Aspetti di base della corrosione dei materiali metallici di... · Tabella 1.1 Costi diretti della...
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Tommaso Pastore
Appunti sugli
Aspetti di base della
corrosione dei
materiali metallici
a.a. 2019/2020
Indice
1 INTRODUZIONE ................................................................................................... 1
2 ASPETTI DI BASE DELLA CORROSIONE DEI METALLI........................... 5
2.1 MORFOLOGIA E VELOCITÀ DI CORROSIONE ....................................................... 5 2.2 MECCANISMI DI CORROSIONE DEI METALLI ...................................................... 7 2.3 MECCANISMO ELETTROCHIMICO ...................................................................... 9 2.4 FUNZIONAMENTO DELLA PILA ELETTROCHIMICA ............................................ 14 2.5 MISURA SPERIMENTALE DEL POTENZIALE,...................................................... 17 2.6 POTENZIALE DI EQUILIBRIO E SPONTANEITÀ DEL PROCESSO ........................... 20
2.6.1 Diagrammi di Pourbaix ............................................................................ 22
APPENDICE ................................................................................................................... 31
COSTANTI FISICHE ......................................................................................................... 31 PROPRIETÀ FISICHE DEI METALLI .................................................................................. 32 VELOCITÀ DI CORROSIONE ............................................................................................ 33 ELETTRODI DI RIFERIMENTO ......................................................................................... 34 SERIE DEI POTENZIALI STANDARD ................................................................................. 35
1 Introduzione
I materiali subiscono un progressivo decadimento delle loro proprietà per
l’interazione con l’ambiente in cui si trovano. A questo processo si da' il
nome di corrosione, mentre con durabilità si indica la proprietà inversa di
resistenza all'ambiente e la capacità di durare nel tempo.
La corrosione è una delle principali cause di danneggiamento e rottura in
servizio di strutture ed impianti, con conseguenze a volte di natura
catastrofica, che determinano ingenti costi per danni diretti (di
manutenzione, di sostituzione dei pezzi danneggiati, di mancata
produzione) e indiretti alle persone, al patrimonio culturale, sociale ed
all'ambiente, con ripercussioni importanti sull’affidabilità e sicurezza.
Tutti i materiali subiscono questa azione seppure a seguito di diversi tipi di
meccanismi di interazione. Ad esempio: i materiali lapidei e i materiali
ceramici sono progressivamente danneggiati dall’azione fisica di cicli gelo-
disgelo, per la formazione di elevate pressioni all’interno della loro
struttura porosa, create dal congelamento dell’acqua presente; ancora di
tipo fisico è l’azione dei raggi ultravioletti sui materiali polimerici; il
calcestruzzo subisce attacco chimico a contatto con soluzioni acide, per la
sua natura alcalina, o con acque solfatiche, che reagiscono con i
componenti del cemento dando origine ad un’azione espansiva dirompente;
il legno e le fibre naturali sono soggetti all’azione biologica dei
microrganismi; i metalli sono corrosi a seguito di un processo
elettrochimico.1
1 Il termine corrosione era originariamente utilizzato per indicare solo i processi di
decadimento dei materiali metallici. Oggi, è impiegato in modo molto più diffuso, forse
proprio nella consapevolezza che il fenomeno è generale e richiede approcci alla
prevenzione e controllo basati su principi comuni, seppure con tecniche differenti per i
diversi materiali.
2 Capitolo 1
Limitandoci ai soli materiali metallici oggetto di questo libro, il costo
diretto per la corrosione può essere stimato nel 3-4% del prodotto
nazionale lordo dei paesi sviluppati. A questi dovrebbero poi essere
aggiunti i costi indiretti connessi con le conseguenze degli eventi originati
dalla corrosione che, in talune circostanze, superano di gran lunga quelli
diretti.
Ancora oggi, almeno un terzo dei danni provocati dalla corrosione
potrebbe essere evitato già solo applicando le conoscenze di base, da
tempo ben consolidate, e quindi con l’adeguata formazione dei progettisti e
dei tecnici dei diversi settori industriali. E questa affermazione è tanto più
importante se si considera che oggi gli impianti e le strutture operano in
condizioni sempre più spinte, in ambiente più aggressivi, e che le
migliorate capacità dell’ingegneria nel dimensionamento e modellazione di
fatto erode i margini concessi alla corrosione. La realizzazione di strutture
sempre più sottili ed ardite riduce la loro durabilità se non accompagnata
da interventi di prevenzione e protezione dalla corrosione sempre più
efficaci.
Nei più svariati settori di attività umana, la corrosione dei metalli può
avere conseguenze sulle proprietà strutturali, estetiche, funzionali e
comportare alterazione ed inquinamento dell’ambiente. Valgono alcuni
esempi. Nel settore dell’ingegneria civile ed edile, la corrosione delle
Tabella 1.1 Costi diretti della corrosione dei materiali in Italia e
confronto con alcune fonti di spesa e i valori del mercato di alcuni
generi alimentari
% del PIL M€
Danni diretti da corrosione 3.5 44,077
Deficit Italia (2004) 3.2 40,299
Spesa italiana per istruzione superiore 0.9 11,334
Spesa italiana per R&S 1.0 12,594
Mercato italiano di alcuni generi alimentari (2001) M€
Latte 1,299
Acque minerali 1,054
Birra 554
uova 243
PIL Italia 2002 = 1,259,349 M€
Introduzione 3
armature è la principale causa del decadimento delle opere ed edifici in
cemento armato, con ripercussioni sulla loro stabilità, sulla conservazione
del patrimonio storico ed artistico, ed economiche, dovute alla necessità di
frequenti interventi di ripristino e restauro.
La corrosione delle opere metalliche (solitamente in acciaio al carbonio e
basso legato) esposte all’atmosfera, per la grande quantità di strutture,
rappresenta da sola circa un terzo di tutti danni diretti da corrosione ed ha
quindi un’importanza economica primaria, seppure prodotta da fenomeni
corrosivi di relativamente modesta criticità.
Nel settore dell’automobile, la corrosione estetica, dovuta a esigui
fenomeni di corrosione che non pregiudicano il funzionamento del veicolo,
deteriora l’immagine del prodotto con ripercussione sulla vendita del
Figura 1.3
Corrosione estetica
dell’automobile.
Figura 1.1
Danneggiamento di
edifici in c.a. per
corrosione delle
armature
Figura 1.2 Corrosione
atmosferica di
strutture metalliche
4 Capitolo 1
modello2. Negli impianti chimici, impianti di trasporto di acqua ed altri
fluidi, la corrosione è la principale causa delle rotture, oltre un terzo degli
eventi. Sulle protesi e mezzi di osteosintesi di uso biomedicale, i prodotti
di corrosione sono causa di problemi allergici e di rigetto.
2 È significativo che l’adozione della zincatura per la protezione delle lamiere
dell’automobile e la garanzia pluriennale del produttore nei confronti della corrosione
delle lamiere sono tuttora argomenti sfruttati nelle campagne pubblicitarie di lancio dei
nuovi modelli.
Figura 1.4
Corrosione
degli
impianti
Figura 1.5
Corrosione di
protesi e mezzi di
osteosintesi .
2 Aspetti di base della corrosione dei materiali
metallici
2.1 Morfologia e velocità di corrosione
La corrosione dei metalli si manifesta con differenti morfologie, con
attacco generalizzato all’intera superficie esposta, localizzato solo in alcuni
punti oppure selettivo, su particolari zone delle leghe metalliche.
La corrosione generalizzata si manifesta tipicamente su materiali attivi,
come è il caso dell’acciaio al carbonio esposto agli ambienti naturali
(atmosfera ed acque) e nelle soluzioni acide. Interessa tutta la superficie
del metallo e ne provoca un progressivo assottigliamento. Può essere
uniforme o, più di frequente, non uniforme, per la presenza di zone dove
penetra maggiormente. Negli elementi strutturali, l’assottigliamento
provoca la riduzione della sezione resistente e diminuisce la capacità di
resistere ai carichi applicati. Negli impianti, il rilascio di una grande
quantità di prodotti di corrosione, dovuta all’estesa superficie interessata
dall’attacco, può comportare l’alterazione delle sostanze contenute
nell’impianto stesso. Per la sua natura, l’attacco generalizzato può essere
facilmente rilevato ed è sufficiente una semplice misura di spessore,
effettuabile con metodi non distruttivi (sonde ad ultrasuoni), ripetuta nel
tempo, per rilevarne intensità e velocità. La velocità di corrosione può
essere definita in termini di penetrazione, come velocità di assottigliamento
espressa tipicamente in m/anno, o come perdita di massa per unità di
superficie e di tempo, espressa spesso in mg/dm2giorno (mdd).
La corrosione localizzata avviene invece solo su una zona molto ristretta
della superficie esposta e può assumere diverse forme. La perdita di massa
del metallo è di solito trascurabile. La corrosione per vaiolatura si
manifesta con intensi attacchi che danno luogo alla formazione di piccole
cavità e ulcere, indicate spesso con il termine inglese di pit (da cui
6 Capitolo 1
corrosione per pitting), di forma variabile con il materiale e l’ambiente cui
è esposto. In alcuni casi, le vaiolature sono molto piccole, della dimensione
di una capocchia di spillo; per questo non sono sempre facilmente
individuabili. Anche se la perdita di massa del metallo è trascurabile,
possono determinare una rapida perforazione della parete e la perdita di
fluido. La velocità del fenomeno è di solito caratterizzata mediante la
profondità massima e media delle vaiolature ed espressa in m/anno o più
spesso, per la velocità con cui si manifesta, in mm/anno.
Sugli elementi sottoposti a sollecitazione, la corrosione localizzata può
assumere la forma di cricche, per l’insorgenza di fenomeni di corrosione
sotto sforzo. Le cricche sono estremamente acute e difficilmente
individuabili anche da un occhio esperto: sulla superficie sono di ampiezza
dell’ordine della frazione di capello. Tuttavia, possono originare cedimenti
catastrofici improvvisi, spesso confusi con rotture fragili del materiale.. I
Figura 2.1 Corrosione generalizzata
Uniforme
Non uniforme
Figura 2.2 Corrosione localizzata per vaiolatura
Forma nello spessore delle vaiolature
Appendice 7
prodotti di corrosione sono del tutto assenti. La velocità del fenomeno è
solitamente espressa in termini di velocità di avanzamento delle cricche in
mm/s.
La corrosione selettiva interessa tipicamente le leghe metalliche e può
avvenire in diversi modi. L’attacco può riguardare in modo preferenziale
uno degli elementi che compongono la lega; in questo caso si parla di
dealligazione, tipica delle leghe di rame. Su materiali eterogenei, può
avvenire su una delle fasi presenti o lungo zone della lega con diversa
composizione chimica. In tal caso, assume spesso la morfologia
dell’attacco intergranulare, insinuandosi tra i grani che compongono il
metallo.
2.2 Meccanismi di corrosione dei metalli
La corrosione dei materiali metallici è una reazione di ossido-riduzione.
Nella maggior parte degli ambienti naturali, il metallo si ossida a ione
metallico e cede gli elettroni all’ossigeno, che si riduce, dando poi luogo
alla formazione di prodotti di corrosione, generalmente ossidi
Figura 2.3
Morfologia della
corrosione sotto sforzo
Cricche
Rame poroso
Ottone giallo
(lega CuZn)
Figura 2.4
Corrosione selettiva
(dezincificazione degli ottoni)
8 Capitolo 1
Zz OMeOMe 2222 + (2.1)
I metalli sono rintracciabili in natura solo sottoforma di minerali, in genere
proprio ossidi, solfuri, ecc. È questa la loro condizione chimica più stabile
e di minor energia e, per questo motivo, il ciclo metallurgico di produzione
del metallo dal minerale richiede il dispendio di ingenti quantità di energia.
A contatto con l’ambiente aggressivo, il metallo tende così a ritornare ad
uno stato di minore energia, simile, se non uguale, a quello del minerale di
partenza.
La corrosione può quindi essere vista come anti-metallurgia, ossia come un
processo, opposto alla metallurgia, che tende a far tornare il materiale allo
stato ossidato. Ed in effetti, i prodotti di corrosione sono ossidi, solfuri,
cioè sostanze molto prossime alle forme chimiche trovate in natura.
Solo l’oro, tra i metalli solidi, è normalmente rintracciabile in natura
sottoforma di metallo e questo spiega il suo carattere nobile, di completa
immunità dalla corrosione negli ambienti naturali o assimilabili a questi.3
Il processo di corrosione può avvenire secondo due meccanismi distinti in
base alla temperatura.
Ad alta temperatura la reazione diretta di ossido-riduzione tra metallo ed
ossigeno porta rapidamente alla ricopertura del metallo con il suo ossido.
3 Gli altri materiali metallici resistenti alla corrosione (acciai inossidabili, leghe di rame,
nichel, cromo, titanio, alluminio, ecc.) non sono immuni. Il loro buon comportamento è
dovuto alla formazione di un film di passività che li protegge.
Ambiente aggressivo (atmosfera, terreni, acque,
fluidi di processo, ecc.)
minerale
(ossidi, solfuri, ecc.)
ruggine (ossidi, solfuri, ecc.)
Figura 2.5
Appendice 9
Una volta che si è formato, l’ossido separa fisicamente la zona esterna, ove
si ha la riduzione dell’ossigeno, dall’interfaccia ossido/metallo, ove si
ossida il metallo. In presenza di un film continuo ed aderente, la reazione
può continuare solo se l’ossido permette lo scambio di elettroni e di ioni
necessario per la formazione dell’ossido stesso. Molti ossidi metallici
hanno conducibilità elettrica4 anche a bassa temperatura, tuttavia il
movimento degli ioni diventa apprezzabile solo ad alta temperatura, dove
la diffusione allo stato solido aumenta sensibilmente. Questo meccanismo
di corrosione diventa così importante solo ad alta temperatura.
Lo studio dell’ossidazione a caldo consiste, in larga parte, in indagini
volte proprio alla valutazione delle proprietà delle patine, in primo luogo
del tipo di ossido, delle sue proprietà di conduzione e di stabilità. Questo
processo non è efficace a bassa temperatura dove, invece, è attivo il
meccanismo elettrochimico della corrosione ad umido.
2.3 Meccanismo elettrochimico
In un ambiente acquoso, la corrosione avviene secondo un meccanismo
elettrochimico, come risultato di quattro processi:
− una reazione anodica di ossidazione del metallo che produce ioni
metallici e rende disponibili elettroni all’anodo
4 La conducibilità è dovuta a due contributi: uno elettronico, determinato dal trasporto
degli elettroni, e uno ionico, dovuto al movimento degli ioni che compongono l’ossido
stesso, attraverso il reticolo cristallino.
Figura 2.6
Meccanismo
della corrosione
ad alta
temperatura
Metallo Ossido
O2
e-
M+Z
O-2
Mox
M ➔
M+
Z +
ze-
O2 +
4e- ➔
2O
-2
10 Capitolo 1
−+ + zeMeMe Z (2.2)
− una contemporanea reazione catodica di riduzione di una specie chimica
(di solito l'ossigeno o l’idrogenione) che consuma al catodo gli elettroni
resi disponibili dal processo anodico
−− ++ OHeOHO 442 22 (2.3)
222 HeH + −+ (2.4)
− la conduzione degli elettroni nel metallo dall’anodo al catodo
− la circolazione di corrente nell'elettrolita dalle zone anodiche alle zone
catodiche.
L'elettrolita è costituito dall'acqua alla quale gli ioni presenti, dovuti
soprattutto ai sali disciolti, conferiscono doti di conduzione e la capacità di
chiudere il circuito alla corrente tra anodo e catodo. L’acqua stabilizza,
inoltre, gli ioni prodotti dalle reazioni anodica e catodica, agendo come un
solvente.
Così, un metallo si può corrodere solo quando è a contatto con acqua. Tra
gli ambienti naturali, sono situazioni caratteristiche:
− le strutture posate nel terreno, dove l'acqua è presente come acqua di
falda e capillare, trattenuta dalle particelle che compongono il terreno;
− le strutture immerse in acque naturali - dolci, salmastre o di mare;
− le strutture esposte all'atmosfera, bagnate dalla pioggia e, soprattutto,
dalla condensazione dell'umidità dell'aria;
I
O2
O2+4e-+2H2O→4OH-
elettrolita
(fase acquosa)
Me→Me+Z+ze-
e-
Ioni
Figura 2.7 Meccanismo elettrochimico della
corrosione
Me+Z+zH2O→Me(OH)z+zH+
Appendice 11
− le armature delle strutture in cemento armato, dove l'acqua è presente
nei pori del calcestruzzo.
Alla reazione anodica di dissoluzione può seguire la separazione di ossidi,
idrossidi, o altre sostanze insolubili, con formazione dei prodotti di
corrosione solidi e rilascio di acidità (formazione di H+) secondo reazioni
del tipo
++ ++ zHOMeOzHMe z
Z 22 22 (2.5)
Sull’acciaio, questa reazione è responsabile della formazione della ruggine.
Le reazioni catodiche (eq.2.3 e 2.4) producono, invece, alcalinità, con
aumento del pH sulla superficie del catodo.
La velocità di dissoluzione del metallo è proporzionale al numero di
elettroni scambiati. La velocità di corrosione è quindi proporzionale alla
corrente circolante tra l’anodo ed il catodo. È elevata nelle condizioni in
cui possono avvenire rapidamente tutti e quattro i processi coinvolti nel
meccanismo elettrochimico, e cioè: la reazione anodica di dissoluzione,
quella catodica di riduzione, ad esempio dell’ossigeno, il trasporto di
corrente attraverso l'elettrolita e nel metallo. La velocità di corrosione è,
invece, bassa o nulla se anche solo uno dei processi è impedito.
I materiali come gli acciai inossidabili e le leghe di rame, considerati
generalmente resistenti alla corrosione, sono in grado di ricoprirsi di un
sottile e invisibile (nel caso dell’acciaio inossidabile) strato di ossido
Conduzione nel
metallo
Conduzione
nell’elettrolita
Processo
anodico M➔M+z+ze-
Processo
catodico O2+4e-+H2O➔4OH- I
Figura 2.8 I quattro processi del meccanismo
elettrochimico
12 Capitolo 1
continuo ed aderente che impedisce il processo anodico. La velocità di
corrosione diventa così bassissima e del tutto trascurabile, dettata
unicamente dalle proprietà protettive del film di ossido. In queste
condizioni, cosiddette di passività, l’acciaio inossidabile, ad esempio,
mantiene inalterato il suo aspetto anche dopo un tempo lunghissimo se non
intervengono situazioni che danneggiano il film innescando poi corrosione
localizzata. Questo è anche il “segreto” del calcestruzzo armato: le
armature conferiscono proprietà di resistenza alla trazione e il calcestruzzo
crea, intorno alle armature, un ambiente ideale, passivante, che impedisce
l’attacco corrosivo dell’acciaio. Nel calcestruzzo “integro”, cioè prima che
sia interessato da fenomeni di decadimento che ne alterino le proprietà
chimiche, il carattere alcalino dei prodotti di idratazione del cemento rende
la soluzione presente nei pori molto basica, con un pH che giunge a
superare il valore di 13. In soluzioni così alcaline, l’acciaio al carbonio si
ricopre di un sottile e invisibile strato di ossido che impedisce il processo
anodico. La velocità di corrosione diventa inferiore ad 1 m/anno.
Negli ambienti naturali (acque e terreni) le leghe ferrose, quali gli acciai al
carbonio e basso legati e le ghise (non legate), mostrano tipicamente un
comportamento cosiddetto attivo. I prodotti di corrosione insolubili che si
formano non sono protettivi e non rallentano significativamente il processo
di dissoluzione. Viene così meno il blocco sul processo anodico. Per questi
materiali, la corrosione può avvenire con alta velocità se il processo
catodico avviene rapidamente. In acque aerate, in effetti, la velocità di
corrosione di questi materiali è pari alla massima velocità di trasporto
dell’ossigeno verso la superficie metallica: tutto l’ossigeno che raggiunge
la parete metallica si riduce, determinando il passaggio in soluzione di una
corrispondente quantità di metallo.
Per questo motivo, gli impianti di riscaldamento civile sono progettati e
gestiti in modo da limitare l'ingresso e la concentrazione di questo
elemento nell’acqua. La quantità iniziale di ossigeno presente nell'acqua
immessa nell’impianto è progressivamente consumata dalla corrosione
stessa delle pareti metalliche con cui è in contatto; dopo un periodo
iniziale, si formano condizioni di assenza di ossigeno che prevengono
ulteriori attacchi corrosivi. Questo è il segreto della protezione dalla
corrosione degli impianti di riscaldamento. Tale approccio richiede però
che l'ossigeno non venga in alcun modo introdotto di nuovo, durante la vita
dell'impianto.
La corrosione è nulla anche se viene meno l’elettrolita. È il caso delle zone
artiche dove la bassa temperatura congela l’acqua che, sottoforma di
Appendice 13
ghiaccio, perde le proprietà di elettrolita. È il caso anche delle atmosfere
secche proprie delle aree desertiche, dove la scarsa umidità non permette
la condensazione dello strato di acqua necessario perché possa agire la
corrosione. Su questo principio si basa la protezione dei manufatti metallici
nei magazzini, realizzata, in primo luogo, con l’adozione di deumidificatori
che abbattono l’umidità relativa a meno del 60%. Ma è anche il caso dei
fluidi disidratati, come ad esempio nelle reti di trasporto e distribuzione di
gas metano.
La carica circolante tra l’anodo e il catodo è proporzionale alla quantità di
metallo corroso (legge di Faraday). Si può quindi esprimere la velocità di
corrosione in termini di densità di corrente di corrosione (icor)
cor
Me
cor VPA
Fzi
= (2.6)
dove Vcor è la velocità di corrosione espressa come perdita di massa per
unità di tempo e di superficie; z è il numero di elettroni coinvolti nella
reazione anodica (eq. 2.2); F la costante di Faraday pari a circa 96500 C;
PAMe il peso atomico del metallo.5
5 La corrente circolante tra anodo e catodo (I) è pari alla carica (Q) circolante nell’unità di
tempo (t) ed è proporzionale al numero di elettroni scambiati (Ne) tramite le relazioni
eNeQ
t
QI
=
=
dove e è la carica dell’elettrone pari a 1,6.10-19 C. Il numero di elettroni è proporzionale al
numero di ioni metallo (NMe+z) prodotti dalla reazione anodica (eq.2.2)
zMee NzN +=
Una mole di metallo che và in soluzione produce un numero di atomi pari al numero di
Avogadro NA (6,023.1023). Considerando il numero di moli (mMe+z) si ha
zz MeAMemNN ++ =
Dalla definizione di mole,
Me
Me
Me PA
Mm z =+
si può scrivere
St
M
PA
Fz
S
Ii Me
Me
cor
==
14 Capitolo 1
Per la reazione anodica del ferro
−+ + eFeFe 22 (2.7)
ogni due elettroni corrispondono ad un atomo di ferro disciolto. Così, ad un
mA/m2 di corrente sull’anodo corrisponde una velocità di corrosione pari a
1,17 m/anno e una perdita di massa pari a 0,25 mg/(dm2giorno).
Esercizi
Es.2.1. Verificare per il ferro la corrispondenza tra la velocità di corrosione espressa in
mA/m2 e la velocità espressa in m/anno e mg/dm2giorno (PA= 55.85;d=7.87 kg/m3)
Es.2.2. Se il contenuto di Sn in una bibita deve essere minore di 5 ppm, calcolare la
massima velocità di corrosione ammissibile considerando che la lattina ha 10 cm di
diametro 15 cm di altezza e una scadenza di 3 mesi (5.15 10-5 mm/anno). Se lo
spessore di Sn è 5 m, quanto tempo occorrerà per la perforazione dello strato?
Es.2.3. Calcolare per l’alluminio a che velocitá di corrosione espressa come perdita di
peso (mg/dm2giorno) e come penetrazione (m/a) corrisponde 1 mA/m2. (densitá
dell’alluminio 2.7 kg/L)
Es.2.4. Per la protezione catodica di una “sealine” lunga 200 km e di diametro 45”
occorre fornire in ogni punto della sua superficie una corrente catodica pari a 0.1
mA/m2. Tale corrente viene fornita mediante anodi di Zn che si scioglie secondo la
reazione Zn➔ Z+++2e-. Calcolare la quantitá minima (teorica) di zinco necessaria
per una protezione di 50 anni. (PAZn=65.38)
Es.2.5. Un impianto di riscaldamento a circuito chiuso costituito da tubi in acciaio di 2”
di diametro viene riempito con 46 m3 di acqua proveniente da un acquedotto.
L’acqua contiene 10 ppm di ossigeno disciolto. Calcolare la quantità di metallo che
sarà corroso e la profondità media di corrosione.
2.4 Funzionamento della pila elettrochimica
Le basi della natura elettrochimica della corrosione sono state dimostrate
negli anni 1923-24 da Evans (1889-1980), considerato il padre della
dove MMe è la massa di metallo disciolto, S è la superficie dell’anodo e la costante di
Faraday è pari al prodotto della carica dell’elettrone con il numero di Avogadro (F=e.NA).
Considerando infine che la velocità di corrosione in termini di perdita di massa del
metallo è data da
St
MV Me
cor
=
si ottiene la relazione 2.6.
Appendice 15
moderna scienza della corrosione e protezione dei metalli.
Un esperimento molto semplice, consiste nell’esporre, in una soluzione
salina aerata, una lastra di ferro (o di semplice acciaio al carbonio) e lastre
di ferro di uguale dimensione, ricoperte per frazioni crescenti della
superficie con uno strato di oro, dimezzando ogni volta la superficie
esposta del ferro: ½, ¼, 1/8, 1/16 6.
Il meccanismo elettrochimico della corrosione può essere direttamente
evidenziato, tagliando e isolando elettricamente la parte dorata delle lastre
dal resto e introducendo un collegamento elettrico esterno. È così possibile
interporre un amperometro e rilevare direttamente il passaggio di corrente.
Nel momento in cui la lastra, con le due parti isolate e connesse attraverso
l’amperometro, è immersa nell’acqua, si nota il passaggio di corrente
nell’amperometro dalla parte dorata alla zona scoperta.
Si può osservare che, nonostante la diversa area esposta di ferro, la perdita
di peso è uguale su tutte le lastre. Questo perché la quantità di ferro che si
corrode in queste condizioni è determinata dalla quantità di ossigeno che
può raggiungere la superficie metallica per ridursi. In queste condizioni
ambientali, l’oro è immune da corrosione e quindi la reazione anodica di
dissoluzione non può che avvenire sul ferro, nelle zone scoperte. La
doratura circoscrive la zona anodica ma non l’area dove l’ossigeno può
ridursi; infatti, lo strato dorato, poiché è conduttivo, permette il passaggio
degli elettroni che così sono disponibili per la riduzione dell’ossigeno. La
zona dorata si comporta quindi come un catodo aggiuntivo che stimola la
corrosione all’anodo. Così, la quantità complessiva dell’ossigeno che
raggiunge le lastre di uguale estensione è la stessa, e ciò determina la stessa
quantità di metallo disciolto. Ciò che cambia è la penetrazione che nelle
lastre dorate diventa 2, 4, 8 e 16 volte rispettivamente.
Una situazione reale molto simile a quella dell’esperimento descritto si
verifica sulle superfici di manufatti in acciaio al carbonio ottenuti per
laminazione a caldo, ancora ricoperti dall’ossido che si forma ad alta
temperatura (calamina). Questo ossido, dotato di conducibilità elettrica,
blocca il processo anodico ma costituisce un efficiente catodo per
l’ossigeno. La corrosione si manifesta così nelle zone di discontinuità dove
la penetrazione è in genere molto elevata, dell’ordine di 1-2 mm/anno, per
lo sfavorevole rapporto di superficie tra anodo e catodo.
Il meccanismo elettrochimico può essere schematizzato come una pila in
cui i due elettrodi, anodo (processo di dissoluzione del metallo) e catodo
6 Si basa su un esperimento di Whiteman e Russel, riportato da Pedeferri, 1978.
16 Capitolo 1
(processo di riduzione dell’ossigeno o dell’idrogenione), sono collegati
elettricamente tra loro e immersi nello stesso elettrolita.7 È intuitivo che la
caratterizzazione di questa pila in cortocircuito può essere fatta in termini
di corrente circolante, che definisce la velocità dei processi agli elettrodi, e
di tensione della pila a circuito aperto, quale lavoro motore per la
circolazione della corrente.8
La pila è composta dai due semielementi galvanici (anodo e catodo) che si
scambiano corrente e contribuiscono alla tensione della pila stessa. Il
funzionamento di ciascun semielemento è caratterizzabile tramite la
densità di corrente i scambiata e il potenziale, ed è descritto dalla curva
caratteristica che riporta l’andamento della densità di corrente, in funzione
del potenziale.
7 In modo operativo e con riferimento alla figura, si definisce anodo l’elettrodo dal quale
la corrente esce per entrare nell’elettrolita. A questa direzione si attribuisce il segno
positivo. Sul catodo, invece, la corrente fluisce in direzione opposta dall’elettrolita verso
l’elettrodo. 8 Un approccio più rigoroso basato sui concetti di termodinamica è rimandato al corso di
approfondimento sulla corrosione preferendo in questa sede un primo approccio più
operativo ed intuitivo.
Figura 2.9 Meccanismo elettrochimico della
corrosione: pila in corto circuito
I
I M+z
O2
Anodo Catodo
Appendice 17
2.5 Misura sperimentale del potenziale,
La rilevazione del potenziale è senz’altro la misura più comune per
caratterizzare i processi elettrochimici di corrosione, sia in studi di
laboratorio che in campo. Il potenziale viene misurato mediante un
I
I M+z
O2
V
EMR i = I/A ➔ velocità del processo
EMR ➔ potenziale
I
Figura 2.10 Caratterizzazione del semielemento
galvanico
i
E
0
Eeq
i
catodica
M➔
M+
z +ze
- M
+z +
ze- ➔
M
Figura 2.11 Curva caratteristica di
un processo elettrochimico
18 Capitolo 1
voltmetro ad alta impedenza, con l’ausilio di un elettrodo di riferimento. Il
polo positivo del voltmetro è collegato all’elettrodo e il polo negativo
all’elettrodo di riferimento.
L’elettrodo di riferimento è un elemento galvanico che presenta una
tensione stabile e riproducibile. Per convenzione si è stabilito di attribuire
all’elettrodo standard ad idrogeno (SHE) il valore di zero della scala dei
potenziali. Questo elettrodo è costituito da un filo di platino platinato, su
cui è fatto gorgogliare idrogeno, immerso in una soluzione acida apH 0.
In campo ed in laboratorio si preferiscono, tuttavia, altri elettrodi di
riferimento di più facile impiego. Dal potenziale misurato rispetto ad un
elettrodo di riferimento (EMR’) 9 si passa al valore riferito rispetto ad un
qualsiasi altro elettrodo di riferimento (EMR) noto il valore (ER’R) del
potenziale dell’elettrodo di riferimento rispetto all’altro tramite la relazione
RRMRMR EEE '' += (2.8)
9 Le lettere del pedice del simbolo EMR del potenziale indicano il collegamento del
voltmetro: il primo indice indica il collegamento al morsetto positivo, il secondo a quello
negativo. Vale quindi la relazione EMR= -ERM
Po
tenziale (m
V v
s CS
E)
Figura 2.12 Rilevazione del potenziale (mappatura) su
solette di ponti autostradali per l’individuazione precoce
delle zone di corrosione delle armature.
Appendice 19
Per la misura di potenziale sulle strutture interrate si impiega, di solito,
l’elettrodo rame/solfato di rame (CSE) per la sua robustezza e semplicità. È
costituito da una barra di rame puro immerso in una soluzione satura di
solfato di rame. Il setto poroso, tramite l’elettrolita contenuto nei pori,
assicura la continuità elettrica tra la soluzione contenuta nell’elettrodo di
riferimento e l’ambiente in cui occorre misurare il potenziale.
L’elettrodo CSE non è utilizzabile in ambiente marino, dove la presenza di
cloruro ne altera il potenziale. In questi ambienti si ricorre generalmente
all’elettrodo argento/cloruro di argento, utilizzato spesso senza alcun setto
poroso, immerso direttamente nell’acqua di mare (elettrodo
Ag/AgCl/mare).10 Più raramente, soprattutto in laboratorio, è impiegato
con soluzioni di cloruro di potassio e l’adozione del setto poroso. Il
potenziale dell’elletrodo di argento/argento cloruro dipende dal contenuto
di ioni cloruro nell’elettrolita in cui è immerso l’elemento attivo .
Di largo utilizzo in laboratorio è l’elettrodo al calomelano saturo (SCE). È
costituito da un filo di platino, per il collegamento elettrico, posto a
contatto con una amalgama di mercurio e calomelano (Hg2Cl2), in una
soluzione (di solito satura) di cloruro di potassio.
In campo, oltre a questi elettrodi di riferimento, si usano, per scopi pratici
di monitoraggio del potenziale delle strutture, i cosiddetti pseudo elettrodi
10 L’acqua di mare ha tipicamente un contenuto di cloruro pari 20 g/L.
Elettrodo standard
ad idrogeno (SHE)
Platino
platinato
Soluzione acida pH
0
idrogeno
Setto poroso
Soluzione satura
di solfato di rame
Setto poroso
Rame/solfato di
rame
≈ +300 mV vs SHE
Cu
Figura 2.13
Calomelano saturo
(SCE)
≈ +242 mV vs SHE
Soluzione
KCl satura
Setto poroso
Platino
Amalgama
Hg/Hg2Cl2
Ag/AgCl/acqua di mare
≈ +250 mV vs SHE
Ag
Acqua di
mare
AgCl
Figura 2.14
Zn/acqua di mare
≈ +800 mV vs SHE
Zn puro
(lega per anodi)
Acqua di
mare
Figura 2.15
20 Capitolo 1
di riferimento. Si può citare lo zinco (puro o come lega per anodi)
impiegato in mare per il monitoraggio delle strutture offshore, il titanio
attivato e la grafite, impiegati per il monitoraggio delle strutture in cemento
armato. Questi non sono veri e propri elettrodi di riferimento ma sono
elettrodi che hanno potenziali sufficientemente stabili per consentire una
misura utile.
Per la loro semplicità e robustezza sono in grado di durare per tempi di
servizio molto lunghi, laddove invece i tradizionali elettrodi di riferimento
tendono a guastarsi a causa di rotture, perdita dell’eletrolita, asciugamento
del setto poroso.
In appendice è riportato il potenziale dei principali elettrodi di riferimento
rispetto all’elettrodo standard di idrogeno.
2.6 Potenziale di equilibrio e spontaneità del processo
La densità di corrente scambiata dal semilemento si annulla al suo
potenziale di equilibrio Eeq (Fig. 2.11). Per potenziali maggiori, la densità
di corrente è positiva ed il processo è in direzione anodica (direzione di
ossidazione): nel caso del processo di dissoluzione del metallo, la reazione
avviene nella direzione di passaggio da metallo a ione metallico (eq.2.2)
rendendo possibile la corrosione. Per potenziali inferiori a quello di
equilibrio, la corrente si inverte, diventa negativa, e il processo avviene in
direzione catodica, nel senso della deposizione del metallo (se,
ovviamente, il metallo è presente come ione disciolto nell’ambiente).
Il valore di equilibrio rappresenta quindi il potenziale di inversione del
processo di elettrodo:
per potenziali maggiori è stabile la forma ossidata (es.: M+z, O2, H+);
per potenziali inferiori è stabile la forma ridotta (es.: M, OH-, H2).
Al potenziale di equilibrio, la velocità della reazione in senso anodico e
quella in senso catodico si equivalgono, non producendo più nessun
avanzamento netto né in una direzione né nell’altra.
La conoscenza del potenziale di equilibrio permette di valutare la
spontaneità dei processi elettrochimici e la possibilità di insorgenza della
corrosione.
Consideriamo la cella elettrochimica descritta in Figura 2.9. L’apertura del
collegamento elettrico tra anodo e catodo determina l’annullamento della
Appendice 21
corrente che può circolare. In queste condizioni (Figura 2.16), i due
elettrodi assumono il valore di equilibrio del potenziale, EC,eq e EMeq
rispettivamente. Dalla seconda legge di Kirchhoff11 applicata alla maglia,
si ricava la tensione tra catodo e anodo (ECM) nel punto di apertura del
circuito
( ) eqeqRMeqCICM EEEE =−== ,,0
(2.9)
La differenza tra i potenziali di equilibrio (Eeq) rappresenta la forza
elettromotrice che fa circolare la corrente nella pila, una volta richiuso il
circuito. La corrente circola nella direzione indicata nella figura 2.16, cioè
nella direzione per cui il metallo si comporta da anodo, solo se Eeq è
maggiore di zero
eqMeqCeq EEE ,,0 (2.10)
La corrosione può quindi avvenire solo se il potenziale di equilibrio del
processo catodico è maggiore del potenziale di equilibrio del processo
anodico di dissoluzione del metallo.
Questa è solo una condizione necessaria. Affinché poi effettivamente la
corrosione sia significativa, il processo deve poter avvenire con velocità
11 “La somma algebrica di tutte le tensioni, ordinatamente misurate fra i nodi che si
incontrano percorrendo i lati di una maglia chiusa, fino a tornare al nodo di partenza, è
sempre eguale a zero.”
I
I M+z
O2
V
Eeq,c
I
I M+z
O2
V
Eeq,M
I=0
V
Eeq
+
-
_
Figura 2.16
Funzionamento della cella di corrosione
22 Capitolo 1
apprezzabile.
In ogni caso, se Eeq è nullo la reazione è in equilibrio e non si produce. Se
Eeq è negativa, la corrente inverte la direzione di flusso e il metallo
anzicchè corrodersi tenderà a depositarsi.12 In entrambe le eventualità non
si avrà corrosione (condizioni di immunità dalla corrosione).
La valutazione della spontaneità della reazione è il primo passo per
prevedere se un materiale metallico può subire corrosione nell’ambiente. A
ciascuna reazione, scritta in direzione della riduzione, è abbinato il proprio
potenziale di equilibrio:
Meq
z EMZeM ,;+ −+ (2.11)
HeqEHeH ,2 ;22 + −+ (2.12)
2,22 ;442 OeqEOHeOHO −− ++ (2.13)
Si confronta poi il potenziale di equilibrio della reazione del metallo (eq.
2.11) ai potenziali di equilibrio dei possibili processi catodici, costituiti
quasi sempre dai processi di ossigeno (eq. 2.12) ed idrogeno (eq. 2.13) 13.
I valori di potenziale di equilibrio nelle condizioni standard di attività e
pressioni parziali dei gas unitarie e per metalli puri (E°) sono riportati in
Appendice. Da questi valori si può stimare il potenziale di equilibrio per
condizioni diverse da quelle standard tramite l’equazione di Nerst.
2.6.1 Diagrammi di Pourbaix
I potenziali di equilibrio sono solitamente rappresentati in diagrammi
potenziale/pH introdotti da Pourbaix.
Questi diagrammi permettono una rapida applicazione dei principi
termodinamici ai sistemi di corrosione e per questo sono usati in modo
diffuso per valutare la possibilità che un attacco di corrosione possa
avvenire.
12 Queste sono le condizioni realizzate nell’industria galvanica per la deposizione chimica
di metalli da soluzioni. 13 In particolarissime situazioni, sono possibili anche altri processi catodici quali la
riduzione di ioni metallici (Fe+3/Fe+2, Cu+2/Cu+), la deposizione di metalli più nobili
(Cu+/Cu), la riduzione del cloro, ecc.
Appendice 23
Per la reazione dell’idrogeno (eq. 2.12), l’equazione di Nerst assume
l’espressione
pHmVE Heq −= 59, (2.14)
valida ad una pressione di una atmosfera e temperatura di 25°C. Il
potenziale di equilibrio dell’idrogeno è quindi rappresentato, nel
diagramma di Pourbaix, da una retta che passa dal valore del potenziale
standard del processo di idrogeno a pH 0 (assunto come valore zero di
riferimento per tutti i processi) e una pendenza di 59 mV per unità di pH.
La retta divide il diagramma in due parti. Per potenziali maggiori di quello
di equilibrio si ha il campo di stabilità dello ione idrogeno; per valori
inferiori, si ha il campo di sviluppo dell’idrogeno gassoso (H2).
Per la reazione dell’ossigeno (eq. 2.13), il potenziale di equilibrio è
espresso dalla relazione
+=
+
2
2 10, log591229O
OeqP
HmVmVE (2.15)
dove [H+] è la concentrazione molare14 dello ione idrogeno nell’acqua e
P02 è la pressione parziale di ossigeno. A pressione unitaria la eq. 2.15 si
14 In effetti in luogo della concentrazione deve essere usata l’attività che coincide con la
concentrazione molare solo per soluzioni diluite.
Figura 2.17 Diagramma di Pourbaix
dell’idrogeno
pH
Eeq
vs SHE
0
0 mV
H2
H+
24 Capitolo 1
riduce a
pHmVmVE Oeq −= 5912292, (2.16)
Nel diagramma di Pourbaix, questa relazione è rappresentata da una
seconda retta parallela a quella dell’idrogeno, che divide il diagramma in
due campi di stabilità: di sviluppo di ossigeno (O2), per potenziali maggiori
di quello di equilibrio, e di stabilità dello ione ossidrile (OH-), per
potenziali inferiori.
Il potenziale di equilibrio del metallo è dato da
+=
+
][log
5910,
M
M
z
mVEE
zo
Meeq (2.17)
Dove [M+z] è la concentrazione molare dello ione metallico nella soluzione
e [M] la concentrazione del metallo nella fase solida. Per metalli puri la eq
2.17 si semplifica in
zo
Oeq Mz
mVEE ++= 10, log
592
(2.18)
Nel diagramma di Pourbaix, questa relazione rappresenta rette orizzontali
(poiché il potenziale non dipende dal pH). Al diminuire della
concentrazione dello ione metallico, in accordo alla eq. 2.18, diminuisce il
Figura 2.18 Diagramma di Pourbaix
dell’ossigeno
pH
Eeq
vs SHE
0
0 mV
H2
H+
1229 mV
OH-
O2
Appendice 25
potenziale di equilibrio.
Per gli ambienti che non contengono lo ione disciolto, si fa riferimento
convenzionalmente ad una concentrazione di ione pari a 10-6 M, assunta
come limite di apprezzabilità delle indagini analitiche. In effetti, una
concentrazione così bassa può essere raggiunta rapidamente e mantenuta,
senza determinare una corrosione apprezzabile, anche nel caso in cui
l’acqua che viene in contatto con il metallo, non contenga inizialmente
disciolto lo ione del metallo stesso.
In ambienti non troppo acidi, in ambienti neutri o alcalini, la maggior parte
dei metalli dà luogo alla precipitazione di prodotti di corrosione (eq. 2.5).
La concentrazione dello ione metallico può cosi diminuire a concentrazioni
bassissime, definite unicamente dalla solubilità del prodotto di corrosione.
Si riduce di conseguenza anche il potenziale di equilibrio in accordo alla
eq. (2.18).
In queste condizioni si osserva una variazione del potenziale di equilibrio
del metallo con il pH, per l’effetto di questo sulla solubilità dei prodotti di
corrosione.
Il diagramma di Pourbaix dei metalli evidenzia così, oltre al campo di
stabilità del metallo (zona di immunità dalla corrosione), i campi di
stabilità dello ione metallico (ai valori più bassi di pH) e dei prodotti di
pH
Eeq
vsSHE
0
EM,eq
M
(zona di immunità)
M+z M2Oz
Figura 2.19 Diagramma di Pourbaix
di un metallo con ossido insolubile in
ambiente neutro alcalino.
26 Capitolo 1
corrosione, per potenziali superiori a quello di equilibrio.15
I prodotti di corrosione insolubili, se aderenti e compatti, possono impedire
di fatto il processo di corrosione e portare il materiale ad una condizione di
passività nella quale la corrosione, pur potendo avvenire, si manifesta con
velocità del tutto trascurabile, dettata unicamente dalle caratteristiche
protettive dell’ossido.
Il campo di stabilità dell’ossido, individuabile nel diagramma di Pourbaix,
permette quindi di definire il campo di possibile passivazione del metallo.
Un tipico esempio è costituito dall’alluminio. Questo elemento ha un
potenziale di equilibrio inferiore sia al potenziale di equilibrio
dell’idrogeno sia a quello dell’ossigeno, per tutti i valori di pH.
L’alluminio può, di conseguenza, subire sempre corrosione sia in presenza
di ossigeno che in assenza di questo, per il processo catodico di riduzione
dell’idrogeno. La sua ottima resistenza alla corrosione è legata, in effetti,
alla formazione di un film di ossido di alluminio (allumina) molto aderente
e protettivo.
Per il carattere anfotero dell’alluminio, tale ossido non è stabile né in
ambiente acido né in ambiente basico, dove si scioglie. Ciò spiega il buon
comportamento alla corrosione in acque da pH 4 a valori leggermente
alcalini, di poco inferiori a 9.
15 Nei diagrammi sono solitamente riportate anche le rette che rappresentano il potenziale
di equilibrio dei processi di idrogeno e di ossigeno per consentire una rapida valutazione
della spontaneità della corrosione al variare del pH della soluzione.
Figura 2.20 Diagramma di
Pourbaix dell’alluminio
Zone di possibile
passività
No corrosione per
immunità
E (V)
pH 0 7
-2
0
1
14
-1
Al(OH)3
Al+3
AlO2-
Al
Appendice 27
Anche il potenziale di equilibrio del ferro è sempre inferiore quello
dell’idrogeno. Ciò rende possibile la corrosione del ferro per qualsiasi
valore di pH della soluzione. Tuttavia, in assenza di ossigeno e in ambienti
con pH da leggermente alcalino ad alcalino, si può formare la magnetite
Fe3O4 che per le sue caratteristiche di aderenza e compattezza è in grado di
proteggere (passivare) il ferro.
La corrosione del ferro in acque neutre o alcaline è infatti legata alla
presenza di condizioni ossidanti che portano alla formazione di ematite
(Fe2O3) in luogo della magnetite. In presenza di ossigeno, il lavoro motore
rende possibile la formazione dell’ossido di ferro trivalente che, sebbene
molto meno solubile, è poroso e non aderente.
In accordo a questo, la protezione delle caldaie delle centrali
termoelettriche prevede il condizionamento chimico dell’acqua per
eliminare in modo rigoroso l’ossigeno disciolto e alcalinizzare l’acqua per
assicurare il pH più conveniente per la formazione dell’ossido protettivo.16
16 In trattamenti più recenti, oltre a questo approccio, si prevedono spesso piccole aggiunte
in caldaia di ossigeno (100 ppb) o di acqua ossigenata allo scopo di ottenere una patina
protettiva più stabile e insolubile. La presenza di questi ossidanti rende possibile la
formazione di ematite e porta ad una patina complessa costituita da uno strato interno di
magnetite protettiva, ricoperta da cristalli di ematite che, molto meno solubile, riduce la
crescita di ossido e lo sporcamento delle superfici. Questo tipo di trattamento è utile solo
in assenza nell’acqua di inquinanti pericolosi per la corrosione, principalmente i cloruri.
Figura 2.21 Diagramma di
Pourbaix del ferro
Zone di possibile
passività
No corrosione per
immunità
E (V)
pH 0 7 14 -1,6
-0,8
0
0,8
1,6
Fe2O3 Fe+2
HFeO2-
Fe3O4
Fe
Fe+3
28 Capitolo 1
A differenza del ferro, il potenziale di equilibrio del rame è superiore a
quello dell’idrogeno per tutti i valori di pH. La corrosione del rame è
quindi possibile, in assenza di speci complessanti17, solo ambiente aerato.
In assenza dell’ossigeno, il rame è in condizioni di immunità anche in
ambienti molto acidi.
Nelle soluzioni aerate, il ben noto buon comportamento del rame è legato
alla formazione di ossidi o di patine protettive, di diversa composizione in
relazione alle specie chimiche presenti nell’acqua (Fig. 2.22-2.23).
Le figure 2.24-2.25 descrivono i diagrammi di Pourbaix per nichel e
cromo. Il cromo, in particolare, è caratterizzato da ampio campo di stabilità
dell’ossido in acque che non contengono cloruri. Questo comportamento è
alla base dell’utilizo di questo elemento per l’alligazione di numerose
leghe resistenti alla corrosione, in primo luogo acciai inossidabili e
superleghe di nichel. La passività non è stabile per pH molto acidi dove è
stabile lo ione trivalente (Cr+++) e in condizioni molto ossidanti, ad elevati
potenziali, dove si formano cromati (CrO4--) e bicromati (Cr2O7
--) solubili.
17 La presenza di ioni che danno luogo a ioni complessi con il metallo, diminuisce il
potenziale di equilibrio della corrosione spesso dando così luogo alla possibilità di
corrosione in condizioni altrimenti anche di immunità.
Cu2O Cu
CuO Cu+2
Cu(OH)1.5(SO4)0.25
(patina verde)
Figura 2.22 Diagramma
Cu/H2O/10-3M solfati
E(V)
0 7
-2
0
1
14
-1
2
pH
Cu(OH)1.5(SO4)0.25
Cu2O
Cu
CuO
Cu+2
Cu2O
CuO
Cu(NH3)4+
2
E (V)
0 7
-2
0
1
14
-1
2
Cu(N
H3) 4
+2
Figura 2.23Diagramma Cu/H2O/
10-3M solfati/1M NH3/0,05M Cu+2
pH
Appendice 29
I prodotti di corrosione sono spesso costituiti da ossidi, tuttavia si possono
formare anche altri composti (solfuri, solfati, ecc.) in presenza di
particolari specie chimiche. Il diagramma di Porbaix di un metallo si
modifica quindi con la composizione dell’ambiente.
E (V)
pH 0 7 14
-1,6
-0,8
0
0,8
1,6
NiO2 Ni2O3
Ni3O4 Ni+2
HN
iO2-
Ni(OH)2
Ni
Figura 2.24 Diagramma di
Pourbaix del nichel
E (V)
0 7
-0,8
0
1,6
14
0,8
Cr(OH)3
Cr+2
Cr
-1,6
HCrO4-
Cr+3
Cr2O7-2
CrO4-2
pH
Figura 2.25 Diagramma di
Pourbaix del cromo
30 Capitolo 1
Appendice 31
Appendice
Costanti fisiche
e (carica dell’elettrone) = 1,602103.10-19 C
NA (numero di Avogadro) = 6,02252.1023 mole
molecole
F (costante di Faraday) = 96487 C
R (costante dei gas) = 8,31432 moleK
J
vm (volume molare del gas ideale) = 22,4136 mole
L
32 Capitolo 1
Proprietà fisiche dei metalli
Elemento Peso
atomico
Densità
(kg/dm3)
Punto di fusione
(°C) Valenza
Al 26.98 2.7 660 3
Be 9.01 1.85 1280 2
Cd 112.4 8.65 321 2
Cr 52 7.2 1890 3
Co 58.93 8.9 1495 2
Cu 63.54 8.92 1083 2
Au 196.97 19.32 1063 1
Fe 55.85 7.87 1535 2
Pb 207.19 11.35 327 4
Li 6.94 0.53 186 1
Mg 24.31 1.74 651 2
Hg 200.59 13.55 -39 2
Mo 95.94 10.2 2620 2
Ni 58.71 8.9 1455 2
Nb 92.91 8.55 2500 3
Pt 195.09 21.37 1773 2
Ag 107.87 10.5 960 1
Ta 180.95 16.6 2996 3
Sn 118.69 7.31 232 4
Ti 47.9 4.5 1800 2
W 183.85 19.3 3370 2
V 50.94 5.96 1710 2
Zn 65.73 7.14 420 2
Zr 91.22 6.4 1857 4
Appendice 33
Velocità di corrosione
Elemento Valenza
Corrisondenza
con 1mA/m2
Corrispondenza
con 1 µm/anno
µm/anno mdd mA/m2 mdd
Al 3 1.09 0.081 0.92 0.074
Be 2 0.80 0.040 1.26 0.051
Cd 2 2.12 0.503 0.47 0.237
Cr 3 0.79 0.155 1.27 0.197
Co 2 1.08 0.264 0.92 0.244
Cu 2 1.16 0.284 0.86 0.244
Au 1 3.33 1.764 0.30 0.529
Fe 2 1.16 0.250 0.86 0.215
Pb 4 1.49 0.464 0.67 0.311
Li 1 4.28 0.062 0.23 0.015
Mg 2 2.28 0.109 0.44 0.048
Hg 2 2.42 0.898 0.41 0.371
Mo 2 1.54 0.429 0.65 0.279
Ni 2 1.08 0.263 0.93 0.244
Nb 3 1.18 0.277 0.84 0.234
Pt 2 1.49 0.873 0.67 0.585
Ag 1 3.36 0.966 0.30 0.287
Ta 3 1.19 0.540 0.84 0.454
Sn 4 1.33 0.266 0.75 0.200
Ti 2 1.74 0.214 0.57 0.123
W 2 1.56 0.823 0.64 0.528
V 2 1.40 0.228 0.72 0.163
Zn 2 1.51 0.294 0.66 0.195
Zr 4 1.17 0.204 0.86 0.175
mdd = giornodm
mg
2
34 Capitolo 1
Elettrodi di riferimento
Tipo
Espressione del
potenziale
(mV vs SHE)
Coef. di
temp.
(mV/°C)
Potenziale
in funzione della
concentrazione
(mV vs SHE)
CSE -
Rame/solfato di
rame 340+30log(aCu++) -- Saturo
318
(300)*
Ag/AgCl -
Argento/argento
cloruro
222,4-59,1log(aCl-) -0,6 0,1M KCl 288
SCE -
Calomelano 267,6-59,1log(aCl-) -0,65
0,1M KCl 334
1M KCl 280
Saturo 244
1M KCl 222
Acqua di mare (250)*
Zinco** -- -- Acqua di mare (800)*
MNO - Biossido di
manganese -- --
Calcestruzzo
alcalino (350)*
Titanio attivato
(con setto poroso) -- --
Calcestruzzo
alcalino (300)*
* Valore utilizzato per elettrodi di uso pratico in campo ** Pseudo elettrodo di riferimento
Appendice 35
Serie dei potenziali standard
Reazione Potenziale standard
E° (V vs SHE)
Li+ + e- -> Li -3.04
Rb+ + e− → Rb −2.98
K+ + e- -> K -2.931
Cs+ + e− → Cs −2.92
Ba2+ + 2e− → Ba −2.912
Sr2+ + 2e− → Sr −2.89
Ca2+ + 2e- -> Ca -2.87
Na+ + e- -> Na -2.714
Mg2+ + 2e- -> Mg -2.357
Be2+ + 2e− → Be −1,847
Al3+ + 3e- -> Al -1.676
Ti2+ + 2e− → Ti −1.630
TiO + 2H+ + 2e− → Ti + H2O −1.31
Ti2O3 + 2H+ + 2e− → 2TiO + H2O −1.23
Ti3+ + 3e− → Ti −1.21
Mn2+ + 2e− → Mn −1.185
V2+ + 2e− → V −1.175
Sn + 4H+ + 4e− → SnH4 −1.07
SiO2 + 4H+ + 4e− → Si −0.91
B(OH)3 + 3H+ + 3e− → B + 3H2O −0.89
TiO2+ + 2H+ + 4e− → Ti + H2O −0.86
2H2O + 2e- -> H2 + 2OH- -0.828
Zn2+ + 2e- -> Zn -0.762
Cr3+ + 3e- -> Cr -0.744
Au(CN)2- + e- → Au +2 CN- -0.60
2TiO2 + 2H+ + 2e− → Ti2O3 + H2O −0.56
Ga3+ + 3e− → Ga −0.56
H3PO2 + H+ + e− → P + 2H2O −0.51
H3PO3 + 3H+ + 3e− → P + 3H2O −0.50
H3PO3 + 2H+ + 2e− → H3PO2 + H2O −0.499
Fe2+ + 2e- -> Fe -0.447
Cr3+ + e− → Cr2+ −0.407
2H2O + 2e- → H2 + 2OH- -0.41
Cd2+ + 2e- -> Cd -0.402
PbSO4 + 2e- → Pb +SO42- -0.359
GeO2 + 2H+ + 2e− → GeO + H2O −0.37
36 Capitolo 1
In3+ + 3e− → In −0.338
Tl+ + e− → Tl −0.336
Ge + 4H+ + 4e− → GeH4 −0.29
Co2+ + 2e → Co −0.28
H3PO4 + 2H+ + 2e− → H3PO3 + H2O −0.276
Ni2+ + 2e− → Ni −0.257
V3+ + e− → V2+ −0.255
As + 3H+ + 3e− → AsH3 −0.23
MoO2 + 4H+ + 4e− → Mo + 2H2O −0.15
Si + 4H+ + 4e− → SiH4 −0.14
Sn2+ + 2e- -> Sn -0.137
O2 + H+ + e− → HO2• −0.13
Pb2+ + 2e- -> Pb -0.127
WO2 + 4H+ + 4e− → W+2H2O −0.119
CO2 + 2H+ + 2e− → HCOOH −0.11
Se + 2H+ + 2e− → H2Se −0.11
CO2 + 2H+ + 2e− → CO + H2O −0.11
SnO + 2H+ + 2e− → Sn + H2O −0.10
WO3 + 6H+ + 6e− → W+3 H2O −0.090
P + 3H+ + 3e− → PH3 −0.111
Fe3++ 3e- -> Fe -0.037
HCOOH + 2H+ + 2e− → HCHO + H2O −0.03
2H+ + 2e- -> H2 0.00
H2MoO4 + 6H+ + 6e− → Mo + 4H2O +0.11
Ge4+ + 4e− → Ge +0.124
C + 4H+ + 4e− → CH4 +0.13
HCHO + 2H+ + 2e− → CH3OH +0.13
S + 2H+ + 2e− → H2S +0.142
Sn4+ + 2e- -> Sn2+ +0.154
SO4-- + 4H+ + 2e− → H2SO3+ H2O +0.172
Cu2+ + e- -> Cu+ +0.153
ClO4- + H2O + 2e- -> ClO3
- + 2OH- +0.17
SbO+ + 2H+ + 3e− → Sb + H2O +0.212
AgCl + e- -> Ag + Cl- +0.222
H3AsO3 + 3H+ + 3e− → As + 3H2O +0.24
GeO + 2H+ + 2e− → Ge + H2O +0.26
Bi3+ + 3e− → Bi +0.32
VO2+ + 2H+ + e− → V3++ H2O +0.337
Cu2+ + 2e- -> Cu +0.342
ClO3- + H2O + 2e- -> ClO2
- + 2OH- +0.35
[Fe(CN)6]3− + e− → [Fe(CN)6]4− +0.36
O2 + 2H2O + 4e- → 4OH- +0.401
H2MoO4 + 6H+ + 3e− → Mo3+ +0.43
IO- + H2O + 2e- -> I- + 2OH- +0.485
CH3OH + 2H+ + 2e− → CH4 + H2O +0.50
Appendice 37
SO2 + 4H+ + 4e− → S + 2H2O +0.50
Cu+ + e- -> Cu +0.521
CO + 2H+ + 2e− → C + H2O +0.52
I2 + 2e- -> 2I- +0.536
I3− + 2e− → 3I− +0.536
[AuI4]− + 3e− → Au + 4I− +0.56
H3AsO4 + 2H+ + 2e− → HasO2 + H2O +0.56
[AuI2]− + e− → Au + 2I− +0.58
MnO4- + 2H2O + 3e- → MnO2 + 4 OH- +0.595
ClO2- + H2O + 2e- -> ClO- + 2OH- +0.59
S2O32− + 6H+ + 4e− → 2S + 3H2O +0.60
H2MoO4 + 2H+ + 2e− → MoO2 + 2H2O +0.65
O2 + 2H+ + 2e− → H2O2 +0.695
Tl3+ + 3e− → Tl +0.72
H2SeO3 + 4H+ + 4e− → Se + 3H2O +0.74
Fe3+ + e- -> Fe2+ +0.771
Hg22+ + 2e- -> 2Hg +0.797
Ag+ + e- -> Ag +0.800
NO3- + 2H+ +e- → NO2 + H2O +0.803
[AuBr4]− + 3e− → Au + 4Br− +0.85
Hg2+ + 2e- -> Hg +0.851
ClO- + H2O + 2e- -> Cl- + 2OH- +0.841
2Hg2+ + 2e- -> Hg22+ +0.920
MnO4− + H+ + e− → HMnO4
− +0.90
[AuCl4]− + 3e− → Au + 4Cl− +1.002
MnO2 + 4H+ + e− → Mn3+ + 2H2O +0.95
NO3- + 4H+ + 3e- -> NO + 2H2O +0.957
[AuBr2]− + e− → Au + 2Br− +0.96
Br2 + 2e- -> 2Br- +1.066
IO3− + 5H+ + 4e− → HIO + 2H2O +1.13
[AuCl2]− + e− → Au + 2Cl− +1.15
HSeO4− + 3H+ + 2e− → H2SeO3 + H2O +1.15
Ag2O + 2H+ + 2e− → 2Ag +1.17
ClO3− + 2H+ + e− → ClO2 + H2O +1.152
ClO2 + H+ + e− → HClO2 +1.19
2IO3− + 12H+ + 10e− → I2 + 6H2O +1.195
ClO4− + 2H+ + 2e− → ClO3
− + H2O +1.20
O2 + 4H+ + 4e- -> 2H2O 1.229
MnO2 + 4H+ + 2e− → Mn2+ + 2H2O +1.23
Tl3+ + 2e− → Tl+ +1.25
Cr2O72- + 14H+ + 6e- -> 2Cr3+ + 7H2O +1.38
Cl2 + 2e- -> 2Cl- +1.358
CoO2 + 4H+ + e− → Co3+ + 2H2O +1.42
2HIO + 2H+ + 2e− → I2 + 2H2O +1.44
Ce4+ + e- -> Ce3+ +1.44
38 Capitolo 1
BrO3− + 5H+ + 4e− → HBrO + 2H2O +1.45
2BrO3− + 12H+ + 10e− → Br2 + 6H2O +1.482
2ClO3− + 12H+ + 10e− → Cl2 + 6H2O +1.49
MnO4- + 8H+ + 5e- -> Mn2+ + 4H2O +1.507
Au3+ + 3e− → Au +1.498
NiO2 + 4H+ + 2e− → Ni2++ 2H2O +1.678
2HClO + 2H+ + 2e− → Cl2 + 2H2O +1.611
Ag2O3 + 6H+ + 4e− → 2Ag+ + 3H2O +1.67
HClO2 + 2H+ + 2e− → HClO + H2O +1.645
Pb4+ + 2e− → Pb2+ +1.69
MnO4− + 4H+ + 3e− → MnO2 + 2H2O +1.679
H2O2 + 2H+ + 2e− → 2H2O +1.776
AgO + 2H+ + e− → Ag+ + H2O +1.77
Co3+ + e- -> Co2+(2M H2SO4) +1.83
Au+ + e− → Au +1.692
BrO4− + 2H+ + 2e− → BrO3
− + H2O +1.85
Ag2+ + e− → Ag+ +1.980
S2O82- + 2e- -> 2SO4
2- +2.010
O3 + 2H+ + 2e- -> O2 + H2O +2.076
HMnO4− + 3H+ + 2e− → MnO2 + 2H2O +2.09
F2 + 2e- -> 2F- +2.866
F2 + 2H+ + 2e− → 2HF +3.053