Atlante Geologico dei Vini...

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Terra&Gusto

Atlante Geologico dei Vini d'Italia Presentato dal Crea ad Expo per valorizzare il 'terroir'

10 luglio 201509:20

© ANSA

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - Valorizzare le risorse naturali della viticoltura tricolore che sono

rappresentate dal 'terroir'. E' l'obiettivo dell'Atlante Geologico dei Vini d'Italia, presentato oggi a

Expo dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), nell'ambito

del ciclo ''giovedì della ricerca'', che esalta il forte legame dell'enologia tricolore con le

caratteristiche dei suoli di origine. Si tratta di un viaggio tra le eccellenze italiane che segue le

tracce geologiche del Paese, dalla valle d'Aosta e dal Collio, terminando giù alle estreme propaggini

e alle isole minori. Ma a garantire la qualità il suolo da solo non basta, spiega il Crea, occorre anche

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abbinarvi il giusto vitigno e la passione del viticoltore. L'Atlante, spiegano gli autori Attilio Scienza

(Università di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti (Crea Viticoltura e Enologia), Federico

Graziani (sommelier) mentre alla parte suolo e clima hanno contribuito la geologa Alessandra

Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali e l'agronomo Luigi Mariani

(Università di Milano), vuole essere uno strumento operativo per contrastare la banalizzazione del

gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e artificiale. ''Si sta

affermando una nuova cultura del vino - ha affermato Salvatore Parlato, commissario straordinario

Crea - che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir all'insegna della

sostenibilità, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra le quali il suolo è

la più fragile''. (ANSA).

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Presentato ad Expo l'Atlante geologico dei vini italiani Il volume del Crea spiega e cataloga la relazione tra composizione del suolo e terroir

del vino

di Tommaso Cinquemani

Vino, suoli e terroir nell'Atlante geologico dei vini italiani, presentato a Expo Fonte immagine: © Goodluz - Fotolia

Terreni calcarei per vini delicati, vulcanici per etichette più corpose, argillosi per bottiglie potenti. I viticoltori già

lo sapevano: le caratteristiche del vino sono influenzate dal suolo in cui il vitigno nasce e cresce. Ma per la prima

volta questa relazione è stata studiata scientificamente e codificata nell'Atlante geologico dei vini italiani (edito

da Giunti), che è stato presentato ad Expo dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi

dell’economia agraria).

Il volume, frutto di un lavoro decennale che ha messo assieme le competenze di geologici, enologi e viticoltori, è

un viaggio attraverso l'Italia e le sue peculiarità geologiche. La Penisola ha una storia travagliata, costellata di

vulcani, frizioni tra placche, innalzamenti di montagne e di fondali marini. In ogni regione si trovano terreni

differenti che rendono unico il vino che lì viene prodotto.

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“Il testo ha come obiettivo quello di portare ad una platea molto ampia di appassionati e di tecnici la conoscenza

sulle caratteristiche geologiche e pedologiche dei suoli viticoli italiani e sulle ricadute che hanno sulle

caratteristiche dei vini”, spiega Attilio Scienza, titolare della cattedra di Vitivinicoltura all'Università Statale di

Milano e tra i massimi studiosi al mondo della vite e del vino. “La nostra ricchezza di vini non è paragonabile a

quella di nessun altro Paese. Il segreto va ricercato nella varietà di suoli a cui si affianca una grande diversità di

viti, tradizioni e costumi”.

L'Atlante ruota attorno al concetto di terroir, un termine francese che indica tutte le componenti che

danno corpo e qualità ad un vino. Non solo il suolo, ma anche il clima, le tecniche agricole e la cultura. “Il suolo

influenza profondamente il terroir di un vino”, spiega Diego Tomasi, del Crea Viticoltura ed Enologia. “I contenuti

idrici del terreno, la presenza di minerali, di calcare e di attività microbiologica sono capaci di condizionare gli

apparati radicali e quindi anche l'espressione qualitativa del vino”.

L'Atlante, secondo le intenzioni degli autori, vuole essere uno strumento operativo per contrastare la

banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e artificiale.

Per essere competitivi sul mercato globale, i produttori dovranno sempre di più puntare su un legame forte e

consapevole con il territorio, al fine di distinguersi dalla omologazione dei vini internazionali.

“Si sta affermando una nuova cultura del vino”, ha affermato Salvatore Parlato, commissario straordinario del

Crea. “Una cultura che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir all’insegna della

sostenibilità, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra le quali il suolo è la più fragile.

Il nostro obiettivo deve essere quello di favorire la produzione di vini più naturali e in un ambiente più tutelato”.

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EXPO: CREA, PRESENTATO L'ATLANTE GEOLOGICO

DEI VINI D'ITALIA. INTERVENTO DI PARLATO

5430 - 09:07:15/15:45 - milano, (agra press) - il crea (consiglio per la ricerca in agricoltura

e l'analisi dell'economia agraria) ha presentato oggi all'expo l'atlante geologico dei vini

d'italia, edito da giunti. ne da' notizia il crea, spiegando che il volume e' diviso in due parti:

una riguardante il vino, curata da attilio scienza (universita' di milano), diego tomasi e

federica gaiotti (crea viticoltura ed enologia), federico graziani (sommelier); una dedicata a

suolo e clima, curata dalla geologa alessandra giorgianni (universita' di palermo), dal

cartografo paolo carnevali e dall'agronomo luigi mariani (universita' di milano). all'incontro

e' intervenuto, tra gli altri, il commissario straordinario del crea salvatore parlato. (ab)

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Food

Expo: Crea, presentato l'Atlante geologico dei vini d'Italia 15:56 09 LUG 2015

(AGI) - Roma, 9 lug. - Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia

agraria) ha , curato per la parte vino da Attilio Scienza (Universita' di Milano), Diego Tomasi e

Federica Gaiotti (CREA Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte

suolo e clima hanno contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Universita' di Palermo), il

cartografo Paolo Carnevali, l'agronomo Luigi Mariani (Universita' di Milano).

L'evento - cui hanno partecipato anche Salvatore Parlato, commissario straordinario CREA, e Ida

Marandola, direttore generale CREA - si e' tenuto nell'ambito dei "giovedi' della ricerca", il ciclo di

appuntamenti aperti a tutti, che il CREA organizza per sensibilizzare il grande pubblico della

Kermesse milanese sui temi della ricerca in agricoltura. La pubblicazione riconduce l'unicita' dei

nostri vini alle particolari caratteristiche pedoclimatiche dei suoli italiani.

Infatti, e' proprio nella terra, tra le sue lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano i

segreti della nostra indiscussa e irripetibile qualita' enologica.

Le eccellenze italiane sono infinite, partono dalle valle d'Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce

geologiche, attraversano l'intera penisola terminando giu' alle estreme propaggini e alle isole

minori. Tuttavia, il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonche' la passione

tenace del viticoltore. L'Atlante nasce dall'urgente necessita' di valorizzare le risorse naturali della

nostra viticoltura e rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per

contrastare la banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza

anima, uniforme e artificiale. Proprio per questo - secondo gli autori dell'Atlante - il modello italiano,

per essere competitivo sul mercato globale, si dovra' sempre piu' fondare su realta' produttive

fortemente legate al territorio, alternative al gusto omologato dei vini internazionali.

"Si sta affermando una nuova cultura del vino - ha affermato, nel suo intervento, Salvatore

Parlato, commissario straordinario CREA - che ci impone di preservare gli elementi fondamentali

del terroir all'insegna della sostenibilita', ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non

riproducibili, tra le quali il suolo e' la piu' fragile. Il nostro obiettivo - ha concluso Parlato - come

ricercatori e come Istituzione a servizio dell'agricoltura deve essere quello di favorire la produzione

di vini piu' naturali e in un ambiente piu' tutelato".(AGI) Bru

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AGRICOLTURA. CREA: PRESENTATO A EXPO ATLANTE GEOLOGICO VINI D''ITALIA

(DIRE) Roma, 9 lug. - "Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l''analisi

dell''economia agraria) ha presentato oggi all''Expo, l''Atlante Geologico dei Vini d''Italia,

edito da Giunti, curato per la parte vino da Attilio Scienza (Universita'' di Milano), Diego

Tomasi e Federica Gaiotti (Crea Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier),

mentre alla parte suolo e clima hanno contribuito la geologa Alessandra Giorgianni

(Universita'' di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali, l''agronomo Luigi Mariani

(Universita'' di Milano). L''evento- cui hanno partecipato anche Salvatore Parlato,

commissario straordinario Crea, e Ida Marandola, direttore generale Crea- si e'' tenuto

nell''ambito dei ''giovedi'' della ricerca'', il ciclo di appuntamenti aperti a tutti, che il Crea

organizza per sensibilizzare il grande pubblico della Kermesse milanese sui temi della

ricerca in agricoltura. La pubblicazione riconduce l''unicita'' dei nostri vini alle particolari

caratteristiche pedoclimatiche dei suoli italiani. Infatti, e'' proprio nella terra, tra le sue

lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano i segreti della nostra indiscussa

e irripetibile qualita'' enologica. Le eccellenze italiane sono infinite, partono dalle valle

d''Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce geologiche, attraversano l''intera penisola

terminando giu'' alle estreme propaggini e alle isole minori. Tuttavia, il suolo non basta:

occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonche'' la passione tenace del viticoltore". Cosi''

in un comunicato il Crea. (SEGUE) (Comunicati/Dire) 16:03 09-07-15 NNNN

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CREA: PRESENTATO A EXPO ATLANTE GEOLOGICO DEI VINI D'ITALIA

MILANO (ITALPRESS) - Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia

agraria) ha presentato oggi all'Expo, l'Atlante Geologico dei Vini d'Italia, edito da Giunti, curato per

la parte vino da Attilio Scienza (Universita' di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti (CREA

Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima hanno

contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Universita' di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali,

l'agronomo Luigi Mariani (Universita' di Milano). L'evento - cui hanno partecipato anche Salvatore

Parlato, commissario straordinario CREA, e Ida Marandola, direttore generale CREA - si e' tenuto

nell'ambito dei "giovedi' della ricerca", il ciclo di appuntamenti aperti a tutti, che il CREA organizza

per sensibilizzare il grande pubblico della Kermesse milanese sui temi della ricerca in agricoltura.

La pubblicazione riconduce l'unicita' dei nostri vini alle particolari caratteristiche pedoclimatiche dei

suoli italiani. Infatti, e' proprio nella terra, tra le sue lontane origini geologiche e lo stato attuale, che

si celano i segreti della nostra indiscussa e irripetibile qualita' enologica. Le eccellenze italiane

sono infinite, partono dalle valle d'Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce geologiche,

attraversano l'intera penisola terminando giu' alle estreme propaggini e alle isole minori. Tuttavia, il

suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonche' la passione tenace del

viticoltore. (ITALPRESS) - (SEGUE). ads/com 09-Lug-15 16:45 NNNN

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AGRONEWS

Expo 2015: presentato l'Atlante Geologico dei Vini d’Italia

Presentato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria

(Crea) l’Atlante Geologico dei Vini d’Italia, edito da Giunti. Il volume, illustrato a Expo 2015,

è curato per la parte vino da Attilio Scienza (Università di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti

(Crea Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima

hanno contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo

Carnevali, l’agronomo Luigi Mariani (Università di Milano).

La pubblicazione riconduce l’unicità dei nostri vini alle particolari caratteristiche

pedoclimatiche dei suoli italiani. Infatti, è proprio nella terra, tra le sue lontane origini

geologiche e lo stato attuale, che si celano- si spiega in una nota- i segreti della nostra indiscussa e

irripetibile qualità enologica.

Le eccellenze italiane partono dalle Valle d’Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce geologiche,

attraversano l’intera penisola terminando giù alle estreme propaggini e alle isole minori. Tuttavia,

il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonché la passione tenace del

viticoltore.

L’Atlante- si legge ancora- nasce dall’urgente necessità di valorizzare le risorse naturali della

nostra viticoltura e rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per

contrastare la banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza

anima, uniforme e artificiale. Proprio per questo - secondo gli autori dell’Atlante - il modello

italiano, per essere competitivo sul mercato globale, si dovrà sempre più fondare su realtà

produttive fortemente legate al territorio, alternative al gusto omologato dei vini internazionali.

in data:10/07/2015

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Ecco l’Atlante Geologico “Vini d’Italia”: il sapore viene dal suolo Presentato oggi a Expo l’ambizioso progetto: un atlante che, percorrendo

tutti i territori d’Italia offre una panoramica sulla viticoltura italiana

9 luglio 2015 18:01 - Valentina Ferrandello

Valorizzare le

risorse naturali

della viticoltura

tricolore che sono

rappresentate dal

‘terroir’. E’

l’obiettivo

dell’Atlante

Geologico dei Vini

d’Italia, presentato

oggi a Expo dal

Crea (Consiglio per

la ricerca in

agricoltura e

l’analisi

dell’economia

agraria),

nell’ambito del ciclo ”giovedi’ della ricerca”, che esalta il forte legame dell’enologia tricolore con

le caratteristiche dei suoli di origine. Si tratta di un viaggio tra le eccellenze italiane che segue le

tracce geologiche del Paese, dalla valle d’Aosta e dal Collio, terminando giu’ alle estreme

propaggini e alle isole minori. Ma a garantire la qualita’ il suolo da solo non basta, spiega il Crea,

occorre anche abbinarvi il giusto vitigno e la passione del viticoltore. L’Atlante, spiegano gli autori

Attilio Scienza (Universita’ di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti (Crea Viticoltura e

Enologia), Federico Graziani (sommelier) mentre alla parte suolo e clima hanno contribuito la

geologa Alessandra Giorgianni (Universita’ di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali e l’agronomo

Luigi Mariani (Universita’ di Milano), vuole essere uno strumento operativo per contrastare la

banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e

artificiale. ”Si sta affermando una nuova cultura del vino – ha affermato Salvatore Parlato,

commissario straordinario Crea – che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir

all’insegna della sostenibilita’, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra

le quali il suolo e’ la piu’ fragile”.

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Comunicati | 9 Luglio 2015 | Fabio Ciarla

CREA: Il sapore del suolo nei vini italiani. Presentato

oggi ad EXPO l’Atlante

Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha presentato oggi

all’Expo, l’Atlante Geologico dei Vini d’Italia, edito da Giunti, curato per la parte vino da Attilio Scienza

(Università di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti (CREA Viticoltura ed Enologia), Federico

Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima hanno contribuito la geologa Alessandra

Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali, l’agronomo Luigi Mariani (Università di

Milano).

L’evento – cui hanno partecipato anche Salvatore Parlato, commissario straordinario CREA, e Ida

Marandola, direttore generale CREA – si è tenuto nell’ambito dei “giovedì della ricerca“, il ciclo

di appuntamenti aperti a tutti, che il CREA organizza per sensibilizzare il grande pubblico della

Kermesse milanese sui temi della ricerca in agricoltura.

La pubblicazione riconduce l’unicità dei nostri vini alle particolari caratteristiche pedoclimatiche dei suoli

italiani. Infatti, è proprio nella terra, tra le sue lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano i

segreti della nostra indiscussa e irripetibile qualità enologica.

Le eccellenze italiane sono infinite, partono dalle Valle d’Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce

geologiche, attraversano l’intera penisola terminando giù alle estreme propaggini e alle isole minori.

Tuttavia, il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonché la passione tenace del

viticoltore.

L’Atlante nasce dall’urgente necessità di valorizzare le risorse naturali della nostra viticoltura e

rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per contrastare la banalizzazione del

gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e artificiale. Proprio per

questo – secondo gli autori dell’Atlante – il modello italiano, per essere competitivo sul mercato globale,

si dovrà sempre più fondare su realtà produttive fortemente legate al territorio, alternative al gusto

omologato dei vini internazionali.

“Si sta affermando una nuova cultura del vino – ha affermato, nel suo intervento, Salvatore Parlato,

commissario straordinario CREA – che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir

all’insegna della sostenibilità, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra le

quali il suolo è la più fragile. Il nostro obiettivo – ha concluso Parlato – come ricercatori e come

Istituzione a servizio dell’agricoltura deve essere quello di favorire la produzione di vini più naturali e in

un ambiente più tutelato

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CREA: IL SAPORE DEL SUOLO NEI VINI ITALIANI. PRESENTATO AD EXPO L’ATLANTE Pubblicato il 09/07/2015 at 16:38

Il CREA (Consiglio per

la ricerca in agricoltura

e l’analisi

dell’economia agraria)

ha presentato oggi

all’Expo, l’Atlante

Geologico dei Vini

d’Italia, edito da Giunti,

curato per la parte vino

da Attilio Scienza

(Università di Milano),

Diego Tomasi e

Federica Gaiotti

(CREA Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima hanno

contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali,

l’agronomo Luigi Mariani (Università di Milano).

L’evento – cui hanno partecipato anche Salvatore Parlato, commissario straordinario CREA, e Ida

Marandola, direttore generale CREA – si è tenuto nell’ambito dei “giovedì della ricerca“, il ciclo di

appuntamenti aperti a tutti, che il CREA organizza per sensibilizzare il grande pubblico della Kermesse

milanese sui temi della ricerca in agricoltura.

La pubblicazione riconduce l’unicità dei nostri vini alle particolari caratteristiche pedoclimatiche dei suoli

italiani. Infatti, è proprio nella terra, tra le sue lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano i

segreti della nostra indiscussa e irripetibile qualità enologica.

Le eccellenze italiane sono infinite, partono dalle valle d’Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce

geologiche, attraversano l’intera penisola terminando giù alle estreme propaggini e alle isole minori.

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Tuttavia, il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonché la passione tenace del

viticoltore.

L’Atlante nasce dall’urgente necessità di valorizzare le risorse naturali della nostra viticoltura e

rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per contrastare la banalizzazione del

gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e artificiale. Proprio per

questo – secondo gli autori dell’Atlante – il modello italiano, per essere competitivo sul mercato globale,

si dovrà sempre più fondare su realtà produttive fortemente legate al territorio, alternative al gusto

omologato dei vini internazionali.

“Si sta affermando una nuova cultura del vino – ha affermato, nel suo intervento, Salvatore Parlato,

commissario straordinario CREA – che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir

all’insegna della sostenibilità, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra le

quali il suolo è la più fragile. Il nostro obiettivo – ha concluso Parlato – come ricercatori e come

Istituzione a servizio dell’agricoltura deve essere quello di favorire la produzione di vini più naturali e in

un ambiente più tutelato”.

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Presentato oggi ad Expo l’Atlante Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi

dell’economia agraria) ha presentato oggi all’Expo, l’Atlante Geologico dei Vini d’Italia, edito da Giunti,

curato per la parte vino da Attilio Scienza (Università di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti

(CREA Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima hanno

contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali,

l’agronomo Luigi Mariani (Università di Milano).

L’evento - cui hanno partecipato anche Salvatore Parlato, commissario straordinario CREA, e Ida

Marandola, direttore generale CREA - si è tenuto nell’ambito de “i giovedì della ricerca“, il ciclo di

appuntamenti aperti a tutti, che il CREA organizza per sensibilizzare il grande pubblico della Kermesse

milanese sui temi della ricerca in agricoltura. La pubblicazione riconduce l’unicità dei nostri vini alle

particolari caratteristiche pedoclimatiche dei suoli italiani. Infatti, è proprio nella terra, tra le sue

lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano i segreti della nostra indiscussa e irripetibile

qualità enologica. Le eccellenze italiane sono infinite, partono dalle valle d’Aosta e dal Collio e,

seguendo le tracce geologiche, attraversano l’intera penisola terminando giù alle estreme propaggini e

alle isole minori. Tuttavia, il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonché la

passione tenace del viticoltore. L’Atlante nasce dall’urgente necessità di valorizzare le risorse naturali

della nostra viticoltura e rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per

contrastare la banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima,

uniforme e artificiale. Proprio per questo - secondo gli autori dell’Atlante - il modello italiano, per essere

competitivo sul mercato globale, si dovrà sempre più fondare su realtà produttive fortemente legate al

territorio, alternative al gusto omologato dei vini internazionali.

“Si sta affermando una nuova cultura del vino – ha affermato, nel suo intervento, Salvatore Parlato,

commissario straordinario CREA – che ci impone di preservare gli elementi fondamentali del terroir

all’insegna della sostenibilità, ovvero della salvaguardia delle risorse naturali non riproducibili, tra le

quali il suolo è la più fragile. Il nostro obiettivo – ha concluso Parlato - come ricercatori e come

Istituzione a servizio dell’agricoltura deve essere quello di favorire la produzione di vini più naturali e in

un ambiente più tutelato”.

di C. S.

pubblicato il 09 luglio 2015 in Tracce > Libri