Arquitectura No Porto
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Il 25 aprile 1974, data della “Rivoluzione dei garofani”,rappresenta per il Portogallo la fine di un regime politico cheper quarantotto anni aveva tenuto il paese in un compiaciutotorpore culturale. Nello stesso anno il paese si apreufficiosamente alla cultura europea e, come solo dopo anni di buio può accadere, l’improvvisa luce svela una identità e determina un conseguente, naturale senso di smarrimento. In architettura ci si trova di fronte a occasioni moltiplicate, lapiù importante, fra tutte, quella di curiosare al di là dei Pirenei.Un curiosare discreto divenuto regola di continuità per le nuovegenerazioni. Gli architetti di età oggi compresa tra i 30 e i 40 anni, distanti dalla necessità di una stabile identità checaratterizzava la generazione dei “rivoluzionari”, tutti con unalaurea ottenuta presso la FAUP, evoluzione accademica dellasezione di Architettura della Escola Superior das Belas Artes(1983), non si riconoscono nella rivalità tra il postmodernismolisbonese e il minimalismo costruttivo portuense, superatagrazie anche all’azione pacificatoria di Álvaro Siza. Molti diloro hanno avuto la possibilità di frequentare studi importantiall’estero (Svizzera, Italia, Olanda) e tutti hanno avuto almenouna esperienza negli studi più produttivi e significativi di Porto,con i quali mantengono, il più delle volte, rapporti di collaborazione in una relazione quasi filiale. Tutto ciòaccompagnato da un impegno nell’insegnamento universitarioche oggi si esercita non più solo alla FAUP ma anche in altrerealtà importanti come la Universidade Lusiada o la Universidade de Coimbra.Chi visita Porto, non trova il parlare ludico ed erotico delleappassionate architetture di Barcellona, o l’inevitabile intrecciodi culture e influenze mitteleuropee di Zurigo e Vienna. Chi visita Porto si trova immerso in un silenzio che nonsignifica assenza ma riflessione. La presenza dell’Europa è visibile in diverse forme. Si percepisce l’interesse che lacultura europea ha riversato su questo suo luogo eccentrico, ad esempio, dal grande rispetto accordato, sulla scorta diriconoscimenti avuti all’estero, a personaggi come Siza o comeSouto de Moura, un riconoscimento esterno al Portogallo oggisempre più esteso anche a Fernando Tavora, in qualche modomaestro di entrambi. Ma si percepisce l’attenzione dell’Europaanche dalla attribuzione alla città di Porto del ruolo di Capitaledella Cultura Europea 2001 e dal consistente afflusso di fondistrutturali che hanno modificato visibilmente un gran numero dipiccole e medie città portoghesi. E, tuttavia, qui l’Europa entrada una porta secondaria, perché la facciata è volutamente,coraggiosamente, a volte persino ostinatamente portuense, con una sorta di orgoglio di trovarsi al margine percircostanza e per convinzione. Chi viene a Porto trova unacittà con tutte le ponderate e numerabili sfaccettaturedi un nord. Chi viene a Porto non trova il grido delle novitàluccicanti e fluorescenti di una architettura dinamicamenteproiettata verso il tremila, ma una città fatta dai suoi abitanti e, soprattutto, per i suoi abitanti. L’architettura di Porto è progettata da portoghesi, che vivono a Porto, che hanno studiato a Porto, che a Porto lavorano.
On 25 April 1974, the dateof the “carnation revolution”,the political regime that hadkept Portugal in a complacentcultural torpor came to anend. In the same year thecountry opened its doorsofficially to a Europeanculture; only years of darknessfollowed by sudden light maygive rise to a similarrevelation of identity andconsequent, natural sense of disorientation. The architectural milieu founditself facing numerousopportunities, and mostimportantly the possibility to explore what laid beyondthe Pyrenees. This discreterummaging has beencontinued by the newgenerations. The architectswho today are between 30and 40 years of age, who no longer feel the need for a stable identitycharacterizing the generationof “revolutionaries”, all ofthem graduated from theFAUP, the academic evolutionof the Architecture section of the Superior School of FineArts (1983) do not recognizethemselves in the rivalrybetween Lisbon-stylepostmodernism and theconstructive minimalism typicalof Porto, which has beenovercome, also thanks to thereconciling efforts of ÁlvaroSiza. Many of them have hadthe opportunity to work withimportant firms abroad(Switzerland, Italy, Holland)and all of them have had atleast one experience with themost prolific and importantfirms of Porto, and have in most cases continued to collaborate with them in an almost filial relationship.Many are also dedicated touniversity teaching, today nolonger only at the FAUP butalso in other importantrealities as the UniversidadeLusiada or the Universidadede Coimbra.Those who visit Porto do notencounter the playful anderotic language of thepassionate architectures ofBarcelona, or the inevitableintertwining of cultures andMiddle-European influencescharacterizing Zurich and Vienna.
text by Raffaella Maddaluno photo Ivana Barbarito, Raffaella Maddaluna
Architetti che trasferiscono, nella loro esperienza progettuale,tutta la malinconia e l’orgoglio di una cultura edificata e solidificata con il tempo, ai margini del protagonismo. Un silenzio lega tutte le architetture di qui che, pur mostrandorisoluzioni formali differenti, restano immancabilmente e rispettosamente portoghesi, o più esattamente portuensi. La facoltà di architettura di Siza (15) parla velocemente,attraverso movimenti prospettici forzati che ne determinano leforme; la “Casa das artes” (24) di Souto de Moura è un docileanimale che timidamente si mimetizza con un muro direcinzione di un giardino; il padiglione del Tennis (1) diTavora, nella Quinta de Conceiçao, è un esempio di perfettogioco spaziale, un montaggio di incastri e dettagliarchitettonici; il bar a Vila Nova de Gaia (57), di Guedes e Viera de Campos, utilizza linguaggi desunti dalla culturaarchitettonica svizzera. Eppure tutti, indistintamente, parlano lalingua della città di Porto, con la quale instaurano un legamedi consanguineità.Gli architetti più noti, le firme di Porto, tessendo una fitta tramadi relazioni, gestendo la propria eredità progettuale, risolvonoanche problemi, costruiscono case, biblioteche, musei e ogni“occasione” non si limita a una compiacente vanitàautocelebrativa, ma si trasforma in costruzione. L’occasione si alimenta di idee che prendono forma e assumono poi lacoscienza del “grave”; il peso ha una materia e dei colori e i colori di Porto sono atlantici. Colori e materia appoggianosu un suolo diverso da qualsiasi altro suolo di qualsiasi altracittà d’Europa. Le “firme” di Porto hanno una età che implica una scansione in generazioni e, solo per procedere con metodo ma non certoper fissare una graduatoria di meriti, si sente il bisogno distabilire chi per primo abbia fissato l’identità che oggipercepiamo come portuense, chi per primo abbia raccontato leregole di una generale ma non generica identificazione in unascuola, che per framptoniana memoria è definita “scuola diPorto” ma che, alla prova dei fatti, forse non esiste. Forse è esistita e ancora persiste una comune volontà e culturadel costruire e una omogenea area di formazione, ricca direciproche influenze, non estranea a contaminazioni esternealla città e alla nazione. Nessuno, come ovvio, vuole rientrarein una definizione e rischiare di trovarsi imprigionato in una“accademia”. Alla fine la “scuola di Porto” sembra non esserealtro che un comune sentire, una comune visione del costruirecome naturale conclusione di un processo creativo nel rifiutodella architettura solo pensata. Di certo non c’è una relazionedi linearità, non esiste una contaminazione diretta, non esisteuna linea genealogica che unisca i maestri, la secondagenerazione e l’ultima, ad esclusione forse del rapporto tra Tavora e Siza; ma è pur vero che esiste una osmosicontinua di esperienze, e un continuo influenzarsi, fosse anche involontario.
Those who visit Porto findthemselves immersed in asilence that is not synonymouswith absence, but withreflection. The presence ofEurope is perceptible invarious ways. One notices theattention dedicated by theEuropean culture to thiseccentric part of it, forinstance by the great respectpaid, as a result of theinternational recognition, topersonalities as Siza or Soutode Moura, a foreignrecognition of Portugal thattoday also includes, to anincreasing extent, FernandoTavora, in some aspects themaster of both authors. But the European attention isalso witnessed by the fact thatPorto was chosen asEuropean Cultural Capital of2001, and by the substantialstructural funds which haveled to a visible change ofmany small and average-sizedPortuguese cities. Still, Europeenters from the back doorhere, because the facade isintentionally, courageously,sometimes even obstinatelylinked to Porto, with a kind ofpride in finding oneself on theoutskirts, by circumstance andby conviction. Those whocome to Porto find a city withall the meditated andnumerable facets of the north.Those who visit Porto do notfind the conspicuous, glitteringand fluorescent novelties of anarchitecture that isdynamically projectedtowards the third millennium,but a city made by itsinhabitants and, mostimportantly, for them. The architecture of Porto isdesigned by Portuguese, wholive in Porto, have studied inPorto, and who work in Porto.Architects who express, withtheir designs, all themelancholy and pride of a culture that has been builtand modified over time, on the edge of the limelight. A silence links all thearchitectures in this place;while their renditions differ,they all remain unfailingly andrespectfully linked to Portugal,or more precisely to Porto.
The faculty of architecturedesigned by Siza (15) speaksrapidly, through forcedperspective movements thatdetermine its forms; the“House of the Arts” (24) bySouto de Moura is a docileanimal that timidly mergeswith the wall protecting agarden; the Tennis pavilion (1)by Tavora in the Quinta de Conceiçao is an exampleof perfect spatial play, anassembly of inlays andarchitectural details; the bar at Vila Nova de gaia (57), by Guedes and VieraCampos, uses languagesderived from the Swissarchitectural culture. And yetall of them, indistinctly, speakthe language of the city of Porto, with which theyestablish a bond ofconsanguinity. The mostfamous architects, the authorsof Porto, weaving a denseweb of relations, managetheir own design heritage,they also solve problems,build houses, libraries,museums; every “opportunity”is more than just a complacentself-celebrating vanity, it istransformed into a construction. Theopportunity is nurtured byideas that take shape andassume the conscience of the“gravity”; the weight has a material and colors, and thecolors of Porto are Atlantic.Colors and materials rest on a ground that is different fromany other ground in any othercity in Europe.The “authors” of Porto are ofan age that implies a generational spacing and, to proceed methodically butcertainly not to establish a graded list of merits, onefeels the need to establishwho has been the first to fixthe identity we today perceiveas typical of Porto, who hasfirst told the rules of a generalbut not generic identificationof a school, which may in themanner of Frampton bedefined “Porto school” but which may turn out to be non-existent if weexamine the facts.
Ci si può chiedere cosa leghi l’opera di Tavora, cresciutonell’ammirazione e, insieme, nella coscienza di una sostanzialesconfitta del Movimento Moderno, l’opera di Siza, scultorea e autoreferenziale, l’opera di Souto de Moura con il suodettagliato minimalismo e le opere di giovani come CristineGuedes, Viera de Campos, Paulo Providencia, FernandoGonçalves o Virginio Moutinho. Non si tratta certo di rimandiformali, perché ogni linguaggio ha le sue regole e le differenzesono notevoli. Si comprende, infine, che il carattere comunerisiede appunto nell’essere architetti portoghesi e, piùspecificamente, di Porto, carattere radicato, definito dallacuriosità di “rubare” esperienze esterne, da una stranamescolanza tra orgoglio della marginalità e volontà di superarla, dalla spiccata attitudine alla materialitàdell’architettura. Ne deriva una lingua architettonica chiara,portatrice di principi autoctoni e quasi mai soggetta a formeimitate. C’è una maniera portoghese di pensare, c’è unamaniera portoghese di progettare, c’è una maniera portoghesedi costruire e soprattutto c’è, per tutto ciò, un tempo portoghesedifferente dal tempo del resto d’Europa. A chi arrividall’esterno può apparire come una, a volte inspiegabile,lentezza, ma a ben comprendere si tratta di una scelta che nonblocca certo la cultura del fare di cui si è detto.L’architettura di Porto è dominata da un caratteredi “domesticità”: molte piccole architetture, pochi grandiinterventi, pochi dei quali “firmati”, quasi nessuno da grandifirme straniere. Non è chiusura o presunzione, è una distanzasentita come necessità, come margine per non smarrire lapropria identità, per mantenere vivo il rispetto del passato,fortemente presente anche nei giovani architetti, che nondiviene certo imitazione o gioco postmodernista, ma sempremetabolizzazione di un ricordo fatto pensiero; codici profondie non sempre facili da decifrare. A Porto il passato, la storia,la tradizione, sono materia pulsante di progettazione,componenti di una sperimentazione che procede su tracce giàsegnate. Il passato può assumere la forma di blocchi di granitoappartenenti a un’antica pavimentazione e riutilizzati nellarimodellazione di una nuova piazza (è il caso della piazzadella Cadeia da Relaçao (43) progettata da Francisco Barata),può trasparire in segni che denunciano una lettura dellastratificazione storica della città (come accade nella sede dellaFAUP progettata da Siza), oppure può mostrarsi nelle spoglieconservate di un muro, o anche semplicemente nella scelta diuna tecnica di costruzione o di un punto di traguardo noncasuale. È una lezione che vede negli insegnamenti di Tavorala più concreta esemplificazione. È una catena del tempo, un susseguirsi e intrecciarsi di esperienze, di sapienze oralitramandate e aggiornate di generazione in generazione, di gesti di buona educazione.
Perhaps it has existed andperhaps there still is acommon willingness andculture of building and ahomogeneous educationalbackground, rich in mutualinfluences open tocontamination from sourcesbeyond the city and thenation. Obviously, no-onewants to be categorizedwithin a definition and run therisk of finding himselfimprisoned in an “academy”.In the final analysis all the“School of Porto” seems toconsist of is just a commonfeeling, a shared vision of building as the naturalconclusion of a creativeprocess in the refusal of merearchitectural thought. There iscertainly no linear relation, no direct contamination, nogenealogical line that unitesthe masters, the secondgeneration and the last one,perhaps with the exclusion of the relationship betweenTavora and Siza; it isnevertheless true that there isa continuous osmosis ofexperiences, and a continuousmutual, perhaps eveninvoluntary, influence. Onemay ask oneself what links thework of Tavora, subject to agrowing admiration and atthe same time an awarenessof the substantial defeat of theModern Movement, the workof Siza, sculptural and self-referential, that of Souto deMoura with its detailedminimalism, and the work of youths as Cristine Guedes,Viera de Campos, PaoloProvidencia, FernandoGonçalves or VirginioMoutinho. It is certainly not aquestion of formal references,because every language hasits rules and the differencesare substantial. One finallyunderstands that the commondenominator lies precisely inthe fact of being Portuguesearchitects and, morespecifically, citizens of Porto,a rooted character defined bythe curios “borrowing” ofoutside experiences, a strangemixture between pride in a marginal condition and adesire to overcome it, anaccentuated predilection forthe textural qualities ofarchitecture.
The result is an architecturallanguage that is clear,spokesman of autochthonousprinciples and almost neversubject to imitated forms.There is a Portuguese way to think, there is a Portugueseway to design, there is aPortuguese way to build andabove all there is, for all this,a Portuguese pace that isdifferent from that of the restof Europe. Those who arrivefrom elsewhere perceive thisas sometimes unexplainableslowness, but if one analysesit carefully, it is a matter of achoice that certainly does nothinder the culture of doing, as we pointed out above.The architecture of Porto isdominated by a “domestic”character: many smallarchitectures, few largeprojects that are rarelydesigned by known authors,and almost none by importantforeign architects. This is not a matter of closureor presumption, it is adistance that is perceived asnecessary, as a margin inorder not to lose one’s ownidentity, to keep the respectfor the past alive, somethingthat is very present even in theyounger architects, and whichdefinitely is not synonymouswith postmodern play, but inevery case is a metabolizingof a memory that has becomethought; codes that areprofound and often hard todecipher. In Porto the past,history, tradition, are pulsatingdesign materials, elements ofan experimentation thatproceeds along paths thathave already been traced.The past may take on theshape of granite blocks takenfrom an old pavement andreused to create a new square(as for instance the square ofthe Cadeia da Relaçao (43)designed by F. Barata), it maysurface in signs revealing aninterpretation of the historicalsedimentation of the city (as inthe headquarters of the FAUPdesigned by Siza), or it maymanifest itself in the conservedrests of a wall, or simply inthe choice of a buildingmethod or a studied view.
Una comunione non solo ideale se Tavora, Siza e Souto deMoura lavorano realmente nello stesso edificio (17) in rua d Aleixo 53, teatro di quotidiani scambi di esperienze e di informazioni. I tre raccontano ognuno alla propriamaniera il proprio essere portoghesi: Tavora con nostalgicaaristocraticità e compiacenza della propria marginalià; Sizacon la sua curiosità di esplorare accompagnata da unainfantile freschezza progettuale che ne ha determinato laconsacrazione internazionale; Souto con la pesantezza dellamateria, la stabilità, la capacità di utilizzare ciò che Portomette naturalmente a disposizione nei colori, nei materiali,negli odori. Ci sono, infine, i giovani, legati a queste “pesate”personalità senza esserne schiacciati, riverenti e autonomi,contemporanei perché costruiscono per il nostro tempoutilizzando i materiali del nostro tempo: metallo, legno,cemento. Certo è difficile non accorgersi dei legami, profondie non formali, tra Gonçalves e Souto de Moura o tra Barata e Tavora ma chi è riuscito a non cadere nella trappola del“riferimento forzato” qui fa della buona architettura, artigianalenel pensiero e nel processo progettuale, ma non inattuale. Si è detto di un carattere “domestico”, intimo e silenzioso dellaarchitettura portuense, sviluppata in interni, protetta da muri e recinti. Oggi è anche una architettura di biblioteche, musei,case della cultura e i giovani costruiscono luoghi destinati allasocialità, si espongono, organizzano convegni, mostre,insegnano nelle università, sperimentano influenze, tecnichecostruttive, nuovi materiali, sempre nella convinzione che lavera occasione sia la costruzione. Forse il carattere portuensesi sta contaminando e c’è un cosmopolitismo in fieri, ma lacasa della musica di Rem Koolhaas, in costruzione, rimane uncaso isolato e non certo ben accetto dalla cultura architettonicacittadina. Si è forse passati dal “regionalismo critico” di Frampton a un “internazionalismo critico”. I fondi europeihanno portato un forte sviluppo economico, non sempreincanalato in un altrettanto benefico sviluppo della forma e dell’immagine della città. A dispetto della celebre “scuola” e della presenza di un gruppo di architetti accomunati da unsaper fare architettura, spaventose costruzioni aggredisconooggi la vista di chi giunge a Porto. La prima reazione è di assoluta meraviglia e non si capisce perché la qualitàarchitettonica non riesca ad influenzare lo sviluppocontrollando una speculazione edilizia tanto pesante. Forse si tratta di isolamento, di snobismo, di scarsa volontà, forsel’ansia di riscatto sociale rende marginale la buona architetturae ripiega su forme più appariscenti e rumorose. Certamente si avverte la possibile scomparsa di una identità cittadina.L’avvento dell’Europa ha trasformato la lentezza portoghese in fretta, e i cantieri di Porto 2001 si sono conclusi, o si stannoconcludendo, con bassa qualità. Ora si parla nuovamente di una possibile crisi, una crisi che vede nel settore dellacostruzione l’unica ancora di salvezza ma anche il maggiorefattore di rischio.
It is a lesson which finds itsmost concrete examples in thelessons of Tavora. It is a chainof time, a sequence andintertwining of experience, ororal wisdom handed downand updated from generationto generation, of gestures ofgood education. Acommunion that is not justideal, considering that Tavora,Siza and Souto de Mouraactually work on the samebuilding (17) in rua do Aleixo53, a stage of daily exchangeof experiences andinformation. All three testify, intheir own manner, their ownway to be Portuguese: Tavorawith nostalgic aristocracy andcomplacence of his ownmarginality; Siza with hiscuriosity to explore,accompanied by an almostchildish design freshnesswhich has lead to hisinternational consecration:Souto with the weight of thematerial, the stability, theability to utilize what Portoand its nature provides interms of colors, materials andscents. Finally we have theyounger generations, linked tothese “heavy-weight”personalities without beingsqueezed by them, reverentand autonomous,contemporary because theybuild for our time, utilizing thematerials of our time: metal,wood, concrete. It is certainlyhard not to notice the bonds,profound and not formal,between Gonçalves and Soutode Moura or between Barataand Tavora, but those whohave succeeded to avoidfalling in the trap of “forcedreferences” design goodarchitectures here, with a craftsmanship quality inthought and design process,but by no means behind the times. We have spoken of the“domestic”, intimate and silentcharacter of the architectureof Porto, that unfolds ininteriors, protected by wallsand fences.
Today it is also an architectureof libraries, museums, housesof culture, and youngarchitects build placesdesigned for socializing, theyexhibit their work, organizeconventions, shows, theyteach in the universities,experiment influences,building techniques, newmaterials, always in theconviction that the trueopportunity is to build.Perhaps the typical characterof Porto is beingcontaminated, and there is afierce cosmopolitanism, butthe House of Music by RemKoolhaas, under construction,remains an isolated case andis certainly not very popularamong the architecturalculture of the city. One hasperhaps made the transitionfrom Frampton’s “criticalregionalism” to a “criticalinternationalism”. TheEuropean funds have broughtan intense economicdevelopment, which does notalways lead to an equallybeneficial development of theform and image of the city. Inspite of the famous “school”and the presence of a groupof architects united by theirskills, fearful constructionstoday ruin the townscapes forthose who arrive at Porto. Thefirst reaction is one ofabsolute marvel; one finds ithard to understand why thearchitectural quality fails toinfluence the development,controlling such an intensereal estate speculation.Perhaps it is a matter ofisolation, snobbism,unwillingness, perhaps theanguish of social redemptionrenders good architecturemarginal, turning to moreconspicuous and glaringforms. One certainly perceivesthe possible disappearance ofan urban identity. The adventof Europe has transformed thePortuguese slowness in hurry,and the building sites of Porto2001 have or are beingcompleted with low quality.One is once again speakingof a possible crisis, a crisiswhich sees the real estatesector as the only salvage, butalso its greatest peril.
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Riferimenti progettuali prima del 1974Fernando Tavora
1. Tennis Pavilion2. Cedro School
3. Foz do Douro buildingÁlvaro Siza Vieira
4. Quinta de Coinceiçao swimming-pool5. Boa Nova Restaurant and Tea Home6. Swimming pool in front of the Ocean
I maestri: scuole di formazioneFernando Tavora
7. National Museum Soares dos reis8. Pacos do Concelho restauration
9. Freixo Palace restauration10. Praça da Batalha reorganization
Domingos Tavares11. House in Breiner Street
Álvaro Siza Vieira12. SAAL-São Social Victor Housing
13. SAAL-Bouça Social Housing14. “Carlos Ramos” Pavilion
15. Faculty of Architecture16. Serralves Museu17. Office building
18. Costa Braga Building restauration19. Dwellings
20. APDL office restaurationAlcino Soutinho
21. Matosinhos Municipality22. Bolsa de Derivados building23. Library and Exhibition HallEduardo Souto de Moura
24. Casas das Artes25. Houses 1 in Nevogilde26. Houses 2 in Nevogilde
27. Dwelling Annexe28. Residential building
29. House in Avenida da Boavista30. Dwelling
31. Rank houses32. Patio Houses
33. Customs transformation34. 3 dwellings in Praça de Liege
35. Houses in rua do Crasto36. Porto underground37. “Norte Shopping”
38. Manuel de Oliveira Cinema HouseSeconda generazione: “Ricerca dell’astrazione compositiva
e del dettaglio costruttivo”39. Praça da Ribeira reorganization, Antonio Moura
40. Congiunto da Lada, Antonio Moura41. Dwellings and Traditional Art Center, Manuel Furtado Mendonça
42. Massarelos dwellings Francisco Barata Fernandez43. Praça da Cadeia e do Largo de Olival, Francisco Barata Fernandez
44. ICP Norte José Manuel Gigante, Joao Alvaro Rocha, Francisco Portugal e Gomes
45. Planetary and Astrophysical Center, José Manuel Soares46. Cultural building Palacio de Cristal, José Manuel Soares
47. Cais das Pedras viaduct and Marginal Manuel Sá, Francisco Barata48. Faculty of Engineering Pedro Ramalho, Luis Ramalho49. Dwellings and commercial building, Adalberto Dias
50. Music House, Rem Koolhaas51. S. Bento da Vittoria Monastery Carlos Guimaraes,
Luis Soares CarneiroTerza generazione: il superamento delle frontiere
52. Public Baths, Paulo Providencia53. Apartments blocs Joao Pedro Serodio, Isabel Furtado
54. Artist Atelier, Virginio Moutinho55. Do Cais Bar Cristina Guedes, Francisco Viera de Campos
56. Fine Arts Pavilion Cristina Guedes, Francisco Viera de Campos57. Project for three Bars, Cristina Guedes, Francisco Viera de Campos
58. Mortuary Chapel, José Fernando Gonçalves59. House for Scouts José Fernando Gonçalves
60. Rehabilitation on the Largo Do Colegio Block, Sérgio Secca, Sonia T. e Silva, João P. Fernandez, Gustavo M. Rebolho, Antonio B. Ribas
61. Adaptation of Workshops to a Professional Training Center, Secca,Silva, Fernandez, Rebolho, Ribas
62. Rehabilitation of an “Isla” Pedro Mendes63.“Viela do Anjo” Urban Remodelling, Antonio Barbosa,
Pedro Guimaraes64. Kindergarten, Paola Santos
itinerario
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1project Tennis Paviliontypology dressing-room architect Fernando Tavorarealization 1956-1960address rua Antunes Guimaraes,
Quinta de Conceiçao Leça Palmeira
2project Cedro Schooltypology schoolarchitect Fernando Tavorarealization 1958-1960address rua de Pina Mafamude,
Barrio del Cedro Vila Nova de Gaia
3project Foz do Douro building typology dwellingsarchitect Fernando Tavora realization 1952-1954address Av. do Brasil 136
4project Quinta de Coinceiçao
swimming-pooltypology swimming-pool architect Álvaro Siza Vieirarealization 1960-1962address rua Antunes Guimaraes,
Quinta da ConceiçaoLeça de Palmeira
17project Office building typology office buildingarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1993-1997address rua do Aleixo 53
18project Costa Braga Building
restaurationtypology youth hostelarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1993-1999address rua do Godinho,
Matosinhos
19project dwellingstypology dwellingsarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1991-2001address Av. da Boavista/
rua Pinho Leal
20project APDL office restaurationtypology officearchitect Álvaro Siza Vieira realization 1995-2002address Av. da Liberdade 4450,
Leça de Palmeira
5project Boa Nova Restaurant
and Tea Hometypology restaurant
and tea homearchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1958-1963address Av. de Libertade
6project Swimming pool in front
of the Ocean typology swimming-poolarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1961-1966address Av. Marginal,
Leça de Palmeira
7project National Museum
Soares dos reis typology museumarchitect Fernando Tavorarealization 1988-2001address rua Manuel II
8project Pacos do Concelho
restauration typology tower architect Álvaro Siza Vieirarealization 1995-2002address piazza della cattedrale
21project Matosinhos Municipality typology officearchitect Alcino Soutinhorealization 1980-1996address Av. D. Afonso Henriques,
Matosinhos
22project Bolsa de Derivados
buildingtypology officearchitect Alcino Soutinhorealization 1993-1998address Av. da Boavista 3422
23project Library
and Exhibition Hall typology libraryarchitect Alcino Soutinhorealization 1996-address Av. D. Afonso Henriques,
Matosinhos
24project Casas das Artestypology cultural center
and auditoriumarchitect Eduardo Souto de Mourarealization 1981-1991address rua Antonio Cardoso
175
9project Freixo Palace
restaurationtypology museumarchitect Fernando Tavorarealization 1996- address estrada national 118
10project Praça da Batalha
reorganizationtypology public spacearchitect Fernando Tavorarealization 2000-2001address Praça da Batalha
11project House in Breiner Street typology dwellingarchitect Domingos Tavaresrealization 1994-1997address rua do Breiner
12project SAAL-São Social
Victor Housing typology dwellingsarchitect Álvaro Siza Vieira realization 1974-1977address rua Senhora das Dores
25project Houses 1 in Nevogildetypology dwelling architect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1982-1985address rua do Padrao
26project Houses 2 in Nevogildetypology dwelling architect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1983-1988address rua de Nevogilde 103
27project Dwelling Annexe typology dwellingsarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1986-1988address rua da Vilarinha 431-
475
28project Residential building typology dwellingarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1987-1990address rua Beato Inacio
de Azevedo
13project SAAL-Bouça
Social Housingtypology dwellingsarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1975-1977address rua da Boavista /
rua da Aguas Férreas
14project “Carlos Ramos” Paviliontypology university pavilionarchitect Álvaro Siza Vieira realization 1985-1987address rua do Golgota 215
15project Faculty of Architecturetypology university buildingarchitect Álvaro Siza Vieirarealization 1986-1995address rua do Golgota 215
16project Serralves Museumtypology museumarchitect Álvaro Siza Vieira realization 1991-1999address rua don Joao de Crasto
210
29project House in Avenida
da Boavista typology dwellingarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1987-1994address rua Miguel Torga 55
30project Dwellingtypology dwellingarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1992-1995address rua do Teatro 156
31project Rank houses typology dwellingsarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1992-address rua Alfredo Keil
32project Patio Housestypology dwellingsarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1993-1999address rua Cartelas Viera,
Matosinhos
33project Customs transformationtypology museum of transitarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1994-1995address rua Nova de Alfandega
34project 3 dwellings
in Praça de Liege typology dwellingsarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1994-2001address Praça de Liege
35project Houses in rua do Crasto typology dwellingsarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1996-2001address rua do Crasto 213
36project Porto underground typology undergroundarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1997-address Porto
49project dwellings
and commercial buildingtypology dwellings
and commercial buildingarchitect Adalberto Diasrealization 1999-2000address rua de Miragaia
50project Music House typology auditorium
and exhibition hall architect Rem Koolhaasrealization 1999-address praça Moutinho
de Albuquerque
51project S. Bento da Vittoria
Monasterytypology music hallarchitect Carlos Guimaraes,
Luis Soares Carneirorealization 2000-2001address rua S. Bento da Vittoria
52project Public Baths typology public bathsarchitect Paulo Providenciarealization 1991-1992address rua da Reboleira
37project “Norte Shopping”typology cultural centerarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1998address rua Sara Afonso
105-107
38project Manuel de Oliveira
Cinema Housetypology study centerarchitect E d u a rdo Souto de Mourarealization 1998-address rua Arq. Viana de Lima,
Pinais da Foz
53project Apartments blocstypology dwellingsarchitect Joao Pedro Serodio,
Isabel Furtadorealization 1991-2001address rua de S. Albergaia,
Foz do Douro
54project Artist Ateliertypology exhibition center
and laboratoiresarchitect Virginio Moutinhorealization 1993-1996address largo arcos da Ribeira
39project Praça da Ribeira
reorganizationtypology squarearchitect Antonio Mourarealization 1981-2002address Praça da Ribeirae
40project Congiunto da Ladatypology dwellingsarchitect Antonio Mourarealization 1988-1991address Largo Arcos da Ribeira
55project Do Cais Bartypology bararchitect Cristina Guedes,
Francisco Viera de Camposrealization 1994-1995address cais da Estiva, Ribeira
56project Fine Arts Paviliontypology laboratory pavilionarchitect Cristina Guedes,
Francisco Viera de Camposrealization 1996-1998address Av. Rodrigues de Fre i t a s /
rua de Sào Vitor
41project Dwellings and
Traditional Art Centertypology dwellings
and exhibition spacearchitect Manuel Furtado
Mendonça realization 1982-1983address rua da Reboleira
42project Massarelos dwellingstypology dwellings architect Francisco Barata
Fernandez realization 1990-1995address rua D. Pedro V
43project Praça da Cadeia
e do Largo de Olivaltypology urban squarearchitect Francisco Barata
Fernandezrealization 2000-2001address Praça da Cadeia
44project ICP Norte typology offices architect José Manuel Gigante,
Joao Alvaro Rocha, Francisco Portugal e Gomes
realization 1993-1995address rua de Ramalde do Meio
57project Project for three Barstypology Bararchitect Cristina Guedes,
Francisco Viera de Camposrealization 1999-2002address Vila Nova de Gaia
58project Mortuary Chapeltypology mortuaryarchitect José Fernando
Gonçalvesrealization 1994-1997address Almeda St. Eulalia,
Oliveira do Douro
59project House for Scoutstypology scout association officesarchitect José Fernando
Gonçalvesrealization 1998-2001address Quinta da Igreja
60project Rehabilitation on the
Largo Do Colegio Blocktypology offices and bararchitect Sérgio Secca,
Sonia T. e Silva, João P. Fernandez, Gustavo M. Rebolho, Antonio B. Ribas
realization 1994-1998address Largo Do Colegio
45project Planetary and
Astrophysical Center typology planetaryarchitect José Manuel Soaresrealization 1994-1998address rua Viterbo campos
46project cultural building
Palacio de Cristaltypology libraryarchitect José Manuel Soaresrealization 1995-2001address rua D. Manuel II,
Palacio de Cristal
61project Adaptation
of Workshops to a Professional Training Center
typology officesarchitect Sérgio Secca,
Sonia T. e Silva, João P. Fernandez, Gustavo M. Rebolho, Antonio B. Ribas
realization 1996-2001address Av. de Libertade 4450,
Leça de Palmeira
62project Rehabilitation
of an “Isla”typology dwellingsarchitect Pedro Mendesrealization 1994-2001address rua das Aldas 18
47project Cais das Pedras viaduct
and Marginal typology road and pedestrian
viaductarchitect Manuel Sá,
Francisco Baratarealization 1996-1198address Cais das Pedras
48project Faculty of Engineering typology university buildingarchitect Pedro Ramalho,
Luis Ramalhorealization 1998-2000address rua Placido Costa
63project “Viela do Anjo”
Urban Remodelling typology dwellings and shopsarchitect Antonio Barbosa,
Pedro Guimaraesrealization 1995-1998address rua Mouzunho da
Silveira, Freguesia da Se
64project Kindergarten typology children’s libraryarchitect Paola Santosrealization 1997-1999address rua D. Manuel II,
Palacio de Cristal