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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE A cura di: Dr. Ing. Giuseppe Frongia (coordinatore e responsabile) Corso Torino, 45 - 28100 Novara Telefono e fax: +39.0321.455184 Cascate e Cateratte s.r.l. REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL'AMBIENTE PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R. 24/23 DEL 23/04/08) IMPIANTO EOLICO IN AREA INDUSTRIALE CACIP COMUNE DI UTA (CA) Studio di Ingegneria Ambientale Dr. Ing. Giuseppe Frongia - V. Tigellio 22, 09123 Cagliari, Tel. +39.070.658297 Fax +39.070.655271 Committente: Aprile 2009 Data S5 SINTESI NON TECNICA Emissione Descrizione Rev. scala - Gruppo di lavoro: Dr. Ing. Giuseppe Frongia Prof. Ing. Giorgio Massacci (CINIGEO) Dott. Ing. Agnese Marcus Dott. Nat. Maurizio Medda Dott. Geol. Consuelo Nicolò Dott. Nat. Francesco Trudu

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

A cura di:Dr. Ing. Giuseppe Frongia(coordinatore e responsabile)

Corso Torino, 45 - 28100 Novara

Telefono e fax: +39.0321.455184

Cascate e Cateratte s.r.l.

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNAASSESSORATO DELLA DIFESA DELL'AMBIENTE

PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

(D.G.R. 24/23 DEL 23/04/08)

IMPIANTO EOLICO IN AREA INDUSTRIALE CACIP COMUNE DI UTA (CA)

Studio di Ingegneria Ambientale Dr. Ing. Giuseppe Frongia - V. Tigellio 22, 09123 Cagliari, Tel. +39.070.658297 Fax +39.070.655271

Committente:

Aprile 2009

Data

S5

SINTESI NON TECNICA

Emissione

DescrizioneRev.

scala -

Gruppo di lavoro:Dr. Ing. Giuseppe Frongia

Prof. Ing. Giorgio Massacci (CINIGEO)

Dott. Ing. Agnese Marcus

Dott. Nat. Maurizio Medda

Dott. Geol. Consuelo Nicolò

Dott. Nat. Francesco Trudu

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Studio di Impatto Ambientale – Quadro di Riferimento Ambientale

- I -

INDICE

1 INTRODUZIONE................................................................................................. 1

2 FINALITÀ DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE..................................................................................................... 3

3 QUADRO DI SFONDO E PRESUPPOSTI DELL’OPERA.................................. 4

3.1 L’energia eolica e il suo sfruttamento ...............................................................4

3.2 Motivazioni dell’opera.........................................................................................6

4 ANALISI DEL MOMENTO ZERO: LA SITUAZIONE PREESISTENTE ALL’INTERVENTO............................................................................................. 8

4.1 Localizzazione dell’intervento............................................................................8

4.2 L’area industriale di Cagliari ............................................................................11

4.3 Principali connotati ambientali e paesaggistici dell’area vasta interessata dalle opere.........................................................................................................11

5 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO................................................. 15

6 AMBITO DI INFLUENZA POTENZIALE DELL’OPERA................................... 19

7 ANALISI DELLA FATTIBILITÀ DELL’INTERVENTO...................................... 21

8 INDICAZIONE DEI LIMITI OPERATIVI, SPAZIALI E TEMPORALI, RELATIVI ALLE FASI DI COSTRUZIONE, ESERCIZIO E DISMISSIONE DELL’IMPIANTO.......................................................................................................................... 23

9 GLI EFFETTI AMBIENTALI DEL PROGETTO ................................................ 24

9.1 Effetti sulla qualità dell’aria e sui cambiamenti climatici................................24

9.2 Effetti sui terreni e sulle acque ........................................................................26

9.3 Effetti sul paesaggio .........................................................................................26

9.4 Effetti sulla vegetazione ...................................................................................35

9.5 Effetti sulla fauna ..............................................................................................35

9.6 Effetti sotto il profilo socio-economico ...........................................................36

9.7 Effetti sulla salute pubblica ..............................................................................38

9.8 Emissioni di rumore..........................................................................................38

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- II -

9.9 Produzione di rifiuti ..........................................................................................39

9.10 Viabilità e traffico ..............................................................................................39

9.11 Campi elettromagnetici.....................................................................................41

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- III -

ELENCO DIDASCALIE TABELLE

Tabella 1 – Stima delle emissioni di CO2 evitate a seguito della realizzazione del parco eolico............................................................................................................................. 25

Tabella 2 - Stima delle emissioni evitate a seguito della realizzazione del parco eolico con riferimento ad alcuni inquinanti atmosferici ................................................................... 25

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- IV -

ELENCO DIDASCALIE FIGURE

Figura 1 – Sviluppo delle dimensioni degli aerogeneratori commerciali (Fonte EWEA, 2004)........................................................................................................................................ 6

Figura 2 – Aree di intervento ............................................................................................... 10

Figura 3 – Ripresa aerea zenitale del contesto di intervento............................................... 12

Figura 4 – Aerogeneratore Nordex N90/2500 ..................................................................... 17

Figura 5 – Mappa di intervisibilità teorica del parco eolico esistente e di quello in progetto. Risultano colorate le aree da cui il parco eolico potrebbe teoricamente essere visibile 31

Figura 6 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla Strada Dorsale Consortile CACIP in prossimità della loc. Contoniosa (gli aerogeneratori in progetto sono visibili in secondo piano) ............................................................................................................. 32

Figura 6 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla ex “strada Contivecchi”.......... 33

Figura 6 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla stazione ferroviaria di Elmas . 34

Figura 7 – Ipotesi di percorso dei trasporti speciali nell’eventualità che lo sbarco della componentisca degli aerogeneratori avvenga nel Porto Canale o nel Porto Commerciale di Cagliari ................................................................................................ 40

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- V -

ELENCO ELABORATI STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

Relazioni

S0 – Premessa

S1 – Quadro di riferimento programmatico

S2 – Quadro di riferimento progettuale

S3 – Quadro di riferimento ambientale

S4 – Prospetti riepilogativi degli impatti

S5 – Sintesi non tecnica

Allegato S3.1 – Relazione paesaggistica

Allegato S3.2 – Studio previsionale di impatto acustico

Elaborati grafici

Tavola 1 Inquadramento territoriale (scala 1:50.000)

Tavola 2 Carta dei vincoli territoriali ed ambientali (scala 1:25.000)

Tavola 3 Sovrapposizione degli interventi con i tematismi del P.P.R. (scala 1:25.000)

Tavola 4 Viabilità, piazzole e aree di cantiere su ortofotocarta (scala 1:4.000)

Tavola 5 Carta geomorfologica (scala 1:20.000)

Tavola 6 Carta geologica (scala 1:20.000)

Tavola 7 Stato di fatto – Documentazione fotografica

Tavola 8 Carta delle unità di paesaggio (scala 1:10.000)

Tavola 9 Carta dell’assetto insediativo e infrastrutturale (scala 1:25.000)

Tavola 10 Centrali energetiche esistenti e in sviluppo in area CACIP (scala 1:10.000)

Tavola 11 Contesto paesistico – Documentazione fotografica

Tavola 12 Carta dei siti di interesse storico-culturale (1:25.000)

Tavola 13 Mappa di intervisibilità di area vasta – Aerogeneratori esistenti (scala 1:50.000)

Tavola 14 Mappa di intervisibilità di area vasta – Aerogeneratori in progetto (scala 1:50.000)

Tavola 15 Mappa di intervisibilità di area vasta – Aerogeneratori esistenti e in progetto (scala 1:50.000)

Tavola 16 Fotosimulazioni di impatto estetico-percettivo

Tavola 17 Carta dell’uso del suolo – Fonte Corine Landcover anno 2000 (scala 1:10.000)

Tavola 18 Mappa delle ombre (scala 1:10.000)

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- VI -

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- 1 -

1 INTRODUZIONE

Sotto la spinta di un’accresciuta consapevolezza dell’importanza delle tematiche ambientali,

dello sviluppo economico, del progresso tecnologico e della liberalizzazione del mercato

energetico, negli ultimi quindici anni si è assistito in Europa ad un rapido progresso nello

sviluppo delle tecnologie di sfruttamento del vento, con la produzione di aerogeneratori

sempre più efficienti e potenti.

La tumultuosa crescita fatta registrare dal settore negli ultimi decenni, unitamente alle

economie di scala conseguenti allo sviluppo del mercato ed alle maggiori produzioni, hanno

determinato una drastica riduzione dei costi di generazione dell’energia eolica al punto che,

relativamente ad alcuni grandi impianti onshore, gli stessi risultano addirittura competitivi

rispetto alle più economiche alternative costituite dalle centrali a gas a ciclo combinato.

A fronte delle crescenti preoccupazioni in ordine alle conseguenze delle politiche

energetiche sui cambiamenti climatici, è matura ormai la consapevolezza che, per invertire

in tempi ragionevolmente brevi e non procrastinabili la tendenza al “riscaldamento globale”,

occorre misurarsi con obiettivi impegnativi ed è necessario che gli attori di governo, dal

livello nazionale a quello locale, facciano per intero la propria parte.

In Italia la possibilità di espandere le energie rinnovabili si è dimostrata particolarmente

problematica, data la particolare configurazione del nostro territorio, i vincoli paesaggistici e

la lentezza degli iter procedurali.

L’intervento proposto, nell’inserirsi coerentemente rispetto ai massimali di potenza eolica

installabile in Sardegna, così come di rimodulati di recente nell’ambito del Piano Energetico

Ambientale Regionale, è ricompreso all’interno delle aree potenzialmente idonee alla

realizzazione di impianti eolici, individuate dallo specifico studio elaborato dalla regione

Sardegna in attuazione dei disposti del Piano Paesaggistico Regionale (art. 112 N.T.A.).

Il progetto proposto prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di energia

elettrica da fonte eolica, composto da n. 4 aerogeneratori della potenza di picco di 2,5

megawatt ciascuno, posizionati su torri di sostegno metalliche dell’altezza di 80 metri,

nonché dalle opere accessorie indispensabili per un ottimale funzionamento e gestione

della centrale (viabilità e piazzole di servizio, reti elettriche, stazione di trasformazione

MT/AT, ecc.). Per dare un’idea della potenzialità energetica annua dell’impianto, si pensi

che lo stesso potrebbe soddisfare i fabbisogni di circa 6.000 utenze domestiche familiari.

La localizzazione delle turbine eoliche, all’interno delle aree di pertinenza del Consorzio

Industriale Provinciale di Cagliari (CACIP), è tale da scongiurare significative interferenze

negative del progetto con le attività umane in atto e con l'attuale utilizzo dei terreni.

Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) che accompagna il progetto è articolato in tre quadri

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- 2 -

di riferimento (Programmatico, Progettuale ed Ambientale) ed è corredato dagli allegati

grafici descrittivi dei diversi quadri, dagli studi specialistici e dalla presente Relazione di

Sintesi destinata alla consultazione da parte del pubblico.

A valle della disamina dei potenziali effetti ambientali del progetto (positivi e negativi), lo

Studio perviene all’individuazione di alcuni accorgimenti progettuali finalizzati alla riduzione

dei potenziali impatti negativi che l’intervento in esame può determinare.

L’analisi del contesto ambientale di inserimento del progetto è stata sviluppata attraverso la

consultazione di numerose fonti informative, precisate in dettaglio in bibliografia, e

l’esecuzione di specifiche campagne di rilevamento diretto. Lo Studio ha fatto esplicito

riferimento, inoltre, alle relazioni tecniche e specialistiche nonché agli elaborati grafici

allegati al Progetto Definitivo dell’impianto.

Il presente elaborato è integrato da alcune tavole dello studio di impatto ambientale,

opportunamente predisposte in formato A4 per una più agevole consultazione e

riproduzione.

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2 FINALITÀ DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO

AMBIENTALE

La direttiva 85/337/CEE, come modificata dalla direttiva 97/11/CE, concernente la

valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, è considerata

come uno dei "principali testi legislativi in materia di ambiente" dell'Unione Europea. La VIA

ha il compito principale di individuare eventuali impatti ambientali significativi connessi con

un progetto di sviluppo di dimensioni rilevanti e, se possibile, a definire misure di

mitigazione per ridurre tale impatto o risolvere la situazione prima di autorizzare la

costruzione del progetto. Come strumento di ausilio alle decisioni, la VIA viene in genere

considerata come una salvaguardia ambientale di tipo proattivo che, unita alla

partecipazione e alla consultazione del pubblico, può aiutare a superare i timori più generali

di carattere ambientale e a rispettare i principi definiti nelle varie politiche (Relazione della

Commissione al Parlamento Europeo ed al Consiglio sull'applicazione e sull'efficacia della

direttiva 85/337/CEE e s.m.i.).

Nel preambolo della direttiva VIA si legge che "la migliore politica ecologica consiste

nell'evitare fin dall'inizio inquinamenti ed altre perturbazioni anziché combatterne

successivamente gli effetti". Con tali presupposti, il presente Studio di Impatto Ambientale

(SIA) rappresenta il principale strumento per valutare l'ammissibilità per l'ambiente degli

effetti che l’intervento concernente la realizzazione di un parco eolico in area industriale di

Cagliari potrà determinare. Esso si propone, infatti, di individuare in modo integrato le

molteplici interconnessioni che esistono tra l’opera proposta e l'ambiente che lo deve

accogliere, inteso come “sistema complesso delle risorse naturali ed umane e delle loro

interrelazioni”.

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3 QUADRO DI SFONDO E PRESUPPOSTI DELL’OPERA

3.1 L’energia eolica e il suo sfruttamento

Il vento possiede un’energia che dipende dalla sua velocità e una parte di questa energia

(generalmente non più del 40%) può essere catturata e convertita in altra forma, meccanica

o elettrica, mediante una macchina. A fronte di questa apparente inefficienza intrinseca del

sistema vi è il grande vantaggio di poter disporre gratuitamente della risorsa naturale che,

per essere sfruttata, richiede solo la macchina.

Il vento, peraltro, a differenza dell’energia idraulica (altra energia rinnovabile per

eccellenza), non può essere imbrigliato, incanalato o accumulato, né quindi regolato, ma

deve essere utilizzato così come la natura lo consegna. Questa è proprio la principale

peculiarità della risorsa eolica e delle macchine che la sfruttano: l’efficienza del sistema è

assolutamente dipendente dalle condizioni anemologiche. D’altra parte, se si eccettuano

aree climatiche particolari, il vento è sempre caratterizzato da un’estrema irregolarità, sia

negli intervalli di tempo di breve e brevissimo periodo (qualche minuto) che in quelli di lungo

periodo (settimane e mesi). Considerato che l’energia eolica è proporzionale al cubo della

velocità del vento, tali fluttuazioni possono determinare rapide variazioni energetiche,

misurabili anche in alcuni ordini di grandezza.

Una conseguenza pratica di tale peculiarità è che la macchina eolica non può essere

adoperata per alimentare direttamente un carico, meccanico o elettrico che sia: il carico

(ossia la domanda di energia), infatti, varia a sua volta con un andamento che dipende dal

consumo e le sue oscillazioni non potranno mai coincidere con quelle del vento. Per tali

ragioni l’energia prodotta dovrà in qualche modo essere accumulata per poterla utilizzare in

funzione delle necessità. Allo stato attuale della tecnologia, gli aerogeneratori hanno due

sole possibilità teoriche di accumulazione: sottoforma di corrente continua in batteria

(sistema adottato con da impianti che alimentano località isolate) o sottoforma di corrente

alternata da immettere nella rete elettrica (sistema adottato da tutti gli aerogeneratori di

media e grande potenza).

L’immissione nella rete è certamente l’opzione più frequente e pratica per l’utilizzazione

dell’energia da fonte eolica. Le rete, in un certo senso, funziona da accumulo, consentendo

la compensazione dell’energia da fonte eolica mediante la regolazione degli impianti

energetici convenzionali, anch’essi connessi alla rete. Tuttavia una tale compensazione è

tecnicamente possibile fintanto che l’energia prodotta da fonte eolica è una frazione

modesta di quella da fonti convenzionali; in caso contrario possono determinarsi condizioni

di sbilanciamento della rete e conseguenti rischi di black out.

Sotto la spinta di un’accresciuta consapevolezza dell’importanza delle tematiche ambientali,

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dello sviluppo economico, del progresso tecnologico e della liberalizzazione del mercato

energetico, negli ultimi quindici anni si è assistito in Europa ad un rapido progresso nello

sviluppo delle tecnologie di sfruttamento del vento, con la produzione di aerogeneratori

sempre più efficienti e potenti.

Una moderna turbina eolica è progettata per generare elettricità di elevata qualità per

l’immissione nella rete elettrica e per operare in modo continuo per oltre 20 anni (o circa

120.000 ore di esercizio), in assenza di presidio diretto e con bassissima manutenzione.

Come elemento di confronto, si consideri che un motore d’auto è normalmente progettato

per un tempo di vita di 4.000÷6.000 ore.

La macchina eolica è molto sensibile alle condizioni del sito in cui viene installata. L’energia

sfruttata dipende infatti: dalla densità dell’aria, e quindi dalla temperatura e dall’altitudine,

dalla distribuzione locale della probabilità del vento, dai fenomeni di turbolenza (e quindi

dalle condizioni orografiche, vegetazionali ed antropiche) nonché dall’altezza della turbina

dal suolo. Conseguentemente le prestazioni di una stessa macchina in siti diversi possono

essere sensibilmente differenti. Poiché l’aria, che trasferisce la sua energia alla turbina,

possiede una bassa densità, per sviluppare potenze elevate occorrono macchine di grande

diametro: potenze dell’ordine del megawatt richiedono turbine di diametri fra i 50 e i 100

metri. Conseguentemente anche la torre su cui la turbina è installata deve avere altezze

elevate.

Le prime turbine commerciali risalgono ai primi anni ’80; negli ultimi 20 anni la potenza

caratteristica delle macchine è aumentata di un fattore 100. Nello stesso periodo i costi di

generazione dell’energia elettrica da fonte eolica sono diminuiti dell’80 percento. Da unità

della potenza di 20÷60 kW nei primi anni ’80, con diametri dei rotori di circa 20 metri, allo

stato attuale sono prodotti generatori della potenza fino a 5.000 kW, caratterizzati da

diametri del rotore superiori a 100 metri (Figura 1). Alcuni prototipi di turbine, concepite per

la produzione eolica off-shore, possiedono generatori e sviluppano potenze persino

superiori.

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Figura 1 – Sviluppo delle dimensioni degli aerogeneratori commerciali (Fonte EWEA, 2004)

3.2 Motivazioni dell’opera

Come evidenziato dal recente rapporto della International Energy Agency del 2008 (World

Energy Outlook 2008), se i governi mondiali dovessero perseverare nelle attuali politiche

energetiche, il fabbisogno di energia nello scenario del 2030 crescerebbe del 45% rispetto

al 2005, con nazioni emergenti quali India e Cina protagonisti principali di questo

incremento.

Nel 2030 i combustibili fossili costituirebbero circa l’80% del mix energetico primario

mondiale, una percentuale leggermente inferiore al livello odierno, con il petrolio che

continuerebbe a rimanere il combustibile preponderante.

In questo scenario, seguendo i trend attuali, le emissioni di anidride carbonica (CO2) legate

al consumo di energia e degli altri gas ad effetto serra aumenterebbero inesorabilmente,

portando ad un rialzo della temperatura media del pianeta di 6°C nel lungo periodo. Per

frenare queste tendenze e prevenire conseguenze catastrofiche ed irreversibili sul clima, il

documento dell’IEA auspica un’azione urgente e decisa che assicuri una profonda

decarbonizzazione delle fonti energetiche mondiali.

D’altra parte, in accordo con quanto contenuto nel rapporto 2007 del Comitato

intergovernativo per lo studio dei cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (International

Panel for Climate Change - IPPC), al fine di scongiurare significativi effetti negativi sul clima

mondiale, l’incremento massimo tollerabile della temperatura media globale non dovrebbe

essere superiore di 2 °C nello stesso intervallo di tempo. Affinché si possa conseguire un

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tale obiettivo, secondo le previsione dell’IPPC, è necessario ridurre drasticamente le

emissioni globali di CO2, abbattendole al 2050 del 50÷80% rispetto a quanto fatto registrare

nel 2000.

Nel gennaio 2008, rispondendo all’invito del Consiglio Europeo, che nel marzo 2007 ha

approvato la strategia su energia e cambiamenti climatici, la Commissione europea ha

adottato un Pacchetto di proposte (c.d. Pacchetto Energia-Clima) che darà attuazione agli

impegni assunti dal Consiglio in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle

energie rinnovabili. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti

energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente

vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione,

che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali

responsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive

pulite. Il pacchetto legislativo si propone di consentire all’Unione europea di ridurre di

almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo

energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel

marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà

stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici.

Per l’Italia l’obiettivo da raggiungere nella quota di rinnovabili sul consumo energetico è

stato fissato al 17% per il 2020.

In tale scenario sempre più allarmante, negli organi di governo è dunque opinione condivisa

che una possibile soluzione alla dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali possa

scaturire, tra l’altro, da un più convinto ricorso alle fonti di energia rinnovabile. Tra queste,

l’energia eolica è certamente, ed ormai da alcuni anni, quella più competitiva con le fonti

convenzionali.

A fronte di tali crescenti preoccupazioni è matura ormai la consapevolezza che, per invertire

in tempi ragionevolmente brevi e non procrastinabili la tendenza al cambiamento climatico,

occorre misurarsi con obiettivi impegnativi ed è necessario che gli attori di governo, dal

livello nazionale a quello locale, facciano per intero la propria parte.

In Italia la possibilità di espandere le energie rinnovabili si è dimostrata particolarmente

problematica, data la particolare configurazione del nostro territorio, i vincoli paesaggistici e

la lentezza degli iter procedurali.

L’intervento proposto, nell’inserirsi coerentemente rispetto ai massimali di potenza eolica

installabile in Sardegna, così come di rimodulati di recente nell’ambito del Piano Energetico

Ambientale Regionale, è ricompreso all’interno delle aree potenzialmente idonee alla

realizzazione di impianti eolici, individuate dallo specifico studio elaborato dalla regione

Sardegna in attuazione dei disposti del Piano Paesaggistico Regionale (art. 112 N.T.A.).

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4 ANALISI DEL MOMENTO ZERO: LA SITUAZIONE PREESISTENTE

ALL’INTERVENTO

Rimandando al quadro di riferimento ambientale ed alle allegate relazioni specialistiche per

una più esaustiva trattazione ed analisi dello stato attuale delle componenti ambientali con

le quali si relaziona l’intervento proposto, si riportano nel seguito alcuni elementi di

conoscenza, ritenuti maggiormente significativi, ai fini di una descrizione introduttiva

generale del quadro territoriale di sfondo.

4.1 Localizzazione dell’intervento

Il sito in oggetto è ubicato nel settore nord-occidentale dell’agglomerato industriale di

Macchiareddu, in territorio comunale di Uta (Figura 2). La zona presenta un’orografia

pressoché pianeggiante e si sviluppa ad un’altitudine media di circa 30 m sul livello medio

del mare.

Il lotto, nel quale può riconoscersi la storico modello di organizzazione dei fondi agrari

impostato sul modello padano delle bonifiche, presenta una delimitazione degli

appezzamenti a mezzo di alcuni filari di Eucalyptus, disposti in direzione nordest-sudovest.

Il sito, di superficie planimetrica pari a circa 392.000 m2, confina a ovest e nordest con aree

anch’esse destinate allo sviluppo eolico, peraltro non ancora interessate dall’installazione di

aerogeneratori (Tavola 10).

Una parte del tracciato del cavidotto interrato a 150 kV, necessario al vettoriamento

dell’energia prodotta dal parco eolico al punto di connessione alla rete elettrica nazionale,

previsto in corrispondenza della stazione di TERNA ubicata in prossimità della Centrale

Enel Turbogas di Macchiareddu, sarà sviluppato entro i limiti amministrativi del Comune di

Assemini, in fregio all’esistente viabilità consortile.

Al Nuovo Catasto del Comune di Uta, l’area di interesse è individuabile al Foglio 44

(mappali vari).

Rispetto al tessuto edificato degli insediamenti abitativi più vicini, il sito proposto presenta

una distanza di circa 5 km dal centro di Capoterra (Tavola 1).

Sotto il profilo delle infrastrutture viarie, l'agglomerato CASIC è attraversato da nord a sud

dall'asse consortile che collega la viabilità di penetrazione interna alla viabilità esterna (SS

130, SS131, SS195, ecc.).

L’area è raggiungibile percorrendo la principale viabilità di servizio della zona industriale di

Macchiareddu (c.d. Dorsale Consortile) e, da qui, immettendosi nella 2° strada ovest.

Considerata l’assenza di attività produttive di carattere industriale e/o artigianale nel settore

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dell’agglomerato interessato dagli interventi, ad oggi non risultano allestite nell’area in

esame le principali infrastrutturazioni (strade, illuminazione, reti idriche e fognarie); la

viabilità d’accesso al sito è dunque rappresentata dalle preesistenti strade sterrate di

penetrazione agraria.

L’energia elettrica è comunque distribuita capillarmente all’interno dell’area di Macchiareddu

grazie alla presenza di elettrodotti a 15, 150 e 220 kV. Il sito di intervento, in particolare, è

interessato dall’attraversamento di una linea aerea a 220 kV, risultata condizionante ai fini

della scelta del posizionamento delle turbine eoliche (Tavola 3 Progetto definitivo).

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Figura 2 – Aree di intervento

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4.2 L’area industriale di Cagliari

L’agglomerato industriale di Macchiareddu, avente estensione complessiva di circa 8.000

ettari, si caratterizza per la presenza di attività industriali molto diversificate tra loro, ovvero:

petrolchimica, agricoltura, industria della trasformazione, terziario, edilizia, produzione

energetica, ecc..

Al maggio 2007 il numero degli stabilimenti produttivi era di 214 per un numero di addetti

fissi di circa 4500 ed una superficie occupata di circa 826 ha (circa 5 addetti/ha).

Negli ultimi anni, a seguito del progressivo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (FER)

nonché degli indirizzi regionali in merito alla localizzazione delle centrali da FER, l’area di

Macchiareddu, anche in ragione delle favorevoli condizioni anemologiche e di

soleggiamento, ha conosciuto un progressivo sfruttamento ai fini della produzione di

energia da fonte eolica e da fonte solare (Tavola 10).

Ad oggi risultano realizzati, autorizzati o in fase di autorizzazione in area CASIC n. 4

impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di circa 12 megawatt, nonché una

centrale eolica costituita da 14 aerogeneratori della potenza complessiva di 21 megawatt.

La superficie territoriale asservita allo sviluppo delle energie rinnovabili in area CASIC

ammonta indicativamente a 650 ettari.

Di recente, infine, è stato stipulato un accordo di programma tra la Regione Sardegna, il

Comune di Cagliari, il CASIC e la Provincia di Cagliari finalizzato alla realizzazione di un

importante centrale per la produzione di energia con tecnologia del solare-termodinamico

che dovrà interessare una superficie complessiva di circa 150 ettari.

4.3 Principali connotati ambientali e paesaggistici dell’area vasta interessata

dalle opere

L’area interessata dagli interventi in progetto si colloca nel settore occidentale dell’area

industriale di Cagliari, non distante dal cuore dell’agglomerato di Macchiareddu-Grogastu, in

prossimità della 2° Strada Ovest Consortile e dell’ex stabilimento produttivo della società

Nuova Valriso S.p.A. (Figura 3).

In relazione all’assetto geomorfologico, l’area si inquadra all’interno di una vasta pianura

alluvionale che, partendo dalle bordure dei rilievi paleozoici siti a ovest, degrada

dolcemente verso lo Stagno di Santa Gilla a est e verso il mare a sud, con una pendenza

media dell’1÷2%. Tale piana di formazione alluvionale-deltizia, delimitata a nord dal Rio

Cixerri e dal Flumini Mannu, è il risultato del colmamento di una grande fossa tettonica, il

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Graben del Campidano, che, nell’area vasta in esame, è appunto demarcata a ovest dalla

faglia di importanza regionale del Graben.

Figura 3 – Ripresa aerea zenitale del contesto di intervento

Sotto il profilo paesistico-ambientale, la struttura del territorio in esame si presenta articolata

secondo quattro principali sistemi (Tavola 8):

1. Il settore più occidentale, caratterizzato dalle propaggini orientali del massiccio del Sulcis

e da ampi sistemi pedemontani e di piana detritico-colluviale che si estendono, con

costante lieve inclinazione, fino alla fascia costiera.

2. Il settore della piana alluvionale, con utilizzo misto agricolo-industriale, costituito perlopiù

dai depositi delle antiche grandi conoidi alluvionali del Rio Santa Lucia e del Rio Cixerri,

caratterizzate da alluvioni ciottolose arrotondate in matrice limoso-argillosa e sabbiosa.

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3. Gli ambiti lagunari e perilagunari del sistema umido dello Stagno di Cagliari, in particolare

comprendenti il settore delle celle salanti ed una porzione di quelle evaporanti del

complesso produttivo saliniero “Contivecchi”, riconoscibili a circa 3000 metri ad est delle

aree di intervento.

4. Un contesto, individuabile a circa 600 m ad est delle aree di intervento, in cui prevalgono

decisamente i caratteri di paesaggio industriale, comprendente l’esteso stabilimento

produttivo della Syndial S.p.A., la centrale termoelettrica ENEL Turbogas ed un numero

consistente di realtà produttive minori.

Uno degli elementi caratterizzanti del settore di interesse, dunque, è certamente

rappresentato dall’imponente complesso montuoso del Sulcis, in cui si estende uno dei

sistemi forestali più interessanti della Regione. In questi ambiti l’evoluzione del rilievo è

legata alla intrusione del batolite leucogranitico, di epoca post-ercinica, entro le metamorfiti

costituenti le successioni paleozoiche del Sulcis. I profili delle culminazioni granitiche sono

ben riconoscibili per l’intensa fratturazione, la presenza di pareti rocciose impervie e per le

forme monumentali tafonate, in forte contrasto con le forme regolari delle successioni

metamorfiche. Questi caratteri sono particolarmente evidenti, nel territorio in esame, sugli

affioramenti dei versanti di Capoterra ed Uta, in corrispondenza del Monte Lattias e dei

Monti di Capoterra.

A est, infine, è presente l’esteso sistema umido di Santa Gilla, il cui fondo è rappresentato

da depositi limnici e fluvio-lacustri olocenici.

Il bordo della piana è sottolineato dalle colline andesitiche legate al ciclo vulcanico oligo-

miocenico, una fra tutte la caratteristica rocca dell’Acquafredda presso Siliqua, distante dal

sito in esame circa 13 km.

Il reticolo fluviale è di tipo dendritico con andamento generale NO-SE ed è rappresentato da

tre corsi d’acqua a regime permanente (il Rio Santa Lucia, il Rio Cixerri e il Flumini Mannu)

e da numerosi corsi d’acqua a regime temporaneo.

Nel settore di pianura le favorevoli condizioni pedo-morfologiche, unitamente agli interventi

di miglioramento fondiario ed alla disponibilità di risorsa idrica, hanno storicamente

determinato un consistente impulso dell’attività agricola. E’ indubbio che, fra le diverse

tipologie di paesaggio riconoscibili nell’area vasta in esame, quello agricolo ha certamente

“sopportato” le modificazioni più consistenti subendo la competizione nell’utilizzo della terra

a favore del processo di espansione della zona industriale di Cagliari. Peraltro, in particolare

nel settore occidentale dell’ASI, il processo di espansione industriale è avvenuto in misura

tale da non determinare la scomparsa dell’attività agricola. In questo senso il piano CASIC

(oggi CACIP) ha certamente concorso a salvaguardare il discontinuo rurale controllando lo

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sviluppo residenziale delle città. In queste aree, inoltre, l’agricoltura ha intrattenuto a lungo

rapporti di complementarietà con l’industria di trasformazione di prodotti coltivati.

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5 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO

Il progetto ha previsto l’installazione di n. 4 turbine eoliche dell’ultima generazione, aventi

potenza nominale di 2,5 MW ciascuna, con cabina di trasformazione bassa/media tensione

integrata alla torre di sostegno; ciò nell’ottica di minimizzare l’occupazione di superfici ed

assicurarne un miglior inserimento paesaggistico. Gli ambiti interessati dalle postazioni

eoliche ricadono interamente entro i confini amministrativi del comune di Uta (CA) in area

con destinazione industriale di titolarità del Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari -

CACIP (Tavola 1).

Come meglio esplicitato nel quadro di riferimento progettuale dello SIA, considerata la limita

disponibilità di aree per l’installazione delle turbine eoliche, la posizione sul terreno degli

aerogeneratori (c.d. lay-out di impianto) è stata estremamente condizionata da alcuni fattori

di carattere tecnico-realizzativo con particolare riferimento all’esigenza di contenere

adeguatamente le potenziali interferenze aerodinamiche delle turbine, da e verso il

proposto parco eolico, in considerazione del previsto sviluppo di ulteriori iniziative similari in

aree limitrofe al sito di intervento.

Per assicurare la più alta resa energetica del parco eolico, in particolare, nonché evitare un

“effetto barriera”, il lay-out di impianto ha previsto opportune distanze tra gli aerogeneratori,

suggerite dalla casa costruttrice, al fine di minimizzare i predetti fenomeni di interferenza

aerodinamica.

La localizzazione delle macchine, inoltre, ha evidentemente tenuto conto dell’esigenza di

escludere interferenze delle installazioni eoliche con le preesistenti infrastrutture di trasporto

dell’energia elettrica (elettrodotto aereo a 220 kV), assicurando un’adeguata distanza di

sicurezza a protezione di fenomeni di ribaltamento delle turbine.

Sulla base delle informazioni scaturite da un’analisi delle caratteristiche anemologiche del

sito, nell’ottica di ottimizzare la producibilità della centrale, è stata prevista l’installazione di

aerogeneratori aventi un’altezza di 80 m al mozzo e diametro del rotore di 90 m.

Al fine di garantire la piena operatività dell’impianto saranno da prevedersi i seguenti

interventi (si vedano gli allegati grafici al progetto definitivo):

− adeguamento della viabilità esistente e, laddove necessaria la realizzazione di nuova

viabilità di servizio alle postazioni degli aerogeneratori;

− approntamento delle piazzole di cantiere per la messa in opera degli aerogeneratori;

− eradicazione degli esistenti esemplari arborei e arbustivi interferenti con le aree da

destinare alla realizzazione delle piazzole di servizio delle turbine;

− realizzazione delle opere di fondazione delle torri di sostegno;

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− installazione degli aerogeneratori;

− realizzazione delle trincee di scavo per la posa dei cavidotti interrati di vettoriamento

dell’energia prodotta dalle macchine eoliche;

− approntamento della stazione di trasformazione MT/AT, da ubicarsi all’interno delle aree

di pertinenza della Società Cascate e Cateratte S.r.l.;

− realizzazione delle opere di connessione alla rete elettrica che avverrà in

corrispondenza della stazione di TERNA prossima alla centrale Turbogas dell’Enel,

ubicata in zona industriale di Macchiareddu a circa 4 km dal sito in esame;

− esecuzione dei collegamenti elettrici nonché l’esecuzione dei necessari interventi di

collaudo funzionale;

− esecuzione di interventi di ripristino morfologico-ambientale in corrispondenza delle

piazzole di cantiere, dei tracciati dei cavidotti e delle aree destinate a cantiere di base.

Il tipo di aerogeneratore scelto in funzione delle caratteristiche anemologiche del sito è il

NORDEX N90/2500 LS, una macchina dell’ultima generazione con cabina di trasformazione

integrata nella torre di sostegno (Figura 4). Peraltro, ferme restando le caratteristiche

dimensionali dell’aerogeneratore, non può escludersi che la scelta definitiva possa ricadere

su un modello similare con migliori prestazioni di esercizio, qualora disponibile sul mercato

preventivamente all’avvio dei lavori.

Considerata la proposta realizzazione, nelle aree limitrofe al sito di intervento, di ulteriori n.

7 aerogeneratori avanzata dalla Società Vento Macchiareddu S.r.l. (titolare di un progetto

già autorizzato dal CACIP), la stazione MT/AT e la dorsale elettrica interrata a 150 kV

saranno dimensionate per consentire l’allaccio dei suddetti aerogeneratori in aggiunta ai n.

4 in progetto. Le due società (Cascate e Cateratte S.r.l. e Vento Macchiareddu S.r.l.)

hanno, infatti, raggiunto un accordo per realizzare opportune sinergie impiantistiche

nell’ambito dello sviluppo dei rispettivi progetti, contribuendo così a razionalizzare i

conseguenti interventi di infrastrutturazione elettrica in area CACIP.

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Figura 4 – Aerogeneratore Nordex N90/2500

Sulla scorta dei calcoli previsionali effettuati, l’impianto nel suo complesso sarà capace di

erogare una potenza di picco pari a 10 MW con una produzione lorda di circa 21.500

MWh/anno calcolata sulla base di un funzionamento stimato in circa 2.150 ore

equivalenti/anno.

La torre di sostegno della navicella sarà del tipo tubolare, adeguatamente dimensionata per

resistere alle oscillazioni ed alle vibrazioni causate dalla pressione del vento, ed ancorata al

terreno mediante fondazioni dirette.

Tutti gli aerogeneratori saranno collegati elettricamente ad una cabina di trasformazione

media tensione/alta tensione da realizzarsi all’interno delle aree di pertinenza della Società

Cascate e Cateratte S.r.l..

Le linee elettriche di collegamento tra le turbine, la stazione di trasformazione MT/AT ed il

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punto di connessione alla rete saranno completamente interrate.

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6 AMBITO DI INFLUENZA POTENZIALE DELL’OPERA

In termini generali l’area di influenza potenziale dell’intervento proposto rappresenta

l’estensione massima di territorio entro cui, allontanandosi gradualmente dall’opera

progettata, gli effetti sull’ambiente si affievoliscono fino a diventare inavvertibili. Peraltro è

importante precisare, a tal proposito, che i contorni territoriali di influenza dell’opera variano

in funzione della componente ambientale considerata e raramente sono riconducibili ad

estensioni di territorio geometricamente regolari.

Sulla base di tali assunzioni, considerata la tipologia di intervento proposto nonché la

localizzazione prescelta (area espressamente dedicata all’insediamento di attività

industriali), è innegabile come l’aspetto correlato alla dimensione estetico-percettiva debba

essere considerato senz’altro prevalente rispetto agli altri fattori causali di impatto. Di fatto,

dunque, i confini dell’ambito di influenza diretta dell’opera possono farsi ragionevolmente

coincidere con il campo di visibilità dell’intervento.

La distanza di visibilità di un parco eolico rappresenta la massima distanza espressa in km

da cui è possibile vedere un aerogeneratore di data altezza. L’altezza effettiva da

considerare è evidentemente rappresentata dalla lunghezza del raggio del rotore sommata

a quella della struttura fino al mozzo.

Le linee guida per valutazione paesaggistica degli impianti eolici, elaborate dal Ministero per

i Beni e le attività culturali per la valutazione dell’impatto visivo, suggeriscono come il limite

di visibilità teorico debba essere considerato pari a 20 km. Il potere risolutivo dell’occhio

umano ad una distanza di 20 km (pari ad un arco di 1 minuto ossia 1/60 di grado) è di circa

5,8 m, il che significa che, a tale distanza, sono visibili oggetti delle dimensioni maggiori di

circa 6 m. Considerato che il diametro della struttura in corrispondenza della navicella

generalmente non supera i 3 m, si può ritenere cha a 20 km l’aerogeneratore abbia una

scarsa visibilità ad occhio nudo e conseguentemente che l’impatto visivo prodotto sia

sensibilmente ridotto.

Uno studio del 2002 dell’università di Newcastle ha accertato che, per turbine dell’altezza

totale fino ad 85 m, alla distanza di 10 km non è più possibile vedere i dettagli della

navicella e che i movimenti delle pale sono visibili fino ad una distanza di 15 km. Lo studio

riporta inoltre che un osservatore generalmente non percepisce il movimento delle pale per

distanze superiori a 10 km.

Il campo di visibilità dell’intervento, ed in particolar modo la sua più ristretta porzione in cui

si realizza una visione distinta delle opere, coincide evidentemente con la parte di territorio

in cui si realizzano più in generale i maggiori effetti dell’intervento sulla componente

paesistico-insediativa e sui valori storico-culturali. In questo senso l’analisi ambientale

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esposta nel quadro di riferimento ambientale ha preso in esame, in modo particolare, il

contesto urbano e insediativo sviluppato ai margini dell’area industriale di Cagliari.

Sotto il profilo delle potenziali interferenze con le componenti vegetazionali e floristiche, in

virtù della particolare tipologia di opera e delle ordinarie caratteristiche ecologiche degli

ambiti interessati, l’analisi è stata focalizzata sulle aree ristrette di intervento.

Tenendo in debita considerazione la forte caratterizzazione del sistema lagunare di Santa

Gilla nonché dello stagno di Capoterra come zone umide e quindi come habitat per gli

uccelli acquatici, il potenziale ambito di influenza dell’impianto, in termini di possibili effetti

sulla componente avifaunistica, deve prudenzialmente estendersi a detti sistemi di rilevante

interesse naturalistico.

Per quanto attiene agli ulteriori potenziali effetti ambientali, gli stessi si ritengono

principalmente circoscrivibili alle aree direttamente interessate dalle opere o

immediatamente limitrofe ai siti di intervento.

In questo quadro, peraltro, corre l’obbligo di rimarcare i benéfici effetti dell’intervento a

livello globale in termini di riduzione delle emissioni atmosferiche da fonti energetiche non

rinnovabili.

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7 ANALISI DELLA FATTIBILITÀ DELL’INTERVENTO

Nel rimandare alle specifiche sezioni del presente SIA per una più esaustiva trattazione ed

analisi dei presupposti programmatici, territoriali e tecnici che sostengono la fattibilità

dell’intervento, nel seguito saranno sinteticamente esposti i principali elementi di

valutazione.

L’intervento proposto si inserisce in una fase di deciso sviluppo dei sistemi per la

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sostenuto ed auspicato dai più recenti

regolamenti e strumenti di programmazione internazionali, nazionali e regionali in materia di

energia.

Entrando nel merito delle interazioni del progetto con le norme di settore a livello regionale,

nonché con la vigente disciplina urbanistica e paesaggistica, si rileva come le opere

proposte si collochino entro ambiti individuati come “aree di potenziale insediamento degli

impianti eolici”, cartografate nel dettaglio nell’ambito dello “Studio per l’individuazione delle

aree in cui ubicare gli impianti eolici”, predisposto ai sensi dell’art. 112 delle Norme

Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale ed approvato dalla Giunta

regionale con deliberazione n. 28/56 del 26.7.2007. A tale proposito, l’art. 18 della Legge

regionale n. 2/2007 specifica chiaramente che “la realizzazione di nuovi impianti eolici è

consentita nelle aree industriali, retroindustriali e limitrofe, anche se ricadenti negli ambiti di

paesaggio costieri o in aree già compromesse dal punto di vista ambientale, da individuarsi

puntualmente nello studio specifico di cui all’articolo 112 delle norme tecniche di attuazione

del Piano paesaggistico regionale”.

Nel prefigurare generali condizioni idoneità in relazione alla vigente disciplina paesaggistica

regionale, la scelta localizzativa del CACIP presenta numerosi elementi favorevoli sotto il

profilo tecnico-gestionale derivanti principalmente da:

− le ottimali condizioni anemologiche del territorio, che fanno dell’area del campidano

meridionale di Cagliari dei siti con potenziale eolico più favorevole a livello regionale;

− le favorevoli condizioni geologiche e orografiche locali, associate alla presenza di una

estesa pianura alluvionale con direzione prevalente NW-SE;

− le ideali opportunità di connessione dell’impianto alla rete di distribuzione di energia

elettrica ad alta tensione in relazione alla presenza in loco delle infrastrutture di

connessione di titolarità di TERNA in prossimità della centrale ENEL Turbogas di

Macchiareddu;

− le ottimali condizioni infrastrutturali e di accessibilità derivanti dalla prossimità delle aree

al porto canale di Cagliari, ed allo stesso porto commerciale del capoluogo, nonché

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dall’esistente assetto viario costituito da strade provinciali, consortili e dalla viabilità

locale;

− la presenza diffusa di vaste aree non ancora interessate dallo sviluppo industriale

intensivo e quindi potenzialmente idonee ad accogliere nuovi impianti per la produzione

di energia rinnovabile;

− la possibilità di realizzare proficue sinergie gestionali tra il previsto parco eolico e le

ulteriori centrali da fonte eolica, proposte o realizzate da altri soggetti nella stessa a

area industriale (razionalizzazione delle opere di servizio quali stazioni di trasformazione

e vie cavo, ottimizzazione delle eventuali misure di monitoraggio ambientale).

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8 INDICAZIONE DEI LIMITI OPERATIVI, SPAZIALI E TEMPORALI, RELATIVI

ALLE FASI DI COSTRUZIONE, ESERCIZIO E DISMISSIONE DELL’IMPIANTO

La necessità di procedere alla realizzazione di elettrodotti interrati a 150 kV per il

vettoriamento dell’energia prodotta dal parco eolico al punto di connessione da ubicarsi in

aree di titolarità di TERNA, in prossimità delle aree di pertinenza della Centrale ENEL

Turbogas di Macchiareddu, necessita dell’acquisizione di preliminari autorizzazioni da parte

degli Enti, titolari della rete viaria interessata dal passaggio dei cavidotti nonché

dell’eventuale stipula di servitù di elettrodotto con i soggetti privati proprietari delle aree

interessate.

Allo stesso modo, di concerto con i soggetti coinvolti, dovranno essere puntualmente

valutate le eventuali interferenze del tracciato degli elettrodotti con la preesistente rete dei

sottoservizi e concordate nel dettaglio le modalità di realizzazione e ripristino degli scavi. A

tale proposito, peraltro, si rappresenta come la scelta del tracciato degli elettrodotti sia stata

oggetto di una definizione di massima con gli uffici tecnici del CACIP.

Si segnala come la realizzazione delle opere all’interno del Sito di Interesse Nazionale

Sulcis-Iglesiente-Guspinese, perimetrato con D.M. 12/03/03, sia subordinata

all'accertamento di conformità dei suoli ai valori limite fissati nel D.M. 471/99 per le

specifiche destinazioni d'uso previste dagli strumenti urbanistici vigenti nonché alla verifica

che detto utilizzo non pregiudichi la bonifica della falda ove necessaria (art. 1 comma 5 del

D.M. 12/03/03). A quest’ultimo proposito corre l’obbligo di evidenziare come le opere in

progetto, sulla base delle conoscenze disponibili, risultano dislocate ad adeguata distanza

dai principali “centri di pericolo” ambientale censiti nell’area industriale di Cagliari. Per

quanto sopra è ragionevole ipotizzare che le aree di intervento non siano state interessate

da significativi fenomeni di contaminazione.

Per quanto attiene alla fase di esercizio, l’operatività del parco eolico non determinerà

l’instaurarsi di particolari conflitti con le preesistenti condizioni di fruibilità e di utilizzo dei

terreni. D’altro canto la presenza degli aerogeneratori potrebbe imporre, comunque, di

prevedere adeguate distanze di sicurezza rispetto alle aree di edificazione di eventuali

nuovi fabbricati o infrastrutture, da definirsi di concerto con gli Enti e i soggetti interessati.

Per quanto attiene alla fase di dismissione dell’impianto, che avrà inizio una volta che si

sarà conclusa la vita utile del parco eolico (20÷25 anni salvo repowering), è prevista la

rimozione degli aerogeneratori e delle strutture di fondazione, il ripristino delle piazzole di

servizio e localmente, il recupero dei cavi, in accordo con le indicazione impartite dal CACIP

e/o dagli Enti competenti.

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9 GLI EFFETTI AMBIENTALI DEL PROGETTO

9.1 Effetti sulla qualità dell’aria e sui cambiamenti climatici

Come noto l’inquinamento atmosferico e le emissioni di anidride carbonica determinate

dall’impiego dei combustibili fossili rappresentano una seria minaccia per lo sviluppo

sostenibile. La gran parte del contributo a tali emissioni è proprio determinato dalla

produzione di energia elettrica da fonti convenzionali.

In questo quadro la realizzazione dell’intervento in esame, al pari delle altre centrali a fonte

rinnovabile, può contribuire alla riduzione delle emissioni responsabili del drammatico

progressivo acuirsi dell’effetto serra su scala planetaria nonché contribuire al miglioramento

generale della qualità dell’aria.

Come noto per “gas serra” si intendono quei gas presenti nell’atmosfera, di origine sia

naturale che antropica, che, assorbendo la radiazione infrarossa, contribuiscono

all’innalzamento della temperatura dell’atmosfera. Questi gas, infatti, permettono alle

radiazioni solari di attraversare l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio inverso di parte

delle radiazioni infrarosse riflesse dalla superficie terrestre, favorendo in tal modo la

regolazione ed il mantenimento della temperatura del pianeta. Questo processo è sempre

avvenuto naturalmente ed è quello che garantisce una temperatura terrestre superiore di

circa 33°C rispetto a quella che si avrebbe in assenza di questi gas.

Già dalla fine degli anni ’70 cominciò ad essere rilevata la tendenza ad un innalzamento

della temperatura media del pianeta, notevolmente superiore rispetto a quella registrata in

passato, portando i climatologi ad ipotizzare che, oltre alle cause naturali, il fenomeno

potesse essere attribuito anche alle attività antropiche. La prima Conferenza mondiale sui

cambiamenti climatici, tenutasi nel 1979, avviò la discussione su “..come prevedere e

prevenire potenziali cambiamenti climatici causati da attività umane che potrebbero avere

un effetto negativo sul benessere dell'umanità".

Tra i vari strumenti volti alla riduzione delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, il

Protocollo di Kyoto promuove l’adozione di politiche orientate, da un lato, ad uno uso

razionale dell’energia e, dall’altro, all’utilizzo di tecnologie per la produzione di energia da

fonti rinnovabili, intendendosi con questo termine tutte le fonti di energia non fossili quali

l’energia solare, eolica, idraulica, geotermica, del moto ondoso, maremotrice e da

biomasse, che, non prevedendo processi di combustione, consentono di produrre energia

senza comportare emissioni di CO2 in atmosfera.

Al fine di valutare il contributo positivo apportato dalla realizzazione dell’impianto in progetto

al problema delle emissioni dei gas serra si è provveduto a stimare il quantitativo di anidride

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carbonica che sarebbe emessa se la stessa energia elettrica producibile dagli

aerogeneratori fosse generata da una centrale convenzionale alimentata con combustibili

fossili.

Sulla base di dati misurati da Enel S.p.A. nell’ambito dell’analisi delle prestazioni ambientali

del proprio parco termoelettrico nazionale, potrebbe ragionevolmente assumersi come dato

di calcolo delle emissioni di anidride carbonica evitate il valore di 0,7 kg CO2/kWh. Tale

dato, riferito all’intero territorio nazionale, risulterebbe peraltro sottostimato se il parco eolico

sottraesse emissioni direttamente alle centrali termoelettriche sarde, per le quali l’“emission

factor” è valutato in circa 1,0 kgCO2/kWh. Quest’ultimo scenario sarebbe evidentemente

verosimile se perdurasse l’attuale situazione di pressoché totale isolamento del sistema

elettrico regionale.

Con riferimento all’imminente scenario che prefigura un nuovo collegamento elettrico tra la

Sardegna e il Continente, le emissioni di CO2 evitate a seguito dell’entrata in esercizio del

parco eolico possono valutarsi secondo le stime riportate in Tabella 1.

Tabella 1 – Stima delle emissioni di CO2 evitate a seguito della realizzazione del parco eolico

Producibilità dell’impianto Emissioni specifiche

evitate (*)

(kgCO2/kWh)

Emissioni evitate

(tCO2/anno)

21.500.000 kWh/anno 0,7 15.050

(*) dato nazionale

Allo stesso modo, la realizzazione del parco eolico potrà determinare la sottrazione di

ulteriori emissioni atmosferiche, associate alla produzione energetica da fonte

convenzionale, responsabili del deterioramento della qualità dell’aria a livello locale, ossia di

Polveri, SO2 e NOx (Tabella 2).

Tabella 2 - Stima delle emissioni evitate a seguito della realizzazione del parco eolico con riferimento ad alcuni inquinanti atmosferici

Producibilità dell’impianto Parametro Emissioni specifiche

evitate(*)

(g/kWh)

Emissioni evitate

(t/anno)

PTS 0,04 0,86

SO2 1,0 21,5 21.500.000 kWh/anno

NOx 0,6 12,9

(*) dato nazionale

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A questo proposito, peraltro, corre l’obbligo di evidenziare come gli impatti positivi sulla

qualità dell’aria derivanti dallo sviluppo degli impianti alimentati da fonti energetiche

rinnovabili, sebbene misurati a livello locale possano ritenersi non significativi, acquistino

una rilevanza determinante se inquadrati in una strategia complessiva di riduzione

progressiva delle emissioni a livello globale, come evidenziato ed auspicato nei protocolli

internazionali di settore, recepiti dalle normative nazionali e regionali.

9.2 Effetti sui terreni e sulle acque

Gli studi geologici, geomorfologici, idrologici, idrogeologici e geotecnici preliminari,

concernenti la realizzazione del parco eolico in oggetto, hanno consentito di escludere

significative criticità di carattere prettamente ambientale, sui terreni o sulle acque, associate

alla realizzazione dell’impianto.

Dal punto di vista morfologico e geologico, i generatori eolici sono da realizzarsi su un

terreno morfologicamente e geologicamente stabile, rappresentato da una superficie

pianeggiante impostata sull’antica copertura alluvionale, ormai inattiva, costituita da ciottoli

arrotondati in una matrice limoso-argillosa arrossata. La formazione si presenta molto

addensata e costipata e quindi escavabile con difficoltà

Dal punto di vista idrologico, non si individuano criticità, dal momento che l’ubicazione delle

postazioni degli aerogeneratori ad adeguate distanze dai corsi d’acqua naturali,

rappresenta un efficace garanzia nell’ottica di minimizzare le interazioni con la preesistente

dinamica di deflusso delle acque superficiali. Le stesse opere non determinano alcuna

ostruzione al deflusso idrico, né rispetto alla naturale pendenza del terreno né rispetto al

reticolo idrografico.

Sotto il profilo dell’integrità delle risorse acquifere sotterranee, in considerazione del

carattere estremamente localizzato degli alloggiamenti delle strutture di fondazione delle

torri eoliche, consistenti in plinti a base circolare di diametro 19 metri, si può

ragionevolmente affermare che la realizzazione della centrale eolica in progetto non potrà

influenzare in modo apprezzabile l’assetto idrogeologico dell'area.

Le intrinseche caratteristiche di sicurezza ambientale degli impianti eolici, in termini di

assenza di emissioni (liquide, solide e gassose) associabili alla fase di esercizio,

rappresentano, infine, efficaci garanzie atte a scongiurare rischi di ulteriore decadimento

della qualità delle matrici terreno e acque, già pesantemente sottoposte a rilevanti pressioni

esterne nell’area vasta in esame.

9.3 Effetti sul paesaggio

I principali aspetti del progetto suscettibili di incidere sulla modifica dei preesistenti caratteri

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paesaggistici sono stati esaminati nel dettaglio all’interno di una specifica Relazione

paesaggistica allegata allo Studio di Impatto Ambientale.

Considerata la particolare tipologia di intervento, la problematica legata agli aspetti

percettivi è stata ritenuta prevalente in quanto capace di rappresentare una visione sintetica

degli effetti paesistico-ambientali.

La costruzione di un parco eolico, infatti, è intrinsecamente all’origine di significative

trasformazioni delle proprietà sceniche del contesto di intervento; ciò, in particolar modo, in

corrispondenza di territori verso i quali la popolazione attribuisce rilevanti significati di

carattere simbolico. Il cosiddetto impatto visivo, infatti, può determinare effetti diretti sulla

fruibilità delle risorse paesaggistiche, ossia sulla loro disponibilità, misurata anche in termini

di benessere collettivo.

Uno specifico paesaggio, inteso nella sua più moderna accezione, riassume differenti

percezioni in relazione al carattere estremamente soggettivo di bellezza e rarità (Shwahn,

2002) ed il suo valore è, inoltre, condizionato dall’uso della risorsa (agrario, parco pubblico,

habitat naturale). In questo senso, la percezione degli individui all’interno di una comunità

interessata dallo sviluppo di un parco eolico dipenderà dalla sua specifica scala di valori nei

riguardi degli scenari e bellezze naturali, dal livello di qualità visuale del paesaggio

interessato e nondimeno dalla generale propensione della popolazione verso la

realizzazione degli stessi impianti eolici.

I moderni aerogeneratori stanno progressivamente aumentando di dimensioni e potenza e,

conseguentemente, incrementano il loro carattere di dominanza nel paesaggio. Per contro, i

criteri di realizzazione impongono di aumentare le distanze tra le turbine eoliche,

diminuendo in tal modo la densità superficiale delle installazioni. Lo sviluppo della

tecnologia, inoltre, ha determinato dei cambiamenti nei caratteri peculiari dell’impatto

estetico-percettivo in quanto si è passati da parchi eolici caratterizzati da un’elevata densità

di macchine con alte velocità di rotazione delle pale, a centrali con macchine di dimensioni

maggiori, maggiormente distanziate e con velocità rotazionali inferiori.

Nel caso specifico, i connotati propri del contesto di intervento, marcatamente

contrassegnati dalla presenza di un’estesa area a vocazione produttiva, favoriscono

l’integrazione dell’impianto con le funzioni storicamente assegnate all’area industriale di

Cagliari. La preesistenza, in aree contigue al sito di intervento, di una centrale eolica

composta da n. 14 aerogeneratori, inoltre, contribuisce ad attenuare sensibilmente i

potenziali effetti di intrusione derivanti dall’inserimento di ulteriori n. 4 turbine eoliche. Tale

constatazione si ritiene ancor più condivisibile se si considera che il progetto, a discapito

della producibilità della centrale, ha previsto l’installazione di aerogeneratori di altezza 80

metri al mozzo (125 metri di altezza complessiva) a fronte della disponibilità commerciale

di aerogeneratori di pari potenza con altezza al mozzo superiore a 100 metri. Ciò al fine di

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migliorare le condizioni di inserimento visivo delle nuove turbine all’interno di un contesto

interessato dalla presenza di macchine eoliche con altezza complessiva di circa 105 metri.

Le caratteristiche realizzative dell’opera (insistente su un unico lotto), la destinazione

urbanistica delle aree e le favorevoli condizioni di accessibilità sono tali da escludere effetti

di suddivisione a carico di sistemi insediativi o a vocazione agricola.

La Figura 5 illustra, in formato opportunamente ridotto, una mappa atta a rappresentare le

condizioni di potenziale visibilità dell’impianto. Nella mappa sono distinte con colorazione

differente le varie classi di visibilità in funzione del numero di aerogeneratori effettivamente

percepibili dalla specifica località considerata.

Sulla base delle elaborazioni condotte, risulterebbero maggiormente esposti alla visione

potenziale delle turbine eoliche i centri urbani più prossimi all’area industriale di Cagliari

(Capoterra, Uta, Assemini, Elmas, Villaspeciosa). In realtà, alla luce dei sopralluoghi

eseguiti, le condizioni di visibilità, in tali ambiti, risultano frequentemente precluse per effetto

di numerosi ostacoli che si frappongono agli occhi di un potenziale osservatore,

prevalentemente riconducibili ad alberature, edificato diffuso, infrastrutture stradali,

arginature. In linea generale, peraltro, tutti i predetti centri abitati (ad eccezione di

Capoterra) si trovano ad una distanza mediamente superiore ai 5 km dall’impianto, cosicché

è da escludere che lo stesso possa rappresentare un elemento dominante del paesaggio.

Più favorevoli condizioni di visibilità si riscontrano, viceversa, in corrispondenza della zona

litoranea a sud dell’area industriale di Cagliari, che interessa il compendio saliniero

Contivecchi e la Laguna di Santa Gilla, nonché il principale asse viario della zona (SS 195).

Anche in questo caso, peraltro, corre l’obbligo di rimarcare come le distanze dall’impianto,

generalmente superiori ai 5 km, contribuiscano ad attenuare notevolmente i potenziali effetti

di intrusione visiva delle opere.

Limitate condizioni di visibilità, anche in rapporto alle maggiori distanze dei potenziali punti

di osservazione (mediamente superiori ai 10 km), vanno segnalate con riferimento ai punti

morfologicamente più elevati del versante occidentale del centro urbano di Cagliari.

Le analisi condotte nello Studio, inoltre, evidenziano chiaramente come le porzioni di

territorio da cui potrebbe percepirsi la presenza del parco eolico in progetto coincidano, con

buona approssimazione, con le corrispondenti riferite al parco eolico esistente, attestando

che il bacino di potenziale visibilità delle installazioni eoliche non si modifica

significativamente rispetto alla situazione ex ante, per effetto dell’introduzione dei proposti

n. 4 aerogeneratori. In definitiva, le elaborazioni condotte portano a ritenere che laddove si

percepisce attualmente la presenza dell’esistente impianto, verosimilmente potrà

apprezzarsi anche la visione dell’impianto eolico in progetto. Allo stesso modo, negli ambiti

entro i quali, con buona approssimazione, l’esistente impianto eolico non sarà visibile è

ragionevolmente da ritenere che non si percepirà neanche l’impianto in progetto.

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Nell’ottica di fornire un quadro sufficientemente rappresentativo delle possibili condizioni di

percepibilità dell’impianto, all’interno dello Studio sono state elaborate alcune simulazioni

fotografiche riferite a dieci diversi punti di osservazione. Nel seguito si riportano quelle più

rappresentative.

A fronte del rischio di potenziali effetti dell’opera sulla qualità paesaggistica, il progetto

sottende alcuni accorgimenti o misure realizzative volte al contenimento degli impatti, di

seguito sinteticamente illustrati.

La localizzazione del progetto entro un’area espressamente destinata, dalla pianificazione

urbanistica e paesaggistica, ad ospitare centrali per la produzione di energia da fonte eolica

rappresenta il principale presupposto per assicurare un armonico inserimento dell’impianto

all’interno del contesto ambientale che lo deve accogliere.

La preesistenza di un ulteriore parco eolico in prossimità delle aree di intervento

contribuisce a rendere scarsamente apprezzabili, inoltre, gli inevitabili effetti di alterazione

del quadro percettivo.

L’evoluzione della tecnologia delle turbine eoliche, che ha portato alla produzione di

aerogeneratori progressivamente più grandi e potenti, ha comportato, inoltre, la necessità di

assicurare maggiori interdistanze tra le macchine eoliche per evitare il fenomeno

dell’interferenza aerodinamica tra le stesse. Nel caso di campi eolici ubicati in siti con venti

multidirezionali (come nel caso in esame), la distanza raccomandata è pari a diversi

diametri del rotore. Tale accorgimento presenta il vantaggio di evitare il cosiddetto “effetto

selva” a cui si associano impatti negativi sulla percezione estetica dell’impianto e

sull’avifauna. Le distanze raccomandate, peraltro, non vengono ulteriormente incrementate

da fasce di sicurezza, in quanto né a livello nazionale né internazionale si è ritenuto

necessario prescrivere misure di questo tipo.

Un ulteriore elemento favorevole al contenimento dell’impatto visivo è rappresentato dalla

cura nella scelta del design delle macchine. Negli ultimi anni i costruttori di aerogeneratori

hanno tenuto in debita considerazione l’estetica dei loro prodotti, ponendo particolare

attenzione alla valutazione di forma e colore delle componenti principali delle macchine, in

associazione all’uso di opportuni materiali per evitare effetti di riflessione della luce da parte

delle superfici metalliche.

D’altro canto, le aree non occupate direttamente dalle macchine conserveranno le attuali

destinazioni d’uso e, nelle stesse, sarà assicurata la possibilità di sfruttamento a fini

industriali/produttivi, in accordo con quanto previsto dagli accordi intercorsi tra il proponente

ed il CACIP.

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Si ritiene opportuno evidenziare, a tale proposito, come i principali effetti paesistici indotti

dalla realizzazione del parco eolico assumano carattere di reversibilità in quanto l’area di

sedime dell’impianto potrà essere adeguatamente ripristinata al termine del suo esercizio;

allo stesso modo, al termine delle fasi di cantiere, potranno essere recuperate, almeno, in

parte le aree asservite alle lavorazioni di assemblaggio degli aerogeneratori. A tale

proposito, il progetto ha previsto specifici interventi di rinverdimento, calibrati in relazione

alle caratteristiche dei suoli interessati in funzione delle informazioni scaturite dall’analisi

geobotanica.

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Figura 5 – Mappa di intervisibilità teorica del parco eolico esistente e di quello in progetto. Risultano colorate le aree da cui il parco eolico potrebbe teoricamente essere visibile

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Figura 6 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla Strada Dorsale Consortile CACIP in prossimità della loc. Contoniosa (gli aerogeneratori in progetto sono visibili in secondo piano)

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Figura 7 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla ex “strada Contivecchi”

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Figura 8 – Fotosimulazione dell’intervento con ripresa dalla stazione ferroviaria di Elmas

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9.4 Effetti sulla vegetazione

Per quanto osservato e rilevato sul campo, la copertura vegetale dell'area non presenta un

particolare pregio floristico e vegetazionale tale da richiedere, per i soli aspetti

vegetazionali, una revisione progettuale. Trattasi di un’ampia area aperta, prevalentemente

adibita a coltivazioni erbacee (seminativi a rotazione) utilizzate per il pascolo ovino e/o

bovino.

Esulando dal gradevole effetto cromatico conferito al paesaggio da parte della vegetazione

erbacea in habitus primaverile, si rileva la completa mancanza nell'area di intervento di

specie di interesse comunitario o di particolare pregio naturalistico (endemismi, specie rare

o di interesse biogeografico).

Analogamente, per la temporaneità delle formazioni erbacee esaminate, causata dagli

utilizzi agricoli pregressi, allo stato attuale non risulta identificabile alcuna associazione

floristica tipica e ben espressa tale da consentire l'identificazione di habitat di interesse

comunitario riconducibili a quelli presenti nei SIC vicini all'area esaminata.

Gli impatti attesi sono direttamente correlati alla sottrazione permanente di suolo agricolo e

di vegetazione nei punti di installazione degli aerogeneratori e alla sottrazione temporanea

nelle aree di cantiere e di pertinenza delle nuove piste in progetto.

Gli impatti saranno a carico soprattutto della componente floristica di tipo ruderale, originata

dall'abbandono temporaneo dei coltivi e, in misura minore, a carico degli impianti artificiali

ad eucalipto.

9.5 Effetti sulla fauna

Lo studio ha preso in esame le caratteristiche faunistiche presenti sia nell’area direttamente

interessata dalla realizzazione dell’opera che in una porzione di territorio circostante; ciò al

fine di valutare eventuali impatti a carico della componente faunistica che caratterizza l’area

vasta.

Dal punto di vista dell’interesse conservazionistico, riconosciuto con la presenza di aree

oggetto di particolare tutela, si è potuto constatare che l’area d’indagine è esterna ad ogni

tipologia di zona tutelata secondo la normativa vigente europea, nazionale e regionale. Al

contrario all’esterno dell’area d’indagine sono state individuate diverse zone oggetto di

salvaguardia; tuttavia le specie che ne hanno determinato l’istituzione, considerata

l’ubicazione e le distanze, non interagiscono negativamente con la fase di realizzazione e di

esercizio dell’opera, fatta eccezione, potenzialmente, per la componente avifaunistica

migratrice. Si evidenzia infatti che, in generale, l’area industriale di Macchiareddu è

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adiacente alla zona umida di Santa Gilla e Stagni di Capoterra; tali aree costituiscono il

punto di passaggio di avifauna in migrazione verso i quartieri di svernamento in Africa ma

rappresentano anche siti di sosta (svernamento) per numerose specie di uccelli legati ad

ambienti acquatici.

Il profilo faunistico dell’area oggetto di indagine è certamente condizionato dalla intensa e

diffusa presenza di attività umane legate sostanzialmente ai settori produttivi zootecnico,

agricolo ed industriale. Il risultato pertanto è la formazione di ambienti omogenei e poco

diversificati dal punto di vista naturale; questa condizione favorisce la presenza di specie

tolleranti alla presenza umana e opportuniste nello sfruttare le risorse trofiche presenti negli

ambienti di cui sopra.

Complessivamente si può ritenere che l’impatto, in assenza di opportune misure di gestione

del parco eolico, possa risultare potenzialmente significativo e di carattere medio-alto sulla

sola componente avifaunistica locale e sui mammiferi volanti presenti all’interno dell’area di

indagine.

Per quanto espresso sopra, al fine di contenere adeguatamente i potenziali effetti del parco

eolico sulle suddette specie, le analisi condotte hanno suggerito di mettere in atto le

seguenti misure di mitigazione:

1. preventivamente all’esercizio del parco eolico, approfondimento delle conoscenze circa

la presenza di specie di cui non è stato finora possibile eseguirne l’accertamento

(presenza/assenza rapaci notturni e chirotteri);

2. predisposizione ed attuazione di un piano di monitoraggio in fase di esercizio volto alla

verifica dell’impatto da collisione sulle specie di avifauna e sui mammiferi volanti.

9.6 Effetti sotto il profilo socio-economico

Come noto la realizzazione dei parchi eolici, così come degli impianti energetici da fonte

solare, trattandosi realtà produttive che non richiedono la presenza di personale a presidio

delle centrali, non determina generalmente apprezzabili ricadute positive in termini di nuova

occupazione locale.

Per contro, così come esplicitato nella premessa generale al presente SIA (cfr. Elaborato

S0), la realizzazione di impianti per la produzione energetica da fonte rinnovabile configura

numerosi benefici economici indiretti a livello sovralocale e locale che conseguono ai c.d.

“costi esterni” evitati per effetto della mancata produzione energetica da fonti convenzionali.

La quantificazione approssimativa di tali costi esterni è stata condotta, tra gli altri,

nell’ambito di un progetto pluriennale condotto dalla Commissione Europea denominato

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ExternE. Tutti gli studi condotti in tal senso, trattandosi di una materia estremamente

complessa, per dichiarata ammissione dei loro estensori, sono necessariamente incompleti

e parziali, semplicemente perché il grado di conoscenza dei singoli danni è insufficiente e

soprattutto la catena delle loro interconnessioni con l’ambiente è quasi del tutto

sconosciuta. Il grande lavoro fatto nei decenni trascorsi ha portato al risultato che la stima

economica di un certo danno è spesso molto diversa a seconda dello studio che l’ha

prodotta. Su una cosa, tuttavia, tutti gli studi concordano: che i valori ottenuti sono tutti

approssimati per difetto e che occorre procedere a ulteriori approfondimenti mano a mano

che la conoscenza della catena dei danni diviene migliore.

Un aspetto importante di qualunque analisi delle esternalità ambientali associate alle fasi di

produzione dell’energia elettrica è quello di individuare le attività correlate che possono

determinare impatti sull’ambiente. In quest’ottica, gli impatti conseguenti alla produzione

energetica non sono unicamente quelli associati al ciclo produttivo ma anche quelli derivanti

dall’intera filiera di produzione e distribuzione. In questo senso, tra i costi ambientali non

monetizzati nel costo del kWh di energia prodotta, andrebbero annoverati, solo per citarne

alcuni, i costi sociali per incidenti e malattie ed i danni a gli ecosistemi conseguenti alle

piogge acide, all’aumento di temperatura globale, alle variazioni nel regime delle

precipitazioni, all’aumento degli uragani, alla perdità di biodiversità.

Con tali presupposti, alla luce delle informazioni disponibili sull’argomento, sulla base delle

stime di producibilità ipotizzate per l’impianto in progetto, pari a 21 GWh/anno (21 milioni di

chilowattora all’anno), può estrapolarsi un ammontare annuo dei costi esterni evitati pari a

2.150.000 €/anno per effetto della proposta realizzazione del parco eolico.

A livello locale, a fronte del canone di locazione dei terreni corrisposto al CACIP dalla

società Cascate e Cateratte S.r.l. (commisurato all’energia prodotta dall’impianto), i riflessi

economici e sociali del progetto si possono tradurre, prevalentemente, in termini di

consolidamento delle funzioni di supporto allo sviluppo economico-produttivo svolte da

detto Consorzio. Tali servizi, per statuto costitutivo del CACIP, si traducono, tra gli altri, in:

− progettazione e realizzazione di opere di urbanizzazione, infrastrutture e servizi, nonché

di spazi pubblici destinati ad attività collettive;

− realizzazione e gestione di impianti comuni per la fornitura di servizi.

D’altro canto, considerata la trascurabile interferenza delle opere con le attività agricole

esercitate nel territorio in esame e l’opportuna distanza degli aerogeneratori rispetto ai

settori maggiormente interessati dalla fruizione turistica (concentrati nel tratto costiero del

territorio in studio nonché nei siti di maggiore valore naturalistico), si può ragionevolmente

ritenere che la realizzazione del progetto non possa determinare effetti negativi apprezzabili

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sulla consistenza delle risorse del comparto agroalimentare e turistico.

9.7 Effetti sulla salute pubblica

La presenza di un impianto eolico non origina rischi apprezzabili per la salute pubblica; al

contrario, su scala globale, lo stesso determina effetti positivi in termini di contributo alla

riduzione delle emissioni di inquinanti, tipiche delle centrali a combustibile fossile, e dei gas-

serra in particolare.

Per quanto riguarda il rischio elettrico, gli aerogeneratori saranno progettati ed installati

secondo criteri e norme standard di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la

realizzazione delle reti di messa a terra delle strutture e componenti metallici.

In accordo con le disposizioni impartite dal CACIP, l’accesso all’impianto eolico sarà

precluso da una recinzione; l’accesso alla stazione di trasformazione MT/AT sarà anch’esso

interdetto e monitorato da efficaci sistemi antintrusione.

Anche le vie cavo interne ed esterne all’impianto (per comando/segnalazione e per il

trasporto dell’energia prodotta dalle macchine) saranno posate secondo le modalità valide

per le reti di distribuzione urbana e seguiranno percorsi interrati, disposti lungo o ai margini

della viabilità.

Per quanto attiene alle emissioni acustiche ed alla presenza di campi elettromagnetici,

come argomentato nello SIA, possono ragionevolmente escludersi rischi concreti per la

salute pubblica. Analoghe considerazioni possono formularsi in relazione ai potenziali

disturbi esercitati dal tremolio dell’ombra prodotta dal movimento dei rotori. Ciò, soprattutto,

in ragione dell’assenza di recettori sensibili (civili abitazioni) in prossimità dell’impianto.

In rapporto alla sicurezza del volo a bassa quota degli aeromobili civili e militari, anche in

questo caso, verrà fatta istanza alle autorità competenti (Regione Aerea, ENAV, ENAC,

ecc.) per concordare le più efficaci misure di segnalazione (luci intermittenti o colorazioni

particolari, ad esempio bande rosse e bianche, etc.) secondo quanto previsto dalla

normativa vigente.

9.8 Emissioni di rumore

Il campo sonoro determinato dal solo funzionamento degli aerogeneratori è di intensità

contenuta.

Per quanto riguarda i valori limite di rumore imposti dalla normativa vigente, questi risultano

rispettati con ampio margine, sia nel periodo diurno che nel periodo notturno.

Alla luce dei risultati ottenuti, pertanto, l’impatto acustico dei quattro aerogeneratori previsti

dal progetto in esame può essere ritenuto accettabile.

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9.9 Produzione di rifiuti

La costruzione e l’esercizio di un parco eolico non determina significative produzioni di

rifiuti. Peraltro, considerato il particolare contesto di intervento, caratterizzato da locali

situazioni di inquinamento ambientale, una particolare attenzione dovrà essere posta alla

gestione delle terre da scavo (la cui produzione sarà comunque modesta).

Accanto alle suddette categorie di rifiuti, si stima la produzione di ulteriori quantitativi di

residui, caratteristici dell’esercizio dei comuni cantieri edili.

Per quanto riguarda l’aspetto ambientale in questione non si ritiene di dover prevedere

particolari misure di mitigazione, ulteriori rispetto alle normali pratiche di buona gestione dei

rifiuti stabilite dalla normativa vigente.

Al termine delle attività di costruzione, inoltre, l’impresa incaricata dovrà attivarsi per

rimuovere ed avviare a smaltimento e/o a recupero tutti i materiali di scarto prodotti e

temporaneamente accumulati in loco.

9.10 Viabilità e traffico

Gli effetti sul sistema dei trasporti rappresentano generalmente un aspetto ambientale non

trascurabile nell’ambito della fase di realizzazione di un parco eolico, soprattutto, in

relazione alla tipologia dei mezzi coinvolti, comportanti la pianificazione di trasporti

eccezionali.

Il principale impatto potenziale si riferisce agli effetti indotti dal movimento di automezzi di

cantiere sul traffico veicolare transitante sulle strade ordinarie (strade statali, provinciali, e

comunali). Tale impatto può essere definito come il grado di disagio percepito dagli

automobilisti fruitori nella viabilità ordinaria per effetto della quota dei veicoli pesanti

transitanti durante le fasi di cantiere.

Relativamente al caso specifico, gli impatti delle fasi di trasporto della componentistica degli

aerogeneratori, se opportunamente pianificate, potranno risultare verosimilmente contenuti

in relazione alla prossimità delle previste installazioni eoliche alle principali infrastrutture

portuali di Cagliari (Porto Canale e Porto Commerciale), presso le quali è ragionevole

prevedere che avverrà lo sbarco della componentistica degli aerogeneratori.

Rimandando all’esame del quadro di riferimento progettuale per la stima dei volumi di

traffico prevedibili, si ritiene comunque che gli effetti derivanti dal movimento di automezzi

sulle ordinarie condizioni di traffico possano ritenersi nel complesso accettabili in ragione

delle seguenti considerazioni:

− nell’ipotesi che lo sbarco della componentistica avvenga presso il Porto Canale, il

tragitto più probabile avrebbe una lunghezza di soli 13 km (4 km circa lungo la S.S. 195,

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4,7 km lungo l’ex Strada Contivecchi - S.P. 92 e 4,4 km circa lungo la viabilità CASIC-2°

Strada Est e Ovest), assicurando tempi di transito e, conseguentemente, disturbi

associati estremamente ridotti. Qualora detto punto di sbarco coincidesse con il Porto

Commerciale di Cagliari il tragitto avrebbe una lunghezza di circa 14,5 km e, superato il

breve tratto in uscita dal Capoluogo, seguirebbe il medesimo percorso precedentemente

descritto;

− il posizionamento delle infrastrutture portuali di Cagliari in prossimità delle principali

arterie stradali di comunicazione (tra cui la SS 195) non determina l’esigenza di

procedere all’attraversamento di estesi tratti di percorso, interni al centro abitato di

Cagliari.

Figura 9 – Ipotesi di percorso dei trasporti speciali nell’eventualità che lo sbarco della componentisca degli aerogeneratori avvenga nel Porto Canale o nel Porto Commerciale di Cagliari

Relativamente ai trasporti associati al conferimento presso le aree di cantiere dei materiali

edili (in prevalenza inerti), considerata la prevista estensione temporale del cantiere (pari a

circa 4 mesi) può ragionevolmente ritenersi che il numero di passaggi stimato (600 circa in

totale) potrà essere sufficientemente diluito entro un arco temporale di 80 giorni circa,

determinando un incremento di passaggi giornalieri senz’altro irrilevante, considerata la

vocazione produttiva del settore di Macchiareddu.

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Per quanto sopra, in ragione delle opportune misure di mitigazione attuabili (campagne

informative, regolazione dei trasporti speciali nelle ore notturne, ecc.), è da ritenere che

l’impatto derivante dalla costruzione del parco eolico, a carico della componente viabilità e

traffico, risulterà, mediamente, di intensità trascurabile, o al più leggermente negativo in

concomitanza con il passaggio dei mezzi speciali di trasporto della componentistica degli

aerogeneratori.

9.11 Campi elettromagnetici

Gli impianti eolici, essendo caratterizzati dall’esercizio di elementi per la produzione ed il

trasporto di energia elettrica, determinano l’emissione di campi elettromagnetici.

L’assenza di recettori sensibili in prossimità delle aree interessate dall’installazione delle

macchine eoliche, della stazione di trasformazione MT/AT e dei cavidotti di vettoriamento

dell’energia elettrica prodotta consentono di escludere apprezzabili effetti sotto il profilo del

fattore di impatto in questione.

I cavidotti in progetto, in particolare, essendo interrati a circa 1÷1,5 metri sotto piano

campagna, risultano schermati dal terreno. I valori del campo magnetico previsti in tali

condizioni risultano estremamente contenuti se paragonati con il valore di attenzione

stabilito dalla normativa vigente per la protezione dai possibili effetti a lungo termine

derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici.

Per quanto sopra possono ragionevolmente escludersi, sulla base delle attuali conoscenze

e degli attuali standard normativi, effetti dovuti a campi elettromagnetici sull’ambiente o

sulla popolazione derivanti dalla realizzazione dell’opera.

Si sottolinea inoltre che la gestione dell’impianto non prevede la presenza di personale a

presidio dell’impianto durante l’esercizio ordinario.