Assemblea e pranzo sociale I pasticci 18 maggio 2013...Tesoriere - Giuseppe Dovolich 335.23.11.58...

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INFORMAZIONE - ATTUALITÀ - SERVIZI - CULTURA - SVAGO ED ALTRO Assemblea e pranzo sociale 18 maggio 2013 MARZO 2013 I pasticci dell’INPS all’interno l’informativa completa e le modalità di partecipazione all’interno l’informativa completa e le modalità di partecipazione

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  • 5353535353INFORMAZIONE - ATTUALITÀ - SERVIZI - CULTURA - SVAGO ED ALTRO

    Assembleae pranzo sociale18 maggio 2013

    MARZO 2013

    I pasticcidell’INPS

    all’interno l’informativa completae le modalità di partecipazioneall’interno l’informativa completae le modalità di partecipazione

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    Associazione Pensionati e Dipendentidella ex Cassa di Risparmio di Torino e di altre Banche

    ExCRT&Co.via Nizza, 150 - 10126 Torino

    Tel. 011.194.11.072/011.194.11.073 - Fax. 011.663.1394E-mail: [email protected] - Sito: www.aspenscrt.it

    ORGANI SOCIALI (triennio 2011-2013)Consiglio Direttivo

    Burdese Piero (Presidente) - Delponte Rodolfo (V.Pres.Vicario) - Rosso Giulio (V.Pres.) - Balda Guglielmo (Segretario) - DovolichGiuseppe (Tesoriere) - Alessandria Mario - Arborio Domenico - Bruno Alfonso - Cane Vincenzo - Chauvelot Carla - Della ChiesaRosanna - Pransani Re Matilde (in rappresentanza dei pensionati indiretti e di reversibilità) - Seminara Giusto - Viotto Giorgio - ZorzinPiergiorgio – Per i soci in servizio: Gola Gianpiero - Sasso Giordana.

    Presidente onorario: Salza Franco.

    Comitato EsecutivoBurdese Piero, Delponte Rodolfo, Rosso Giulio, Balda Guglielmo, Dovolich Giuseppe, Seminara Giusto, Viotto Giorgio.

    Revisori dei ContiRocco Viscontini Cesare (Presidente) - Bringhen Virgilio - Poli Osvaldo.Supplenti: Chiarenza Paolo - Fazzolari Antonio.

    ProbiviriTomè Piermario (Presidente) - Clara Giovanna - Santi Pier Giorgio.Supplenti: Roccati Adelia.

    Gli Uffici dell’Associazione sono aperti (escluso il mese di agosto):

    DA LUNEDÌ A VENERDÌ - DALLE 9,30 ALLE 11,30Per chiamate urgenti possono essere usati i seguenti recapiti telefonici:

    Presidente - Piero Burdese 338.68.47.072 e-mail: [email protected]. Presidente Vicario - Rodolfo Delponte 338.66.44.959V. Presidente - Giulio Rosso 335.83.52.324 e-mail: [email protected]. Fondo Pens. CRT - Giorgio Viotto 335.73.17.578 e-mail: [email protected] - Guglielmo Balda 349.83.97.083 e-mail: [email protected] - Giuseppe Dovolich 335.23.11.58 e-mail: [email protected] Onorario - Franco Salza 335.58.95.829 e-mail: [email protected]

    Recapiti dei Responsabili dei vari Gruppi operativi nell’ambito dell’Associazione:

    PREVIDENZACoordinatore: Rodolfo Delponte 338.664.49.59

    RIVISTA NUOVI INCONTRIDirettore responsabile: Piergiorgio Zorzin 333.61.68.510 e-mail: [email protected]: Claudio Racca 011.661.07.57 - 347.221.22.37 e-mail: [email protected]

    FA PCREDITO

    FEDERAZIONE NAZIONALE SINDACALEdelle ASSOCIAZIONI dei PENSIONATI del CREDITO

    GROUPEMENT DES RETRAITES ET DES PENSIONNESD E S C A I S S E S D ’ E PA R G N E E U R O P E E N N E S ,B A N Q U E S E T I N S T I T U T I O N S S I M I L A I R E S

    Aderente a:

    CONSULENZA FISCALECoordinatore: Mario Alessandria 389.075.35.50 e-mail: [email protected]

    CONSULENZA LEGALECoordinatore: Ennio Dogliani 339.273.53.53 e-mail: [email protected]

    PROSELITISMO - PROBLEMATICHE BANCARIECoordinatore: Giorgio Viotto 011.568.17.64 - 335.731.75.78 e-mail: [email protected]

    INIZIATIVECoordinatore: Vincenzo Cane 349.080.53.33 e-mail: [email protected]

  • Editoriale

    Sommario

    Copertina:Torino, piazza San Carlo

    foto di Pietro Rosso

    NUOVI INCONTRITrimestrale - Riservato agli associati

    Periodico dell’AssociazionePensionati e Dipendenti dellaex Cassa di Risparmio di Torino

    e di altre BancheExCRT&Co.

    Via Nizza, 150 - Torinoe-mail: [email protected]

    DIRETTORE RESPONSABILEPiergiorgio Zorzin

    COMITATO DI REDAZIONECoordinatore: Claudio RaccaPiero Burdese - Giulio Rosso -

    Giusto Seminara - Giorgio Viotto

    Illustrazioni: Sergio Simeoni

    AUTORIZZAZIONE DELTRIBUNALE DI TORINON. 5949 del 3 Marzo 2006

    STAMPAS.r.l. F.lli Scaravaglio & C.

    Industria Grafica ed EditorialeVia Cardinal Massaia, 106 - 10147 Torino

    Tiratura 2.600 copie

    Articoli, lettere, pubblicazioni e varie impegnanotutta e solo la responsabilità degli autori

    Questa pubblicazione non è a scopo di lucro.Alcune immagini e testi sono stati attinti dalla rete.

    Se inavvertitamente avessimo violato qualcheCopyright segnalatecelo e provvederemo quanto

    prima a rimediare l’errore involontario.

    Dateci retta, stavolta cominciate dal principio. Il nostro Presidente vi racconta subito e bene le novità che ci riguardano, i guai che ne sono derivatie le azioni in corso per rimediare. Notizie interessanti e men che piacevoli, ma a tutto, con la buona volontà, si può porre rimedio, fatta forseeccezione alla mancata rivalutazione delle pensioni attuale e futura. Alle informazioni del Presidente si aggiungono, sempre con precisione ecompletezza, quelle del nostro Agente al Fondo Pensioni, Giorgio Viotto, mentre l’aggiornatissimo Mario Alessandria ci racconta tutto sul nuovo730, affiancato dal Commercialista che, ancora e sempre in tema di fisco, tenta di spaventarci con il redditometro e con le nuove, inesauribiliimposte sui prodotti finanziari. Meno male che noi pensionati abbiamo ben poco da temere, sia come potenziali evasori fiscali, sia come grandiinvestitori. Grandioso inoltre il contributo del nostro conosciutissimo avvocato, Giusto Seminara, che, oltre alla terza puntata dell’apprezzatissima“Storia della Previdenza” ha profuso non poche energie per informarci le interessanti novità di legge, prossime ad entrare in vigore, sul condominio.Per salvaguardare la nostra salute è necessario leggere attentamente l’argomento del reflusso gastro-esofageo, più diffuso di quanto chi non nesoffre (o non sa di soffrirne!) potrebbe mai immaginare.Aggiorniamoci sull’ipertecnologia. Quanti di voi, felici possessori di tablets, di cellulari di ultima generazione, di diavolerie elettroniche varie,conoscono il QR CODE? Ebbene, è ora che vi scrolliate di dosso tanta colpevole ignoranza. Se poi vi piace andare all’estero per lo shopping,comprate capi di abbigliamento dopo esservi ben informati sulle misure locali!Per la cultura, la solita eccellente Daniela Bonino ci parla dei Battuti Bianchi (ai quali in qualche città, come Bra per esempio, sono dedicate delle chiese),mentre Franco Tamarin, profondo conoscitore ed appassionato delle nostre valli, ci presenta testimonianze poco conosciute.Diverso dal solito il nostro animo gentile, Franco Uberti. È triste, accorato. Gli è successa una disgrazia. Per favore, non dite “beh …era poi solo un cane!”Sfavillante di luci e di colori la cronaca (al solito, non convenzionale: bravo il narratore Angelo Riposo) di un viaggio – aereo e nave – in un altro mondo.Ancora un dispiacere: termina qui il libro d’epoca sulla fascinosa Torino d’altri tempi, che Giulio Rosso ci ha consentito di pubblicare a puntate pertanti e tanti numeri della rivista. Quello stesso Giulio che, in altra parte, ci consiglia la devastante ricetta dell’arrosto “ai tre pepi”.Infine Mauro Di Giannantonio, che alla bellezza delle vostre case veramente tiene, vi consiglia la calathea. Cos’è e com’è: andatela a cercare, èmagnifica.Un’ultima raccomandazione: stavolta più che mai soffermatevi sulle vignette di Sergio Simeoni, che è riuscito a superare se stesso.Buona lettura e arrivederci all’Assemblea del 18 maggio prossimo, a Vicoforte. All’interno il modulo per la partecipazione.

    La parola al Presidente Piero Burdese ........................................................................ 2Notizie dal Fondo

    La causa sulla solidarietà ........................................................................................ 4Alcune informazioni sulle prime erogazioni delle pensioni INPS ........................ 4

    Assistenza fiscale ................................................................................................................ 5Dichiarazione redditi mod. 730 ...................................................................................... 6Mod. 730/2013: novità di interesse generale ............................................................... 6La Previdenza …la sua storia in sintesi (3ª puntata) ................................................. 8Riservato in particolare ai dipendenti Unicredit in attività di servizio

    Progetto Newton = esternalizzazione attività ........................................................ 12La parola al Commercialista

    Il nuovo redditometro ................................................................................................ 13Imposta di bollo sui prodotti finanziari ...................................................................... 15Tassa sulle transazioni finanziarie ................................................................................. 16Messa annuale in ricordo dei colleghi defunti ........................................................... 16Pensa alla salute!

    La malattia da reflusso gastro-esofageo ................................................................ 17Il condominio …nuovo ..................................................................................................... 20INCONTRO 2013 .............................................................................................................. 25QR CODE .......................................................................................................................... 30Che taglia utilizziamo ....................................................................................................... 32Il moto dei Bianchi ........................................................................................................... 33Il mascherone di Banda ................................................................................................... 35Era solo un cane …(per la serie “la montagna racconta”) ..................................... 36Le nostre iniziative … avvenute

    Le mille e una notte .................................................................................................. 38Dal baule delle vecchie cose

    Cap. 15 - Commiato .................................................................................................. 42Il verde in casa .................................................................................................................. 45Prendiamoli per la gola

    Arrosto ai tre pepi ...................................................................................................... 47

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    La parola al PresidentePiero Burdese

    L’inizio del nuovo anno ha coinciso con una importantenovità che ha coinvolto i pensionati ex CRT e che certamen-te non ci ha sorpresi.Infatti da tempo Vi avevamo informati che, in seguito alla sca-denza della così detta “Gestione Speciale”, l’Unicredito nonavrebbe più provveduto alla corresponsione totale delle nostrepensioni limitandosi, ove previsto, all’accredito mensile dellaquota relativa al Fondo ex CRT.L’accredito della pensione di competenza dell’INPS sarebbeavvenuto direttamente da parte dell’Istituto di Previdenza al-l’inizio di ciascun mese.Tralascio momentaneamente quanto si è verificato nei primigiorni del mese di gennaio nelle varie Agenzie Unicredito perevidenziare lo stato d’animo dei pensionati che hanno supina-mente subìto l’accredito senza possibilità di verifica o di raf-fronti in quanto sprovvisti di qualsiasi listino di documenta-zione.Inoltre il mancato raffronto, con il periodo precedente, del-l’importo netto ricevuto ha reso meno evidente il prosieguodegli effetti scellerati della famigerata legge Fornero i cui ef-fetti continuano ancora quest’anno a colpire le“pensionid’oro”. Termine con il quale il Governo ha classificato quelledi importo superiore a tre volte il minimo INPS e quantitativa-mente 1.442,00 euro ca. lordi mensili.Rammento che dall’inizio dell’anno alle pensioni fino a talelimite è stato applicato l’aumento pieno della perequazionestabilita in via previsionale nella misura del 3%, a quelle diimporto compreso tra i 1.443,00 ed i 1.486,29 (1.443 + il 3%)è stato garantito l’importo di 1.486,29 ed a quelle di importosuperiore l’esclusione di qualsiasi aumento.Insisto volutamente ed un po’ testardamente su questo ennesi-mo salasso perché attraverso il colloquio con molti Colleghirilevo spesso che non tutti percepiscono l’esatta entità del dannoprovocato dal provvedimento che non solo incide sugli emolu-menti degli anni del blocco ma anche su quelli degli anni suc-cessivi, per tutta la durata della vita del pensionato.Mi affido ad un esempio matematico per sensibilizzare il lettore:

    - nel 2012, primo anno di blocco, il pensionato con 1.500 euroal mese ha perduto 40,5 euro mensili (indice Istat dell’aumen-to dei prezzi 2,7%), che nell’anno avrebbero assommato com-plessivamente a 526,50 euro ca;- nel 2013, secondo anno di blocco, avendo l’Istat valutatol’inflazione 2012 al 3,00%, lo stesso pensionato con 1.500 euroal mese ha perso e perderà altri 46,21 euro al mese che assom-meranno complessivamente nell’anno a 600,00 euro ca.E così complessivamente nei due anni il citato pensionato su-birà non solo un danno di 1.126,50 euro ca. ma detto ammon-tare non verrà in alcun modo recuperato nè tanto meno contri-buirà a formare base di conteggio per ulteriori aumenti qualo-ra il sistema dovesse tornare alla normalità.

    La nostra Associazione, ben consapevole del depauperamentocausato da questi provvedimenti, utilizzando i più disparaticanali, fa giungere all’opinione pubblica ed ai Governanti ildisappunto e la rabbia di una categoria che si vede costante-mente addebitare il costo di una inefficiente gestione previ-denziale, rammentando loro che la generazione degli attualipensionati a suo tempo ha contribuito, con il proprio serio la-voro, a far progredire la società, le scienze, la tecnologìa, laproduttività, e la ricchezza dell’umanità confidando in un se-rio sistema di protezione del potere di acquisto delle pensioni,tale da assicurare il mantenimento del livello economico otte-nuto nel momento del pensionamento.Ma al citato danno si aggiunge una nuova beffa: la scopertadi un nuovo emendamento silenzioso che già ipoteca la pe-requazione delle pensioni dal prossimo gennaio 2014. Infattiè molto probabile che si pervenga ad un nuovo blocco qualoralo Stato, a tale data, reputi insufficienti e non disponibili lerisorse destinate a coprire il costo delle tutele a favore degliesodati.Se ciò dovesse avverarsi, pur essendo difficile ipotizzare unaconcreta mobilitazione dei pensionati, sarà assolutamente ne-cessario mettere in campo manifestazioni in modo da contra-stare un sistema che senza dubbio farà lievitare il numero dei

  • 33333poveri nel nostro Paese.Non sarà facile muoversi in un contesto nazionale di gravecrisi economica, di disoccupazione giovanile, etc. ma abituar-si a subire altre rapine ci porterà inesorabilmente verso unanuova povertà.Una recente indagine ha evidenziato che le pensioni dal 1996al 2011 hanno diminuito il potere d’acquisto di oltre il 33%causando ai pensionati che da più anni risultano in quiescenzauna situazione drammatica.Molti di noi, pensionati da meno anni, non avvertono ancora ladisperazione provata da questi anziani che con il trascorrere deltempo stanno avvertendo l’insufficienza di quanto percepito pereffetto del mancato recupero inflattivo, del blocco della rivalu-tazione, dell’aumento delle tasse, delle imposte e dei prezzi deibeni, servizi, tariffe e tagli ai servizi sanitari e sociali.Ma tornando al nuovo metodo di erogazione delle pensioni,come avrete avuto modo di constatare, la partenza non è sta-ta esaltante. Sono stati lamentati molti disservizi che hannocomportato disagi e disorientamento nell’utenza in quanto idiversi punti operativi dell’Unicredito si sono comportati dif-formemente: qualcuno ha usato elasticità operativa e compren-sione, qualcun altro ha applicato severamente la normativacondizionando ogni accredito alla sottoscrizione del titolare odei contitolari di una lettera di manleva.Non intendo qui muovere specifiche responsabilità ma pensocorretto interpretare l’accaduto quale insufficiente scambio diinformazioni ed una certa superficialità operativa.Non c’è dubbio che da gennaio il pensionato avverta maggio-re difficoltà non disponendo più del listino che illustrava gliimporti lordi, le ritenute fiscali Irpef, le addizionali regionali ecomunali, insomma, una chiara esposizione delle voci che eraabituato a verificare.Va poi sottolineato che a gennaio è mancato l’addebito delleimposizioni regionali e comunali per cui l’ammontare dellepensioni è risultato maggiore del consueto, a febbraio la se-gnalazione dell’anno di riferimento 2012 per l’addizionale re-gionale e comunale ha fatto ipotizzare inspiegabili conguagli,a marzo… certamente l’accredito sarà di molto inferioreall’importo atteso per effetto dell’errato calcolo dell’Irpefda parte dell’INPS.Scrivo sarà in quanto nel momento di andare in stampa venia-mo a conoscere che l’INPS, interpretando erroneamente alcunesegnalazioni operate al Casellario delle pensioni, ha calcolatol’imposizione fiscale su un imponibile doppio per ogni posizio-ne: ciò causerà consistenti riduzioni degli emolumenti netti ilcui minore importo si aggirerà mediamente sui 300/400 euroca, a seguito di un errato incremento dell’aliquota IRPEF.È del tutto evidente che ciò comporterà gravi disagi percoloro che hanno pianificato l’utilizzo del loro emolumen-to. E quando avverrà la correzione dell’errore? Sarà il pros-simo mese o verrà atteso il conguaglio di fine anno?

    Poiché i quesiti posti all’Istituto di Previdenza a Torino nonhanno originato risposte puntuali e soddisfacenti, ci siamo ri-volti prontamente alla FAP, la nostra Federazione nazionale,chiedendo loro di intervenire con una specifica denuncia-dif-fida all’INPS per quanto sta accadendo.In questa occasione non posso fare a meno di rammentare chein occasione di un colloquio presso la sede INPS di Roma tempofa avevo esposto le nostre preoccupazioni per la nuova meto-dologìa di pagamento ricevendo una compassionevole rispo-sta da una saccente Dirigente che non mancò di ricordarmi lapotenzialità e l’efficienza dell’Istituto di Previdenza che men-silmente provvedeva già a corrispondere oltre 15 milioni dipensioni!L’analisi di quanto esposto è stata oggetto di una profondaanalisi da parte del nostro Comitato Esecutivo ed ha fattoemergere l’assoluta necessità di creare e di mettere urgente-mente a disposizione dei Soci una nuova struttura internaalla nostra Associazione che, avvalendosi di un CAF ester-no, sia in grado di rispondere fin da subito ad ogni necessità.Conseguentemente, con il Coordinatore della Commissionefiscale Alessandria ed i suoi Componenti, abbiamo creato unnuovo servizio in grado di assolvere a qualsiasi necessità ine-rente i rapporti con l’INPS e con il fisco tramite un accordocollaborativo con il CAF NAZIONALE DEL LAVORO lacui convenzione è in fase di sottoscrizione.Inoltre, avvertendo che l’Unicredito non avrebbe più provve-duto a fornire la consueta assistenza fiscale, ci siamo rivolti almedesimo per richiedere il prosieguo del servizio ancora perquest’anno nelle more dell’organizzazione del nostro pro-getto, istanza alla quale la Banca ha risposto positivamentedimostrando una gradita sensibilità.Collateralmente abbiamo sviluppato altri “pacchetti di servi-zi” che contemplano la corresponsione di una tariffa annuale afavore del CAF NAZIONALE DEL LAVORO che fattureràregolarmente ogni introito.Rimandiamo il Socio interessato alla lettura dell’articolo“Assistenza fiscale” che troverà nelle pagine in prosieguo.Intendiamo ancora portare a Vostra conoscenza che l’Asso-ciazione, in base all’esperienza che maturerà quest’anno, al-l’interesse dimostrato dai pensionati ed al gradimento delnuovo servizio, intenderà ampliare il progetto per giungere, sispera già dal prossimo anno, all’accollo del costo dei “pac-chetti di servizi”.Vogliamo infine sperare che tutto ciò sia apprezzato dai Sociche potranno interpellarci, anche telefonicamente, per le loronecessità o per specifici appuntamenti.

    Vi giungano i migliori saluti, con l’augurio di incon-trarci alla prossima Assemblea che si terrà a Vicoforteil prossimo 18 maggio, alla quale speriamo non vorretemancare.

  • 44444Notizie dal FondoNotizie dal FondoNotizie dal FondoNotizie dal FondoNotizie dal Fondo

    La causa sulla solidarietàPendente presso la Corte d’Appello di Torino, Sezione Lavoro, con udienza di discussione già fissata al24.1.2013, è stata rinviata al 10 Aprile 2013, in quanto il relatore era diversamente impegnato qualecomponente l’Ufficio Elettorale.

    Giorgio ViottoAlcune informazioni sulle prime erogazioni della pensione INPS

    Riporto buona parte del testo della mail inviata il 14 gen-naio a tutti i colleghi di cui l’Associazione dispone di indi-rizzo mail, oltre ad ulteriori informazioni e precisazionisulla pensione INPS errata di marzo e sulle modalità diapplicazione delle ritenute fiscali.Approfitto per sollecitare tutti i colleghi che già non lo hannofatto a segnalare all’Associazione il proprio indirizzo mail ocomunque quello di un proprio famigliare che possa riceve-re per loro i nostri messaggi; vorremmo infatti, tutte le volteche se ne configuri la necessità, essere vicini ai nostri asso-ciati fornendo loro tempestivamente informazioni utili (èsufficiente inviare una mail con il proprio indirizzo elettro-nico alla casella dell’Associazione “[email protected]”).

    - - - - - - - -È arrivata regolarmente il 2 gennaio la prima pensione erogatadirettamente dall’INPS, ma non a tutti è finita immediatamen-te sul conto corrente, per la necessità dell’agenzia di acquisirelettera di impegno dai titolari del conto corrente.Si evidenzia che sulla prima rata di pensione erogata non ri-sultano effettuate le trattenute relative all’addizionale regio-nale e comunale, che viene addebitata da INPS con le modali-tà appresso indicate (per i residenti nella Regione Piemonte afine anno la stessa ha deliberato l’aumento della addizionaleper il rientro del deficit sanitario).Si fa presente che il confronto tra quanto erogato nel mese didicembre 2012 rispetto a dicembre 2011 può evidenziare unadifferenza per difetto, dovuta al fatto che nel 2011 era stataemanata una legge che prevedeva l’acconto di imposta dell’82%anziché del 99%, come era di norma o del 96% come dispostoper il 2012; poiché il provvedimento era stato tardivo e la pen-sione di novembre era già stata decurtata dell’acconto più ele-vato, la differenza è stata riaccreditata nel mese di dicembre.Si informa che la pensione INPS accreditata il 1° marzo, eprobabilmente anche quella di aprile, è di importo inferiore acausa di un errato calcolo delle trattenute IRPEF determinatoda INPS, che solo successivamente verrà riconosciuta. L’erro-re è riferito sia alla voce “trattenuta Irpef” avendo l’INPS as-sunto come base di calcolo dell’imposta un importo superiore,sia alla voce “conguaglio Irpef a debito da ricostituzione” che

    viene determinata proprio a causa dell’errore prima citato, mache non dovrebbe proprio esserci.Il problema riguarda tutte le pensioni sino a dicembre erogatein modo sostitutivo da tutti i Fondi Pensione del settore banca-rio per conto INPS che, su nostra richiesta veicolata tramitel’Ufficio Pension Fund, ha ammesso l’errore. L’Associazionesi sta attivando tramite FAP (Federazione Associazione Pen-sionati bancari) per diffidare l’INPS ad una sollecita risolu-zione del problema.Si approfitta per spiegare le modalità con le quali l’INPS ef-fettua, a termine di legge, le trattenute IRPEF:1) ogni mese trattiene la quota di Irpef dell’anno in corso de-stinata allo Stato;2) nei 9 mesi intercorrenti da marzo a novembre effettua latrattenuta dell’acconto addizionale Irpef comunale dell’annoin corso;3) negli 11 mesi intercorrenti da gennaio a novembre (ma ec-cezionalmente nel 2013 nei 10 mesi da marzo a novembre)effettua il saldo dell’acconto già trattenuto l’anno precedenterelativamente alla addizionale comunale ed effettua la tratte-nuta l’irpef regionale dell’anno precedente (che si paga sem-pre un anno in ritardo).A differenza di quanto avveniva sino a dicembre, con l’in-vio da parte del nostro Fondo Pensioni del listino pensionecon il dettaglio degli importi, ritenute e trattenute varie, l’INPSnon invierà mensilmente il listino che è però disponibile sulsito dell’INPS con il seguente percorso:- accedere al sito INPS e cliccare su “Servizi On Line”;- scegliere la casella” Servizi per il Cittadino” ed inserire ilproprio codice fiscale ed il Pin fornito da Inps e quindi clicca-re su “accedi”;- cliccare sulla opzione “Fascicolo previdenziale del cittadi-no”, quindi “Prestazioni” ed infine “Pagamenti”;- selezionare l’anno di interesse e quindi la rata;- per la stampa scorrere sino in fondo i 2 cursori sulla destradello schermo e cliccare su “stampa”.Continuerà invece a pervenire il listino relativo alla quota dipensione erogata dal Fondo Pensioni; solo allora si potrà veri-ficare l’esattezza dell’importo complessivo erogato.

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    Assistenza fiscalePiero Burdese

    Conseguentemente al nuovo metodo di corresponsione dellenostre pensioni, in atto dallo scorso mese di Gennaio, la quotaa carico dell’INPS viene erogata direttamente dall’Ente Previ-denziale che ha assunto anche il ruolo di sostituto d’imposta.Di riflesso l’Unicredito non è più in grado di mantenere alcu-ne facilitazioni che ci venivano riservate per il tramite del-l’Ufficio Pension Fund - Polo di Torino.Fra queste il servizio fiscale che veniva annualmente posto inessere a favore di quanti intendevano presentare la propria di-chiarazione dei redditi mod. 730 godendo di un servizio effi-ciente, oltremodo comodo e totalmente gratuito.

    L’Associazione, avvertendo l’utilità di conservare tale servi-zio, si è impegnata nella ricerca e nell’organizzazione di unanuova struttura, alternativa se non sostitutiva alla preesisten-te, in grado di offrire, a quanti lo vorranno, la medesima faci-litazione. Contemporaneamente, avvertendo la complessità diorganizzare con celerità il progetto, si è rivolta all’Unicreditochiedendo di mantenere ancora per quest’anno la vecchia me-todologìa nelle more della nuova realizzazione.

    L’Azienda, con un intervento straordinario, ha aderito allanostra richiesta assicurandoci il servizio pur in presenza dialcune modifiche derivanti dalla variazione del ruolo fiscaleche dovrà prevedere un CAF di appoggio.Nel ringraziare anticipatamente l’Azienda per la sensibilitàdimostrata, Vi informiamo che l’assistenza fiscale per il mo-dello 730/2013 sarà ancora prestata gratuitamente come loscorso anno nei locali della Banca, con la collaborazione delcollega Alessandria (tel. 3890753550), che provvederà al-l’inoltro dei modelli tramite un Centro di Assistenza Fiscaledenominato CAF NAZIONALE DEL LAVORO, apolitico eben referenziato (tel. 3663666962).

    Nelle more degli accordi pratici, che saranno perfezionati neiprossimi giorni, si intenderà attivare il servizio dal 18 marzop.v. fino a fine maggio dalle ore 8,30 alle ore 13 di ciascungiorno lavorativo: i termini di consegna sono stati ampliati inquanto occorrerà presentare, unitamente al modello 730 pre-compilato, anche la fotocopia della documentazione (spesemediche, spese di ristrutturazione, ricevuta pagamento ratamutuo, etc…) relativa alla pratica, per usufruire delle detra-zioni/deduzioni previste.Nel momento di andare in stampa non conosciamo ancora tut-te le modalità e le esatte tempistiche che riteniamo ci verrannocomunicate dall’Ufficio Pension Funds - Polo di Torino.

    Va inoltre considerato che, con il nuovo metodo di erogazionedella pensione, il Polo Pensioni Unicredito non sarà più in grado

    di prestare consulenza e fornire informazioni attinenti l’attivi-tà esercitata dall’INPS, sia in fase istruttiva che erogativa, ilquale rimane l’unico referente al quale rivolgere qualsiasi istan-za tramite Internet o tramite i Centri di Assistenza Fiscali abi-litati.

    La nostra Associazione, con l’intento di fornire ai Soci, cheriterranno utile avvalersene, un’alternativa di maggiore como-dità sta realizzando un nuovo servizio per quanto attiene al-cuni particolari adempimenti, consulenze fiscali e soprattuttoprevidenziali predisponendo, per il tramite del collega Ales-sandria, una convenzione con il CAF su menzionato che saràin grado di fornire competenze specifiche per tutte le proble-matiche dei pensionati, in particolare per le posizioni di “exIscritti a Fondo Pensione esonerativo”: ciò in alternativa aidiversi Centri di Assistenza Fiscale o Patronati o Professioni-sti abilitati presenti sul mercato.

    La convenzione prevederà la corresponsione di un costo an-nuale per “pacchetto di servizio” destinato al CAF NA-ZIONALE DEL LAVORO, importo regolarmente fattura-to già comprensivo di Iva e specificatamente:

    Pacchetto PREVIDENZIALE base: Euro 15,00

    Consulenza previdenziale: chiarimenti su rapporti con INPS,richiesta “Pin” per l’accesso a comunicazioni varie qualiRED, variazione detrazioni, variazioni indirizzo, praticheper domande di pensione, domande di invalidità, e pensio-ni di reversibilità nel caso di decesso del titolare.

    Pacchetto FISCALE: Euro 35,00

    Consulenza su dichiarazione dei redditi modello 730 omod.Unico, su contratti di locazione (stesura, registrazione,eventuale convenienza nell’opzione per la cedolare secca),su contratti per assunzione colf, su avvisi di accertamento esulla possibilità di instaurare un ricorso ed in particolare lacollaborazione nel momento della pratica di successione.Viene prevista anche la possibilità di comunicare entro tempipredefiniti eventuali variazioni alle denunce presentate el’eventuale inoltro del mod. 730 rettificativo od Unico inte-grativo, qualora sia necessario per eventuali sopravvenienzeo dimenticanze, nel mese successivo di settembre.Assistenza telefonica per calcolo IMU.

    PPPPPacchetto previdenziale completo: Euro 50,00acchetto previdenziale completo: Euro 50,00acchetto previdenziale completo: Euro 50,00acchetto previdenziale completo: Euro 50,00acchetto previdenziale completo: Euro 50,00

    Vengono forniti, oltre ai servizi precedenti, il modello CUDannuale ed i cedolini mensili della pensione una volta al-l’anno o, se necessario, a richiesta.

  • 66666Riteniamo doveroso comunicarVi che, nel momento di andarein stampa, la convenzione - che andrà a regime a partire dalprossimo anno - è in via di stesura e sottoscrizione definitiva:ciò potrà determinare inesattezze nei termini di presentazionedel prossimo mod.730.Si stanno infatti attendendo le istruzioni che annualmente ven-gono fornite dall’Agenzia delle Entrate per il tramite, nel no-stro caso, del Polo Pensioni.

    Ci auguriamo che quanto realizzato possa rappresentare per i

    nostri Soci un ulteriore utile servizio che ci impegniamo diampliare nel prossimo anno con l’acquisizione di maggioreesperienza e con la verifica dell’indice di gradimento. Nel frat-tempo siamo in grado di assistere i nostri Associati, sia telefo-nicamente che presso i nostri Uffici per quanto riguarda leinterrogazioni via Internet sul sito dell’INPS relative alle pen-sioni, ai dati anagrafici e pratiche collegate (CUD, certificatiRED ed ISEE, etc..) partendo dalla richiesta iniziale, neces-saria per poter operare, della password personale di ciascunpensionato.

    Dichiarazione Redditi Mod. 730Anche nel corrente anno l’Associazione dei Pensionati si è preoccupata di intervenire per fornire agli iscritti l’assistenzanell’inoltro dei modelli 730, oltre alla consulenza specifica in merito.Le istruzioni sulle modalità e termini per il servizio vengono forniti dall’Ufficio Pension Funds, Polo di Torino, che dal24 gennaio scorso risponde ai seguenti nuovi numeri:

    Tel. 011.194.24.315 - Fax 02.495.36.800Si fa presente che già dalla fine del mese di marzo sarà possibile presentare la dichiarazione e pertanto si invita adanticipare i tempi per una migliore qualità del servizio.

    Modello 730/2013: novità di interesse generaleMario Alessandria

    Come di consueto, i modelli dichiarativi dei redditi recepi-scono le molteplici novità normative intercorse nell’ultimoanno.Si vogliono qui riepilogare le più significative e di interessegenerale.L’introduzione dell’IMU, con i conseguenti effetti in materiadi imposizione diretta sui fabbricati, rappresenta la novità piùrilevante. Detta imposta, infatti, dall’anno 2012 sostituiscel’Irpef e le relative addizionali regionali e comunali dovutecon riferimento ai redditi dei fabbricati non locati, compresiquelli concessi in comodato d’uso gratuito.Pertanto, nel quadro B del modello 730 andranno sempre indi-cati tutti gli immobili posseduti, salvo le eccezioni espressa-mente previste (es. immobili per cui sono state rilasciate li-cenze per restauro, risanamento conservativo o ristrutturazio-ne edilizia, per il solo periodo di validità del provvedimento,…ecc.) ma chi presta l’assistenza fiscale calcolerà il redditodei fabbricati tenendo conto esclusivamente degli immobiliconcessi in locazione. L’ammontare dell’IMU dovuta va indi-cata al rigo 10 del quadro B – redditi dei fabbricati – , anche senon è stata interamente o parzialmente versata. Non va indica-ta solamente nel caso di immobili condominiali o in presenzadi cause di esenzione (da verificare con le singole deliberecomunali) e in tal caso occorre barrare la casella “12”. In que-sta fattispecie sono dovute l’Irpef e le relative addizionali anchese il fabbricato non è concesso in locazione.

    Inoltre, per le unità locate, è possibile scegliere il regime ditassazione definito “cedolare secca” sugli affitti che prevedel’applicazione di un’imposta che sostituisce, oltre che l’irpef ele addizionali regionale e comunale, anche le imposte di regi-stro e di bollo relative al contrato di locazione.L’opzione per il regime della cedolare secca si esprime in sededi registrazione del contratto (e produce effetti per l’interadurata, salva la possibilità di revoca) o, per contratti in corso,in sede di proroga con il modello 69 da presentare all’UfficioImposte. L’opzione viene espressa unicamente in dichiarazio-ne solo per i contratti di durata non superiore a trenta giornicomplessivi nell’anno.Comunque nel caso di opzione per l’applicazione della cedola-re secca va sempre barrata la casella “11” verificando che nellacolonna “2” - utilizzo - sia indicato un codice relativo alle loca-zioni: es. cod. “3” per canone libero, cod. “4” per equo canone,cod. “8” per locazione a canone concordato agevolato, ecc. Èinoltre indispensabile compilare la sezione II del quadro “B”riportando gli estremi di registrazione del contratto.Può essere utile ricordare che il reddito assoggettato alla ce-dolare secca, cui si applica un’aliquota agevolata (21% o 19%),viene aggiunto al reddito complessivo solo per determinare lacondizione di familiare fiscalmente a carico, per calcolare ledetrazioni per carichi di famiglia, le detrazioni per redditi dilavoro dipendente, di pensione ed altri redditi, le detrazioniper canoni di locazione e per stabilire la spettanza o la misura

  • 77777di agevolazioni collegate al reddito (ad es. valore I.S.E.E. eassegni per il nucleo familiare). Al riguardo occorre fare at-tenzione ai dati riportati nella liquidazione del modello 730dove sono indicati due diversi ammontare del reddito com-plessivo a secondo delle finalità indicate.Anche la tassazione dei terreni è interessata dalla nuova IMU,con le regole accennate per i fabbricati e limitatamente ai red-diti dominicali mentre i redditi agrari continuano ad essereassoggettati alle ordinarie imposte sui redditi. Pertanto, il red-dito complessivo sarà determinato tenendo conto del solo red-dito agrario mentre per i terreni affittati risultano dovute sial’IMU che l’Irpef.Le novità relative alle ristrutturazioni immobiliari riguarda-no l’innalzamento dal 36% al 50% della detrazione d’impostacon un nuovo limite massimo che sale dai precedenti 48.000euro agli attuali 96.000 euro per unità immobiliare, con ripar-tizione obbligatoria nell’arco di 10 anni.Fra le spese per interventi di risparmio energetico, per le qua-li spetta la detrazione d’imposta nella misura del 55%, si pos-

    sono ricomprendere anche gli interventi di sostituzione di scal-dacqua con impianti a pompa di calore, dedicati alla produzio-ne di acqua calda sanitaria.Si ricorda che, a decorrere dal prossimo 1° Luglio, saràammesso un unico bonus fiscale per le suindicate fattispe-cie di oneri nella misura del 36% e per spese non superioria 48.000 euro.Immobili di interesse storico o artistico: la rendita catastale variportata nella misura ridotta del 50% e nel caso di locazione ilreddito imponibile derivante da tali unità abitative sarà costitu-ito dal maggior importo tra la rendita catastale effettiva rivalu-tata ed il canone di locazione ridotto forfetariamente del 35%.Alla luce delle suddette novità, un soggetto che vanta esclu-sivamente redditi da lavoro dipendente o da pensione, per-cepiti da un unico datore di lavoro o Ente Pensionistico ob-bligato all’effettuazione delle ritenute d’acconto, e redditi dafabbricati non locati ed assoggettati all’IMU, non è più te-nuto ad alcun obbligo dichiarativo, salvo l’esigenza di farvalere delle detrazioni o deduzioni particolari.

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    Giusto Seminara

    LA PREVIDENZA… la sua storia in sintesi (3ª puntata)

    Con la costituzione dell’ente previdenziale a tutela degli ope-rai, come abbiamo visto nella puntata precedente, ha iniziol’era della previdenza pubblica, prima volontaria e poi, a se-guito di vari provvedimenti, obbligatoria.Alla Cassa di previdenza, Ente autonomo, potevano iscriversicoloro che “attendevano a lavori manuali o prestavano servi-zio ad opera od a giornata”; tale Ente era finanziato da un con-tributo dello Stato (più che minimo!) e dai contributi dei lavo-ratori.La gestione dell’Ente ricorda le allora esistenti forme assicu-rative (contribuzione solo a carico del lavoratore, minime ren-dite vitalizie iniziali pagabili a rate trimestrali, accantonamen-to di contributi destinati a costituire rendite vitalizie per erediod altre persone designate, possibilità di costituzione di rendi-te vitalizie anche per non operai ed impiegati): inoltre la leggeistitutiva permetteva all’Ente anche la gestione di altri Istituti,fondati da imprese a tutela dei propri dipendenti.Lo Stato in allora contribuì:- con 10 milioni nell’esercizio finanziario 1906-1907 e neiquattro anni successivi, e ciò per garantire il livello minimodelle pensioni di invalidità in L.120 all’anno;- con altri contributi derivanti da parte degli utili netti delleCasse di risparmio postali, gestione dei depositi giudiziari,eredità vacanti, importo delle ammende per contravvenzionialle leggi sul lavoro, prescrizione dei depositi postali sino auna Lira, nonché il 50% del valore delle obbligazioni nonpresentate al cambio.Il sistema comunque non fu bene accetto sia da parte sindaca-le che da parte politica, proprio perché una larga parte dellapopolazione non era tutelata e mancava la contribuzione daparte dei datori di lavoro.Dal 1908, varie mozioni votate in congressi sino al 1913 e ilprogramma del Partito socialista italiano concordavano nel ri-chiedere una assicurazione obbligatoria finanziata da impren-ditori, lavoratori e dallo Stato.In conseguenza delle costanti pressioni sia a livello sindacaleche politico per alcune categorie di lavoratori si passò dalla“volontarietà” alla “obbligatorietà”.Così divenne obbligatoria l’assicurazione sociale per i lavora-tori delle linee ferroviarie (1906), per i lavoratori delle lineetranviarie ed extra urbane (1907), gli operai dei cantieri navali(1910), i solfatari della Sicilia (1907-1910), i cavatori di Car-rara (1911), i lavoratori delle linee tranviarie intercomunali(1912), la gente del mare o meglio i dipendenti delle aziendeesercenti i servizi marittimi sovvenzionati e la Cassa invalididella marina mercantile (1912-1913).Da ricordare ancora che durante la guerra 1915-1918, fu-rono obbligatoriamente iscritti alla assicurazione socialeanche gli operai addetti agli stabilimenti ausiliari: tale ob-

    bligo dal 1919 venne meno.Frattanto, onde incrementare il finanziamento dell’Ente pre-videnziale, si dispose anche il versamento a suo favore degliutili netti dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (detrattele quote destinate alle riserve ed alla compartecipazione delpersonale).Finita la guerra mondiale, un progetto di legge presentato il 28novembre 1918 dal Ministero della Industria, Commercio eLavoro, determinò la obbligatorietà dell’assicurazione socia-le, finanziata dallo Stato, dai datori di lavoro e dai lavoratori ela Cassa assunse la nuova denominazione di “Cassa naziona-le per le assicurazioni sociali” (r.d. 30 maggio 1920).L’obbligo dell’assicurazione per la invalidità e la vecchiaiaera sancito per i lavoratori dai 15 ai 65 anni che avessero unaretribuzione non superiore a L. 350 mensili. Infatti, si ritene-va che gli altri, che godevano di importi superiori, avessero lapossibilità di provvedere con i risparmi alla propria vecchiaiae, se volevano, potevano assicurarsi, a proprie spese, dal ri-schio delle invalidità.I versamenti, effettuati con marche e tessere, erano proporzio-nali alla retribuzione e venivano effettuati pariteticamente dalavoratori e datori di lavoro.L’amministrazione dell’Ente era retta da rappresentanti deilavoratori, dei datori di lavoro e dello Stato.Il 27 ottobre 1922, con d.l. n. 1479, fu elevato il limite di retri-buzione che obbligava all’assicurazione da 350 ad 800 liremensili e fu ritenuto responsabile dei versamenti, sia propriche dei lavoratori, il datore di lavoro.(In effetti l’adeguamento fu conseguenza della inflazione ga-loppante che dal 1919 al 1922 incrementò l’indice generaledei prezzi del 55%).Il giorno dopo l’emanazione del decreto suindicato, le ca-micie nere marciavano su Roma.

    I fondi aziendali di previdenza, i fondi esclusi e quelli sosti-tutivi.Prima del 1919 i fondi aziendali di previdenza istituiti da azien-de private erano parte del patrimonio aziendale con la conse-guenza che, in caso di fallimento della società o ditta, il perso-nale era un semplice creditore con la speranza di poter ottene-re, in sede di riparto, il recupero parziale di quanto era statotrattenuto a titolo di contribuzione.Onde ovviare all’inconveniente il decreto legge del 1919 im-pose la separazione patrimoniale dei fondi destinati alla previ-denza aziendale nei seguenti termini:“Il patrimonio delle istituzioni di previdenza a favore del per-sonale delle aziende private sarà amministrato a parte e rima-ne assegnato ai fini per i quali è venuto costituendosi, anche incaso di fallimento, liquidazione e trasformazione dell’azien-

  • 99999da, escluso qualsiasi diritto o pretesa dei creditori dell’aziendastessa”.Alcune categorie di lavoratori non sono obbligati alla assi-curazione sociale e tra questi: sono esclusi dall’obbligo del-la assicurazione sociale gli statali, i dipendenti della pubbli-ca amministrazione in genere (d.l. 603 del 1919) e con essi idipendenti delle due Banche, Sicilia e Napoli, che applicava-no in tema le stesse norme che regolavano il trattamento pen-sionistico degli statali. Obbligato a corrispondere il trattamen-to pensionistico era naturalmente il datore di lavoro.I fondi destinati al trattamento previdenziale furono così defi-niti “esclusivi”.Dall’ottobre 1919 la ritenuta ai fini pensionistici fu elevata al6% di ogni emolumento corrisposto a titolo retributivo.Erano invece ritenuti fondi sostitutivi quelli che, anche segestiti dalla stessa Cassa nazionale per le assicurazioni so-ciali, erano stati costituiti espressamente per alcune cate-gorie di lavoratori.A questa categoria appartenevano i fondi costituiti per il per-sonale addetto ai pubblici servizi di trasporto, ai pubblici ser-vizi di telefonia, alle esattorie e ricevitorie delle imposte di-rette, nonché, come ricordato nella puntata precedente, i ma-rittimi ed il personale tecnico amministrativo delle solfataresiciliane.

    I fondi esonerativiLa stessa legge istitutiva dell’assicurazione obbligatoria (r.d.29 febbraio 1920 n. 245), dispose che potevano essere esone-rati dall’obbligo della assicurazione sociale, ad istanza delleaziende, gli iscritti alle casse aziendali di previdenza costituiteprima del 1° gennaio 1920.L’esonero veniva concesso dal Ministro per l’Industria, il com-mercio ed il lavoro, previo parere del Comitato permanentedella previdenza e delle assicurazioni.Per essere esonerati dall’obbligo dell’iscrizione alla Cassanazionale era necessario che la Cassa aziendale:- previo consenso degli iscritti, conseguisse la personalità giu-

    ridica;- avesse sufficienti attività per fronteggiare gli impegni;- fosse ordinata su basi tecniche;- prevedesse la misura dei contributi e delle prestazioni non

    inferiori a quelli dell’assicurazione obbligatoria;- fosse amministrata in modo paritetico da rappresentanti

    dell’azienda e dei lavoratori;- prevedesse, in caso di cessazione del rapporto di lavoro senza

    che si fosse maturato il diritto a pensione, che le riservematematiche e le altre somme spettanti al dipendente fosse-ro versate alla Cassa nazionale per le assicurazioni sociali,come se si trattasse di versamenti facoltativi.

    Sostanzialmente le stesse norme circa la concessione dell’eso-nero vennero confermate con il regolamento del 1924 (r.d. 28agosto 1924 n. 1422), mentre con il r.d. 4 ottobre 1935 si di-sponeva la possibilità della revoca dell’esonero in caso di

    inadempimento agli obblighi assicurativi od inidoneità dellecasse aziendali di previdenza a coprire gli impegni.Qualche sostanziale modifica alle norme relative alla conces-sione dell’esonero fu disposta dal r.d. 14 aprile 1939 n. 636,con il quale, fermi restando gli altri adempimenti di cui al r.d.245 del 1920:- l’istanza per l’esonero doveva essere avanzata dalle asso-

    ciazioni sindacali, e non più con il consenso della maggio-ranza dei lavoratori;

    - i contributi a carico degli imprenditori non potevano essereinferiori a quelli dovuti per l’assicurazione obbligatoria;

    - l’ordinamento tecnico della cassa aziendale doveva esseretale da non consentire il prelevamento di contributi dovutiall’assicurazione obbligatoria;

    - nei casi di cessazione del rapporto o di soppressione dellacassa aziendale, il regolamento doveva prevedere il trasfe-rimento all’assicurazione obbligatoria della riserva mate-matica.

    Veniva anche stabilito che le domande di esonero dovevanoessere presentate entro sei mesi dal 1° maggio 1939, con effet-to sospensivo sino alla comunicazione della decisione mini-steriale di esonero.Ancora, si disponeva che i Ministri delle corporazioni e dellefinanze potevano esonerare dall’obbligo dell’assicurazionegenerale i dipendenti di enti pubblici ai quali veniva estesa ladisciplina delle gestioni esonerative.Infine per il caso di mancata concessione dell’esonero veni-vano dettate norme perché con la sostituzione dei trattamentiprevidenziali non si recasse pregiudizio alle condizioni piùfavorevoli godute dai prestatori di lavoro.

    I trattamenti aziendali di previdenzaL’indirizzo di base delle organizzazioni sindacali sin dal 1927era di estendere a tutte le categorie dei lavoratori l’obbligodella assicurazione per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti,ma rispettando i trattamenti aziendali già costituiti.In quel tempo, d’altra parte, erano soggetti alla assicurazioneobbligatoria, dal 1922 al 1939, coloro che percepivano un sa-lario sino ad 800 lire mensili e di lire 1.500 dal 1939: il tratta-mento comunque era ridottissimo e tale da non assicurare unavecchiaia decorosa. Pertanto era necessario l’intervento delleaziende per coloro che non erano coperti dall’assicurazioneobbligatoria (retribuzioni superiori a L. 1.500 mensili) e pergli altri, con retribuzioni inferiori e quindi assicurati obbliga-toriamente, onde integrare.In tema di previdenza, maggiore era l’attenzione delleaziende del credito, i cui dipendenti percepivano un tratta-mento superiore al massimo del livello che rendeva obbliga-toria l’assicurazione, soprattutto là dove la politica aziendaleera rivolta a sollecitare la collaborazione.Garantivano la stabilità dei fondi aziendali ed il raggiungi-mento del fine per il quale erano costituite le norme alle qualisi è fatto cenno, e cioè:

  • 1010101010- la separazione del patrimonio da quello aziendale;- la compensazione con la indennità di anzianità;- l’obbligo dell’azienda all’accantonamento adeguato dei

    fondi di anzianità e di quiescenza;- il diritto del lavoratore alla liquidazione delle quote di per-

    tinenza in qualsiasi caso.

    In particolare, in tema di aziende del settore del credito, nullacambia sino al 1944 per i dipendenti del Banco di Napoli edel Banco di Sicilia ai quali vengono applicati, malgrado idue Banchi dal 1926 non emettano più biglietti di banca, iprovvedimenti che riguardavano gli impiegati dello Stato. TaliBanchi sono definiti stabilimenti di credito di diritto pubblicoe ogni disposizione legislativa che dal 1926 modificò o rego-lò la loro vita non influì in alcun modo sul sistema previden-ziale.Anche per quanto concerne i dipendenti del Monte dei Pa-schi di Siena non si ravvisano cambiamenti particolari sino al1942, quando i sindacati ottennero che i rappresentanti delpersonale in seno alla Commissione amministratrice della Cassadi Previdenza dovevano essere da loro designati (due a rap-presentare gli impiegati ed uno i funzionari).Ben più complesso è il trattamento riservato ai dipendenti del-l’Istituto Bancario San Paolo di Torino; dopo il 1932, in-corporata la Banca agricola italiana, con conseguente incre-mento delle filiali e del personale, il Ministero delle Finanzeapprovò il nuovo regolamento per il personale dell’Istituto doveera anche disciplinato il trattamento previdenziale.Trattavasi di conti individuali, d’altra parte già previsti nelregolamento precedente, che erano alimentati:- dai contributi del personale, comprensivi delle indennità di

    legge;- da una indennità di buonuscita, che veniva erogata ad in-

    sindacabile giudizio dell’Istituto, a favore del personale me-ritevole, nella misura minima di un sessantesimo dell’ultimostipendio per ogni anno di servizio, incrementabile sino almassimo di una annualità.

    Ogni iscritto ai conti individuali aveva due sottoconti di perti-nenza:- uno libero incrementato dalla trattenuta del 5% ed altri ver-

    samenti volontari;- uno vincolato sul quale affluiva un contributo dell’Istituto,

    prima del 15%, poi nel 1940 del 17,50% e dal 1941 del 20%.Per il personale la cui assicurazione sociale era obbligatoria icontributi venivano prelevati dai conti individuali.Il regolamento del trattamento di previdenza dei dipendentidella Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, risa-lente al 1921, negli anni 1925 e 1926 subisce alcune modifi-che sia relativamente al maturarsi del diritto alla pensioneche circa l’ammontare del trattamento (media degli ultimi cin-que anni di retribuzione).Richiesto l’esonero dall’assicurazione generale, ad opera del-le organizzazioni sindacali, ottenuto il riconoscimento della

    personalità giuridica e l’esonero con r.d. 12 gennaio 1942 n.46,lo statuto del fondo prevedeva:- riduzione del periodo di servizio per il diritto alla pensione,

    per i casi di morte (12 anni) e di invalidità (5 anni);- maturarsi del diritto alla pensione al 60° anno di età con

    almeno 15 anni di iscrizione al Fondo ed a qualsiasi età con36 anni di servizio o con 30 anni se laureati;

    - ammontare del trattamento calcolato sugli ultimi tre annidella retribuzione;

    - quote variabili a seconda della qualità, età etc. a favore deisuperstiti;

    - contribuzione di importo pari al 26% della retribuzione pen-sionabile;

    - possibilità di capitalizzazione di parte della pensione nellamisura massima di una mensilità per anno di servizio, fer-ma restando la quota da liquidare ai superstiti.

    Quest’ultima innovazione vige ancora nella maggior parte deiregolamenti che riguardano fondi esonerativi, anche se dive-nuti integrativi per legge, ma nella misura prevista negli stessiregolamenti.Ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica (1927),il fondo pensioni dei dipendenti della Cassa di Risparmio diFirenze venne finanziato prima da contributi dei dipendenti edella Cassa, e poi (dal 1939) da contributo solo della Cassa(20%) per i dipendenti assunti prima del dicembre 1925 ai qualiveniva corrisposto un trattamento pensionistico; per gli assun-ti dopo il 1° gennaio 1926 il trattamento era costituito da contiindividuali, alimentati da contributo aziendale del 15% deglistipendi e dei dipendenti per il 5%.Complessa appare la normativa che riguarda il trattamentoprevidenziale dei dipendenti della Cassa di Risparmio diPadova poi anche di Rovigo, più volte oggetto di modifiche,sia per quanto concerne l’ammontare dei contributi che lemodalità di erogazione (prima 5% a carico dei dipendenti e20% dell’azienda), nonché la gestione del fondo di competen-za del Consiglio di amministrazione della Cassa, ma con dirit-to di due rappresentanti dei dipendenti a partecipare nelle se-dute dove si discuteva di problemi previdenziali.Successivamente, dal 1936, il fondo pensioni, ottenuto il rico-noscimento della personalità giuridica, fu retto dal Presidentee dal Direttore Generale della Cassa con due rappresentantidel personale, finanziato con contributi dell’azienda (dal13,90% al 21,30 a seconda del grado dei dipendenti) e deidipendenti (¼ del contributo corrisposto dall’azienda). Inoltrefu costituito un fondo per coprire il rischio di premorienzafinanziato da un contributo della Cassa pari ad 1/10 del contri-buto ordinario e del dipendente che contribuiva con un am-montare pari al 50% di quanto pagato dalla Cassa..Infine con r.d. 23 dicembre 1937 la Cassa di previdenza per ilpersonale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo fu ri-conosciuta Ente morale ed il suo regolamento, approvato nel1939, stabilì i contributi nella misura dal 15% del trattamentoretributivo più basso sino al 20% per quello più alto.

  • 1111111111Per il personale della Cassa di Risparmio V.E. per le Pro-vincie Siciliane il regolamento, che vigeva dal 1890, venivamodificato negli anni 1929 e 1930 nella parte relativa alla con-tribuzione a carico del personale (6% delle retribuzioni) eper quanto concerne la misura delle prestazioni che maturava-no con il raggiungimento dei 35 anni di servizio (tanti trenta-cinquesimi quanti erano gli anni di servizio) con il riconosci-mento ai fini della anzianità degli anni dell’eventuale corso dilaurea.Inoltre la pensione di reversibilità era pari ad 1/3 nel caso diun solo superstite, di ½ nel caso di due superstiti e di 2/3 nelcaso di più superstiti.Se il Fondo non avesse avuto rendite sufficienti al pagamentodelle pensioni subentrava la Cassa di Risparmio per il paga-mento (solidarietà!).Infine, nel 1935, portati i contributi al 12% a carico della Cas-sa, ferma restando la misura del 6% a carico dei dipendenti, ilnuovo regolamento stabilì il diritto a pensione con il 65° annodi età, con almeno 20 anni di servizio; la misura del trattamen-to era pari a tanti quarantesimi, quanti erano gli anni di servi-zio, della media degli ultimi tre anni di stipendio sino a 4.000lire e per l’eccedenza a tanti cinquantesimi per la stessa dura-ta. La pensione di reversibilità fu portata al 50% per il super-stite, dal 35% al 60% per gli orfani soli e dal 60 al 75% per lavedova con figli a carico.Per quanto concerne il personale dipendente della Cassa diRisparmio di Asti, il regolamento assunto nel dicembre 1921non subì particolari modifiche salvo che, nel 1925, fu previstala possibilità per il personale di restare in servizio sino al 65°anno onde raggiungere i 30 anni di contribuzione e nel 1926venne fissato il contributo del personale nel 5% della retribu-zione. Nel 1942, in relazione alla richiesta di esonero dallaAssicurazione Generale Obbligatoria, la Cassa chiese ed ot-tenne il riconoscimento della personalità giuridica, con unnuovo statuto che modificava radicalmente il vecchio:- patrimonio costituito dal patrimonio del vecchio fondo;- contributo del 25% sulle retribuzioni ( 20% a carico Cassa e

    5% a carico dipendenti);- contributo integrativo del 2% a carico Cassa;- partecipazione del personale nel Consiglio di Amministra-

    zione del Fondo, designato dai sindacati;- divisione dei contributi su due conti, uno (17%) per eroga-

    zione pensioni e l’altro (8%) da liquidare al momento dellacessazione del servizio, comprensivo dell’indennità di an-zianità;

    - diritto a pensione a 60 anni per gli uomini ed a 55 anni per ledonne, dopo 15 anni di contribuzione ed a qualsiasi età dopo30 anni di contribuzione; in caso di esonero dopo almeno 20anni di iscrizione al fondo, 5 anni di iscrizione per il caso diinvalidità o morte;

    - la misura del trattamento era di tanti quarantesimi della me-dia triennale delle ultime retribuzioni, per quanti erano glianni di servizio; la reversibilità era fissata nel 50% se la ve-

    dova era senza prole, se esisteva anche un orfano era di 2/3del trattamento incrementabile del 10% per ogni ulterioreorfano. Parimenti l’orfano, se solo, aveva diritto al 50% deltrattamento incrementato del 10% per ogni orfano in più.

    Il 1° gennaio 1926 entrava in vigore il regolamento del fon-do pensioni per i dipendenti della Cassa di Risparmio diTorino, formato da conti individuali alimentati da contribu-ti della Cassa nella misura del 25% degli stipendi e dal perso-nale nella misura obbligatoria del 5%, aumentabile facoltati-vamente al 10%.Il diritto a pensione maturava dopo dieci anni di servizio; incaso di morte con qualsiasi anzianità era prevista la devolu-zione a favore degli eredi.In caso di destituzione ed in determinati casi di dispensa, ilcumulo dei contributi versati dalla Cassa veniva incamerato,in tutto od in parte, dal Fondo.Poteva essere autorizzato il prelievo, dai singoli conti di pre-videnza, degli importi necessari al pagamento di eventuali pre-mi di assicurazione vita.La Cassa di Risparmio si accollava tutte le imposte sui fondidi quiescenza e sui relativi contributi.

    Il prima descritto sistema dei conti individuali entrò in crisinel dopoguerra a seguito dell’inflazione e nel 1948 venneroassunte opportune misure che cureremo di descrivere, con ilproseguo della storia, nella prossima puntata, unitamente allaaltre vicende che riguardano il nostro Fondo .

    …continua ….

  • 1212121212

    Progetto Newton = esternalizzazione attività

    Riservato in particolare ai dipendenti Unicreditin attività di servizio

    Giorgio Viotto

    È doveroso da parte nostra illustrare una situazione che stacreando profondo disagio ed ansietà a molti colleghi in servi-zio, tra i quali ci sono certamente degli iscritti al Fondo pen-sioni ex CRT ed anche alla Associazione Pensionati e dipen-denti ex Banca CRT.Si tratta di 800 colleghi sparsi in molti centri operativi d’Ita-lia, da Torino a Trieste, da Roma a Cologno Monzese, da Mi-lano a Verona, che rischiano di vedersi ceduti, con le attivitàche svolgono, dalla attuale UBIS Scpa (UniCredit BusinessIntegrated Solutions S.C.p.A) ad una nuova società costituitada una partnership tra Unicredit (con una quota di minoranzadel 49%) e IBM + Accentur (con la quota di maggioranza del51%); l’operazione potrebbe coinvolgere in Europa circa 2.200dipendenti.Per chi non fosse aggiornatissimo con gli acronimi di defini-zioni in inglese delle società Unicredit ricordo che UBIS -prima denominata UGIS - è una società di servizi del GruppoUnicredit che si occupa dell’intero perimetro delle attività stru-mentali per il Gruppo a livello nazionale ed internazionale conpresenza in Italia, Romania, Austria, Germania, Polonia, Re-pubblica Ceca e con circa 6.000 dipendenti. La sua missione èinfatti quella di essere polo strategico di riferimento per le at-tività di Information and Communication Technology (rice-zione, elaborazione e trasmissione dati), Back-office (una vol-ta si diceva “attività di retrosportello”, in sostanza moltissimeattività amministrative non a contatto con il pubblico, com-presa la gestione delle carte di credito, del credito al consumoe cessione del quinto), Real Estate (gestione globale del patri-monio immobiliare), Sicurezza, Global Sourcing (approvvi-gionamento globale e relativi servizi di supporto) a favore ditutte le società del Gruppo, assicurando una gestione unitariaed integrata di tutti i relativi processi e delle correlate compe-tenze specialistiche.Quello che sta avvenendo, e pare una decisione ormai irre-versibile, contrasta nettamente con la decisione aziendaleenunciata nell’aggiornamento del piano strategico 2010 -2015del febbraio 2012 in cui si dichiarava l’intenzione di avviareuna attività di “insourcing”cioè la “Disponibilità a riportaredentro il Gruppo alcune attività che sono state esternalizza-te…”.Tra l’altro i colleghi UBIS lamentano che prima di pensare aduna esternalizzazione per raggiungere l’obiettivo di conteni-mento dei costi si dovrebbe mettere mano alla miriade di rap-

    porti di consulenza particolarmente significativa nella lorosocietà; vi è anche il rischio di perdita di competenze e knowhow non facilmente ricostruibili, che si sono costruite in de-cenni di attività all’interno del Gruppo.Noi non siamo una controparte sindacale dell’azienda, es-sendo infatti una associazione non accettata al tavolo delletrattative, ma vogliamo sensibilizzare sia i colleghi già inpensione che quelli in servizio sulla problematica e sul fattoche qualora il progetto vada a compimento (al momento in cuiscrivo è ancora aperta la fase negoziale con le componenti sin-dacali, ma quando saremo in stampa si potrebbe già essere benoltre) è indispensabile che la parte sindacale ottenga la sal-vaguardia di tutte le condizioni contrattuali di cui ora be-neficiano i dipendenti UBIS da parte della nuova società cheandrebbe a costituirsi; mi riferisco ad esempio alle agevola-zioni creditizie od alla polizza sanitaria, ma anche al Fondointegrativo pensionistico, che sia il nostro di ex Banca CRT odi Unicredit o Banca di Roma, con la prosecuzione della con-tribuzione da parte della nuova azienda nei termini e nellamisura già oggi operante.Pur essendo il sistema bancario ed anche il Gruppo Unicreditin una fase di difficoltà è comprensibile e condivisibile il ti-more dei colleghi di UBIS, interessati dal progetto Newton,che l’uscita per esternalizzazione da una società bancaria aduna con soci di maggioranza del settore terziario, multinazio-nali non di matrice italiana, possa in futuro configurarsi comeun rischio: a tutti loro va la nostra solidarietà.

  • 1313131313La parola al commercialista

    In collaborazione con lo Studio Commercialistico Dal Zotto ([email protected]).

    Il nuovo redditometro

    Inutile girarci intorno: da quando è stato annunciato l’arrivoufficiale del nuovo redditometro, che inizierà a funzionare damarzo, tra i contribuenti italiani è scattata una certa dose dicomprensibile panico. Il nuovo strumento di lotta all’evasionefiscale, infatti, è stato congegnato in una maniera talmentesofisticata, che promette davvero di analizzare ai raggi X tuttele nostre spese e tutti i nostri redditi, in modo da stabilire se traentrate e uscite ci sia congruenza oppure se qualcuno, appun-to, cerchi di fare il furbo. Sarà bene quindi cominciare fin d’oraa prendere dimestichezza con alcune procedure che ci permet-teranno di evitare spiacevoli grattacapi. E una delle questioniche più sono state fonte di discussioni e dibattiti, riguarda lanecessità di conservare o meno gli scontrini dei nostri acqui-sti giornalieri. Vediamo di sgombrare il campo da qualsiasidubbio in merito, e cerchiamo di capire quali ricevute ci con-viene davvero tenere da parte e quali invece tralasciare.

    Niente scontriniL’Agenzia delle Entrate ha chiarito, fin dall’inizio, che nonservirà conservare gli scontrini degli acquisti quotidiani e inparticolare di quelli che riguardano alimentari e abbigliamen-to. La ragione è molto semplice. Il fisco, per determinare quantouna famiglia spende in cibo e vestiario, si servirà delle medieche in materia vengono ogni anno realizzate dall’Istat. In pra-tica, sono state catalogate tutte le tipologie di famiglie italiane(ne sono risultate ben 11), tenendo conto di nuclei con single,con coppie, con figli ecc. A loro volta questi modelli di fami-glia sono stati inseriti in 5 differenti contesti geografici: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. In questo modo si sonocreate ben 55 differenti categorie di famiglia rispetto a tipolo-gie e zone del Paese. Per ciascuna di esse verrà quindi calcola-ta, attraverso appunto le rilevazioni condotte dall’Istat, unamedia circa i probabili consumi in abbigliamento e alimenta-zione. Ecco perché non sarà necessario, per questo tipo di spe-se, conservare alcun tipo di scontrino.

    Ricevute da conservareLa questione è completamente differente se parliamo di spesemeno ordinarie e soprattutto di una certa entità. L’esempio piùemblematico che si può fare è quello di una vacanza o di unviaggio con pernottamento fuori casa. Ebbene, in questi casiconverrà sempre conservare le ricevute dei pagamenti effet-tuati, anche perché si tratta di eventi a cui il fisco potrebbearrivare facilmente, con la semplice consultazione di banchedati. Conservare allora con cura i biglietti del viaggio in trenoo in aereo, oppure quelli della nave, se ad esempio si è fatta

    una crociera, potrebbe essere più che consigliabile. E ancora,sarà sempre auspicabile tenere da parte le ricevute degli hotelo degli alberghi in cui si è soggiornato. Tutte le cosiddettepezze d’appoggio che potranno tornare utilissime qualora ilfisco ci chiamasse a dare spiegazioni su una determinata spe-sa. E lo stesso dovrà valere nel caso acquistassimo oggetti diun certo valore come mobili, oppure elettrodomestici, insom-ma qualsiasi cosa possa avere un prezzo di una certa entità eche potrebbe anche solo minimamente insospettire il fisco.D’altro canto stiamo parlando di eventi abbastanza straordi-nari, visto che di questi tempi non capiterà tutti i giorni dieffettuare spese di un certo livello. Ecco, in tutte queste occa-sioni, conservare ricevute sarà un’utile precauzione controeventuali improbabili pretese del fisco.

    COME FUNZIONA IL REDDITOMETRO?Il Redditometro, ad una prima ricognizione, dimostra che sonoalmeno due gli elementi importanti per il fisco: prima viene lacomposizione famigliare e poi l’area geografica d’appartenenza.Inoltre con più di 100 spese per il Redditest, con queste paro-le, quasi minacciando i contribuenti evasori con l’efficacia ela ricchezza esplorativa dello strumento, l’Agenzia delle En-trate ha presentato il suo nuovo gioiellino.Insomma non è più soltanto il reddito a classificare i contri-buenti. Le voci di spesa menzionate sono parte integrante de-gli strumenti usati per l’indicazione della capacità contributi-va. Con il decreto che rende attivo l’accertamento sintetico, lanuova lente d’ingrandimento sui redditi delle persone fisicheè pronta a mettersi all’opera.All’interno del redditometro sono distinti gli elementi dellacapacità contributiva in due macrocategorie, consumi ed in-vestimenti che vanno a toccare gli aspetti cruciali della vitaquotidiana, indagando sull’abitazione, ma anche sull’istru-zione, sulla sanità e sui trasporti, sui costi per l’acquisto deibeni mobili e sulle spese dedicate all’incremento del propriobenessere.L’Agenzia delle Entrate, per la ricostruzione del reddito, sibaserà quindi sia sulle spese effettivamente sostenute dai con-tribuenti e, dove non fosse possibile, terrà conto delle spesemedie rilevate dall’Istat. In questo caso si prenderà in consi-derazione l’ammontare più elevato tra i dati a disposizione.

    IL REDDITOMETRO. QUESTO CONOSCIUTO?A quanto pare, ancora no.Si vocifera di un nuovo intervento legislativo per cambiare inmaniera più esplicita la natura di questo strumento realizzato e

  • 1414141414messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate al fine di cal-colare autonomamente il proprio reddito e verificare che siacoerente con le spese effettuate e dichiarate al Fisco.

    CAMBIAMENTIDi cosa si tratta? Secondo Mondo Economia il redditometropotrebbe subire trasformazioni in termini di diminuzione o piùdrasticamente cancellazione della componente statistica, laquale convive con la statistica che arriva dai dati effettivi rela-tivi al contribuente (ricavati dalle banche dati del fisco e dialtri organismi pubblici).È ormai chiaro che i valori medi di consumo delle famiglie,anche se calcolati in virtù della loro numerosità e della resi-denza geografica, possono non fotografare in maniera effi-ciente la situazione dei singoli.Come se non bastassero le incertezze che attualmente caratte-rizzano il nuovo “redditometro” quanto alle modalità di rico-struzione del reddito sintetico, il decreto ministeriale del 24dicembre scorso giunge addirittura a prevedere espressamenteche le elaborazioni matematico-statistiche a supporto dellepresunzioni possano essere disattese dall’Ufficio.Si presti attenzione al fatto che non si sta parlando della rico-struzione “alternativa” fondata sulla totalizzazione delle speserispetto a quella “induttiva”, bensì di un possibile stravolgi-mento interno al procedimento di ricostruzione mediante lavalorizzazione indicizzata degli acquisti di beni e servizi.Il decreto, infatti prevede come, fatta salva la possibilità per ilcontribuente di fornire la prova contraria, in presenza dellespese indicate nella tabella ministeriale ai fini dell’accertamentosi considera l’ammontare più elevato tra quello disponibile orisultante dalle informazioni presenti in Anagrafe tributaria equello determinato considerando la spesa media rilevata dairisultati dell’indagine sui consumi dell’Istituto nazionale distatistica o da analisi e studi socio economici, anche di settore.Quindi si configura la previsione di un vero e proprio pianoalternativo per l’Ufficio il quale, in ordine ad una delle spesetipizzate dall’allegato A al decreto ministeriale, potrà sceglie-re quello recante l’importo più elevato tra i seguenti:- risultante dalle indagini ISTAT;- risultante da analisi e studi socio-economici, anche di settore;- risultante dalle informazioni presenti in Anagrafe tributaria.A questo punto, sorvolando volutamente sul fatto che tutti gliimporti appena descritti potrebbero essere completamente sco-nosciuti al contribuente, si tratta di comprendere come dettevariabili possano incidere sul procedimento di ricostruzionereddituale.Ebbene, cominciamo con l’operare la debita distinzione tra icasi in cui il contribuente sia in possesso della documenta-zione probante la spesa effettuata oppure no.Nella prima ipotesi, ossia quando il contribuente è in possessodella documentazione attestante entità e modalità della spesaeffettuata, appare evidente come l’onere di provare l’effettivoimporto della stessa ricada sull’ufficio: in sostanza, l’eventua-

    le “plusvalore” della spesa dovrà essere argomentato dall’Uf-ficio, che avrà il suo bel da fare a contestare il sottodimensio-namento dell’acquisto del bene o del servizio (alla stregua diuna ratio che, c’è da starne certi, più o meno sarà fondata sul-l’interesse del contribuente a sottostimare la spesa per eviden-ti ragioni di tenere bassa l’asticella del reddito sinteticamenteattribuibile).Nella seconda ipotesi, le cose potrebbero complicarsi per ilcontribuente, nella misura in cui questi potrebbe essere a cor-to di elementi “certi e incontrovertibili” idonei ad avversare lepresunzioni dell’ufficio; e, sul punto, occorre fare riferimentonon soltanto alle spese non espressamente “tipizzate”, comenel caso di cibarie e abbigliamento, ma anche a quelle pun-tualmente contemplate dalla tabella ministeriale comunque“intercettate” dal Fisco in base alle risultanze dell’Anagrafetributaria.Una problematica, questa, di non poco conto soprattutto conriferimento agli imminenti procedimenti che riguarderanno ilperiodo d’imposta 2009: il “battesimo del fuoco” del nuovoredditometro riguarderà, infatti, un’annualità d’imposta per laquale il contribuente non poteva essere a conoscenza dell’op-portunità di tenere una “contabilità familiare” e, men che meno,in ordine a spese facenti parte della quotidianità.E seppure sia indiscutibile che quanto deriverà dall’applica-zione del nuovo strumento non potranno che essere presun-zioni prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, èaltrettanto pacifico che si tratterà di avvisi di accertamentocaratterizzati dalla pressoché immediata esecutività: quindi,veicoli di altrettanto “pressoché immediato” incasso delle im-poste dovute in via provvisoria.

    DIFFERENZEL’accrescimento del ruolo dei dati effettivi di spesa non do-vrebbe però cambiare l’impostazione di fondo, fondata in altritermini sul rapporto tra la capacità di spesa in quanto ricostru-ita dall’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato dalcontribuente. La potenziale incongruenza dovrebbe in primabattuta configurarsi come un deterrente per il contribuente,agevolandolo a comportarsi più correttamente in sede di di-chiarazione del proprio reddito.Nel caso in cui successivamente essa dovesse concretizzarsiin un’effettiva discrepanza, si procederebbe con il via liberaall’intervento del fisco sotto forma di indagine, con la possibi-lità per l’interessato di dare le proprie spiegazioni anche pre-cedentemente all’avvio formale dell’accertamento. Che nonsarebbe comunque un accertamento di massa, bensì un accer-tamento sui singoli casi.

    Scendendo nello specifico:COME OPERA IL REDDITOMETRO?Come è noto, la nuova struttura dell’art. 38 contempla duetipologie di rettifica finalizzate alla determinazione sinteticadel reddito:

  • 1515151515- la prima, di tipo “spesometrico”, ovvero basata sulla spesapatrimoniale, ove si presume che alla capacità di spesa delcontribuente corrisponda, al ricorrere di determinate circostan-ze, una capacità contributiva non dichiarata (comma 4);- l’altra, fondata sul “redditometro”, ove il reddito viene, in-vece, quantificato sulla base di apposite elaborazioni e stime(individuate con il DM 24 dicembre 2012).Ora, tralasciando qui l’analisi tecnica dei più noti elementiindicativi di capacità contributiva (consumi e investimenti) eche riflettono sostanzialmente i vari ambiti delle spese dellaquotidianità (abitazione, istruzione, sanità, trasporti, costi perl’acquisto di beni mobili, elettrodomestici, arredi, cibo, abbi-gliamento e spese per il benessere personale), occorre, invece,soffermarsi su una particolare previsione addizionale dellanuova determinazione sintetica del reddito complessivo dellepersone fisiche, laddove, ai sensi dell’art. 1, comma 6 del de-creto, viene ora anche disciplinato che l’Agenzia delle Entrateavrà anche la facoltà di utilizzare elementi di capacità contri-butiva diversi da quelli riportati tra cui, anche, la “quota dirisparmio riscontrata, formatasi nell’anno”.In sostanza, il processo di stratificazione del reddito comples-sivo accertabile, ex art. 3 del citato decreto, sarà progressiva-mente generato e sinteticamente composto dalla quota di ri-sparmio di formazione infrannuale, oltre che:- dalle spese per consumi, effettive e sostenute (purché cono-sciute dal Fisco). Ovviamente, peraltro, è stata prevista, inparticolare per coloro che immaginavano di rendere, in tutto oin parte, “non tracciate” le proprie spese al Fisco, una “sostitu-zione” tecnica del reddito imputabile sulla base delle speseeffettive, elaborata con un pro quota familiare di una spesamedia ISTAT che potrà sempre attribuire al contribuente quo-te di elementi stimati di spesa redditualmente rilevanti, se su-periori alle spese effettive. Oltre ai dati ISTAT, peraltro, il cal-colo potrà subire anche un successivo adattamento (al rialzo)per effetto di ulteriori analisi e studi socio-economici che avran-no sempre il compito di sviluppare induzioni sulle spese rife-rite a consumi e investimenti come già prima descritto;- dalla quota imputabile di investimenti e relativa agli incre-

    menti patrimoniali del contribuente nel periodo d’imposta.Poiché, in economia (e, quindi, anche per il Fisco), il rispar-mio annuale è la quota del reddito che non viene spesa nelperiodo in cui esso è percepito, dal contenuto dell’art. 3, com-ma 1, lett. e) del decreto sembra poter trarre origine un nuovosillogismo presuntivo, secondo cui dal riscontro di un notevo-le differenziale positivo nei saldi dei rapporti finanziari, tral’inizio e la fine del periodo di imposta, potrà emergere unapresunzione di reddito non dichiarato.Quando dall’esame dei conti correnti (o, semmai, più raramenteanche dalla detenzione ingiustificata e contestata di denarocontante) emergeranno palesi non conformità tra la differenzadel reddito dichiarato e le spese sostenute o stimate ed attesein capo al contribuente nel periodo di imposta, potrebbero svi-lupparsi elementi sintetici accertabili sulla base di una conget-tura secondo cui tale anomala accumulazione di risparmio sa-rebbe il frutto di un occultamento totale o parziale di manife-stazioni di capacità contributiva (a quel punto presuntivamen-te ritenute effettuate con disponibilità non dichiarate), ovverodi un’infedeltà nel versante dei componenti positivi della di-chiarazione dei redditi.D’altro canto, chi spende ufficialmente meno di quanto atteso(e, quindi, risparmia troppo) non è credibile sulla veridicitàdichiarata delle sue entrate finanziarie. Se questa sarà l’ipotesisottostante l’inserimento della nuova previsione accertatrice,appare ora anche più chiara la finalità dell’art. 11, commi 2 e3, del D.L. 201/2011, che ha imposto agli operatori finanziari,per dirla con le parole del Garante della privacy, una concen-trazione presso l’Anagrafe tributaria di un’enorme quantità diinformazioni personali inviate periodicamente (saldo inizialee finale dei c/c, importi totali degli accrediti e degli addebitianche delle gestioni patrimoniali, ecc.). In prospettiva, quindi,saranno non solo le spese del contribuente, ma anche le inda-gini finanziarie ad alimentare la metodologia sintetica di ac-certamento del reddito e ciò, ovviamente, anche in chiave se-lettiva, ex comma 4 del citato art. 11, potendo ora l’Agenziadelle Entrate visionare, anche “in chiaro” ed al fine di formarele liste dei soggetti accertabili, i movimenti finanziari.

    Imposta di bollo sui prodotti finanziariIl bollo sugli investimenti, cartolare nella forma ma patrimoniale nella sostanza, colpisce tutti i prodotti finanziari: fondi,polizze, azioni, obbligazioni, titoli di Stato e buoni fruttiferi postali…. .L’onere è dovuto in relazione alle comunicazioni periodiche trasmesse alla clientela, che si presumono in ogni caso inviatecon riferimento al 31 dicembre o alla chiusura del rapporto.Dal corrente anno 2013 l’aliquota annua è dello 0,15% rispetto allo 0,10% in vigore nell’anno 2012.La misura minima del bollo annuale resta invariata a 34,2 euro, con riferimento al totale degli investimenti detenuti inrapporti intestati in modo identico presso il medesimo intermediario (gestore). Detto limite inferiore è analogo a quello delbollo sui conti correnti ma, in quest’ultimo caso, è applicato solo per giacenze superiori a 5.000,00 euro.Il massimale d’imposta, pari ad g 1.200,00 nell’anno 2012, è stato soppresso ed è ora previsto solamente a favore deiclienti diversi dalle persone fisiche ed è stato comunque elevato ad g 4.500,00.

  • 1616161616Tassa sulle transazioni finanziarie

    Viene anche detta “Tobin Tax” dal nome del premio Nobel per l’economia James Tobin che la propose nel 1972.La tassa prevedeva di colpire tutte le transazioni sui mercati valutari con lo scopo di stabilizzarli andando a penalizzare lespeculazioni valutarie di breve termine.Si sosteneva anche che ad un tasso dello 0,1% la tassa Tobin avrebbe potuto garantire il doppio della somma annuale necessariaper sradicare dal mondo la povertà estrema.La Tobin Tax in salsa italiana è stata introdotta dalla Legge 228/2012, cosiddetta di stabilità, in un contesto europeo di “coope-razione rafforzata” e coinvolge ben 10 nazioni.La nuova Tobin Tax, sui trasferimenti di proprietà delle azioni e degli strumenti finanziari partecipativi emessi da societàresidenti in Italia, si applica alle transazioni concluse dal 1 marzo 2013.L’aliquota dell’imposta è fissata nella misura dello 0,22% per l’anno 2013, per poi ridursi allo 0,20% dal 2014. La stessadimezza per le operazioni concluse sui mercati regolamentati.I soggetti intermediari (banche, broker, sim) sono sostituti d’imposta e provvedono a versare all’Erario entro il giorno 16 delmese successivo a quello in cui si è conclusa l’operazione.Dal 1 Luglio 2013 scatterà inoltre un’imposizione, secondo tariffe fisse, sui contratti a termine, sui contratti derivati e sulleoperazioni relative a valori mobiliari equivalenti a tali contratti (L. 228/2012).

    Giovedì 8 novembre 2012, nella Chiesa di Santa Cristina inPiazza San Carlo, è stata celebrata una funzione dedicata atutti i nostri Colleghi defunti, nel rispetto di una tradizioneche risale a molti anni fa.Concelebrante il Diacono della Parrocchia di Paesana, pen-sionato CRT che si chiama Piero VACCHETTA e che in ulti-mo prestava servizio presso l’Ispettorato Uffici di Centrale.Nel momento della dedica, il collega Lino De Vita ha lettoun lungo elenco di defunti nell’anno 2012.

    CREDITO -ALBUS Gianfranco 22 maggioANSELMINO Silvio 2 maggioBANZATTI Luigi 22 giugnoBARAVALLE Teresa 13 gennaioBERRUTO Giuseppina 21 giugnoBERTOLO Rosa Maria 9 febbraioBORGNA Romana 4 maggioBRAGGIO Carlo 29 febbraioBRIANTI Gaudenzio 4 maggioBRUNO Giuseppina 8 agostoCANTA Veronica 24 febbraioCAROSIO Bruno 4 settembreCATTANEO Antonio 22 febbraioCERUTTI Bruno 14 maggioCERUTTI Mario 20 giugnoCOERO BORGA Antonio 7 maggioCOPPO Carla 8 marzoD’ALESSIO Pietro 29 giugnoDALLERBA Renata M. 22 marzoDURELLO Giovanni 21 settembreESPOSITO Luigi 29 maggioFASANO Michele 8 luglioGARIGLIO Dario 5 settembre

    GARNERO Willy 25 giugnoGILA Carlo 22 aprileLAVAGNINO Nicola 11 gennaioLOMBARDO Carlo 27 giugnoMANINA Luigi 24 agostoMARTINET Ivonne 15 gennaioMELLANO Domenica 6 giugnoMENZIO Massimo 24 febbraioNICOLA Lucia 27 agostoPALA Anna P. 15 agostoPASCIUCCO Maria 9 luglioPAVAN Oriella 17 agostoPITTARELLO Luciano 31 luglioPRATO Leopoldo 7 febbraioPRATO Lucia 20 luglioRASELLI Francesco 18 aprileRIONDINO Iole 11 gennaioSERASSIO Mario 31 marzoSILVESTRO Renata 3 luglioTERZI DI BERGAMO Alberto 23 settembreTRUCCO Irma 9 ottobreVALETTI Fiorella 26 gennaioVITTONE Maria 3 agosto

    ESATTORIACIAVARELLI Bruna 26 GiugnoDE MARTINI Pier Giuseppe 27 gennaio

    Messa annuale in ricordo dei colleghi defunti

    Nota di redazione: questo articolo non è stato pubblicato nelnumero di dicembre per mancanza di spazio. Nel frattempo sisono verificati altri decessi (il più noto è quello del Presidentedel CRAL, il compianto Sergio Uliano) ed un resocontoaggiornato verrà dato nel corso dell’Assemblea del 18 maggioprossimo e pubblicato su Nuovi Incontri di giugno 2013.

  • 1717171717Pensa alla salute!

    La malattia da reflusso gastro-esofageo(come il mal di gola possa avere cause non consuete)

    Dott. Guido BongioanniniSpecialista in Otorinolaringoiatria

    Quando un paziente giunge all’esame dell’Otorinolaringoia-tra lamentando bruciore e mal di gola, abbassamento della vocee tosse notturna, sensazione di corpo estraneo in gola, che nonmigliorano con antibiotici ed antinfiammatori, è necessarioprendere in considerazione la possibilità che la causa dei di-sturbi sia da ricercare nel malfunzionamento di un altro appa-rato, quello digestivo.La malattia di reflusso gastro/esofageo (MRGE o GERD eNERD nel mondo anglosassone) ha una incidenza molto ele-vata nella popolazione mondiale e, sebbene sia difficile stabi-lire uno standard di valutazione con valore assoluto, sembrane soffra oltre il 60% della popolazione americana, il 50% diquella italiana, con una media mondiale superiore al 25% ,valore in crescita ovunque.Di che cosa si tratta? È un particolare gruppo di disturbi, va-riamente associati, in cui una disfunzione gastro/esofageapermette a materiale di origine digestiva di giungere nelle vieaeree in modo da irritarle ed infiammarle. Non è necessarioche questo passaggio di materiale, il cosiddetto reflusso, siacospicuo: il più delle volte invece si tratta di un disturbo cosìlieve da passare assolutamente inosservato al paziente.

    In questo modo, non prendendosi alcun tipo di provvedimen-to, il reflusso minimale ha modo di agire per lungo tempo ,così da riuscire a determinare un quadro clinico estremamentefastidioso ed invalidante.Infatti le vie aeree superiori, la faringe e la laringe, sono rico-

    perte da cellule di tipo respiratorio, che non sono in grado diresistere senza danni all’insulto chimico legato al materialeche refluisce, spesso acido. In particolari casi poi, il reflusso èricco di enzimi digestivi di origine biliare, che sono ancorapiù lesivi nei confronti della mucosa respiratoria, pur senzaavere alcun carattere acido.In altre parole la malattia da reflusso gastro/esofageo è unasindrome cronica in cui il danno si instaura lentamente, percause che passano per lo più inosservate alla maggior partedei pazienti.La sintomatologia lamentata da questi è varia e sfumata e,variamente associati, comprende per lo più i seguenti sintomi:• Bruciore e dolore in gola, soprattutto al risveglio;• Sensazione di corpo estraneo faringo/laringeo, come se cifosse qualcosa in gola che non si riesce a deglutire o ad espel-lere;• Necessità di frequenti raclage laringei, termine francese chedescrive la necessità di schiarire la voce “raschiando” le cordevocali;• Disfonia, modificazione del tono della voce, rauca e di to-nalità abbassata, presente al risveglio e che migliora durantela giornata;• Tosse, prevalentemente notturna, secca, a volte spasmodica,che può portare al risveglio;• Aumento della salivazione, maggiormente nelle ore nottur-ne, con frequente riscontro di aloni salivari sulla federa delcuscino al risveglio;• Roncopatia cronica, il russare, anche accompagnata da epi-sodi di apnea notturna, soprattutto se associati ad obesità;• Episodi asmatici notturni con risveglio, dovuti ad inalazionianche minime di sostanze acide irritanti nella trachea e neibronchi.A tutto ciò si associano, nella maggioranza dei casi, sfumatisintomi gastro/esofagei, con episodi di bruciore gastrico e retro-sternale, cui il paziente non presta mai molta attenzione mache, se correttamente indagati, sono costanti e significativi.All’esame endoscopico delle vie aero/digestive superiori, conl’ausilio delle fibre ottiche, si possono apprezzare segni diver-si, a volte sfumati e di difficile interpretazione, quali:• Aspetto patinoso della porzione superiore e posteriore dellalingua• Ispessimento e infiammazione delle mucose della gola• Alterazioni della dentina, che si presenta opacata ed ingial-lita per azione degli acidi

  • 1818181818• Stato infiammatorio cronico della porzione posteriore dellecorde vocali• Arrossamento e gonfiore delle cartilagini aritenoidee, quel-le che ruotano per spostare le corde vocali• Ispessimento e gonfiore della mucosa dell’area posterioredell’ipofaringe• Ispessimento ed arrossamento della mucosa della porzioneposteriore della trachea.Un quadro obiettivo così vario, sfumato e poco significativo,ha spesso portato a diagnosi di neurodistonia o nevrosi farin-go/laringea.In caso di reflusso il contatto tra materiale