Atelier Italiano

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Atelier Italiano - Il Rinascimento è di nuovo un progetto.

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Il Rinascimento è di nuovo un progetto. Atelieritaliano

Il cuore del nostro lavoro resta l’esclusività, la straordinaria personalizzazione di ogni nostro piccolo o grande intervento. In breve, ciò che offriamo è la capacità di fare nostri i vostri sogni e di realizzarli. E per chi pensa di non avere un sogno, un pizzico di presunzione, quel tanto che basta a suggerirglielo.

1. Wine & Design,Fuorisalone, Milano, 2008. 2. Ministero della Difesa, Astana, Kazakistan. 3. Abitare il Tempo,Verona, 2008.

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4. Mensa Di Marmo, S.Giovanni in Laterano, Roma 2004.5. Parete Luminosa, Abitare il Tempo,Verona, 2008.

6. Pavimentazione in Marmo di Orosei, Residenza Privata, Mosca, Russia, 2008. 7. Saint Dimitar, Veliko Turnovo, Bulgaria.

8. Yoko Okuyamain Atelieritaliano, Verona.9. Residenza Privata,Tel Aviv, Israele, 2005.10. Ritrattodi Palladio, SedeAtelieritaliano, Verona.

11. Pinuccio Sciolae Renzo Piano.12. Lo Stile Italianodi ABICI.13. Pavimentazionecon Marmi Italiani,Sede FAO, Roma, 2005.

14. Enrico Tonucciper Wine & Design.Fuorisalone, 2008, Milano.15. Flavio Lucchinicon le Sue Dolls, Verona. 16. Omar Engine Carlo Albertini,Atelieraperti 2008, Verona.

20. Gualtiero Marchesi con Roberto Bianconi, Fuorisalone 2008, Milano.21. Residenza Privata, La Jolla, California,Usa 2005.

29. Residenza Privata, Hawaii, 2004. 30. Simone Micheliper Wine&Design, Fuorisalone 2008, Milano.31. Nicola Giardinaper Acquaepietra.

32. Restauro Mosaici in Marmo, Basilica Di San Marco, Venezia, 2003.33. Angelo Micheli per Aquaepietra.34. Teatro, Bryansk, Russia.

27. Marmo DesignInnovazione, Abitare il Tempo 2005, Verona.28. Marsotto per Acquaepietra.

25. Stefano Chiocchini&Marsotto marmi in Acquaepietra.26. Un Caffè conGianni Vigone.

17. XiLab, Legno e Design, Milano.18. Vision, Cucina Componibile, Milano, 2007.19. Villa Tazio Nuvolari, Sede Istituto Bancario, Mantova, 2007.

22. Terrazzo&Design con Cleto Munari, Abitare il Tempo 2005, Verona.23. La Casa Di Giulietta, Progetto di Luca Scacchetti, Verona, 2008.24. Architecture Forum, Kiev, 2005.

potevamo andare oltre. Insieme, potevamo sviluppare quel potenziale creativo che restava implicito nei nostri prodotti. Era il 2002 ed Atelieritaliano era stato creato. Una società di servizi per l’architettura e il design, con qualcosa in più: la testarda vocazione all’eccellenza e all’unicità.La stessa vocazione che,

Perché alcune idee approdano con successo alla realizzazione mentre altre, che pur sembrerebbero altrettanto buone, non oltrepassanola soglia del possibile?Solo quando la cultura creativa collide felicemente con la razionalità più tenace, ecco, è allora che la magia accade. Così è stato quando le nostre diverse risorse e strategie si sono trovate a convergere in una nuova e originale visione d’impresa. Noi, ognuno per diverse vie impegnato nel concepire e realizzare materiali e prodotti per l’architettura,

a partire dal Rinascimento,nel suo fervore di botteghe d’arte e artigianato, aveva dato vita a un modello di gusto riconosciuto poi ovunque come il più riuscito incontro tra un ideale di bellezza e la concretezza del quotidiano. I progetti che abbiamo realizzato sono tutti in linea con quest’idea di stile e al contempo la trascendono. Non può esserci tradizione che vive se non attraverso il cambiamento, e anche la nostra innovazione è fatta di nuovi valori e diverse professionalità per altri, spesso imprevisti, scenari. Perché se l’eccellenzadi quanto realizzato resta l’eterno obiettivo, cambiae diventa invece più ampio e complesso l’oggettodegli sforzi.Dal manufatto al contract i piani di concezione e sviluppo si moltiplicanoe assumono ciascunoun peso considerevole.

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35. Philippe Daverio per Gusto, Design e Buongusto, Vinitaly 2006.36. Terrazzo&Design Progetto di Ugo La Pietra, Abitare il Tempo 2005, Verona.37. Decormarmiper Atelieritaliano.

41. Office Building, Pavelec Square, Mosca, Russia. 42. David Paltererper Pavimenti D’autore, Verona, 2005.

38. Gianni Vigoneper Atelieritaliano.39. Giuseppe Rivadossiper Atelieritaliano.40. Isolaverdeper Atelieritaliano.

43. X.Ombreluce,Nicola Giardina.per XiLab, Milano, 2006.44. Cancian Pavimenti per AtelieritalIano.45. Friulmosaicper Atelieritaliano.

46. Pinuccio Sciolaper Atelieritaliano.47. X.Ombreluce,Nicola Giardina per XiLab, Milano, 2006.48. Fountain Parus in Noviy Urengoj, Siberia.

49. XiLab, Laboratorio Legno e Design.50. Decormarmiper Atelieritaliano.51. Atelieritaliano,Sede di Verona.

Il valore delle lavorazioni artigianali non è solo nella qualità del manufatto.C’è grande umiltà nell’attribuire anche al minimo dettaglio un’importanza decisiva e c’è saggezza

nel trattare un materiale come fosse un intero mondo. C’è la sensibilità che trasforma la tecnica in una chiave per entrare

in questo mondo e trasformarlo.

C’è la sensibilità che trasformala tecnica in una chiave per entrarein questo mondo e trasformarlo.

La cultura del progetto è tra le nostre conquiste più importanti.I singoli saperi sono necessari ma non bastano.

Servono anche l’attitudine alla condivisione e una visione più che prospettica del proprio lavoro. Anche agli ingegneri è richiesta l’immaginazione, anche dai creativi vogliamo il rispetto dei tempi.

Anche agli ingegneri è richiesta l’immaginazione, anche dai creativi vogliamo il rispetto dei tempi.

Artigianalità è anche un modo di pensare. L’unicità delle realizzazioni è il risultato di un percorso complesso e di una relazionediretta, privilegiata, con l’interlocutore. È la capacità di ascoltare, interpretare i desideri e di creare per essi una forma coerente.

Giuseppe Rivadossi per Atelieritaliano

Stile di vita contemporaneo

Tradizione.Può essere una sicurezza o una sfida, un rifugio o un peso, un ideale o un monito, un libro di storia o un’agenda. Può essere tutte queste cose insieme. Per noi è sempre una scoperta.

Come sarà il futuro? Come vogliamo sarà. Il rischio di pensarlo ora è necessario e vitale, per questo stiamo elaborando le nostre risposte. Una tra tutte: flessibilità - modularità - sostenibilità - libertà. Con stile, naturalmente.

Conoscere le tendenze senza subirle. Ispirarsi alla moda ma scegliere sempre secondo il criterio della qualità che dura nel tempo.Innamorarsi del dettaglio solo se l’insieme è altrettanto interessante. Rendere omaggio ai grandi nomi ma solo per la genialità dei loro progetti. Lusso, ma a propria misura.

Gianni Vigone per Atelieritaliano

“Atelieritaliano riprende e attualizza l’idea della bottega d’arte.Maestri e mestieri della nostra tradizione - legno, marmi e pietre, vetro - ma anche materiali innovativi,si uniscono in Atelieritaliano con l’obiettivo di offrire prodotti e servizi di eccellenza.Quello che nella tradizione della bottega artigianale corporativa era un saper fare tenuto gelosamente segreto qui, invece,si apre alla sperimentazione e alla contaminazione che derivano dal lavorare insieme ad uno stesso progetto. Il risultato è uno sviluppo straordinario della qualità e dell’ampiezza di ciò che offriamo,un servizio complesso e totale che sta diventando sempre più la nuova frontiera del lusso: il contract su misura.Un contract, dunque, per committenti ambiziosi, che esigono il valore dello stile italiano, non solo nei materiali ma anche nel progetto.Ancora oltre, che si riconoscono nella cultura italiana del vivere con gusto.”

Roberto Bianconi

“Contract, è una parola chiave per tutti i nostri i servizi. È una parola un po’ brutale,ma il concetto rende bene l’idea del riunire, del tenere insieme posizioni diverse con la finalitàdi realizzare un progetto secondo i modi e i tempi previsti.Professionalità di matrici culturali divergenti, pensiamo all’ingegnere e all’interior designer,ad esempio, o ai tanti materiali che devono procedere sul cantiere, ognuno con una sua logicadi produzione, distribuzione e posa in opera. Pensiamo alle problematiche delle maestranze,al loro coordinamento o alla necessità di controllare ogni fase dell’esecuzione.È come un’orchestra da dirigere in tanti tempi, più o meno lunghi a seconda del servizio.Questo succede per ogni nostro intervento, dal più limitato, come può essere un singolo servizio d’interior design, al general contract vero e proprio, quando prendiamo in carico la realizzazionedi un intero progetto a partire dall’idea.”

Giampaolo Albertini

“Contract, è una parola chiaveper tutti i nostri i servizi.

“Oggi si parla molto di qualità. Pochi però si chiedono qual è in definitivail significato che le si attribuisce.

“Oggi si parla molto di qualità. Pochi però si chiedono qual è in definitiva il significato che le si attribuisce. Per noi “qualità” è il risultato di un lungo processo costituito da vari stadi, strettamente

connessi tra loro ma individualmente conclusi e controllati. È un percorso che comincia ancor prima della selezione dei materiali; ogni scelta, anche quella apparentemente insignificante, si riconduce alla stessa linea di principio. A partire dal contatto con il cliente, è importante avere la capacità di

conciliare le sue esigenze con le nostre conoscenze, interpretare i suoi pensieri, seguire la naturale evoluzione del progetto fino alla sua completa realizzazione.”

Anna Scancella

Quando ho accettato questo incarico non immaginavo che potesse essere così interessante

anche per il lavoro che svolgo in azienda.

“Nonostante la specializzazione in marketing aziendale, in Atelieritaliano mi occupo insieme a Paola della progettazione e del coordinamento degli eventi culturali. Quando ho accettato questo incarico non immaginavo che potesse essere così interessante anche per il lavoro che svolgo in azienda.Ci ha permesso di entrare in contatto con diversi architetti, scrittori e artisti: è un continuo confrontodi idee e un concentrato di energia utile anche al lavoro di ogni giorno. Penso che il nostro successo più grande sia stato l’organizzazione di Atelieraperti, un’idea di Roberto e un’autentica novità per Verona. Nessuno aveva mai pensato di proporre un evento che coinvolgesse tutto il centro della città in occasione di “Abitare il tempo”, la fiera di settembre per l’arredo e il design. Non è stato facile, soprattutto il primo anno.Quest’anno siamo riusciti a coinvolgere molti più negozi, gallerie d’arte, anche la Biblioteca Civica,tutti aperti fino a tarda sera con mostre ed eventi coordinati sul tema del design.”

Luca Buonfigli Scancella

“Ho dedicato la mia vita all’ingegneria e all’architettura. Avendo avuto la fortuna di partecipare alla fase eroica dell’industrialesimo – strade, ponti, infrastrutture, industrie, edilizia civile- ancora oggi riescoa pensare che “tutto” è possibile. La crisi?Credo sia necessaria, è un cambiamento naturale, un passaggio obbligato che si può vivere sostanzialmente in due modi. La si può subire o vi si può partecipare. Se ci si chiude nelle proprie posizioni, nei propri settori, nelle proprie specializzazioni e mentalità, si va incontro alla fine. Solo se si accetta il cambiamento lo si può cavalcare. È il postmoderno che ci chiede flessibilità e rapidità nell’elaborare nuove risposte,ed è con la curiosità che possiamo trasformare l’incertezza in una nuova opportunità. Atelieritaliano è una risposta: anziché chiudersi ognuno nella sicurezza del proprio mestiere, si trasferiscono questi saperi ad altri settori e a livelli di nuova complessità. La bravura specialistica è un fondamento, ma se resta tale e quale è destinata a scivolare nell’anacronismo.

La bravura specialistica è un fondamento,ma se resta tale e quale

è destinata a scivolare nell’anacronismo. “

Renzo Savoia

“Penso che la sfida più difficile per il design dei prossimi anni sarà l’equilibrio tra l’identità dell’azienda e la crescente richiesta di individualità da parte dei consumatori. Ci sono, comunque, dei segnali che ci aiutano a orientare la ricerca. C’è il desiderio sempre più diffuso di una vita di qualità calibrata sulla realtà contemporanea. Una vita meno urlata, meno esibizionista, da cui possono emergere modi più aggiornati di produrre valore. Per noi di Atelieritaliano significa procedere in una direzione di ricerca che unisce due prospettive: lusso e sostenibilità. La grande sfida è lo scioglimento di quest’ossimoro in nuovi valori, a parti-re dalla progettazione, ma non solo. Si tratta anche di proporre un nuovo approccio alle modalità di fruizione e consumo, di reinventare e interpretare il concetto di lusso, anticipando nuove tendenze e sensibilità.Senza dimenticare che lusso, da sempre, è quantomeno sinonimo di eccezionalità.”

Stefano Savoia

“Penso che la sfida più difficile per il designdei prossimi anni sarà l’equilibrio...

...una mentalità flessibile, dinamica,disposta a mettersi in discussione e a rischiare:

credo sia il patrimonio dell’artigianato più autentico.

“Entrare a far parte di questo mondo è stata una sfida che ho affrontato con entusiasmo. Insieme a queste grandi aziende italiane che fanno parte del progetto abbiamo raggiunto un’energia tale da permetterci di collaborare allo sviluppo di qualcosa di unico, all’avanguardia, in risposta alle esigenze più particolari.Atelieritaliano ci ha portato una crescita di consapevolezza e un rinnovamento culturale decisivo dato dal confronto con innovativi centri di ricerca. C’è un continuo mettersi in gioco per un approfondimento maggiore non solo sul legno – il nostro lavoro aziendale – ma anche su altri materiali. Quello che noi come azienda abbiamo portato in Atelieritaliano è una mentalità flessibile, dinamica, disposta a mettersi in discussione e a rischiare: credo sia il patrimonio dell’artigianato più autentico. Così si scoprono nuove possibilità di lavorazione e si aprono nuovi territori di aspirazioneper una progettazione sartoriale ad hoc.”

Gabriele Godi

“Nel valutare un progetto di interior design faccio affidamento alla mia conoscenza del cliente.Se il designer ha fatto un buon lavoro, sarà riuscito innanzitutto a esprimere i diversi aspetti del

carattere del committente, in secondo luogo, ne avrà anche fornito una sintesi armonica.È un sapere, umano e psicologico, che si trasforma in oggetti, spazi, decorazioni e stile.

La difficoltà di sempre è riuscire a dare una forma a tutti i diversi aspetti del carattere di chi ci affida un progetto, le nuove sfide riguardano invece la concentrazione di diversi ruoli in un unico

luogo. Ma non certo per una questione di misure. Prendiamo ad esempio le cucine,di cui abbiamo come azienda un’esperienza storica. In passato la cucina era fatta per cucinare e per mangiare insieme. Oggi la cucina è fatta per sentirsi chef, sommelier, custodi del gusto,

navigatori del web, guardiani della casa. È proprio questa molteplicità e flessibilità di ruoli che va oggi pensata e realizzata per ogni spazio vissuto.”

Ottorino Magnabosco

È proprio questa molteplicitàe flessibilità di ruoli che va oggi pensatae realizzata per ogni spazio vissuto.”

Penso che i migliori creativi siano quelliche riescono a far convivere dubbio ed entusiasmo.

“Lavorare in gruppo mi piace, è la mia dimensione. Penso derivi dalla mia formazione: creatività e sport.

Il secondo mi ha insegnato il valore della disciplina e il piacere della sana competizione.Con il lavoro creativo, per diversi anni nelle grandi agenzie di pubblicità e per altrettanti con una mia agenzia, ho imparato invece il cosiddetto pensiero laterale. Che poi non è altro che la capacità di non

innamorarsi di una soluzione, per quanto buona possa sembrare.Penso che i migliori creativi siano quelli che riescono a far convivere dubbio ed entusiasmo.

Lo sperimento di continuo anche ora, nel mio ruolo dirigenziale e in ogni incontro cruciale di lavoro.Quando tutto sembra deciso sollevo una questione su un dato elemento, qualcosa che mi appare come

non ancora esplorato in tutte le sue possibilità. Il dubbio arriva ed è contagioso, e a questo puntole conseguenze possono essere due. Si rivede tutto, o ci si convince con argomenti ancora più solidi

che è proprio quella la strada giusta. Almeno per il momento. “

Marina Lodi

Non c’è niente di noioso nei numeri, anzi!Del resto, anche la creatività abbandonata alla libertà più pura

non si può accendere. ”

“Ho diverse passioni ma quelle che danno sostanza al mio lavoro di responsabile commerciale sono due: le persone e i numeri. Se prendiamo il problema delle relazioni commerciali, il teatroe la letteratura aiutano a comprendere le sfumature dell’animo umano e dunque a stabilire quell’empatia che è alla base del contatto. Un oggetto particolare in bella vista o volutamente defilato, un libro, il verso di una poesia, tutto, se lo sai interpretare, può dire molto su chi hai davanti.Il punto è l’interesse per la persona, per i suoi gusti e le sue emozioni. Mi piace pensare alla vendita come a un canovaccio teatrale: i protagonisti improvvisano e si crea un percorso sempre nuovoper arrivare al finale, ogni volta a sorpresa. Poi per fortuna ci sono anche i numeri. Adoperare le cifre serve a migliorare la comprensione delle cose e soprattutto costringe gli altri,che hanno interpretazioni diverse, a fornire dati e misure su cui confrontarsi. Non c’è niente di noioso nei numeri, anzi! Del resto, anche la creatività abbandonata alla libertà più puranon si può accendere. ”

Alessandro Franchini

La tecnologia è uno strumento, potentissimo,ma se mancano le idee…”

“Ho cominciato a lavorare a 18 anni come interprete e ancora oggi mi sento un interprete.Il colore e la materia hanno sostituito le lingue straniere e per fortuna qui c’è molta, molta più libertà d’invenzione. Ma il succo è lo stesso. Trasformare, tradurre sostanze in altre forme.Studiamo nuove possibilità dei materiali naturali, ricomposizioni di uno stesso materiale o anche combinazioni di materiali diversi. Ci guida il colore, come scienza e come arte.Ci sono infinite possibilità di combinazione tra colore e materia per arrivare a realizzare qualcosadi unico ed esclusivo. La soddisfazione più grande?Riuscire a creare un prodotto che va addirittura oltre le aspettative del cliente.È una moderna alchimia, un perfetto accordo di natura e artificio. Certamente, tecnologia e innovazione sono alla base del nostro lavoro, anche se qui occorre distinguere.La tecnologia è uno strumento, potentissimo, ma se mancano le idee…”

Roberto Dalla Valle

Le nuove frontiere della progettazione saranno sempre più l’autonomia energetica

e il minor impatto ambientale

“Il ruolo di noi giovani in Atelieritaliano? Quello di pensare alla sostenibilità dei progetti, al loro valore di ricerca anche per l’ambiente. È una prospettiva che considero entusiasmante, oltre che fondamentale per la crescita culturale della nostra offerta. Le nuove frontiere della progettazione saranno semprepiù l’autonomia energetica e il minor impatto ambientale, a noi spetta il compito di armonizzare,di integrare ai più alti livelli queste nuove esigenze con la qualità riconosciuta del made in Italy.Contemporaneamente, abbiamo la fortuna di poter lavorare anche alla diffusione di queste nuove prospettive. Ci occupiamo infatti dei progetti culturali che coinvolgono il territorio.Qui a Verona, nella nostra sede, da quasi due anni organizziamo eventi, presentazioni di libri, conferenze e mostre di architettura, design e arte.Ora, speriamo di portare avanti questa politica culturale anche per la nostra nuova sede di Milano.”

Paola Dalla Valle

“Scegliamo i materiali sulla base di tre requisiti: provenienza, storicità, anima.Per questo prediligiamo i materiali naturali o di origine naturale, come il legno, la pietra, i metalli

e il vetro, nei quali, oltre al loro valore concreto c’è anche un profondo valore culturale e simbolico. Solo i materiali naturali portano con sé necessariamente il confronto con la storia, sia delle tecniche

artigianali che del territorio da cui provengono.È un confronto sicuramente impegnativo, ma di certo in cambio c’è il loro custodire un’anima

e una vita che poi si riflettono interamente nel progetto.Per quanto riguarda i materiali artificiali e i prodotti innovativi, la selezione a monte è più complessa.

Bisogna saper distinguere innanzitutto quelli che si conoscono solo perché vanno di moda,da quelli che invece possiedono comunque un’anima.

Ed è piuttosto difficile, perché l’anima è ciò che nasce nelle cose quando durano nel tempo.”

Daniele Zanini

“Scegliamo i materiali sulla base di tre requisiti: provenienza, storicità, anima.

Abbiamo scelto di dedicare alla ricerca molte risorse, intelligenze, tempo, energie.In cambio riceviamo molto di più: innovazione dei materiali e delle tecniche di applicazione, rinnovamento culturale, scambio e collaborazione con numerosi altri centri di ricerca.Il nostro laboratorio è attivo su due fronti, materiale e culturale. La sperimentazione di nuove tecnichedi integrazione tra materiali diversi procede infatti di pari passo a progetti finalizzati all’innovazionedel gusto e del design.Il lavoro di ricerca su marmo e pietre, su legno, metalli e nuovi materiali, ha rinnovato tecniche antiche, tra cui il terrazzo alla veneziana e l’intaglio ligneo. Nell’ambito del gusto, Wine & Design,un progetto che coinvolge professionalità diverse, architetti, designer, filosofi e intellettuali,per una nuova concezione degli oggetti e dei contesti dedicati al vino e alla tavola.Grandi successi, questi, che si affiancano a numerose piccole conquiste.Ma il risultato più grande che otteniamo ogni giorno dalla ricerca è la freschezza, la capacità di cogliere in un problema una nuova opportunità.

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direzione artisticaNOAH DESIGN CONTAINER

testiMARIAROSA FIORIO

traduzioniANASTASIA KAVKO

MARCUS PERRYMAN

fotografieCAUDIO TAJOLI

ARCHIVO ATELIERITALIANO

illustrazioneMASSIMO SOPRANO

fotolito e stampaSTUDIO83