Assessorato alla Pesca I Pesci d’Acqua Dolce · sionati: attualmente sono infatti oltre 25.000 i...

116
Provincia di Padova Assessorato alla Pesca I P esci d’ A cqua D olce 2004

Transcript of Assessorato alla Pesca I Pesci d’Acqua Dolce · sionati: attualmente sono infatti oltre 25.000 i...

Provincia di PadovaAssessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce

2004

I p

esci

d’a

cqu

a d

olce

del

la P

rovi

nci

a d

i P

adov

a

Provincia di PadovaAssessorato alla Pesca 2004

stampato su carta libera da cloro

Finito di stampare:Ia Ristampa Gennaio 2004

progetto grafico & stampa: La Grafica Faggian s.r.l. / Campodarsego (PD)

Provincia di PadovaAssessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce

Paolo Turin

Ristampa aggiornata

2

3

PRESENTAZIONE

Il grande successo incontrato presso i pescatori e la cittadinanza da parte di questo libro e le numerose richieste cha ancora giun-gono al Servizio Pesca hanno reso necessaria questa ristampa aggiornata del volume in una nuova versione integrata anche coni dati sulla distribuzione della fauna ittica emersi dalle indagini svolte nell’ambito della redazione della nuova Carta Ittica pro-vinciale.

La Provincia di Padova è un territorio ricco di acque dove la pratica della pesca interessa un numero sempre maggiore di appas-sionati: attualmente sono infatti oltre 25.000 i padovani in possesso di licenza o autorizzazione di pesca in corso di validità.

Oltre ai pescatori residenti in provincia che frequentano abitualmente le nostre acque se ne aggiungono inoltre molti altri pro-venienti dalle regioni e dalle province vicine, segno inequivocabile dell’appetibilità alieutica delle nostre acque.

Carpe, tinche, lucci, persici reali, barbi, cavedani e trote, tanto per citare le principali specie, sono infatti le prede che si posso-no pescare con buona abbondanza nei nostri corsi d’acqua.

Questo risultato è un motivo di grande soddisfazione per l’Amministrazione Provinciale che vede in questo modo riconosciutoil proprio impegno per la tutela della pratica della pesca sportiva e per il costante ripopolamento delle acque provinciali opera-to con specie pregiate autoctone.

Il quadro sostanzialmente positivo delle nostre acque non è quindi frutto di improvvisazione, ma è il risultato di una accorta pro-grammazione e dei costanti interventi di vigilanza e controllo che la Provincia effettua con il sostanziale apporto delleAssociazioni di categoria dei Pescatori Sportivi.

Di questo ampio progetto fa parte anche il presente manuale, che con le sue schede fotografiche e descrittive è un mezzo velo-ce e diretto per divulgare le caratteristiche dei principali pesci che popolano le nostre acque. Queste conoscenze si rendono fon-damentali per chiunque si accosti alla disciplina della pesca, affinchè egli possa agire sempre nel rispetto delle risorse ittiche edambientali, che sono un patrimonio prezioso per tutta la nostra comunità.

Il Presidentedr. Vittorio Casarin

L’Assessore Provinciale alla Pescadr. Leonardo Martinello

4

Provincia di PadovaSettore Ambiente - Caccia e PescaUfficio PescaPiazza Bardella, 335129 PadovaTelefono: 049/8201016Fax: 049/8201028www.provincia.padova.it

Realizzazione scientifica: Dr. Paolo TurinCoordinamento organizzativo: Dr. Livio Baracco - Sig.raMaria Santina MazzettoFoto: GIANFRANCO GIUDICE©; Archivio Provincia diPadova Progetto grafico e stampa: La Grafica Faggian - Padova

Si ringraziano per la collaborazione:

Dr. Emanuela FasolatoSig.ra Luigina Spolaore Dr. Elena Bassan Provincia di Padova - Ufficio Pesca

Il Comandante Nicola ModicaIl Vicecomandante Adriano Scapolotutti gli agenti e gli ispettori delCorpo di Polizia Provinciale

Associazioni di Pesca Sportiva:F.I.P.SA.S. -Sezione Provinciale di PadovaLA SORGENTE s.m.p.s. - CittadellaMUSON VECCHIO g.p.s. - LoreggiaENALPESCA - Sezione Provinciale di PadovaSPINNING CLUB ITALIA - Sezione Provinciale di PadovaLIBERA PESCA - Sezione Provinciale di PadovaITALPESCA - Sezione Provinciale di Padova

Pescatori di professione:Cooperativa fra pescatori "RAMPIN RAINIERI"

In particolare si ringraziano per l'attiva partecipazione alleoperazioni di campionamento ittico e di raccolta dati:Sergio Valle, Loris Ometto, Elio Comin, Angelo Ferronato,Fiorenzo De Tranquilli (La Sorgente s.m.p.s.)Francesco Galanti Grollo, Leonida Veronese, Adriano Bernardi (Fipsas - Padova)Sergio Favaro (Muson Vecchio g.p.s.)Silvio Smania (Spinning Club Italia)Gaetano Tiozzo (Coop. Rampin Rainieri)

Si ringrazia infine la dr. Rita Tosini per la collaborazione alla rilettura dei testi.

©E' vietata la riproduzione di testi e foto senza preventivaautorizzazione scritta della Provincia di Padova e degli autori.

PRESENTAZIONE Pag. 3I PESCI D’ACQUA DOLCE NELLA PROVINCIA DI PADOVA “ 8TROTA FARIO “ 12TROTA MARMORATA “ 14TROTA IRIDEA “ 16SALMERINO DI FONTANA “ 18TEMOLO “ 20TRIOTTO “ 22PIGO “ 24CAVEDANO “ 26SANGUINEROLA “ 28TINCA “ 30SCARDOLA “ 32ALBORELLA “ 34LASCA “ 36SAVETTA “ 38GOBIONE “ 40BARBO COMUNE “ 42BARBO CANINO “ 44CARASSIO “ 46

5

INDICE

6

CARPA Pag. 48AMUR, CARPA ERBIVORA “ 50TOLSTOLOBIK, CARPA ARGENTATA “ 52PSEUDORASBORA “ 54RODEO “ 56GARDON “ 58ABRAMIDE “ 60LUCCIO “ 62PESCE GATTO “ 64PESCE GATTO PUNTEGGIATO “ 66PESCE GATTO AFRICANO “ 68SILURO “ 70LUCIOPERCA “ 72PERSICO REALE “ 74PERSICO SOLE “ 76PERSICO TROTA “ 78SCAZZONE “ 80GHIOZZO PADANO “ 82PANZAROLO “ 84GHIOZZETTO DI LAGUNA “ 86COBITE COMUNE “ 88COBITE MASCHERATO “ 90COBITE BARBATELLO “ 92

7

ANGUILLA “ 94SPINARELLO “ 96GAMBUSIA “ 98PASSERA DI MARE “ 100CEFALO “ 102STORIONE COBICE “ 104CHEPPIA “ 106LAMPREDA PADANA “ 108

BIBLIOGRAFIA “ 110

8

I Pesci d’acqua dolce nella Provincia di PadovaNelle acque dolci della provincia di Padova sono attualmente presenti, con certezza, 56 specie appartenenti a 20 famiglie diPesci alle quali si aggiunge 1 famiglia di Ciclostomi, ovvero le Lamprede. E’ inoltre possibile, ma non accertata in tempi recenti, la presenza di altre 2 specie di Acipenseridi e 1 di Petromizontidi. Nelle righe seguenti viene proposto un quadro riassuntivo di tutte le specie presenti nelle acque provinciali che nella secondaparte del libro verranno poi descritte ed illustrate in dettaglio.

SALMONIDIFra le trote sono presenti 2 specie autoctone, Trota fario, Trota marmorata e 1 specie alloctona: Trota iridea; fra i salmerini èpresente la sola specie alloctona Salmerino di fonte.In questa famiglia entra inoltre a far parte un altro pesce assai pregiato: il Temolo.

ESOCIDIL’unico rappresentante di questa famiglia presente nelle acque padovane è il Luccio.

CIPRINIDII Ciprinidi sono presenti con numerose specie quali Triotto, Pigo, Cavedano, Sanguinerola, Tinca, Scardola, Alborella, Lasca,Savetta, Gobione, Barbo comune e Barbo canino per quanto riguarda le specie autoctone; sono numerose anche le speciealloctone fra cui troviamo, invece, Carassio, Carassio dorato, Carpa, Carpa erbivora, Tolstolobik, Pseudorasbora, Rodeo,Abramide e Rutilo.

COBITIDII cobitidi sono presenti con 2 specie autoctone: Cobite comune, e Cobite mascherato.

HOMALOPTERIDIGli Homolopteridi sono presenti con il Cobite barbatello.

9

ICTALURIDIDi questa famiglia sono presenti 2 specie tutte alloctone: Pesce gatto, Pesce gatto americano.

CLARIDII Claridi sono presenti con 1 specie: Pesce gatto africano.

SILURIDIDi questa famiglia è presente 1 sola specie alloctona: il Siluro

ANGUILLIDINelle acque padovane si trova solamente la specie europea nota semplicemente come Anguilla.

GASTEROSTEIDIE’ presente una sola specie autoctona: lo Spinarello.

PECILIDINelle acque padovane si rinviene 1 sola specie alloctona appartenente a questa famiglia: la Gambusia.

PERCIDIAppartenente a questa famiglia si trova 1 sola specie autoctona: il Persico reale e 1 allocitano: il lucioperca.

CENTRARCHIDIDi questa famiglia sono presenti 2 specie alloctone: il Persico sole e il Persico trota.

GOBIDIDi questa famiglia si trovano 3 specie autoctone: Ghiozzo, Panzarolo, e Ghiozzetto di laguna.

COTTIDIIn provincia di Padova, tra i Cottidi troviamo 1 sola specie: lo Scazzone.

10

PLEURONETTIDINelle acque dolci padovane si riscontra solo la Passera di mare.

CLUPEIDIE’ presente una sola specie: la Cheppia

MUGILIDIAlla famiglia dei Mugilidi appartengono tutte quelle specie comunemente conosciute con il termine generico di cefalo; le spe-cie presenti sono invece ben 5: Volpina, Muggine dorato, Bosega, Muggine calamita e Muggine musino.

ACIPENSERIDINelle acque della provincia di Padova è presente con certezza solo 1 specie appartenente a questa famiglia: lo Storione cobice.All’inizio del secolo venivano segnalate altre due specie di Acipenseridi, lo Storione comune e lo Storione ladano, che oggipossono oramai considerarsi scomparsi dalle nostre acque.

CICLIDII Ciclidi sono presenti nelle acque provinciali con 1 specie: la tilapia del nilo Oreochromis niloticus. Si tratta di una acquisi-zione molto recente per il territorio padovano dove la tilapia è attualmente insediata con popolazioni strutturate e riproduttivein alcune acque della zona termale dove ha trovato le condizioni idonee per svilupparsi.

PETROMIZONTIDIE’ presente con certezza solo 1 specie di questa famiglia: la Lampreda padana, autoctona. E’ inoltre possibile la presenza dellaLampreda di mare specie migratrice anadroma che risale dal mare per venirsi a riprodurrenelle acque dolci. Le ultime segnalazioni, però, risalgono a circa 10 anni fa.

Nella foto:il fiume Brenta

a Grantorto

11

TROTA FARIOSalmo (trutta) truttaNome dialettale: fario, trutta

La trota fario è la tipica trota di torrente, agile,veloce, con corpo allungato e compresso late-ralmente e una colorazione molto variabile,strettamente dipendente dall'ambiente in cuivive; il dorso di solito è scuro, i fianchi pos-sono essere bruni, argentei, giallastri, grigiornati da un gran numero di macchie, più omeno grosse, di colore nere o rosso o arancio.Originariamente la fario era la tipica abitatri-ce dei ruscelli montani dove si puo' rinvenireanche oltre i 2000 m di altitudine; i continuiripopolamenti effettuati dall'uomo hanno tut-tavia contribuito a diffondere questo salmoni-de in altre tipologie di acque, fra cui quellepedemontane e delle risorgive, dove la tempe-ratura massima non superi troppo frequente-mente i 18° C.Si tratta di un animale piuttosto timido, cheama sostare al riparo di massi o lungo lesponde fra rami sommersi od in anfratti,uscendo in corrente solo per cacciare.E' una specie territoriale ed ogni individuodifende con accanimento il proprio territorio.E’ questo il motivo per cui i ripopolamentinon sortiscono spesso grandi risultati se effet-tuati in zone già sufficientemente popolate.

L'immissione di materiale da ripopolamento,della più svariata provenienza, ha peraltrocomportato un completo rimescolamentodelle caratteristiche genotipiche e fenotipichedel ceppo originario delle nostre acque.L'alimentazione è varia e comprende macro-benthos (tricotteri ed efemerotteri soprattutto)ma anche insetti adulti che la fario cattura conbalzi al di fuori dell'acqua. Fanno parte della dieta anche piccoli pesci edavannotti, della propria specie o di altre spe-cie, ma in misura minore rispetto alla trotamarmorata. Il periodo riproduttivo è in generecompreso fra Novembre e Gennaio.

Distribuzione: la trota, è presente principal-mente nella parte settentrionale della provin-cia, in particolare nella fascia delle risorgive.È comunque presente anche nell’asta princi-pale del Brenta, del Bacchiglione, dove sispinge con regolarità fino a Padova, nellaBrentella, nell’Adige e talvolta anche nelFrassine.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V

a l l e M i l l e c a m p i

22 cm.

Periodo di divieto dipesca: dall’ultimo lune-dì di settembre al 1°sabato di marzo

Distribuzione

12

TROTA FARIO

13

SALMONIDI

TROTA MARMORATASalmo (trutta) marmoratusNome dialettale: marmorata, brentarola

La marmorata è un salmonide dal caratteristi-co colore di fondo grigio-marrone ornato daevidenti marmoreggiature variegate, irregola-ri, in genere di colore più scuro rispetto alresto del corpo, unite con una continuitàche tende a risolversi talvolta in macchiescure solo ai margini inferiori dei fianchi,sul pre-opercolo e talvolta sul capo; lapinna dorsale presenta spesso una macchietta-tura nera. L'accrescimento è di regola più rapido chenon per la trota fario e la specie può raggiun-gere una lunghezza superiore a 140 cm e pesosuperiore ai 22 kg.Si ibrida con relativa facilità con la trota fariodando origine ad individui ibridi che pre-sentano marmoreggiature discontinue,frammiste a punti neri o rossi, in una vastis-sima serie di combinazioni.E’ una specie tipica del bacino padano chetende a sostituire la fario nelle zone vocazio-nali di bassa e media altitudine; si rinvienepreferenzialmente nei tratti ritrali anche senon disdegna qualche "puntata" in zone deci-samente potamali.Predilige le acque discretamente profonde enon troppo mosse, dove si trova con faci-lità nelle buche o vicino ai nascondigli

costituiti da grossi massi o dalle asperità delle sponde. L'alimentazione è costituitaprevalentemente da macroinvertebrati bento-nici, soprattutto tricotteri ed anfipodi, ma sinota una notevole tendenza all'ittiofagia conl'aumentare della taglia dei soggetti.Il periodo riproduttivo è concentrato fra la

seconda metà del mese di Novembre e laprima quindicina di Dicembre. Per le caratteristiche biologiche appenadescritte è una specie particolarmenteminacciata da tutte le operazioni di mano-missione o di alterazione degli alvei deifiumi, che comportano l'alterazione o piùspesso la distruzione delle aree di frega e dirifugio.Questa specie ha risentito inoltre in manieranegativa delle massicce immissioni di trotefario operate in questi ultimi decenni, con ilrisultato di un'alta percentuale di ibridazioniche ne hanno compromesso la purezza gene-tica.

Distribuzione: nelle acque provinciali latrota marmorata è presente principalmentenelle acque del tratto settentrionale del Brentada dove si spinge talvolta più a valle sino aPadova; è stata rinvenuta anche nel canaleBrentella e nella roggia Ramon-Molina.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

40 cm.

Periodo di divieto dipesca: dall’ultimo lune-dì di settembre al 1°sabato di marzo

Distribuzione

14

TROTA MARMORATA

15

SALMONIDI

TROTA IRIDEAOncorhynchus mykissNome dialettale: iridea

La forma del corpo è simile a quella dellatrota comune, la bocca è però pù piccola emeno ampia, il capo più corto e le squame pic-cole e ben visibili; il dorso è verdastro, i fian-chi argentei, attraversati da un’ evidente fasciadi colore rosa, più evidente nel periodo ripro-duttivo; il ventre è chiaro. La lunghezza massi-ma reggiunta è di 80 cm ed il peso fino a 9 Kg.Numerosissime macchiette nere sono presentisu capo, dorso, fianchi, pinna dorsale edanche su quella caudale. Gli individui giovanipresentano macchie "parr" sui fianchi sino alraggiungimento di dimensioni di 20 cm circa.E’ una specie assai meno esigente, dal puntodi vista ambientale, della trota fario: preferi-sce infatti acque con temperatura compresafra i 15 ed i 18 °C, sopportando anche puntedi 26 °C per brevi periodi. Il regime alimenta-re è analogo a quello della fario. La riprodu-zione di norma non avviene nelle nostre

acque; la sua presenza viene mantenuta quin-di solo grazie a continue immissioni. Nelleregioni di origine si riproduce fra Ottobre eMarzo.

Distribuzione: in provincia è presente neltratto più settentrionale del Brenta ed in alcu-ne rogge irrigue da esso derivate fra cui laroggia Contarina, la r. Ramon e la r. Molina.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

22 cm.

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

16

TROTA IRIDEA

17

SALMONIDI

SALMERINO DI FONTANASalvelinus fontinalisNome dialettale: salmerin

È una specie alloctona originaria dell’Americasettentrionale introdotta in Italia per la primavolta verso la fine dell’800.Il corpo appare assai simile a quello di unatrota, il dorso di colore bruno-verde presentadelle evidenti marmoreggiature giallastre overde oliva, che si notano anche sulla pinnadorsale; i fianchi sono ricoperti di puntini gial-li e/o blu ed il margine delle pinne pettorali,ventrali ed anali presenta un caratteristico edevidente bordo bianco. Nel periodo della fregola, che avviene dinorma nella stagione invernale, il ventre deimaschi assume una colorazione rossastra. A differenza del congenerico ed autoctono sal-merino alpino, che vive in ambienti lacustri, ilsalmerino di fonte è un pesce che ama acquefredde e veloci che condivide con la trota fario,occupando la stessa nicchia. In questo tipo di ambiente il salmerino ha net-tamente la peggio e viene rapidamente elimi-nato per la sua inferiorità competitiva quando

la popolazione di trote sia sufficientementenumerosa.Il salmerino è un predatore e la sua dieta ècomposta in buona parte da macroinvertebratibentonici, ma anche da insetti alati, da uova,avannotti e piccoli pesci, da girini di anfibi.Nella acque italiane il salmerino raggiungedimensioni più contenute (50 cm per 3 Kg dipeso) rispetto a quelle segnalate nelle acque diorigine (7 Kg per 80 cm di lunghezza).

Distribuzione: in provincia è presente nelleacque di alcuni laghetti di pesca sportiva ed èinoltre segnalato con individui isolati nelleacque dell’alto Brenta.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

18

SALMERINO DI FONTANA

19

SALMONIDI

TEMOLOThymallus thymallusnome dialettale: temolo

Il temolo è uno dei pesci più belli ed elegantipresenti nelle acque provinciali; il corpo sipresenta affusolato, il capo conico, la boccapiccola, leggermente infera; i fianchi sonoargentei, con numerose macchiette neresoprattutto nella parte anteriore; caratteristicaè la grande pinna dorsale, con riflessi iridati,che diventano rosso porpora nel periodoriproduttivo, e con piccole macchie nere. Lalunghezza massima raggiunta arriva fino a55-60 cm, il peso fino a 3,5 - 4 KgE' un pesce dalle abitudini gregarie, che amaacque fresche, con discreta velocità dicorrente, ben ossigenate, tipiche delle regio-ni pedemontane o di fondovalle. Predilige i fondali sassosi o ghiaiosi, doverinviene le larve acquatiche che costituisconobuona parte del suo nutrimento; sale spesso insuperficie per cacciare anche effimere od altriinsetti alati, che cattura con una tecnicaassai particolare: si posiziona quasi in ver-ticale e sale verso l'alto lasciandosi andarealla deriva verso valle, particolare questoconosciuto dai pescatori a mosca che lo insi-diano con lanci sempre a monte del punto dibollata.E' una specie assai delicata e sensibile agliinquinamenti e soprattutto alla manomis-sione degli alvei fluviali, in particolare a

quelle che derivano dalle attività di estrazio-ne della ghiaia. Si riproduce fra la fine dell'inverno e l'iniziodella primavera deponendo le uova su fon-dali ghiaiosi o sassosi.Questa specie ha subito nel corso degli anni‘60-‘70 una forte diminuzione numerica intutto l’areale di distribuzione in Italia; attual-mente le varie popolazioni, spesso sostenutecon cospicue immissioni di esemplari d'al-levamento di ceppo danubiano, sono in fasedi netta ripresa demografica.

Distribuzione: in provincia di Padova iltemolo è presente con una discreta popolazio-ne nell’alto Brenta; è inoltre presente una pic-cola popolazione nell’area delle sorgenti delSile.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

35 cm.

Periodo di divieto dipesca: dall’ultimo lune-dì di settembre al 31maggio

Distribuzione

20

TEMOLO

21

SALMONIDI

TRIOTTORutilus erythrophthalmusNome dialettale: brufolo

E’ un piccolo pesce, spesso confuso con legiovani scardole, dalla colorazione abbastan-za variabile: il dorso é in genere bruno-oliva ogrigiastro, i fianchi sono invece di colorazio-ne bianco-argentea, attraversati da una’evi-dente banda di colore scuro che tende a sfu-mare verso il margine superiore in una sottilelinea verde-dorata. Le pinne sono general-mente incolori; l'inserzione della pinna dorsa-le risulta essere a livello delle ventrali mentreil peduncolo caudale è sottile. L’occhio è dicolore rossastro a differenza della scardolache invece ce l’ha giallastro.E’ un ciprinide che predilige acque tranquil-le, a bassa velocità di corrente che dimostracomunque di adattarsi bene anche in condi-zioni ambientali diverse essendo presenteanche nella zona delle risorgive ed in molteacque stagnanti. E' un pesce di indole gregaria, vive in piccolibranchi per lo più lungo le rive dei corsi d'ac-qua con presenza di vegetazione sommersae/o emergente. L'alimentazione è costituita sia da piccoliinvertebrati bentonici che da vegetali. La riproduzione avviene in un periodo ditempo piuttosto ampio che va da Maggio adAgosto, anche se i mesi principali sembranoessere Giugno e Luglio.

Le uova, molto piccole (1,5 mm o meno),vengono deposte fra le erbe e si schiudono inpochi giorni.

Distribuzione: nelle acque della provincia diPadova la specie è ubiquitaria e spesso abbon-dante.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

22

TRIOTTO

23

CIPRINIDI

PIGORutilus pigusnome dialettale: pigo, orada

Il pigo è un pesce di forma slanciata, elegan-te, con il corpo piuttosto compresso in sensolaterale; la testa è piccola con la bocca in posi-zione sub-terminale, con il labbro superioreche sopravanza lievemente quello inferiore. La colorazione del dorso è grigio-verdastracon il ventre biancastro. Durante il periododella frega compaiono nei maschi degli evi-denti e caratteristici tubercoli nuziali bianchisul capo e sul dorso.Le conoscenze sulla biologia del pigo sonorelativamente poche. E' un pesce prevalente-mente di fondo, vive nei laghi e nei fiumi dipianura in forma gregaria; abbandona i fonda-li per portarsi in superficie soltanto nel perio-do estivo. L'alimentazione è costituita di preferenza damacroinvertebrati bentonici integrata da ele-menti vegetali. La riproduzione sembra avve-nire nei mesi di Febbraio e Marzo anche sesono state rinvenute femmine ovigere nelmese di Aprile. Le uova vengono deposte siasu superfici sassose che su piante acquatiche.

Distribuzione: nelle acque della provincia èuna specie non molto abbondante che si rin-viene soprattutto nei corsi d’acqua di maggiorportata (Brenta, Bacchiglione, Adige) e neiprincipali canali derivati (Bisatto, Battaglia,Cagnola, Brentella); un sito riproduttivo noto,che il pigo risale agli inizi della stagione pri-maverile, è inoltre il fiume Tesina Padovanoin comune di Veggiano.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

20 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Maggio al15 Giugno

Distribuzione

24

PIGO

25

CIPRINIDI

CAVEDANOLeuciscus cephalusnome dialettale: squalo

Il cavedano è un pesce dal corpo massiccio,quasi cilindrico, allungato; la bocca è piutto-sto grande, obliqua rivolta verso l'alto, dotatadi labbra robuste. Le squame sono grandi, dicolore brillante, provviste di una fine punteg-giatura nera, quasi unita a formare una speciedi reticolo; il margine è sempre più scuro. La colorazione del dorso è grigio-brunastramentre i fianchi, di colorazione assai variabi-le, presentano riflessi argentei o dorati. Gliocchi sono grandi e di colore giallo dorato.E’ un pesce che popola prevalentemente leacque correnti e limpide, spingendosi a voltein profondità nella zona a trote; al tempo stes-so si può rinvenire anche in acque tipicamen-te ciprinicole o addirittura salmastre. Gli indi-vidui giovani mostrano tendenze gregarie for-mando branchi composti anche da un centi-naio di individui, i soggetti adulti sembranomanifestare tendenze più solitarie. Si tratta diun pesce praticamente onnivoro, con una dietache va dalle larve agli insetti alati, alle pianteacquatiche alle uova e agli avannotti, prati-cando a volte anche l'ittiofagia.È specie ad alto potenziale riproduttivo, la

femmina può deporre fino a 200 mila uova,nel periodo compreso fra Aprile e Luglio aseconda delle località e della temperatura del-l'acqua.La deposizione delle uova avviene nelle vici-nanze delle rive su ghiaia fine, sabbia, pietri-sco ma a volte anche su vegetazione acquati-ca. La schiusa avviene, a seconda della tem-peratura dell'acqua, in 3/7 giorni, l'accresci-mento è piuttosto lento e la maturità sessualenon viene raggiunta prima del quarto anno divita.Le popolazioni di cavedano sembrano attual-mente in una fase di espansione demografica,probabilmente favorite in questo dal deterio-ramento generale della qualità delle acque deifiumi italiani e dalla manomissione diffusadegli alvei, dimostrandosi sotto questo aspet-to una specie estremamente opportunista.

Distribuzione: il cavedano è una delle specieittiche più diffuse nelle acque provinciali ed èpresente in quasi tutte le tipologie fluviali conabbondanze maggiori nella zona dell’altapadovana e presenza minima e occasionalenei canali di bonifica della bassa.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V

a�l�l�e� �M�i�l�l�e�c�a�m�p�i�

20 cm.

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

26

CAVEDANO

27

CIPRINIDI

SANGUINEROLAPhoxinus phoxinusNome dialettale: moreta

La sanguinerola è un piccolo pesciolino dalcorpo allungato, sub-cilindrico con unpeduncolo caudale decisamente sottile; ildorso è di colore bruno od olivastro, la partesuperiore dei fianchi presenta una strisciaverdastra con bande verticali nerastre; laparte inferiore è chiara, spesso con riflessiargentei; l'addome è bianco crema.Nel periodo della frega i colori del maschiodiventano assai brillanti con un addome rossoe gli opercoli branchiali rosati. E’ una specie gregaria che forma gruppi dinumerosi individui, talvolta frammisti a gio-vani pesci di altre specie. Ama le acque lim-pide e correnti, ben ossigenate; è diffusa dalleacque correnti di pianura sino ai torrentimontani della zona più spiccatamente salmo-nicola; è presente anche nei laghi di altaquota. L'alimentazione varia con la stagione ed ècostituita oltre che da macroinvertebratibentonici anche da insetti alati, che la san-guinerola cattura con piccoli balzi sopra ilpelo dell'acqua. E' una delle prede preferite dalle trote. Si riproduce da Aprile a Giugno nelle acquedi pianura o di collina, anche in Luglio -Agosto in quelle più fredde di montagna;

la deposizione avviene in acque poco pro-fonde, su fondali di ghiaia; ogni femminadepone poche uova (da 200 a 600) che schiu-dono in circa 15-20 giorni.E' specie sensibile agli inquinamenti, allamanomissione ed alla regimazione deglialvei; è in generale fase di contrazione nume-rica nel nostro paese.

Distribuzione: la sanguinerola è presente inprovincia nelle acque della zona più setten-trionale del Brenta. E’ segnalata inoltre anchenel tratto iniziale del Frassine.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Maggio al15 Maggio

Distribuzione

28

SANGUINEROLA

29

CIPRINIDI

TINCATinca tincaNome dialettale: tenca

La tinca è un pesce quasi inconfondibile: ilcorpo si presenta tozzo, ma non incurvatocome quello della carpa, coperto di abbondan-te muco che le conferisce un aspetto viscido. Il colore di fondo è bruno-verdastro, il ventrepuò essere giallastro o bianco; le pinne sonobrunastre, con i margini arrotondati; la pinnacaudale è quasi diritta.Il capo è di aspetto massiccio, la bocca, pro-trattille, è provvista di due corti bargigli ailati. L'occhio è di colore rossastro.Esiste un certo dimorfismo sessuale, che sievidenzia a partire dal secondo anno di età,quando le pinne ventrali dei maschi si svilup-pano sino a raggiungere, piegate, l'ano con lachiara funzione di guidare, durante la fecon-dazione, il liquido seminale verso le uova. Lalunghezza massima arriva fino a 70 cm, ilpeso fino a 7 Kg.Nelle nostre acque la crescita è piuttosto lentae la taglia legale viene raggiunta in circa 4anni.La tinca è un tipico pesce di fondo, viveacquattata su fondali fangosi, dai quali simuove alla ricerca del cibo soprattutto nelleore serali e notturne. Durante l'inverno restasprofondata nel fango in uno stato di semi-letargo riprendendo l’attività soltanto ai primitepori della primavera.

Durante l'estate risale a volte in superficie,soprattutto nelle vicinanze di piante acquati-che.La riproduzione avviene principalmente nelperiodo compreso fra Maggio e Luglio; lafemmina depone in acque tranquille e pocoprofonde, fra la vegetazione, un elevatissimonumero di piccole uova (sino ad 800.000) inpiù riprese; la schiusa avviene nel giro di unasettimana e gli avannotti rimangono attaccatialle piante acquatiche sino al completo rias-sorbimento del sacco vitellino. La crescita èpiuttosto lenta, la maturità sessuale viene rag-giunta in 2 anni dai maschi è in 4 dalle fem-mine.L'alimentazione della tinca costituita preva-lentemente da macroinvertebrati, e da mate-riale vegetale.

Distribuzione: è una specie in fase di contra-zione numerica. E’ presente praticamente intutte le acque provinciali con abbondanzerelative maggiori nella fascia della bassapadovana.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

25 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 15 Maggio al30 Giugno

Distribuzione

30

TINCA

31

CIPRINIDI

SCARDOLAScardinius erythrophthalmusNome dialettale: scardola, paiarola

Il corpo è alto e compresso in senso laterale,ricoperto da squame decisamente grandi; ildorso è leggermente incurvato. Il colore difondo è tendente al grigio, più scuro sul dorso,con riflessi dorati; il ventre è biancastro.Le pinne sono rossastre, di un colore più vivonegli individui giovani; la pinna dorsale èretroposta rispetto alla linea d’inserzione dellepinne ventrali.Il capo è piccolo, arrotondato; la bocca è obli-qua, rivolta verso l'alto, con la mascella infe-riore sporgente rispetto alla superiore. L'irideè di colore giallo-aranciato. La lunghezzamassima arriva fino a 35 cm, mentre il pesofino ad 1 Kg.La scardola è uno dei pesci più comuni e dif-fusi nelle acque italiane; colonizza tutta lazona del potamon, spingendosi a volte anchenelle acque leggermente salmastre delle focidei fiumi; è comune inoltre in stagni e laghi;si rinviene anche nelle acque della fascia dellerisorgive, dimostrando di adattarsi bene anchead acque limpide e leggermente correnti. Dinatura gregaria vive in branchi numerosi,lungo le rive o in prossimità della vegetazioneacquatica.Dal punto di vista dell'alimentazione la scar-dola è onnivora; gli individui giovani tuttaviaseguono una dieta quasi esclusivamente vege-

tale nutrendosi di alghe e frammenti di macro-fite sommerse (Potamogeton, Myriophillum,Elodea, ect.).La riproduzione avviene in primavera (daAprile a Giugno), in acque poco profonde, frala vegetazione; ogni femmina può deporrefino a 200.000 uova, adesive, che schiudononel giro di 7-10 giorni; gli avannotti dopo laschiusa rimangono adesi alle piante acquati-che sino al completo riassorbimento del saccovitellino.È in grado di ibridarsi con numerosi altriciprinidi.Le popolazioni di scardola sono attualmentemolto consistenti in quasi tutta Italia; questofatto è dovuto principalmente alla notevolerusticità di questa specie, in grado di vivereanche in ambienti notevolmente compromes-si.

Distribuzione: è ampiamente diffusa in tuttele acque della provincia.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

32

SCARDOLA

33

CIPRINIDI

ALBORELLAAlburnus alburnus alborellaNome dialettale: aula, alborea.

L’alborella è un piccolo pesce dalla formaassai slanciata; la bocca è abbastanza piccola,nettamente obliqua; la mascella inferiore eleggermente prominente.La pinna caudale è forcuta, appuntita agliapici; la pinna anale prende origine all'altezzadegli ultimi raggi della dorsale.Il colore del dorso è bruno-verdastro, i fianchied il ventre sono argento brillante; è presenteinoltre una banda longitudinale di colore gri-gio-verde che va dal margine posteriore del-l'opercolo al peduncolo caudale. La lunghezzamassima raggiunge i 15 cm, mentre il pesoarriva sino a 50 gr.Questa è una specie dalle spiccate abitudinigregarie, vive di regola in branchi anchemolto numerosi sia nelle acque correnti che inquelle lacustri.Predilige acque limpide non troppo fredde e sirinviene sia negli ultimi tratti del rhitron chenel potamon, dove però evita le acque troppotorbide, con vegetazione eccessivamente fittao con bassi tenori di ossigeno.Si rinviene inoltre in tutta la fascia delle risor-give. Vive per buona parte dell'anno in prossi-mità della superficie, preferibilmente lungo lerive, scendendo in profondità soltanto nelperiodo della latenza invernale.Il regime alimentare dell'alborella è piuttosto

vario; importante è la componente fitoplanc-tonica anche se la dieta vegetale viene inte-grata da larve di insetti, oligocheti e crostacei.La riproduzione avviene fra Giugno edAgosto; la femmina depone in più riprese1500-2000 uova in acque basse, lungo le rive;le uova, piccole, leggermente adesive si schiu-dono nel giro di una settimana; la maturitàsessuale viene raggiunta intorno al terzo-quar-to anno di età.Questa specie può ibridarsi con relativa facili-tà con cavedano, triotto e scardola.L'alborella rappresenta un importante anellonella catena alimentare di molti ecosistemiacquatici costituendo la principale fonte dicibo per molte specie predatrici, come il luc-cio, la trota ed il persico.

Distribuzione: è ampiamente diffusa in tuttele acque della provincia con la sola eccezionedella parte più settentrionale del fiume Brenta.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

34

ALBORELLA

35

CIPRINIDI

LASCAChondrostoma geneiNome dialettale: streio

La lasca è un pesce dal corpo assai slanciatocaratterizzato da un muso dotato di robustelabbra cornee che delimitano un’apertura boc-cale decisamente infera.È molto simile alla congenerica savetta da cuisi distingue principalmente per la taglia mino-re, per l’apertura boccale e per la presenza diun’evidente banda nerastra longitudinale cheattraversa i fianchi.Il dorso è verdastro, i fianchi ed il ventre sonodi colore argentato; le pinne sono grigie consfumature rosse o aranciate alla base delle pet-torali, ventrali e della anale. Lunghezza mas-sima fino a 25 cm; peso fino a 330 gr.La lasca frequenta acque correnti e limpide,spingendosi abbastanza in profondità nel rhi-tron; predilige i fondi ciotolosi o sabbiosi difiumi con buona portata, ma si rinviene tal-volta anche in acque lacustri.È una specie abbastanza esigente per quantoriguarda il tenore di ossigeno disciolto nelleacque; è di indole gregaria e forma branchinumerosi soprattutto durante il periodo dellafregola.L’alimentazione è variabile, basata principal-mente su vegetali che la lasca preleva dalfondo sfruttando le labbra cornee; la dietaviene però integrata frequentemente da inver-tebrati acquatici.

La riproduzione ha luogo fra Aprile e Maggio,su fondali ghiaiosi; la schiusa avviene nel girodi 10 giorni. È una specie in fase di contrazio-ne demografica, penalizzata oltre che dall'in-quinamento anche dagli sbarramenti fluvialiche impediscono alle lasche di raggiungere iluoghi adatti per portare a termine con succes-so i processi riproduttivi.

Distribuzione: è una specie in fortissima con-trazione numerica in tutto il territorio provin-ciale: si rinviene attualmente, poco numerosa,solo nelle aste dei principali corsi d’acquadella provincia (Brenta, Bacchiglione,Battaglia, Cagnola, Bisatto, Adige).

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

15 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 15 Aprile al31 Maggio

Distribuzione

36

LASCA

37

CIPRINIDI

SAVETTAChondrostoma soettaNome dialettale: saveta, saetta.

La savetta è un pesce dal corpo abbastanzaslanciato, con il capo piccolo caratterizzato daun muso che presenta labbra cornee sporgen-ti; la bocca arcuata si apre in posizione semi-infera, abbastanza simile a quella della conge-nerica lasca.Il colore del dorso è grigio-verdastro, i fianchisono chiari, con riflessi argentati, finementepunteggiati di nero; il ventre è bianco.Le pinne sono di colore variabile dal grigio algiallastro; le pinne ventrali e quelle pettoralipossono presentare sfumature rossastre; i lobidella caudale sono decisamente acuti. La lun-ghezza raggiunge massimo i 45 cm ed il pesopuò arrivare fino a 1,5-2 Kg.Le conoscenze sulla biologia della savettasono piuttosto scarse e datate; è una specieche vive prevalentemente in acque profondedi fiumi con buona portata idrica.Frequenta sia acque con discreta velocità dicorrente che ambienti lentici, dove formabranchi a volte numerosi ma più spesso dipochi individui.L’alimentazione è varia ed è composta dainvertebrati acquatici, uova di altri pesci e,soprattutto nel periodo estivo, da materialevegetale che viene prelevato con l'ausiliodelle grosse labbra dal margine tagliente.

La riproduzione avviene nella tarda primave-ra, le uova molto numerose, vengono depostesu fondali ciotolosi o ghiaiosi probabilmentein prossimità di macrofite sommerse.Le uova schiudono nel giro di una settimana;la crescita è molto lenta arrivando a 20 cm incirca 4 anni. La maturità sessuale è raggiuntanel terzo anno di età.È una specie fortemente minacciata daglisbarramenti fluviali che impediscono la risali-ta dei riproduttori verso gli ambienti adattialla frega.

Distribuzione: presente nei corsi d’acqua dimaggior portata della provincia (F.Bacchiglione, F. Brenta, F. Gorzone e F.Adige); si rinviene comunque, sia pur informa abbastanza episodica, anche in diversidei maggiori canali di bonifica (Paltana,Monselesana, Barbegara).

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

20 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Maggio al15 Giugno

Distribuzione

38

SAVETTA

39

CIPRINIDI

GOBIONEGobio gobioNome dialettale: gobion, vecio

Il corpo del gobione si presenta allungato,anteriormente subcilindrico con la tendenza acomprimersi lateralmente nella regione cau-dale. Il capo è massiccio, la bocca, dotata di labbracarnose, è provvista di due barbigli inseriti alivello della mascella superiore.Il corpo è ricoperto da squame piuttosto gros-se, ben impiantate con una linea laterale benevidente. La lunghezza massima raggiunge i15 cm; mentre il peso arriva al massimo finoa 100 gr circa.La colorazione è variabile; in genere il dorsoè brunastro, i fianchi ed il ventre sono marro-ni o giallastri; una serie di grosse macchiebrune è presente nella parte alta dei fianchi aformare una specie di banda subito sopra ilprofilo della linea laterale; le pinne presenta-no una fitta macchiettatura bruno-nerastra. È un pesce gregario, vive in gruppi numerosisia in acque veloci, dove può spingersi sinoalla zona del temolo, che in acque potamalipurchè a fondo sabbioso e non eccessivamen-te inquinate dato che questa specie risulta esi-gente in fatto di ossigeno disciolto; è presenteanche in acque lacustri.L’alimentazione è essenzialmente a base ani-male: larve d’insetti acquatici, vermi, mollu-

schi, crostacei, talvolta piccoli pesci sono lesue prede principali per la ricerca delle qualisi serve dei barbigli che svolgono una funzio-ne sensoriale.Vive abitualmente in profondità, anche sedurante il periodo caldo tende a portarsi versola superficie o in acque poco profonde.La riproduzione avviene da Maggio a Giugno,le uova vengono deposte sul fondo e schiudo-no in due o tre settimane; ogni femmina depo-ne da 1000 a 3000 uova secondo la taglia.L’accrescimento è lento e al primo anno di etàraggiunge circa i 5 cm.

Distribuzione: specie non particolarmentediffusa: si rinviene nei principali corsi d’ac-qua della provincia e nelle loro maggiori deri-vazioni.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

40

GOBIONE

41

CIPRINIDI

BARBO COMUNEBarbus plebejusNome dialettale: barbio

Il barbo comune si riconosce facilmente dallacaratteristica bocca infera munita di 4 bargi-gli, di cui la coppia posteriore è nettamentepiù lunga di quella anteriore; il corpo è affu-solato, con la parte ventrale quasi rettilinea equella dorsale decisamente incurvata; è rico-perto da squame piuttosto grandi, tuttavia piùpiccole di quelle del barbo canino. Il capo èalquanto allungato, gli occhi sono piccoli,scuri, rivolti leggermente verso il basso. Ildorso è bruno scuro o bruno-verdastro, i fian-chi sono in genere dello stesso colore conriflessi dorati, il ventre biancastro, anche se sinotano sfumature cromatiche a seconda del-l’ambiente in cui vive.Le pinne sono grigiastre o brune, ma duranteil periodo delle fregola possono assumere sfu-mature rosse o arancio. Sono presenti nume-rose piccole macchie brune su tutto il corpo edin particolare sulla pinna dorsale e su quellaanale. Lunghezza massima fino a 60 cm; pesofino a 4 kg.Il barbo comune predilige le acque di fondo-valle o dell’alta pianura, correnti e limpide,poco temperate, a fondo ghiaioso, sassoso osabbioso, preferibilmente con portate idrichemedio-alte; è un ottimo nuotatore ed è facilenotarlo in corrente o in prossimità di massi o

piloni sommersi dove l’acqua crea dei vortici.È una specie gregaria, che forma branchi dinumerosi individui.È un pesce di fondo che fruga, soprattutto dinotte, tra i ciotoli alla ricerca di cibo, aiutatodai barbigli che hanno anche una funzione tat-tile. Le sue prede sono costituite da vermi,molluschi, larve di insetti, uova ed avannottidi altri pesci e talvolta da detriti vegetali.Trascorre l’inverno in uno stato di semi-letar-go, di solito protetto in buche profonde.La riproduzione avviene da Maggio a Giugnoa seconda delle zone, su fondali ghiaiosi osabbiosi; la femmina depone fino a 20 milauova di piccolo diametro, leggermente adesi-ve, che possono venire fecondate anche da piùmaschi. Subito prima del periodo riproduttivo è ingrado di compiere notevoli spostamenti, avolte anche per decine di Km, alla ricerca deiluoghi adatti alla frega.

Distribuzione: specie discretamente presen-te nelle acque provinciali predilige i corsid’acqua di maggior portata (Brenta,Bacchiglione, Adige, Gorzone, Frassine)anche se si rinviene in diversi altri ambienti diminori dimensioni.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

20 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Maggio al15 Giugno

Distribuzione

42

BARBO COMUNE

43

CIPRINIDI

BARBO CANINOBarbus meridionalisNome dialettale: barbiolo

Il barbo canino è simile al barbo comune, male dimensioni sono più contenute. Si differen-zia soprattutto per le numerose macchie brune,assai più grandi di quelle notate nel barbocomune, disposte sul dorso e sui fianchi. Tuttele pinne presentano una macchiettatura nera-stra. Durante il periodo della fregola le pinnepettorali, ventrali, anale ed anche i bargiglipossono assumere una colorazione rossastraod aranciata. La lunghezza massima è di 30cm; il peso va fino a 300 grammi.Il barbo canino predilige le acque correnti efresche e si spinge a monte, nella zona delletrote, con più facilità rispetto al barbo comune.Le linee generali della biologia di queste duespecie sono sovrapponibili, anche se effettiva-mente le conoscenze specifiche sul barbo cani-no sono piuttosto contenute. L’alimentazione è legata strettamente alle sueabitudini di pesce di fondo dove rinvienevermi, larve di insetto, molluschi uova edavannotti. La riproduzione avviene fra Maggioe Giugno, la deposizione delle uova è legata asubstrati di tipo ghiaioso o sabbioso.L’accrescimento di questa specie è piuttostolento: dopo il primo anno di vita i giovani nonmisurano più di 4-5 cm e successivamente rag-giungono i 15-17 cm solo al completamento

del 3° anno; le misure superiori si raggiungo-no ancora più lentamente con individui di 20cm che solitamente hanno più di 5 anni.È una specie in fase di forte contrazionedemografica in tutto il proprio areale di distri-buzione, penalizzata soprattutto dalle mano-missioni e dalle regolazioni idrauliche deglialvei fluviali

Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-sente, ma assai raro, nel primissimo tratto delF. Brenta.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V

a�l�l�e� �M�i�l�l�e�c�a�m�p�i�

nessuna

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

44

BARBO CANINO

45

CIPRINIDI

CARASSIOCarassius auratus - Carassius carassiusNome dialettale: gobo, rumaterra, carasso,pesse rosso.

Con il generico termine di carassio si indica-no pesci appartenenti a 2 diverse specie: ilcarassio dorato Carassius auratus ed il caras-sio comune Carassius carassius.Le due specie presentano biologia e caratteri-stiche molto simili tanto da rendere assai dif-ficile la distinzione che può avvenire con cer-tezza sulla base dell’analisi del numero dibranchiospine del primo arco branchiale chenel carassio comune è minore (23-35 ) rispet-to a quello del carassio dorato (39-50).Assolutamente privo di valore è invece il rico-noscimento effettuato sulla sola base del colo-re del corpo in quanto il carassio dorato, nellasua forma selvatica o rinselvatichita, è grigio-verdastro e quindi simile a quella del carassiocomune. Il carassio è un pesce estremamentepolimorfo: esemplari di forma allungata si rin-vengono in acque ferme mentre nei grandilaghi e nei fiumi si possono trovare individuiassai tozzi. La bocca è piccola, priva di barbi-gli, le labbra sono poco carnose, il corpo èricoperto da grosse squame lucenti; la pinnacaudale ha gli apici leggermente appuntiti.Il colore del dorso è brunastro, i fianchi e ilventre sono giallastri con riflessi scuri. Lalunghezza massima raggiunge i 50 cm; men-

tre il peso arriva fino a 1,8 Kg.Il carassio rappresenta l'esempio più tipicodella dannosità che deriva dall’immissionenelle acque interne di specie alloctone. È unpesce dotato di eccezionali capacità di adatta-mento e resistenza alle più avverse condizioniambientali. Sopporta livelli di inquinamentoorganico altissimi, letali per la maggior partedelle altre specie ittiche presenti nelle nostreacque, è in grado di sopportare variazioni ditemperatura comprese fra 0°C e +35°C e più;vive anche in acque con concentrazioni diossigeno inferiori ad 1 mg/l.Questo insieme di prerogative gli permetteredi competere con successo con molti altriciprinidi che condividono la sua stessa nicchiaecologia; particolarmente penalizzate dallasua presenza sono la carpa e la tinca con laquale il carassio instaura una serrata competi-zione trofica ed ambientale. La riproduzioneha luogo da Maggio a Luglio; ogni femminadepone su piante acquatiche da 150 a 300 milauova che schiudono nel giro di una settimana.

Distribuzione: è abbondantissimo in tutte icorsi d’acqua della zona centro meridionaledella provincia; è presente comunque anchenelle acque dell’alta padovana.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

46

CARASSIO

47

CIPRINIDI

CARPACyprinus carpioNome dialettale: raina, rainato, carpa

La carpa è un tipico abitatore di acque lente,temperate, con abbondante vegetazioneacquatica. Esistono diverse varietà di carpa, frutto dellaselezione operata dagli allevatori sin dall’anti-chità. Le tre varietà principali sono: la carpa regina(forma selvatica) con il corpo massiccio edallungato, completamente ricoperto da squa-me, la carpa a specchi con evidenti, soltantopoche grosse squame situate sul dorso, lungola linea laterale e sul ventre; la carpa cuoio(forma nuda) con il corpo assai tozzo, pratica-mente privo di squame se si eccettua una pic-cola fila che segue il profilo del dorso. Lacolorazione è assai variabile: bruna, olivastra,argentea e talvolta anche dorata con pinnespesso di un vivace colore aranciato. Il capo è grande, quasi conico dotato di unabocca protrattile caratterizzata da grosse lab-bra carnose. Particolarmente robusti sono gliopercoli che, garantendo una chiusura effica-ce, permettono alla carpa di resistere inambienti fangosi senza che possano entrarecorpuscoli estranei nelle branchie.E’ un pesce che raggiunge grandi dimensioni:la lunghezza arriva fino a 130 cm mentre ilpeso può toccare i 45 Kg.

E’ una specie dalle abitudini gregarie, soprat-tutto nei primi anni di vita; staziona in prossi-mità del fondo, dove si muove soprattuttonelle ore notturne durante le quali ricerca, conl'ausilio dei barbigli che hanno funzione tatti-le, macroinvertebrati bentonici e detriti vege-tali che costituiscono la base della sua alimen-tazione. La carpa è attiva a partire dalla pri-mavera inoltrata sino ai primi freddi dell'au-tunno; quando la temperatura scende al disotto dei 10°C la carpa si infossa nella melmain uno stato di latenza che dura per tutta la sta-gione fredda. La riproduzione avviene quandola temperatura dell'acqua è compresa fra i 17ed i 20°C e cioè nei nostri ambienti fraMaggio e Giugno; ogni femmina depone circa100.000 uova per Kg/peso che schiudono nelgiro di una settimana; gli avannotti hanno unaccrescimento piuttosto lento ed alla fine delprimo anno di età misurano intorno ai 5-6 cm.

Distribuzione: si rinviene nella maggiorparte dei corsi d’acqua provinciali; è più dif-fusa nella parte centro meridionale della pro-vincia dove localmente può risultare anchediscretamente abbondante.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

30 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 15 Maggio al30 Giugno

Distribuzione

48

CARPA

49

CIPRINIDI

AMUR, CARPA ERBIVORACtenopharingodon idellusNome dialettale: magnarosta, amur

La forma del corpo di questa specie, affuso-lata, ricorda più quella del cavedano che nonquella della carpa alla quale, in parte, deve ilnome; il dorso è grigio-bruno, i fianchi grigioargento ed il ventre bianco; Il capo massiccio,è un po' arrotondato, le squame sono decisa-mente grandi; la pinna dorsale presenta il mar-gine superiore arrotondato ed è inserita leg-germente in avanti rispetto alle ventrali. Lalunghezza massima arriva fino ad 1 m ed ilpeso fino a 40 Kg.Questa carpa erbivora predilige acque caldestagnanti con abbondante vegetazione; unaspecie fitofaga e in grado di ingerire giornal-mente una quantità di vegetali pari al 50% delproprio peso corporeo ed in alcune condizionianche di più.Sulla base di questa caratteristica è stata intro-dotta in diverse acque italiane con lo scopo dilimitare l'eccessivo sviluppo della vegetazio-ne acquatica anche se da un punto di vistaecologico questo tipo di operazione va semprevalutata con estrema attenzione al fine di pre-venire eventuali effetti collaterali indesiderati.Questa specie non si riproduce naturalmentenei nostri ambienti; nel bacino di origine,dell'Amur, il periodo riproduttivo è compresofra Aprile ed Agosto in rapporto alla tempera-

tura dell’ acqua che deve essere intorno ai25°C; l'accrescimento è molto veloce ed unacarpa erbivora di 3 anni può raggiungereanche i 6-8 kg di peso.

Distribuzione: la sua distribuzione in pro-vincia è limitata quasi esclusivamente ailaghetti di pesca sportiva privata.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

50

CARPA ERBIVORA

51

CIPRINIDI

TOLSTOLOBIK, CARPAARGENTATAHypophthalmichthys nobilis, H. molitrixNome dialettale: temolo russo

Con il termine di tolstolobik o più general-mente di carpa argentata vengono indicate 2diverse specie praticamente eguali fenotipi-camente e dalla biologia assai simile, origina-rie della Siberia e della Cina nord-orientale(H. molitrix) e della Cina sud-meridionale(H. nobilis).La loro introduzione in Italia è abbastanzarecente e risale ad una trentina di anni fa circa.In entrambe le specie il corpo è leggermentecompresso, con testa massiccia ed occhi situa-ti decisamente in basso tanto che il margineinferiore è posto al di sotto dell’angolo dellabocca.Il colore di fondo è grigiastro con riflessiargentei da cui deriva il nome comune; il ven-tre, carenato, è in genere più chiaro. Le pinnesono quasi trasparenti, di colore bianco gialla-stro.Le 2 specie si differenziano principalmenteper la forma delle branchiospine, che nella H.molitrix sono unite fra loro da una membranamentre in H. nobilis sono libere e per la care-natura del ventre che in questa seconda specieinizia soltanto posteriormente all’inserzionedelle pinne ventrali.Le dimensioni massime raggiunte in Italia daquesta specie arrivano mediamente sul metrodi lunghezza per 8-10 Kg di peso anche se

sono segnalati casi eccezionali di soggettisuperiori ai 30 Kg. Entrambe le specie non siriproducono nei nostri climi.Vivono preferenzialmente in acque lente ostagnanti e, da un punto di vista alimentare, itolstolobik sono specie principalmente fito-planctofaghe anche se pare assodato che sinutrano in parte di piante acquatiche superio-ri, in misura tuttavia di gran lunga inferiore aquella della carpa erbivora.

Distribuzione: nelle acque delle Provincia diPadova è presente quasi esclusivamente neilaghi di pesca sportiva; le segnalazioni di cat-ture nelle acque correnti sono assai rare edoramai datate.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

52

TOLSTOLOBIK

53

CIPRINIDI

PSEUDORASBORAPseudorasbora parva

La pseudorasbora è un piccolo pesce dalcorpo fusiforme, con capo piuttosto appuntito.Caratteristica risulta essere l’apertura boccaleposta molto in basso, a livello della metà infe-riore del bulbo oculare, di forma arcuata erivolta verso l’alto. Il colore del dorso è gri-gio, fianchi argentei e ventre biancastro;lungo i fianchi corre più o meno evidente unabanda scura dall’occhio fino al peduncolocaudale. Il bordo posteriore delle scaglie èpigmentato di scuro. La lunghezza massimatotale di solito inferiore a 10 cm.Anche questo ciprinide, è di origine alloctona;originaria delle regioni dell’Asia orientale, ègiunta in Europa per la prima volta agli inizidegli anni ‘60, immessa casualmente nelDanubio frammista ad avannotti di carpa erbi-vora; da qui ha esteso successivamente il pro-prio areale di distribuzione a tutta l'Europa. In Italia è stata introdotta accidentalmenteintorno alla seconda metà degli anni ‘80. Lasua presenza inizialmente segnalata nelleacque di pianura dell’Emilia - Romagna èdivenuta sempre maggiore tanto da consentir-gli di occupare oramai ampia parte del bacinopadano.In Veneto, nel breve volgere di un decennio,ha colonizzato le acque di tutta la provinciacon la sola esclusione del bellunese, grazie

anche al fatto che in quel territorio sono ridot-tissimi glia ambienti adatti al suo insediamen-to.Questa specie preferisce infatti le acque sta-gnanti o a corso lento, anche se possiede unacapacità di adattamento molto elevata. È in grado di riprodursi già dal primo anno divita; nel periodo riproduttivo (aprile - giugno)il maschio, in genere di dimensioni maggioririspetto a quelle della femmina, si pigmentadi un colore grigio scuro e sono ben evidenti imargini posteriori pigmentati delle scaglie chedisegnano una reticolatura su tutto il corpo. Sul capo si sviluppano alcuni tubercoli nuzia-li, anche di dimensioni cospicue rispetto all'a-nimale.

Distribuzione: nelle acque della provincialila pseudorasbora è ampiamente diffusa nell’a-rea centro-meridionale; nell’alta padovana laspecie è invece presente in modo occasionale.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

54

PSEUDORASBORA

55

CIPRINIDI

RODEORhodeus sericeusNome dialettale: rodeo

Il rodeo è un piccolo pesce dalla colorazione difondo chiara con dorso abbastanza gibboso ditonalità grigio-verde, fianchi grigi e ventrerosato o biancastro; la pinna anale è di colorerossastro mentre assai caratteristica, utile perun facile riconoscimento della specie, è unabreve ed assai evidente linea nera presente sulpeduncolo caudale. Durante il periodo ripro-duttivo i maschi presentano una livrea piùvivace con dorso violaceo ed addome rosso; lefemmine, in genere più piccole dei maschi,sono di colori meno sgargianti e si possonoriconoscere facilmente per la presenza dellungo tubulo ovopositore. Lunghezza massimafino a 10 cm; peso fino ad 10-12 gr.Il rodeo è una specie che frequenta abitualmen-te, nelle regioni d’origine, le acque lente deltratto potamale ed i bacini lacustri con acquenon troppo fredde; in Italia invece sembraavere occupato un numero maggiore di habitatsche vanno dai canali di bonifica della bassa pia-nura sino ai ruscelli della fascia pedemontanadelle risorgive.La sua presenza è comunque sempre legata allapresenza di substrati fini, limosi o sabbiosi,colonizzati dai molluschi bivalvi, in particolareUnionidae (Unio, Anodonta), che la specie uti-lizza per la deposizione delle proprie uova.

La riproduzione avviene infatti da Aprile aGiugno, in modo assai singolare: la deposi-zione delle uova viene effettuata dalla femmi-na all’interno della conchiglia dei bivalvimediante un lungo tubulo ovopositore; ilmaschio emette poi i propri spermi in prossi-mità dell’orifizio respiratorio che il bivalve,aspirando l’acqua, convoglia quindi verso leuova da fecondare. L’alimentazione è onnivora, con prevalenza dimacroinvertebrati bentonici.Si tratta di una specie particolarmente plasticain grado di adattarsi anche a condizioniambientali assai precarie tanto da consentirledi competere con successo contro la maggiorparte dei piccoli ciprinidi autoctoni.

Distribuzione: nelle acque della provincia diPadova il rodeo ha fatto la sua prima compar-sa agli inizi degli anni ’90 con pochissimiesemplari presenti per lo più nella zona delmontagnanese; da allora con una progressioneimpressionante ha invaso tutte le acque dellabassa padovana e si sta spingendo ora condecisione verso la parte settentrionale dellaprovincia dove è stato rinvenuto episodica-mente anche nell’area delle risorgive.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

56

RODEO

57

CIPRINIDI

RUTILO o GARDONRutilus rutilus

Il rutilo o “gardon” come usualmente vienechiamato il Rutilus rutilus è una specie alloc-tona per le acque italiane. E’ una specie origi-nariamente ampiamente distribuita in Asia edin Europa con la sola eccezione di Italia eSpagna. La sua comparsa ufficiale in Italia si può farerisalire alla fine degli anni ’80 quando venne,purtroppo, introdotta in alcune acque dellaToscana.Si tratta di un pesce simile al triotto che nelleacque italiane raggiunge in genere dimensionicontenute, al massimo 20-25 cm di lunghezzae 200 gr di peso, caratterizzato da un capopiccolo con muso arrotondato e dalla mascel-la superiore lievemente prominente. I denti faringei sono 5 per ciascun lato dispo-sti in una unica serie.La colorazione di fondo è grigia con dorso chetende ad essere più scuro rispetto ai fianchiche invece tendono al grigio-argento; l'occhioè di evidente colore rosso così come le pinnepettorali, ventrali ed anale. Il rutilo è un pesce onnivoro che predilige leacque di laghi, canali e fiumi a decorso lento,preferibilmente ricchi di vegetazione som-mersa dove può formare anche branchi com-posti da numerosi individui.Si distingue dalla scardola, con la quale vienespesso confuso, principalmente per la posizio-

ne delle pinna dorsale: a differenza di que-st’ultima infatti l’inserzione della pinna dor-sale è infatti allineata alla linea tracciata sullaperpendicolare delle pinne ventrali; nellascardola invece l'inserzione delle pinne ven-trali è sempre anteriore rispetto alla dorsale. La maturità sessuale è raggiunta normalmenteal terzo anno di vita con deposizione delleuova (da 5.000 fino a 100.000 per femmina)che ha luogo, a seconda della temperatura del-l’acqua, nel periodo di tempo compreso fraaprile e giugno. Nel periodo riproduttivo ilmaschio si ricopre, analogamente ad altriciprinidi, di tubercoli nuziali sul capo e suldorso che possono essere talvolta presentianche nelle femmine. La presenza di questa nuova specie alloctonanella acque padovane desta preoccupazioneper i possibili effettivi negativi che si potreb-bero manifestare nei confronti di diversi pic-coli ciprinidi autoctoni (triotto, alborella,scardola) causati dalla forte competizione chequesta specie può esercitare sia per gli habitatriproduttivi sia per gli aspetti trofici.

Distribuzione: di recentissima comparsanelle acque della bassa padovana è segnalatoprincipalmente nel tratto potamale del fiumeBrenta e nel canale Idrovia

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

58

GARDON

59

CIPRINIDI

ABRAMIDEAbramis brama Nome dialettale: brema

L’abramide è un pesce con un caratteristicocorpo molto alto, inarcato e compresso late-ralmente; la bocca è piccola, protrattile con lamascella inferiore più corta di quella superio-re; il ventre è carenato, quasi di forma appun-tita.La colorazione è da grigia a bruna sul dorso,argentea o bronzea sui fianchi e nella regioneventrale, le pinne sono grigie;. Caratteristica èinoltre la pinna anale che ha base lunga piùdel doppio della base della pinna dorsale; lapinna caudale è nettamenete forcuta.Durante il periodo della frega la base dellepinne ventrali e di quella anale assume tona-lità rossastre e i maschi sfoggiano tubercolinuzialiL'abramide frequenta le acque a lento corso,profonde e ricche di vegetazione del tratto ter-minale dei fiumi; vive anche nei laghi di pia-nura e nei bacini artificiali. È gregaria e si ali-menta preferibilmente di macroinvertebratibentonici e residui vegetali. Gli sciami sidispongono a profondità variabili in base allatemperatura e alla luminosità dell'acqua. I gio-vani frequentano abitualmente i litorali, gliadulti sono soliti soffermarsi in acque piùsuperficiali durante l'estate ed in acque piùprofonde durante l'inverno.

La ricerca del cibo sul fondo avviene utiliz-zando la bocca protrattile per "soffiare" sulfondo e sui detriti in modo da esporre le pro-prie prede che sono rappresentate per la mag-gior parte da larve di insetti (chironomidi inparticolare), anellidi, crostacei e piccoli mol-luschi. L'accrescimento è piuttosto lento e lamaturità sessuale è raggiunta in 3-5 anni dietà. La riproduzione avviene in acque litoralibasse con molta vegetazione nel periodo tramaggio e giugno.Da un punto di vista ecologico è una speciecaratterizzata da una ampia adattabilità e tol-leranza in grado di sopravvivere anche in con-dizioni di forte compromissione della qualitàdelle acque che gli consente di competere consuccesso con molti dei nostri ciprinidi autoc-toni.

Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-sente soprattutto nella fascia centro meridio-nale; nell’alta padovana la sua presenza è spo-radica.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

60

ABRAMIDE

61

CIPRINIDI

LUCCIOEsox luciusnome dialettale: luzzo, selgarin

Il luccio è un pesce dal caratteristico ed incon-fondibile aspetto conferitogli dal muso,appiattito dorso-ventralmente, che ricorda ilbecco di un'anatra, dotato di una bocca moltoampia, fornita di robusti denti presenti, oltreche nelle mascelle, anche sul palato, sulla lin-gua e sui margini delle branchie.La colorazioni del corpo è molto variabile e

dipende dall'ambiente in cui il luccio vive;colorazioni verdastre sono tipiche di individuiche vivono in acque ricche di vegetazionementre quelle brune sembrano dominare inquelli che vivono su fondali rocciosi.E’ un pesce che colonizza una vasta gamma diambienti d'acqua dolce che si estendono dallazona pedemontana, ai fiumi della fascia dellerisorgive, a tutta la zona potamale; si spingea volte anche in acque leggermente salmastre. Il suo habitat preferito è costituito da luoghiricchi di vegetazione acquatica e di spondadove si nasconde in attesa delle prede. La tec-nica di caccia del luccio è basata su slanci eguizzi improvvisi nei confronti della preda. La dieta è principalmente ittiofaga, basatasoprattutto su ciprinidi, integrata da macro-benthos, girini, rane e persino piccoli uccelliacquatici e mammiferi (topi).Il luccio svolge inoltre un importante ruolo di

selezione e controllo nei confronti di variespecie ittiche ed è stato ingiustamente consi-derato per anni come un pesce dannoso per lasua presunta voracità.La riproduzione ha luogo, a seconda dellatemperatura, da Febbraio ad Aprile; i lucci sispostano dai luoghi frequentati abitualmentealla ricerca di acque poco profonde, calmecon abbondante vegetazione dove la femminadepone (in più riprese) le uova che possonovenire fecondate anche da maschi diversi.Particolarmente importanti come sito ripro-duttivo sono i piccoli corsi d'acqua di risorgi-va, il cui generale degrado penalizza pesante-mente questa specie che attualmente è in fasedi netto calo numerico in tutto il suo areale didiffusione.

Distribuzione: nelle acque provinciali il luc-cio è praticamente ubiquitario, presente ingenere con basse densità; è una specie ogget-to di costante ripopolamento da partedell’Amministrazione Provinciale.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

45 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Gennaio al15 Aprile

Distribuzione

62

LUCCIO

63

ESOCIDI

PESCE GATTOIctalurus melasNome dialettale: pessegato

Il pesce gatto è un pesce dal corpo tozzo con uncapo massiccio appiattito dorsalmente, dotato diuna grande apertura boccale munita di mascellerobuste fornite di molti piccoli denti aguzzi;assai caratteristici risultano gli 8 barbigli didiversa lunghezza presenti attorno alla bocca: 4sono sulla mascella superiore (2 molto lunghirivolti verso il basso e 2 più corti rivolti versol'alto) e 4 su quella inferiore.Il colore del dorso e dei fianchi è scuro, bruno-verde o nero mentre l'addome è chiaro; il corpoè completamente privo di squame e la pelle sipresenta coperta di abbondante muco.Il primo raggio delle pinne pettorali e dellapinna dorsale risulta estremamente acuminato,in grado di provocare fastidiose ferite in caso diincauta manipolazione di questi pesci; questapeculiarità rappresenta inoltre un meccanismodi efficace difesa nei confronti di altri predatori.Lunghezza massima fino a 45 cm; peso fino a1,5 Kg. Il pesce gatto, specie alloctona originaria delNord-America, vive in corsi d’acqua lenti, sta-gni, paludi, laghi prediligendo le zone conacque poco profonde e fondo fangoso dove siinfossa durante la stagione fredda; in questiambienti si rinviene in prossimità di zone ricchedi piante acquatiche, di radici e rami sporgenti.

È un vorace predatore, particolarmente attivonelle ore serali e notturne in primavera edestate; le sue prede preferite sono costituite daun’ampia gamma di organismi animali chevanno dai macroinvertebrati bentonici allerane ai piccoli pesci. Popolazioni eccessiva-mente numerose di pesce gatto possono avereun effetto limitante nei confronti di altre spe-cie ittiche in quanto in grado di predare atti-vamente uova ed avannotti. È una specie ingrado di vivere in ambienti a basso tenored'ossigeno grazie anche alla capacità di effet-tuare una limitata respirazione cutanea.La riproduzione avviene quando la temperatu-ra dell’acqua si aggira sui 18-20°C; le uovavengono deposte in un nido scavato sul fondoo ricavato in sporgenze delle sponde e vengo-no sorvegliate da entrambi i genitori che inseguito forniscono cure parentali alla prolesino a quando i piccoli pesci non raggiungonocirca i 5 cm.

Distribuzione: presente regolarmente in tuttala fascia dei canali di bonifica della zona cen-tro-meridionale della provincia e in modominore nelle acque più lente dell’area nord-orientale; è una specie in fase di contrazionenumerica.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

64

PESCE GATTO

65

ICTALURIDI

PESCE GATTO PUNTEGGIATOIctalurus punctatusNome dialettale: pessegato american

E' una specie proveniente dall'AmericaSettentrionale (regione dei Grandi Laghi ebacino del Mississipi), come il congenericopesce gatto comune, dove è conosciuto colnome di "channel catfish" ed e oggetto diintenso allevamento a scopo alimentare.La forma del corpo, simile a quella delpesce gatto, è caratterizzata da un capo piùaffusolato, dotato di un'ampia bocca con moltipiccoli denti aguzzi (posti su mandibola,mascella e faringe), e da una coda nettamenteforcuta che lo rende facilmente riconoscibile.La colorazione è variabile in rapporto allecondizioni ambientali, al sesso e all'età; negliadulti, in genere, può essere verde-oliva(femmine) o nerastra (maschi) con il ventrechiaro; gli individui giovani presentano sututto il corpo una diffusa macchiettatura nerache tende poi a scomparire con l'età.E' una specie predatrice onnivora.L’accrescimento è considerevole e discreta-mente rapido; le dimensioni massime rag-giunte da questa specie sono di circa 120 cm edi oltre 25 Kg di peso.

Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-sente in vari laghetti di pesca sportiva ed epi-sodicamente anche in alcuni corsi d’acqua.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

66

PESCE GATTO PUNTEGGIATO

67

ICTALURIDI

PESCE GATTO AFRICANOClarias gariepinusNome dialettale: pessegatto african, clarias

Il pesce gatto africano è una specie introdottanelle acque padovane solo recentemente: leprime segnalazioni risalgono ad una decina dianni fa circa.E' un pesce originario del continente africanodove occupa una eccezionale areale di distri-buzione che si estende dal Sudafricaall’Egitto.La forma del corpo è simile a quella delpesce gatto comune caratterizzata da un capopiù affusolato dotato di un'ampia bocca conmolti piccoli denti aguzzi.La colorazione variabile in rapporto allecondizioni ambientali al sesso ed all'età;negli adulti, in genere, è brunastra con ilventre chiaro; gli individui giovani presenta-no su tutto il corpo una diffusa macchiettatu-ra nera che tende poi a scomparire con l'età.Dal punto di vista ecologico è una specie dieccezionali capacità di adattamento che gliconsentono di sopportare anche le più avversecondizioni ambientali sia in termini di tempe-ratura che di presenza di inquinanti: a tal pro-posito basti ricordare che alcuni autori indica-no in 6,5 mg/l di ammoniaca indissociata laLC50 a 96 ore per gli individui adulti e sub-adulti ovvero un valore altissimo.E’ in grado di sopravvivere anche in presenzadi bassissimo tenori di ossigeno disciolto in

acqua, prossimo a 0, grazie anche alla possi-bilità di respirazione area che effettua attra-verso l’epitelio epibranchiale ed anche attra-verso l’epidermide del dorso.E' una specie onnivora in grado di nutrirsi diuna ampia varietà di alimenti, di origine ani-male ed anche vegetale, che vanno dal planc-ton ai pesci; la dieta ittiofaga è comunquebasilare per gli individui adulti che sono ingrado di cacciare con notevole efficienza nelleacque lente a fondo melmoso che sono il suohabitat prediletto.E’ capace di un accrescimento piuttosto rapi-do in grado di raggiungere alla conclusionedel primo anno di vita dimensioni compresefra 20 e 30 cm; negli anni successivi la cresci-ta continua abbastanza regolare e lineare finoa raggiungere una taglia di 80-90 cm intornoall’ottavo anno di vita. Le dimensioni massi-me segnalate per questa specie sono ancoramaggiori pari a circa 120 cm e di oltre 25 Kgdi peso.

Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-sente in vari laghetti di pesca sportiva; nelleacque correnti ed è stato sinora rinvenutodirettamente nel solo canale Idrovia anche sesegnalazioni di catture sono giunte da altrezone della provincia.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

68

PESCE GATTO AFRICANO

69

CLARIDI

SILUROSilurus glanisNome dialettale: siluro

Il siluro è un grande pesce con corpo, privo disquame, dal profilo slanciato nella regioneposteriore mentre nella parte anteriore si pre-senta piuttosto tozzo; il capo è massiccio,dotato di un’ampia bocca con robuste mascel-le sulle quali si notano 6 barbigli: 2, lunghis-simi, in quella superiore e 4, molto corti, inquella inferiore; caratteristica è la lunghissimapinna anale che si estende, partendo immedia-tamente dopo le pettorali, praticamente pertutto l'addome.Il colore di fondo è scuro, ornato di evidentimarmoreggiature; il ventre è chiaro, bianco ogiallastro. Lunghezza massima fino a 3-4metri; peso fino a 400 kg; in Italia sono segna-late misure fino a 220 cm e 120 Kg di peso.Questa è una specie alloctona, originariadell’Europa danubiana, la cui introduzione,sia pur accidentale, nelle acque italiane èrisultata estremamente dannosa e pericolosaper l’equilibrio delle popolazioni di moltespecie indigene; in alcuni fiumi, come adesempio il Po, la sua presenza è diventata tal-mente consistente da causare forti rischi per lasopravvivenza delle specie ittiche che costi-tuiscono le sue abituali prede.Il siluro vive di preferenza in fiumi dal corsolento con fondo fangoso, stagni, laghi e palu-

di; è un predatore voracissimo attivo partico-larmente nelle ore notturne durante le quali sisposta dai fondali per risalire verso la superfi-cie dove caccia pesci di tutti i tipi ma anchealtri vertebrati fra cui mammiferi, topi in par-ticolare, uccelli acquatici ed anfibi; gli indivi-dui giovani cacciano invece solo avannotti epiccoli pesci ed integrano la dieta conmacroinvertebrati bentonici.L'attività del siluro è maggiore nei mesi caldi;nei mesi invernali cade in stato di latenza dalquale si riprende solo nei mesi primaverili.La stagione riproduttiva ha inizio quando latemperatura dell'acqua raggiunge i 20°C: lafemmina depone centinaia di migliaia di uovain un nido costruito dal maschio fra la vegeta-zione riparia; lo stesso maschio vigila le uovasino alla schiusa che avviene in 10-15 giorni.

Distribuzione: è presente principalmente intutta la fascia delle bassa padovana, sia nellarete dei canali di bonifica che nelle aste deigrandi fiumi come il Brenta, il Bacchiglione el’Adige.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

70

SILURO

71

SILURIDI

LUCIOPERCAStizostedion lucioperca

Il lucioperca è una specie caratterizzata da uncorpo assai allungato più alto nella regioned’inserzione della prima pinna dorsale e da uncapo appuntito grande e leggermente appiatti-to; la bocca, ampia e terminale, è munita dirobuste mascelle che presentano una potentedentatura; la colorazione del dorso è grigio-verde con la presenza bande scure trasversaliche si attenuano negli esemplari più vecchi; ilventre e i fianchi sono colore bianco o argen-teo. Pinna dorsale e pinna caudale con mac-chie nere. La colorazione del corpo è un carat-tere dimorfico: la femmina è di norma marca-tamente più chiara del maschio.E’una specie stanziale o parzialmente anadro-ma, gregaria allo stadio giovane e solitaria inquello adulto; vive di preferenza in acquecalme, nei laghi o nel tratto terminale deifiumi; è attiva soprattutto nelle ore notturnequando abbandona le zone profonde per por-tarsi in prossimità delle rive dove caccia dipreferenza i ciprinidi che costituiscono la baseprincipale della sua dieta di cui entrano però afar parte anche altri pesci, macroinvertebratied anfibi. Gli stadi giovanili si nutrono di zoo-plancton, mentre gli adulti in condizioni discarsità nelle risorse alimentari praticano ilcannibalismo.I suoi spostamenti sono legati anche alle con-dizioni di luminosità, tende infatti a sfuggire

la luce intensa muovendosi di giorno verso glistrati più profondi o in zone più torbide, oppu-re cercando riparo sotto qualche oggetto som-merso.La riproduzione avviene in primavera, quandola temperatura dell'acqua si porta sui 10-12°C.Il dimorfismo sessuale si manifesta oltre neicaratteri cromatici anche nella conformazionedella papilla genitale che nella femmina è piùsporgente.Le uova, oltre 200 mila per femmina, sonoadesive e formano piccole masse attaccate allasuperficie di radici, piante o sassi, spesso ripu-liti dall'attività del maschio che cura le uovasino alla schiusa.

Distribuzione: è una specie di recente com-parsa nelle acque della bassa padovana. Èsegnalato principalmente nel tratto terminaledelle aste di grandi fiumi come il Brenta ed ilBacchiglione ed inoltre nel canale Cagnola enell’Idrovia. Si tratta di una specie in fase diespansione demografica ed è quindi probabileche nel prossimo futuro i corsi d’acqua pado-vani colonizzati aumentino in modo significa-tivo.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

l

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

72

LUCIOPERCA

73

PERCIDI

PERSICO REALEPerca fluviatilisNome dialettale: pesse persico

Il corpo si presenta abbastanza compressolateralmente con il dorso nettamente incurva-to che si continua in un peduncolo caudalepiuttosto sottile.La bocca è ampia, rotondeggiante quandoaperta, munita di molti piccoli denti, rivoltiall’indietro per favorire la presa sulle prede; lamascella si estende non oltre il margine poste-riore dell’occhio.Il colore di fondo è variabile con tonalitàverdi-grigie sui fianchi e sfumature più scuresul dorso; 5-7 grosse linee trasversali nereattraversano i fianchi.Le pinne ventrali e la anale sono di colorerosso-arancio, le altre sono brunastre. La lun-ghezza massima può raggiungere i 50 cm;mentre il peso i 3,5 kg.Il pesce persico vive principalmente in acquelacustri e nel tratto medio terminale dei fiumi;è una specie di indole abbastanza gregaria,soprattutto nei primi anni di vita, fondamen-talmente sedentaria.Il regime alimentare è essenzialmente carni-voro; la dieta comprende macroinvertebratibentonici e piccoli pesci, che sono di normacacciati solo dagli individui adulti.La riproduzione ha luogo nel periodo prima-verile, quando la temperatura dell’acqua ini-

zia ad aumentare; la femmina depone le uovain lunghi e caratteristici nastri che vengonofissati alla vegetazione acquatica o altri sup-porti solidi; la schiusa avviene in circa 15giorni.Il persico reale conosce notevoli fluttuazioninella consistenza delle sue popolazioni cheattualmente sono in fase di incremento demo-grafico in molti ambienti lacustri mentre èpossibile notare una tendenza alla diminuzio-ne in diversi bacini fluviali.

Distribuzione: è presente principalmentenelle aste dei maggiori fiumi provinciali,Brenta e Bacchiglione in particolare, ed inmolti bacini di ex cave. E’ una specie in fasedi espansione demografica.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

20 cm

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Aprile al31 Maggio

Distribuzione

74

PERSICO REALE

75

PERCIDI

PERSICO SOLELepomis gibbosusNome dialettale: girasole, gobo, orologio, pesse sole.

Il persico sole è un pesce assai appariscentedal corpo di forma ovalare, assai compressolateralmente, da cui si stacca nettamente ilpeduncolo caudale; la bocca è piuttosto picco-la con dentatura minuta; la colorazione èmolto vivace, caratteristica, con dorso bruno-olivastro e fianchi ricoperti di macchie rossa-stre, arancio e bluastre; nell'opercolo le mac-chiettature si fondono a formare alcune lineelongitudinali; sul lobo opercolare è inoltrepresente un’evidentissima macchia nera tal-volta accompagnata da un'altra, più piccola,rossa. Lunghezza massima fino a 25 cm; pesofino 250 gr.Come il congenerico persico trota questa spe-cie è di origine alloctona, proveniente dalNord-America; vive di preferenza in acquelente, lacustri e stagnanti dove si rinviene confacilità in prossimità delle rive, laddove piùabbondante è la vegetazione acquatica cherappresenta il suo microhabitat preferito.Il persico sole si può considerare una specieinvasiva. E’ infatti in grado di colonizzare inpochissimo tempo i nuovi ambienti nei qualiviene immesso creando gravi squilibri nellepopolazioni ittiche preesistenti nei confrontidelle quali esercita sia competizione trofica

che per i siti riproduttivi, alle quali si aggiun-ge una attività predatoria nei confronti di uovae, in misura minore, anche di avannotti.Il persico sole è un predatore vorace dimacroinvertebrati bentonici che costituisconola base principale della sua dieta.Il periodo riproduttivo è strettamente connes-so con le variazioni di temperatura dell’acquache deve raggiungere perlomeno i 22°C; leuova, molto numerose, vengono deposte dallafemmina in un nido scavato dal maschio inacque poco profonde.Entrambi i genitori curano e proteggono sia ilnido che i piccoli nati; l’elevata fecondità, lecure parentali per la progenie associate ad unascarsissima specializzazione ecologica rap-presentano i motivi più probabili dell'esplo-sione demografica di questa specie.

Distribuzione: diffuso nelle acque di tutta laprovincia, è più frequente nella fascia dellabassa padovana.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

76

PERSICO SOLE

77

CENTRARCHIDI

PERSICO TROTAMicropterus salmoidesNome dialettale: boccalone, branzino.

Il corpo si presenta compresso in senso latera-le e termina in modo piuttosto netto in unostretto peduncolo caudale; il capo è abbastan-za grosso e massiccio provvisto di una grandebocca con mascelle, dotate di molti piccolidenti aguzzi, che arrivano oltre il margineposteriore dell'occhio.La colorazione è abbastanza variabile, in rap-porto all’ambiente di vita, oscillante dal brunoal verde con la presenza sui fianchi e sugliopercoli di una serie longitudinale di macchieche tendono talvolta a riunirsi formando unaspecie di banda scura continua; il ventre èsempre chiaro. Lunghezza massima raramen-te superiore a 60 cm; peso massimo intorno a3-4 Kg.Anche il persico trota è una specie alloctonaproveniente dal Nord-America e la sua com-parsa in Italia risale ai primi anni del secoloquando fu immesso nei laghi di Varano eMonate in Brianza.Questa specie predilige acque calme, discreta-mente temperate, specialmente di piccolilaghi, corsi d'acqua di pianura, bacini origina-ti da cave, dove sia presente abbondante vege-tazione acquatica.Il persico trota è un predatore; la sua dieta èessenzialmente a base animale: gli individui

più giovani, che vivono in prossimità dellasuperficie, si nutrono principalmente dimacroinvertebrati bentonici mentre gli adulti,che si rinvengono con maggior facilità inprossimità del fondo, cacciano anfibi e picco-li pesci talvolta anche della stessa specie.La riproduzione avviene in genere a primave-ra inoltrata con la deposizione da parte dellafemmina di un numero abbastanza limitato diuova (fino a 5.000) in un nido costruito dalmaschio; le uova vengono quindi accuditesino alle schiusa e per un breve periodo di 10-15 giorni dopo la schiusa le cure parentalisono fornite anche agli avannotti.Secondo alcuni autori l'introduzione di questaspecie non ha comportato eccessivi squilibrinei confronti dei predatori autoctoni contri-buendo anzi a limitare in modo efficace l’ec-cessivo sviluppo di alcune specie di ciprinidiinvasivi; questa notazione tuttavia necessita diulteriori e più approfonditi studi prima dipoter essere definitivamente e positivamenteaccettata.

Distribuzione: è ampiamente diffuso nellamaggior parte delle acque correnti provincialinonchè in vari laghi di ex cave dismesse.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

78

PERSICO TROTA

79

CENTRARCHIDI

SCAZZONECottus gobioNome dialettale: marson dea bava

È un pesce dal caratteristico capo di formaassai tozza, che costituisce da solo circa il40% del peso corporeo; il corpo è allungato,quasi appiattito, la colorazione è assai variabi-le, talvolta scura, ma in genere tendente albruno-giallastro, con una fitta serie di mac-chie e bande nerastre disposte irregolarmentea formare delle fasce trasversali; anche lepinne pettorali, dorsali e caudale presentanouna macchiettatura; il ventre è chiaro.Lo scazzone è un tipico pesce di fondo, obbli-gato a questa scelta dalla mancanza dellavescica natatoria e dall'eccessivo peso delcapo. Vive acquattato fra i sassi, rivolto con-trocorrente, aspettando la preda che catturacon un balzo, adottando un originale sistemadi spinta "a reazione", ottenuto espellendoviolentemente dalle branchie l'acqua contenu-ta nella cavità boccale. Frequenta tutto il trat-to ritrale dei corsi d'acqua, fino agli 800-1000metri, e nei torrenti e nei laghi alpini fino a2000 m; si dimostra assai sensibile all'inqui-namento, che ne ha comportato una decisacontrazione numerica in buona parte del suoareale di diffusione. Costituisce una delleprede preferite dalle grosse trote. Si riproducein primavera, in genere fra Aprile e Giugno.E' specie poco prolifica, la femmina depone

100-300 uova, in un nido preparato e custodi-to dal maschio sino alla schiusa. La sua ali-mentazione è costituita essenzialmente damacroinvertebrati, ma talvolta anche da uovae avannotti di altri pesci.

Distribuzione: è presente solo nell’alta pado-vana, nel fiume Brenta e nelle rogge derivate.È presente inoltre alle sorgenti del Sile incomune di Piombino Dese.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: dal 1° Marzo al30 Aprile

Distribuzione

80

SCAZZONE

81

COTTIDI

GHIOZZO PADANOPadogobius martensiNome dialettale: marson, marsonseo

Il ghiozzo comune è un piccolo pesce bento-nico con un colore di fondo bruno o bruno-verde; l'addome è invece più chiaro, bianca-stro o giallognolo. Sul dorso e sui fianchi pos-sono essere presenti delle bande più scure chescendono fino ai fianchi.Caratteristica è inoltre una macchia nera benevidente posta all’apice superiore delle pinnepettorali. Lunghezza massima fino a 10 cm;peso fino 12-15 gr.All'interno del bacino padano il ghiozzocomune vive in un’ampia gamma di ambientiche vanno da quelli lotici di molti torrentidella fascia pedemontana a quelli tipicamentelentici di molti canali della bassa pianuraveneta; diffusissimo è inoltre in tutta la fasciadelle risorgive dove in molti casi è la specienumericamente dominante.È una specie spiccatamente territoriale edogni individuo difende strenuamente il pro-prio territorio non permettendo l’ingresso deipropri simili; l’unica eccezione a questa abitu-dine si nota soltanto nel periodo riproduttivo(da Maggio a Luglio) quando i maschi attira-no, anche mediante l’emissione di infrasuoni,le femmine nella propria porzione di fondale;dopo la deposizione e la fecondazione delleuova i maschi allontanano immediatamente la

femmina e provvedono a vigilare le uova sinoalla schiusa.I giovani nati si spostano abbastanza veloce-mente dal territorio del genitore e dopo unabreve fase di socialità manifestano precoce-mente la tendenza territoriale, colonizzando learee marginali delle zone occupate dagli adul-ti.

Distribuzione: specie ampiamente diffusa neicorsi d’acqua della provincia; è più abbondan-te numericamente nella fascia delle risorgive.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

82

GHIOZZO PADANO

83

GOBIDI

PANZAROLOOrsinigobius punctatissimusNome dialettale: lardarolo

Il panzarolo è un piccolo ghiozzo, di dimen-sioni minori rispetto al ghiozzo padano, ende-mico del bacino padano e quindi di grandevalore ecologico.Il corpo è leggermente allungato, capo legger-mente appiattito ed occhi in posizione dorso-laterale.La distinzione con il ghiozzo comune, spessosimpatrico nelle acque di risorgiva, risulta age-vole per la quasi totale mancanza nel panzaro-lo delle squame, che risultano limitate ad unapiccola area sotto le pinne pettorali.È una specie che presenta un evidente dimor-fismo sessuale sia per le dimensioni del corpoche per le sfumature della colorazione.Il colore di fondo, bruno-giallastro è comunenei due sessi ma i maschi, di dimensioni mag-giori, presentano delle evidenti striature tra-sversali lungo i fianchi e un’evidentissimamacchia scura fra gli ultimi due raggi sullaprima pinna dorsale; nelle femmine al postodelle striature sono presenti delle macchiescure irregolari. Lunghezza massima fino a 6cm; peso massimo non superiore a 4-5 gr.Si tratta di una specie per lungo tempo misco-nosciuta che solo di recente è stata nuovamen-te riconosciuta valida (Gandolfi et al. 1985).Predilige le acque di risorgiva, leggermente

correnti, con substrati a sabbia e limo anche sepuò essere rinvenuto in ambienti con substra-ti a ciottoli o ghiaia.Il suo ciclo vitale è piuttosto breve, con vitamedia di soli 2 o 3 anni; solo raramente alcu-ni individui raggiungono il 4° anno; la ripro-duzione ha luogo in primavera, in massimaparte fra Maggio e Giugno.L’alimentazione degli adulti è essenzialmentebasata sul benthos e ne entrano a far parte efe-merotteri, insetti, crostacei, anfipodi e isopodi.È una specie particolarmente minacciata dalprogressivo deterioramento di quasi tutti gliambienti della fascia delle risorgive, dovuto inmolti casi oltre che all’inquinamento chimicoe microbiologico delle acque anche alla deva-stante pratica delle cosiddette “operazioni dipulizia idraulica” che comportano, in specialmodo nei fontanili più piccoli, la totale distru-zione dell’ecosistema acquatico.

Distribuzione: specie diffusa nell’alta pado-vana, in particolare nella fascia delle risorgi-ve; è segnalato anche nel fiume Frassine, nellazona del montagnanese.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

84

PANZAROLO

85

GOBIDI

GHIOZZETTO DI LAGUNAKnipowitschia panizzaiNome dialettale: marsonseo, go’

Il ghiozzetto di laguna è una specie moltosimile al panzarolo che frequenta però leacque salmastre e la parte terminale di alcunicorsi d'acqua dolce.E’ una specie di piccole dimensioni, arriva almassimo a 4-5 cm di lunghezza, e prediligeambienti con bassa velocità di corrente e sub-strati fini come limi e sabbie.Il colore di fondo è grigiastro con fine punteg-giatura bruno-nerastra ed una serie di macchiescure longitudinali sui fianchi; è presente unamacchia nera al margine posteriore della primapinna dorsale.L’alimentazione è basata principalmente supiccoli crostacei ed altri invertebrati bentonici.Presenta un ciclo vitale molto breve di 1-2anni al massimo e conseguentemente la matu-rità sessuale viene raggiunta molto presto.Il periodo riproduttivo è abbastanza ampio e siestende da Aprile ad Agosto; la femmina assu-me in questo periodo un colore più vivace conil ventre che diventa giallastro, la pinna dor-sale si pigmenta di nero e compare una mac-chia nera sulla mandibola.La femmina depone le uova, in più riprese, inun nido che il maschio prepara utilizzando ingenere conchiglie di bivalvi.E’ una specie spesso non facilmente ricono-

sciuta dai pescatori che viene spesso confusacon gli alatri gobidi che vivono in simpatriacon esso nelle acque salmastre.

Distribuzione: è presente nel tratto terminaledel F. Brenta oltre che nell’area di ValleMillecampi.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

86

GHIOZZETTO DI LAGUNA

87

GOBIDI

COBITE COMUNECobitis taeniaNome dialettale: cagna, forasesta, lampreda

Il cobite è un piccolo pesce dal corpo allun-gato, cilindrico, compresso lateralmentesoprattutto nella parte posteriore; il capo èpiccolo, conico con il profilo anteriore obli-quo; la bocca è infera; gli occhi sono piccoli,spostati verso il margine dorsale; accanto adognuno di essi si trova una piccola spinamobile alloggiata in una fessura.Il dorso ed i fianchi sono bruni, il ventre gial-lastro; nella zona mediana dei fianchi è pre-sente una serie di grosse macchie nere, bendefinite, allineate; nella parte superiore deifianchi è presente un'altra serie di macchienere di dimensioni minori rispetto alle prime;durante il periodo riproduttivo nei maschiqueste due serie di macchie tendono a fonder-si fra di loro per formare 2 fasce brune perogni fianco. Lunghezza massima fino a 12-15cm (femmine) o 6-8 cm (maschi); peso massi-mo di regola inferiore ai 10 gr.Il cobite comune è un tipico pesce di fondoche vive acquattato fra la vegetazione o lasabbia dove rinviene, soprattutto nelle orenotturne, la principale fonte della sua alimen-tazione costituita da macroinvertebrati bento-nici; nella ricerca del cibo vengono impiegatii barbigli che hanno quindi una funzione tatti-le.

Il cobite frequenta ambienti di pianura o colli-nari dove predilige corsi d'acqua non troppoprofondi e ricchi di vegetazione sommersa.La riproduzione avviene nel periodo compre-so fra la fine della primavera e l'inizio dell'e-state; la femmina depone in acque poco pro-fonde, fra la vegetazione o sui sassi, un eleva-to numero di uova, stimolata in questa funzio-ne dal maschio che, seguendo un precisorituale, le avvolge il corpo per stimolare l'e-missione delle uova.Estremamente caratteristico è il modo di muo-versi del cobite che nuota con elegantissimimovimenti sinuosi del corpo.

Distribuzione: ampiamente diffuso nelleacque dell’alta padovana, la sua presenza siriduce nella fascia centrale e meridionale dellaprovincia.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

88

COBITE COMUNE

89

COBITIDI

COBITE MASCHERATOSabanejewia larvataNome dialettale: lampreda da fango,cagneta, forasesta

La forma del corpo del cobite mascherato èassai simile a quella del cobite comune; prin-cipale caratteristica distintiva risulta essere lapresenza di una piega cutanea che si estendeper tutta la lunghezza del peduncolo caudale,spesso in modo più evidente lungo il margineinferiore.La colorazione di fondo è bruno-rossastra conil ventre bianco o giallastro; lungo la fasciamediana dei fianchi, dall'opercolo alla basedella coda, è presente una serie di macchiescure, ben definite, allineate che talvolta con-fluiscono a formare una fascia.Nella parte superiore dei fianchi è inoltre pre-sente una fitta serie di macchiette scure chespesso danno origine, fondendosi, ad un dise-gno variegato; tutte le pinne sono punteggiatedi scuro. Alla base della pinna caudale sonopresenti due macchie nere, una superiormentee l'altra inferiormente, tendenti a confluire inuna banda verticale. Tra l'occhio e l'apice delcapo è presente una banda scura, mentre tragli occhi e il profilo dorsale del muso è pre-sente un disegno a forma di Y. Lunghezzamassimo fino a 10 cm; peso massimo sempreinferiore ai 10 gr.La biologia del cobite mascherato è pococonosciuta, anche se si può pensare che riper

corra a grandi linee quella del cobite comune,con il quale vive spesso in simpatria.Secondo alcuni autori il cobite mascheratotenderebbe a colonizzare preferibilmenteambienti con fondo fangoso anziché sabbioso,più tipici del cobite comune; i rilevamenticondotti nella nostra provincia confermanotuttavia solo in parte queste affermazioni evi-denziando piuttosto come la caratteristicheambientale più importante per la presenza diquesta specie siano la copertura vegetale delfondo ed, ovviamente, una velocità di corren-te non eccessiva.Durante l'accoppiamento il maschio si avvol-ge a guisa di anello sul tronco della femminaper favorire l'espulsione delle uova circa 800-900 per una femmina di 8 cm. I maschi duran-te la stagione riproduttiva sviluppano duecaratteristici rigonfiamenti con funzione pro-babilmente connessa alla modalità di accop-piamento.

Distribuzione: presente e talvolta abbondan-te nelle acque dell’alta padovana; la sua pre-senza si riduce nella zona centro-meridionaledella provincia.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

90

COBITE MASCHERATO

91

COBITIDI

COBITE BARBATELLOOrthrias barbatula

Il cobite barbatello si distingue abbastanzafacilmente dagli altri cobitidi per la forma delcorpo, meno compressa lateralmente, per lenarici anteriori tubulari e per i barbigli relati-vamente lunghi: il 3° paio, disteso all'indietro,raggiunge quasi il margine posteriore dell'oc-chio. Il colore di fondo è bruno-giallastro con lapresenza su tutto il corpo di macchie scure,irregolari, abbastanza grosse, non allineate; lepinne pettorali, la pinna anale e la caudalesono macchiettate. Le pinne sono piuttostolunghe ed il bordo posteriore della pinna cau-dale solo lievemente concavo. Esiste dimorfi-smo sessuale riguardante sia la taglia, che èmaggiore nella femmina a parità d'età, sia lepinne pettorali, che nei maschi sono propor-zionalmente più lunghe ed hanno il 2° raggioingrossato; durante il periodo riproduttivo imaschi presentano i raggi delle pinne pettora-li e i lati del capo uniformemente coperti ditubercoli nuziali. La lunghezza massima rag-giunta è di 15 cm, in casi eccezionali si puòarrivare fino a 20 cm.Il cobite barbatello è per molti aspetti una spe-cie non ancora ben conosciuta; colonizza ingenere acque non eccessivamente calde, pre-feribilmente piccoli corsi d'acqua a fondo sas-soso o sabbioso anche se può essere presente

sia in ambienti lacustri che in alcuni grossifiumi come ad esempio l’Adige.È un pesce timido, lucifugo, rimane nascostonei rifugi la maggior parte della giornata;diventa attivo di notte quando si alimenta cac-ciando invertebrati bentonici.La riproduzione avviene a primavera inoltrataquando la femmina depone in acque basse undiscreto numero di uova (da 2 ad 80 mila)dotate di capacità adesiva che il maschio,dopo averle fecondate, vigila sino alla schiu-sa.

Distribuzione: è stato rinvenuto direttamenteed in forma limitata, solo nel F. Frassine; èpossibile, ma non confermata da catture diret-te, la sua presenza in Adige.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

92

COBITE BARBATELLO

93

HOMALOPTERIDI

ANGUILLAAnguilla anguillaNome dialettale: bisato, bisata.

Il corpo dell’anguilla è caratteristico lungo,serpentiforme, compresso nella parte poste-riore; il capo è piccolo, conico, la bocca forni-ta di mascelle robuste armate di piccoli dentiacuminati; la mandibola inferiore è sporgenterispetto alla superiore; gli occhi sono piuttostopiccoli, neri con l’iride giallastra. Il dorso e laparte superiore dei fianchi sono scuri, neri overdastri, il ventre è bianco, a volte giallastro. Lunghezza massima fino a 120-130 cm e pesofino a 2,5 Kg.L’anguilla trascorre gran parte della sua vitain acque dolci, che abbandona solo per ripro-dursi portandosi verso il mare; qui inizia unamigrazione di migliaia di Km fino a raggiun-gere il Mar dei Sargassi, al largo delle IsoleAntille, dove ha luogo la riproduzione; ognifemmina depone da 1 a 5 milioni di uova daldiametro di 1 - 3 mm che schiudono solo atemperature superiori ai 20 gradi centigradi.Dopo la frega gli adulti muoiono. È tuttaviapossibile, secondo alcuni ittiologi, che il Mardei Sargassi non sia l’unico centro di riprodu-zione delle anguille e che la deposizione delleuova possa avvenire anche in alcuni altri mari,fra cui il Mediterraneo. Al momento attuale,però le conoscenze su questo problema sonopiuttosto scarse. Dopo la schiusa le larve, pic-

cole e trasparenti, dette leptocefali, iniziano lamigrazione di ritorno seguendo le correntiatlantiche verso l’Europa e l’Africa. Il viaggiodi ritorno dura circa 3 anni. Raggiunto il con-tinente le larve giunte allo stadio detto“cieca”, misurano circa 17 - 19 cm. Iniziano larisalita dei fiumi raggruppandosi presso lefoci. Nel mar Adriatico la risalita ha luogo nei mesidi Febbraio e Marzo e porta l’anguilla a colo-nizzare tutti i principali fiumi e numerosissi-me acque secondarie fino ad una quota di1000 metri. Gli adulti sono onnivori, attivi soprattutto dinotte, e si cibano, un po’ di tutto, da vermi elarve, ad uova ed avannotti, da piccoli pesci arettili.

Distribuzione: è presente in tutte le acquedella provincia anche se mai abbondante. E’una specie in forte diminuzione in tutto l’a-reale di distribuzione. La Provincia di Padovainterviene a sostegno di questa specie concospicui ripopolamenti annuali di ragani.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

40 cm.

Periodo di divieto dipesca: nesuuno

Distribuzione

94

ANGUILLA

95

ANGUILLIDI

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

96

SPINARELLOGasterosteus aculeatusNome dialettale: spinosa, spinarea.

Si tratta di una specie di piccole dimensioni,con il corpo di forma affusolata ed un pedun-colo caudale sottilissimo; la superficie deifianchi può essere ricoperta da placche osseecon funzioni protettive presenti in numerovariabile da 1 a 36 a seconda delle varieforme.Il muso è corto, la bocca è piccola, obliqua,rivolta verso l’alto fornita di denti minuti.Il colore di fondo è grigio-verdastro con ilventre chiaro, ma durante il periodo della fre-gola i maschi assumono una bellissima livreanuziale caratterizzata dal dorso bluastro e dafianchi, ventre ed opercoli rosso vivo.Lunghezza massima fino a 10-12 cm; pesomassimo intorno ai 10-15 gr.Lo spinarello è una specie moderatamenteeurialina; vive normalmente nelle acque dolcima risulta in grado di sopportare anche quellesalmastre; frequenta preferenzialmente picco-li corsi d’acqua ricchi di vegetazione, piùraramente grandi fiumi dove predilige imicrohabitats ripari.E' una specie di natura socievole, vive spessoin piccoli branchi; i maschi adulti sono tutta-via territoriali, soprattutto nel periodo ripro-duttivo.La deposizione delle uova avviene da aprile a

luglio; il maschio prepara un piccolo nidofatto di frammenti vegetali tenuti insieme dasecrezioni mucose dove la femmina depone200-300 uova; il maschio dopo la fecondazio-ne vigila le uova sino alla schiusa e quindisegue e protegge i piccoli avannotti per unadecina di giorni ancora.L’alimentazione dello spinarello è piuttostovaria e ne entrano a far parte uova ed avan-notti di altre specie, larve di invertebratiacquatici e soprattutto lombrichi.L’accrescimento di questa specie è moltolento: alla fine del primo anno di vita gli indi-vidui misurano poco meno di 4 cm, l’annosuccessivo raggiungono circa 5.5 - 6 cm dilunghezza mentre al terzo anno misuranocirca 7 cm. Le femmine risultano essere piùlongeve dei maschi e costituiscono la quasitotalità degli individui che raggiungono ilquarto anno di vita quando la misura degli spi-narelli è di circa 9-10 cm.

Distribuzione: presente e localmente fre-quente nella fascia delle risorgive dell’altapadovana.

SPINARELLO

97

GASTEROSTEIDI

GAMBUSIAGambusia holbrookiNome dialettale: pansona

È un piccolo pesce caratterizzato da un evi-dentissimo dimorfismo sessuale; le femminesono di dimensioni maggiori con corpo piut-tosto tozzo che prosegue con un peduncolocaudale abbastanza sottile; il capo è corto etermina con muso appuntito sul quale si aprela bocca in evidente posizione supera con lamandibola inferiore nettamente prominente; imaschi si riconoscono invece per le dimensio-ni nettamente inferiori (fino a 4 cm), per ilcorpo snello e soprattutto per la presenza di unorgano copulatore, detto gonopodio, formatodalla trasformazione dei raggi della pinnaanale.Il colore di fondo è grigio-verdastro, comunenei due sessi, con la presenza di un’evidentereticolatura scura sulla superficie delle sca-glie; nelle femmine fecondate è inoltre pre-sente un grossa macchia nera nella parte infe-riore del ventre.E’ una specie che predilige acque calme, tem-perate o addirittura calde, con fondali fangosie ricchi di vegetazione acquatica; frequentenelle acque debolmente correnti, stagnanti,lacustri; talvolta si rinviene anche in ambientisalmastri.Si nutre di piccoli organismi che cattura nellacolonna d’acqua e sulla superficie: larve diinsetti, soprattutto ditteri, crostacei planctoni-

ci ed anche alghe.Da un punto di vista ecologico si dimostraestremamente tollerante nei confronti dell’in-quinamento di natura organica e riesce asopravvivere anche in presenza di tenori diossigeno estremamente bassi. La riproduzioneha luogo in periodi diversi a seconda dellatemperatura dell'acqua (da Maggio aSettembre); la gambusia è una specie viviparaa fecondazione interna; ogni femmina puòpartorire diverse volte nel corso di uno stessoanno da 5 a 40 piccoli perfettamente formati.La specie è stata introdotta in Europa agli inizidi questo secolo con lo scopo di limitare lapresenza della zanzara anofele, della qualepreda le larve; la reale efficacia di questometodo di lotta biologica, tuttavia non è datutti accettata, soprattutto se con questo siste-ma si cerca di operare su larga scala.

Distribuzione: si ritrova prevalentemente neicorsi d’acqua della bassa padovana con cor-rente a modesta velocità.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

98

nessuna

99

GAMBUSIA

PECILIDI

PASSERA DI MAREPlatichthys flesusNome dialettale: passarin

La passera di mare è un pesce dal corpo com-presso di forma ovalare. Il profilo superiore del capo, anteriormenteall'occhio, è leggermente concavo; gli occhisono sul lato destro o, molto raramente, suquello sinistro, la bocca è terminale. Una cresta longitudinale poco rilevata, decor-re dallo spazio interorbitale fino alla zonaopercolare, terminando con un tubercolo. Lescaglie, di tipo cicloide, sono molto piccole edifficilmente staccabili; alcune placchette spi-nose stanno alla base delle pinne dorsale edanale. La linea laterale, che inizia nello spaziointerorbitario, è leggermente incurvata in dire-zione dorsale al di sopra della pinna pettorale.La pinna caudale è ampia, con margine poste-riore convesso. La pinna dorsale, che si inse-risce anteriormente in corrispondenza dell'oc-chio, e quella anale sono molto lunghe ehanno i raggi centrali più lunghi rispetto aglialtri, conferendo al pesce una forma romboi-dale. La pinna pettorale del lato cieco è menosviluppata rispetto all'altra. Il colore del latorivolto verso l'alto è bruno-olivastro, bruno-grigiastro, a volte con macchie irregolari piùscure, o tendente al nero; l'altro lato è biancoma alcuni individui lo possono presentare conmacchie grigio nere. Le pinne sono di colore

grigiastro, con margine biancastro. Un carat-tere di dimorfismo sessuale riguarda la pre-senza, più frequentemente nei maschi chenelle femmine, di placchette spinose nei raggidelle pinne dorsale e anale. Lunghezza massi-ma fino a 50 cm, ma nelle popolazioni italia-ne raramente si trovano esemplari superiori a35-40 cm.Specie fortemente eurialina la passera viveabitualmente nelle zone di marea, su fondalimobili sabbiosi o melmosi profondi fino a 50m, risale i fiumi anche per molti chilometridato che è in grado di superare tratti fluvialicon forti correnti. Di solito trascorre l'invernoin mare, ma alcuni soggetti svernano nei laghiraggiunti risalendo i fiumi. Si riproduce inmare tra il tardo autunno e l'inizio della pri-mavera a profondità di media superiori ai 40m. Le femmine producono da 40 mila a 2milioni di uova ciascuna. La specie si nutre dimolluschi, crostacei, anellidi, platelminti,pesci (soprattutto gobidi), larve d'insetti. È un pesce di notevoli capacità mimetiche concolorazione del fianco oculare capace di imi-tare quella del fondale su cui la passera sitrova.

Distribuzione: risale il tratto terminale dei F.Brenta, F. Bacchiglione, F. Adige; è presenteanche nella zona lagunare di valleMillecampi.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

15 Cm.

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

100

PASSERA DI MARE

101

PLEURONETTIDI

102

CEFALOLiza ramada, L. saliens, L. aurata, Chelonlabrosus, Mugil cephalusNomi dialettali:, caustelo, verzelata, dodre-gan, bosega, volpina, sievoi

I cefali sono un gruppo di specie assai simili fraloro dal riconoscimento non sempre agevole; ilgenere Mugil si distingue dagli altri generi per lapresenza della palpebra adiposa molto sviluppatae ben evidente, il genere Chelon per la presenzadi un grosso labbro superiore che presenta papil-le cornee nelle parte inferiore. Il genere Liza sicaratterizza per il labbro superiore sottile com-pletamente privo di papille cornee.Fra le varie di specie di cefalo l’unica che si spin-ge in profondità nelle acque dei fiumi è ilMuggine calamita L. ramada, localmente notocon il nome di caustelo risalendo i fiumi per deci-ne e decine di chilometri. Questa specie puòessere riconosciuta per la presenza di una evi-dente macchia nera localizzata alla base dellepinne pettorali e per la contemporanea assenza diuna macchia dorata opercolare evidente; in que-sta specie le pinne pettorali presentano anche unprocesso ascellare.I pesci appartenenti a questo gruppo di speciesono caratterizzati dal corpo slanciato, linea late-rale poco arcuata e capo breve ed appiattito; pre-sentano sempre una doppia pinna dorsale, laprima delle quali si distingue per la presenza di 4raggi spinosi. Il corpo, ricoperto da grandi squa-me che si possono staccare con relativa facilità,presenta una colorazione di fondo grigio-argenta-

ta con sfumature cromatiche diverse a secondadella specie.I cefali sono specie comuni lungo le coste, neiporti nel tratto terminale dei corsi d'acqua e nellelagune soprattutto in quelle molto vivificate dalmare. Il muggine dorato Liza aurata ed il muggi-ne musino Liza saliens prediligono le acque lagu-nari mentre la bosega Chelon labrosus insiemealla volpina Mugil cephalus prediligono stazio-nare lungo le coste anche se non disdegnanoqualche puntata in acqua dolce.La riproduzione dei muggini ha luogo semprenelle acque marine dove vengono deposte, aseconda della specie e della taglia dei riprodutto-ri da 100 mila a 7 milioni circa di uova libera-mente flottanti sulla superficie dell'acqua. Dopola schiusa le larve si dirigono verso le coste dadove gli avannotti rimontano verso le acqueinterne. Allo stato giovanile è gregario, ma dopoaver superato i 40 cm di lunghezza si riunisce inbranchi meno numerosi, che raggiungono un ele-vato numero di esemplari soltanto in invernoquando più gruppi si raccolgono per la fregola.L'alimentazione è varia e comprende invertebra-ti, microalghe, talli algali occasionalmente detri-ti organici e anche altri pesci.

Distribuzione: il muggine calamita ed in misuraminore il muggine musino risalgono vari corsid’acqua della zona del piovese oltre che l’Adigeed il Bacchiglione.Le altre specie sono presenti prevalentemen-te nei corsi d’acqua più prossimi alla zonalagunare di Valle Millecampi.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

20 Cm.

Periodo di divieto dipesca: nessuno

Distribuzione

CEFALO

103

MUGILIDI

STORIONE COBICEAcipenser naccariiNome dialettale: porseleta, storion

Gli acipenseridi sono una delle famiglie dipesci attualmente a maggior rischio di estin-zione. Agli inizi del secolo nella acque italia-ne gli storioni risalivano ancora in abbondan-za le acque dei fiumi italiani e veneti conesemplari di 3 diverse specie lo storionecomune Acipenser sturio, lo storione ladanoHuso huso e lo storione cobice Acipenser nac-cari, di taglia minore dei precedenti ed ende-mico del bacino adriatico.Attualmente lo storione comune e lo storioneladano si possono considerare praticamenteestinti nelle nostre acque mentre il cobice risa-le ancora, in numero limitatissimo, le acquedei fiumi principali. Il corpo si presenta slanciato, caratterizzatodalla completa mancanza di squame e dallapresenza degli scudi ossei disposti in 5 file. 2laterali, 2 ventrali, 1 dorsale. Il capo è allungato, a forma di rostro, e termi-na con un muso dall’apice arrotondato; labocca è infera, protrattile, priva di denti, tra-sversale con il labbro posteriore nettamenteinciso; i barbigli, utilizzati come organi senso-ri per la ricerca del cibo, sono inseriti più inprossimità del margine superiore della boccache non verso l'apice del muso.Il colore del dorso è bruno con riflessi grigio-

verdastri che tendono a sfumare lungo i fian-chi; il ventre è di colore chiaro, bianco o gial-lastro.Raggiunge dimensioni massime di circa 170cm e peso in genere non superiore a 30 Kg.È una specie migratrice anadroma che risale ilcorso dei fiumi a maggiore portata in prima-vera con l’approssimarsi del periodo riprodut-tivo e si spinge all’interno anche per centinaiadi Km dalla foce, quando possibile. Le uova,adesive, vengono deposte in profondità sufondali ghiaiosi o ciotolosi; la schiusa avvienenel giro di una settimana con temperature del-l’acqua prossime ai 18-20°C.La maturità sessuale viene raggiunta dallefemmine con dimensioni medie intorno ai100-120 cm (4-5 anni di età).Dopo la nascita i giovani storioni rimanganoin acqua dolce per 2-3 anni e quindi scendonoin mare dove rimangono fino al raggiungi-mento della maturità sessuale.L’alimentazione è essenzialmente basata sumacroinvertebrati bentonici nei primi anni divita mentre gli individui adulti, durante la loropermanenza in mare, integrano questa dietacon piccoli pesci.

Distribuzione: raro, risale le acque dei fiumiBrenta e Bacchiglione. È attualmente oggettodi ripopolamento da parte della Provincia.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

non prevista

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

104

STORIONE COBICE

105

ACIPENSERIDI

CHEPPIAAlosa fallaxNome dialettale: ceppa

E’ un pesce dal corpo compresso lateralmentecaratterizzato dalla presenza di piccoli scudiossei ventrali provvisti di un piccolo dentellosporgente. Gli occhi sono caratterizzati dallapresenza della “palpebra adiposa” ovvero diuna spessa membrana verticale trasparenteche ne ricopre la parte anteriore e posteriore.La colorazione di fondo è argentea con rifles-si più scuri, verde azzurri, sul dorso; ed inol-tre sono presenti sui fianchi, nella zona ante-ro-superiore, una serie di evidenti macchienere che variano da un numero di 1 a 8 nellaforma nominale e da 1 a 12 nell’agone. Lapinna caudale è nettamente forcuta.La cheppia è presente nelle acque italiane indue forme: la prima è una tipica migratriceanadroma che risale il basso e medio corso deifiumi esclusivamente per la deposizione delleuova (alosa), la seconda conduce, invece, unavita stanziale in alcuni dei nostri maggiorilaghi prealpini compiendo quindi in acquadolce sia la fase trofica che quella riprodutti-va; quest’ultima forma è conosciuta anche conil nome di agone.La forma nominale vive la fase trofica al largodi tutte le coste europee dove nel periodoinvernale si rinviene con facilità in prossimità

dei fondali che abbandona durante l’estate perrisalire verso strati più superficiali dove cac-cia intensamente piccoli pesci che costituisco-no la sua principale dieta in questa stagione; laforma lacustre si è invece adattata ad un regi-me alimentare parzialmente planctofago.La rimonta nei fiumi avviene, a seconda dellelocalità, da febbraio a marzo-aprile. Le uova vengono deposte in acque basse erelativamente tranquille; la schiusa avvienenel giro di una settimana ed i piccoli clupeidirestano in acqua dolce sino alle dimensioni di10-15 cm prima di iniziare il ritorno verso ilmare.È specie particolarmente danneggiata dallacostruzione di sbarramenti e dighe nei fiumi.

Distribuzione: risale i principali corsi d’ac-qua della provincia principalmente nel perio-do primaverile per portare a termine la ripro-duzione nel periodo estivo. I giovani scendo-no verso il mare in autunno.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V

a�l�l�e� �M�i�l�l�e�c�a�m�p�i�

30 cm.

Periodo di divieto dipesca: dal 15 Maggio al30 Giugno

Distribuzione

106

CHEPPIA

107

CLUPEIDI

LAMPREDA PADANALethenteron zanandreaiNome dialettale: fureghon, lamprea

Questa specie, assieme a tutte le altre inseritenella famiglia dei Petromizontidi, è un veropesce nel senso zoologico stretto non del ter-mine: appartiene infatti al gruppo sistemati-co degli "Agnati", vertebrati primitivi sprov-visti di vere mascelle, con bocca circolare,fornita di numerosi denti in grado di fungereda ventosa. La lampreda padana è uno degliendemismi più pregiati presenti nelle acqueprovinciali ed al tempo stesso è una delle spe-cie più minacciate di scomparsa: nel corso diquest’ultimo secolo la sua presenza ha cono-sciuto infatti una drastica diminuzione nelnostro territorio provinciale dove un tempo sipoteva invece rinvenire comunemente nellasua area di elezione ovvero la fascia dellerisorgive.Si riconosce agevolmente per il corpo tubola-re, leggermente compresso, con parte cau-dale appuntita. Nella parte anteriore dei fian-chi sono presenti 7 fori allineati che mettonoin comunicazione le branchie con l'ambienteesterno. La pinna dorsale composta di 2 partidiseguali, è molto spostata all'indietro e sicontinua direttamente con la caudale che è asua volta collegata a quella anale. La colora-zione del corpo è grigiastra con il ventre disolito di colore chiaro; durante la fregola laregione boccale e anale assumono un eviden-te colore rossastro. Le dimensioni raggiunte non superano in

genere i 15 cm per un peso di qualche decinadi grammi. La lampreda padana è specie pra-ticamente stanziale che trascorre la primaparte della sua vita, che dura 4-5 anni, in unafase larvale (la larva viene detta ammocete),vivendo infossata nel fango o nella sabbia siaper sfuggire ai possibili predatori sia per rin-venire il cibo costituito da microinvertebrati,alghe e detrito organico; l’ammocete è privodi occhi, la pinna caudale e quella anale sipresentano poco differenziate e la bocca èpriva di denti. Nella seconda fase della vita,molto più breve, la lampreda subisce unametamorfosi ed assume i caratteri tipici del-l’adulto con la differenziazione degli occhi edi una bocca a ventosa circolare.In questa fase della vita ha luogo l’unicariproduzione di questa specie che avviene inun nido scavato da più individui nel fondoghiaioso e/o sabbioso di corsi d’acqua amoderata velocità di corrente; dopo il comple-tamento della fase riproduttiva gli adultilasciano il nido e poi muoiono.La principale causa di minaccia di questa spe-cie è data dall’alterazione e della regimazionedegli alvei dei piccoli corsi d’acqua di risorgi-va che sono il suo habitat elettivo.

Distribuzione: nelle acque della provincia diPadova la lampreda padana è presente, informa discontinua e sempre con densità limi-tata, nella sola area delle risorgive.

M I S U R A M I N I M A

F E R M O B I O L O G I C O

C O L L I

E U G A N E I

F. B

r en

t a

F. T

er g

ol a

F.

Te

si n

a

Na

vi g

l io

Br e

nt e

l la

T.

Mu

so

n d

ei

Sa

ss

i

C . C a g n o l a

C. R

on

ca

jette

C.

Ba

t ta

gl i

a

F . B a c c h i g l i o n e

C. B

i sa

t t o

F . G o r z o n eSc

ol o

di

Lo

zz

o

F . F r a t t a

F. A d i g e

F o s s aM o n s e l e s a n a

F o s s a P a l t a n a

V a l l e M i l l e c a m p i

nessuna

Periodo di divieto dipesca: tutto l’anno

Distribuzione

108

LAMPREDA PADANA

109

PETROMIZONTIDI

110

BIBLIOGRAFIA

Bianco P.G. - 1988. I pesci d'acqua dolce d'Italia: notesu un recente contributo. Atti Soc. It. Sci. Nat. MuseoCiv. St. Nat. Milano, 129:146-158.

Bianco P.G. - 1988. Occurence of the asiaticgobionid Pseudorasbora parva (Temminck andSchlegel) in South-eastern Europe. J. Fish. Biol. 32:973-974

Bruno S. - 1987. Pesci d'Italia e crostacei d'acquadolce. Giunti, Firenze, 286 pp.

Chaumeton H. - 1986. La pesca ed i pesci d'ac-qua dolce. Mondadori, Milano, 367 pp.

Delmastro G. - 1985. I pesci del bacino del Po. Clesav,Milano, 190 pp.

Gandolfi G., Marconato A., Torricelli P. - 1985.Posizione sistematica e biologia di un ghiozzo delleacque doci italiane Orsinigobius (gen. novo) punc-tatissimus (Canestrini, 1864) (Pisce, Gobiidae). Boll.Mus. Civ. Stor. Nat. Verona, 12:367-380.

Gandolfi G. & Tongiorgi P. - 1974. Taxonomicposition, distribution and biology of the gobies pre-sent in italian freshwaters, Padagobius martensi

(Gunther) and Gobius nigricans Canestrini (Osteichthyes, Gobiidae). Annali Mus. Civ. Stor. Nat.Genova, 80:92-118.

Gandolfi G. & Zerunian S. - 1987. I pesci delle acqueinterne: aggiornamento e considerazioni critiche sullasistematica e la distribuzione. Atti Soc. It. Sci. Nat.Museo Civ. Stor. Nat. Milano, 128: 3-56.

Gandolfi G. & Zerunian S. - 1987. L'ittiofauna autoc-tona delle acque interne italiane: problemi aperti nellasistematica. Atti 2° Conv. A.I.I.A.D., Torino, pp. 131-145.

Gandolfi G. & Zerunian S. - 1990. I pesci delle acqueinterne italiane: chiarimenti sulle critiche ad unnostro recente contributo. Atti Soc. It. Sci. Nat.Museo Civ. St. Nat. Milano, 131: 293-307.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A. -1991. I pesci delle acque interne italiane. IstitutoPoligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 617 pp.

Kendall R.L. - 1988. Taxonomic changes in NorthAmerican trout names. Trans. Am. Fish. Soc., 117:321.

111

Ladiges W. & Vogts D. - 1986. Guida ai pesci d'ac-qua dolce d'Europa. Muzzio, Padova, 233 pp.

Lorkovic Z. - 1958. Die merkmale der unvoll-standigen speziationsstufe und die frage der einfuhrungder semispezies in die systematik. Uppsala Univ.Arsskr., 6: 158-168.

Marconato E., Salviati S., Maio G., Marconato A. -1989 La fauna ittica della Provincia di Padova. Ed.Provincia di Padova Assessorato alla Pesca, 191 pp.

Mayr E. 1963 - Animal species and evolution. HarvardUniv. Press, Cambridge, XIV+797 pp.

Tortonese E. - 1970. Osteichtyes, parte I. Fauna d'Italia,vol X. Calderini, Bologna, XIII+545 pp.

Tortonese E. - 1975. Osteicthyes, parte II. Faunad'Italia, vol XI, Calderini , Bologna, XVIII+636 pp.

Turin P. , Zanetti M. , Loro R. , Bilò M.F. - 1995 Cartaittica della Provincia di Padova. Ed. Provincia diPadova Assessorato alla pesca, 400 pp.

Vittori A. - 1981. Pesci. Biologia, morfologia, distri-buzione delle specie ittiche che popolano le acque delTrentino. Prov. Autonoma di Trento, 88 pp.Vostradovsky J. - 1975. I pesci d'acqua dolce. Teti,Milano, 252 pp.

Zerunian S. - 1982. A new ciprinid from Italy:Rutilus eritrophtalmus n.sp.. 4th Congr. Europ.Ichthyologist, Hamburg, abst. n. 346.

112

Provincia di PadovaSettore Ambiente – Caccia e PescaPiazza Bardella, 3 - 35129 Padova - Tel. 049/8201016 - Fax 049/8201028Dirigente: Dr. Livio Baracco

Il settore Ambiente – Caccia e pesca è la struttura provinciale deputata alla gestione della pesca, alla tutelaed all’incremento della fauna ittica presente nelle acque provinciali.Gli uffici provvedono inoltre alla gestione ed all’espletamento di tutte le pratiche amministrative legatealla pesca che sono riassunte nell’elenco seguente:• Rilascio e rinnovo licenze di pesca categoria "A" • Rilascio licenze di pesca categoria "B" • Licenze di pesca categoria "B" per minori • Permessi di pesca per minori • Permessi di pesca per adulti di età superiore anni 70 • Licenze di pesca per stranieri • Tesserino regionale di pesca per la zona "A" della Regione del Veneto • Autorizzazioni per gare e manifestazioni di pesca sportiva • Autorizzazioni per il posizionamento di reti fisse nella laguna di Venezia • Autorizzazioni alla pesca sportiva a pagamento all'interno di aree di proprietà privata • Autorizzazioni per la pesca del pesce novello nella laguna veneta • Autorizzazioni alla piscicoltura all'interno di aree in proprietà privata • Concessione di tratti di acque pubbliche a scopo di pesca sportiva e dilettantistica • Concessione di tratti di acque pubbliche a scopo di acquacoltura e piscicoltura • Autorizzazioni alla pesca di molluschi bivalvi

Il settore Ambiente – Caccia e Pesca provvede inoltre a fornire agli utenti ed a tutti i cittadini ognigenere di informazione legata alle pratiche ed alle attività sopradescritte.Gli uffici sono aperti al pubblico ogni giorno feriale dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e nelle giornate diLunedì e Giovedì anche al pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 16.30.

stampato su carta libera da cloro

Finito di stampare:Ia Ristampa Gennaio 2004

progetto grafico & stampa: La Grafica Faggian s.r.l. / Campodarsego (PD)

Provincia di PadovaAssessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce

2004

I p

esci

d’a

cqu

a d

olce

del

la P

rovi

nci

a d

i P

adov

a

Provincia di PadovaAssessorato alla Pesca 2004