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9,80 DVD + 1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Giovedì 25 febbraio 2010 – Anno 2 – n° 72 Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 www.ilfattoquotidiano.it Potere assoluto «È il sogno di ogni uomo di potere: un pozzo senza fondo di risorse da cui attingere» Il libro inchiesta sulla Protezione civile www.ilmegafonoquotidiano.it Potere assoluto La protezione civile al tempo di Bertolaso di Manuele Bonaccorsi Edizioni Alegre, 128 pag. 12,00 € In libreria www.ilmegafonoquotidiano.it stéphane audeguy mio fratello rousseau «Andrò dritto al punto: questo è il miglior romanzo pubblicato in Francia quest’anno, una meraviglia sia in termini di stile che d’immaginazione». MICHEL TOURNIER Fazi Editore POLITICI SCHIAVI DEI MAFIOSI Il senatore Di Girolamo sull’attenti davanti al boss della ‘Ndrangheta non è un caso isolato. In Parlamento siedono numerosi personaggi voluti dal crimin e organizzato. La Chiesa: i legami fra politica e cosche strozzano il Sud Viva Craxi, abbasso i corrotti di Marco Travaglio D ice Napolitano, a chi gli domanda delle nuove tangenti: “Chiedete ad altri”. Lui infatti un mese fa giustificava quelle vecchie, scrivendo alla vedova Craxi che il marito esule fu “trattato con una durezza senza eguali”, e ora commemora Pertini. Dice Schifani, con rispetto parlando, che “i partiti si devono imporre rigore nella selezione della classe dirigente, a volte non candidando chi è condannato non in via definitiva”. Lui infatti, un mese fa in Senato, beatificava Craxi, condannato in via definitiva per corruzione e morto latitante, chiamandolo “vittima sacrificale”. Dicono Brunetta e Sacconi che ha torto Montezemolo quando per la nuova corruzione accusa la politica, perché loro sono impegnatissimi a combatterla: infatti un mese fa, per combatterla meglio, stavano sulla tomba del corrotto Craxi. Dicono Fini e Berlusconi, una volta tanto all’unisono: “Non c’è una nuova Tangentopoli”. Perché, anche se ci fosse, cambierebbe qualcosa? Non era un complotto delle toghe rosse manovrate dalla Cia, l’inchiesta su Tangentopoli? Non erano dei martiri perseguitati politici, i condannati per Tangentopoli? Non sedevano tutti in prima fila al Senato alla canonizzazione di San Bottino, i pregiudicati Forlani, De Michelis e De Lorenzo? Si dice che bisogna aspettare le condanne definitive: ma, anche se arrivassero, cambierebbe qualcosa? Craxi non era un condannato definitivo? Come può una classe politica, fino alle più alte cariche dello Stato, avere la credibilità di parlare di corruzione se un mese fa era allineata e coperta a beatificare uno dei simboli della corruzione? Come può sperare che all’estero la prendano sul serio? La stampa internazionale, dall’Economist a Le Monde, un mese fa ci prendeva in giro come un paese di smemorati e di cialtroni. Ora che dalla santificazione dei corrotti si passa, ovviamente a parole, alle leggi anticorruzione, seguiteranno a considerarci la patria di Pulcinella. Bossi vuol fare piazza pulita dei condannati: ma se lo ricorda di essere pure lui un condannato per la maxi-tangente Enimont? La Russa dice che “il limite sta nel rinvio a giudizio: al di sotto non c’è problema, al di sopra ci sarà un invito a non candidarsi”: ma se lo ricorda che il capo del suo partito, tale Banana, è stato rinviato a giudizio per corruzione di Mills e per frode fiscale, appropriazione indebita e falso in bilancio sui fondi neri Mediaset? Il sagace Gasparri, a proposito del sen. Di Girolamo, dice che “nessuno è intoccabile”: e allora perché il suo partito, meno di due anni fa, votò contro l’arresto del sen. Di Girolamo accusato di 7 capi d’imputazione per aver truccato le carte della sua elezione fra gl’italiani all’estero mentre risiedeva in Italia (presso una nota cosca della ‘Ndrangheta)? E perché la giunta per le elezioni del Senato trovò il modo di non espellere neppure il senatore abusivo? Chi era il capogruppo del Pdl al Senato? Per caso, Gasparri ha mai sentito parlare di Gasparri? Piercasinando parla come Grillo al V-Day: “Basta con i ladri”. Forse scherza. Chi ha fatto nominare segretario Udc Lorenzo Cesa, arrestato nel ’93 perché incassava le tangenti per conto del ministro Prandini e reo confesso in un memorabile verbale che inizia con le parole “ho deciso di vuotare il sacco”? Chi ha portato in Parlamento Giuseppe Drago, già presidente della regione Sicilia, dopo che era stato condannato in primo grado per peculato per avere svaligiato la cassa dei fondi riservati del governatore asportando 230 milioni di lire? Un certo Casini. Per caso, Casini ha mai sentito parlare di Casini? Angelino Jolie, poveretto, dice restando serio che “Berlusconi ha posto l’onestà come precondizione della politica… perché, da uomo ricco, non ha bisogno di prendere mazzette e dunque è insospettabile di tangenti”. Infatti le tangenti non le prendeva: le pagava. Ma forse è questa la formidabile legge anticorruzione che ha in serbo l’onorevole Angelino: chi prende tangenti, in galera; chi le paga, a Palazzo Chigi. Berlusconi: le intercettazioni gettano solo fango . Bersani: allora chiama la Protezione civile. Risposta azzeccata Candidata alle Regionali l’igienista dentale di Berlusconi. Il suo urologo ha già troppo da fare (www.spinoza.it) n il caso annozero Flores d’Arcais e Colombo rispondono a Santoro pag. 22z n ambiente Gli idrocarburi del Lambro devastano il Po De Gennaro pag. 12z Un’immagine pubblicata dal settimanale “L’espresso”mostra Nicola Di Girolamo (a destra) con il boss della ‘Ndrangheta Franco Pugliese (FOTO ANSA) U di Gianni Barbacetto TUTTI I NOMI DI FIORANI I l banchiere che nel 2005 die- de l’assalto alla finanza italiana è rilassato, nel suo completo ges- sato. Fiorani, allora ad della Po- polare di Lodi, oggi imputato nel processo Antonveneta, s’è la- sciato alle spalle l’euforia del banchiere vincente. pag. 7 z U di Enrico Fierro LA CATTIVA LOBBY DEGLI “I TA L I A N I ” C inque uomini su un ma- nifesto. Abbigliamento da Blues Brothers, neri come le “jene”, un po' ridicoli come i “Soprano's”. Sono gli italiani nel mondo, guidati da Sergio De Gregorio, la mente della fondazione-partito. pag. 3 z U di Sandra Amurri e Rita Di Giovacchino LA CHIAMATA A DELL’UTRI PER DI GIROLAMO D alle 1800 pagine dell’ordi- nanza “telefoni sporchi” emerge l’affresco di una colos- sale associazione per delinque- re, con coinvolgimento di po- litici chiamati a dare “aiutini” di diversa natura. pag. 4-5 z di Beatrice Borromeo D ove è finito Mauro Masi? È sparito il direttore generale e in Rai non si parla d’altro. Lui, che ama depistare, ha lasciato tracce che vanno in direzioni opposte. E un’altra guerra intestina logora viale Mazzini. pag. 9 z I Palazzi del potere ricordano quelli della Chicago degli anni Trenta: accordi illeciti, referenti diretti dei clan, un sottosegretario di cui si chiede l’arresto per aver favorito la Camorra STORIE DI BASSO IMPERO x LA RAI IN AGONIA E IL DG SPARISCE IN VACANZA BERLUSCONI SOGNA NEL LETTO DI NAPOLEONE di Luca Telese A ttenzione, perché anche questa volta non è satira. Dopo il mitico lettone di Putin, ecco un altro col- po del “solito noto”, anche stavolta nello strategico (per lui) settore molle e materassi. pag. 9 z CATTIVERIE n chiesa Preti pedofili, l’offensiva di Ratzinger Politi pag. 14z di Peter Gomez G uardi il Parlamento e pensi al consiglio comunale di Chica- go. Quello degli anni Venti in cui Al Capone teneva il sindaco Wil- liam ‘Big Bill’ Hale Thompson Jr e tutti gli altri a libro paga. Il caso di Nicola Di Girolamo, il senato- re Pdl che si faceva fotografare abbracciato ai boss e si metteva sull’attenti quando gli dicevano “tu sei uno schiavo e conti quan- to un portiere”, è infatti tutt’al- tro che isolato. pag. 2-3 z y(7HC0D7*KSTKKQ( +"!"!?!$!\

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€ 9,80 DVD + € 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

G i ove d ì 25 febbraio 2010 – Anno 2 – n° 72Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Potere assoluto«È il sogno di ogni uomo di potere: un pozzo senza fondo di risorse da cui attingere»

Il libro inchiesta sullaProtezione civile

www.ilmegafonoquotidiano.it

Potere assolutoLa protezione

civile al tempodi Bertolaso

di Manuele BonaccorsiEdizioni Alegre,

128 pag. 12,00 €

In libreriawww.ilmegafonoquotidiano.it

stéphane audeguy mio fratello rousseau

«Andrò dritto al punto: questo è il miglior romanzo pubblicato in Francia quest’anno, una meravigliasia in termini di stile che d’immaginazione».MICHEL TOURNIER

Fazi Editore

POLITICI SCHIAVI DEI MAFIOSIIl senatore Di Girolamo sull’attenti davanti al boss della ‘Ndrangheta non è

un caso isolato. In Parlamento siedono numerosi personaggi voluti dal crimin eorganizzato. La Chiesa: i legami fra politica e cosche strozzano il Sud

Viva Craxi,abbasso i corrotti

di Marco Travaglio

Dice Napolitano, a chi gli domanda delle nuovetangenti: “Chiedete ad altri”. Lui infatti un mese fagiustificava quelle vecchie, scrivendo alla vedovaCraxi che il marito esule fu “trattato con una

durezza senza eguali”, e ora commemora Pertini. DiceSchifani, con rispetto parlando, che “i partiti si devonoimporre rigore nella selezione della classe dirigente, a voltenon candidando chi è condannato non in via definitiva”. Luiinfatti, un mese fa in Senato, beatificava Craxi, condannatoin via definitiva per corruzione e morto latitante,chiamandolo “vittima sacrificale”. Dicono Brunetta eSacconi che ha torto Montezemolo quando per la nuovacorruzione accusa la politica, perché loro sonoimpegnatissimi a combatterla: infatti un mese fa, percombatterla meglio, stavano sulla tomba del corrotto Craxi.Dicono Fini e Berlusconi, una volta tanto all’unisono: “Nonc’è una nuova Tangentopoli”. Perché, anche se ci fosse,cambierebbe qualcosa? Non era un complotto delle togherosse manovrate dalla Cia, l’inchiesta su Tangentopoli? Nonerano dei martiri perseguitati politici, i condannati perTangentopoli? Non sedevano tutti in prima fila al Senato allacanonizzazione di San Bottino, i pregiudicati Forlani, DeMichelis e De Lorenzo? Si dice che bisogna aspettare lecondanne definitive: ma, anche se arrivassero,cambierebbe qualcosa? Craxi non era un condannatodefinitivo? Come può una classe politica, fino alle più altecariche dello Stato, avere la credibilità di parlare dicorruzione se un mese fa era allineata e coperta abeatificare uno dei simboli della corruzione? Come puòsperare che all’estero la prendano sul serio? La stampainternazionale, dall’Economist a Le Monde, un mese fa ciprendeva in giro come un paese di smemorati e dicialtroni. Ora che dalla santificazione dei corrotti sipassa, ovviamente a parole, alle leggi anticorruzione,seguiteranno a considerarci la patria di Pulcinella. Bossivuol fare piazza pulita dei condannati: ma se lo ricordadi essere pure lui un condannato per la maxi-tangenteEnimont? La Russa dice che “il limite sta nel rinvio agiudizio: al di sotto non c’è problema, al di sopra ci saràun invito a non candidarsi”: ma se lo ricorda che il capodel suo partito, tale Banana, è stato rinviato a giudizioper corruzione di Mills e per frode fiscale,appropriazione indebita e falso in bilancio sui fondineri Mediaset? Il sagace Gasparri, a proposito del sen.Di Girolamo, dice che “nessuno è intoccabile”: e alloraperché il suo partito, meno di due anni fa, votò control’arresto del sen. Di Girolamo accusato di 7 capid’imputazione per aver truccato le carte della suaelezione fra gl’italiani all’estero mentre risiedeva inItalia (presso una nota cosca della ‘Ndrangheta)? Eperché la giunta per le elezioni del Senato trovò ilmodo di non espellere neppure il senatore abusivo?Chi era il capogruppo del Pdl al Senato? Per caso,Gasparri ha mai sentito parlare di Gasparri?Piercasinando parla come Grillo al V-Day: “Basta con iladr i”. Forse scherza. Chi ha fatto nominare segretarioUdc Lorenzo Cesa, arrestato nel ’93 perché incassava letangenti per conto del ministro Prandini e reo confessoin un memorabile verbale che inizia con le parole “hodeciso di vuotare il sacco”? Chi ha portato inParlamento Giuseppe Drago, già presidente dellaregione Sicilia, dopo che era stato condannato in primogrado per peculato per avere svaligiato la cassa deifondi riservati del governatore asportando 230 milionidi lire? Un certo Casini. Per caso, Casini ha mai sentitoparlare di Casini? Angelino Jolie, poveretto, dicerestando serio che “Berlusconi ha posto l’onestà comeprecondizione della politica… perché, da uomo ricco,non ha bisogno di prendere mazzette e dunque èinsospettabile di tangenti”. Infatti le tangenti non leprendeva: le pagava. Ma forse è questa la formidabilelegge anticorruzione che ha in serbo l’onore voleAngelino: chi prende tangenti, in galera; chi le paga, aPalazzo Chigi.

Berlusconi: le i n t e rc e t t a z i o n i gettano solo fango . Bersani:allora chiama la Protezione civile. Risposta azzeccata

Candidata alle Regionalil’igienista dentale diBerlusconi. Il suo urologo ha giàtroppo da fare ( w w w. s p i n o z a . i t )

nil caso annozero

Flores d’Arcaise Colomborispondono a Santoro

pag. 22z

nambiente

Gli idrocarburidel Lambrodevastano il Po

De Gennaro pag. 12z

Un’immagine pubblicata dal settimanale “L’e s p re s s o ” mostra Nicola Di Girolamo (a destra)con il boss della ‘Ndrangheta Franco Pugliese (FOTO ANSA)

Udi Gianni Barbacetto

TUTTII NOMIDI FIORANI

I l banchiere che nel 2005 die-de l’assalto alla finanza italiana

è rilassato, nel suo completo ges-sato. Fiorani, allora ad della Po-polare di Lodi, oggi imputato nelprocesso Antonveneta, s’è la-sciato alle spalle l’euforia delbanchiere vincente. pag. 7 z

Udi Enrico Fierro

LA CATTIVALOBBY DEGLI“I TA L I A N I ”

C inque uomini su un ma-nifesto. Abbigliamento da

Blues Brothers, neri come le“jene”, un po' ridicoli come i“S o p ra n o ' s ”. Sono gli italianinel mondo, guidati da SergioDe Gregorio, la mente dellafondazione-partito. pag. 3 z

Udi Sandra Amurrie Rita Di Giovacchino

LA CHIAMATAA DELL’UTRI PERDI GIROLAMO

D alle 1800 pagine dell’ordi -nanza “telefoni sporchi”

emerge l’affresco di una colos-sale associazione per delinque-re, con coinvolgimento di po-litici chiamati a dare “aiutini”di diversa natura. pag. 4 - 5 z

di Beatrice Borromeo

D ove è finito Mauro Masi? È sparito il direttore generalee in Rai non si parla d’altro. Lui, che ama depistare, ha

lasciato tracce che vanno in direzioni opposte. E un’a l t raguerra intestina logora viale Mazzini. pag. 9 z

I Palazzi del poterericordano quellidella Chicago deglianni Trenta: accordiilleciti, referentidiretti dei clan,un sottosegretariodi cui si chiedel’arresto peraver favoritola Camorra

STORIE DI BASSO IMPEROx

LA RAI IN AGONIAE IL DG SPARISCEIN VACANZA

BERLUSCONISOGNA NEL LETTODI NAPOLEONEdi Luca Telese

A ttenzione, perché anche questa volta non è satira.Dopo il mitico lettone di Putin, ecco un altro col-

po del “solito noto”, anche stavolta nello strategico(per lui) settore molle e materassi. pag. 9 z

C AT T I V E R I E

nchiesa

Preti pedofili,l’offensivadi Ratzinger

Politi pag. 14z

di Peter Gomez

G uardi il Parlamento e pensi alconsiglio comunale di Chica-

go. Quello degli anni Venti in cuiAl Capone teneva il sindaco Wil-liam ‘Big Bill’ Hale Thompson Jre tutti gli altri a libro paga. Il casodi Nicola Di Girolamo, il senato-re Pdl che si faceva fotografareabbracciato ai boss e si mettevasull’attenti quando gli dicevano“tu sei uno schiavo e conti quan-to un portiere”, è infatti tutt’al -tro che isolato. pag. 2-3 z

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Fastweb, Telecom,

la truffa sull’Iva

e il riciclaggio

U na truffa da due miliardi di euro checoinvolge Fastweb e Telecom ItaliaSparkle riguarda gli anni

2003-2007. Secondo l’accusa le due aziendesarebbero state al centro di uno schema di falsefatturazioni con lo scopo finale di incassarerimborsi Iva dallo Stato (non dovuti perchérelativi a operazioni fasulle). Il danno per lo

Stato sarebbe di 365 milioni di euro. Le accuseper i 56 indagati includono anche associazione adelinquere e riciclaggio, perché il sistema perfrodare il fisco aveva una sua propagginecriminale. Il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl) èaccusato di essere il referente politico, elettonella circoscrizione estera. Il suo compito era,sempre secondo l’accusa, di cercare opportunità

di riciclaggio del denaro accumulato in modoillegale in fondi neri all’estero. Tutta l’operazionesarebbe stata condotta di concerto con il clanArena, una potente famiglia mafiosa della‘Ndrangheta di Capo Rizzuto. A capo di tutto cisarebbe Gennaro Mokbel, un imprenditoreromano in passato militante della destraeve r s i v a .

IL CLAN DEGLI ONOREVOLIÈ il nostro Parlamento ma sembra la Chicago di Al Capone:tutti gli uomini mandati da Cosa Nostra per “fare il lavoro”

di Peter Gomez

Guardi il Parlamento e pen-si al consiglio comunale diChicago. Quello degli an-ni Venti, in cui Al Capone

teneva il sindaco William “BigBill” Hale Thompson jr e tutti glialtri a libro paga. E, almeno neifilm, apostrofava i pochi poli-ziotti onesti urlando “Sei tuttochiacchiere e distintivo”. Il casodi Nicola Di Girolamo, il sena-tore Pdl che si faceva fotografa-re abbracciato ai boss e si met-teva sull’attenti quando gli dice-vano “tu sei uno schiavo e contiquanto un portiere”, è infattitutt’altro che isolato. Tra i nomi-nati a Montecitorio e PalazzoMadama, gli uomini (e le donne)risultati in rapporti con le co-sche sono tanti. Troppi. Ancheperché farsi votare dalla mafianon è reato. Frequentare i capi-bastone nemmeno. E così, men-tre la Confidustria espelle nonsolo i collusi, ma persino chi pa-ga il pizzo (persone che, codicealla mano, non commettono unreato, ma lo subiscono), i partitiimbarcano allegramente di tut-to. Anche chi potrebbe aver fat-to promesse che oggi non può,o non vuole, più rispettare.Quale sia la situazione lo rac-conta bene la faccia di SalvatoreCintola, 69 anni, uomo fortedell’Udc siciliano dopo che pu-re in secondo grado Totò Cuffa-ro ha incassato una condanna(sette anni) per favoreggiamen-to mafioso. Pier Ferdinando Ca-sini lo ha fatto entrare al Senato(come Cuffaro) sebbene Gio-vanni Brusca, il boss che ucciseil giudice Falcone, lo conside-rasse un suo “amico personale”.Quattro archiviazioni in altret-tante indagini per fatti di mafia,una campagna elettorale per leRegionali del 2006 (17.028 pre-ferenze) condotta ad Altofonte -stando alle intercettazioni - da-gli uomini d’onore e persinouna breve militanza in Sicilia Li-bera, il movimento politico fon-dato per volontà del boss Luchi-no Bagarella, non sono bastateper sbarrargli le porte. Anche

perché, se si dice di no al vec-chio Cintola, si finisce per direno pure al giovane deputato Sa-verio Romano. Anche lui ha lasua bella archiviazione alle spal-le (concorso esterno). Ma nelpalmares può fregiarsi del titolodi candidato Udc più votato alleultime Europee (110.403 prefe-renze nelle isole). Per questo,anche se di fronte a testimonianni fa pronunciò una frase mi-nacciosa che pare tratta dallasceneggiatura del Padrino(“Francesco mi vota perché sia-mo della stessa famigghia” disserivolgendosi al pentito France-sco Campanella), Romano facarriera. È membro della com-missione Finanze, Il segretarioLorenzo Cesa, lo ha nominatocommissario dell’Udc a Cata-nia, mentre Massimo Ciancimi-no, il figlio di Don Vito, lo ha in-cluso con Cintola, Cuffaro, e ilpresidente della commissioneAffari costituzionali del Senato,Carlo Vizzini, nell’elenco dei

parlamentari a cui sarebbero fi-niti soldi provenienti dal tesorodi suo padre. Così Romano è og-gi indagato come gli altri percorruzione aggravata dal favo-reggiamento a Cosa Nostra. E semai finirà alla sbarra qualcunoin Parlamento, c’è da giurarlo,dirà: “È giustizia ad orologeria”.Ma la verità è un’altra. I rapportidi forza tra la mafia e la politicastanno cambiando. Il dialogo trai due poteri e sempre meno pa-ritario. Nel 2000, quando unamicrocamera immortala l’attua -le senatore del Pd, Mirello Cri-safulli, mentre discute di appalticon il boss di Enna, Raffaele Be-vilacqua (appena uscito di gale-ra), negli investigatori della po-lizia resta ancora il dubbio su chisia a comandare. “Fatti i cazzituoi” dice infatti chiaro Crisaful-li (poi archiviato), al mafioso. Inaltri dialoghi, invece, il rappor-to sembra invertirsi.A bordo della sua Mercedesnera Simone Castello (un ex

iscritto al Pci-Pds diventato uncolonnello di Bernardo Proven-zano) ascolta così il capo delclan di Villabate, Nino Mandalà(nel 1998 membro del direttivoprovinciale di Forza Italia),mentre sostiene di aver “fa t t op i a n ge re ”, l’ex ministro EnricoLa Loggia. “Gli ho detto: Enricotu sai chi sono e da dove vengo eche cosa ero con tuo padre. Iosono mafioso come tuo padre.Ora lui non c’è più, ma lo possosempre dire io che tuo padre eram a fi o s o ” racconta Mandalà alcompare aggiungendo che LaLoggia, in lacrime, si sarebbemesso a implorare: “Tu mi rovi-ni, tu mi rovini”. In questo casola minaccia (smentita da La Log-gia, che però ammette l’incon -tro) è quella di svelare legami in-confessabili. Un po’ quello chesta accadendo in questi mesicon Marcello Dell’Utri e SilvioBerlusconi che, secondo moltiosservatori, starebbero suben-do una sorta di ricatto.

“Ho versato 2 milioni al senatore”Nuove indagini sulle coperture politiche

Dell’Utri, dicono i giudici, hastretto un patto con i clan. Unpatto non rispettato o solo inparte. E così adesso, visto che èdifficile organizzare un attenta-to ai suoi danni (nel 2003Dell’Utri e una serie di avvocatiparlamentari erano stati inclusidal Sisde in un elenco di perso-naggi politici che la mafia vole-va ammazzare perché di fattoconsiderati traditori), la vendet-

ta potrebbe passare attraversole rivelazioni nei tribunali. Fan-tascienza? Mica tanto. Perché,almeno nel caso di Dell’Utr i,ogni volta (o quasi) che intercet-ti un telefono di un presunto uo-mo delle cosche, corri il rischiodi ascoltare la sua voce. È suc-cesso nell’indagine su Di Giro-lamo (vedi articolo a pagg. 4-5).Ed è accaduto due anni fa, pocoprima delle elezioni, con gli af-

Mentre Confindustria espellechi paga il pizzo, i partitisi fanno molti meno scrupoli

P unta sulla mancata espulsio-ne dal Parlamento di Nicola

Paolo Di Girolamo e sul fattoche l’assemblea di Palazzo Ma-dama abbia rinviato alla giunta,più di un anno fa, la pratica ri-guardante l’annullamento dellasua nomina a senatore, dopo larichiesta di arresti domiciliaridel giugno 2008, il nuovo filoned’indagine della Procura di Ro-ma sullo scandalo-telefonia. Sivogliono accertare cioè even-tuali coperture politico-istitu-zionali, in particolare – si fa no-tare a Piazzale Clodio – r ispettoa soggetti vicini a una compo-nente di Alleanza nazionale, co-perture che funzionino ancoraoggi. Ieri Di Girolamo si è co-munque difeso: “Mai avuto con-tatti né con la mafia né con la'Ndrangheta. Sono stato una so-la volta ospite in Calabria di un

collega per una colazione elet-torale e ci sono tornato, succes-sivamente per ringraziare dopol’elezione”. “Da parte mia – hainsistito – c’è l’esigenza di cono-scere le carte per risponderepunto per punto nella sede pro-pr ia”. La giunta di Palazzo Mada-ma ieri ha deciso un esamesprint dell’a f fa i re : il senatore delPdl sarà ascoltato martedì e su-bito dopo, al massimo giovedì,la bicamerale per l’autor izzazio-ne si esprimerà. Il ministro LaRussa non ha dubbi: “Studierògli atti e poi voterò secondo co-scienza”. Il gip nel motivare larichiesta d’arresto ha comun-que avvertito: per Di Girolamo“rischio di fuga all’e s t e ro ”.Ieri a Regina Coeli è stato ancheil giorno dei primi interrogatori.Prime decisive ammissioni so-no arrivate dal commercialista

Fabrizio Rubini, uno dei 56 de-stinatari di ordinanze di custo-dia cautelare per il presunto ma-xi-riciclaggio di circa due miliar-di euro. Ha versato ingenti som-me di denaro – si parla di circa 2milioni di euro –proprio a Di Gi-ro l a m o .

LA CEI mafia-politica:un patto che strozza il sudL’ immigrazione come “banco di prova” delle politiche

per il sud, e il “c a n c ro ” della mafia, che “non può e nondeve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della politicamer idionali”. A vent’anni dal documento Sviluppo nellaSolidarietà, i vescovi producono un nuovo documento peril sud, Per un paese solidale. Un titolo che eleva il Mez-zogiorno a problema nazionale, e che mette il punto sullaquestione sud, dalla questione immigrazione alle oppor-tunità di un federalismo “buono” dal quale trarre profitto.La pubblicazione è arrivata al termine di un processo la-borioso, durante il quale si è rischiato anche che il docu-mento non vedesse la luce. Ne è venuto fuori un testo piùvolte emendato, nel quale si prende atto del cambiamentodella “geografia politica” del paese, e si lancia la sfida “im -m i gra z i o n e ”, promuovendo “un percorso di giustizia epromozione umana e un incontro con le religioni profes-sate dagli immigrati e i profughi”. Il documento parla di“sviluppo bloccato”, mette al centro il problemadell’emergenza educativa e ha parole durissime nei con-fronti del fenomeno mafioso: rivendica, il documento, le“parole evangeliche” della Chiesa contro la mafia, ma ri-conosce “che le Chiese debbono ancora recepire fino infondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempiodei testimoni morti per la giustizia”. Lo sviluppo del sudpassa per una nuova cultura della legalità. Perché, denun-ciano i vescovi, il sud dell’Italia rischia di essere “ta gliatofuor i”dalla ridistribuzione delle risorse, e ridotto a un “col -lettore di voti per disegni politici ed economici estranei alsuo sviluppo”.

Andrea Gagliarducci

Uno deglia r re s t a t i :l’ho pagatoL’esponentePdl: nessunrapportocon i clan

POLITICA&MAFIE

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Giovedì 25 febbraio 2010

di Enrico Fierro

Cinque uomini su un mani-festo. Abbigliamento daBlues Brothers, neri comele “jene”, un po' ridicoli co-

me i “S o p ra n o ' s ”. Sono gli italia-ni nel mondo: Basilio Giordano,Amato Berardi, Juan Esteban Ca-selli, Nicola Di Girolamo e inmezzo lui: Sergio De Gregorio, lamente della fondazione-partito.Una sigla politica? Un imperoeconomico? Una potentissimalobby? Di tutto un po'. Basta dareuna occhiata agli archivi della ca-mera di commercio di Napoli,patria di De Gregorio, e perdersiin un arcipelago di sigle, tuttetargate “Italiani nel mondo”: reti

televisive, servizi immobiliari,editrice, Channel, socio sempreDe Gregorio e sua moglie MariaDi Palma. La passione per le tv el'editoria ha creato qualche pro-blema a De Gregorio per una sto-ria di contributi statali alle tv pri-vate che nel 2008 vide coinvoltoGiovanni Lucianelli, all'epocasuo capoufficio stampa. Storie eproblemi che non hanno mai fat-to arretrare di un millimetro l'exgiornalsita d'assalto che ebbe ilsuo momento di gloria nel 1995.Allora, “molto causalmente”, DeGregorio scoprì a bordo della na-ve da crociera “Montere y” Tom -maso Buscetta. Scoppiò il fini-mondo. Per rallegrare don Masi-no il futuro leader di “Italiani nel

La stampa finanziaria

internazionale

torna a parlare di noi

L a maxi inchiesta sul riciclaggio el’a f fa i re telefonia ci fa farel’ennesima figuraccia in tutto il

mondo. La vicenda Fastweb, con arresti enomi eccellenti, finisce infatti in primapagina sulla stampa finanziariainternazionale .Il Financial Times mette una foto del

fondatore, Silvio Scaglia, in prima pagina,rimandando a un lungo articolo all’interno, nelquale il giornalista ricorda le tappe principalidella vicenda criminale e le accuse rivolte aimanager delle società coinvolte.L’edizione europea del Wall Street Journal ,prestigioso quotidiano statunitense,sottolinea invece che le autorità italiane

“accusano Silvio Scaglia di essere stato partedi una rete con legami con la mafia che usavale compagnie telefoniche per riciclare denaroper acquistare gioielli, auto e immobili fra il2003 e il 2006”.Le autorità italiane – osserva il quotidiano –non elaborano comunque il ruolo giocato daScaglia nelle attività di riciclaggio.

FRAGALÀ IN FIN DI VITA

MESSAGGIO O VENDETTA: SPRANGATE ALL’AVVOCATO DEI BOSSdi Giuseppe Lo Bianco

U na violenza bestiale, animale-sca, tre, quattro colpi sferrati

per uccidere, con un bastone o unaspranga di ferro, da un uomo solo,alto e corpulento, che dopo averloatteso di sera davanti allo studio haridotto in fin di vita uno dei penalistipalermitani più noti e popolari, En-zo Fragalà, 62 anni, già deputato diAlleanza nazionale e componentedella commissione Mitrokhin, e oggiconsigliere comunale del Pdl. Rico-verato in coma profondo da marte-dì notte in neurochirurgia all’ospe -dale Civico, Fragalà è in condizionigravissime: l’ematoma cerebrale èstato in parte svuotato dall’inter -vento chirurgico ma restano lesionialle zone profonde dell’encefalo cheinducono i medici a definire gravis-sime le sue condizioni. Cinque te-stimoni e le riprese di un paio di te-

lecamere non lascerebbero spazioa dubbi per gli inquirenti: non è statauna rapina o un’azione d’impeto,ma un agguato in piena regola, chiha colpito lo ha fatto probabilmenteper uccidere. E così il pm Nino Mat-teo, lo stesso che si occupa dell’in -chiesta sulla trattativa tra mafia eStato, non esclude nessuna pista: néquella legata all’attività professio-nale della vittima, né quella politica.“Mio marito è sempre stato amatoda tutti, non ha mai avuto preoccu-pazioni per il suo lavoro –ha detto lamoglie, Silvana Friscia, che lo vegliain ospedale – mi diceva sempre: ‘Iosono tranquillo perché ho la co-scienza a posto’. Non capisco piùniente. Non capisco perché lo han-no aggredito e poi con questa bru-talità”. Fragalà è uno dei penalistipiù conosciuti e professionalmentetrasversali della città, dal suo studiopassano protagonisti di tutti i livelli

sociali e di svariate tipologie di reati,la furia omicida che lo ha colpito hadato improvvisamente corpo allepaure che da qualche mese attra-versano larghi strati della borghesiapalermitana delle professioni, stret-ta tra le inchieste della magistraturae le pressioni dei mafiosi che negliultimi tempi sembrano essersi fattepiù stringenti. L’agguato a Fragalà èletto come un colpo sferrato agli ad-detti al lavori giudiziari, e non a ca-so, appresa la notizia, 300 avvocatisi sono riuniti ieri al Palazzo di Giu-stizia, e a portare loro la solidarietàdei magistrati sono venuti il presi-dente della Corte d’appello Vincen-zo Oliveri, il procuratore FrancescoMessineo e il segretario dell’AnmVittorio Teresi. “È certamente unvulnus gravissimo alla libertàdell’avvocato” dice Roberto Tricoli,presidente della Camera penale,che ha dato voce alle preoccupazio-

I 5 Blues Brothers“lobby nel mondo”

DI GIROLAMO, DE GREGORIOE GLI ALTRI: POLITICA E BUSINESS

filiati del clan Piromalli. Il lororeferente Aldo Micciché (vediarticolo a fianco) chiamava il se-natore in ufficio dal Venezuela,mentre a uno dei ragazzi della‘Ndrina Dell’Utri affida il com-pito di aprire un circolo delBuon governo a Gioia Tauro.Ovvio che tanta disponibilitàal dialogo (Dell’Utri si è giusti-ficato dicendo che lui “parlacon tutti”) anche se non doves-se nascondere accordi illeciti,espone quantomeno al rischiodi pericolosi equivoci. Se allaCamera entra una bella ragazzadi Bagheria, priva di esperienzapolitica, come Gabriella Giam-manco (Pdl), e poi si scopre chesuo zio, Michelangelo Alfano, èun boss condannato in via defi-nitiva, è chiaro come qualcunonelle famiglie di rispetto possapensare (sbagliando) di trovarsidi fronte a una sorta di messag-gio. E se nel governo siede an-cora un sottosegretario, NicolaCosentino, con parenti acquistidetenuti al 41-bis e una richiestadi arresto per Camorra che pen-de sulla sua testa, è inevitabileche gli uomini di panza conside-rino il premier un loro amico.Un politico come tutti quellicon cui i patti sono stati siglaticon certezza. E ai quali, parafra-sando Al Capone, si può sempregridare, in caso di cocente de-lusione: “Sei solo chiacchiere ed i s t i n t i vo ”.

“L’ avviso di garanzia è diventato unostrumento volto al male, ovvero al-

la criminalizzazione della persona. Uno stru-mento satanico: il nuovo Satana dei giornaliche travolge tutto e tutti”. L’anatema giunge damonsignor Gerardo Pierro, l’arcivescovo di Sa-lerno che riflettendo sull’affaire Bertolaso halanciato parole di fuoco dal quotidiano onlinePontifex. Precedendo le preoccupazioni dellaCei sull’insano rapporto tra criminalità e clas-

se dirigente, Pierro spiega che “nei mo-menti in cui la politica è debole, la magi-stratura vi si sostituisce, spesso travisandola sua funzione”. I maligni sottolineano co-me il prelato abbia buoni motivi per me-ditare sul tema. L’11 marzo dovrà presen-tarsi davanti al gup del Tribunale di Salernoper il caso Angellara Home, l’ex colonia tra-sformata in lussuoso relais sul mare.

“S M E M O R AT I ” di Chiara Paolin

L’abuso satanicodel monsignore

Affari tve voti grazieancheai contatticon alcuniesponentimafiosi

Fondato nel settembre del 2006: fanno parte della galassia, reti televisive, servizi immobiliari,editrice, Channel, socio sempre De Gregorio e sua moglie Maria Di Palma

ni della categoria, cui fanno eco leparole della giunta dell’Anm, chesottolinea “la recrudescenza di unclima di violenza e tensione che, nelcaratterizzare le vicende della giu-stizia, espone anche gli avvocati alrischio di inaccettabili e odiose for-me di pressione e violenza”. Comequelle subìte nel 2002, quando nu-merosi boss detenuti nel carcere diNovara inviarono una lettera al se-gretario del Partito radicale DanieleCapezzone chiedendo “dove sonogli avvocati delle regioni meridionaliche hanno difeso molti degli impu-tati di mafia, e che ora siedono negliscranni parlamentari, e sono nei po-sti apicali di molte commissioni pre-poste a fare queste leggi? Loro era-no i primi, quando svolgevano laprofessione forense, a deprecarepiù degli altri l’applicazione del41-bis. Allora svolgevano la profes-sione solo per far cassa”. In quell’oc -

casione, il nome di Fragalà finì in unelenco di sette avvocati “a rischio”redatto dal Sisde che in un’informa -tiva sostenne che “in ambienti di in-t e re s s e ” la lettera dei detenuti diNovara veniva interpretata comeindicativa della richiesta agli esternidi pianificare “azioni delittuose”. Inquell’occasione Fragalà rifiutò lascorta, sostenendo che si trattavasolo di uno status symbol. Ma oggi itempi sono cambiati, se un altro pe-nalista-deputato, Nino Lo Presti, exAn adesso Pdl, propone addirittura

per gli avvocati di Palermo l’uso delporto d’armi per difesa personale.Segnali di un clima che appare sem-pre più cupo anche alla politica, sin-tetizzato dalle parole preoccupatedel presidente della regione Raffae-le Lombardo: “Senza ipocriti pro-clami, tutti dovremmo prendere at-to che se è vero che un percorso dilegalità nelle coscienze ormai si èformato, è altrettanto vero che vio-lenza, corruzione, malaffare e cri-minalità segnano ancora in modopesante la vita sociale”.

mondo” amava esibirsi nella ce-lebre “Guappar ia”.Altra musica, invece, 14 annidopo, quando all'Auditoriumdella Conciliazione a Roma, DeGregorio e i suoi “blues bro-ther s” presentano a Roma “Ita -liani nel mondo”. “Un movimen-to rivolto a tutti gli italiani checredono nella bandiera, nella lin-gua, nella cultura e nella Patria”,dice il fondatore. Si commuoveanche Susanna Petruni, la “farfal -lina”del Tg1 che quella sera fa damadrina d'onore. Sergio De Gre-gorio tiene molto ai suoi mee-ting. Quando tre anni prima, nel2006, presenta il movimento aPalermo la sala dell'Hotel Parcodei Principi è gremita. Sono ve-nuti anche da New York ad ap-plaudire e a portare la promessadi soldi. C'è la principessa Jose-phine Borghese e Maria Pia Del-l'Utri, la ex moglie del fratello ge-mello di Marcello. Fratelli d'Italiasparsi per il mondo, la vera forzadi De Gregorio. Lui sì un veroemigrante. Non ha girato conti-nenti, ma partiti. Ex socialistacraxiano, poi affascinato dallaDc di Rotondi, simpatizzante diForza Italia, infine senatore gra-zie a Di Pietro, prima di ritornarenelle braccia di Berlusconi. Equalche guaio giudiziario. Quel-lo brutto a Reggio Calabria, dovela procura antimafia lo imputa diconcorso esterno in associazio-ne mafiosa per aver favorito lacosca Ficara nell'acquisto di unacaserma dismessa. Scoppianopolemiche, il senatore grida alcomplotto. Il 27 maggio dell'an-no scorso un decreto di archivia-zione lo scagiona da ogni accusa.Ora De Gregorio è pronto perlanciare il suo movimento e farloconfluire nel Pdl di Berlusconi. Isuoi uomini di punta sono quelli

Dal maxi-processoalle vertenze sulla casa

Fragalà è uno dei penalisti più

“t ra s ve r s a l i ” di Palermo:

al maxi-processo difese Pino Greco, uno

dei più feroci capimafia. Oggi assiste,

tra gli altri, la famiglia Rappa, proprietaria

di locali occupati da “senza casa”.

POLITICA&MAFIE

del manifesto in nero. NicolaPaolo Di Girolamo, il politico diriferimento del clan Arena di Iso-la Capo Rizzuto. Nelle carte del-l'inchiesta che ha coinvolto i ver-tici di “Fa s t we b ” c'è un partico-lare che racconta il legame delsenatore con i vertici della 'n-drangheta crotonese. Franco Pu-gliese, il riciclatore della coscaArena, è un appassionato di bar-che di lusso, per 200mila eurocompra uno yacht “Franck One”da una ditta di Trapani, il sena-tore lo aiuta ad intestarlo alla“Adv & Partners”, una società ro-mana. Amato Berardi è stato elet-to negli Usa, presidente del “Nia -pac” -National american committee-, è responsabile di un fondo ingrado di gestire 60 miliardi didollari. “Se necessario – p ro m i s e

nella kermesse palermitana – in -terverremo per la costruzionedel Ponte sullo Stretto”.Sulla testa di Basilio Giordano –calabrese emigrato a Montreal“perché mi innamorai di mia mo-glie” - pende un ricorso del pri-mo dei non eletti.Juan Esteban Caselli è stato elet-to nella circoscriszione lati-no-americana. Tanti voti in Ar-gentina, dove conta di candidar-si alle elezioni presidenziali del2011, tantissimi in Venezuela.C'è una contestazione sulleschede che lo hanno portato inParlamento, stessa calligrafia,stesso inchiostro, sospetti e unainchiesta aperta. Perché in Vene-zuela all'epoca delle elezioni simise all'opera Aldo Micciché, unfaccendiere calabrese da anni ri-parato nel paese sudamericanoche in Italia dovrebbe scontare25 anni di galera. Amico strettodi Dell'Utri, alla vigilia delle ele-zioni i due si parlano spesso, co-me accerta una inchiesta dellaDda di Reggio Calabria. “P re s t osi vota e ci dobbiamo prepara-re ”, dice Micciché. “Lo misi incontatto con Barbara Continiche si occupava del voto degliitaliani all'estero”, la replica delsenatore. Il 26 marzo 2007 Mic-chiché è in prima fila alla presen-tazione dei candidati del Pdl aC a ra c a s .

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Regali e lussi:

la “cricca dei telefoni”

con Jaguar e yacht

O ltre i miliardi e l’Iva, da una parteall’altra del mondo, giravanoregali. E che regali. Soltanto il

senatore Di Girolamo ha potuto usufruire diun parco macchine: una Bmw X5, unaFerrari F340, una Audi A8 e unaJu ag u a r. Ma non scherzava nemmeno con imezzi nautici: due barche, una Ferretti 45

F ly e una Ferretti 550. La base per leoperazioni transanzionali, era una villa adAntibes (in Francia), affacciata sulla CostaAzzurra. Il sistema era enorme, i benisequestrati ai personaggi coinvolti sonotantissimi: 247 immobili, 133 auto, 5imbarcazioni per un valore di 3,7 milioni,743 rapporti finanziari, 58 quote societarie

per un valore di 1,9 milioni, 2 gioiellerie ealtre attività commerciali tra bar e ristoranti,crediti nei confronti di Fastweb e TelecomItalia Sparkle per 340 milioni, 15 milioni dibeni all’estero, quadri e opere d’ar te .Insomma, “la frode colossale della telefonia”,faceva ricchi e contenti decine di persone efaceva girare 2 miliardi di euro.

di Sandra Amurrie Rita Di Giovacchino

Il linguaggio è spesso sboc-cato, anzi scurrile. Nonmancano le minacce anchepesanti. E neppure sopran-

nomi come Tatanga. Puzzola,Somaro, Nocciolina tipici dellamalavita romana. Dalle 1800 pa-gine dell'ordinanza emerge l'af-fresco di una colossale associa-zione per delinquere, per moltiaspetti senza precedenti, chevede da un lato manager e av-vocati che siedono nei consiglidi amministrazione di Fastwebe Telecom Italia Sparkle, dall'al-tro delinquenti di rango comeGennaro Mokbel che in una te-lefonata vanta di aver ammazza-to dieci persone. L'obiettivo co-mune è riciclare i proventi della“più colossale truffa del seco-lo”, come la definiscono i ma-gistrati. Ma l'organizzazione haurgente bisogno di un referentepolitico, preferibilmente elettoin Europa perché “gli affari sifanno meglio in Parlamento”.Tutto da costruire. Chi megliodell'avvocato Nicola Paolo DiGirolamo, detto Nic, già organi-co all'associazione come “or ga-nizzatore di società di como-do”? Chi far candidare? Siamonel 2008, è appena caduto il se-condo governo Prodi. Le elezio-ni sono alle porte e il tempostringe. Dell'affare si occupaMokbel. Nella sua agenda pescail nome del senatore MarcelloDell'Utri, lo chiama per propor-gli la candidatura, ma lui si pren-de qualche giorno di tempo. Poideclina l'offerta. “Ricorda que-sta telefonata?”, chiediamo alsenatore braccio destro di Ber-lusconi. “Conosco Mokbel, manon ricordo di essermi mai oc-cupato della candidatura di DiGirolamo. Mokbel sapendo cheio sono un appassionato del pit-tore Fabio Clerici di cui lui è un

collezionista mi ha cercato piùvolte... voleva fare una mostra,ma mi sembra che sia accadutodi recente”. Ma lei era al corren-te dello spessore criminale diMokbel? “Noooo... so che hadelle gallerie d'arte, ci siamosentiti in varie occasioni, masempre in ragione dell'interes-se comune... ”. In effetti Mo-kbel, a quanto risulta dai verbalidi perquisizione nel giorno del-l'arresto, possiede decine diquadri di enorme valore comeDe Chirico e Picasso. Ma le in-tercettazioni raccontano ancheche Mokbel è un grosso traffi-cante di diamanti. Dopo il ten-tativo con Dell'Utri, Mokbel sirivolge all'amico avvocato Pao-lo Colosimo, che difende alcuniesponenti della famiglia Arenadella 'ndrangheta. La vicenda vaa buon fine: Di Girolamo oggi èsenatore del Pdl. Ma dalle inter-cettazioni emergono anchecontatti ed incontri, filmati daiRos, tra lo stesso Mokbel e uo-mini dei servizi segreti condan-nati per il sequestro di AbuO m a r.

OPERAZIONEDI GIROLAMOIN PARLAMENTOLa candidatura di Di Girolamo“costituisce lo strumento perconsentire all'intero gruppo difare ingresso dalla porta princi-pale nelle istituzioni dello Sta-to”, scrive il gip. Prima tappa riu-scire a far avere a Di Girolamo laresidenza a Bruxelles, per poter-lo candidare nella circoscrizio-ne Estero-Europa con regolareiscrizione nel registro AIRE. Mo-kbel si rivolge allora a StefanoAndrini, ex segretario del mini-stro Tremaglia, messo da Ale-manno a capo dell’AMA, inquanto amico dell'ambasciatoreitaliano in Belgio. Anche se il ve-ro tramite sarà poi Aldo Mattius-si, impiegato del consolato: “La

falsa residenza di Di Girolamo sa-rà l'abitazione in uso a un giova-ne borsista pugliese presso ilParlamento europeo amico diAndr ini”. Ora tocca trovare i vo-ti. L'avvocato della famiglia Are-na, Paolo Colosimo avvia contat-ti con la 'ndrangheta in partico-lare con Franco Pugliese, pluri-pregiudicato per reati di mafia.La contropartita per l'appoggioelettorale viene indicata da Pu-gliese nell'intestazione fittizia diuna barca del valore di 250 milaeuro, acquistata presso il cantie-re Stabile di Trapani. Mokbelchiede ad un personaggio in af-fari con la 'Ndrangheta di creareuna società ad hoc. Di Girolamo

concorda e in una telefonata conPugliese chiarisce: “Non tipreoccupare per l'intestazione,risolviamo tutto noi”. L'altro rin-grazia: “È un piacere che ti hosentito”. Risolto il problema del-la barca partono per la Germa-nia a caccia di voti tra gli emi-granti calabresi. E utilizzano leloro schede elettorali su cui scri-vono il nome di Di Girolamo. Co-me racconta il futuro senatore:“Siamo entrati nel quartiere tur-co, l'abbiamo attraversato, sia-

mo entrati nella casa di disperatiitaliani con il cane che abbaiava,la ragazzina che cacava e ci han-no dato una ventina di voti. Inquesta casa io non ho volutomettere piede, ho aspettato fuo-

Le conseguenze sui bilanci TelecomL’INCHIESTA HA DIMOSTRATO COME SI POSSONO USARE LE INTERCONNESSIONI INTERNAZIONALI PER TRUCCARE I CONTI

di Stefano Feltrie Alfredo Faieta

A l consiglio di amministrazio-ne la truffa finanziaria scale-

rà la gerarchia delle priorità.Il problema Sparkle Già neigiorni precedenti allo scoppio

ri... perché mi faceva talmenteschifo, è entrato il sor Giovannicon la sua verve calabrese si èpreso i voti e se ne semo andati...”.La verità, scrive il gip, è che dallaraccolta di voti emerge il con-trollo capillare che la famigliamafiosa Arena è in grado di espri-mere anche all'estero: “Stannoscendendo da tutta la provinciadi Stoccarda, stanno venendo daFrancoforte, abbiamo fatto unpunto di raccolta qui al club del-

l'Inter, stanno arrivando dapper-tutto” raccontano i due calabre-si. Per i festeggiamenti previsti aStoccarda, dopo le elezioni, si fariferimento a tal Giovanni pro-prietario di ben 146 ristoranti.Quando cominciano ad arrivarele prime notizie della vittoria DiGirolamo riceve la telefonata delmafioso Pugliese: “Amico sena-tore, oh amico mio non ho dor-mito per notti e notti” - “nean -che io” - “è un risultato eccezio-nale mamma mia 24,500 voti”.

del bubbone, i vertici di Tele-com Italia erano tornati a esa-minare il dossier riguardante lacessione del 49 per cento di Te-lecom Italia Sparkle, che avreb-be un valore di mercato di circa1-1,2 miliardi di euro, o solo dialcune sue controllate, qualiElettra Tlc (posa di cavi sotto-marini) e LanNautilus, una con-sociata che opera in Sud Ame-rica nei cavi sottomarini. Leoperazioni finalizzate all’aper -tura del capitale di Sparkle era-no state aperte nel maggio del-lo scorso anno, ed erano arri-vate alcune richieste sia di fon-di di private equity sia di ope-ratori industriali ma non sen’era fatto nulla, anche in con-siderazione di una richiesta diacquisizione totalitaria (nonsolo il 49 per cento, una quotadi minoranza). Ai primi di feb-

braio, secondo quanto risultaal Fatto Quotidiano, il dossier eratornato sul tavolo di FrancoBernabè visto l’interesse diFrance Telecom, con la qualeerano in corso trattative cheprobabilmente subiranno unostop dopo gli ultimi accadi-menti. A Telecom Italia Spar-kle, o almeno ad alcune dellesue controllate, era interessatoanche il magnate egiziano Na-guib Sawiris, noto in Italia peressere il proprietario del gesto-re Wind, oltre che di varie so-cietà di tlc in Africa.I bilanci. Poi ci sono le conse-guenze sui bilanci. Chi ha lavo-rato in Telecom nei mercatiemergenti sostiene che adessobisognerà ricontrollare i bilan-ci degli anni scorsi, perché gliarresti e l’indagine dimostranoche tecnicamente è possibile

Il senatore e la cenacon il capo-‘Ndrina

“I mafiosi non li conosco” s p i egavaieri Di Girolamo. Infatti: eccolo in

una cena elettorale nell’aprile 2008assieme al boss della ‘N d ran g h e t aFranco Pugliese, condannato per

via definitiva per oltraggio apubblico ufficiale, resistenza,

ricettazione, violazione di sigilli,abusivismo edilizio ed estorsione

una truffa che molti sospetta-vano. Il trucco sono (o sareb-bero) le interconnessioni. Allabase della truffa sull’Iva alloStato di Fastweb e della societàTelecom Italia Sparkle (delgruppo Telecom) c’è la fattura-zione di servizi inesistenti a li-vello internazionale, trafficocomprato e venduto che gonfiai fatturati ma solo sulla carta ecome unica ricaduta concretaha i rimborsi Iva che l’aziendariesce a ottenere dallo Stato. Ilsospetto che inizia a circolarenegli ambienti vicini a Tele-com, insomma, è che se Spar-kle e Fastweb hanno usato que-sto sistema, forse le intercon-nesioni sono state usate ancheper ritoccare i bilanci dellacompagnia telefonica in altreoccasioni: verificare che lacontabilità delle interconnes-

sioni sia corretta è molto diffi-cile, talvolta quasi impossibilein mercati come quello brasilia-no. Tra i personaggi coinvoltinell’inchiesta, il mago delle in-terconnessioni era RiccardoRuggiero, ex amministratoredelegato e numero uno dellaSparkle fino al 2007. Negli anniin cui guidava Telecom, il fat-turato delle interconnessioni èesploso (nel 2005, per esem-pio, crescono di oltre il 70 percento).La7. In questi giorni si decideun’altra partita decisiva per ilfuturo del sistema di comuni-cazioni italiano. L’ex giornali-sta Piero Vigorelli, berlusconia-no dichiarato ed ex dirigenteRai in quota Forza Italia, si in-sedia alla guida di Telecom Ita-lia Media Broadcasting. Una so-cietà del gruppo Telecom Italia

Media che è la cassafortedell’infrastruttura e soprattut-to delle frequenze (su cui viag-gia, tra l’altro La7). Questa no-mina, arrivata un po’ a sorpresa(per lasciare spazio a Vigorellidal cda esce Piero De Chiara),consente a Mediaset di avereun manager non ostile in un po-sto chiave: La7 è finora l’unicoconcorrente di Mediaset Pre-mium nei servizi a pagamentosul digitale e sulle sue frequen-ze potrebbero passare conte-nuti in grado di fare concorren-za a quelli Mediaset. In cambiodi questa nomina così gradita almondo berlusconiano, Berna-bé dovrebbe aver ottenuto unpo’di tregua nelle pressioni delgoverno (che vuole costringer-lo a costruire una nuova rete dibanda larga o a scorporare la re-te attuale o alle dimissioni).

Primache scoppiasselo scandalola compagniastava provandoa vendere il 49%di Sparkle

Il braccio destrodi Berlusconi

“Conoscol’i m p re n d i t o rema della vicendaelettorale nonr i c o rd o ,noi parliamodi quadri...

“PRONTO, DELL’UTRI?”Il faccendiere Mokbel ‘consiglia’ la candidatura Di GirolamoChe al telefono con il boss festeggia: “Mamma, 24 mila voti!”

POLITICA&MAFIE

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Giovedì 25 febbraio 2010

L’ex fascista Andrini

“motore della

candidatura”

I l “motore della candidatura” delsenatore Di Girolamo – scrive ilGip nell’inchiesta - Stefano Andrini

ieri – con una diffusa alle agenzie – si èdimesso da amministratore delegatodell'azienda municipalizzata Ama-serviziambientali del comune di Roma. Andrini,secondo l'accusa, avrebbe aiutato il

senatore Pdl Di Girolamo nell’acquisizionedi una falsa residenza all’estero: nell’o rd i n aci sono due episodi che spiegano il capod’accusa per abuso d’u f f i c i o.La nomina di Andrini da parte del sindacoGianni Alemanno aveva fatto molto discutereperché, il compito dirigente d’azienda, eranoto alle cronache per il suo passato

nell’estrema destra.Vent'anni davanti al cinema Caprarica,partecipò a un assalto squadrista contro ungruppo di giovani di sinistra, due dei qualifinirono in ospedale con le ossa del craniofracassate a sprangate. Andrini fu condannatoin primo grado per tentato omicidio, e inappello per lesioni aggravate.

Ride Di Girolamo. Poi Pugliesechiama Mokbel per rimprove-rarlo di non aver ricevuto nessu-na telefonata di ringraziamentoda lui. Mokbel: “Fratello mio,tutto a posto, ma tu non sai... poiti spiego. Mo ha chiamato Fini,Gianfranco Fini”. Pugliese”.“T'ha chiamato Fini?“ M.: “Hachiamato Nicola (Di Girolamo) el'ha convocato non se sa quandoesce questo e io sto qui come uncojone, Ma nun te preoccupàogni promessa è debito”. Infattiil senatore è stato eletto in quotaAn nel Popolo della Libertà oggiPdl. E subito Pugliese gli passaun amico che gli dice che devesostenere le prove di selezionepresso la caserma di Tor di Quin-to. Mokbel assicura il suo inte-re s s a m e n t o .

GENNARO MOKBELE LA BANDADELLA MAGLIANAMokbel è un personaggio digrande spessore criminale, haun passato di destra nelle fila diTerza Posizione... Amico di Ro-berto D'Inzillo, il neofascistache ammazzò a Renatino De Pe-dis in via del Pellegrino, appar-tiene a quell'area grigia di con-fine tra mondo criminale, servizisegreti, e massonerie il cui po-tere non si è mai esaurito. Il suonome galleggia lungo tutta l'or-dinanza dove, di volta in volta,compare come trafficante diopere d'arte di diamanti, amicodi generali, uomini dei servizi se-greti. Nel corso delle indaginidel Ros, emerge come “alcuniappartenenti al Nucleo di poli-zia valutaria abbiano assicuratouna copertura per le operazionidi riciclaggio e che il sodalizioavesse “appreso anche notiziedell’esistenza di un'indagine aloro carico”. Dice Mokbel: “Di -spongo di alcuni finanzieri affit-tati” e si vanta “d’essere stato ilbraccio destro del generale Fran-

Fastweb nega tutto e la Borsa le credeL’AZIENDA SOSTIENE DI NON AVER FONDI NERI, MA NON SARÀ PARTE CIVILE

di Alfredo FaietaMilano

D opo il tracollo dell’altroieri, gliinvestitori di Borsa sono stati

tra i primi a ridare un po’ di fiduciaa Fastweb, travolta dall’inda ginedella procura di Roma sulla truffa

sul traffico telefonico internazio-nale. Il titolo ieri ha chiuso in rial-zo: +0,93 per cento a 15,19 euro.Tra gli analisti un certo scettici-smo però rimane: la tedesca Deut-sche Bank ha ridotto la sua valu-tazione sul valore corretto delleazioni (target price) a 18 euro dai22 che aveva fino a due giorni fa,mentre Banca Akros, una control-lata della Popolare di Milano, haaddirittura sospeso il giudizio sultitolo, e quindi sulle prospettiveeconomiche e reddituali, in attesadi maggiore chiarezza sul futurodell’attività e sui contorni di que-sta inchiesta. E chiarezza è quellache ha anche cercato di fare Ste-fano Parisi, l’amministratore dele-gato della società dal 2007 partedel gruppo Swisscom, duranteuna conferenza stampa organizza-ta ad hoc.L’autodifesa. Parisi, indagato ma

non raggiunto da nessuna ordi-nanza di custodia cautelare a dif-ferenza dell’ex ad Silvio Scaglia(che oggi rientra in Italia per farsiarrestare), ha convocato una con-ferenza stampa a MIlano per nega-re l’esistenza di fondi neri all’este -ro o fuori bilancio. Ha rigettatol’ipotesi che la società abbia par-tecipato alla truffa contestata daipm romani, quel “c a ro s e l l o ” ch eavrebbe generato fondi illeciti perdue miliardi di euro e una perditaper l’erario circa 370 milioni, dicui 95 a beneficio proprio della so-cietà milanese e di Telecom ItaliaSparkle, l’altra indagata.Fastweb, ha spiegato Parisi, “haversato alle società poi risultate imotori della truffa, i 38,5 milionidi euro di Iva loro dovuta, senzache questa poi sia stata effettiva-mente versata allo Stato come do-veva esser fatto”. Come dire: noi

cesco Cerreta comandante delNucleo speciale di polizia valu-taria e consulente della commis-sione parlamentare TelecomSerbia, morto nel luglio 2006. Labanda di Mokbel, scrive il gip,“utilizzava anche alcuni poli-ziotti come autisti e ad altri ve-niva affidata la sicurezza dellagioielleria romana di via Chelinidove venivano venduti diaman-ti”. A Mokbel viene attribuita lacommercializzazione mondialedi diamanti che servivano a rici-clare i proventi illeciti.Diamanti che venivano “par -cheggiati ” in cassette di sicurez-za ad Hong Kong e poi traspor-tati in Italia per essere distribuiti

nella catena di gioiellerie legateal sodalizio.Accade anche che durante ilviaggio di rientro alcuni diaman-ti manchino all'appello, ivi com-presi i certificati di garanzia. Nelgruppo scoppia la bagarre e sicerca di ricostruire come sia av-venuto. Conversazione tra duedella gang: “Senti ti ricordi chec'erano due cose gemelle, queidue sercetti gemelli, erano unoper me e uno per te… Perché cel'ho messi io nella borsa, li ho pu-

re baciati...” I due sospettano diessere intercettati e parlano ingergo (a Roma “s e rc i o ” è sinoni-mo di sasso).Tutte le operazioni di riciclaggioavvenivano attraverso prestano-mi, titolari di conti anche all'e-stero. Tra questi la contessina to-scana Barbara Murri, che neltrambusto della sparizione deidiamanti sviene, e il fratello co-cainomane Augusto. Altro nomericorrente in questo giro è Tota-no che corrisponde a MassimoMassoli.

LE COMPAGNIETELEFONICHEE CARLO FOCARELLIIl punto di raccordo tra i pianialti dei Consigli di amministra-zione Fastweb e Telecom ItaliaSparkle e i piani bassi degli ad-detti al riciclaggio, artefice dellafrode carosello è Carlo Focarelli,detto il Somaro o anche Puzzola.E in effetti risulta incriminato giànel 1994 a Milano, nell'ambito diun'analoga truffa, i cui atti furo-no inviati per competenza a Ro-ma dove morirono per “prescr i-zione”. Focarelli tira le fila dei va-ri broker tra San Marino, Dubai,Londra, Giappone. Proprio inGran Bretagna dove due suoiclienti vengono fermati mentredepositano in una cassetta di si-curezza 1,6 milioni di euro pres-so gli uffici di un'organizzazionechiamata Soca. Il broker Tosero-ni a un socio inglese spiega che ilsuo cliente è a mettere a dispo-sizione 600 mila euro: “Se sei ingrado di trovare qualcuno dispo-sto anche ad andare in galero perdue o tre anni”. Ma l'altro gli ri-sponde: “Non è possibile, maposso trovare qualcuno in Cinadisponibile a dichiarare che i sol-di erano i suoi per 100 mila eu-ro ”. E questa è sola la prima pun-tata di quella che sembra un co-lossal cinematografico, invece èsoltanto la colossale reale.

avevamo provveduto ai nostriadempimenti, sulla restante partenon avevamo visibilità. Così comela società avrebbe provveduto, apartire da novembre 2006, a tuttele verifiche (furono compiute due“audit”, ispezioni, una interna euna esterna) dopo la prima segna-lazione della procura circa presun-te irregolarità. “Il traffico telefoni-co derivante da questi servizi ditransito e terminazione con que-ste società estere era effettivo enon fittizio” ha sottolineato il ma-nager, per dissipare ogni dubbiocirca il nodo centrale che presup-pone la frode. Traffico che gli stru-menti di controllo avevano marca-to come esistente, e regolarmentepagato. Se sia stato poi utilizzatoper chiamate effettive o solo perscopi fraudolenti questo non sa-rebbe stato possibile verificarlodalle attività di controllo esterno,

che pongono limiti alla privacy.I dubbi. Un dubbio però resta: no-nostante la segnalazione, e l’auditinterno seguente, i due managerdirettamente coinvolti, Bruno Zi-to e il suo assistente Giuseppe Cru-dele sono stati licenziati solo ieri, enel periodo preso in esame daipubblici ministeri furono spostati,all’interno della società, dall’uf fi-cio marketing executive, che trat-tava con le cartiere, al businessunit “re s i d e n z i a l e ”, la clientela fa-miliare dove non avrebbero potu-to più “nu o c e re ”. Parisi non haspiegato i motivi dello spostamen-to interno, motivandolo generica-mente come organizzativo. La so-cietà, correggendo un comunica-to emesso subito dopo la notiziadella frode, ha negato però di es-sersi costituita parte lesa in sensogiuridico, come fatto da TelecomItalia.

Intercettazioni

Londr a,è guerratra Murdoche ilPar lamento

di Andrea ValdambriniL o n d ra

È guerra aperta tra “N ew sInternational corpora-

tion”, guidata da Rupert Mur-doch, e il Parlamento di Lon-dra. Il comitato parlamentareCultura, media e sport, ha iericoncluso un’inchiesta sullacondotta del gruppo con ac-cuse pesantissime. Il rappor-to sostanzia l’ipotesi secon-do cui molti giornalisti avreb-bero commesso irregolarità,procurandosi informazioniattraverso l’uso di intercetta-zioni telefoniche, e la sottra-zione di dati personali. Inquesta operazione sarebberostati coperti e sostenuti daidirigenti di News Internatio-nal, veri responsabili delle il-legalità. L’inchiesta parla-mentare potrebbe prestoportare a un risvolto penale.Oltre alle frequenza di Sky intutto il mondo, il magnate au-straliano ha grandi interessiin Gran Bretagna, controllan-do i quotidiani The Times, Sun -day Times e il popolare TheSun.Le accuse rivolte al gigantedei media hanno un prece-dente giudiziario. Già nel2006 Clive Goodman, re-sponsabile delle informazio-ni riguardanti la famiglia rea-le per News of the world (il do-menicale del Sun) è stato im-prigionato con l’imputazio -ne di aver “r ubato” messa ggidai cellulari. La commissioneparlamentare ha criticato illavoro di Scotland Yard, reodi non aver allargato lo spet-tro dell’inchiesta. News of theWorld si è “introdotta nel cuo-re del sistema di potere bri-tannico. La polizia, l’e s e rc i t oe i ministri hanno subitoun’azione di sottrazione di in-formazioni telefoniche quasisu scala industriale”. La rea-zione di Murdoch è stata fu-riosa. Contro i parlamentari,che hanno accusato gli edito-ri del gruppo di “amnesia col-l e t t i va ”, il magnate australia-no si è difeso parlando di in-sinuazioni e volute esagera-zioni. Certo Murdoch non harisparmiato a sua volta l’insi -nuazione che la commissio-ne abbia agito per fini politi-ci. Difficile provarlo, datoche il responsabile dell’in -chiesta, condotta da laburi-sti, conservatori e liberal-de-mocratici, è il Tory JohnWhittingdale. E che i giornalidi News International hannodato il loro entusiastico sup-porto proprio al partito di cuiWhittngdale è esponente.

Scaglia tornaoggi, Parisinon si dimettee licenzia duedirigenti (conun paio d’annidi ritardo)

“Tu non sai, hachiamato Fini”

“Mokbelparla conil capomafia:“Fratello mio,tu non lo sai,era GianfrancoFini”

Il via libera dello studiofondato da Tremonti

all’operazione Ivadi Marco Lillo

N elle 1700 pagine dell’ordinanza di arresto del caso Fastweb sono citatimolti studi legali famosi. Nessun professionista è indagato ma è inte-

ressante leggere questa parte del provvedimento per capire con quale periziasi sono mossi i protagonisti di questa presunta truffa miliardaria all’erario. IlGip afferma: “Quando Mario Rossetti (direttore finanziario Fastweb, ndr)venne a conoscenza dell’operazione Phuncard si rivolse allo Studio VitaliRomagnoli per avere un parere sull’applicazione dell’Iva ossia se la venditadelle schede all’estero fosse soggetta a Iva. Voleva essere sicuro del fatto cheil business poteva farsi, senza avere problemi di natura fiscale. Cercava dicostruire uno schema che potesse dare alla società la tranquillità assolutasulla futura attività legata alla compravendita delle schede phuncard”. Lostudio scelto per un parere così delicato è proprio quello fondato dall’attualeministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ne è uscito quando è diventatoministro, anche se il suo nome resta sul sito Internet come fondatore e nellaproprietà dell’immobile. Ha raccontato il fondatore di Fastweb Silvio Scagliaal pm: “II nostro fiscalista interno mosse qualche dubbio in seguito al qualedecisero di approfondire I’argomento con lo Studio Vitali-Picardi. L'esito delparere fu positivo e pertanto la società prese la decisione di proseguire conI’o p e ra z i o n e ”. Scelta non scontata. L’ex studio Tremonti sosteneva “la nonapplicabilita del tributo per assenza del requisito della territorialita, muo-vendo dalla considerazione che Ie carte prepagate rientrerebbero tra Ie pre-stazioni servizi”. Un altro grande studio, Maisto, scriveva a Fastweb l’op -posto: “Tali prestazioni contrariamente a quanto sostenuto dalla societa pro-ponente (Gruppo CMC, ndr) non rientrerebbero nella disciplina dei servizi ditelecomunicazione ma sarebbero soggetti all'applicazione Iva ordinaria del20 per cento”. Altro che storie. Non solo: Maisto evidenziava “il rischio di unaver ifica”. Fastweb non lo ascoltò. Nelle carte si cita anche un terzo parere diGuido Rossi. Scrive il Gip: “Fastweb a seguito delle considerazioni fatte dalProf. Guido Rossi in merita alia compatibilità dell'attività di vendita delle cartePhuncard con I'oggetto sociaIe di Fastweb Spa ha proceduto all’adeguamen -to dell’oggetto sociale. L‘opportunità di chiedere un parere al Prof. GuidoRossi, unitamente ad altre attività di verifica sull'operaziane phuncard, vennedecisa in sede di riunione tenutasi in data 15 luglio 2003”.

POLITICA&MAFIE

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pagina 6 Giovedì 25 febbraio 2010

La Lombardia, Formigoni

e alcuni politici

“chiacchierati”

D a una cena elettorale all’altraMassimo Buscemi, candidato dipunta del Pdl in Lombardia,

assessore legato a Formigoni. E’ stato socio diRosanna Gariboldi, che da poco hapatteggiato per riciclaggio. La sua campagna ècominciata il primo febbraio con una cena allaFiera di Milano da 300 mila euro, per 7 mila

persone. Fra loro Formigoni, la famigliaPillitteri, Stefania Craxi, Paolo Berlusconi. Inprima fila anche Lele Mora e DanieleInterrante. L'ex tronista ha parlato “ a nomedei giovani del Pdl”. Immancabile, come allacena di lunedì scorso al locale delle veline,Gioia 69, Massimo Guarischi, decaduto daconsigliere regionale del Pdl perché

condannato per corruzione e turbativa d'asta.In estate si consola in Croazia con l'amicoFormigoni. Guarischi , non essendo piùcandidabile, con la benedizione delGovernatore, del presidente della provincia,Podestà e Stefania Craxi, ha piazzato lasorella Monica, nel collegio sicuro di Lodi.a.masc

MA NON C’ERA NESSUN ALTRO?Il Pdl litiga sul “no” di propaganda a indagati per mafia

E poi candida una lunga serie di condannati

OCCHIO D’AQUILA di Anna Colasacco

Carriole, guanti e paleper riconquistare la nostra storia

di Carlo Tecce

In teoria fanno proclami,in pratica ostruzionismo.Con fatica e nervosismo,la Camera ha approvato il

disegno di legge Lazzati (dalnome del centro studi) chevieta la propaganda elettora-le ai sorvegliati speciali indi-ziati per reati di mafia. La re-latrice del testo era AngelaNapoli (ex An), ma gli aste-nuti e i contrari (42) eranosoltanto del Pdl. Ora tocche-rà al Senato, sperano presto ipromotori. Lucio Barani pas-sa il testimone con poco en-tusiasmo: “Rischiamo una de-riva giustizialista. Un sociali-sta riformista non può votarea favore di queste norme: nelgiorno in cui Bettino Craxiavrebbe compiuto gli anni”. EIsabella Bertolini annusa ilcomplotto: “E’ una trappoladegli ex An per Berlusconi”.La Lazzati è un argine che faspessore. Eppure, nel frat-tempo, prosperano le listesporche anziché pulite. NelPdl, in particolare. Troveretedi seguito un elenco che, let-to d’un fiato, potrà sembrarenoioso per la ripetizione diparole come: indagato, con-dannato, corruzione, senten-za, processo. Ma troveretemolte sorprese...

C A M PA N I A . Alberico Gam-bino ha trascorso un annosabbatico e ora chiede dirientrare in pista: non da unaporta piccina e laterale, mada consigliere regionale. L’exsindaco di Pagani, condanna-to in primo grado per pecu-

lato (usava la carta di creditodel comune), fu sospeso dallacarica sette mesi fa per de-creto del prefetto di Salerno.I coordinatori del Pdl aspet-tano per venerdì la sentenzadi Appello: Gambino è in listacon riserva, su richiesta delpresidente della provinciaEdmondo Cirielli. Da Pagani aBattipaglia: l’ex sindaco Fer-nando Zara ha il posto assi-curato, nonostante la con-danna in primo grado percorruzione. Zara è un berlu-sconiano convinto, volevadedicare una piazza alle vit-time della cattiva giustizia.Domenico De Siano, indaga-to per la costruzione di unapprodo turistico a Ischia,raddoppia l’impegno: capo-gruppo alla provincia di Na-poli – ex sindaco di LaccoAmeno, già aspirante deputa-to – cerca la consacrazionealla regione. Renato Santeseha fatto un salto della quaglia,dalla Margherita al Pdl: l’ele-zione a consigliere comunaledi Battipaglia – per aver pat-teggiato una condanna perscambio di voti – fu invalidatadal prefetto. A dispetto dellafedina penale, Santese è ga-rantito da Roma, dal ministroMara Carfagnanel gioco dellecorrenti con Ci-r ielli.

CALABRIA.Ci sono due no-mi che entranoe poi esconodalle liste perGiuseppe Sco-pelliti: non nel-

le convocazioni del Pdl contanto di stemma, ma in grup-pi collegati. In bilico c’è Fran-co La Rupa (Udeur), già con-sigliere regionale con AgazioLoiero, rinviato a giudizio peri suoi rapporti con la mala-vita. E poi Tommaso Signorel-

li, l’ex assessore comunale diAmantea, tornato in libertàdopo aver trascorso un lungoperiodo di custodia cautela-re, accusato di associazione adelinquere di stampo mafio-so.

LIGURIA. Per il ritorno diSandro Biasotti, il Pdl liguredisobbedisce all’ordine delministro di Imperia, ClaudioScajola: “Chi è corrotto è ban-dito dal Pdl”. Marco Melgratinon è corrotto, ma condan-nato in primo grado per con-corso in lottizzazione abusi-va. Il sindaco di Alassio (e ar-chitetto) definisce le senten-ze “un infortunio sul lavoro”:“E’ stata l’unica volta che mihanno condannato”. Assolto,per il Pdl. Nel senso che ilviso paffuto di Melgrati è suimanifesti. Per la raccolta difirme elettorale, Angelo Bar-bero è indagato per falso inatto pubblico. Ricordate ilgiallo che rischiava di far ri-petere le provinciali di Savo-na? C’era Barbero. Il collegaSergio Catozzo (ex Dc) è con-dannato in primo grado peruna storia simile (Regionali diben dieci anni fa con il Cdu diRocco Buttiglione): le firmefurono autenticate in fotoco-pia. Peccati veniali. Dei treconsiglieri regionali uscentiincappati nell'inchiesta (truf-fa, corruzione, associazione adelinquere) sui fondi europei– Giancarlo Cassino e VitoVattuone del Pd – Nicola Ab-bundo è l’unico indagato chepatisce il vizio della politicapoliticante.

LOMBARDIA. Come perGambino, anche Gianluca Ri-naldin aveva un appuntamen-to in tribunale. Il consigliereregionale del Pdl – pronto albis con Roberto Formigoni –due anni fa era ai domiciliaricon l'accusa di truffa aggra-vata e falso in atto pubblico(giro di fatture false). Gloria

Manca un mese alle elezioni Regionali (FOTO ANSA)

M A L A F FA R E

P ioveva ieri sera in Piazza Duo-mo. I cittadini attivi si erano dati

appuntamento per organizzare lagiornata di domenica in cui si inten-de chiamare la popolazione allosgombro, non solamente simbolico,ma reale, delle macerie di Piazza Pa-lazzo, dove aveva sede il municipio.Il tam tam è, come sempre, quello delWeb. Unico mezzo che abbiamo percomunicare. Siamo disgregati, lonta-ni, è difficilissimo contattare i citta-dini. I media non sono mai stati connoi. Contiamo nel rinnovato interes-se di questi giorni. Subito ci è appar-so chiaro che, comunque, la forza

che rappresentiamo fa paura.Paura alle amministrazioni loca-li. Ne è stata una conferma la pre-senza del sindaco, inopportuna-mente chiamato da chi, all’inter -no della cittadinanza attiva, in-tendeva coinvolgerlo nell’attoche, palesemente, a lui per primo

si rivolge perché trovi una solu-zione. Il sindaco, dopo aver ripe-tuto le medesime cose che snoccioladal 6 aprile, e che, in realtà, nulla ag-giungono in termini di fattività alleincertezze della popolazione, ha ne-gato l’ingresso, per domenica, nellaPiazza Palazzo. Alcuni si adeguavanoa tale diniego, altri, la maggioranza,hanno deciso che si provvederàugualmente allo sgombro delle ma-cerie. Dietro il loro smaltimento esi-stono enormi interessi che, di fatto,impediscono di agire celermente.Siamo svincolati da qualsiasi stru-mentalizzazione politica, come si vainsinuando da più parti e ci riappro-prieremo della piazza simbolo dellanostra comunità. Carriole, carrelli,pale, rastrelli, guanti, per sgombera-re le macerie che provvederemo an-che a differenziare. Lo faremo conamore, e attenzione per le pietre del-la nostra storia.

Tra le accuse: peculato,corruzione, scambiodi voti, truffa aggravatae associazionea delinquere

Gambitta, il giudice delle in-dagini preliminari, doveva va-lutare la richiesta di rinvio agiudizio: gli avvocati di Rinal-din – letta un’intervista – vo -levano richiamare a testimo-niare Giorgio Bin, l'ex asses-sore provinciale di Como.Il pm Frank Di Maio s'è op-posto: “Non si può pretende-re un incidente probatoriosulla base di un articolo distampa”. Tradotto: voleva al-lungare i tempi, nisba. Scar-tato Bin, ci ha pensato un pe-rito a far slittare l'udienza: iltecnico ha chiesto 45 giorniper ultimare alcune trascri-zioni di Rinaldin, un mese emezzo che scade all'indoma-ni delle elezioni.In Lombadia non mettono pa-letti tra moglie e marito: an-che se la consorte RosannaGariboldi (ex assessore pro-vinciale a Pavia) è finita in ga-lera nell'inchiesta sulle boni-fiche, il marito (e deputato)Giancarlo Abelli sarà candi-

dato.

PIEMONTE. Con RobertoCota, ci sarà Angelo Burziche, all’epoca della giunta En-zo Ghigo, fu coinvolto in unoscandalo di mazzette: dovràfare campagna elettorale epoi rispondere di istigazionealla corruzione. Sul sito per-sonale, per affermare la suaaderenza alla magistratura, ci-ta un editoriale di Angelo Pa-nebianco che teorizza la tri-nità: l’estremista, il fazioso, ilpluralista. A scanso di equi-voci, Burzi è un pluralista.

PUGLIA. Preferito RoccoPalese vestito di grigio a untelegenico Attilio Romita, ilPdl imbarca senza fronzoli:dentro Francesco Pistilli, exsindaco di Acquaviva delleFonti, condannato per corru-zione; il capolista Tato Greco,indagato per associazione adelinquere nel processo al si-stema di Gianpi Tarantini.

QUEL VISO tra lo Yodae gli Hobbit

O gni volta che alzi la testa e lo vedi sorridere da uno deitantissimi tabelloni con cui ha assediato Roma, ti rendi

conto che - evidentemente - Luigi Celori (capogruppo di Anin regione) non ha mai letto la massima di Oscar Wilde: “Do -po i vent’anni ogni uomo è responsabile della faccia che sir itrova”. Celori sorride ineffabile dai sei per tre con gli occhisgranati. Dà del tu al lettore, lancia slogan ammiccanti: “Per -ché siamo stanchi di stare in coda” (memorabile). In realtà,ogni volta che lo guardi bene, quel sorriso sembra alludere aqualcosa di diverso, un po’ hobbit e un po’ Yoda di GuerreStellari. La sublimazione del “fa c c i o n i s m o ”, intesa come laconvinzione pervicace che mostrare il proprio viso produ-ca consenso a prescindere è uno dei tanti misteri della po-litica nella seconda repubblica. Nella prima l’esibizione del-la faccia era un tabù (per la propaganda comunista e so-cialista) o una conquista (per quella democristiana): oggi èun sottoprodotto ineludibile dell’era mediatica. A quantopare non è mai sfiorato dal dubbio che se non si mostrasse, ose usasse solo il suo nome potrebbe prendere più voti (equesto dispiace). Poi, però, siccome i destini della comu-nicazione sono imperscrutabili, Celori è finito su tutti i gior-nali per un calendario elettorale che celebra il duce con ilsuo nome: “Il calendario di Mussolini – si è giustificato - nonha niente a che vedere con la mia campagna elettorale. Lohanno fatto alcuni sostenitori per il 70° di Pomezia”. Nes-suna nostalgia, dunque, solo amici intraprendenti. Celorinon si è accorto di un paradosso: avendoci propinato la suafaccia sui tabelloni, l'unica cosa che non si può accettare ènon mettercela quando questo ha un prezzo. Luca Telese

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 7

per le sue spese elettorali”. Unaparte dei soldi finisce al sena-tore Marcello Dell’Utri. “Sì, 100mila euro: Grillo me li chieseespressamente per il senato-re ”. Ma poi, chiede Fusco, glisono effettivamente arrivati?

Con Ricucci e Gnutti

nel 2005 erano

“i furbetti del quartierino”

G ianpiero Fiorani nel 2005 era ilbanchiere di successo dellaPopolare di Lodi. Con Stefano

Ricucci ed Emilio Gnutti, e con laprotezione del governatore di BankitaliaAntonio Fazio, fu uno dei massimiprotagonisti delle scalate dei “furbetti delquar tierino”: gli assalti al Corriere della Sera e

a due banche (Antonveneta, contesa agliolandesi di Abn-Amro; e Bnl, attaccata dallaUnipol di Giovanni Consorte contro ibaschi del Bbva). Ora è imputato diaggiotaggio, con altre 19 persone, nelprocesso Antonveneta che si sta celebrandoa Milano. Le scalate godettero di unsupporto politico bipartisan. Furono

bloccate dalle indagini dei magistratimilanesi (Francesco Greco, Giulia Perrottied Eugenio Fusco). Fiorani oggi si è riciclatonel campo delle energie alternative: “Faccioconsulenze per conto di aziende del settorefotovoltaico e geotermico. Sono piccolecose, piccoli progetti, ma stanno andandobene”.

Gli amici degli amicilavorano. Al terremoto

di Gianni Barbacetto

Il banchiere che nel 2005diede l’assalto alla finanzaitaliana è rilassato, nel suocompleto gessato grigio.

Gianpiero Fiorani, allora ammi-nistratore delegato della Popo-lare di Lodi, oggi imputato nelprocesso Antonveneta, si è la-sciato alle spalle l’euforia delbanchiere vincente, ma anchela disperazione dello sconfittoche tenta due volte il suicidio.“Dopo le vicende che mi han-no coinvolto, si diventa comedegli appestati. Prima ero cen-trale nel sistema, poi c’è la mor-te civile, tutti quelli che hannoavuto a che fare con me e chesono stati beneficiati da me so-no spariti. Come fossi un leb-broso e avessero paura del con-ta gio”.Interrogato in aula, a Milano,dal pubblico ministero Euge-nio Fusco, racconta la sua ve-rità. Il legame fortissimo con ilgovernatore di Bankitalia Anto-nio Fazio. I rapporti incrociatitra il suo assalto ad Antonvene-ta e l’assalto dell’Unipol di Gio-vanni Consorte a Bnl (“Io douna mano a te, tu dai una manoa me”). Ma soprattutto gli in-trecci con la politica, con gliuomini dei partiti informati sul-le scalate e “oliati” con i soldidella banca.Il politico più interno all’ope -razione è il senatore di ForzaItalia Luigi Grillo, vicinissimo a

Fazio e ufficiale di collegamen-to tra il governatore e Fiorani.“Gli ho dato 100 mila euro, poialtri 200 mila, poi altro ancora.Su un conto aperto alla Popo-lare di Lodi per operazioni fi-nanziarie sui derivati. Un aiuto

M A L A F FA R E

Marcello Dell’Utri“Sì, gli ho dato 100 mila euro: Grillo

me li chiese espressamente per lui”

LEGITTIMA OPPOSIZIONE di Popolo viola

Un grande grazieper il vostro sostegno

I nnanzitutto grazie. Ieri da questospazio avevamo lanciato l’appello

a sottoscrivere a favore della manife-stazione di sabato prossimo. Mentrescriviamo le risorse in cassa hannosuperato la soglia dei 15.000 euro.L’allestimento di una piazza, come ve-dete, ha un costo non indifferente. Eintanto la macchina operativa è inpieno fermento: i contatti con le per-sonalità che interverranno sul palcodi Piazza del Popolo, la cura della lo-gistica, la stampa dei materiali, i vo-lantinaggi, l’aggiornamento del sito, irapporti con i gruppi locali sono le at-tività che stanno impegnando decinedi persone. Ieri inoltre è andata in sce-na la prima “violazione”. Nel nostrogergo sono delle azioni sul territorio

realizzate con l’at -titudine di chi nonsi prende tropposul serio. Quella di ieri in Piazza diSpagna, ad esempio, prevedeva unaparticolare esibizione canora. Untempo il rap era un genere musicale didenuncia sociale. Noi abbiamo tenta-to di riportarlo a quell’epoca, realiz-zando un improbabile pezzo sul “le -gittimo impedimento”. Oggi c’è laconferenza stampa di presentazionedella manifestazione. Spiegheremo lascelta di articolare i temi della giorna-ta attorno a tre articoli della Costitu-zione – i numeri 1, 3 e 21 – che ci sem-bravano centrali in questo momento.Sabato questo disegno diverrà realtà.Cercate di essere lì con noi.

di Monica Raucci

F ino a qualche giorno fa i politici negavanoche il comitato d’affari legato alla Prote-

zione civile avesse messo le mani sulla rico-struzione. Poi è uscito fuori, come ha docu-mentato Il Fatto, che quattro appalti aquilanisono stati vinti dalla Federico II riconducibilealla Btp, sponsorizzata, secondo gli inquiren-ti, dal parlamentare Denis Verdini. Ma a scor-rere tra le ditte aggiudicatrici del progettoCASE si scoprono anche altri nomi. Il proget-to CASE è la torta che fa gola a tutti: ogni co-struzione viene pagata 2.700 euro al metroquadrato, il doppio del reale costo di mer-cato. Ma c’è l’urgenza, e non si bada a spese.Ad aggiudicarsi uno dei lotti d’oro è un con-sorzio di cui fa parte la Eschilo 1: un appaltodi undici milioni di euro che nel tempo di-ventano 20. La Eschilo 1 di Rigoberto Cara-manica è la stessa che nel 2007 aveva vinto ilbando da dieci milioni di euro per la piscinadi Pietralata. Una struttura che doveva ospi-tare le gare per i Mondiali di Nuoto 2009, maiaperta al pubblico e che oggi, a sette mesidalla fine delle gare, è ancora sotto cantiere.Quell’appalto Caramanica lo aveva vinto as-sieme alla Cogei di un vecchio amico, Rober-to Petrassi, condannato in primo grado percorruzione a Roma per una vecchia indagineavviata nel 2003 dal pm Henry John Wood-cock. Petrassi raccontava al telefono: “Noiabbiamo una forma di rubare che è autoriz-

zata sotto certi casi”. La Eschilo 1 oggi cercain tutti i modi di smarcarsi da quell’amiciziacon la Cogei, ribadendo aIl Fatto che le duesocietà sono distinte e autonome l’unadall’altra. Ma secondo il pm Woodcock Ca-ramanica era il prestanome di Petrassi.Un altro appalto a L’Aquila lo vince la SA-CAIM : 4,8 milioni di euro per le piastre incemento delle nuove case. A lei è andata an-che la costruzione nuovo palazzo del Cinemaa Venezia per i 150 anni dell’Unità d’Italia: 61milioni di euro. Nella laguna SACAIM è uncolosso. Si aggiudica gli appalti più impor-tanti. Come quello per il teatro La Fenice. Eha ottime entrature: il collaudatore statico deLa Fenice era, guarda caso, Fabio De Sanctis eil consulente dei lavori Angelo Balducci, idue uomini chiave dell’inchiesta di Firenze,arrestati con l’accusa di corruzione. Presen-ti, Balducci come responsabile per le opereper i 150 anni dell’Unità, e De Sanctis comesub commissario, anche nei lavori per il pa-lazzo cinema. Dietro la Sacaim ci sarebberorapporti e coperture politiche trasversali. Ilconsulente di uno degli imprenditori in gara,intercettato, dice: “Tutta una grande pilota-ta... son tutti i progettisti di Veltroni e Rutel-li... son passati... a Venezia ha vinto la Sacaimcon un progettista romano, va bene? ...è unveltroniano puro... va bene ? loro hanno vin-to con... perché li hanno blindati!... cioè,quelli che dovevano vincere sono stati blin-dati".

“Certamente, perché Dell’Utr imi ha ringraziato”.Altri soldi vanno al deputato diForza Italia Aldo Brancher: “Michiese un contributo perchéaveva perso dei soldi investitiin un’azienda. Gli diedi 100 mi-la euro, su un conto correnteintestato alla moglie. Altri 100mila glieli diedi per RobertoC a l d e ro l i ”, l’esponente dellaLega nord.I soldi servivano a rinsaldare iltrasversale “partito del gover-n a t o re ”contro i nemici di Fazio(Giulio Tremonti, Bruno Tabac-ci, Giorgio La Malfa...) che vo-levano far passare in Parlamen-to il mandato a termine per il

governatore della Banca d’Ita -lia. “Anche la Lega era acerrimanemica del governatore”, ha ri-cordato Fiorani, “ma poi hacambiato idea”: dopo che Fazioe Fiorani portarono a termine ilsalvataggio di Credieuronord,la banca della Lega che era“sull’orlo del fallimento”. Altrisoldi, ricorda Fiorani, sono ar-rivati a un personaggio a caval-lo tra la politica e la finanza: Fa-brizio Palenzona, massiccioesponente della Margherita ebanchiere di Unicredit: “Duebonifici, più versamenti in con-tanti. Sul conto Radetzky, pres-so la filiale di Montecarlo dellaBanca del Gottardo”.

FIORANI DÀ IL LISTINO DELLA SPESA AL PM“ECCO I POLITICI CHE HO PAGATO”

Da Dell’Utri a Calderoli; da Brancher a Grillo: 100-200mila euro elargitidal banchiere imputato a Milano nel processo Antonveneta

Roberto Calderoli“Altri 100 mila glieliconsegnai per lui”

Aldo Brancher“Mi chiese un contributo perché

aveva perso dei soldi investiti”

Luigi GrilloVicino a Fazio, quindi collegamentotra il governatore e Fiorani

Fiorani prova a tirare le sommedella sua esperienza: “Cosanon rifarei nella vicenda Anton-veneta? Non ho nulla da rim-proverarmi. Come si poteva ri-nunciare a un progetto così im-por tante?”. Il banchiere lo rac-conta come una grande opera-zione finanziaria compiuta sot-to l’ala di Fazio, fautoredell’“italianità delle banche”dastrappare ai compratori stra-nieri: “Gli ho sempre detto tut-to, se mi avesse comunicatoche c’erano problemi, avrei su-bito consegnato le azioni An-tonveneta agli olandesi, realiz-zando una bella plusvalenza da280 milioni di euro. Sarei diven-tato il banchiere con la più altaliquidità in Italia. Invece Faziomi ha usato e adesso scarica tut-te le responsabilità su di me”.I n fo r m a t o di ogni passaggio,secondo il banchiere di Lodi,anche il presidente della Con-sob, l’agenzia di controllo dellaBorsa, Lamberto Cardia. E gliscalatori avevano dalla loro par-te anche un giudice del Tar delLazio, Pasquale De Lise. Alleatoprezioso, perché proprio il Tardoveva decidere su un espostodegli olandesi di Abn-Amro,che i “concor renti” di Lodi vo-levano a ogni costo bloccare.A un certo punto, nell’estate2005 tra gli scalatori si diffuse lapaura di essere intercettati. Chili avvisò che i telefoni erano sot-to controllo? Segnali arrivaro-no a un alleato di Fiorani, Ste-fano Ricucci, “messo in allarmedal senatore Giuseppe Valenti-no”, di An, ex sottosegretarioalla Giustizia. Ma si allarmò an-che la moglie di Fazio, CristinaRosati. Racconta Fiorani: “Mi ri-velò che il suo telefono era sot-to controllo, e mi disse chegliel’aveva riferito Paolo CirinoPomicino, che era in contattoin ambienti romani con espo-nenti dei servizi segreti”.

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pagina 8 Giovedì 25 febbraio 2010

di Enrico Fierro

ANapoli non si sta recitan-

do “el otono del patriar-ca”, l’autunno del patriar-ca. L’uscita di scena di An-

tonio Bassolino non si consume-rà nella tristezza di un declinofatto di pubbliche sconfessionisulla piazza, tradimenti e fugheprecipitose, vendette e coltella-te alle spalle. “Antonio non ci staa passare alla storia come ‘To -tonno ‘a fetamma’, la causa ditutti i mali di Napoli. Reagirà”,assicurano gli ultimi fedelissimiasserragliati nel bunker di SantaLucia. La sede di quella regioneconquistata alla destra nel 2000e poi riconquistata cinque annidopo, “ma di malavoglia, Anto-nio manco si voleva candidare,gli fu chiesto da Romano Prodi edai vertici del partito. Fu grazie aquella vittoria che poi, nel 2006si vinsero anche le Politiche”.E allora, altro che ritiro, altroche giornate passate ad allenarsida maratoneta, Bassolino non la-scia la politica, ma va al contrat-tacco. Il fortino nel quale prepa-rare la riscossa è già pronto. 350metri quadri nel casino di CorsoUmberto, lì una volta c’era uncommissariato di polizia, oggic’è la sede di “Sudd”, con due d,il logo l’ha voluto lo scultoreMimmo Palladino, le idee sonotutte del governatore. “Lavore -remo per rilanciare un orgogliomer idionalista”. Uffici, sale riu-nioni: è la fondazione del gover-natore, affidata a Diego Belliaz-zi, uno dei pochi fedelissimi chenon hanno tradito. Le adesionisono ancora scarse, le iniziativepoche, ma ora ci sono le elezionie Bassolino si sta già muovendo.L’esordio del suo nemico stori-co Enzo De Luca non gli è pia-ciuto affatto. “Vuole fare l’anti -bassolino, va dicendo che io so-

no il vecchio sistema di poterementre lui rappresenta il nuovo?Ora vediamo”. De Luca urlavacontro le consulenze, gli spre-chi, i fondi europei, gli scandalidella sanità, è giù gli assessori re-gionali a rispondere colpo sucolpo. Ma non basta. I due na-scono dalla stessa pancia, quelladel vecchio Pci, entrambi, alme-no agli esordi, ingraiani di pro-vata fede, diversi per cultura eper appeal, si conoscono bene.Così, mentre De Luca girava perNapoli per la sua campagna elet-torale e realizzava che la ricerca

dei voti tra vicoli e “scampie” ècosa tosta, il governatore ri-spondeva con l’indif ferenza.“Darò una mano ma forse erameglio scegliere un candidatounitar io”. Segnale chiarissimo.E allora, raccontano gli uominipiù vicini a Bassolino, bisognavavederlo De Luca, una settimanafa, fare anticamera davanti allaporta del governatore perun incontro chiarificatore.Quello che i due nemici sisono detti è rigorosamen-te top secret. Ma chi c’e raassicura che si è sentito be-

ne un fragoroso “mo basta!”, ur-lato da Bassolino. Basta con gliattacchi, basta parlare di basso-linismo e sistema di potere.De Luca ha capito, e a Castel-lammare ha dovuto cospargersiil capo di cenere. “Bassolino è incampo e io gli ho reso onore. Ab-

biamo idee diverse, luiha avuto il corag-

gio di aprire unanuova stagionema noi dobbia-mo cambiaretutto”. Pacefatta? Non an-

cora, perché ci sono le liste. Ilgovernatore dopo aver preso at-to dei tradimenti, dei passaggi dicampo, e “dell’ingratitudine dichi ha collaborato con me e poiha scelto altre strade”, ha i suoiuomini da piazzare. AntonioMarciano, per anni suo silenzio-so assistente personale, MicheleCaiazzo, fortissimo a Pomiglia-no D’Arco, Angela Cortese, exassessore provinciale, RosettaD’Amelio, potente dirigente delconsorzio trasporti di Avellino,Antonio Valiante, ex demitianoe vicepresidente della Giunta re-

GIOCHI DI POTERE

gionale gran collettore di votiproprio a Salerno. Poca roba,terze file, quello che resta di unesercito in rotta. Gli “i n gra t i ” so -no andati via, i beneficiati pa-sciuti sotto la stella di Bassolinostanno facendo la fila alla portadi De Luca, gente di valore comeIsaia Sales – un intellettuale cheper anni ha collaborato con il go-vernatore – delusi si sono ritira-ti, i pupilli non hanno avuto il co-raggio che le grandi occasionii m p o n go n o .Bassolino fondava molte dellesue speranze su Andrea Cozzo-lino, praticamente un clone,identico a lui finanche nella par-lata, che però non se l’è sentitadi scendere in campo contro DeLuca alle primarie del Pd. Aspet-ta di candidarsi a sindaco di Na-poli. Sistemate le liste, resta ilrapporto tra Bassolino e i verticidel suo partito. Bersani è attesoa Napoli il 3 o il 4 marzo pros-simi, in quella occasione, dico-no gli uomini del governatore,dovrà dire parole chiare. Insom-ma non si dovrà ripetere lo“scuor no” delle ultime elezionipolitiche quando Veltroni can-cellò ogni presenza del governa-tore dalla campagna elettorale.Il “p a t r i a rc a ” Bassolino nonvuole assistere impotente al suoautunno, ma un dato gli è dram-maticamente chiaro: dopo di-ciassette anni Napoli e la Cam-pania sprofondano nel buio piùprofondo. Le spoglie del “basso -linismo” andranno a Nicola Co-sentino, il sottosegretarioall’Economia che i magistrati vo-gliono arrestare per i suoi rap-porti con i Casalesi, oppure a En-zo De Luca. Un “leghista delsud”, un populista che vuoleprendere di petto la corruzionee il malaffare politico, ma che amarzo dovrà sedersi per due vol-te in un’aula di tribunale.

’O Governatore preparala (sua) riscossa

BASSOLINO HA CREATO UN MOVIMENTOE TRATTA CON DE LUCA POSTI AL “S OLE”

L’attualep re s i d e n t edellaCampania hafondato “Sudd”assiemeai fedelissimi

Al candidatodel Pd haimposto alcuniuomininella listaper le elezioniRegionali

L’attuale governatoredella CampaniaAntonioBassolino

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 9

di Antonella Mascalie Sara Nicoli

“Il bene contro il ma-le”. “L’invasione de-gli stranieri”. “La di-scesa in campo per

la libertà”. “I n t e rc e t t a z i o n icome secchiate di fango”.Abituati ormai ai toni dacrociata, non c’era da stu-pirsi nel vedere anche ieriun Silvio Berlusconi in gran-de spolvero, sceso nuova-mente in campo con questislogan da spot tv accanto al-le sue nuove creature, “Ipromotori della libertà”.Che fanno tanto piazzisti diPublitalia (e forse lo sonodavvero) ma che lui si au-gura “saranno una forza delbene contro le forze del ma-le, un esercito dei difensorie paladini della libertà cherisponderanno direttamen-te a me”. Un incubo di qua-lunquismo, promosso contoni da battaglia cui non po-teva mancare il consuetoanatema contro l’o p p o s i-zione, “la sinistra”, che vuo-le “lo stato di polizia” e chepunta “all’invasione di stra-nieri perché pensa che sipossa cambiare il peso delvoto che ha visto la vittoriadell’Italia moderata”.Toni forti che ieri hannoconvinto il cofondatore delpartito, Gianfranco Fini, amarcare la distanza con una

presa di posizione più nettadel solito, puntata sul pro-blema dell’i m m i gra z i o n ema, di fatto, sull’abissale dif-ferenza valoriale con Berlu-sconi che – non ci sono dub-bi – esploderà dopo le ele-zioni determinando una fa-se politica di profonda in-stabilità nel Pdl e, di con-seguenza, nel governo.Fini, infatti, ieri è stato piùgelido del solito: “E’ noto –ha detto – che non sonod’accordo con il presidenteal 100%”. Quasi un “non fi-nisce qui” che arriva dopoaltre battute caustiche. “Sepropongo dei temi nuovi –aveva detto l’altro giorno Fi-ni – mi danno del comuni-sta”. “Sono libero di inter-venire nel dibattito politi-co”, “bisogna confrontarele opinioni senza anatemi”,“i giudici non si devono ver-go g n a re ”. Par di capire cheil Pdl sia davvero arrivato alcapolinea. Un po’ come lapazienza di Berlusconi ver-so i giudici.Ieri, in verità, non si è spesonel solito attacco alle toghe,ora la priorità è di interrom-pere al più presto il “m a s-s a c ro ” a cui la stampa stasottoponendo il partito e ilgoverno con la pubblicazio-ne delle intercettazioni, unagiustizia mediatica definita“barbar ie”, da “stato di po-lizia”. Ma la forte fibrillazio-

La Rai collassa e il direttore generale va in vacanzaCHE FINE HA FATTO MAURO MASI? MALDIVE, CARAIBI, LOS ANGELES: A SAXA RUBRA SI SCOMMETTE SULLA META

POLITICA

PDL, IL PARTITO STRABICOBattute caustiche, smentite continue: si allarga il divariotra Fini e B. che attende la sentenza Mills in Cassazione

ne di questi giorni è dovutaanche ad altro, all’attesa perla sentenza Mills in Cassa-zione. Il verdetto riguardal'avvocato inglese, ma an-che lui, sotto processo a Mi-lano. Mills è stato condan-nato per corruzione in attigiudiziari per aver reso falsetestimonianze “nell’i n t e re s-se di Berlusconi”. E quindise la Suprema Corte doves-se confermare che c’è uncorrotto, per forza di coseci deve essere un corrutto-re; una condanna di Mills sicatapulterebbe sul suo pro-cesso, che riprende sabato.Il Cavaliere nelle settimanescorse si era messo in testadi poter gestire la Cassazio-ne come la sua maggioranzain Parlamento, che gli ap-prova le leggi ad personam.Ora non si sente più sicuro.Al Palazzaccio i più vorreb-bero una sentenza in puntadi diritto. Anche perché, es-sendo a sezioni unite, la sen-tenza Mills farà scuola.Il collegio di 9 giudici saràguidato da Torquato Gemel-li, fama da giudice dallaschiena dritta e fine giuri-sta. Il relatore sarà Aldo Fia-le, come quando la Cassa-zione, sempre a sezione uni-te, si pronunciò sull'ecomo-stro di Punta Perotti, a Bari.Tra i giudici, Renato Bric-chetti che firmò gli arrestiper il crac del banco Am-

LETTONI

DOPO QUELLO DI PUTINQUELLO DI NAPOLEONE

A ttenzione, perché anche questavolta non è satira. Dopo il mitico

lettone di Putin, ecco un nuovo colpodel “solito noto”, anche stavolta nellostrategico (per lui) settore molle ematerassi. Silvio Berlusconi (e poi diceche lo tormentano con il gossip) haappena comprato un talamo cheappartenne a Napoleone Bonaparte.Dettaglio non da poco: con un gestoche susciterà orrore in qualsiasistorico dell’arte (e non solo), nonappena ha messo le mani sopra ilrarissimo pezzo di antiquariato, Silviolo ha fatto tempestivamente segare eallargare. Lo scoop, ancora una volta,è di “Novella 2000”. Ma la verarivelazione è questa: la notizia nonarriva da qualche malalingua e non ènemmeno una leggendametropolitana non verificata. Araccontarlo, nel prossimo numero delsettimanale della Rizzoli è lo stessoantiquario che ha rifornito il premier.Si chiama Anna Maria Quattrini (non èuno scherzo, è il cognome vero) e haun negozio in via dei Coronari. É unletto a baldacchino ed è effigiato conaquile. Insieme alla cessione del pezzo

la Quattrini ha firmato anche uncontratto in cui è stato stabilito conesattezza cosa può dire e cosa non puòdire. Può dire, per esempio, che ilpremier non era certo che la modificafosse stata fatta bene: “Se non mi piace– aveva aggiunto – lo darò a Piersilvio”.Ergo, non solo Silvio Berlusconivoleva sottilmente comunicarci che(almeno in qualcosa) è più lungo luidell’imperatore che ha riscritto icodici dell’Europa moderna. Ma ancheche lui può qualunque cosa e nonconosce i limiti ormai superati dellaconservazione artistica. Inutileimmaginare la destinazione d’uso delbaldacchino bonapartesco. Il “lettonedi Bonaparte” sarà esibito agli ospitinella prossima villa ed inserito in unnuovo pacchetto turistico insieme aqualche necropoli etrusca? Oppurediventerà il teatro su cui vienecontrattato e firmato il contratto perqualche importante fornitura di gas?Tutto è possibile. Altre mossepossibili: comprare la Gioconda eaggiungerci i baffi. Riscattare ilColosseo, sigillarlo con l’alluminioanodizzato e costruire un mausoleoalle adoratrici del club “Silvio cimanchi”. Procedura d’urgenza e lavorid’appalto affidati a Guido Bertolaso ealla Protezione civile, ca va sans dire.

Luca Telese

di Beatrice Borromeo

D ov ’è finito Mauro Masi? E’sparito il direttore generale

e in Rai non si parla d’altro. Lui,che ama depistare, ha lasciatotracce che vanno in direzioniopposte. E un’altra guerra in-testina logora viale Mazzini:c’è il partito – che va per la

maggiore – delle Maldive (si di-ce che Masi sia nello stessoatollo che ha ospitato il mini-stro Angelino Alfano a Natale),c’è chi conferma la sua parten-za per un’isoletta caraibica, chiscommette su Sharm el Sheik echi giura che sia nella califor-niana Los Angeles. Di certo aRoma non c’è. Che ci impor-

ta?

LE REGIONALI. Un po’ im -porta, dato che la mancanza diMasi sta paralizzando la Rai inuna settimana decisiva perl’azienda. Stanno per scattare lenuove norme sulla Vigilanza invista delle elezioni regionali. LaRai deve decidere come appli-

care le regole sulla par condicioe, visto che il consiglio deliberasu proposta del direttore gene-rale, non si può proprio fare ameno di Masi. Ieri è arrivato an-che il ricorso di Mediaset e Skycontro l’Agcom, su cui decide-rà il Tar del Lazio. La Rai si erainfatti appellata all’Autorità digaranzia sperando di non esse-

re l’unica a subire le regole dellapar condicio, ma ancora unavolta, almeno per ora, escesconfitta dal confronto con letv concorrenti. Non è neanchebello che capitan Masi vada aprendere il sole mentre la suanave affonda. Il presidente del-la Rai Paolo Garimberti ha an-nunciato proprio ieri che la te-levisione pubblica sta moren-do: “O si cambia o il nostro de-stino è segnato”, avverte. Scon-solato l’addetto stampa: “Nonlo so dov’è Masi! Mica glielochiedo, sono cose private. Epoi ha bisogno di qualche gior-no per riposare, deve ristabilir-si”. Lunedì, infatti, Masi se n’èandato per una visita oculistica,

un controllo successivo a un in-tervento alla retina che si erastaccata. Cosa gli era successo?“Cose private”, risponde anco-ra il portavoce. Di certo per Ma-si non è la prima disavventura.Di alcune ci sono anche le pro-ve: era una sera settembrinaquando, intorno alle 23, due vo-lanti chiamate dai vicini di casaintervengono per sedare unaviolenta lite tra il direttore ge-nerale e Susanna Smit, la sua fi-danzata. La polizia trova Masi inpigiama che cerca di calmare lasua alterata compagna. Nel ver-bale si parla di “lite animata”.

CASA DOLCE CASA. Lastessa casa in cui accorre la po-lizia è finita nella recente in-chiesta della Procura di Firen-ze. L’abitazione romana di Ma-si, in zona Campo de’ Fiori, è in-fatti di proprietà di Angelo Bal-ducci, il dirigente arrestatonell’ambito dello scandalo del-la Protezione civile. A Balducci,il direttore Masi non si è limita-to a chiedere una casa. Dalle in-tercettazioni risulta che Masiabbia raccomandato a Balducciil fratello della sua fidanzata,Anthony Smit, perché gli tro-vasse un lavoro tramite l’im -prenditore Diego Anemone(quello che aspettava al geloBertolaso durante i suoi mas-sa ggi).

FESTIVAL. In attesa di rive-derlo, ce lo ricordiamo così:omaggiato dalla Clerici durantela finale di Sanremo, inquadratodalle telecamere mentre, sedu-to in prima fila, sorride sotto ibaffi sale e pepe, dimentican-do, almeno per una sera, i suoi

non brillantissimi risultati ma-nageriali. E’ uscito sconfitto an-che quando è venuto a cono-scenza dei piani del nemicocon largo anticipo. Non va di-menticato che proprio Masi hafatto saltare l’accordo con Skyper trasmettere i contenuti del-la tv di Stato sul satellite, uncontratto che avrebbe fatto in-cassare a viale Mazzini 50 milio-ni di euro l’anno per sette anni.Masi ha rotto il rapporto pur sa-pendo già da mesi che il gruppodi Murdoch aveva pronto l’assonella manica, la chiavetta digi-tale tramite la quale si può ac-cedere a ogni piattaformabypassando (gratis) l’ostacolo.Come se non bastasse, nel con-tratto di servizio si dice che laRai deve limitare al massimo ilcriptaggio dei suoi programmisul satellite. Il direttore genera-le ha rinunciato a centinaia dimilioni di euro nonostante lasua azienda non navighinell’oro: “Prevediamo un passi-vo di 720 milioni di euro nel2012”, aveva dichiarato lo stes-so Masi. Ma poi non ha esitato aspendere 1,6 milioni di europer anticipare di circa un annola pensione a due dirigenti Rai,Angela Buttiglione (sorella diRocco) e Marcello del Bosco.Nel 2010 si prevede che Masispenderà il 30 per cento in piùper i dipendenti rispetto all’an -no precedente. In totale 1 mi-liardo di euro. I suoi detrattori,convinti che Masi (ex segreta-rio generale di Berlusconi a Pa-lazzo Chigi) stia lavorando perindebolire la Rai e favorire Me-diaset, sperano che la sua miste-riosa vacanza sia felice. E lun-ga.

Aziendaparalizzata:senza il dg nonpuò tenersiil consiglioin vistadelle Regionali

Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi (FOTO ANSA)

brosiano, nel ‘94 fu candi-dato non eletto di Forza Ita-lia alle Europee. Fa parte delcollegio anche Arturo Cor-tese, tra i giudici della sestasezione che nel 2006 annul-lò il processo Sme di Milano(tra gli imputati, Previti) perincompetenza territoriale einviò gli atti a Perugia. Maha anche fatto parte del col-legio, sempre della sesta se-zione, che ha confermato(sentenza Giombini 2007) il

reato di corruzione in attigiudiziari “susseguente”.L’esatto reato per cui Mills èstato condannato in appel-lo. Ed è tutta su questa pa-rola, sus-se-guen-te, che si in-centrerà la sentenza di oggi.La Cassazione deve decide-re se far prevalere quantoha stabilito nel 2007 e nel

2009 e cioè che la corruzio-ne è in atti giudiziari, e nonsemplice, anche quandol’accordo corruttivo avvie-ne dopo.E’ susseguente, appunto,all’atto “cr iminoso”. Oppu-re, se riconoscere la corru-zione in atti giudiziari solo“antecedente”, come nel

2006, per la sentenza Bat-tistella (processo Imi-Sir).Se le sezioni unite dovesse-ro orientarsi come in que-sto caso, Mills si salverebbee anche Berlusconi. Perchévorrebbe dire che “der ubri-cano” il reato in corruzionesemplice, prescritto nel2009.

E ieri il premierha presentatole sue nuovecreature perle Regionali:“I promotoridella libertà”

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pagina 10 Giovedì 25 febbraio 2010

STRANIERI A SCUOLANE SPUNTA UN’A LT R A

A Viadana gli extracomunitarivengono ammessi per ultimi

di Elisabetta Reguitti

Il decalogo sulla nazionalitàper l’accesso alla primaclasse elementare è una no-vità che ai genitori proprio

non è piaciuta.Siamo a Viadana, nel mantova-no (16 mila abitanti) dove ilconsiglio di circolo della dire-zione didattica ha bocciato leregole imposte dal dirigente(unico per i tre organi di gestio-ne delle scuole) Vittoriano Raz-zini: 20 criteri di ammissionealla scuola prima per gli italia-ni, poi per gli europei e infinegli extracomunitari.Altro che quote Gelmini. Quisiamo alle liste di proscrizioneripetono in molti parlando diquesta vicenda riportata ieridal quotidiano la Gazzetta diM a n t ov a ma già dibattuta e di-

scussa a lungo fra le famiglie in-teressate e che entro sabato 27febbraio dovranno iscrivere iloro bambini alla scuola prima-r ia.Fra loro anche Stefano Rocchi,papà di Aaron, che proprio nonci sta a pensare che suo figliofrequenti una scuola che istitu-zionalizza le discriminazioni.Tanto per intenderci, i criteriproposti dal collegio docenti(circa 80 insegnanti) e appro-vati dal consiglio dell’istitutocomprensivo Parazzi sono que-sti: cittadini italiani con resi-denza in loco (frazioni di Co-gozzo-Cicognara), cittadini ita-liani con residenza nel comunedi Viadana, bambini italianicon residenza fuori dal comu-ne di Viadana, italiani e stranie-ri già in possesso di certifica-zione provinciale, italiani con

età decrescente dei bambini,italiani aventi fratelli-sorelleche già frequentano la stessascuola, bambini nati entro il 31dicembre con cittadinanza dipaese membro dell’Ue, euro-pei con residenza in loco (fra-zioni di Cogozzo-Cicognara),europei con residenza nel co-mune di Viadana e infine bam-bini extracomunitari nati entroil 31 dicembre.Ma quel che rende ancora piùcuriosa la scelta del dirigente èche nelle scuole di Viadana nonesiste un problema di stranierinelle classi, visto che il totaledegli iscritti è al di sotto del20%. Ma si sa, alla politica comeal cuore, non si comanda e dun-que il dirigente Vittoriano Raz-zini, pur di difendere la suascelta, ha dichiarato che queicriteri, comunque desunti danorme di legge, non verrannomai applicati perché in nessu-na scuola viadanese gli extra-comunitari superano il tettodel 30 per cento.Dal canto loro però i genitorihanno contrastato il principiodiscriminatorio della gerarchia

di accesso in base alla naziona-lità. “Non è stato facile – am -mette Stefano Rocchi – La di-scussione è stata molto accesa,ma poi, usando il buonsenso,tutti hanno capito che nel casosi fosse verificato un caso i cri-teri di accesso non potevanoessere quelli”. L’alter nativa?Dare la priorità ai bambini di-sabili, orfani di entrambi geni-tori, bambini di famiglie in ca-rico ai servizi sociali o quantiabbiano genitori entrambi la-voratori. “Ma non certo la na-zionalità” ribadisce Rocchi. Suquesta vicenda è intervenutoanche il parlamentare del PdMarco Carra (originario di Pe-gognaga) che ha sottolineato lagravità del fatto che “l’or ienta-

mento politico di una personasia stato sdoganato nella scuolap u bbl i c a ”.Mentre Cesarina Baracca, as-sessore provinciale e insegnan-te in aspettativa, non capiscecome gli stessi colleghi-docen-ti abbiano condiviso questa vi-cenda tanto assurda quanto ne-g a t i va .Intanto sul caso dell’asilo diGoito solo per bimbi di estra-zione cristiana è intervenuto ilgarante della privacy che hachiesto al comune informazio-ni sull’iniziativa. “Il regolamen-to approvato sembra infattipresupporre una raccolta didati particolarmente delicaticome appunto quelli sul credorelig ioso”.

DIRITTI NEGATI

In un istituto del mantovanovengono prima italiani ed europeiA Goito interviene il Garante

Maceller iame s sicana,chiesti 110anni di carcere

N on si possono dimentica-re le terribili ferite inferte

a persone inermi”. Con que-ste parole il procuratore ge-nerale della Corte d’appellodi Genova, Pio Macchiavel-lo, ha concluso la sua requi-sitoria sull’irruzione dellapolizia nella scuola Diaz, il21 luglio 2001, chiedendocondanne per oltre 110 annidi carcere nei confronti dei27 imputati. “Non si posso-no dimenticare –ha sostenu-to – la premeditazione, la fal-sificazione del verbale d’ar -resto, la sistematica e indi-scriminata aggressione”. Al-cuni dei reati contestati so-no prescritti, ma rimangonole lesioni personali gravi (5ragazzi finirono in prognosiriservata) il falso ideologicoe un caso di peculato. Il pgha chiesto la condanna a 4anni e 10 mesi di reclusioneper l’attuale capo dell’Anti -terrorismo, Gratteri, e il re-sponsabile dell’Aisi (ex Si-sde), Luperi, accusati di ar-resto illegale e falso ideolo-gico, assolti in primo grado.Chieste le condanne ancheper il dirigente dello Sco,Caldarozzi, l’allora numerouno delle celere di Roma,Canterini, e il suo bracciodestro, Fournier. Nel 2008 ilprimo grado si era conclusotra le urla del pubblico per lecondanne a 13 dei 29 impu-tati. La sentenza d’appello èattesa a metà aprile. (si. d’o.)

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 11

La copertina del libro; Piergiorgio Welby (FOTO ANSA)

BIOTESTAMENTO: “NESSUNOCHIEDE ALLE FAMIGLIE”Le associazioni che si occupano di malati

terminali contro l’ultimo emendamento Pdldi Paola Zanca

Per capire che la modificaal ddl sul testamento bio-logico non ha nulla a chevedere con un'apertura

all'opposizione, basta guardareun fatto: Paola Binetti ha votatoa favore. L’emendamento DiVirgilio al disegno di legge sulbiotestamento prevede due co-se. Nessuna delle due rivoluzio-naria. La prima: la nutrizione“non può formare oggetto di di-ch i a ra z i o n e ”, quindi è fuori daqualunque volontà del pazien-te. La seconda: idratazione e nu-trizione vanno mantenute inogni caso, “salvo che risultinonon più efficaci”. Non si tratta

solo di “u n ' ov v i e t à ”, che ognimedico già applicava, ma si trat-ta di eccezioni che possono es-sere facilmente messe in di-scussione. Chi ogni giorno lavo-ra con pazienti in stato vegeta-tivo e malati terminali non hadubbi: in quell'emendamento,di nuovo, non c’è nulla. Secon-do Giovanni Zaninetta, presi-dente della Società italiana dicure palliative, il problema eti-co rimane aperto. L'emenda-mento “non risolve la questio-ne del tenere conto delle volon-tà del malato”. “Dal punto di vi-sta delle cure palliative questacorrezione risponde alle nostreesigenze – spiega Zaninetta – Ilmalato terminale vive il mangia-

re con fatica, non con sollievo:quando la malattia cronica evo-lutiva è in fase terminale l'ali-mentazione non allieva il dolo-re, dà solo fastidio. E un medicoha tutti gli strumenti per indi-viduare i casi in cui l’alimenta -zione è inefficace o dannosa”.Ma il punto è un altro: “idrata -zione e nutrizione non vengo-no contemplate come materiadella Dat”. E sì che quando unmedico e i famigliari di un ma-lato devono decidere comecomportarsi, la prima cosa chefanno è guardare al vissuto delpaziente. Spiega Stefano Cre-spi, medico palliativista per Vi-das, associazione che a Milanogestisce un hospice e si occupa

di assistenza domiciliare ai ma-lati terminali: “In alcune situa-zioni anche per un palliativistaè difficile decidere. Prendiamoil caso di un giovane con un tu-more al cervello, che ha un'a-spettativa di vita di poche set-timane: l'importante è essereaperti al dialogo, capire qualierano le volontà del pazientequando stava bene, confrontar-si con l'opinione dei parenti.Un medico non deve essere in-vasivo, deve saper guidare. Èovvio che con un paziente ca-chettico, magrissimo, denutri-to, il problema non si pone. Nu-trirlo e idratarlo non è tanto inu-tile, ma futile. Normare un ar-gomento così ambivalente –

conclude Crespi –è pericoloso.Sta alla sensibilità del medicocapire che situazione ha di fron-te”. C'è anche chi ne fa una que-stione di responsabilità. SalvoCalì è il segretario del SindacatoMedici Italiani. Limitare la pos-sibilità di sospendere idratazio-ne e nutrizione a casi eccezio-nali, secondo lui, è una sempli-ce “dichiarazione di intenti”.“Chi stabilisce quando l'idrata-zione non è più utile? - si chiede– Qual è il riscontro oggettivo?Non c'è una macchina che lostabilisce, deve deciderlo il me-dico. Ma l'atto medico non siesercita in maniera ecceziona-le, si fa tenendo conto delle vo-lontà del paziente, con il con-forto della famiglia. Questi so-no ambiti dove il legislatore de-ve limitare il più possibile il suointervento: norme troppo arti-colate sono invasive sia della li-bertà personale sia di quellospazio che va lasciato alla fami-glia. Non ci sono condizioni dioggettività definibili. Discipli-nare tutto è eccessivo e contro-p ro d u c e n t e ”. Poter lasciarescritto che fare di noi nel giornoin cui non dovessimo essere piùin grado di intendere e di vole-re, risolverebbe parecchi di-lemmi. “Non si capisce perché -dice Stefano Crespi - si possa de-cidere di donare i propri organie invece non si debba tener con-to delle volontà sul fine vita”.

Il libro - Idee per una morte giusta

Una legge da rifareche ignora scienza

e sofferenza

CRONACHE

Per l’attualità l’espressione evoca il testo dilegge bloccato in Parlamento su un aspettocruciale dell’esistenza. Ma Te s t a m e n t obiologico – Idee ed esperienze per unamorte giusta (Il Mulino Contemporanea;123 pagine) del medico e filosofo GiorgioCosmacini dimostra quanto il rapporto tra lavita e la sua fine, tra medico e paziente, tradiritto all’esistenza e diritto a lenire lasofferenza sia storicizzabile e articolato in nodiproblematici. Nel saggio, di cui riportiamoalcuni stralci della conclusione, l’a u t o repercorre i concetti principali in cui si articola ilcampo di riflessione senza mancare – e anzisottolineando – il ruolo delle tecnologiemediche nella continua ridefinizione di ciò chesignificano “c u ra ”, vita biologica e morteumana, quantità e qualità della sopravvivenza.Attraverso il racconto di casi noti alle cronache(oltre a quello di Eluana Englaro anche quellodi Piergiorgio Welby e di Terri Schiavo),Cosmacini mette la storia delle idee e delleprassi a servizio del dibattito politico (in sensoalto). Invocando una possibile zona diconfronto tra sensibilità religiose e laiche e unaragionevole normativa sulla questione.

Il “cadavere ri-animato” – come è statodefinito il paziente in stato vegetativopermanente – è dunque il viventesenz’anima che offre il suo corpo alla

misurazione scientifica e alla decretazionepolitica della sua sopravvivenza? Oppure èil sopravvivente che offre corpo e anima al-la sacralizzazione integrale del proprio es-sere? Secondo l’uno dei due modi di pen-sare, una misurazione scientificamentecorretta sembra essere in grado di fornire ilpunto di vista maggiormente condivisibiledai più: l’assenza di ogni “attività” dipen -dente dal cervello e di ogni “a t t i va z i o n e ”cerebrale in risposta agli stimoli è il certi-ficato che attesta la morte biologica e per-mette l’interruzione di ogni re s u s c i t a t i o n . Pe-rò la fine funzionale del cervello non è pro-priamente la fine delle funzioni di tutto ilcorpo: ne è prova il fatto che parti di questosono suscettibili di far funzionare altri corpimediante trapianto. [...]

Secondo l’altro dei duemodi di pensare, la sacra-lizzazione esercita tuttorala propria egemonia o do-minanza su tutto ciò checoncerne la vita dell’uo -mo, dall’alba al tramonto.La esercita anche sul dirit-to di vivere e di nascere,poiché la vita e il suo aprir-si sono considerati ambe-due un sommo bene, dato-ci da Dio. La morte, al con-trario, un bene non è, anziè un male. La sacralizzazione, che attiene alchiudersi della vita e coinvolge la morte,esercita il suo dominio anche sul diritto dimorire? Se sì, di tale diritto è depositarioDio, che dà e che toglie, che permette il ma-le a fin di bene, oppure è titolare l’uomo,creatura divina, che vive e muore in com-pagnia del proprio libero arbitrio, datoglia n ch ’esso da Dio? Le risposte toccano a chicrede. Chi non crede non è toccato dalledomande. Ma sia coloro che credono, siacoloro che non credono esigono, gli uni egli altri, rispetto. Non sono lecite imposi-zioni, tanto meno sopraffazioni. Non sonolecite giuridicamente ed eticamente. [...]

U na legge che attiene all’evento o proces-so più cruciale dell’esistenza umana – la

morte e il morire – deve consentire, ai cit-tadini di uno Stato, il diritto di scelta sul co-me essere curati nei momenti estremi. De-ve permettere loro la piena libertà e dignitàdi essere soggetti di decisioni proprie e nonoggetti di decisioni altrui. li testo di leggesul testamento biologico che giace oggi inParlamento, approvato dal Senato e in at-tesa di passaggio alla Camera, è – a giudiziodi molti esperti (giurisperiti, bioeticisti,medici rianimatori, palliativisti) – un catti-vo testo da lasciar giacere dov’è. Va lasciatogiacere dov’è perché il testamento non vi èconsiderato vincolante, in ciò contraddi-cendo la volontà del testatore. [...] La repli-ca di parte ecclesiastica è che “per la Chiesala libertà è un bene relativo, non assoluto,un bene c re a t u ra l e , vissuto non solo in re-lazione con gli altri, ma con l’Altro, con Dio.Essere libero significa realizzarsi in questalibertà filiale”, totalmente diversa da una li-bertà che invece “rivela un concetto me-nomato della persona, chiusa in se stessa,senza relazioni trascendenti” (lo scrive l’ar -

civescovo Carlo Ghidelli, ndr). Sia-mo al solito dialogo senza possibi-lità di comunicazione, legato aprincipi letteralmente “incom -

mensura bili” (come non commensurabilisono le misure in metri e in chilogrammi). Èil dialogo inesistente tra chi fa riferimentoalla trascendenza e alla libertà condizionatae chi invece lo fa alla naturalità e alla libertàdisancorate dal sacro. [...]Nella “zona grigia tra vita e morte” (comescrive Panebianco sul Corriere della Sera il 30settembre 2009, ndr) il problema da evitareè la iper-regolamentazione giuridica: “Il ri-corso al giudice ci starebbe solo nelle situa-zioni in cui la capacità di autorganizzarsi,riferita in questo caso al rapporto tra medicie pazienti , venisse meno”. L’istanza, pur de-plorando la politicizzazione e “visto cheuna legge sembra a questo punto necessa-r ia”, è “che almeno essa sia il più possibilel i b e ra l e ”. Che la zona grigia non diventi ter-ra di nessuno è l’istanza, sottoscritta da 70docenti universitari, formulata dal Centrodi etica generale e applicata (Cega) e pre-sentata come “contributo al dibattito peruna legge giusta sul testamento biologico”.Nel documento si critica l’idea che la finedella vita sia una sorta di terra di nessuno,dalla quale l’autorità, lo Stato, le leggi do-vrebbero ritrarsi completamente. [...]

L’ attuale stallo della legge non apparedunque essere un male, qualora esista

l’opportunità o l’intenzione di un ripensa-mento legislativo che, in pratica, consideriil testo giacente come un testo da rifare. Pe-raltro la situazione odierna non è propria-mente quella di un ripensamento critico (eautocritico), quanto piuttosto quella di un

rinvio (sine die?) con l’attesa riempita da unricorrente cicaleccio che sembra interpre-tare alla lettera le parole di Andrea Camilleri(ne La danza del gabbiano, ndr): “Il governofaciva chiacchiere, l’opposizione facivachiacchiere, la chiesa faciva chiacchiere. Sichiacchiarava sempre e dovunque di qual-siasi problema, ma sempre a vacante, senzache mai la chiacchira addivintasse un mi-nimo di provvedimento, un fatto concre-to”. Sul testamento biologico, in ambito lai-co, non ci si è improvvisati, sospinti all’ul -timo dal sopraggiunto furore mediatico. Sene discute invece da anni, sospinti da ragio-ni morali e civili condivise fuori d'Italia edelaborate da più parti (Consulta di Bioetica,Fondazione Umberto Veronesi ecc.) nel ri-spetto di tutti: “Laico”, è bene ricordarlo an-cora, viene dal greco laòs che significa po-polo. Il testamento esprime il diritto costi-tuzionale del cittadino di rivendicare il ri-spetto della propria volontà, dichiarata an-ticipatamente nell’eventualità di non po-terlo fare nel tempo del morire, di non es-sere sottoposto a trattamenti che si confi-gurano, a suo avviso, come atti di accani-mento terapeutico. Le terapie sono diversedalle cure: aver cura di un malato in fin divita, per un medico che sia dotato della re-ligiosità che è propria del suo mestiere,comporta la pietà del rispetto, fino in fon-do, per la persona curata. Non si tratta di ungesto terapeutico, tecnico, ma di un atto cu-rativo umano. La morte non è un fatto pa-tologico. Il morire implica nel medico an-che la capacità di riconoscere la creativitàdel morente che spesso reinterpreta la pro-pria vita attraverso una comunicazione disenso che dev’essere raccolta. Raccoglierequesta memoria significante – estremo bar-lume nel chiaroscuro del crepuscolo – nonè più fare l’anamnesi, e l’ascolto del moren-te non è più l’auscultazione del suo torace.Non si tratta più di emettere una diagnosi; sitratta di dar prova di essere un curante, diessere un medico umano. Se è antiumanoporre limitazioni alla persona del malato,limitarne la personalità è anticostituzionalee antidemocratico. Una legge limitativa, re-strittiva, che conculca la validità di un te-stamento liberamente sottoscritto da per-sona dotata di piena capacità in vista di unafutura incapacità, oltre a contraddire moltivalori, ignora il dibattito scientifico, disat-tende l’appello degli addetti alle cure, nonascolta le sofferenze dei familiari, sposa unaincultura che ha la presunzione di posse-dere il monopolio dei principi etici e reli-giosi. Lo attestano anche, fuori dal coro del-le gerarchie ecclesiastiche, voci religioseed etiche, come quella di don Franco Bar-bero co-fondatore della Comunità cristianadi base di Pinerolo, che affermano con cri-stiana laicità: “Dio ci ha dato la responsa-bilità della vita, e fa parte della responsa-bilità della vita la responsabilità della mor-te. E non ci può conculcare questa respon-sabilità nessuna filosofia, nessuna teologia,nessuna Chiesa, nessun Parlamento”.

L’autore del libro insegna Storia del pensieromedico all’Università Vita-Salute del San Raffaele

di Milano.

NIN DA G AT O

Il candidato Pdl eil cellulare “caldo”

L a Procura di Parma hachiesto il rinvio a

giudizio di GiampaoloLavagetto, ex assessorealle Politiche perl’infanzia per il reato dipeculato. Lavagetto, inlista per il Pdl alleprossime regionali, erastato indagato inrelazione all’utilizzoimproprio del suocellulare di servizio cheaveva raggiunto la bollettarecord di 90.000 euro.La Procura ha appuratoche parte di questiimporti servivano aconnettersi a sitipor nografici.

INCIDENTI SUL L AV O R O

Morti e feriti:bilancio in nero

D ue morti e due feritigravi. É il bilancio

della giornata lavorativa diieri, quando un operaio di52 anni è stato investito daun muletto in manovraall’esterno di una ditta ditrasporti e spedizioniinternazionali aCornaredo (Milano).Aveva 53 anni anni, invece,il dipendente delleFerrovie dello Statotravolto da un treno allaStazione centrale dellaSpezia. Molto gravi, invece,le condizioni di un 22ennea cui è crollato addosso unmuro mentre stavalavorando in un cantiere aMilano Marittima. É graveanche un uomo di 44 anniaddetto alla manutenzionesull'autostrada A3Salerno-Reggio Calabria,investito da un’automentre era impegnatonella manutenzione dellasegnaletica.

BENI C O N F I S C AT I

Villette per i rom,parte la protesta

U na delibera di Giuntaper assegnare ad

immigrati e rom duevillette confiscate allacamorra ha scatenato lepolemiche ad Acerra, nelnapoletano, dove irappresentanti di una listacivica, annuncianoun’interrogazione alsindaco Esposito. SecondoMimmo Paolella,segretario della civica, gliimmobili potevano esseredate a italiani menoabbienti. Ma l’attocontestato fa parte delprogetto ministeriale“Integra” per l’accoglienzadegli immigrati.

CONTRACCETTIVI

Oltre la metà degliitaliani non li usa

F anlino di coda inEuropa anche per

l’uso dei contraccettivi.Ben il 38% degli italianinon li conosce e il 53%non li usa. É il risultatodelle indagini condottedalla Società italiana diginecologia.

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pagina 12 Giovedì 25 febbraio 2010

Pubblichiamo il prologo del libro“Così ci uccidono. Storie, affari esegreti dell’Italia dei veleni” delgiornalista dell’Espresso EmilianoFittipaldi (Rizzoli).

di Emiliano Fittipaldi

Sentite, ma ne siete proprios i c u ro ? ”. “Di cosa?” “Lo vo-lete scrivere davvero ’sto li-b ro ? ” “Perché dice così?”

“Ma chi se lo compra?”“Perché, lei non lo leggerebbe?”“No. A me piacciono i romanzi, lestorie inventate. Mica voglio sape-re le cose vere. Mi stanno avve-lenando? E chi se ne frega, non lovoglio sapere. Tanto muoio lostesso”.“Non lo vuole sapere?”“Preferisco morire tranquillo, sen-za angosce, e che è? E chi se nefotte di quello che mangio, cherespiro, che mi danno, che non midanno... tanto non cambia nulla.Quello che ci danno, ci danno. Ebuonanotte”.“Vabbè, in bocca al lupo per tut-to”.“Salute a voi” ha concluso strin-gendomi fiaccamente la mano. So-no uscito dalla stanza dove l’hointervistato ancor più confuso diprima. Non sono riuscito a con-trobattere niente.La sua stretta non è vigorosa comeci si aspetterebbe da uno che hapassato una vita in fabbrica. Non èin gran forma, me l’aveva antici-pato nella breve chiacchierata altelefono. È malato. Broncopneu-mopatia. Ne sono affetti pure mol-ti suoi amici, tutti colleghi di la-vo ro .“Questo libro lo scrivo anche perte. Per quello che non sono riu-scito a dirti ora” ho pensato men-tre facevo le scale di corsa. L’o p e-raio ha lavorato per vent’anni allacatena di montaggio di una pic-cola fabbrica di Priolo-Melilli, nels i ra c u s a n o .La Ved (Vetroresina EngineeringDevelopment) la conoscono inpochi. È specializzata nella produ-zione di plastiche. Come altri sta-bilimenti di una delle zone più in-quinate d’Europa, è finita due vol-te nel mirino della magistratura.L’ex amministratore delegato èstato accusato dai pm di avvele-nare i suoi operai. Un totale di seicapi d’imputazione – lesioni per-

sonali incluse – ma il manager sel’è cavata grazie alla prescrizionedei reati.Il processo si è concluso il 1° lu-glio 2008. All’attivo solo tre mi-sere udienze, sette anni di inda-gini buttati via. Eppure i guai dellafabbrica sembra non finiscanomai: il manager e un suo commer-cialista tornano di nuovo alla sbar-ra a fine 2009, perché accusati diaver smaltito illegalmente rifiutispeciali in una zona chiamata Val-lone della Neve, provocando in-quinamento da antimonio, sta-gno, oli minerali e zinco. Danneg-

giamento ambientale.A quest’operaio vorrei spiegareperché dovevo scrivere questo li-bro. Perché non potevo farne ameno. Dovevo raccontare chel’imputato accusato di lesioni aglioperai e di danneggiamento am-bientale si chiama Giuseppe Pre-stigiacomo. Forse più conosciutoper essere il padre di Stefania, unadelle donne di spicco in Sicilia etra i leader del Popolo della liber-tà. Dovevo ricordare che Stefaniafino al 4 novembre 2009, giornoin cui ha donato le sue quote allamadre Sebastiana Lombardo (chea settantaquattro anni controllada sola quasi tutto l’impero), eratra i soci maggioritari della hol-ding di famiglia, a sua volta pro-prietaria del 59 per cento dellaVe d .

Ecco.Dovevo scrivere que-sto libro perché il 7maggio 2008, mentredue processi alla fab-brica di famiglia sonoancora aperti, Stefa-nia Prestigiacomo di-venta ministrodell’Ambiente nel go-verno italiano. Sì, lehanno assegnato pro-prio quel ministero. Èparadossale, ma è an-data così. Un conflit-to di interessi di talidimensioni può avve-nire solo in Italia, unodei paesi più inquina-ti dell’occidente. Quii veleni devastanoaria, cibo, acqua e ter-ra. E ammazzano ognianno trentacinquemi-la persone, e ne man-dano all’ospedale perricoveri di vario gene-re quasi mezzo milio-

ne. Uomini, donne, vecchi e bam-bini che sarebbero sani e forse vi-vrebbero a lungo felici e conten-ti.Vorrei dire a quell’operaio che perevitare la strage silenziosa baste-rebbe cambiare le regole di unaproduzione sempre più insosteni-bile. Se solo si controllassero lesostanze che finiscono nei nostricorpi, se solo si informassero i cit-tadini dei pericoli che corronoogni giorno, forse non avremmole circa quattrocentomila mortipremature di questo decennio.Quattrocentomila, numeri

dell’Organizzazione mondialedella sanità. Altri quattrocentomi-la da mettere sul conto del decen-nio appena iniziato.Dovevo scriverlo anche per queibambini che in Italia si ammalanopiù che nel resto d’Europa. Si am-malano nelle nostre città, che so-no in cima alle classifiche sul ri-schio tumore dell’Agenzia inter-nazionale per la ricerca sul can-cro. Perché pochi sanno cosa dav-vero mettono sotto i denti a co-lazione, pranzo e cena; in un Pae-se dove gli scandali alimentari so-no all’ordine del giorno, costan-temente nascosti sotto il tappetoda media distratti e istituzioni pa-vide e compiacenti.Dovevo scrivere questo libro per-ché in Lombardia, nel Lazio, in Ve-neto, in Campania e in Sicilia im-prenditori insospettabili e bosscriminali continuano a guadagna-re milioni sulla nostra pelle. Ri-sparmiano sulla qualità dei pro-dotti che ci vendono. Avvelenanoil cibo che ci fanno mangiare. In-tossicano l’acqua che ci fanno be-re. Lucrano sul business dellosmaltimento illecito dei rifiuti. In-vestono nell’affare sporco dellebonifiche. Si arricchiscono sullanostra pelle. Speculano sui nostricorpi. I veleni trasudano dalle fon-damenta delle scuole. Dai giardinidegli ospedali. Dagli anfratti dovesono stati seppelliti. Un letametossico che contamina un territo-rio grande come la Liguria. Unaripugnante distesa di materialepericoloso, sparsa su diecimila si-ti compromessi e sicuramentecancerogeni. Un’area dove viveun quarto della popolazione ita-liana: città, campagne e quartieriche non sono stati ripuliti, nono-stante politici e medici conosca-no da decenni i rischi sanitari checorriamo ogni giorno.Siamo in pericolo nei gesti piùsemplici e vitali: vivere, respirare,bere, nutrirsi; in pericolo, nono-stante siano state bruciate cifre in-calcolabili di soldi pubblici. Soldinostri, finiti in privatissime ta-sche. Ecco, cosa avrei dovuto sve-lare a quell’operaio. Sono questele parole che mi sono mancate,che mi sono morte in gola davantialla rassegnazione della sua strettadi mano. “Devo scrivere questolibro, e basta”.

L’OLIO CHE UCCIDEGli idrocarburi versati nel Lambro raggiungono il Po

Disastro targato Lombarda Petroli

VELENI D’I TA L I A

L’azienda è abbandonata, ma nelparcheggio incustodito sostanotir cisterna di ultima generazione

di Michele De Gennaro

Tutti gli sforzi di Vigili delfuoco, Protezione civile eGenio Pontieri sono stativani. L’onda di idrocarburi

sversati nel fiume Lambro dai de-positi della Lombarda Petroli hapercorso 70 chilometri e si è im-messa nel Po nonostante le pom-pe idrauliche e le barriere galleg-gianti posizionate in tutta fretta.Tra i più gravi disastri ambientaliavvenuti in Lombardia: ieri po-meriggio il presidente della Re-gione Roberto Formigoni hachiesto lo stato di calamità natu-rale. Emergenza che molto pro-babilmente sarà estesa a livellonazionale visto che le chiazze in-quinanti minacciano ora il deltadel Po e le acque dell’Adr iatico.“Sosterremo incondizionata-mente la richiesta di stato diemergenza – ha dichiarato il mi-nistro per l’Ambiente StefaniaPrestigiacomo – e ci costituire-mo parte civile contro i respon-sabili di questo attentato”.Nella notte tra lunedì e martedì

dalle cisterne dell’ex raffineriadi Villasanta, in provincia diMonza, si sono riversate nel fiu-me oltre 6.000 tonnellate di oli,tra diesel e idrocarburi. L’impat -to sull’ambiente è stato subitodevastante: decine di animali ac-quatici ripescati senza vita, pe-sci, anatre selvatiche, aironi, ger-mani reali. Mentre l’aria di tuttala zona interessata è pervasa daun acre odore di nafta, che aggre-disce la gola e provoca forti emi-cranie. Preoccupa anche la situa-zione della potabilità dell’acqua.Se nei comuni della Brianza le fal-de acquifere sono a una profon-dità tale da non rischiare infiltra-zioni, la situazione cambia manmano che ci si sposta a sud, dovenelle province di Lodi, Cremonae Piacenza le falde sono moltopiù vicine alla superficie.Sull’origine dolosa del disastrogli inquirenti della Procura diMonza non hanno dubbi. È statoun atto ben calcolato e pensatoper sortire il danno peggiore.L’apertura dei rubinetti, che ri-chiede anche una certa compe-

tenza, è avvenuta tra le 4 e le 6 dimattina, quando nei depositinon passava la sorveglianza.Mentre l’allarme è stato dato so-lamente alle 7:30 da Brianze Ac-que, quando la centrale dati deldepuratore di Monza ha segnala-to la presenza di idrocarburinell’acqua. Un lasso di tempo ri-sultato poi fatale. Giunti sul po-sto, i carabinieri hanno trovatogli operai dell’azienda intenti inun inutile tentativo di arginare ildanno. “Perché non hanno datosubito loro l’allar me?”, si chiedeMarzio Marzolati, esperto di in-dustrie ad alto rischio di Legam-biente.La Lombarda Petroli della fami-glia Tagliabue occupa 330 milametri quadrati ed era una delleraffinerie più importanti delnord Italia. Dopo l’accordo del1965 con Total, era capace dipompare circa un milione e mez-zo di tonnellate di petrolio. Nel1984 l’attività viene trasformatain semplice stoccaggio di idro-carburi, fino al 2004, quando laproprietà firma una convenzio-

ne con l’amministrazione comu-nale per dismettere tutta l’a re a .Il progetto Ecocity della Adda-miano prevede case e uffici. Main realtà l’attività commercialepare non essersi mai fermata.Vista dai palazzi attorno, Lom-barda Petroli versa in totale statod’abbandono: ciminiere caden-ti, tetti in amianto in disfacimen-to e perimetro accessibile in piùpunti da chiunque. Eppure nelparcheggio incustodito sostanoancora molti tir cisterna di ulti-ma generazione, evidentementepronti per il trasporto. “Nel 2009– dice Marzio Marziolati – questaazienda ha chiesto alla regione diuscire dalla Direttiva Seveso, cheimpone severi parametri di sicu-rezza. Chi ha dato l’autor izzazio-ne e quali controlli sono stati fat-ti poi? Le cisterne non hannonemmeno un elementare siste-ma d’allarme connesso a dei gal-leggianti interni. E nel piazzaleprospiciente, i tombini sono col-legati direttamente alle fogne, in-vece che a un sistema interno did e p u ra z i o n e ”.

Il Genio-pontieri al lavoro sul Po dopo lo sversamento di petrolio sul Lambro (FOTO ANSA)

Tra le accuse, lesioni agli operai

Dannegg iamentoambientale, imputatoPrestigiacomo padre

Protesta dei “genitori antismog” il 30 Gennaio a Milano (FOTO ANSA)

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 13

Rinviato ancora di un anno il taglio di Tremonti ai finanziamenti pubblici all’editoria (FOTO ANSA)

ALLA FINEECCO I SOLDIAI GIORNALI

Penalizzate solo le radioe le agenzie di stampa

di Caterina Perniconi

Esultano tutti, dall’Unità alSecolo d’Italia. Perché an-che quest’anno non cam-bierà niente nei contributi

statali per l’editoria. Nonostan-te il ministro dell’Economia,Giulio Tremonti, si fosse messoin testa, questa volta, di tagliaredavvero i fondi alle testate dipartito, diocesane, cooperati-ve, alle radio e agli editori, nonsuccederà nulla. Infatti un’ope -razione bipartisan dell’aula diMontecitorio, guidata dal sotto-segretario alla presidenza delConsiglio, con delega all’Edito -ria, Paolo Bonaiuti, ha dato la ga-ranzia della copertura per il2009 (i finanziamenti sono ero-gati sull’anno precedente) pari“al 100 per cento dell’impor tocalcolato secondo i parametristabiliti dalla legislazione vigen-te, ripristinando il diritto sog-ge t t i vo ” (che consente di farsianticipare i soldi dalle ban-ch e ) .

LE RADIO. Gli unici che ciperdono qualcosa, dall’emen -damento al decreto Milleproro-ghe discusso dal comitato dei18 (9 componenti della Com-missione Affari Costituzionali e9 di quella Bilancio) sono le ra-dio commerciali, i giornali pub-blicati all’estero e quelli dei

consumatori. Per le prime lasforbiciata non è decisiva: 13milioni circa, cioè le risorseche derivano dal dipartimentoeditoria, e che indirettamenteandranno a colpire le agenzie distampa perché il taglio si abbat-terà sui contributi che le radioricevevano a titolo di rimborso(dell'80 per cento) proprio pergli abbonamenti alle agenzie.Gli altri 150 milioni, quelli chele emittenti ottengono, nel bi-zantinismo dei finanziamentipubblici, dal ministero delloSviluppo economico, sonoconfermati. Insieme a 50 milio-ni per il 2010, dedicati alle age-volazioni tariffarie postali.

I GIORNALI. Per i giornalistampati all’estero, invece, c’èuna riduzione del 50 per centodei contributi mentre per quel-li dei consumatori scendono dicirca 300 mila euro totali. “Pe rquanto riguarda i giornaliall’estero che ci fosse qualcosada rivedere – afferma il leghistaMassimo Polledri, relatore del-la legge in Commissione Bilan-cio – è dimostrato dal fatto chead esempio il Corriere del Cana-daaveva due milioni e mezzo difondi e in teoria 365 edizioni. Ilgiornale dei consumatori avràun taglio di 300 mila euro, ilche significa 0,1 centesimi perc o n s u m a t o re ”.

I SOLDI. Il problema adesso, èquello della copertura della spe-sa, che dovrebbe gravare su unfondo della presidenza del Con-siglio. Le testate avrebbero volu-to una proroga per due anni, inmodo da assicurare anche il2010 e coprirsi le spalle con lebanche che non concedono glianticipi senza garanzie per l’an -no in corso. Giulio Tremonti, in-vece, ha annunciato che questobraccio di ferro, che si ripete dadue anni, non avrà un terzo atto.Ma l’unico metodo per cambia-

re il sistema dei contributi senzafar chiudere molte testate è unariforma dell’editoria, che auspi-ca anche l’opposizione: “La ri-forma è una priorità che tuttidobbiamo assumerci –afferma ilvicepresidente dei deputati delPartito democratico, MicheleVentura - perché, come si vededal concitato confronto di que-sti giorni, è diventato impossibi-le arrivare a decisioni giuste neiriguardi di un settore che datempo richiede un riordino so-prattutto per la totale indisponi-

bilità del ministero dell'Econo-mia”. Bonaiuti, invece, vuolecontinuare a collaborare: "Intan-to – spiega – abbiamo garantitoalle aziende di sopravvivere, pe-rò è chiaro che dovremo ripen-sare tutto attraverso una riformaorganica del settore. Ad aprile –ha dichiarato il sottosegretario –dopo le elezioni regionali, stabi-liremo un calendario con la Ca-mera, il Senato e le categorie in-teressate, perché la riforma vafatta in parlamento assieme allecategorie del settore”.

NON C’È UN SOLDO di S u p e r b o nu s

ANCHE PEGGIO DEI GRECI“L ’Italia ha fatto di più della Grecia per

mascherare lo stato delle sue finanzeal fine di garantirsi l’ingresso della zonae u ro ”. Se lo avessimo scritto su questogiornale saremmo stati querelati. Lo ha dettoinvece Theodoros Pangalos vice primoministro greco. Nessuna reazione da partedel governo italiano né di Mario Draghi. Sefosse vero quello che afferma il governo grecooccorrerebbe sapere subito quali e quantiderivati hanno sottoscritto i governi italianidal 1996 (quando Draghi era direttore delTesoro) ad oggi e quali sono ancora in essere.Potremmo così capire i veri vincoli di bilancioe di finanza pubblica. Altrimenti il dibattito

politico risulterà falsato perché non si discutedi numeri ma di artifizi contabili di cui nonconosciamo la quantità e la pericolosità. Ilgovernatore della Banca d’Italia potrebbefare chiarezza, conti alla mano, su quanto dalui fatto al Tesoro e sulla consistenza deiderivati che gravano sulle casse dello Statoattualmente (speriamo ne sia informato.) Setali derivati esistessero, e iniziamo a vedernequalche traccia, sarebbe anche utile capirecome fa il governo greco ad averne contezza,sembra anche con dovizia di particolari. Nonsarà che qualche ex funzionario dello statoitaliano finito poi in una investment bank aspiegare a greci come taroccare i conti...

Scuola: la Gelmini ha tagliato poco e maleIL RAPPORTO DELLA FONDAZIONE AGNELLI DICE CHE SERVE IL “FEDERALISMO SCOLASTICO”

di Paola Zanca

“U na cornice senza qua-d ro ”. Parliamo del fede-

ralismo scolastico. L'unicasperanza di salvezza per lascuola italiana. Lo dice ilRapporto sulla scuola in Ita-lia 2010, realizzato dalla Fon-dazione Giovanni Agnelliche ieri è stato presentato alministro dell’Istruzione Ma-riastella Gelmini. La leggeche disciplina il federalismoscolastico c'è, l'accordo Sta-to-Regioni pure, ma finora

più che una cessione di po-teri, quella federale, assomi-glia a una riforma “per ab-bandono”. Il Rapporto l'an-no scorso proponeva al mi-nistro di superare le gradua-torie e l'idea dello stipendiounico, quest'anno si concen-tra sulle “realtà disomoge-nee”, sui “divari profondi traregione e regione”. Le diffe-renze tra Nord e Sud – so-stiene lo studio – ra p p re s e n -tano “il grande fallimentodel governo centrale dellascuola”. Sostenere che il fe-

deralismo li possa risolvere,aggiungono, non è cosìscontato, “soprattutto se ilpassaggio di consegne alleregioni avverrà per abban-dono da parte dello Stato,senza un disegno ordinato”.Perché il federalismo, spie-gano, non può avere comeunico obiettivo la razionaliz-zazione della spesa. Darecompetenze alle regioni de-ve servire a “rimuovere i ri-tardi dell'apprendimento” ea “dimezzare la dispersionedopo la scuola dell'obbli-

go ”.

I TAGLI. Con quali soldi?Quelli risparmiati dal tagliodegli insegnanti. La sforbicia-ta del ministro al numero didocenti – dice il Rapporto –non è ancora sufficiente. Ilfabbisogno della scuola italia-na vorrebbe altri 18 mila in-segnati in meno oltre ai 78mila già tagliati dal piano pro-grammatico del ministro. Ilpunto però è un altro: la Gel-mini sbaglia i luoghi. Andreb-bero ulteriormente diminui-te le cattedre nelle regionidel Sud (dove la popolazionestudentesca diminuirà del 5per cento), mentre si è taglia-to troppo nelle Marche, inUmbria, in Lombardia, Ligu-ria ed Emilia Romagna. Lecasse pubbliche, secondo laproposta avanzata dal Rap-porto, risparmierebbero 3,2miliardi di euro, contro i 2,6guadagnati dal piano Gelmi-ni.

S TA N DA R D. Ma al di làdei soldi, per realizzare il fe-deralismo mancano livelli es-senziali delle prestazioni: so-no quelli la “rete di sicurez-za” che può scongiurare il ri-schio di una scuola diversaregione per regione. “Essen-ziali” però, avvertono i ricer-catori, non significa “mini-mi”: “garantire le stesse risor-se a tutte le regioni – spiega il

Rapporto – non comporte-rebbe alcuna attenuazionedei divari. Anzi, il rischio con-creto è che le regioni più ar-retrate si avvitino in una spi-rale di progressivo peggiora-mento”. L’uniformità dellepolitiche scolastiche sul ter-ritorio nazionale, sostiene lostudio, non ha impedito inquesti anni il riprodursi di di-vari e diseguaglianze tra re-gione e regione. Per questo,più che sugli “input”, secon-do il Rapporto Agnelli, biso-gna concentrarsi sugli “out-put”, ovvero stabilire “obiet-tivi quantificabili che lo Statofinanzia e verifica”. Si tratta dimisurare un “bagaglio essen-ziale di conoscenze e com-petenze” obbligatorio perogni studente in diverse fa-sce d'età: per esempio a 8, 10e 13 anni.Il finanziamento pubblico sa-rebbe così proporzionato al-le “risorse necessarie permettere gli studenti nellecondizioni di raggiungere ilpunteggio soglia”. E alle re-gioni inadempienti non re-sterebbe altro che il commis-sariamento. I ricercatori san-no bene che questo non si-gnifica “rispar miare” in sen-so stretto: significa eliminaresacche di inefficienza ma so-prattutto “ridurre gli enormidivari territoriali nella qualitàdell'istruzione nel nostropaese”.

ECONOMIA

La letteradi Brunettaperve n d e r ele casepopolar idi Erminia della Frattina

Ve n e z i a

“H o mandato una lettera alpresidente del Consiglio

comunale, e per conoscenzaai capigruppo consiliari e alsindaco. Nella lettera chiedo ilrispetto delle normative tese atutelare la privacy, e richiamo iconsiglieri comunali all’usocorretto dei dati acquisitinell’esercizio del mandato am-m i n i s t ra t i vo ”. E’ la reazione in-dignata di Mara Rumiz, asses-sore comunale alle Politichedella residenza di Venezia.Tutto parte da una lettera che ilministro alla pubblica ammini-strazione Renato Brunetta,candidato sindaco a Venezia,ha spedito agli inquilinidell’Ater, le case popolari spar-se ovunque tra Castello, Can-naregio, Ca’ Marta e l’Ar sena-le. Il ministro ha scritto una let-tera su carta intestata “Po p o l odella Libertà – Berlusconi perBr unetta” in cui si invita il “ca -ro concittadino”a scegliere tradue opzioni: la possibilità ditrasformare l’affitto in una ratadi riscatto dell’abitazione te-nendo conto dei canoni giàversati. Oppure la possibilitàdi acquistare subito in un’uni -ca soluzione l’abitazione in cuisi risiede, sempre conteggian-do gli affitti già versati. La rea-zione di Mara Rumiz, che an-nuncia per oggi pomeriggiouna conferenza stampa, non èstata certo la sola. Il deputatodel Pd Andrea Martella, che hadefinito l’episodio “bullismoe l e t t o ra l e ”, ha annunciato divoler presentare un’inter roga-zione al governo. Ma Brunettacome è venuto in possessodell’elenco con i nomi dei ti-tolari di contratto delle caseAter? Sembra che i dati fosseroin possesso da mesi dei gruppiconsiliari del Comune, richie-sti all’assessorato casa daglistessi consiglieri e forniti informato digitale. Qualcuno diloro li ha poi “g irati” al mini-stro che si difende così: “Houtilizzato fonti pubbliche”.Versione confermata dalla Ru-miz: “Sono dati che io stessaho provveduto a fornire nelcorso delle riunioni delleCommissioni”.Ma quello che è impressionan-te sono i numeri: su un patri-monio pubblico veneziano dicirca 10mila alloggi tra Comu-ne e Ater, ogni anno si liberano160-180 alloggi. Un turn overmodesto, ma che consente digestire le situazioni di disagio.Le stime formulate, per quan-to provvisorie, parlano di valo-ri di vendita pari a 15 volte l’af -fitto dell’ultimo anno. Se siconsidera che il patrimoniodel Comune di Venezia generaricavi per 8 milioni di euro per5.000 unità, il ricavo medioper alloggio è pari a 1.600 eurol’anno, 133 euro al mese. Il va-lore medio della “vendita Bru-netta” sarebbe quindi di 24mi-la euro: per realizzare un nuo-vo alloggio sono necessari al-meno 160-180mila euro nellacittà d’acqua, 110mila in Ter-raferma. “Per il centro storico,si tratta di una regalia senzaprecedenti – replica il sindacoGiorgio Orsoni – anche consi-derando il difficile stato di mol-ti alloggi del patrimonio pub-blico, nella città d’acqua diffi-cilmente un alloggio può scen-dere sotto 300.000 euro”.

S E NAT O

QUASI SALVII POSTI DELL’ALCOA

Q uesta sera si capirù se lamultinazionale

dell’aluminnio Alcoa considerasufficiente lo sforzo dellapolitica per trattenerla in Italiadopo che la Commissioneeuropea ha bocciato iprecedenti sussidi (erano aiutidi stato). Ieri il Senato haapprovato il decreto energia incui viene definito un nuovomeccanismo di supportoall’azienda (compensazioni perle interruzioni di correntetipiche delle isole), così da

rendere economicamenteconveniente la permanenza inItalia, negli stabilimenti diPortovesme (Sardegna) e Fusina(Veneto). L’azienda sembraintenzionata a proseguire laproduzione, anche ieri è statascaricata materia prima, segnaleche prevede di continuare alavorar e.Dal decreto è stato cancellatol’emendamentosull’assegnazione di nuovequote di CO2 alle aziende (quotedi inquinamento), perché privodi copertura finanziaria. Non cisarà quindi il rincaro in bollettadi cui si era parlato perrecuperare gli 800 milioninecessari.

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pagina 14 Giovedì 25 febbraio 2010

di Marco Politi

Èil cancro nascosto nel corpodella Chiesa. Migliaia e mi-gliaia di casi di pedofilia, unrosario di violenze dal Brasi-

le agli Usa, dall’Australia, all’Irlan -da. L’Italia, con 80 casi segnalati,non è immune. L’ultimo scandaloè scoppiato in Germania, dove siparla di circa 120 vittime abusatetra gli anni 70 e 80 in un prestigio-so liceo di gesuiti a Berlino e poi inaltri istituti di Amburgo, Hanno-ver, Gottinga, Hildesheim e nel fa-moso collegio Aloisius di Bad Go-desberg. Il presidente della confe-renza episcopale tedesca, monsi-gnor Robert Zoellitsch, si è detto“s c o nvo l t o ” e ha rivolto le scusedella Chiesa ai giovani rimasti vit-time di un “crimine ripugnante”.Ma, cosa più importante, il prelatoha preannunciato che la Chiesadenuncerà alla magistratura i col-pe voli.L’orrendo rituale è ovunque lostesso: un lento gioco di seduzio-ne da parte del religioso che fini-sce per soggiogare la vittima,

CARTOLINA A OBAMA

AUGURI PRESIDENTE, È IL PRIMO D-DAY DELLA SUA PRESIDENZA

DAL MONDO

quando non scatta l’a ggressioneimprovvisa. Un abuso di fiducia –oltre che del corpo predato –com -piuto da chi al riparo dell’abito sa-cro avrebbe dovuto proteggere eanzi “elevare spiritualmente” i mi-nori affidatigli. A Bad Godesbergs’è ripetuto quanto accaduto al-trove. Chi è stato violentato dal sa-cerdote-educatore e chi ne è di-ventato il giocattolo, chi è statocostretto a masturbarsi sotto gliocchi di un religioso e chi spintoad accarezzarlo per dargli eccita-zione. Con danni psicologici inde-lebili.Il bubbone è veramente scoppia-to, quando negli Usa sono statelanciate azioni collettive di risar-cimento. La diocesi di Boston haversato 85 milioni di dollari a oltre500 vittime. Quella di Los Angelesha pagato 660 milioni di dollariper un numero altrettanto eleva-to. Nei processi di Boston, chiusicon un patteggiamento nel 2003,era emersa l’altra dimensione del-la grande vergogna: la tendenzadei vescovi (a Boston il cardinaleLaw) a spostare di parrocchia in

parrocchia i preti colpevoli, spe-rando che si quietassero. Tipico ilcaso del reverendo John Geo-ghan, responsabile di un centi-naio di abusi compiuti durante lesue trasferte e poi finito strango-lato in carcere da un altro detenu-to. Ancor oggi troppi vescovi, chenon sono intervenuti con deter-minazione, restano al loro posto.Il cardinal Law ha lasciato Boston,ma ora presiede a Roma alla basi-lica di Santa Maria Maggiore: unoscandalo per molti cattolici Usa.La svolta ai vertici della Chiesa cat-tolica avviene sul volgere del mil-lennio. I vescovi statunitensi scel-gono la linea della tolleranza zeroe papa Wojtyla leva la sua vocecontro i preti “traditor i”. È il mo-mento in cui si incrina la metodo-logia di assoluta “s e gre t e z z a ” (du -rante i procedimenti ecclesiasticie persino dopo l’individuazionedei colpevoli) propugnata da undocumento dell’ex Sant’Uffizio ri-salente al 1962. Il testo, Crimen Sol-licitationis, esige il segreto totale –pena la scomunica – dalle autoritàecclesiastiche implicate nei pro-

cedimenti e, ancora peggio, il“perpetuo riserbo” anche dopol’eventuale sentenza. È un sistemache penalizza le vittime, costrettea umilianti attese solo per farsia s c o l t a re .Il vento cambia nel 2001 con unnuovo documento elaboratodall’allora cardinale Ratzinger. LaSanta Sede sposta i tempi dellaprescrizione decennale, facendo-la scattare (in modo più garanti-sta) non dal momento del crimi-ne, ma dalla maggiore età della vit-tima. Ogni fatto va poi segnalatoimmediatamente alla Congrega-zione per la dottrina della fede,mentre l’indicazione che vienedal Vaticano è di allontanare subi-to i sospetti dal contatto con l’am -biente giovanile. Ratzinger è statoaccusato in passato d’avere gesti-

to burocraticamente la linea della“s e gre t e z z a ”, derivante dal docu-mento Crimen Sollicitationis. Certo èche da pontefice Benedetto XVIha iniziato sistematicamente unmutamento di strategia, tendendoa maggiore trasparenza, maggioreattenzione alle vittime, maggiorerigore e – ciò che rappresenta unarivoluzione rispetto al passato –esortando le autorità ecclesiasti-che a deferire alla magistratura icolpevoli. Poco dopo la sua elezio-ne ha dato l’esempio, decretandoche il capo dei Legionari di Cristo,il padre Maciel (accusato di ripe-tuti abusi, ma il cui dossier era sta-to insabbiato per anni) fosse co-stretto a ritirarsi in una “vita di pe-nitenza, rinunciando a ogni mini-stero pubblico”. Nei suoi viagginegli Usa e in Australia nel 2008 s’è

incontrato con rappresentanze divittime e ha dettato il percorso daseguire. “Mi vergogno”, ha dettorecandosi in America. E a più ri-prese ha chiarito che per i pretipedofili “non c’è posto nella Chie-sa”.Nei fatti si sono ancora verificatenel passato recente molte resi-stenze, in vari paesi, a intervenireimmediatamente e senza remorecontro i preti-predatori. In Irlandail rapporto del giudice YvonneMurphy ha accusato ben 4 vescovidi avere negletto la “protezione dibambini indifesi" anteponendo la“reputazione della Chiesa”. Concasi raccapriccianti: come quelprete che ha ammesso di avereabusato di cento bambini e un al-tro che approfittava di un minorediverso ogni due settimane. Eccoperché la Lettera che BenedettoXVI trasmetterà fra breve all’epi -scopato d’Irlanda avrà il caratteredi un documento d’indirizzo perla Chiesa universale. Il primo testosolenne sulla pedofilia di un pon-tefice dell’era contemporanea.

m . p o l i t i . ro m a @ t i s c a l i . i t

A ogni nuovo caso la Chiesa rispondeimmediatamente; per decennila regola era l’insabbiamento

OFFENSIVA PAPALESUI PRETI PEDOFILI

Dopo l’ultimo scandalo, in Germania,Ratzinger corre ai ripari: trasparenza e rigore

Papa Ratzinger e i vescovi irlandesi. Sotto, Barack Obama ( FOTO ANSA)

di Giampiero Gramaglia

I n bocca al lupo, Presidente Obama!Lei, oggi, alla Casa Bianca, ospita la

riunione forse decisiva per la riuscita oil fallimento della riforma sanitaria: unconfronto pubblico coi leader del Con-gresso democratici e repubblicani. È ilpassaggio di politica interna più deli-cato della Sua presidenza; persino piùdifficile delle misure di stimolo peruscire dalla crisi, perché l’emer genzadell’economia Le è piombata addosso,mentre la riforma della sanità se l’è scel-ta Lei come azione simbolo della SuaAmministrazione. Se Le va storta oggi,Presidente, dopo i campanelli d’allar -

me nelle elezioni tra l’autunno e l’in -verno in Virginia, nel New Jersey, so-prattutto nel Massachusetts, Lei rischiadi cominciare ad annaspare davvero al-l'interno, a nove mesi dalle mid-termelections, dopo non averne già mandatain buca una sul piano internazionale:l’apertura al dialogo con il Mondo isla-mico è rimasta, per ora, lettera morta,anche per l’atteggiamento israeliano; el’apertura al dialogo con Teheran ha ri-cevuto dal regime iraniano i ceffonidell’opzione nucleare e della sanguino-sa repressione dell’opposizione inter-na.Le cose non vanno meglio in Afghani-stan, dove Lei, Nobel per la Pace, ha in-trapreso uno sforzo di guerra senza pre-cedenti in quel Paese, raccogliendo,per ora, più proteste per le vittime civilifatte che successi militari e trovandosia celebrare un mesto traguardo che cer-to non s’era prefissato: il sergente Mi-chael Cardenaz, ucciso il 20 febbraio, è

stato il caduto Usa mille in Afghanistan.L’Iraq s’è portato via 4 volte più soldati,quasi 4.400, ma dall’inizio dell’anno icaduti in Afghanistan sono stati oltre50, quelli in Iraq meno di 10.Anche dall’amica Europa, dove l’opi -nione pubblica ancora stravede perLei, Le arrivano dei fastidi: la crisi di go-verno in Olanda sulla proroga della mis-sione in Afghanistan, che a questo pun-to terminerà come previsto a fine ago-sto, e il no di 5 Paesi – mica tutti piccoli:la Germania, oltre a Belgio, Olanda,Lussemburgo e Norvegia - alla perma-nenza in Europa di ogive nucleari Usaincidono sulla solidità della coalizionein Afghanistan e sul dibattito sul nuovoconcetto strategico dell’Alleanza atlan-tica. Temi di cui parlano, in queste ore,i ministri della difesa dei Paesi dell’Ue,che tengono a Palma di Mallorca unariunione informale. Il segretario gene-rale della Nato, l’ex premier danese An-ders Fogh Rasmussen, Le assicura che

la Nato saprà riempire il vuoto lasciatodai 2.000 olandesi circa nella provinciadi Oruzgan. Ma chi tapperà la falla nonè chiaro: l’Alleanza, più che ai suoimembri, guarda ai Paesi che aspiranoall’adesione e che cercano di guada-gnarsi benemerenze. L’offensiva lan-ciata in Afghanistan sarà di lunga durata- 12/18 mesi - e va avanti “più lentamen-te del previsto”: parole del segretarioalla difesa Robert Gates-, che mettonoin forse il Suo obiettivo di iniziare il ri-tiro alla metà del 2011, cioè prima chela campagna per le presidenziali 2012entri nel vivo. E anche i piani di ritirodall’Iraq, con la riduzione degli effettivia 50mila uomini entro il 1° settembre,potrebbero subire contraccolpi se ilvoto iracheno fra due settimane doves-se dar la stura a violenze.Insomma, caro Presidente, qui non neva giusta una. Anche se Le do volentieriatto di avere agito nel segno delle atteseda Lei suscitate quando ha finalmente

‘bastonato’ i banchieri e ha ricevuto al-la Casa Bianca il Dalai Lama, sfidando laCina. E qualche incoraggiamento Le sa-rà pure venuto dal sostegno del Con-gresso al piano per l’occupazione, conil sì di Scott Brown, il senatore repub-blicano che l’ha battuta nel Massachu-setts, ma che mostra spirito bypartisan.Allora Auguri per oggi. La riforma dellasanità in discussione è un po’ r idimen-sionata, rispetto al Suo disegno di par-tenza, ma vale sempre 950 miliardi didollari ed è un compromesso tra i testidella Camera e del Senato, senza torna-re alla casella di partenza. In bocca allupo per Lei e per la Sua presidenza; pertutti noi che guardiamo a Lei ancoracon speranza; soprattutto per quei 31milioni di americani che, dalla Sua ri-forma, ricaveranno il diritto all’assi -stenza sanitaria. Quanto ai 16 che neresteranno ancora esclusi, speriamoche “Yes, they can”, che ce la facciano ac a m p a re .

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 15

Il digiuno mortale di ZapataCuba torna a mostrare il suo volto cattivo

IL GIOVANE OPPOSITORE SI SPEGNE DOPO 85 GIORNI

re un’agricoltura che declina; 600milioni per produrre riso e cannada zucchero. Perché Cuba hasmesso di essere la zuccherieradel mondo. Compra addiritturanegli Usa, piantagioni solo per ilrum. E la crisi intorbidisce i dubbidi intellettuali non ribelli. Nel li-bro appena uscito all’Avana (“Ilcontinente possibile”), Julio Cé-sar Guance, giovane intellettuale,sostiene “che la direzione del pae-se non può concentrare nelle suemani tutto il potere. Le idee siesauriscono e vanno rielabora-te”. Nell’attesa, il declino conti-nua con le vecchie regole. Orlan-do non le sopportava, tragica-mente ha scelto di andarsene.Raul ieri si è detto dispiaciuto e hadetto che il decesso “è il risultatodei rapporti con gli Usa”. Conquali pensieri Lula tornerà a ca-sa?

LA RIVELAZIONE

“IO, FIGLIO DI HAMASSPIA NUMERO UNO DI ISRAELE”

carceri) il Combinado del Este, chie-do ai due colonnelli che mi ac-compagnavano di visitare il repar-to 477. Attraversavamo un im-menso prato. Nelle ore d’aria i pri-gionieri giocavano a baseball,correvano o consumavano unpic-nic attorno a tavoli di pietranell’ombra di alberi immensi.Giorno di visita e le famiglie arri-vavano a frotte, borse gonfie dipane, polli, dolci. Mogli, figli, ma-dri.. Nelle camere matrimonialigiovani sposi o giovani amanticonsumavano un’intimità di 24ore: il regolamento contempla gliabbandoni una volta al mese. Car-ceri-paradiso? Solo copertine se-rene che nascondono i segreti.“Reparto 477?”, i colonnelli giu-rano che non esiste. Sepolto chis-sà dove, raccoglie quei “pr igio-nieri di coscienza” ai quali è proi-bito incontrare estranei, mogli emadri. Visite col contagocce,orecchie che ascoltano. Se la leg-ge ammette l’incontro con sacer-doti di ogni religione – “bastariempire il modulo e prenotarsi”– il padre cattolico abilitato alle vi-site nel Combinado del Este, raccon-ta di richieste che aspettano mesi.L’ufficialità non risponde. E appe-na sfioriamo celle comuni, chi èdentro stringe la testa fra le sbar-re: “Fame, fame”. Alzano l’indiceinvitando al silenzio. Gli occhi fansegno al soffitto: un microfonoascolta. Non so se negli ultimi 7anni l’ospedalino del Combinadoha cambiato pelle. Pareti stinte,mobili che ingiallivano, letti sen-za lenzuola. L’innocenza del me-

dico militare mi porta nella saladell’elettroshock. E la meravigliadi Pigi Capelli, il fotografo chescatta, allarma gli accompagnato-ri. “Lasciamo perdere, andiamovia”. E il dottore che spiegavaquante volte calma gli agitati conla scossa elettrica, gira le spallesenza una parola. In queste stanzeOrlando ha rifiutato acqua e cibonegli ultimi giorni della protesta.Lula ne parlerà con Fidel nell’a b-braccio d’addio? Arriva come unBabbo Natale col sacco dei regali.Credito per un miliardo di dollariper dare fiato alle finanze dallecasse secche. Un terzo sono cre-diti per importazioni alimentaridal Brasile. La l i b re t a (tessera an-nonaria ) non è più per tutti e ilpoco che distribuisce vuol dire fa-me. La gente si arrangia comepuò. E il Brasile apre la borsa: 600milioni di tecnologie per rianima-

di Maurizio Chierici

Cinquanta prigionieri politiciavevano scritto a Lula: quan-do arriverai all’Avana e par-lerai con Raul e Fidel, digli

che un ragazzo sta morendo. Sichiama Orlando Zapata Tamayo,ha 42 anni, digiuna per protesta:vuol essere rispettato come per-sona. Non sa bene perché è statocondannato a quasi 36 anni: insu-bordinazione, disordini, offese aFidel. È dentro dal 2003 e allora glianni di galera erano pochi. Sonocresciuti nel carcere di Cama-gue y”.Lula è sbarcato ieri mattina da Cit-tà del Messico: meeting dei paesilatini e prima tappa del suo girod’addio. In novembre lascia lapresidenza. Mentre volavaall’Avana, Orlando si spegnevanel più moderno ospedaledell’isola dopo 85 giorni di digiu-no. La madre che l’ha visto partireda Camaguey tre settimana pri-ma, adesso racconta delle piaghesulle spalle, occhi lividi. I sorve-glianti non sopportavano i suoi“dispetti”. Pelle e ossa, ecco ilviaggio in autolettiga verso lagrande prigione attorno all’Ava -na, Combinado del Este dove prova-no a rianimarlo nella grande infer-meria. Tardi, ormai. L’uf ficialeche nelle ultime ore lo accompa-gna all’hospital Almeijeiras spe-rando nel miracolo, risponde aiparenti: “Purtroppo è questionedi ore”. Orlando muore là tra lu-nedì e martedì. La sua pelle era ne-ra, di mestiere faceva il muratore.

Da quando la rivoluzione ha cam-biato il paese, è successo soloun’altra volta, 40 anni fa. Il ragaz-zo che s’era lasciato morire era Pe-dro Luis Boitel, leader studente-sco. Sognava d’allargare la demo-crazia agitando una specie di ’68.Ma era all’Avana dove Mosca det-tava legge; aveva sbagliato tem-po. Lo avevano sbagliato anche i75 intellettuali finiti in prigione inquel 2003 quando L’Avana (che sisentiva minacciata da Bush figlio)ricomincia con la mano robusta,non importa cosa pensa il mon-do. Orlando non faceva parte dei75. C’era Raul Rivero, poeta, scrit-tore, giornalista: scriveva perPrensa Latina (agenzia di Stato)dall’ufficio di Mosca. Ma era tor-nato; era cambiato. La sua agenziaindipendente non gonfiava il blogcon notizie sensazionali, solo in-formazioni ufficiali senza la vocedello Stato, e la polizia diffidava.L’accusa di tramare con una po-tenza straniera lo chiude in unaprigione lontana. Blanca, la mo-glie, può parlargli per telefonoogni 15 giorni. Una volta ho conlei aspettato la chiamata. Voce diRaul allegra: “Sono dimagrito, ladieta mi fa bene”, ma non stavabene. Solo l’euforia della notiziadel premio Unesco come giorna-lista dell’anno “per la sua ricercasulle libertà”. Prima o poi dovevatornare a casa. E poi lasciarla. Og-gi vive a Madrid. Rivero era unprotagonista; Orlando una com-parsa inquieta, morto nel silenziodi quasi tutti.Quando ho visitato (dopo altre

DAL MONDO

NGERMANIA

Si dimettela papessa ubriaca

È stata la primadonna vescovo ad

aver guidato la Chiesaprotestante tedesca:Margot Kaessmann,massima rappresentantedella Chiesa evangelica-luterana tedesca, haannunciato le dimissionida tutti i suoi incarichidopo soli 120 giorni peressere stata fermatadalla polizia ubriaca alvolante.

SU DA N

“In Darfurla guerra è finita”

L a crisi nel Darfur èfinita, la guerra nel

Darfur è terminata... ilDarfur è ora in pace”, hadichiarato il presidentesudanese Bashir in undiscorso pronunciato aEl-Fasher, capitale dellaprovincia, dove la guerracivile va avanti dal 2003.“La sfida delle armi èterminata, ora cominciaquella dello sviluppo”, haaggiunto Bashir, inseguitoda un mandato d’arr estoemesso dalla Corte penaleinternazionale (Cpi) percrimini di guerra e criminicontro l’umanità nelDarfur. In serata una delleong presenti nell’ar eaparlava di combattimenti,un’offensiva contro iribelli dell’Sla,organizzazione che si èdichiarata ostile alpreaccordo di pacefirmato martedì a Dubaida Khartoum e dai ribellidel Jem.

STAT I UNITI

Oprah Winfeydifende Amanda

L a regina dei tolk showamericani Oprah

Winfey ha dedicato unapuntata della suatrasmissione al caso diAmanda Fox, condannataper l’uccisione diMeredith a Perugia. Igenitori hanno espostotutti gli errori commessidagli inquirenti italiani ehanno spiegato come lafiglia stia studiando perlaur earsi.

Lula sbarca all’Avan a .A destra, Orlando Zapata Tamayo (FOTO ANSA)

di Alon AltarasTel Aviv

L a luce del giorno non è mol-to amata dai servizi segreti

in generale, e da quelli israelia-ni in particolare. Ma l’assassi -nio di Mahmoud al-Mabhouh aDubai ha di fatto scoperto il va-so di Pandora dei segreti, e ieriil giornale H a a re t z rivela comeil figlio del fondatore di Hamasin Cisgiordania Massab HassanIossef, sia stato l’agente nume-ro 1 di Israele per un intero de-cennio. Il suo nome in codiceera “principe verde”: principeper la sua importanza nell’or -

ganizzazione di Hamas, verdeperché lo è la bandiera di Ha-mas.Nel periodo più teso della se-conda Intifada il suo contribu-to è stato fondamentale perl’arresto di tanti leader palesti-nesi ricercati da Israele, comeAbdallah Barguti (artificieredell’attentato kamikaze allapizzeria Sbarro di Gerusalem-me nel 2001: 15 morti),Ibrahim Hammed (leader diHamas in Cisgiordania) e addi-rittura Marwan Barghouti. Tut-ti nomi che rientrano nelle trat-tative fra Israele e Hamas per laliberazione del soldato Gilad

Shalit e che in queste settima-ne angustia il governo Neta-nyahu. Nell’intervista sul ma-gazine di H a a re t z , Hassam Ios-sef dice: “Se avessi potuto tor-nare a Gaza, avrei vestito la di-visa dell’esercito israeliano emi sarei arruolato nelle truppespeciali per liberare Shalit.Non vale la pena liberare i ter-roristi alla cui cattura ho con-tr ibuito”.Massab Hassan Youssef non haesitato a far arrestare anchesuo padre, lo sceicco HassanYoussef, per evitargli la morte.I suoi capi nello Shabak, il ser-vizio segreto interno israelia-no, dicono che il contributodel “principe verde”a sventaredecine di attentati è stato quo-tidiano. Non sono stati i soldi laragione della sua collaborazio-ne con loro, sostengono. E il“principe verde”vede la sua at-tività come un messaggio dipace per gli israeliani, ma nonè molto ottimista che Hamas eFatah vorranno mai firmare unvero accordo di pace con Israe-le. “Gli israeliani devono capi-re che per Hamas e Fatah non sipuò fare pace con gli infedeli,si può arrivare solo a una hud -na, un cessate del fuoco. Gli uo-mini di Hamas non esitano adammazzare palestinesi, a spa-rare dentro le moschee e get-tare persone dal quindicesimopiano come hanno fatto quan-do hanno rovesciato il poteredi Fatah nella Striscia di Gaza.Gli israeliani non farebberomai una cosa simile”. Il suo re-

ferente interno, il capo delloShabak, elogia il suo contributoper la difesa dello Stato ebraicoe sostiene che per assai menopersone in Israele hanno rice-vuto il premio dello Stato per lasicurezza. Inoltre, continual’ormai ex capo dello Shabak,lavorando con Massab HassanYoussef ho imparato più che in1.000 ore con i maggiori esper-ti israeliani del conflitto.Nel 2007 il principe verde halasciato la West Bank ed è scap-pato in America, tagliandoogni legame con i suoi familia-ri, si è avvicinato al cristiane-simo e si è convertito. Questaintervista è stata rilasciata inoccasione della pubblicazionedel suo libro “Son of Hamas”.H a a re t z ha portato l’inter vistaalla censura militare a iniziosettimana e nessuno ha tentatodi bloccarne la pubblicazione.Ed è una novità, perché nel1990, quando un ex agente del

Mossad di nome Ostrovsky hacercato di pubblicare un librosul suo lavoro nell’or ganizza-zione segreta, Israele ha tenta-to di bloccare la pubblicazioneappellandosi alla SupremaCorte canadese che ha rifiuta-to, e il libro è diventato un be-stseller mondiale.Il fatto che le tecniche usatedal Mossad a Dubai e il libro diMassab Hassam Iossef farannoconoscere il modus operandi deiservizi segreti israeliani, puòcerto danneggiare l’or ganizza-zione; ma hanno anche un ef-fetto deterrente: negli ultimidue anni sono stati eliminati ElMabhoch a Dubai, Eimad Mou-rania in Libano, il generale si-riano Mouhammad Suliman aDamasco, lo scienziato nuclea-re iraniano Massud Machmudia Teheran. Con queste rivela-zioni si può magari sapere me-glio come funzionano, ma fer-marli è tutt’altra cosa.

BUONE NOTIZIE a cura della redazione di Cacaonline

IL BELLO DEL SONNO E DELL’ENERGIAChi dorme piglia più pesciPer anni ci hanno raccontato che sesi dorme molto non si accumula ilsonno per quando serve.Ora una ricerca diretta da TracyRupp di un istituto di Silver Spring,nel Maryland, dimostra il contrario.Se un gruppo di persone dorme 10ore a notte per 7 giorni e poi affrontanotti di 3 ore di sonno, mantienelivelli di reattività maggiori di chinon ha fatto la scorta.Dormire è un ottimo investimento,non farlo provoca difficoltà diapprendimento, rigidità mentale,irritabilità, desiderio di consumarecibi ipercalorici.Uno dei problemi della nostra società

è che la gente dorme troppopoco. Per questo molti sonoisterici e votano per deglipsicopatici.Il grossomini-idroelettrico italianoL'Italia è paese leader in Europanella produzione di energiarinnovabile da piccoli impiantiidroelettrici (potenza da 500 Watta 5 kW).Complessivamente negli Statidell'Unione europea si produconoannualmente 41mila GWh, ilfabbisogno energetico di 12milioni di famiglie.(di Jacopo Fo, Simone Canova, MariaCristina Dalbosco, Gabriella Canova)

OMICIDO AL MABHOUH

“PARTITI DA ROMA 6 MEMBRIDEL COMMANDO DI DUBAI”

S ei membri del commando sospettati diessere implicati nell’assassinio di

Mahmoud al Mabhouh, l'esponente di Hamasucciso a Dubai venerdì, sono arrivati con volipartiti da Roma giovedì 18 e due sono ripartitiverso la capitale italiana il sabato. Lo riferiscela polizia di Dubai. I movimenti dei sospettisono stati rintracciati dalla polizia anche inaltre 4o città europee. I nuovi 15 sospettirivelati ieri dalla polizia di Dubai, tra cuifigurano 5 donne, erano stati nell’emiratoalmeno 4 volte prima di portare acompimento l’operazione. L'individuazionedell’itinerario dei loro spostamenti è statofacilitato dalle tracce lasciate dalle carte dicredito, tutte rilasciate da una stessa bancaamericana.

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 16

rà Edgar Degas, vicino ma indipen-dente dal gruppo degli Impressio-nisti, il primo a scompaginare, tra itardi anni Sessanta e i primi Settan-ta dell’Ottocento, l’immutabile or-dine frontale della rappresentazio-ne scenica. La sua rivoluzione ri-guarda sia i contenuti sia il linguag-gio pittorico: l’inquadratura sisposta e riprende uno sconosciu-to ‘dietro le quinte’, come se il pal-co ruotasse e si aprissero i came-rini, durante e oltre il momentodello spettacolo, e attori, balleri-ne, musicisti, apparissero con di-sinvoltura in tutte le loro movenzequotidiane. Nell’e m bl e m a t i c o“L’orchestra dell’O p é ra ”, eseguitointorno al 1870, lo sguardo arditodi Degas colloca in primo piano labuca sotto il palco, privilegiandola fisionomia assorta degli orche-strali e i loro strumenti musicali etroncando le teste delle ballerinein scena. Alla drammaturgia, chenon ha più alcun peso nella strut-turazione del dipinto, viene cosìsostituita la coreografia, svelandol’altra faccia del teatro, popolatada personaggi frenetici e bizzarri.Si tratta di un passaggio decisivo,che spacca l’unità della rappresen-tazione su cui si era basato per tut-to il secolo il passo a due di teatro epittura, e che influenzerà profon-damente molti pittori, tra i qualiHenri de Toulouse-Lautrec, fino arenderli fedeli cronisti della realtàdella vita contemporanea.Attraverso la parabola del Simbo-lismo, ultima tappa del lungo iti-nerario, si giunge all’alba del nuo-vo secolo e viene definitivamenteabbandonata la messa in scena il-lusionistica. E’ in atto quella sma-terializzazione della visione, pros-sima all’astrazione, che segnerà lasincronia di pittura e teatronell’era moderna.

Dalla scena al dipinto. La magia delteatro nella pittura dell’Ottocento. DaDavid a Delacroix, da Füssli a Degas.

Mart, Rovereto. Fino al 23 maggio.

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

DamonI n t e r p re t e r àJohnKe n n e d ysul grandeschermo

SheenCharliericoverato inuna clinicache cura led i p e n d e n ze

Tw i l i g h tAnnuncio deip ro t a g o n i s t idella saga:siamofidanzati

Senno di poiM o r ga n :non potevopar teciparea un festivaldi regime

IL MUSEO TRENTINO

TRA PALCO E TELAMart, la pitturava a teatro

di Claudia Colasanti

Le relazioni che intercorrono tra levarie forme espressive, e che han-no originato capolavori e signifi-cativi movimenti, sono sempresotterranee e talvolta tortuose. Manonostante il confronto tra le artisia uno dei temi più fruttuosi dellariflessione estetica, la contamina-

zione tra i diversi linguaggi artisti-ci non è facilmente narrabile da unpunto di vista espositivo. Conun’angolazione interessantequanto inedita, la pittura e il teatrosi fanno specchio l’uno dell’a l t ranella grande mostra “Dalla scena aldipinto. La magia del teatro nellapittura dell’Ottocento. Da David aDelacroix, da Füssli a Degas”, al-lestita al Mart di Rovereto fino al 23maggio. Continue complesse riso-nanze si creano non appena le duearti vengono lette una alla lucedell’altra, soprattutto grazie al ge-neroso itinerario pittorico cheparte dalla fine del Settecento pergiungere alle soglie del Ventesimosecolo. Circa duecento le operepresentate, tra dipinti, disegni,scenografie, provenienti da im-portanti collezioni pubbliche eprivate di tutto il mondo, quali ilMusée du Louvre, il Musée d’Or -

say, la Kunsthaus di Zurigo, il Bri-tish Museum e il Victoria and Al-bert di Londra, il Metropolitan Mu-seum di New York. Un percorso,come scrive il curatore Guy Coge-val, che “si propone di rappresen-tare in modo allusivo il movimen-to di andata e ritorno dal dipinto alteatro, che farà riflettere sulle in-novazioni delle tecniche di illusio-nismo messe in opera sul palco-scenico, nell’immutabile f ro n sscaenae, e sul modo in cui esse so-no riportate entro i limiti del qua-dro, della sua cornice”. Per primoviene chiamato in causa Jac-ques-Louis David, l’artista più rap-presentativo del neoclassicismoeuropeo, che riassume nella suapittura il ritorno all’antico comemezzo di rinnovamento etico e diimpegno civile e le cui opere sonocostantemente attraversate da ri-ferimenti teatrali. Fa da esempio la

versione in mostra (realizzata incollaborazione con l’allievo Giro-det) de “Il giuramento degli Ora-zi”, capolavoro del 1784. Coreo-graficamente in posa, i due gruppidi figure esprimono la tragedia nelmomento decisivo, catturando erendendo partecipe l’osser vatore.Quegli uomini tesi, colti nell’istan -te dell’impegno definitivo, e quel-le donne affrante e abbandonatein una muta eloquenza, sono i ca-postipiti di una pittura che inten-de citare la storia per trasformarlain teatro. Ancora più direttamen-te, appassionato interprete di Sha-kespeare divenne Johann Heinri-ch Füssli, che costruisce visiona-rie messe in scena su impianti ico-nografici di ispirazione classica,quasi michelangiolesca. Apicedella mostra, giunto da Toronto, ilmonumentale “Lear caccia Corde-lia”, coevo de “Il giuramento degliO ra z i ”, trascina lo spettatore in unvortice ellittico di sensazioni: la lu-ce radente svela negli astantiespressioni di ansia e tristezza, si-no al folgorante scatto del re, sin-tesi di quella tragica disperazioneche diverrà emblema del succes-sivo ‘romanticismo noir’. E quelpassaggio si tradurrà, ai fini dellarappresentazione sia pittorica chescenica, nel distacco dalla storiaantica e nel languido recupero del-la sfera intima. Grandi passionisentimentali vengono svisceratenei dipinti di Alexandre Cabanel,di Ingres, e di Francesco Hayez,che fu diretto spettatore deglieventi della società teatrale e mon-dana del tempo. Additato dalla cri-tica come troppo artificioso, Ha-yez si trovava in perfetta aderenzacol canone romantico del melo-dramma tratteggiato negli stessianni dalle composizioni di Giusep-pe Verdi. L’ampia selezione deisuoi dipinti in mostra documentalo stretto legame col teatro, basato

sull’affinità di ideali e codiciespressivi con il melodramma ro-mantico. Ne “La congiura dei Lam-pugnani” l’azione cruenta sembrasvolgersi dinanzi a una quinta tea-trale, con gli attori già proiettativerso la scena successiva. Più mi-surato nelle composizioni, ma ca-pace di suscitare grande sugge-stione, fu Paul Delaroche, che in-serì un elemento nuovo nel cele-bre “I figli di Edoardo” del 1831.Descrivendo un episodio mancan-te nel testo originale del RiccardoIII (i due figli nella torre che ter-rorizzati avvertono l’arrivo dell’as -sassino tramite il raggio di luce chefiltra da sotto la porta), mette inscena, con acuti particolari, “ciòche Shakespeare non mostra” (Co -geval), creando un curioso corto-circuito tra immagine e azione. Sa-

Da sinistra, in alto: La congiura deilampugnani (Hayez), L’orchestra de L’O p è ra

(Degas) e Giuramento degli Orazi (David)

in & out

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 17

LIBRI& IL CIELO STELLATO SULLA CARTA

RACCONTI ASTRONOMICI, ALTRI D’AMOREO QUASI. E UN THRILLER CHE NON CONVINCE

CD in u s c i ta³è GROVIGLIMalika Ayane (Sugar)Viene da ridere leggendo ledichiarazioni di Morgansecondo cui la voce di Malikanon si sentiva bene aSanremo. È senza dubbio unadote non comune che haammaliato chi ha lasensibilità di capire che citroviamo davanti a untalento quasi divino.Ascoltatela in “Little brownbear”, un duetto retrò conPaolo Conte: è pura classe.Si vola, alto.

è SEMPRE LONTANONina Zilli (Universal)La freschezza di questoalbum primaverile (e stiloso)è sorprendente. È unomaggio alle radici del soulamericano, con composizioniscritte tutte da Nina (e incoppia con Kaballà per ilbrano del Festival “L’uomoche amava le donne”). Vienein mente il “mangiadischi”degli Anni 60, quando siascoltava “Nessuno” di Mina:è l’apoteosi del pop, neppureun attimo di noia!(Guido Biondi)

WEEKEND diBiondi, Collo, Pagani, Pasetti, Pontiggia, Rossi

manuale di sopravvivenza

FORMIDABILEFREEMAN

¸CINEMAda vedereèèèèInvictusUsa/ 2009. Di Clint Eastwood, conMorgan Freeman e Matt DamonL’irriducibile spettacolo del Rugby,nel sottile decrittaggio sentimen-tale del Sudafrica post-Apartheid.Una nazione divisa, diffidenze su-periori ai punti di contatto, odioche cova agli angoli delle strade,paura. Al centro di questo quadrodalla complicata risoluzione, ClintEastwood mette Nelson Mandelae un episodio apparentemente mi-nore della sua vasta epopea. La sualungimiranza, il valore dello sportcome collante delle pulsioni cheagitano il sonno di una coscienzarimasta troppo a lungo senza in-terrogarsi su barbarie e giustizia,offrono all’80enne materia perun’agiografia emozionante, a trattididascalica, lieve e feroce, come saessere solo la vita. Due ore di gran-de cinema, per raccontare due in-dividui (il neo presidente e il capi-tano degli Springboks FrancoisPieenar) alle prese con il giudiziocollettivo e una partita che nonprevede la possibilità di perdere.La Coppa del Mondo conquistatanello scetticismo generale dal Su-dafrica nel ’95 e il patrimonio di-venuto comune, fino al giorno pri-ma proprietà di una sola parte. In-terni per soli uomini e donne pre-ziose, panorami e silenzi, Freemane Damon al loro meglio e quella il-lusoria iniezione di speranza checerti diagrammi miracolosi baciatidalle coincidenze, talvolta sannoregalare. (Ma. Pa.)

èèèN o rdNorvegia/ 2009. Di Rune DenstadLanglo con Anders BaasmoChristiansenBrillante e comica escursione tra ighiacci per l’esordio fiction del do-cumentarista Rune Denstad Lan-glo, che porta la sua Norvegia nelnovero del cinema scandinavo checonta. Se la Danimarca fa affida-mento, tra gli altri, su Lars Von

Trier, Anders Thomas Jensen e Ni-colas Winding Refn e la Finlandiarincara la dose con Kaurismaki, laterra dei fiordi può scommetteresu presente e futuro di Langlo, chedeve aver mandato a memoria iroad-movie di Jarmusch (BrokenFlowers su tutti) e il minimalismodel connazionale Bent Hamer. Co-sì sulla motoslitta dell’ex campio-ne di sci e ora relitto a tempo pienoJomar Henriksen saliamo anchenoi, alla scoperta del figlio, drib-blando morte e solitudine per fareaffidamento su cinque litri d’alcol eil caso, declinato al femminile. Ot-timo il protagonista, efficaci i nonprofessionisti di contorno, il film sidestreggia tra gli opposti, che fini-scono per attrarsi, anzi fondersi:cazzeggio e paternità, successo emarginalità, crepuscolo e candoreabbacinante, estroversione poeti-ca e povertà stilistica. Il risultato?

(Fed. Pont)

èèCodice genesidi Albert e Allen Hughes, conDenzel Washington, Gary Oldman,Mila KunisLeggi la Scrittura e sa-rai salvo. A saperlosono in due, il Buonoe il Cattivo. Gli altrisono creature analfa-bete, straccione, de-turpate e puzzolenti.Nonché dedite alcannibalismo. D’altraparte a questo sonodestinati i nostri suc-cessori, secondoCodice Genesi (TheBook of Eli), se non sinutriranno di Bibbia e di idee. Ilproblema è in quali mani finirà il sa-pere. Il quinto film dei gemelli Al-bert e Allen Hughes (La vera storiadi Jack lo squartatore con Depp) èun finto apocalypse di (infinite) dueore che inizia come “I am Legend”e finisce con il classico passaggiodel testimone alla novella genera-zione. In mezzo citazioni randomda Sergio Leone , sequenze actionalla kung-fu movies con tanto dispade e coltelli che volando si ani-mano di vita propria, atmosfere

onirico-lisergiche ottenute ancheda esagerata desaturazione cro-matica. Eli, il saggio viandante checonosce a memoria tutta la Bibbiae da un trentennio la vuole portarea chi la merita, è un rassicuranteDenzel Washington. Prima di ar-rivare a sana destinazione in quelWest che corrisponde a una fati-scente San Francisco (ma il GoldenGate si è spezzato, ahiloro) incap-perà in Canargie e saranno guai.Per fortuna ci sono le donne: la cie-ca Claudia (Jennifer Beals irrico-noscibile) e sua splendida figlia So-lara (Mila Kunis) che erediteràquel che resta del film. (A.M.Pas .)

Da non vedereèGenitori e figliItalia/2009. Con Silvio Orlando,Luciana Littizzetto, MichelePlacido, Margherita BuyNon era solo colpa di Pieraccioni:Io & Marilyn era triste, ma altredue mani avevano voce in capitolo:quelle dell’amico e co-sceneggia-tore Giovanni Veronesi. Che, tor-

nato alla regia, confeziona per Fil-mauro un manuale generazionale,con le opportune inavvertenze:genitori e figli che c’azzeccano?Poco, a meno di non metterli nelLibro della giungla e farne un bran-co. Contro la famiglia allargata econtro il politically correct (un ci-nese a far da baby-mandrillo, unrom a “e s t o rc e re ” un centone allaLittizzetto che chiede scusa per unfiglio razzista e manesco…), Vero-nesi va pure contro se stesso: ocontinua a (provare a) farci ridere

o faccia il serio, perché così non va.Le corna ci sono ancora, la Littiz-zetto e l’invertebrato maritino Sil-vio Orlando recitano e gridano tremetri sopra il cielo – tanto da farsembrare Michele Placido, il mi-gliore, un minimalista –e i ragazzini– Chiara Passarelli, Emanuele Pro-pizio, Andrea Facchinetti – batto -no il tempo delle mele ogm, conpreservativi sulle carote, un Gran-de Fratello per amico e un’orca acelebrare il rito di passaggio. ( Fe d .Po n t )

il disco di dente

è ODESSEY ANDORACLE1968 - CBSThe zombiesCredo che il nome di questaband sia, tragicamente, il piùazzeccato della storia dellamusica. Il loro secondo eultimo disco, oltre a subirelo scherno dell’e rro retipografico nel titolo, uscìquando la band era giàdisgregata e fuori attività.Una carriera breve esfortunata per un gruppoche forse non se lomeritava. Se mentalmentefondiamo i Beach Boys e iBeatles, riusciamo aimmaginare la musica degliZombies e in particolare diquesto disco, diciamo,postumo. Odessey andOracle viene registratonegli studi di Abbey Roadpochi mesi dopo Sgt.Pepper, la canzone Time ofthe Season scala leclassifiche inglesi esuccessivamente quelleamericane in piena estatedell’amore. Gli Zombiesrestano comunquesemisconosciuti, forseperché non esistono già più,mentre i colossi colleghimacinano dischi, concerti eapparizioni tv. Questo discoresta comunque un piccologioiello del genere poplisergico, inglesissima perlasenza tempo, fiore dai millecolori, preghiera rivolta alsole, importante capitolonella storia della musicamoderna. Sensuale emarziale, la voce di ColinBlunstone, si aggira traassoli di hammond eritmiche ossessive,mellotron e fiati, vociarmonizzate e pianofortidritti, ballate sognanti eatmosfere imperiose, quasisacre. Sono uscite neltempo varie versioni deldisco, ristamperimasterizzate, stereo mix,mono mix, overdub, bonustrack come se piovessero,versioni alternative,insomma c'è l'imbarazzodella scelta. Lunga vita aimorti viventi.

SECONDO TEMPO

L a storia separata delle immagini ‘alte’(d’élite), e delle immagini ‘basse’, che

per decenni si erano ignorate, viene can-cellata all’istante nei primi anni Sessanta,quando Roy Lichtenstein immette nel cir-cuito delle gallerie la ‘banalità’ insita nel fu-metto e nella pubblicità. La grande retro-spettiva a lui dedicata, ospitata a Milano,non si ferma però al prelievo dal fumetto,che ha influenzato fortemente la comuni-cazione delle immagini sino a oggi, ma siconcentra sulle opere che l’artista pop harealizzato appropriandosi di quelle prove-nienti dalla storia dell’arte moderna. Cosìcome aveva modificato il fumetto, enfatiz-zandolo attraverso l’ingrandimento e por-tando alla luce il retino tipografico a pallini,

compie la stessa operazione con le più ce-lebri opere d’arte di Picasso, Matisse, Mo-net, Cezanne, Leger e Mondrian. Con un at-teggiamento sottilmente concettuale Li-chtenstein ingrandisce i capolavori deigrandi maestri e li riduce a struttura ele-mentare, conducendoli verso una fruizio-ne facile, più adatta alla massa. Un intermi-nabile gioco speculare: è attraverso la cita-zione che, ad esempio, rielabora le opere diMatisse, come nel significativo “Still life wi-th Goldfish” del 1972. Il quale, al contrario,cercava di riscattare, grazie a un trattamen-to d’avanguardia, le immagini banali dellaquotidianità.Roy Lichtenstein. Meditations on Art. Triennale, V.

Alemagna 6, Milano. Fino al 30 maggio

Morgan Freeman in “I nv i c t u s ”

A RT E

LICHTENSTEIN,POP ALLA TRIENNALE

Da leggereèèèPiccolo atlante celesteEinaudiAutori vari, a cura di G. Gandolfi eS. SandrelliIl volume raccoglie un’inedita egeniale antologia di “racconti dia s t ro n o m i a ” suddivisi in categoriecosiddette emotive: ‘Piccoloatlante celeste’; ‘Sentimento delcielo’; Astronomi’; ‘Cosmologie’.25 racconti e due saggi di altret-tanti autori i più diversi e ancheinaspettati: Galilei, Bradbury,Buzzati, Del Giudice, Cortázar,Asimov, Lem e Calvino, ma anche

Papini, Leopardi, Updike, Pontig-gia. Queneau, Alice Munro e Pri-mo Levi… Racconti “splendida -mente disomogenei” – sottoli -neano i curatori – ma che cercanodi dare conto dell’eterno tentati-vo umano di relazionarsi all’uni -verso, “di alzare lo sguardo oltrela siepe e di sollevarsi dal pozzodella quotidianità”.

(Paolo Collo)

èèAmori di seconda manoVo l a n dEnrique Serna, trad. di R.S c h e n a rd i11 racconti dello scrittore messi-

cano in cui l’amore c’entra benpoco e che lasciano decisamentel’amaro in bocca. E più che l’a m o resono qui presenti l’humor nero,l’assurdo, il grottesco, le frustra-zioni e le vendette che fanno partedelle relazioni umane: i ricordi diun’ex ballerina di spettacoli hard;il folle tentativo di adozione di unpiccolo messicano da parte di una“segretaria esecutiva” america;una ripugnante e blasfema estre-ma unzione; l’oscena avventuradel bambino che chiese un auto-grafo a Picasso; la strana storia diEufemia, “scrivana pubblica”…Come dire, un discreto libro di“racconti immorali” per, final-

mente, riscoprire un autore dallebuone potenzialità, dalla scritturadecisa, dalla scoppiettante fanta-sia, ma dai risultati non semprepositivi (uno per tutti, il deluden-tissimo Angeli dell’abisso).

(P.C .)

Da non leggereèL’ipnotistaLonganesiLars KeplerUna famiglia è stata massacrata,ma il giovane Josef è incredibil-mente ancora vivo. Il commissa-rio Joona Linna prega il famosodottor Erik Maria Bark di ipnotiz-zare il ragazzo, ancora in stato dichoc, nella speranza di individuarel’assassino e fare in tempo a sal-vare la figlia maggiore che non si

riesce a rintracciare. Il dottore,rompendo la promessa fatta diecianni prima di non ricorrere piùall’ipnosi, accetta e scopre cosìche l’autore del massacro è lostesso Josef. L’inizio è brillante,poi la trama diventa contorta per-ché l’autore inserisce un’altra sto-ria che nasce con il rapimento delfiglio malato del dottor Bark.Troppa confusione nell’i n t re c c i o,quasi due storie fuse in un unicolibro, col risultato che nessunadelle due è convincente. L’autore ,lontano dall’acume di Mankell edalla capacità di creare colpi discena di Larsson, non riesce nem-meno a ben delineare i personag-gi, che alla fine risultano figure me-diocri. Buoni spunti, ma pocamaestria nel condurre il lettore alfinale .

(Roberta Rossi)

di Claudia Colasanti

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S M A RT ¡TIMEa cura di Eugenia Romanelli smar [email protected]

JAM SESSION

VIVA IL PIACENZAJAZZ FEST

Sabato in concerto il Gianni AzzaliQuartet. E siamo solo all’inizio

Brindisi per la settimaedizione del “PiacenzaJazz Fest” che ha appe-na aperto le porte (fino

al 27 marzo) per accogliere –ci si aspetta – almeno 10 milafan. Parola di Gianni Azzali, di-rettore artistico della manife-stazione e presidentedell’omonimo club: “In setteanni la nostra associazione harealizzato quello che credeva-mo solo un sogno: divulgare illinguaggio della musica afroa-mericana in Italia”. Aveteospitato nomi come WayneShorter, Archie Shepp, Stefa-no Bollani, Anthony Braxton.Quest’anno? “Ci saranno mol-te aperture alle tendenze deljazz contemporaneo. A co-minciare da Ravi Coltrane, Fa-brizio Bosso, Javier Girotto,Brad Mehldau, Rita Marcotul-li”. Concerti ma anche eventicollaterali: “Basti pensare checi sono cinque diversi spaziper ospitare questa nuova edi-zione: workshop, presenta-zioni di libri, giornate di stu-dio”. Fino alla divulgazionepura, per le strade, nei centricommerciali: “E’ la nostramission: porta-re il jazz tra lagente, tra i gio-vani. In Italia se

hai meno di 30 anni o non seiun appassionato, il jazz non loincontri. Non passa in radio, inegozi di dischi o le libreriehanno solo piccole sezioni unpo’ nascoste, la tv non ne par-la, nel cinema è raccontatocome qualcosa di polveroso e

è VISIONIBoris 3 + District 9

Te r z a stagione per la piùbella (fuori)serie italiana.Dal 1 marzo, sul canale FX,riparte “Boris” con 14nuovi episodi: cambia laregia (Davide Marengo), c'èuna nuova protagonistafemminile (Angelica Leo),tornano i cameo prestigiosi(Timi, Sorrentino,Morante) ma restasoprattutto la certezza diuna scritturascoppiettante, di una sanacattiveria e di personaggiormai memorabili, qualitàrarissime per la produzione serialeitaliana. Guardatela! Per la vostravideoteca invece suggeriamo “District 9”:originale il rovesciamento degli stereotipiche il giovane Neill Blomkamp, prodottoda Peter Jackson, compie nei confrontidel genere fantascientifico. Un b-movieche oscilla tra il falso documentario e ilfilm gore. Con esiti visivi e allegoriepolitiche assolutamente convincenti.

Boris, dal 1 Marzo alle 22.45 su FX; District 9,Sony HE, 15.99 euroRoberto Pisoni p i s o n i @ b a z a r we b. i n fo

PERCORSI

P i cco l iSCRITTURA CREATIVA PER BAMBINI

M i l a n o. Il quartiere che si snoda attorno a via Padova èuna striscia di terra fecondissima, l'opportunità per unesperimento dagli interessanti risvolti socio-culturali: ilprimo laboratorio di scrittura creativa per bambini. Ègratuito, rivolto alle scuole ma aperto a tutti, ed è larisposta all'integrazione e alla convivenza civile tra chi, daqueste parti, parla lingue diverse ma vorrebbe usarne,grazie alla scrittura, una sola. Il laboratorio, promosso da“Terre di Mezzo Editore” e “Insieme nelle Terre di Mezzoonlus” (ispirato al centro di scrittura creativa di San

Francisco) è partito da pochigiorni (fino ad aprile) conl'obiettivo di trasmettere lapassione per la scrittura, intesacome un diritto fondamentale pertutti i bambini. Il laboratorio avràluogo presso la scuola Casa delSole, 2 volte a settimana in orarioscolastico. La “Festa di viaP a d ov a ”, a maggio - eventocittadino - sarà l'occasione perraccontare gli esiti del progetto.

Info: 02.58118328 (terre.it). Foto acura di Alessandro Meco.Chiara Organtinio r g a n t i n i @ b a z a r we b. i n fo

sceneDILETTANTI IN ASCESA

M i l a n o. “Alè Calais!”, ovverol'irresistibile ascesa di una squadra didilettanti fino alla finale della Coppa diFrancia. Affidato al talento femminiledell'interpretazione di Marianella Bargili,

uno spettacolo cheracconta di come calcio,dignità e pura passioneriscattano una comunitàdal torpore. Prodotto dal

Teatro Stabile di Calabria per la regia diEmanuela Giordano su un testo diOsvaldo Guerrieri, “Alè Calais!” è untitolo che rimanda al grido dei tifosi suglispalti: un testo che, al di là della trama, ènato per sorprendere, per contraddirele premesse, per rovesciare l'ovvio. Frale righe del testo, infatti, c'è sì il calcio,ma non quello gossipparo e torvo a cui imedia ci stanno assuefacendo, bensìquello dello sport, quello vero che non è, per nulla e perfortuna, una questione di maschi. E la vittoria, infatti, arriva:inconsueta…

Teatro Franco Parenti, fino al 28 febbraio( t e a t ro f ra n c o p a re n t i . c o m )Lorenza Somogyi somog [email protected]

In alto Gianni AzzaliIn basso immagini

della mostra a Milano

complesso, i ragazzi lo con-siderano obsoleto oppurenon lo capiscono perché nonlo riconoscono, è più spigo-loso rispetto a ciò che sonoabituati ad ascoltare. Se fossepiù alla portata, diventerebbela nuova ‘musica della gen-te’”. Per questo lo avete por-tato nelle scuole? “A bb i a m oallestito negli auditorium onelle palestre un palco per farsuonare una band di sette ele-menti mentre un attore rac-contava il jazz dagli esordi,con foto e video”. Non solo:

C a r taLA VENDETTA DI SASHA

Alina Bronsky, classe 1978, nasce100 anni dopo il celeberrimoincipit di Anna Karenina delconnazionale Tolstoj - “Tutte lefamiglie felici si assomigliano traloro, ogni famiglia infelice èinfelice a suo modo” - e scrive nelsuo primo romanzo che “la

famiglia è una catastrofe naturale ambulante”. Unasentenza più lapidaria del predecessore, ma qui unaredenzione è possibile. Anche per la 17enne Sasha chevive in una periferia di Francoforte assieme ai duefratellini e a un'improbabile tutrice, in una sorta diautogestione del proprio carico di angoscia e rabbia,suscitato dalle violenze del compagno della madre,culminate nella sua uccisione. Sasha è, ovviamente,diversa dai coetanei: dura e fragile, aperta e ironica, nonsi può non tifare per lei. Ed esultare quando una certacosa che non diciamo accade.

Alina Bronsky, edizioni e/o, 16 euroCiro Bertiniber [email protected]

sempre mirando ai giovani, lisfidate con tre concorsi: “IlChicco Bettinardi è dedicato agliesordienti del jazz italiano,Strisce di Jazz riguarda i fumet-ti a tema mentre il Note di Don-na è l’unico in Europa dedi-cato alla musica jazz rosa”(nuovi bandi a maggio su pia-cenzajazzclub.it). Pronto peril concerto di sabato?: “Suo-nerò il sax col Gianni AzzaliQuartet, nel salone della Bi-blioteca comunale. Per pas-sione”. Come per passione ènata l’idea del festival: “E ra -

vamo una decina di amatoridella musica afroamericana,volevamo utilizzare le risorseartistiche di una piccola cittàcome Piacenza e smetterla divivere all’ombra di Milano, diessere solo sfiorati dai grandieventi culturali”. Quale è sta-

èPOSSIBILITÀIn corto!

Capri etc. 1° concorso online di cortometraggi peremergenti promosso da FNAM (Fondazione nuovearti & multimedia) sulla Web Tv di Mediahead.it:premia le categorie drammatico/fiction,comico/commedia, miglior soggetto, miglior autoreunder 30, on the road, innovazione/nuovi metodi etecniche sperimentali, miglior interpretazionemaschile e femminile (scadenza 1° marzo). Fatevisotto anche alla 4a edizione CortoInCapri - ShortMovies Contest, per filmaker under 30 sul tema delladiversità, con premiazioni al Capri Art Film Festival(22-25 aprile): “Un festival giovane ed entusiasta cheha anche una forte valenza sociale: tratta temi toccanticome la diversità e la tolleranza, e rappresenta unavetrina importante per giovani talenti” (LilianaCavani). Premi: migliore sceneggiatura, migliore regiae miglior cortometraggio (scadenza 1° aprile). E perfinire, Corto Moak 2010, concorso per corti ispirati alcaffè (scadenza 27 aprile).

mediahead.it, capriartfilmfestival.com, cortomoak.comRiccarda Patelli Linari p a t e l l i l i n a r i @ b a z a r we b. i n fo

to il primo passo? “Il nostrolocale. Oggi il “Milestone”,ovviamente un omaggio algrande Miles Davis, è epicen-tro musicale per tutto il norddello Stivale”. Invidiatissimo.Perché? “Intanto è bello, conle sue gigantografie di Miles. E

èAVA N G U A R D I EL’arte dell’economia

M i l a n o. Le premesse per un evento da calendario ci sono tutte:uno spazio nuovo, cinque artisti di cui un paio abbastanza noti(Azadeh Safdari, Nicola Felice Torcoli), una curatrice, AnnaD'Ambrosio, di cui si sa poco o niente. Senza essere naif (masoltanto ottimisti) ci aspettiamo elaborazioni fuori dagli schemi,improvvise epifanie, magiche rivelazioni. Inaugura stasera “Titoli.Arte tra finanza e mercato”: attraverso le opere di Bonfanti,Nicolic, Pedemonte, Tarodo, Azadeh, Torcoli, si indagano realtàeonomiche e finanziarie complesse e per certi versi indicibili.Come Saipa, Tiscali, Lehman Brothers, Ergycapital, TcSistema.Acrilici e oli su tela, encausto e installazioni ma anche immaginidigitali per vedere cosa l'arte ha da dire sull'economia. Un duoche, al pari di etica-politica, da sempre solletica e tormenta,esalta e ammutolisce chi al pensiero e alle sue forme dedica lavita.

Amy-d, via Lovanio (info: 02.654872, amyd.it)Amanda Freiburg f re i b u r g @ b a z a r we b. i n fo

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Giovedì 25 febbraio 2010

O cc h i o !UNA PERSONAL DESIGNER (ETINO-CHIC) DI CAPELLI. PER TUTTI.

Roma. Giusy Giambertone, erede dell’antica attività di famiglia di moda capelli (oggi ungruppo di tre aziende italiane, una spagnola e una francese), studi umanistici e viaggiatricecompulsiva, seleziona capelli in giro per il mondo (Asia in primis) per farne parrucche,extension e extail etniche: “Dai clienti on demand fino alle modelle internazionali, oggitutti cercano acconciature etniche”. Attaccarsi in testa dreads (Giamaica), treccine(Africa), chignon (Europa), ma anche ciocche a treccia con piuma (nativi americani) parediventato segno distintivo di fascino e eleganza. “E’ l’onnipresente fascino del viaggiatore,ma oggi questa suggestione arriva da Internet e dalla globalizzazione: tutto il mondo è tranoi, basta un click”. I capelli finti siapplicano e si staccano facilmente,anche da soli. Al negozio di Romadisponibile una specialeacconciatura fai-da-te perricreare diverse pettinatureesotiche semplicementeannodando le extension in varimodi.

Viale Libia 38 (info: 06.86210064,giamber tone.it)Eve Stallens t a l l e n @ b a z a r we b. i n fo

Da non perdereCC

è CONEGLIANOCorso di HumanDesign ExperienceDomenica si puòintraprendere un percorsodi auto-conoscenzaattraverso la propria mappagenetica. Lezione interattivacol dottor NicholasCaposiena (info:346.0366600)

è NAPOLIGULP, GruppoUmoristi LudiciPostmoder niI “gulpisti”, idea delludolinguista Edgardo Bellinie dell'umorista PinoImperatore, diffondono lacreatività comica conleggerezza, gioco e ironia.Opera prima del Gulp èl'antologia umoristica“Aggiungi un porco a favola”(info: centoautori.it)

è POTENZALa bella terraIl Centro d’Arte e CulturaDelta organizza allaBiblioteca Nazionale lamostra-evento “La bellat e rr a ”: foto, video einstallazioni di Teri Voliniispirate alla natura. Domanih. 16:30 conferenzadell’autore “Land Art, ilpiacere di realizzareun'opera d'arte in sintoniacon la natura” ( i n fo :339.2414133)

è ROMARave teatraleIl progetto “Voci nelDeserto - frammenti dilibertà di pensiero” compieun anno. Per celebrarel’evento, il gruppo disessanta attori e un deejayunito intorno a MarcoMelloni porterà in scena ilmeglio dei 12 spettacolirealizzati. Domani dalle19.30 aperitivo + mostrafotografica + statue parlanti+ videobox + rave teatrale+ deejay set (info:fabighinfanti.it)

è PA D O VAAncora grungeSabato David Carson saràalla ventesima edizione di“The inspirational designh ap p e n i n g s ”: il grafico piùnoto dei ‘90, colui che hadefinito il grunge e la MTVgeneration, accenderà imicrofoni alle 19 (info:i n s p i r a t i o n a l ro o m . c o m ,prenotazione obbligatoriaentro oggi)

è NOVI LIGUREMisterioso omicidio aVilla PomelaPer i fanatici dei we condelitto, iscrivetevi subito peril 6-7 marzo: tra gli ospiti delrelais ci sarà l’assassino e igiocatori hanno solo duegiorni per identificarlo (info:pomela.it)

è IVREAIn memoria di OlivettiIn occasione deicinquant’anni della morte diAdriano Olivetti, sabato, alle16.30: “Olivetti: un progettopolitico di comunità”, conMassimo Ilardi, sociologourbano, Paolo Berdini,urbanista, EmanuelePiccardo, regista, VittorioBonanni, giornalista di“Liberazione”. Seguedocumentario “Lettera22”girato da Emanuele Piccardo(info: archphoto.it)

è PISALa creativitàfemminile“Made in woman” è ilconcorso per giovaniartiste: inviare un’opera adonneinar [email protected]

PERCORSI

C ari lettori, se tra voi c’èqualcuno (di sicuro,

vista la statistica) che vapazzo per le isole, oggi èapprodato bene suSmarTime. L’isola è unasorta di “cucciolo dicontinente” perché, comeun continente, è una terraemersa circondata dalle acque ma hadimensioni ridotte. Oppure la si può vederecome sorta di “pancia della mamma”, vistoche l’influsso dell’acqua crea unmicroclima su tutta la superficie emersa.Inoltre, come sono diversi i caratteri dellepersone, così lo sono delle isole: oltre aessere di mare, lago o fiume, possonorestare vicine alla riva (o addiritturaattaccate, come le isole continentali,separate solo per erosione, terremoti,eruzioni, etc, vedi Groenlandia, Madagascaro Sicilia) e magari starsene in compagnia(arcipelaghi), oppure andarsene solesolette in mezzo al mare (come le isoleoceaniche: vulcaniche, atolli o cime dicatene montuose sottomarine cheemergono dalle acque). Disposte corona oa catena (ad esempio le Aleutinenell’Oceano Pacifico formano una catenatra l’Asia e l’America settentrionale), sonosempre meta di molti, sia essaonirico-simbolica (paradiso terrestre inParadise e Laguna Blu ma anche mistero in

The Beach o nella seriesuperseguita di Lost) oreale, letteraria (se “L’isolamister iosa” di Verne è unpo’ vecchiotta, RobinsonCrusoe è di sicuro un topossenza tempodell’immaginar iooccidentale) o

semplicemente turistica. O, perché no,cinematografica: dal 1968 al 2006 sono statititolati “L’isola” ben 6 film (tra cuiconsigliamo quello di Costanza Quartiglio,sulla formazione di due adolescenti aFavignana, e di Pavel Lunguine, che nel2006 ha vinto 6 Premi Nika, in cui l’isola èvista come luogo di salvezza) e molti altril’hanno usata come set per la sceneggiatura(da “King Kong” al mitico “Cast away”,luogo ri-generatore e salvifico dove TomHanks, sopravvivendo, si ri-mette al mondo,fino a “L’amore che non muore”, in cui lostraordinario Leconte ambienta unatravolgente storia d’amore in costume). Pernon parlare dei libri (tra tutti, consigliamoquello di Sandor Marai). E infine, per chipuò, le isole sono in vendita(privateislandsonline.com): Serenade Island(America Centrale, 1,5 milioni di dollari),Diamond Cay (Honduras, 650 mila dollari),Desroches (Seychelles, 2,5 milioni didollari), Bottle Cay (Bahamas, 2,2 milioni didollar i).

pensieri di cuoreY

SmarTime isola felice

EMERGI(E GALLEGGIA)

GustiCARNE GLOBALE

Ve rc e l l i . Se sietevegetariani, questo postonon fa per voi. Se invecegradite le proteine animali,ecco che sulle rive del Sesiapotreste trovare, riunite inuna virtuale dispensa globale,

una lista di carni decisamente eterogenea: fassonepiemontese, bufala campana, angus argentino ed irlandese,manzetta prussiana e saltuariamente il mitico manzo diKobe, oltre a special gu(e)st come struzzo e zebù. Lacucina è semplice e rigorosa, solo brace di legna, sale diMaldon (varietà scozzese lavorata a mano) e un filo d’olio(a volte in eccesso, unica pecca). Sorvoliamo sul resto dellacarta, ampiamente sbilanciata sulla macelleria; citazioneper ottimi dolci. Cantina varia ed equilibrata coninteressanti etichette del territorio. Il portafoglio non restagonfio come siete entrati ma considerando la qualità diquello che si mangia, siamo sul low cost (spesa media 55e u ro ) .

Il Bue Rosso, corso Rigola, 130, tel. 0161.218748Sergio Caucino c a u c i n o @ b a z a r we b. i n fo

SuoniNEOREALISMO PARTENOPEO

Inizi ad ascoltarli e senti una scarica elettrica. Sanguigni iCo' Sang, capaci di entrarti nell'anima anche con undialetto così serrato. Il secondo album è più di unaconferma: coerenti con le loro scelte musicali, sociali eculturali senza ripetersi, marinnovandosi con carattere etemperamento. Ti portano per i vicolidi Napoli e tra i palazzoni-alveari diScampia, Ponticelli, Piscinola, tradiscariche abusive, roghi maleodoranti, soldi sporchi e vitada strada. Sono audaci non solo nel fare un cd di denuncia,ma nel contestare un certo business sviluppatosi intornoal fenomeno di Gomorra. E tra cancellate attorno ai letti,politicanti e bodyguard si sviluppa un rap a voltedistaccato, altre più caldo. Come in “Quanno Me Ne SoJu t o ”, dove una ragazza cresciuta con il divieto di uscire faun sesso senza preliminari con un giovane che sognal'America (da ascoltare dalla prima all'ultima parola).Contributi di Raiz, Akhenaton e Marracash.

Co' Sang, Vita Bona. Universal (cosang.com)Vera Risi r i s i @ b a z a r we b. i n fo

èDECRESCITA FELICEUniversità del saper fare

To r i n o. Per chi ne ha abbastanza di sentir parlare di crisieconomica ma non di alternative per fronteggiarla, il 6marzo ricominciano i corsi di autoproduzionedell'Università del Saper Fare (UNISF). Nata daun'iniziativa del “Movimento per la Decrescita Felice” (alquale da quest'anno si deve essere iscritti per partecipareai corsi), UNISF offre “docenze” che passano dallesemplici produzioni di conserve, pane e yogurt a piùcomplesse forme di autoproduzione, come quelle diimpianti solari termici o di detersivi. Il Saper Fare si basasul recupero di preziose capacità andate perdute negliultimi decenni, da quando la società occidentale haabbracciato il modello di sviluppo consumistico

(frenetico consumo diprodotti usa e gettaconcepiti per durare ilmeno possibile etrasformarsi in rifiuticostosi da smaltire). Unarivoluzione culturale, cheinaugura nuovi stili di vita.

Info e prenotazioni: unisf.itAndrea Bertagliober [email protected]

TransumanzeSOLO PER VIAGGIATORI ESPERTI

Togo, Benin, Burkina Faso. Il programma? A Lomé(Togo), si va al Grand Marché dove si trovano feticci, “grigri” (amuleti) e dove gli adepti dell'animismo localecomprano gli elementi per i loro culti. In Benin si visita ilvillaggio di Ganvie, costruito su palafitte e i villaggi deiTamberma e dei Somba, fra gli esempi più belli diarchitettura tradizionale africana (partecipazione allafesta tradizionale delle maschere Zangbeto cherappresentano gli spiriti non umani, le maschere Egun chesimboleggiano gli spiriti dei defunti, le maschere Geledelegate al culto della Madre Terra). In Burkina Faso siassiste all’uscita delle maschere Bobo-Bwa, alla cerimoniadelle maschere a foglie di cui scrisse l’etnologo GuyMoral e visita al villaggio dei Lobi, etnia tra le più chiused’Africa, che ha mantenuto inalterate le proprietradizioni.

Partenza 2 marzo (ritorno il 17), 3.100 euro in cameradoppia (info: azonzotravel.com)Eugenia Romanelli ro m a n e l l i @ b a z a r we b. i n fo

Nei riquadri, immagini diSCENE e QUEER

èQUEERBuoni genitori?

Nicola, Matteo, Sofia e Barbarasono i cogenitori di due gemelli.Violetta e Arthur hanno due papàe sono nati da una madresurrogata. Sono solo due dellefamiglie che si raccontano inquesto libro. Che raccontano leloro giornate e la loro normalità.Qual è, infatti, la condizionenecessaria per l'esistenza di unafamiglia? Nel tempo e nei luoghi imodelli e gli assetti familiarimutano. La costante è il vincolorelazionale, non necessariamentebiologico. L'affetto è un legameche va oltre il legame di sangue.Ecco perché il libro parla difamiglie e non di Famiglia. Per lalegge italiana, però, non tutte lefamiglie sono davvero tali. Sonomolte le discriminazioni checolpiscono quelle omosessuali emolti i pregiudizi che pesanosull'omogenitorialità. "BuoniGenitori" un libro potente eintenso: ve lo suggeriamo, ancheperchè, dalla sua uscita (2009), stamietendo fan.

Chiara Lalli, "Buoni Genitori" (IlS a g g i a t o re )Helena Velenave l e n a @ b a z a r we b. i n fo

poi c’è un calendario musica-le di altissima qualità. E’ natocome luogo dove suonare,per questo ha un palco sem-pre vivo con strumenti ame-ricani e un pianoforte a mezzacoda mai scordato”. Sieteaperti solo tre giorni, per-ché?: “Durante il resto dellasettimana ci sono gli studenti.E’ un locale multifunzionale,

la sera gli adulti prendono le-zioni, anche collettive, di teo-ria, armonia, musica di insie-me, laboratorio di canto. Nonfacciamo solo solfeggio estrumento, come le altrescuole di musica”. Esprimaun desiderio: “Che il jazz sitrasformi e da musica perbrizzolati diventi musica deig iovani”.

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pagina 20 Giovedì 25 febbraio 2010

TELE+COMANDO

di Paolo Ojetti

T g1Non ha retto, non ce l’ha fatta più ed è ri-

partito come un Frecciarossa. Sonia Sarno al se-guito e la Brambilla al fianco, Berlusconi haaperto il rubinetto: le intercettazioni sono sec-chiate di fango tirate dalla sinistra, sto arruo-lando l’esercito del bene, la sinistra vuole fareentrare orde di immigrati, nel Pdl siamo tuttipappa e ciccia e ci amiamo. In sala, applausiscroscianti, pestare di piedi in segno di appro-vazione, fanfare. Formigoni, Brambilla, bastaun convegno, una riunione condominiale, unapartitella scapoli ammogliati e lo spot elettoraleè garantito dal Tg1. Gli altri, opposizioni dure,morbide, interne e esterne hanno tutt’al piùqualche secondo di “re p l i c a ”: al Capo il menùcompleto, gli altri a mezza - e anche meno –pensione. Si parlava anche di Fastwebopoli,nessuna notizia originale, ma Di Girolamo che“cade dalle nuvole” e che la parola ‘n d ra n g h e t anon sa “nemmeno cosa significa”, quello sì,non poteva mancare: è del Pdl.

T g2Ci vogliono i vescovi – scelti dal Tg2 per

iniziare – per dare una scrollata al chiacchie-

riccio politico attorno alMezzogiorno e le sue crisi,sociali, politiche, etiche epersino del territorio vio-lentato e distrutto. Ma Ber-lusconi non ha orecchieper sentire, è impegnatoventre a terra per forzare itempi e togliere di mezzole intercettazioni telefoni-che che, scandalo su scan-dalo, stanno scavando unafossa sotto i piedi del suo

governo del “fa re ”. Straparla il “p re m i e r ” di fan-go, reati inesistenti, privacy violata, sinistra chevuole Ici e immigrati. Ida Colucci ripete, senzamodificare una virgola, senza “tradur re”: è unafotocopiatrice a tutto regime. Fastwebopoli: di-ce il Tg2 che Silvio Scaglia ritorna, vuole parlaree chiarire. Nella migliore delle ipotesi, è un gen-tiluomo che vuole affrontare la giustizia. Nellapeggiore, ha tante di quelle carte in mano dasentirsi corazzato e invulnerabile.

T g3E finalmente, dopo tanto tempo, si è vista

sul Tg3 la televisione come potrebbe e dovreb-be essere: l’incauto Di Girolamo che convocauna conferenza stampa, pensando di avere da-vanti un branco di giornalisti pecoroni e inveceno, tutti coraggiosi, ecco che piovono le do-mande sui suoi loschi legami con la malavita,sulle intercettazioni e sulle prime dichiarazionidei “pentiti” che parlano di tanti soldi intascati.Il senatore berlusconiano sbanda, si alza, se neva guardando il vuoto. Le telecamere lo inse-guono, lui scompare attonito, fine di una car-riera. Perché Di Girolamo sì e altri – Berlusconi,per esempio – no? Perché a lui, qualunque cosadica o si inventi mai una contestazione? Perchéil coraggio (il dovere) dei giornalisti svanisce?

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Dolomitis u p e r- c h i c

di Nanni Delbecchi

L a televisione è da sempreterra di conquista di sedi-

centi esploratori, belle figlio-le e furbacchioni vari che sene vanno a spasso a cassa li-bera con la scusa di far ve-dere agli spettatori in poltro-na quanto è bello girare ilmondo. Chi non si è mai im-battuto in Licia Colò che sa-luta gli orsi polari, in SvevaSagramola che s’inoltra tra lesavane o in Osvaldo Bevilac-qua che si abboffa di cane-derli per le valli del Tirolo?Forte di questa luminosa tra-dizione, Sky ha appena vara-to un intero canale dedicatoalla televisione di passo; uncanale denominato “D oveTv”, come l’omonima, fortu-nata rivista di itinerari griffa-ti; trattasi di un allargamentodel brand, spiegano gli esper-ti di marketing. Basta la pa-rola, diceva in altri tempi ilcavalier Tino Scotti. Ma bastadavvero? “D ove ” è una delletante testate cosiddette dinicchia specializzate nel for-nire dritte, indirizzi, numeridi telefono e siti Internet alturista che la sa lunga ed èsempre a caccia di mete “ditendenza”, tra un servizio pa-tinato e l’altro. Una via dimezzo tra il National Geogra-phic, le pagine gialle e i must

di Cartier. Ma ecco che nellasua versione televisiva il rac-conto si annacqua, si edulco-ra, si spettacolarizza; eccotrasformato il globo terrac-queo in un grande Paese deibalocchi (vera metafora dellatv) dove tutto è perfetto e tut-to è meraviglioso. E natural-mente, ecco ogni reportagepopolarsi di vip; seppure vipanche essi di nicchia, per co-sì dire.Nella produzione di puntadella rete, intitolata niente-meno che “Italia segreta”(prima serata del sabato), as-sistiamo alla resurrezione ca-todica della nobildonna do-menicano-capitolina MelbaRuffo di Calabria, divenutaanni orsono popolare comepadrona di casa nei talk-showdi Luciano Rispoli. Forte diun sorriso ionizzato, in gradodi rimanere inalterabile perore e ore, ai tempi Melba of-friva cioccolatini e coppe dispumante andando regolar-mente in estasi per qualsiasiospite. A “Dove Tv” la ritro-viamo, a sorpresa, in versio-ne globe trotter, che se ne vasola soletta alla scoperta delBelpaese; l’entusiasmo peròè sempre quello, sincera-

mente democratico. Nel suometro di giudizio non c’è nul-la che si collochi al di sottodello strabiliante. La primapuntata, sobriamente intito-lata “Sinfonia delle Alpi”, ciha mostrato la bella Melbamentre s’inerpicava con lasua vettura dal tettuccio pa-noramico per i tornanti delleDolomiti, senza tirarsi indie-tro nemmeno quando c’è sta-ta da prendere la funivia,sempre a caccia di malghedomotiche, ristoranti gour-met e chalet a basso impattoambientale. A bassissimo im-patto ambientale anchel’estatica espressione dellaconduttrice, incorniciata daun impressionante set di col-bacchi di pelliccia. Che si tro-vi a tu per tu con gli chef, glialbergatori, i produttori loca-li o gli assessori al turismo, lanostra Melba nel paese dellemeraviglie ha conservato ildono di trasformare in salot-to buono tutto ciò che tocca.Quanto sia effettivamente se-greta questa “Italia segreta”,non sapremmo dirlo. Certo,Chatwin è un’altra cosa. Maperfino il buon vecchio “Se-reno variabile” al confrontomostra un certo spirito di av-ventura. Perché l’Italia diMelba è come il suo sorriso;sereno sì, ma anche rigoro-samente invariabile.

TG PAPI

L’esercitodel bene

Melba Ruffo di Calabriaconduce “Italia segreta”,

il sabato su Dove tv

SECONDO TEMPO

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 21

che le regole del motore diricerca (ma anche di You-Tube, Facebook, Twitter edi tutti i fornitori di servizi)sono internazionali e valgo-no in tutto il mondo: la neu-tralità di chi fornisce servizie connessioni è cruciale perla libertà sotto gli Stati dit-tatoriali; e garanzia del di-ritto di libertà di espressio-ne nelle democrazie.Sul Web, intanto, impazzal’imbarazzo dei navigatoriitaliani per la brutta figura alivello internazionale. Nel

nostro paese già a dicem-bre, dopo l’aggressione diPiazza Duomo al premier, lapolitica si scatenò controInternet. Inoltre sono incorso di approvazione sia ilDecreto Romani che la leg-ge sulle intercettazioni: en-trambi i provvedimenticontengono norme che li-mitano la libertà su Inter-net. “Quando si parla di In-ternet l’Italia sembra abitatasolo da trogloditi” scrive unutente su un forum. Rabbiadegli utenti, anche per lachiamata in correità di Goo-gle Italia, che appare para-dossale: “E’ come condan-nare Gutenberg per la pub-blicazione del Mein kampf”scrive un utente su un grup-po Facebook.

dalle immagini che spessovengono diffusi sulla sen-tenza legale in corso”.Ieri, la condanna. Oscar Ma-gi, giudice monocraticodella quarta sezione penaledel Tribunale di Milano, hacondannato a sei mesi di re-clusione (pena sospesa) itre dirigenti Google DadivCarl Drummond, GeorgeDe Los Reyes e Peter Flei-scher per violazione dellaprivacy; assolti, gli stessi,per l’accusa di diffamazio-ne.La reazione di Google è sta-ta pubblicata sul blog uffi-ciale: “Ci troviamo di frontea un attacco ai principi fon-damentali di libertà sui qua-li è stato costruito Inter-net”. Google ribadisce chela legge europea (la diretti-va sul commercio elettroni-co) ha messo i fornitori deiservizi al riparo dalla re-sponsabilità dei contenutiche veicolano “a condizio-ne che rimuovano i conte-nuti illeciti non appena in-formati della loro esisten-za”. Secondo il motore di ri-cerca il meccanismo di se-gnalazione e rimozionecontribuisce “a far fiorire lacreatività e la libertà diespressione in Rete proteg-gendo al contempo la pri-vacy di ognuno”.Tutto il mondo della Rete èin allarme. Se, come scrittonella sentenza di Milano,Google deve vigilare suicontenuti che vengonopubblicati sulle sue piatta-forme, a chi spetta il com-pito di decidere cosa pub-blicare e cosa no? Comepossono essere sicuri i cit-tadini che i “fornitori di ser-vizi” resistano alle pressionidi governi e poteri forti chevogliono impedire la pub-blicazione di certi contenu-ti? Va considerato anche,fanno notare da Google,

l’a n t e fat t o$è ANTEFATTO SUFA C E B O O KCommenti allo status“Corruzione a tuttospiano ma Berlusconivuole entro marzolegittimo impedimentoe stop allei n t e rc e t t a z i o n i ”

L’arroganza di questi politicial governo ci fa capire chesono consci del loro poteree che difficilmenteriusciremo a levarglielo.Definirsi “italiano” per lepersone oneste è diventatoun insulto...(Bucket Head)

Questo perché lorodovrebbero combattere lacorruzione ...(Francesca)

Per questo andiamo inpiazza il 27 febbraio , alle14:30 in piazza del popolo aRoma!!!!! BASTA! La legge èuguale per tutti!!!!! Chi nonci sarà sarà complice diBerlusconi!(Giuseppe)

Questo la dice lunga. Se gliItaliani ancora non avesseroc ap i t o. . .(Anna Maria)

Il problema è che non c'èopposizione. Quandopotevano salvare lademocrazia hanno scelto disalvare l'acefalo.(Massimo)

Ma chi l'ha votato? Bastadare la colpaall'opposizione, sicuramentec'entra ma la colpamaggiore ce l'hanno icittadini italiani.(B.)

Fermo restando chel’opposizione è debole, cosac'entra con intercettazioni elegittimo impedimento?(Patrick)

Che altro deve fareBerlusconi . Uscite dalsonno della ragione chegenera mostri…(Anna)

Dunque: stop alleintercettazioni; che vuoledire? B. vuole impedire che imagistrati possanolegalmente sputtanaregentaccia come bertolaido egli altri ladroni.(Stefano)

Io non ho ancora capitocosa ha fatto Berlusconi perl'Italia dal '94 ad oggi... manessuno se lo chiede? Parlalui di punire i corruttori?Che farà, si consegnerà aiCarabinieri?(Corrado)

Domani c'è la sentenza dellaCassazione sul processoMills: il Berlusca non dormatranquillo!!!(Paolo)

L’opposizione non esiste!Non c'è destra senzasinistra, si sostengono avicenda, quello che vienediscusso in superficie è soloper distrarre dagli accordisotto banco che vengonofatti dalla casta politica.(Christian)

B. ha evidentemente unagran paura di essererovesciato dalla questionemorale!(Antonio)

Un buon motivo per esseretantissimo sabato in Piazzadel Popolo!!!(Diana)

MONDO WEBLA REPLICA: LIBERTÀ A RISCHIO

Pr ivacy,G o og l e

c o n d a n n at o

è LE REAZIONI DELLA POLITICAL’OPPOSIZIONE: “PERICOLOSO PRECEDENTE”Sono numerosi i commenti politici sullavicenda Google, con la maggioranza cheapplaude alla sentenza milanese, el’opposizione che parla di pericolosoprecedente. Secondo Paolo Gentiloni, del Pd,“ll principio della responsabilità dei motori diricerca o dei social network per i contenutimessi in Rete dagli utenti è un precedenteunico e allarmante” mentre GiuseppeFioroni, Pd, ministro dell’Istruzione quandoscoppiò il caso, dice proprio grazie a quelvideo: “Fu possibile risalire ai responsabili e lascuola poi adottò provvedimenti”. Esultainvece Maurizio Gasparri, Pdl: “E’ unasentenza esemplare - dichiara - ci auguriamoche non si sottovaluti più l’importanza dellavigilanza dei contenuti immessi in Rete”.Dello stesso avviso Barbara Saltamartini,responsabile delle Pari opportunità del Pd:“Con una sentenza giusta e di grandesensibilità il Tribunale di Milano ha finalmentesancito che Internet non può essere una terradi nessuno”. Interviene anche il Garante dellaPrivacy Francesco Pizzetti: “E’ certo - recita lasua nota - che questa pronuncia poneall’attenzione di tutti la necessità diindividuare con urgenza regole condivise, checonsentano di salvaguardare la libertà dellaRete, e di tutelare la dignità e la riservatezzadelle persone”.

“Dopo questa sen-tenza Google nonlascerà l’Italia”.La rassicurazione

che arriva da Google rendel’idea del vulnus che si èaperto dopo la sentenza delTribunale di Milano arrivataieri che ha condannato tredirigenti Google per viola-zione della privacy. Secon-do la sentenza, i managernon hanno impedito chevenissero pubblicate suGoogle Video le immaginidi un minore disabile ves-sato dai suoi compagni diclasse. La decisione del tri-bunale ha scatenato com-menti allarmati dalla blog-sfera e dalla stampa, sia inItalia sia negli Usa: “A rch i-viamo la sentenza nel lungoelenco delle arretratezzeculturali di questo paese difronte alle nuove tecnolo-g ie” scrive il seguitissimo

di Federico Mello

SECONDO TEMPO

blogger Massimo Mantelli-ni. “Sono accuse ridicole –scrive invece TechCrunch,bibbia della websfera Usa –spieghiamo al giudice italia-no Oscar Magi cos’è YouTu-be”.Si apre intanto anche un ca-so diplomatico: “Siamo ne-gativamente colpiti – hascritto in una nota l’a m b a-sciatore americano a Roma,David Thorne – dalla deci-sione odierna. Non siamod’accordo sul fatto che la re-sponsabilità preventiva deicontenuti caricati dagliutenti ricada sugli Internetservice provider”. L’a m b a-sciatore ricorda anche la re-cente presa di posizione delsegretario di Stato: “Lo scor-so 21 gennaio Hillary Clin-ton ha affermato con chia-rezza che Internet libero èun diritto umano inaliena-bile – spiega Thorne – t u t-

tavia, eventuale materialeoffensivo non deve diventa-re una scusa per violarequesto diritto fondamenta-le”.I fatti sono i seguenti. Nelsettembre 2006 dei ragazzidi una scuola di Torino umi-liano con degli atti di bul-lismo un loro compagno di-sabile, riprendono le loroviolenze con un telefoninoe pubblicano tutto su Goo-gle Video. La vittima ha deiproblemi di autismo (anchese per la stampa diventa “unragazzo Down”) e le imma-gini turbano molti navigato-ri. Appena diventa di pub-blico dominio, il video vie-ne rimosso, ma intanto siscatena una polemica fero-ce sul bullismo dei giovaninelle scuole. I genitori dellavittima si costituiscono par-te civile contro gli autoridelle violenze: a individuar-li è stato lo stesso motore diricerca. I colpevoli – tuttiminorenni – vengono pre-sto condannati e obbligati aprestare servizi sociali pro-prio in una comunità di di-sabili. La questione sembre-rebbe chiusa, ma non è co-sì. Perché intanto l’a s s o c i a-zione di Milano Vivi Down,che era stata anche citata dauno degli aggressori nel vi-deo incriminato (un ragaz-zo faceva finta di chiamarlaal telefono) si costituisceparte civile contro Google(in particolare contro Goo-gle Italia, che è solo la sedecommerciale di Big G nelnostro paese); il comune diMilano si accoda per la cau-

sa di diffamazione ma nonsu quella di violazione dellaprivacy. Google, secondoVivi Down, doveva vigilaresui contenuti pubblicati eha quindi violato la privacydella vittima e commesso ilreato di diffamazione. Ma igenitori del ragazzo non se-guono Vivi Down. La posi-zione della famiglia è stataconfermata dal legale soloqualche giorno fa, il 18 feb-braio scorso: “Costituir siparte civile – la dichiarazio-ne dell’avvocato MassimoMalerba – non corrispondea effettiva tutela. Tutta que-sta vicenda è stata strumen-talizzata per fini che nullahanno a che vedere con lapersona offesa. Il ragazzo sisente umiliato dai titoli e

Il legaledel disabilepicchiato:“La causaper il videopubblicatoè strumentale”

Unfo t og ra m m a

del videoi n c r i m i n at o

Scoppia ancheun casodiplomaticoL’ambasciatoreamericano:“Non siamod’accordo”

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pagina 22 Giovedì 25 febbraio 2010

PIAZZA GRANDETalk-show über alles

di Furio Colombo

Santoro, tante volte giu-stamente difeso in nomedella libertà del suo la-voro e del suo program-

ma, pensa che questa difesasia una dichiarazione di sa-cralità, una sorta d’i n ch i n oc o l l e t t i vo .Questa persuasione divide ilmondo (o almeno la sua au-dience) in credenti e miscre-denti. I miscredenti gli sonoantipatici anche se hanno fat-to la fortuna di A n n o ze ro . Peresempio Marco Travaglio, acui Santoro sembra dedicarela classica frase delle aziendedi Confindustria al bravo ma-nager improvvisamente li-cenziato: “Mio caro, nessunoè indispensabile”. È una fraseda Luiss nei giorni peggiori,ma a Santoro piace. E infattinella sua lettera un po’ p a-dronale così si rivolge – i m-prudentemente – a Trava-glio, la persona che gli spet-tatori di A n n o ze ro , il giovedìsera aspettano di più. In que-sta lettera però il condottierodi A n n o ze ro non può perdo-nare la mancanza di adorazio-ne neppure a chi, come Pao-lo Flores d’Arcais, ha riempi-

to piazze e numeri di M i c ro-Mega in difesa di Santoro edella sua televisione. E a mededica la frase che segue eche un po’ sfida il buon sen-so, un po’ la comune cono-scenza dei fatti, un po’ il pub-blico stesso di A n n o ze ro : “Unapologeta del Berlusco-ni-pensiero sul ‘pollaio’. Pro-prio come Furio Colombo ele sue invettive contro it a l k - s h ow ”. Noto, con tristez-za l’uso della parola “i nve t-t i va ” in luogo della parola

S a n t o roè un domatorenato: vuolescontro e sanguema tocca a luitenere a badale belve. Delleeventuali vittime(la reputazionedi Travaglio)gli importa poco

Anche i conduttoritelevisivi sonoesseri umani fallibilie limitati come noi,polvere chetornerà polvereE dunquescambiarsisuggerimenti è lanormalità di unacivile esistenza

nordistiÉdi Gianni Barbacetto

LISTE IMPUNITEL iste pulite? A guardare sui muri di Milano le facce, le

faccine, le faccione dei candidati alle prossime elezioniRegionali, viene la tristezza. Che Lombroso avesse ragione?Certi volti lugubri e rapaci smentiscono con lo sguardo iloro stessi slogan. Poi ci sono ragazzotte di bella presenza,simil-manager di fascia bassa, sportivoni contenti, travetrassicuranti... A incrociare le facce con la cronaca, i guaiaumentano. Perché si scoprono due cose, una più terribiledell’altra. La prima: quanto la politica sia permeabile allacorruzione. La seconda: quanto la mafia sia pronta adapprofittare di quella permeabilità. Le tangenti, nella excapitale morale, scavano canali che vanno a inquinare lapolitica. Ma quegli stessi canali, una volta scavati, sono poipronti a ricevere acqua sporca anche da quegli

imprenditori particolari che sono gli uomini della’N d ra n g h e t a .Lo sta dimostrando ciò che emerge a Trezzano sul Naviglio.Ci sono imprenditori (Alfredo Iorio, Andrea Madaffari) checon la loro società Kreiamo lavoravano per conto deicalabresi della ’Ndrangheta, i Barbaro-Papalia di Buccinasco.Per fare affari e ottenere appalti, dispensavano tangenti afunzionari comunali e politici (del resto, lo stesso Iorio è figliod’arte: suo padre era Achille Iorio, ex consigliere comunale diForza Italia). Tra i politici coinvolti, Michele Iannuzzi,consigliere comunale Pdl. E Tiziano Butturini, ex sindaco Pddi Trezzano, oggi presidente di società pubbliche che sioccupano di gestione dell’acqua, nonché marito di LianaScundi, attuale sindaco di Trezzano (a proposito: ma com’èpossibile che le poltrone di sindaco nel Pd lombardo siano unaffare di famiglia?). A dar retta alle chiacchiere al telefonodegli imprenditori intercettati, il gruppo affaristico-mafioso siaspettava aiuti concreti anche da Stefano Maullu. Ma alloraquello lì, quello “Stefano Maullu, la forza del fare” chesorride felice dai suoi manifesti elettorali, è lo stesso StefanoMaullu assessore regionale alla sicurezza e protezione civile,

pressato dalla banda di Trezzano? Che sorprese. Un altroassessore regionale, Massimo Buscemi, partecipava agliincontri della Lida, una fondazione sull’acqua presieduta daTiziano Butturini, ora in carcere per corruzione. Un terzoassessore regionale, sempre del Pdl, Massimo Ponzoni, èstato ricandidato malgrado i dubbi di qualcuno all’interno delsuo stesso partito. Buscemi e Ponzoni erano in affariimmobiliari con Rosanna Gariboldi, la moglie di GiancarloAbelli, la quale ha appena patteggiato una condanna a dueanni di carcere per lo scandalo bonifiche. Come premio, oraAbelli, il marito, già deputato Pdl, vuole un posto da assessorein Lombardia.Liste pulite? Certo, le responsabilità penali sono tutte daaccertare. Ma visto che ormai in Lombardia la corruzioneimpazza e i “gradi di separazione” tra politica e mafia nonsono più di due o tre, non sarebbe il caso di stare almeno piùattenti, di elevare qualche barriera tra la politica e gli affari,di togliere dalle liste coloro che hanno qualche amiciziapericolosa di troppo? Se poi la politica non se la sente di farescelte così tremendamente rivoluzionarie, almeno la smetta,per favore, di dire che a Milano la mafia non esiste.

di Paolo Flores d’A rc a i s

Michele Santoro ha to-talmente ragione.Poiché mi sono per-messo una critica e

un suggerimento alla sua“ge s t i o n e ” degli ospiti di A n-n o ze ro , dove alcuni invitatitolgono ad altri il diritto allaparola con interruzioniininterrotte, insulti ululantie sovrapposizione di voce,Michele Santoro ha decreta-to che sono “un membroperfetto dell’Agcom” (nonho idea di cosa sia, ma è cer-tamente una cosa brutta) e“un apologeta del Berlusco-ni-pensiero sul ‘pollaio’”.Ben mi sta. Ho commesso ildelitto di lesa Maestà cato-dica (ormai anzi al plasma),ho dimenticato che un con-duttore di programma tele-visivo è come lo zar auto-crate di tutte le Russie, sololui conosce cosa sia il benedel suo popolo, e chi si az-zarda a qualcosa che eccedal’umile supplica è ipso factoun malvagio (in questo casoun apologeta del Berlusco-

n i - p e n s i e-ro). Nonprovo nep-pure a scu-sarmi, il delitto di lesa Mae-stà è per definizione e da se-coli inescusabile in terra,come inespiabile è in cieloquello contro lo Spirito. Delresto, per una buona con-fessione, come ci hanno in-segnato al catechismo, nonbasta la contrizione per lacolpa commessa, è necessa-rio anche il “fermo propo-sito” di non peccare più, eio credo che invece mi ca-piterà ancora di inciamparenel temerario pensiero chetutte le Maestà, e financo iconduttori televisivi, sianoesseri umani fallibili e limi-tati come noi, polvere chetornerà polvere, e dunquescambiarsi critiche e sugge-rimenti sia la normalità diuna civile esistenza.Perché il problema esiste,anche se Michele Santoroprende cappello al solomenzionarlo: un ospite cheimpedisce a un altro ospitedi argomentare, sovrappo-

nendo la sua voce, le sue in-terruzioni sguaiate, i suoi in-sulti bercianti, realizza lavo-ro di censura che spessosconfina in un vero e pro-prio manganello e olio di ri-cino mediatico. Cose cheaccadono sempre più spes-so, e sempre in una sola di-rezione, con “per sonaggi”ormai perfettamente adde-strati al ringhiare e ragliareche imbavaglia l’opinionealtrui e comunque schiacciasul nascere ogni possibilitàdi controversia “ad armi pa-r i”.Suggerire di far qualcosaperché il confronto anche ilpiù aspro avvenga invecesempre per argomentazio-ne razionale e nel rispettodelle “modeste verità di fat-to” (in mancanza del qualerispetto, scriveva HannahArendt, il totalitarismo è giàin marcia) non mi sembraun bizzarro chiedere la lu-

na, ma l’abc della democra-zia liberale. E forse anchedella buona televisione.Michele Santoro ha il meritodi fare dell’ottima televisio-ne, con inchieste giornali-stiche esemplari. E tantopiù il suo lavoro è meritorioin quanto, nel deserto infor-mativo dell’Impero berlu-sconiano, senza Gabanelli,Iacona e Santoro gli italianiche non leggono un quoti-diano (nove su dieci) nullaverrebbero a sapere del gro-viglio di cloache sulle qualipoggia lo sbrilluccichio dicartapesta dell’Italia rac-contata minzolinescamen-te, groviglio che sta portan-do rapidamente allo smot-tamento definitivo del pae-se.Proprio perché ha saputoinnovare e fare scuola sulgiornalismo d’inchiesta, pe-rò, Michele Santoro potreb-be riflettere se non valga la

pena inven-tare e speri-mentare ine-dite modali-

tà di “ge s t i o n e ” degli ospiti,che realizzino davvero e pertutti il diritto all’ar gomenta-zione. E che magari avreb-bero il plauso di milioni dicittadini telespettatori. Eche in un vicino domani po-trebbero a loro volta essereconsiderate esemplari. Mi-chele Santoro non accresceinvece i suoi già cospicuimeriti o la sua autorevolez-za, se reagisce alle critiche eai suggerimenti con l’a l b a-gia e gli anatemi di un BrunoVespa qualsiasi.p.s.Michele Santoro ha iniziatola sua risposta a Marco Tra-vaglio scrivendo che “siamodiversi e con diverse opinio-ni su molte cose: legalità,moralità, libertà e televisio-ne”. Trascuro la televisione,metto tra parentesi le liber-tà e la moralità, sul cui si-gnificato esistono discussio-ni che riempiono bibliote-che, ma la legalità? Incurio-

sisce davvero in cosa possaconsistere tale differenza,visto che la “opinione” diMarco in proposito è sem-plicemente e limpidamentequella standard di quanti siriconoscono nei valori dellaCostituzione repubblicana.E’ davvero e solo una curio-sità, sinceramente e senzasecondi fini.

Lesa Maestà catodicaMa le critiche sono ancora lecite?

“cr itica”, un’involontar iaconcessione al linguaggio pa-cato di Bondi. Continua San-toro: “D’Arcais e Colombosono convinti che debba re-gnare l’ordine del discorso(scritto) che, ovviamente perloro, non è quello del tele-giornale di Minzolini maquello di Repor t, celebratissi-mo esempio di trasmissionebasata sul principio d’i d e n t i-tà e non contraddizione”.L’argomento è utile per capi-re. Contrappone chiarezza econtraddittorio, come se sitrattasse di una scelta (o l’unao l’altro) tra incompatibiliopposti e illustra i principi acui Santoro (ma anche gli al-tri conduttori di talk-show)ispira il suo lavoro che sentecome “insostituibile” e uni-co. Sulla qualità non c’è di-scussione. Persino Porta a Por-ta è un programma tecnica-mente molto buono. E se sipotessero doppiare gli inter-venti, come nei film ameri-cani, si avrebbe un buon pro-gramma. Quanto a Ballarò c o l-pisce la felicità giovane e or-gogliosa del conduttore Flo-ris per il suo programma. Pas-seggia nell’etere di RaiTrecon lo stesso gusto vincitore

con cui si porta in giro incittà la prima bella ra-gazza conquistatanella vita, esibitacon un silenzioso einfantile “vedete? Èmia!”. Ormai biso-gna valutare l’i n s i e-me di questi programmi per-ché l’oltraggio di non consi-derarli la fine del mondodell’informazione politica liha fortemente legati. Esem-pio: martedì sera (23 feb-braio) Floris a Ballarò ha datoal suo programma una coper-tina alla copertina del bravis-simo comico Crozza. Il pro-tagonista era Roberto Natale(Federazione della stampa)invitato in modo un po’ p e-rentorio a dire come sarà po-vera la televisione e il mondoquando Ballarò e i suoi fratellisaranno sospesi per insuffi-cienza di rappresentanza po-litica.Al suo Ballarò, Roberto Natalese l’è cavata bene. Ha sugge-rito “grandi temi importantiper tutti senza invitare i po-litici”. Buona idea, non perfar felice la Commissione diVigilanza, non per antipoliti-ca, ma per salvarsi dalla clau-strofobia, unica in occidente,

dei talk-show italiani.Floris stava chiedendosi inpubblico e senza imbarazzoche cosa ci riserva il destinose improvvisamente dal Suo,o da altri programmi analo-ghi, mancassero “l o ro ”.Chi sono loro? Sono “gli ospi-ti”, sono sempre gli stessi,chi per intere legislature, chiper lunghi anni, a cavallo fraun governo e l’a l t ro .Ed ecco gli ospiti di Floris lasera del 23 febbraio: Bersani(invece di Franceschini),Scaiola (invece di Bondi),Bocchino (invece di Cicchit-to), Polito (invece di Adorna-to), Todini, giovane impren-ditrice carina (invece di Gui-di, giovane imprenditrice ca-rina, invece di Marcegagliache non può esserci sem-pre). Fate presto a immagi-nare i nomi di riserva, nonpiù di dieci in uno strettoelenco senza eccezioni. Dairispettivi elenchi nessuno

sgarra mai.Floris si pone come fine mas-simo l’accostare le due partie indurle a “fare insieme”. Ve-spa punta con accortezza altrionfo del regime. Santoro èun domatore nato: vuolescontro e sangue ma tocca alui tenere a bada le belve.Delle eventuali vittime (la re-putazione di Travaglio) gliimporta poco. Ma le sue bel-ve sono sempre le stesse, co-me gli ospiti del salotto di Ve-spa, una “short list” che faruotare sempre le stesse per-sone fidate, dieci politici sumille in servizio, e tutto il re-sto del mondo escluso.Infatti i conduttori, per so-pravvivere, scelgono i politi-ci assieme ai politici. E i po-litici scelgono sempre sestessi. Sicuro che non abbiaragione Roberto Natalequando dice: “Grandi temi,niente politici, come neitalk-show nel resto mondo”?

Il conduttoredi “Annozero”

Michele Santoro

SECONDO TEMPO

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Giovedì 25 febbraio 2010 pagina 23

IL FATTO QUOTIDIANOvia Orazio n. 10 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7MAIL B OXLa corruzionenon è una cosa seriaIl ministro del Lavoro, MaurizioSacconi, a chi gli ha chiesto uncommento sull’allarme corru-zione rilanciato l’altra mattinada Luca Cordero di Monteze-molo, ha risposto: “Io mi occu-po di cose serie”. E’ esattamen-te sulla stessa linea del suo Ca-valiere, che ha definito “birban-telli” i corrotti. Entrambi sonocoerenti e usano giuste parolecorrispondenti pienamente allaloro mentalità. I corrotti sonobirbantelli non perché corrotti,ma perché poco furbi, perché sisono fatti beccare con le ditasporche di gelatina, pardon, vo-levo dire di marmellata. Unadelle cose più serie di cui si èoccupato il ministro Sacconi, èstato il caso di Eluana Englaro: sefosse stato per lui oggi il corpodella povera donna non avrebbeancora trovato pace.Elisa Merlo

Nuove ingiustizieper gli operai della ThyssenQuello della ThyssenKrupp neiconfronti della trentina di operaiancora in forze nello stabilimen-to di Torino è uno sporco e igno-bile ricatto perché, in cambio diammortizzatori sociali per altri8 mesi, i tedeschi chiedono difatto ai dipendenti di rinunciarea costituirsi parte civile nel pro-cesso per la “mattanza” del2007. Propongono in sostanza aqueste persone un vergognosobaratto, ovvero di “monetizza-re ” il dolore ed il ricordo, la me-moria, per i 7 colleghi “uccisi”sul lavoro dalla mancanza discrupoli di rispetto per la vitaaltrui. La notizia non merita altricommenti, spero solo che la co-siddetta “società civile” non la-sci soli questi lavoratori ( e leloro famiglie) nella drammatica edifficile scelta tra il sopravviverecon dignità per altri 8 mesi con ilmisero assegno della cassa inte-grazione in deroga o il vivere persempre nel rimorso per aver ac-cettato qualche migliaio di eurosporco del sangue dei colleghi.Non è una scelta possibile e noinon dobbiamo tollerarla.Claudio Gandolfi

Un giornoda somaroDurante la trasmissione di Ra-dio Due, “un giorno da pecora”,il candidato alla presidenza dellaregione Piemonte, l’o n o revo l eCota, della Lega nord, ha ma-nifestato tutta la sua sapienza ingeografia, confondendo i punticardinali, ignorando i confinidella sua regione ed altre perledavvero esilaranti. Invece che ungiorno da pecora: un quartod’ora da somaro!Luca Magherini

L’asilo comunaledi GoitoCi sono molte cose che danno ilvoltastomaco nell’Italietta cor-rotta, razzista e disgraziata nellaquale son costretta a vivere. Maquello che mi dà il voltastomacopiù di tutto è la cattiveria el’emarginazione dei bambini,unita al razzismo, e alla discri-minazione religiosa. Mi riferiscoovviamente allo scandalodell’asilo comunale (e sottoli-neo comunale, quindi pubbli-co!) di Goito, che secondo ilnuovo regolamento ammetteràsoltanto bambini provenienti dafamiglie che “accettano l’ispira-zione cristiana della vita”. Man-co fosse un asilo privato pari- ficato, retto da suore! Dunque

esclusione di bimbi ebrei, isla-mici, indiani, e suppongo logi-camente anche di tutti quei bim-bi italiani che hanno genitoribuddisti, atei, liberi pensatori,divorziati, separati. Bene, benis-simo, avanti così. A quando lestelle gialle, i triangoli rosa, e al-tre amenità di hitleriana memo-ria?! E poi, semplicemente, quelregolamento scolastico nonpuò neppure entrare in vigore,in quanto contrasta con l’ar ti-colo 3 della nostra Costituzione(oltre che cozzare contro ognisenso di umanità, solidarietà ebuonsenso). Questo bel rego-lamento l’ha approvato il con-siglio comunale, con sindacoUdc, appoggiato da Lega e Pdl!Delle due, l’una: o non cono-scono la Costituzione (peccagrave, per degli amministratoripubblici...!), oppure hanno giàben chiaro in mente come vor-rebbero cambiarla, e cosa vor-rebbero fare dell'Italia: una re-pubblica fondata sulla purezza

razziale e magari sui roghi di tut-ti i non-cristiani!!... Una volta dipiù, sono felice di non avere cer-te idee, e di sentirmi semplice-mente un'appartenente allaRazza Umana, senza altre eti-chette. L'unica resistenza cheposso fare contro questa, e con-tro tutte le altre ingiustizie checi piovono addosso tutti i giorni,è comportarmi diversamente, etenere sveglia la mia coscienza,l'anima, il cuore, e resistere, re-sistere aggrappata alla mia Co-stituzione, fino a che non finiràtutta questa m***a che ci cir-conda. Anche Hitler era forte esembrava inarrestabile, e poi finìcome sappiamo.... ecco l'unicasperanza!Carlotta Andreotti

La Legae il futuro del VenetoIo sono veneto doc e parlo ildialetto indigeno. Ma non sonocristiano, ne di alcuna altra re-ligione. Mi vedrò negato il di-ritto di mandare i figli alle scuolepubbliche? Ma stiamo impaz-zendo in questo paese? La scuo-la pubblica è pubblica! La pagoanche io con le mie tasse ed è undiritto sancito dalla costituzio-ne italiana. La Lega vuole por-tare questo paese verso una de-lirante teocrazia, è ora che lagente capisca il dramma e li fer-mi prima che sia troppo tardi.Troppo tardi anche per noi ita-liani.Tiziano Gomiero

SangueinfettoHo scoperto di aver contratto ilvirus del Hcv. Ho sempre fattouso, sin dalla nascita, di cure sal-vavita (emoderivati). Cure cheperò, a seguito di negligenze e

atti colposi da parte di alcunifunzionari del ministero della Sa-lute, hanno portato dal 1985 al2008 2.605 morti a causa di tra-sfusioni da sangue infetto. Nel2000 La Procura di Trento haaperto un’inchiesta portando al-la luce lo scandalo. Tali negligen-ze sono state riconosciute dalministero della Salute, infatti, neinumerosi processi che si sonosucceduti, esso si è costituitoparte civile contro quei suoistessi “funzionari”; invocandocosì l’imputazione di epidemiacolposa e dolosa per le quali èprevista una prescrizione a10-15 anni. Dopo anni di cause lalegge 222 del dicembre 2007, hastabilito la possibilità di effettua-re transazioni con le persone incausa contro il ministero dellaSalute “in analogia e coerenza”(stessi requisiti e uguali importi),con le precedenti transazioniche furono stipulate già nel 2003(a favore di circa 400-500 emo-filici). Il parlamento da allora haassicurato la necessaria coper-tura finanziaria “fino a estinzio-ne dei contenziosi”. A oggi 2010il ministero della Salute non ha

ancora dato seguito a tale leggee ha paventato il ricorso a in-giuste discriminazioni tra dan-neggiati, basate su una prescri-zione a cinque anni che contrad-dice le sue stesse richieste neiprocessi in cui si è dichiaratoprecedentemente parte civile.Voglio segnalare che la stessacorte di Strasburgo ha richiestoal governo italiano di procedereurgentemente a definire e liqui-dare le persone colpite dallastrage dei trattamenti infetti;nello specifico sangue ed emo-derivati. Il governo non deve giu-stificare la lentezza delle proce-dure usando come alibi la man-canza di risorse economiche e lagiustizia deve accelerare i pro-cedimenti. Oggi, noi infettatinon ancora risarciti, chiediamoal governo di intervenire in tem-pi brevissimi.Oscar

LA VIGNETTA

LA SECONDADOMANDA

C aro Furio Colombo, hoappena visto una breve

intervista con Enrico Letta sul Tg3della ore 19 (il 21 febbraio). Ladomanda della giornalista era: “Mache cosa pensa di fare il Pd sullaprobabile legge contro lei n t e rc e t t a z i o n i ? ”. Letta harisposto: “Gli italiani non stannopensando alle intercettazioni.Hanno ben altri pensieri come lascuola, come il lavoro, come lacasa…”. Insomma non ha risposto.E la giornalista non ha insistito.Allora io faccio a lei la stessadomanda.

Alice

RISPONDERÒ con ungiudizio sul giornalismo italiano che mi sonosentito offrire da colleghi della stampaestera. “I media italiani sono fair ma nonsono corretti”. “Fa i r ” è, nel campo delleinformazioni, un elogio. Vuol dire che, ingenere non si nasconde nulla, che se c’èuna voce, c’è anche l’altra, che non ci sonoimportanti mutilazioni e apparenti squilibri.Tutto ciò si riferiva all’Italia prima diMinzolini e del Tg1 ridotto a manifestinoelettorale anche quando non ci sonoelezioni. Ma è importante la secondaosservazione della stampa estera (parlo deicorrispondenti di paesi liberi e confrontabilidal punto di vista degli standard di vita).“Informazione non corretta” vuol dire le

seguenti cose:1) Nello stesso Tg parlano Quagliariello eFinocchiaro, tempi uguali, l’argomento il piùdelle volte è lo stesso ma il giornalista siastiene dal fare qualsiasi collegamento.Ognuno risponde come vuole e parla nelvuoto. O parla d’altro, sia pure per untempo uguale. 2) Il giornalista si è privatodel diritto-dovere di verifica. Qualunqueinesattezza o deliberata alterazione, ancheclamorosa, dei fatti (tipo “non eravamo noial governo”, quando chi dice la frase lo era)non è mai intercettata. C’è un bilanciato(“fa i r ”) spazio per le due parti, ma ilpubblico non è protetto. E’ una “fai da te”della verifica, che in genere scredita politicie media e disorienta il lettore o ascoltatore.3) Il giornalista non farà mai “la secondadomanda” nei tre tipici modi della stampalibera: cioè? Per far ripetere, capire ospiegare ciò che suona evasivo, allusivo,misterioso e contraddittorio. – Lasciarpassare ciò che è palesemente non vero(tipo: “Noi abbiamo risanato l’economia eora c’è la ripresa”). –Non dire mai: grazie, onorevole, ma non harisposto. La domanda era: che cosa faretevoi, Pd, sulle intercettazioni? E’ ciò chedoveva essere detto, e non è stato detto, aEnrico Letta. Peccato, perché è urgentesapere .

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Orazio n. 10l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

SECONDO TEMPO

L’abb o n at odel giorno

ENZO AVANTAGGIATO

“Ciao, sono un 50enneche vive da ormai 10 anniad Alessandria con unasplendida compagna. Dacirca 16 anni combatto afasi alterne con un tumoreche evidentemente mitrova simpatico e si èaffezionato a me; ebbeneaspetto veramente confanciullesca frenesial’arrivo del vostroquotidiano perché, misento più vivo e piùsperanzosose unpiccolopezzo didemocraziaesisteancora”.

Raccontatie manda una foto a:a bb o n a t o d e l g i o r n o @

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IL FATTO di ieri25 Febbraio 1933In un famoso discorso del febbraio ’33, Goebbels l’avevasolennemente annunciato… “con la radio, grande ottavopotere, abbiamo distrutto lo spirito di ribellione. La radiosarà per il Ventesimo secolo quello che la stampa è stataper il diciannovesimo… ”. E così, in un mix di emulazione ecompetizione con la Germania nazista, Mussolini decise difare del medium radiofonico un potente amplificatoreistituzionale. Consapevole degli alti tassi di analfabetismodegli italiani e della loro scarsa propensione alla lettura, ilregime sterzò verso la propaganda via etere, dando il via aidiscorsi in diretta del Duce e a roboanti radiogiornalicelebrativi del verbo fascista. Una vera rivoluzionemediatica con palinsesti mirati, per agricoltori, massaie,giovani balilla, patiti di calcio e ciclismo, fan di canzonette.Senza contare la più celebre rubrica degli anni ’30,“Cronache di regime”, approfondimento serale ad altaaudience, affidato all’opinionista Forges Davanzati,abilissimo, col suo tono pacato e colloquiale, nelmanipolare l’opinione pubblica, descrivendo un’Italialaboriosa, pacifica e entusiasta del benefico operato delgoverno. La televisione non c’era ancora. Conduttori inmalafede, sì.

Giovanna Gabrielli

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