Artigianato & Imprese | CNA Vicenza 02/2010

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1 ARTIGIANATO & imprese imprese Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza giugno 2010 anno IX numero 2 Contiene I.P. periodico d’informazione tecnica e sindacale NASCE RETE IMPRESE ITALIA Per le aziende l’alba di una nuova rappresentatività www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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Nasce Rete Imprese Italia Per le imprese l'alba di una nuova rappresentatività

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ARTIGIANATO& impreseimpreseConfederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza

giugno 2010anno IX

numero 2

Contiene I.P.

periodico d’informazionetecnica e sindacale

NASCE RETE IMPRESE ITALIA

Per le aziendel’alba di una nuovarappresentatività

www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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2/2010

Le nuove procedure telematiche per interagire con gli enti pubblici

”ComUnica”la CNA è giàpronta

“Telemaco, fi rmedigitali, StarWeb,Pec: tutte sigle

che trovano rispostanegli uffi ci

dell’associazione

171744

ScandianPiccole impresePiccole impreseinsiemeinsiemeper contareper contare

2121

Rifi utiNorme-caosNorme-caose ci rimettonoe ci rimettonole aziendele aziende

“Periodico edito da CNA via Zampieri 19, VicenzaRegistrazione Tribunale di Vicenza n. 1019/11.3.2002Comitato di redazione Silvano Scandian, PaoloMonaco, GiuseppeMantese, Stefano Masiero, Giannina Scremin, Enrico Storti, Marco Troncon, Leonardo ZamperettiDirettore responsabileClaudio StratiRedazione e pubblicità via G. Zampieri 19, Vicenza. Tel. 0444 569900, fax 0444 961628 e mail: [email protected]., via Corbetta 9, Vicenza

Fotografi e: dall’archivio CNA

ARTIGIANATOARTIGIANATO&& impreseimprese

ARTIGIANATO & imprese

NFORMATIVA AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 30/06/2003. Spettabile Impresa, il D. Lgs. n. 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, all’art. 13 impone l’obbligo di informare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente Associazione vi si adempie compiutamente informandoLa che: 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuoverne l’attività; 2) in relazione alle summenzionate fi nalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonché la piena osservanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti da pubblici registri, elenchi; 4) contro le sopra indicate fi nalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’ art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere,

in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettifi care o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - Associazione Provinciale di Vicenza, corrente in Vicenza, Via Zampieri, n. 19. Vicenza, dicembre 2008

Dopo due anni di speri-mentazione, da aprile è diventata pienamen-

te operativa e obbligatoria, per ogni forma giuridica di impresa, individuale o socie-tà, la Comunicazione Unica d’Impresa (ComUnica), una nuova procedura interamente telematica per le comunicazio-ni tra le imprese e i vari enti di riferimento, Ca-mera di Com-mercio, Agenzia delle Entrate, Inps.Questa modalità operativa nasce dall’idea di sem-plifi care e informatizzare il più possibile le procedure che in-teressano la creazione dell’im-presa. Nel concreto, le Camere di commercio non accettano più documentazione cartacea riguardante l’impresa, mentre

gli altri enti si stanno rapida-mente orientando in questo senso. Si può inoltre effettiva-mente avviare un’impresa sen-za dover presentare nessuna documentazione cartacea. Ciò riguarda anche tutti gli altri aspetti della vita dell’impre-sa: modifi che, variazioni, fi no

alla cessazione e alla cancella-zione.Tutto ciò pas-sa attraverso tutta una serie di strumenti i n fo rma t i c i : l’accesso a Te-lemaco, banca dati del siste-ma camerale

per ottenere in tempo reale ogni informazione sulle im-prese italiane (visure, bilanci, protesti ecc.); la possibilità di operare grazie alla propria “fi r-ma digitale”, quindi autentica-ta, con la Carta Nazionale dei

Servizi accedendo ai servizi offerti in rete dalle pubbliche amministrazioni; realizzare on line (StarWeb) le pratiche in-dirizzate al Registro Imprese, all’Albo Imprese Artigiane, all’Inps, all’Inail e all’Agen-zia delle Entrate; operare con la propria casella obbligatoria di Posta Elettronica Certifi cata (Pec) che permette di inviare e ricevere comunicazioni agli enti pubblici con la stessa ef-fi cacia della consegna e del ritiro manuale o per via posta-le. La CNA di Vicenza, con il suo servizio di pratiche ammi-nistrative, ha partecipato alla fase di sperimentazione ed è in grado di fornire completa as-sistenza alle imprese associate su tutti questi campi: oltre alla

possibilità di svolgere nei suoi uffi ci tutte le pratiche di Co-mUnica, la CNA dà la possi-bilità di ottenere gli strumenti per poter operare direttamente, da parte delle imprese, nei di-versi nuovi servizi in rete. Per le aziende tutto ciò impli-ca uno sforzo di adeguamento alle nuove modalità operative on line attraverso Internet, ma porterà anche notevoli vantag-gi in termini di rapidità e snel-limento nell’effettuazione di tantissime pratiche. La nuova procedura innova anche l’ob-bligo del deposito dei bilanci delle società alla Camera di commercio, che da quest’anno potranno essere trasmessi so-lamente attraverso ComUnica seguendo i canali telematici.

EdiliziaCostruzioniCostruzioniannus horribilisannus horribiliscon speranzecon speranze

:: La sede provinciale CNA a Vicenza

Assemblea provincialedella CNAil 12 luglio

Si svolge lunedì 12 luglio l’assemblea provinciale di CNA Vicenza, sul tema “Forma & Azione della formazione: idee e strumenti per le Pmi del Nord Est”, con relatori Daniele Marini della Fondazione Nord Est e Paolo Gubitta, preside del Master Cuoa per le PMI.

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ARTIGIANATO & imprese

Alla storia passerà come “il patto del Capranica”, dal

nome dell’ex cinema ro-mano in cui si svolse, il 30 ottobre del 2006, la prima manifestazione unitaria promossa da CNA, Casar-tigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confe-sercenti in risposta ad al-cune scelte allora operate, con la legge fi nanziaria, dal Governo Prodi: scelte che si traducevano in un ina-sprimento della pressione fi scale e contributiva a cari-co delle Pmi e delle imprese dei servizi. Da allora in poi e fi no alla creazione, oggi, di “Rete Imprese Italia”, si è svi-luppato, tra le cinque or-ganizzazioni, un processo di coordinamento infor-male, che le ha portate ad esprimersi, con docu-menti e portavoce unitari, in tutte le principali sedi di confronto: dai tavoli di concertazione a Palaz-zo Chigi alle audizioni in sede parlamentare. Giorno dopo giorno ha preso cor-po una nuova rappresen-tanza, unitaria, del mondo delle Pmi del nostro Paese che non annulla ovviamen-te storia ed identità delle Confederazioni che vi par-tecipano.Vi è un “fi l rouge” che fun-ge da traccia comune dello sviluppo dell’idea. E cioè che la rivalutazione delle ragioni dell’economia reale e, con essa, il riconoscimen-to crescente del ruolo cen-trale delle Pmi e delle im-prese dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del

La nuova “cordata” delle Pmi. Il presidente provinciale di CNA, Silvano Scandian, s

Rete Imprese Italia, l’alleanza

turismo come asse portante del sistema produttivo del nostro Paese.

La CNA ha sempre avuto nel proprio dna l’idea che il suo ruolo di soggetto so-ciale e di rappresentanza si dovesse confi gurare anche come spinta alla costru-zione e al rafforzamento dell’identità del mondo dell’artigianato e dell’ im-presa diffusa. E forte di questo fonda-m e n t o i d e a l e ha sem-pre cer-cato di cogliere ed espri-m e r e le evo-l u z i o n i dell’im-presa e rappre-sentare i dina-mismi e i protagonismi del sistema produttivo. Sulla scorta dell’esperienza sin qui realizzata e del cammi-no fatto la CNA ritiene sia strategico aprire nel Pae-se un nuovo capitolo nella rappresentanza e parteci-parvi da protagonista, so-stenendo il progetto volto a costruire un nuovo riferi-mento nella rappresentan-za del mondo dell’artigia-nato, della piccola, media impresa e dei servizi. Si tratta di un progetto am-bizioso che comporta un consistente investimento politico e culturale insieme fi nalizzato a dare autono-mia organizzativa e forza a

un nuovo soggetto, capace di rappresentare non solo un sistema produttivo che si estende dalla manifattu-ra ai servizi e riguarda mi-lioni di imprese e di addetti, ma anche ogni impresa in quanto espressione di terri-tori, di bisogni, di contesti.

Il nuovo soggetto è pensato come costruzione sintetica di più alto valore aggiun-to nell’interesse del Paese e degli imprenditori, non

c o m e u n a m e r a s o m -matoria di più sogget -ti; come s c e l t a proposi-tiva, non c o n t r o qualcu-no ma a f a v o r e

dell’impresa diffusa, del grande Made in Italy, di un sistema di servizi competi-tivi e adeguati al Paese. “Rete Imprese Italia” dev’essere un soggetto ri-gorosamente autonomo dagli schieramenti politici e pensato per essere re-sponsabile dell’iniziativa programmatica su tutte le principali questioni rien-tranti “nell’agenda Paese”, per esercitare il suo peso e la sua infl uenza sulle scelte e sulle azioni della politica, per costruire un nuovo dia-logo sociale.È indubbiamente un pro-getto di nuova rappresen-tanza che richiede il corag-

gio delle grandi scelte. Si tratta di compiere, pur nel rispetto della storia di ogni soggetto, un percorso nuo-vo e condiviso di rappre-sentanza che dia identità e riconoscibilità ad un intero mondo sinora privo di una voce corrispondente al suo peso nel sistema produttivo del Paese. In questo senso, il soggetto unitario é una costruzione mediata, di secondo livello, una risultante di forze, al quale le singole storie asso-ciative delegheranno signi-fi cative attività di progetto, di cultura, lobbying nell’in-terlocuzione con il Governo e il Parlamento. Elemento fondante del-la nuova rappresentanza èl’apertura a tutte le di-mensioni d’impresa che hanno un rapporto forte con il territorio e trovano nel mercato e nella compe-tizione le ragioni più pro-fonde del loro essere. In questo nuovo scenario la CNA, primaria associa-zione nazionale, porta tut-to il suo peso con il valore aggiunto della piccola e media industria, secondo solo a quello di Confin-dustria. La costituzione di una nuova identità, per-tanto, non solo non esclu-de il rafforzamento delle identità che concorrono a formarla ma, anzi, le presuppone più forti. Raf-forzarsi significa infatti dare peso e consistenza al patrimonio di interessi, di varietà di rappresentanza, di storia, di idee con cui si costruisce il nuovo sogget-to unitario.

Un percorso unitario scattato quattro anni fa“ IL “PATTO DEL CAPRANICA”

:: Il logo di Rete Imprese Italia rappresenta la nuova unione tra le organizzazioni delle Pmi italiane

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5 ARTIGIANATO & imprese:: Da sinistra il presidente nazionale di CNA Ivan Malavasi, il sociologo Giuseppe De Rita e i respon-sabili delle altre quattro associazioni, Guerrini, Venturi, Basso e Sangalli

Lo scorso 10 mag-gio, di fronte ad autorità e rappre-

sentanti delle associazioni, dei partiti e del mondo dei media, è stato presentato a Roma il progetto “Rete Imprese Italia”, che costi-tuisce un momento storico per la rappresentanza po-litica e la tutela delle Pmi italiane, raggruppando in un unico soggetto le as-sociazioni rappresentative del mondo dell’artigianato (con CNA, anche Confar-tigianato e Casartigiani) e del Commercio (Con-fcommercio e Confeser-centi).Di fatto viene dunque a costituirsi, per ora solo a livello nazionale, un sog-getto “politico” unico con cui le piccole e medie im-prese si presenteranno di fronte alle istituzioni per far sentire più forti le loro ragioni.

Sul progetto e sulle sue eventuali ripercussioni sul territorio vicentino ecco le opinioni del presidente di CNA Vicenza, Silvano Scandian.

Presidente, cosa cambie-rà per la CNA? L’intesa avrà rifl essi a livello lo-cale?

“Quello che è stato presen-tato a Roma è un progetto importante e lungimirante, che consente alle rappre-sentanze delle piccole im-prese italiane di proporsi con una sola voce di fron-te ai soggetti istituzionali, ai media e agli stakehol-der. “Rete Imprese Italia” rappresenta un passo de-

n, spiega vantaggi e obiettivi dell’unione di cinque sigle dell’artigianato e del commercio

a delle piccole e medie imprese

cisivo verso la semplifi -cazione e l’effi cacia nella tutela delle Pmi ed è un positivo segnale unitario in un quadro generale di frammentazione e disper-sione della rappresentanza e della rappresentatività. L’accordo per ora riguar-da solo il livello “politico” e istituzionale nazionale, ma è chiaro che sarebbe auspicabile che anche sul territorio si creassero le medesime sinergie”.

Si riusciranno a supera-re le frizioni che esistono fra diverse associazioni?

“Per quanto riguarda CNA Vicenza, non esiste alcun motivo di frizione sul ter-ritorio con le altre tre as-sociazioni fi rmatarie del “patto” (Casartigiani non è infatti presente nel Vi-centino) ed io in partico-lare ho sempre desiderato caratterizzare la mia pre-

sidenza come un momen-to di ricerca del dialogo e della coesione tra associa-zioni, tanto più in questa particolare e diffi cile fase della nostra storia, carat-terizzata dalla necessità di dare risposte e progetti concreti ai nostri associati, che giustamente non com-prenderebbero motivi di divisione o di disaccordo tra di noi”.

L’accordo permetterà di far diminuire o sparire le lobby parlamentari che chiedono di volta in vol-ta questo o quel provve-dimento a questo o quel parlamentare?

“Lo spirito dell’accordo, come peraltro più vol-te ribadito dai partner, non è quello di lavorare “contro” qualcosa o qual-cuno, né di rubare spazi “istituzionali” ma sem-

“ Vogliamo dareun segnale unitario

in un panorama che frammenta

la rappresentatività delle imprese. Nel Vicentino

la nuova intesa favorirà il dialogo

già avviato

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6 ARTIGIANATO & imprese

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plicemente quello di dare più forza alla voce delle piccole imprese, che rap-presentano pur sempre la stragrande maggioranza nel Paese. Non si tratta quindi di raffrontarsi con le “lobby”, portatrici di interessi specifici, spesso limitati a poche categorie di persone, ma di lavora-

re con le Istituzioni per il bene del Paese che, vi-sti i numeri, non può che coincidere con il bene per le Pmi”.

I piccoli sono meno visi-bili: ritenete di diventa-re un valido contraltare o, eventualmente, un alleato di Confindustria

che sembra condurre il gioco?

“Come ho detto prima,

non lavoriamo per essere il contraltare di nessuno, tantomeno di Confi ndu-stria che sa fare peraltro bene il lavoro di rappre-sentanza e tutela della grande industria, che (non dimentichiamolo) ha fat-to crescere e prosperare il Paese nel secondo do-poguerra. Noi siamo però

per la piccola impresa, che costituisce il presente e il futuro dell’Italia, ma che va rappresentata e guidata

con strumenti nuovi, con logiche inclusive e non esclusive, con la forza dei numeri e della credibilità delle nostre associazioni. Per molti aspetti, ritenia-mo che Confi ndustria po-trà rappresentare un utile alleato di “Rete Imprese Italia”, perché spesso (ma non sempre) gli interessi

delle nostre aziende coin-cidono, indipendentemen-te dalle dimensioni”.

Che effetti pratici di be-nefi cio ne avranno com-mercianti ed artigiani? Ad esempio provvedi-menti riparatori come quelli sul Mud, prorogati all’ultimo istante, si ri-peteranno?

“La produzione legislativa italiana, nel passato anche recente, ha dimostrato di non tenere mai in adegua-to conto le esigenze delle piccole imprese. Il caso della normativa sui Mud è in tal senso esemplifi ca-

tivo di procedure non più tollera-bili. Del resto, anche su questo argomento, ab-biamo registrato da parte di tutte le associazioni oggi partner di “Rete Imprese Italia” prese di posizione del tutto analoghe nei contenuti e nelle argomen-tazioni, come è logico che fos-se. Ecco: in tal senso, avere una unica voce di fronte a simili si-tuazioni avrebbe rappresentato un esempio di come l’”unione può fare la forza” e r a p p r e s e n t a r e qualcosa in più

della semplice somma al-gebrica delle parti”.Le associazioni hanno tradizionalmente una ‘coloratura’ politica. Questa unione si tradur-rà in un unico grande gruppo con uniforme in-dirizzo politico?

“E’ vero che le associazio-

:: Un’immagine di Palazzo Chigi. “Rete Imprese Italia”, non appena costituita, ha incontrato il Governo per mettere sul tappeto le richieste delle piccole e medie imprese italiane

Rete Imprese Italia, l’alleanza delle piccole e medie imprese

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Non faremo il contraltare dellagrande industria ma faremo

emergere le esigenzedelle aziende medio piccole,

spesso dimenticate: rappresentano l’economia reale di questo Paese

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7 ARTIGIANATO & imprese

ni nate nel secondo dopo-guerra si sono caratterizza-te per la vicinanza politica a questo o quel soggetto e che tale suddivisione rap-presentava una logica rap-presentazione del quadro “sociale” dell’epoca. Oggi però quei tempi e quelle logiche sono solo un ricor-do, pur restando nel “dna” di ciascuno di noi i valori (spesso simili e condivisi) che hanno mosso i rispetti-vi “padri fondatori”. CNA per prima oggi si muove esclusivamente nell’inte-resse dei propri associati e non fa distinzioni di colore politico se deve lamentare comportamenti o prov-vedimenti non adeguati rispetto alle esigenze dei nostri impren-ditori. Del re-sto, nel mondo globalizzato di questo millennio sarebbero ana-cronistiche e non comprensibili di-visioni sulla base di appartenenze a gruppi ideolo-gici o partiti (che peraltro non esi-stono più come li abbiamo cono-sciuti nel secolo scorso). “Rete Imprese Italia” non farà l’erro-re di cadere in queste situazioni ed in tal senso avrà la più ampia libertà, autono-mia e credibilità nell’avanzare le rivendica-zioni dei propri associati”.Si arriverà localmente a essere più uniti? Cosa ostacola ancora questo processo?

“Dalle dichiarazioni che ho già avuto modo di sen-tire, mi pare che al livello regionale le nostre asso-

ciazioni abbiano avviato un positivo dialogo al fi ne di replicare sul territorio il modello di “Rete Im-

prese Italia” e tutto ciò è senz’altro positivo ed au-spicabile. CNA è stata sin dall’inizio tra le associa-zioni più attive affi nché questo progetto vedesse la luce e di sicuro anche a livello locale non ci tirere-mo indietro nel fare la no-stra parte. Anzi, sin da ora desidero farmi promotore

verso i colleghi presidenti delle altre tre associazioni partner vicentine di un pri-mo incontro “esplorativo”

congiunto che verifi chi quanto prima la possibili-tà che anche su Vicenza si possa creare un coordina-mento unitario delle istan-ze condivise delle Pmi artigiane e del commercio sul modello della strut-tura nazionale. Anche se a livello locale CNA non rappresenta certo la for-

za quantitativamente più grossa, riteniamo però di essere portatori di idee e proposte di comune utilità e che vorremmo volentieri condividere con gli amici di Confartigianato, Con-fcommercio e Confeser-centi”.

Che peso avrà il Veneto in tutto questo?

“Il Veneto avrà il peso che vorrà decidere di avere, mi auguro il più elevato pos-sibile. Siamo una Regione trainante dell’economia italiana di inizio millennio e questo non dobbiamo dimenticarlo, sia per l’or-

goglio e la credibilità che ci danno questi numeri, sia per la responsabilità e il dovere che abbiamo verso i nostri imprenditori di sa-per superare ogni interes-se localistico o di parte per riconoscere in loro e nelle loro esigenze la vera for-za ed il vero legame che ci può e che ci deve unire”.

:: Un momento dell’assemblea all’Auditorium Parco della Musica di Roma dove, il 10 maggio, CNA, Confarti-gianato, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti hanno avviato Rete Imprese Italia

Rete Imprese Italia non farà l’erroredi “sposare” forze politiche,

sarebbe anacronistico. Lavorando su temi concreti il Veneto

dell’imprenditoria potrà ribadireil suo ruolo trainante

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editorialeeditoriale

ARTIGIANATO & imprese

Mercati globali CNA prontaalle nuove sfi dedi Paolo Monaco

E’stato recente-mente presentato in direzione na-

zionale CNA, da parte del segretario nazionale Sergio Silvestrini, il piano strategi-co della nostra associazione

per il quadriennio 2010-2013, che si propone alcuni obiettivi priorita-ri: il principale è rappresentato dal progetto di co-stituire il nuovo soggetto unitario di rappresentan-za politica con le altre associa-zioni del mondo dell’Artigianato e del Commer-cio. Si tratta di “Rete Imprese Italia”, presentata uffi cialmente lo scorso 10 maggio a Roma, e di cui

parliamo diffusamente in al-tre pagine del giornale.Qui invece vorrei appro-fondire, di tale documento, l’analisi sul contesto macro-economico con cui le impre-se artigiane si stanno con-frontando, e che rappresenta senza dubbio un elemento di forte criticità e discontinuità con procedure e logiche del passato, alla luce degli ef-fetti della crisi esplosa a fi ne 2008.In questo contesto, quali sono dunque i processi con

cui abbiamo iniziato a con-frontarci e con i quali ci con-fronteremo inevitabilmente nei prossimi anni? La natu-ra straordinaria della crisi e il suo andamento, associa-to alle numerose e diverse problematiche preesistenti che ne condizionano gli svi-luppi, hanno reso incerte sia previsioni che stime di tempi e modi della ripresa. Tutta-via, sono individuabili alcu-ne tendenze macroeconomi-che di fondo, sia sul piano internazionale sia su quello nazionale, ben analizzate nel nostro documento pro-grammatico e che a seguire approfondiremo.In particolare, si registra che l’economia mondiale si muove su un sentiero di ripresa (già dalla seconda metà del 2009), ma con ritmi di recupero differenti: lento e discontinuo in Europa, re-lativamente più vivace negli Stati Uniti, decisamente spe-dito nelle economie emer-genti e, soprattutto, in quelle asiatiche. Per l’area delle economie occidentali la prospettiva di crescita è complessivamente modesta, se confrontata con la profondità della caduta re-cessiva da cui i sistemi pro-duttivi devono riprendersi. Presenta, altresì, molti gradi di incertezza: incertezza cir-ca la sua capacità di prescin-dere dalle politiche espansi-ve messe in atto dai Governi e incertezza circa l’intensità che potrà assumere un recu-pero “autonomo” di consumi e investimenti. Le ripercussioni ritardate della crisi economica sul

mercato del lavoro tendo-no, infatti, a comprimere le capacità di spesa delle famiglie. La situazione del credito a famiglie e imprese (soprattutto piccole e picco-lissime) è sempre estrema-mente problematica. Inoltre, in prospettiva, non può essere sottovalutato il peso che sull’andamento della ripresa giocherà il forte allargamento dei disavanzi e debiti pubblici, che riguarda pressoché tutte le economie avanzate, ma pone nell’im-mediato sfi de particolar-mente impegnative nell’area dell’Euro, come ha purtrop-po dimostrato la recente crisi monetaria ed economica in Grecia. Sostanzialmente diversa ap-pare, invece, la condizione del ciclo nelle aree emergen-ti, che presentano prospet-tive di crescita più robuste. Grandi economie, come In-dia e Brasile, registrano già oggi tassi di espansione ele-vati. La Cina si confi gura come la principale locomotiva della ripresa mondiale, e traina, in primo luogo, le vicine na-zioni dell’Estremo oriente. L’incidenza della quota che l’Asia detiene dell’econo-mia mondiale presenta un trend in continua crescita: è passata dal 18% nel 1980, al 27% nel 1995, al 34% nel 2009. Sempre nel 2009 il 40% degli investimenti glo-bali ha avuto luogo in Asia. Con questo ritmo l’econo-mia asiatica in quattro anni potrà superare quella euro-pea e americana sommate insieme.

Il quadro internazionale evi-denzia quindi il profi larsi di scenari molto competitivi caratterizzati da grandi nuo-vi player in grado di condi-zionare la dinamica degli scambi commerciali, dei mercati dell’energia e delle

“I tassi di crescita previstiindicano il ritorno del Pil

ai livelli pre-crisi solonel 2013: perciò occorrelavorare per migliorare

i limiti strutturali del Paese

:: Paolo Monaco direttore provinciale CNA

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materie prime, dei mercati fi nanziari e dei mercati set-toriali. L’incidenza di queste gran-di novità si può sintetizzare appena 10 anni fa il G7 con-trollava circa l’80 per cento della ricchezza del mondo ed era unifi cato da tre codici: un unico codice monetario, il dollaro; un unico codice lin-guistico, l’inglese; un unico codice politico, la democra-zia occidentale. Ora non è più così: il G7 controlla ormai solo il 50 per cento della ricchezza del mondo; non c’è più un unico codice monetario, perché al dollaro si sono aggiunte altre monete; non c’è più un unico codice linguistico, perché al-tre lingue, altre culture sono apparse sulla scena; non c’è più un unico codice politico, perché altre forme di gover-no si confrontano con la de-mocrazia occidentale.Questi nuovi scenari interna-zionali comportano forti di-sparità e contraddizioni an-che per le nostre imprese. Da un lato, esse hanno davanti potenziali grandi mercati, ma spesso, e almeno sino-ra, si è trattato di mercati di diffi cile penetrazione perché fortemente protetti e perché richiedono capacità di inve-stimenti, risorse e organiz-zazione di cui non sempre le nostre imprese dispongono. Non minori sono le disparità sul piano del mercato inter-no, quando le nostre imprese si ritrovano a competere con produzioni dei paesi emer-genti, che non rispettano le regole stabilite e sfruttano le diffi coltà dello Stato di garantire un pieno controllo del territorio. Se ai Paesi emergenti vie-ne riconosciuta la piena ca-pacità di operare su tutti i mercati mondiali, non deve essere consentito in alcun modo l’esercizio di dumping di tipo sociale, ambientale o

monetario che offre loro ele-vati margini competitivi. E’ importante, quindi, per un verso attivare accordi

internazionali che sappia-no contenere gli svantaggi concorrenziali e, nello stesso tempo, mettere a punto stru-

menti e modalità, che con-sentano alle imprese di sfrut-tare a pieno le opportunità che si aprono nei mercati in-ternazionali anche in con-seguenza dell’ampliamento della domanda dei consumi. Oggi, infatti, sebbene i tre quinti della popolazione mondiale vivano in Asia, la quota dei consumi privati sul totale è circa del 20%. Ciò nonostante, già adesso l’Asia è il più grande mercato per molti prodotti, (35% delle vendite di automobili, 43% dei telefoni cellulari); inol-tre brucia il 35% dell’ener-gia mondiale (era il 26% nel 1995). E dal 2000 i due terzi dell’incremento complessi-vo della domanda di energia hanno luogo in Asia.Inoltre, vi è un ulteriore dato che richiede attenzione e adeguate strategie di ri-sposta. Le economie emer-genti, in particolare quelle asiatiche, ricevono fortis-sime spinte dagli enormi investimenti nella ricerca avanzata, nella ricerca di nuove tecnologie, nella edu-cazione e formazione messi in campo dagli Stati. Si trat-ta di una potenza di fuoco rispetto cui le ben note, e per certi versi uniche, ca-pacità di adattamento e rea-zione delle nostre imprese e le innovazioni di processo produttivo, sono del tutto insuffi cienti.Per quanto riguarda l’econo-mia italiana, sono rilevabili recuperi modesti in un per-corso che si presenta lento, accidentato e discontinuo. La recessione è stata mol-to profonda, come risulta da una varietà di indicatori: gli investimenti si sono contratti di circa il 18%, la produzio-ne industriale di oltre il 25%, il prodotto interno lordo del 6,4 per cento. Si tratta di per-centuali notevolmente più ampie di quelle riscontrate

“Nel quadro internazionale grandi cambiamenti:i Paesi del G7 hanno perso una rilevante fetta

del controllo della ricchezza, nuovi protagonisti a livello monetario, linguistico e culturale sono

apparsi sulla scena economica mondiale

“La recessione ha picchiato duro: investimenti

diminuiti del 18%, produzione industriale di oltre il 25%, prodotto interno lordo del 6,4

Sono dati notevolmente peggiori rispetto aquelli delle fasi di crisi economica precedenti

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10 ARTIGIANATO & imprese

editorialeeditoriale

nelle recessioni precedenti, anche in quelle più severe.

Le previsioni più ottimisti-che vedono, per il prossimo futuro, tassi di crescita tali da potere tornare solo nel 2013 al livello di Pil pre crisi. Il Paese, quindi, ha un compito ineludibile davanti a sé: sciogliere il nodo che tiene insieme l’uscita dalla crisi e la sua crescita futura e lo può fare solo riprenden-do in mano il bandolo dei problemi strutturali, che da un decennio condizionano l’economia. La crisi, per ragioni lega-te al crollo della domanda internazionale, ha colpito particolarmente i segmenti più robusti della produzione manifatturiera e le aree pro-duttive più forti e consolida-te del paese.CNA sta svolgendo una im-portante azione per correg-gere limiti di natura struttu-rale dell’Italia, riconducibili a carenze nelle infrastrutture materiali e immateriali, nel sistema formativo e nella ricerca, nonché nell’insuffi -ciente capacità complessiva di mettere in atto politiche economiche, industriali e sociali e di governarne i pro-cessi. Ha conseguenze rilevanti il radicamento di una cultura istituzionale attenta a prin-cipi, regole e procedure, ma noncurante del mercato e delle libertà economiche, in particolare di una cultura giuridica ed economica che non tiene in adeguato conto e non interviene in presenza di modalità di agire molto costose per le imprese, ma

anche per la collettività nel suo insieme. Se così non fosse, come spiegare l’indif-ferenza istituzionale, l’iner-zia amministrativa di fronte alla pratica molto diffusa dei “ritardi dei pagamenti” che le piccole e medie imprese subiscono da parte di quelle grandi (pubbliche e private) e da parte delle pubbliche amministrazioni? E si tratta di una pratica con effetti de-

vastanti per l’intero sistema produttivo, peraltro in un fase ciclica distinta da estre-ma mancanza di liquidità.L’altra principale imputata, nella debolezza strutturale del Paese, é la mancanza di una politica industriale effi -cace e tempestiva che abbia come oggetto prioritario il mondo dell’artigianato, del-le piccole e medie imprese, il cuore del sistema produttivo del Paese, che metta a dispo-sizione interventi di lungo termine capaci di agire su

quelli che oggi sono i moto-ri della crescita: ricerca, in-novazione, accesso a nuovi mercati internazionali.Senza investimenti per la ricerca che genera inno-vazione il nostro sistema produttivo non ha futuro. L’innovazione agisce da moltiplicatore della crescita e della produttività.La competitività di un paese si nutre di mobilità sociale,

potente incentivo alla fi ducia e all’ambizione di costruire un futuro. Si nutre di energie nuove e diverse che trag-gono linfa da un rinnovato impegno per l’imprenditoria femminile piena di risorse e di potenzialità ancora non compiutamente espresse. La competitività di un pa-ese richiede Governi che governano con il passo del-le riforme. A riguardo non si può non registrare che le scelte attuate dall’Esecutivo per contrastare la grave cri-

Un piano poliennale per una CNA in lineacon i nuovi scenari

si fi nanziaria ed economica, sono state improntate alla prudenza e alla profonda consapevolezza dei rischi a cui l’enorme debito pubblico espone il Paese. Le misure messe in campo sono state fi nalizzate a stabilizzare il si-stema, ma sono state parziali e insuffi cienti soprattutto nel-le politiche di sostegno della domanda, inadeguate a con-trastare gli effetti della crisi e poco ragionevoli a fronte di una spesa pubblica che non diminuisce nonostante i ripetuti impegni in sede di programmazione economica. Il contesto delineato ha tut-te le caratteristiche tipiche delle fasi di transizione, in cui rischi e opportunità si combinano variamente, progresso e regresso sono ugualmente possibili e di-pendono dalla qualità e for-za delle scelte. Sta dunque a noi la pesante responsabilità e l’ambizione di non sbaglia-re, e soprattutto non rinvia-re più, le scelte strategiche condivise che segneranno il futuro dell’Italia come eco-nomia matura di riferimento per una molteplicità di set-tori, spesso caratterizzati da forti tratti di innovazione, che storicamente apparten-gono alla nostra storia, alla nostra cultura e alla nostra identità. Questa ambizione ha spinto la CNA, insieme alle altre Confederazioni dell’arti-gianato e del commercio, a promuovere l’integrazione sociale, culturale e politica dell’impresa diffusa e delle organizzazioni che attual-mente la rappresentano, con l’obiettivo di pervenire alla creazione di un nuovo sog-getto di rappresentanza.Questo insieme di processi, sfociati nel progetto “Rete Imprese Italia”, rappresenta la nostra speranza e insieme la nostra certezza per il futu-ro a venire.

“La mancanza di una politica industriale adeguata

richiede maggiore impegno nella formazione,nella ricerca e nella cultura delle regole:

l’inerzia istituzionale sulla non-tutela dai ritardidei pagamenti è il simbolo dei ritardi del Paese

segue ☞

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artigianato oggiartigianato oggiManovra. Rete Imprese Italia e CNA chiedono misure contro i ritardi dei pagamenti degli enti. Preoccupazione per le imprese edili penalizzate

Sacrifi ci sì, ma più effi cienza pubblica

ARTIGIANATO & imprese

La manovra per rimet-tere ordine nei conti dello Stato è stata al

centro dei colloqui tra il mini-stro dell’Economia Giulio Tre-monti e una rappresentanza di “Rete Imprese Italia”, guidata dal presidente di turno Carlo Sangalli e con la presenza del segretario generale di CNA Sergio Silvestrini. I capisaldi del provvedimento, vale a dire controllo, riqualifi cazione e riduzione della spesa pubblica improduttiva, oltre alla lotta contro l’eva-sione fi scale, sono misure che l’organiz-zazione im-prenditoria-le giudica indispensabili p resuppos t i s t r u t t u r a l i per giungere quanto pri-ma alla rifor-ma fi scale e, quindi, alla riduzione del-la pressione che grava sulle imprese. Quindi sì ai sacrifi ci, ma ci dev’essere un’attenzione maggiore alle Pmi. In partico-lare “Rete Imprese Italia” ha chiesto “una riaccelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, un potenziamento dei consor-zi Fidi e il rinnovo dell’avvi-so comune sulla moratoria dei debiti in scadenza a giugno”. Le misure messe in campo dal Governo - è stato riba-dito - devono essere neces-sariamente rilevanti perché devono fronteggiare una tem-pesta fi nanziaria globale che sta mettendo a repentaglio le sorti non solo dell’euro, ma dell’intero progetto politico europeo. Tra le misure previste dalla manovra di fi nanza pubblica, preoccupa quella riguardante le ristrutturazioni edilizie, con l’introduzione di una ritenuta

alla fonte del 10% sugli im-porti dei bonifi ci con i quali i benefi ciari delle agevolazioni fi scali (del 36% sulle ristruttu-razioni edili e del 55% per il risparmio energetico) paghe-ranno le imprese esecutrici dei lavori. “Siamo pienamente d’accordo con la necessità di una lotta effi cace contro il la-voro nero e l’evasione fi scale – hanno spiegato i presidenti delle categorie dell’edilizia ed impiantistica di CNA e Con-fartigianato – ma ci sembra che

questo prov-v e d i m e n t o p e n a l i z z i le impre-se regolari, quelle che f a t t u r a n o s i s t e m a t i -camente i loro lavori e pagano le tasse. La ri-tenuta del 10% sulle fatture ridu-ce la liquidi-

tà delle imprese in una fase di crisi acuta, che, tra l’altro, ha provocato una crescente diffi -coltà di accesso al credito per le piccole imprese del settore. Inoltre questa norma istitui-sce, con un’evidente forzatura, un’ulteriore anticipazione del prelievo fi scale su di un reddi-to per cui già sono versati ac-conti d’imposta; anticipazione che, tra l’altro, viene applicata sul ricavo anziché sul reddito, determinando, quindi, delle sicure situazioni di credito fi -scale”.In tema di lotta all’evasione, la CNA ricorda che l’introdu-zione dell’incentivo fi scale su ristrutturazioni e manutenzio-ni si è rivelata una delle poche misure realmente effi caci nel far emergere aree di lavoro nero o irregolare. Gli incentivi vanno perciò mantenuti e po-tenziati. Il provvedimento del Governo, al contrario, rischia di ridurne la portata.

“ PENSIONI

Allungamento delle “fi nestre” di uscita per la pensione di anzianità nel 2011. È questa la soluzione tecnica inserita nel decreto legge 78

del 31/maggio 2010 (manovra anticrisi) per recupera-re ogni anno 1,6 miliardi. L’intervento sulle date di accesso alla pensione una volta maturati i requisiti, le cosiddette “fi nestre”, ha trovato conferma nel decreto governativo.Dal prossimo anno 2011, dunque, coloro che mature-ranno i requisiti di diritto alla pensione di anzianità dovranno attendere ancora 12 mesi se lavoratori di-pendenti e 18 mesi se autonomi, prima di vedere la prima rata della pensione. Durante questi mesi, tutta-via, se continueranno a lavorare, verseranno ulteriori contributi che solo in parte contribuiranno al valore della pensione. Di fatto, per molti lavoratori autono-mi, che vedevano nella meritata pensione una via di uscita dalle diffi coltà d’impresa del momento, on è una buona notizia.Analogo l’intervento per le pensioni di vecchiaia (65 anni di età per gli uomini, 60 per le donne dell’Inps, probabilmente 65 per le donne del pubblico impiego). Di conseguenza i tempi di attesa si allungheranno con un signifi cativo risparmio per le casse dello Stato. Ad esempio per un autonomo: 18 rate di pensione rispar-miate e 18 mesi di contribuzione in più versata. Quasi una vera e propria tassa per andare in pensione. Confermato anche l’intervento sulle pensioni di inva-lidità civile, pubblicizzato come “lotta ai falsi invali-di”, ma nei fatti una vera e propria riduzione dello “stato sociale”: si tratta infatti di erogazioni di 250 euro al mese, legate a rigidissimi tetti di reddito. Per capirci, con lo stipendio di un parlamentare si paghe-rebbero 50 invalidi.Si tratta di una misura strutturale: oggi le pensioni di invalidità sono 2,5 milioni, di cue due terzi prevedo-no l’indennità di accompagnamento e un terzo sono ordinarie. Una delle problematiche riferite alle inden-nità di accompagnamento (480 euro al mese), già co-munque oggetto di severi controlli, nasce dal fatto che possono essere erogate senza tenere conto del reddito Si intende quindi introdurre fasce redituali per limia-tane il numero, mentre per la defi nizione dell’assegno si agirà sull’innalzamento delle percentuali richieste passando dal 75% allo 85%. Anche qui, probabilmen-te, molte famiglie che hanno invalidi totali in casa si vedranno togliere un sostegno che quando va bene co-pre solo in parte i costi dell’assistenza.

Slittano i tempi“fi nestre” più lontane

:: Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti

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13 ARTIGIANATO & imprese

creditocredito

“Cassa Edilecontributialle imprese

Le operazioni di con-solidamento delle passività a breve

termine e di ristruttura-zione di impianti debitori realizzati - attraverso la garanzia del Confi di – dal-le imprese aderenti alla Ceva, Cassa Edile di CNA Veneto, potranno usu-fruire di un contributo a fondo perduto. La Cassa ha deliberato infatti la cre-azione di un fondo di 150 mila euro per aiutare gli associati alle prese con le diffi coltà legate al credito.L’aiuto straordinario alle imprese edili si concretizza con l’erogazione di un con-tributo una tantum pari all’1% dell’importo con-solidato per le operazioni con garanzia del Confi di erogate dal primo gennaio 2010 al 30 giugno 2011.I fi nanziamenti agevolabili devono essere di importo minimo di 10 mila euro e di durata compresa tra i 24 e i 120 mesi. “Accogliamo con favore l’intervento della cassa edile – dice il presidente dell’Unione CNA Costru-zioni e consigliere della Ceva, Marcello Splendore – in quanto il sostegno al credito rimane uno dei fat-tori su cui maggiormente puntare per sostenere la categoria. La scelta di vei-colare il contributo trami-te i Consorzi Fidi risponde all’esigenza, sempre più pressante, di dare aiuti che siano effettivamente mirati e che supportino concreta-mente le imprese.”.

CEVA

:: Marcello Splendore:: Nereo Sella

L’assemblea ha anche preso atto dei nuovi traguardi 2009: garanzie oltre i 50 milioni e soci oltre quota 2.900

Confi di, nuovo Cda“Per la prima volta nel-

la storia del Confi di CNA Vicenza abbia-

mo superato la soglia dei 50 mi-lioni di euro di garanzie delibera-te nel 2009, e delle 2.900 aziende associate”: annunciando questi numeri il presidente Nereo Sella ha aperto l’assemblea dei soci del Confi di CNA.L’assemblea è stata l’occasio-ne per analizzare i dati del 2009 e per sottolineare le numerose novità che stanno investendo il mondo dei Consorzi Fidi: dalla possibilità per il Confi di CNA Vi-cenza di associare anche imprese del settore del commercio, agli aggiornamenti normativi in tema di trasparenza bancaria e priva-cy, alle nuove convenzioni con le banche per la concessione di ga-ranzie consortili ancora maggiori.“Il consolidarsi della struttura negli ultimi anni e il continuo aumento del numero dei soci – afferma Sella - confermano che

temente dovuto incrementare gli accantonamenti prudenziali in bilancio”.L’assemblea ha anche provvedu-to al rinnovo delle cariche sociali, nominando il nuovo consiglio di amministrazione, ora composto da Cristiano Acquasaliente, Ivano Maistrello, Gianantonio Michelusi, Giuseppe Pretto, Nereo Sella, Mar-cello Splendore e Gianni Zigliotto.La serata è proseguita con un wor-kshop dal titolo “I Confi di insieme alla Regione per le Imprese”, con l’intervento da parte di Vittorio Scrocco, capo del Dipartimento Artigianato della Regione Veneto, e di Mario Borin, amministratore delegato del Consorzio Fidi Re-gionale “Sviluppo Artigiano”.I relatori hanno sottolineato l’im-portanza dei Consorzi Fidi in termini non solo di garanzie ri-lasciate al sistema bancario, ma soprattutto di conoscenza del tes-suto imprenditoriale e di capacità di aggregazione nel territorio.

il Consorzio risponde a una ef-fettiva e concreta esigenza per le imprese, rimanendo un punto di riferimento costante e sicuro nel territorio. Ma non per questo si può abbassare la guardia sul fron-te della valutazione dei rischi: dal 2008 ad oggi abbiamo assistito ad una crescita delle posizioni in sofferenza e abbiamo conseguen-

Ottimi risultati in tema di risparmio energetico e di riduzione di emissioni in-

quinanti a partire da subito e ben prima del 2017. L’assessore Paolo Pellizzari ha ribadito l’obiettivo della Provincia di Vicenza di anti-cipare le indicazioni di Kyoto per arrivare in pochi anni all’autosuf-fi cienza energetica da fonti rinno-vabili del proprio patrimonio. Alle parole seguiranno in breve i fatti, come hanno promesso i fi rmatari dell’accordo, siglato a palazzo Nievo tra la Provincia di Vicenza e VI.Energia, incaricata per la progettazione, l’installa-zione e la gestione di un impianto fotovoltaico sui tetti di 6 istituti superiori del territorio vicentino:

Energia dai tettidelle scuolefi nanziato il progettodella Provincia

“ BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO

l’Einaudi di Bassano, il De Fabris di Nove, il Garbin di Schio, il Bo-scardin e il Da Schio di Vicenza e il Masotto di Noventa Vicentina.“Ogni impianto eviterà l’emis-sione di oltre 10 mila chilogram-mi di anidride carbonica l’anno. L’amministrazione provinciale non dovrà sostenere alcun onere fi nanziario, ma godrà da subito del minor assorbimento elettrico della rete. Gli impianti verranno consegnati in autunno”. La realtà che rende possibile dal punto di vista fi nanziario il progetto è il Credito Cooperativo, attraverso le dieci banche e Casse Rurali vi-centine, interessate ai temi dell’in-novazione, del risparmio energe-tico, del rispetto dell’ambiente,

dell’educazione dei giovani: la Bcc di Romano e Santa Caterina, la Banca del Centroveneto, la Bcc di Quinto Vicentino, la Bcc di Campi-glia, la Bcc del Vicentino di Pojana Maggiore, la Cassa Rurale di Bren-dola, la Bcc di Pedemonte, la Ban-ca Alto Vicentino di Schio, la Cassa Rurale di Roana e Banca S. Giorgio e Valle Agno fi nanzieranno rispet-tivamente le scuole già coinvolte nel progetto e quelle che potranno aggiungersi in futuro. A loro, attra-verso VI.Energia, saranno trasferiti i proventi del Conto Energia in mi-sura tale da ammortizzare intera-mente l’investimento, calcolato in 500 mila euro. Molto soddisfatto anche l’assessore all’Edilizia Sco-lastica Nereo Galvanin.

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14 ARTIGIANATO & imprese

formazioneformazionePer i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni in deroga

”Politiche attive”ripartono i corsi

Serata con l’autore D’Anselmi su concorrenzae dinamiche economiche italiane

Il lavoro che evadeè una palla al piede

Ripartono gli “interven-ti di politica attiva per il reinserimento, la

riqualifi cazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema pro-duttivo colpito dalla crisi eco-nomica”.Contro la disoccupazione la Regione Veneto nel 2009 ha sottoscritto con le parti sociali una serie di accordi sulle mi-sure anticrisi e sull’erogazione della Cig (Cassa Integrazione Guadagni) in deroga. Nel 2009 sono state presentate 10.000 domande di cassa integrazio-ne in deroga. Ora la direttiva regionale dà attuazione anche per il 2010 a interventi per so-stenere occupazione e occupa-bilità dei lavoratori in esubero congiunturale o strutturale: si intende promuovere, nel 2010, 35.156 doti (ammontare di ri-sorse di cui il soggetto è porta-tore) per interventi individua-lizzati.Destinatari degli interventi sono i lavoratori residenti nel Veneto che beneficiano di trattamenti di cassa integra-zione in deroga o di altri am-mortizzatori in deroga per i quali è previsto il cofinanzia-mento FSE: essi accedono alle attività di politica attiva sulla base della dichiarazione di immediata disponibilità (Did) sottoscritta in sede aziendale. Un percorso formativo gra-zie al quale il lavoratore può percepire l’indennità sommi-nistrata dall’Inps, in propor-zione delle ore frequentate. Il rientro in servizio del lavora-tore per la ripresa dell’attività lavorativa sospende tempora-neamente l’obbligo di parte-cipare alle attività formative, che dovranno essere svolte durante il periodo di CIG ri-chiesto. Ciascun lavoratore può completare le attività en-tro la scadenza della richiesta aziendale.

Il tema della concorrenza è stato al centro di un in-contro in sede provinciale

CNA, ospite il direttore del Giornale di Vicenza, Ario Ger-vasutti. Il fi lo conduttore del-la serata, che ha sviscerato la differenza nel sistema Italia tra chi opera nel libero mercato, come gli artigiani e le piccole imprese, e chi invece è protet-to da contratti collettivi, in-teressi corpo-rativi e rendite di posizione, è stato costituito dall’intervento di Paolo D’An-selmi, autore del volume “Il Barbiere di Stalin” (edito da Università Bocconi). In un mondo in cui tutto di-pende da tutto, nella ecologia come nella economia, il tuo benessere dipende dal mio la-voro e viceversa, ha spiegato D’Anselmi. È questo il senso ultimo della frase “sistema-paese”: nessuno può chiamar-si fuori, nessuno è al di sopra delle parti. Si rende necessario dare conto del lavoro. È questo ciò che vuol dire anche il mo-vimento-moda della responsa-bilità sociale d’impresa (Csr - corporate social responsibi-lity), che deve valere nel pub-blico e nel privato: dare conto di tutto il lavoro. Il lavoro di cui non si dà conto (quello non valutato) può essere addirittura nocivo alla collettività, sia per il suo impatto in sé (esempio: una giustizia economica lenta serve poco all’economia) sia perché può assorbire troppe risorse (essere sovra pagato) ri-spetto ad altri lavori e generare così ineffi cienza del sistema.

“ IN REGIONE

Formazionecontinua,CNA Vicenzaaccreditata

Il 31 marzo 2010 la Regione Vene-to ha comunicato

l’iscrizione della CNA Vicenza srl nell’elen-co degli organismi di formazione accreditati nell’ambito della for-mazione continua, con contestuale comunica-zione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, avendo dimo-strato di possedere a livelli di eccellenza tut-ti i requisiti richiesti. CNA Vicenza è pertan-to accreditata a gesti-re, come previsto dalla legge regionale 19/2002, attività di formazione ed orientamento intera-gendo con il territorio e utilizzando risorse pub-bliche.Obiettivo dell’accre-ditamento è quello di realizzare politiche di sviluppo delle risorse umane attraverso l’in-troduzione di standard di qualità dei soggetti operanti nel sistema della formazione, sulla base di parametri og-gettivi: strutturali, eco-nomico-fi nanziari, di capacità organizzativa e gestionale, di dotazione di risorse umane.

Il lavoro che è soggetto a concorrenza è immesso in un meccanismo intrinsecamente valutativo e, quindi, dà conto di se stesso. La libera e volon-taria transazione tra fornitore e cliente è un momento di rendi-conto del lavoro e costituisce approvazione sociale del la-voro svolto. “La “concorrenza è spietata, si sente dire spesso

- ha aggiunto D’Anselmi -. Eppure 17 mi-lioni di italia-ni, sul totale dei 23 milioni che lavorano, sono soggetti a concorrenza e non si la-mentano. Tra i 6 milioni meno soggetti a concorrenza troviamo non solo l’ammi-n i s t r a z i o n e pubblica (3,5

milioni), ma anche certe grandi banche e certe grandi aziende e le aziende di servizi locali e tanti altri, perfi no qualche set-tore della piccola impresa”.E l’assenza di concorrenza aumenta la possibilità che il lavoro stesso sia sopravva-lutato, aprendo così la strada al privilegio. Quindi il lavoro non soggetto a concorrenza è esposto al rischio di “eva-sione”, in quanto non rendi-contato. “Evasione del lavoro - ha sottolineato D’Anselmi - è essere una palla al pie-de di chi lavora ed esporta o serve il mercato interno in modo efficiente. L’evasione del lavoro fa rima con l’eva-sione fiscale. C’è una sorta di scambio nella società italia-na: “io privato evado le tasse, tu pubblico evadi il lavoro”. E’ il gioco al ribasso nel quale ci troviamo ora”.

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territorioterritorio

ARTIGIANATO & imprese

Montecchio Maggiore, incontro tra la CNA e l’amministrazione comunale: sul tappeto progetti e linee di collaborazione

Rilancio dell’Ovest VicentinoLa presidenza territoria-

le della CNA di Mon-tecchio Maggiore e

Valle del Chiampo ha incon-trato il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto e l’assessore ai servizi socia-li Livio Merlo per affrontare questioni di grande interesse per le piccole e medie im-prese, che, come il sindaco ha sottolineato, sono il tessu-to produttivo del territorio. Sul tappeto le diffi coltà di accesso al cre-dito (le banche non aiutano certo, voglio-no sempre es-sere “super ga-rantite”) e nei pagamenti che spesso si al-lungano a di-smisura, quan-do non diventano insoluti, oltre al calo di commesse che ha determinato riduzioni del lavoro e quindi cassa integra-zione o licenziamenti. Il presidente Ruggero Zi-gliotto ha illustrato il pro-getto condiviso con le altre associazioni imprenditoriali per il rilancio dell’Ovest Vi-centino, che vede capofila l’associazione industriali e il contributo della Camera di Commercio, e ha chiesto la collaborazione dell’am-ministrazione comunale su

Sorta con la collabora-zione della CNA, socio promotore con la fi rma

di Vittorio Vencato, l’asso-ciazione Progetto Salute sa distinguersi e farsi notare in tutti quelli aspetti esistenzia-li collegati alla salute e alla qualità della vita in genere. E’ supportata da soci che ol-tre alle attività economiche aggregano le rappresentanze

“ AGNO. NASCE PROGETTO SALUTE

un progetto di CNA per una importante manifestazione di fotografia con valenza nazio-nale ed internazionale in pro-gramma per l’autunno. Il sindaco e l’assessore hanno illustrato alcuni progetti, tra cui la nascita della consulta delle categorie economiche che vede CNA fattiva parteci-pe in un confronto sulle varie tematiche anche non stret-tamente legate a questioni e

problematiche economiche e produttive, un fondo rotativo per le Pmi del (il Comune stanzia inizial-mente 200 mila euro, al-tri 800 mila le banche), un fondo per i di-pendenti che si

trovano in mobilità o in cassa integrazione; e per le famiglie in stato di necessità.Ci sono poi iniziative rivolte alle persone anziane, fascia de-bole da proteggere con servizi coma un numero verde per le emergenze, l’assistenza nella spesa e nell’acquisto farmaci, la consegna dei pasti a domi-cilio. Cordiale e profi cuo ha defi ni-to l’incontro il presidente Zi-gliotto e di buon auspicio per la collaborazione tra CNA e amministrazione locale.

:: Milena Cecchetto

di molte associazioni di vo-lontariato, culturali, medici ospedalieri ed altre realtà so-ciali. Gli scopi dell’associa-zione sono principalmente legati al sostegno e al miglior funzionamento della sanità nella Valle dell’Agno ed in particolare dell’Ospedale Ci-vile di Valdagno. Vengono vagliate posizioni e condizio-ni all’interno della struttura

ospedaliera tenendo conto delle osservazioni o lamentele esposte dai cittadini e pazien-ti. La direzione sanitaria vie-ne costantemente aggiornata dell’andamento funzionale dell’Ospedale perché ne possa trarre le necessarie deduzioni.La CNA sostiene e divulga i progetti condivisi dal consi-glio direttivo, recentemente rieletto, con presidente Die-

go Zattera e vice Giancarlo Osti, segretaria Marina Dal Maso, tesoriere Carla Lorenzi e consiglieri Guido Novella, Francesco Battistella e Renzo Ruella. Per la CNA partecipa alle riunioni del consiglio il presidente territoriale Giusep-pe Pretto, avvalorando cosi una delle principali fi nalità della stessa CNA, la “respon-sabilità sociale dell’impresa”.

“ CNA WORLD

Nonostante la crisi e la mancata reiterazione del de-creto fl ussi nel 2009, la presenza straniera è ulterior-mente aumentata così come gli occupati stranieri (IV

trimestre del 2009), in controtendenza rispetto all’andamen-to generale dell’occupazione. Si calcola che gli stranieri re-golari in Italia, segnala CNA World, si aggirino attorno ai 4,5 milioni all’inizio del 2010. L’immigrazione è oramai un fenomeno di massa e la normativa necessita una profonda revisione per quanto riguarda sia i meccanismi di accesso legale al paese di cittadini stranieri, sia la durata dei permes-si di soggiorno e le lentissime procedure di rinnovo, sia la concessione della cittadinanza e dei diritti di voto. Il governo ha invece messo in atto provvedimenti di pesante – quan-to inutile, quando non dannosa – impronta securitaria. Ma con il “pacchetto sicurezza” non si combatte l’irregolarità, che è dovuta all’estensione dell’economia sommersa e del lavoro al nero, alla normativa impervia per l’accesso legale, alla corta durata dei permessi. Nell’autunno del 2009 si è proceduto a una sanatoria di quasi 300mila colf e badanti, persone arrivate in Italia con visti turistici ma spesso da anni impiegate nelle le famiglie. Una sanatoria “zoppa”, che non ha voluto regolarizzare altre centinaia di migliaia di irregola-ri impiegati in lavori non meno utili e necessari.Riforma della normativa per l’accesso legale al paese; con-trollo delle cause – e non solo dei sintomi – dell’irregolarità; consistenti investimenti nell’integrazione dei migranti; nuo-va normativa sull’acquisizione della cittadinanza; rigoroso rispetto delle convenzioni internazionali per il diritto d’asilo: questi sono i punti fondamentali per una politica migratoria lungimirante non sequestrata dall’ossessione securitaria.

Stranieri in crescitaserve una politica migratorialungimirante

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17 ARTIGIANATO & imprese

categoriecategorieIl rapporto Cresme prevede un 2010 ancora fortemente negativo. Ma segnali positivi vengono dal recupero

Costruzioni, un po’ di luce nella nebbiaE’ a tinte fosche lo

scenario delle co-struzioni secondo

lo studio annuale del cen-tro studi Cresme. Il 2010 si chiuderà, prevede l’analisi, in fl essione e si tratta del quarto anno di caduta dal 2007. La fl essione degli investimen-ti sarà inferiore a quella del 2009, ma gli effetti sul siste-ma dell’offerta e sul lavoro sa-ranno più pesanti. Se il 2008 e il 2009 sono anni di fl essione della domanda, il 2010 sarà l’anno di una ulteriore crisi della domanda e soprattutto della crisi dell’offerta, per fat-tori provenienti da lontano. Solo dando un occhio alla fi -liera produttiva si vede che, ad esempio, la produzione di acciaio in Italia già nel 2008 è scesa del -3,1% e il consu-mo apparente del tondo per cemento armato è sceso del -5,7%; ma la produzione di acciaio nei primi nove mesi del 2009 è calata secondo Fe-deracciai del 41,7%.Ne risente l’occupazione:

Innovazione tecnologica, attenzione per l’ambiente, effi cienza energetica. Sa-

ranno questi fattori, secondo quanto emerso da un convegno ‘nazionale di CNA Installa-zione e Impianti sul risparmio energetico e sul basso impatto ambientale, fattori fondamen-tali per il rilancio del settore dell’impiantistica e dell’edili-zia. Purtroppo c’è un dato negativo che incombe, cioè il ritardo dei grandi produttori nazionali. In-fatti in Italia le ditte che svilup-pano sistemi per la produzione di energie rinnovabili, quali i

Impiantisti pronti allo sviluppo, ma frenati dai produttori“ RISPARMIO ENERGETICO E AMBIENTE

un calo del 20% del mer-cato produce una tensione misurabile in 400.000 posti di lavoro totali nel settore edilizio; il calo dei lavora-tori dipendenti è di circa di 250.000 unità. I necessari processi di razionalizzazione e di riduzione dei costi, sulla base della recessione e sulla base di una ripresa modesta,

porteranno le im-prese a rimanere molto leggere. Quanto alle co-struzioni, il seg-mento residenzia-le ha registrato una caduta dei livelli di mercato del 25 per cento, mentre più pesante anco-ra quella del non residenziale. “La crisi attuale è in parte fi glia dell’eccesso di offerta - si legge nel documento del Cresme -: si è costruito trop-

po, i prezzi sono cresciuti troppo, la speculazione è stata troppo alta e il rapporto qualità e prezzo non è stato soddisfacente. La crisi da eccesso ha a che fare con il più importante boom immo-biliare della storia (30% di compravendite in 10 anni), la cui caduta era nella natura stessa di ogni ciclo immobi-

liare. Gli ultimi dati del mer-cato parlano chiaro: se va bene, le compravendite resi-denziali in Italia scenderan-no del 30% rispetto al picco del 2006 (ovvero da quasi 870mila a meno di 600mila), i prezzi sono scesi del 10% e dovranno scendere di un al-tro 10%. E l’invenduto rende diffi cile la ripresa del merca-to”. In questa Waterloo di cifre, c’è anche il risvolto positivo: un nuovo ciclo si presenta ed è legato al rinnovo. Una sor-presa annunciata dai trend 2009, con segnali di minore crisi per le imprese dei settore riqualifi cazione. Nel 2009 le domande di defi scalizzazio-ne sono cresciute del 16,1%, toccando il picco massimo di domanda dal 1998, anno nel quale sono partite le agevo-lazioni. A questo si legano le speranze dell’impiantistica, che negli anni ‘90 ha segnato un autentico boom e che ora si aspetta buone nuove dal setto-re energetico.

pannelli fotovoltaici o le tec-nologie eoliche, non sono né per numero né per dimensione rilevanti, specie se paragonate ad altre nazioni dell’Europa. Sarebbe opportuno che lo Sta-to incentivasse maggiormente la ricerca dalla quale possano scaturire iniziative imprendito-riali di questo genere, ha osser-vato il presidente nazionale di CNA Ivan Malavasi.Secondo le ultime stime circa 230.000 imprese di installa-zione di impianti elettrici, ter-moidraulici e generici, hanno delineato gli scenari e le pos-sibili strategie per fronteggia-

re la fl essione del comparto e aprire nuove prospettive per lo sviluppo di un settore dalle grandi potenzialità. Le imprese impiantistiche attive su tutto il territorio naziona-le rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’economia italiana: hanno contribuito a creare ricchezza e occupazione. I dati Istat del decennio 1991-2001 delinea-no chiaramente l’andamento di un settore che, seguendo il trend positivo del mercato delle costruzioni, è cresciuto signifi cativamente registrando un progressivo aumento nel

numero di imprese (+75%) e degli occupati (+53%).Il ridimensionamento del mercato dell’edilizia, che registra una fl essione per il quarto anno consecutivo dal 2007, si ripercuote sul settore dell’impiantistica: l’indagine del Cresme sui bilanci di 1000 imprese della fi liera delle co-struzioni ha evidenziato come già nel 2008, l’11% di queste fosse condizionato da margini operativi negativi e perdite di bilancio, e il 12% da margini operativi positivi e perdite di bilancio dovute a esposizioni fi nanziarie.

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19 ARTIGIANATO & imprese

categoriecategorieCNA contesta i dati ministeriali, “drogati” da società off-shore in Italia

Artistico in salute ma è made in Italy camuffatoArtigianato artistico e

tradizionale con trend positivo nell’export:

lo dicono gli analisti ed il Ministero dello Sviluppo eco-nomico, secondo i dati tra gli ultimi due mesi del 2009 ed i primi mesi del 2010. I dati di gennaio confermano che l’ex-port è in crescita sia nei con-fronti dei pa-esi extra Ue dove si atte-sta al +4,4%, sia nei con-fronti dei pa-esi membri e si attesta al +3,3%.Ma questi dati, secon-do l’Unione Artistico e Tradizionale di CNA, sono f u o r v i a n t i , per lo meno per il settore rappresenta-to, in quanto derivanti da incrementi non imputabili direttamente o non del tutto a società italiane. Si è infatti evidenziato nell’ultimo pe-riodo una crescita di imprese off-shore che creano sedi in Italia. Tali imprese, soprattut-to provenienti da Cina ed In-dia, sfruttano i bassi dazi im-posti dagli organismi europei ai paesi membri (2,5%) per le merci in ingresso ed intro-ducono prodotti fi niti o semi-lavorati dai paesi d’origine, sviluppano l’ultima fase di la-vorazione o di solo confezio-namento del prodotto in Italia e lo esportano come “made in Italy” abbassando notevol-

“ TRASPORTO

Abusivismonel Venetodati pesanti

Nel Veneto risul-tano almeno 300 mila mezzi per il

trasporto “in esubero”. E’ la differenza tra i camion iscritti al Pra (489 mila) e quelli effettivamente regi-strati negli appositi elen-chi Conto Terzi (69.000) e Conto Proprio (114.000). Un dato che dimostra come l’abusivismo nel set-tore dell’autotrasporto sia una realtà.La CNA insieme con Con-fartigianato e Casartigiani ha studiato il fenomeno af-fi dando il compito ad Ebav e ne ha presentato i risulta-ti. Le tipologie di abusivi-smo sono tante: ad esem-pio operare nel trasporto di merci altrui, avendo una “licenza di Conto proprio” invece che di “Conto ter-zi”, è abusivismo. Le regole ed i costi che le due tipologie di impresa devono affrontare sono infatti del tutto diverse e a vantaggio del conto pro-prio. Diventa quindi “ap-petibile” per i “conto pro-prio” operare nell’ambito di attività che, per legge, non possono esercitare, in particolare in una situazio-ne di stagnazione econo-mica come quella attuale.L’abusivismo nell’auto-trasporto però è una piaga particolarmente diffi cile sia da individuare che da arginare. I controlli in-fatti, riguardano di solito infrazioni legate alla sola sicurezza stradale. Le infrazioni rilevate dalla Polstrada nel Veneto rap-presentano il 7 per cento dei controlli a livello na-zionale: le infrazioni ri-guardano per oltre il 70% trasporti italiani, per circa il 15 comunitari e per il 5% extracomunitari.

mente qualità e prezzo.Tale fenomeno di sfrutta-mento della reputazione del prodotto italiano è in conti-nua crescita e trova sponda su un sistema carente di con-trollo delle merci in ingresso, svolto a campione, e su vuoti legislativi che paradossal-mente favoriscono tale tipo

di produzio-ne. Il siste-ma dei dazi e l’assenza di criteri di r e c i p r o c i t à in merito, non aiuta il vero prodot-to italiano ad imporsi nei mercati ove

continua ad es-ser ricercato. A titolo di esem-pio, l’espor-tazione di un prodotto ita-liano in Cina è soggetta a tasse dogana-

li che variano tra il 23% ed il 35% in relazione al tipo di merce. L’ingresso di un pro-dotto di provenienza cinese in Italia è assoggettato ad una tassa del 2,5% .Un ultimo dato da evidenzia-re riguarda lo spostamento dei consumi intermedi delle imprese italiane verso ma-terie prime e semi-lavorati provenienti da paesi orientali o mediorientali modifi cando l’impostazione del prodotto d’artigianato artistico che si basa fondamentalmente sul rispetto delle tradizioni e che quindi perde di valore stori-co-culturale e di qualità.

“Situazione permessadai vuoti normativi,dal sistema dei dazi

e dalle carenzenei controlli

“ ALIMENTARE

Export oknei prodottidi nicchia

Innovazione, prodotti di nicchia, trasfor-mazione del prodotto

agricolo, ma anche ricer-ca di nuovi mercati nel contesto internazionale. Sono queste le esigenze e aspettative di Sara Re-niero, presidente di CNA Alimentare della provin-cia di Vicenza. In una congiuntura certo non positiva per il mercato e per il livello dei prezzi, le aziende che scelgono di specializzare il prodotto e che puntano tutto sulla qualità hanno una carta in più da giocare. “Nei primi mesi di quest’anno l’export alimentare è tornato a crescere, e questo è in-dice della vocazione in-ternazionale dei nostri prodotti - spiega Sara Reniero -. Dovremo an-dare a recuperare mer-cati che sono un po’ in diffi coltà, come quello americano e inglese, che speriamo tornino pre-sto a crescere”. La con-giunzione tra comparto agricolo, in diffi coltà, e mondo dell’industria è il fattore chiave secondo Reniero. C’è anche chi, in buona salute, guarda ad un allargamento del-la distribuzione e cerca interlocutori nella Gdo. “L’agroalimentare rap-presenta per ora una piccola quota sul totale dell’export vicentino (il 2,7% nel 2009) ma le potenzialità paiono es-sere interessanti - spiega Reniero -. La cosa che ci interessa è far capire a consumatori e buyer che c’è uno zoccolo duro di nostri prodotti che danno garanzia di qualità e ge-nuinità”.

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categoriecategorie

ARTIGIANATO & imprese

“ IMPRESE DI PULIZIA

Formazione e aggiornamentoper il cleaning professionale

Il mondo della pulizia professionale vicentina ha da oggi degli operatori più preparati e uniti, grazie al percorso tec-nico per il settore del cleaning professionale, sostenuto da

professionisti e da CNA Vicenza. Il corso è nato dopo grandi ri-chieste, per sviluppare un percorso di crescita specialistico per un settore spesso dimenticato e considerato nicchia di rifugio per disoccupati a bassa preparazione.Il mercato del “pulito” ha dimostrato un tasso di crescita per anni del 5-6% e registrato un rallentamento solo di recente con crescita positiva intorno al 2%. In Italia operano 18.733 imprese (dati Agenzia Entrate 2008): 46% società individuali, 16% società di persone, 22% società di capitali, 16% società

cooperative. Si registra una crescita sia delle poche grandi aziende, sia di una miriade di piccolissime imprese individuali e cooperative. Il basso costo d’ingresso e la convinzione di un lavoro “facile” facilitano il turno-ver: facile è l’avvio di nuove imprese, come la loro uscita dal mercato spes-so per fallimenti per problemi di cre-dito o ritardato pagamento. Il mer-cato della pulizia si distribuisce tra la forte domanda pubblica e quella privata. La prima la fa da padrone, nonostante i tagli alla spesa, la secon-da sfrutta sempre più “l’outsourcing

multi-servizio”.. Il percorso formativo è iniziato dalla teoria di base per la conoscenza dei detergenti per poi soffermarsi sulla tipologia di pavimenti, sui loro trattamenti, sull’organizzazione del lavoro. Numerosi gli interventi e i quesiti dei partecipanti. L’ultimo incontro tecnico ha approfondito l’ottimizzazione e l’organizzazione del lavoro, con esempi di piani di pulizia. In tema di customer relationship alcuni rappresentanti degli am-ministratori condominiali hanno introdotto al nuovo contesto del “condominio moderno”. Si è quindi parlato di sicurezza e del testo unico 81 per affrontare la normativa e prevenire i ri-schi da infortuni sul lavoro. Spesso durante gli incontri ha fatto capolino la diffi coltà di creare un’etica di categoria: le imprese di pulizia più evolute soffrono la presenza di operatori che “in qualche modo” propongono servizi a costi improponibili.“Sono convinta che tanto e tanto ancora si debba fare per quest’attività - dice la presidente della categoria CNA, Anto-nietta Campesato -. Va diffusa la conoscenza, consapevoli che ognuno di noi ha ancor oggi una visione diversa del concetto di pulizia. Il pericolo è che la frenesia del vivere in un mondo di spray e di pezze umidifi cate, dove spesso non teniamo conto della nostra salute e dei prodotti che usiamo, non ci permetta di trovare gli spazi per investire nella nostra azienda. Gli ope-ratori devono capire che anche in questo settore non si è mai fi nito di imparare: noi daremo continuità alle iniziative forma-tive per il settore”.

Enrico Marzari

Tessile e abbigliamento, l’esigenza di tutelare la fi liera italiana approfondita in un convegno CNA al Lanifi cio Conte di Schio

Moda, in attesa da dieci anniFull immersion sulla

moda italiana e sul Made in Italy al La-

nifi cio Conte di Schio, con il convegno organizzato da CNA Vicenza e CNA Vene-to. Il presidente nazionale di CNA Fedrmoda, Luca Rin-freschi, ha spiegato le grandi potenzialità che fi nalmente una legislazione a tutela della realizzazione in Italia dei ci-cli di lavorazione apre per le imprese nostrane.“Attendiamo questa legge da dieci anni - ha dichiarato Rinfreschi -: in Europa il prodotto total-mente realiz-zato in Italia non è tutelato mentre invece francesi, tede-schi e inglesi sono sempre pronti a fare le barricate per difendersi. E noi italiani no. La moda italiano, nono-stante l’avanzata delle econo-mie low cost, non ha ceduto e rimane uno dei settori trai-nanti dell’economia veneta sulla scena internazionale”.“Occorre proteggere il pro-dotto italiano con una legi-slazione che obblighi alla tracciabilità della fi liera del tessile abbigliamento, im-ponendo che la produzione che espone il marchio Made in Italy avvenga al cento per cento sul territorio nazionale - ha commentato Cinzia Fa-bris, presidente territoriale di Schio della CNA -. Negli ultimi mesi sono accadute cose importanti: dopo tanti annunci, la recente normati-va e la risoluzione del Parla-mento Europeo per l’introdu-zione del marchio d’origine

:: Cinzia Fabris

dimostrano che per tutelare il Made in Italy si delinea un percorso a difesa del prodot-to italiano e, do più, europeo. Senza l’intervento dell’Eu-ropa il nostro prodotto non viene difeso, perché ciò che viene bloccato alla dogana italiana in quanto irregola-re può invece passare tran-quillamente nei porti e nelle strade di tutto il Continente fi nendo qui da noi su gomma o per altre vie. D’altra parte una norma a tutela del made in Italy è in linea con quanto

avviene in Pa-esi come Usa, G i a p p o n e , India, dove i c o n s u m a t o -ri conoscono con certezza l’origine dei capi che ac-quistano. Però c’è ancora molto da fare: la tracciabilità del prodotto è l’unica garan-zia per ogni

seria lotta alla contraffazio-ne. E poi occorre diffondere tra i consumatori una mag-giore consapevolezza del valore intrinseco del prodot-to che acquistano, dato non solo dalla sua utilità diretta ma dal marchio, dalla storia, dalla tradizione di chi lo re-alizza”.Il convegno è stato aperto con i saluti del sindaco Luigi Dalla Via. Sono intervenuti anche Andrea Lulli, commis-sione attività produttive Ca-mera dei Deputati, Vincenzo De Feo dell’uffi cio antifrode del direttore regionale Agen-zia Dogane, Elisabetta Bo-scolo segretario vicario della Camera di Commercio, l’as-sessore allo sviluppo econo-mico di Schio Daniela Rader.

:: Enrico Marzaridi Performare spa

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

Rifi uti da apparecchiature elettriche e elettroniche, sulle imprese nuovi oneri

Rifi uti caos, norme doppiecosti alle stelle

Il 2010 sarà ricordato come l’anno del caos norma-tivo in tema di gestione

dei rifi uti, afferma il direttore della CNA di Vicenza, Paolo Monaco: “Si sperava che, ot-tenuta la proroga per la pre-sentazione del Mud dei rifi uti prodotti e smaltiti nel 2009 e in attesa dell’auspicato rinvio al 2011 dell’operatività del nuovo sistema di tracciabilità dei rifi uti (SISTRI) ci potesse essere un periodo di respiro per le imprese anche per poter assimilare le nuove ed onero-se procedure. Ma l’illusione é durata poco considerato che il 4 maggio é stato pubblicato in Gazzetta Uffi ciale il decreto, da anni annunciato ma sem-pre rinviato, che stabilisce le modalità per la gestione dei RAEE (rifi uti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche). Distributori, installatori e ge-stori dei centri di assistenza tecnica saranno obbligati, per vendere un nuovo prodotto, a ritirare gratuitamente quello vecchio, ad iscriversi all’Albo Nazionale Gestori Ambientali e a compilare una serie di do-cumenti quali lo schedario di carico e scarico, il documen-to di trasporto dei RAEE e la dichiarazione che indica dove é stato effettuato il ritiro. Una

procedura costosa che si con-fi gura come norma speciale rispetto alla normale gestione dei rifi uti e che rende di fat-to inutile per la gran parte di questi operatori l’iscrizione al SISTRI effettuata entro il 29 aprile, quindi ben prima del-la pubblicazione in Gazzetta delle nuove disposizioni sui RAEE”. Una diversa tempistica avrebbe almeno evitato costi aggiuntivi non giustifi cati: “Le associa-zioni di categoria dell’artigia-nato - aggiunge Monaco - han-no chiesto una verifi ca con il Ministero innanzitutto su due questioni fondamentali: la ri-duzione dei costi e la sempli-fi cazione delle procedure. Per quanto riguarda la semplifi ca-zione i dati che le imprese for-niscono allo Stato attuale (ana-grafi che, mezzi, ecc.) devono essere duplicati perché devono raggiungere sia il Sistri che l’Albo gestori. Situazione non accettabile visto che i dati sono in genere gli stessi. Per quanto riguarda i RAEE, è stato fatto un quadro di quanto sta succe-dendo (moltiplicazione dei co-sti, tripla iscrizione, mancanza piattaforme,ecc.) e si chiederà al Ministero l’impegno a pre-disporre soluzioni accettabili e adeguate”.

“ RAEE, GLI OBBLIGHI

Ritiro “uno a uno”

Finora erano stati pubblicati due decreti, in attuazione al decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151. Con il n. 65 del 4 maggio si dà completa attuazione alla nor-

mativa che disciplina le misure per prevenire la produzio-ne di rifi uti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, promuovere il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei RAEE, migliorare, sotto il profi lo ambientale, l’intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di dette apparecchiature e ridurre l’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.I distributori hanno l’obbligo di informare i consumatori sulla gratuità del ritiro, con modalità chiare e di immediata percezione, anche tramite avvisi nei locali commerciali, con caratteri facilmente leggibili. Il trasporto dei RAEE prove-nienti dai nuclei domestici sarà effettuato dai distributori, o dai terzi che agiscono in loro nome.Il trasporto dovrà essere accompagnato da un documento conforme al modello indicato nel decreto, numerato e re-datto in tre esemplari. Il documento di trasporto va compi-lato, datato e fi rmato dal distributore che deve anche tenere il registro di carico e scarico conservando per tre anni le copie dei documenti di trasporto. Il distributore conserva la copia del documento di trasporto insieme allo schedario.I distributori devono adottare tutte le misure necessarie ad assicurare che i RAEE giungano al centro di raccolta nello stato in cui erano stati conferiti, senza aver subito processi di disassemblaggio o di sottrazione di componenti. Il raggruppa-mento dei RAEE dovrà essere effettuato al punto di vendita del distributore, o in altro recapito risultante dalla comuni-cazione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, in luogo ido-neo, non accessibile a terzi e pavimentato. I RAEE dovranno essere protetti dalle acque meteoriche e dall’azione del vento a mezzo di appositi sistemi di copertura anche mobili e rag-gruppati avendo cura di tenere separati i rifi uti pericolosi.

E bisogna iscriversi all’Albo

Chi effettua raggruppamento e raccolta di Raee ha l’obbligo di iscrizione all’Albo nazionale gestori am-bientali (in caso di raggruppamento e trasporto di

componenti di apparecchiature, ad esempio risultanti dal-la manutenzione, si ritiene non sussista l’obbligo di iscri-zione). Dovranno iscriversi alla specifi ca sezione anche le imprese che risultano essere già iscritte all’Albo stesso. Per ottenere l’iscrizione, che va rinnovata ogni 5 anni ed è su-bordinata alla corresponsione di un diritto di 50 euro, non occorre presentare garanzie fi nanziarie. I soggetti interes-sati sono: distributori (fornitori di apparecchiature nuove che garantiscono il ritiro uno a uno dell’usato) e traspor-tatori operanti per loro conto, installatori e centri di assi-stenza tecnica.Le tipologie di Raee individuate dalla norma sono: grandi elettrodomestici (esclusi i fi ssi di grandi dimensioni), pic-coli elettrodomestici, apparecchiature informatiche per le comunicazioni, apparecchiature di consumo e di illumina-zione, utensili elettrici ed elettronici (esclusi gli industriali fi ssi di grandi dimensioni), giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport, dispositivi medici (esclusi tutti i prodotti impiantati e infettati), strumenti di monitoraggio e controllo, distributori automatici.

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CNA PensionatiCNA Pensionati

ARTIGIANATO & imprese

“ PROGRAMMA

Gite e soggiorni:la Carmen all’Arena,Praga e Budapest,Ischia e le termeAnche nel 2010 è ricco il programma culturale e turi-stico della CNA Pensionati.Ecco i principali appuntamenti, soggiorni e gite organizzati. • La Carmen all’ArenaDopo il soggiorno marino ad Amantea, in Calabria, nella seconda metà di giugno, martedì 20 luglio uscita all’Arena di Verona per l’opera lirica Carmen di Bizet. La quota comprende: andata e ritorno in pullman, bi-glietto ingresso gradinate all’Arena, 2 paninetti e 1 suc-co di frutta per ogni partecipante. Partenze: Schio ore 17 Piazzale ristorante Beppino; Thiene ore 17,15 via del Terziario, sede CNA; Vicenza ore 17,40 via Zam-pieri 19 sede CNA; Alte Ceccato ore 18 casello A4. • Praga e BudapestDal 10 al 16 settembre, “Una Capitale all’anno”: quest’anno la gita riguarderà Praga e Budapest, tour di 7 giorni e 6 notti in pensione completa con pullman riservato. Il tour prevede di toccare Lubana, poi due giorni a Budapest con visita di Buda e Pest, visita al castello di Grassalkovich (castello di Sissi), spetta-coli equestri; arrivo a Bratislava, con visita guidata, e due giorni a Praga con visite a quartiere Hradcany, castello reale di Boemia, vicolo d’oro, cattedrale di S. Vito, Ponte Carlo, musei, sinagoghe e vecchio cimite-ro ebraico, inoltre crociera sul fi ume Moldava e visita alla città vecchia. Rientro con sosta a Monaco. • Ischia - CasamicciolaDal 31 ottobre al 14 novembre, invece, soggiorno all’Hotel Thermal Palace Park Nausicaa ad Ischia. Soggiorno a Casamicciola Terme, a pochi passi da piazza Bagni e a 300 metri dal mare. L’hotel dispone di un attrezzato parco termale interno, composto da 6 piscine di cui una coperta. Possibilità di bagni e fanghi termali con impegnativa del medico di famiglia • Fine annoPer la fi ne e l’inizio del nuovo anno è in cantiere la de-fi nizione delle attività e dei soggiorni. Ogni iniziativa verrà portata a conoscenza di iscritti e simpatizzanti con tempestività.Informazioni: CNA Pensionati, via Zampieri 19, Vi-cenza (zona mercato nuovo, fronte Catasto). Tel. 0444 261924 oppure 569900, fax 0444 961628, e-mail: [email protected]

Siglato un protocollo d’intesa tra l’Istituto e le organizzazioni sindacali dei pensionati italiani

L’Inps ora ci ascolta di piùTra l’Inps e le organizzazio-

ni sindacali dei pensionati italiani organizzati nel Cu-

pla, tra i quali ovviamente la CNA Pensionati, è stata siglata un’intesa per migliorare l’intesa tra l?istituto previdenziale e la rete dei cittadini e delle loro rappresentanze.Un modo per rendere l’Inps più vi-cino alle esigenze dei pensionati e in grado di ascoltarne lamentele e richieste.L’obiettivo è di garantire servizi sempre più effi cienti ed elevati sul territorio, proprio a partire dalle esigenze dell’utenza: per questo si è deciso di costituire un confronto organico e costante tra l’Inps e le organizzazioni dei pensionati, sta-bilendo un metodo e delle regole di comportamento, da far valere anche ai livelli Inps di direzioni regionale, provinciale e sub provinciale.L’accordo prevede un incontro tra Inps e organizzazioni del pensionati almeno con cadenza trimestrale e li-vello nazionale e su richiesta di una delle parti, per valutare problema-tiche e individuare soluzioni, oltre che per esaminare temi più generali riguardanti i pensionati e le strategie dell’Inps in merito.Per quanto riguarda le problemati-che locali, invece, sia sugli obiettivi delle programmazione, sia per as-sicurare l’effi cace applicazione sul territorio delle decisioni nazionali, saranno garantiti incontri a livello periferico.Nel protocollo d’intesa si legge che questo confronto tra le parti ha come scopo quello di contribuire a migliorare il livello di effi cienza e di effi cacia dei servizi resi dall’Inps ed esaminare le cause delle disfun-zioni per avviarle a soluzione. Oltre agli incontri saranno anche avviati “canali di scambio preventivo delle informazioni”, e saranno esaminate insieme le questioni attinenti la ge-stione dei servizi e le procedure ri-guardanti trattamenti di previdenza e pensione.L’Inps si impegna a fornire ogni in-formazione su obiettivi e sul livello di erogazione dei servizi. Nascerà a livello nazionale un Osservatorio sui disservizi e sulle questioni in-dividuate si formeranno dei tavoli tecnici perché formulino proposte di miglioramento dei servizi. Le pro-blematiche non risolvibili a livello locale saranno esaminate in apposi-te sedi a livello nazionale.

“ VICENZA

L’assessore Giovanni Giuliari ha incontrato il Cupla provinciale, di

cui fa parte la CNA pensionati, per informare sull’accordo con Ipab, Ulss 6 e Regione. Il Cupla ha manifestato molto interesse per la proposta di realizzare tre nuove case di riposo in città e di aumentare il centro residenziale di M. Crocetta. Durante l’incon-tro, che è servito anche ad esa-minare il bilancio previsionale 2010 del Comune per il sociale, il Cupla ha premuto sull’asses-sore perché il Comune insista sulla Conferenza dei sindaci e sulla Regione perché siano al più presto riparametrati i posti letto di primo livello del distret-to di Vicenza rispetto alla media dell’Ulss 6, che vede Vicenza fortemente penalizzata. Giuliari è d’accordo: “La Regione deve aumentare il fondo per la non autosuffi cienza e contenere le rette della case di riposo”.

Più posti letto,meno rette

“ UGF A VICENZA

E’ fi nalmente operante anche a Vicenza UGF, Banca del gruppo Unipol

con una propria fi liale in Corso Santi Felice e Fortunato, n. 300. L’altra Filiale UGF è da oltre un anno presente a Bassano in via 11 Febbraio, 5. UGF riserva condizioni economiche speciali esclusivamente ai Pensionati della CNA.

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