ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDIO TARGHE … · semplice concetto. Inutile sottolineare ai lettori...

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1 ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDIO TARGHE AUTOMOBILISTICHE ITALIAN LICENSE PLATE CLUB ANNO V n° 10 Luglio 2006 LA FOTOGRAFIA DEL MESE Carlo Bellini, Caporedattore Forse una delle prime cose che abbiamo imparato a conoscere da piccoli, avvicinandoci per la prima volta alle targhe ed osservando le auto con targa straniera che tanto facevano “esotico”, erano le sigle degli ovali che esponevano posteriormente. Approfitto di questa breve rubrica per invitare i nostri Soci a cercare e raccogliere materiale e fotografie relative agli ovali italiani, spesso abbelliti e, oserei dire, impreziositi da altri stemmi di associazioni legate al mondo dell’auto. Il “roster” si sta allungando sempre più. Siamo sempre stati certi del fatto che gli appassionati di targhe siano molti di più di quello che ognuno di noi pensa. Sono certo, quindi, che AISTA diventerà un punto di riferimento sempre più significativo. Colgo l’occasione per segnalare a tutti i Soci che c’è la possibilità che il nostro Club venga affiliato all’ASI, Auto Club Storico d’Italia. Ho parlato di questo con il nostro Presidente, che si è dichiarato molto contento. Penso sia inutile sottolineare che se si riuscirà a completare questa operazione, ciò potrebbe comportare un gran salto nella visibilità di AISTA e, ragionevolmente, un notevole incremento nel numero dei soci.

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ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDIO TARGHE AUTOMOBILISTICHE

ITALIAN LICENSE PLATE CLUB

ANNO V n° 10 Luglio 2006

LA FOTOGRAFIA DEL MESE

Carlo Bellini, Caporedattore Forse una delle prime cose che abbiamo imparato a conoscere da piccoli, avvicinandoci per la prima volta alle targhe ed osservando le auto con targa straniera che tanto facevano “esotico”, erano le sigle degli ovali che esponevano posteriormente. Approfitto di questa breve rubrica per invitare i nostri Soci a cercare e raccogliere materiale e fotografie relative agli ovali italiani, spesso abbelliti e, oserei dire, impreziositi da altri

stemmi di associazioni legate al mondo dell’auto. Il “roster” si sta allungando sempre più. Siamo sempre stati certi del fatto che gli appassionati di targhe siano molti di più di quello che ognuno di noi pensa. Sono certo, quindi, che AISTA diventerà un punto di riferimento sempre più significativo. Colgo l’occasione per segnalare a tutti i Soci che c’è la possibilità che il nostro Club venga affiliato

all’ASI, Auto Club Storico d’Italia. Ho parlato di questo con il nostro Presidente, che si è dichiarato molto contento. Penso sia inutile sottolineare che se si riuscirà a completare questa operazione, ciò potrebbe

comportare un gran salto nella visibilità di AISTA e, ragionevolmente, un notevole incremento nel numero dei soci.

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CLUB AISTA �

�PRESIDENTE Marcello Gallina VICE-PRESIDENTE Marcello Taverna SEGRETARIO GENERALE Giancarlo Raposo TESORIERE Carla Tonoli Raposo CAPO REDATTORE Carlo Bellini VICE-CAPO REDATTORE Marcello Taverna CONSIGLIO DIRETTIVO Michele Berionne, Roberto Solbiati,

Alessandro De Zuani; Paolo Troncatti, Guglielmo Evangelista, Nino Ceraolo

PROBIVIRI Paolo Valchi (Presidente); Eugenio Bianchi; Carla Tonoli Raposo

COLLEGIO SINDACALE Walter Chamois; Giuseppe Falato

SITO WEB: www.aista.it - webmaster: Eugenio Bianchi – Marcello Taverna

QUOTE SOCIALI La quota di iscrizione è così stabilita:Euro 25.00 per l’Europa e US $ 25.00 per il resto del Mondo

L’anno sociale va dal 1° Gennaio al 31 Dicembre. I versamenti deveno essere effettuati al Tesoriere.

ROSTER AISTA N° SOCIO QUALIFICA INDIRIZZO TELEFONO e-mail

1 Marcello TAVERNA socio fondatore Via Rucellai 20/7 20126 Milano 0227003195 [email protected] 2 Marcello GALLINA socio fondatore Piazza Pignolo 3 13035 Lenta, VC 0163818535 [email protected]

3 Carlo BELLINI socio fondatore Viale F. Gambaro 40A/5 16146 Genova 0103620876 [email protected]

4 Paolo TRONCATTI socio fondatore Via Parigi 155 11100 Aosta 0165 554233 [email protected]

5 Giancarlo RAPOSO socio fondatore Loc. Valmanera 91 14100 AstiI 0141476757 [email protected]

6 Alessandro LIBANORE socio fondatore via C. Amati 88 20052 Monza, MI 039834063 [email protected]

7 Carla TONOLI RAPOSO socio fondatore Loc. Valmanera 91 14100 Asti 0141476757 [email protected]

9 Alessandro DE ZUANI socio fondatore Via Spiazze 29/3 28060 Volano, TN 0464412660 [email protected] www.webalice.it/dezuani

10 Roberto SOLBIATI socio fondatore Via Amendola 6 20056 Trezzo sull’Adda, MI

0290961989 [email protected]

11 Nino CERAOLO socio fondatore Via F. Corridoni 30 21053 Castellanza, VA 0331503514 [email protected]

12 Giuseppe FALATO socio fondatore Via di Cestello 4 50124 Firenze 055217189 [email protected]

13 Eugenio BIANCHI socio fondatore Via della Moscova 32 20121 Milano 026572865 [email protected]

14 Paolo VALCHI socio fondatore Via San Valerio 44 62100 Macerata 0733236145 [email protected]

15 Michele BERIONNE socio fondatore Via Valle Scrivia 14 00141 Roma 068414380 [email protected]

16 Renata MASOERO socio fondatore Via S. Eugenio 16 13035 Lenta, VC 0163818535 [email protected]

17 Guglielmo EVANGELISTA socio ordinario Via Emilia 139 27043 Broni , PV 0372490287 038554851

[email protected]

19 Martin VAN DER VALK socio ordinario Antaresstraat 41 7521 ZK Enschede, NL [email protected]

21 Geoff KNOX socio ordinario PO Box 251 Roseville NSW 2069 Australia

23 Elio AZZOLINI Via Rimembranze 11 21030 Cremenaga, VA

24 Mark R. BACARELLI socio ordinario Via di Bellariva 20 50136 Firenze [email protected]

26 Pierluca PECORARI socio ordinario Via Martiri della Bettola 102 42100 RE 0522327862 [email protected]

28 Walter CHAMOIS socio ordinario Via Bezzi 5 38068 Rovereto, TN 3286353907 [email protected]

27 Sergio LA CAMERA socio ordinario Hedwigstrasse 96 46537 Dinslaken, D [email protected]

29 Francesco TAVOLETTI socio ordinario Via Poliziano 16 20154 MI 33535594 [email protected]

30 Joseph SALLMEN socio ordinario 1588 Mary Lou Retton Dr FAIRMONT, VW 26554, USA

[email protected]

31 Vincent J. MOENS socio ordinario 177 Rue de Versailles 92410 VILLE D’AVRAY, F

[email protected]

32 Stefano CAPUTO socio ordinario via Cosseria 1 20136 Milano 0258311169 [email protected]

33 Nicolò PERTMER socio ordinario piazza Madonna Pellegrina 5 38028 REVO’, TN

0463432393 [email protected]

34 Fabiola CESCOLINI socio ordinario piazza Madonna Pellegrina 5 – 38028 REVO’, TN

0463432393 [email protected]

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FALSI D’AUTORE CARLO BELLINI

Il termine inglese “fake” letteralmente significa falso, contraffatto. Le “fake plates” sono quindi le targhe contraffatte. Lo scopo di falsificare le targhe che ci interessa non è quello, facilmente immaginabile, dell’utilizzo di veicoli per scopi illeciti, ma bensì quello di immetterle nel mercato dei collezionisti. A questo proposito bisogna premettere un semplice concetto. Inutile sottolineare ai lettori esperti di questo bollettino che esiste un consolidato gruppo di collezionisti di targhe diffuso in tutti i Paesi del mondo, quantificabile in alcune migliaia di persone. Ogni Paese, ogni targa, tipo per tipo o per anno di emissione ha una propria valutazione. Si può andare da qualche spicciolo, uno o due dollari, per le più comuni targhe USA, fino anche a parecchie migliaia di dollari per alcune targhe particolarmente rare, se non introvabili, come per esempio quelle della Corea del Nord e della a noi vicina Città del Vaticano. Ecco perché c’è chi pensa alle “fake plates”, delle quali in questo articolo proponiamo alcuni esempi. La prima targa rappresentata si riferisce alla Corea del Nord.

Corea del Nord falsa

Comparve per la prima volta intorno al 1980, quando ancora non si sapeva nulla circa il “layout”, il disegno ed il sistema di immatricolazione di quel Paese. Si comprese solo verso la fine degli anni ’90 che si trattava di un falso; in quel periodo iniziarono a filtrare alcune informazioni ufficiali e soprattutto le prime fotografie. Non deve

Corea del Nord autentiche sorprendere che la targa falsa sia dipinta a mano anziché essere prodotta in modo molto professionale come avviene per le targhe italiane. In molti Paesi non è inconsueto

Corea del Nord autentiche

vedere targhe artigianali, talvolta addirittura dipinte sul retro di targhe ufficiali di altri Paesi che costituiscono l’immatricolazione originale di vecchie auto esportate. Un altro esempio molto famoso e pittoresco è quello che si riferisce all’isola di Pitcairn, nella Polinesia meridionale. E’ colonia

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Pitcairn false britannica, scoperta nel 1767, ma è soprattutto famosa per essere popolata dai discendenti dei marinai del veliero Bounty, i quali, dopo essersi ammutinati, ne presero possesso

Mappa dell’isola di Pitcairn

insieme ad alcuni polinesiani. Le due fotografie che appaiono in questo articolo sono molto famose tra i collezionisti, e sono, ovviamente, false. Ho chiesto personalmente

Esempi di buste affrancate - Pitcairn

informazioni agli organi ufficiali dell’isola circa il sistema di immatricolazione e mi è stato confermato che non esistono targhe ufficiali e che i pochi mezzi circolano non

immatricolati. Nel 1965 furono introdotti i primi veicoli, due trattori, utilizzati per trasformare in strade percorribili i sentieri di questa isola montagnosa. Nel 1974 arrivarono nell’isola 34 motociclette leggere e 3 “Mini Moke”. Questi mezzi sono stati successivamente sostituiti da 4 Quoad, da 16 tricicli e da 4 nuove motociclette. Nel 1998 sono comparse 8 biciclette. Curiosamente, l’isola emette francobolli e monete per collezionisti, che costituiscono una fonte di denaro per le scarse casse governative.

Esistono poi alcuni esempi di targhe che potremmo definire “falsi autentici”. Alla stregue dei francobolli, le autorità locali di piccoli Paesi, a volte colonie o dipendenze, piccole isole, emettono targhe simili, ma non uguali a quelle ufficiali, che vendono ai collezionisti di tutto il mondo.

Tristan da Cuhna autentiche

Un caso tipico è costituito da Tristan da Cuhna, gruppo di quattro isole vulcaniche isolate nell’Atlantico meridionale, politicamente dipendenti da S. Elena, altra isola colonia britannica. Le targhe originali di Tristan da Cuhna sono in classico stile britannico, di alluminio spesso a fondo nero, con la sigla T.D.C. e numeri oscillanti tra 60 e

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80. Quelle da collezione sono invece in plexiglass con la sigla TDC e la scritta TRISTAN DA CUHNA SOUTH ATLANTIC, e numerate variamente.

Tristan da Cuhna da collezione

Le poche targhe autentiche note ai collezionisti sono in genere corredate di alcune fotografie che riproducono il veicolo che originalmente le montava nel contesto dell’isola. Le altre si possono richiedere per posta per alcuni dollari alle autorità. Infine,

Esempi di filatelia di Tristan da Cuhna

una piccola nota riferita allo Stato della Città del Vaticano. Fino a circa trenta anni fa era possibile, con un po’ di fortuna, ottenere una targa per uso collezionistico dalle autorità vaticane, che, con il proliferare delle richieste, smisero addirittura di rispondere alle lettere degli appassionati. Le targhe S.C.V. in caratteri rossi e numeri da 1 a 8-10 sono quelle utilizzate dalle auto di Sua Santità. Se ne trovate una avrete trovato un tesoro di migliaia e migliaia di dollari; nel caso, avvertitemi subito!, ma dubito fortemente che ciò sia possibile.

Città del Vaticano autentiche

La targa mostrata, S.C.V. 0182, è chiaramente “tedesca” e costituisce un falso grottesco per qualsiasi collezionista, facilmente ottenibile dalle ditte che producono targhe per molti Paesi europei ed extraeuropei.

Città del Vaticano falsa

Per concludere questo breve articolo, penso possa essere importante utilizzare canali importanti come sono certamente i bollettini e le “newsletters” delle varie società di appassionati di collezionisti, per segnalare casi di falso accertato ed i nominativi di persone che offrano targhe false sia negli avvisi commerciali delle riviste oppure sul sempre più diffuso E-bay. Dal prossimo numero cercherò di riportare, a rate!, una lunga serie di “fake” identificate.

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DUCH MOPED PLATES – TARGHE DEI CICLOMOTORI OLANDESI MARTIN VAN DER VALK

COMMENTO DI MARCELLO TAVERNA Many thanks for the AISTA newsletters which I received in good order today. Nice stories and photos as well. Especially the SMOM plate beats all. In the late 50's I watched a movie about missionarie workers in Eritrea. I recall me a Landrover with a ASM 81 front plate, two lines and in white on black. I later realized that this was a car from Asmara, the capital of Eritrea in those days. Unfortunately no photo. As you are already aware of, permanent Dutch moped plates started on 1st of September 2005, last year. The D series on Dutch moped plates became exhausted on the 11th of April, 2006. Now, the F series are in use and the first issue with 01FBB1 was issued on 24th of March 2006. See photos. To complete the F series I need a photo of a narrow plate in white/refl. blue but these are to be seen in traffic each day.

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Also moped dealer plates exist and snapped a pair of such plates at a moped shop. See photo. Series starts with HC, followed by one numeral and on the bottom line 3 more numerals.These plates have hologrammes with a GAIK inscription and is done to avoid fraud. Hologrammes are 20 x 20 mm. No such plates seen in traffic so far. Each mopedshop gets an oblong and square plate. GAIK means: Gecontroleerde Afgifte Inamen Kentekenplaten in Dutch: In English: Controlled allocation and intake of numberplates, this means in general that plates are officially issued and must be returned after scrapping a vehicle and the plates will be destroyed.

COMMENTO

L’amico Martin ci manda una bella panoramica sulle nuove targhe olandesi per ciclomotori, compresi i tipi “prova”. Per completare il quadro ho aggiunto la foto del modello stretto a fondo azzurro presa dal sito di Francoplaque http://plaque.free.fr/. L’autore è sempre Martin. Secondo il regolamento in vigore in Olanda dal 1 settembre 2005, i ciclomotori e assimilati sono soggetti a una vera e propria immatricolazione con procedura simile a quella per i veicoli maggiori e vengono targati, mentre le “targhe” che portavano in precedenza erano contrassegni annuali di assicurazione. Le targhe a fondo azzurro sono destinate ai ciclomotori con velocità massima fino a 25 km/h, in pratica biciclette con motore ausiliario, mentre quelle a fondo giallo servono ai classici cinquantini con velocità fino a 45 km/h. La distinzione è importante in Olanda perchè con la targa a fondo azzurro si può circolare sulle piste ciclabili, con quella a fondo giallo no. (Notizie ricavate dal sito http://www.rdw.nl RDW è qualcosa di simile alla nostra Motorizzazione). In tema di ciclomotori, si può ricordare che anche da noi il 15 aprile sorso è stato pubblicato sulla G.U. il D.P.R. 6 marzo 2006, n.153 “Modifiche agli articoli 248, 249, 250, 251, 252 nonchè agli allegati al titolo III del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del codice della strada)” riguardante appunto le targhe per i ciclomotori (vedi disegno quotato). Per concludere, sottolineo la citazione di Martin di una targa Eritrea ASM 81, che sicuramente solleticherà i nostri “archeologhi”, me compreso.

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APPUNTI DALL’ERITREA MARCELLO TAVERNA

Le cinque foto illustrano, molto sommariamante, l’evoluzione della targa normale dell’Eritrea dagli anni coloniali all’annessione all’Etiopia. Eritrea 6127 non è databile con certezza, ma molto probabilmente risale al 1935 circa. Rappresenta il modello di targa utilizzato nella Colonia prima della guerra con l’Etiopia (1935-36). La foto, già apparsa su questo notiziario, è stata gentilmente fornita da Guido Bevegni. ER 3909 è una bella coppia nel tipico stile A.O.I, introdotto nel 1937 in tutto il territorio dell’Africa Orientale Italiana all’indomani della riorganizzazione della colonia in 5 Governi: Amhara, Galla e Sidamo, Harar, Eritrea e Somalia, più il Governatorato di Addis Abeba. Le targhe restarono in vigore fino all’occupazione britannica dell’Eritrea nel 1941. Gli esmplari illustrati appartengono alla collezione di Giancarlo Raposo. ER 5084, nonostante il numero basso, è certamente successiva, forse del periodo di occupazione britannica (1941-52). E’ noto che alla cessazione dell’amministrazione italiana era stato raggiunto un numero poco inferiore a 20000, e quasi certamente l’amministrazione inglese proseguì la numerazione. Le targhe esistenti vennero mantenute, tagliando o coprendo con vernice nera il tricolore. A giudicare da quest’esemplare, particolarmente curato, sembra che

sia stato anche sostituito il punzone col fascio. Anche questa targa appartiene a Giancarlo Raposo. ER 20328 dovrebbe essere una delle poche targhe emesse dall’amministrazione britannica. Lo fa pensare il numero molto prossimo a 20000 e la vettura,

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tipicamente inglese. Lo stesso tipo di targa venne mantenuto nel decennio successivo, quando l’Eritrea divenne uno stato federato all’Etiopia (1952-62). La numerazione proseguì poco oltre 26000. La foto è stata inviata da Eugenio Bianchi.

AS 1888 rappresenta il modello di targa introdotto tra il 1960 e il 1962, quando l’Eritrea venne annessa a tutti gli effetti all’impero di Hailé Selassié. I caratteri amharici si leggono all’incirca AS (Asmara). In quest’occasione venne cambiata anche la numerazione. La foto è di MarcelloTaverna, l’auto di un collezionista privato del piacentino.

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Alcune interessanti targhe appartenenti alla ricchissima collezione di Alessandro Libanore

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DIDASCALIE DELLE FOTOGRAFIE PROPOSTE DA A. LIBANORE

TS 1613. Coppia di targhe normali del Territorio Libero di Trieste, della prima serie (1948-51 circa). La posteriore misura 320x220 mm, come le contemporanee italiane. Successivamente fu emessa una nuova serie, durta fino al 1956, di dimensioni 275x200 mm, come le contemporanne targhe italiane. 63 3430. Targa per motociclo di Torino (63), epoca 1909-27, in lamiera verniciata. 6076 VI. Targa anteriore di Vicenza (1927-34). Come è noto, all’epoca la targa anteriore era fornita a cura del proprietario, e spesso lo stile non rifletteva quello della targa posteriore ufficiale. Queste sono in lamiera con caratteri metallici rivettati. MI 119189. Targa propria per rimorchio nell’ultima serie provinciale (1985-94) POLIZIA 058. Polizia di San Marino. Coppia del tipo attuale, in alluminio 340 x 120 mm a fondo riflettente. Dal 1983 le forze di polizia di San Marino usano targhe con la dicitura POLIZIA, in sostituzione delle vecchie serie separate GENDARMERIA e VIGILI URBANI. CRI 12605. Coppia della Croce Rossa rilasciata molto probabilmente nel 1989. La posteriore, in due pezzi, misura 486 x 109 mm, l’anteriore 267 x 62 mm. Il fondo non è riflettente. I-A 16958 , I-C 1479, I-V 13387. Tre esemplari della serie emessa dalla Repubblica Sociale Italiana (1944 – Aprile 1945) . La prima lettera è sempre I (Italia), la seconda indica il tipo di veicolo (A = autocarro, C = corriera, M = motociclo, R = rimorchio, T = trattore, V = vettura). La targa, in lamiera verniciata, solo posteriore, doveva ricoprire la targa provinciale del Regno. VI 954. Targa propria per rimorchio del periodo 1944? – 49, caratterizzato dalla presenza dello stemma dell’ Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (tre baionette su una corona di spine). Le dimensioni sono circa 320 x 280 mm. 5062 MI. Targa per motociclo di Milano, epoca 1927-34. Lamiera verniciata. TS 1894. Targa per motociclo del Territorio Libero di Trieste, di formato molto simile a quello italiano (165 x 165 mm). VA 594700. Targa ripetitrice per rimorchio, realizzata con i caratteri regolamentari, ma con una inconsueta “R” rossa piatta e accompagnata dalla scritta PROVV. 304 RSM. Posteriore normale di San Marino databile alla fine degli anni ’30. Misura 330 x 228 mm TS 85. Una targa inconsueta di Trieste tornata all’Italia. A partire dal 1957 le targhe del TLT vennero ritirate e sostituite con targhe italiane. La serie normale mantenne il vecchio numero, mentre i veicoli nelle serie alfanumeriche o con zero prefisso furono ritargate. A quanto paree, in questa operazione furono riutilizzati anche i numeri più bassi. S.M.O.M 47. Coppia di targhe rilasciate da ACISMOM (Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta), nel tipico stile usato da 1960 al 1985 circa. Il fondo è in alluminio non verniciato e i caratteri sono incavati nella lamiera (“debossed”). le dimensioni sono 270 x 200 mm (posteriore) e 270 x 60 mm (anteriore) ��

Nuova provincia? Potere di E-bay!

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LE TARGHE DEL CANTONE DI JURA MARCELLO GALLINA

Nella più che centenaria storia delle targhe svizzere (le prime targhe del Cantone di Zurigo risalgono al 1902, la prima serie “nazionale” è del 1904 ) la pagina più recente è quella relativa al Cantone di Jura, ufficialmente nato il primo gennaio 1979. Fino al 1978 vi erano 25 Stati, ovvero 22 Cantoni: per chiarire, ogni Stato corrisponde al Cantone omonimo, con tre eccezioni: il Cantone di Basilea è costituito dagli Stati di Basilea-città e Basilea-campagna; il Cantone di Appenzell è costituito dagli Stati di Ausser-Rhoden e Inner-Rhoden; il Cantone di Unterwalden è costituito dagli Stati di Obwalden e Nidwalden. Jura dunque, dal 1979, è il 23° Cantone e il 26° Stato confederato: nei documenti ufficiali si legge infatti: “Republique et Canton du Jura “. Il nuovo Cantone ha una superficie di Kmq 836 ed una popolazione, francofona, di 68000 abitanti; il capoluogo è Delémont (ab. 11000 ), i veicoli circolanti sono circa 23000. Il territorio origina totalmente da quello del Cantone di Berna, ma va osservato che, della storica regione del Jura, solo la parte settentrionale va a costituire il nuovo cantone, mentre la parte meridionale resta con la capitale Berna. Qualcuno aveva previsto una successiva secessione anche di questa parte entro 10/15 anni, ma ciò non si è verificato.

La sigla scelta per le targhe è JU; la procedura per sostituire gradatamente le vecchie targhe BE è particolarmente interessante e si realizza in piena estate 1979. Inizialmente il computer assegna ad ogni numero di targa BE compreso tra BE 1 e BE 375000 e rilasciato nel Jura un numero di targa JU partendo da JU 1000. La progressione è strettamente parallela, ovvero il più basso numero BE passa a JU 1000, il successivo BE a JU 1001, etc. fino all’ultimo numero BE che viene sostituito con JU 22089. L’operazione prende avvio il 20 agosto 1979; l’Ufficio della Circolazione inizia a spedire le targhe ai destinatari ad un ritmo di 250/300 al giorno, ponendo obbligo di restituire le targhe BE entro 5 giorni. Nel novembre dello stesso anno si completa la sostituzione. Le immatricolazioni dei veicoli nuovi iniziano invece l’8 agosto 1979, partendo naturalmente da JU 22090. Per quanto concerne le caratteristiche delle targhe, l’unico formato esistente è quello cosiddetto “americano” : mm. 300 X 160. La targa anteriore ( formato “italiano”) misura mm. 300 X 80. D’altra parte anche gli altri Cantoni utilizzano esclusivamente questo formato a partire dal 1973. Nel 1989 con il numero JU 31199 finisce la distribuzione di queste targhe, e vengono introdotte quelle identiche ma a sfondo riflettente, simultaneamente alla possibilità di avere targhe nel nuovo formato lungo posteriore, mm. 500X 110. . Il formato quadro normale parte da JU 31200, quello lungo da JU 40001.

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Tornando al 1979, alcune categorie di veicoli ricevono serie numeriche distinte:

Tipo di veicolo Immatricolazione Note Veicoli in prova da JU 1-U Veicoli a noleggio da JU 1-V Serie abrogata nel 2001 in tutta la Svizzera Taxi da JU 100 a JU 199 Amministrazione Cantonale da JU 300 a JU 999 Rimorchi da JU 90000 Motoveicoli Non disponibili Ciclomotori da JU 90000 Targhe a sfondo giallo Veicoli agricoli da JU 100 Targhe solo ant. sfondo verde manutenz. Strade da JU 100 Targhe a sfondo blu V. eccezionali da JU 100 Targhe a sfondo marrone Un capitolo a parte va alle targhe temporanee, quelle a scadenza contraddistinte dalla banda rossa,

col l’aggiunta di Z in caso di esenzione di tassa doganale. Si tratta di targhe note a tutti, oggetto di moltissime collezioni perché, tutto sommato, di facile reperibilità ( con qualche eccezione, basti pensare a SH, ZG, UR, AI, OW, NW ). Sono targhe che mi hanno sempre molto intrigato, perché il tentativo di definire i blocchi numerici impiegati in ogni Cantone è un’ autentica impresa. Credo che i continui cambiamenti di sequenza numerica siano voluti dai funzionari dei singoli “Strassenverkehrsamt” ( corrispondenti alle nostri Uffici della Motorizzazione) per meglio monitorare eventuali abusi, tipo

l’utilizzo delle targhe oltre il limite stabilito. Le prime targhe temp. del Jura recano embossed “79”: ciò è abbastanza strano perché se il primo anno di emissione è il 1979 la scadenza prima dovrebbe essere “80”. Probabilmente le esistenti targhe temp. BE emesse nel 1978 e datate 79 furono rapidamente rimpiazzate da quelle JU con la stessa validità. Nel corso invece del 1979 furono emesse quelle “giuste” con scadenza 80. Il primo blocco utilizzato parte da 75900, mentre per le Z non ho dati. A partire dalla scadenza 80 troviamo invece piccoli numeri: da JU 100 e da JU 200Z. Quest’ultimo blocco viene continuato anche nel biennio successivo, mentre dalla scadenza 83 le targhe Z vanno a blocchi di cento con la prima cifra a indicare l’anno:

Blocco Anno Blocco Anno Blocco Anno JU 300 Z 1983 JU 500 Z 1985 JU 700 Z 1987 JU 400 Z 1984 JU 600 Z 1986 JU 800 Z 1988

Delle targhe a banda rossa senza Z di questo periodo ho rilevato JU 619/81; a partire dal 1983 troviamo lo stesso schema delle targhe con Z, ovvero la prima cifra corrisponde all’anno, ma il seriale è di quattro cifre:JU 3000 = 1983, JU 4000 = 1984, e così a seguire.Le ultime targhe “embossed” recano “88”; dunque fino qui accanto all’anno “embossed” compare l’indicazione del mese di scadenza sotto forma del notissimo “sticker” poligonale.

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Invece 89, 90, 91figurano su targhe “undated” sotto forma di sticker adesivo accanto a quello del mese di scadenza. I blocchi utilizzati in questi tre anni sono vari, ho osservato: JU 331scad.90, JU 9065 scad.89. Nulla nella serie Z.

A partire dal 1991 ( scadenza 92 ) entrano in uso nuovi stickers adesivi che, misurando mm. 30 X 50, occupano quasi tutta la banda rossa rendendo superflua l’indicazione dell’anno “embossed”. Il nuovo “sticker” è rosso, e reca in bianco l’indicazione dell’anno di scadenza ripetuto tre volte orizzontalmente e cinque volte verticalmente; il mese è riportato a grosse cifre centralmente in nero. Dal 1999 (scadenza 00) è introdotta una piccola variazione dello “sticker”, ovvero l’anno è riportato quattro volte orizzontalmente e undici volte verticalmente, con un effetto grafico “bombato”. L’introduzione delle targhe senza indicazione dell’anno ha purtroppo creato difficoltà ai collezionisti che prima potevano ottenere in omaggio targhe inutilizzabili perché segnate con anni precedenti , mentre i blocchi di targhe destinate ad ospitare lo sticker possono essere utilizzati in modo continuativo. Una di queste rare targhe è nella mia collezione, e ne parlo perché ha qualcosa di strano. Questa targa, usata, reca lo sticker di scadenza 4 /98, ed è ovviamente riflettente: lo sfondo riflettente è stato introdotto infatti nel

1989; l’ologramma ( presente in tutte le targhe svizzere riflettenti ad indicare l’anno di fabbricazione ) indica “CH 98” , quindi tutto sembra in ordine….., ma sotto lo “sticker” c’è “embossed” “79”, e inoltre il blocco 71000 non è lontanissimo dal primo blocco originale del 1979, ovvero 75900. Dunque una targa fabbricata nel 1979 ma con la pellicola riflettente in uso dal 1989. La mia spiegazione è questa: nel 1979 fu prodotto un blocco di targhe temporanee datate 79 del tutto esagerato, forse per errore o pensando a chissà quale ritmo futuro di imatricolazioni temporanee. Negli anni successivi, invece, abbiamo visto che la fornitura fu limitata a blocchi di qualche decina di targhe. Tutte queste targhe furono ritirate in qualche deposito, e dimenticate, ma tornarono alla luce alla fine degli anni ’90, e rimesse in uso con lo sticker a ricoprire la data embossed. Prima dell’utilizzo furono però rimodernate con l’applicazione della patina riflettente. Un cenno infine alle targhe temporanee per i motoveicoli. Misurano in altezza mm. 140 e in larghezza mm. 180. Sono davvero rare, anche perché i blocchi numerici sono minimi, dell’ordine di una decina di targhe per ogni anno. Probabilmente in alcuni anni non ne è stata consegnata nemmeno una. Ho tre segnalazioni:

+ JU + 71780//98

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+JU+ 70| |Z anno 87 +JU+

82| |Z anno 88 +JU+ 72| |Z anno 87

E’ evidente che la prima cifra indica l’anno, la seconda è seriale nel blocco da 0 a 9, dunque, nelle due serie con e senza banda rossa, 10 immatricolazioni disponibili!

1987 da JU 70Z a JU 79Z da JU 70 a JU 79 1988 da JU 80Z a JU 89Z da JU 80 a JU 89.

In conclusione, chiedo a chiunque disponga di dati numerici o fotografici relativi alle targhe JU di mandarmeli per poter aggiornare e migliorare quanto ho scritto.

�Bollettino AISTA, ANNO V, n° 10, 2006