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Scientific Papers Contributi Scientifici Associazione Tecnico Scientifica – S.I.T.La.B. Scenari e ruolo della Medicina di Laboratorio, tra visione e dimensione della professione del TSLB Saverio Stanziale (Padova), SITLaB news Pubblicato: 4 novembre 2019 Copyright: © SITLaB –

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Scientific Papers Contributi Scientifici

Associazione Tecnico Scientifica – S.I.T.La.B.

Scenari e ruolo della Medicina di Laboratorio, tra visione e dimensione della professione del TSLB

Saverio Stanziale (Padova), SITLaB news Pubblicato: 4 novembre 2019 Copyright: © SITLaB –

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1. Introduzione

Nel prossimo numero del Journal SITLaB News saranno contenuti i contributi derivanti dalla relazioni delle Sessioni del IX Convegno Nazionale della Federazione Nazionale Italiana Tecnici di Laboratorio Biomedico (Torino 24 – 25 ottobre 2019) dal titolo “Valore e dimensione della professionalità: i professionisti a confronto”. Il Convegno ha esaminato il contesto del Servizio Sanitario Nazionale, della Medicina di Laboratorio, i profondi cambiamenti organizzativi, il continuo progresso scientifico e diagnostico e il mutamento professionale, sociale e culturale da cui esso ne deriva. In questo quadro sono stati descritti: la gestione del laboratorio con particolare attenzione ai processi, il governo clinico nella definizione collaborativa di evidenze, linee guida, EBLM e PDTA, oltre alla formazione base e specialistica. L’insieme delle relazioni mostra la declinazione attuale e le caratteristiche dei professionisti che si riconoscono nella SITLaB: apertura all’innovazione, coscienza delle competenze professionali e innovative dell’equipe nei diversi settori in cui operano i TSLB, capacità comunicative e relazionali, propensione all’adattamento, consapevoli del proprio futuro in un’epoca dove “cambiamento e trasformazione” sono l’unica costante della nostra quotidianità personale e professionale. Per gestire meglio questo complesso grado di incertezza, serve che sviluppiamo una nuova forma mentis più aperta, flessibile, possibilista, creativa. Le aree investigate hanno spaziato dalla gestione dei farmaci antiblastici e galenica, all’assistente patologo, all’ arte della dissertazione anatomica, ai sistemi innovativi e tecnologici nei Laboratori Hub, alla qualità dei laboratori decentrati e all’applicazione del modello Lean nel Laboratorio. La presa di coscienza di una necessaria razionalizzazione dei laboratori rivendica il ruolo del professionista moderno nella costruzione di un’organizzazione più rispondente ai criteri di efficienza, economicità e produttività e contemporaneamente nella qualità dell’intero processo di produzione dei risultati. L’assetto istituzionale del nuovo sistema basato sui principi di Clinical Governance appare molto complesso e il collante è rappresentato dall’obiettivo del conseguimento di elevati livelli di qualità delle cure, in termini di efficacia clinica e di costo-efficacia. La Clinical Governance rappresenta il tentativo politico - nell’accezione più ampia e migliore del termine - di trovare soluzioni ottimali alle problematiche del sistema-assistenza. In questo senso bisogna riconoscere che non si tratta solo di intervenire sulle decisioni cliniche per orientarle verso una migliore appropriatezza, ma che si rende necessario il coinvolgimento di tutto il sistema sanitario. Esso dovrà essere orientato alla continua ricerca della qualità attraverso scelte di politica sanitaria che sappiano intervenire sugli assetti organizzativi dei servizi in modo da creare le condizioni di un’effettiva ed efficace multidisciplinarietà ed integrazione. Fra i fattori critici di successo della rete integrata di assistenza tra ospedale e territorio si evidenzia la rilevanza di impiego dei sistemi informativi esperti in grado di monitorare i percorsi diagnostici

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terapeutici e di migliorare l’appropriatezza attraverso un’attività di audit integrato basata su indicatori di processo ed esito. Certamente la realizzazione di questi obiettivi passa attraverso il Biomedical Scientist Outcome (BSC), che rappresenta un elemento strategico per tutti i sistemi di laboratorio al fine di valutare l’efficacia degli interventi e fornire informazioni per migliorare la qualità delle cure. Mediante l’utilizzo di indicatori, i BSOC (biomedical scientist outcome classification) riflettono i miglioramenti inerenti alle prestazioni laboratoristiche che si traducono in potenti strumenti decisionali per indirizzare scelte e modelli organizzativi, nonché orientare il cambiamento sotteso al ridisegno dei servizi ad oggi sempre più necessari. I BSOC sono l’espressione delle misure quali-quantitative delle informazioni diagnostiche al paziente ed esprimono le performances organizzative in termini di efficacia e di appropriatezza. Infine va ricordato che siamo nel pieno di una rivoluzione di sistema, portato dalla medicina di precisione ma anche dalle tecnologie digitali per cui diventa fondamentale il governo dei processi formativi. Per non ripetere gli errori del passato è quindi necessaria una immediata riflessione, tesa a definire la strategia da adottarsi per affrontare la transizione sulla base della quale impostare la programmazione delle azioni concrete. In sintesi, va razionalizzato il problema con una nuova programmazione dei percorsi di studio e delle evoluzioni di carriera. 2. I quattro orizzonti di SITLaB: Tecnologia, Organizzazione e Gestione, Governo Clinico, Formazione e Ricerca. 2.1 Information and communication technology - HTA La “filiera della salute” include i settori che producono, fanno ricerca, commercializzano e offrono servizi e beni di natura sanitaria. Per il suo carattere di trasversalità, dal pubblico al privato e perché interessa attività molte differenziate fra di loro, la filiera della salute presenta moltissime interazioni con altri servizi ad esempio l’Information and communication technology (ICT) applicata alla sanità, le attività di ricerca e la formazione in ambito universitario, i parchi scientifici e tecnologici, che si traducono in produzione, informazione, adattamento e direzione. Negli ultimi 40 anni, in Italia, l’aspettativa di vita è cresciuta, un fenomeno al quale l’innovazione farmaceutica, diagnostica e biomedica ha contributo in maniera decisiva e in grado di rispondere in modo sempre più mirato e sicuro alla crescente domanda di salute della popolazione. Grazie alla collaborazione dell’imprese dell’ICT, alle start up accademiche e ai campi di innovazione professionale e culturale che i progetti nascono e si sviluppano crescendo di valore e di dimensione.

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Grazie allo sviluppo di tecnologie informatiche all’avanguardia e all’analisi dei Big Data la medicina personalizzata in Italia ricopre un ruolo di leadership. Nella medicina moderna, diagnosi e terapia sono due aspetti strettamente integrati, e questo è ancora più vero nel caso della diagnostica biotecnologica, che rappresenta una branca importante della ricerca biomedica, finalizzata a nuovi metodi e strumenti di analisi basati sulla biologia molecolare, la genetica, le nanotecnologie, l’immunochimica e l’epigenetica. Lo sviluppo della diagnostica biotecnologica ha avuto una forte accelerazione. Le nuove tecniche di analisi permettono la diagnosi di malattie delle quali si ignorava addirittura l’esistenza, i progressi della diagnostica in vitro (es. medicina predittiva) e della telemedicina. In questo senso e nel quadro di mutamento delineato, si crea uno spazio “discrezionale” in cui il TSLB, seppur in un contesto di rischio e incertezza, intravede nuove opportunità, da definire e stabilizzare. Per questo motivo è necessario stabilizzare gli aspetti oggettivi, lo status, definire i legami organizzativi, le competenze e lo sviluppo ma soprattutto valutarne gli aspetti soggettivi della professione ovvero obiettivi, vision personale, motivazioni, orientamento al futuro, adattamento e coalizioni politico – professionali. Di fronte all’evoluzione dei sistemi sanitari, com’è noto è sempre più consistente l’ampliamento delle procedure diagnostiche e l’automazione dove il TSLB riveste un ruolo centrale e di coinvolgimento nelle analisi e nelle decisioni sull’acquisto di apparecchiature, nonché sull’introduzione di metodiche che comportano l’adozione di nuova strumentazione. Da quanto osservato deriva l’esigenza di un accurato processo di analisi delle tecnologie sanitarie che ha lo scopo di fornire informazioni utili a supportare decisioni, studiando le implicazioni etiche, di sviluppo, sociali e mediche della diffusione e dell’uso di tecnologie. All’interno di questo vasto ambito si collocano diverse tecniche così descritte: analisi di minimizzazione dei costi, analisi costo/beneficio, analisi costo/efficacia, analisi costo/utilità. La valutazione delle tecnologie induce ad assumere decisioni riguardo la razionalità organizzativa e gestionale dove il dirigente dell’area laboratoristica e per immagini può e deve contribuire in quanto l’effetto positivo di queste analisi è la ricaduta sui progetti organizzativi ed influenza l’Azienda a predisporre condizioni operative, di personale, finanziarie e di materiali necessarie al miglior utilizzo. Inoltre il dirigente delle professioni sanitarie delega attraverso l’enpowerment il TSLB che ha funzioni di collaborazione e verifica.

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2.2 Organizzazione e Gestione “Direzione Infermieristica e Tecnica” Un approccio sempre più integrato ai problemi di salute richiede che tutte le professioni sanitarie agiscano con un vero lavoro di equipe. Viene da se l’importanza sempre maggiore di istituire ruoli di dirigenza. L’organizzazione di una Direzione Infermieristica deve quindi prevedere al suo interno lo sviluppo di queste dinamiche di interazione. La l. 251/2000 disciplina le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica sopprime la denominazione di Ufficio Infermieristico, con competenze esclusive sul personale infermieristico e di supporto, sostituendolo con una struttura che ha la titolarità dell’indirizzo e della direzione, organizzazione e coordinamento del personale appartenente a tutte le professioni sanitarie. Per cui la scelta di usare la denominazione Direzione Infermieristica e Tecnica è pertinente se per servizio si intende “l’insieme degli appartenenti a più professioni che lavorano in una determinata organizzazione”. Tra gli elementi essenziali di una Direzione Infermieristica e Tecnica è la struttura organizzativa. La scelta della struttura dovrà quindi prevedere due unità di comando e basarsi sulla struttura aziendale, tenendo conto della missione, della visione e dei valori specifici. La scelta del disegno di struttura è sempre legata ai fattori chiave di successo che l’Azienda decide di presidiare in maniera prioritaria. Nelle aziende sanitarie questi fattori includono la qualità delle prestazioni, l’innovazione, orientamento all’utente, costi competitivi e tempi di risposta soddisfacenti. Poiché si tratta di fattori che richiedono professionisti altamente competenti, i quali aspirano di solito a un buon livello di autonomia, si può affermare che sarebbe difficilmente efficace un servizio che venisse organizzato secondo un modello rigidamente gerarchico e centralizzato. L’esigenza del decentramento è accentuata dall’attuale tendenza a forme di specializzazione nel vasto campo delle professioni sanitarie, stimolate da:

. Master di primo livello in ambito diagnostico e clinico;

. La legge n. 43/2006 art.6, che prevede la figura del professionista specialista in possesso del master di primo livello.

Per cui diventa fondamentale la presenza del Dirigente delle professioni sanitarie dell’area tecnica. 2.3 Governo Clinico

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Nel descrivere i percorsi e gli esiti organizzativi della rete Hub e Spoke, si è dimostrato come dati e casistica ottenuta con la centralizzazione dei Laboratori e gestita con metodi e sistemi informatici consenta di individuare le variabilità di pratica clinica non giustificate dalla popolazione esaminata, di costruire evidenze e scientifiche e gestionali di individuare modalità di intervento, di misurare l’evolversi delle pratiche e gli esiti sull’ efficacia clinica. Dimensioni e competenze si coniugano per produrre risultati migliori per i clinici e per i pazienti. Da qui nasce la realizzazione della Clinical Governance che richiede un approccio di sistema e va realizzata attraverso l’integrazione dei seguenti determinanti che, solo ai fini descrittivi vengono considerati separatamente, mentre essi sono tra loro interconnessi e complementari e richiedono un approccio integrato: � Formazione continua � Gestione del rischio clinico � Audit clinici � Medicina basata sull’evidenza: EBM � Linee guida cliniche e percorsi assistenziali � Gestione dei reclami � Comunicazione e gestione della documentazione � Ricerca e sviluppo � Esiti � Collaborazione multidisciplinare � Coinvolgimento dei pazienti � Valutazione del personale Figura. 1 – Governo Clinico

2.4 Formazione e Ricerca

Formazione continua Ricerca Sviluppo

Gestione del rischio clinico

Audit

EBM L.G. Esiti

Gestione dei Reclami

Collaborazione multidisciplinare Coinvolgimento

dei pazienti Valutazione del

personale

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La c r eaz ione d i una Società Scientifica è un momento essenziale nell’affermazione di una d i s c ip l i na o d i una s p e c i a l i t à . I componen t i d i una società scientifica dovrebbero essere accomunati da stesse aspirazioni, dagli stessi valori e cultura e costituire una comunità caratterizzata da consapevolezza, rispetto, obiettivi condivisi di valore stabilendo trai componenti dell’associazione come raggiungerli. Le discipline scientifiche sono un g ruppo d i r i f e r imen to f o r t emen te no rma t ivo , i cu i valori e standard servono da guida per i singoli professionisti n e l l ’ o rgan i zza r e e condu r r e i l p rop r io l avo ro e , pe r g l i a l t r i p ro f e s s ion i s t i che non s o n o pa r t e de l g ruppo , comprende rne e va lu t a r e l e l o ro attività. La Società Scientifica, quale istituzione visibile, au to r evo l e , ag i s ce come tu to r e de i va lo r i de l l a p ro f e s s ione , de l l e s u e t r ad i z ion i d i s t i n t i ve e cu l t o r e di conoscenza e abilità che la connota. Essa funziona come una essenziale sorgente di energia per il singolo socio, mantenendo la consapevolezza di appartenere ad una società dove sono messe in luce le inevitabili e continue trasformazioni e mutamenti che caratterizzano la tradizione. La sintesi dei valori professionali e delle norme di comportamento prodotta dai membri della Società Scientifica e trasmessa ai singoli componenti è un mezzo e f f i c ace pe r d i f f onde re e cond iv ide r e i l p ens i e ro comune. I no l t r e , l a comun i t à s c i e n t i f i c a , garantisce che il socio si comporti, almeno sotto il profilo scientifico e professionale, secondo le regole. Le Società Scientifiche sono, dunque, i custodi, del patrimonio scientifico dei propri soci e controllano le relazioni tra i vari membri e gli “altri”. In sintesi una Società Scientifica viene fondata per governare gli interessi professionali come scambio di informazioni e ricerche, conoscenze e competenze utili sul piano professionale e scientifico La storia delle associazioni professionali riflette una tensione costante tra l’interesse individuale e disciplinare e le idee etiche, conflitto che non ha mai avuto definitiva composizione. La maggior parte delle Società Scientifiche e è nata per favorire lo scambio informativo e formativo (convegni, simposi, congressi, gruppi di lavoro e di studio) attraverso la comunicazione e la pubblicazione di i giornali scientifici e, oggi, attraverso la rete e internet. La partecipazione a convegni organizzati da SITLaB (Società Italiana Tecnici di Laboratorio Biomedico) saranno sempre più aderenti agli obiettivi, sede ideale di interscambio e del riconoscimento e sviluppo professionale. Da questo punto di vista, i rapporti informali e il confronto sulla best practice professionale sono almeno altrettanto importanti della trasmissione formale dei risultati scientifici nelle sessioni congressuali, delle “evidenze” e delle linee guida realizzate o approvate dalla Società.

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La collegialità professionale è uno strumento cruciale dello sviluppo della scienza e della professione. Se l’interazione è interpersonale, il processo di interscambio e di crescita culturale è anche più gratificante. Inoltre, la partecipazione a gruppi di studio e di lavoro è una forma di riconoscimento che coinvolge i componenti non solo rispetto al tema specifico ma anche nella convinzione di Il tradizionale strumento disciplinare e societario di condividere le esperienze scientifiche è rappresentato dal giornale (Journal SITLaB News) il principale mezzo di diffusione scientifica, culturale e di condivisione della scienza e delle pratiche tecnico professionali. Il giornale è lo strumento per delineare le strategie scientifiche della professione, la base per impostare il dibattito scientifico e indirizzare la ricerca sulla base delle necessità concettuali e sottolineare i problemi “reali” della pratica profess i o n a l e , pe r de f i n i r e nuove a r ee d i r i c e r ca e pe r s u g g e r i r e soluzioni basate sulle evidenze e sulle linee guida condivise. La nostra Società Scientifica ha ravvisato la necessità di comprendere quali siano gli elementi costitutivi dell’advocacy, a partire dall’analisi di come questo concetto si declina nell’attuale panorama assistenziale in quanto SITLaB è uno strumento di garanzia, in cui si analizzino principalmente gli esiti conseguenti a ogni azione di advocacy, che coinvolgono tanto il TSLB quanto il paziente, tra cui la soddisfazione personale e professionale e il miglioramento della relazione di fiducia. Gli “advocacy groups” non vogliono governare ma vogliono influenzare la politica di governo e costituiscono un elemento essenziale de l l a democ raz i a od i e rna . Anche se in Italia questi obiettivi sono tipici degli Ordini, le Società Scientifiche hanno un ruolo evidente nella definizione dei criteri e dei codici etici della pratica professionale e della ricerca e nella loro diffusione. Il concetto di Società Scientifica diventa basilare sul piano del riconoscimento collettivo delle responsabilità etiche e professionali, nel sostenere i soci ad elevare il proprio background. La direttrice comune con gli Ordini si esplica sulla creazione e diffusione di codici etici, sullo sviluppo e la disseminazione di materiali educativi motivo per cui deve esistere un coordinamento. Sul piano della applicazione clinica, le Società Scientifiche in particolare hanno l’obbligo etico di sorvegliare la qualità dei risultati pubblicati, anche semplicemente applicando il rispetto dei criteri di buona ricerca e di contribuire alla definizione delle “evidenze” secondo i criteri della Evidence Based Medicine (EBM), di definire o contribuire a definire o approvare e diffondere linee guida (GL) fondate sulle evidenze, di monitorarne l’applicazione. Queste attività saldano gli aspetti della ricerca a quelli della pratica clinica, degli standard professionali e dei modi in cui i professionisti acquistano e mantengono le loro conoscenze e competenze.

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Si tratta dell’altra faccia dell’attività scientifica delle Società Scientifiche: la formazione. N o n o s t a n t e a l c u n e o p i n i o n i d i v e r s e d a p a r t e dell’Accademia, è pienamente accettato che le Società Scientifiche abbiano un ruolo predominante nella formazione e nel mantenimento e miglioramento di conoscenze e competenze lungo tutta la vita del professionista. Gli strumenti ECM sono fondamentalmente i congressi/convegni, i corsi residenziali e la formazione a distanza (FAD) e in Italia sono normati dalle regole, recentemente rinnovate. In questo quadro il ruolo delle Società Scientifiche può essere così sintetizzato: 1) proporre contenuti e strategie formative all’ECM nazionale, monitorandone l’applicazione e i limiti; 2) coordinare le attività a livello europeo, mirando ad una omogeneità e interscambio formativo, insieme con l’Ordine; 3) gestire attività formative (ECM e non) per i soci e per i non soci, individuando le necessità formative collettive, e offrendo percorsi flessibili e individualizzabili ai singoli soci; 4) contribuire a valutare l’efficacia delle strategie formative in generale e nei singoli gruppi, sperimentando la valutazione a distanza della formazione ai diversi livelli della conoscenza, abilità, competenze ed esiti. Vi è, infine, un’ultima motivazione per la nascita delle Società Scientifiche, identificano come separata da quelle finora elencate, ma che, a nostro avviso, va inquadrata negli aspetti più alti della advocacy: i l r uo lo s o c i a l e de l l e S o c i e t à S c i e n t i f i c h e che si sostanzia nell’educazione scientifica della pubblica opinione.

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3. Conclusioni Inevitabilmente i focus su obiettivi, strumenti e visione della disciplina di volta in volta si embricano essendo rivolti ad un’unica sostanza: il ruolo del Laboratorio nei processi di salute dell’individuo e della società. Le quattro prospettive, prese insieme, offrono una visione a tutto tondo dell’essenza della disciplina. D’altra parte, la dimostrazione della funzione insostituibile della Medicina di Laboratorio nei processi diagnostici e terapeutici, l’analisi dettagliata delle questioni inerenti a strumenti ed obiettivi, la profonda sensibilità verso il fine ultimo al quale la disciplina concorre, la salute del cittadino, e di qui il suo ruolo sociale sono la migliore celebrazione della Società.

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4. Bibliografia Freedman D.B. Clinical Governance: How to Integrate Managerial and Clinical Approaches with the Quality of Service, Comunicazione al convegno “Clinical Governance: una prospettiva organizzativa e gestionale”, Scuola di Management Luiss Guido Carli, Roma 30 Aprile 2004. 16. Gulletta E. Point of Care: il personale e la sua formazione. RiMeL - IJLM, 2001; 2. n.1:34-38 17. Gulletta E. Le Società Scientifiche in Rete e la Formazione a Distanza. RiMeL- IJLM, 2003; 3 n.4: 9-13 Fraser R (2000) Some threats and opportunities for learned societies in the new millennium. Microb Today 27:22-2310. Schwartz MW, Hunter ML Jr, Boersma PD (2008) Scientific Societies in the 21st Century: a membership crisis. Conserv Biol22:1087-1089. McLendon WW (1999) Professional organizations, medical jour-nals, and editors. A dynamic tension. Arch Pathol Lab Med123:1141-1143. The future of Learned Societies Columbia University 22 October2009. www.youtube.com/watch?v=PrxXQuDGUhY. Accessed 1September 201113.Young L, Everitt J (2004) Advocacy groups. University of British Columbia Press, Vancouver BC