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Articoli Selezionati ENEA 16/11/13 Mattino 3 Intervista ad Andrea Orlando - «Rifiuti, ora mappa del rischio» - Orlando: «Rifiuti, mappa dei rischi per evitare allarmismi infondati» Pappalardo Adolfo 1 16/11/13 Quotidiano della Basilicata 34 Nucleare, arriva la compensazione Corrado Antonio 4 18/11/13 ecodallecitta.it 0 La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti a Roma tra sperimentazioni e laboratori - ECO dalle CITTA' ... 5 18/11/13 unita.it 0 Università, no al declino Walter Tocci 7 19/11/13 casaeclima.com 0 ENEA: GLI EFFETTI DELL'AUMENTO DELLA TEMPERATURA ... 11 19/11/13 Repubblica 10 Scatta subito la spending review darà 32 miliardi in tre anni e per gli statali arriva la mobilità Petrini Roberto 12 19/11/13 ambienteambienti.com 0 Clima, ENEA partecipa alla COP19 ... 16 19/11/13 italiaglobale.it 0 Fra il 2030 e il 2050 la temperatura della Terra aumenterà di 2 gradi ... 17 19/11/13 ilmondo.it 0 A Pompei accordo Soprintendenza-Enea per progetto Villa Misteri ... 18 19/11/13 tecnologiaericerca.com 0 L’ENEA realizza interventi di bio-restauro dei beni culturali grazie a processi biotecnologici ... 19 20/11/13 Messaggero 21 Risparmio, prima risorsa ... 22 20/11/13 Corriere della Sera Italie 11 I pionieri delle città intelligenti Caprara Giovanni 25 20/11/13 Corriere della Sera Italie 11 Ricercatori aerospaziali: la carica dei 30 mila G.C. 27 20/11/13 Tirreno 3 Dal cielo la "bomba d'acqua": in 12 ore la pioggia di sei mesi D'Aprile Annalisa 28 20/11/13 panorama.it 0 Alluvione, parla il geologo: la legge contro il dissesto c'è, ma non è stata applicata ... 30 20/11/13 lastampa.it 0 Antartide, un continente da salvare, anche dai rifiuti ... 32 21/11/13 denaro.it 0 Gas serra, calcolo delle emissioni: Enea lancia il software Co2Mpare ... 33 21/11/13 ilsole24ore.com 0 Europa capofila (e prima vittima) del riscaldamento globale ... 34 22/11/13 Sole 24 Ore 50 Nel 2030 i danni del cattivo clima Rendina Federico 36 22/11/13 Tempo 14 Polizza obbligatoria per le case Così si fronteggia l'emergenza ... 37 ENERGIA E SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE 17/11/13 Stampa 17 "Salvate la Terra dei fuochi" A Napoli migliaia sfilano in corteo Salvati Antonio 38 17/11/13 Il Fatto Quotidiano 10 "Così il fiume dei veleni ucciderà per altri 50 anni" - "I veleni uccideranno ancora per 50 anni" Fierro Enrico 39 17/11/13 Corriere della Sera 32 Quanto pesa sui disastri ambientali la lobby dei combustibili fossili Agnoli Stefano 41 18/11/13 repubblica.it 0 Energia, l'inarrestabile crescita delle fonti rinnovabili e del gas ... 42 18/11/13 Mattino 8 Terra dei fuochi blindata sì del governo all'esercito - Terra dei fuochi arrivano i soldati c'è l'ok del governo Mainiero Paolo 44 19/11/13 Stampa 12 Oltre 70 tornado sull'America - L'America spazzata dai tornado "Le nostre sono case volate via" Mastrolilli Paolo 46 20/11/13 Messaggero 23 Coperto dalle rinnovabili già un terzo dei consumi Corrao Barbara 48 20/11/13 Stampa 6 In un giorno la pioggia di sei mesi - Piogge torrenziali e dissesto, il mix fatale Tozzi Mario 50 21/11/13 Unita' 10 Intervista ad Andrea Orlando - Il ministro Orlando «La lotta al dissesto sarà una priorità» - «La lotta al dissesto idrogeologico diventi una priorità» Pernigotti Daniele 51 21/11/13 Stampa 7 E sui cambiamenti climatici anche l'Ue resta in silenzio Zatterin Marco 52 21/11/13 Stampa 7 Quei 195 Paesi riuniti per non decidere nulla Giannelli Silvia 53 RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA 18/11/13 Sole 24 Ore 22 Cervelli in fuga ma non per la crisi Miraglia Roberta 54 19/11/13 Sole 24 Ore 5 Doppia strategia per incentivare le spese in ricerca Bruno Eugenio 56 21/11/13 Sole 24 Ore 12 Il «brand Italia» perde quota e scende di cinque posizioni Dare un futuro alle start-up - Ci salveranno le «start up» Niessen Bertram 58 NUCLEARE 19/11/13 Stampa 14 A Fukushima comincia la rimozione dell'uranio ... 61 MERCATO DELL'ENERGIA E OPERATORI 20/11/13 Sole 24 Ore 33 Conti: «Serve una politica energetica europea» M.Mou. 62 ATTUALITA' POLITICO ISTITUZIONALE ED ECONOMICA 16/11/13 Sole 24 Ore 3 Ue all'Italia corregga la manovra - Bruxelles all'Italia: conti da correggere Romano Beda 63 19/11/13 Sole 24 Ore 3 Mobilità e riordino dei contratti Colombo Davide 65 20/11/13 Sole 24 Ore 8 Ocse, l'Italia tagli le tasse sul lavoro - «L'emergenza resta, la politica agisca» Picchio Nicoletta 66

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Articoli Selezionati

ENEA16/11/13 Mattino 3 Intervista ad Andrea Orlando - «Rifiuti, ora mappa del rischio» -

Orlando: «Rifiuti, mappa dei rischi per evitare allarmismi infondati»Pappalardo Adolfo 1

16/11/13 Quotidiano dellaBasilicata

34 Nucleare, arriva la compensazione Corrado Antonio 4

18/11/13 ecodallecitta.it 0 La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti a Roma trasperimentazioni e laboratori - ECO dalle CITTA'

... 5

18/11/13 unita.it 0 Università, no al declino Walter Tocci 7

19/11/13 casaeclima.com 0 ENEA: GLI EFFETTI DELL'AUMENTO DELLA TEMPERATURA ... 11

19/11/13 Repubblica 10 Scatta subito la spending review darà 32 miliardi in tre anni e pergli statali arriva la mobilità

Petrini Roberto 12

19/11/13 ambienteambienti.com 0 Clima, ENEA partecipa alla COP19 ... 16

19/11/13 italiaglobale.it 0 Fra il 2030 e il 2050 la temperatura della Terra aumenterà di 2gradi

... 17

19/11/13 ilmondo.it 0 A Pompei accordo Soprintendenza-Enea per progetto Villa Misteri ... 18

19/11/13 tecnologiaericerca.com 0 L’ENEA realizza interventi di bio-restauro dei beni culturali graziea processi biotecnologici

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20/11/13 Messaggero 21 Risparmio, prima risorsa ... 22

20/11/13 Corriere della Sera Italie 11 I pionieri delle città intelligenti Caprara Giovanni 25

20/11/13 Corriere della Sera Italie 11 Ricercatori aerospaziali: la carica dei 30 mila G.C. 27

20/11/13 Tirreno 3 Dal cielo la "bomba d'acqua": in 12 ore la pioggia di sei mesi D'Aprile Annalisa 28

20/11/13 panorama.it 0 Alluvione, parla il geologo: la legge contro il dissesto c'è, ma non èstata applicata

... 30

20/11/13 lastampa.it 0 Antartide, un continente da salvare, anche dai rifiuti ... 32

21/11/13 denaro.it 0 Gas serra, calcolo delle emissioni: Enea lancia il softwareCo2Mpare

... 33

21/11/13 ilsole24ore.com 0 Europa capofila (e prima vittima) del riscaldamento globale ... 34

22/11/13 Sole 24 Ore 50 Nel 2030 i danni del cattivo clima Rendina Federico 36

22/11/13 Tempo 14 Polizza obbligatoria per le case Così si fronteggia l'emergenza ... 37

ENERGIA E SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE17/11/13 Stampa 17 "Salvate la Terra dei fuochi" A Napoli migliaia sfilano in corteo Salvati Antonio 38

17/11/13 Il Fatto Quotidiano 10 "Così il fiume dei veleni ucciderà per altri 50 anni" - "I veleniuccideranno ancora per 50 anni"

Fierro Enrico 39

17/11/13 Corriere della Sera 32 Quanto pesa sui disastri ambientali la lobby dei combustibili fossili Agnoli Stefano 41

18/11/13 repubblica.it 0 Energia, l'inarrestabile crescita delle fonti rinnovabili e del gas ... 42

18/11/13 Mattino 8 Terra dei fuochi blindata sì del governo all'esercito - Terra deifuochi arrivano i soldati c'è l'ok del governo

Mainiero Paolo 44

19/11/13 Stampa 12 Oltre 70 tornado sull'America - L'America spazzata dai tornado "Lenostre sono case volate via"

Mastrolilli Paolo 46

20/11/13 Messaggero 23 Coperto dalle rinnovabili già un terzo dei consumi Corrao Barbara 48

20/11/13 Stampa 6 In un giorno la pioggia di sei mesi - Piogge torrenziali e dissesto, ilmix fatale

Tozzi Mario 50

21/11/13 Unita' 10 Intervista ad Andrea Orlando - Il ministro Orlando «La lotta aldissesto sarà una priorità» - «La lotta al dissesto idrogeologicodiventi una priorità»

Pernigotti Daniele 51

21/11/13 Stampa 7 E sui cambiamenti climatici anche l'Ue resta in silenzio Zatterin Marco 52

21/11/13 Stampa 7 Quei 195 Paesi riuniti per non decidere nulla Giannelli Silvia 53

RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA18/11/13 Sole 24 Ore 22 Cervelli in fuga ma non per la crisi Miraglia Roberta 54

19/11/13 Sole 24 Ore 5 Doppia strategia per incentivare le spese in ricerca Bruno Eugenio 56

21/11/13 Sole 24 Ore 12 Il «brand Italia» perde quota e scende di cinque posizioni Dare unfuturo alle start-up - Ci salveranno le «start up»

Niessen Bertram 58

NUCLEARE19/11/13 Stampa 14 A Fukushima comincia la rimozione dell'uranio ... 61

MERCATO DELL'ENERGIA E OPERATORI20/11/13 Sole 24 Ore 33 Conti: «Serve una politica energetica europea» M.Mou. 62

ATTUALITA' POLITICO ISTITUZIONALE ED ECONOMICA16/11/13 Sole 24 Ore 3 Ue all'Italia corregga la manovra - Bruxelles all'Italia: conti da

correggereRomano Beda 63

19/11/13 Sole 24 Ore 3 Mobilità e riordino dei contratti Colombo Davide 65

20/11/13 Sole 24 Ore 8 Ocse, l'Italia tagli le tasse sul lavoro - «L'emergenza resta, lapolitica agisca»

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Rifiuti > Riduzione

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti a Romatra sperimentazioni e laboratori

Conferenze, laboratori, mercatini e sperimentazioni hanno in comune lo scopo di promuovere laraccolta differenziata: ecco le iniziative romane per la SERR di Giorgia Fanarisabato 16 novembre 2013 01:45

La sperimentazione della raccolta dell'umido nel V Municipio, ilriutilizzo di vecchi occhiali, o laboratori per grandi e piccini nelleBiblioteche romane. Azioni concrete ma anche incontri econferenze. Questi alcuni degli appuntamenti organizzati a Roma edagli altri comuni del Lazio per la Settimana Europea per laRiduzione dei Rifiuti che si svolgerà da sabato 16 a domenica 24novembre. Quest'anno l'evento ha raccolto ben 5399 iniziative, unvero e proprio record.

A Roma si comincia sabato 16 novembre insieme ai bambini, invitati al Centro EducazioneAmbientale Municipio Roma V della Biblioteca Gianni Rodari per “Non buttarmi! C'è qualcuno che habisogno di me!”: verrà esposta una mostra pittorica con multimateriali da riuso a curadell’Associazione Allegramente e ci saranno laboratori di raccolta differenziata e riuso conLegambiente e AMA. Agli studenti delle scuole primarie è invece dedicato l'incontro il concorsonazionale “Immagini per la Terra” organizzato da Green Cross Italia con il Museo Explora e dedicatoquest'anno alle 4 R: riduci, ricicla, riusa e ricrea. Partendo dalle avventure del pinguino di HappyFeet, Roberta Mecozzi, ENEA - Programma nazionale di ricerche in Antartide, condurrà i bambini in unviaggio alla scoperta delle meraviglie del continente bianco, minacciate dalle attività dell’uomo: oggipurtroppo plastica e inquinanti gettati in mare possono arrivare fino ai ghiacci del Polo Sud.

Il V Municipio invece avrà da fare a partire da questa settimana con la sperimentazione dellaraccolta dell'umido: un banco di prova per la raccolta porta a porta che dovrebbe partire nel 2015 mache già ha suscitato dubbi da parte dei cittadini.

Lunedì 18 novembre si terrà nel Municipio Roma XII un'assemblea cittadina per parlare diprevenzione e riduzione dei rifiuti insieme al Presidente e agli assessori competenti.

L' ENEA partecipa alla SERR con il Mercatino D.A.R.E. - Dona, Acquista, Ricicla, Elabora (18 e 22novembre): l'iniziativa consiste nel donare oggetti che si hanno in casa inutilizzati, ma ancora inbuone condizioni (un vaso, una borsa, un accessorio…) o oggetti realizzati da noi recuperandomateriali, che vengono messi in vendita in un mercatino dove poter acquistare, a nostra volta,qualcosa che ci serve. Una nuova modalità di scambio che permette un riuso o un riciclo di materialialtrimenti scartati. Il ricavato della vendita viene devoluto ad organizzazioni, progetti che supportanodiverse problematiche sociali nazionali ed internazionali proposte di volta in volta dalle stessepersone presenti nel luogo di lavoro, con il fine di riattivare collegamenti tra diverse realtà sociali.

Anche gli occhiali inutilizzati con “I tuoi vecchi occhiali non sono un rifiuto” (23 e 24 novembre)possono trovare una nuova vita e possono arrivare fino in Sudafrica dove vengono donati a chi nonpuò permetterseli.

Il 23 novembre il Laboratorio Linfa organizza una tavola rotonda in cui si parlerà di come il riuso deimateriali può diventare cardine di una progettualità che fa economia, produce socializzazione e tutelal'ambiente, la cultura e la competenze.

Si chiude la settimana con il Progetto Possibilmente che il 24 novembre organizza Eco-net! conattività di laboratori di riciclo e riuso, piccole riparazioni di vestiti, biciclette, piccoli elettrodomestici,computer, grande dono permanente, mercatino di vestiti usati per bambini, giochi e laboratori sulriuso creativo per bambini e famiglie, pranzo degli avanzi (piatti tipici contro lo spreco di cibo),esposizioni di oggetti di riciclo e di attività di altre associazioni legate al riciclo, performances.

Tante e interessanti anche le proposte che arrivano dagli altri comuni laziali come Frascati: allamensa del Centro Ricerche ENEA ad esempio la SERR offre spunto per abolire l'uso di piatti e

L'italiano nonmangia il ciboscaduto, losvedese sì?Dal sondaggioEurobarometroemergono grossedifferenze dei popolieuropei verso il cibo oltrela data di scadenzaetichettata. Perché gliitaliani sono più propensia buttare il cibo appenascaduto?

Siamo più irrazionali etimorosi

Ci teniamo a mangiaremeglio

Siamo più spreconi Abbiamo più ragioni per

diffidare dell'industriaalimentare

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lunedì 18 novembre 2013

RASSEGNA WEB ecodallecitta.it Data Pubblicazione: 18/11/2013

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L'economiacircolare è donnadi Silvia Riccidel 19 settembre 2013

bicchieri di plastica (in numero stimato di 1.000 al giorno) al posto dei quali verranno utilizzati teglie,posateria e pentolame vario, piatti di porcellana e bicchieri di vetro.

Il comune di Fiumicino invece avrà un occhi di riguardo per gli anziani che hanno maggiori difficoltànel comprendere le regole per la raccolta differenziata: saranno distribuite schede di ausilio alle"buone maniere" per differenziare e verranno proiettati video sul tema della tutela dell'ambiente conspecifico riguardo ai rifiuti (20, 21 e 22 novembre).

Per tutte le altre iniziative nel Lazio visita il sito menorifiuti.org

Leggi anche: Al via la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2013

Scarti preziosi: il Municipio Roma V prova a raccogliere l'umido

Rifiuti, la raccolta dell'umido nel Municipio V parte con i primi dubbi: "Quali sacchetti uso?"

RASSEGNA WEB ecodallecitta.it Data Pubblicazione: 18/11/2013

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Data:2013-11-15

su Avanti c'è postoAutore: Walter Tocci

Tags : politica - anni - governo - parte - legge - politico - crisi - paese - giovani - europa

Università, no al declino

Quando si è deciso di chiudere le università meridionali? Forse ho perso una seduta del Parlamentoma non ricordo una legge che abbia preso tale decisione. Eppure molte politiche, più o menoconsapevoli, aggravano lo squilibrio nazionale:

a) Il calo delle immatricolazioni dell’ultimo decennio è concentrato per metà al Sud. Nella ripartizionenazionale gli atenei meridionali raccoglievano il 35% delle domande, poco meno di quelli settentrionaliattestati al 39%. Oggi il distacco si è triplicato poiché i primi sono diminuiti al 31% mentre i secondisono saliti al 45%.b) Gli studenti migliori sono incoraggiati a emigrare poiché il decreto del Fare ha istituito una borsa distudio aggiuntiva a quella ordinaria proprio per chi lascia la propria regione di residenza.c) Diminuisce il numero dei professori a causa del recente decreto che quasi azzera il turn over al Sudmentre mantiene in parte o aumenta le cattedre al Nord.d) I tagli ai finanziamenti si fanno sentire soprattutto al Sud a causa di una malintesa applicazione delcosì detto fondo premiale.Questi processi colpiscono le fondamenta del sistema universitario e sottraggono al Mezzogiorno igiovani più istruiti e più brillanti. Se non si inverte la tendenza la frattura del Paese si aggraverà. C’èanche una certa schizofrenia in questa politica. Infatti, con i fondi strutturali europei si è finanziata laricerca universitaria al Sud per circa 100 milioni l’anno nel periodo 2007-20014 – con risultati miglioririspetto ad altre voci di investimento – ma nel contempo si sono indebolite le strutture che dovevanogestire queste risorse. È il difetto dell’approccio italiano che utilizza i fondi straordinari europei insostituzione di quelli ordinari, perdendo in efficacia e continuità dell’investimento. Non ha senso ridurrei ricercatori e gli studenti proprio nei territori che ricevono più fondi per la ricerca.Eppure nessuno sembra responsabile di tali incongruenze. L’acqua va dove trova la strada. Atracciarla è un insieme amorfo di regolette, di tagli e di inadempienze giustificate da neutrali esigenzetecniche, mentre sono il frutto di politiche sbagliate che vanno avanti nel conformismo diffuso nelmondo politico e accademico, senza una valutazione degli effetti. Questi sono devastanti al Sud, comesi è detto, ma costituiscono la punta dell’iceberg. A pagarne lo scotto è l’intero sistema universitarionazionale. Quelle regolette hanno creato l’illusione o la rassegnazione che una parte del paese possasalvarsi da sola. Così anche all’interno dell’accademia si è smarrita la solidarietà e ciascuno cerca una

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propria soluzione navigando nei rivoli sempre più discrezionali o emergenziali dei finanziamenti pubblici.Ma le diverse componenti del sistema rischiano di fare la fine dei polli di Renzo se insieme nonreagiscono al mainstream della politica universitaria degli ultimi anni.I quattro punti iniziali allora non rappresentano solo le emergenze degli atenei meridionali ma sono isintomi di una crisi generale. Dal mondo politico e accademico dovrebbe levarsi un appello unitario:non si può accettare il declino dell’università e della ricerca.

La questione sociale.Il calo delle immatricolazioni è accentuato al sud ma è grave anche a livello nazionale: meno 20% perun paese che ha pochi laureati rispetto all’Europa dovrebbe essere un campanello di allarme. Significache sotto i colpi della crisi economica tanti giovani e famiglie anche del ceto medio impoverito hannoperso fiducia nell’alta formazione o non ce la fanno a sostenere gli studi. La difficoltà di trovare lavoro,le scarse retribuzioni e una certa campagna di destra sulla cultura che non si mangia hanno dissuasofasce ampie di ceti meno abbienti. Si è riaperta una questione sociale nell’accesso alla conoscenza.Ma l’establishment politico-mediatico è riuscito a deviare l’attenzione dal problema alzando il polveronedella meritocrazia. D’altronde alzare il vertice del triangolo costa poco e si racconta bene ai mediaanche se la base del triangolo scende sempre più in basso. Così è diventato prioritario il fondo per ilmerito della Gelmini che era un tentativo di dare il sussidio anche ai figli delle famiglie agiate.Nel frattempo aumentano gli studenti meritevoli e a basso reddito che hanno diritto alla borsa di studioma non la ottengono per carenza di fondi. Il caso italiano è unico in Europa: dal 2006 in Francia,Germania e anche in Spagna (+59%) è aumentato il numero di borsisti, da noi si è ridotto (-22%). Lostanziamento per il diritto allo studio in legge di stabilità continua ad essere insufficiente e conl’emendamento del Pd cerchiamo di riportarlo a livelli che aveva qualche anno fa.

Meno università più burocraziaL’attacco più grave al sistema universitario è ormai condotto con l’arma del blocco del turn over. C’è unvero accanimento ministeriale che ha portato all’approvazione di una decina di norme, quasi una ognisei mesi, con una complicazione burocratica che neppure gli autori ministeriali riescono più a dirimere esoprattutto con effetti devastanti. (Luciano Modica ha raccontato questa bulimia normativa neldocumento allegato).Il rimpicciolimento dell’università è arrivato già a metà dell’opera. Negli ultimi cinque anni i professorisono diminuiti di diecimila unità e la dinamica proseguirebbe allo stesso ritmo con le regole previstedalla legge di Stabilità. Nel decennio 2008-2018 avremmo una riduzione complessiva di circa ventimilaunità – un docente su tre – con una radicale riduzione dell’offerta didattica e della qualità della ricerca.Abbiamo presentato diversi emendamenti per eliminare o almeno attenuare il blocco del turn over sianell’università sia negli enti.Su questo punto bisogna chiarire un equivoco creato ad arte dal Ministero dell’Economia. Il blocco delturn over non è finalizzato a impedire sforamenti della spesa pubblica, ma solo a ridurla senza farerumore. Infatti, l’eventuale decisione di un ateneo di assumere un professore non comporta uncorrispondente aumento del finanziamento statale. Da vent’anni, con la L. 537/1139, il Fondo FFO non è più obbligato alla copertura delle spese di personale delle università per il semplice motivo chela competenza sugli stipendi è stata trasferita dal Ministero ai bilanci degli atenei. Lo stanziamentoprevisto in FFO, quindi, non può essere superato dalle decisioni di politica del personale a livellolocale. Ovviamente, se poi l’organo di governo dell’ateneo non rispetta il budget assegnato e assumeprofessori senza disporre delle risorse necessarie compie una scelta illegittima di cui pagheràinevitabilmente le conseguenze, incorrendo nelle procedure di “warning” che possono condurre perfinoal commissariamento.Le leggi attuali garantiscono quindi la separazione delle decisioni di bilancio tra gli atenei e lo Stato. Insostanza, quando Governo e Parlamento fissano la quota di FFO pongono un vincolo finanziarioinsuperabile e non sarebbero quindi necessari ulteriori vincoli al turn-over. L’attuale legge di stabilitàprosegue su questa strada con la proroga del blocco parziale del turn over fino al 2018, determinandouna riduzione di risorse per I prossimi anni.Rimane vigente inoltre la metà del taglio di 300 milioni apportato dal governo Monti a dicembre 2012. Ilpresidente Letta il giorno dell’insediamento ha detto che si sarebbe dimesso se fosse stato costretto atagliare la ricerca e credo che voglia continuare il più a lungo possibile il suo mandato. Confido quindiin un ripensamento.Per adesso si è aggiunta la beffa del decreto di riparto delle poche nuove cattedre in sostituzione dellemolte lasciate vuote dai pensionamenti, presentato come premio agli atenei virtuosi. La grancassa

Università, no al declino

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mediatica annuncia il trionfo della meritocrazia raccontando clamorose bugie. Il riparto non dipendeaffatto dalla qualità scientifica degli atenei ma dalle loro scelte finanziarie e in modo particolaredall’aumento delle tasse universitarie e dai finanziamenti ricevuti dalle imprese. Entrambi i criteripenalizzano gli atenei meridionali che vengono così stretti in una morsa: o aumentano le tasseperdendo ulteriori immatricolazioni oppure confermano l’attuale tassazione perdendo posti per iprofessori. Queste regole sono state introdotte dal ministro Profumo con un decreto legislativo del2012 che, mi preme ricordarlo, ricevette il voto contrario del Pd alla Camera. L’attuazione haconfermato purtroppo le nostre previsioni più pessimistiche. Per questo motivo abbiamo presentatoemendamenti soppressivi delle regole di riparto.

Do you remember tenure track?Per sopperire ai ventimila professori mancanti si provvede con circa ventimila assegnisti di ricerca.Questi giovani contribuiscono al funzionamento dell’università senza godere di alcun diritto e senzapossibilità di ottenere il riconoscimento dei propri meriti.Eppure, la legge Gelmini aveva promesso di risolvere questo problema introducendo la figura delricercatore “tenure track” che sarebbe andato in cattedra entro un tempo stabilito se avesse ottenuto irisultati scientifici previsti. E’ stato un fallimento, solo una cinquantina di contratti sono stati attivati,perché sono rimaste disponibili altre modalità ben più precarie e sottopagate che vengono privilegiatedagli atenei a causa dei tagli dei finanziamenti. Analoga sorte ha avuto la procedura delle abilitazioniper i concorsi che dopo tre anni ancora non vede la luce, producendo un blocco totale degli accessialla docenza. E, come se non bastasse, è stato messo a esaurimento il ruolo dei ricercatori universitariche avevano fino a quel momento garantito una parte cospicua della didattica e oggi attendono leinterminabili abilitazioni per essere riconosciuti come docenti. E’ una sequela di insuccessi, senzaparagoni nella pur travagliata legislazione italiana, che furono tutti previsti da noi oppositori della legge,come si può verificare negli atti di quel dibattito parlamentare. La legge Gelmini è ormai un modello dicome non si devono fare le riforme. L’establishment accademico che tanto si è speso per la suaapprovazione oggi fa finta di niente e si nasconde in un silenzio pieno di imbarazzo e ipocrisia.La cancellazione graduale di quelle norme è ormai necessaria per allentare il cappio che rischia disoffocare il sistema universitario. In tale direzione i nostri emendamenti eliminano la congerie diassegni, contrattini, incarichi non retribuiti utilizzando per queste attività solo il contratto a termine eincentivando il ricorso alla ”tenure” per i giovani precari. Poi si dovranno riattivare i concorsi,superando i blocchi del turn over, assumendo una cadenza regolare dei bandi che assomigli al motodei pianeti, come ci suggeriscono gli astronomi.Ancora più paradossale la situazione degli Enti di ricerca – non solo quelli Miur, anche l’Istat, Ispra,ENEA , Isfol ecc. – che avevano introdotto la tenure track addirittura nei propri contratti di lavoro eavrebbero anche le risorse disponibili, ma vengono bloccati dal decreto D’Alia, rischiando di espelleremigliaia di giovani ricercatori. I nostri emendamenti intendono restituire agli Enti la politica delpersonalle sottraendola alle burocrazie ministeriali.

Valutare per crescere o per tagliareLa valutazione dei risultati scientifici dovrebbe servire a migliorare la qualità del sistema universitario einvece viene utilizzata per impoverirlo. Il magico fondo premiale dovrebbe stanziare risorse per laricerca in aggiunta alla dotazione ordinaria e invece è ricavato da un taglio dei fondi per la spesa delpersonale. Di conseguenza, gli atenei migliori non ottengono alcun sostegno per l’attività scientifica dicui hanno ottenuto il riconoscimento, ma vengono “premiati” solo da un minore taglio. Al contrario,l’ateneo che si trova in basso nella graduatoria del VQR ottiene una drastica riduzione di finanziamentiche certo non consentirà di migliorare le posizioni nell’anno successivo, provocando ulteriori tagli inuna spirale negativa fino alla cancellazione di laboratori e dipartimenti soprattutto nel Mezzogiorno. Apagarne le conseguenze saranno studenti e giovani ricercatori che non hanno alcuna responsabilitànella gestione degli atenei medesimi.Questo modo distruttivo di fare politica universitaria è ormai entrato nel senso comune e neppuresuscita adeguate reazioni, ma in altri campi verrebbe considerato demenziale. Un sindaco verrebbepreso per pazzo se dopo aver effettuato un monitoraggio dell’acquedotto decidesse di eliminare invecedi manutenere le condutture che perdono acqua e lasciasse interi quartieri a secco. Allo stesso modonon si possono lasciare a secco di conoscenza parti significative del paese. Bisognerà capire le causedei risultati non brillanti di quegli atenei e aiutarli con interventi mirati e ben controllati per ottenererisultati migliori negli anni successivi. La valutazione non è una clava, ma una guida per migliorare laqualità dell’intero sistema universitario nazionale.

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Una via d’uscita dal PorcellumAutore: Gianfranco Pasquino su Avostrainsaputa

Lo Stato senza ricercaE’ passata poi quasi inosservata la cancellazione dei bandi di ricerca Prin nel 2013. Ancora una volta loStato italiano, unico in Europa, viene meno al suo compito di promuovere la ricerca universitaria. Nelfrattempo il fondo degli Enti di ricerca (FOE) continua a subire tagli indiretti stornando le risorse peraltre finalità. I sapientoni del Ministero dell’Economia lo chiamano risparmio, ma è un grande spreco dirisorse pubbliche. Non ha senso spendere circa otto miliardi per tenere aperte le università e gli Enti epoi non metterne a frutto le capacità di ricerca. Ai tempi del governo dell’Ulivo il Prin disponeva di unfinanziamento cinque volte l’attuale e otteneva apprezzamenti dalle riviste internazionali per la qualitàdelle procedure di peer review. Poi è andata sempre peggio, già nel 2009 Tremonti saccheggiò i 300milioni di euro stanziati da Prodi appena due anni prima, le risorse sono diminuite ma in compensosono aumentate le burocrazie, fino alle procedure da Gosplan inventate da Profumo.Se il governo non troverà risorse aggiuntive per il Prin saremo costretti a chiedere un riequilibrio conaltre voci di finanziamento. Visto che nell’anno in corso non si è avuto scrupolo di cancellare la ricercapubblica vuol dire che l’anno prossimo chiederemo un sacrificio alla ricerca privata spostando ifinanziamenti del Far a favore del Prin. La pausa offrirebbe l’occasione per capire come sono statispesi i soldi del Far in passato. La questione è oggi all’esame della Magistratura per gli aspetti penali,ma se ne dovrebbe trarre soprattutto una valutazione scientifica e di efficacia economica. Il compitopotrebbe essere affidato all’Anvur che non dovrebbe occuparsi solo di università ma anche deifinanziamenti statali alla ricerca privata. D’altro canto questo riequilibrio di risorse del First è quantomai necessario poiché se venisse a mancare la conoscenza fondamentale verrebbe meno anche lalinfa per l’innovazione tecnologica.Su questi indirizzi generali si svolge in queste ore la nostra attività emendativa. Non sappiamo cosariusciremo a modificare, ma vi informeremo degli esiti del confronto in corso al Senato.

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ENEA : GLI EFFETTIDELL'AUMENTO DELLATEMPERATURATra il 2030 e il 2050 la temperatura terrestre potrebbe aumentare di 2°C. Quali sarannole conseguenze?

L''Europa si è data l'ambizioso obiettivo dicontribuire al contenimento delriscaldamento globale entro i 2°C, rispettoai livelli preindustriali. Ma quandoraggiungeremo la soglia di 2°C, qualiopzioni di adattamento abbiamo adisposizione e quali saranno leconseguenze nelle aree più vulnerabili delpianeta? Il Progetto europeo IMPACT2C stalavorando per dare risposte a questi

interrogativi, contribuendo con valutazioni scientifiche al dibattito sulla strategia europeadi contenimento del riscaldamento globale.

IL PROGETTO. Finanziato dalla Commissione europea e composto da un team diesperti di 30 centri di ricerca internazionali, il progetto utilizza gli ultimi scenari dicambiamento climatico per valutare gli impatti, le vulnerabilità, i rischi e i possibilicosti/benefici su scala paneuropea, integrando in un unico quadro logico vari settori(energia, infrastrutture, effetti sulle coste, agricoltura, ecosistemi, salute e qualitàdell'aria). Inoltre, IMPACT2C valuta nello specifico l'impatto dei cambiamenti climaticinelle aree più vulnerabili del pianeta (Africa sub-sahariana, Maldive e Bangladesh).

IL DIBATTITO: POSSIBILI CONSEGUENZE. Partecipa al coordinamento del progettoanche ENEA che nei giorni scorsi ha ospitato un dibattito sul contributo scientifico cheIMPACT2C porterà alla 19ma Conferenza delle Parti (COP19), lo strumento adottatodurante la Conferenza di Kyoto per la negoziazione dei meccanismi di mitigazione deicambiamenti climatici. L'obiettivo principale di COP19 è di preparare le basi per lenegoziazioni sulle misure di mitigazione previste per il 2015.

Dal dibattito tenutosi a Roma è emerso che "tra il 2030 e il 2050 la temperatura dellaTerra potrebbe aumentare di 2°C, rispetto ai livelli dell'epoca pre-industriale, ma inEuropa questa soglia potrebbe essere superata molto prima”. E' quanto dichiarato dadichiarato Paolo Ruti, responsabile del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impattidell’ ENEA , che ha poi aggiunto: "L’impatto sarà diverso tra Nord e Sud dell’Europa:avremo dei periodi di siccità più forti e intensi in estate nella fascia mediterranea, mentreassisteremo a un aumento delle precipitazioni in inverno in Scandinavia e nelle isolebritanniche”.

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Clima, ENEA e i cambiamenti climatici del COP19

Festival dell’Energia, un bilancio ok

Clima, ENEA ENEA partecipa alla COP19.

di Giuseppe Lavopa pubblicato il 18 novembre 2013

ENEA , agenzia italiana per l’ambiente e lo svilupposostenibile, ha preso parte alla 19^ Conferenza delleParti (COP19), il summit dell’ONU sul clima in corsoa Varsavia fino al 22 novembre.

Paolo Ruti (foto), responsabile del Laboratorio diModellistica Climatica e Impatti dell’ ENEA , hapresentato il progetto IMPACT2C. «L’obiettivo è dareinformazioni utili a chi deve pianificare e gestire ilterritorio. L’Europa dovrebbe creare una lista di priorità

sulla base dei problemi che conosciamo e che dovremo affrontare nei prossimi anni».

Gli impatti climatici saranno diversi a seconda dei territori, ovvero tra Nord e Sud Europa. Gli esperti checollaborano all’IMPACT2C stanno valutando strategie di pianificazione territoriale, per fronteggiare in manieraadeguata e sostenibile il cambiamento climatico.

Paul Watkiss, consulente della Commissione europea e di altri organismi nazionali per la valutazione dei costiconnessi con i cambiamenti climatici, ha portato l’esempio di Londra. «Esiste il rischio dell’aumento deglieventi estremi e dell’innalzamento delle acque. Se da una parte è vero che non vi sono risorse economiche perrealizzare specifiche strutture che contrastino questi fenomeni (come ad esempio barriere lungo la costa) èanche vero che è d’obbligo iniziare a pensare a questi problemi nel momento in cui si andrà a progettarel’urbanistica della città».

Ha aggiunto la coordinatrice di IMPACT2C Daniela Jacob: «Tra gli obiettivi del progetto rientra anchel’individuazione delle aree europee impreparate al cambiamento climatico, perché finora non hanno maidovuto fronteggiare eventi climatici estremi». Jacob è stata anche vicedirettrice del Climate Service Centre diAmburgo e co-autrice del 5° Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change(IPCC).

Nel corso della presentazione di IMPACT2C sono stati analizzati anche i fenomeni climatici estremi, come iltifone che ha colpito di recente le Filippine. «Difficile stabilire una correlazione certa tra i cambiamenti climaticie lo scatenarsi di tifoni come quello che si è abbattuto sulle Filippine. Non esistono parametri certi percorrelare questo fenomeno al cambiamento climatico. Ciò che è certo, però, è che tali fenomeni evidenzianoun’estrema vulnerabilità della nostra società», ha dichiarato Robert Vautard, ricercatore del Centre nationalde la recherche scientifique (CNRS) ed esperto delle relazioni fra clima e qualità dell’aria.Q u e s t a v o c e è s t a t a p u b b l i c a t a i n News e t a g g a t a c o m e clima, COP19, ENEA , IMPACT2C. A g g i u n g i a is e g n a l i b r i i l permalink.

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Paolo Ruti

18 nov 2013

Fra il 2030 e il 2050 la temperatura della Terra aumenterà di 2 gradi

“Tra il 2030 e il 2050 la temperatura della Terra potrebbeaumentare di 2°C, rispetto ai livelli dell’epoca pre-industriale,ma in Europa questa soglia potrebbe essere superata moltoprima”, ha dichiarato Paolo Ruti, responsabile del Laboratoriodi Modellistica Climatica e Impatti dell’ ENEA , nel corso dellapresentazione a Roma del progetto europeo sull’impatto delriscaldamento globale, IMPACT2C. L’illustrazione di questoprogetto presso l’ ENEA segue quella che ha avuto luogo alla19a Conferenza delle Parti (COP19), il summit dell’ONU sulclima in corso a Varsavia fino al 22 novembre.

“L’impatto sarà diverso tra Nord e Sud dell’Europa: avremo deiperiodi di siccità più forti e intensi in estate nella fasciamediterranea, mentre assisteremo a un aumento delleprecipitazioni in inverno in Scandinavia e nelle isole

britanniche”, prosegue Ruti.Anche l’impatto delle emissioni di anidride carbonica nell’ atmosfera sarà diverso tra Sud e Nord Europa. “La CO2 è ancheun fertilizzante, dunque nel Nord Europa alcune produzioni agricole saranno paradossalmente favorite, mentre il Sud avràdei problemi con le coltivazioni estive per l’aumento dei giorni di siccità e per le temperature elevate. In Italia, la produzioneagricola ne risentirà soprattutto per l’aspetto qualitativo”, sottolinea Ruti“Obiettivo del progetto IMPACT2C è dare informazioni utili a chi deve pianificare e gestire il territorio. L’Europa dovrebbecreare una lista di priorità sulla base dei problemi che conosciamo e che dovremo affrontare nei prossimi anni. Nelprogettare nuove infrastrutture, dobbiamo iniziare a pensare ai problemi climatici. A Londra, ad esempio, esiste il rischiodell’aumento degli eventi estremi e dell’innalzamento delle acque. Se da una parte è vero che non vi sono risorseeconomiche per realizzare specifiche strutture che contrastino questi fenomeni, come ad esempio barriere lungo la costa, èanche vero che è d’obbligo iniziare a pensare a questi problemi nel momento in cui si andrà a progettare l’urbanistica dellacittà”, dichiara Paul Watkiss, consulente della Commissione europea e di altri organismi nazionali per la valutazione deicosti connessi con i cambiamenti climatici.

“Dalla COP19 ci attendiamo che la politica sia più attenta agli investimenti nell’ambito dell’adattamento al cambiamentoclimatico. Auspichiamo che a livello europeo vengano approvate norme che favoriscano la creazione di tecnologie utili adarginare gli effetti dei fenomeni causati dal cambiamento climatico. Quelli che a prima vista appaiono come costi sonospesso investimenti con ampie ricadute economiche e occupazionali. Ci sono alcuni esempi interessanti: dopo l’ondata dicalore del 2003, ad esempio in Francia sono state costruite nuove stazioni ferroviarie che riducono i disagi durante legiornate più calde”, aggiunge Ruti“Tra gli obiettivi del progetto IMPACT2C rientra anche l’individuazione delle aree europee impreparate al cambiamentoclimatico, perché finora non hanno mai dovuto fronteggiare eventi climatici estremi, come ad esempio in Germania laregione a nord di Berlino”, dichiara Daniela Jacob, coordinatrice del progetto IMPACT2C, vicedirettrice del Climate ServiceCentre di Amburgo e co-autrice del 5° Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Nel corso della presentazione di IMPACT2C sono stati analizzati anche i fenomeni climatici estremi, come il tifone che hacolpito di recente le Filippine. “Difficile stabilire una correlazione certa tra i cambiamenti climatici e lo scatenarsi di tifonicome quello che si è abbattuto sulle Filippine. Non esistono parametri certi per correlare questo fenomeno al cambiamentoclimatico. Ciò che è certo, però, è che tali fenomeni evidenziano un’estrema vulnerabilità della nostra società”, ha dichiaratoRobert Vautard, ricercatore del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) ed esperto delle relazioni fra clima equalità dell’aria.

Categoria: Attualità, Scienze&Tecnologia | Tag: Fra il 2030 e il 2050 la temperatura della Terra aumenterà di 2 gradi

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Il Mondo

IL MONDO / attualita / 18 Novembre 2013

A Pompei accordo Soprintendenza- ENEA per progettoVilla MisteriUtile a progettazione interventi per copertura edificio

Napoli, 18 nov. Collaborazione tra ENEA e Soprintendenza speciale per i Beniarcheologici di Napoli e Pompei per attività tecnico-scientifiche propedeutichealla progettazione di interventi sulle coperture della Villa dei Misteri, una delleopere più ammirate e visitate degli Scavi di Pompei. Una domus che prende ilnome dall'affresco che decora la sua sala più famosa, realizzato da un artistasconosciuto, che raffigura le fasi di un rituale misterico. Le opere pittorichedell'edificio sono recentemente tornate al loro splendore grazie a un importanteintervento di restauro che ha interessato tutti gli apparati decorativi della Villa.Le strutture murarie originarie, risalenti al II secolo a.C., sono attualmenteprotette da una serie di coperture moderne realizzate dal secondo dopoguerra.Nel settembre 2012, però, il crollo di una trave lignea ammalorata ha resonecessario chiudere al pubblico gran parte della Villa, in attesa dellenecessarie verifiche di sicurezza. Proprio per avviare la progettazione di futuriinterventi sulle coperture, la Soprintendenza si è rivolta all' ENEA per stipulareuna convenzione. (segue)

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ASTRONOMIA AUTO BANDI BENI CULTURALI ENERGIA EVENTI INFORMATICA MATERIALI AVANZATI MEDICINANORME PROGETTI RISPARMIA I TUOI SOLDI SCIENZA SCOPERTE SOSTENIBILITÀ TECNOLOGIA

L’ ENEA realizza interventi di bio-restauro deibeni culturali grazie a processi biotecnologici

La microbiologia sta assumendo un ruolo sempre piùimportante nel settore dei beni culturali, per lo studiodel deterioramento delle opere d’arte causato da microrganismi, ma soprattutto per il biorestauro, ovvero l’impiego di microrganismi e dei loro prodotti comesupporto o alternativa ai tradizionali metodi di restauro,quando essi si rivelino inefficaci o pericolosi per la salutedegli operatori e per l’integrità dell’opera

Il laboratorio di Microbiologia Ambientale e biotecnologie microbiche dell’ ENEA ha sviluppato unprocesso biotecnologico che consente la rimozione da opere d’arte o pitture murali di depositiorganici e inorganici, anche stratificati. Per queste applicazioni vengono utilizzati degli specifici ceppibatterici, selezionati tra i ceppi che fanno parte della collezione di laboratorio, denominata “ ENEA -Lilith”,costituita da circa 500 ceppi spontanei con caratteristiche di interesse biotecnologico.

Le attività di ricerca si sono concentrate sulla rimozione di film anneriti di gommalacca da pitture murali, sullarimozione di colle animali invecchiate da materiale cartaceo e, ultimamente, sulla biopulitura di depositi dadipinti murali delle logge di Casina Farnese, narranti la leggenda di Ercole e Caco, nel sito archeologico del

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dipinti murali delle logge di Casina Farnese, narranti la leggenda di Ercole e Caco, nel sito archeologico delColle Palatino a Roma. In particolare l’esperienza sviluppata in questa occasione, su invito dei restauratoriimpegnati nel restauro, che avevano trovato difficoltà a rimuovere alcuni depositi con i metodi abituali, ha portatoallo sviluppo di un brevetto ENEA .

La biopulitura è stata effettuata utilizzando batteri non patogeni e asporigeni (batteri che non producono formelatenti di sopravvivenza, come le spore) selezionati dalla collezione ENEA . Dopo la fase di laboratorio, laprocedura è stata applicata, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma econ restauratori del cantiere delle logge di Casina Farnese, in situ.

La ricercatrice Anna Rosa Sprocati, responsabile dell’attività, evidenzia: “I risultati conseguiti sui dipinti muralidella Casina Farnese dimostrano che è possibile pulire selettivamente diversi livelli di depositi applicando insuccessione differenti microrganismi, secondo la specifica capacità metabolica richiesta. In questo modo sonostati disvelati strati pittorici sottostanti e interventi di restauro passati. La procedura non pone condizionioperative restrittive, è priva di prodotti tossici e quindi è sicura per gli operatori, le opere d’arte e l’ambiente”. –Continua Anna Rosa Sprocati -: “Questo brevetto e le attività che abbiamo realizzato sono tappe di un percorsoscientifico che dimostra come le conoscenze prodotte dalla ricerca, interessando diversi settori di applicazione,possono portare allo sviluppo di tecniche a volte inattese. Ad esempio i ceppi batterici impiegati, parte integrantedel nostro brevetto, provenienti da miniere di Italia e Polonia o da tombe etrusche, erano stati selezionati inorigine per caratteristiche metaboliche che li rendevano adatti ad altre finalità, come l’impiego nel risanamento diambienti di miniera.”

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Home - Scienza - Alluvione, parla il geologo: la legge contro il dissesto c'è, ma non è stata applicata

19-11-2013 12:11 Tweet

TAG: ALLUVIONE DISSESTO IDROGEOLOGICO ENEA SARDEGNA FOTOGALLERY

Sardegna: la devastantefuria dell'acqua

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di Marta Buonadonna

La Sardegna è una regione particolarmente a rischio? Unastima recente parla dell'81% dei Comuni dell'isola a rischiodi dissesto idrogeologico.Tutto il territorio italiano è esposto a questo rischio. Aver costruitosenza criterio e non aver saputo pianificare e prevedere i rischi haportato a questo. Non possiamo dire che esiste una zona delpaese esente da questo tipo di rischio.

I cambiamenti climatici hanno un ruolo determinante?Sicuramente nell'ultimo decennio stiamo assistendo a unaestremizzazione degli eventi climatici: si stanno verificando conuna certa frequenza eventi che prima avevano tempi di ritornomolto lunghi. Infatti in pratica ogni anno assistiamo a un'alluvionee non si salva nessuna zona: un anno al nord, un anno al Sud...

Cosa andrebbe fatto?Basterebbe applicare la legge 183/1989 sulla difesa del suolo,una legge cardine che ha determinano una svolta nellaconsapevolezza di certe problematiche in Italia. Da allora c'è statal'attivazione di servizi a livello regionale e abbiamo finalmente unaconoscenza piena del territorio. Quindi ormai conosciamo bene irischi, ma per quel che riguarda ciò che va fatto per fronteggiarele emergenze e prevenire i danni la legge è rimasta inapplicata.

Alluvione, parla il geologo: la legge contro ildissesto c'è, ma non è stata applicataIl ciclone che ha messo in ginocchio la Sardegna ha fatto danni che sono dovuti al dissestoidrogeologico del territorio. Panorama.it ha intervistato Sergio Grauso, geologo dell' ENEA

Il ponte di Oliena (in Provincia di Nuoro) crollato a causa del violento nubifragio Credits: ANSA/MASSIMO LOCCI

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Alluvione in Sardegna, diretta:16 morti e due dispersi. Ilprimo elenco delle vittime

Cosa prevedeva la legge?Molte cose. L'attivazione di contratti di assicurazione per lacopertura di certi rischi, la delocalizzazione con la previsione diindennizzi ai privati. In pratica si prevedeva lo spostamenti diedifici e infrastrutture, con una certa selezione fatta in base allivello di rischio e al valore in termini di beni coinvolti e di viteumane. C'è stata poi anche un'indagine conoscitiva effettuata nel1998 dal Senato per verificare l'applicazione della legge a distanza di 10 anni dalla quale emergevache, soprattutto in certe zone, molte parti della legge sono rimaste inapplicate anche per interessicriminali.

La colpa è quindi di una pianificazione urbanistica sbagliata e di una mancata correzionedel tiro?L'italiano del passato aveva molto più giudizio nel costruire, non a caso i vecchi centri abitati sonocollocati in zone meno esposte al pericolo. Le antiche mura si fermavano sul ciglio delle scarpate,considerate un limite invalicabile. Ma a partire dal dopoguerra quel limite si è superato. Unitamentealla criminalità e all'abitudine di costruire al di fuori delle regole, il superamento di questo limitenaturale ci ha portato a situazioni molto esposte alla pericolosità naturale del territorio. E' normale cheavvengano le frane, fanno parte dell'evoluzione del paesaggio. Le frane diventano disastro quando siè costruito dove non si doveva.

Con il cambiamento climatico cosa dobbiamo aspettarci?Disastri di questa portata saranno più frequenti. I climatologi stanno studiando il processo dicambiamento e mettendo a punto modelli di previsione; di conseguenza i geologi possono rivedere itempi di ritorno di certi fenomeni. Si arriverà sul fronte della ricerca a risultati utili. Il problema peròsarà sempre la necessità di impiegare ingenti capitali per cercare di mitigare l'effetto di questifenomeni. Noi geologi abbiamo sempre affermato che dopo tutto intervenire in questi termini significaanche rilanciare l'economia, rimettere in moto le imprese del campo edile. E poi curare costa molto dipiù che prevenire, ma in Italia purtroppo non abbiamo la lungimiranza di spendere oggiapparentemente senza motivo. Non capiamo che in realtà è per non dover pagare domani un prezzomolto più alto, anche in termini di vite umane.

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Antartide, un continente da salvare, anche dairifiutiGreen Cross ed ENEA per la Settimanaeuropea riduzione rifiutiROMARoma, 20 nov. (TMNews) - Le bugie hanno legambe corte, i rifiuti no. Quando gettiamo via unacosa, se non viene correttamente smaltita o riciclata,può inquinare l'aria, la terra o ancora finire in acqua e,sospinta dal vento e dalle onde, viaggiare perchilometri, fare il giro del mondo, attraversare glioceani. Fino a raggiungere territori lontani eincontaminati e approdare al largo delle costedell'Antartide. A difesa del continente bianco, semprepiù assediato dal nostro inquinamento, si schieranol'associazione ambientalista Green Cross Italia e iricercatori dell' ENEA che il 21 novembre spiegheranno a oltre 100 studenti delle scuole primarie e secondarie dellacapitale il ruolo delle regioni polari e l'importanza della riduzione e del riciclo dei rifiuti.Patrocinato da Roma Capitale, l'evento "Antartide: un continente da salvaguardare" che si terrà a Explora, il Museodei Bambini di Roma, si inserisce nell'ambito della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che quest'anno sisvolge dal 16 al 24 novembre con ben 5.399 azioni sostenibili volte alla prevenzione dei rifiuti. Green Crosssponsorizza l'incontro nell'ambito delle iniziative di promozione della XXII edizione del concorso nazionale"Immagini per la Terra", progetto di educazione ambientale rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado chequest'anno è dedicato al tema dei rifiuti. "Da cosa (ri)nasce cosa" è il titolo del concorso con il quale gli studenti sidovranno misurare.Partendo dalle avventure del pinguino di Happy Feet alle prese con l'immondizia, Roberta Mecozzi, ricercatrice dell'ENEA - Programma nazionale di ricerche in Antartide, condurrà i bambini in un viaggio alla scoperta dellemeraviglie del continente bianco.Ricerche condotte negli ultimi anni a Sud degli oceani rivelano, infatti, la presenza di tracce di plastica, in gran parteil risultato di rifiuti prodotti da sacchetti, bottiglie e fibre sintetiche, costituite per lo più dai residui degli abitiscaricati dalle lavatrici. Frammenti che seppur degradati nel corso degli anni dai raggi UV e dall'acqua di mare,potrebbero rappresentare un serio campanello di allarme per quelle regioni che, almeno nell'immaginario collettivo,sono ancora un'isola felice.

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Gas serra, calcolo delle emissioni:ENEA lancia il software Co2MpareDI REDAZIONE IL DENARO – GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2013POSTATO IN: APERTURA, FUTURA, NEWS

La crescente attenzione ai problemi ambientali edenergetici della Commissione europea, comel’obiettivo di riduzione del 20 per cento delle emissionidi gas serra al 2020, ha portato alla nascita delmodello Co2Mpare, un software dell’ ENEA checonsente di stimare l’impatto sulle emissioni di anidride

carbonica dei programmi nazionali e regionali finanziati con fondi europei. Grazie a questospecifico software, per ciascun programma viene inserito l’ammontare del finanziamento in euro,individuando così i termini quantitativi dell’intervento da realizzare e di conseguenza le emissioniclimateranti che ne derivano. Questo strumento operativo consentirà al decisore pubblico, apartire dalle Amministrazioni regionali, di orientare la pianificazione dei programmi finanziati confondi comunitari verso una crescita sostenibile che assicuri un basso impatto delle emissioni diCo2 in tutti i settori interessati dall’intervento (trasporti, edilizia, energia, ecc.). Il modello e irisultati delle applicazioni sono stati presentati a tutti i potenziali utilizzatori, tra cui le Autorità diGestione nazionali e regionali, i Nuclei di valutazione e le Autorità ambientali dei fondi, nel corso diun seminario organizzato dal Sistema nazionale di valutazione, in collaborazione con l’ ENEA ,nell’ambito delle attività per la Programmazione comunitaria 2014-2020. Realizzata da un gruppodi lavoro dell’ ENEA nell’ambito di un progetto comunitario, questa metodologia è stata sviluppatada un consorzio che comprende anche Ecn (Paesi Bassi), Énergies Demain (Francia), Ucl (RegnoUnito), Enviros (Repubblica Ceca), Cres(Grecia), nonché cinque regioni europee, tra le qualil’Emilia-Romagna e la Puglia.

TAG: commissione europea, emissioni, ENEA, gas, serra

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21 novembre 2013

Europa capofila (e prima vittima) del

riscaldamento globaledi Federico Rendina

Appuntamento al 2030 per le prime conseguenze irreversibili del disastro climatico planetario. E

capofila sarà il Vecchio continente, che con le sue politiche ambientali controverse, dense di buone

intenzioni ma dalla difficile sincronia con gli obiettivi di sviluppo, corre verso il baratro climatico a

una velocità superiore del 25% rispetto al resto del mondo. Assegnando a tutti i paesi dell'Unione,

Italia compresa, un futuro minato da tifoni e uragani come quello che ha appena colpito la Sardegna,

con frequenza crescente e con conseguenze immancabilmente più devastanti.

È uno scenario decisamente apocalittico quello disegnato dalle risultanze del progetto europeo

Impact2c, che ci viene proposto con sinistra autorevolezza. È infatti finanziato direttamente della

commissione Ue e affidato ad un team di esperti di 30 centri di ricerca internazionali, tra cui

l'italianissimo Enea.

I margini di manovra

Domanda: possiamo far qualcosa per annullare o almeno mitigare questo processo? Una risposta

netta non c'è. Ma un caldo invito sì: dobbiamo provarci. Se non altro per rallentare la corsa al

disastro. Il monito è evidente: la terra raggiungerà la soglia critica dei 2 gradi centigradi di aumento

delle temperature medie indicata come il possibile punto di non ritorno degli sconvolgimenti climatici

in un arco di tempo che va appunto tra il 2030 e il 2050, a seconda dell'interazione tra il trend

naturale e le misure che sapremmo mettere in campo per rimediare almeno in parte ai disastri

provocati dall'uomo. Concentrandoci in particolare sul nemico pubblico numero uno: le emissioni di

anidride carbonica. Che vedono come protagoniste e vittime al tempo stesso l'energia, l'agricoltura, la

salute, la gestione delle acque.

Eventi estremi

Certo è che l'Europa doppierà i due nefasti gradi di aumento delle temperature medie in anticipo

rispetto alla media mondiale, raggiungendo la soglia del baratro quando il resto del mondo sarà

ancora a +1,5 gradi. Le conseguenze - spiega Paolo Ruti, responsabile del laboratorio di modellistica

climatica e impatti dell'Enea - saranno diverse tra il Nord e il Sud dell'Europa. Avremo «periodi di

siccità più forti e intensi nella fascia mediterranea in estate, ma anche un aumento delle precipitazioni

in inverno sulla Scandinavia e sulle coste britanniche». E anche l'impatto delle emissioni di anidride

carbonica sarà diverso. «La Co2 è anche un fertilizzante. Dunque nel Nord Europa alcune produzioni

agricole saranno paradossalmente favorite, mentre il sud avrà problemi con le coltivazioni estive a

causa dell'aumento dei giorni di siccità e delle temperature elevate. In Italia la produzione agricola ne

risentirà soprattutto per l'aspetto qualitativo».

Inevitabile il rischio che i super-scienziati artefici del rapporto si procurino l'accusa di catastrofismo,

visto il dibattito imperante (e davvero poco consolatorio) tra gli allarmisti e i negazionisti degli

sconvolgimenti climatici, con le due fazioni abbondantemente armate di esperti di più o meno chiara

fama. In ogni caso l'obiettivo del progetto è quello di «dare informazioni utili a chi deve pianificare

gestire il territorio», ammonisce Ruti.

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La scala delle priorità

Bisogna lavorare su alcune evidenti priorità, consiglia caldamente Daniela Jacob, coordinatrice del

progetto Impact2C e già coautrice dell'ultimo rapporto di valutazione dell'Ipcc, l'Intergovernmental

panel of climate change, il gruppo intergovernativo mondiale di analisti, autore del rapporto di

monitoraggio continuo sui disastri ambientali e sulle sue cause che rappresenta la matrice del

dibattito di settore. Il primo passo? «L'individuazione - spiega Daniela Jacob - delle aree europee più

impreparate al cambiamento climatico» con una particolare attenzione «a quelle che finora non

hanno mai dovuto fronteggiare eventi climatici estremi». Il riferimento all'Italia è implicito.

Inutile incrociare le dita. Anche perché gli scienziati che disegnano il catastrofico scenario stanno

diventando un esercito ben qualificato. Prendiamo, solo per fare un esempio, l'ultimo rapporto

annuale dell'Aie, l'Agenzia internazionale per l'energia che ha base a Parigi. Il suo monito conferma in

pieno l'altolà. Per contenere i danni e ridurre il riscaldamento globale non basta certo - sostiene l'Aie -

l'attuale impegno nello sviluppo dell'energia rinnovabile. Al trend attuale le emissioni di gas a effetto

serra legate all'energia sono destinate ad aumentare del 20% entro il 2035. E già ora possiamo

traguardare un esito climatico ancora più drammatico rispetto a quello attribuito al superamento

della soglia dei 2 gradi di aumento delle temperature. Con una proiezione: nel lungo periodo il decollo

della colonnina di mercurio segnerà addirittura +3,6 gradi. 21 novembre 2013

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Energia, l'inarrestabile crescitadelle fonti rinnovabili e del gasLa crescente domanda di elettricità nei Paesi emergenti e la lotta alle emissioni di Co2 porterà i governi ainvestire sempre di più nel settore delle alternative. Nei prossimi anni si assisterà a un nuovo boomdell'idroelettrico. E la grid parity arriverà entro il 2020di LUCA PAGNI e RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - Hanno avuto una battuta d'arresto. Inparticolare in Europa, dove alcuni paesi cone l'Italia e laSpagna hanno cambiato la politica degli incentivi spintidalla crisi a diminuire il peso economico sulle bollette deicittadini. Ma in campo energetico, gli esperti non hannodubbi: il futuro dell'emnergia passa sempre di più dallerinnovabili e dal gas. Sono le due fonti che, nei prossimianni, cresceranno maggiormente e sosterranno il pesodell'aumento della domanda di elettricità nel mondo,soprattutto in quelle nazioni dove la crescita è piùsostenuta.

Ed è quello che si legge in un report di Etf Securities, lacui tesi è proprio questa: "Nei prossimi 30 anni leenergie alternative (agli idrocarburi e al nucleare, ndr)saranno le fonti con la crescita più rapida". Per qualemotivo? "Dati gli impegni assunti da molti governi sullariduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, le fontidi energia più pulite toglieranno sempre più quote dimercato ai carburanti fossili tradizionali". Inoltre, vistoche molti governi sono in ritardio sul rispetto degliimpegni, anche a causa della crisi, nei prossimi anni

"dovranno intensificare i propri sforzi per rispettare le scadenze", creando una situazione favorevole per leimprese del settore.

Nucleare "doppiato". Il successo delle rinnovabili è sottolineato anche dall'Agenzia Internazionaledell'Energia (Aie), i cui esperti sostengono che entro

il 2016 la produzione globale di elettricità da fonti verdi supererà quella derivante da gas e doppieràquella del nucleare, issandosi così al secondo posto, alle spalle del carbone. A livello mondiale, lerinnovabili copriranno così il 31% della generazione totale entro il 2035, rispetto al 20% del 2011 e al 19%del 2006.

Il boom dell'idro. La crescita più significativa si verificherà nei Paesi che non fanno parte delle statistichedell'Ocse, in pratica tutte le economie emergenti. Crescita che sarà sostenuta dalla componenteidroelettrica, che "permette loro di avere un settore globale delle rinnovabili più grande del 16%".L'idroelettrico, nei Paesi non Ocse, raddoppierà le proprie dimensioni dai 2.100 miliardi di kwh del 2010 ai4.400 miliardi di kwh del 2040. Valore che sarà più del doppio dell'idroelettrico dei Paesi Ocse.

Fine degli incentivi. Nei prossimi anni, sempre secondo le stime dell'Aie, gli incentivi statali non sarannopiù un peso per lo sviluppo delle rinnovabili, visto che i costi del fotovoltaico dovrebbero calare tra il 40 e il60% entro il 2035, rispetto al 2011. Allo stesso modo, il costo di produzione di energia dell'eolico diventeràcompetitivo anche senza il supporto pubblico entro il 2020 in Europa ed entro il 2030 in Cina.

Il sostegno agli idrocarburi. In ogni caso, le polemiche per il peso degli incentivi alle rinnovabili vengono

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energie rinnovabili, gas, nucleare, solare,fotovoltaico, idroelettrico, idrocarburi

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( 17 novembre 2013 ) © RIPRODUZIONE RISERVATA

riespinte dagli addetti ai lavori ricordando che anche il sostegno pubblico alle fonti tradizionali non èirrilevanze. Anzi: i sussidi ai carburanti fossili nel 2011 erano pari a 523 miliardi di dollari a livello globale,rispetto agli 88 miliardi di dollari alle rinnovabili. Di più: il Fondo monetario internazionale ha calcolato checombinando i sussidi per i carburanti fossili con i costi sociali che determinano, la spesa per i governi salea 2mila miliardi di dollari.

L'instabilità degli indici. Le energie alternative si presentano come opportunità non solo per i policymakers e i Paesi che cercano di modulare le loro fonti energetiche alla ricerca di un mix conveniente, maanche per l'investitore al quale possono riservare sorprese positive. Il recente passato insegna che in molticasi le azioni delle imprese green si sono mostrate volatili, perché troppo legate alle politiche incentivantistatali. E' accaduto anche in Italia, dove l'indice Irex - che raggruppa 8 società delle rinnovabili - ha patito irepentini cambiamenti dei Conti Energia e ha seguito talvolta con apprensione i tentativi di consolidamentodel settore, o di aggiustamento di piani industriali rivelatisi anzitempo insostenibili a fronte delle strette aibonus statali.

Prospettive positive. Guardando però l'indice Daxglobal Alternative Energy (grafico sopra), che si basasu un paniere di 15 società attive su scala globale, nell'ultimo semestre la performance è stata positiva:dopo i minimi di giugno, quando quotava a 94, si è ripreso fino ai 117 punti attuali. L'andamento da inizioanno è del +24%, contro il +18% dell'indice Msci World. Per di più, annotano da Etf Securities, molte dellesocietà del paniere scambiano a un rapporto prezzo/utili (price/earnings, P/E) sotto la media: il 31% inmeno dello storico a 5 anni. Nella maggior parte dei casi non sono ancora stati riagguantati i livelli divalutazione antecedenti la crisi, "ma l'attuale fase sembra positiva con un aumento del P/E" diffuso. Inprospettiva, secondo gli analisti "il rinnovato focus sulla necessità di centrare i target per le rinnovabilioffrirà venti favorevoli" per questo tipo di società.

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20-NOV-2013

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Dir. Resp.: Roberto Napoletano

ATTUALITA' POLITICO ISTITUZIONALE ED ECONOMICA 67