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ARTIGLIERIE RUSSE A CORFU’ La presenza di cannoni russi a Corfù, è dovuta alla occupazione delle isole ionie da parte delle forze dell’Impero russo, seguita alla lotta tra l’Impero napoleonico e le altre monarchie europee. Questa la storia. 18 libbre russo anno 1800 a Paleokastriza

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ARTIGLIERIE RUSSE A CORFU’

La presenza di cannoni russi a Corfù, è dovuta alla occupazione delle isole ionie da parte delle

forze dell’Impero russo, seguita alla lotta tra l’Impero napoleonico e le altre monarchie europee.

Questa la storia.

18 libbre russo anno 1800 a Paleokastriza

18 libbre russo anno 1799 ripristinato dalla ARSANG nella Fortezza Vecchia di Corfù

(1)

La seconda coalizione antifrancese (1798-1802) fu la seconda alleanza di diverse nazioni

europee guidate dalla Monarchia degli Asburgo d'Austria e l'Impero russo, per fermare

l’espansione della Francia rivoluzionaria. Nell' ambito di questa seconda alleanza si svolgerà la

campagna mediterranea di Ushakov (1798-1800), culminata con la conquista di Corfù e la

creazione della Repubblica Settinsulare. Successivamente alla conquista delle isole ionie la squadra

navale di Ushakov contribuì al blocco navale dei porti francesi in Italia ed alla conquista di Napoli e

Roma.

La Russia scelse per l’intervento nel Mediterraneo la squadra sotto il comando dell'Ammiraglio

Ushakov, il quale, il 13 agosto 1798 partì da Sebastopoli con 7 fregate e tre navi trasporto truppe,

per un totale di 792 cannoni e 7400 uomini, compresi 1700 soldati per le operazioni di sbarco.

All' arrivo ai Dardanelli si unì alla squadra russa una squadra navale turca con quattro navi di linea,

sei fregate e 14 cannoniere. In breve tempo, dal 28 settembre al 5 novembre, Ushakov cacciò i

francesi da Cerigo, Zante, Cefalonia e Santa Maura e si preparò a porre il blocco navale di Corfù.

L'isola di Corfù è stata a lungo considerata la chiave per il mare Adriatico. Per quattro secoli

appartenne alla Repubblica di Venezia, la quale realizzò molte opere per rafforzare le difese dell'

isola. Dopo la caduta della Repubblica ed il passaggio dell' isola alla Francia repubblicana , gli

ingegneri francesi aumentarono notevolmente la capacità difensiva di Corfù, trasformandola in

una fortezza inespugnabile. Nel suo rapporto al Direttorio il 27 agosto 1797, Napoleone scriveva:

"Le isole di Corfù, Zante e Cefalonia sono più importanti per noi che tutta l'Italia insieme".

All'inizio dell'assedio la città-fortezza era armata con 650 cannoni e la guarnigione ammontava a

3000 soldati con sei mesi di fornitura di cibo. Dal lato del mare la fortezza era protetta da due isole

- Vido e Lazzaretto; la prima era fortificata e munita con un elevato numero di pezzi di artiglieria.

L' assedio ebbe inizio a fine Ottobre, ad opera di un distaccamento russo comandato dal capitano

Selivacheva, mentre il 9 novembre giunse a Corfù il resto delle forze di Ushakov.

Lo squadrone era ancorato a sud della fortezza , ma nel frattempo già cominciava ad avvertire

carenza di cibo. Inoltre, per attaccare la fortezza non aveva abbastanza truppe a disposizione. I

turchi avevano promesso truppe che non erano ancora giunte sul posto. Ma nonostante tutte le

difficoltà, Ushakov riuscì a creare un efficace blocco navale, negando alla guarnigione francese la

possibilità di ricevere aiuti esterni. Inoltre, per evitare che i francesi si approvvigionassero dalla

campagna, vennero create delle teste di ponte con guarnigioni munite di cannoni, cominciando un

bombardamento sistematico delle fortificazioni.

Dal 1 Gennaio 1799 Ushakov potè contare su una forza di 12 navi di linea, 11 fregate e numerose

unità più piccole. L'intero periodo dell'assedio di Corfù, durato tre mesi e mezzo, è movimentato

da numerosi scontri navali tra lo squadrone russo e le navi francesi. Questi scontri navali, insieme

ai bombardamenti sistematici, cominciarono a logorare le forze francesi. Nel frattempo, il

comando turco non rispettava i suoi impegni per la fornitura di truppe, mettendo Ushakov in una

posizione difficile. Necessitava un azione risolutiva.

Studiando le difese dell' isola, i russi giunsero alla conclusione che la chiave della difesa era l' isola

di Vido. L' attacco venne pianificato con cura e ad ogni dettaglio. Molta attenzione venne rivolta

alle questioni delle comunicazioni, per le quali fu sviluppata una tavola di 130 segnali

convenzionali con bandiere.

L' attacco all' isola di Vido ebbe inizio il 18 Febbraio 1799 alle 7:00 a.m. Un segnale dalla nave

ammiraglia "Svyatoy Pavel" (San Paolo) diede l' inizio all' bombardamento, eseguito da 7 navi di

linea e 10 fregate che aprirono il fuoco contro le batterie e le strutture costiere dell'isola.

Successivamente seguì un pesante bombardamento da parte di tutte le altri navi.

Ulteriori navi vennero assegnate ad un reparto separato con il compito di bloccare eventuali

rinforzi che avrebbero potuto giungere dall' isola e di tenere sotto controllo le navi francesi

ormeggiate sotto la protezione delle fortezze.

Verso le 11 il fuoco delle batterie nemiche si era notevolmente indebolito e dalla nave ammiraglia

venne issato il segnale di "inizio sbarco".

Vennero sbarcati circa 2.000 soldati e alle 14 l'isola di Vido venne occupata. Della guarnigione, 422

persone furono fatte prigioniere, ed anche salvate dai russi. Il resto delle truppe francesi infatti

venne massacrato dalle truppe turche. Nello stesso tempo, cominciò un assalto generale alla

fortezza di Corfù. Il primo attacco venne respinto dalla fortezza e solo quando arrivarono i rinforzi

un secondo attacco riuscì con maggior successo.

La situazione stava diventando insostenibile ed Il governatore francese inviò una lettera chiedendo

un armistizio di 24 ore. Il giorno dopo, Ushakov ricevette sulla sua nave ammiraglia "Svyatoy

Pavel" il generale francese Chabot, che firmò la resa incondizionata.

Ai 2.931 soldati francesi che si arrendettero venne concesso l’onore delle armi, sfilando in assetto

di battaglia sino alla Spianata dove deposero stendardi, fucili e spade ad eccezione degli ufficiali.

Vennero poi lasciati tornare in patria con l’impegno di non combattere per 18mesi.

Negli anni seguenti l'occupazione dell' isola di Corfù venne affidata al reggimento Gogolev.

Il cannone ripristinato presenta un calibro di 140 mm ed è lungo 2,62 metri ( dall’anello di base

alla bocca /base ring-muzzle ), considerando anche la culatta ed il bottone (cascabel/button) 2,9

m. (2)

Si tratta di un 18 libbre derivato dai modelli inglesi con pattern Armstrong, già prodotti dalle

fonderie inglesi Carron. Quasi certamente infatti il cannone, su cui è incisa la data del 1799, venne

prodotto dalle fonderie Alexandrovski (Karelia) sotto la direzione di Charles Gascoigne.

Questi era l’amministratore delle fonderie Carron (Falkirk Scozia), e si ritiene possibile che sia sua

l’invenzione delle carronate (cannoni navali a canna cortissima ma di notevole potenza).

La fonderia scozzese aveva già fatto nel 1774 una fornitura alla Russia per il sistema di drenaggio

dei magazzini di Kronstadt: una pompa a vapore (fire engine) che costituiva il massimo per la

tecnologia dell’epoca.

La Carron, che aveva fornito cannoni all’Inghilterra dal 1760, si era poi trovata in grosse difficoltà a

causa di problemi produttivi che portarono ad una così scarsa qualità dei cannoni, risultati troppo

deboli nelle prove, che il governo inglese decise di rescindere tutti i contratti di fornitura in corso e

di distruggere i pezzi già consegnati.

Con l’arrivo di Charles Gascoigne alla direzione della Carron ebbe inizio una completa

ristrutturazione della fonderia e, per compensare la perdita delle commesse governative, si puntò

verso i mercati esteri e le forniture di armi più leggere per il naviglio privato. Da questa necessità

di mercato ebbe probabilmente origine il disegno della carronata, in seguito poi ampiamente

adottata anche dalla marina reale inglese.

Per tali ragioni la Carron cercò ed ottenne nel 1786 una commessa di macchinari e motori a vapore

per la fonderia di Alexandrovski . Gascoigne accompagnò i macchinari in Russia assieme ad alcune

maestranze . La sua presenza portò alla decisione di ricostruire la fonderia di Alexandrovski e di

Kontchezerski a Petrozavodsk sul Lago Onega.

Vennero costruiti nuovi altoforni ed installate le macchine per la perforazione orizzontale della

volata dei cannoni, secondo i progetti del francese Moritz. Sistemi di gru ad alta capacità

portavano, grazie alla forza del vapore, i pesanti carichi dal punto di fusione alle rotaie che

conducevano alle macchine di perforazione .

Si raggiunse un grande miglioramento nella qualità dei pezzi prodotti, adottando un disegno che,

pur inspirato alle tradizionali artiglierie inglesi con il pattern Armstrong, in quanto il nuovo pattern

Blomefield era ancora in corso di sviluppo, includeva alcuni elementi di innovazione tratti dalla

nuove carronate.

I dettagli che mostrano l’influenza del vecchio disegno, oltre alla forma generale ed alle

proporzioni, sono il secondo anello di fronte agli orecchioni, il profilo elaborato della bocca, la

sagoma ad ogiva curva della culatta e il posizionamento dell’aquila dei Romanov sulla canna, nella

medesima posizione delle insegne inglesi sui cannoni della Royal Navy. Invece del semplice anello

verticale caratteristico dei cannoni Blomefield, venne adottato un elaborato anello orizzontale

analogo a quello disegnato per le carronate.

Il sistema di marchi incisi sugli orecchioni è quasi identico a quello usato dalla Carron:

Sull’orecchione destro: calibro (in libbre) , peso e data

Sull’orecchione sinistro: numero di serie, nome della fonderia e nome del direttore (questi ultimi

due in caratteri cirillici).

1) da un testo di Spiros Ionas

2) da un testo di Ruth Rhynas Brown