Articolo Su Cooperazione Tra Consumatori 2009 Nov

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    cultura

    Quella pittura che fa risuonarele idee dentro di noi

    Claudio Menegazzi ingegnere e ar-tista: come concilia i due proli?Iocredo che gli atteggiamenti men-tali siano costruiti nella nostra

    vita progressivamente attraversolinterazione con la societ e con

    la meditazione. Probabilmen-te i miei studi tecnici e il rigorehanno inuenzato il mio essere,cos come lo studio dellarte, dal

    vivo soprattutto, analizzando leopere degli autori, e anche il fare

    Aerma il fsico e pianistaVictor Weisskop: Ci chec di bello della scienza la stessa cosa che c inBeethoven. C una nebbia dieventi e improvvisamente vediuna connessione.

    intervista a Claudio Menegazzidi Mariapia Ciaghi

    Claudio Menegazzi nasce nel 1949. Inizia a disegnare

    a quasi due anni e da allora non smette. Si applica negli

    studi tecnici fno alla laurea in ingegneria nel 1974. Si

    dedica alla pittura nel 1980. Frequenta latelier della

    scuola Martini fno all89, con il pro. Umberto Savoia,

    esponendo in mostre collettive. Nel 94, 95 e 96 espone

    in molte mostre personali. Dal 97 al 2004 sospende la

    pittura per un periodo di ripensamento e studio dellarte

    moderna. Riprende nel 2005 con la pittura a olio e acquarello, e lincisione. Nel

    2006 tornano le esposizioni. Ha atto recenti mostre a Pergine in sala Rossi

    nel 2007, a Trento nel palazzo della Regione T.A.A., nel 2007 e nellautunno

    2008, a Rovereto in sala Baldessari nel 2007, a Trento nel palazzo Thun nel

    2008, al Centro Studi Judicaria a Tione nel 2009, ad Arte in Fiera a Longaronenel 2009. Espone al Centro Culturale Casa Tani a Rovereto, via Rialto 14, e

    su Facebook di Internet. Lavora a Rovereto. Per contatti: cell. 328 9524642

    perci aderire al pensiero di Borges. Le visioni

    alpine, cio la serie di acquarelli con tema do-lomitico, entrano esattamente in questo modo diconcepire esteticamente. Gli ambienti rappresen-tati infatti assomigliano alle cime note, ma sonodepurati dalle orrende sovrastrutture che talvoltasono state costruite, come ad esempio il minipar-co di funghi di plastica alti due metri davanti aidirupi di Larsec. Il mio lavoro per non riguardasolo la riproduzione ma presenta un mio modo diintendere lambiente alpino: uno spazio di liber-t della natura, in sintonia con la mia esigenza disentire il naturale, cio creo opere che facilitanoquesta risonanza. Il mio obiettivo trasmettere

    come un diapason questa risonanza anche al frui-tore dellopera, il quale si troverebbe perci nellasituazione di completare il mio lavoro iniziale conla sua personale visione, dando luogo allora allasua opera darte.Il riconoscimento dellUnesco delle Dolomiti quale Patrimo-nio dellUmanit ci fa riettere sul turismo culturale: cosasignica per un artista puntare sulla cultura, quella legataalla governance del territorio, quella che connette il pubblicoal privato, i doveri allinclinazione, lestetica alletica?Lambiente, o il paesaggio, come dice la Costitu-zione nellarticolo 9 dei principi fondamentali, la vera ricchezza della Nazione, accomunato al

    patrimonio storico e artistico. Sembrerebbe ovviae fuori discussione la scelta della crescita del pa-trimonio come obiettivo sociale. Io sto per lam-biente che utile a tutti sia esteticamente sia

    nellarte, che avviene per prove,

    scoperte, e soddisfazione per illavoro ben fatto, obiettivo sem-pre presente.Com nata la passione per la pittura,qual stato il suo percorso artistico?Ilprimo approccio allarte fu du-rante il servizio militare, con una

    visita a una mostra di Ligabue,organizzata dal comandante direggimento. Dopo 35 anni ri-cordo esattamente le sensazioni.Lhumus era tuttavia presente,disegno da piccolissimo, e nella

    scuola media i risultati erano gi buoni. Il motoreper iniziare a dipingere stata per mia moglie,che mi fece acquistare una cassetta di colori adolio, quando io continuavo a dire che sarei statocapace di fare quadri: era il 1980. Nellanno suc-cessivo cominciai a frequentare latelier della scuo-

    la darte Martini di Rovereto, con Umberto Savoia,restandovi no all89. Con Umberto si parlava difondamenti della pittura e di sica dellatomo allostesso modo. Fu l che sperimentai le tecniche, pe-r il percorso produttivo segu solo il mio volereautonomo. E poi continuai in solitudine.

    tica: lo specchio dovrebbe restituire loggettivit,il prisma invece le singole componenti separatedella luce, quindi pi punti di vista: in realt inentrambi i casi il cervello opera degli adattamenti,delle elaborazioni. Lo specchio rimanda una situa-zione ribaltata, speculare, e il prisma imbroglia

    il ltro dei colori della visione, che unattivitcerebrale. Ossia il cervello ricrea sempre unim-magine di quanto si vede. Lartista non pu mairiprodurre quello che vede, ma solo presentare unsuo punto di vista mentale, elaborato sulla basedella sua cultura e della sua sensibilit, si potrebbe

    Il matematico Henri Poincar ha detto che creativit

    unire elementi esistenti con connessioni nuove che siano uti-li.S, questo vero in tutti i campi della ricerca, eanche nellarte. Pablo Picasso and anzi pi in ldicendo che in arte non conta ricercare, ma trova-re. Allora la creativit si pu denire come la ca-pacit di sistemare le conoscenze e le capacit conscoperte nuove, sorte anche dal caso, e arrivare anuovi livelli pi avanzati di performance.Borges sosteneva che vi sono due estetiche: quella passivadegli specchi e quella attiva dei prismi. Attraverso la se-conda larte si libererebbe dai vincoli delloggettivit per

    forgiare visioni personali. Come denirebbe le sue visionialpine?Borges fa riferimento a conoscenze di ot-

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    cultura

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    per naturale inclinazione, sia perrispetto verso il futuro. La cultu-ra dovrebbe essere lo strumentoper le scelte, che devono esserepubbliche, e le scelte impongo-no doveri. Nella mia pittura que-

    sta etica mi sembra manifesta. Nelle sue opere predomina un sen-timento di purezza visiva, di ordinecromatico, un delicato e trasparentelirismo. Quale percorso di studio ericerca elabora nel suo processo artisti-co?Ho sempre presente, ormaiinnati, i rapporti proporzionalidellarte classica, che ho appresoe applicato dagli anni 70, quan-do il mio interesse era rivoltoalla fotograa. Le proporzioni

    tra le parti, codicate da Vitru-

    vio, sono un patrimonio dellacivilt occidentale e si ricono-scono quasi sempre nelle operedarte e nelle buone architettu-re. Un altro punto di partenza la progettazione degli accordicromatici, sempre molto vicini aquelli che vedo nella natura. Nellavoro il rigore stilistico cheimpone le scelte, che possonodeviare talvolta per trovare nuo-

    ve strade. Giudice nale il mioocchio, il senso di soddisfazione

    che risulta dal lavoro nito.Cosa signica saper guardare? unproblema che stato affrontatoda molti, che hanno distinto traguardare e vedere. Guardare unattivit bellissima, entusia-smante, che consiste nellim-mersione nel mondo che ci cir-conda, lasciando entrare le sen-sazioni visive, come se si stessein mezzo ad unorchestra. Saperguardare penso sia analogo al

    vedere, cio riconoscere alcunidettagli, gli accordi che illumina-no le idee, i diapason che fanno

    vibrare i sentimenti o la cordadella creativit.

    Cosa rappresenta per lei la montagna? la natura che mostra la sua po-tente manifestazione, come fos-se una scultura. Quando salgo inmontagna la difcolt sica mimette in contatto con il mio inti-

    mo, il ragionamento mi sostienenello sforzo, il contatto con ilsublime agisce nel mio cervelloe stimola le idee. Il suo ricordosemplica il tutto e nasce un se-me che potrei sviluppare.Che ruolo gioca la Natura qualeispiratrice delle sue opere? La na-tura troppo presente per nonpermeare anche le idee. Credosia cos per quasi tutti gli artisti.Mi dispiace per quelli che speri-mentano solo lambiente metro-

    politano. La societ ci insegnaa guardare alla complessit, alleproblematicit e ci allontana dal-la semplicit.

    Quale tecnica sente pi appropriataper esprimere la sua visione del mon-do? Sto usando lacquarello sucarta e anche lolio su tela per laserie pittura pittura. Lacqua-rello mi sembra pi un livellobase, che potrebbe permettere aquasi tutti i fruitori il raggiungi-mento della risonanza tra operae pensiero, la pittura-pittura un livello un po pi astratto elascia pi spazio alla rielabora-zione nella mente di chi guarda.Ho lavorato anche con lincisio-ne, e ora sto elaborando nuovipercorsi in questa direzione.Com nata la passione per lacque-rello? Avevo sentito dire chelacquarello una tecnica dif-cile: allinizio stata una sda.

    Aumentando lapprofondimen-to ho sperimentato come lac-quarello permetta una maggioreluminosit.

    Quale messaggio vorrebbe trasmettereai giovani? Sono un docente damolti anni e sempre ho cercatodi convincere i miei allievi dellanecessit dellimpegno, di farele cose al meglio, guardando allacrescita personale, senza scor-ciatoie. Non so se il mio im-pegno artistico potr essere unesempio, ma almeno testimoniauna tecnica rigorosa e ancheunespressione del sentimentodi amore per la natura. Lavoroe amore, pu bastare per una

    vita.

    Mart Rovereto

    Kendell GeersIrrespektivKendell Geers, importante protagonista dellartecontemporanea internazionale, propone conle sue opere unarte che costringe il pubblicoa interrogarsi su temi sociali e politici del nostrovivere contemporaneo

    Dal 31ottobre 2009 al 17 gennaio 2010 il Museo di Arte Mo-derna e Contemporanea di Trento e Rovereto presenta lamostra Irrespektiv dellartista Kendell Geers, nato in Sud Afri-ca e da sempre impegnato in una riessione profonda e personalesul tema della segregazione razziale. A cura di Jrme Sans, Irre-spektiv una coproduzione

    europea, che associa musei eistituzioni artistiche del Belgio,dellInghilterra, della Francia edellItalia.Il titolo, una parodia del ter-mine retrospettiva, esprimeimmediatamente il tono dellamostra e la pone allinsegnadellimpegno politico e dellaprovocazione.Geers stato attivo in primalinea nella denuncia delle fol-lie dellapartheid, ed giunto

    a modicare la propria datanascita, per farla coincidere con il maggio 1968. Un rimando almaggio francese che d il senso della consacrazione allimpegnopolitico e sociale dellartista.Con i suoi lavori, Kendell Geers esplora i limiti e i conni geo -graci, linguistici, politici, sociali, sessuali e psicologici delluomo.Lartista rivendica, infatti, la necessit di prendere posizione ri-spetto al mondo in cui viviamo. Da questo atteggiamento critico

    che evita per ogni visione manichea della realt nasce unar-te impegnata, che coinvolge totalmente lartista a livello persona-le, e trascina il pubblico allinterno dellopera, rendendolo a tuttigli effetti un elemento della creazione artistica. Le stesse reazionied emozioni del visitatore, spaesamento, attrazione o riuto, so-no parte costitutiva delle opere di Kendell Geers.

    Al Mart, il visitatore potr sperimentare tutto ci su di s a partiredallopera che introdurr la mostra. Linstallazione Postpunkpa-ganpop (2008), un inedito assoluto per lItalia, consiste in unlabirinto circondato di uno speciale lo spinato, inventato dalleforze di polizia sudafricane con lo scopo di iniggere pi dannidi un comune lo spinato. Non consentito limitarsi ad ammi-rare lopera, ma necessario interagire con lopera: il visitatoredeve scegliere da che parte andare. Il labirinto ha due diverseuscite: una porta al resto della mostra, laltra conduce fuori, versoil contesto rassicurante della collezione permanente del Mart.

    Informazioni e prenotazioninumero verde 800 397 760tel. 0464 438 [email protected]

    www.mart.trento.it