Arrigo Musti, Impop art

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IMPOP ART ARRIGO MUSTI

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IMPOP ART

ARRIGO MUSTI

IMPOP ART

ARRIGO MUSTI

Si ringraziano: Consolato Generale del Regno del Marocco di Palermo;Collezione d’arte contemporanea C. Bilotti;Museo d’arte moderna e contemporanea della Provincia Regionale di Palermo; Municipio di Chicago (Illinois) nella persona del sindaco Richard Daley;Comune di Palermo Palazzo di Giustizia, Ordine degli Avvocati di Palermo; Hopital Rema di Marguerite Barankitse (Burundi); Municipio di Elk Grove (Illinois);Diocesi di Mahenge (Tanzania)del Vescovo Agapito Ndorobo (Presidente Caritas Tanzania) Aisma, Associazione interculturale Sicilia Marocco; Rotary club Palermo Porta Nuova e Palermo New Century,

Rotary di Bagheria; Mecenars, Galleria spazio immagine (Palermo)

Si ringraziano inoltre i collezionisti privati Falco, Provenzani e Sciarratta per aver consentito la riproduzione delle opere di loro proprietà

2007 © Arrigo Musti

2007 © Gruppo Editoriale Kalósvia Siracusa, 19 - 90141 Palermo tel. e fax 091/6262894www.kalosonline.com

Con la collaborazione di:

Mecenars, Galleria spazio immagine Palermo, via Marchese Ugo 72

Traduzione dei testi: Daniele CangialosiReferenze fotografiche: Angelo Restivo, Angela Scafidi, Tullio Puglia

Il sito web: www.arrigomusti.it realizzato da Marco Rea

In copertina: Acid Rain V, dettaglio, cm 200 x 250, tecnica mista ad olio, 2007 (proprietà del Regno del Marocco, esposto stabilmente presso ilConsolato generale del Regno del Marocco a Palermo). Foto Angelo Restivo.

L’estetica del turbamento di Giuseppe Tornatore 7The aesthetics of commotion

Le nuove possibilità dell’arte figurativa di Evgenij Solonovich 8The new perspectives in figurative art

Arrigo Musti e l’elaborazione culturale dell’immagine di Dora Favatella Lo Cascio 9Arrigo Musti and the cultural elaboration of the image

Arrigo Musti, un concittadino impop di Biagio Sciortino 10Arrigo Musti, an unpop fellow citizen

Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti 11Some impop considerations

Pioggia acida 15Acid Rain

XX Un secolo di passione 33XX A century of passion

XXI Un secolo di seduzione 43XXI A century of seduction

Biografia 50Biography

INDICE

Dicono che un vero artista debba essere riconoscibile inciascuna delle sue opere.

Che un filo sottile ed invisibile ne attraversi necessaria-mente le variazioni tematiche ed espressive. Che gli autenticiartisti, in buona sostanza, non possano fare a meno di portarein se stessi, spesso inconsapevolmente, un segno, una premo-nizione, un tratto del tutto personale che ne sigilli l’interaopera in un unicum irripetibile, e ne riveli, al tempo stesso, ilsenso ultimo e nascosto.

Se è così il giovane Arrigo Musti è già uno di loro.I suoi quadri, infatti, hanno il pregio d’infonderci, sin dal

primo istante, la coscienza d’essere al cospetto d’uno stile com-piuto e inequivocabile, consolidato da una poetica nobile edinsolita, imperiosa e sincera, costantemente squarciata dalle feri-te di una cognizione del dolore tanto antica quanto inattesa.

Oltre alla formidabile capacità di fondere luci, forme e colo-ri in un’armonia visionaria innovativa, per certi versi provocato-ria, che allarma ed inquieta, ciò che nell’opera di Arrigo special-mente colpisce e sorprende mi sembra la sua estetica del turba-mento per un mondo che ha perduto la propria mitologia. Ilmoderno patimento d’un poeta che spasima per un universo dieroi e leggende in cui gli esseri umani non sanno più specchiar-si. Il suo desolato sguardo su un Olimpo di Déi indifferenti alnostro destino perché umiliati dalla cecità degli uomini.

E non ci stupisce affatto che un tale smarrimento, una sen-sibilità così affine al disincanto, giunga dalla mano abile edesperta di un giovane bagherese.

Giuseppe TornatoreRegista

Someone says that a real artist should be recognisable inany of its works.

That a subtle and invisible thread inevitably crosses thethematic and expressive disparities. That authentic artists sub-stantially cannot renounce to carry inside themselves, oftenunconsciously, a sign, a premonition, a totally personal traitthat marks the entire work in an unrepeatable unicum (synthe-sis), and at the same time reveals its ultimate hidden sense.

If it is so, the young Arrigo Musti is already one of them.Indeed his paintings possess the merit of infusing since the

first instant the perception of being in front of an accom-plished and unequivocal style, reinforced by a noble andunusual poetics, imperious and sincere, constantly torn by thewounds of an ancient as well as unexpected recognition of thepain.

Beyond the tremendous ability to merge lights, forms andcolours in an innovative and visionary harmony, from someaspects provocative, distressing and disquieting, what especial-ly strikes and surprises in the work of Arrigo seems to me hisaesthetics of commotion for a world that has lost its ownmythology. The modern affliction of a poet, who longs for auniverse of heroes and legends, where human beings are notanymore able to reflect. His desolate glance to an Olympus ofGods uninterested to our destiny as a result of the humiliationby men’s blindness.

It is not surprising at all that such a feeling of dismay, asensibility so similar to disenchant, comes from the skilful andexpert hand of a young man from Bagheria.

Giuseppe TornatoreArt director

L’ESTETICA DEL TURBAMENTOTHE AESTHETICS OF COMMOTION

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LE NUOVE POSSIBILITÀ DELL’ARTE FIGURATIVATHE NEW PERSPECTIVES IN FIGURATIVE ART

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L’incontro con la pittura di Arrigo Musti ha significato perme la scoperta delle nuove possibilità dell’arte figurativa. Il suociclo Acid Rain non è un semplice grido d’allarme, bensì uninvito a rallentare il passo, a fermarci, a ragionare, a contem-plare la bellezza minacciata da noi stessi. Vedo i fili della piog-gia sui quadri del pittore come le corde di un’arpa: le dita del-l’arpista sono invisibili perché mangiate dal veleno, ma l’apoca-littica musica muta continua a fare tutt’uno con l’immagine.

Evgenij Solonovich

Professore di Letteratura italianapresso l’Università Gorky di Mosca,

poeta e traduttore dei classici italiani in lingua russa

Getting in contact with Arrigo Musti’s painting has meantto me the discovery of new perspectives in figurative art. Hiscycle Acid Rain is not a simple warning scream, but also anincitement to slow down and stop to think and contemplatethe beauty threatened by ourselves. I see the rain threads onthe artist paintings as harp chords: the artist’s fingers are invis-ible being eaten by poison, but the mute apocalyptic musickeeps on being as one thing with the image.

Evgenij Solonovich

professor of Italian literatureat Gorky Univesity in Moscow

and poet and translator of Italian classis in Russian

Il lavoro di Musti nasce da un gusto ed una sensibilità versola bellezza e l’artificio che accomuna l’arte barocca e l’etàmoderna, poiché sostituisce il naturale con l’enigmatico, dandostabilità alle immagini che diventano reali proprio assecondan-do il senso della caducità, quindi non secondo natura, ma doponatura, per avvicinarsi ad una concettualizzazione del sé.

Nell’opera Il Quarto Reich facente parte della serie Unsecolo di passione è palese tale derivazione nel taglio compo-sitivo per diagonali e primi piani, dove fendenti di luce e gor-ghi d’ombra modellano l’intersecarsi dei lucidi nudi scultoreidai toni bruni, metallici, in un’azione “in fieri” fissata daldistaccato lumeggiare degli occhi sotto la fronte increspata del“grande vecchio”.

La teatralità declamatoria inquadra una resa fedele dellepercezioni sia sul piano estetico che su quello ideologico, lad-dove la declinazione della svastica, come tema distruttivo, neorienta l’interpretazione.

Nella sua ricerca, della quale questi cenni propongonoalcuni punti di attraversamento, si affacciano anche elementipotenziali di successive liberazioni. Ambiguità, polivalenza,capovolgimento, obliquità, sono tutti aspetti relativi al punto divista e perciò compresenti in ogni cosa o rapporto.

L’interesse sta nel modo e nella misura adottata da Mustinel porli in luce, muovendoli in un proprio spazio ed un propriotempo.

Vi è un approfondimento di una gran parte dei lavori sullazona “viso”, maggiormente chiamata in causa, data la suacapacità plastica nel campo espressivo, in gara dialettica con ilmezzo fotografico per cui il tentativo di “doppiare” la realtàfinisce per divenire il tramite all’irruzione di modelli, archetipi efantasmi inconsci.

Le suggestioni di “Anitona” della “dolce vita” sono graf-fiate da segni pittorici traducibili in acqua come in “Ofelia” percostituire un reticolo seriale attivamente strutturante.

Allo stesso codice visivo appartiene il tema dei Monumen-ti (Acid Rain).

Si direbbe, a vedere le immagini di Palermo, che egli sia unturista invisibile di questa città visibile, un visitatore librato amezz’aria che dall’alto trasferisce sulla tela quello che coglie il suoocchio, usando un veicolo cromatico che tende a scorporarsi, afrantumarsi, attraverso sottili paesaggi tonali o fragili velature.

La forma, il colore, il segno con la consapevolezza di ognielemento espressivo all’interno del singolo dipinto, sono il pre-supposto di un’originaria forte tensione conoscitiva che simanifesta attraverso il lavoro dell’arte, istituito in un procedi-mento di scoperta e di conoscenza.

Dora Favatella Lo CascioDirettore del Museo Renato Guttuso

The art of Musti originates from a taste and sensibility forbeauty and the artifice that gathers baroque art and modernage, as it interchanges the natural with the enigmatic, givingstability to the images, which become real favouring the senseof frailness, thus not according to nature, but after nature, toapproach the conceptualisation of the itself.

In the artwork Il Quarto Reich belonging to the series: Unsecolo di passione such a derivation in the creational cut basedon diagonals and foregrounds is clear, where bundles of lightand whirlpools of shadow mould the crossing of bright statu-ary bare bodies with brown and metallic tones, in an “in fieri”action fixed on a cold lightening of eyes under the wrinkledfront head of the “great old man”.

The declamatory theatricality highlights a loyal reassess-ment of perceptions both from an esthetical and ideologicalpoint of view, where the declination of the swastika, as anissue of destruction, addresses the interpretation.

In his exploration, with those hints proposing some cross-ing points, some potential elements of subsequent liberationshow up. Ambiguity, versatility, overturning, obliquity, are allaspects related to the point of view and, therefore, coexistentin any thing and relation.

The interest stands in the way and measure adopted byMusti to put them in light, moving them in its own space andtime.

There is a deepening of most of his artworks in the zoneof the “face”, mostly summoned, given his plastic ability in thefield of expression, in a dialectical competition through a pho-tographic medium such that the attempt of “splitting” thereality ends up becoming a mediator to break into models,archetypes and unconscious ghosts.

“Anitona”’s suggestions of “dolce vita” are scratched bypictorial symbols translatable in water as in “Ofelia” to build aserial network actively structuring.

The issue of Monumenti (Acid Rain) belongs to the samevisual code.

Looking at the images of Palermo, it could be said that heis an invisible tourist in a visible city, a visitor floating in the air,who moves from top to the frame what his eye catches, usinga chromatic tool that is inclined to break up, disintegrate,through subtle tonal landscapes or fragile veiling.

The shape, the colour, the sign together with conscious-ness of any expressive element inside any single painting, arethe basis of a primitive strong cognitive tension that manifeststhrough the work of art, setted up in a course of discovery andconsciousness.

Dora Favatella Lo CascioDirector of Museo Renato Guttuso

ARRIGO MUSTI E L’ELABORAZIONE CULTURALE DELL’IMMAGINEARRIGO MUSTI AND THE CULTURAL ELABORATION OF THE IMAGE

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È difficile osservare e rimanere indifferenti alle opere diArrigo Musti. È un’arte impegnata che sa cogliere, sapiente-mente, le istanze interiori di pace e umanità dell’uomo con-temporaneo e le sue recondite paure.

Una produzione artistica che vuole scuotere, con la crudaespressione non verbale dei corpi, lo spettatore. Usando un lin-guaggio forte, ma al contempo intelligibile. Senza orpelli.

Bella in quanto verace specchio del nostro tempo e dellesue, a volte pericolose, inclinazioni. Pertanto, impopolare oimpop, come l’autore stesso si definisce. Impopolare perché cidistoglie dalla sovente irriflessività delle nostre azioni quotidia-ne, e talvolta spersonalizzanti, e ci “costringe” a pensare.Accendendo i riflettori sulla nostra storia individuale e collettiva.

Un’arte che vuole stigmatizzare la violenza e la sopraffa-zione tout court (vedi la video istallazione Un secolo di passio-ne di Musti, già proiettata dall’Assessorato alla Cultura diBagheria e in alcune scuole della Provincia di Palermo, in occa-sione della giornata della memoria dell’olocausto) e giungereagli animi per ricordare che la vita e la pace, storicamente, sca-turiscono dalla maturità, dalla riflessione, oltre che dallamemoria degli orrori. Perché, come è stato da più parti ricor-dato: un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.

L’artista concittadino si fa pertanto brillantemente caricodi toccare tematiche difficili sulla vita e sulla storia.

A volte quotidiana. Altre volte universale. Sfuggendo aquel luogo comune, già da altri sfatato, che vuole che i sicilia-ni, innamorati della propria terra, non sappiano travalicarne iconfini per trattare tematiche universali.

Grazie, anche, ai rari artisti come Musti, questa terra si fre-gia di una tradizione artistica e culturale che sembra nondebba mai estinguersi.

Inoltre è motivo d’orgoglio, anche della cittadina che rap-presento, sapere che almeno quattro artisti bagheresi possanooccupare spazi prestigiosi del percorso museale di Palazzo Comi-tini. Mi riferisco a Guttuso, Garajo, Provino e da ultimo Musti.

Non è un caso che un avvocato ed un professore possaesprimere contenuti culturalmente impegnati. È invece circo-stanza unica, più che rara, che possa farlo con un linguaggiooriginale. Sofisticato e intelligibile al contempo. Che con lalogica delle dissonanze e delle contraddizioni si libra sul delica-to filo del bello in quanto impegnato, della denuncia in quan-to verità, della verità in quanto arte.

Biagio SciortinoSindaco di Bagheria

It is hard to look at Arrigo Musti artworks with noncha-lance. It’s a committed art able to wisely catch the intimaterequests of contemporary man’s peace and humanity and itsinnermost fears.

An artistic production that seeks to shake the observer withthe crude non-verbal expression of bodies. Using a powerful lan-guage, but at the same time intelligible. Without disguises.

Beautiful because it’s a true mirror of our ages and itssometimes dangerous tendencies. Therefore, unpopular orunpop, as the author defines himself. Unpopular because it turnsus away from the frequent thoughtlessness of our daily actions,and sometimes depersonalising, and “forces” us to think. Turn-ing on the lights of our individual and collective history.

A sort of art that seeks to stigmatise violence and over-powering “tout court” (see the video Un secolo di passione byMusti, already projected by the Culture Aldermanship ofBagheria and in several schools of Palermo’s Province, on theoccasion of the memorial day of the holocaust) and reachesthe hearts to remember that life and peace historically origi-nate from maturity, meditation and, last but not least, memo-ry of horrors. Because, as mentioned in many instances: peo-ple without memory are people without future.

Our fellow citizen artist dares to brilliantly touch the diffi-cult issues of life and history.

Sometimes daily. Sometimes universal. Avoiding thatcliché already disgraced by others, which reads: Sicilians, inlove with their island, are not able to overcome their boardersto deal with universal issues.

Thanks to rare artists like Musti too, this island is pride ofan artistic and cultural tradition that seems to survive forever.

In addition, it is a reason of pride, also for the citizenshipthat I represent, to know that at least four artists from Baghe-ria can be present in prestigious places like the museum itiner-ary of Palazzo Comitini. I refer to Guttuso, Garajo, Provino andlast but not least Musti.

It is not by chance that a lawyer and professor couldexpress culturally involved contents. It is instead a unique,more than rare, circumstance, that he could do it with an orig-inal language. Sophisticated and comprehensible at the sametime. That with the logic of dissonances and contradictionsglides on the delicate thread of beauty as involvement, ofaccusation as truth, of truth as art.

Biagio SciortinoMajor of Bagheria

ARRIGO MUSTI, UN CONCITTADINO IMPOPARRIGO MUSTI, AN UNPOP FELLOW CITIZEN

ALCUNI PENSIERI IMPOPSOME IMPOP CONSIDERATIONS

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Sono anni cruciali quelli che caratterizzano la fine del XXsecolo e l’inizio del XXI secolo.

Sono gli anni dei bilanci e delle previsioni. Gli uni e le altre sono complessi da un lato e potenzial-

mente fallaci dall’altro.Perché non rischiare?Forse “il sogno americano” di Robert Indiana non è così

“ingenuo”.Quest’ultimo mi piace sia il punto di partenza di ogni

riflessione che seguirà.Egli così recitava: «il pop è amore, perché accetta qualun-

que cosa. Il pop è sganciare la bomba. È il sogno americano,ottimista, generoso ed ingenuo».

Sono gli anni nei quali esplode il consumismo e la societàdella comunicazione globale fa capolino, presagendo un futu-ro prospero, migliore.

Mi incuriosisce quel particolare punto di osservazione dellastoria e della società, rappresentato dall’arte tout court. La popart all’infuori di altri pregi, che non rilevano in questa sede, haquello indiscusso di essere stata, ineditamente, in simbiosi conla società e le sue tendenze epocali.

Al punto che l’artista era, più o meno consapevolmente,specchio, ove non megafono, delle mode e del sistema capita-listico. Tuttavia, nonostante questa evidenza, l’artista esprime-va una visuale privilegiata. Più delle altre. Vedi la sociologia, l’e-conomia, ecc. Privilegiata per la peculiarità dell’arte in re ipsa.

È un punto di vista libero. Pertanto, non verificabile nénecessariamente veritiero. È solo un punto di vista.

Ed allora, giuste le premesse, è perfino possibile che il popartista di cui sopra abbia, magari provocatoriamente, rappre-sentato il sogno dell’americano medio che, a breve, appariràpalesemente disatteso dalla realtà. Non solamente americana.

Infatti, si può, al contrario, riconoscere che quel sogno,oggi, vada ampiamente ridimensionato e riportato sul campodi un oggettivo, ed almeno parziale, fallimento.

Un bilancio è possibile e, finanche, doveroso.Quelle inclinazioni consumistico-capitalistiche, già esemplifi-

cate in formule economiche da J.M. Keynes a J.F. Nash, nonerano figlie di una ingenuità. Dove non etero-pianificate, lemode e le tendenze dell’epoca, che hanno influenzato milioni dipersone, si sono tradotte in inediti bisogni primari. Necessità chehanno sostituito, in un continuo rincorrersi con il vicino di casa(vedi: Duesemberry, effetto di imitazione), i reali bisogni primari.

La comunicazione è il terreno più consono per cogliere talifatti. Essa è divenuta un bene primario, e pertanto insostituibi-le, con una espansione senza precedenti.

La filmografia, per esempio, non fu in grado di prevederne inpieno gli sviluppi. Basti pensare che il film cult di S. Kubrick preve-

Crucial years are those characterising the end of the 20th

century and the beginning of the 21st.Years of balances and perspectives.Both of them are complex on one hand and potentially

misleading on the other.Why not risking?Maybe “the American dream” of Robert Indiana is not so

“naive”.I like the latter also as a starting point for any considera-

tion that will follow.He used to act like this: «pop is love, because it accepts

anything. Pop is dropping a bomb. It’s the American dream,optimist, generous and naïve».

Those were years when consumerism was exploding andthe society of global communication showed up, envisaging aprosperous and better future.

I’m intrigued by that peculiar point of observation of histo-ry and society, represented by art tout court. Pop art, beyondother merits, has the unquestionable one of having been thefirst in symbiosis with the society and the tendencies of its time.

Till the point that the artist was more or less consciously themirror, or even the megaphone, of trends and the capitalistic sys-tem. Nevertheless, notwithstanding this evidence, the artist wasexpressing a privileged view. More than others. See e.g. sociolo-gy, economy etc. Privileged for peculiarity of art in re ipsa.

It’s a free point of view. Hence, neither checkable nor nec-essarily truthful. It’s just a point of view.

And, therefore, starting from right premises, it is even pos-sible that the aforementioned pop artist has maybe provoca-tively represented the dream of the average American that willshortly appear clearly frustrated by reality. Not only American.

On the contrary, it can be actually recognized that todaythat dream has been reduced and brought back to a field of anobjective and, at least partial, failure.

A balance is possible and even owed.These consumeristic-capitalist inclinations, already exem-

plified in economic recipes by J.M. Keynes and J.F. Nash, werenot the result of innocence.

Where not hetero-planned, trends and tendencies of thatage, influencing million of people, have been translated innovel primary needs.

Communication is the most suitable field to catch thesethings. It has become a primary consumable, and thereforeirreplaceable, expanding as never in the past.

For example, filmography was not able to fully predict anydevelopment. Just think of S. Kubrick cult movie was predictingan advanced technology by 2010 for space conquests and anobsolete and slow computer, though smart (who does not

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deva per il 2001 una tecnologia avanzata per le conquiste spazia-li ed un computer (chi non ricorda Hal 9000), obsoleto e lento,seppur intelligente. La fine della guerra fredda ha bloccato la viadelle scoperte spaziali per una tecnologia più funzionale all’uomo.

Ma è stata veramente funzionale all’uomo?Oggi non vi è chi non veda l’effetto spersonalizzante di una

comunicazione totale che emargina e crea solitudine. Il moder-no paradosso comunicativo è quello della perdita di una dimen-sione umana del comunicare. Dimensione efficace, ad opinionedi chi scrive, se i 5 sensi e la comunicazione non verbale nonvenga sublimata dal pc e dai software, sempre più progrediti.

Quindi, oggi, non sembra più possibile, né invero plausibi-le, gridare al miracolo di un consumismo dilagante. Né avvalo-rare il mito dei consumi. Cogliendone solo le implicazioni posi-tive e tralasciandone i pericolosi effetti collaterali.

L’arte può, tuttavia, continuare ad essere specchio deitempi? Oppure lo sperimentalismo dilagante, nelle sue speciescostituite da correnti artistiche, iniziato negli anni venti e trentaha reciso definitivamente l’indebolito linguaggio simbiotico tral’arte ed il contesto sociale, ove questa nobile forma espressivasi alimenta? Insomma l’arte è morta? Hegel, probabilmente, nonavrebbe voluto, né saputo rispondere. Egli tuttavia, come noto,non era un artista, né, tantomeno, risulta amasse le profezie.

L’artista, oggi, può, e forse deve, rispondere a tali interro-gativi. Infatti, a modesta opinione di chi scrive, lo può fare pro-prio perché la sua risposta non deve essere rivestita di necessa-ria obiettività. Ma è, invece, una risposta che si può obiettiviz-zare, rectius concretizzare, in un manufatto artistico. Manufat-to, contenitore di una visuale che, come accertato, nessunopuò invalidare più di tanto.

Allora una risposta può provenire da una riabilitazioneprovocatoria della comunicazione globale. Se per globale siintende la globalità corporea dell’individuo e non delle masse.Una comunicazione non artificialmente filtrata dai media e daipc, fatta dall’uomo e per l’uomo e correlata alla sua dimensio-ne psico-corporea, spesso inadatta ai ritmi frenetici ed emargi-nanti della società dei consumi. Se, pertanto, è consentito, l’ar-tista può continuare ad attingere dalla realtà. Lo farà, però, conocchi nuovi. A distanza di alcuni decenni vi è stata, infatti, unasvolta epocale. Che la pop art non poteva prevedere.

Così come Robert Indiana indicava la sua visione del fenome-no del consumismo in crescita, oggi l’artista può egualmenteazzardare la sua visione. Magari con gli strumenti più variegati.Senza tuttavia cedere, inconsapevolmente, alle mode dello speri-mentalismo, ormai manierista, che contraddistingue i nostri tempi.Semplicemente ricordando che il nuovo non va cercato a tutti icosti. Questo potrebbe rappresentare una concessione alle mode.

E se, al contrario, appare necessaria l’innovazione a tutti icosti, forse, sarebbe meglio attingere a quel contenitore illimi-tato dei significati. Non solamente dei significanti.

Recuperare il linguaggio dialettico e biunivoco con la realtà,rinunciando alla moda “obsoleta” della provocazione circense,spesso fine a se stessa, potrebbe, già, rappresentare una viapercorribile per restituire umanità ed universalità all’arte.

Così facendo, l’artista può superare l’angusta visione,invero autoreferenziale, del suo personale mondo interiore per

remember Hal 9000). The end of cold war blocked the way tospace discoveries for a technology more functional to mankind.

Has it really been functional to mankind?Nowadays anybody can see the depersonalising effect of that

kind of communication that excludes and generates loneliness.The modern paradox of communication is the loss of a humandimension in communicating. In the opinion of who’s writing, aneffective dimension if the 5 senses and non-verbal communicationare not exalted by more and more developed PCs and softwares.

Hence, nowadays it doesn’t appear possible nor plausibleshouting at the miracle of spreading consumerism. And nei-ther strengthening the myth of consumptions. Only catchingthe positive implications and neglecting the most dangerouscollateral effects.

Can art even so continue being the mirror of ages? Ormaybe has the overworked experimentalism, in its species com-posed by artistic schools, started in the twenties and thirties,definitively cut off the weakened symbiotic language betweenart and social context, where this noble form of expression getsinspiration? Has, to sum up, art died? Hegel probably wouldn’thave wanted nor known what to answer. Nonetheless he wasnot an artist nor does it look like he loved prophecies.

Nowadays the artist can, and perhaps must, answer to thisinquiring. According to who’s writing, it can do it because itsanswer does not have to dress up with impartiality. Instead it’san answer that can be made impartial in an artistic work. Art-work, tank of a view that, as ascertained, nobody can invali-date more than a bit.

Hence, an answer can arise from provocative rehabilitationof global communication. If global means the corporal totali-ty of individual and not masses. A communication, not artifi-cially filtered by Medias and PCs, but made by men for menand connected to its psycho-corporal dimension, often unsuit-able to the frantic and emarginated rhythm of the society ofwastes. If, therefore, the artist is allowed to continue andinspire from reality, he would do instead with new eyes. Afterseveral decades there has been indeed an epochal turningpoint. That pop art could not predict.

Analogously to Robert Indiana indicating his vision of thesocial phenomenon of growing consumerism, nowadays theartist can equally risk its vision. Maybe with the most assortedtools. Though without unconsciously indulging to the trend ofexperimentalism, by this time mannerist, marking our ages.Simply reminding that novelty does not have to be sought atany price. This could represent a concession to trends.

And if, on the other hand, innovation seems to be anyhownecessary, maybe it could be better exploiting that immensetank of meanings. Not only of signifiers.

Recovering the dialectic language and its bivalence withreality, renouncing to “obsolete” fashion of circensian provoca-tion, often with no further target, could already represent anaccessible path to give back the humanity and universality of art.

In doing so, the artist can overcome the narrow visual,actually self-referential, of its personal interior world to observethe society and its trends.

Similarly to the aforementioned pop artist was doing, but

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osservare la società e le tendenze che la caratterizzano.Così, come faceva il pop artista di cui sopra, ma con occhi

nuovi ed in tempi, soprattutto, nuovi. Infatti, sembra di tangibi-le evidenza che il consumismo dell’odierna società complessa eglobale della comunicazione, ha, invece, ottenuto semplicità, senon superficialità, appiattimento, ove non isolamento ed inco-municabilità. Sembra esattamente l’antitesi del sogno pop.

Allora quale compito può, ancora, adempiere l’arte? Risponderò paragonando la società e la sua vis actractiva

verso l’omologazione, ad una forza vettoriale. Con una suadirezione e verso. Poi vi è l’artista, in qualche modo portatoredi un mondo interiore e di un modo, più o meno singolare, diveicolarlo. Il vettore di quest’ultimo si potrebbe in qualchemisura opporre ai dettami omologanti della società.

Se non fosse contrapposto all’altro vettore (sociale) sareb-be un cronista. Tuttavia, per non cadere nel facile tranello delgiudizio non ritengo sia il caso di esprimere giudizi di valore perchi indirizza le sue energie allo sperimentalismo tout court.

Warhol, dal canto suo, riconosceva di non produrre piùarte di quanto la società dei consumi americana già facesse,con il suo implacabile ritmo consumistico. Vantandosi dell’as-senza, nella sua produzione artistica, di un valore aggiunto.

A questo punto, l’attento lettore impaziente si starà chie-dendo: se ognuno è libero, in questo privilegiato campo chia-mato arte, di esprimere se stesso, perché la necessità di taliriflessioni?

Perché riaffermo che la libertà è anche, se non soprattut-to, quella di osservare, riflettere, scegliere e capire.

Insomma ragionare. Ma come conciliare questo con il fatto che l’arte sia il

campo della libertà espressiva? Ritengo che lo sia ancora, se già tutto non è stato deciso. Se non si giudica, ma si lasci liberi di scegliere.Anche di essere freddi assertori di denunce e ragionamenti?Sì, mi piace spingere al massimo il concetto di libertà per

toccare il polso di chi non è veramente libero, ed è pronto adindicare il “vero” cammino.

Ritengo, tuttavia, che anche dietro il più complesso ragio-namento, in arte, ci sia sempre l’artista che, con le sue paure einsoddisfazioni, è termometro della società in cui vive. Allora lasocietà, la storia ed il suo evolversi o involversi è lo spunto perriflettere ed il punto di partenza di ogni considerazione.

Riconosco che, sovente, anch’io ho paura di farlo. Abbia-mo deciso di delegare in bianco all’arte, in grande misura, laparte emotiva dell’io. Libera di fluire. Dimenticando che ci pos-siamo e, forse, ci dobbiamo permettere di non accettare tutto.Anche con il canale artistico si può fare tutto ciò? Penso di sì.Forse, in modo più originale che in altri campi. C’è ancoratanto da dire e da dare: anche se i significanti sembrano esau-rirsi, i significati, come già detto, sono e rimarranno infiniti.

Ricordarlo mi piace. Così, epurare prima facie la produzio-ne artistica da “indispensabili” sentimentalismi e provocazioniè possibile. Non solo tollerabile. Ma, forse, anche auspicabile.

Così posso dire che il mondo nel XX secolo può essere rap-presentato come nella tela Un secolo di passione Recuperandola figura umana per contrastare i monitor dei computer e i lin-

with a new point of view and, overall, in new ages. Actually, itappears a tangible evidence that consumerism in the complexand globalised current society has instead achieved natural-ness, if not superficiality, flattening, where not isolation andincommunicability.

It seems exactly the antithesis of pop’s dream.What task can therefore fulfil art yet?I will answer comparing society and its power tending to

homologation, to a vectorial force. With magnitude and direc-tion. Then there is the artist, somehow bearer of an interiorworld and a way of more or less eccentrically directing it. Thevector of the latter one could somehow oppose to thehomologating rules of the society.

If it were not opposed to the other vector (social), it wouldbe a reporter. Nonetheless, to avoid falling in the easy trick of ajudgement, I do not believe it is convenient to express opinionson who addresses its energies on the experimentalism tout court.

Warhol, as far as he is concerned, recognised he was norproducing more art than the American society was alreadydoing with its inexorable consumeristic rhythm. Boasting ofthe absence of any added value in his artistic production.

Now, the impatient careful reader may ask: if anybody isfree to express itself in this privileged field called art, why arethese considerations necessary?

Because, I again point out that freedom is also, if not over-all, observing, reflecting, choosing and understanding.

To sum up thinking.But how reconciling this with the fact that art is the field

of expressive freedom?I believe it is still, if anything has not been already decided.If not judging, at least it must be given the freedom to

decide.Even to be cold assertors of denounces and argumenta-

tions?Yes, I like to push as much as possible the concept of free-

dom to check the attitude of who is not really free, and is readyto indicate the “true” course.

Nevertheless, I believe that behind the most complex con-sideration in art there is always the artist, who, with its fears anddiscontents, is the thermometer of the society where it lives.

Hence society, history and its evolution or involution is thestarting point to reflect and the starting point of any consider-ation.

I recognise that often I’m also afraid to do it. We havedecided to largely delegate to art the emotional part of ego.Free to flow. Forgetting that we can and must allow ourselvesto not accept everything. Also through the artistic channel is itpossible to do all this? I think so. Perhaps, more originally thanin other fields. There is still a lot to say and to give: even ifmeanings seem to finish off, meanings, as I said, are and willremain infinite.

I like to remind it. In the same way, it is possible to purifyprima facie the artistic production from “vital” sentimentalismsand provocations. Not only tolerable. But, maybe, even desirable.

Hence, I can say that the world in the 20th century can berepresented as in the painting: Un secolo di passione (a centu-

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guaggi anonimi dei cellulari. Forse la tela veicola una protesta?Sì, contro la violenza, nella forma. E contro i media, nellasostanza. In più, confesso, è un modo per rappresentare edesorcizzare le mie paure.

Così come vedere il mondo del XXI secolo come nella telaUn secolo di seduzione. Oppure vedere nell’universalità dell’e-lemento pioggia (Acid Rain) quel connotato corrosivo che pro-gressivamente deteriora quel patrimonio dell’umanità racchiu-so nella produzione classica. Giustappunto fatta dall’uomo perl’uomo. Per scoprirci figli di una storia universale non delegataal muto linguaggio globale degli odierni network, ma radicatoin quella diversità culturale, non solamente invocata, ma ancheconosciuta e riconosciuta più consona all’uomo. Chi può fer-mare questo lucido delirio?

Non so se questa razionalità è arte. Forse lo può essere sel’arte non sa già cosa “deve” essere. Se l’arte è una madrebenigna che accetta tutti i suoi figli, senza giudicare o perime-trare il suo campo d’azione.

Viceversa, penso sarebbe uno sterile campo, delimitato econcluso, spesso etero-diretto e tristemente immobile nel suovorticoso evolversi formale.

Quindi, tornando all’uomo contemporaneo, mi permettodi descriverlo in Amor proprio e psiche. Estraneo, emotivamen-te, alle vicende del mondo e dedito alla cura narcisistica delcorpo, inteso come esteriorità, e giocherellante con la psiche(rappresentata dal cerchio, come nella filosofia greca) decisa-mente superflua sopra i glutei, come se annoiato. Sudato epalestrato egli pensa solo a se stesso.

Questo uomo mi fa paura. Tuttavia, è la prima volta che miriconosco un sentimento, come volano della mia ricerca. Forse,non sono così freddamente distaccato ed imperscrutabile,come potevo apparire. Sì, oltre la mia visione del mondo e dellesue inclinazioni vi sono delle paure. Prima di tutte la banalità.non la semplicità. Ma quel “sonno generatore di mostri” dellamodernità che è l’indifferenza (vedi Il sonno della ragione).

Non riconoscere, con gli occhi della ragione, nei nostri per-sonali lati oscuri la proiezione ortogonale sul piano collettivo diuna società veloce e violenta (vedi il film, capolavoro, Crash diPaul Haggis) ci porta al paradosso junghiano. Egli, oramai, vec-chio e saggio riferisce che ha imparato a convivere con la sua“ombra”. Quelle pulsioni emotive, a volte distruttive, che risiedo-no in ogni uomo, possono, allora, e, forse, devono essere cono-sciute, razionalizzate, incanalate. Si può usare analogo metro inarte? O tutto e pop. Ingenuo popolare, irriflessivo, come il sognoamericano. Quale è allora il bilancio di questo sogno? Si è realiz-zato o ha creato un pericoloso appiattimento? I media ci aiutanoa scoprire noi stessi o ci continuano a condizionare? Ritengo, chedietro tutte le denunce della realtà, c’è sempre l’artista con le suepaure, le sue pulsioni, inquietudini, ecc. Stati emotivi che solo laragione può spiegare ed incanalare, scongiurando il loro sfociareincontrollato in distruttività e violenza.

Non è pop. E il suo contrario. È impop. Non è unpop. E unibrido italianizzato di unpop. Perché, riflettendo appunto, non“italianizzare” almeno in pittura? A ben ricordare e “riflettere”un tempo, ormai lontano, l’Italia e l’arte erano un tutt’uno.

Arrigo Musti

ry of passion)”, recovering the human figure to challenge PCmonitors and the anonym languages of mobile phones. Maybedoes the painting carry a protest? Yes, against violence, in theform. And against mass media, in the essence. Furthermore, Iconfess that it’s a way to represent and exorcise my fears.

As watching the world of the 21st century in the painting:Un secolo di seduzione (a century of seduction)”. Or observingin the universality of the acid rain that corrosive connotation,which progressively deteriorates that heritage of mankindenclosed in the artistic production. Indeed made by man forman. To find out that we are children of a universal history notassigned to the mute global language of nowadays networks,but ingrained in the cultural diversity, not only invoked, butalso recognised to be more appropriate to mankind.

Who can stop such lucid ecstasy?I don’t know of this rationality is art. Maybe it can be if art

doesn’t know what “must” be. If art is a benign mother thataccepts its sons without judging or limiting its operative field.

On the other hand, I think it would be an infertile field,delimited and finished, often hetero-directed and sadly immo-bile in its whirling formal evolving.

Hence, coming back to the contemporary human, I feelallowed to describe it in Amor proprio e psiche (self-love andpsyche)”. Emotionally alien to world’s events and devoted tothe narcissistic care of the body, meant as exteriority, and fid-dling with the psyche (represented by a circle, as in Greek phi-losophy) definitely useless above the gluteus, as bored. Sweatyand nicely shaped, he just thinks to himself.

The man scares me. Nevertheless, it’s the first time that Irecognise a feeling inside myself as a stimulus to my investiga-tion. Maybe, I’m not so coldly detached and impenetrable, asI could appear. Yes, beyond my vision of world and its inclina-tion there are some fears. First of all banality. Not simplicity. Butthat “dream generating monsters” of modernity that is indif-ference (see Il sonno della ragione, the sleep of mind).

Not recognising, with the eyes of rationality in our personaldark side, the orthogonal projection on the collective plane of afast and violent society (see the masterpiece movie Crash by PaulHaggis) leads us to the Jungian paradox. When already old andwise, he refers to have learnt to cohabit with his shadow. Thoseemotional instincts, sometimes destructive, that reside in anyhuman being, can therefore, and maybe must, be known, ratio-nalised, guided. Can an analogous method be used in art? Or iseverything pop? Naïve, popular, thoughtless, like the Americandream. What is therefore the balance of this dream? Has it beenfulfilled or has it created a dangerous flattening? Do mass mediahelp us to discover ourselves or do they keep on influencing us?I believe that behind the accusations of reality, there is alwaysthe artist with its fears, instincts, torments, etc. Emotional statesthat only rationality can explain and direct, avoiding their uncon-trolled end up in destructivity and violence.

It’s not pop. It’s the exact contrary. It’s impop. It’s notunpop. It’s an italian hybrid of unpop. Why not Italianising atleast in painting? It is worth reminding and “reflecting” thatonce upon a time Italy and art were one single thing.

Arrigo Musti

Pioggia AcidaAcid Rain

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Il console generale del regno del Marocco Youssef Balla ed Arrigo Musti durantela cerimonia d’inaugurazione della tela Acid Rain V, presso il Consolato di Paler-mo.

Forse “il sogno americano” di Robert Indiana non è così “ingenuo”.Quest’ultimo mi piace sia il punto di partenza di ogni riflessione che seguirà.Egli così recitava: “Il pop è amore, perché accetta qualunque cosa. Il pop è sganciare la bomba. È il sogno ame-ricano, ottimista, generoso ed ingenuo”.Sono gli anni nei quali esplode il consumismo e la società della comunicazione globale fa capolino, presagendoun futuro prospero, migliore…Si può, al contrario, riconoscere che quel sogno americano della pop art, oggi, vada ampiamente ridimensiona-to e riportato sul campo di un oggettivo, ed almeno parziale, fallimento.Un bilancio è possibile e, finanche, doveroso.Quelle inclinazioni consumistico-capitalistiche, già esemplificate in formule economiche da J.M. Keynes a J.F.Nash, non erano figlie di una ingenuità. Dove non etero-pianificate, le mode e le tendenze dell’epoca, che hannoinfluenzato milioni di persone, si sono tradotte in inediti bisogni primari. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Maybe “the american dream” of Robert Indiana is not so “naive”.I like the latter also as a starting point for any consideration that will follow.He used to act like this: “Pop is love, because it accepts anything. Pop is dropping a bomb. It’s the americandream, optimist, generous and naïve”.On the contrary, it can be actually recognized that today that dream has been reduced and brought back to afield of an objective and, at least partial, failure. A balance is possible and even owed.These consumeristic-capitalist inclinations, already exemplified in economic recipes by J.M. Keynes and J.F. Nash,were not the result of innocence. Where not hetero-planned, trends and tendencies of that age, influencing mil-lion of people, have been translated in novel primary needs. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain V, cm 200 x 250, tecnica mista ad olio, 2007. Consolato generale delregno del Marocco, Palermo, via Villa Verona (sala ricevimenti).Acid Rain V, cm 200 x 250, mixed technique oil painting, 2007. Consolato gene-rale del regno del Marocco, Palermo, via Villa Verona (sala ricevimenti).

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Roberto Bilotti ed Arrigo Musti a Palazzo Burgio di Villafiorita (Palermo) durantel’inaugurazione del settecentesco palazzo (ottobre 2007). Sono esposte opere diArrigo Musti della serie Acid Rain.

La filmografia, per esempio, non fu in grado di prevederne in pieno gli sviluppi. Basti pensare che il film cult diS. Kubrik prevedeva per il 2001 una tecnologia avanzata per le conquiste spaziali ed un computer (chi non ricor-da Hal 9000), obsoleto e lento, seppur intelligente. La fine della guerra fredda ha bloccato la via delle scopertespaziali per una tecnologia più funzionale all’uomo.Ma è stata veramente funzionale all’uomo?Oggi non vi è chi non veda l’effetto spersonalizzante di una comunicazione totale che emargina e crea solitudine.(da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

For example, filmography was not able to fully predict any development. Just think of S. Kubrik cult movie waspredicting an advanced technology by 2010 for space conquests and an obsolete and slow computer, thoughsmart (who does not remember Hal 9000). The end of cold war blocked the way to space discoveries for a tech-nology more functional to mankind.Has it really been functional to mankind?Nowadays anybody can see the depersonalising effect of that kind of communication that excludes and gene-rates loneliness. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain II, cm 300 x 200, tecnica mista ad olio (collezione d’arte contempora-nea C. Bilotti).Acid Rain II, cm 300 x 200, mixed technique oil painting (contemporary art col-lection C. Bilotti).

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Giuseppe Tornatore ed Arrigo Musti discutono d’arte presso l’hotel Zagarella eSea Palace di S. Flavia (Palermo) durante un incontro del Rotary sul cinema delregista.

L’artista, oggi, può, e forse deve, rispondere a tali interrogativi. Infatti, a modesta opinione di chi scrive, lo puòfare proprio perché la sua risposta non deve essere rivestita di necessaria obiettività. Ma è, invece, una rispostache si può obiettivizzare, rectius concretizzare, in un manufatto artistico. Manufatto, contenitore di una visualeche, come accertato, nessuno può invalidare più di tanto.Allora una risposta può provenire da una riabilitazione provocatoria della comunicazione globale. Se per globa-le si intende la globalità corporea dell’individuo e non delle masse. Una comunicazione, non artificialmente fil-trata dai media e dai pc, fatta dall’uomo e per l’uomo e correlata alla sua dimensione psico-corporea, spessoinadatta ai ritmi frenetici e emarginanti della società dei consumi. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Nowadays the artist can, and perhaps must, answer to this inquiring. According to who’s writing, it can do itbecause its answer does not have to dress up with impartiality. Instead it’s an answer that can be made impar-tial in an artistic work. Artwork, tank of a view that, as ascertained, nobody can invalidate more than a bit.Hence, an answer can arise from provocative rehabilitation of global communication. If global means the cor-poral totality of individual and not masses. A communication, not artificially filtered by Medias and PCs, butmade by men for men and connected to its psycho-corporal dimension, often unsuitable to the frantic andemarginated rhythm of the society of wastes. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain IV, cm 100 x 140, tecnica mista ad olio, 2006 (collezione privata)Acid Rain IV, cm 100 x 140, mixed technique oil painting, 2006 (private collection)

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Arrigo Musti con Evgenij Solonovich nella galleria Mecenars di Palermo.

Se, pertanto, è consentito, l’artista può continuare ad attingere dalla realtà. Lo farà, però, con occhi nuovi. Adistanza di alcuni decenni vi è stata, infatti, una svolta epocale. Che la pop art non poteva prevedere. Così come Robert Indiana indicava la sua visione del fenomeno del consumismo in crescita, oggi l’artista puòegualmente azzardare la sua visione. Magari con gli strumenti più variegati. Senza tuttavia cedere, inconsape-volmente, alle mode dello sperimentalismo, ormai manierista, che contraddistingue i nostri tempi. Semplicemen-te ricordando che il nuovo non va cercato a tutti i costi. Questo potrebbe rappresentare una concessione allemode. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

If, therefore, the artist is allowed to continue and inspire from reality, he would do instead with new eyes. Afterseveral decades there has been indeed an epochal turning point. That pop art could not predict.Analogously to Robert Indiana indicating his vision of the social phenomenon of growing consumerism, nowa-days the artist can equally risk its vision. Maybe with the most assorted tools. Though without unconsciouslyindulging to the trend of experimentalism, by this time mannerist, marking our ages. Simply reminding that nov-elty does not have to be sought at any price. This could represent a concession to trends. (from Some impop con-siderations by Arrigo Musti)

Acid Rain I, cm 90 x 100, tecnica mista ad olio, 2006 (collezione privata)Acid Rain I, cm 90 x 100, mixed technique oil painting, 2006 (private collection)

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Marguerite Barankitse, Milena Mangalaviti e Arrigo Musti e una rappresentantedella Croce Rossa internazionale alla sala gialla di Palazzo dei Normanni alla pre-senza delle massime autorità politiche e civili e militari della regione Sicilia. LaBarankitse, dopo avere ricevuto una candidatura al Nobel per la pace ed avereconseguito il più alto riconoscimento dell’ONU per la pace nel mondo, incontrala Croce Rossa italiana a Palermo e riceve in omaggio un’opera serigrafica ritoc-cata a mano di Arrigo Musti per il suo Hopital Rema, ove ospita bambini vittimedei massacri in Burundi. Anche in tale circostanza è presente il console marocchi-no Balla a testimonianza del fatto che l’opera di Arrigo Acid Rain V, acquisita dalconsolato del Marocco, riveste un ruolo simbolico d’integrazione multietcnica emultirazziale.

E se, al contrario, appare necessaria l’innovazione a tutti i costi, forse, sarebbe meglio attingere a quel conteni-tore illimitato dei significati. Non solamente dei significanti.Recuperare il linguaggio dialettico e biunivoco con la realtà, rinunciando alla moda “obsoleta” della provocazio-ne circense, spesso fine a se stessa, potrebbe, già, rappresentare una via percorribile per restituire umanità eduniversalità all’arte. Così facendo, l’artista può superare l’angusta visione, invero autoreferenziale, del suo personale mondo interio-re per osservare la società e le tendenze che la caratterizzano. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

And if, on the other hand, innovation seems to be anyhow necessary, maybe it could be better exploiting thatimmense tank of meanings. Not only of signifiers.Recovering the dialectic language and its bivalence with reality, renouncing to “obsolete” fashion of circensianprovocation, often with no further target, could already represent an accessible path to give back the humani-ty and universality of art.In doing so, the artist can overcome the narrow visual, actually self-referential, of its personal interior world toobserve the society and its trends. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain VII, cm 100 x 140, tecnica mista ad olio, 2007 (collezione privata)Acid Rain VII, cm 100 x 140, mixed technique oil painting, 2007 (private collection)

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Philippe Daverio ed Arrigo Musti durante l’inaugurazione di Palazzo Burgio di Vil-lafiorita a Palermo.

Infatti, sembra di tangibile evidenza che il consumismo dell’odierna società complessa e globale della comuni-cazione, ha, invece, ottenuto semplicità, se non superficialità, appiattimento, ove non isolamento ed incomuni-cabilità. Sembra esattamente l’antitesi del sogno pop.Allora quale compito può, ancora, adempiere l’arte? (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Actually, it appears a tangible evidence that consumerism in the complex and globalised current society hasinstead achieved naturalness, if not superficiality, flattening, where not isolation and incommunicability.It seems exactly the antithesis of pop’s dream.What task can therefore fulfil art yet? (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain VI, cm 100 x 140, tecnica mista ad olio, 2007 (collezione privata)Acid Rain VI, cm 100 x 140, mixed technique oil painting, 2007 (private collection)

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Ennio Morricone ed Arrigo Musti a Villa Cattolica, sede del Museo Renato Gut-tuso (Bagheria) durante la cerimonia voluta dall’assessorato alla Cultura delComune di Bagheria di conferimento della cittadinanza onoraria bagherese alcelebre musicista. Arrigo riveste per l’assessorato alla Cultura del Comune diBagheria il ruolo di consulente per le arti, multimedialità e promozione artistica.

Tuttavia, per non cadere nel facile tranello del giudizio non ritengo sia il caso di esprimere giudizi di valore perchi indirizza le sue energie allo sperimentalismo tout court.Warhol, dal canto suo, riconosceva di non produrre più arte di quanto la società dei consumi americana giàfacesse, con il suo implacabile ritmo consumistico. Vantandosi dell’assenza, nella sua produzione artistica, di unvalore aggiunto. A questo punto, l’attento lettore impaziente si starà chiedendo: se ognuno è libero, in questo privilegiato campochiamato arte, di esprimere se stesso, perché la necessità di tali riflessioni?Perché riaffermo che la libertà è anche, se non soprattutto, quella di osservare, riflettere, scegliere e capire. Insomma ragionare.Ma come conciliare questo con il fatto che l’arte sia il campo della libertà espressiva? (da Alcuni pensieri impop di

Arrigo Musti)

Nonetheless, to avoid falling in the easy trick of a judgement, I do not believe it is convenient to express opin-ions on who addresses its energies on the experimentalism tout court.Warhol, as far as he is concerned, recognised he was nor producing more art than the american society wasalready doing with its inexorable consumeristic rhythm. Boasting of the absence of any added value in his artis-tic production.Now, the impatient careful reader may ask: if anybody is free to express itself in this privileged field called art,why are these considerations necessary?Because, I again point out that freedom is also, if not overall, observing, reflecting, choosing and understand-ing.To sum up thinking.But how reconciling this with the fact that art is the field of expressive freedom? (from Some impop considerations byArrigo Musti)

Acid Rain VIII, cm 80 x 100, tecnica mista ad olio, 2007, Mecenars.Acid Rain VIII, cm 80 x 100, mixed technique oil painting, 2007, Mecenars.

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Arrigo Musti e Beatrice Feo a Palazzo Burgio di Villafiorita (Palermo).

Ma come conciliare questo con il fatto che l’arte sia il campo della libertà espressiva? Ritengo che lo sia ancora, se già tutto non è stato deciso. Se non si giudica, ma si lasci liberi di scegliere.Anche di essere freddi assertori di denunce e ragionamenti?Sì, mi piace spingere al massimo il concetto di libertà per toccare il polso di chi non è veramente libero, ed èpronto ad indicare il “vero” cammino.Ritengo, tuttavia, che anche dietro il più complesso ragionamento, in arte, ci sia sempre l’artista che, con le suepaure e insoddisfazioni, è termometro della società in cui vive. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

But how reconciling this with the fact that art is the field of expressive freedom?I believe it is still, if anything has not been already decided.If not judging, at least it must be given the freedom to decide.Even to be cold assertors of denounces and argumentations?Yes, I like to push as much as possible the concept of freedom to check the attitude of who is not really free,and is ready to indicate the “true” course.Nevertheless, I believe that behind the most complex consideration in art there is always the artist, who, with itsfears and discontents, is the thermometer of the society where it lives. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Acid Rain III, cm 90 x 100, tecnica mista ad olio, 2007, Mecenars.Acid Rain III, cm 90 x 100, mixed technique oil painting, 2007, Mecenars.

XXUn secolo di passioneA century of passion

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Arrigo Musti, Marcello Caruso (assessore al Patrimonio della Provincia regionaledi Palermo) e Francesco Musotto (presidente della Provincia di Palermo) a Palaz-zo Comitini, sede della Provincia e del percorso museale d’arte contemporanea,in occasione della allocazione della tela di Arrigo nella collezione d’arte della Pro-vincia (Sala Gialla).

Allora la società, la storia ed il suo evolversi o involversi è lo spunto per riflettere ed il punto di partenza di ogniconsiderazione. Riconosco che, sovente, anch’io ho paura di farlo. Abbiamo deciso di delegare in bianco all’arte, in grande misu-ra, la parte emotiva dell’io. Libera di fluire. Dimenticando che ci possiamo e, forse, ci dobbiamo permettere dinon accettare tutto. Anche con il canale artistico si può fare tutto ciò? Penso di sì. Forse, in modo più originaleche in altri campi. C’è ancora tanto da dire e da dare: anche se i significanti sembrano esaurirsi, i significati, comegià detto, sono e rimarranno infiniti. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Hence society, history and its evolution or involution is the starting point to reflect and the starting point of anyconsideration.I recognise that often I’m also afraid to do it. We have decided to largely delegate to art the emotional part ofego. Free to flow. Forgetting that we can and must allow ourselves to not accept everything. Also through theartistic channel is it possible to do all this? I think so. Perhaps, more originally than in other fields. There is stilla lot to say and to give: even if meanings seem to finish off, meanings, as I said, are and will remain infinite.(from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Un secolo di passione, olio su tela, cm 200 x 210, 2005, Provincia regionale diPalermo, Museo d’arte contemporanea.Un secolo di passione, oil on canvas, cm 200 x 210, 2005, Provincia regionale diPalermo, Museo d’arte contemporanea.

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Il sindaco di Elk Grove (Illinois) riceve dal sindaco di Bagheria un’opera serigrafi-ca di Arrigo Musti per il gemellaggio con la città di Bagheria.

Epurare prima facie la produzione artistica da “indispensabili” sentimentalismi e provocazioni è possibile. Nonsolo tollerabile. Ma, forse, anche auspicabile. Cosi posso dire che il mondo nel XX secolo può essere rappresentato come nella tela Un secolo di passione Recu-perando la figura umana per contrastare i monitor dei computer e i linguaggi anonimi dei cellulari. Forse la telaveicola una protesta? Si contro la violenza, nella forma. E contro i media, nella sostanza. In più, confesso, è unmodo per rappresentare ed esorcizzare le mie paure.Cosi come vedere il mondo del XXI secolo come nella tela Un secolo di seduzione. Oppure vedere nell’universa-lità dell’elemento pioggia (Acid Rain) quel connotato corrosivo che progressivamente deteriora quel patrimoniodell’umanità racchiuso nella produzione classica. Giustappunto fatta dall’uomo per l’uomo. Per scoprirci figli diuna storia universale non delegata al muto linguaggio globale degli odierni network, ma radicato in quella diver-sità culturale, non solamente invocata, ma anche conosciuta e riconosciuta più consona all’uomo. Chi può fer-mare questo lucido delirio? (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

In the same way, it is possible to purify prima facie the artistic production from “vital” sentimentalisms andprovocations. Not only tolerable. But, maybe, even desirable.Hence, I can say that the world in the the 20th century can be represented as in the painting: Un secolo di pas-sione (a century of passion), recovering the human figure to challenge PC monitors and the anonym languagesof mobile phones. Maybe does the painting carry a protest? Yes, against violence, in the form. And against massmedia, in the essence. Furthermore, I confess that it’s a way to represent and exorcise my fears. As watching the world of the 21st century in the painting: Un secolo di seduzione (a century of seduction). Orobserving in the universality of the acid rain that corrosive connotation, which progressively deteriorates thatheritage of mankind enclosed in the artistic production. Indeed made by man for man. To find out that we arechildren of a universal history not assigned to the mute global language of nowadays networks, but ingrainedin the cultural diversity, not only invoked, but also recognised to be more appropriate to mankind. Who can stopsuch lucid ecstasy? (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Il Quarto Reich, cm 200 x 280 olio su tela, 2005 (Ordine Avvocati di Palermo,Palazzo di Giustizia di Palermo, aula adunanze avv. Biagio Bruno).Il Quarto Reich, cm 200 x 280 oil on canvas, 2005 (Ordine Avvocati di Palermo,Palazzo di Giustizia di Palermo, aula adunanze avv. Biagio Bruno).

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Istallazione d’arte di Arrigo Musti: Un secolo di passione, 2004. Nel video le operesul XX secolo realizzate da Arrigo entrano virtualmente nelle immagini storicheche hanno caratterizzato il secolo in oggetto.

Non so se questa razionalità è arte. Forse lo può essere se l’arte non sa già cosa “deve” essere. Se l’arte è unamadre benigna che accetta tutti i suoi figli, senza giudicare o perimetrare il suo campo d’azione.Viceversa, penso sarebbe uno sterile campo, delimitato e concluso spesso etero-diretto e tristemente immobilenel suo vorticoso evolversi formale.Quindi, tornando all’uomo contemporaneo, mi permetto di descriverlo in Amor proprio e psiche [pag. 47]. Estra-neo, emotivamente, alle vicende del mondo e dedito alla cura narcisistica del corpo, inteso come esteriorità, egiocherellante con la psiche (rappresentata dal cerchio, come nella filosofia greca) decisamente superflua soprai glutei, come se annoiato. Sudato e palestrato egli pensa solo a se stesso.Questo uomo mi fa paura. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

I don’t know of this rationality is art. Maybe it can be if art doesn’t know what “must” be. If art is a benignmother that accepts its sons without judging or limiting its operative field.On the other hand, I think it would be an infertile field, delimited and finished, often hetero-directed and sadlyimmobile in its whirling formal evolving.Hence, coming back to the contemporary human, I feel allowed to describe it in Amor proprio e psiche (self-love and psyche) [pag. 43]. Emotionally alien to world’s events and devoted to the narcissistic care of the body,meant as exteriority, and fiddling with the psyche (represented by a circle, as in Greek philosophy) definitely use-less above the gluteus, as bored. Sweaty and nicely shaped, he just thinks to himself. The man scares me. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Il sonno della ragione, cm 150 x160, olio su tela, 2004. Mecenars.Il sonno della ragione, cm 150 x160, oil on canvas, 2004. Mecenars.

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Arrigo Musti nello studio di pittura a Bagheria (Palermo).

È la prima volta che mi riconosco un sentimento, come volano della mia ricerca. Forse, non sono cosi fredda-mente distaccato ed imperscrutabile, come potevo apparire. Si, oltre la mia visione del mondo e delle sue incli-nazioni vi sono delle paure. Prima di tutte la banalità. non la semplicità. Ma quel “sonno generatore di mostri”della modernità che è l’indifferenza (vedi Il sonno della ragione) [pag. 39]. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

it’s the first time that I recognise a feeling inside myself as a stimulus to my investigation. Maybe, I’m not so cold-ly detached and impenetrable, as I could appear. Yes, beyond my vision of world and its inclination there aresome fears. First of all banality. Not simplicity. But that “dream generating monsters” of modernity that is indif-ference (see Il sonno della ragione, the sleep of mind) [pag. 35]. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Memories, cm 50 x 120, carboncino su tavola, 2004.Memories, cm 50 x 120, charcoal paintig, 2004.

XXIUn secolo di seduzioneA century of seduction

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Arrigo Musti nella galleria Mecenars in occasione di un incontro con una scolare-sca di un istituto d’arte della regione Sicilia.

Non riconoscere, con gli occhi della ragione, nei nostri personali lati oscuri la proiezione ortogonale sul pianocollettivo di una società veloce e violenta (vedi il film, capolavoro, Crash di Paul Haggis) ci porta al paradossojunghiano. Egli, oramai, vecchio e saggio riferisce che ha imparato a convivere con la sua “ombra”. Quelle pul-sioni emotive, a volte distruttive, che risiedono in ogni uomo, possono, allora, e, forse, devono essere conosciu-te, razionalizzate, incanalate. Si può usare analogo metro in arte? (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Not recognising, with the eyes of rationality, in our personal dark side, the orthogonal projection on the collec-tive plane of a fast and violent society (see the masterpiece movie Crash by Paul Haggis) leads us to the Jungianparadox. When already old and wise, he refers to have learnt to cohabit with his shadow. Those emotionalinstincts, sometimes destructive, that reside in any human being, can therefore, and maybe must, be known,rationalised, guided. Can an analogous method be used in art? (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

Un secolo di seduzione, cm 160 x 270, olio su tela, 2006. Mecenars.Un secolo di seduzione, cm 160 x 270, oil on canvas, 2006. Mecenars.

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Durante il convegno che ha visto a Villa Cattolica (Bagheria), confrontarsi qualifi-cati esponenti di tre, tra le più diffuse religioni monoteiste: padre Gianni Notari,direttore dell’istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo, il rabbi-no capo di Ferrara, Luciano Caro e l’imam Mohamed Nius Dachan, presidentedell’UCOII (Unione Comunità Islamiche Italiane), già membro del comitato nazio-nale scuola e legalità del ministro della Pubblica Istruzione Fioroni e membro dellaConsulta Islamica istituita dal ministro degli Interni Giuliano Amato, dalla presi-dentessa dell’Aisma (Associazione Interculturale Sicilia Marocco), Vincenza Mura-tore, era presente anche il console del Marocco, Jussef Balla. Ha moderato il dott.Davide Camarrone, giornalista della Rai 3 Sicilia. Dopo l’intervento di ArrigoMusti sul valore dell’arte come veicolo di conoscenza della diversità culturale edelle radici, spesso comuni, dei popoli mediterranei, gli intervenuti ricevonoopere serigrafiche di Arrigo Musti Acid Rain V, opera assunta dal consolato comesimbolo dell’integrazione dei popoli mediterranei.

Oppure tutto è pop. Ingenuo popolare, irriflessivo, come il sogno americano. Quale è allora il bilancio di questosogno? Si è realizzato o ha creato un pericoloso appiattimento? I media ci aiutano a scoprire noi stessi o ci con-tinuano a condizionare? Ritengo, che dietro tutte le denunce della realtà, c’è sempre l’artista con le sue paure,le sue pulsioni, inquietudini, ecc. Stati emotivi che solo la ragione può spiegare ed incanalare, scongiurando illoro sfociare incontrollato in distruttività e violenza. Nop è pop. E il suo contrario. È impop. Non è unpop. E un ibrido italianizzato di unpop. Perché, riflettendoappunto, non “italianizzare” almeno in pittura? A ben ricordare e “riflettere” un tempo, ormai lontano, l’Italiae l’arte erano un tutt’uno. (da Alcuni pensieri impop di Arrigo Musti)

Or is everything pop? Naïve, popular, thoughtless, like the american dream. What is therefore the balance of thisdream? Has it been fulfilled or has it created a dangerous flattening? Do mass media help us to discover our-selves or do they keep on influencing us? I believe that behind the accusations of reality, there is always the artistwith its fears, instincts, torments, etc. Emotional states that only rationality can explain and direct, avoiding theiruncontrolled end up in destructivity and violence.It’s not pop. It’s the exact contrary. It’s impop. It’s not unpop. It’s an italian hybrid of unpop. Why not italianisingat least in painting? It is worth reminding and “reflecting” that once upon a time Italy and art were one singlething. (from Some impop considerations by Arrigo Musti)

A destra Amor proprio e psiche, cm 100 x 140, olio su tela, 2006 (collezione privata)A destra Amor proprio e psiche, cm 100 x 140, oil on canvas, 2006 (private collection)

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Il sindaco di Bagheria omaggia un’opera ad olio di Arrigo Musti (ed una guida delmuseo R. Guttuso) al Comune di Chicago per ivi rimanervi esposta. La riceve ilsindaco di Chicago, Richard Daley.

La forza e la bellezza alimentano il desiderio di potenza. Quest’ultimo, immanente nell’odierna società, può sfo-ciare in pericolose aspettative individuali e collettive.I primi due profili della seduzione possono intravedersi nella smorfia tragicomica della M. Monroe - M. Tatcherdai capelli esplosivi, come le atomiche sul Giappone del 1945.Quelle immagini di bellezza e potenza bellica che girarono il mondo, seducendolo e scuotendolo, oggi forse pos-sono essere rilette in chiave critica.L’”ombra” collettiva, proiezione macroscopica ortogonale delle “ombre” individuali, distruttiva e vorace, in reipsa, può essere arginata dalla sua razionalizzazione e comprensione. Cosicché, come C.G. Jung suggeriva, pos-siamo scendere nell’inferno delle nostre passioni individuali e di massa per superarle ed, infine, uscirne per rimi-rar le stelle (cit. Dante Aligheri - Inferno).

Arrigo

Strength and beauty feed desire and power. The latter, inherent of nowadays society, may result in dangerousindividual and collective expectations.The first two profiles of seduction can be discerned in the tragicomic grimace of M. Monroe - M. Tatcher withexplosive hair evoking the atomic bombs on Japan in 1945.These images of beauty and military power that went around the world seducing and shaking it, nowadays canmaybe be critically reinterpreted.The collective “shadow”, macroscopic orthogonal projection of individual “shadows”, destructing and greedy,can be stemmed by its rationalization and comprehension. Thus, as C. G. Jung suggested, we can descend thehell of our individual and collective passions aiming to prevail over them and, finally, get out of them to admirethe starry sky (cit. Dante Alighieri - Hell).

Arrigo

Impop art. Il doppio lato della seduzione, cm 120 x 120, carboncino su tavola.Impop art. Il doppio lato della seduzione, cm 120 x 120, charcoal painting.

Arrigo Musti è nato a Palermo nel 1969. Fin da giovanissi-mo manifesta attitudini al disegno, seppur mai coltivate e tra-dotte in studi artistici. Una capacità nella manipolazione delleargille prima e della scultura delle pietre dure dopo viene sco-perta grazie ad una circostanza casuale. In vacanza a ventidueanni ricava dalle sabbie di Camarina (Sicilia) grandi figure dicavalli ed uomini. Nonostante gli incoraggianti risultati, taleattitudine non si tradurrà in un concreto impegno artistico econtinuerà i suoi studi giuridici che lo vedranno ottenere otti-mi riconoscimenti accademici. Vince, inoltre, una borsa di stu-dio in una università americana, a New York, e si laurea a Paler-mo con il massimo dei voti e la lode in giurisprudenza. Impe-gnato nelle tematiche di ampio respiro sociale, dai risvolti giu-ridici, partecipa a due importanti conferenze, da correlatore,sul concorso esterno in associazione per delinquere di stampomafioso e sull’abuso d’ufficio (presenti, tra gli altri, il presiden-te alla commissione di riforma al codice penale, prof. AntonioPagliaro), trasmesse anche da Radio Radicale.

L’attenzione alle tematiche sociali, non solo della terra incui vive, contraddistingue i suoi primari interessi, ma avvertefin da allora, 26 anni, che possono esistere strumenti dicomunicazione e terreni più idonei alle sue esigenze. Divieneavvocato e poi professore di diritto presso gli istituti superio-ri. Tuttavia, col tempo, percepisce sempre più che probabil-mente la sua reale inclinazione è rimasta ancora latente. Con-segue intanto alcuni master in prestigiose università italianecome la Luiss Management. Solo all’età di 33 anni, dopoavere ricevuto in dono una tela decorativa, decide di interve-nire sui colori della stessa fino a modificarla. Si incuriosisce esi determina studiare, da autodidatta, tecniche pittoriche edanatomia umana. Proprio quest’ultima viene eletta da lui aterreno principe della sua comunicazione. Terreno che, anco-ra, non aveva trovato un adeguato veicolo espressivo. È il lin-guaggio non verbale e corporeo tout court che più di tuttiviene, da Arrigo, riconosciuto idoneo a veicolare nelle suetele la sua visione della storia e della contemporaneità. Ciò sitradurrà in un costante impegno pittorico che lo vedrà cimen-tarsi con le scottanti tematiche della guerra e della sopraffa-zione hobbesiana del XX secolo.

Vengono realizzate, nel giro di pochi anni, tele di grandidimensioni che troveranno ingresso, per ivi rimanervi, nellecollezioni d’arte contemporanea di Palazzo Comitini, sededella Provincia Regionale di Palermo (XX Un secolo di passio-ne, cm 200 x 250), nel Palazzo di Giustizia di Palermo (IlQuarto Reich, cm 200 x 280), nella sede del Consolato Gene-rale del Regno del Marocco a Palermo (Acid Rain V, cm 200x 250), nell’Hopital Rema della candidata al nobel per la paceMarguerite Barankitse in Burundi, nella Diocesi di Mahengedel Vescovo A. Ndorobo (Presidente della Caritas della Tanza-nia) e nel municipio di Chicago (Illinois). Da ultimo una tela digrandi dimensioni (Acid Rain II, cm 200 x 300) entra anchenella prestigiosa collezione d’arte contemporanea di C. Bilot-ti. Tali circostanze avvalorano il fatto che le tematiche affron-tate sono figlie di valori universali ed interculturali.

Arrigo Musti was born in Palermo in 1969. Since his youthmanifests skills in painting, though never deepened and con-verted in artistic studies. Skills in the manipulation of claysfirst and later in the sculpture of hard rocks unveil during afortuitous event. During his vacations at the age of 22, hemolds big shapes of horses and humans in the sands ofCamarina (Sicily). Notwithstanding the encouraging results,these skills do not translate in a substantial artistic dedicationand he would continue his juridical studies with excellentacademic recognition. In addition, he gets a grant in anAmerican university and achieves the degree in law with topmarks cum laude. He is involved in social topics with widesocial and juridical implications and takes part to two impor-tant conferences as co-chairman on the topics: external par-ticipation in criminal association of mafia type and publicfunction abuse (with the participation, among others, of thepresident of the board for the penal code reform), broadcast-ed by Radio Radicale.

The attention on social topics, not only from his land,marks his primary interests, though he perceives since thatage (26 years old) that he can employ communication toolsand fields more appropriate to his nature. He becomes alawyer and later professor of law in secondary school, achiev-ing several masters in juridical disciplines, though he getsmore and more concerned that probably his real attitude isstill latent. Only at the age of 33, after receiving as a presenta decorative painting, he decides to modify the colors of thepainting. He arouses his curiosity and comes to the decisionof studying as an autodidact painting techniques and humananatomy. The latter is chosen by him as the main field of hiscommunication. Field that at that time had not found an ade-quate expressive tool yet. The tout court non-verbal and bodylanguage is that recognized more than others by Arrigo asthe most suitable to carry in his paintings his vision of con-temporary history. This will turn to a constant pictorialengagement in which he tests himself in the controversialtopics of war and Hobbesian abuse of XX century.

Within few years, he paints large size paintings that arepermanently exposed in Palazzo Comitini within the collec-tion of contemporary art, headquarter of the RegionalProvince of Palermo (XX A Century of Passion, 200x250 cm),in the Hall of Justice of Palermo (Il Quarto Reich, 200 x 280cm), in the headquarter of the Reign of Morocco GeneralConsulate (Acid Rain V, 200 x 260 cm), in the Hopital Remaof Marguerite Barankitse, Nobel Prize candidate, in Burundi,in Diocese of Mahenge (Bishop A. Ndorobo Caritas Presidentof Tanzania) and in the town hall of Chicago (Illinois). Lastbut not least a large sized painting (Acid Rain II, 200 x 250cm) is included in C. Bilotti’s prestigious collection of contem-porary art. These circumstances thus strengthen the fact thatthe topics handled are based on universal and interculturalvalues.

Furthermore, he takes part to several solo exhibitionsreceiving several ackowledgements.

BIOGRAFIABIOGRAPHY

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Partecipa a svariate mostre personali in Italia e ricevendoalcuni riconoscimenti.

La galleria Mecenars si Palermo espone in permanenza leopere di Arrigo.

Ha realizzato una video istallazione, XX, un secolo di pas-sione, che è stata proiettata nelle scuole ed in alcuni Comunidella Provincia di Palermo.

È stato varie volte invitato come presidente di giurie arti-stiche o giurato in manifestazioni ed estemporanee di pitturaed arte tout court, tra le quali il Capacicinemabreve nel 2005.

Si sono interessate a lui quasi tutte le testate giornalistichesiciliane a nazionali. Viene nominato nel 2007 dall’Assessoratoalla Cultura del Comune di Bagheria consulente alle arti, mul-timedialità e promozione artistica territoriale. Elabora il mani-festo artistico impop art che incuriosisce anche Giuseppe Tor-natore (regista), che all’uopo vuole scrivere un appassionatopensiero sull’artista concittadino e sulla sua produzione pittori-ca. Infine, anche Evgenij Solonovich (professore di Letteraturaitaliana presso l’Università Gorky di Mosca, poeta e traduttoredei classici italiani in lingua russa) si è interessato alla sua pro-duzione artistica ed al relativo manifesto. All’uopo ha volutoaggiungere le sue considerazioni in merito.

Arrigo ha ricevuto, inoltre, richieste di esporre in gallerielondinesi ed il suo sito web, www.arrigomusti.it, è ospitatodalla Charles Saatchi Gallery di Londra. Di lui hanno scrittoanche la direttrice del museo Renato Guttuso in Bagheria, DoraFavatella Lo Cascio (storico dell’arte), il critico d’arte Daniela Bri-gnone, il presidente della commissione V cultura all’AssembleaRegionale Siciliana dott. Antonello Antinoro, eccetera. Da ulti-mo la serie pioggia acida (Acid Rain) sta caratterizzando unasvolta nell’elaborazione e personalizzazione della rappresenta-zione delle immagini, pur rimanendo fedele alle consuete tema-tiche di denuncia delle inclinazioni e della violenza fisica e cul-turale dell’uomo moderno. Perpetrata in definitiva su se stesso.

Vive e lavora a Bagheria (Palermo).

The Mecenars gallery in Palermo permanently hosts Arri-go’s works.

In addition, he had filmed a video, XX, a century of passion,that has been projected in schools and some municipalities ofPalermo’s Province.

He has also been invited as president in artistic juries inmanifestations of painting and art tout-court. Among them,the Capacicinemabreve in 2005.

Most of the Sicilian and national press has devoted interestin his work. He has been recently appointed in 2007 by theCouncil of Culture of Bagheria: advisor for arts, use of multi-media and territorial artistic promotion. He has developed theartistic manifest “impop art” that has aroused the curiosity ofGiuseppe Tornatore (film director), who has accordingly writ-ten an enthusiastic comment on the artist fellow citizen andhis artistic production. Finally, Evgenij Solonovich (professor ofItalian literature at Gorky Univesity in Moscow and poet andtranslator of Italian classis in Russian) ha also paid attention toArrigo’s artistic production and the related manifesto. Accord-ingly he wanted to include his considerations.

Arrigo has received several requests to expose in galleries inLondon and his web site: www.arrigomusti.it is hosted by theCharles Saatchi Gallery of London. The director of the RenatoGuttuso Museum in Bagheria, Dora Favatella Lo Cascio (art his-torian), the art critic Daniela Brignone, the president of thefifth cultural committee of the Assemblea Regionale SicilianaDr. Antonello Antinoro have all written about him. Last but notleast, the series Acid Rain is charachterizing a turning point inthe elaboration and personalization of images representation,though remaining faithful to the usual topics of accusation ofthe inclinations and the physical and cultural violence of themodern human being. Eventually perpetrated on itself.

He lives and works in Bagheria (Palermo).

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Finito di stampare nel mese di dicembre 2007 dalle Officine Tipografiche Aiello & Provenzano, Bagheria

per conto del Gruppo Editoriale Kalós