[Articolo] - Il Chiasso Delle Sopracciglia (Psicologia Della Comunicazione)

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38 - Psicologia della comunicazione chiass delle opr ac e Marco Costa Pio E. Ricci Ritti

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    chiassdelle

    opr ac eMarco CostaPio E. Ricci Ritti

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    Fra i primatil'uomo sidistingue, tral'altro, per ilfatto di avere so-pracciglia pelose checreano un fortecontrasto con lapelle glabra (ossiasenza peli) circostan-te. Il contrariosuccede nello scim-panz, che ha invecesopracciglia glabreposizionate su unafronte pelosa. Allafine, per, il risulta-to per entrambi lostesso, vale a direquello di disporre, aldi sopra degli occhi,di due superficivistose, particolar-mente contrastanticon la regione circo-stante.

    Tale caratteristicaha finito con l'asse-gnare alle sopracci-

    glia una funzione inpi rispetto a quellaoriginaria e pura-mente fisiologica diprotezione, insiemealle ciglia, dell'oc-chio dagli attacchidegli agenti esterni(pioggia, polvere,sudore, insetti, luceeccessiva o improv-visa, ecc.). Questasorta di "valoreaggiunto" riguardain modo specifico lacomunicazione,ovvero la possibilitdi segnalare inten-zioni, stati d'animo,valutazioni di eventie molto altro ancora.

    Alzando o abbas-sando le sopracci-glia, infatti, noisignifichiamo esegnaliamo cosediverse. Nella con-versazione le soprac-ciglia ci danno conti-nuamente una manoa dire o a non dire lecose, a sottolineare oa ridimensionare isignificati, ad allude-re, rimarcare, sor-volare. Per nonparlare, poi, di tuttoquel che rivelano, daun punto di vistaestetico, della perso-na cui appartengo-no..

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    L'ABBASSAMENTODELLE SOPRACCIGLIA

    C omunemente si dice "aggrotta-re" le sopracciglia. Queste, ab-bassandosi, si muovono legger-mente verso l'interno. Il loroavvicinamento ha spesso l'effetto dicomprimere la pelle e di formare brevirughe verticali sopra al naso, nell'areachiamata glabella. L'aggrottamento siverifica in due tipi di situazioni moltodiverse, classificabili come "aggressi-ve" e "protettive" (ed anche, fin dallaprimissima infanzia, nel pianto). I con-testi aggressivi possono andare dallacollera violenta (Figura la) alla merairritazione o disapprovazione (FiguraIb). In contesti protettivi, invece, l'a-zione si verifica ogni volta che ci siauna minaccia per gli occhi.

    Nei momenti di pericolo l'abbassa-mento delle sopracciglia non tutta-via una protezione sufficiente e per-ci spesso tale azione accompagna-ta da un'attivazione del muscolo orbi-colare dell'occhio, un muscolo che locirconda completamente e che deter-mina un innalzamento delle guance, laformazione di rughe a "zampa di gal-lina" ai lati degli occhi ed una parzia-le o totale chiusura degli stessi. L'azio-ne congiunta delle sopracciglia e del-l'orbicolare si traduce nello "strizzare"gli occhi, tipico di una faccia che si ri-trae in previsione di un'aggressione fi-sica, o anche esposta a una luce trop-po intensa che ferisce gli occhi (Figu-ra 2a). L'azione di "strizzare" gli occhiviene effettuata anche quando si as-

    Figura la (a sinistra) eIb (qui sotto) Ag-grottamento aggressivo.

    Figura 2a (qui sotto) e2b (a destra) - Aggrot-tamento protettivo.

    Figura 3 (in basso) Un innalzamento velocedelle sopraeeiglia,accompagnato da unsorriso e da un cennodel capo sono ingre-dienti del "salutooculare", in particolareverso persone conosciu-te. Essendo un compor-tamento molto veloce, avolte lo si pu apprez-zare soltanto riguar-dando il volto allamoviola [immaginitratte da: Grammer etal., 1988].

    saggia una sostanza acida, come il succodi limone, o amara, come certi medi-cinali, oppure quando si annusa una so-stanza dall'odore sgradevole, comel'ammoniaca (Figura 2b).

    L'antica origine dell'azione di ab-bassare le sopracciglia va dunque rin-tracciata nella funzione di protezionedegli occhi. In contesti aggressivi que-st'azione appare secondaria, motivatadal bisogno di difendere l'occhio daeventuali attacchi di rappresaglia chelo stato d'animo aggressivo potrebbeprovocare. L'abbassamento delle so-pracciglia compare sempre in situa-zioni caratterizzate da perplessit odifficolt. Anche quando uno fissa at-tentamente una meta lontana, o qual-cosa che non riesce a definire, le so-pracciglia tendono ad abbassarsi.

    IL SOLLEVAMENTODELLE SOPRACCIGLIA

    Le sopracciglia possono esseresollevate rapidamente o lenta-mente e rimanere sollevate peruna frazione di secondo o perun lungo periodo di tempo, come av-

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    viene ad esempio quando si vuole sot-tolineare qualche parola importanteall'interno di un discorso. Un esempiodi movimento rapido e subitaneo, in-vece, quello definito di "saluto ocu-lare". Quando due persone si saluta-no, specie se si conoscono, dopo ilcontatto degli sguardi di solito solle-vano brevemente la testa, poi innalza-no le sopracciglia per un terzo circa disecondo e sorridono. In molti casi lasequenza, rappresentata in Figura 3, siconclude con un cenno della testa incui la persona annuisce.

    Questo tipo di saluto viene esegui-to di solito da lontano, all'inizio di unincontro, e non fa parte dei saluti a

    Figura 4 (accanto) Esempi di innalzamen-to delle sopraccigliadurante il saluto inculture diverse: 1) inFrancia; 2, 3) negliYanomamo del Vene-zuela; 4) nei IKung delKalahari; 5) negli Mulidella Nuova Guinea(Papua); 6) a Bali[immagini tratte da:Eibl-Eibesfeldt, 1984].

    Figura 5 (in basso) -L'innalzamento dellesopracciglia moltocomune nelle interazio-ni madre-bambino.Nella comunicazionecon i bambini le espres-sioni facciali vengonosovente esagerate inmodo da renderle pichiare e da suscitarepi attenzione. Lostesso processo diesagerazione lo si haanche nella comunica-zione vocale.

    breve distanza che seguono: stretta dimano, baci, abbracci, ecc. Il rapido sol-levamento delle sopracciglia va distin-to da quello lento, che esprime rifiu-to e indignazione.

    Questo comportamento stato stu-diato particolarmente da Eibl-Eibe-sfeldt (1984), il quale ha potuto di-mostrare come esso sia pressoch uni-versale (Figura 4), sia pur con piccoledifferenze culturali. Presso le popola-zioni della Polinesia, ad esempio, alza-re le sopracciglia nel saluto comuneanche quando si incontrano estranei.Fra i giapponesi, invece, questo atto considerato sconveniente fra adulti,mentre considerato appropriatoquando ci si rivolge ai bambini. In Eu-ropa e negli Stati Uniti necessario cheesista gi una relazione amichevole edi solito non si saluta in questo modouno sconosciuto. Nella cultura occi-dentale questo saluto compare anchequando due estranei di sesso oppostoentrano in contatto.

    Sollevamenti rapidi delle sopracci-glia per salutare e richiamare l'atten-zione sono particolarmente frequentie ampi nei contatti con bambini moltopiccoli (Figura 5). In questi casi gliadulti tendono ad esagerare e ampli-

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    ficare i segnali non verbali e gli aspet-ti soprasegmentali del linguaggio(ritmo, velocit, altezza, tono dellavoce). Il modo di parlare con i bam-bini viene usualmente denominato"baby talk" e si caratterizza per il fattoche la voce diventa pi acuta di circaun'ottava, gli accenti sono fortemen-te scanditi, varia notevolmente l'altez-za e si parla lentamente. Anche leespressioni facciali vengono amplificate:si sorride di pi e in modo pi plateale,si fanno smorfie e si alzano le soprac-ciglia pi frequentemente e con mag-gior ampiezza.

    Queste esagerazioni rendono le no-stre intenzioni e i nostri segnali co-municativi pi chiari e facili da inter-pretare per il bambino, catturano lasua attenzione e favoriscono l'appren-

    Fifjura 6 (a sinistra) In inedia, gi dopo 36ore dalla nascita ineonati sono in gradodi "imitare" espressionifacciali esprimentisorpresa (foto in alto:apertura della bocca einnalzamento dellesopracciglia), gioia(foto al centro: apertu-ra della bocca e occhiche tendono a chiuder-si), broncio (foto inbasso: protrusione dellelabbra e aggrottamentodelle sopracciglia)[immagini tratte da:Fieldetal . , 1982].

    Figura 7 (sotto) IIsollevamento rapidodelle sopracciglia simanifesta in parecchiesituazioni di atteggia-mento amichevole,come durante gli atti diringraziare, acconsenti-re, "flirtare", salutare,incoraggiare, esprimen-do sempre il proprioconsenso e assicurandola propria disponibilital contatto.

    dimento. Ricordiamo che i neonati, gia poche ore dalla nascita, sono in gradodi riprodurre diverse espressioni fac-ciali (Figura 6). Curiosamente, il "babytalk" e l'esagerazione delle espressionifacciali sono presenti anche quando cisi rivolge ad animali come cani e gatti,specie se cuccioli o di piccola taglia.

    Per quanto riguarda il significato, ilsollevamento rapido delle sopraccigliarappresenta certamente un'espressionedi riconoscimento e gradimento (Fi-gura 7). Come dicevamo, l'innalza-mento rapido delle sopracciglia tipi-co del "saluto oculare" e indica sorpresapiacevole. L'universalit del "salutooculare", il suo manifestarsi in modostereotipato ed in contesti simili fannoritenere che si tratti di un movimen-to espressivo innato. L'esagerazione diquesto comportamento (alzare le so-pracciglia varie volte in rapida succes-sione) viene anche utilizzata dai comiciper scimmiottare intenti erotici.

    Un lento sollevamento delle so-pracciglia esprime anzitutto attenzio-ne. Il campo visivo viene in tal casoesteso verso l'alto e deriva sicuramen-te da questo il fatto che le sopraccigliavengano sollevate nelle espressioni di

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    curiosit, dubbio, sorpresa (Figure 8 e9). In questi casi infatti si vuole, real-mente o metaforicamente, vedere me-glio e saperne di pi. Un sollevamen-to lento delle sopracciglia pu avereanche significato di indignazione, ar-roganza, rifiuto sociale e di un "no" de-ciso. Particolari segni del corpo che ac-compagnano l'atto specificano ulte-riormente quest'espressione, come adesempio l'atto di fissare minacciosa-mente (indignazione) o quello di soc-chiudere le palpebre (come evitamentodel contatto e quindi espressione di ri-fiuto, di arroganza). In caso di netto ri-fiuto si ha anche un sollevamento al-l'indietro del capo e un sollevamentodella mano come atto di diniego. Comeespressione di indignazione e di rifiu-to sociale il sollevamento lento dellesopracciglia universale e presente intutte le culture.

    In taluni casi si assiste al solleva-mento di un solo sopracciglio. Alzarevolontariamente solo un sopraccigliomantenendo l'altro abbassato un'o-perazione quasi impossibile per la gran

    Figura 8 (a sinistra) Sopracciglia alzate ebocca leggermenteaperta sono le caratte-ristiche che megliodescrivono un'espres-sione di sorpresa.L'attribuzione disorpresa ad espressionicome questa (l'immagi-ne della principessaCarolina di Hannover),ad esempio, avviene nel94% dei casi.

    Figura 9 (a destra esotto) Un'espressioneasimmetrica, in cui soloun sopracciglio sollevato in segno disorpresa, per lamaggior parte dellepersone molto difficileda realizzare, se nonaddirittura impossibile,ma per coloro che sonoin grado di eseguirlacostituisce un'aggiuntapreziosa al repertorioespressivo facciale.Usata in momenti diconflitto sta ad indicareuna disposizionescettica, beffarda.

    Qui sopra: Santa Luciadi Francesco del Cossa(Kress Collection,Washington).

    maggioranza delle persone ma, inmodo involontario, compare in moltepersone come segnale di ammicca-mento o espressione di scetticismo (Fi-gura 9).

    LE SOPRACCIGLIANELLA CONVERSAZIONE

    no dei primi a fare sperimen-tazioni sulle espressioni fac-ciali delle emozioni fu Du-

    ^^x chenne du Boulogne, un neu-rologo francese attivo alla fine del XIXsecolo (Figura 10). Da allora moltistudi si sono susseguiti ed oggi sap-piamo che la maggior parte delleespressioni facciali e dei gesti avven-gono durante il discorso, configuran-dosi in tal modo anche come impor-tanti segnali conversazionali.Tutti, par-lando, facciamo piccoli e ripetuti mo-vimenti del corpo per sottolineare ciche stiamo dicendo. Si utilizzano lemani, le braccia, la testa e, appunto, lesopracciglia. Possiamo distinguere que-

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    sti segnali conversazionali in quattro ca-tegorie: emblemi, adattatori, illustratorie regolatori.

    Emblemi. Gli emblemi sono espres-sioni facciali che rimpiazzano parole overe e proprie frasi. Ad esempio, conun semplice sorriso come se dices-simo: Sono d'accordo con te, Ca-pisco quello che stai dicendo, oppu-re, alzando lentamente le sopracciglia:Ho dei dubbi, non sono proprio si-curo che tu abbia ragione. Spesso uti-lizziamo gli emblemi per aggirare certitab. Ad esempio, se ci vengono chie-sti dei commenti sul nostro capufficio,possiamo parlarne positivamente, manel contempo fare una smorfia che ri-veli la nostra opinione reale. Gli em-blemi ci aiutano quindi a chiarire il verosignificato di una frase. Chi raccontauna battuta di spirito, o cerca di fareumorismo su qualcosa, ad esempio,molto spesso accompagna il parlatocon un sorriso che sta proprio a si-gnificare che ci che viene detto nondeve essere preso seriamente.

    Adattatori. Mentre parliamo spessoaccompagnarne il discorso con deigesti automanipolatori. Ci grattiamo ilcollo, ci tocchiamo il viso, accavallia-mo le gambe, dondoliamo un piedementre siamo seduti, ci accarezziamoi capelli, corrughiamo le sopracciglia,ecc. Questi segnali conversazionali ven-gono chiamati adattatori. La loro fre-quenza e la loro intensit rappresenta-no buoni indicatori dello stato d'agi-tazione, imbarazzo, disagio, ansia, con-centrazione di chi parla.

    Illustratori. Gli illustratori sono queimovimenti facciali che danno vivi-dezza ed energia alle parole. Ad esem-pio, alzando le sopracciglia su una certaparola come se volessimo enfatizzarla,porre un accento su di essa. Girandola testa e alzando le sopracciglia pos-siamo dare indicazioni di direzioneevitando di puntare con il dito: At-tenzione, da quella parte sta arrivandoil professore.... Infine, sempre con imovimenti delle sopracciglia, possiamoindicare relazioni spaziali, alzandoleper indicare qualcosa che si trova in altoe abbassandole per indicare qualcosache si trova in basso.

    Figura 10 Attraversopiccole scariche elettri-che somministrate conelettrodi esterni,Duchenne du Boulognestimolava alcunimuscoli facciali al finedi studiarne i risultatiespressivi. Nella foto inalto si vede come unastimolazione del musco-lo zigomatico e delfrontale responsabiledell'innalzamento dellesopracciglia determiniun'espressione difelicit mista a sorpre-sa. Nella foto in bassola simultanea stimola-zione del muscolocorrugatore, responsa-bile dell'abbassamentoe avvicinamento dellesopracciglia, e delmuscolo platysma,responsabile dell'ab-bassamento dellamandibola con apertu-ra della bocca, determi-nano un'espressione diangoscia e dolore[immagini tratte da:Duchenne du Boulo-gne, 1862].

    Regolatori. Il canale vocale a sensounico. In una conversazione uno solodeve, o almeno dovrebbe, parlare. Se pipersone parlano contemporaneamen-te si genera confusione e la compren-sione diminuisce drasticamente. Perquesto si sono sviluppati molteplicistrumenti che permettono le transizionifra chi parla e chi vuole prendere la pa-rola. Ad esempio, per indicare che sivuole parlare si annuisce col capo e sifanno movimenti preparatori dellabocca. Se qualcun altro sta parlandopossiamo influenzarlo alzando le so-pracciglia, segnalando cos che siamosorpresi, oppure che condividiamo ciche sta dicendo e desideriamo checontinui.Viceversa, possiamo abbassa-re le sopracciglia e scuotere la testa seintendiamo esprimere disaccordo e in-durre l'altro a smettere di parlare. Sba-digliando facciamo capire che ci sta an-noiando. Se vogliamo che parli pi ra-pidamente, facciamo piccoli ma velo-ci movimenti in avanti con la testa. Sesiamo di fretta evitiamo di guardarlo,fissiamo lo sguardo sull'orologio o nelladirezione in cui dobbiamo andare. In-fine, se chi parla e chi ascolta si scam-biano sorrisi, allora significa che il tonodella conversazione piacevole e pucontinuare. Come si dice nel box dellapagina accanto, molti di questi rego-latori conversazionali sono stati oggianche codificati nei famosissimi "emo-ticon".

    SOPRACCIGLIAIN LABORATORIO

    R ecentemente abbiamo condottodiverse ricerche nei nostri labo-ratori per studiare il comporta-mento di sollevamento delle sopracci-glia mentre si parla. Innanzitutto cisiamo chiesti se viene fatto in corri-spondenza di particolari categoriegrammaticali. I risultati hanno mo-strato che nel 22% dei casi viene fattoin corrispondenza di sostantivi, nel20% in corrispondenza di verbi, nel16% in corrispondenza di aggettivi,nel 17% in corrispondenza di unapausa fra una parola e la successiva. Si

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    Gli "emoticon 99

    N elle comunicazioni conposta elettronica o conSMS, mancando lapossibilit di vedere ilviso dell'interlocutore, si purischiare di non essere com-presi. Cos, per non rendereambiguo il messaggio, spesso siintroducono, soprattutto nellecomunicazioni amichevoli,degli emblemi di espressionifacciali composti con semplicicaratteri che vengono chiamati"emoticon". Gli emoticon sonostati inventati da Scott E.Fahlman il 19 settembre 1982,quando utilizz il pi famosodi essi, quello esprimente ilsorriso di base, in un messag-gio inviato dalla CarnegieMellon University. Fahlman loinser al termine di una frasecon l'intento di dichiarareesplicitamente che s tavascherzando. La diffusionedegli emoticon stata rapidis-sima. Oggi se ne contanomigliaia, utilizzati nelle e-maile negli SMS. Qui di seguitoriportiamo i pi comuni con illoro significato:

    : -) sorriso di base, utilizza-to per indicare unmessaggio umoristico

    : -( tristezza o rabbia,utilizzato per esprimeredisapprovazione

    : ( molto triste: -< triste all'ennesima

    potenza

    : -e infelice

    ;-) ammiccare, utilizzatoanche per esprimeresarcasmo o prendere ingiro

    ;-> ammiccare in mododiabolico

    '-) prendere in giro,canzonare

    : -, sorridere affettatamen-te: la virgola indica unsorriso asimmetrico

    : -/ smorfia di disgusto,utilizzato per esprimereumore nero, ma ancheindecisione

    : -D ridere

    : -> sorriso sarcastico

    : '-) piangere dalla gioia: ' piangere

    : - I severo, sguardo fosco

    : -[ fare il broncio: [ molto depresso

    : *) fare il clown8-] sorpresa estrema,

    complimentarsi, l'"8"indica gli occhi spalan-cati

    : -o sorpresa, la "o" imita labocca spalancata, tipicadi questa emozione nellinguaggio comune

    : O scioccato

    : -C totalmente incredulo

    >:-< arrabbiato, livido dirabbia

    : -@ urlare di rabbia

    : () non posso smettere diparlare

    I -O sbadigliare

    I -I addormentato

    : * baciare

    : -x tanti baci

    : -() mandare un bacio dalontano

    sono registrate percentuali minori incorrispondenza di avverbi, congiun-zioni, pronomi, preposizioni, interie-zioni. Considerando la distribuzione diqueste categorie grammaticali nellalingua parlata emerso che si solleva-no le sopracciglia per sottolineare so-prattutto aggettivi e sostantivi, chesono le parti semanticamente pi sa-lienti di un discorso, quelle che con-tribuiscono maggiormente a dare si-gnificato ad una frase.

    I sollevamenti effettuati nella pausafra due parole hanno solitamente il si-gnificato di esprimere dubbio e per-plessit su ci che si sta dicendo. Al-l'interno della frase i sollevamenti av-vengono solitamente all'inizio, per cat-turare l'attenzione di chi ascolta, comeper dirgli: Ascoltami, sto per dirtiqualcosa di importante. Inoltre ab-biamo notato che, nel caso in cui duepersone parlino contemporaneamen-te, come spesso avviene nelle discus-sioni animate e nei litigi, allora non soloquesto comportamento diventa pifrequente, ma solitamente si prolungasu pi di una parola fino a durare ancheparecchi secondi. In questi casi la fun-zione sia quella di sottolineare ci chesi sta dicendo, sia di comunicare all'al-tro che non si vuole cedere la parola.Un altro caso frequente in cui si alza-no le sopracciglia quello in cui ci sirende conto di aver sbagliato e ci sivuole correggere.

    Si poi visto che questo compor-tamento tende a diminuire con l'et.Mentre a 20 anni, per esempio, ven-gono alzate le sopracciglia durante ildiscorso in media 9 volte al minuto, a50 anni la frequenza scende a circa 6al minuto e a 70 anni a sole 3 volte alminuto. Questo risultato in sintoniacon altri studi che dimostrano comela comunicazione non verbale tendacon l'et a divenire meno efficace. Diconseguenza, la preferenza accordata aibambini deriva in parte anche dal fattoche, rispetto agli adulti, essi sono moltopi trasparenti e comunicativi nei gesti,nelle espressioni facciali e nella voce.51 potrebbe obiettare che questa rela-zione con l'et sia dovuta semplice-mente al fatto che i giovani tendono

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    a parlare pi velocemente degli adul-ti e degli anziani. Ma non cos: le per-sone che parlano pi in fretta non in-nalzano necessariamente di pi le so-pracciglia.

    In effetti, sembra che questo com-portamento sia molto legato a diffe-renze individuali marcate. In un altrostudio abbiamo esaminato 10 ore emezzo di registrazioni televisive in cuiuna persona veniva inquadrata mentreparlava ad un uditorio. Sono stati ana-lizzati 132 soggetti appartenenti sia acomunicatoti di professione, comegiornalisti durante la lettura di notiziari,presentatori, addetti alle televendite,sia a persone comuni intervenute intalk show in cui sostenevano la loroopinione su un dato tema, o difende-vano una causa.

    Analizzando le frequenze, emer-so che gli addetti alle televendite sonola categoria pi "comunicativa" perinnalzamenti delle sopracciglia conuna frequenza media di 10,6 innalza-menti al minuto. Al secondo posto, esempre con valori alti, abbiamo trova-to i presentatori (9,6 innalzamenti alminuto),seguiti dai giornalisti duran-te la lettura di un notiziario (7,2 in-nalzamenti al minuto: Figura 11).Vi-ceversa, nel caso di persone comuni lafrequenza media di innalzamenti ri-sultata minore con una media di 3,8innalzamenti al minuto. Il dato cheemerge quindi che i comunicatoriprofessionisti non sono solo pi abilinell'uso della parola ma anche nelmodo in cui parlano. Essi sanno esse-re pi espressivi facendo un uso mi-gliore dei segnali conversazionali comein questo caso dei movimenti dellesopracciglia e perci possono risulta-re pi persuasivi e destare pi atten-zione in un uditorio rispetto a perso-ne comuni.

    Una conferma di questo la si avutain un altro studio in cui abbiamo ana-lizzato la frequenza di elevazione dellesopracciglia in studenti universitari inoccasione della discussione della lorotesi di laurea. Malgrado la giovane ete la situazione che li pone nella con-dizione di essere molto persuasivi neiconfronti della commissione di laurea

    Fifjura 11 Esempio didinamica del solleva-mento delle sopraccigliadurante il discorso. Neicomunicatori di profes-sione la frequenza diquesto comportamento superiore alla normae contribuisce a rende-re la loro comunicazio-ne pi persuasiva econvincente. Nelle fotovediamo una sequenzavideoregistrata dellagiornalista Maria LuisaBusi durante la letturadi un telegiornale.

    la frequenza media di innalzamenti risultata di 5,1 al minuto, al di sottodelle frequenze trovate nei comunica-tori professionisti. Emerge quindi checos come le persone si distinguono perintelligenza e capacit manuali, si di-stinguono anche per la loro abilit diaccompagnare il parlato con gesti edespressioni che siano in grado di ren-derlo pi efficace, vivace, persuasivo.

    Un aspetto curioso che abbiamoscoperto in questo studio che nonsempre quando si alzano le sopracci-glia gli occhi vengono tenuti aperti.Anzi nel 26% dei casi si verificava chementre le sopracciglia erano elevate lepalpebre venivano chiuse, un elemen-to di cui ci si rende conto solo esami-nando alla "moviola" questo compor-tamento.

    IL BELLODELLE SOPRACCIGLIA

    Ma non solo questione di mo-vimenti. Anche considerandole sopracciglia dal punto divista della loro conformazio-

    ne e struttura si possono scoprire in-teressanti aspetti psicologici. Se guar-diamo all'anatomia delle sopraccigliapossiamo notare un'importante diffe-renza sessuale: le sopracciglia dei ma-schi, infatti, sono pi folte di quelle dellefemmine. Un'altra importante diffe-renza, riguardante lo sviluppo, consi-ste nel fatto che le sopracciglia deibambini sono notevolmente menofolte e accentuate di quelle degli adul-ti (Figura 12). L'esagerazione di que-ste differenze ha condotto a molteforme di "miglioramenti".

    Le donne, ad esempio, cercano di au-mentare la loro femminilit assotti-gliando le sopracciglia e riducendonela lunghezza. Per molti secoli le hannorasate, sfoltite strappandone i peli e di-pinte. In tempi recenti la tecnica di sfol-tire le sopracciglia con le pinzette cul-min fra il 1920 e il 1940, quando la"matita per sopracciglia" era presentein ogni borsetta, anche con tonalitdiverse. Dopo avere sfoltito le soprac-ciglia si usava la matita per sottoli-

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    nearne la sottile linea arcuata. Se unadonna pensava che le sue sopraccigliasi trovassero in una posizione inadat-ta, poteva strapparsele del tutto e di-segnarle in una posizione pi confor-me al suo gusto. E interessante notarecome le nuove sopracciglia comparis-sero quasi sempre al di sopra della po-sizione originaria, aumentando in talmodo l'attrattivit del viso e confe-rendogli un'espressione meno "ag-grottata".

    Come sempre avviene, questi stessicanoni che troviamo applicati alla bel-lezza sono stati abbondantemente uti-lizzati nelle arti figurative. Se esami-niamo le raffigurazioni di personaggicelebri susseguitesi nel corso della sto-ria dell'arte, infatti, ci accorgiamo fa-cilmente di quanto spesso gli artistiabbiano idealizzato e migliorato le so-pracciglia dei loro soggetti, disegnan-dole pi sottili, con linee armonica-mente arcuate ed in posizione pi ele-vata rispetto a quella fisiologica. NellaFigura 12 sono presentati alcuni esem-pi, scelti fra innumerevoli altri.

    Riferimenti bibliograficiDUCHENNE DE BOULOGNE G. B. A. (1862),

    Mcanisme de laphysionomit humaine, o analy-sc lctro-physiologique de l'expression dcs pai-

    12 (accanto esotto) - Come mostral'immagine a sinistra,nei bambini le soprac-ciglia sono molto menoaccentuate che negliadulti e in alcuni casiquasi del tutto assenti.Sopracciglia dal trattodelicato sono quindidiventate indice diinnocenza e candore.In tal senso, l'uso dellesopracciglia a scopo diidealizzazione statoampiamente sfruttatodagli artisti, come beneevidenziano il SanMichele di Piero dellaFrancesca (a destra) e(sotto, dall'alto inbasso), l'Anna d'Au-stria di SofonisbaAnguisciola, la ReginaElisabetta di MarcusGheeraerts il Giovane,il James Stuart, Ducadi Richmond e Lennos,di Anthony van Dyck.

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    Marco Costa Ricercatore presso la Facol-t di Psicologia dell'Universit di Bologna,dove si occupa di comunicazione non verba-le, etologia umana, psicologia della musica edell'arte. E Docente di Psicologia Generalepresso l'Accademia Militare di Modena.

    costa(S)psibo. unibo.itPio Enrico Ricci Bitti Professore ordina-rio presso la Facolt di Psicologia dell'Universitdi Bologna. Si occupa di comunicazione nonverbale con particolare riferimento al sorriso,al pianto e alla psicologia della salute. Ha scrit-to La comunicazione come processo sociale (Bolo-gna, II Mulino, 1983) e Moda, relazioni socialie comunicazione (Bologna, Zanichelli, 1995).

    [email protected]