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Andalusia, regione (87 598 km2 6 milioni 773 000 ah.) della Spagna, la più merid. del Paese, nonché la più estesa e la più popolata. Suddivisa nelle prov. di Almerfa, Càdice, Cordova, Granada, Huelva, Jaén, Màlaga e Siviglia, si estende in direzione N-S dalla Sierra Morena allo stretto di Gibilterra, limitata a W dal Portogallo, a E dalla Murcia, e si affaccia all’Atlantico a 8W e al Mediterraneo a S. Il territorio, essenzialmente montuoso, comprende tre regioni naturali morfologicamente ben distinte: a N la Sierra Morena, complesso di rilievi che divide l’A. dalla Meseta e culmina nella Sierra Madrona ; al centro la depressione del Guadalquivir (o Betica), vasta pianura formata dalle alluvioni del fiume che solca il territorio da NE a SW, dove si apre a ventaglio verso la costa atlantica in una regione paludosa; a S la Cordigliera Betica, costituita da catene parallele, alte in media 2000 m, ma che nella Sierra Nevada raggiungono la massima elevazione di tutta la Penisola Iberica. Tale cordigliera, che a N digrada verso il bacino del Guadalquivir, scende, a S, bruscamente al mare, lasciando solo un esiguo spazio alla pianura litoranea.

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Il clima è di tipo mediterraneo, mite d’inverno e con elevate temperature estive (mitigate però dall’altitudine); le precipitazioni sono prevalentemente invernali, copiose sui versanti montuosi, assumendo sulle più alte vette carattere nevoso, mentre diminuiscono nella valle del Guadalquivir e nelle aree litoranee mediterranee, già climaticamente assimilabili alla vicina Africa. La rete idrografica tributa quasi interamente al Guadalquivir (f. Guadalbullon, Guadiana Menor, Genil); tra i pochi fiumi che scendono direttamente al mare, dal corso assai breve, sono l’Almanzora, l’Almerfa e il Guadalfeo. La popolazione si concentra in grossi borghi sparsi e in poche città (tra le maggiori sono, oltre ai capol. delle omonime prov., Jerez de la Frontera e La Linea de la Concepciòn); caratteristici sono i villaggi di cuevaa, grotte scavate nella roccia.

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L’Andalusia vive sulla tradizione di un’antichissima civiltà agraria, sviluppatasi con gli Arabi che introdussero le colture degli agrumi, del riso, del mandorlo e della canna da zucchero, l’allevamento del baco da seta e nuovi sistemi di irrigazione. La zona più fertile è la pianura centrale intorno a Cordova, coltivata a cereali (frumento), ortaggi e agrumi. Sulle colline meridionale prevalgono i vigneti e gli oliveti; sulla costa mediterranea, per l’irregolarità e la scarsità delle precipitazioni, l’orzo e i fichi; nelle zone montane predomina un economia di tipo silvo-pastorale. Particolarmente importante è la pesca (l’Andalusia fornisce circa un quarto del prodotto nazionale); porti principali sono Cadice, Huelva e Algeciras. Intensa è l’attività mineraria: piriti e manganese sono estratti nella provincia di Huelva, piombo in quelle di Jaén, Almeria e Cordova, minerali di ferro in quelle di Granada, Siviglia e Almeria; uranio è stato rinvenuto nella zona di Andujar (Jaén), dove sorge un impianto per la lavorazione del minerale, proveniente anche da altri giacimenti spagnoli; sfruttate infine le cave di marmo.

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Le industrie sono concentrate nelle maggiori città; alle tradizionali attività alimentari, enologiche e tessili si sono aggiunte industrie legate allo sfruttamento delle risorse minerarie (complessi metallurgici, cantieri navali e aeronautici) oltre a raffinerie di petrolio. Occupa un posto sempre più rilevante nell’economia andalusa il turismo, che interessa sia le numerose e ben attrezzate stazioni balneari, specie sulla Costa del Sol attorno a Màlaga, sia le molte città dell’interno in cui, come a Granada e a Cordova, si conservano incomparabili testimonianze dell’arte araba che, unitamente alle pittoresche manifestazioni di un folclore assai ricco, danno all’A. caratteri di assoluta originalità.

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Grazie alla sua posizione geografica, nel corso dei secoli, la Spagna è stata teatro di memorabili vicende storiche; fin dall'antichità è stata protagonista delle vicende storiche del Mediterraneo e dell'Europa. Colonizzata dai fenici, dai romani e dagli arabi ha saputo cogliere da queste grandi civiltà elementi culturali differenti (arte, musica, letteratura, architettura, lingua, teatro, danza...) in un'unica e irripetibile cultura. Da terra conquistata a potenza di grandi conquiste. La sua egemonia sui mari e sui continenti, in epoca moderna, ha lasciato profonde tracce in tutto il mondo, dall'Estremo Oriente al Nuovo mondo. Eredità culturale delle sue grandi conquiste è oggi la lingua spagnola diffusa in gran parte del continente americano.

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Nell'undicesimo secolo. d.C., i Fenici si depositarono in Spagna e fondarono parecchie colonie litoranee, come Gadir (ora e, presumibilmente, la città interna di Tartessus, che si trasformò nella capitale di un regno fiorente (a volte identificato con il Tarshish). I Greci ed i Cartaginesi arrivarono nel sesto secolo d.C.; i Cartaginesi furono vinti dai Romani, che inclusero la Spagna nell’impero Romano. Patria di Seneca, Lucano, Traiano, Adriano, La Pax Romana le garantì un lungo periodo di splendore economico e culturale. Nel quinto secolo a.C. i Visigoti occuparono questo territorio mettendo fine all’impero romano spagnolo. I Visigoti attraccarono, attraversando lo stretto di Gibilterra. L’Andalusia rimase sotto il dominio degli arabi che conquistarono la maggior parte del territorio. Il regno arabo di Granata sopravvisse fino al 1492. Il periodo arabo è considerato l'età dorata dell’Andalusia.

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L'agricoltura, l'estrazione mineraria, il commercio e le industrie (tessile, terraglie e funzionamento del cuoio) sono stati incentivati e hanno portato grande prosperità; le città dell’Andalusia, di Cordoba, e Granada, abbellite dai più grandi monumenti arabi, sono state celebrate come centri di coltura, della scienza e delle arti.L’Andalusia rimase sotto il dominio degli arabi che conquistarono la maggior parte del territorio. Il regno arabo di Granata sopravvisse fino al 1492. Il periodo arabo è considerato l'età dorata dell’Andalusia. L'agricoltura, l'estrazione mineraria, il commercio e le industrie (tessile, terraglie e funzionamento del cuoio) sono stati incentivati e hanno portato grande prosperità; le città dell’Andalusia, di Cordoba, e Granada, abbellite dai più grandi monumenti arabi, sono state celebrate come centri di coltura, della scienza e delle arti.

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Dal sedicesimo secolo l’Andalusia, così come l’intera Spagna, ha sofferto di una crisi, anche se gli orifizi di Siviglia e di Cádiz sono divenuti centri di commercio con il nuovo mondo. Gibilterra è stata ceduta alla Gran Bretagna nel 1713 e nel 1833 Andalusia è stata divisa nelle otto province attuali. In Andalusia, la Catalogna rappresentò un centro dell'anarchismo durante la repubblica spagnola (est. 1931); tuttavia, la situazione mutò durante la guerra civile, sviluppatasi nel 1936-39. In Spagna, l’instaurazione della dittatura di Francisco Franco avvenne nel 1939 in seguito ad una sanguinosa Guerra Civile.La Spagna, a conclusione dell’inarrestabile declino della sua potenza coloniale, si trovava all’inizio del novecento in una situazione di profonda arretratezza economica e grave conflittualità sociale.

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Nel paese dominava l’economia agricola, con una gestione della terra di tipo quasi feudale: l’aristocrazia terriera, proprietaria degli immensi latifondi, costituiva la classe dominante. Tra i contadini si erano diffuse organizzazioni socialiste che agitavano l’obiettivo della riforma agraria. La chiesa Cattolica esercitava un’influenza culturale e politica impensabile in uno stato Laico novecentesco.Nel corso degli anni venti il generale Primo de Rivera sciolse il parlamento e costituì un governo ispirato al fascismo mussoliniano, che rimase in carica sino al 1930.La dittatura di de Rivera si sforzò di favorire l’industrializzazione del paese, ma non seppe conquistare il consenso delle masse popolari per l’abbandono di ogni ipotesi di riforma agraria. Nelle elezioni dell’aprile del 1931 i monarchici furono sconfitti dai repubblicani e dalle sinistre e fu proclamata la Repubblica.

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Il governo repubblicano, sorretto dalle sinistre, intaccò il potere temporale della Chiesa Cattolica, stabilendo la laicità dello stato. Avviò inoltre una riforma agraria, ma diede risultati modesti. La destra nel frattempo si andava organizzando in coalizione, tanto che nelle elezioni successive vinse proprio il blocco di centro destra che iniziò a smantellare le riforme democratiche attuate dal precedente governo.La Spagna era ormai divisa in due blocchi duramente contrapposti. Nelle elezioni del 1936 le sinistre si presentarono in un Fronte popolare e vinsero. La destra non accettò questo risultato: nel luglio del 1936 diverse truppe dell’esercito si sollevarono contro il governo repubblicano nel tentativo di un colpo di stato; Francisco Franco prese la testa della ribellione.Era cominciata la guerra civile spagnola.L’insuccesso dei nazionalisti (delle destre) portò alla divisione del paese in due parti,i nazionalisti e i repubblicani. La guerra finì nel 1939 con la vittoria nazionalista e la salita al potere di Francisco Franco.

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La regione più successivamente ha visto le dimostrazioni ricorrenti contro il governo nazionale di Francisco Franco. In 1981 si è trasformato in una regione autonoma ed in 1982 ha scelto il relativo primo Parlamento.

(L’arena di Siviglia)

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ECONOMIA La Spagna fu uno dei pochissimi Stati d'Europa a rimanere neutrale nel corso del secondo conflitto mondiale e solo nel 1955 volle entrare a far parte dell'O.N.U. Ne derivò inevitabilmente una serie di “ritardi” economici del Paese rispetto agli altri Stati europei; L'ingresso nell'O.E.C.E., l'Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica, avvenuto nel 1959, può essere indicato come ben preciso inizio di questa svolta (il 1º gennaio 1986 c’è l'adesione alla C.E.E.). Un Paese sino ad allora rimasto chiuso nell'ambito di una politica economica autarchica e protezionistica, la quale era peraltro riuscita a salvaguardare il tradizionale settore tessile oltre a quello siderurgico e metalmeccanico, optava dunque per la scelta “europea”; che poneva in luce tutte le arretratezze strutturali del Paese. Il governo spagnolo impresse un nuovo dinamismo alla politica economica e finanziaria ottenendo degli incrementi produttivi da “miracolo economico”, soprattutto nei settori chimico e metalmeccanico. Ma al primo manifestarsi dei sintomi della recessione e della crisi energetica mondiale sono venute alla luce le debolezze e le contraddizioni del rapido sviluppo economico di un Paese che, dipende dall'estero per la quasi totalità del proprio rifornimento di petrolio.

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L'industrializzazione ha determinato un ingentissimo movimento migratorio interno, che ha coinvolto vari milioni di Spagnoli. Le zone ad economia tipicamente agricolo pastorale hanno visto ulteriormente abbassarsi il loro già debolissimo valore demografico, mentre la popolazione si va sempre più concentrando in alcune aree, accentuandone la già massiccia urbanizzazione, la quale notoriamente richiede che sia realizzata una vasta gamma di servizi sociali e di idonee infrastrutture. L'economia dei primi anni Novanta ha visto crescere gli investimenti nei settori più moderni della produzione. Dalla seconda metà degli anni Ottanta l'economia spagnola ha registrato una vivace crescita, con tassi tra i più elevati in Europa, grazie ai forti investimenti pubblici e alla crescita della domanda interna. L'industria ha superato la divisione tra un settore artigianale scarsamente avanzato e i moderni impianti industriali. Il saldo della bilancia commerciale è in costante passivo, mentre quello della bilancia dei pagamenti è in parte compensato dalle entrate derivanti dalle rimesse degli emigrati e dal turismo.

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AGRICOLTURA L'agricoltura spagnola si presenta nel suo insieme ancorata a schemi tradizionali e su di essi il moderno progresso tecnico ha potuto sinora incidere solo in limitata misura. Nuovi impulsi sono venuti dalla politica agraria governativa, impegnata a estendere la meccanizzazione delle colture a realizzare imponenti opere irrigue, a facilitare l'accorpamento delle proprietà nelle zone dove predomina il microfondo: uno degli ultimi esempi è il programma di riforma agraria avviato nel 1985 in Andalusia, che permetteva di espropriare le terre concedendole in affitto o favoriva la formazione di cooperative contadine, mentre sensibili si sono rivelati i contributi versati dalla C.E.E. per il miglioramento del settore. La Spagna è uno dei massimi produttori del mondo di olio di oliva, alternando il primato con l'Italia; l'olivocoltura è rappresentata soprattutto nell'Andalusia.

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INDUSTRIA L'industria costituisce una struttura portante dell'economia spagnola, oltre al consolidamento delle capacità produttive, essa ha conosciuto significativi progressi nella composizione qualitativa. L'industria spagnola copre oggi pressoché tutti i settori produttivi anche se mostra un continuo incremento dell'industria manifatturiera rispetto a quella estrattiva, che fu all'origine di fondamentale importanza nell'economia del Paese. Principali prodotti dell'industria metallurgica, sono l'alluminio, il rame, il piombo, lo stagno, lo zinco . L'industria automobilistica è ubicata in prevalenza nelle grandi città; produce annualmente oltre 1 milione di autovetture e 370.000 veicoli industriali. Ad essa è per lo più collegata la fiorente industria della gomma con sede principale a Barcellona. L'industria navale, ha diminuito enormemente, la produzione. Straordinaria espansione ha registrato l'industria chimica; è concentrata in Catalogna, ma sono sorti vari impianti anche nell'area asturiana-basca, favorita dai sottoprodotti della metallurgia, nonché in taluni centri dell'interno, come Madrid, Valladolid e Saragozza. La Spagna è oggi uno dei massimi produttori europei di cemento. Conserva il suo ruolo l'industria tessile. Importanza minore ha il lanificio, cui si aggiungono buone produzioni di fibre tessili artificiali e sintetiche, di filati di lino, canapa, iuta, ecc. L'industria alimentare preminente è quella saccarifera, che opera per gran parte nelle aree di produzione della canna e della barbabietola da zucchero, con principali stabilimenti a Saragozza e in altri centri della valle dell'Ebro.

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ALLEVAMENTO E PESCA L'allevamento costituisce in media ca. il 40% del valore di produzione del settore primario; è un campo in cui la S. vanta un'antica tradizione, ma vi permangono vaste sacche di arretratezza nelle strutture produttive. Discreta importanza riveste la pesca, settore modernamente organizzato.

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Spagna 7100Albania 40Grecia 2660Italia 5850Portogallo 430Cipro 10 0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

Paesi produttori

Produzione di olio di oliva in Europa nel 1987 (in migliaia di q)

Spagna

Albania

Grecia

Italia

Portogallo

Cipro

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Uliveti

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Brasile 159090Italia 151670Spagna 626020

0

500000

1000000

Paesi produttori

Produzione di agrumi in Europa nel 1987 (in migliaia di q)

BrasileItalia Spagna

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Andalucìa, terra aperta e accogliente, conserva intatti i suoi tesori più preziosi: un`architettura luminosa, propria dei paesi meridionali, una gran diversità paesaggistica e una cultura millenaria, frutto dell'influenza di molti popoli nel corso del periodo storico.Una vasta regione che si estende tra la Sierra Morena e la Cordigliera Betica, bagnata dall’oceano atlantico e dal Mediterraneo e amministrativamente divisa in otto province: Almerìa, Cadice, Cordova, Granada, Huelva, Jaén, Màlaga e Siviglia.

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Almeria: al centro della baia omonima, la città di Almeria è circondata di montagne che la proteggono dai venti del nord. Affacciata sul mare, possiede belle spiagge. Malgrado lo sviluppo urbanistico talvolta selvaggio, Almeria conserva ancora angoli tipici, strade caratteristiche e belle piazze. L'Alcazaba eretta dagli Arabi nel XI sec. è uno dei massimi edifici della città, che domina dall'alto di un promontorio. Dotata di triplice cinta muraria, possiede tre torrioni e un baluardo detto dell'Espolon. L'eremo e la torre della Vela sono invece di epoca cristiana. La cattedrale cittadina, di stile gotico e rinascimentale con inserzioni barocche e neoclassiche, è una sorta di tempio-fortezza per difendere dagli attacchi dei pirati berberi. Numerose sono le chiese cristiane e quelle di origine araba. Tra gli edifici civili, l'ospedale provinciale, il circolo mercantile e la facciata dell'Ayuntamiento. Il quartiere vecchio di Almeira offre numerosi angoli tipici. Il quartiere dell'Almedina, con le sue viuzze arabe, va percorso a piedi per godere delle belle piazzette.

(L’antico forte moresco dell’Alcazaba)

(Vie arabe)

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Cadice: Fondata dai Fenici come Gadir, fu occupata in seguito da Cartaginesi, Romani e poi dagli Arabi. Ebbe un ruolo importante dopo la scoperta dell'America, che diminuì quando il commercio fu liberalizzato. Luoghi classici: Piazza Mina, il quartiere della Vina, quelli di santa Maria e di El Populo. Il suo centro storico è considerato prezioso dal punto di vista storico-architettonico.

Infatti la parte antica è fatta di stradine e vicoli, giardini e palazzi coloniali; la campagna è assente.

(Una tipica stradina)

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Cadice non solo é la città più antica dell'occidente, ma é anche la più meridionale delle capitali europee. Questa città, situata sulla baia di Cadice, é circondata dall'Oceano Atlantico e unita al resto della penisola per mezzo di uno sottile istmo di terra.

Cadice possiede monumenti come la Cattedrale dallo stile barocco-neoclassico, la Chiesa di Santa Cruz, la Chiesa di Santa Caterina, il Castello di San Sebastiano, la Porta di Terra (antica entrata alla città) e molte altre meraviglie. La Cattedrale è il monumento principale, neoclassico, fiancheggiato da due torri; nella cripta è sepolto il compositore gaditano Manuel de Falla.

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La Moschea-Cattedrale è il centro nevralgico della Cordova storica e punto di riferimento obbligatorio per il turista. La moschea fu edificata dall'emiro mussulmano Abderrahaman I nel 785. La sua pianta consta di 19 navate divise da colonne di marmo che sostengono due livelli di archi, il primo moresco, il secondo a tutto sesto. L'alternanza di materiali , mattoni e pietra, e dei colori, rosso e bianco, dei cunei degli archi, producono un impressionante effetto ottico. Il Mirahb, nicchia che racchiude la "quibla", o pietra sacra, è una sala sontuosamente decorata, a base di marmi intagliati, stucchi, mosaici e lavori in gesso con disegni e grafie arabe. Nella zona centrale della Moschea i re cristiani innalzarono nel XIII sec., la cappella Maggiore e la cappella Reale e più tardi, nel XVI sec. fu costruita una grande Cattedrale cristiana nell'intrico di colonne. Spiccano gli scranni barocchi del coro e i due pulpiti riccamente decorati. Il patio degli Aranci è il luogo ideale per il riposo dopo la visita all'interno di questo grandioso monumento.

(L’interno della Moschea)

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L'Alcazar de Los Reyes: Palazzo fortificato, costruito per volontà dei reali Ferdinando e Isabella, e successivamente sede dell'Inquisizione, occupa una delle sponde del fiume. I suoi giardini sono deliziosi e forse, quasi più interessanti dell'interno del palazzo. L'Alcazar musulmano invece, si trovava dove attualmente si erge il Palazzo Episcopale, ristrutturato in epoca barocca e recentemente riadattato a ospitare il Museo Diocesano.

(L’Alcazar)

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La Juderìa. Dall'angolo nord-ovest della Mezquita parte una via chiamata Juderìa che conduce al Call o quartiere degli ebrei cordovesi, una delle più evocatorie di Spagna. Intrico di vicoli, più attraenti e meno commercializzati, di quelli sivigliani, la Juderìa si estende da questo punto fino al bordo delle muraglie e della Porta di Almodovar. Gli ebrei cordovesi abitarono questo quartiere fino all'espulsione decretata dai Re Cattolici nel 1492. Il dedalo di vie impenetrabili e piazzette, conserva tutto il suo antico sapore e il percorso si deve fare obbligatoriamente a piedi. Nel cuore del quartiere si trova una piccola sinagoga, calle Maimonides 18, una delle tre di tutta la Spagna, le altre due si trovano a Toledo. Non lontano, si trova lo Zoco, un'antico souk arabo, trasformato nel Mercato Municipale di Artigianato, una galleria di oggetti artigianali e artistici, tra gli angoli cordovesi più suggestivi. Nei pressi, un piccolo museo kitsch, il Museo Municipal Taurino.

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Granada conserva tracce notevolissime del lungo e fiorente periodo della dominazione araba, rappresentate dalla perla dell'architettura ispano-moresca, l'Alhambra, la fortezza dell'Alcazaba, il Generalife.

(Panoramica della città)

(L’interno dell’Alhambra)

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Quest'edificio era, in realta', un complesso di edifici sorto sulla sommita' di un monte che sovrasta la citta'. I suoi palazzi sono circondati da giardini, che compaiono, in forma idealizzata, anche nelle decorazioni del palazzo comprendenti anche raffinati fregi calligrafici in cufico fiorito. La pittura originale e' ora sbiadita, ma il restauro dell'unico vaso rimasto, con il caleidoscopio dei suoi colori, da' un'idea di che cosa dev'essere stata. La massiccia torre, costruita da Yusuf I, racchiude un magnifico arco a ferro di cavallo sotto profonde gronde di mattoni. Sulla parte superiore e' scritto il nome di Yusuf e in un timpano islamico piastrellato vi e' una nicchia in cui Ferdinando e Isabella posero una statua della Vergine, di gusto un po' provinciale. L'edificio superiore, l'Alcazaba, e' una fortezza che assunse la configurazione attuale nel XII secolo, con l'aggiunta di numerose torri.

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L'ingresso dell'Alhambra e' modesto e poco illuminato e presenta una graziosa galleria e quattro colonne che immette nell'oratorio, verginale nel suo candore e dotato di una nicchia poligonale del mihrab squisitamente ornata. Una serie di cortili porta al Patio de los Arrayanes: qui due fontane zampillano tra siepi di mirto. Lo specchio d'acqua da' frescura alle sale maestose che lo fiancheggiano, destinate agli emiri ed alle loro spose.Le decorazioni comprendono raffinate iscrizioni con azulejos e lastre in ceramica a forma di stella di colore verde, bianco, nero, malva e marrone. La stanza piu' importante del palazzo e' quella del Trono, opera stupefacente, I cui muri massicci creano delle stanze piu' piccole, all'interno delle quali sono incastonate le finestre a doppia luce. Nelle decorazioni geometriche e vegetali sono inserite frasi coraniche e versi lirici dedicati alla felicita'.

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Il nucleo antico conserva numerose caratteristiche case con ampio patio. Sulle fondamenta di una antica moschea, il cui minareti è stato trasformato in campanile, si innalza la cattedrale a cinque navate, ricca di opere d’arte e vetrate dei secoli XVI-XIX; attigua è la ricca cappella barocca del sacramento, con il “Cortila degli aranci” resto di una moschea. Delle altre chiese, San Marina, San Egidio e S. Maria. Dai suoi tetti rossi sale l'anima della città, il simbolo che meglio rappresenta il passare dei secoli: la Giralda. Se dai musulmani Siviglia ereditò alcuni dei suoi più brillanti edifici, dagli ebrei ereditò due quartieri festosi ed accoglienti: Santa Croce e San Bartolomeo

(Le guglie della cattedrale)

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Costruito nel 712, le sue mura vennero erette dall'emiro Abd al-Rahman II nel IX secolo, mentre il portale esterno in pietra squadrata fu aggiunto un secolo piu' tardi. I muri sono ricoperti di stucco dipinto e piastrelle smaltate, per mascherare la rozzezza delle superfici. Furono utilizzate colonne e capitelli islamici, alcuni dei quali acquistati a Madinat al-Zahra, presso Cordova. La Puerta del Leon immette nel Patio de la Monteria, dal cortile pavimentato con ciottoli disposti in modo da formare disegni rustici. La facciata e' sovrastata da una torre. Ogni ala presenta una maestosa arcata centrale fiancheggiata da tre archi minori, con iscrizioni islamiche in bianco e blu e ornamenti in rilievo degli architravi. Il visitatore, entrando, svolta bruscamente. Questo tipo di ingresso cieco, usato a scopo difensivo, offre oggi visioni repentine, inattese. Il Patio delle Donzelle e' il centro del palazzo e si apre sul Salone dei re Mori, con raffinati lavori d'intarsio in stile mudejar. Il Patio delle bambole sarebbe decisamente islamico se non fosse per il pavimento, aggiunto nel 1843. Il Salone centrale rappresenta il momento culminante della visita: ad esso si accede tramite la Porta dei Pavoni, capolavoro degli stuccatori di Toledo, che firmarono l'opera collettivamente, in arabo. Questa vista prepara ad un adeguato ingresso nel Salone degli Ambasciatori, dagli ornamenti cosi' sontuosi da produrre nel visitatore le vertigini.

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La cupola e' ornata da una decorazione che raffigura la volta celeste e da muqarnas che imprigionano e riflettono la luce. I pannelli di piastrelle riproducono tutti i tipici motivi islamici. I principi Banu Abad Taifa, che per poco tempo godettero la ricchezza di Siviglia abitando all'Alcazar costruirono il Patio del Yeso, luogo idilliaco che fu in seguito modificato dal governatore almohade Yusuf ibn Tashfin, tra il 1171 e il 1176. Il cortile presenta   grate intrecciate sopra archi acuti dentellati, posti su sottili colonne. Al di la' si estendono i giardini, ornati di un'enorma vasca dai bordi piastrellati. Sotto un elegante portico cieco si puo' godere la vista del giardino islamico, in cui sono visibili le vestigia di un aranceto nel quale si diceva non penetrasse mai il sole e che fosse il luogo piu' tranquillo di Spagna. Nel cosiddetto hammam (bagno) la volta in pietra di stile gotico offre una superba visione di luci e ombre riflesse sull'acqua immota.

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Amico DavideAmmoscato FrancescaArcara FabrizioBonanno RosariaCaminita ValeriaCaruso AlessandraCipolla SimonaDavì MarcoFerrigno RosaliaFinocchio RosariaFricano VirginiaGatto Valerio

Giallanza MarcoGiarratano LuanaLa Mantia ChristianLiga SalvatoreLo Bianco AntonellaPilloni SilvioRagona DarioRaia ConcettaRattenuti Pietro AntonioTesta FrancescaTesta Tommaso

Prof.ssa Impresario Claudia Prof.ssa Sardina Delia

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