Art banche anatocismo

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Velletri, 16 luglio 2014 17 Economia di Pier Luigi Starace Nel processo demoralizzatore, depoliticizzatore, decivilizzatore, diseducatore, desolidarizzatore, immanente al modello neocapitalisti- co mondiale, che in Italia si è confi- gurato e configura come berlusconi- smo, l’uso perverso del calcio ha svolto e svolge un’azione d’efficienza incalcolabile per gli estremi di viru- lenza da un lato, e di capillarità d’infiltrazione dall’altro.La perversio- ne nacque dal progetto interessato d’alcuni avanguardisti del capitali- smo industriale d’incanalare le ten- sioni di lotta di classe dei loro dipen- denti dallo spazio della fabbrica e della piazza nello spazio-tempo dello stadio e della partita, finanziando e presiedendo una squadra. Man mano che questo spazio diveniva sempre meno “sportivo” perché l’esasperarsi delle tensioni sociali esasperava le esplosioni di rabbia sulle gradinate e dintorni, si creò una recondita armo- nia tra i “presidentissimi” ed i più pericolosi tra gli “urlatori-picchiato- ri” aizzatori di quella rabbia: “ l’importante non è né impedire né limitare le esplosione delle tensioni accumulate nella settimana di fabbri- ca, ma solo che deflagrino contro gio- catori e tifosi avversari, invece che contro di noi cavalieri del lavoro”.Reciprocamente questi “ani- matori dello spettacolo” erano pronti a chiudere gli occhi e difendere, anche attaccando, qualunque condu- zione illegale dei propri affari perso- nali e societari da parte del presiden- te. L’origine capitalistica è conferma- ta dallo sdoganamento come norma- le nella società del gioco d’azzardo e della compravendita d’esseri umani: il totocalcio ed il calciomercato. Mi sembra che il virus più pericoloso sia la sacralizzazione del club. Insensibilmente si è avviato un pro- cesso totalitario di rifondazione di valori in quel nome, assemblando spezzoni del peggior clericalismo,militarismo, nazionali- smo, ed avendo come modello più vicino nel tempo il culto nazifascista della forza. Altrimenti detto, quel che restava dei valori “Dio, patria, fami- glia” è stato estirpato dalle coscienza, deformato, ricompattato nel dio unico- il “club”- e reimpiantato in essa. La sciarpa del club sostituisce croce e la bandiera nazionale, fin sulla bara, le coreografie i riti religiosi. Secondo questa etica, condivisa molto più di quanto sembri, è bene, vero e bello tutto ciò che fa vincere il proprio club, e viceversa. I giocato- ri avversari sono nemici, anche i loro tifosi, anche gli abitanti della città d’una squadra “nemica”, e vanno trattati come tali. Se la polizia s’intro- mette, diventa nemica, e la si tratta come tale: con le armi. L’eliminazio- ne di Raciti insegna. La dichiarazione dello stato di guerra è brutalmente sottratta alle pubbliche autorità costituite, ed affidata a riunioni pri- vate nelle sedi dei clubs. I capi- curva si costituiscono in pubblica autorità, e trattano questori e prefetti da pari a pari o dall’alto in basso secondo i rap- porti di forza del momento. Gli stri- scioni delle curve o rettilinei assumo- no un peso d’autorità maggiore di quello dei senatoconsulti romani.Come detto, anche il rappor- to vero/falso è sottoposto al vantag- gio del club. Lo professano quei gio- catori che si buttano a terra senza una effettiva causa meccanica esterna, ma per indiziare falsamente di fallo l’avversario.Un comportamento che, pur “mutatis mutandis” il diritto romano puniva con la pena di morte, e che, tollerato, si continua e s’aggra- va in quei capolavori di falso che sono le vendite delle partite con l’acquisto degli arbitri. Un culmine di assurdo è raggiunto nella periodica unità che i calciofili raggiungono quando gioca l’Italia. Questo ritrova- mento improvviso d’unità nazionale negata, calpestata, frantumata nello stato di belligeranza fra città portato avanti domenica dopo domenica con azioni di guerra, e spaccante addirit- tura una stessa città in due eserciti nemici, come a Roma, Milano o Torino, è qualcosa che non com- muove e non redime, perché neanche allora l’ostilità sacralizzata da decenni di faide viene meno negli animi.Il “nazionale” della squadra nemica resta sempre un nemico.Inquietante in questa religione è l’idea dell’intoc- cabilità.La proposta di Monti di sospendere il campionato per due anni fu accolta dal silenzio tombale che produce un sacrilegio così enor- me da togliere il respiro a tutti. Perché, da questo lato, essendo il cal- cio il somme bene, non deve essere limitabile.E dal lato dei soldi, il mini- mo intoppo nell’infinitamente com- plesso ingranaggio di partite pro- grammate magari da anni potrebbe essere finanziariamente disastroso. L’intoccabilità è quindi doppiamente garantita, a tempo indeterminato. E così, mentre alcuni veramente eroici operai s’organizzano da soli per salva- re una fabbrica, e milioni di persone vivono nel lutto della miseria, i cre- denti nel club continuano serena- mente a concentrare ed organizzare le loro migliori energie per pestare o peggio i nemici che l’autorità trascen- dente del calendario calcistico ha, volta per volta, loro assegnato dall’eternità. Riceviamo e pubblichiamo “Sacro ed intoccabile” Mario Monti Siamo tutti musulmani Banche: un’altra rapina a mano armata Reintrodotto surrettiziamente l’anatocismo con decreto, all’insa- puta del governo Renzi! Mentre Bankitalia faceva il colpo, perfetta- mente riuscito, e il ministro dello Sviluppo economico, figlia di Guidalberto Guidi, le cui industrie beneficiano ampiamente dei mas- sicci finanziamenti delle banche, faceva da palo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, girava la testa dall’altra parte. E’ vero l’Italia cambia verso: sta tornando indietro di secoli! I più ingenui dei nostri lettori sicuramente avranno frainteso. Questa volta, ma non è la prima volta, in realtà, sono le banche a rapinare i cittadini! Il nostro è un grido di allarme. Ancora una volta la lobby delle banche si sta rivelando un moloch invincibile in grado di imporre un odioso quanto ingiusto ed ingiustificato ritorno all’anatoci- smo, questa volta con l’avallo di un governo che sta facendo della ambi- guità il suo carattere significante. Anatocismo questo lemma viscido e odioso quanto la violenza perpetrata con il suo nome, con un suffisso generalmente appannaggio di voca- boli astratti, indica molto concreta- mente la moltiplicazione a vista d’occhio degli interessi su prestiti, conti correnti, mutui, finanziamenti fidi, scoperti di conto, ecc., con il rischio reale che gli interessi superi- no di gran lunga la somma capitale, uccidendo l’economia dei privati, delle imprese e, spesso, purtroppo anche le persone, travolte dal diso- nore di un debito vorace e insanabi- le. La voracità delle banche, più volte da noi denunciata sembra senza limiti: solo pochi giorni fa, è diventato legge l‘obbligo di paga- mento attraverso il POS per i paga- menti superiori ai trenta euro (!): sostanzialmente un altro odioso bal- zello su “tutte” le transazioni econo- miche che avvengono in Italia: pen- sate ai milioni di euro che incasse- ranno le banche soltanto di percen- tuale per ogni operazione! Risposta pronta e punitiva all’ “incauto” aumento delle imposte sulle plusva- lenze generate dal “regalo” di Bankitalia, solo pochi mesi fa. Ma sentite cosa è riuscito a dire Bankitalia, in una audizione davan- ti alla Commissione delle Attività Produttive del Senato (che tuttora si dichiara “inconsapevole “) sul decre- to chiamato, senza senso del ridico- lo, di “competitività”, addirittura per la “crescita economica”, per bocca della sua testa di ponte, Giorgio Gobbi: “Qualsiasi paese che non abbia una legislazione islamica accetta l'applicazione degli interessi composti, nessuna economia di merca- to può funzionare senza questo mecca- nismo". Di fronte a questa spudora- ta affermazione l’unica nostra difesa è dichiararci tutti musulmani! La vita dell’anatocismo, troppo lunga, a causa dei paletti e della resi- stenza ad oltranza delle banche, è stata contrastata sin dalla sua imple- mentazione legislativa, nel 1942, da innumerevoli sentenze della Corte di Cassazione, supremo organo di legittimità giurisdizionale, e dichia- rata incompatibile con i principi della Costituzione dalla Corte Costituzionale, già nell’anno 2000. Evidentemente la lobby delle banche può permettersi di calpesta- re la Costituzione senza che i poteri dello stato abbiano la forza di reagi- re. Sembrava vinta la decennale lotta contro l’anatocismo: la Legge di Stabilità 2014, entrata in vigore nel gennaio di quest’anno, recava una norma, effettivamente, rivolu- zionaria, poiché aveva di fatto can- cellato per sempre la possibilità per le banche di capitalizzare gli interes- si. Come al solito la norma era rima- sta “sospesa” in attesa che il CICR (Comitato interministeriale per il Credito e il risparmio) adottasse la delibera attuativa, ma tale delibera, ça va sans dire, non è mai stata par- torita, come per altre centinaia di “leggi”, che regolarmente cadono nel vuoto assoluto. Nemmeno il tempo di gioire per questa che è una conquista della civiltà e soprattutto, delle migliaia di cittadini vessati dalle banche, che, tutti incolpevoli, l’anatocismo si ripresenta con il suo volto odioso. Non manca, oltre il danno, la beffa: non v’è chi non veda quanto di beffardo ci sia nello stabilire che l’applicazione dell’anatocismo sarà “reciproca”: varrà, cioè, anche per il correntista, il che, tradotto, significa che quando il correntista non sarà in rosso (!) la banca dovrà corrispon- derli, gli interessi sugli interessi alla fine di ogni anno. Capito? L’anatocismo imposto ai clienti che hanno i conto in rosso, cioè alla stragrande maggioranza, ha, negli ultimi anni e grazie all’insistenza delle associazioni dei consumatori, ha prodotto migliaia di cause e cla- morose vittorie. Ora, però, tutto rischia di anda- re in fumo, specie per coloro che si sono cullati nell’illusione che le ban- che si fossero arrese e ignorando i nostri allarmi. Volendola vedere in positivo, ci consola il fatto che si tratti di un “decreto” quindi, come sempre più spesso accade in Italia, facilmente eliminabile (basta non approvarlo in sede di conversione). Ma, come avete potuto constata- re il gioco si è fatto duro e quando il gioco si fa duro... Questa è una vera chiamata alle armi: che i cittadini facciano valere i propri diritti, in tutte le sedi. Ricordandosi di una cosa importante: le banche sono come i virus: se vogliono sopravvive- re debbono tenere in vita anche l’ospite. Ascenzio La Rocca [email protected] Matteo Renzi

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anatocismo (interesse composto) e banche

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Velletri, 16 luglio 2014 17Economia

di Pier Luigi Starace

Nel processo demoralizzatore,depoliticizzatore, decivilizzatore,diseducatore, desolidarizzatore,immanente al modello neocapitalisti-co mondiale, che in Italia si è confi-gurato e configura come berlusconi-smo, l’uso perverso del calcio hasvolto e svolge un’azione d’efficienzaincalcolabile per gli estremi di viru-lenza da un lato, e di capillaritàd’infiltrazione dall’altro.La perversio-ne nacque dal progetto interessatod’alcuni avanguardisti del capitali-smo industriale d’incanalare le ten-sioni di lotta di classe dei loro dipen-denti dallo spazio della fabbrica edella piazza nello spazio-tempo dellostadio e della partita, finanziando epresiedendo una squadra. Man manoche questo spazio diveniva sempre

meno “sportivo” perché l’esasperarsidelle tensioni sociali esasperava leesplosioni di rabbia sulle gradinate edintorni, si creò una recondita armo-nia tra i “presidentissimi” ed i piùpericolosi tra gli “urlatori-picchiato-ri” aizzatori di quella rabbia: “l’importante non è né impedire nélimitare le esplosione delle tensioniaccumulate nella settimana di fabbri-ca, ma solo che deflagrino contro gio-catori e tifosi avversari, invece checontro di noi cavalieri dellavoro”.Reciprocamente questi “ani-matori dello spettacolo” erano prontia chiudere gli occhi e difendere,anche attaccando, qualunque condu-zione illegale dei propri affari perso-nali e societari da parte del presiden-te. L’origine capitalistica è conferma-ta dallo sdoganamento come norma-le nella società del gioco d’azzardo edella compravendita d’esseri umani:il totocalcio ed il calciomercato. Misembra che il virus più pericoloso siala sacralizzazione del club.Insensibilmente si è avviato un pro-cesso totalitario di rifondazione divalori in quel nome, assemblandospezzoni del peggiorclericalismo,militarismo, nazionali-smo, ed avendo come modello piùvicino nel tempo il culto nazifascistadella forza. Altrimenti detto, quel cherestava dei valori “Dio, patria, fami-glia” è stato estirpato dalle coscienza,deformato, ricompattato nel diounico- il “club”- e reimpiantato inessa. La sciarpa del club sostituiscecroce e la bandiera nazionale, fin sullabara, le coreografie i riti religiosi.Secondo questa etica, condivisamolto più di quanto sembri, è bene,vero e bello tutto ciò che fa vincereil proprio club, e viceversa. I giocato-ri avversari sono nemici, anche i lorotifosi, anche gli abitanti della cittàd’una squadra “nemica”, e vanno

trattati come tali. Se la polizia s’intro-mette, diventa nemica, e la si trattacome tale: con le armi. L’eliminazio-ne di Raciti insegna. La dichiarazionedello stato di guerra è brutalmentesottratta alle pubbliche autoritàcostituite, ed affidata a riunioni pri-vate nelle sedi dei clubs. I capi- curvasi costituiscono in pubblica autorità,e trattano questori e prefetti da pari apari o dall’alto in basso secondo i rap-porti di forza del momento. Gli stri-scioni delle curve o rettilinei assumo-no un peso d’autorità maggiore diquello dei senatoconsultiromani.Come detto, anche il rappor-to vero/falso è sottoposto al vantag-gio del club. Lo professano quei gio-catori che si buttano a terra senza unaeffettiva causa meccanica esterna, maper indiziare falsamente di fallol’avversario.Un comportamento che,

pur “mutatis mutandis” il dirittoromano puniva con la pena di morte,e che, tollerato, si continua e s’aggra-va in quei capolavori di falso chesono le vendite delle partite conl’acquisto degli arbitri. Un culminedi assurdo è raggiunto nella periodicaunità che i calciofili raggiungonoquando gioca l’Italia. Questo ritrova-mento improvviso d’unità nazionalenegata, calpestata, frantumata nellostato di belligeranza fra città portatoavanti domenica dopo domenica conazioni di guerra, e spaccante addirit-tura una stessa città in due esercitinemici, come a Roma, Milano oTorino, è qualcosa che non com-muove e non redime, perché neancheallora l’ostilità sacralizzata da decennidi faide viene meno negli animi.Il“nazionale” della squadra nemicaresta sempre un nemico.Inquietantein questa religione è l’idea dell’intoc-cabilità.La proposta di Monti disospendere il campionato per dueanni fu accolta dal silenzio tombaleche produce un sacrilegio così enor-me da togliere il respiro a tutti.Perché, da questo lato, essendo il cal-cio il somme bene, non deve esserelimitabile.E dal lato dei soldi, il mini-mo intoppo nell’infinitamente com-plesso ingranaggio di partite pro-grammate magari da anni potrebbeessere finanziariamente disastroso.L’intoccabilità è quindi doppiamentegarantita, a tempo indeterminato. Ecosì, mentre alcuni veramente eroicioperai s’organizzano da soli per salva-re una fabbrica, e milioni di personevivono nel lutto della miseria, i cre-denti nel club continuano serena-mente a concentrare ed organizzarele loro migliori energie per pestare opeggio i nemici che l’autorità trascen-dente del calendario calcistico ha,volta per volta, loro assegnatodall’eternità.

Riceviamo e pubblichiamo

“Sacro ed intoccabile”

Mario Monti

Siamo tutti musulmaniBanche: un’altra rapina a mano armata

Reintrodotto surrettiziamentel’anatocismo con decreto, all’insa-puta del governo Renzi! MentreBankitalia faceva il colpo, perfetta-mente riuscito, e il ministro delloSviluppo economico, figlia diGuidalberto Guidi, le cui industriebeneficiano ampiamente dei mas-sicci finanziamenti delle banche,faceva da palo, il presidente delConsiglio Matteo Renzi, girava latesta dall’altra parte. E’ vero l’Italiacambia verso: sta tornando indietrodi secoli!

I più ingenui dei nostri lettorisicuramente avranno frainteso.Questa volta, ma non è la primavolta, in realtà, sono le banche arapinare i cittadini! Il nostro è ungrido di allarme. Ancora una volta lalobby delle banche si sta rivelandoun moloch invincibile in grado diimporre un odioso quanto ingiustoed ingiustificato ritorno all’anatoci-smo, questa volta con l’avallo di ungoverno che sta facendo della ambi-guità il suo carattere significante.Anatocismo questo lemma viscido eodioso quanto la violenza perpetratacon il suo nome, con un suffissogeneralmente appannaggio di voca-boli astratti, indica molto concreta-mente la moltiplicazione a vista

d’occhio degli interessi su prestiti,conti correnti, mutui, finanziamentifidi, scoperti di conto, ecc., con ilrischio reale che gli interessi superi-no di gran lunga la somma capitale,uccidendo l’economia dei privati,delle imprese e, spesso, purtroppoanche le persone, travolte dal diso-nore di un debito vorace e insanabi-le.

La voracità delle banche, piùvolte da noi denunciata sembrasenza limiti: solo pochi giorni fa, èdiventato legge l‘obbligo di paga-mento attraverso il POS per i paga-menti superiori ai trenta euro (!):sostanzialmente un altro odioso bal-zello su “tutte” le transazioni econo-miche che avvengono in Italia: pen-sate ai milioni di euro che incasse-ranno le banche soltanto di percen-tuale per ogni operazione! Rispostapronta e punitiva all’ “incauto”aumento delle imposte sulle plusva-lenze generate dal “regalo” di

Bankitalia, solo pochi mesi fa. Ma sentite cosa è riuscito a dire

Bankitalia, in una audizione davan-ti alla Commissione delle AttivitàProduttive del Senato (che tuttora sidichiara “inconsapevole “) sul decre-to chiamato, senza senso del ridico-lo, di “competitività”, addiritturaper la “crescita economica”, perbocca della sua testa di ponte,Giorgio Gobbi: “Qualsiasi paese chenon abbia una legislazione islamicaaccetta l'applicazione degli interessi

composti, nessuna economia di merca-to può funzionare senza questo mecca-nismo". Di fronte a questa spudora-ta affermazione l’unica nostra difesaè dichiararci tutti musulmani!

La vita dell’anatocismo, troppolunga, a causa dei paletti e della resi-stenza ad oltranza delle banche, èstata contrastata sin dalla sua imple-mentazione legislativa, nel 1942, dainnumerevoli sentenze della Cortedi Cassazione, supremo organo dilegittimità giurisdizionale, e dichia-rata incompatibile con i principidella Costituzione dalla CorteCostituzionale, già nell’anno 2000.

Evidentemente la lobby dellebanche può permettersi di calpesta-re la Costituzione senza che i poteridello stato abbiano la forza di reagi-re. Sembrava vinta la decennalelotta contro l’anatocismo: la Leggedi Stabilità 2014, entrata in vigorenel gennaio di quest’anno, recavauna norma, effettivamente, rivolu-zionaria, poiché aveva di fatto can-

cellato per sempre la possibilità perle banche di capitalizzare gli interes-si. Come al solito la norma era rima-sta “sospesa” in attesa che il CICR(Comitato interministeriale per ilCredito e il risparmio) adottasse ladelibera attuativa, ma tale delibera,ça va sans dire, non è mai stata par-torita, come per altre centinaia di“leggi”, che regolarmente cadononel vuoto assoluto.

Nemmeno il tempo di gioire perquesta che è una conquista dellaciviltà e soprattutto, delle migliaia dicittadini vessati dalle banche, che,tutti incolpevoli, l’anatocismo siripresenta con il suo volto odioso.

Non manca, oltre il danno, labeffa: non v’è chi non veda quantodi beffardo ci sia nello stabilire chel’applicazione dell’anatocismo sarà“reciproca”: varrà, cioè, anche per ilcorrentista, il che, tradotto, significache quando il correntista non sarà inrosso (!) la banca dovrà corrispon-derli, gli interessi sugli interessi allafine di ogni anno. Capito?

L’anatocismo imposto ai clientiche hanno i conto in rosso, cioè allastragrande maggioranza, ha, negliultimi anni e grazie all’insistenzadelle associazioni dei consumatori,ha prodotto migliaia di cause e cla-morose vittorie.

Ora, però, tutto rischia di anda-re in fumo, specie per coloro che sisono cullati nell’illusione che le ban-che si fossero arrese e ignorando inostri allarmi.

Volendola vedere in positivo, ciconsola il fatto che si tratti di un“decreto” quindi, come sempre piùspesso accade in Italia, facilmenteeliminabile (basta non approvarlo insede di conversione).

Ma, come avete potuto constata-re il gioco si è fatto duro e quando ilgioco si fa duro... Questa è una verachiamata alle armi: che i cittadinifacciano valere i propri diritti, intutte le sedi. Ricordandosi di unacosa importante: le banche sonocome i virus: se vogliono sopravvive-re debbono tenere in vita anchel’ospite.

Ascenzio La [email protected]

Matteo Renzi