sfratto di interi ca-seggiati, dal transennamento di alcune vie ,dallo sbarramento di alcune arterie princi-pali, disagi che hanno portato al punto limiteil già caotico andamento della viabilità . Tuttociò con i risultati che è facile immaginar eanche per quanto riguarda la vita economicae produttiva della città .

Chiediamo un ' inchiesta completa e rigo -rosa, i cui risultati diano l'avvio immediatoai provvedimenti conseguenti . Vi è una cris idi credibilità legata purtroppo al lassismodella vita amministrativa napoletana, per cu iad ogni inchiesta, dopo le denunce, sono ri-prese come al solito le autorizzazioni in dero-ga, gli espedienti del ricorso e del cavillo giu-ridico, la violazione della norma . Tutto ciò haautorizzato ad andare avanti sulla vecchiastrada, la strada della corsa sfrenata al pro-fitto dei nuovi ricchi di Napoli, che riescon oad inglobare tutti nelle loro responsabilità .Quei nuovi ricchi che si nascondono, quand opossono, dietro le compagnie finanziarie eche sottraggono il loro lecito e illecito rispar-mio agli investimenti produttivi . Anche questoè uno dei punti salienti della crisi napoletana :molte volte viene preferito il facile guadagno

della speculazione edilizia al rischio di unaseria intrapresa industriale .

Ma bisogna dare atto del fatto che, accan-to a questi nuovi ricchi, a Napoli restano an-cora industriali ed imprenditori seri, chehanno rifiutato l'espediente del piccolo esca-motage giuridico e amministrativo e che fan -no ancora sperare nell'inserimento di un aparte dell'iniziativa privata in una realtà nuo-va, che faccia riprendere a Napoli la giust astrada di uno sviluppo verso il primato indu-striale .

Crisi di fiducia, dicevamo . Pensiamo, in -fatti, a quella che è stata la fine della risul-tanza della commissione per il sottosuol oUna completa disattenzione nei riguardi dell econclusioni stesse ; e questa volta da parte nonsolo delle forze amministrative locali, onore-vole sottosegretario, ma da parte degli organ iperiferici dello Stato e da parte dello stessoGoverno centrale, che si era impegnato a fi-nanziare le urgenti opere di consolidamento .Desideriamo, dunque, un'indagine, un accer-tamento che non si limiti al solo territoriourbano, ma che si estenda a tutti i comun idella provincia di Napoli, che hanno avutouna crescita urbanistica paurosa e disor-dinata .

Ma il punto focale di questa situazion esta nel fatto che le forze politiche, in unosforzo di sincerità e di amore per Napoli, de-vono sapersi assumere ciascuna la propri aparte di responsabilità . Se riusciremo a farequesto, potremo senz'altro affermare che fi-nalmente siamo nel giusto e che questo dibat-tito darà un risultato positivo e concreto ; al-trimenti, resterà un fatto di pura accademia

che si perderà nel nulla . Se vi sono delle re-sponsabilità locali, dobbiamo anche ricono-scere che vi è stata carenza di interventi tem-pestivi da parte del Governo . Non si vengaqui a parlare dell'assurda situazione dell alegge speciale per Napoli, il cui fondo non s i

è riusciti ancora ad utilizzare . Sono proprioquesti precedenti che debbono obbligare i lGoverno ad operare direttamente per salvar eNapoli da un degradamento economico e so-ciale che avrebbe riflessi non solo sul pianolocale, ma anche sul piano nazionale .

Occorre un intervento deciso del Govern oche permetta il finanziamento immediato delrinnovo della rete fognaria; l 'esecuzione di-

retta delle opere di difesa e di consolidamen-to del sottosuolo ; una disciplina eccezionale ,dettata dalla gravità del caso, dei problem iurbanistici del territorio napoletano ; un inter -vento straordinario a sostegno dell ' edilizi apopolare, che ha bisogno di sodisfare Pesi-

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genza di nuovi alloggi ; il risanamento dei pi ùvecchi quartieri e in modo particolare di quel -li periferici .

A questo proposito vorrei ricordare che iquartieri periferici sono stati spesso costrui-ti con materiale scadente e non sono stati do-tati delle necessarie infrastrutture . così ac-caduto che, a pochi anni dalla loro costru-zione, alcuni stabili si siano resi inabitabili :l ' acqua filtrava da tutte le parti, gli scantinat ierano allagati . Inutile parlare del verde, deltutto inesistente .

Su questo punto si deve denunziare la ca-renza dei poteri pubblici. Più volte noi par-lamentari napoletani abbiamo chiesto all aGESCAL un intervento a favore di quest iquartieri in condizioni di decadimento, masempre invano. Propongo pertanto che il mi-nistro dei lavori pubblici richiami gli entigestori dell ' edilizia popolare ad un severocontrollo sui collaudi e nello stesso tempostanzii i fondi necessari per un piano di in-terventi straordinari diretto a far sì che i lpatrimonio degli alloggi popolari non vengaulteriormente depauperato .

Mi auguro che a tutte queste richiest el 'onorevole ministro, nella sua replica, pos-sa dare una risposta sodisfacente . necessa-rio, infatti, che a questi nostri interrogativ ivenga fornita una risposta precisa, nella qua-le sia contenuto l ' impegno di accertare condecisione le varie responsabilità, senza pre-giudizi politici o di parte, e di intervenire co nprovvedimenti eccezionali per assicurare l aripresa dello sviluppo economico della città ,per rilanciare l 'occupazione operaia, per so -disfare l ' esigenza sempre più sentita di nuo-vi alloggi popolari in numero sufficiente . Tut-to ciò è indispensabile, se non vogliamo chedell ' immobilismo cittadino, legato alle vicen-de urbanistiche della città, siano vittime i la-voratori e le classi meno abbienti .

PRESIDENTE.

iscritto a parlare l'ono -revole Caldoro . Ne ha facoltà .

CALDORO . Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole sottosegretario, desidero il -lustrare, sia pure brevemente, la posizion edel partito socialista italiano sulle questionisollevate dal dibattito in corso alla Camera .Ci troviamo infatti di fronte, come è stat ogià rilevato da altri colleghi, ad un problem ache investe questioni di costume : e ancheper questo ogni deputato – e, per quanto l iriguarda, ogni deputato del gruppo del par-tito socialista italiano – non potrà non unifor -

marsi, soprattutto al momento della votazio-ne conclusiva, al dettame della propria co-scienza .

Nel corso del dibattito è stato già tracciatoun parallelo fra la situazione di Napoli e ifatti altrettanto drammatici verificatisi qual-che anno fa ad Agrigento . Sia tuttavia consen-tito anche a me sottolineare l'estrema gravitàdella situazione di fronte alla quale ci trovia-mo e sulla quale desidero richiamare l'atten-zione del Governo . E poiché l'onorevole mini-stro è assente, mi permetto di rivolgere al -l'onorevole sottosegretario per i lavori pub-blici la preghiera di riferire al ministro l erichieste che saranno prospettate nel corso d iquesto mio intervento .

Per la verità, a quanto mi è stato detto ,il ministro dei lavori pubblici non è in quest omomento presente in aula in quanto impegna-to con la commissione ministeriale di inchie-sta sulla città di Napoli recentemente nomi -nata : commissione che è stata invitata a se-guire il dibattito in corso alla Camera . Espri-mo tuttavia il mio rammarico per il fatto ch eil ministro e la stessa commissione d'inchie-sta non assistano a questa seduta, per pren-dere atto delle posizioni che vanno assumen-do i vari gruppi politici . (Commenti all ' estre-ma sinistra) . Grazie all'autorevole presenzadel sottosegretario, l'onorevole ministro potr àin ogni caso avere ragguagli sulla discussion ein corso. Mi dolgo però per il fatto che no npossiamo essere ascoltati, almeno in quest afase, dalla commissione ministeriale, che giu-stamente era stata chiamata ad assistere a ldibattito .

PRESIDENTE . Onorevole Caldoro, i reso-conti stenografici permetteranno certamentela lettura del suo intervento .

CALDORO. Sono certo che la commissio-ne in parola avrà modo di leggere i resocontistenografici . Ad ogni modo, quando l'onore-vole Caprara ha citato la notizia, apparsa suuno dei quotidiani di Napoli nel momento incui si iniziava questo dibattito, che. era stat odeciso uno stanziamento organico per porr erimedio alla situazione di Napoli, ed in par-ticolare a quella del sottosuolo e del sistemafognante, il ministro ha chiesto la parola pe rsmentirlo . La prima domanda che io prego d iriferire al ministro interessato, perché poss arispondere nel corso di questo dibattito, è l aseguente : la smentita riguardava il fatto ch eil Ministero non avesse dato la notizia al Mat-tino, oppure l'esistenza di questi organici epiù massicci investimenti per Napoli ?

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RUSSO, Sottosegretario di Stato per i la-vori pubblici . Il Ministero non ha emesso al-cun comunicato ufficiale .

CALDORO. Prendo atto del fatto che lasmentita riguardava soltanto l'ufficialità dell anotizia, trapelata probabilmente per una d iquelle « fughe » che si verificano spesso ne iministeri, specialmente quando si tratta d istanziamenti . Speriamo che consimili indi-screzioni non abbiano a causare in futuro ,magari per più gravi e delicati problemi,conseguenze ben più serie : nel caso specifi-co non vi è stata - sembrerebbe - altra conse-guenza che quella di costringere il ministr oad una smentita .

Ritengo, precisato questo, che il titolaredel dicastero competente vorrà seguire unmetodo diverso, nelle sue decisioni, da quell ousato nel passato a proposito di una circostan-za altrettanto drammatica : quella di Agri-gento. Subito dopo l'ultimo doloroso episodi odel crollo di Napoli, si è tenuto un dibattitosu questo stesso tema anche in Senato, e dio l'ho doverosamente seguito . La presenzain questo momento del solo sottosegretario d iStato mi impedirà di avere una risposta im-mediata al quesito che intendo rivolgere ; maspero comunque di ottenerla in occasion edella replica del ministro . Infatti ho letto s uun giornale italiano a grande tiratura che a lSenato, in sede di Commissione, il ministr odei lavori pubblici ha respinto un ordine de lgiorno del gruppo comunista che lo impegna -va a riferire in Parlamento le conclusion idella commissione ministeriale nel frattemp ogià nominata (il dibattito aveva luogo all afine di settembre o ai primi di ottobre) . Nonposso essere certo della fondatezza della noti -zia, perché ignoro se ad essa abbia fatto se-guito o no una smentita. Ritengo comunqu eche sia doveroso, per un Governo che ha l 'ap-poggio, sia pure indiretto, del partito socia -lista, riferire le conclusioni dell'indagine a lParlamento, così come del resto è stato fatt oin un precedente di analoga drammaticità .Chiedo quindi che vi sia un impegno con-creto in tal senso ; e mi auguro che vi sia unaprecisazione puntuale da parte dell'onorevoleministro in occasione del suo intervento inquesto dibattito . Come si fece in un prece-dente analogo, noi chiediamo che le conclu-siani siano rimesse alle Camere per eventual ivalutazioni e successive decisioni .

Penso sia opportuno che l'onorevole mi-nistro valuti il fatto che, nonostante le inter -rogazioni presentate prima e in coincidenz acon la decisione lodevole di nominare una

commissione ministeriale d'inchiesta (pe rAgrigento ne fu nominata dal ministro del -l'epoca una ad altissimo livello amministra-tivo), non si è capito bene se si intenda esten-dere l'inchiesta anche a quei comuni del cu imalcontento e della cui collera hanno riferitoabbondantemente non solo gli onorevoli col -leghi dell'opposizione comunista e del PSIUP :poiché, come dicevo all'inizio, certe situazion ipongono problemi di costume che travalica-no l'appartenenza politica di ciascuno di noi ,in quanto dovrebbero costituire lo spartiacqu etra chi vuole e chi non vuole incidere sul ter-reno della moralizzazione della vita pubblica .Ed almeno in questa Camera tutti dovrebber ovolerlo . dunque necessario estendere l'in-chiesta anche ai comuni che sono stati qu ielencati, per vedere come veramente vi stia -no le cose . Si è parlato di Capri (all'isola s iriferisce particolarmente un'interrogazionepresentata dall'onorevole Lezzi), di Torre de lGreco, di Pompei, di Massa Lubrense : sonotutti luoghi di cui si sono occupate ampia -mente le cronache dei giornali non solo na-poletani o meridionali .

Inoltre chiedo che il ministro dei lavor ipubblici si impegni a non limitare l'indagin ead alcuni episodi marginali, ai fatti che sem-brano più appariscenti: cito a questo propo-sito le famose « licenze edilizie di agosto »(sulle quali ricordo una interessante intervist adell'attuale ministro dei lavori pubblici) . Pen-so che l ' indagine si debba riferire anche a iperiodi precedenti alle licenze di costruzion econcesse nell'agosto 1968, nonché ai period i

successivi, non essendosi purtroppo verificat o- e lo si temeva - quel salutare effetto preclu-sivo delle nuove edificazioni in zone a debol eprotezione urbanistica che l'articolo 17 dell a

« legge-ponte » teoricamente faceva sperar e

alla scadenza del 31 agosto 1968 .Occorre, in conclusione, vedere come stia-

no veramente le cose, per poi dare ragione achi ha ragione, torto a chi ha torto, per ad-dossare le responsabilità a chi è responsabile .E naturalmente - ripeto - occorre impegnar ei commissari, autorevoli rappresentanti del -l'amministrazione dei lavori pubblici, a esten-dere l'inchiesta ai fatti precedenti e successiv i

all 'agosto 1968 .Mi scuserà l'onorevole ministro se di tanto

in tanto sarò costretto a fare riferimento al

metodo e allo stile che si adottarono per l acommissione d 'inchiesta sui fatti di Agri-gento. Ricordo - e lo ricordano tutti i colle-ghi - che in quell ' epoca il Ministero interven-ne con tempestività ed energia in una situa-zione difficilissima, complicata anche da situa-

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zioni e norme connesse con l'autonomia regio-nale siciliana (si manifestò anche un cert odissenso tra le autorità centrali e quelle re-gionali) ; ciò nonostante, ripeto, il Ministeroagì con molta energia e fermezza, e soprat-tutto fece la cosa più saggia che si deve far ein queste occasioni (mi perdonerà l 'onorevoleministro) : sospese cioè immediatamente, sot-to l ' impressione dei crolli che si erano verifi-cati ad Agrigento, qualsiasi costruzione abita-tiva o d 'altro genere che fosse per eseguirsi ne iterritori teatro di quei drammatici eventi .Poi, con opportuni provvedimenti, erogò fi-nanziamenti che consentissero il ritorno all anormalità .

Ho parlato all ' inizio, onorevole ministr o- ella poc 'anzi si era momentaneamente as-sentato - della notizia da lei smentita a con-clusione della seduta di venerdì scorso ; el 'onorevole sottosegretario ha precisato sostan-zialmente che la smentita significava che v iera stata una « fuga » di notizie non autoriz-zata, avvenuta all ' insaputa del ministro . Hopoi parlato della necessità di interventi finan-ziari, d'altra parte già disposti per Napoli ,proprio in questa materia - come la Cameracertamente ricorderà - dal precedente Gover-no. Siamo ora di fronte al problema della so-spensione dell 'attività costruttiva nelle zon einteressate dai crolli : misura che non può elu-dersi .

Se è vero che l ' inchiesta ha anche un com-pito di accertamento, non possiamo neanchepiù permettere che altri fatti compiuti so-pravvengano ad aggravare la situazione . Ameno che non si abbia assolutamente la tran-quilla garanzia che ciò si possa fare, non devepiù esser fatta alcuna costruzione nei luogh ifranosi . Ci troviamo di fronte a imprescin-dibili motivi di sicurezza . Non voglio usar etoni drammatici, né mi riferirò più alla fa-mosa commissione per il sottosuolo di Napo-li, istituita dalla giunta comunale di centro-si-nistra dell ' epoca : commissione che, compo-sta da autorevoli docenti universitari, per -venne - inascoltata - a quelle conclusioni ch esono state qui menzionate dagli onorevol iCaprara, Avolio ed altri; mi limiterò a direche ci troviamo di fronte a una situazion esconcertante .

Ho qui la relazione della suddetta com-missione di studio del comune di Napoli, de l1967, raccolta in un volume che porta il ti-tolo : Il sottosuolo di Napoli. . Non citerò pass idel testo, vorrei soltanto richiamare l'atten-zione della Camera sulle fotografie che son ouna testimonianza agghiacciante della situa-zione delle zone collinari napoletane (metterò

poi a disposizione questo volume, signor Pre-sidente, per chi vorrà personalmente pren-der visione di quanto ora illustrerò) .

Leggerò le didascalie di alcune immagin iriprodotte nel libro . Sotto una di esse si leg-ge: « Dissesto stradale a corso Meridionale » ;si vede una voragine, con alcune automobil icadutevi dentro (la fotografia è stata presa nel1956) . E ancora : « Dissesto stradale alla vi aPosillipo » ; un'altra veduta agghiacciant e(1956) . « Dissesto stradale a corso VittorioEmanuele all'incrocio con via Pontano » ; nel -la fenditura è andata a rovinare un'auto e

c 'è stata anche una vittima (settembre 1964) .« Crollo di un muro e dissesto stradale a vi aTasso » (giugno 1966) . « Crollo di muro e dis-sesto stradale a via Catullo » (marzo 1966) .« Dissesto stradale a via Cortese all'Arenella »

(settembre 1967) . L'elenco dovrebbe poi chiu-dersi con : « Dissesto stradale a via AnielloFalcone » (settembre 1967) : ma di quest 'ul-tima catastrofe, naturalmente, manca la foto -grafia, poiché - come ho detto - il volume èstato pubblicato nel 1967, precedentemente a lsinistro .

Onorevole ministro, attendo che le respon-sabilità siano accertate e dico subito che d aparte socialista non sarà fatto alcun tentativodi copertura, non appena tali responsabilit àfossero accertate . Evitiamo, però, di commet-tere altri eventuali errori .

NATALI, Ministro dei lavori pubblici . Ri-badisco quanto ho già dichiarato al Senato ,che cioè anche da parte del Governo non siintende coprire alcuna responsabilità .

CALDORO. N'e prendo atto. Non potevaessere diversamente . Però adesso verifiche-remo in concreto quali sono le intenzioni de l

Governo.Dicevo dunque di questa richiesta di so-

spensione delle nuove costruzioni ; orbene ,essa viene messa in evidenza da un ordine de lgiorno che ho avuto l'onore di firmare insie-me con gli onorevoli Compagna, Scotti e

Ciampaglia : un ordine del giorno sul qual enoi verificheremo la volontà concreta del Go-verno monocolore di intervenire così comefu fatto per i fatti di Agrigento (quando erain carica un Governo di centro-sinistra orga-nico), cioè non soltanto colpendo le respon-sabilità, ma anche prevenendo, dove è possi-bile, ulteriori dannosi fatti compiuti . Dun-que, immediata sospensione di tutte le costru-zioni in corso nelle zone collinari . So che aquesto punto si scateneranno i bempensanti ,che tenteranno di strumentalizzare magari la

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disoccupazione che potrebbe manifestarsi aseguito del provvedimento . Abbiamo però inquesta richiesta il conforto delle organizza-zioni sindacali di Napoli, unitariament eimpegnate domani - anche per questo - i nuno sciopero generale cittadino .

D ' altra parte, se è vero che il Governointende intervenire con sollecitudine' pe rriparare e per impedire che nel futuro siverifichino a Napoli altri crolli, sono già pre-viste opere pubbliche ponendo mano rapida-mente alle quali si può sicuramente impegna-re tutta la manodopera edilizia che eventual-mente restasse disoccupata per la chiusura de icantieri di costruzione di abitazioni private :tale la « tangenziale », tale il palazzo di giu-stizia. Sicuramente queste opere pubblichesono in grado di assorbire manodopera an-che in soprannumero .

Non oso dire che la responsabilità, se visarà disoccupazione, ricadrà sui ritardi co ncui si realizzeranno in concreto queste opere .Però è certo che né la Camera né chi avràsuggerito la sospensione delle costruzioni, po-tranno essere responsabili di una eventual esituazione di disagio che venisse sottolineatadalla protesta di ambienti interessati a stru-mentalizzare eventuali frange momentanee d idisoccupazione nel settore edile . Si può giàda oggi provvedere per impedire che ciò av-venga, attraverso la messa in cantiere rapi-dissima di tutte le opere previste per la no-stra città .

Alla fine del mio intervento pregherò l oonorevole ministro di volere esaminare le fo-tografie di cui ho parlato . Ometterò di rife-rirmi agli interventi degli onorevoli Caprar ae Compagna, ma desidero citare un passo del =la relazione che l'onorevole Francesco De Mar-tino ha svolto recentemente, a proposito d iquesti problemi di Napoli, al comitato cen-trale del mio partito . Egli ha allora affermato :« Dall'altro lato, non ci si può illudere di co-struire case a basso costo, se non si regolafinalmente il regime dei suoli, traendo l alegge urbanistica dal lungo oblio nel qual egiace. Del resto, gli autentici crimini controla bellezza delle nostre città e il loro razio-nale sviluppo non sono tollerabili più a lun-go. Dopo i casi di Agrigento, abbiamo quell idi Napoli, una città nella quale la specula-zione ha imperversato, senza alcun freno, edove oggi perfino la sicurezza dei cittadini èposta a repentaglio » .

Onorevole ministro, ordini la sospension edelle costruzioni . Non ho la pretesa di chie-derle queste cose anche a nome dell'onorevol eFrancesco De Martino, segretario del mio par-

tito ; però la lettura e il ricordo di questo pass odella sua relazione al recente comitato central edel partito socialista italiano mi conforta nel -la necessità di sostenere l ' ordine del giornoche è stato da noi presentato .

Un ' ultimo rilievo vorrei fare, a propositodella commissione ministeriale d ' inchiesta edel modo per essa più utile di procedere ne lsuo compito. La commissione si avvalga an-che dei risultati, sia pure limitati, raggiunt idalla commissione di studio nominata dall agiunta comunale di Napoli . Essa non prese i nconsiderazione che un brevissimo periodo ; ma- fatto significativo - anch ' essa arrivò allaconclusione che dovessero essere annullate al -cune licenze edilizie ehe erano state conces-se. Certo, se ci sono responsabilità dell ' attua-le o ,di altre giunte municipali precedenti, i lfatto di essere intervenuti per annullare 19 li-cenze edilizie, quasi tutte pertinenti alle zon ecollinari (ma, per altro, ancora non si è pres onessun provvedimento concreto) . . .

CAPRARA. Ma chi le ha concesse, quell elicenze ?

CALDORO. La giunta di centro-sinistra ,l'ho detto .

Il fatto - dicevo - dell ' annullamento nonvale ad eliminare tutte le responsabilità ; peròresta sempre esempio di un modo d ' agire, chenoi invochiamo, in maniera più efficace, piùrapida e più energica anche da parte del Go-verno . Quindi bisogna tenere conto di ciò, enon parlare tanto leggermente di sostituir ela commissione della giunta comunale di Na-poli (anche se mi rendo conto della situazioneantipatica - per non usare altri termini -nella quale si è messa) . Personalmente nonho concordato affatto a suo tempo con la de-cisione di nominare, su problemi così delicati ,una semplice commissione di giunta e no ninvece una commissione consiliare, come sa-rebbe stato più giusto fare e come chiese l ostesso vicesindaco socialista dell'epoca, Leli o

Porzio, rnolto giustamente . Io la reputo un

errore, confermato oggi dall 'esigenza che l ostesso ministro ha sentito di creare la com-missione ministeriale d'inchiesta e confermat oulteriormente dal fatto che si dovrà probabil-mente intervenire in modo ben più radicale d i

quanto non preconizzasse la commissione mu-nicipale : di ciò sarà comunque giudice la

Camera con il suo voto .Mi sia consentito, infine, di intrattenerm i

brevemente sulle vicende del progettato pian o

regolatore . Se ne è parlato in questa sede ; el'onorevole ministro ha fatto un'interruzione

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a mio avviso non pertinente all'onorevole Avo-lio. Egli ha infatti detto che di queste cose s ideve occupare solo il consiglio comunale d iNapoli . Certo, la legge prevede che siano iconsigli comunali a decidere sui piani regola-tori ; ma, come ha già detto l'onorevole Com-pagna, ai mali di cùi stiamo parlando, all adrammatica situazione che è in atto nell acittà di Napoli, non può essere posto rimediosolo attraverso la disciplina normale che s ipuò attuare con il piano regolatore . Natural -mente, è stata una colpa l'aver conservato i nvita a Napoli quel piano regolatore del 1939la cui inadeguatezza è unanimemente ricono-sciuta . Ma non si può pretendere — è già stat odetto in questa sede — che il nuovo piano ab-bia a riuscire una cosa perfetta . Non possia-mo, come ha detto l'onorevole Compagna ,perdere ancora molto tempo ~a?,lla ricerca de l« perfezionismo di sinistra » . L' ovvio, per al-tro, che non potrà ammettersi un piano re-golatore che sia strumento della speculazionedella destra conservatrice ed affaristica dell anostra città . Il nuovo piano regolatore dovr àaver vigore a Napoli per almeno altri 20 o30 anni; quindi bisogna farlo nella manier apiù giusta, più perfetta possibile, anche se perottenere ciò si deve abbandonare la smani adella fretta e della precipitazione . Perché iodesidero ricordare — non certo in polemic acon l'onorevole Compagna — che se la giuntadi centro-sinistra avesse avuto fretta alcun imesi fa, come stava per succedere, pro-babilmente nel piano (così come era scritt onella prima relazione) si sarebbe compres aniente di meno che la sanatoria di tutti gl iilleciti commessi nel passato : attraverso l adizione, ormai classica in questi casi, della« presa d 'atto delle zone esistenti » . So chele forze politiche napoletane stanno avendo u nripensamento su questa impostazione . Ed èuna fortuna, perché diversamente che valoreavrebbe, onorevoli colleghi, onorevole mini-stro, l'inchiesta che stiamo per varare anchea livello ministeriale ? Quindi, ecco un prim orisultato del non avere avuto fretta . Giusta-mente si è ritenuto che si dovesse ulterior-mente pensare sul da farsi ; e qualche mesedi tempo sarà ancora necessario .

Io non condivido il rilievo mosso dall'ono-revole Avolio — legittimamente dal suo punt odi vista politico, ma infondatamente sotto i lprofilo giuridico — secondo il quale l'ammini-strazione municipale di Napoli, come tutte lealtre d'Italia, essendo stata prorogata a titol oeccezionale per effetto della recente legge, no navrebbe il potere di varare il piano regolatore .Non arrivo a questa conclusione, sicché riten -

go che si debba sfruttare il tempo che riman eper approfondire i termini del problema .

Onorevole ministro, mi par di aver com-preso (e anche su questo le sarei grato se midesse un chiarimento) che ella avrebbe asse-gnato un termine al comune di Napoli perch édeliberi sul piano regolatore . Vede dunqu ecome la Camera deve intervenire anche suquestioni che apparentemente sembrano dicompetenza delle amministrazioni locali ! S ela notizia del termine è vera, desidero doman-darle : sa ella a che punto è la stesura dell eproposte di questo piano regolatore al consi-glio comunale di Napoli ? Sappiamo con cer-tezza che i commissari preposti all'elaborazio-ne del piano regolatore — i quali stanno lavo-randovi, fra l 'altro, da alcuni anni — non han-no nemmeno essi concordato tutti su ogn ipunto del progetto da presentarsi al consigliocomunale . Quindi, lo hanno sottoscritto co nriserva alcuni degli stessi commissari che su lpiano hanno lavorato per alcuni anni . Sa ella ,onorevole ministro, che i partiti che reggon ol'amministrazione di Napoli, cioè i partiti d icentro-sinistra, non hanno ancora raggiuntoun accordo politico sulla proposta di pianoregolatore da sottoporre al consiglio comuna-le ? Anch 'essi si riservano ancora di esprime-re il proprio giudizio. Per non parlare dei sin-dacati, che sono tutti, dalla CISL alla UIL ealla CGIL, decisamente contrari alle scelte fon-damentali del piano regolatore di Napoli .Quindi, che cosa è questo piano ? Mi dispiace ,onorevole ministro, di dover chiamare in cau-sa un suo compagno di partito, probabilment emolto caro anche a lei come persona oltre ch ecome uomo politico ; ma questo che abbiamooggi a Napoli è solo il piano di un assessore ,dell 'egregio assessore all'urbanistica avvoca-to Servidio ! Suo soltanto . Non è il piano dellagiunta, avendo questa autorizzato solament e(cosa forse strana) la stampa delle tavole de lpiano, senza entrare nel merito delle scelt e

dell 'elaborato. I commissari del piano hann ofirmato con riserva, i partiti di centro-sinistra ,e quindi la giunta, non si sono ancora pronun-ciati .

FOSCHINI. Non c 'è stata una comunica-zione della segreteria provinciale del suo par-tito ?

CALDORO. Tutti i comunicati del mio par-tito hanno sempre sollecitato la democrazi acristiana a prendere impegni, ad aprire u ndibattito serio tra le forze politiche per l escelte di merito . Non c'è stata nessuna accet-tazione del piano da parte socialista . La giun-

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ta, d 'altra parte, come è a lei noto, onorevoleFoschini, ha autorizzato la spesa per stampar ele tavole, non di più. Quindi è il piano d iServidio, quello che abbiamo a Napoli : pocacosa, per la verità, dopo tre o quattro ann idi lavoro, dopo dibattiti impegnativi ! Tr al 'altro, anche se noi volessimo essere fretto-losi e precipitosi, ci sono certi iter che bisognapur seguire e che ci impediscono di esser efrettolosi e precipitosi .

Ma cominciamo a vedere qualche question edi merito . Perché alcune forze politiche espri-mono riserve sul progetto di piano ? Perch ésono contrari i sindacati ? Perché i commissar iesprimono riserve ? Tutto questo è necessari oesaminare affinché non ci si stupisca se, poi ,i termini assegnati dal ministro scadrannosenza che il piano sia stato approvato . Ed al-lora il Ministero riterrà di doversi sostituir ed'ufficio all 'amministrazione municipale, i lche farà levare giuste proteste alle opposi-zioni in difesa dell'autonomia degli enti lo -cali . Tutta una campagna di stampa si sca-glierà contro il dicastero dei lavori pubblici ,contro il ministro, contro il Governo appog-giato, sia pure dall ' esterno, dal partito socia -lista italiano .

È bene che ella, onorevole ministro, teng aconto di questo . Vediamo dunque alcuni mo-tivi di merito delle reticenze manifestate su lpiano. I commissari, per esempio, non son od'accordo su alcuni ampliamenti progettat i(non si sa da chi: ritengo dall 'assessore all aurbanistica) per gli impianti petroliferi Mobil -

di Napoli in una zona che avrebbe do-vuto essere destinata a verde: quegli amplia -menti contraddicono tutte le scelte che in ma-teria suggeriscono non solo gli urbanisti pi ùilluminati, ma tutte le persone di buon senso .Per di più, la -zona in questione si trovaproprio a ridosso del terreno che, in applica-zione della legge n . 167, sta per accogliere mi-gliaia di famiglie di lavoratori napoletani .

Si parla tanto dei crolli, onorevole mini-stro. Ma qui c 'è un altro pericolo grave :tutti sanno che una raffineria o un im-pianto chimico di questa importanza non pos-sono sorgere proprio vicino alle case, per gl iovvi pericoli che essi rappresentano per la sa-lute . Questo è un motivo di merito per l 'oppo-sizione al progetto di piano. Si tratta di un aproposta che sarà probabilmente respinta .

È previsto inoltre un ampliamento dell 'ac-ciaieria ITALSIDER. Noi socialisti non sia-mo contrari agli ampliamenti delle fabbriche .Ricordiamo però che, quando ottenne da lcomune di Napoli l'autorizzazione per il pi ùrecente ampliamento eseguito, l'ITALSIDER

affermò che si sarebbe trattato dell'ultimoingrandimento compatibile con gli sviluppiaziendali che erano stati programmati . Que-sto avvenne tre o quattro anni fa . Oggi s ichiede un ulteriore ampliamento, e pare v isiano amministratori comunali convinti che l arichiesta sia giusta. Ma si contravverrebbe ,così, agli stessi impegni assunti dall 'azienda .

vero per altro che i dirigenti dell'ITAL-SIDER - come è stato dimostrato recente -mente dalla lotta sindacale - non manten-gono gli impegni né buoni né cattivi : peresempio, dopo una vigorosa lotta unitaria de ilavoratori, la società ha dovuto rimangiars iil proposito di licenziare cinque operai diri-genti sindacali .

Questo dell'ampliamento dell 'acciaieria èun altro punto sul quale vale la pena di in-vestigare. E non parliamo dell'università, eper quanto in altre zone si tenta di modifi-care la dizione a suolo a verde pubblico » inquella di « suolo a verde privato » .

È quindi giusto riferirsi alle amministra-zioni Lauro, ai monarchici, a quello che hanno

fatto: chi non ne ha parlato ? Però nessun odeve pensare, in questa o in altre sedi, che c isiano socialisti o democristiani o repubbli-cani disposti a ripercorrere strade come quell epercorse dal gruppo monarchico che si in-sediò alla direzione della nostra città per al-cuni anni .

COVELLI . Le sconcezze sono state com-piute successivamente, da voi !

CALDORO. Ritengo superfluo fare ulte-riori precisazioni sulle responsabilità dell aclasse dirigente monarchica e fascista che èstata insediata al comune di Napoli per molt i

anni : è una questione superata .

COVELLI. Io invece non ritengo superat a

questa parte del suo intervento : e sono addi-rittura per un'inchiesta parlamentare .

PRESIDENTE. Onorevole Caldoro, l a

prego di restare all 'argomento .

CALDORO. Signor Presidente, mi pare ch emi sto attenendo all'argomento . In ogni modo ,abbandoniamo queste polemiche sul passato ,onorevole Covelli .

COVELLI. Io mi dolgo della sufficienz acon cui ella parla di un'amministrazione co-munale che ha recato certamente maggiorbene a Napoli che non abbia fatto quella d i

sua parte . Ripeto che sono pronto ad accettar eun'inchiesta parlamentare su ciò .

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CALDORO. Ma se l'onorevole Lauro avess ebene operato, perché quasi tutti i consiglier icomunali di Napoli l'avrebbero abbandonat onel giro di due o tre anni per passare all ademocrazia cristiana ?

COVELLI. Quella è una questione di co-stume .

CALDORO . Naturalmente, è una questio-ne di costume. Comunque mi pare che ci siaanche la dimostrazione del fatto che Lauronon ha bene operato .

COVELLI. Questa è una affermazione gra-tuita .

PRESIDENTE . Onorevole Covelli, la pregodi lasciar proseguire l'oratore . Continui, ono-revole Caldoro.

CALDORO . Ritornando al piano regola-tore di Napoli, richiamo la sua attenzione, si-gnor ministro, suI fatto che per domani tutt ii sindacati di Napoli hanno proclamato unosciopero generale anche in relazione a questequestioni del piano regolatore, delle abitazio-ni, della necessità di una seria ed efficace in -chiesta che colpisca i responsabili del disor-dine edilizio . Non si sciopera soltanto per sa -lari più alti e per l'occupazione, ma anche pe rqueste cose, come è documentato da un volan-tino diffuso dalle organizzazioni sindacali d iNapoli . Bisogna avere il coraggio di andaresino in fondo : ed ella sta dimostrando di vo-lerlo fare. Un comportamento incerto e dila-torio non sarebbe permesso alla maggioranzae al Governo dalla ferma volontà del popol odi Napoli .

ALFANO . Ma perché non ha detto quest ecose all'onorevole Mancini quando era mini-stro dei lavori pubblici ? Perché non li ha ri-solti l ' onorevole Mancini, questi problemi ?

CALDORO . Ho fiducia che il Governo s icomporti nel modo più adeguato . Ho quest afiducia perché oggi finalmente una grand ebattaglia sindacale e democratica è in corso .Milioni di lavoratori a Napoli e in tutto i lpaese lottano per una società più giusta ecivile . I lavoratori napoletani sono sicura-mente stanchi di sopportare in termini di pe-santi e dolorosi sacrifici economici e civili, i ntermini di sofferenza per le condizioni dell ecase, dei trasporti, della mutualità, gli assurdigiochi di potere che si sono condotti sulla loropelle a Napoli come in tutto il Mezzogiorno .(Applausi a sinistra) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Giorgio Napolitano . Ne ha facoltà .

NAPOLITANO GIORGIO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, lasciate innanzitut-to che io mi chieda se c ' è nel Governo e neidiversi settori della Camera piena consapevo-lezza della natura e delle dimensioni dei pro-blemi che stiamo discutendo . Non vorrei es-sere frainteso . Noi non vogliamo davvero ch eil Parlamento sia sede di declamazioni retori -che, di tediose e vane esercitazioni oratorie .Vogliamo che esso sia un luogo di confrontoe di decisione su questioni vitali di indirizz odella politica italiana e su problemi concreti ,di diretto interesse per il paese e per le mass epopolari . Ma ciò richiede una valutazione at-tenta di ogni problema e anche della sua sto -ria, delle radici da cui è scaturito, del signi-ficato che ha assunto ; richiede un esame, anz iimpone a determinate forze politiche un esa-me delle responsabilità e una considerazioneseria delle scelte di fronte alle quali ci s i

trova. Questo non è, mi sembra, un perders iin parole, ma è fare l'ufficio nostro, non solocome opposizione di sinistra, ma come Parla -mento italiano, in quanto centro vivo di for-mazione del giudizio, dell 'orientamento, dell a

volontà politica .Cerchiamo dunque di riflettere senza chiu-

sure e senza meschine cautele sul problem a

che abbiamo davanti . Cerchiamo di compren-dere bene di che cosa si tratti . Mi si consentadi rivolgere questo invito soprattutto alle forz edi sinistra, anche a quelle che sono present inell'attuale maggioranza di governo e ch esono partecipi non solo di complicate mano-vre di vertice, ma di un autentico fermentodi ricerca .

Non so quali altri interventi ci saranno pe rla democrazia cristiana ed anche per il partit osocialista dopo l'intervento - me lo consen-tirà il collega Caldoro - per più aspetti elu-sivo che abbiamo ora ascoltato . Vedremo seemergerà da altri interventi uno sforzo mag-giore di analisi .

Che cosa è questo problema di Napoli ?

Che cosa c'è dietro la paurosa catena di crolli ,dissesti, sprofondamenti, dietro gli avveni-menti che hanno commosso e indignato, die-tro una situazione giunta davvero al punto dirottura ? C'è - si capisce - il modo in cui èstata amministrata una grande città, ma c' èanche il modo in cui si è governato il paesee si è fatto politica in Italia da -parte dideterminate forze, cioè il modo in cui quest eforze hanno affrontato questioni di fondo del -lo sviluppo economico e civile .

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Come è stata amministrata Napoli ? No nripeterò i dati di fatto che qui ha già portat oper il nostro gruppo il compagno Caprara, l ecifre impressionanti, accusatrici dei vani co-struiti tra il 1951 e il 1965 su colline di ter-reno allentato, in condizioni di crescente pe-ricolo, caoticamente, con furia criminale :tra il 1951 e il 1965, sotto le amministrazion idi destra « laurine » e sotto le amministrazio-ni di centro-sinistra. Sottolineo subito quest odato politico e aggiungo, onorevole Caldoro :quando, dopo le conclusioni presentate nel-l'ottobre del 1967 (da lei ricordate) dalla com-missione di indagine per il sottosuolo, si èandati avanti nel modo più irresponsabile ,concedendo – lo ricordava l'onorevole Capra-ra – licenze edilizie, fino all'agosto dell'ann opassato, per 57.771 vani, non erano forse ipartiti di centro-sinistra a reggere il comune ?Che cosa sono state dunque le amministra-zioni di centro-sinistra a Napoli ?

Dai fatti che ho citato emerge la loro in-capacità di rompere, di realizzare una svolt arispetto alla politica « laurina » ; peggio, emer-ge un elemento di agghiacciante continuità .E dalle responsabilità che in questo modo s isono assunte e si assumono, non ci si libera ,onorevoli colleghi del partito socialista e del -la sinistra democristiana, con qualche sortita ,con un memoriale di minoranza nell 'ambitodi una commissione d'inchiesta comunale ch enon va avanti . Non ci si venga a dire (mi èparso che questo tema ritornasse nell'inter-vento dell'onorevole Caldoro) che si aveva esi ha il dovere di dare comunque un'ammini-strazione a Napoli . No, si aveva e si ha ildovere di fare pulizia a Napoli, di romperecon una politica rovinosa e con una sordidarete di interessi . E se il centro-sinistra no npoteva e voleva essere questo, nonostante lesue proclamazioni in fatto di modernità, rin-novamento e progresso, dei partiti e dei grup-pi che si considerano di sinistra dovevanotenersi fuori del governo della città .

Ci devono o no essere condizioni irrinun-ciabili, al di fuori delle quali la partecipazio-ne di certe forze al governo locale o nazional escade a puro fatto di potere, perde ogni plau-sibilità politica ? Ebbene, per Napoli questecondizioni si riassumevano nel rovesciament odella politica « laurina » ed esse sono stateclamorosamente disattese .

Onorevole Caldoro, onorevoli colleghi de lpartito socialista, riflettete sul prezzo che gi àavete pagato per l'avallo dato a queste ammi-nistrazioni . Ogni giorno di più che consumatein questa combinazione, screditata e fallita,

moralmente e politicamente, non può ch ecostarvi assai caro .

già da troppo tempo venuto il moment odi far scoppiare – sia pure con un atto tar-divo, ma risoluto e netto di separazione d iresponsabilità da parte dei partiti e gruppi d isinistra coinvolti nell 'amministrazione napo-letana di centro-sinistra – il bubbone, di met-tere in crisi quello che il collega Caprara de -finiva il « blocco di potere » che controlla lademocrazia cristiana napoletana e domina Na -poli .

L 'onorevole Compagna, nel discorso che haqui pronunciato, ha detto : « Quel meccanism odi corruzione è stato anzi perfezionato e rest aquindi operante al di là della fine del " lau-rismo ", alle spalle dello stesso centro-sini-stra » (e lasciamo stare questa espressione cos ìgenerosa) . « Meccanismo di corruzione imper-niato sull 'attività edilizia . E quelli che pos-siamo ben chiamare i predoni dei suoli, rie-scono a condizionare i rapporti di potere nellacittà e dintorni ; riescono a condizionare quest irapporti come e più che ai tempi di Lauro edella sua consorteria organizzata in partito . Equesto perché altri partiti e altri uomini han -no concorso ad accaparrarsi l 'eredità dei" comparaggi " cui la consorteria di Lauroaveva dato origine e consistenza » . E piùavanti, a proposito delle ambiguità di com-portamento dei gruppi dominanti della demo-crazia cristiana, ha detto ancora che in quest i« sono penetrate più profondamente le rami-ficazioni del "laurismo ", fiorite e rifiorit edopo il rinsecchimento del tronco » .

Naturalmente, si potrebbe domandare aquesto punto cosa ci ha fatto e ci fa il partitorepubblicano nell'amministrazione di centro-sinistra a Napoli . Ma la questione è di mode-sto rilievo e di natura, anche, alquanto meschi -na. Voglio invece dire che il fenomeno de-nunciato dall 'onorevole Compagna, l'assun-zione da parte della democrazia cristiana a Na -poli di quel carattere e di quel ruolo, ha u nnome, che l 'onorevole Compagna non ha fatto ,ma che tutti conoscono : Gava. E questo nonè un nome da poco, è il nome di un ministroin carica, di un suo collega, onorevole Na -tali ; è il nome di un membro della direzionedella democrazia cristiana . Questo nome è sta-to ed è uno dei perni della disciolta correntedorotea, disciolta, ma ben decisa, nel suo nu-cleo essenziale, a non abbandonare le leve de lpotere .

Ecco come si è fatto politica in Italia intutti questi anni da parte del partito di mag-gioranza relativa ; si è fondata, in una citt àcome Napoli, la funzione di governo della de-

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mocrazia cristiana sullo spregiudicato acca-parramento dell ' eredità « laurina » e su unadilagante commistione di interessi privati edi partito, di attività speculative e di manovr adegli enti pubblici . Si è fondata una posizionedi maggioranza e di potere al vertice nazio-nale della democrazia cristiana, sull 'apportodi uomini, come il senatore Gava e il profes-sore Gava, artefici e responsabili di questotipo di gestione della democrazia cristiana edella città nella capitale del Mezzogiorno .

Ma allora, onorevoli colleghi, non possia-mo considerare casuale l'inerzia decennal edei governi a direzione democristiana nei con -fronti dello scempio urbanistico che si compi -va a Napoli . Non possiamo considerare casual eneppure - caso recente e particolare - l'iner-zia, denunciata dal compagno Caprara, degl iorgani dello Stato cui sarebbe spettato interve-nire per far rispettare le drastiche, allarmat edirettive della commissione di indagine su iproblemi del sottosuolo .

No, questi sono fatti che rispondono all alogica di omertà del gruppo di potere insedia -tosi al vertice nazionale della democrazia cri-stiana. Si parla oggi di rimescolamento dell ecarte, delle forze nel partito democratico cri-stiano, ma quello che conta è sapere se d aquesto rimescolamento possa uscire, e come ,la liquidazione di quella logica di potere ch eha portato ad avallare o a subire anche le si-tuazioni più abnormi, come quella che do-mina nella democrazia cristiana napoletana .

Ebbene, è in ogni caso compito, noi cre-diamo, dovere politico e morale di tutte l eforze di sinistra e democratiche, anche d iquelle presenti nella democrazia cristiana ,battersi per colpire almeno nelle sue manife-stazioni più scandalose, almeno nelle suecomponenti più chiaramente malsane, la lo-gica ed il gruppo di potere che hanno gover-nato e governano la democrazia cristiana .Ecco perché esse devono finalmente separar ele loro responsabilità, uscendo dall ' ammini-strazione comunale di Napoli, ed ecco perch édevono, insieme con noi, chiedere che si adot-tino sanzioni severe - guai a pensare di ca-varsela con delle parole o facendo volare qual-che straccio - nei confronti degli amministra-tori, dei funzionari e dei privati, progettisti ,appaltatori e proprietari, egualmente respon-sabili delle illegalità e dei disastri per cuitutti oggi qui mostrano, anche in quest 'aula ,di compiangere Napoli. E vedremo chi sal-terà ! Intanto dovrebbe essere impegno ditutti in questa Camera, impegno di tutti su ibanchi del Governo, far saltare ogni omert àdi partito e di gruppo .

Volete, o no, onorevoli' colleghi dell amaggioranza, che l'inchiesta sia ispirata aquesto criterio, che l'inchiesta sia una cosa seria, adeguata alla gravità estrem adrammatica, della situazione di Napoli 9

Onorevole ministro, bisogna 'rendere giustizia a Napoli, bisogna colpire per potercambiare, bisogna colpire per dare la prov ache si vuol cambiare. Ci rendiamo tutti cont odelle condizioni in cui è ridotta Napoli ? Nonle nascondo, onorevole Natali, che la miaprima reazione all 'annuncio dell ' inchiesta governativa è stata una reazione di sdegno . Cvoleva il disastro, il morto, per intervenire 9

Non si sapeva quel che accadeva a Napol inon si conosceva la manomissione, lo scempio che continuava ? Si può essere capaci dtanta ipocrisia ? Lasci che dica queste cose irappresentante di un partito che ha le car iin regola, per la continuità ed il vigore dell abattaglia condotta contro il « sacco di N apoli », di un partito che ha nelle sue file -avrà già sentito citare questo nome - uomincome Luigi Cosenza, che sono il simbolo dquesta continuità, la testimonianza, anch edell'integrità personale che dà forza alla lott apolitica .

Comunque, l'inchiesta è stata decis ae questo ,è un fatto politico, al quale non v ogliamo contrapporre soltanto una polemicretrospettiva, o una dichiarazione di sfiducia

un ' occasione : può servire, deve servire - d iciamo noi comunisti - ad un risanamento e a duna svolta . Ma non possiamo per questo r imetterci al Governo : dobbiamo garantirci c oun intervento del Parlamento nell ' impostazione, nello svolgimento e nella conclusiondell'inchiesta stessa . Sono stati sollevati, inquesta discussione, alcuni dei problemi rel ativi alla condotta di questa indagine : estensione territoriale e temporale, metodo d ' inchiesta, con particolare riferimento all'ampiezza delle consultazioni - guai a chiuderlnell 'ambito dell'amministrazione comunalerispetto rigoroso dei termini, impegno a rif erire in Parlamento sull'andamento e sulle rsultanze dell ' indagine, e senza furbeschi ri nvii a dopo le elezioni amministrative . Constato una convergenza di diversi gruppi, desponenti del partito socialista, con fintevento dell'onorevole Caldoro, e del parti trepubblicano su alcune di queste richiestIn quanto al ministro Natali, egli è passatomi pare, al Senato, dalla formula dell'i nchiesta limitata e, riservata all ' accoglimentocome raccomandazione, dell 'ordine del giono presentato dal gruppo comunista ed illustrato dal senatore Fermariello . Noi chiedia

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mo qui al ministro un chiarimento, unarisposta conclusiva ed inequivoca .

Ma, onorevoli colleghi, insieme al proble-ma della inchiesta ed insieme al problema del -le misure di emergenza da adottare immedia-tamente (anche su queste misure si è delineatauna convergenza- tra diversi gruppi politici :sospensione di tutte le lottizzazioni e licenz enelle zone esposte a vecchi e nuovi dissesti ,esecuzione di opere di contenimento, rafforza -mento e sostegno, ed altre ancora indicat enella nostra mozione, nella nostra interpel-lanza e nell'intervento dell ' onorevole Capra-ra) noi dobbiamo affrontare qui il problem apiù generale delle condizioni economiche e so-ciali e delle prospettive di Napoli . Anche suquesto dobbiamo tutti pronunciarci .

Si viene così ad un altro dei temi che ac-cennavo all ' inizio: il modo in cui dalle forzeche hanno governato il nostro paese sono stat iaffrontati i problemi di fondo dello sviluppoeconomico e civile . La questione del Mezzo-giorno innanzitutto, di cui il problema d iNapoli è riflesso ed aspetto essenziale, è un adelle facce, è una delle più drammatich eespressioni . Non occorre che ripeta le cifredella disoccupazione, della diminuita percen-tuale della popolazione attiva, della crisi d ideterminate attività industriali e commerciali ,del fabbisogno pauroso di case, scuole, ospe-dali, attrezzature civili, dell ' aumento del co-sto delle abitazioni e del costo della vita .Queste cifre, congiunte alle immagini dell oscempio urbanistico, dell 'abnorme esplosionedell 'edilizia residenziale, dello sviluppo for-zato di determinati consumi, e innanz itutto della motorizzazione privata, stann oad indicare che, anziché portare avanti unapolitica di profonda trasformazione struttu-rale del Mezzogiorno, in primo luogo nellecampagne, si è puntato, da parte dei gover-ni a direzione democristiana, su uno svilup-po parassitario e speculativo delle città me-ridionali .

A questo hanno spinto la strutturale de-bolezza e la storica vocazione subalterna dell eclassi dirigenti napoletane, e gli interessi ,i ristretti calcoli di convenienza, della gran -de borghesia settentrionale. Questa sceltaè stata contrastata dall'opposizione e dall'ini-ziativa del movimento popolare e contraddet-ta dai successi, sia pure limitati, da esso otte-nuti sul piano della lotta per la terra e per l aindustrializzazione .

Oggi, guardando alla realtà di Napoli, pos-siamo misurare i limiti di quei successi ,i danni della politica condotta dai governi cen-tristi e di centro-sinistra verso il Mezzogiorno,

ed anche e in particolare la assoluta inadegua-tezza dell'intervento delle partecipazioni sta -tali e il contrasto tra l'indirizzo da esse se-guito e le esigenze di Napoli e del Mezzogior-no, la spaventosa carenza, infine, dell'inter-vento pubblico in settori vitali come quell idell'edilizia popolare e dei trasporti .

È con questa politica che bisogna rompere ,se si vuole aprire una prospettiva di soluzio-ne al problema di Napoli . Altro che le fumos eed equivoche formule di Napoli « città ter-ziaria » idoleggiate dall'onorevole Compagna .E perciò che noi diciamo a tutte le forze d isinistra : la questione è più che mai quella d iimpegnarsi, a Napoli e sul piano nazionale ,nella lotta per una nuova politica verso i lMezzogiorno, per una politica di riforme e d iprogrammazione democratica che modifichi irapporti sociali nelle campagne, che apra l astrada a una piena valorizzazione delle risors edel Mezzogiorno, a nuovi rapporti tra città ecampagna, alla trasformazione e a uno svi-luppo non abnorme e speculativo di città com eNapoli .

Uno degli strumenti essenziali di quest onuovo sviluppo – l'ha sottolineato l'onorevol eCaprara – è rappresentata dall'industria a par-tecipazione statale. Non mi intratterrò suquesto argomento . Vorrei sottolineare invececome uno dei capisaldi di una politica di ri-forme, politica annunciata e non attuata da igoverni di centro-sinistra, sia e rimanga l ariforma urbanistica . L'onorevole Caldoro h acitato la relazione del compagno De Martin oal comitato centrale del partito socialista ita-liano, in cui si denunciano gli autentici cri-mini compiuti contro la bellezza delle nostrecittà e il loro razionale sviluppo ; e si conclu-de (non so se l'onorevole Caldoro abbia dett oanche questo) nel senso che « è urgente trarrela legge urbanistica dal lungo oblio nel qual egiace » . Ma ,è di un lungo oblio che si tratta ,onorevole Caldoro ? necessario ricordare l aposizione assunta pubblicamente dalla de-mocrazia cristiana nel pieno della campa-gna elettorale del 1963, che rappresent òun punto di svolta, lo affossamento del -l ' impegno per una seria riforma urbanistica ?E oggi, onorevoli colleghi del partito socia -lista, volete riproporre davvero, nei rapport icon la democrazia cristiana, questa questione ,che si lega all ' altra della quasi paralisi del -l'iniziativa pubblica per l ' edilizia popolare ?

Ebbene, sentite come sono poste quest equestioni nel documento delle segreterie pro-vinciali di Napoli della CGIL, della CISL edella UIL, reso pubblico il 9 di ottobre . Silegge in questo documento : « Il prepotere as-

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soluto della rendita fondiaria e della specula-zione edilizia nella formazione degli equili-bri politici locali è riuscito non solo a paraliz-zare ogni spunto di civile e democratico pro -cesso di formazione dei piani regolatori ur-bani, ma a rendere di fatto inoperanti gl istessi strumenti di intervento pubblico per l aedilizia popolare. Basterà ricordare che l aGESCAL, che ha stanziato ben 78 miliardi e973 milioni per la Campania e 48 miliardi e715 milioni per Napoli, ha potuto iniziare la-vori solo per 27 miliardi e 247 milioni nell aregione e per 17 miliardi, e 139 milioni perNapoli » . E il documento prosegue, denuncian-do « le inadempienze degli enti locali e in pri-mo luogo dell'amministrazione comunale d iNapoli », parlando di « continuità, più subdol ae meglio mimetizzata, forse, dietro i discors idi decongestionamento e ruolo metropolitan odella città, dell'attacco speculativo sul frontedella casa », indicando gli impedimenti « cheartificiosamente ostacolano la realizzazione de ipiani per l'edilizia popolare » .

Queste questioni sono dunque in sostanza :lotta alla rendita fondiaria e alla speculazio-ne edilizia, riforma urbanistica e nuova po-litica di intervento pubblico in questo settore ,e in via immediata anche blocco dei contratt ie dei fitti e al più presto legge dell ' equocanone. Sono le questioni che si sono dibat-tute di recente in occasione del provvedi -mento di proroga delle locazioni e che noi ,come ebbe a dichiarare il nostro compagn oIngrao, non consideriamo in nessun mod ochiuse con l ' approvazione di quel provvedi -mento; che riapriamo oggi partendo dall adrammatica condizione di Napoli .

Volete - ritorno al punto - onorevoli col-leghi del partito socialista, onorevole Caldoro ,volete riproporre anche voi, nei rapporti co nla democrazia cristiana, queste questioni ? M aquali iniziative intendete allora proporre ? Sa-pete bene che il problema non è di scuo-tere dall'oblio il gruppo dirigente della de-mocrazia cristiana . Il problema è di porlo di-nanzi a una forte pressione politica e di massa .A quali iniziative volete andare, insieme co ntutte le altre forze di sinistra, laiche e catto-liche (e, se avete timore di unirvi e manife-stare con i comunisti o con i compagni de lPSIUP per la riforma urbanistica, non po-trete andare lontano), a quali iniziative ch eraccolgano la formidabile spinta che viene da lmovimento dei lavoratori ?

Oggi pomeriggio c ' è stata qui a Roma un agrande manifestazione nazionale di lavorator iedili; per domani a Napoli è indetto lo scio-pero generale per l 'occupazione e la casa . Il

documento che ho citato è appunto il docu-mento con cui si è indetto lo sciopero general eper domani. Siamo di fronte anche a Napoli -vorrei dirlo senza alcuna enfasi - ad unmovimento operaio che ha raggiunto un li -vello alto di consapevolezza e maturità .un fatto storico nuovo, per una città do -minata nel passato, e sempre insidiata, d afenomeni di disgregazione sociale . Un mo-vimento operaio, un movimento sindacal eche in modo unitario esprime rivendicazion isalariali e di potere contrattuale altament esignificative e posizioni elaborato sui proble-mi dello sviluppo economico regionale, su iproblemi dell'assetto della città .

Non sto facendo, onorevoli colleghi ,onorevole ministro, un richiamo d 'obbligooratorio, facilmente esaltativo, alle lotte chei lavoratori stanno conducendo ; mi riferiscoa dati reali che voi non potere ignorare . Espri-mo la convinzione meditata che dalle lotte incorso a Napoli venga uno stimolo possent eal progresso della città, ad uno sviluppo in-dustriale moderno, ad una espansione ' de lmercato interno e ad uno sviluppo nuovo eeffettivo della democrazia, di cui il rafforza-mento del sindacato, lo stabilirsi di rappo rti più aperti tra i sindacati e i lavorator iil crescere in varie forme del moviment opopolare, già costituiscono un elemento e ssenziale . Esprimo la convinzione, non men omeditata, che le lotte che si sviluppano ogg isotto la guida del sindacato, nel nord per r ivendicazioni come quelle della riduzion edegli orari di lavoro e per arrestare e invertire la tendenza ad uno sfruttamento sempr epiù intensivo delle forze di lavoro, e ch eesprimono una ribellione crescente di fronte alle conseguenze intollerabili della cong estione, della concentrazione industriale nell egrandi città del nord, spingano anch 'essefortemente come non mai, verso una nuovapolitica di piena occupazione e di svilupp oeconomico equilibrato .

Queste sono le questioni che propone imovimento dei lavoratori, ed è su di e sse che oggi si misura, innanzitutto, l'orientamento del Governo . A questo propositribadiamo il nostro giudizio . Siamo di fronte ad un orientamento arretrato, chiuso, addirittura negativo . Lo dimostra l'incapacità da parte del Governo di qualsiasi geste atto concreto che accolga le istanze di pol ifica economica e sociale che vengono prop oste e portate avanti dalle lotte operaie . Ldimostrano il sostegno alle pretestuose argomentazioni del grande padronato, Ia persstente resistenza delle aziende a partecipa

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zione statale ad accogliere le fondamentali ri-chieste dei sindacati, l ' intervento, perfino, indiversi casi, delle forze di polizia contro i la-voratori e contro manifestazioni popolari e inappoggio a provocazioni padronali e di destra .

Ma così - ci pensi bene il Governo - lasituazione non può che esasperarsi ; così s icrea un clima nel quale si determinanofatti come quelli di Pisa, ancora una volt apesantemente segnati dalla violenza polizie-sca, dall 'uccisione di un giovane inerme .

Ma sulle questioni che propone il movi-mento dei lavoratori e che propone la dram-matica situazione di Napoli, si misura anch ela volontà autentica di rinnovamento di par-titi, di gruppi, di uomini . La corrente do -rotea della democrazia cristiana si è scissa ,e si parla di nuovi raggruppamenti e dinuove convergenze nella democrazia cristia-na. Ma si può sapere, di grazia, ch ecosa pensano i protagonisti di quella scissio-ne e di queste manovre, in materia di poli-tica meridionalistica, di partecipazioni statali ,di riforma urbanistica, di programmazion eeconomica, di riconoscimento concreto del di-ritto di intervento ,dei sindacati e dei lavora-tori nelle decisioni sugli indirizzi dello svilup-po produttivo e della vita civile ? Che cosaperrSa, delle questioni di fondo che i fatti d iNapoli riportano in primo piano, l'onorevoleEmilio Colombo, che viene presentato com eantagonista del senatore Gava alla direzion edella democrazia cristiana napoletana e ch eda un giornale è stato maliziosamente defi-nito come aspirante « lord protettore » diNapoli ?

Per i nessi profondi e strettissimi ch eesso presenta con questioni decisive dellapolitica italiana - con le questioni de lMezzogiorno, della politica di riforme dellaprogrammazione, dello sviluppo democraticodel paese - il problema di Napoli, ripropo-sto così drammaticamente all'attenzione de lpaese, è un banco di prova fondamentale ; unbanco di prova della capacità del partito so-cialista italiano di ritrovare autonomia di ini-ziativa e slancio combattivo ; della capacità d itutte le forze di sinistra presenti nell'attual emaggioranza di governo, di dare contenuti im-pegnativi e qualificanti, sviluppi concreti econseguenti alla loro battaglia, oggi invischia-ta nelle timide, oscure formule del rifiuto del -la « equidistanza » tra PSI e PSU e della caut aresistenza alla ricostituzione del quadripartit odi centro-sinistra .

Ma noi non vogliamo limitarci, onorevol icolleghi, a porre altre forze politiche difronte a responsabilità e a scelte che ri -

teniamo non possano essere eluse . Siamopronti, di fronte ai problemi che la situazionedi Napoli pone, a dare le nostre rispo-ste, a sostenere le nostre proposte, a por -tare il nostro contributo ad ogni ricerca chesi proponga realmente obiettivi di rinnova -

mento . Le sedi per questa ricerca e per que-sto confronto possono e devono crearsi . Ab-biamo suggerito e chiediamo, nell ' ordine de lgiorno presentato all'approvazione della Ca-mera, la convocazione di una conferenza pe rl'edilizia pubblica e per i trasporti a Napoli ,con la partecipazione dei sindacati, ,dei comi-tati unitari per la casa, delle commissioni in -terne, delle forze culturali e politiche demo-cratiche, allo scopo di varare un piano d igrandi infrastrutture sociali e ,di residenze at-trezzate, di riqualificazione dei quartieri peri-ferici e delle zone di edilizia pubblica, di svi-luppo regionale dei trasporti pubblici ; con-ferenza sulla base delle cui risultanze veng aelaborato anche un piano regolatore interco-munale in una dimensione regionale . Anchesu questa proposta sollecitiamo un precisoparere del ministro . Se si andrà a questi in-contri e a questi dibattiti ci sarà la nostrapresenza costruttiva e combattiva . Siamo esaremo presenti dovunque vi sia una possi-bilità di discorso unitario per fare avanzareuna alternativa alla politica delle vecchieclassi dirigenti e del blocco ,di potere cemen-tatosi in questi anni attorno alla democrazi acristiana, una alternativa di progresso demo-cratico, econòmico e sociale per Napoli e pe ril Mezzogiorno . (Vivi applausi all ' estrema si-nistra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Foschini. Ne ha facoltà .

FOSCHINI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole ministro, parlerò breve -mente in omaggio al buon gusto e per l'inu-tilità di dire cose che rappresentino la ripe-tizione di tutto quanto è stato detto in quest aaccesa discussione. Devo inoltre confessare ,come deputato, cittadino e consigliere comu-nale napoletano, che esco mortificato da que-sto ennesimo dibattito sulla mia città . Noncredo, onorevoli colleghi, che occorra andarea frugare negli archivi del Parlamento -ita-liano per contare in quante occasioni esso sene sia interessato . Basta solo ricordare levolte che, dalla fine della guerra, ci siam ooccupati di Napoli in Parlamento, per ama-ramente riflettere sul triste destino . di unacittà che sembra quasi pagare il prezzo dell asua bellezza e del suo fascino con questo do-loroso primato nel perdurare di situazioni or-

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mai annose, nella insolubilità dei suoi rico-nosciuti problemi ; e purtroppo, come oggi ,ancora una volta, con il prezzo della vita de isuoi cittadini. Ciò che è triste, onorevoli col -leghi, è che, se recenti sono gli episodi, an-tiche ne siano le cause, ed è più triste ancor ache di quelle cause e di quegli episodi i lParlamento più volte e lungamente abbia di-scusso . Basti ricordare gli ampi ed approfon-diti dibattiti nei due rami del Parlamento i noccasione delle due ultime leggi speciali perNapoli, che la solidarietà nazionale nella suapiù democratica espressione ha consentito inun decennio (nel 1952 e nel 1962) .

Quindi, ritengo che, ,se anche su questodoloroso problema vogliamo irrigidirci nellecontrapposizioni ideologiche, come purtropp ovuole la mozione del collega Caprara, sentire-mo interessanti discussioni ; saranno pronun-ziate esemplari e motivate condanne, voleran-no per l'aula, così come è avvenuto in questomomento, nomi grandi o meno grandi, maNapoli purtroppo resterà ancora una volt anelle sue sempre più tragiche condizioni, co nuna speranza di meno e le sue drammatichescadenze sempre più vicine .

Ad evitare ogni interessato equivoco, desi-dero subito premettere che alle accertate re-sponsabilità dovranno seguire implacabilmen-te le giuste sanzioni; ma, onorevoli colleghi ,esse non bastano. Io ritengo che dovremm oesaminare le cause più profonde, direi invi-sibili, per le quali, nonostante i fondi dellalegge speciale, le provvidenze di sanatoria de lbilancio, gli interventi e le opere della Cass aper il mezzogiorno, a dire dei presentator idella mozione, siamo ad un punto morto : lastessa situazione di prima e di sempre . Qualè l 'occasione ultima della generale protest ache oggi si leva da tutte le parti, noi compresi ,a causa dei crolli e delle voragini, una dell equali ha letteralmente inghiottito un pacific ocittadino, restituendone le spoglie solament edopo lunghi giorni di ricerche (che potrem-mo chiamare persino speleologiche)? La dia-gnosi ci trova tutti concordi . A Napoli, nel-l'ultimo ventennio, si è costruito non sol oeccessivamente, ma anche disordinatamente .Certo, potremmo definire fisiologica la fam edi case in una città semidistrutta da oltrecento bombardamenti, costretta a far frontealla doppia esigenza di ricostruire le cas edistrutte dalla guerra e di crearne di nuoveper accogliere una popolazione che si accresc econ un ritmo notevole. Ma ciò che è scanda-loso è che su questa legittima fame di cas esi sia, purtroppo, inserita la speculazione edi-lizia, dissolvendo il carattere della città, can -

cellando i suoi connotati e creando le premes-se, le cause, degli attuali dissesti .

Oggi, con la scienza del poi, possiamo tutt i

piangere sulla grande occasione perduta : sul-le macerie, sotto la spinta delle necessità, sipoteva costruire una Napoli nuova e moder-na. Certo è che, per la sua particolare situa-zione, in una città nella quale, come ha per-

. spicuamente detto l'onorevole Compagna, l'at-tività edilizia si configura ancora oggi com el'industria primaria, mentre nel dopoguerr ae per molti anni è stata l'unica, certa e im-portante attività industriale (ha valore a Na-poli il detto : « Quando lavora il murator elavorano tutti »), la speculazione ha trovatofacili varchi anche nell'animo di amministra -tori che sono stati certamente non deboli, mafacili a essere persuasi dalla tragedia delladisoccupazione e della miseria, sulla qual esi è inserito il motivo della speculazioneprivata . Se aggiungo che l'edilizia è l'unic aindustria che assorbe manodopera non specia-lizzata, subito il nostro pensiero si volge adaltri orizzonti socioeconomici, sui quali nonvoglio intrattenermi, ma che vanno accennatitra le tante concause che hanno concorso atravolgere la buona fede di alcune ammini-strazioni, sotto la spinta irrefrenabile dellaspeculazione edilizia .

Responsabilità ? Certamente, moltissime eidentificabili e, aggiungo, senza che alcunaattenuante possa essere costituita da quelledebolezze nelle strutture socioeconomich edella nostra città che hanno diminuito lepossibilità di difesa di questa nei confront idell'aggressione della speculazione edilizia .Oggi si' chiede di accertare queste responsa-bilità, e il Parlamento non potrà non essereunanime e concorde nel volere questo . La de-nuncia della corruzione, del malgoverno, de lcondizionamento, che ieri esercitavano grand icostruttori napoletani, e che oggi, come affer-ma l'onorevole Caprara, esercitano le grand isocietà immobiliari nei confronti della classedirigente, se saranno provate, portino all apunizione dei colpevoli .

Però, onorevoli colleghi, se siamo tutt id'accordo nella protesta, dovremo con ugualeobiettività stabilire alcuni punti fermi . Se i lsistema delle fognature esploda a causa de igrandi dissesti del sottosuolo per i cento e pi ùbombardamenti, o se esploda perché alla pre-gressa deteriore situazione si sia aggiunto u ncarico insopportabile per le nuove costruzio-ni, resta un interrogativo al quale aspettiamouna risposta dalla commissione d 'inchiesta .Se si sia abusato nella concessione indiscriminata di licenze edilizie, anche questo sapremo

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dalla commissione d'inchiesta . Sappia per òla Camera che, di fronte a tante concause l equali, pur con le attenuanti delle condizionisocioeconomiche, gettano una così grave om-bra sulla mia disgraziata città, l'indagine delsottosuolo è stata voluta, decisa ed espletatadall ' attuale giunta di centro-sinistra; che, d ifronte al conclamato abuso delle licenze edi-lizie, la prima commissione di indagine è stat acreata proprio dall'attuale giunta di centro -sinistra. Ben venga, onorevole ministro, l acommissione ministeriale che ella ha nomi -nato : essa si aggiungerà però a una iniziativ ache la giunta di centro-sinistra aveva giàpreso, una iniziativa che non aveva ancor acompletato tutta quanta la sua indagine, m ache, per i risultati raggiunti, aveva provocat ogià delle decisioni : basti ricordare che nelconsiglio comunale già era stata presa dall amaggioranza la decisione di revocare quell elicenze edilizie che la commissione comunaleaveva ritenuto non legittime e non regolar-mente concesse .

Noi attendiamo di conoscere se, dopo la .pubblicazione delle risultanze della commis-sione d ' indagine sul sottosuolo, si sia permes-so di costruire nelle zone dichiarate perico-lose. L' onorevole Caprara ha parlato di 50mila vani costruiti nell ' agosto nelle zone di -chiarate pericolose dalla commissione d'inda-gine del sottosuolo : ma io devo subito, nell amia qualità di consigliere comunale di Na -poli, dire alla Camera che ciò è inesatto . Ciòperché, nel momento preciso nel quale l acommissione d ' indagine sul sottosuolo depo-sitava le sue conclusioni, veniva immediata -mente costituito un ufficio, affidato ad u narchitetto, al quale era devoluto l'incarico d icontrollare che tutte le licenze richieste a lcomune non riguardassero aree compresenelle zone pericolose : ed alla responsabilit àdi questo funzionario - che doveva controfir-mare le licenze - era affidata la concessionedi un nulla osta che garantisse come la licen-za fosse stata sottoposta a controllo in 'rela-zione ai risultati della commissione d'inda-gine dei sottosuoli . La licenza, quindi, pote-va essere concessa solamente quandò non foss erelativa a quelle località per Ie quali la sud -detta commissione avesse dichiarato la peri-colosità .

Noi attendiamo anche, a questo propositodi udire quello che ci dirà la commissioned ' inchiesta ministeriale, ed allora vedremoquali e di chi saranno le responsabilità . Ma ,dopo le condanne indiscriminate che son ostate pronunciate in quest 'aula, e non soltan-to dai partiti di opposizione, oso sperare che

i dati portati dall ' onorevole Caprara siano nondico inesatti, ma completamente falsi ; ché,se così non fosse, onorevole ministro, io saròil primo ad associarmi a quelle sanzioni chesaranno, in tal caso, senz'altro decretate .

Desidero, in sostanza, che la Camera sap-pia che a Napoli c ' è da registrare, quant omeno, una inversione di tendenza . Se l'ono-revole Compagna denunciava che il malgo-verno, la corruttela ed il condizionamento del-la classe dirigente perdurano ancora, bisognadire che questo discorso non riguarda peròl'amministrazione comunale attuale . Ciò per -ché la Camera ormai conosce come si sia po-tuto verificare lo scempio edilizio dal dopo-guerra fino a ieri, trovando una giuridica giu-stificazione nella situazione di carenza dellalegge, o meglio di vigenza di una legge checonsentiva tutti gli abusi : infatti, in man-canza di un nuovo piano regolatore, si è ve-rificata la sopravvivenza del vecchio piano re-golatore del 1939 e del regolamento edilizi odel 1935. con questi strumenti che si è rea-lizzato lo sviluppo edilizio di Napoli, ma nonper colpa nostra !

Dal 1939 ad oggi altri piani regolatori son ostati presentati, ma si sono arenati nelle sec-che delle discussioni e delle approvazioni . Edesidero che la Camera sappia, nel momentoin cui innanzi ad essa si discute del vertigi-noso processo di crescita edilizia, dei sovrac-carichi fognari e delle speculazioni sulle aree ,che avanti al consiglio comunale si trova giàdepositato per la discussione un nuovo pianoregolatore con il quale, onorevoli collegh i(unico esempio, credo, nella storia del nostropaese), Napoli autolimita la propria capacitàabitativa, fissando (nel rapporto di un abi-tante per vano) il livello degli abitanti nellacinta urbana ad un milione e cento mila unità .Questo ritengo sia un dato esemplare e desi-dero che la Camera lo registri, perché costi-tuisce una prova di quella inversione di ten-denza di cui parlavo dianzi e che giustificaampiamente un certo ottimismo .

Che poi alle opposizioni di estrema sini- ,stra e di destra il piano regolatore attualment eall ' esame del consiglio non piaccia, è tutt 'altrodiscorso . A me interessa rilevare che l 'attualeamministrazione, limitando il numero degl iabitanti dell'attuale cinta urbana di Napol iad un milione e centomila unità, volendo per-tanto che la Napoli del futuro sia una citt ànon sovraffollata ma armonicamente svilup-pata e dotata degli adeguati servizi, non è cer-to un'amministrazione che abbia ereditato(non so da chi) i condizionamenti della spe-culazione edilizia, che invece vede oggi effet-

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tivamente limitata e ricondotta nei binari del -la legge .

Dicevo che le opposizioni di estrema sini-stra e di destra sono contrarie al nuovo pian oregolatore, realizzando quello che, con felic eespressione, il collega Compagna chiama

milazzismo » fra destra urbanistica e sini-stra perfezionista. Ma a questo punto vorre irivolgere anche al collega Caldoro una som-messa preghiera . Ho sentito quanto egli hadetto sul piano regolatore e devo dirgli che l apazienza, cortesia, la signorilità del ministr ohanno permesso che egli portasse qui una di-scussione che dovrebbe avere un'altra sede .Infatti, in queste giornate che abbiamo tra -scorso parlando della situazione napoletana ,mi sono spesso sentito mortificato quando misono accorto che noi deputati di Napoli ci sia-mo presentati al Governo come rappresentant idi cittadini di secondo ordine, abdicando aquelli che sono nostri diritti imprescrittibili .Quando ella, onorevole Caldoro, dimentican-do per un momento la corresponsabilità ch eha come uomo di partito, come ex-capogrup-po al consiglio comunale, nella conduzion edell'amministrazione di centro-sinistra in que-sto momento, viene a fare una critica del pia-no regolatore qui alla Camera, mi permett odi dire che attendo con ansia che questa cri-tica ella la proponga per mezzo degli assesso-ri socialisti che sono nel consiglio comunaledi Napoli, il giorno che, in quella sede, ch eè quella davvero competente, sarà discussoquesto piano regolatore . Non è il Parlamentola sede per questa discussione, e noi abdiche-remo a nostri diritti se esortassimo l'onorevol eministro ad intervenire in essa. E l'onorevoleministro sa certamente che non può e no ndeve intervenire, perché la città di Napoli h ai suoi organi rappresentativi, i suoi diritti ,la sua autonomia . Essa dovrà discutere, ap-provare o respingere nella sua amministra-zione democratica il piano regolatore, che i nun secondo momento sarà sottoposto ad u ncontrollo del Consiglio superiore dei lavoripubblici per vedere se esso risponde – si badibene – non a quella che può essere una volontànostra come Parlamento, ma a determinat iprincipi fissati dalla legge, o se invece quest iprincipi sono stati violati, dal consiglio comu-nale di Napoli . Quindi, dobbiamo rispettar eil riporto delle competenze . Di fronte all amortificazione dei fatti che sono realment eaccaduti, chiedo ai colleghi di non aggiunge -re ancora la mortificazione di venire qui achiedere ciò che invece dobbiamo comporree costruire con le nostre stesse mani, salvo i

controlli che possano essere compiuti dagli or-gani dello Stato .

Conosco, quale consigliere comunale, i lmotivo fondamentale della critica dell'estrem asinistra : il perfezionismo dei comunisti . Essi ,in sostanza, fanno un certo discorso, a part ealcune critiche circa pretese compiacenze d iquesto nuovo piano regolatore nei confront idi interessi determinati, critiche che noi at-tendiamo di conoscere nei particolari nel cors odella discussione che faremo nella sede com-petente, il consiglio comunale .

Il ragionamento di fondo dei comunisti èquesto : essi dicono che non ha senso oggi unpiano regolatore comunale e che si deve in-vece regolare l ' intera area metropolitana con-sorziando, nella redazione di un piano cosid-detto metropolitano, tutti i comuni contermi-ni interessati comunque a tale area . Tutti sap-piamo, in astratto, concordare su tale princi-pio; ma quando una città come Napoli limitail suo livello abitativo ad un milione e cen-tornila abitanti, il discorso sull 'area è impli-cito . Devo dire al proposito, tra l 'altro, ai col -leghi dell ' estrema sinistra, che questo è undiscorso già iniziato ; ma anche a voler rico-minciare tutto daccapo, il voler tentare oggidi mettere d ' accordo trenta o quaranta ammi-nistrazioni comunali, significa, proprio ne lmomento nel quale state giustamente, con noi ,criticando ed accusando le cortine di pietr ache hanno veramente violato Napoli, dare an-cora vita a quel rudere archeologico che è i lvecchio piano regolatore del 1939, in base a lquale, onorevoli colleghi, qualora lo facessim orestare in vigore ulteriormente, sarebbe possi-bile concedere legalmente, oltre quelle già con-cesse, ancora licenze per altri 60 mila vani .

Ammetto la buona fede di tutti e quindianche quella dei colleghi comunisti, ma no nvolere, come noi vogliamo, che con l'approva-zione del piano regolatore, che attualmente èall ' esame del consiglio comunale di Napoli ,scattino le norme di salvaguardia, cioè si bloc-chi la possibilità di qualsiasi speculazione edi-lizia, potrebbe significare alla fine favorire enon combattere questa speculazione .

CALDORO . La sospensione garantisce tutti .

FOSCHINI. Quale sospensione ?

CALDORO . Quella chiesta da noi al mi-nistro .

FOSCHINI . Ella si è fatto promotore dellapresentazione di un ordine del giorno, non s oquanto accettabile, con il quale noi napole-tani, noi amministrazione di centro-sinistra ,dovremmo chiedere al Governo di sospendere

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le costruzioni . (Commenti) . Io credo inveceche noi napoletani potremmo autogovernarc ida soli : sarebbe più semplice e si eviterebber ole discussioni intorno alle zone sulle quali farcadere una così drastica e punitiva sospensio-ne, che fra l 'altro mortifica la nostra autono-mia. Sarebbe molto più facile discutere a fon-do in sede di esame del piano regolatore, ap-portando le necessarie migliorie, dando i ne-cessari suggerimenti, che saranno accolti, s egiudicati validi, da una maggioranza democra-tica. Ma per far ciò bisogna approvare il pianoregolatore e fare scattare quelle norme di sal-vaguardia con le quali, onorevole Caldoro ,vengono sospese tutte le licenze e non sol oquelle relative ad una collina o ad un'al -tra, e così non ci saranno . preoccupa-zioni di sorta circa la possibilità di un per -durare della speculazione edilizia . Aggiungo ,per personale esperienza, in riferimento all acritica sulla lentezza ed i ritardi dell 'attuazio-ne della legge speciale, della spesa previstadalla legge speciale - critica che è stata fattain quest 'aula - che questa spesa comportavadelle scelte urbanistiche ; scelte che si posso-no fare però soltanto dopo l 'approvazione delpiano regolatore . Ecco un esempio, onorevol icolleghi, della drammatica concatenazione e dinterdipendenza dei problemi e delle loro so-luzioni, che hanno poi creato quelle situazion idi fermo e di stasi sulle quali si è precipitat oil brigantaggio edilizio .

Dicevo prima che il discorso sull ' area me-tropolitana è già iniziato : devo dare atto a lsuo dicastero, onorevole ministro, di avereaperto il varco a tale discorso . Il progetto dipiano di assetto territoriale della nostra re-gione, preparato dal Provveditorato alle oper epubbliche della Campania, è l'invito, nel ri-spetto delle autonomie locali, ad un realisticodiscorso tra le amministrazioni locali . Per af-frontare la realtà di una provincia qual equella napoletana dove, a differenza di alcun epiù favorite province del nord, oltre al capo -luogo, vi sono molte cittadine nel retroterr ache, pur avendo una notevole popolazione ,mancano di qualsiasi struttura, non dico pri-maria, ma anche di carattere secondario, eche per la loro economia agricola ed arti-gianale non potranno mai realizzarne diproprie autonomamente, una corretta pia-nificazione consiglia una conurbazione pe rzone, che consenta a quelle popolazion idi porre in essere delle strutture tali d afar sì che non sia più necessaria lamigrazione pendolare verso il capoluogo perraggiungere un livello di vita veramen-te civile. Così, con l 'unione delle loro

forze e con l 'applicazione delle leggi esistent i(vedi piani di fabbricazione, vedi la leggen. 67), anche queste popolazioni potranno rea-lizzare il loro « abitativo » naturale .

Qui cade il discorso di quella important estruttura che sarà la seconda università l aquale, a mio avviso, dovrà trovare sede nona Napoli, ma nel suo entroterra . Anche que-sto è un discorso iniziato e ad esso sono giàinteressati il Comitato regionale per la pro-grammazione economica e il consorzio per l e

aree industriali . nel prosieguo di questo di -

scorso, nelle sue varie componenti settorial i

(trasporti, viabilità, eccetera), che si inte-grerà il piano regolatore oggi all ' esame delconsiglio comunale di Napoli in quella pi ù

vasta area metropolitana della quale parlanoi colleghi comunisti .

Approviamo il piano regolatore e subito :l'industria edilizia avrà nella legge n . 167, inSecondigliano e Ponticelli, ampio spazio pe rpotere espletare la sua attività nell 'osservanza

della legge . Perché, onorevoli colleghi, e con-cludo, il vero discorso su questi problemi sarà

ripreso nella cornice di quella nuova entitàdella quale fra giorni qui riprenderemo a par -

lare: la regione. Si può essere antiregionalisti

per qualsiasi motivo, ma di fronte ai problemi

che abbiamo trattato, alla realtà della regione ,questa ci appare finalmente come l'unico stru-mento, almeno per quanto riguarda Napoli ,

con il quale si possono rompere gli antichi e

vetusti equilibri, per mettere in moto una pro-blematica nuova e moderna . Perché di que-

sto si tratta in fondo : di trovare quella nuova

dimensione - visto che quella urbana non è

stata capace di provocarla - nella quale gl i

equilibri che si sono per tanti anni ormai sta-bilizzati e che hanno creato e sono i respon-sabili dell'attuale situazione (ed io parlo cer-tamente di equilibri che sono non nel camp odella dirigenza politica, ma nel campo eco-nomico) possono, con l'esperienza di quant o

è avvenuto nella dimensione urbana, trovare

il loro punto di rottura per la creazione di un

successivo nuovo equilibrio. L'obiettivo da

porsi è, come dicevo, per tutti i cittadini del -

l'intera regione, sia quelli delle zone urbane

industrializzate sia quelli della campagna, i l

conseguimento di eguali diritti e il godimento

di eguali servizi .Concludo, onorevole ministro, dicendole

che noi ci attendiamo che ella vada avant i

per la strada intrapresa. giusto che l'opi-nione pubblica conosca l'esito delle indagin i

iniziate ; e noi attendiamo anche il concret o

aiuto che ella ha annunziato per la situazion efognaria di Napoli, per la quale al dissesto

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provocato dalla guerra si è aggiunta la dissen-nata speculazione edilizia ; e ritengo a tal pro-posito, e ne faccio formale proposta, che possaessere riorganizzato tutto il servizio fognario ,aggregandolo per complementarietà all'Azien-da municipalizzata dell ' acquedotto e allegge-rendo in tal modo il già pesante carico degl iuffici tecnici comunali . E le chiedo anche, ono-revole ministro, di voler immediatamente in-tervenire anche a proposito della grave situa-zione nella quale versa il settore dei trasporti .

Vi è in questo momento a Napoli una fa-vorevolissima occasione : dalla Punta dellaCampanella a Caposele, lungo tutto l ' arco de lgolfo e nell 'entroterra, i trasporti sono orma itutti quanti nella mano pubblica, dopo l'as-sorbimento dell'unica azienda privata, l'Ali-fana; ma, incredibile a dirsi, le società si fan -no ancora concorrenza fra loro sulle stess epercorrenze. Occorre dunque procedere all aloro unificazione in un 'unica azienda. Ed ècon piacere che oggi ho appreso come all aCommissione bilancio sia stato già approvat oun emendamento del collega Scotti, con i lquale è stata data la possibilità alla regione ,nel suo ambito finanziario, di poter parteci-pare ad aziende regionalizzate : e questo per -ché poi rappresenta già, in prospettiva, la pos-sibilità di quell ' unica azienda di trasporto re-gionale con la quale sarà possibile far ces-sare lo sperpero del pubblico denaro, il dis-servizio e le situazioni finanziarie verament epreoccupanti . In questa linea noi le chiedia-mo, onorevole ministro, di provvedere urgen-temente affinché venga sospeso l'assorbimen-to della SEPS nel Volturno, per fare in modoche in questa materia riguardante le comuni-cazioni della nostra regione si proceda te-nendo conto dei termini globali del proble-ma e non parzialmente .

Queste sono, onorevole ministro, le mode-ste conclusioni alle quali pervengo . E le ag-giungo, io che ho criticato qualche collegache le chiedeva quello che invece dobbiamofare con le nostre mani, la preghiera di assi-sterci, soprattutto per una cosa che ritengorappresenti la svolta decisiva . per la soluzionedei problemi che affliggono Napoli : ci assi-sta affinché il nuovo piano regolatore vengapresto approvato e a Napoli e nella successivasede ministeriale . (Applausi al centro — Con-gratulazioni) .

PRESIDENTE . Non essendovi altri iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussione ge-nerale sulla mozione .

Il seguito del dibattito è rinviato ad altr aseduta.

Annunziodi una proposta di legge.

PRESIDENTE . È stata presentata la se-guente proposta di legge :

CORTESE : « Proroga di termini per la ses-sione dell 'anno 1969 degli esami di abilita-zione alla libera docenza (1957) .

Sarà stampata, e distribuita . Avendo l ' ono-revole proponente rinunciato allo svolgi -mento, la proposta di legge sarà trasmessaalla competente Commissione permanente ,con riserva di stabilirne la sede .

Deferimenti a Commissioni .

PRESIDENTE. Sciogliendo la riserva, ri-tengo che il seguente provvedimento poss aessere deferito alla II Commissione perma-nente (Interni) in sede legislativa, con pa-rere della I, della V e della X Commissione :

« Approvazione dell ' atto aggiuntivo stipu-lato il 22 marzo 1969 tra la Presidenza de lConsiglio dei ministri, il Ministero delle po-ste e telecomunicazioni e la " RAI-Radiotele-visione italiana " » (1911) .

Se non vi sono obiezioni, rimane così sta-bilito .

(Così rimane stabilito) .

I seguenti altri provvedimenti sono, in -vece, deferiti alle sottoindicate Commission ipermanenti in sede referente :

alla II Commissione (Interni) :

SPINELLI : « Istituzione e uso di un distin-tivo per il personale medico ed ausiliario im-piegato per la difesa civile della popolazionein caso di guerra » (1879) (con parere dellaXIV Commissione) ;

Bozze ed altri: « Disciplina dell 'aperturae dell 'esercizio delle case da giuoco » (1913 )(con parere della I, della IV e della V Com-missione) ;

SIMONACCI : « Istituzione del comune auto -nomo di Ardea, frazione di Pomezia in pro-vincia di Roma » (1919) ;

alla VII Commissione (Difesa) :

DURAND de la PENNE e BADINI GONFALONIE-

RI : « Istituzione di una Commissione parla-mentare d'inchiesta sul servizio militare ob -bligatorio » (99) (con parere della l Commi$-sione) ;

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FRACANZANI ed altri : « Riconoscimento giu-ridico dell'obiezione di coscienza e servizi ocivile » (1800) (con parere della I Commis-sione) ;

alla XIV Commissione (Sanità) :

FOSCHI : « Limiti di età e di servizio peril coIIocamento a riposo dei sanitari degl iospedali psichiatrici » (1914) (con parere del -la Il Commissione) ;

alle Commissioni riunite Il (Interni) eVII (Difesa) :

BOLDRINI ed altri : « Abrogazione del de-creto-legge 31 luglio 1943, n . 687, concernent eil Corpo degli agenti di pubblica' sicurezza »(1906) ;

alle Commissioni riunite VIII (Istruzio-ne) e XIII (Lavoro) :

AzimoNTI ed altri : « Provvedimenti a fa-vore degli studenti lavoratori frequentant icorsi serali di istruzione tecnica » (1831) (conparere della V e della XII Commissione) .

Tenuto conto che la proposta di legge LEV I

ARIAN GIORGINA ed altri : « Istituzione di se-zioni serali di scuole medie e secondarie sta -tali e norme sui rapporti di lavoro per i la-voratori studenti » (943), già assegnata all aVIII Commissione permanente (Istruzione) insede referente, concerne per una parte mate -ria regolata dalla proposta di legge AzIMONT Ied altri n . 1831 testè assegnata alle Commis-sioni riunite VIII (Istruzione) e XIII (Lavoro )in sede referente, ritengo che anche la propo-sta di legge LEVI ARIAN GIORGINA ed altri deb-ba essere trasferita alle suddette Commission iriunite .

Annunzio di interrogazioni,di interpellanze e di una mozione .

ISPADOLA, Segretario ff ., legge le interro-gazioni, le interpellanze e la mozione perve-nute alla Presidenza .

D'ALESSIO . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

D 'ALESSIO. Signor Presidente, vorrei ri-chiamare la sua attenzione su due interroga-zioni presentate questo pomeriggio dal grup-po comunista. La prima riguarda la situazio-ne, che noi giudichiamo assai grave, creatas ia Ceccano dopo la serrata che l ' industrial eAnnunziata ha disposto per il suo locale sta -

bilimento : è un'iniziativa che costituisce unagravissima provocazione per i lavoratori, iquali sono subito scesi in sciopero per prote-stare. La situazione essendo molto tesa, vor-remmo pregare la Presidenza di far presentela necessità che il Governo venga a risponde-re all'interrogazione domani o nei prossimigiorni .

Analogamente per l'altra interrogazion eche riguarda gli incidenti avvenuti questamattina nella città di Latina quando, dopo losciopero generale, un gruppo di « missini »ha assalito e poi incendiato la sede di un cir-colo di studenti .

GUNNELLA. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GUNNELLA. Il gruppo repubblicano h apresentato quest ' oggi una interpellanza sull asituazione finanziaria del paese . Noi riteniamoche la questione sia quanto mai urgente, equindi preghiamo la Presidenza di solleci-tare il Governo ad una pronta risposta .

PRESIDENTE . La Presidenza interesser ài ministri competenti .

Ordine del giornodelle sedute di domani .

PRESIDENTE : Comunico l'ordine del gior-no delle sedute di domani mercoledì 29 otto-bre 1969, alle 10,30 e alle 16 :

Alle ore 10,30:

Seguito della discussione delle proposte dilegge:

FORTUNA ed altri : Casi di scioglimentodel matrimonio (1) ;

BASLINI ed altri : Disciplina dei casi d idivorzio (467) ;

— Relatori : Lenoci, per la maggioranza;Castelli e Martini Maria Eletta, di minoranza .

Alle ore 16 :

1 . — Svolgimento delle proposte di legge :

BIAGIONI ed altri : Modificazioni alle di-sposizioni della legge 18 marzo 1968, n . 413,concernente la soppressione dell 'Ente auto -trasporti merci (1752) ;

DURAND DE LA PENNE : Modifiche alla leg-ge 12 novembre 1955, n . 1137, per quanto con-cerne l 'avanzamento dei tenenti di vascello

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Camera dei Deputati

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

del ruolo speciale e dei capitani del ruolo spe-ciale dei Corpi del genio navale e di commis-sario della marina militare (1737) ;

MANCINI VINCENZO ed altri : Riliquidazio -ne delle pensioni di invalidità con decorrenz aanteriore al 1° maggio 1968 a favore dei pen-sionati che hanno continuato a prestare oper aretribuita alle dipendenze di terzi (1907) .

2. — Seguito della discussione della mo-zione Caprara (1-00060), delle interpellanzeCompagna (2-00334), Roberti (2-00339), Avolio(200347), Riccio (2-00349), Caprara (2-00359) ,

De Lorenzo Ferruccio (2-00372) e Ciampaglia(2-00375) e di interrogazioni sulla situazioneurbanistica ed edilizia di Napoli .

3. — Seguito della discussione dei disegnidi legge

Conversione in legge del decreto-legg e30 settembre 1969, n . 646, recante provvidenzea favore delle aziende agricole danneggiat eda calamità naturali o da eccezionali avversit àatmosferiche (1843) ;

— Relatore : De Leonardis ;Conversione in legge del decreto-legge

30 settembre 1969, n . 645, recante norme re-lative all ' integrazione di prezzo per il gran oduro e all 'attuazione di regolamenti comuni-tari concernenti il settore agricolo (1844) ;

— Relatore : De Leonardis ;Istituzione nello stato di previsione dell a

spesa del Ministero dell ' interno di un capi-tolo con un fondo a disposizione per soppe-rire alle eventuali deficienze di alcuni capi-toli relativi all 'Amministrazione della pub-blica sicurezza (438) ;

— Relatore : Zamberletti .

6. — Votazione a scrutinio segreto dei di-segni di legge :

Modificazione dell 'articolo 389 del codi-ce di procedura penale (Approvato dal Se -nato) (980) ;

Istituzione nello stato di previsione dell aspesa del Ministero dell'interno del capitol o« Fondo scorta » per il personale del Corpo na-zionale dei vigili del fuoco (609) ;

Sistemazione in bilancio dell'onere pertutte le competenze spettanti al personale del -l'Ispettorato tecnico dell'industria (593) .

7. — Discussione delle proposte di legge :

RAFFAELLI ed altri : Modifiche alle normerelative all ' imposta sui redditi di ricchezza

mobile e alla imposta complementare pro-gressiva sul reddito complessivo derivanti d alavoro dipendente e da lavoro autonomo (505) ;

ABELLI ed altri : Modifiche alle disposi-

zioni relative all ' imposta sui redditi di ric-

chezza mobile (162) ;ROBERTI ed altri : Regolamentazione del -

la tassa dei redditi di lavoro per l 'impostacomplementare (358) ;

— Relatore : De Ponti .

La seduta termina alle 21,5.

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . MANLIO Rossi

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . ANTONIO MACCANICO

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Camera dei Deputali

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

INTERROGAZIONI, INTERPELLANZEE MOZIONE ANNUNZIATE

INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

SERVADEI . — Al Ministro dell'industria ,del commercio e dell 'artigianato . — Per cono-scere le ragioni per le quali il suo Ministeronon ha ancora provveduto a deliberare i lfinanziamento in base alla legge 18 dicembre1961, n. 1470 e successive modificazioni, afavore della « Ghigi-Morciano società pe razioni » di Morciano di Romagna in relazion eai precisi impegni ministeriali del maggi o1969 con istituti di credito onde indurli a doperazioni di prefinanziamento indispensa-bili per mettere l ' azienda in grado di ripren-dere l 'attività interessante circa 450 dipen-denti ed una vallata depressa della provinci adi Forlì .

L ' interrogante rappresenta l ' urgente ne-cessità della Ghigi di disporre della cifr apromessa, sia per avere maggiori capitali di-sponibili, sia per affrancarsi da interessi ban-cari gravosi ed antieconomici .

L 'operazione, impossibile nei mesi passat isoltanto per indisponibilità finanziarie, ri-sulta ora possibilissima in quanto il Parla -mento ha da tempo approvato il rifinanzia-mento della legge n . 1470 con dieci miliard idi lire .

(4-08641 )

SERVADEI . — Al Ministro dei lavoripubblici. — Per conoscere le ragioni per l equali negli edifici ex INA-Casa costituenti i lcomplesso Campo di Marte di Forlì non sieseguono da molti anni le opere di manuten-zione straordinaria necessarie, con grave pre-giudizio per la stabilità e l'igienicità di tal iedifici, e con danno per i relativi assegnatar ii quali, in segno di motivata protesta, hann ocessato di versare i canoni dovuti – accanto-nandoli – a decorrere dal gennaio 1969 .

L ' interrogante riesce difficilmente a ren-dersi conto dei motivi che inducono gli ent ipubblici preposti a lasciar deteriorare u npatrimonio tanto utile e consistente, e solle-cita ogni iniziativa perché i lavori vengan oeseguiti urgentemente . In tal modo si cree-ranno condizioni di sicurezza e di dignità no nsoltanto per gli assegnatari, e si eviterann osuccessivi ben più consistenti oneri . (4-08642)

SERVADEI . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per conoscere qua-li iniziative intende assumere in ordine all avertenza sindacale della « Caffaro » di Mon-daino (Forlì) che vede quei minatori in scio -pero da circa due mesi per giuste rivendica-zioni salariali e normative di carattere azien-dale .

L'interrogante rileva la gravità della situa-zione, sia per i minatori, sorretti nella loroazione dalla solidarietà dell'intera popolazio-ne, sia per l 'economia locale e la stessa pro-duzione della miniera .

(4-08643 )

SERVADEI . — Al Presidente del Consigli odei ministri . — Per conoscere il punto dell asituazione riguardante la soppressione de imoltissimi « enti inutili » esistenti nel paese ,con riferimento sia alle reiterate segnalazion idella Corte dei conti sia allo stesso impegn oprogrammatico governativo assunto in Parla -mento almeno cinque anni fa .

L'interrogante desidera conoscere in parti -colare quali enti sono stati soppressi in que-sto periodo e per quali è imminente la deci-sione formale di soppressione .

Il problema continua ad essere attualis-simo sia in termini economici, sia di consi-derazione della pubblica opinione nei con-fronti dell ' esecutivo .

(4-08644 )

GUERRINI GIORGIO . — Al Ministro de ilavori pubblici. — Per sapere :

1) se è al correrete del fatto che, circadue anni fa, una ditti, appaltatrice di lavor iautostradali acquistò a Vigodarzere (Padova )circa quattro campi di terreno per aprirv iuna cava di sabbia ;

2) che tale cava, profonda circa tre me-tri, fu acquistata dalla ditta Telve Antonio eArrigo di Camposampiero (Padova) che, me-diante un sistema di idrovore, continua a sca-vare circa 50-70 autocarri di sabbia al giorno ;

3) che la cava è posta a circa 200 metr idal fiume Brenta e, ai causa di tale vicinan-za, rappresenta un grave pericolo specialmen-te nell'eventualità di piene autunnali o pri-maverili ;

4) che il continuo emarginamento diacqua crea il pericolo del formarsi di cavern esotterranee e determina, intanto, grave siccit ànei pozzi ;

5) che la scarsezza di acqua mette indifficoltà non solo le famiglie degli abitanti ,ma anche numerosi a

.tigiani che per la loro

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attività abbisognano di 30-50 ettolitri di acquaal giorno ;

6) che le case degli abitanti sono ormaia poca distanza dalla cava (alcune a poch imetri) ;

7) che le autorità comunali e provincial isono state avvisate dello stato di timore e agi-tazione delle famiglie anche mediante un apetizione che ha raccolto numerosissime ade-sioni .

L'interrogante chiede di conoscere qual iprovvedimenti intenda prendere il Minister oper tranquillizzare le popolazioni in ordinea pericoli potenziali, e consentire un adegua-to rifornimento idrico alle case e alle aziend ee infine togliere ogni timore per l'avvenire .

(4-08645)

LEZZI. — Al Presidente del Consiglio deiministri e al Ministro di grazia e giustizia . —Per conoscere se risponde a vero che il Pre-tore di Ischia ha promosso un'inchiesta e pe rquali obiettivi presso l'amministrazione comu-nale di Barano d'Ischia a direzione socialistaper una riunione che si sarebbe svolta nell asede comunale presieduta dall'interrogante .

Sta di fatto che l'interrogante su invito de lcapo gruppo consiliare del PSI e con la pre-senza del sindaco e degli assessori ha- presie-duto per più volte riunioni in cui sono stat idibattuti problemi dell'isola d'Ischia e preci-samente quelli delle P .E ., degli arenili, de itrasporti terrestri e marittimi, nonché proble-mi del comune di Barano d'Ischia . (4-08646 )

SILVESTRI . — Ai Ministri del bilancioe programmazione economica e dell ' industria ,commercio e artigianato . — Per conoscer equali provvedimenti intendono adottare perevitare la chiusura dello zuccherificio di Este(Padova), chiusura che contrasterebbe con gl iobiettivi della programmazione regionale pe rla ripresa economica di una vasta -zona de-pressa, aggravando la già critica situazioneoccupazionale e dando luogo a legittime ma-nifestazioni di protesta .

(4-08647 )

GUARRA, FRANCHI, ALFANO, DI NAR -DO FERDINANDO, ABELLI E SANTAGATI .Ai Ministri dell ' interno e del tesoro . — Persapere quali provvedimenti siano stati inconcreto adottati per migliorare il trattament oeconomico alle forze di polizia anche in rife-rimento a recenti decisioni governative einiziative parlamentari .

In particolare per sapere il loro pensierosull 'opportunità :

a) di rivalutare l ' indennità vestiario a isottufficiali e militari dell ' Arma dei carabi-nieri ed ai sottufficiali, graduati e guardie d ipubblica sicurezza, procedendo anche a revi-sione dei limiti di applicazione della dettaindennità, dato che attualmente il personal eammesso a fruire di detta indennità non puòsuperare un ventesimo per l 'Arma dei cara-binieri ed un quinto per il Corpo delle guardi edi pubblica sicurezza ; rivalutazione resasi nonpiù procrastinabile dall 'onere 'derivante dal -l'aumentato costo dei capi di vestiario ;

b) di procedere a rivalutazione - esten-dendola anche agli appuntati e guardie d ipubblica sicurezza - l ' indennità di serviziospeciale di pubblica sicurezza di cui al decretolegislativo luogotenenziale 2 aprile 1946,n. 625, modificato dal decreto del Presidentedella Repubblica 5 giugno 1965, n . 749 .

Quanto sopra per un giusto riconosciment oanche ai fini economici della grave e delicatafunzione svolta dalle forze di polizia in questoturbinoso periodo, in cui spesso viene messaa repentaglio la vita stessa di questi fedel iservitori dello Stato .

(4-08648 )

MORVIDI . — Al Ministro della difesa . —Per sapere se è a conoscenza di quanto av-viene da tempo al CAALE di Viterbo e cioè :

che ai militari ivi assegnati dopo l ascuola sottufficiali della Cimina (dove sembrache il vitto sia tutt'altro che buono) verreb-bero fatte pagare le spese per uno stabili -mento balneare mai visto né conosciuto;

la mensa sarebbe tenuta da un vecchi omaresciallo che farebbe il bello e il cattivotempo e tutti i comodi suoi compreso quell odi far soffrire la fame ai sottufficiali che, tut-tavia, pagano, per la mensa,- fior di quattrin iche andrebbero a vantaggio di altri, in prim afila del gestore del bar sottufficiali ;

se taluno si azzarda a reclamare per i ldisservizio, viene condotto dinanzi all ' aiu-tante maggiore, che sarebbe presidente de lcircolo sottufficiali , e sgridato e minacciatodi trasferimento o di congedo ;

il gestore del bar e della tabaccheria ,particolarmente ben voluto dal colonnello,sarebbe diventato proprietario lui - o agiscecome se proprietario effettivamente fosse - de lbar e della tabaccheria e, annidato come ènella maggiorità, è ritenuto intoccabile sott oogni riguardo sì che anche in tal caso ch iavanzasse rilievi nei suoi confronti dovrebb esubire minacce di trasferimento o di congedo ;

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ai sottufficiali non verrebbe reso alcu nconto dei denari che versano ;

di contro, le famiglie dei vari mare -scialli vivrebbero in particolare e manifest obenessere che si dura molta fatica a pensar eche possa essere garantito dal semplice sti-pendio .

Si domanda se non si ritenga intervenir econ una opportuna e rigorosa inchiesta, d aespletarsi con molto tatto e circospezione af -finché non venga aggravata la condizione dicoloro che invece debbono essere tranquilliz-zati per la disciplina, il buon nome e il pre -stigio dell'esercito del quale fanno parte an-che i sottufficiali del CAALE di Viterbo ,istruiti alla scuola sottufficiali della Cimina .

(4-08649 )

BARTOLE. -- Al Ministro della sanità . —Circa l'eventuale impiego di sostanze edulco-ranti del genere « ciclammati », in relazion ealla loro asserita tossicità .

(4-08650 )

AVERARDI . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri. — Per sapere quali provve-dimenti intenda adottare per garantire l ' inco-lumità personale dei cittadini nei confront idelle organizzazioni squadristiche addestrat ealla guerriglia di strada, oscuramente finan-ziate e dirette chiaramente a sovvertire il si-stema democratico .

La città di Pisa è stata sconvolta nell enotti fra il sabato 25, domenica 26 e luned ì27 ottobre 1969 da un evento incredibile cheha esposto tutto e tutti ad una violenza senzapari, scatenata da alcune centinaia di estre-misti con il pretesto di un « regolamento de iconti » fra bande avversarie .

Nella giornata di lunedì circa trecent oestremisti hanno agito di sorpresa staccandos ida un corteo che si stava sciogliendo e at-taccando successivamente la polizia .

Erano fra di essi elementi calati da ognicittà della Toscana, convocati a Pisa da un acentrale che opera ormai allo scoperto contr ola legge attaccando i sindacati, le organizza-zioni politiche, le associazioni di categoria ,minacciando i singoli cittadini, ricattando ilavoratori nelle fabbriche e gli studenti nell eUniversità.

Per sapere se non ritenga la esistenza stes-sa di siffatte organizzazioni - la cui attivit àsemiclandestina viene reclamizzata vistosa -mente dalla stampa in rotocalco - contrari aalle istituzioni ed alle leggi della Repubblicaitaliana,

(4-08651)

PISCITELLO. — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per conoscere le ragion iper cui non è stata ancora concessa l'autono-mia all'istituto tecnico commerciale di SantoStefano Camastra (Messina), funzionante fi ndal 1962 come sezione staccata dell'istitutotecnico di Patti, sebbene si sia ormai note-volmente affermato per frequenza di alunn ie serietà di insegnamento .

L'interrogante chiede di sapere se non siravvisi l'opportunità dì concedere tale auto-nomia entro il corrente anno scolastico e senon si reputi altresì utile istituire nello stessocomune il corso per geometri, secondo l esollecitazioni provenienti dall'intera zona ,che fa capo appunto all'importante centromandamentale di Santo Stefano Camastra .

(4-08652 )

PISCITELLO E GUGLIELMINO . — AiMinistri dell 'agricoltura e foreste e dei la-vori pubblici. — Per sapere se, in seguito a lrecente uragano che si è abbattuto sulle pro -vince di Siracusa e Catania, e segnatamentesulla zona agrumetata del Lentinese, sia sta -ta' accertata la grave entità dei danni provo-cati e quali urgenti interventi siano stati di -sposti per la loro più sollecita riparazione.

(4-08653 )

SANTAGATI . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri del tesoro edei lavori pubblici . — Per sapere le ragion iper le quali, dopo oltre venti anni dall 'appro-vazione del piano di ricostruzione, i danneg-giati dagli eventi bellici del 1940-43 non sianostati ancora indennizzati, e per conoscere senon ritengano di provvedere all'immediatopagamento delle indennità di esproprio agl iinteressati e di consentire loro, dato il lung otempo trascorso (ben 26 anni), , lo svincolodelle predette aree con la conseguenziale ri-costruzione .

(4-08654 )

FLAMIGNI . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale. — Per conoscere imotivi della esasperante lentezza burocratic ache caratterizza l 'attività della GESCAL.

In particolare per sapere :perché la delibera di finanziamento d i

75 milioni per la costruzione di case per ilavoratori di Forlimpopoli (Forlì), adottata i l19 gennaio 1966, è stata comunicata al co-mune solo dopo oltre sette mesi, il 23 lu-glio 1966 ;

perché sono poi trascorsi altri tre anniprima che fosse indetta, il 29 giugno 1969, la

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gara d'appalto, andata deserta per l'aument odei prezzi verificatisi nel frattempo ;

quanto tempo dovrà trascorrere ancor aprima che il Comitato centrale dia l ' autoriz-zazione a ripetere la gara con accettazione d iofferta in aumento e approvazione del superodi spesa ;

per sapere quali provvedimenti intend aadottare per rendere l 'ente funzionante e sol-lecito nell ' impiego dei fondi giacenti per l acostruzione di case per i lavoratori . (4-08655 )

PIRASTU. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere se sia a conoscenza de lgrave disagio determinato dall ' apertura diuna frana nella strada statale 198 nel centroabitato di Lanusei (Nuoro) in un punto in cu iil genio civile di Nuoro aveva individuato l anecessità urgente di opere di consolidament ocui non è mai stato dato inizio ;

per sapere se non ritenga necessario in-tervenire per sollecitare l'immediato inizi odelle opere di riparazione congiuntamente aquelle di consolidamento che garantiscano l aripresa e la sicurezza del traffico .

(4-08656 )

FIOROT. — Al Ministro per la ricercascientifica . — Per conoscere se non ritengautile avocare a sé i risultati conseguiti dal -l 'operazione « Atlantide » svoltasi recente -mente nel lago dei Tre Comuni di CavazzoCarnico (Udine), che tanto interesse ha susci -tato in Italia e all 'estero, onde istituire uncentro studi per ricerche nelle profondità ma-rine e per la utilizzazione delle acquisizion iscientifiche che pare preludano alla possibi -lità di sfruttamento di miniere subacquee .

(4-08657 )

TRIPODI GIROLAMO E FIUMANO . — AlMinistro dell'interno . — Per sapere :

1) se sia a conoscenza che un gruppo d icirca 60 dipendenti dell'ospedale neuropsi-chiatrico di Reggio Calabria ha proposto ri-corso, con atto del 27 giugno 1962, davanti lagiunta provinciale amministrativa in sede giu-risdizionale per ottenere la corresponsione del -la differenza tra il trattamento di fatto godut oe quello stabilito dal regolamento organicodel nosocomio, secondo cui al personale as-sunto provvisoriamente spetta il trattament oeconomico, normativo e previdenziale stabi-lito per il personale in pianta stabile la cui dif-ferenza è rappresentata da una forte somma .

Tale ricorso a distanza di oltre 7 anni nonha avuto seguilo in quanto si afferma che lagiunta provinciale amministrativa in sede giu -

risdizionale è stata dichiarata incostituzional ee che il Governo non ha provveduto a far eapprovare dal Parlamento delle norme per l acreazione di nuovi organi giurisdizionali am-ministrativi ;

2) quali misure si propone di adottar eper indurre l'amministrazione provinciale arivedere la propria posizione negativa, ondericonoscere la fondatezza della richiesta co nla relativa corresponsione delle competenz eeconomiche e previdenziali ai lavoratori ch eda così lungo tempo attendono.

(4-08658)

TRIPODI GIROLAMO. — Ai Ministridella sanità e dell' interno. — Per conoscer equali interventi urgenti intendano predisporr esul piano igienico-sanitario per eliminare gl iattuali gravi pericoli incombenti sulla salutedei cittadini abitanti sulla via Roma del cen-tro abitato di Cinquegrandi (Reggio Calabria )e particolarmente sulla salute del signor Ma-rio Macri e dei suoi cinque bambini che abi-tano accanto all ' industria per la concia dell epelli della ditta Tropiano Francesco e figl iresasi responsabile dell'aria irrespirabile, de -terminata dalla disordinata sistemazione del-le pelli, dello scarico della caldaia e deirifiuti della conciaria e del versamento diacque inquinate sulla pubblica strada .

(4-08659 )

MOSCA . — Al Presidente del Consigli odei ministri e al Ministro dell'interno . - -Per conoscere quali provvedimenti intendan oadottare per eliminare l'arbitrio del prefett odi Latina che ha sciolto il consiglio comunal edi Monte San Biagio senza che concorresser ole condizioni previste dalla legge nel rispett odella Costituzione repubblicana .

(4-08660 )

MOSCA. — Al Ministro degli affari esteri .— Per sapere se sia a conoscenza del provve-dimento di espulsione preso dal governo por-toghese a carico del giornalista Arrigo Repett oa cui è stata sottratta dalla polizia politica d iquel paese una somma in denaro che dovev aservire alle spese di soggiorno della delega-zione del PSI guidata dall ' interrogante e del -la quale lo stesso faceva parte ;

se sia a conoscenza della piuttosto tie-pida assistenza offerta alla nostra delegazion eda parte della nostra rappresentanza diplo-matica in quel paese, per quanto dall ' interro-gante sollecitata al fine di prendere contatt ocon il giornalista suddetto durante il suo fer-mo al posto di polizia dell'aeroporto di Li-sbona. E se la stessa abbia richiesto alle

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autorità portoghesi la ragione del provvedi -mento di espulsione e abbia reclamato la re-stituzione della somma sottratta .

L'interrogante chiede inoltre di sapere s esia a conoscenza del Ministro la espulsion eeffettuata dal governo portoghese di una de -legazione dell ' internazionale socialista dellaquale facevano parte tra gli altri l 'ex depu-tato Luciano De Pascalis, responsabile dell asezione internazionale del PSI e l 'onorevoleMaria Vittoria Mezza .

L'interrogante chiede di sapere quali pass iil Ministro intenda compiere al fine di tute-lare i diritti di cittadini italiani e se nel casoconcreto intenda protestare per il trattamentoloro inflitto dal governo di un paese con i lquale si intrattengono normali rapporti diplo-matici e con il quale l 'Italia fa parte del-l 'alleanza atlantica .

(4-08661 )

ESPOSTO, BARDELLI E GIANNINI . —Al Ministro dell'agricoltura e delle foreste .— Per sapere se funzionari del Ministero del -l'agricoltura cui sono affidate tuttora alte edelicate responsabilità nell 'amministrazionestatale hanno chiesto il permesso di pote rpartecipare – visto l ' annuncio che di ciò èstato fatto – ad un convegno indetto da unaorganizzazione di produttori di bietole, not aper aver svolto da decenni e per continuarea svolgere ancor oggi, purtroppo, una atti-vità che si è risolta e si risolve a favore deigrandi industriali zuccherieri ;

se il Ministero ha eventualmente conces-so tale permesso ;

se non ritenga di dover adottare misur eperché attività private come quelle di conve-gni di organizzazioni di parte, rimangan otali, senza le confusioni con le responsabilitàpubbliche che spesso e volutamente caratte-rizzano la presenza di taluni funzionari delMinistero dell ' agricoltura a manifestazion ivarie, in netto contrasto con la severità e l aobiettività che debbono contraddistinguer egli atti di coloro che, alle dipendenze delloStato, hanno l'obbligo di garantire l 'afferma-zione e la realizzazione di indeclinabili in-teressi nazionali .

(4-08662 )

BINI, CERAVOLO SERGIO, D'ALEMA ,LEVI ARIAN GIORGINA, BRONZUTO, RAI-CICH E TEDESCHI . — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per conoscere in che mod ointenda intervenire nei confronti del presidedel liceo « Andrea Doria » di Genova, dovesi sono svolti recentemente i seguenti fatti .

Il 18 ottobre 1969 un gruppo di studenti hachiesto al preside , professor Malco, di potertenere in ore antimeridiane un ' assemblea con -giunta per il ginnasio e il liceo, in conformitàcon quanto stabilito dalla circolare ministe-riale n . 22, protocollo n . 2629/9 del 17 gen-naio 1969. In seguito alla risposta evasiva de lpreside per quanto riguarda la possibilità d iriunirsi nel mese di ottobre e alla negazionedel permesso a tenere l 'assemblea riunita peril ginnasio e il liceo, gli studenti hanno rac-colto circa 700 firme sotto una petizione checonteneva le medesime richieste .

Venuto a conoscenza di questa raccolta, i lpreside, entrando in diverse classi, ha iniziat oun'azione intimidatoria nei confronti dei pró-motori, fra l'altro minacciando l 'espulsionedalla scuola o la non ammissione all 'esame d imaturità .

Il giorno seguente il professor Malco haripetuto le minacce aggiungendo insulti ai pre-sentatori della mozione e accusandoli di ave rsubornato i « bambini del ginnasio » e diaver loro estorto le firme con la forza. Ilgiorno 23 ha strappato i fogli contenenti l efirme sotto la mozione. Il 24 ottobre ha vio-lentemente impedito la distribuzione d'un vo-lantino all ' interno della scuola, ne ha strap-pati alcuni esemplari ed ha rivolto le orma iconsuete minacce e gli abituali insulti, che h areiterato il 27 ottobre .

Si chiede a questo punto se il Ministro h aricevuto la lettera inviata dagli studenti riu-niti in assemblea il 25 ottobre, se ha rispostoo se intende rispondere, e soprattutto se ri-tiene di dover dare soddisfazione alle loro ov-viamente legittime richieste, o se essi devon oconcludere che, dopo tutto quanto è stato di-chiarato dalle autorità scolastiche in merit oalla democrazia nella scuola, quel liceo pu òcontinuare ad essere governato secondo i me-todi bizzarri del professor Malco .

(4-08663 )

BOLDRIN . — Al Ministro delle finanze .— Per conoscere la durata massima della per-manenza nella posizione impiegatizia, a ti-tolo precario, dei « ventiquattristi » assunt iposteriormente al 1° marzo 1968 presso gli uf-fici finanziari provinciali ; e per sapere altresì :

a) la decorrenza prevista per il godi -mento dei benefici di cui all'articolo 21 dellalegge 18 marzo 1968, n. 249 ;

b) in quale misura la riduzione di anzia-nità sarà richiesta al personale « diurnista »in servizio in epoca anteriore al 1° marzo 1968 ,ai fini del collocamento nei ruoli organici ;

c) come sarà rivalutato, e con quali cri-teri, l'assegno finanziario .

(4-08664)

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat a

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

GUNNELLA E BIASINI. — Al Ministrodella marina mercantile . — Per conoscere se ,in relazione al fatto che Mazara del Vallo eSan Benedetto del Tronto rappresentano i duepiù grossi centri pescherecci d'Italia e delMediterraneo, non ritenga opportuno e fun-zionale che i due uffici circondariali maritti-mi di Mazara del Vallo e di San Benedettodel Tronto vengano elevati a capitanerie d iporto ovvero se, nelle more dell'iter in talsenso, non sia opportuno procedere ad isti-tuire presso i predetti uffici circondariali ma-rittimi l ' ufficio autorizzato a tenere le ma-tricole della gente del mare di prima e se-conda categoria e le matricole delle navimaggiori .

Gli interroganti fanno presente al Ministroche esiste un grave disagio per lavoratori edarmatori in relazione alla mancanza in locodei registri sopra indicati .

(4-08665)

CARUSO, TERRAROLI E SANTONI . —Ai Ministri della sanità, dell'interno e del te -soro . — Per conoscere le ragioni che hannofinora impedito, nonostante sia abbondante-mente trascorso il termine assegnato, l ' ema-nazione del decreto previsto dall'articolo 5della legge 18 marzo 1968, n . 431, per la de-terminazione degli stipendi-tipo di ciascunacategoria del personale dipendente dagli ospe-dali psichiatrici e delle indennità a caratter econtinuativo comunemente corrisposte al per-sonale stesso .

Consta agli interroganti che fin dal luglio1969 sono stati concordati con le organizza-zioni di categoria sia i minimi sia i parame-tri retributivi, sicché il ritardo risulta in -comprensibile e tale da aver determinato l estesse organizzazioni sindacali di categoria aproclamare lo sciopero nazionale di 48 ore .

(4-08666)

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Atti Parlamentari

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Camera dea Deputati

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 196 9

INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORAL E

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell'interno, per conoscere quali di-rettive specifiche di intervento siano state dat ealle forze dell'ordine per tutelare la pubblicalegalità e per garantire il rispetto delle per-sone e delle pertinenze dei cittadini ed in par-ticolare per sapere quali misure sono stat eadottate onde prevenire e contenere il mani-festarsi dei gravi disordini che hanno turbat ola città di Pisa.

« Gli interroganti riconoscono che il pro-blema dell'ordine sociale è anzitutto questionedi guida politica, di presenza dello Stato, d itempestiva soluzione dei problemi civili, manon possono misconoscere che il quadro d ilegalità è l ' ambito necessario per ogni posi-tivo sbocco politico, sicché appare quanto ma iurgente ristabilire presso tutti i cittadini lafiducia nelle forze dello Stato per impedir eogni turbativa e ogni violazione della legalità ,comunque motivate .

(3-02183)

« SPERANZA, SPITELLA » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri, i lMinistro per gli interventi straordinari ne lMezzogiorno e nelle zone depresse del centro-nord ed i Ministri del bilancio e program-mazione economica, del tesoro e delle parte-cipazioni statali, per sapere quali provvedi-menti il Governo intenda adottare e qual elinea politica seguire nei riguardi della semprepiù grave situazione economico-sociale delMezzogiorno, di cui è chiara dimostrazion el ' intensificarsi del fenomeno migratorio d iquelle popolazioni, verso le aree del cosid-detto " triangolo " ; fenomeno che mentre ,da un lato, priva delle forze più attive, capac ie produttive le regioni meridionali, dall 'altro ,provoca gravi effetti di congestione a livellosociale e di insediamenti urbani nelle regioniverso cui dette correnti migratorie si dirigono .

« Gli interroganti, rilevata altresì la gravecrisi occupazionale che, da tempo, va col -pendo vasti rami di attività del settore agri -colo e dell ' industria agraria (tabacchifici ,industria conserviera, zuccherifici ecc.), allaquale crisi unanimemente è stata fatta risalir ela causa dei tragici fatti di Battipaglia, solle-citano il Governo ed i Ministri competenti ,affinché riservino, in favore delle industrie

delle zone del Mezzogiorno, una consistent equota nel collocamento delle emissioni obbli-gazionarie, destinate al finanziamento indu-striale, ed, inoltre, approntino, con sollecitu-dine, gli strumenti e le infrastrutture neces-sarie per una pronta realizzazione dei pro -grammi di intervento approvati in sede di con -trattazione programmata e predisposti da not igrandi gruppi industriali (FIAT, Pirelli, Mon-tedison), nonché da medie e piccole imprese .

« Gli interroganti richiamano, altresì, l 'at-tenzione del Governo, e dei suddetti Ministri ,sulla grave situazione economica della pro-vincia di Salerno, e sulla necessità, al finedi porre un efficace argine alla galoppantecrisi in atto, di :

a) potenziare i programmi d 'interventopredisposti dalle partecipazioni statali, conparticolare riferimento alle imprese di mediagrandezza, che prevedano insediamenti indu-striali nell 'entroterra della provincia: Vallodel Diano, Piana del Sele, Cilento, Calore ;

b) intensificare i ritmi di realizzazion ee coordinare i programmi di opere pubbliche ,edilizie ed infrastrutturali, da realizzare ne lquadro degli interventi straordinari dispost idalla Cassa e dai vari Ministeri .

« Finalmente gli interroganti sollecitano i lGoverno ad assumere urgente e concreta ini-ziativa per l'insediamento di un compless oindustriale, del settore aeronautico, nell 'entro-terra della provincia di Salerno, precisa-mente nella Valle del Diano o nella Vall edel Sele, al fine di porre in essere uno stru-mento che, costituendo un freno al già rile-vato fenomeno migratorio ed alla connessacrisi occupazionale, faciliti il decollo dellaparte più depressa ed arretrata economica-mente della provincia di Salerno .

(3-02184)

« BRANDI, QUARANTA » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro del turismo e dello spettacolo perconoscere quali provvedimenti intenda adot-tare perché siano corrette le sperequazion icui si è dato origine concedendo i premi diqualità a complessi teatrali a gestione privat ain base ai pareri dati dalla commissione mi-nisteriale competente nella riunione del 17 lu-glio 1969, in contrasto con le disposizioni con -tenute nella circolare n . 7085/TL2 del 22 lu-glio 1968 a firma del Ministro dello spettacolo .

« Infatti in detta circolare veniva stabilitoche ai fini della valutazione della determina-zione dei premi avrebbero dovuto essere te-nuti presente : il rilievo dato al repertorio ita-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

liano, il numero complessivo delle recite ef-fettuate, la validità delle opere rappresentat ee l ' impegno nei loro allestimenti, il numerodegli scritturati, la qualificazione professio-nale dei principali attori e il numero dell erappresentazioni effettuate in città diverse daRoma e da Milano e nei centri dell 'Italia me-ridionale ed insulare .

« La commissione ministeriale per la con -cessione dei premi invece, tanto per fare unesempio, ricavato dalle " Rilevazioni stati-stiche sulla stampa teatrale di prosa 1968-69 " ,edito dall 'AGIS, ha ritenuto meritevole di unpremio di 25 milioni di lire la compagnia Mo-relli-Stoppa che in sette mesi di attività haeffettuato 180 recite delle quali soltanto 31 diautori italiani, in 29 piazze, comprese Romae Milano e che ha allestito due novità, unadi autori italiani e una di autori stranieri chenon hanno incontrato molto favore né daparte del pubblico né da parte della critica ,mentre ha proposto per un premio di otto mi-lioni di lire la compagnia del teatro italianocon Peppino De Filippo che nella stagione1968-69 in sei mesi e mezzo di attività haeffettuato 165 recite delle quali 144 di autor iitaliani in 19 piazze ed ha allestito cinqu espettacoli di cui quattro di autori italiani, tr acui la novità assoluta accolta con notevolesuccesso di pubblico e di critica .

(3-02185)

« DE MARZIO, FRANCHI, ALFANO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell' interno, per conoscere qual iprovvedimenti intenda prendere a carico de -gli amministratori del comune di Reggio Ca-labria, che, con irresponsabile e volgare fazio-sità, tramite una delibera della giunta muni-cipale, hanno revocato l'autorizzazione, peraltro concessa dalla locale questura, per un co-mizio che la sera di sabato 25 ottobre 1969avrebbe dovuto tenere la medaglia d 'oro Va-lerio Borghese in Piazza del Popolo, negando ,con palese abuso di potere e violazione dell alibertà costituzionale, l 'uso della piazza stessa ,che in un primo momento la medesima giunt aaveva già concesso, e così provocando la sde-gnata protesta dell'intera popolazione reggi-na, che, in attesa del detto comizio, avev agremito in strabocchevole numero le stradeadiacenti .

Gli interroganti chiedono altresì di sape-re se il Ministro non intenda disporre i pi ùrigorosi accertamenti delle responsabilità as-suntesi dai locali organi di pubblica sicu-rezza, con le cariche brutali e indiscriminate

ordinate a carico dei cittadini che affollavan ola zona predisposta per il comizio, causand odecine e decine di feriti e procedendo ad in -giustificati fermi ed arresti soprattutto a ca-rico dei giovani del MSI, colpiti nei loro sen-timenti nazionali e patriottici per l 'offesarecata a quel glorioso eroe della marina ita-liana .

(3-02186) « DE MARZIO, TRIPODI ANTONINO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro della marina mercantile per cono-scere quali provvedimenti ritenga di adottar eper contrastare la riprovevole tendenza di cit-tadini italiani, proprietari di navi mercantil ie da diporto, ad iscrivere dette navi in re-gistri stranieri .

« Pur non ignorando la complessità de lproblema e le notevoli difficoltà che si frap-pongono per una soluzione radicale, gli in-terroganti chiedono di conoscere se non s iritenga, comunque, di riaffermare il princi-pio che non è lecito, da parte di cittadin iitaliani, avvalersi di disposizioni agevolativedi legislazioni estere per condurre una atti-vità economica, quale è quella dell'armamen-to sotto bandiera ombra, che nella misur ae nei modi in cui è esercitata, è divenut aestremamente dannosa per la economia de lPaese e per le condizioni dei marittimi im-barcati .

(3-02187)

« FOSCHI, SCOTTI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i l

Presidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro del bilancio e della programmazioneeconomica, sul passaggio della società Lanci aal gruppo Fiat ; a quali condizioni il passaggi oè avvenuto ; se esso determina mutamenti ein che direzione nelle posizioni finanziarie d icontrollo in altri settori ; se esso provocher àconseguenze sulla occupazione operaia negl istabilimenti Lancia, e quali effetti produrr àsullo sviluppo degli investimenti Fiat eLancia .

« Gli interroganti rilevano che l'acquisi-zione della società Lancia consolida ancor pi ùla condizione di potere del gruppo Fiat nell aeconomia e nella società italiana, e determin acertamente nuovi orientamenti nella struttur adella produzione e del mercato automobili-stico, del tutto sottratti a ogni controllo col-lettivo e che hanno sviluppi relativi alla con-centrazione territoriale e produttiva, al rap-porto Nord-Sud, alla politica dei trasporti,

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Atti Parlamentari

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Camera dei Pepulat i

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 196 9

alla condizione dei lavoratori . Si vuoi saper eche cosa pensi su ciò il Governo e se intendemettere in grado il Parlamento e l'opinionepubblica di conoscere la realtà della situa-zione, e adottare misure. atte a contenere lastrapotenza di alcuni grandi gruppi privati .,

(3-02188) « LIBERTINI, CERAVOLO DOME-NICO, AMODEI, CANESTRI, ALINI ,AvoLlo » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro dell'interno per conoscere quali mi-sure straordinarie intenda prendere per scio-gliere quei raggruppamenti estremisti che ,violando l'ordine costituzionale, turbano e dalterano la vita civile di città di provata esalda fede democratica .

« L'interrogante si riferisce in particolar ea quanto è avvenuto in questi ultimi giorn ia Pisa ove si è svolta dapprima una graveprovocazione di chiara marca fascista e dove ,purtroppo, " la splendida prova di fede ne ivalori della democrazia e di ferma condann adel fascismo fornita da oltre diecimila citta-dini pisani è stata tramutata dal teppisticocomportamento di alcune centinaia di indi-vidui appartenenti ad organizzazioni di estre-ma sinistra in una sagra della più cieca e dinutile violenza " (Avanti !, 28 ottobre 1969) .

« Come bene ha rilevato il sindaco di Pisa" la imponente manifestazione dei cittadin iè il vero volto di Pisa democratica ed anti-fascista e non i disordini provocati dai gruppidi estrema sinistra " .

(3-02189)

« MERLI »

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro dei lavori pubblici per conoscere le ini-ziative che intende adottare per tutelare efavorire lo sviluppo turistico di Tagliacozz oe del suo Hinterland che risulterebbe grave-mente danneggiato dalla mancata ubicazionedi un casello dell'autostrada Roma-L'Aquilaal servizio di tale territorio .

« L'interrogante fa presente che l'autostra-da Roma-L'Aquila ha un valore prevalente -mente turistico e che sarebbe inaccettabile i lsacrificio turistico di una zona come quella d iTagliacozzo già affermatasi e riconosciut acome azienda di soggiorno, al solo scopo d ifavorire lo sviluppo di altre zone al quale no nsono estranei notevoli interessi speculativi inatto .

(3-02190)

« DELFINO » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro dell ' interno per conoscere :

1) se si intenda per democrazia ch epoche centinaia di cittadini che sovrinten-dono alla erogazione dell ' acqua potabile inuna città come Milano di oltre un milione emezzo di abitanti possano attraverso un osciopero, sia pure giustificato, privare d iquesto indispensabile elemento gran partedella cittadinanza ;

2) se sia compatibile con la democraziache un numero esiguo di cittadini, sia pureper ragioni validissime, possa lasciare senz arefezione scolastica migliaia di bambini in-digenti ;

3) se sia democrazia che poche migliai adi cittadini preposti al traffico e investiti al-tresì di funzioni di polizia in una città comeMilano possano abbandonare il loro servizio ,sia pure per motivi sindacalmente validi ,gettando nel caos tutta la popolazione attiva ;

4) se sia democrazia che una minoranzadi cittadini possa mettere in istato di assedi opalazzi pubblici e privati, interrompere i ltraffico, portare danno alle cose e alle per-sone ;

tutto ciò senza che le autorità preposte ,ogni giorno più impotenti, sentano il dovere ,salvo il sacrosanto diritto allo sciopero d aparte delle minoranze, di salvaguardare al-tresì il diritto della maggioranza di veder eassicurati, sia pure attraverso adeguati mezz idi emergenza, tutti i servizi essenziali pe rmodo che il diritto di sciopero non si tra -sformi in un vero e proprio diritto al cri-mine.

« L'interrogante chiede infine se quest igravissimi fatti, ai quali assolutamente il Go-verno deve ovviare, non ci riportino a quell adrammatica situazione di violenza e di caosche esattamente 47 anni fa portò alla mort edella democrazia in Italia .

(3-02191)

« Glomo » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell'interno, per conoscere i fatt ie gli antifatti della drammatica situazion ecreatasi a Pisa e cosa intende fare il Governoper bloccare gli estremismi di destra e diestrema sinistra che turbano profondament el'ordine democratico_ e trasformano ogni mani-festazione democratica in episodi di inammis-sibile teppismo .

(3-02192)

« BUCALOSSI, BIASINI, COMPAGNA ,GUNNELLA » .

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.fitti Parlamentare

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Camera dei Deputat a

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 196 9

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro dell'interno, per sapere che cosa i lGoverno intende fare per riportare, quantoprima, la normalità nella città di Pisa, scon-volta, fin da sabato 25 ottobre 1969, da tu-multuosi incidenti, inizialmente provocati d ascontri di modesta rilevanza fra studenti d iopposte, estreme fazioni e degenerati, poi, i nseguito ad un corteo di protesta, conclusos icon un discorso del sindaco, in atti di ag-gressione contro le forze dell'ordine, accorsea tutela della libertà ed a protezione della vit ae dei beni dei cittadini .

« Purtroppo, durante i gravi incidenti, ungiovane studente ha perduto la vita .

« Di fronte a tali manifestazioni, certi d iinterpretare il sentimento della stragrandemaggioranza della popolazione, gli interro-ganti esprimono la certezza che lo Stato e leforze veramente democratiche abbiano in séla capacità e gli strumenti per stroncare l aspirale della violenza in atto, ed evitare, i nogni modo, che il paese possa ritornare a lclima degli anni, in cui sì determinò l'av-vento della dittatura fascista .

(3-02193)

« MEUCCI, LUCCHESI n .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro della difesa, per sapere da quali inten-dimenti sono stati mossi coloro - o colui -che, nel 1955, hanno ceduto al Vicariato diRoma circa diecimila metri quadrati di ter-reno appartenente al complesso militare dellaCecchignola ;

se non ritenga che tale cessione, assolu-tamente arbitraria, costituisca un vero e pro-prio reato ai danni dello Stato ;

se e quali provvedimenti sono stati adot-tati o si intendano adottare contro i responsa-bili di codesta cessione ;

se non ritenga il caso di provvedere afare ritornare al demanio militare il suddettoterreno e comunque a provvedere ad una in-timazione-diffida che valga ad impedire i nmodo assoluto la eventualità di una qualsias iprescrizione a vantaggio del Vicariato o, inogni caso, di chi usufruisce del terreno .

(3-02194)

« MORvIDI » .

« I sottoscritti chiedono dì interrogare i lMinistro dei lavori pubblici, per sapere :

a) quali sono i motivi che ostacolano l arealizzazione delle due arterie stradali, lasuperstrada Firenze-Pisa-Livorno e la Poggi -bonsi-Osteria Bianca-Montecatini . rivendicate

da anni da tutti gli enti più rappresentativ icon alla testa gli enti locali interessati ;

b) se è di sua conoscenza quanto grand ee indilazionabile sia l'esigenza di una super -strada a traffico differenziato (solo automo-bilistico) e non autostrada a pedaggio, checolleghi Firenze-Pisa-Livorno e come ciò si ain rapporto con l ' intenso sviluppo urbani-stico, economico e turistico dei comprensor idel Vald 'Arno medio e inferiore, esigenza ch egià dieci anni orsono venne raccolta in u nconvegno interprovinciale tenuto a Empoli d iamministratori di enti locali e di camere d icommercio interessate, nel corso del qual efu convenuto sulla necessità di questo col -legamento del comprensorio di Firenze (com-preso Prato) con l'aeroporto di Pisa e il portodi Livorno, passando ad impegni precisi d ilavoro affidando ad esperti l ' incarico di pro -gettare di massima il tracciato della super -strada . Progettazione consegnata all ' ANASnel maggio 1965 mentre successivamente l acamera di commercio di Firenze faceva cono-scere di essere disposta ad assumere l'impegnodella spesa della progettazione definitiva all oscopo di facilitare l'ANAS nella costruzion edell ' arteria suddetta ;

c) se esiste oggi una progettazione gene-rale definitiva di tipo superstradale di tuttoil tracciato menzionato (compreso il raccord ocon Prato) nonché gli eventuali tempi e mod idi finanziamento dell 'opera medesima, poich éa distanza di anni solo un tratto limitato fraFirenze ed Empoli è stato appaltato mentr el'urgenza di quest 'opera non consente ulte-riori dilazioni, tanto caotico e in certi mo-menti impossibile è divenuto il traffico ch eoggi si addensa sulla vecchia statale n . 67,provocando ritardi e danni notevoli ai pi ùdiversi interessi oltre a provocare ripetut iincidenti stradali ;

d) le intenzioni del Ministro in meritoall'altra altrettanto urgente nuova arteriastradale che colleghi Poggibonsi-Osteria Bian-ca-Montecatini, capace di sodisfare anche i nquesto caso, all ' incremento notevolissimo ecostante del traffico data la caratteristica de icomprensori interessati fiorenti di attivit àeconomiche e turistiche oltre ad essere frai più densamente popolati della regione, pro-blema già da tempo all'attenzione delle am-ministrazioni locali e delle camere di com-mercio e oggetto di esame e di favorevolepronunciamento del Comitato toscano per l a

• programmazione economica .

(3-02195) « NICCOLAI CESARINO, MARMUGI ,GIOVANNINI, DI Puccio, AR -ZILLI » .

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Atti Parlamentari

— 11643 —

Camera dei Deputat i

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 196 9

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro della pubblica istruzione, per sapereper quali ragioni il Governo non ha ancoraadempiuto quanto è prescritto nell'articolo 5della legge sulla istituzione di una universitàstabile in Calabria, venendo così meno all 'ob-bligo di stabilire nel termine di 90 giorni lasede della università stessa, e rendendo cosìimpossibile l ' adempimento di tutti i compit isuccessivi, specialmente di quelli elencat inell 'articolo 6 della legge .

« Si chiede altresì di sapere se e quandoil Governo ritiene di sanare tali gravi ina-dempienze e di rendere così al più prestooperativa una legge con la quale si è alfin ericonosciuta l 'urgente necessità, per tantotempo ingiustamente negletta, di dare all aCalabria un suo centro universitario .

(3-02196)

« GULLO, MICELI, FIUMANÒ » .

I sottoscritti chiedono di interrogare iMinistri del bilancio e programmazione eco-nomica, del tesoro, delle partecipazioni sta -tali, dell ' industria, commercio e artigianat oe del lavoro e previdenza sociale per cono-scere i motivi per i quali il Governo (second oquanto afferma la FIAT in un suo comuni-cato) ha appoggiato l 'operazione di assorbi -mento della Lancia da parte del monopoli otorinese. Operazione che, tra l'altro , sarebb estata finanziata in parte con denaro pubblic omediante l ' intervento dell'IMI (attraverso lasua società PAGES), volto a trasferire i de-biti dell 'azienda allo Stato, nel senso cheparte degli oneri finanziari della Lancia do-vrebbero essere trasformati in finanziament istatali a lunga scadenza, e ciò attingendo a lfondo di 200 miliardi previsto per il salva-taggio delle aziende pericolanti .

« Gli interroganti, considerando quest aoperazione in netto contrasto con una politic adi programmazione, che pure il Governo di -chiara di voler promuovere, chiedono :

1) perché il Governo non ha ritenuto op-portuno di intervenire, tramite l ' IRI ed inparticolare l'Alfa, per rafforzare la consi-stenza del settore statale dell 'auto mediant el ' assorbimento della Lancia, come da pi ùparti e da diversi mesi era stato richiesto ;

2) se il Governo non ritiene indilazio-nabile dar corso ad una politica di interventoe di controllo pubblico dei piani di investi -menti dei grandi gruppi, in particolare d iquelli sovranazionali come la FIAT. Diversa-mente, per il peso economico e politico che

questi grandi gruppi privati esercitano, lapolitica di programmazione diventa vera-mente il libro dei sogni ;

3) se il Governo non ritenga urgente d idover avere precise garanzie da parte dellaFIAT , mediante un incontro con i sindacat ie la direzione del monopolio torinese, circ ale prospettive della Lancia, in particolare rela-tivamente alla tutela ed allo sviluppo dell aoccupazione, ed in ordine al migliorament odelle condizioni di vita e di lavoro degl i11 .000 lavoratori occupati nelle aziende Lan-cia di Torino, Chivasso e Bolzano. Ciò anchein relazione alle dichiarazioni, rese al Tele-giornale, del dottor Agnelli, che al riguardonon sono del tutto rassicuranti . Egli, infatti ,ha tra l'altro affermato : " Non esistendo altr icompratori ci siamo trovati a doverci respon-sabilizzare nel rilievo di questa azienda, fidu-ciosi di farla diventare concorrenziale al piùpresto " .

(3-02197 )

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro delle finanze, per conoscere i mo-tivi per i quali non abbia ritenuto di doverprendere in alcuna considerazione le richie-ste avanzate dal personale dipendente dai mo-nopoli che, dopo una vana, lunga ed inutil eattesa, si è visto costretto a proclamare un aserie di agitazioni e di scioperi .

Per conoscere altresì i motivi per i qua -li, anche in corso di tale vertenza, non si si aritenuto opportuno iniziare con le organizza-zioni sindacali un colloquio per avviare a so-luzione i problemi che hanno dato origin ealla grave agitazione .

« Per conoscere, infine, se il Governo s irenda conto del grave danno che con tale suoinusitato atteggiamento provoca ai cittadini ,ai lavoratori dipendenti del monopolio ed al -l'erario dello Stato .

(3-02198)

« ROBERTI, PAllAGLIA, ABELLI ,SANTAGATI» ,

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell ' interno, per conoscere i prov-vedimenti che si intendono adottare nei con-fronti dei responsabili di gravi atti di vio-lenza che, al termine delle manifestazion isindacali del 28 ottobre 1969 a Latina - svol-tesi per altro senza incidenti e . con grandesuccesso - hanno profondamente turbato l'opi -

« SULOTTO, DAMIGO, SPAGNOLI, To -DROS, ALLERA, LEVI ARIAN GIOR-GINA » .

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Atti Parlamentari

— 11644 —

Camera dei Deputati

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 28 OTTOBRE 1969

nione pubblica democratica poiché, in parti -colare, uno sparuto gruppo di fascisti ha ri-petutamente provocato i lavoratori e i giovan idemocratici ed ha successivamente assalito eincendiato - presente la forza pubblica ch enon è intervenuta - la sede del circolo del-l ' Unione dei marxisti-leninisti ;

per conoscere altresì come si spiega l'at-teggiamento della polizia che pure era a co-noscenza delle minacce e delle istigazionifasciste pronunciate - la sera precedente losciopero - in pieno Consiglio comunale edanche quello dei vigili del fuoco che hann oassistito all ' incendio appiccato dai fascisti e ,nonostante le sollecitazioni di alcuni cittadini ,si sono rifiutati di intervenire .

(3-02199) « D ' ALESSIO, LUBERTI, PIETROBONO » .

menti della magistratura del lavoro svizzerae per assicurare comunque ai superstiti imezzi di sussistenza, richiedono quali altripassi voglia compiere presso il governo sviz-zero .

(3-02201)

« DELLA BRIOTTA, ZAPPA » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare iMinistri del lavoro e previdenza sociale e del -l ' interno per conoscere i provvedimenti ur-genti che intendono adottare nei riguardi del-l'industriale Annunziata di Ceccanò, il qual eha attuato il 28 ottobre 1969 contro gli operaiin lotta, la grave e inammissibile provoca-zione della serrata degli stabilimenti .

(3-02202)

« PIETROBONO, INGRAO, ASSANTE ,

D ' ALESSIO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare iMinistri di grazia e giustizia e della difesa ,per sapere se è a loro conoscenza che ungruppo di individui neofascisti capeggiati daun certo avvocato Guido Lo Porto sono stat isorpresi dai carabinieri ad esercitarsi allearmi nel recinto del poligono militare di tirodi Bellolani, alla periferia di Palermo e, per -tanto, arrestati e sottoposti a urgente proce-dimento penale .

a Ci si chiede come mai detto procediment oa carico dei succitati non risulta sul registr odella Procura della Repubblica a disposizion edel pubblico; in che modo i predetti fascist isiano riusciti a venire in possesso di armi mi-litari ; come siano riusciti a penetrare nel re -cinto del poligono e abbiano potuto usarlo .

(3-02200)

« DI BENEDETTO, FERRETTI, SPE-

CIALE » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro degli affari esteri, per conoscere qua -li iniziative intenda intraprendere per tutelar egli interessi del cittadino Attilio Tanala, uc-ciso a calci da tre svizzeri a Saint Moritz i l

23 novembre 1968 .

« La recente decisione del tribunale fede-rale di confermare la sentenza di quello can -tonale e il conseguente rifiuto dell'istitut onazionale svizzero di assicurazione contro gl iinfortuni sul lavoro di non ammettere gli ere -di, una vedova con quattro figli, al benefici odelle prestazioni assicurative ripropone il pro-blema in tutti i suoi aspetti, morali e mate-riali .

« Premesso che nulla deve essere tralascia-to per fornire la più premurosa assistenza su lpiano legale in vista di ulteriori pronuncia-

I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro della sanità per conoscere quali mi-sure intende adottare in riferimento alle or-mai endemiche disfunzioni che caratterizzan ol'ospedale civico di Palermo e già oggetto d irecenti interpellanze anche al Senato dell aRepubblica .

Anche ieri si è registrato un fatto racca-pricciante : una neonata, creduta morta a lmomento del parto, è stata poi dimenticat aper 15 ore, fino a quando una inserviente no nsi è accorta per caso che Ia bambina dava se-gni di vita. Soccorsa, si è dovuta poi traspor-tare all 'ospedale dei bambini ove poi è dece-duta perché il Civico di Palermo non dispon edi una incubatrice .

Gli interroganti chiedono inoltre se il Mi-nistro non ritenga di disporre una severa in-chiesta per tutto quanto avviene nell'organiz-zazione dell'ospedale civico e per acclarar ele eventuali responsabilità di quanto sopr adenunciato .

(3-02203)

«FERRETTI, DI BENEDETTO, SPE-

CIALE » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro dei lavori pubblici, per sapere serisponde a verità che la circolare del giugno1968 del Ministro dei lavori pubblici relativ aalla messa al bando delle " barriere architet-toniche " nella progettazione e nella realizza-zione degli edifici di pubblica utilità, come l escuole, i municipi, gli stadi, le banche, ecc . ,è praticamente disattesa .

« Se ciò fosse vero - come risulta da alcun einformazioni avute presso uffici periferici del

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Camera dei Deputati

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Ministero - andrebbe delusa la speranza dimilioni di cittadini minorati : dai paraplegiciai cardiopatici, dai ciechi ai poliomielitici ,agli anziani in genere che in Italia si vedon ospesso al margine della vita sociale e civil eper l'esistenza di tante scale, di tanti ascen-sori minuscoli, di tante barriere costruttiv eche gli architetti e i governi di tanti Paesi ,gli anglosassoni in particolare, hanno defini-tivamente " abbattuto " .

« L'interrogante chiede siano date precisedisposizioni per il pieno rispetto della circo -lare emanata per far sì che la nostra nazioneraggiunga un alto traguardo di civiltà .

(3-02204)

« USVARDI » .

INTERPELLANZ E

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro del bilancio e della programmazio-ne economica per conoscere : l 'attuale statodegli studi sulla programmazione economica ;lo sviluppo delle ipotesi del progetto 80 perun inizio di dibattito nel Parlamento e ne lpaese ; lo stato, i criteri e i risultati della con-trattazione programmatica in ordine all'orien-tamento degli investimenti nel mezzogiorno;le intenzioni e i passi per il coordinament odegli studi e dei piani del Ministero del bi-lancio e della programmazione con il pian odi coordinamento degli interventi per il mez-zogiorno .

« Gli interpellanti chiedono altresì di co-noscere se le strutture umane e organizzativ eattuali per i rapporti fra Ministero del bi-lancio e della programmazione e ISPE sianoidonei ad affrontare il complesso degli sforz iper la programmazione globale in Italia e s egli strumenti di cui dispone possano, ritar-dando ancora la legge sulle procedure, affron-tare i temi del coordinamento prima e de ldecentramento funzionale poi delle program-mazioni regionali e quali iniziative, di con-seguenza, il Ministro intende prendere perevitare gravi scompensi al processo di appron-tamento della nuova programmazione, giàcompromessa e ritardata, come gli interpel-lanti avevano previsto in momenti in cui sor-gevano contrasti non obiettivi né di metodo ,ma personali, sugli organi della programma-zione .

(2-00377)

« GUNNELLA, COMPAGNA » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro del lavoro e della previdenza social eper conoscere quali provvedimenti abbia

preso per affrontare il grave problema degl ienti di assistenza malattie, particolarment eper ciò che riguarda istituti a gestione com-missariale, e se non intenda, proprio in que-sto particolare momento, dopo preventiv aconsultazione con i sindacati dei lavoratori edegli imprenditori e con le organizzazioni sa-nitarie, iniziare il processo di unificazione d ialcune strutture promovendo gli studi tecnico-organizzativi-finanziari e mettendo in discus-sione lo stesso sistema di assistenza, irrazio-nale, costoso e non in grado di raggiungerele finalità istituzionali .

« Gli interpellanti chiedono di conoscere al-tresì se il Ministro non intenda assumere ini-ziative idonee ai fini dell ' accertamento d itutti gli elementi di base a tal fine, sottopo-nendo le eventuali proposte, per una fattiv ae organica collaborazione, alle Commission ilavoro e previdenza sociale del Parlamento .

(2-00378) « GUNNELLA, BUCALOSSI, BIASINI » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro dell'interno per conoscere le ragion iche hanno determinato i tragici eventi di Pisae quale azione abbia svolto il Governo al ri-guardo ; nonché per conoscere quale condott ail Governo intenda assumere di fronte ai sem-pre più frequenti episodi di violenza collet-tiva che sembrano coordinati a un fine pre-disposto allo smantellamento dello Stato de-mocratico .

(2-00379) « COTTONE, Bozzi, MALAGODI, PUCC I

DI BARSENTO, GIomo, BIONDI » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i Mi-nistri del tesoro e del bilancio e programma-zione economica, per sapere -

riferendosi alla denuncia fatta alla Ca-mera, nel febbraio 1968, in occasione dell adiscussione di quel bilancio, della grave con-dizione finanziaria in cui si sarebbe trovato ,alla fine del piano quinquennale 1966-70, l ointero settore pubblico (Stato, aziende auto-nome, enti previdenziali, enti territoriali), ri-spetto alle previsioni stabilite dal piano mede-simo, grave situazione documentata dalle se-guenti cifre :

deficit di spesa corrente del settore pub -blico, alla fine del quinquennio 1966-70, di1 .000 miliardi, contro la previsione di una di -sponibilità in conto capitale di 5 .300 miliardi ;

previsioni di spesa, in conto capitale, d i

19 .000 miliardi, contro una previsione del pia-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

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no, per 14 .300 miliardi, di cui 5.300 miliard iforniti da entrate ;

necessità di ricorso del settore pubblic oal mercato monetario e finanziario, per oltre20.000 miliardi, contro una previsione del pia -no quinquennale, di ricorso del settore pub-blico al mercato monetario e finanziario, pe rsoli 9 .000 miliardi, e contro una disponibilit àtotale del mercato monetario e finanziario, cal-colata in circa 22.000 miliardi di cui 13 .000 dadestinare al settore direttamente produttivo ;

ricordando che le cifre esposte furon oallora pienamente confermate dal Ministro de ltesoro ;

considerando che dal febbraio 1968 sonointervenute nuove massicce leggi e decision icli spesa, soprattutto corrente, tali da render eancora più impressionante il distacco con l eprevisioni stabilite fino al 1970 dal piano quin-quennale e dal proiettare nuovi gravissimi im-pegni per il futuro ;

convinti che la lentezza con cui proced ela spesa del settore pubblico in conto capitale ,a causa del meccanismo estremamente buro-cratizzato e lento delle sue decisioni, costitui-sca, di fronte all ' imponente aumento dell aspesa corrente, una condizione di sempre mi-nore tranquillità per l ' equilibrio economic ogenerale del paese ;

ritenendo che una qualsiasi politica fu-tura non possa che essere fondata sulla esatt aconoscenza delle condizioni finanziarie attual icli tutto il vasto settore pubblico e su un pian odi suo sicuro anche se graduale risanamento ;

constatando che la relazione previsional eper il 1970 dà indicazioni particolari, ma no nconsente di aggiornare le cifre su esposte edi avere un quadro generale della situazione ; -se non intendano far conoscere :

1) quali sono i deficit di spesa corrente ,le spese in conto capitale, il volume del ri-corso al mercato monetario finanziario che s ipossono prevedere alla fine del 1970, nonchéper i prossimi cinque anni a partire dal 1971 ;

2) qual è, sulla base di tali dati, la loroesatta valutazione della condizione finanziari aattuale dello Stato, delle aziende autonome ,degli enti territoriali e degli enti di previ-denza ;

3) quali provvedimenti intendano pren-dere per risanare una situazione che minacciadi divenire sempre più grave e pericolosa pe rgli interessi generali della collettività na-zionale .

(2-00380)

MOZION E

« La Camera ,

preso atto della necessità di approfon-dire e risolvere con urgenza il problema dellariforma della legislazione sulla cooperazion evigente nel nostro paese ;

constatato che l 'attuale disciplina in ma-teria è ispirata a concetti e principi mutua-listici che appaiono in buona parte superat ie non rispecchianti le esigenze che si mani-festano sia sul piano nazionale sia su quelloeuropeo ;

valutata l'estrema importanza che h auna legislazione moderna in materia di coo-perazione, specie agricola, in quanto essa puòdar vita ad una serie di valide iniziative cer-tamente utili per Io sviluppo economico de lpaese ed in particolare del settore agricolo ;

rilevata l'opportunità di ispirare la fu-tura disciplina ai seguenti principi :

a) abolizione dei limiti delle azioni edelle quote previsti dall'articolo 24 del decret olegislativo del Capo provvisorio dello Stato14 dicembre 1947, n . 1577, o in subordine ele-vazione dei limiti suddetti ;

b) abolizione dell'obbligo di devolu-zione del patrimonio sociale in caso di scio-glimento della società ;

e) abolizione delle lettere a) e b) del -l 'articolo 26 del citato decreto legislativo de lCapo provvisorio dello Stato sui requisiti mu-tualistici concretantisi nel divieto di distri-buzione dei dividendi superiori all ' interesselegale e divieto di distribuzione delle riserv edurante la vita sociale ;

d) possibilità di concedere un voto plu-rimo nelle cooperative di trasformazione, la-vorazione e alienazione di prodotti agricoli ;

e) attribuzione dei poteri di vigilanzaall 'amministrazione dello Stato ;

impegna il Governo

ad ispirare le proposte di riforma della vi-gente legislazione sulla cooperazione ai prin-cipi sopra esposti, anche sollecitando perquanto di competenza dell'esecutivo l'esamee la discussione dei provvedimenti in materi aattualmente pendenti e promuovendo quellealtre iniziative che saranno ritenute utili pe rla soluzione del problema .

(1-00072) « BIGNARDI, CASSANDRO, COTTONEGIomo, FERIOLI, CAPUA, SERRENTINO, QUILLERI, ALESI, PROTTI »

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMB O

« LA MALFA, REALE ORONZO, BUCA-LOSSI, COMPAGNA, BIASINI, GUN-

NELLA, MAMMÌ, TERRANA, MON-TANTI » .