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KINESIOLOGIA MEDICA OLISTICA INQUADRAMENTO STORICO- FILOSOFICO La nostra vita e la nostra professione stanno vivendo un momento storico molto importante: ci stiamo svegliando da un torpore culturale e scientifico che ha dominato gli ultimi quattrocento anni. Abbiamo inventariato l’Universo, ma siamo riusciti appena a penetrare in alcuni dei suoi segreti. La scienza contemporanea ha assunto una configurazione marcata di provvisorietà: ha trasformato i grandi dogmi della modernità in fossili del passato, offrendo verità inconfutabili, ma ha assunto sempre più connotazione di temporaneità, alea, variabilità nel tempo…. Viviamo nel fallimento della tradizione razionalista e per quanto ci sforziamo, non riusciamo a vedere quel mondo felice immaginato dai pensatori del secolo XVIII, la cui utopia consisteva nel vedere l’essere umano non solo come appartenente al mondo, ma come suo dominatore, in quanto libero da ignoranza, oscurantismo e superstizione. Viviamo nel conflitto fra rigore cartesiano della medicina occidentale ed esoterismo einsteniano della medicina orientale. Un conflitto che ha radici molto profonde ma che in realtà rappresenta due aspetti di una stessa tematica, la relazione fra materia ed energia. Il pensiero cartesiano è fondato sul criterio dell’ "idea chiara e distinta" e sul normale procedimento deduttivo, una connessione ininterrotta di ragioni o motivazioni. Tutto è materia, il mondo materiale è retto da pure leggi meccaniche, che si svolgono parallelamente a quelle del pensiero, ma che sono completamente indipendenti da esso. Il corpo umano è, in questo senso, una macchina. L’esistenza di forme di energia all’interno di esso sembra essere ammessa dai primi studiosi del corpo umano della medicina occidentale, nel momento in cui descrivono i processi chimici (ciclo dell’ATP, es.) con i quali i visceri assimilano energia o la dissipano o consentono la sua circolazione attraverso canali di distribuzione deputati a collegare gli organi stessi tra loro, con i vari tessuti dell’organismo, con l’esterno e con le estremità.

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KINESIOLOGIA MEDICA OLISTICA INQUADRAMENTO STORICO-FILOSOFICO

La nostra vita e la nostra professione stanno vivendo un momento storico molto importante: ci stiamo svegliando da un torpore culturale e scientifico che ha dominato gli ultimi quattrocento anni. Abbiamo inventariato l’Universo, ma siamo riusciti appena a penetrare in alcuni dei suoi segreti. La scienza contemporanea ha assunto una configurazione marcata di provvisorietà: ha trasformato i grandi dogmi della modernità in fossili del passato, offrendo verità inconfutabili, ma ha assunto sempre più connotazione di temporaneità, alea, variabilità nel tempo….

Viviamo nel fallimento della tradizione razionalista e per quanto ci sforziamo, non riusciamo a vedere quel mondo felice immaginato dai pensatori del secolo XVIII, la cui utopia consisteva nel vedere l’essere umano non solo come appartenente al mondo, ma come suo dominatore, in quanto libero da ignoranza, oscurantismo e superstizione.

Viviamo nel conflitto fra rigore cartesiano della medicina occidentale ed esoterismo einsteniano della medicina orientale. Un conflitto che ha radici molto profonde ma che in realtà rappresenta due aspetti di una stessa tematica, la relazione fra materia ed energia.

Il pensiero cartesiano è fondato sul criterio dell’ "idea chiara e distinta" e sul normale procedimento deduttivo, una connessione ininterrotta di ragioni o motivazioni. Tutto è materia, il mondo materiale è retto da pure leggi meccaniche, che si svolgono parallelamente a quelle del pensiero, ma che sono completamente indipendenti da esso. Il corpo umano è, in questo senso, una macchina. L’esistenza di forme di energia all’interno di esso sembra essere ammessa dai primi studiosi del corpo umano della medicina occidentale, nel momento in cui descrivono i processi chimici (ciclo dell’ATP, es.) con i quali i visceri assimilano energia o la dissipano o consentono la sua circolazione attraverso canali di distribuzione deputati a collegare gli organi stessi tra loro, con i vari tessuti dell’organismo, con l’esterno e con le estremità. Sulla scorta di ciò si sono modellate le metodiche di ricerca, diagnosi e terapia, tutt’ora osservate, che seguono criteri di sempre maggiore settorializzazione e specializzazione, sul particolare della malattia, sul tessuto, sul viscere o sull’organo colpiti e che si basano sulla di quantificazione di quest’energia o dei suoi effetti: temperatura, ECG, EEG, TAC, RMN….

Secondo Einstein, invece e la sua teoria della relatività (e della meccanica quantistica), degli inizi del secolo scorso, ogni fenomeno del reale è frutto del dinamismo tra materia ed energia, che ininterrottamente si trasformano l’una nell’altra; il reale non è come lo vediamo o come ci sembra, attraverso i sensi lo percepiamo come un’entità statica, ma tutto è in continuo movimento: a noi sembra di stare su un pianeta immobile, ma invece la terra gira su se stessa ed intorno al sole il quale, a sua volta, si muove nella nostra galassia.I nostri sensi ci indicano che il nostro organismo è in uno stato di quiete solo perché non avvertiamo i movimenti e le reazioni energetiche che avvengono all’interno, ma il sangue circola incessantemente, gli impulsi nervosi vengono continuamente trasmessi, i legami chimici vengono creati e distrutti e migliaia di altri fenomeni si realizzano ininterrottamente, a livello atomico e delle particelle subatomiche, senza che ce ne accorgiamo.

Tutto questo ci dice che ogni processo del nostro organismo è governato da flussi di energia che costantemente si trasforma e che perciò non è accettabile sia misurabile come se fosse un’entità statica.Con atteggiamento distaccato dobbiamo prendere atto che l’avanzata impetuosa del progresso ci porta verso la relazione, la partecipazione, la creatività, ma anche verso il paradosso, il dubbio il caos. Le tecniche di indagine attuali hanno raggiunto la quasi perfezione, ma progressivamente hanno fatto perdere di vista l’analisi dell’uomo nella sua globalità. Come comportarsi, alla luce dei traguardi raggiunti, di fronte a quelle alterazioni energetiche non misurabili o misurabili parzialmente? E’ per questo che vediamo spesso definire idiopatico ciò che non trova un substrato scientificamente dimostrabile?

Molti scienziati considerano che è giunto il momento di fare una sintesi integrativa, creare dei ponti fra le varie discipline, arrivare a comporre un’immagine più armonica della ricerca, che riconosca e analizzi secondo criteri di dinamica energetica tutta la fenomenologia fisiopatologica, una nuova scienza che si ponga in un atteggiamento olistico.

Soltanto il recente approccio alla psico-neuro-immuno-endocrinologia ha conferito considerazione ad una visione olistica.

Nella nostra intrepretazione l’energia è alla base di tutte le teorie.

La chiamiamo vitale in quanto compare al momento del concepimento e scompare dopo la morte ed il suo equilibrio corrisponde allo stato di salute, il disequilibrio allo stato di malattia.

L’energia vitale si manifesta sotto diverse forme: calore, movimento, potenziali bioelettrici, campi elettromagnetici. Grazie a questi differenti aspetti fisici può essere studiata e misurata con svariate apparecchiature, sempre più precise e sofisticate, allo scopo di capire i meccanismi fisiologici e patologici che regolano la nostra esistenza.

L’essere umano è formato da parti differenti (cellule, tessuti, organi, ecc.) tutte correlate energeticamente oltre che funzionalmente. Le componenti anatomiche producono energia, le sostanze biochimiche producono energia, la mente influenza il corpo e l’attività metabolica, per cui può modificare l’energia che si manifesta ai nostri strumenti diagnostici.

Attenzione, quindi alla rincorsa del particolare, può portare a perdere la comprensione di tutto l’insieme, soprattutto se pensiamo che l’insieme è costituito non soltanto da componenti anatomiche, ma anche da sostanze che mangiamo, inaliamo o con cui veniamo a contatto, il tutto condizionato da una intensa attività psicoemozionale conscia ed inconscia.

Il conflitto fra materia ed energia non esiste, al contrario è inscindibile il connubio fra approccio materialistico ed approccio energetico, perché rappresenta l’unico modo per migliorare la diagnostica medica di base e di conseguenza la prevenzione e la terapia.Noi non vogliamo misurare l’energia nei suoi effetti termici, chimici e meccanici, in questo accostandoci molto agli antichi principi della medicina orientale.

Sin dal 1981, epoca in cui G. Esposito iniziò il suo cammino in questa avventura, maturò la convinzione che l’attenzione del terapeuta non va rivolta unicamente al rimedio contro il sintomo, ma ad una valutazione globale, in senso olistico, soprattutto alla persona che li presenta. Fu l’inizio di un non facile cammino, che comportò, per lui e per tutti noi che lo abbiamo seguito, l’ assunzione di responsabilità tanto particolari da reimpostare il rapporto con i pazienti, i colleghi e i nostri punti fermi.

Olistica

Un detto di origine cinese recita: “Ognuno di noi tende a sapere sempre di più su sempre di meno, fino a che sapremo tutto di niente”. Un altro detto: “Se vuoi risolvere un problema guardalo da lontano”.

Queste massime sembrano fotografare l’approccio medico attuale, volendo adattarle alla nostra realtà potremmo dire che spesso per cercare la pagliuzza non ci accorgiamo della trave. A tale approccio che fornisce risposte settoriali e parziali si contrappone un concetto di medicina più ampia, “olistica”. Holos in greco significa tutto e in medicina significa valutazione globale dell’individuo, inteso come singolo.

Il credo dell’olistica si snoda attraverso alcuni principi:- Curarsi più della persona nella sua globalità che di un particolare sintomo.- Apertura all’integrazione fra le discipline specialistiche.

Considerare quindi il paziente non come un organo malato, ma come una persona con una storia alimentare, familiare, psicologica, ecc.

Kinesiologia

Secondo il CHURCILL'S MEDICAL DICTIONARY, 94 è definita lo “studio della dinamica muscolare del corpo e delle sue parti, riferito specialmente alla terapia”.Nella sua concezione più tradizionale è quella branca della medicina che studia il movimento.

Kinesiologia applicata

Metodica che utilizza il test muscolare per valutare le funzioni corporee, attraverso la dinamica del sistema muscolo – scheletrico. Una tecnica diagnostica basata sulla semeiotica clinica, che studia i “segni” clinici, cioè analizza il corpo del pz. utilizzando unicamente i tre sensi, la vista (osservazione), l’udito (auscultazione), il tatto (palpazione).

Un metodo tutt’altro che tradizionale nato da una base scientifica tradizionale, per esplorare aspetti e possibilità nuovi, fenomeni non del tutto spiegabili e documentabili, ma assolutamente ripetibili.

E’ una indagine per interrogare il corpo, senza l’ausilio di alcuno strumento.Il kinesiologo cerca di capire quali sono le dispersioni energetiche primarie del paziente in esame, usa le sue sole mani e più è in equilibrio psico – funzionale, più è autonomo.

Chiropratica

È una terapia manuale sulla colonna vertebrale o sulle articolazioni, per correggere posizioni alterate e/o disfunzioni, articolari o no, blocchi cranio – sacrali e problemi correlati a livello biomeccanico.

La nascita della moderna chiropratica si può ascrivere ai primi anni del secolo scorso, quando l’americano Daniel David Palmer elaborò la teoria della sublussazione vertebrale.Documentò nel 1910 il caso di un paziente di colore affetto da sordità: cercando di capire le cause del problema, apprese che era insorto e si era acuito con una distorsione cervicale sul posto di lavoro. Trattando una vertebra di quel tratto, il dott. Palmer fece guarire il suo paziente. Il motivo che addusse fu la stretta connessione nervosa fra l’orecchio e la vertebra, per cui ripristinando alcuni rapporti anatomici e biomeccanici ottenne il risultato sperato. Era l’inizio di una scienza nuova, in quanto conoscenza di un fatto specifico e di una specifica guarigione, anche se i suoi principi erano antichi come le vertebre.

Kinesiologia applicata e chiropratica

La chiropratica scopre la kinesiologia applicata nel 1964, quando George Goodhearth, un chiropratico, nel trattare un suo paziente affetto da dolore ad una spalla, invece di andare a controllare il muscolo direttamente interessato (dolente) trattò il suo antagonista. Egli seguì il principio secondo cui quest’ultimo era ipovalido, quindi costringeva il suo opposto, quello dolente, ad un superlavoro, con conseguente stress; ripristinando il primo ebbe la remissione del sintomo.

A partire da queste osservazioni elaborò i principi della kinesiologia applicata così come oggi la conosciamo.Oggi per i chiropratici la kinesiologia applicata rappresenta uno strumento molto sofisticato di indagine, sicuramente superiore alla biomeccanica e alla kinesiologia tradizionale.

Da un approccio olistico, in un’ottica kinesiologica applicata, nasce la Kinesiologia Medica Olistica.

La Kinesiologia Medica Olistica nasce come tecnica diagnostica integrata e rappresenta l’evoluzione della Kinesiologia Applicata. E’ basata sull’approccio olistico del paz.

Il paradigma della KMO è il triangolo della salute, che inquadra la salute dell’individuo sotto tre aspetti, psico-emozionale, strutturale e biochimico. Il disegno è di un triangolo volutamente equilatero, per esprimere il concetto che i tre lati devono essere perfettamente bilanciati per significare benessere. Quando questo non si verifica è possibile condizionare una patologia: il cambiamento dello stato di uno di questi lati provoca cambiamento negli altri due.

Traumi fisici, intossicazioni, alterazioni della sfera emotiva o psichica, possono predisporre alla malattia o addirittura instaurarla.

Si evince quindi che la KMO è una disciplina vastissima, che sposa una filosofia di approccio globale, secondo i canoni della medicina moderna ma con un occhio agli archetipi, alle origini e ai fondamenti della medicina esoterica o orientale. Si occupa di ricercare tutte le possibili cause di dispersione energetica vitale, tramite tecniche di interrogazione corporea e mentale.

Valuta le primarieta’ delle noxae patogenetiche riscontrate e indirizza ad una terapia con qualsiasi metodica, purche’ mirata, efficace e ad personam, nel rispetto del principio “ primum non nocere”. (G. Esposito)

Le sue metodiche di ricerca, con la quale il paziente viene considerato da ogni punto di vista: strutturale, biochimico, psico-emozionale, energetico consentono di identificare degli engrammi disergici (engramma = programma neurologico), che possono essere corretti con rimedi specifici: omeopatici, farmacologici, correzioni fisiche, ecc.

I risultati conseguiti e che conseguiamo ogni giorno ci incoraggiano a proseguire su questa strada.La visita del paziente si articola in modo sequenziale e permette di stabilire la priorità dei problemi e la priorità dei rimedi.

Cefalea

Il caso del mal di testa è molto illuminante per capire come i farmaci da soli non possono essere utili a risolvere i problemi fisici: se la International Headhache Society ne ha classificati circa 120 tipi vuol dire che non è una malattia ma un sintomo, cioè qualcosa che il nostro corpo usa come messaggio per indicarci che c’è un problema da qualche parte, anche lontano dal capo.

Analogo discorso vale per la febbre o per la lombo-sciatalgia (es. dovuta a malocclusione).Lo stesso sintomo può essere causato da anomalie più diverse (es. cefalea: disfunzioni biomeccaniche, turbe digestive, stress psichico); lo stesso problema in persone diverse provoca sintomi diversi; eliminare i sintomi non significa eliminare la malattia, quanto far tacere preziosi informatori (serrare i denti può distruggere denti ed articolazioni a causa di uno stress oppure un forte senso di colpa e provocare un dolore fisico come autopunizione); la sintomatologia, anche eclatante non si manifesta mai a causa di un solo problema, lo fa dove trova terreno fertile. Possiamo quindi affermare che i disturbi si manifestano quando il nostro corpo è più debole e nelle sedi dove vi è minore resistenza.

Nasce la Sikmo

La Sikmo, Società Italiana di Kinesiologia Medica Olistica, nasce nel 1993 dall’esigenza di creare un progetto fatto di unicità di intenti, una ricerca senza limiti e senza preconcetti, aperta ad ogni idea che fosse ritenuta valida ed efficace.

Nasce dall’idea di una persona che individua in alcuni colleghi la sua stessa voglia di crescere professionalmente e spiritualmente, che come lui vogliono imparare ed insegnare la nuova filosofia diagnostico – terapeutica, credendo nell’ unicità dell’essere umano inteso sia come unità di corpo mente ed energia sia come diverso dagli altri.

Unicità dell’essere umano significa anche unicità di malattia: una filosofia d’approccio polivalente, ma una terapia peculiare per ciascun paziente.

E’ quindi una tecnica complementare in medicina e non una pratica alternativa o antagonista.

L’assunto fondamentale della Kinesiologia è che i muscoli sono il linguaggio del corpo, cioè sono il mezzo di comunicazione con cui esso ci parla.

Il corpo assume una postura in ortostasi determinata, all’osservazione in antero-posteriore e in laterale, dallo stato di equilibrio fra i muscoli dei due emisomi.Per poter far si che la posizione ortostatica sia quella che si osserva in figura è necessario che le masse muscolari non siano inibite da fattori di qualunque natura nell’esercitare la loro funzione.

Illustriamo un esempio: se tendiamo con le dita quattro elastici legati ad un bottone, due da una parte e due dall’altra, vediamo che il bottone assume nello spazio una posizione più o meno centrale rispetto alle nostre dita. Se tagliamo uno degli elastici il bottone si assesta in un’altra posizione, che risulta dal nuovo equilibrio che i tre elastici rimasti integri condizionano.

A - Situazione di equilibrio

B – Situazione di squilibrio

Sostituendo alla parola bottone il termine ossa e a elastici il termine muscoli, avremo che la posizione spaziale delle ossa è governata dal tono della muscolatura correlata con essi: le prime costituiscono l’impalcatura del nostro corpo, i secondi ne sono i tiranti.

Se tutti i muscoli sono in grado di esercitare regolarmente il loro tono, il corpo è capace di mantenere una posizione corretta, ma se solo uno di essi è inibito, provoca uno squilibrio nel sistema posturale corporeo.Tale squilibrio impedisce di stare perfettamente dritti per quanto ci si sforzi di farlo e in questa situazione diventa necessario trovare il problema, qual è l’elastico rotto che non consente al bottone di stare al centro. Quindi mettiamo in atto un meccanismo fisiologico di facilitazione inibizione ogni volta che dobbiamo spostare un elemento scheletrico rispetto agli altri: uno o più muscoli agonisti si contraggono e uno o più antagonisti si inibiscono.

Possiamo immaginare questa situazione livello del cingolo scapolare: il capo obbligato in posizione reclinata da un lato (per es. patologia del rachide cervicale, paralisi ostetrica, ecc); lo squilibrio dei trapezi (esempio) che ne consegue, per cause patologiche condiziona una spalla in posizione più bassa dell’altra, in quanto questi non riescono ad avere lo stesso tono muscolare (uno è inibito e l’altro contratto). Questo sbilanciamento si riflette sull’intero atteggiamento posturale, in quanto la deviazione del tratto di colonna vertebrale di competenza induce una controdeviazione di compenso in altro/i tratti, per la salvaguardia del baricentro.

Allo stesso modo si può verificare il problema a livello degli psoas, muscoli estremamente importanti per l’assetto generale del corpo in quanto stabilizzano le ultime cinque vertebre, le lombari, con i femori e di conseguenza la colonna con gli arti inferiori; se sono in equilibrio garantiscono il bilanciamento del bacino e di tutto il corpo, se uno di essi è in spasmo o inibito, come in figura, ne risulta una inclinazione del bacino con tratto lombare in atteggiamento scoliotico, un arto inferiore più “corto”, un piede che poggia meno ed intraruotato.

Questi dati devono attrarre l’attenzione del kinesiologo: il pz non riesce stare nella posizione ortostatica di equilibrio tonico muscolare o non riesce a camminare in maniera coordinata, linguaggio del corpo attraverso l’atteggiamento muscolare.

Quali sono i fattori che possono facilitare o inibire la funzione muscolare, sia in senso fisiologico che in senso patologico?Secondo la kinesiologia ne esistono cinque fondamentali (schema di Goodheart sul triangolo di Palmer):

1) problemi del sistema nervoso2) problemi di drenaggio linfatico3) problemi dell’apparato vascolare4) problemi di circolazione del liquido cerebro – spinale5) problemi di scorrimento dell’energia lungo i meridiani del corpo.

Postura

Kendall: Stato composto dall’ insieme delle posizioni delle articolazioni del corpo ad un momento dato.Zanichelli - Dizionario enciclopedico di scienze mediche e biologiche e di biotecnologia: La posizione fisica normale del corpo e delle sue parti nello spazio caratteristica di una specie animale; è il risultato del complesso dei riflessi posturali.

Il sistema posturale per Bricot è un sistema ad entrate multiple per lottare contro la gravità.

Pattern posturale

L’atteggiamento corporeo, la postura o pattern posturale ovvero il modo in cui il corpo si presenta, è il risultato di un’armonia fra contrazione e rilassamento di catene muscolari, fra muscoli agonisti di un movimento ed antagonisti.Una postura corretta è il risultato di un equilibrio psichico – fisico – biochimico, una postura scorretta è sempre provocata da un disequilibrio in una delle tre componenti suddette.

Dal punto di vista prettamente fisiologico il controllo posturale riflesso è il risultato di interazioni fra tre stazioni:

Computer centrale - Gangli della base- Nucleo rosso – Oliva- Nuclei tettali- Sostanza reticolare- Complesso vestibolare- Cervelletto- Corteccia motoria

Recettori- Org vista- Org equilibrio e udito- Org olfatto- App. stomatognatico- Pelle- Visceri - Fasce

Computer centrale

EffettoriRecettori

- Legamenti - Articolazioni- Fusi neuromuscolari, recettori diversi

Effettori - Muscoli - Visceri - Ghiandole

Sindrome disfunzionale posturale

Definire i termini di equilibrio muscolare secondo i parametri descritti significa parlare di omeostasi posturale kinesiologica per indicare la funzione di regolazione della postura, come di sindrome disfunzionale posturale, per tutto ciò che devia dalla sua normalità.

Per il kinesiologo questo deve essere un pz da considerare in senso olistico: ad es. se riferisce una cefalea questa non può essere la sua malattia, ma uno dei sintomi della sindrome disfunzionale, ed essere provocata da una malocclusione, da problemi della colonna cervicale, da un piede, ecc., ma anche da un problema biochimico, come un’intolleranza alimentare oppure un problema psichico. Stesso discorso si può fare per altri dolori del corpo o per disturbi endocrini come la dismenorrea o disturbi intestinali.

Ruolo fondamentale è quello della colonna vertebrale, dipendendo dal suo stato, equilibrato o meno, il dato definitivo sulla performance posturale.

La postura è in diretta integrazione con l’apparato vestibolare, l’apparato visivo e oculomotore, l’apparato stomatognatico, la funzione podalica.