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Giugno 2017 — Pag. 1 Agroindustria Il biologico sempre più rilevante Infrastrutture Un futuro da hub tra est e ovest Tessile L’industria che guarda all’Italia Country Presentation Armenia, Roma 7 giugno 2017 Interna tionalia Giugno 2017 Internationalia Antiche rotte, nuove opportunità: la porta per i mercati eurasiatici e l’Iran #Armenia I quaderni di Internationalia / Giugno 2017

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Agroindustria

Il biologico sempre più rilevante

Infrastrutture

Un futuro da hubtra est e ovest

Tessile

L’industriache guarda all’Italia

Country Presentation Armenia, Roma 7 giugno 2017

Internationalia

Giugno 2017

Internationalia

Antiche rotte, nuove opportunità: la porta per i mercati eurasiatici e l’Iran

#Armenia

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Indice Armenia

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Quadro generale

Pagina utile

Intervista / Ambasciatore Ricciulli

Intervista / Ambasciatrice Bagdassarian

Agroindustria

Trasporti

Energia

Ict

Tessile

Turismo

L’ARMENIA IN DATICapitale: YerevanCittà principali: Gyumri, VanadzorLingua ufficiale: armenoReligione: cristiana, Chiesa Apostolica ArmenaUnità di valuta: dram armenoPopolazione: circa tre milioniComposizione etnica: armeni (96%), russi, yezidi, curdi, assiri, greci, ucraini, ebrei e altriTerritorio: 29.740 km2

Altitudine media sul livello del mare: 1800 metriVetta più alta: Aragats (4090 metri)Paesi confinanti: Georgia, Azerbaigian, Iran, Turchia

Direttore responsabileMassimo Zaurrini

Direttore editorialeGianfranco Belgrano

Hanno collaborato Ilenia Romana Cassetta, Giulia Palocci, Michele Vollaro

Progetto graficoAntonella Belgrano

EditoreInternationalia SrlRegistro degli Operatori di Comunicazioneiscrizione del 26/04/2013numero 23474

StampaPressUp Srl

In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazio-nale (DGSP)

Chiuso in redazioneil 30 maggio 2017

Internationalia Srlvia Val Senio 25 00141 - Romatel. +39.06.8860492 / 92956629fax [email protected]

I quaderni di Internationalia Giugno 2017

La porta per l’Irane i Paesi eurasiatici

Agroindustria, infrastrutture (nelle sue varie de-clinazioni), macchinari e turismo sono i principali temi al centro di questo Quaderno di Interna-tionalia dedicato all’Armenia e alle opportunità che questo Paese del Caucaso meridionale offre alle aziende italiane, sia in termini di relazioni commerciali che di investimenti. Sono settori su cui l’Armenia sta puntando con decisione e sono anche ambiti in cui l’Italia può offrire molto.L’occasione per la pubblicazione di questo Quaderno, realizzato in collaborazione con la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Co-operazione Internazionale, giunge dalla Country Presentation Armenia che si svolge alla Farnesi-na il 7 giugno 2017. Grazie al complesso delle politiche macroeconomiche, legali e fiscali cui il governo ha dato corso negli ultimi anni, l’Armenia offre alle aziende straniere un ambiente di business estremamente favorevole. Questo elemento, unito alle caratteristiche geopolitiche ed economiche dell’Armenia, fanno di quest’ultima la porta ideale per l’accesso al mercato eurasiatico e iraniano. Il rafforzamento dei legami economici è un tema fondamentale nell’agenda bilaterale, come testimonia l’accordo sulla creazione del Comitato intergovernativo (la cui prima sessione si tiene proprio il 7 giugno) decisa durante la visita in Armenia nel 2016 dell’allora ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni. La Country Presentation, cui parteciperanno aziende armene oltre che la de-legazione politica, è dunque un naturale sviluppo della riunione del Comitato intergovernativo.

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Porta d’ingresso per i vasti mercatieurasiatici e per quello iraniano

— QUADRO GENERALE

Storia. Storia che rimanda con i suoi miti a tempi remoti. Storia che oggi viene reinter-pretata secondo canoni moderni. Questa è l’Armenia: un territorio incastonato in quel crocevia di rotte che è il Caucaso, vie antiche portatrici di opportunità che vanno oltre i confini nazionali. Più di recente, le vicende se-guite al ritorno all’indipendenza (e le relazio-ni sospese con Turchia e Azerbaigian) hanno contribuito a delineare quello che vuole essere il punto di forza del Paese a livello regionale: la funzione, cioè, di ponte lungo un asse che va dall’Iran alla Georgia e che, ampliando lo

spettro, si estende a più ampi territori, anche a seguito dell’adesione di Yerevan all’Unione economica eurasiatica, organizzazione di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e appunto Armenia. L’Armenia ha accordi di libero scambio con la maggior parte dei Paesi della Comunità degli Stati indipendenti (Csi) e gode di condizioni commerciali preferenziali con l’Unione Euro-pea e con diversi Paesi tra cui Canada, Svizze-ra, Giappone, Norvegia e Stati Uniti. Sul fronte politico, il percorso avviato per trasformare il Paese in una Repubblica parla-

Armenia

Uno scorcio di Yerevan, sullo sfondo il monte Ararat

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mentare è stato quasi completato. Le elezioni di aprile 2017 sono state condotte secondo la nuova legge elettorale e sulla base della Costi-tuzione emendata; nella primavera del 2018, il capo dello Stato sarà eletto dal parlamen-to e non più dal voto popolare. Attualmente alla presidenza (dal 2008) c’è Serzh Sargsyan mentre il primo ministro (da settembre 2016) è Karen Karapetyan. Dopo cinque anni a forte crescita con un pic-co del 7,2% di aumento del prodotto interno lordo (pil) nel 2012, nel 2016 il Paese ha visto-samente rallentato con un più 0,2%; ancora l’anno prima la crescita si era attestata al 3%. Tuttavia, i primi mesi del 2017 hanno mostra-to un certo dinamismo e secondo le stime del-la Banca Mondiale la performance del Paese toccherà il 2,7% grazie a un rafforzamento dei tradizionali canali commerciali (benefici strutturali all’economia armena dovrebbero giungere da nuovi accordi con l’Unione Eu-

ropea e da maggiori scambi commerciali con l’Iran) e a un leggero aumento dei consumi. La ripresa economica, insieme alle dinamiche del mercato occupazionale e al flusso delle no-tevoli rimesse estere determineranno anche la portata delle politiche messe in atto per ridur-re il tasso di povertà, che dovrebbe scendere dal 23,8% del 2017 al 22,2% previsto dalle istituzioni internazionali nel 2019.

Le riforme messe in campo dal governo, secon-do Banca Mondiale hanno avuto l’effetto di migliorare la raccolta fiscale, sebbene la cre-scita del debito pubblico, l’apprezzamento del dram (la valuta locale) e l’eccessiva dollarizza-zione del sistema finanziario abbiano in parte limitato alcune misure come il taglio degli in-teressi (dal 10% al 6% in un anno). Come conseguenza del complesso delle poli-tiche macroeconomiche, legali e fiscali cui il governo ha dato corso negli ultimi anni, l’Ar-menia vanta uno dei regimi di investimento più aperti della regione e offre alle aziende straniere un ambiente di business estremamen-te favorevole, elementi che ne fanno una por-ta ideale per l’accesso al mercato eurasiatico

HayastanL’Armenia - che gli armeni chiamano Hayastan - è un Paese del Caucaso meridionale senza sbocco al mare, grande all’incirca come il Belgio, ma con molti meno abitanti, poco più di tre milioni, di cui circa la metà concentrati nella sola Yerevan. Altre otto milioni di persone forma-no la grande e nota diaspora nazionale. Durante l’epoca sovietica, l’Armenia sviluppò un’in-dustria moderna in grado di fornire macchinari, prodotti tessili e beni alle altre repubbliche so-vietiche. Con il ritorno all’indipendenza è stata prestata attenzione all’agricoltura che, insieme al settore minerario, costituisce uno degli assi portanti dell’economia. Tra le risorse naturali si annoverano carbone, ferro, bauxite, molibdeno, oro, argento, piombo e zinco. Abbondanti sono anche pietre preziose e semi-preziose. Importanza strategica ha il lago Sevan, uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo, che si estende per circa mille chilometri quadrati e si trasforma in estate in un centro di attrazione turistica balneare.

Yerevan ha sviluppatola sua crescita lungoun asse da nord a sud

Il monastero di Khor Virap

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e iraniano. Nella classifica ‘Doing Business’ pubblicata ogni anno dalla Banca Mondiale per ‘misurare’ la facilità o meno di investi-menti in un dato Paese, l’Armenia occupa la posizione numero 38 (su 190) ed è al primo posto tra gli Stati Csi. Questa posizione di tut-to rispetto è garantita da una serie di misure a favore dell’attrattività del Paese: gli investi-tori stranieri, infatti, possono avere accesso a qualunque ambito economico e in qualunque regione; godono di un periodo di ‘garanzia’

di cinque anni rispetto a eventuali modifiche legislative; possono sfruttare risorse naturali attraverso contratti di concessione; possono essere titolari al 100% di proprietà; possono rimpatriare proprietà e profitti senza limiti; non sono vincolati a restrizioni per quanto concerne l’assunzione di personale.L’Iva applicata è generalmente del 20%, ma ci sono varie eccezioni; la pressione fiscale è in media del 23,8% contro una media euro-pea del 33%. Anche sul fronte degli incenti-vi, gli investitori stranieri possono godere di

Un posto in prima filanelle classifiche globalidi facilità d’impresa

varie misure: si va dal pagamento posticipato dell’Iva nel caso di importazione di equipag-giamento a sconti fiscali per chi crea posti di lavoro. Le società che ottengono l’autorizza-zione a operare nelle zone franche possono poi beneficiare di ulteriori benefici con pressione fiscale uguale a zero per gli utili generati, l’I-va, la tassa sulla proprietà e le dogane. Attual-mente esistono due zone franche: la Meridian free economic zone, specializzata in gioielli, diamanti e orologi; e la Alliance free economic zone, orientata alla produzione ed esportazio-ne di prodotti nel campo dell’elettronica, delle biotecnologie, delle tlc, del design e delle ener-gie rinnovabili.

Cooperazione in materia doganale: in vigore l’accordo tra Italia e Armenia È entrato in vigore l’accordo stipulato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dell’Ar-menia per prevenire e contrastare le infrazio-ni doganali, a seguito dello scambio delle no-tifiche per il perfezionamento dell’accordo. Lo ha reso noto lo scorso 6 febbraio il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Inter-nazionale con comunicato pubblicato in Gaz-zetta Ufficiale. La ratifica è stata autorizzata con la legge n. 215 del 3 novembre 2016.

Il presidente armeno Serzh Sargsyan

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PAGINA UTILE

InfoMercatiEsteri ed Extenderhttp://www.infomercatiesteri.it/http://extender.esteri.itIce, sede di Mosca (www.ice.gov.it)Krasnopresnenskaja Naberezhnaja 12, Edificio 3, Ufficio N. 1202 - 123610 Mo-sca; tel.: (007495) 9670275 / 9670277 / 9670278; email: [email protected] http://www.sace.it/Invest in Armenia www.investmentprojects.am

Moneta locale dram1 euro = 540,5500 dram1 dram = 0,0018 euro1 dollaro = 483,5406 dram1 dram = 0,0021 dollariNon sono consentiti pagamenti con valuta diversa da quella locale. È possibile effettuare pagamenti con le carte di credito dei principali circuiti internazionali a Yere-van. Le principali valute straniere (euro, dollari) possono essere cambiate senza difficoltà nella capitale, presso gli sportelli bancari e le principali strutture alberghiere. Il li-mite per l’esportazione di valuta è di 10.000 dollari.

Visto I cittadini dell’Ue e dei Paesi non Ue aderenti all’area Schengen possono entrare in territorio arme-no senza visto per un periodo massimo di 180 giorni nell’arco di dodici mesi. Per le altre tipologie di ingres-so, si raccomanda di rivolgersi alle competenti rappre-sentanze diplomatiche e consolari.

Ambasciata d’Italia in Armeniahttp://www.ambjerevan.esteri.it/5 Italia Street - 0010 YerevanTel: 0037410542335 / 0037410542336Fax: 0037410542301 / 0037410542341

Ambasciata della Repubblica dell’Ar-menia in Italiahttp://italy.mfa.amvia XX Settembre, 98/e - 00187 RomaTel.: 06 3296638; fax: 06 3297763

Viaggiare sicurihttp://www.viaggiaresicuri.it/

Dove siamo nel mondo https://www.dovesiamonelmondo.it/

Prefisso telefonico +374Le principali compagnie telefoniche sono Ucom, Beeline (di proprietà dell’omonimo operatore russo), e Vivacell (affiliata a K-Telecom e di pro-prietà del gruppo russo MTS).

Fuso orario +3 ore rispetto all’Italia

Lingua armeno, russo, inglese poco diffuso

Aeroporti Aeroporto Internazio-nale Zvartnots (Yerevan); Aero-porto Shirak di Gyumri.

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In carriera diplomatica dal 1981, una lunga esperien-za che negli ultimi anni lo ha portato nei territori un tempo parte dell’Unio-ne Sovietica. Prima a Ta-shkent, in Uzbekistan, oggi l’ambasciatore Giovanni Ricciulli rappresenta l’Ita-lia a Yerevan. Ambasciatore Ricciulli, l’Armenia è un Paese gio-vane sulla carta, in realtà ha una lunga storia alle spalle e antichi legami con l’Italia.Quello armeno è un popo-lo molto antico. I rapporti con l’Italia si potrebbero far risalire a molti secoli fa, quando l’Imperatore Nero-ne incoronò Re di Arme-nia Tiridate I. Gli armeni si ritrovano in Italia come mercenari dei bizantini; ci sono posti in Italia che te-stimoniano la loro presenza come, ad esempio, Rocca Armenia in Calabria. L’epoca d’oro del-la presenza armena in Italia è quella segnata dalla comunità mechitarista di San Lazzaro degli Armeni a Venezia che creò un centro di studio e di conoscenza straordinario. In quel periodo gli armeni erano di casa a Venezia tanto che per un certo periodo si stampavano più libri in lingua armena a Venezia di quan-ti se ne stampassero all’estero. Più di recente i legami sono proseguiti in modo sporadico.

Per esempio, nel 1927 in Puglia vennero ac-colti numerosi profughi armeni che venivano dalla Grecia e che contribuirono allo sviluppo dell’arte del tappeto in Puglia. I rapporti diplo-matici si sono instaurati nel 1992. Il 17 marzo di quell’anno venne firmato un memorandum per stabilire le nuove relazioni che, fin dall’ini-zio, sono state molto cordiali, ispirate a gran-de simpatia reciproca, anche perché devo dire che il popolo armeno ama mettere in evidenza le similitudini di indole con noi.

Ci sono spazi per le nostre aziendee l’Italia delle Pmi è anche un modello

— Intervista / Ambasciatore Giovanni Ricciulli

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Possiamo considerare gli armeni un po’ medi-terranei in questo senso?Sì, si dice che abbiamo temperamenti simili, e in effetti ci capiamo bene. Questo è un aspetto che può essere importante anche per svilup-pare i rapporti economico-commerciali. Ma, per tornare alle relazioni diplomatiche, subito molto cordiali, occorre sottolineare che solo da qualche anno queste sono diventate più as-sidue, più strutturate, ad alto livello. Ci sono state di recente tappe molto importanti come la visita ufficiale del presidente della Repub-blica armeno in Italia due anni fa e quella a Yerevan l’anno scorso dell’allora ministro de-gli Affari Esteri Paolo Gentiloni. Quest’anno, in cui celebriamo il venticinquennale delle re-lazioni tra il nostro Paese e l’Armenia, si ter-ranno la riunione della Commissione intergo-vernativa e il forum economico a Roma che permetteranno di dare visibilità ai rapporti con l’Armenia. A livello italiano-armeno, ma anche europeo, ci sono degli accordi, dei ‘corridoi’ che favori-scono le aziende?

Noi siamo stati forti sostenitori dell’ingresso dell’Armenia nel Consiglio d’Europa e di un dialogo più stretto con l’Unione Europea.Di accordi bilaterali ce ne sono stati parecchi, i più lontani risalgono alla fine degli anni ’90, tra cui l’accordo per la protezione e promo-zione degli investimenti e quello sulle doppie imposizioni fiscali; man mano si sono aggiunte intese sempre più settoriali. Quelle più recen-ti che vorrei citare sono il memorandum nel settore dell’agricoltura, che tocca un ambito importante per entrambi i Paesi, e il memo-randum di collaborazione nel campo dell’i-struzione. Sul fronte europeo ci sono sviluppi che possono essere di grande rilevanza anche

per noi; in avanzamento è l’accordo aereo con l’Ue che dovrebbe agevolare i collegamenti aerei e auspicabilmente aumentare i collega-menti diretti. Quando parliamo di imprese e di operatori conta anche l’accessibilità del Paese, quindi questo è uno sviluppo importante. Il negoziato sta andando avanti. Per quanto riguarda la presenza italiana...La presenza italiana è ridotta, limitata a una sessantina di italiani residenti. A parte impren-ditori, molti attivi soprattutto nei settori delle costruzioni e del materiale da arredamento, c’è

Lo scambio di visiteistituzionali ha giovatoalle relazioni bilaterali

Paolo Gentiloni a Yerevan con il presidente arme-no Serzh Sargsyan

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anche qualche ristoratore. Il turismo sta au-mentando, si assiste a una crescita del numero dei turisti italiani. Parliamo di un Paese pic-colo, ma molto interessante e con una storia che risale assai indietro nel tempo. Si tratta di un turismo attento per il quale è importante anche il fattore religioso. L’Armenia è stato il primo Paese ad adottare il cristianesimo come religione di Stato. Ci sono monasteri e testi-monianze antiche affascinanti; c’è ad esempio un museo dei manoscritti che è molto bello e testimonia di questa antica civiltà cristiana nel cuore del Caucaso. E la crescita del turismo sta avendo riflessi sul-la presenza di aziende italiane che operano in questo settore?Agenzie italiane sono attive nel settore del tu-rismo e operano in una prospettiva di crescita. L’anno scorso il numero dei turisti italiani è molto aumentato, siamo su cifre abbastanza limitate, però c’è una netta tendenza alla cre-scita, che speriamo si accentui. Anche perché uno dei settori su cui questo governo punta con molta decisione è lo sviluppo del turismo. Lì noi potremmo contribuire sotto vari profili:

ad esempio potrebbe essere interessante l’espe-rienza dell’agriturismo italiano.Ma tornando alle potenzialità a livello com-merciale e di investimenti, i prodotti italiani godono di altissima popolarità. Le marche ita-liane proliferano e credo che a parità di con-dizioni gli armeni preferiscano interagire con noi. È un momento non proprio ideale, perché siamo in una fase di consumi bassi, l’econo-mia armena è molto legata ad altre realtà che in questo momento non sono particolarmente prospere, però c’è una politica governativa for-temente determinata a sviluppare l’economia, soprattutto nel campo delle esportazioni, e c’è attenzione agli investimenti dall’estero. C’è già una legge sugli investimenti che è uno strumen-to di garanzia nazionale a protezione dalle di-scriminazioni, l’attuale governo ha comunque posto mano a una riforma anche in questo set-tore, oltre che in altri settori importanti sotto il profilo economico-commerciale come il codice doganale e il regime fiscale.

Quali sono gli altri ambiti in cui l’Armenia vorrebbe vedere più investimenti?C’è innanzitutto la trasformazione alimentare

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perché questo è un Paese con una buona agri-coltura. Un altro settore è quello minerario con a disposizione risorse di vario tipo. Poi c’è l’energia, con un boom delle rinnovabili e la consapevolezza di dover aumentare la produ-zione di energia da fonti pulite. Questo è un comparto dove tra l’altro sono disponibili fi-nanziamenti di istituzioni internazionali.E c’è poi il settore delle tecnologie dell’infor-mazione. In questo particolare campo l’Arme-nia vanta un livello qualitativo elevatissimo; basti pensare il primo computer sovietico fu fabbricato in Armenia. Al momento ci sono circa 400 imprese armene di IT, alcune delle quali collaborano con grosse società interna-

zionali. Il settore chimico-farmaceutico è con-siderato infine prioritario per un motivo simi-le a quello delle tecnologie dell’informazione: l’Armenia soffre ancora di frontiere chiuse con alcuni vicini e punta su tutto quello che è ad alto valore aggiunto e a basso costo di trasporto. Questa lista di priorità non è esclusiva, poiché vi sono anche il tessile e una grossa tradizione di oreficeria, oltre che la disponibilità di pietre dure di diverso tipo e oro. Se questi sono i settori su cui l’Armenia sta puntando, pare evidente che ci siano spazi per le Pmi italiane...Assolutamente sì. E ci sono due osservazio-ni da fare. In quanto Paese della piccola e media industria, l’Italia è un modello molto interessante perché risponde alla realtà ar-mena; lo sviluppo di realtà associative come le cooperative agricole trova spunti interes-santi nelle esperienze di Emilia Romagna e Toscana. La seconda osservazione riguarda l’adesione dell’Armenia all’Unione economica eurasiatica: in particolare l’Armenia vorrebbe sviluppare il proprio potenziale quale porta d’ingresso verso i grandi mercati euroasiatici, partendo dalla Russia. Un altro Paese di cui loro evidenziano l’importanza anche sotto il

profilo economico-commerciale è l’Iran, con cui per vari motivi hanno un ottimo rapporto. Secondo lei c’è una coincidenza tra le priorità del Paese e quella che è la forza dell’Italia?Sì e non solo in termini di produzione. L’Ar-menia è un Paese in cui la gente ha gusto, ama il bello, ama vestire bene, un insieme di cose molto interessante per noi, benché già sfrut-tato. Ma c’è una coincidenza anche proprio come impostazione dell’economia: la piccola e media impresa, il modo in cui operiamo, im-prese piccole che esportano il 95% della loro produzione... questi sono tutti modelli che qui suscitano un enorme interesse. E l’Armenia cosa vorrebbe vedere dall’Italia? Vorrebbe più interazione, più italiani, soprat-tutto in un’ottica di acquisizione di know-how e collaborazioni per espandere i mercati. Vorrebbero quindi trasformarsi in una sorta di hub per esportare?Con un mercato nazionale di dimensioni ridot-te è anche una necessità. D’altra parte la collo-cazione del Paese, lo sviluppo dell’asse viario nord-sud che porta dall’Iran alla Georgia e da lì ai porti georgiani, fa sì che l’Armenia abbia comprensibili ambizioni di guardare oltre e di riproporsi come ai tempi dell’Unione Sovieti-ca, cioè come realtà capace di assicurare livelli qualitativi elevati rispetto ai concorrenti, con prodotti votati anche all’esportazione. Un’impresa deve anche valutare gli elementi di criticità, la scelta dei mercati, la scelta dei luoghi in cui investire. Punti di criticità proba-bilmente sono il fatto di avere rapporti difficili con la Turchia e con l’Azerbaigian. Sono dei punti di criticità soprattutto fisici, nel senso che sono sbocchi che mancano, però ap-punto l’Armenia da tempo ragiona in termini di nord-sud. Un altro elemento critico è dato dalle dimensioni del mercato ma l’Armenia punta sulle esportazioni, conta sul potenzia-le dell’Unione economica eurasiatica, benefi-cia di regimi di favore con l’Unione Europea. C’è infine una criticità di sistema legata alla trasparenza e alla semplificazione delle pro-cedure, ma sono questioni che il governo sta affrontando anche per avere maggiori investi-menti dall’estero.

Dall’agroindustriaalle rinnovabili, l’Italiapuò essere decisiva

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Agroindustria, IT, turismo, zone francheoffrono un’ampia gamma di opportunità

— Intervista / Ambasciatrice Victoria Bagdassarian

Da maggio 2016 ambasciatrice della Repub-blica d’Armenia in Italia, Victoria Bagdas-sarian vanta una formazione europea con esperienze di studio e professionali in Italia (parla fluentemente italiano), Francia e Gran Bretagna. Conosce molto bene la storia delle relazioni tra Italia e Armenia, e ha la certezza che i legami tra i due Paesi continueranno a crescere. Ambasciatrice Bagdassarian, qual è lo stato dei rapporti e quali i legami anche storici che uniscono Armenia e Italia?Questi due aspetti sono interconnessi in quan-to lo stato delle nostre relazioni odierne deriva dai nostri legami storici, risalenti a più di due-

mila anni fa e basati sulla nostra storia comu-ne, l’adesione a valori universali e l’amicizia tra i nostri popoli. Desidero ricordare che nel 60 a.C. l’Armenia era Paese amico e alleato del popolo romano, mentre le nostre relazioni commerciali risalgono al XII-XIII secolo gra-zie ai traffici tra il Regno armeno di Cilicia e le Repubbliche marinare di Genova, Vene-zia e Pisa. Per non parlare del primo libro in armeno stampato a Venezia nel 1512 e dell’i-stituzione della Congregazione Mechitarista nel 1717 sull’isola di San Lazzaro a Venezia. Una tale storia fornisce terreno solido per i rapporti bilaterali odierni che possono conta-re sul prezioso contributo della comunità ar-mena presente in Italia da circa due millenni.

L’ambasciatrice Bagdassarian con il presidente Mattarella

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Quest’anno poi celebriamo il 25° anniversario delle nostre relazioni diplomatiche, che hanno visto visite ufficiali ad alto livello e la ratifica di numerosi accordi. Le relazioni bilaterali si stanno evolvendo gradualmente a beneficio dei nostri popoli. Ci può spiegare quali sono gli spazi di coope-razione e collaborazione economica tra Italia e Armenia?Il nostro ambito di cooperazione è molto diversificato e comprende il dialogo politico attivo su temi bilaterali e multilaterali, la co-operazione reciprocamente vantaggiosa nell’i-struzione, cultura, economia, commercio, difesa e la dimensione parlamentare. Inoltre, in quest’epoca turbolenta, l’Armenia e l’Italia stanno unendo i loro sforzi per la pace e la sicurezza nell’ambito del mandato Unifil in Li-bano. Come nazioni con un ricco patrimonio culturale e storico, siamo grati al governo ita-liano per il costante impegno che dimostra su

progetti armeni come l’istituzione di un Cen-tro regionale per la conservazione e il restauro del patrimonio culturale in Armenia in grado di rispondere a esigenze regionali. È altresì importante ricordare che l’Italia è il secondo partner commerciale dell’Armenia tra i Paesi dell’Unione Europea, ma abbiamo ampi spazi di manovra per aumentare il volume dei nostri rapporti commerciali. Quali sono i settori in cui ritiene che le aziende italiane possano trovare più spazi in Armenia sia in termini di investimenti che di presenza commerciale? E quali sono i settori in cui l’Ar-menia vorrebbe più cooperazione con l’Italia?La diversificazione dei settori dell’economia armena crea un’ampia gamma di opportunità per gli investitori italiani. Una crescita signifi-cativa si registra nell’industria di trasforma-zione, in particolare di generi alimentari, che conta su un alto potenziale di esportazione e sull’utilizzo di moderni modelli di gestione e

tecnologie competitive. Altro settore impor-tante è l’agricoltura, soprattutto con prodotti agricoli biologici che riscuotono molto succes-so nei mercati internazionali.Con l’adozione della strategia di costruire un’economia basata sulla conoscenza, l’Ar-menia ha registrato elevati tassi di crescita nel campo dell’IT e dell’innovazione, nell’in-gegneria di precisione e nella ricerca anche farmaceutica, come attore sia regionale che globale. La presenza in Armenia di società come Synopsys, National instruments, Micro-soft, Ibm, Oracle, D-Link e l’avvio di oltre 100 nuove startup nel 2016 riflettono l’ambiente favorevole per le imprese IT.Come piattaforma di successo per la coopera-zione nei settori summenzionati, disponiamo di zone economiche libere dove le società ope-ranti sono esenti da Iva, imposte su profitti, proprietà e da dazi doganali. Attualmente due sono quelle operanti: la prima è Alliance, per la produzione ed esportazione di tecnologie altamente innovative nel campo dell’elettro-nica, ingegneria di precisione, farmaceutica e biotecnologie, IT, energia alternativa, design industriale e telecomunicazioni; la seconda è Meridian, specializzata nella gioielleria, taglio di diamanti e orologeria. Il governo, entro la fine del 2017, lancerà una zona economica libera plurisettoriale nella regione di Syunik, vicino all’Iran. Il turismo infine è un altro settore chiave dell’economia armena che registra tassi di cre-scita sostenibili e dinamici, comprovati sia dal numero di visitatori che dagli investimenti di-retti nella costruzione alberghiera e infrastrut-ture correlate. Armenia e Italia sono pronte secondo lei a la-vorare insieme per rafforzare la cooperazione e i legami economici?Senza dubbio la risposta è sì. Del resto non importa ciò che è stato raggiunto negli anni passati, c’è sempre spazio per migliorare. Il rafforzamento dei legami economici è un tema fondamentale nell’agenda bilaterale come te-stimonia l’accordo sulla creazione del Comi-tato intergovernativo (la cui prima sessione si tiene il 7 giugno) decisa durante la visita in Armenia nel 2016 dell’allora ministro de-gli Esteri Paolo Gentiloni. Sono fiduciosa sul fatto che rafforzerà la nostra cooperazione

Anche l’agricoltura biologica può esserebanco di cooperazione

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economica e commerciale e potenzierà i canali diretti tra gli organismi statali. Il Comitato è seguito da una Country presentation che riu-nisce molti imprenditori provenienti dall’Ar-menia e dall’Italia, un approccio pragmatico per le opportunità di networking offerte agli uomini d’affari. Quali sono gli obiettivi e le priorità del gover-no armeno in termini economici?Da sempre l’Armenia si situa sul crocevia tra est e ovest e al momento è un ponte di accesso unico tra gli Stati membri dell’Ue, dell’Unione economica eurasiatica (Uee) e dell’Iran.

Il governo offre uno speciale approccio basato sulla domanda degli investitori per ogni singo-lo progetto di investimento, proponendo l’op-zione di incentivi più efficace, un quadro giuri-dico favorevole e misure pratiche per facilitare i processi aziendali. L’Armenia ha uno dei re-

gimi di investimento più aperti tra i Paesi Csi, grazie alla politica della porta aperta. Oggi l’Armenia è al 38° posto fra 190 Paesi nella classifica ‘Doing Business 2017’ della Banca Mondiale e si classifica al 33° posto nell’Indi-ce 2017 sulla libertà economica della Heritage Foundation. La Legge sugli investimenti esteri applica la clausola della nazione più favorita, nonché diritti e privilegi chiave come il diritto alla proprietà, di acquistare terreni, l’accesso illimitato a qualsiasi settore e posizione geo-grafica, il rimpatrio gratuito e senza limiti di

Un piano di incentivi favorevole e un chiaro quadro giuridico

Un vertice dell’Unione economica eurasiatica

Il primo ministro Karen Karapetyan

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proprietà e profitti, lo scambio di valuta a tassi di mercato, la garanzia di mantenimen-to delle condizioni per cinque anni a fronte di cambiamenti legislativi sugli investimenti e diverse altre garanzie. Si sta elaborando un quadro giuridico per ampliare le opportunità per il partenariato pubblico-privato. Quali sono gli strumenti (per esempio incenti-vi) di cui possono disporre le imprese italiane intenzionate a investire nel Paese?L’Armenia gode del Sistema di preferenze ge-neralizzate (Spg) con il Canada, la Svizzera, il Giappone, la Norvegia e gli Stati Uniti, non-ché del Sistema di preferenze generalizzate Plus (Spg+) con l’Ue con dazi doganali azze-rati o assai ridotti per taluni beni di origine armena esportati in questi Paesi. L’Armenia ha accordi di libero scambio con la maggior parte dei Paesi Csi, con oltre 250 milioni di abitan-ti. Inoltre, l’Armenia è membro dell’Uee con Russia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan, e gode di un accesso semplificato al mercato unico con 180 milioni di consumatori, del di-ritto di importare beni senza dazi doganali, dell’esenzione da formalità doganali e così via.Gli investitori in Armenia possono beneficiare inoltre di misure quali l’importazione senza dazi doganali di beni provenienti da Paesi non Uee, nonché il rinvio del pagamento dell’Iva a 3 anni per l’importazione nell’ambito di progetti di investimento congiunti previa de-

cisione del governo, privilegi sulla tassazione dei profitti per grandi esportatori o con cre-azione di posti di lavoro, esenzioni fiscali in materia di attività agroindustriali. Il governo ha lanciato una piattaforma di collegamento tra investitori stranieri e nazionali e progetti di investimento (www.investmentprojects.am) che consente di osservare i progetti per attivi-tà, settori o localizzazioni, ottenendo tutte le informazioni necessarie.

Quali sono gli strumenti che la sua Ambascia-ta può mettere a disposizione delle aziende ita-liane che intendono lavorare in Armenia?La nostra Ambasciata cerca di essere utile e di fornire informazioni in entrambe le direzioni, sia attraverso incontri diretti sia tramite la partecipazione a eventi o forum organizzati dalla stessa ambasciata. Si può considerare un punto di riferimento per la comunità impren-ditoriale italiana a partire da informazioni sul regime senza obbligo di visto per i cittadini dell’Ue, i regolamenti nazionali, i vantaggi e gli incentivi speciali per gli investimenti, fino all’individuazione della controparte.

Il governo ha lanciatouna piattaforma webutile per gli investitori

L’isola di San Lazzaro degli Armeni, a Venezia

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Suoli fertili, abbondanza d’acqua e un clima favorevole hanno rappresentato da sempre gli ingredienti fondamentali del buono stato di salute del settore agricolo in Armenia. Il set-tore è in crescita costante da anni, al centro dell’attenzione delle strategie messe in campo dal governo per migliorare la produttività e puntare a colture a valore aggiunto oltre che al rafforzamento delle filiere e dell’industria di trasformazione. Secondo i dati più recenti messi a disposizione dal governo di Yerevan, agricoltura e alleva-mento contribuiscono al 20% della ricchezza nazionale generando rimesse per oltre due mi-liardi di dollari e contando per il 27,8% delle esportazioni. Il contributo all’export è quello che fa vedere

meglio la tendenza in atto se si pensa che, an-cora nel 2010, l’export di questo settore aveva fatto registrare volumi poco superiori ai 150 milioni di dollari ma che già nel 2014 si era passati a oltre 400 milioni di dollari. Tra le priorità dell’esecutivo, c’è la valorizza-zione della filiera legata al biologico, connessa alla crescente domanda mondiale di prodotti biologici; un ambito in cui l’Armenia ha voce in capitolo soprattutto per quanto riguarda la frutta secca, i succhi di frutta, i formaggi e le conserve. In generale, la produzione di frutta è uno dei sottosettori più significativi in virtù delle con-dizioni climatiche legate all’altitudine delle terre a frutteto. Lo stabilimento di frutteti è reso competitivo dall’applicazione delle ulti-

Agricoltura biologica e colture in serraspingono in alto tutto il settore

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quella dei pomodori sia per consumo interno che per l’export. La zootecnia e la pesca hanno seguito questo trend positivo, seppure con parecchie diffe-renze in termini di volumi. La zootecnica, che conta per il 40% degli introiti generati dal settore primario, risente ancora della limitata presenza di aziende strutturate a livello com-merciale, ma si sta sempre più professiona-lizzando e industrializzando. La pesca ha un peso limitato, benché anche in questo caso il salto in avanti è stato imponente. L’export è infatti passato dai 320 mila dollari del 2004 ai 17 milioni di dollari del 2013.

me tecnologie. Una voce particolare è quel-la legata alle albicocche, frutto che si vuole originario proprio di queste terre. Non è un caso che il nome scientifico dell’albicocca sia ‘Prunus Armeniaca’. L’albicocca è oggi il frut-to più esportato e Russia, Ucraina e Bielorus-sia sono tra i primi mercati di destinazione, mentre piccole quantità sono esportate anche

in Paesi dell’Unione Europea. Albicocche e pesche rappresentano insieme l’80% circa dei frutteti armeni; le pesche da qualche anno vengono esportate oltre che verso i mercati tradizionali anche in alcuni Paesi mediorien-tali, in particolare gli Emirati Arabi Uniti. A crescere in maniera rapida e significati-va sono state le serre, con centinaia di etta-ri che si aggiungono ogni anno. Diversi tipi di vegetali e ortaggi sono coltivati in serra e stanno crescendo le esigenze dell’industria di trasformazione in parallelo all’apertura di nuovi mercati. Tra le produzioni principali c’è

La produzione di fruttaè tra le specializzazionidi maggior valore

Fioritura degli albicocchi in aprile

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I quaderni di Internationalia — Pag. 18

Un fondo governativo per coordinare progetti e ottimizzare le risorse

— Iniziative

Il governo di Yerevan ha approvato a marzo la creazione di un fondo che sarà utilizzato per promuovere lo sviluppo dell’agricoltura in Armenia.Secondo quel che ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura armeno, Ignaty Arakelyan, uno dei compiti principali del fondo sarà quel-lo di coordinare la realizzazione di tutti i pro-getti agricoli finanziati da istituzioni diverse.

“Il fondo contribuirà a migliorare la qualità e la quantità dei servizi offerti al settore agri-colo, coordinare le attività dei programmi dei donatori, sviluppare l’agricoltura produttiva e assicurare la migliore allocazione possibile del-le risorse”, ha detto Arakelyan sottolineando la necessità di modernizzare l’agricoltura in Armenia attraverso l’introduzione di pratiche e tecnologie innovative.

Per migliorare il monitoraggio e la valutazione degli indicatori agricoli il governo armeno ha deciso di introdurre un sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (georeferenziati).“Il processo di mappatura e zonizzazione del-le aree agricole sarà portato avanti su tutto il territorio nazionale armeno”, ha detto il ministro dell’Agricoltura Ignaty Arakelyan,

Mappare il territorio: questo è il passo preliminare allo sviluppo agricolo

— Tecnologia

aggiungendo che il governo sta negoziando con diverse aziende e agenzie internazionali l’introduzione di un sistema Gis (Sistema in-formativo territoriale).Gli indicatori utilizzati sinora per monitora-re i dati dell’agricoltura in Armenia, secondo Arakelyan, sono infatti basati su informazioni troppo approssimative per elaborare calcoli precisi.“Disporremo di immagini satellitari dell’in-tero territorio armeno - ha aggiunto ancora Arakelyan - e in questo modo avremo un’idea chiara di cosa viene coltivato in Armenia, di quali terreni non sono utilizzati e in quali pro-vince si trovano”.Soltanto dopo aver concluso la mappatura satellitare del territorio armeno, ha concluso Arakelyan, sarà possibile definire le prospet-tive di sviluppo futuro dell’agricoltura e piani per le opportunità d’investimento esistenti.

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Riguarda l’acquisto in leasing di macchinari per l’agricoltura il programma lanciato a maggio dal ministero dell’Agricoltura armeno insieme con l’istituto bancario Acba, società sussidiaria del gruppo francese Crédit Agricole.Annunciando l’avvio del nuovo programma governativo, il viceministro dell’Agricoltura arme-no Robert Makaryan ha sottolineato come siano in corso consultazioni con altri istituti bancari attivi nel Paese per incrementare il numero delle strutture finanziarie coinvolte.“Il mercato è aperto - ha detto Makaryan - più numerosi sono i fornitori e le strutture finanzia-rie inserite nel programma, più conveniente sarà l’acquisto dei macchinari per gli agricoltori e le cooperative contadine”.In base a quel che viene reso noto, il programma è inserito nell’ambito della strategia governati-va per promuovere lo sviluppo delle zone rurali dell’Armenia e riguarda in particolare l’acquisto di trattori, mietitrebbiatrici, aratri, falciatrici, motocoltivatori e altri macchinari che trovano impiego nel settore agricolo. L’acquisto prevede un pagamento in anticipo del 20% del costo del macchinario e un tasso d’interesse del 2% con maturità in un periodo compreso fra tre e 10 anni a seconda del macchinario.

Un programma di leasing aiuterà coope agricoltori ad acquistare macchinari

— Finanza

Ha un costo stimato pari a 1 milione di dol-lari il programma per la realizzazione di un sistema di irrigazione a goccia su 500 ettari di terreni agricoli promosso dal Comitato idrico statale nella piana dell’Ararat.

Ne danno notizia i media locali citando il pre-sidente del Comitato idrico statale, Arsen Ha-rutyunyan. “Il primo sistema per 500 ettari sarà realizzato come parte del programma di costruzione della riserva idrica di Vedi”, ha detto Harutyunyan, ricordando che a regime il programma con-sentirà l’irrigazione di almeno 7500 ettari. In base alle stime rese note, l’introduzione del sistema d’irrigazione a goccia innalzerà la pro-duttività agricola di un tasso compreso tra il 20 e il 40% riducendo al tempo stesso i consu-mi idrici del 50%.

Ararat, annunciata l’introduzione di un sistema d’irrigazione a goccia

— Innovazione

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Prevede l’utilizzo di razzi carichi di ioduro d’argento nella provincia occidentale di Ara-gatsotn e in quella settentrionale di Lori, il

progetto pilota proposto dal governo di Yere-van per contrastare i danni causati all’agricol-tura dalle grandinate improvvise.Ad annunciare il progetto è stato il ministro per le Emergenze, David Tonoyan, spiegando che le due province sono state scelte perché quelle maggiormente esposte a simili rove-sci meteorologici. “Nel solo 2016 - ha detto Tonoyan - i danni causati dalla grandine al settore agricolo armeno sono stati pari a 34 miliardi di dram (pari a circa 70,5 milioni di dollari). Gli studi realizzati hanno dimostrato la necessità di introdurre nuovi metodi di pro-tezione attiva per evitare la distruzione delle coltivazioni”.Nelle intenzioni del governo, l’introduzione di forme attive di protezione antigrandine do-vrebbe contribuire a promuovere lo sviluppo del settore agricolo nazionale.

Il ministero dell’Industria e del Commercio della Russia ha offerto assistenza al ministero dell’Agricoltura armeno per definire un piano d’azione che definisca la realizzazione di depositi per macchinari agricoli e trattori da mettere a disposizione delle aziende cooperative.Secondo il ministro dell’Agricoltura armeno, Ignaty Arakelyan, il contributo della Russia consi-sterà nell’assistenza tecnica necessaria per la costruzione di tali depositi, così come nello studio delle possibili forme di finanziamento per portare a termine le operazioni. Obiettivo dei depositi di macchine e trattori è promuovere la meccanizzazione dell’agricoltura nelle zone rurali dell’Armenia offrendo ai piccoli contadini riuniti in cooperative uno strumento da utilizzare in forma collettiva e condivisa.

A Lori e Aragatsotn un progetto pilota contro i danni da grandinate

— Clima

Sostegno dalla Russia per depositi condivisi di macchinari e trattori

— Cooperative

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Perché il mondomerita di essere raccontato

www.atlasweb.it

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I quaderni di Internationalia — Pag. 22

È la geografia che dà una mano a capire qua-li possano essere i vantaggi dell’Armenia sul fronte dei trasporti e che dà di conseguenza la misura dei progetti in fase di studio. Il comu-ne denominatore di questi progetti è quello di proporre l’Armenia come il punto di passaggio più rapido tra il Golfo Persico e i porti del Mar Nero e allo stesso tempo come tassello fonda-mentale lungo la nuova Via della Seta che la Cina sta perseguendo come proprio obiettivo strategico. Alla posizione geografica corrisponde un siste-ma infrastrutturale che risulta però datato e sul quale il governo di Yerevan ha deciso di inve-stire, sfruttando dove possibile il sistema delle Ppp (Public Private Partnerships). Attualmente l’Armenia dispone di una rete ferroviaria pari a 850 chilometri, di una rete

stradale di 7570 chilometri e di due aeroporti internazionali: lo scalo di Zvartnots a Yerevan e quello Shirak a Gyumri. Il numero di passeg-geri che su base annuale atterrano negli aero-porti armeni è di poco superiore ai due milioni, rispetto a una capacità di 3,5 milioni. L’aeroporto di Zvartnots è anche un terminal cargo con un’area di stoccaggio di 10.000 metri quadrati e una capacità di gestione di 100.000 tonnellate di merci all’anno. Sul fronte degli investimenti, al momento il go-verno è concentrato su due ambiti: infrastruttu-re stradali e infrastrutture ferroviarie. Tre sono i progetti su cui Yerevan sta puntando per dare concretezza alla funzione di hub a cui aspira.Il primo progetto è l’ammodernamento del col-legamento stradale fra Bavra, al confine con la Georgia, e Agarak, al confine con l’Iran. Il

Trasporti

Strade e ferrovie per dare concretezzaalla funzione di hub tra Iran e Georgia

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costo stimato di questo progetto è di 3 miliar-di di dollari. Esso prevede un tracciato di 470 chilometri da percorrere a una media di 100-110 chilometri orari; i tempi di percorrenza sarebbero ridotti della metà rispetto alle 9-10 ore attuali. Il progetto è diviso in cinque tratte, tre delle quali sono già in fase di costruzione. Una volta completato il percorso consentirà di velocizzare i tempi di trasferimento delle merci dal porto iraniano di Bandar Abbas sul Golfo Persico a quelli georgiani di Poti e Batumi sul Mar Nero. Il secondo progetto prioritario è il collegamen-to tra l’aeroporto di Zvartnots e Yerevan. Lo scalo è situato a 12 chilometri di distanza dal centro cittadino e diverse sono le ipotesi prese in considerazione: un collegamento metropoli-tano, la realizzazione di una linea ferroviaria, la realizzazione di un sistema di collegamenti espressi con autobus. Nel primo caso i costi potrebbero variare tra i 950 milioni e gli 1,8 miliardi di dollari; nel secondo caso si va da 77 a 302 milioni; nel caso del sistema di autobus la spesa prevista è di mezzo milione di dollari all’anno. Al momento i collegamenti sono effet-tuati da taxi e minibus.

L’ultimo progetto strategico riguarda la Southern Armenia Railway, la linea ferroviaria da 304 chilometri che dovrebbe inserirsi all’in-terno della nuova Via della Seta collegando an-che in questo caso l’Iran ai porti georgiani sul Mar Nero. Il progetto prevede la realizzazione di 84 ponti (per una lunghezza totale di circa 20 km), 60 tunnel (circa 102 km complessivi) e 27 stazioni.

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È cominciata la prima fase dei negoziati tra Armenia e Unione Europea in merito a un accordo globale sui trasporti aerei. Ne dan-no notizia i media specializzati, sottolinean-do come l’accordo in questione riguarderà lo spazio aereo comune per garantire ai passeg-geri un servizio di maggiore qualità e scelta e incoraggiare la competitività internazionale dell’industria aeronautica europea.La conclusione di un accordo sui trasporti ae-rei tra Armenia e Unione Europea compren-derà l’introduzione degli standard di sicurezza europea, oltre alla possibilità per le compagnie aeree armene ed europee di operare collega-

menti senza alcuna limitazione o interferenza statale ma solo sulle proprie valutazioni com-merciali.

Trasporti aerei, avviati i negoziati con l’Europa per un accordo globale

— Aviazione civile

Il governo di Yerevan è intenzionato ad atti-rare investitori privati interessati a finanziare i lavori per costruire la tratta ferroviaria desti-nata a collegare l’Armenia con l’Iran.“In base a una stima molto approssimativa il costo per la costruzione di questa ferrovia è pari a circa tre miliardi di dollari - ha detto il ministro dei Trasporti armeno, Vahan Marti-rosyan - e al momento sono allo studio diver-se opzioni, tra cui la possibilità di collegare la futura ferrovia alla tratta già esistente lungo la costa del lago Sevan oppure attraverso la piana dell’Ararat”.I media armeni ricordano che un accordo per la costruzione di una ferrovia tra Armenia

e Iran era stato firmato dai due governi nel 2009 e che nel 2012 il governo armeno aveva garantito una concessione della durata di 50 anni alla società emiratina Rasia FZE per la costruzione e la gestione dell’opera. Nel 2013, la Rasia FZE ha concluso lo studio di fattibi-lità sulla costruzione di una linea lunga 305 chilometri, inclusi 84 ponti e 60 tunnel. Se-condo lo studio, la ferrovia avrà la capacità di trasportare 25 milioni di tonnellate di merci all’anno.I lavori, che non sono ancora cominciati a causa della necessità di individuare le risor-se finanziarie, avranno una durata prevista di circa sei anni.

Aperta al finanziamento di investitoriprivati la via ferrata verso l’Iran

— Progetti

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Il primo ministro armeno Karen Karapetyan ha istruito il ministero dei Trasporti a lavorare per la realizzazione di una rete unificata dei trasporti nazionali e per costruire nuove stra-de al fine di facilitare i collegamenti interni e verso i Paesi vicini, in particolare verso la Ge-orgia e l’Iran.A questo scopo il ministro dei Trasporti,

Vahan Martirosyan, ha deciso di creare un comitato con l’incarico di valutare le condi-zioni tecniche di strade e autostrade di rilievo nazionale e regionale. Secondo quel che viene riportato dai media locali, il primo ministro ha chiesto a tutte le amministrazioni locali di fornire informazioni complete sullo stato delle infrastrutture dei trasporti e sui flussi di traffico e passeggeri in modo da poter definire un programma delle opere necessarie.Tra i progetti allo studio i media citano la costruzione di una nuova autostrada lunga 90 chilometri tra Vanadzor, la terza città più grande dell’Armenia situata 130 chilometri a nord di Yerevan, e Bagratashen al confine con la Georgia. Altro progetto proposto dal governo è l’introduzione di un sistema di bi-glietteria unificato per tutti i servizi dei mezzi pubblici nella capitale.

Al lavoro con l’obiettivo di una rete unificata dei trasporti nazionali

— Strategie

Sono pari a poco più di 185 milioni di dollari i fondi necessari nei prossimi 5-7 anni per la riabilitazione della rete stradale in Armenia.A dirlo è stato il ministro dei Trasporti, Vahan Martirosyan, ricordando che i fondi stanziati dal governo ogni anno a tale scopo sono equi-valenti a circa 15 milioni di dollari e pertanto insufficienti alle opere di riabilitazione neces-sarie a garantire la sicurezza del passaggio di camion e altri mezzi pesanti.

“Stiamo cercando fonti finanziarie alternati-ve - ha detto Martirosyan - che ci consentano di procedere con i lavori necessari altrimenti saremo costretti a chiudere alcune tratte al traffico dei mezzi pesanti”.Tra le strade potenzialmente a rischio di chiu-sura figurano la tratta che collega i comuni di Sisian e Goris nella provincia meridionale di Syunik e quella tra Vardenis e il confine con l’Azerbaigian.

Servono fondi per la manutenzione,a rischio chiusura alcune strade

— Sistema viario

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I quaderni di Internationalia — Pag. 26

Un buon mix energetico, una domanda in cre-scita, potenziali mercati per l’export ma anche una capacità di generazione di energia troppo legata a centrali vecchie almeno di 40 anni (circa il 50% del totale). Il quadro energeti-co dell’Armenia si presenta in estrema sintesi come un campo in fermento e che necessita di cambiamenti. L’impegno espresso dal gover-no è quello di rafforzare lo sviluppo di nuove capacità di generazione per rispondere a una crescita della domanda che fino al 2013 è stata nell’ordine del 4% all’anno e che si attesterà sul 2% annuo. Per questo motivo, l’Action Plan approvato nel 2014 prevede la costruzione di una nuova centrale termica da 250/450 MW che andrà a sostituire quella di Hrazdan. Sono poi previsti investimenti nell’energia nucleare, rinviati nel passato per motivi finanziari.

Secondo i dati più recenti, nel 2015 la distri-buzione di energia per tipologia è stata come segue: 35,9% da centrali termiche; 28,3% da centrali idroelettriche (di cui il 10,7% da mi-ni-centrali); 35,8% da centrali nucleari. Il governo sta progettando l’implementazione di una serie di progetti per migliorare le linee di trasmissione. Particolare attenzione sarà dun-que riservata alla linea Armenia-Georgia e alla linea Iran-Armenia. Anche in considerazione del piano messo a pun-to, lo spazio per le rinnovabili risulta evidente e usufruirà di incentivi. Entro il 2018 l’Armenia si doterà di un programma destinato a favorire la diffusione di microunità per la produzione di energia rinnovabile. Saranno inoltre realizzate centrali solari e si darà supporto a iniziative private per la costruzione di centrali eoliche.

Energia

Centrali più moderne, nuove linee e spazio alle rinnovabili le priorità

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Il ministero armeno dell’Energia, delle Infra-strutture e delle Risorse naturali ha annunciato la creazione di una commissione ad hoc per sostenere lo sviluppo di progetti fotovoltaici di grande dimensione nel territorio naziona-le. Della commissione faranno parte rappre-sentanti dello stesso ministero dell’Energia, di quello delle Finanze, dello Sviluppo economico e degli Investimenti, della Giustizia e della Pro-tezione ambientale, oltre a rappresentanti della Banca centrale e della Commissione di regola-mentazione di servizi di Stato.In base a quel che è stato reso noto la com-missione si occuperà in questa sua prima fase di seguire la costruzione di sei impianti per una capacità combinata di almeno 110 MW. Il primo riguarda lo sviluppo di un progetto da

Una commissione ad hoc aiuterà i progetti fotovoltaici su larga scala

— Rinnovabili

Il gruppo Renco di Pesaro lo scorso marzo ha dato avvio ai lavori per la costruzione di una nuova centrale a gas a ciclo combinato da 234 MW nei pressi di Yerevan. Secondo quel che viene riportato dai media locali, la nuova cen-trale sorgerà a fianco di un altro impianto da 242 MW alimentato con gas naturale fornito via gasdotto dall’Iran ed entrato in funzione nel 2010, che ha già consentito un forte ab-battimento dei costi dell’energia grazie a ren-dimenti molto più elevati di quelli delle centra-li costruite in epoca sovietica (160 dram per

chilowattora rispetto ai 400 degli impianti più obsoleti). L’investimento previsto per la nuova centrale ammonta a 115 milioni di dollari.Alla cerimonia d’inaugurazione dei lavori erano presenti tra gli altri il presidente della Repubblica Serzh Sargsyan, l’amministratore delegato del gruppo Renco, Giovanni Rubini, e l’ambasciatore d’Italia a Yerevan, Giovanni Ricciulli.Renco opera in Armenia già da diversi anni con investimenti in particolare nel settore im-mobiliare, alberghiero e delle costruzioni.

Renco avvia i lavori per una centrale a ciclo combinato a Yerevan

— Gas

55 MW a Masrik, nella provincia orientale di Gegharkunik.A maggio il ministero dell’Energia ha reso noto che dieci aziende si sono prequalificate alla gara e dovranno inviare le loro proposte entro il 16 giugno. Il procedimento di gara do-vrebbe concludersi entro metà 2018 e prevede un investimento compreso tra circa 35 e 55 milioni di dollari.

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I quaderni di Internationalia — Pag. 28

Dovrebbe essere pubblicato verso la fine del 2018 il bando di gara per la costruzione della centrale geotermica da 30 MW a Karkar, nella provincia meridionale di Syunik.A renderlo noto è stato il vi-ceministro dell’Energia, Hayk Harutyunyan, ricordando che il sito di Karkar è stato selezionato dopo la realizzazione di uno stu-dio di fattibilità e di perforazioni esplorative finanziate dalla Banca Mondiale.Secondo le stime preliminari, la centrale geotermica dovrebbe es-sere in grado di operare per 7000

ore all’anno e produrre tra i 200 e i 250 milioni di chilowattora di elettricità.Lo sviluppo del progetto ha un costo previsto pari a circa 100 milioni di dollari.

A bando una centrale geotermica da realizzare nella provincia di Syunik

— Progetti

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Giugno 2017 — Pag. 29

Tesoro già coltivato ai tempi dell’Unione So-vietica, l’Armenia ha mantenuto e fatto cresce-re le proprie competenze nell’Information & Communication Technologies (Ict) raggiun-gendo nel 2016 quota 510 milioni di dollari in termini di fatturato (dati Kpmg). Per ave-re un’idea del salto in avanti fatto in questo particolare settore, basti pensare che nel 2011 il fatturato era stato di 143 milioni di dolla-ri; nello stesso periodo di tempo il contributo alla ricchezza nazionale è passato dall’1,4% al 4,7%. Secondo stime governative l’Ict potreb-be superare il miliardo di dollari di fatturato già nel 2018. Il periodo 2011-2016 ha visto anche crescere il numero di aziende coinvolte, passate da 261 a 550, grazie a un ambiente di lavoro e a com-

petenze acquisite che hanno di fatto attratto nel Paese gli investimenti delle grandi multi-nazionali, con ricadute positive sul mercato occupazionale. Questa impetuosa crescita (a ritmi del 20-22% all’anno) sembra dunque destinata a continuare almeno nel breve e medio periodo, tanto che il governo spera che entro il 2018 si creino 14.000 posti di lavoro aggiuntivi ri-spetto ai 7000 ora registrati nel settore. La maggior parte delle imprese attive opera nel campo del software development, con il 24% del totale del segmento impegnato nel Customized software and outsourcing ac-counts. L’export è diretto soprattutto verso Stati Uniti e Nord America (79%), quindi Eu-ropa (11%), Russia e Csi (8%).

Ict

Un’expertise unica che aggiungericchezza all’intera economia

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I quaderni di Internationalia — Pag. 30

Un gruppo di lavoro composto da esperti go-vernativi e rappresentanti del settore priva-to ha presentato a gennaio al primo ministro Karen Karapetyan una proposta di riforma dell’istruzione tecnica in Armenia che ha come obiettivo quello di espandere ulteriormente il settore delle tecnologie dell’informazione e del-le comunicazioni.Secondo le informazioni riferite da varie fonti locali, la proposta di riforma del settore dell’i-struzione consentirà di risolvere il problema della scarsità di figure professionali che inte-ressa le aziende dell’Ict attive nel Paese.Secondo i rappresentanti dell’industria coin-

Riformare l’istruzione può aiutare a rispondere alle esigenze del mercato

— Formazione

Sono entrati in vigore lo scorso 8 aprile gli emendamenti alla legge sull’assistenza dello

Stato al settore delle tecnologie dell’informa-zione che erano stati approvati dal governo di Yerevan a marzo.A darne notizia è la società internazionale di servizi di revisione e organizzazione contabile Ernst&Young, specificando che gli emenda-menti estendono per altri cinque anni gli in-centivi fiscali concessi alle startup del settore Ict.In base a quel che viene reso noto, gli incentivi prevedono l’esenzione dall’imposta sui redditi societari per le startup, nonché una tassazione agevolata fissa al 10% sugli stipendi dei di-pendenti per quelle aziende con uno staff che conta fino a 30 persone.

Nuovi incentivi fiscali per l’industria delle tecnologie dell’informazione

— Tasse

volti nel gruppo di lavoro, infatti, è necessa-rio formare tra le 2000 e le 4000 nuove figure professionali tecniche ogni anno per far fronte alle richieste del settore privato.Attualmente sono circa 1300 gli studenti lau-reati ogni anno presso le università armene in materie legate alle tecnologie dell’informazio-ne e della comunicazione pronti a inserirsi nel mondo del lavoro.

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Giugno 2017 — Pag. 31

Si terrà dal 29 settembre al 1° ottobre 2017 a Yerevan la prossima edizione del DigiTec Expo, il principale appuntamento espositivo dedicato alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Armenia e nella regio-ne del Caucaso.All’edizione di quest’anno è attesa la parteci-pazione di almeno 120 aziende in qualità di

In autunno a Yerevan il DigiTec Expo,piattaforma di incontro fra aziende Ict

— Fiere

Belgio, Bolivia, Francia e Stati Uniti sono le destinazioni dei primi quattro addetti per le tecnologie dell’informazione e della comuni-

cazione che il governo di Yerevan ha inviato presso le proprie rappre-sentanze diplomatiche all’estero.A segnalarlo sono i media specia-lizzati, aggiungendo che la deci-sione di inviare addetti tecnologici presso le ambasciate è parte di un programma sviluppato dal Cen-tro per la scienza e la tecnologia dell’Armenia (Astc) in collabora-zione con il ministero dei Trasporti e delle Tecnologie dell’informazio-ne e della comunicazione.Una volta a regime, il programma prevede l’apertura di 16 uffici di rappresentanza in altrettanti Paesi ritenuti i mercati più interessanti e

promettenti per lo sviluppo delle Ict a livello mondiale e per le potenzialità dell’industria armena specializzata in questo ambito.

Addetti Ict in quattro ambasciate, così l’Armenia ‘allarga’ le frontiere

— Diplomazia economica

espositori, mentre durante i tre giorni di fiera sono attesi più di 60.000 visitatori professio-nali provenienti da tutti i Paesi della regione.L’evento si propone come la più importante piattaforma di incontro tra aziende delle Ict armene e internazionali e sarà inaugurato alla presenza del presidente della Repubblica, Ser-zh Sargsyan.

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I quaderni di Internationalia — Pag. 32

Sapere antico e industria moderna,le chiavi di un settore chiave

L’industria tessile è una delle industrie più an-tiche presenti in Armenia e sicuramente questo è uno dei motivi che la rende oggi tra le più competitive, con circa 60 aziende attive e un’i-stituzione, l’Armenia Fashion Council, che ne promuove immagine e interessi a livello inter-nazionale.Una competitività evidenziata dai numeri. Tra il 2010 e il 2015, secondo i dati forniti dal go-verno, le esportazioni sono raddoppiate e sono aumentati i contratti firmati con grandi catene internazionali, anche italiane. I principali centri di produzione sono concen-trati a Yerevan, Gyumri, Vanadzor e Spitak, luoghi in cui oltre a personale preparato si trovano quelle maestranze in grado di fare la differenza. Il principale cliente dell’Armenia in

questo specifico ambito è l’Italia, che da sola copre il 43% delle esportazioni, seguita da Rus-sia (35%), Germania (18%), e Francia (1,3%).

Tra i prodotti principali si annoverano cappot-ti, impermeabili, mantelli, giacche a vento, ve-stiti, giacche, tute da lavoro, pantaloni. L’industria in crescita apre opportunità per for-me di partenariato commerciale ma anche per il trasferimento di tecnologie e know-how.

Tessile

Un ambito che crescee che ha nell’Italiail più grande partner

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Giugno 2017 — Pag. 33

Per far fronte all’incremento della produzio-ne le aziende tessili armene devono realizzare importanti investimenti per ammodernare i propri macchinari: a dirlo in un’intervista ri-lasciata ai media locali è stato il responsabile del Dipartimento per lo sviluppo industriale del ministero armeno dello Sviluppo econo-mico e degli Investimenti, Armen Yeganyan, ricordando che nel Paese sono presenti più di 80 aziende che operano nella produzione di abbigliamento, più di 20 nella produzione di fibre tessili e oltre una trentina nel settore calzaturiero.

Il governo armeno ha approvato lo scorso marzo un provvedimento attraverso il quale ha aggiornato l’elenco dei beni - importati da aziende o singoli imprenditori - esentati dall’obbligo di pagamento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).La notizia è stata diffusa dalla società di servi-zi internazionale Ernst&Young, che ha anche indicato il 1° gennaio 2018 come data a par-tire dalla quale le esenzioni cominceranno a essere applicate.In base a quel che viene reso noto, a essere esentati dall’Iva saranno macchinari indu-striali, attrezzature e materie prime in parti-

Secondo i dati resi noti da Yeganyan, a gen-naio 2017 è stato registrato un aumento della produzione di abbigliamento del 60% rispetto all’anno precedente, mentre la produzione di fibre tessili è cresciuta di tre volte.

colare destinati al settore dell’industria tessile e manifatturiera.

Previsti investimenti dalle aziendetessili locali per avere più produzione

— Innovazione

Esenzione dell’Iva sull’importazione di macchinari industriali

— Incentivi

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I quaderni di Internationalia — Pag. 34

Il gruppo tessile armeno Sasstex ha avviato un progetto in collaborazione con il governo di Yerevan per promuovere lo sviluppo in-dustriale nella provincia nord-occidentale di

È pari a due milioni di dollari il finanziamento concesso dal governo della Russia all’Organizza-zione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido) per la realizzazione della seconda fase di un programma destinato a sostenere lo sviluppo dell’industria tessile in Armenia.Lo ha comunicato la responsabile dei programmi di Unido in Armenia, Anahit Simonyan, speci-ficando che l’obiettivo è rafforzare la posizione dell’Armenia nei mercati internazionali.Lanciato nel 2014, il programma di Unido ha contribuito alla creazione di una scuola di moda a Yerevan in collaborazione con l’Istituto di Moda Burgo di Milano.In questa seconda fase il programma sarà concentrato in particolare nel rafforzamento delle piccole e medie imprese armene impegnate nella produzione tessile, di abbigliamento, pellami e calzature anche attraverso la fornitura di macchinari.

Shirak. La prima fase di tale progetto è stata già completata con l’apertura a gennaio di un centro di formazione professionale ad Artik.In base a quel che viene riportato dai media locali, il nuovo centro è destinato in particola-re alla formazione del personale in vista della realizzazione nella stessa cittadina di Artik di una fabbrica tessile.Il direttore di Sasstex, Christian Gelici, ha reso noto che l’impianto sarà realizzato rin-novando due strutture industriali attualmente inutilizzate. “Puntiamo ad aprire due fabbri-che ad Artik - ha detto Gelici - per un investi-mento complessivo pari a circa 13,5 milioni di dollari. Nella prima vogliamo produrre abbi-gliamento professionale, mentre nella secon-da dovremmo realizzare capi d’abbigliamento per il marchio spagnolo Zara: l’obiettivo è destinare circa il 90% della produzione all’e-sportazione verso i mercati europei”.

Nello Shirak un centro di formazione e la riabilitazione di due fabbriche

— Export

Sostegno della Russia al programma di Unido per lo sviluppo del tessile

— Cooperazione

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Il cristianesimo ha avuto un ruolo immensa-mente importante nel dare forma all’Armenia di oggi e al popolo armeno. Ha permeato così profondamente la cultura che oggi, 1700 anni dopo la proclamazione del cristianesimo qua-le religione di Stato (nel 301 l’Armenia fu la prima nazione a prendere questa decisione), turismo significa anche ripercorrere le tappe di questo processo, visitare i luoghi della reli-gione e respirare questa spiritualità che emer-ge anche dalle migliaia di croci di pietra (kha-tchkar) sparse un po’ dappertutto. Secondo i dati del World Travel and Tourism Council, il turismo ha generato nel 2016 ri-messe pari al 13,7% del pil, dato che ne fa uno dei settori più importanti dell’economia. Un ruolo destinato a crescere perché, secon-

do le stime dello stesso organismo, il numero dei turisti aumenterà. Se nel 2016 sono stati registrati 1,25 milioni di presenze straniere e 980.000 turisti armeni, nel 2020 i turisti stranieri ammonteranno a 2,5 milioni mentre quelli nazionali saliranno a 1,5 milioni.In aumento è il numero dei turisti provenien-ti dall’Italia. In totale, sulla base dei dati del Servizio nazionale di statistica, il 26% dei tu-risti stranieri proviene dall’Unione Europea, il 25,7% da Russia e Paesi Csi, il 18,2% da Paesi dell’Est asiatico, il 17% dall’Iran, il 10% dagli Stati Uniti, il 3,3% dalla Georgia. La crescita del turismo comporterà una cresci-ta dell’offerta di ospitalità e servizi con investi-menti in nuovi hotel, strutture ricettive, infra-strutture e ristorazione.

Visitatori in crescita anche dall’Italia,ora bisogna migliorare i servizi

Turismo

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I quaderni di Internationalia — Pag. 36

Con l’aumento degli arrivi di turisti stranieri, cresce in Armenia la richiesta per costruire nuove strutture alberghiere: a sottolinearlo è stata la presidente ad interim del Comitato statale per il turismo del ministero dello Sviluppo economico e degli Investimenti, Zarmine Zeytuntsyan.“Sono in corso iniziative - ha detto Zeytuntsyan - per lo sviluppo di nuove infrastrutture in nu-merose località turistiche, come per esempio Tsakhkadzor, Jermuk e Sevan. Parliamo di alberghi e altre strutture ricettive, ma anche di strade, aeroporti e strutture per attività ricreative”.Attualmente, secondo i dati resi noti, in Armenia sono presenti 340 alberghi, il 36% dei quali è situato nella capitale Yerevan. La domanda di nuove strutture ricettive riguarderà sia alberghi di livello medio che hotel e resort di livello alto.

Con l’incremento dei turisti aumentail bisogno di nuove strutture ricettive

— Ospitalità

Prevede un investimento pari ad almeno 95 milioni di dollari il progetto di sviluppo delle infrastrutture turistiche presso la stazione di Halidzor, punto di partenza della funivia di Tatev, nella provincia meridionale di Syunik.Ad annunciarlo è stato il primo ministro Ka-ren Karapetyan, specificando che il progetto denominato Tatev Gate include la costruzione di un centro informazioni, strutture ricreative e di servizio, ristoranti e un centro museale.Il progetto dovrebbe essere realizzato sulla base di un partenariato pubblico-privato e consentirà di creare 1500 nuovi posti di lavo-ro, incrementando il flusso turistico nella re-gione fino a 400.000 visitatori all’anno.Inaugurata nel 2010, la funivia di Tatev, con i suoi 5,7 chilometri, è la funivia aerea più lun-ga del mondo e collega il villaggio di Halidzor con il monastero di Tatev.

Halidzor è un piccolo comune di poche cen-tinaia di abitanti situato in una scenografica zoa del sud dell’Armenia. Uno sviluppo in questa zona avrebbe certamente riflessi posi-tivi sul turismo, con particolare riferimento-all’Iran che già adesso è tra i principali Paesi di provenienza di quanti scelgono l’Armenia come meta delle proprie vacanze.

Investimento milionario ad Halidzor,dopo la funivia servono gli alberghi

— Progetti

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Il primo ministro armeno Karen Karapetyan ha annunciato l’intenzione di voler realizzare un piano integrato per lo sviluppo turistico di Ashtarak, località situata a una ventina di chi-lometri a nord di Yerevan e considerata uno dei più importanti centri culturali del Paese.L’obiettivo è integrare nel piano di sviluppo la realizzazione di infrastrutture civili e progetti per l’ospitalità in modo di trasformare Ashta-rak in una destinazione privilegiata per il turi-

Vanadzor, Jermuk, Dilijan, Tsakhkadzor e Ashtarak sono le cinque località interessate alla prima fase di un programma di sviluppo dei progetti turistici in Armenia finanziato dalla Banca asiatica di sviluppo con un presti-to del valore pari a 50 milioni di dollari.Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ammi-nistrazione e dello Sviluppo territoriale, Davit

Lokyan, specificando che nel programma sarà coinvolto anche il settore privato e che pro-prio per questo motivo e per il tipo di appor-to previsto i fondi a disposizione dovrebbero moltiplicarsi in volume.In base a quel che viene riportato dai media locali, 20 milioni di dollari saranno destinati allo sviluppo di Vanadzor, nella provincia di Lori, 10 milioni andranno a progetti da re-alizzare nella rinomata stazione sciistica di Tsakhkadzor nella provincia di Kotayk, altri 10 milioni per la località montana di Jermuk nella provincia di Vayots Dzor, 6 milioni per Dilijan nella provincia di Tavush e infine 4 milioni per Ashtarak, capoluogo della provin-cia di Aragatsotn. Lo sviluppo di un turismo di qualità e legato alle attività invernali è tra gli obiettivi del governo di Yerevan nel corso di rafforzamento dell’economia nazionale.

Progetti di sviluppo in cinque centricittadini a favore del turismo di qualità

— Lavori in corso

Allo studio un piano integrato turisticoper Ashtarak come meta culturale

— Infrastrutture

smo culturale in Armenia.Secondo quanto riportato dai media loca-li, una volta definito il piano di sviluppo, i progetti saranno realizzati sulla base di par-tenariati tra settore pubblico e privato (Ppp) in modo da riuscire a mobilitare maggiori in-vestimenti. L’opzione di investimenti in Ppp è una delle strade seguite dall’esecutivo per otte-nere le risorse finanziarie necessarie all’imple-mentazione di vari progetti.

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NOTE

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I quaderni di Internationalia — Pag. 40