Arturo Mazzola Maternità beneagurante, 1957 · 2017. 5. 6. · alla canzone di Battiato: “La...
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La buona strada di un cattivo a scuola
A cura di Giancarlo Onger
CTS Monza e Brianza, 21 aprile 2017
Arturo Mazzola
Maternità beneagurante, 1957
Leopardi
“Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di sé, la quale
rivelando lui a lui medesimo e determinando l’opinione sua intorno a se stesso,
determina in qualche modo la fortuna e lo stato suo nella vita. […] Il conoscimento e il
possesso di se medesimo suol venire o da bisogni e infortuni, o da qualche passione
grande, cioè forte; e per lo più dall’amore”. (Pensieri, LXXXII)
(da: Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili, come Leopardi può salvarti la vita, Mondadori, 2016, pag. 21)
F. Goya, La fucilazione, 1814
“La somma felicità possibile dell’uomo in questo
mondo, è quando egli vive quietamente nel suo
stato con una speranza riposata e certa di un
avvenire molto migliore. Questo divino stato l’ho
provato io di 16 e 17 anni e colla certa e tranquilla
speranza di un lietissimo avvenire”
Zibaldone, 1819-1820
(da: Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili, come
Leopardi può salvarti la vita, Mondadori, 2016, pag. 28)
P. Frédric Peyson (1807-1877)
Una lezione dell’Abbé de
L’Epée
“Questa ed altre misere circostanze ha posto la fortuna intorno alla mia vita, dandomi una cotale apertura d’intelletto e di cuore”.
(Lettera a Pietro Giordani, 2 marzo 1818)
(da: Alessandro D’Avenia, L’arte di
essere fragili, come Leopardi può
salvarti la vita, Mondadori, 2016, pag.
38)
F. Goya, Il parasole, 1777
Operette Morali ovvero il ribaltamento dell’angolo di osservazione
“... Quanto più la materia del ridicolo è
seria, quanto più importa , tanto il ridicolo è
più dilettevole, anche per il contrasto…”
“Dialoghi satirici alla maniera di Luciano (di Samosata, 120 – 190 d. C. , nota mia), ma tolti i personaggi e il ridicolo dai costumi presenti o moderni, e non tanto tra morti, giacché di dialoghi de’ morti c’è già molta abbondanza, quanto tra personaggi che si fingano vivi, e anche volendo, fra animali …”.
P. Frédréric Peyson, L’Abbé de L’Épée sul letto di morte,
Linee Guida 2009
LA CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA E FORMATIVA DEI DOCENTI
“E’ ormai convinzione consolidata che non si dà vita ad una scuola inclusiva se al suo interno
non si avvera una corresponsabilità educativa diffusa e non si possiede una competenza
didattica adeguata ad impostare una fruttuosa relazione educativa anche con alunni con
disabilità. La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perché
l’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o
delle diverse attitudini cognitive…”
DI CONSEGUENZA
Tutti gli insegnanti in formazione iniziale devono affrontare la
pedagogia e la didattica speciale in modo da poter rispondere
adeguatamente alla classe complessa che è da considerarsi
quotidianità e non più un’emergenza.
SINDROME
DA
RINVIO
LA SCUOLA INCLUSIVA
“Diversamente dall’integrazione, l’inclusione non pone l’accento sugli alunni con disabilità, ma su come questi ultimi vengano “resi disabili” da strutture, organizzazioni e metodologie deficitarie, incapaci cioè di fornire una risposta adeguata alla diversità della popolazione". (Simona D’Alessio, 2007)
ANSIA DA PRESTAZIONE
MEDICALIZZAZIONE
BUROCRATIZZAZIONE AVVOCATIZZAZIONE
INSEGNANTI E CONTINUITÀ: SOSTEGNO O SOSTEGNI DIFFUSI?
“Ti proteggerò dalle paure, dalle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti…
Supererò le correnti gravitazionali lo spazio e la luce…
... perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te”.
Non sarebbe male se tutti gli
insegnanti si auto-dichiarassero
docenti di sostegno. Finirebbero
tutte le filippiche sul loro ruolo e
quello dei docenti curriculari. Non
sarebbe male se ci ispirassimo,
nello svolgimento del nostro dovere,
alla canzone di Battiato: “La cura”.
Intesa come prendersi cura, e non
curare, dei nostri/e alunni/e,
studenti/esse, potrebbe diventare la
musa ispiratrice dell’insegnare oggi.
A tutti e a tutte.
Mathias Stoltenberg:
S. Amalie Rode e sua figlia
Wilhemine, 1835
Dalla scuola che vuole solo farsi ascoltare alla scuola che sa anche ascoltare
Per non trovarsi questa lettera che suona come un j’accuse.
Pinturicchio (aiuto del Perugino), Viaggio di Mosè nel deserto,
Ritratto di giovane, 1500
Annunciazione a Maria, part.
Disputa di Gesù con i dottori, 1500
Ritorno di Ulisse, 1509
Cappella Baglioni, part., Santa Maria Maggiore, Spello
Pinturicchio, Santa Caterina di Alessandria, 1480/1500
di Franco Lorenzoni (Articolo uscito giovedì 24 novembre 2016 su Origami, supplemento de La Stampa)
La frase più bella l’ha detta
Marianna alla fine della quinta
elementare: “Raffaello i filosofi li
ha fatti veri per metà, noi per
l’altra metà”. Erano quattro mesi
che stavamo immersi ne “La
scuola di Atene” di Raffaello,
ogni bambino aveva scelto uno
scienziato o filosofo di quello
straordinario affresco e l’aveva
copiato, ridipinto.
Zoroastro
Se tu non trovi il modo di fare tuo un
quadro, un libro, un argomento di storia e
anche un teorema, se non lo riscrivi
dandogli vita a modo tuo, con parole e
sentimenti e ragionamenti che non
possono essere che tuoi, quell’oggetto
culturale rimarrà distante, inerte, morto.
I più veloci impareranno a memoria
Euclide
Ciò che più conta nel
processo educativo sta
nella lunga manovra di
avvicinamento che con
pazienza, preparazione e
convinzione noi docenti
dobbiamo proporre per
permettere a tutti di
costruire una relazione
viva con ogni manufatto
culturale. Ipazia, filosofa
Emma Castelnuovo, grande
didatta della matematica,
sosteneva che le mani sono
più democratiche della testa,
invitandoci a manipolare i
concetti matematici per
renderli alla portata di tutti.
Ma per fare tutto ciò
dobbiamo proporre meno
argomenti e trattarli in modo
approfondito, rallentando
drasticamente il cammino.
Pitagora
Ci accorgiamo così che entrare
nella letteratura e conoscere noi
stessi non sono processi separati
ma azioni che si nutrono
vicendevolmente, perché la
cultura è relazione o non è. Ma
perché bambine e bambini si
accorgano della ricchezza di
questo percorso, devono
incontrare un ascolto attivo da
parte di adulti capaci di dare
dignità alle loro parole e prestar
loro attenzione, non solo per
controllare se ripetono bene quel
che gli è stato detto.
Averroè
Adulti che abbiano la
pazienza di
avvicinarsi con
cautela e curiosità
sincera ai mille modi
in cui si esprime
l’immaginario
infantile quando
tenta di dare forma al
mondo.
Platone e Aristotele
Per far sì che la diversità non
generi discriminazione c’è un
enorme lavoro da fare.
Personalmente impiego mesi,
talvolta anni, a costruire
quell’ascolto reciproco che mi
fa dire al mattino, entrando in
classe, oggi sono curioso di
sapere cosa pensano della
luna grande Manuel o Nisrin.
È quando tutti si è curiosi del parere di ciascuno che sento che tra noi si sta
creando una comunità. Comunità, sia pur provvisoria, dove concretamente ci
accorgiamo, giorno dopo giorno, quanto il crescere insieme ci nutra.
Socrate
La scuola non deve imitare il proprio tempo ma
costruirne un controcanto. Se non è un po’ meglio
della società che la circonda, cosa ci sta a fare?
Diogene