Armamento Romano e Legione

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1 LEGIONARI I legionari erano il fulcro dell' Esercito romano. Ogni fante era dotato di una tunica rossa sopra la quale era tenuta la corazza che poteva essere di cuoio lorica hamata (usata dai legionari impiegati nelle flotte navali) o a piastre lorica segmentata. Attorno alla parte bassa del busto c'èra il cingulum ossia una cintura. Nell' armamentario troviamo un gladium una corta ma robusta spada adatta al corpo a corpo tenuta nel fodero sulla destra del legionario, un coltello o daga chiamato pugio tenuto sulla sinistra, ed un pilum ossia una specie di lancia molto maneggevole da usare contro le cariche nemiche. Da non dimenticare lo scudo rettangolare in legno di faggio e rinforzato in ferro ( scutum), e l'elmo (cassis). Ogni legionario aveva inoltre uno "zaino tattico" dove portava tutto il suo stretto necessario. Con la riforma di Diocleziano, il legionario si trasforma nuovamente, e viene dotato di una spatha cioè di una spada lunga adatta a colpire da cavallo, di una lunga lancia detta hasta, di uno scudo tondo, e una cotta di maglia come protezione per il busto. Questo tipo di legionare quindi diventa una sorta di cavaliere addestrato all'occorrenza anche al combattimento appiedato. Indossare l' equipaggiamento del legionario non era una cosa semplicissima e richiedeva un po' di tempo: appena alzato il legionare indossava la tunica rossa che era di base uguale per tutti anche per i cavalieri e per gli ausiliari, e le caligae, una sorta di sandali con la suola borchiata per evitarne il rapido consumo; questi calzari erano molto comodi e davano anche una notevole stabilità al soldato durante il combattimento appiedato o la marcia proprio grazie alle borchie che evitavano di scivolare sul terreno, sopratutto se bagnato. Sopra la tunica si indossava quindi l'armatura la lorica che era la parte più pesante, questa si indossa come una sorta di busto, e si chiudeva poi con dei lacci anteriormente (vedi illustrazione a lato) A questo punto si stringeva la cintura o cingulum appesa alla quale veniva posto il pugio una specie di piccolo coltello. A questo punto si prendeva il fodero del gladio che era posto sulla destra, e veniva appeso ad una cinghietta di cuoio che si appoggiava sulla spalla sinistra, e si faceva passare sotto il cingulum per tenerlo fermo. Per ultimo il legionario si legava attorno al collo un ampio fazzoletto rosso arrotolato, (ancora in uso dalle nostre forze armate!) e lasciato con due estremità pendenti.

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LEGIONARI

I legionari erano il fulcro dell' Esercito romano. Ogni fante era dotato di una tunicarossa sopra la quale era tenuta la corazza che poteva essere di cuoio lorica hamata(usata dai legionari impiegati nelle flotte navali) o a piastre lorica segmentata.

Attorno alla parte bassa del busto c'èra il cingulum ossia una cintura. Nell' armamentariotroviamo un gladium una corta ma robusta spada adatta al corpo a corpo tenuta nel foderosulla destra del legionario, un coltello o daga chiamato pugio tenuto sulla sinistra, ed unpilum ossia una specie di lancia molto maneggevole da usare contro le cariche nemiche. Danon dimenticare lo scudo rettangolare in legno di faggio e rinforzato in ferro (scutum), el'elmo (cassis). Ogni legionario aveva inoltre uno "zaino tattico" dove portava tutto il suostretto necessario.Con la riforma di Diocleziano, il legionario si trasforma nuovamente, e viene dotato di unaspatha cioè di una spada lunga adatta a colpire da cavallo, di una lunga lancia detta hasta,di uno scudo tondo, e una cotta di maglia come protezione per il busto. Questo tipo dilegionare quindi diventa una sorta di cavaliere addestrato all'occorrenza anche alcombattimento appiedato.

Indossare l' equipaggiamento del legionario non era una cosasemplicissima e richiedeva un po' di tempo: appena alzato illegionare indossava la tunica rossa che era di base uguale per tuttianche per i cavalieri e per gli ausiliari, e le caligae, una sorta disandali con la suola borchiata per evitarne il rapido consumo; questicalzari erano molto comodi e davano anche una notevole stabilità alsoldato durante il combattimento appiedato o la marcia propriograzie alle borchie che evitavano di scivolare sul terreno, sopratuttose bagnato. Sopra la tunica si indossava quindi l'armatura la loricache era la parte più pesante, questa si indossa come una sorta dibusto, e si chiudeva poi con dei lacci anteriormente (vediillustrazione a lato) A questo punto si stringeva la cintura ocingulum appesa alla quale veniva posto il pugio una specie di

piccolo coltello. A questo punto si prendeva il fodero del gladio che era posto sulla destra,e veniva appeso ad una cinghietta di cuoio che si appoggiava sulla spalla sinistra, e sifaceva passare sotto il cingulum per tenerlo fermo. Per ultimo il legionario si legava attornoal collo un ampio fazzoletto rosso arrotolato, (ancora in uso dalle nostre forze armate!) elasciato con due estremità pendenti.

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Ora si indossava l'elmo chiamato cassis, si prendeva il pilum lo scudo detto scutum, e il

legionario era pronto!

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COME COMBATTEVA

Il legionare generalmente combatteva spalla a spalla con i suoi compagni cioè uno accantoall'altro, con lo scudo ben posto davanti a lui, a protezione della parte frontale del corpo, eil gladius/pilum nella mano destra. Il pilum veniva usato contro la cavalleria, o contro lecariche nemiche di fanteria: questo strumento bellico è composto da un'asta di legno, e diuna punta di ferro lunga e sottile, fatta in modo che quando si infilza nello scudo delnemico si storce e non si può più sfilare per essere rilanciata. Quindi il pilum era la primaarma che il legionario usava in battaglia. Lanciato il pilum al nemico, il legionare estraeva ilgladio che al contrario di quanto si pensa si trova sulla destra, per non intralciare la manosinistra che tiene lo scudo. Il gladio era usato come una sorta di pugnale, il legionarioquando combatteva faceva dei movimenti con il braccio simili a degli affondi rapidi matenendo sempre lo scudo davanti a sé. Nel qual caso perdeva il gladio sulla sinistradell'armatura aveva un fodero con un pugnale detto pugio. Lo scudo come arma difensivaera studiato per essere leggero, e resistente, e la sua forma rettangolare allungata perproteggere tutto il busto, in tal modo i legionari disposti uno accanto all'altro formavanoun lungo muro che si contrapponeva alla spinta del nemico. E uno dei motivi che favorì

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l'emergere dei legionari fu proprio la contrapposizione diordine e compattezza al disordine dei barbari.

PRETORIANIILa guardia Pretoriana viene istituita per la prima volta daOttaviano nel 27 d.C. su imitazione delle guardie

personali dei generali della tarda Repubblica. Sebbene il nome diquesta unità era Cohortes Praetoriae cioè Coorti Pretoriane di fatto si trattava di una legioneche all'Epoca di Tiberio aveva non soltanto dieci coorti ma anche un castrum. I Pretorianierano comandati dal Prefectus Praetorio, di rango equestre. Solitamente entravano a fareparte di questo corpo solo soldati scelti e valorosi oppure ufficiali ma sempre provenientidalla Provincia Italia. Da semplice guardia all'Imperatore la Legione Pretoriana diventòanche la guardia di Roma insieme alle Cohortes Urbanae, e negli ultimi anni dell'Impero"strumento politico assai persuasivo". La legione era forte di 5000 uomini divisi in 10 coortida 500 uomini ciascuna. Ogni coorte era comandata da un tribuno militare. Inoltre uno odue manipoli comandati da un centurione detto Trecenarius formavano la guardia d'onoredell'Imperatore ed erano quelli che montavano la guardia a Palazzo. Facevano sempreparte dei Pretoriani gli Equites Singulares, ossia la cavalleria personale dell'Imperatorecreata da Traiano: forti inizialmente di 500 e poi di 1000 uomini erano comandati da untribuno, ed erano suddivisi in turmae come gli altri cavalieri.Le Coorti Pretoriane furono sciolte da Costantino il Grande poiché gli si opposero nellabattaglia di Ponte Milvio a Roma durante lo scontro con Massenzio per il controllodell'Impero.La paga annua dei Pretoriani ammontava a 750 denari al tempo di Augusto ma fu portataa 1.000 denari nel I secolo, a 1.500 nel II secolo, a 2.250 nel III secolo d.C.

EQVITESLa cavalleria aveva svariati compiti ma i principali erano operazioni di fiancheggiamento,azioni di supporto e di esplorazione. Ogni cavaliere era dotato di due spade di una lancialunga e flessibile di legno, di uno scudo ovale e un' elmo ed un' armatura leggera di solitodi cuoio o una cotta di maglia, mentre la cavalleria pesante era dotata inoltre una spadalunga per poter meglio colpire i nemici appiedati. La cavalleria prenderà maggioreimportanza sopratutto verso la seconda metà del IV secolo d.C. In questo periodo inoltre sitrasformerà, passando da una cavalleria leggera a una cavalleria catafratta armatapesantemente e utilizzata per irrompere sulle masse barbare.

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AVXILIAGli auxilia eranofanti appiedatiarmati moltoleggermente e

utilizzati per azioni di sostegno edaiuto alla fanteria pesante. Gliausiliari erano molto rapidi neglispostamenti e nelle operazioni:armati di spade, pilum o fionde, compivano azioni di disturbo e di"distrazione", ossia tenevano impegnati i nemici su una parte debole della formazione,oppure semplicemente attaccavano una parte dello schieramento nemico.Esistevano inoltre una serie di truppe ausiliarie che provenivano da svariati puntidell'Impero e che possedevano delle specialità particolari, come i cavalieri della Numidia, icavalieri germani, i frombolieri delle Baleari ed altri. Erano comunque truppe extra, chenon rientrano nella composizione regolare della legione, eccetto la fanteria leggera, e gliarcieri appiedati. Gli ausiliari non erano cittadini, ma acquistavano l'ambita cittadinanzaromana al termine del servizio militare. Erano raggruppati in diversi modi in base alle lorocaratteristiche e comandate sempre da un ufficiale romano: la cavalleria era inquadratanelle alae equitum comandate da un Praefetus equitum; la fanteria alleata era inquadrata incoorti da cinquecento (cohors quigenaria) o seicento (cohors sexgenaria) uomini, queste coortierano comandate da un Praefectus cohortis; gli altri ausiliari in genere erano inveceinquadrati in numeri ossia unità che conservavano i loro caratteri etnici (costume,armamento, lingua). Nella legione erano sempre presenti degli ausiliari regolari particolaricome i ballistarii, ossia gli addetti alle macchine d'assedio (onagri, balliste, scorpioni, arieti)

SAGITTARII

Rientrano tra i corpi di ausiliari più adoperati. Erano utilizzati per colpire a distanza i fantinemici, ma anche la cavalleria, e talvolta utilizzavano delle frecce incendiarie, chemettevano in fuga eventuali animali (come elefanti, cavalli...) usati nella battaglia. Gliarcieri oltre all'arco ed alla faretra erano armati con un pugio, una lorica leggera come unacotta di maglia, ed un elmo. Solitamente erano raggruppati in coorti da cinquecentouomini ed erano disposti dietro alla seconda fila di coorti legionarie. Esistevanoprincipalmente tre tipi di arcieri:- Gli arcieri semplici armati con un arco convenzionale.- Gli arcieri siriani che provenivano dalle Province orientali ed utilizzavano un arco"composito", cioè composto da più materiali sovrapposti (come legno, corno, metallo edaltri), che permetteva quindi una gittata molto più ampia (oltre 300 m).- Gli arcieri a cavallo della Mesopotamia avevano la peculiarità di combattere a cavallo, edi utilizzare archi piccoli facilmente maneggevoli. Principalmente venivano impiegati percontrastare gli attacchi della cavalleria partica. Questi cavalieri erano detti equites sagittariie al contrario degli altri arcieri erano organizzati in numeri.

LEGATVS LEGIONIS

E' colui che comanda e dirige la legione e ne è il diretto responsabile sia nella Vittoria chenella disfatta. Nella Repubblica erano i Consoli stessi a dirigere le legioni, ma talvolta le

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affidavano ad altri legati. Dal primo Impero in poi le legionisono condotte da generali scelti direttamente dall'Imperatore.

TRIBVNI MILITIVM

I Tribuni comandavano la legione assieme al generale ed eranoin sette:

- Cinque erano solitamente eletti dal popolo ed erano chiamatiangusticlavii (facevano parte dell'ordine equestre) ed avevano il

comando di due coorti di legionari.- Uno invece era invece di rango senatorio ed era chiamato laticlavius- L' ultimo era il Tribunus Sexmextris chiamato così perché rimaneva in carica per seri mesicirca: egli aveva il comando della cavalleria.

PRAEFECTI

Ogni legione aveva dei prefetti i quali avevano dei compiti amministrativi e logistici divario genere quali il controllo delle scorte (Praefectus Anonnae), la gestionedell'accampamento (Praefectus Castrorum), la gestione delle comunicazioni, oltre che ilcomando di reparti alleati (Praefectus Cohortis), o di ali di cavalleria ausialiaria(PraefectusAlae). Ne esistono anche altri come il Praefectus Dilectator con il compito di controllare edirigere l'addestramento dei soldati.

CENTVRIONESI centurioni erano i comandanti delle centurie. Essendo queste a loro volta unite a due adue per formare i manipoli avevano due centurioni, di cui uno superior (ossia aveva ilcomando supremo dell'unità) e uno inferior cioè suo subordinato. Inoltre i centurioneserano distinti priores se erano nella prima linea di coorti o posteriores se stavano nellaseconda. Nella legione il centurione più importante era il centurio primipilus, che era ilcomandate del primo manipolo, della prima coorte; costui era l'unico centurione chepartecipava al consiglio di guerra della legione. Nella legione c'erano anche manipoli diausiliari, anch'essi comandati da centurioni che erano un po diversi dai centurionilegionari.L'armatura era composta da una lorica hamata attaccata a questa c'erano le phalere cioè deidischi di metallo che ne indicavano le imprese, e i riconoscimenti, paragonabili allemedaglie odierne. Completavano l'armatura dei gambali e un elmo con le "crine aspazzola". Possedeva inoltre un bastone detto baculus che era simbolo di comando e

strumento di esercizio e d'autorità.

OPTIONESAi centuriones si affiancavano gli optiones ossia dei legionari con il compito di aiutare ilcenturione ed eventualmente sostituirlo se necessario. Erano contraddistinti dal fatto cheportavano un bastone con in cima un pomolo di legno.

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CORNICIFEREra un legionare con il compito di trasmettere i comandiimpartiti dal centurione alle truppe attraverso una strumentomusicale detto tuba.

SIGNIFERII signiferi erano coloro che tenevano e avevano cura delleinsegne: avevano un'armatura leggera (cotta di maglia o una

lorica squamata), e possedevano inoltre uno scudo tondo, e una pelle di animalesopra l'elmo; questa poteva essere di lupo, orso, leone, volpe... oltre che all'Insegna.

Tra i signiferi si distinguono l'aquilifer, il portatore dell'Aquila, il vexillifer portatore delvessillo della legione, il signifer portatore dell'insegna della coorte o del manipolo, anche lacenturia poteva avere un signifer. La legione solitamente aveva anche un imago che portavaun insegna con il volto dell'Imperatore.I signiferi erano scelti fra soldati particolarmente dotati e meritevoli, poiché era un grandeprestigio portare l'insegna della propria unità; a seconda del proprio grado anchel'armatura variava e così passiamo dalla semplice cotta di maglia del signifer cohortis allalorica squamata color oro dell'aquilifer.

Consiglio di Guerra: Comizio formato dal generale, dai tribuni militari, talvolta daiprefetti, e dal Centurione Primipilo. Il consiglio decideva le strategie e le tattiche dellalegione.

FORMAZIONI PRINCIPALI- Colonna, o quadrato "Agmine": era la principale formazione delle centurie, e quella con laquale si schieravano in battaglia; generalmente il quadratum o agmine era composto da 5file ravvicinate di uomini composte da due contuberne ciascuna, in tal modo risultavafacile allargare e restringere i ranghi oppure aprirli per il passaggio di altre truppe facendo"scivolare" gli uomini delle colonne dispari dietro agli uomini di quelle pari. In tal modoera garantita ampia flessibilità sul campo di battaglia.

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- Riga "Finis", era uno schieramento formato da poche linee di soldati, era di solito usatadagli ausiliari dalla cavalleria, e talvolta dai legionari durante l'attacco.- Testuggine "Testudo", orgoglio dell' esercito romano, questo schieramento estremamentecomplesso e richiedente notevoli doti di coordinamento collettivo, permetteva di avanzaresotto il tiro di frecce e dardi nemici, facendounire tutti gli scudi dei soldati in modo daformare un'enorme "tetto" sotto il quale si"nascondevano"molti più legionari di quanti nesembrasse celare, e ciò costituiva un' effetto

sorpresaper inemici.

Inpratica,come sipuò ben vedere nel video, i legionari della centuriarestringevano i ranghi fino ad essere spalla contro

spalla, quindi imilites dellaseconda filasollevavano gliscudi e li ponevano

con una estremità sullatesta della prima fila, econ l'altra coprivano

gli uomini della fila posteriore, allo stesso modo facevala terza fila, la quarta fila etc. I legionari che si

trovavano ai lati dello schieramento si disponevano tra le file al loro lato e tenevano loscudo verso l'esterno, proteggendolo. La prima fila invece manteneva gli scudi alzati pergarantire la protezione frontale.

In tal modo la testuggine era impenetrabile alle frecce ed ai dardi da tutti i lati eccettoquello posteriore.- Moenia/Murus o muro di scudi, così chiamata perché è in effetti una "parete umana"erautilizzata per contrastare attacchi con la cavalleria, e attacchi con i carri. Si formavafacendo abbassare i legionari della prima fila, con i pila inclinati verso avanti e infilzati conla parte posteriore in terra, e quelli della seconda fila si avvicinavano a quelli della primaalzando gli scudi e inclinando i pila verso avanti.- Cuneo "Cuneum" è una formazione d'attacco impiegata dai legionari o dalla cavalleria persfondare e oltrepassare uno schieramento avversario. Consisteva nel fare disporre i soldatio gli equites in modo da realizzare una figura triangolare, quando era pronta questaformazione si scagliava con la punta rivolta verso i nemici come se fosse un tutt'uno. Laparticolarità di questo schieramento non stava tanto nella capacità di combattimento,quanto nella forza d'urto impressa da quest' ultima verso l' unità nemica.Altro schieramento importante era l'orbis, esso era usato nel caso in cui parti dei milites siritrovassero isolati dalle altre truppe e circondati dai nemici. In tal caso si formava uncerchio con i legionari posti nella prima fila, e gli altri soldati se presenti al centro. Questa

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formazione permetteva una facile difesa, quasi si fosse dietro alle mura di una fortezzaumana, e permetteva di attendere il soccorso delle altre truppe che con l'efficiente sistemadi comunicazioni non avrebbero tardato arrivare.Le strategie qui sotto riportate sono generalizzate, e servono a fare capire quali fossero letattiche più utilizzate in epoca imperiale.

TATTICA OFFENSIVA

Prima di ogni battaglia campale (cioè in campo aperto), c'erano, se il tempo lo consentiva,sempre dei preparativi: innanzitutto la disposizione della formazione verso il nemico o ladirezione dalla quale sarebbe sopraggiunto, poi la costruzione di trincee,e fossati in gradodi fermare un possibile attacco alle parti deboli della formazione, come ad esempio le areein cui erano disposti gli arcieri, o le catapulte (solitamente dietro al fronte). Si passavaquindi al dislocamento delle coorti e delle varie turme di cavalieri. Solitamente laformazione era disposta su due linee ma talvolta anche su tre con la cavalleria sui lati perproteggerli da eventuali aggiramenti operati dal nemico.Qui sotto c'è la rappresentazione del tipico dislocamento della legione: le coorti (n° grandi)e le turme (n° piccoli) sono numerate da I a X da sinistra a destra.

L'attacco iniziava così: dai manipoli in fronte alla formazione, si staccavano quattro (o più)linee di legionari unite due a due, che correvano verso i nemici, a distanza utilescagliavano i pila, dopodiché intraprendevano un combattimento corpo a corpo, se ilprimo attacco veniva respinto si procedeva allo stesso modo fino allo sfaldamento dellaformazione nemica. Ed era questo il segreto della tattica romana, tanti attacchi, veloci eletali. Accanto ai legionari, prima dell'attacco della fanteria gli arcieri scagliavano unnutrito nugolo di frecce e si impiegavano anche onagri, e scorpioni, che lanciavano anforecon olio ustionante e lance di 2 m. L'utilizzo della cavalleria in questo caso assumeva duecompiti, quello di proteggere i lati della formazione, e quello di fare attacchi a sorpresa allespalle dello schieramento nemico. Una curiosità: i legionari prima dell'attacco sbattevano igladi contro lo scudo, in tal modo si formava un fortissimo rumore che spaventava inemici, inoltre le baliste che lanciavano dardi lunghi fino a 2 metri, erano più usate perspaventare il nemico che per colpire i soldati dato che la prendere la mira era quasiimpossibile (chiunque si spaventerebbe se un soldato accanto fosse trapassato oltre peroltre da un dardo di due metri!!), tutte queste cose servivano quindi ad abbassare il moraledel nemico ancora prima che iniziasse lo scontro vero e proprio.

TATTICA DIFENSIVA

Nonostante i generali romani prediligessero, la tattica precedente, poiché permetteva dipotere fare la prima mossa, talvolta in alcune condizioni era più opportuno fare azioni

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difensive, e quindi lasciare operare i primi movimenti al nemico. Fondamentalmente ledue tattiche erano simili, e differivano per il fatto che in quella difensiva i manipoli non simuovevano, ma restavano fermi, vediamo come: una volta disposta la legione in base altipo di nemico i manipoli si disponevano con i ranghi (cioè lo spazio tra un soldato el'altro) più o meno larghi; anche se solitamente lo spazio era ridottissimo. Appena ilnemico iniziava ad avvicinarsi, gli arcieri scoccavano un nugolo di frecce e si metteva inmoto anche l'artiglieria, che a quei tempi aveva effetti sul morale nemico assai devastanti.Dopodiché appena le linee nemiche arrivavano a distanza utile i legionari scagliavano iloro pilum in tal modo falciavano il nemico in carica, ed intraprendevano un corpo a corpo.A lato della fanteria operava la cavalleria che cercava di chiudere il nemico da dietro, inmodo di imprigionarlo tra due fronti. Nel qual caso ci fosse stato un attacco con cavalleria,i legionari si disponevano a "muro" (vedi illustrazione) con la prima fila abbassata con ipila inclinati e infilzati per terra, la seconda fila attaccata dietro con gli scudi alzati. In talmodo i cavalli nemici si fermavano prima di arrivare a contatto con i legionari (questopoiché evitano lo scontro con "oggetti"). Se avveniva un attacco con arcieri, la formazione atestuggine rispondeva al problema.

L'ASSEDIO DELLE CITTA'

Assediare un città non era certo uno delle cose più facile, ma i Romani eccellevano inquesta ars bellica. Questo grazie alla alta preparazione militare, alle strategie, e sopratuttoalle macchine da assedio. L'assedio di una città iniziava con la costruzione intorno ad essadi una doppia fila di mura di legno o comunque nel suo isolamento. Questo per evitareche dalla città potessero uscire messaggeri, soldati, o abitanti, che avrebbero potutochiamare dei soccorsi. Talvolta costruito anche un muro sempre di legno verso l'esterno,per evitare che une esercito alleato potesse prendere le legioni dal retro: di grande esempiopuò essere il caso narrato nel Commentarii De Bello Gallico di Caio Giulio Cesare in cui civiene illustrato l'assedio di Alesia. Attorno alle due mura venivano costruiti dei fossati edelle "trappole" come le bocche di lupo. Le bocche di lupo erano dei buchi conici scavatinel terreno, al centro dei quali c'era un bastone appuntito, e serviva a minare il percorsodei soldati nemici, che in tal modo non potevano stare in formazione e che inoltre nonpermettevano l'uso della cavalleria. Una volta fatto ciò, in base allo spessore delle mura sicostruivano arieti, o torri da assedio. Gli arieti potevano fare brecce nelle mura sottili, manon quelle fatte con blocchi troppo grandi o particolarmente spesse. Quindi era piùconveniente in questo caso usare la torre d'assedio che permetteva di portare i legionaridirettamente sugli spalti delle mura. La costruzione di una torre da assedio richiedevamolto tempo, e sopratutto alberi, circa 400, più il ferro per le giunzioni, e per le piastreprotettive.Con gli arieti, si arrivava fino sotto le mura, e si iniziava il martellamento. Una volta fattauna breccia, se il nemico non usciva a combattere, i legionari in gruppi di centurie, copertidal tiro degli arcieri, entravano nella città in formazione a testuggine completa, cioè chiusada tutti i lati, e iniziavano la conquista per zone.Con le torri d'assedio, invece dopo la costruzione, era necessario un percorso sul qualefarla correre, una specie di pista, che veniva costruita man mano che avanzava . Una voltaaffiancate le mura, si aprivano di colpo i portelloni superiori, ed uscivano in massa i

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legionari, conquistando prima le parti strategiche delle mura, e poi conquistando il restodella città.Riportiamo qualche riga della celebre opera Commentarii de Bello Gallico in cui Cesarespiega le costruzioni che fa erigere per mettere sotto assedio ad Alesia dove si trovaasserragliato Vercingetorige con le sue truppe. N.B. Nel testo Cesare scrive in terzapersona.

...Cesare si mise a costruire queste fortificazioni: fece una grande fossa di venti piedi con le pareti diritte inmodo che il fondo di essa fosse tanto largo quanto distavano i margini superiori .... fece scavare due fosse diquindici piedi di larghezza e tutte e due della stessa profondità: quella più interna tracciata attraverso terrenicampestri e bassi le fece riempire di acqua derivata dal fiume. Alle spalle di queste costruì il terrapieno e ilbastione alto dodici piedi. Vi aggiunse un rivestimento con tronchi sporgenti a forma di corna di cervopresso le giunture dei ripari e del terrapieno per ritardare la scalata dei nemici e tutt'intorno a questafortificazione collocò delle torri distanti tra loro ottanta piedi ....

STORIA DELLE LEGIONI DALL' ETÀ ARCAICA FINO AL TARDO IMPEROEtà Regia: ordinamento "oplitico".

La legione (termine derivato da legere cioè scegliere) nasce secondo la leggenda come unitàtattica ideata dallo stesso Romolo. In una prima fase l'esercito era composto solo daipatrizi, gli unici a potersi procurare armi e armatura, coadiuvati da una parte dei loroclientes. Sotto il governo del Re Servio Tullio invece si aprirono i ranghi legionari a tutticoloro che potevano pagarsi un'armatura dando origine alla leva censitaria. Tutti coloroche erano esclusi dal censo perché proletari o per altre ragioni, vi potevano parteciparecome "tecnici" (fabbri, falegnami....) o come velites o ausiliari semplici.Il modo di combattere della legione arcaica, era simile per certi versi a quello della falangegreca: ossia i legionari rimanevano vicini e uniti spalla a spalla, con le lance inclinate, edavanzavano compatti verso il nemico. L'unica suddivisione era quella in centurie che inrealtà esisteva più a fini politici e organizzativi che propriamente militari. Questoschieramento permetteva di sferrare un solo attacco, e di essere molto vulnerabili ai lati,dato che la cavalleria era ridotta essendo costosissimo l'armamentario.La legione "oplitica" fu sufficiente a difendere Roma in tutta l'età arcaica, fino agli alboridella Repubblica dove avvennero importanti mutamenti che avrebbero visto prevalerel'Esercito romano su tutti gli altri.

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Nella Repubblica: l'ordinamento manipolare.

Dalla nascita della Repubblica (509 a.C.), la legione inizia unprocesso di profondo rinnovamento tradizionalmente attribuitoal leggendario Furio Camillo: innanzitutto si abbandona laformazione oplitica, per prendere quella manipolistica chevedeva la legione non più come un unico blocco ma divisa in piùunità, dette manipoli, ognuna delle quali aveva una certaautonomia e poteva essere utilizzata facilmente ove fossenecessario senza creare lesioni al resto dello schieramento. Altrainnovazione fu la distinzione di tre tipi di legionario armatidiversamente a seconda del censo: la prima fila di manipoli era

composta da 1200 hastati armati con una spada e una lancia sostituita poi con due pila, inseconda linea si trovavano 1200 principes armati di gladi, e in terza fila trovavano posto itriarii in numero di 800, armati con lunghe lance. La legione era composta regolarmente da3000 uomini divisi in centurie, ossia gruppi di 60 uomini (nell'età arcaica erano 100, da cuiil nome centurie) comandati da un centurione che stava sulla destra, solitamente lacenturia comprendeva oltre ai legionari anche un cornicifer ossia un uomo designato aportare la tuba per dare i segnali e un optio, l'aiutante del centurione. Le centurie eranounite due a due per formare i manipoli, dove solo uno dei due centurioni era detto priorossia aveva il comando supremo dell'unità, ed era seguito dal signifer o porta insegna delmanipolo.Durante le Guerre Puniche, i generali romani apprendono l'importanza della cavallerianon solo per operazioni di supporto e fiancheggiamento ma anche, e sopratutto perproteggere i lati della legione; e proprio a questi scopi essa viene portata a circa 200effettivi.Nella Repubblica la leva era effettuata tramite il censo (vedere tabella) e obbligava tutti icittadini abili.Le legioni erano di norma quattro, ma potevano essere anche di più in casi di necessità, ederano comandate due per Console.Sempre durante la Repubblica nasce la carica dei Tribuni Militum: solitamente erano seiuomini (di cui uno di rango senatorio) che avevano il comando di parti dello schieramentoe della cavalleria.

Fine della Repubblica: ordinamento coortale e le riforme di Caio MarioTerminate le guerre guniche, l'Esercito romano entra in crisi, infatti gli obblighimilitari avevano costretto i contadini ad abbandonare le campagne, ed al lororitorno dalla guerra trovarono i terreni impoveriti. Non avendo più soldi perricostruirsi l'attività decisero di venderla. La maggioranza degli ex contadini, andòquindi a formare il così detto proletariato urbano. Nel 107 a.C. Caio Mario vieneeletto Console, e come soluzione a questi disagi propose la leva volontaria. In talmodo i soldati avrebbero ricevuto dallo Stato l'armatura, sarebbero stati pagatiperiodicamente, ed alla fine della leva avrebbero avuto un pezzo di terra dacoltivare sottratta all'Ager Publicus.Dal punto di vista prettamente militare la sua riforma apportò sostanziali modifichealla struttura della legione e all'armamento trasformandola in un corpo di veri e

propri professionisti della guerra.

CLASSE CENSO(ASSI)

N°CENTVRIE TOT.

I 100.00018cavalleria80 fanteria

98

II 75.000 20 fanteria

95

III 50.000 20 fanteria

IV 25.000 20 fanterialeggera

V 11.000 30 arcieri efrombolieri

VI proletarii5falegnamifabbri ecc...

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- Per quello che riguarda l'armamento questo venne uniformato, facendo quindi cadere latriplice divisione tra principi astati e triari fin'ora in uso. Si introdussero per tutti una cottadi maglia (in realtà già in uso dai principi) portata sopra la tunica rossa, l'uso di un daga ocoltello come arma ausiliaria, la nascita del primo "zaino tattico" della Storia chepermetteva al legionario di portare tutto il necessario (badile, piccone, sacca per ilfrumento, borraccia, pentolino per il rancio, ricambio) con se in poco spazio. Il tutto inaggiunta ai già presenti gladio e pilum. Ciò valse ai legionari dell'epoca il soprannome diMarī mulae cioè muli di Mario, per la quantità di di cose trasportate.- Invece, dal punto di vista tattico e organizzativo, il numero dei soldati per centuria venneportato ad 80, visto che la recente invenzione della tenda di tipo "canadese", acquisitadall'esercito per la facilità di trasporto e montaggio, consentiva di ospitare 8 uominicorrispondente alla contuberna o "camerata" che quindi divenne la base di tutta la strutturadella legione. Di conseguenza i manipoli erano formati da 160 uomini. Altra innovazionenon meno importante fu l'introduzione della cohors o coorte, un'unità formata dall'unionedi tre manipoli, in grado di svolgere un grande spettro di attività oltre che di affrontarepiccoli scontri autonomamente. La coorte era formata da 480 uomini, anche se variòsensibilmente più volte durante l'epoca imperiale, ed era rappresentata dal signum cohortiso insegna della coorte portata da uno specifico alfiere. La coorte poteva essere comandatada un Tribuno Militare.

Età Imperiale: la legione "perfetta"

L'Imperatore Ottaviano (I sec. d.C.) nell'ottica della sua imponente riforma statale,diminuisce drasticamente il numero delle legioni che passano da 60 a 25 circa, inoltreraddoppia permanentemente il numero degli uomini della prima coorte che arrivano a1000 circa e per questo verrà chiamata cohors millenaria: essa era composta solo da cinquecenturie con effettivi doppi.La cavalleria viene riorganizzata e quindi divisa in 10 squadroni (detti turmae) formati dacirca 15 cavalieri ciascuno. Ogni legione poteva avere un minimo di 150 cavalieri fino adun massimo di 300 circa. Ogni turma era sottoposta a tre decuriones di cui il più anzianodeteneva il controllo dell'unità.Il generale della legione prende il nome di Legatus Legionis ed è subordinato ad ungenerale d'armata chiamato Comes Legionis (vedi i gradi militari).Inoltre la necessità di accorpare anche temporaneamente reparti provenienti da legionidiverse viene compiuta con l'istituzione delle vexillationes.Nel I secolo d.C. la tipica lorica anellata basata sulla cotta di maglia viene sostituita dallalorica segmentata formata da più piastre longilinee poste le une sopra le altre. Questaarmatura era molto resistente nei confronti delle stoccate e delle frecce poiché era in gradodi assorbire l'urto e di disperderlo su tutta l'armatura; inoltre era piuttosto flessibilegarantendo al soldato una buona mobilità.

Per capire meglio qui sotto è rappresentata la tipica legione del primo Impero schierata

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per la battaglia esponiamo quindi le sue principali componenti: la coorte da 500uomini è gialla, la coorte millesimaria (960 uomini c.a.) è grigia, il manipolo (160uomini) è verde scuro, la centuria (1/2 manipolo) è arancione, la turma è verdechiaro, mentre la ala di cavalleria (5 turmae) è azzurra.

Età tardo Imperiale: lo sdoppiamento delle legioni.

La struttura dell'Esercito rimane invariata pressoché per secoli, fino a quando l'ImperatoreDiocleziano (285-301 d.C.) attua una nuova riforma secondo la quale il numero dellelegioni sarebbe aumentato, e che le legioni fossero divise in due parti. La prima parte dettalimitanea (cioè che stava nei pressi del confine), aveva il compito di sorvegliare i confini,mentre la seconda detta comitatus stava nelle retrovie, pronta a fermare eventuali orderiuscite ad oltrepassare il limes (confine dell'Impero); il comitatus formava il nerbodell'Esercito ed era posto più internamente per poter rapidamente accorrere ove fossenecessario. Già dalla seconda metà del III secolo d.C. l'esercito, a causa delle continue ed'altronde necessarie immissioni di soldati barbari poco inclini alla disciplina, eradiventato sempre più barbarizzato, la tipica uniforme romana troppo difficile da produrrein tempi così difficili venne sostituita da una cotta di maglia portata sopra la tunica, ilgladio spesso veniva sostituito con la spada,e, al posto del pilum e dello scutum preseroposto lancia e parma (scudo tondo) oppure lo scudo ovale.

Vista questa situazione di generale imbarbarimento i generali cercavano di adattaregradualmente il modo di combattere dei barbari, basato su rapide scorrerie, e disordinatiattacchi in massa di fanteria, con la disciplina del manipolo romano e al combattimento dicorpo piuttosto che quello individuale.

LE GLORIOSE VITTORIE DI ROMA.

Le celeberrime vittorie di Roma sui suoi nemici, venivanocommemorate con fastosi Triumphi che si concretizzavanocon il gesto da parte delle legioni vittoriose nel varcodell'Arco di Trionfo edificato appositamente per loro. IlTrionfo poteva essere accordato solo dal Senato, che dovevaricevere il resoconto degli scontri, e sapere quanti nemicierano caduti, e quindi l'entità della battaglia finale.Durante il tragitto i soldati acclamavano il proprio generale,e prendendolo in giro con canti scherzosi: lo stesso Caesar

veniva chiamato "l'adultero calvo". Il corteo era preceduto dal generale vittorioso chemontava una quadriga, seguito dai tribuni militari, dalle Aquile e dai Vessilli dellelegioni, poi dal resto delle truppe che trasportavano su grandi carri il bottino di guerra(che poi veniva diviso fra i soldati), gli schiavi, e delle tavole dipinte che rievocavano ipunti salienti delle battaglie. Al momento culminante del Trionfo per tradizione, loschiavo che teneva l'alloro della vittoria sulla testa del generale gli sussurrava nell'

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orecchio "Ricordati, sei sempre un uomo". Il tragitto del Trionfo solitamente partiva dalCampo Marzio, passando per le vie fin dentro al Circo Massimo, poi per la via Trionfale, equella Sacra passando per il Foro, e aveva come meta il tempio di Giove Capitolino, incima al Campidoglio ove venivano versati gli onori al generale vittorioso. Al termine dellaprocessione trionfale venivano preparati grandissimi banchetti a cui tutta la popolazioneera invitata a partecipare. Nell'età imperiale, il Trionfo fu praticamente accordato solo adImperatori visto che erano questi ultimi a condurre le campagne militari, comunque aigenerali erano concesse delle onorificenze, dette ornamenta triumphalia, che permettevanoloro di sfilare con le vesti del triumphator insieme all'Imperatore.

I forti romani erano sempreorganizzati come una città con duevie che dividevano il castrum (pluralecastra) in quattro grandi rettangoli aloro volta suddivisi in aree piùpiccole da altre vie. Le due direttriciprincipali erano chiamate cardo edecumanus maximus, e partivano daquattro porte che erano disposte unaper lato, le vie si incrociavano poi alcentro del forte ove era presente unapiazza (Forum) circondata daglialloggi degli ufficiali più alti, comeTribuni militari e Prefetti, l'ediculaove venivano conservate le insegne

della legione, nonché dal Praetorium ossia il quartier generale della legione e sede delcomandante. Sempre vicino al Foro c'era il suggestus: un palco rialzato da dove ilcomandante parlava ai soldati. Attorno alle restanti vie si affacciavano le contubernae chealtro non erano che le camerate dei soldati ove questi ultimi erano divisi per otto, infatti lacontuberna è l'unità strategica più piccola dell'Esercito romano. Nel fortilizio sorgevanoinoltre, spesso vicini ai bastioni, altre strutture come l'ospedale, l'armamenterium o depositodelle armi, le stalle per i cavalli, gli horrea o magazzini per conservare generi alimentari emagazzini per le macchine da assedio con relativa officina per le riparazioni. Tutte questestrutture dovevano garantire non solo una grande autonomia ed efficienza alla legione maanche garantire mezzi e alimenti a sufficienza in caso di assedio.Tutto il forte era cinto da un grande bastione molto alto ed era intervallato da torri a basequadrata, di queste le principali erano quelle sistemate ai lati dei quattro portali d'ingressoe quelle poste agli angoli del castrum. I portali oltre ad essere ben difesi da due torri lateralierano dotati di spessi portoni ad ante rettangolari, e saracinesche in grado di resistere permolto tempo anche ad attacchi con ariete; tra le varie porte del forte la principale era dettaIanua Praetoria dalla quale passavano i generali, e i messaggeri.Intorno al bastione era sempre presente un profondo fossato largo anche 10 metri, e

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talvolta riempito d'acqua, circondato se necessario a suavolta da altre fortificazioni lignee come campi trincerati, oterrapieni cheservivano a rallentarel'avanzata del nemico.

Spesso i forti erano posti a ridosso delle mura che proteggevano il confine dell'Impero ederano collegati agli altri castra da speciali strade protette da terrapieni che correvano apochi metri dal vallo le quali permettevano un celere spostamento di truppe e messaggeri.Per meglio controllare il confine erano talvolta costruiti forti di minore entità chiamaticastella, ove risiedevano distaccamenti della legione o reparti ausiliari. Questi castellasebbene fossero molto piccoli rispetto al castrum ne riproducevano la stessa forma anchese non possedevano ovviamente le stesse strutture.

Mentre però i confini settentrionali dello Stato erano difesi da mura, la sicurezza delleProvince orientali e africane era assicurata solo da un sistema di castra e castella intervallatida torri integrate da campi trincerati e fossati.

La necessità di proteggere le frontiere del suo universale Impero, indusse Roma allostanziamento delle legioni sui confini. Inizialmente erano sufficienti venti legioni, questoalmeno fino all'epoca di Augusto, ma l'allargamento ulteriore dei confini porto il numerodelle legioni a 33 senza contare le 8 flotte navali stanziate sulle coste del "Mare Nostrum".Nella tabella di sinistra sono riportati i nomi delle legioni e il luogo di stanziamento. Nellatabella di destra trovate le flotte navali. I riferimenti sono del II secolo d.C.

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- Nome Luogo

12345678

Classis Praetoria

I e II Classis Germanica

NON REPERIBILI

MisenoBizantiumAlexandriaDanubioTarraco ?SalernusClasseRavenna

IL NOME DELLE LEGIONI E SIMBOLIOgni legione era contraddistinta da un numero un nome eun simbolo zoomorfo.Per esempio: XXX Legio Ulpia Traiana Victrix, dove XXX è ilnumero dell'unità, Ulpia Traiana è il nome, e Victrix è unattributo dato dall'Imperatore. Solitamente la legioneprendeva il nome o dall'Imperatore che l'aveva istituita,oppure dal luogo nel quale prestava servizio. Il numero,serviva a distinguerla da altre legioni con lo stesso nome.Mentre il simbolo zoomorfo, era quello riportato sulvessillo della legione, esso era solitamente un'animale dellozodiaco.

Tra i simboli della legione i due più importanti sono l'Aquila, e il vexillum,entrambi venerati dai soldati: L'Aquila veniva donata o dal Senato odall'Imperatore nel momento in cui la legione veniva costituita: essa è formatada un'asta di legno, con in cima l'Aquila Imperiale dorata, su questa astavenivano poi affisse le phalere, ossia i riconoscimenti al valore militare della Legione. Ilvexillum era invece il simbolo della legione stessa, era composto da un drappo fissato aduna traversa legato a sua volta ad una picca. Sul drappo di colore rosso e di formaquadrata era ricamato con il colore oro il nome il numero dell'unità e il simbolo zoomorfo.L'Aquila e il vexillum erano portate rispettivamente dall' aquilifer e il vexilliferAnche coorti, manipoli e centurie avevano un numero e un nome. Ogni coorte eranumerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome; i manipoli erano numerati dauno a tre per ogni coorte, mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due aseconda se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo

- Nome Luogo - Nome Luogo

12345678910111213141516

VI VictrixXX Valeria VictrixII AugustaXXX UlpiaI MinervaXXII PrimigeniaVIII AugustaIII ItalicaII ItalicaX GeminaXIV GeminaI e II AdiutrixIV Flavia e VII Macedonica ClaudiaV MacedonicaXIII GeminiI Italica

YorkChesterCaerleonXantenBonnMainzStrasburgoRegensburgLauriacumViennaCurnuntumBudapestVinimaciumPotaissaApulumOescus

171819202122232425262728293031

XI ClaudiaXV ApollinarisXII FulminataI ParthiaII ParthiaIV ItalicaIV ScythiaXVI Flavia FirmaIII GallicaX FretensisVI FerrataIII CyrenaicaII TraianaIII AugustaVII Gemina

DanubioCappadociaCappadociaMesopotamiaMesopotamiaMesopotamiaSiriaSiriaFeniciaHyerosolimaPalestinaArabiaEgittoAmmaedaraLeon

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centurione. Un soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi questeinformazione per cercare il suo posto, per esempio: Legio IV Italica, III cohort Mediolana, IManipolus, Caenturia secunda. Inoltre le coorti avevano un vessillo detto signum così come imanipoli.

LA GERARCHIA DELLE FORZE ARMATE DELL'IMPERO

Si può parlare di Forze Armate poiché erano presenti sia l'esercito sia la marina militarecomandati da quelli che oggi chiameremmo Stati Maggiori. Facciamo un confronto con iGradi delle attuali Forze Armate Italiane; questa gerarchia altamente funzionale è statainfatti imitata da tutti gli eserciti moderni! All'apice c'è naturalmente l'Imperatore(attualmente è il Presidente della Repubblica il Comandante in Capo delle F.A. anche se icompiti strategici sono delegati al Gen. di S.M. della Difesa) che ha il potere assoluto sullelegioni, egli ha sotto di se il "Magister Militum" ed il "Magister Classis" (equivalenti degliattuali Generali di S.M. dell'Esercito, e Gen. di S.M. della M.M.) che sono rispettivamente ilgenerale delle legioni, e il generale delle flotte navali militari. Sotto questi esistono unaserie di generali detti Comes (equivalenti dei Gen. di Armata) che avevano il controllo dipiù legioni stanziate in un area geografica circoscritta che andavano a formare quindi deglieserciti locali per esempio in Inghilterra c'era l' Exercitus Britanniae, oppure c'era l'ExercitusOrientalis in Oriente. Il compito dei Comes era quello di coordinare le loro operazioni, e direndere sicuri i confini. Sotto questi Comites, c'erano i generali delle legioni stesse dettiLegatus Augusti (corrispondenti agli attuali Gen. di Brigata).In ogni legione abbiamo poi i Tribuni Militari ufficiali superiori (Tribuni Militium), e sottoad essi i centurioni (corrispondenti a degli ufficiali inferiori attuali).

In Breve riassumiamo i gradi dell'Esercito e della flotta.

blu - Ufficiali Generaliverde - Ufficiali Superioriverde oliva - Ufficiali inferiori

- IMPERATOR(Comandante supremo)

- MAGISTER MILITIVM(Generale dell' Esercito)

- MAGISTER REI MILITARIS(Comandante speciale dell'Armata Campale)

- COMES LEGIONIS(Generale di Armata)

- LEGATVS LEGIONIS(Generale di Legione)

-- Tribunus Laticlavius-- Praefectus Castrorum

(Responsabile del fortilizio)-- 5 Tribuni Angusticlavii

(Comandante di 2 coorti)-- Tribunus Sexmestris

(in carica per 6 mesi)-- Centurio Primipilus

(Comandante del 1° manipolo della 1°Coorte)-- 29 Centuriones superiores

(Comandanti della 1° centuria e di tutto-- Praefecti (Alae, Cohortis, Numeris)

(Comandanti dei reparti ausiliari-- 10 Decuriones superiores

(Comandanti delle turmae)

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il manipolo) della legione)

-- 29 Centuirones inferiores(Comandanti della 2° centuria)

-- 20 Decuriones inferiores(Comandanti in seconda delle

turmae)--58 Opties

(Aiutanti dei Centuriones)--- Militari di truppa

(Cavalieri o Equites)---Militari di Truppa

(Legionari, Ausiliari della legione)

GlossarioF.A.=Forze ArmateS.M.=Stato MaggioreM.M.=Marina Militare

.

PREFAZIONE II: Come ben si sa Roma non combatteva solo sulla Terra ma anche permare (Per mare per terram): questa fu la prima conseguenza del contatto con altrepopolazioni e civiltà per l'epoca più evolute, che sfruttavano già il mare oltre che per ilcommercio anche per spostare eserciti. I primi scontri registrati tra Roma ed un'altra flottafurono appunto durante le guerre puniche nel 264-146 a.C. e da questo momento in poiincominciò l'irrefrenabile conquista del Mediterraneo, ribattezzato poi orgogliosamenteMare Nostrum.

LE NAVI ROMANE

Inizialmente le navi romane non furono altro che l'evoluzione di quelle greche, quindi digalee, o biremi. La necessità che i Romani sentivano era quella di usare i legionariovunque, e non si scomodarono molto a trovare la soluzione più adatta. Oltre che adintrodurre l'utilizzo delle trireme (cioè navi con 3 file di rematori) in modo massiccio nellaflotta, fecero alcune importanti innovazioni per permettere l'utilizzo della fanteria pesanteanche sulle navi. La prima fu l'invenzione del "corvo" una specie di enorme gancioagganciato ad un palo che veniva gettato sulla nave nemica per immobilizzarla edabbordarla per mezzo di alcuni ponti mobili. In tal modo i legionari combattevano più omeno con le stese tecniche usate su terra. Un'altra innovazione fu l'inserimento del rostroin bronzo più "appuntito" e quindi molto più efficace degli altri. Altro cambiamento nonmeno importante fu l'inserimento sulle navi di onagri (specie di catapulta) che lanciavanopalle infuocate. Esistendo anche delle flotte fluviali ed avendo esse navi più piccolevenivano montate al posto degli onagri dei ballisti che sparavano frecce di 1 m dilunghezza a oltre 200 m di distanza. I Romani non apportarono solo modifiche sugli"accessori" delle navi ma ne modificarono anche la struttura per renderla più resistente e

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allo stesso tempo flessibile. Esistevano vari tipi di naves longae cioè militari:Esareme: erano composte da sei file di rematori ed erano le più grandi in assoluto (siipotizzano anche decirme!), di solito erano usate come Ammiraglie e quindi difficilmenteprendevano parte agli scontri, poiché era la sede dello Stato Magiore cioè del comandodella Flotta e vi risiedevano quindi l'Ammiraglio e gli alti ufficiali.

Quinqueremi e Quadriremi (cacciatorpediniere): Erano navi di grandi dimensioni anchedifficili da manovrare che permettevano però di caricare a bordo una notevole quantità dimacchine di artiglieria e uomini.

Trireme\Bireme (fregate): erano il fulcro della Marina Militare dello Stato poiché eranomolto maneggevoli in battaglia e permettevano l'imbarco sul ponte di almeno una centuria(80 uomini) di marines. La nave era dotata di uno o due corvi a prora e a poppa chepermettevano l'aggancio e quindi l'attacco della nave nemica simultaneamente da duepunti.

Sul ponte erano inoltre presenti alcune balliste. Qui sotto c'è la rappresentazione di unatrireme . Si possono ben notare le due torrette ove venivano posizionati gli arcieri e dueballiste. Queste ultime erano poste anche sul ponte della nave assieme agli onagri.

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Liburne e trieri (corvette leggere): erano navi di piccole dimensioni che servivano per lopiù per funzioni quasi logistiche, ossia trasporto truppe, soccorso etc. Tuttavia rimanevanonavi da battaglia assai utili.

Il vessillo della unità veniva posto in cima alla poppa della nave. Un gruppo di navi eracomandato da un capitano di squadra navale detto Navarcus, mentre la flotta intera eracomandata da un Prefectus Classis o Legatus Classis, quest'ultimo quando la flotta era inmissione risiedeva nella navis praetoria ossia la nave ammiraglia che di solito era la piùgrande delle altre. I vari Praefecti della Flotta sottostavano al Magister Classis (Capo di StatoMaggiore della Marina). La flotta principale aveva sede a Capo Miseno e si chiamava ClassisPraetoria ed era forte di 10.000 uomini. L'altra molto importante aveva sede a Ravenna.Esistevano inoltre altre flottiglie sparse sulle coste del Mediterraneo e addirittura sui fiumidel nord Europa dove scorreva il limes dell'Impero. Secondo alcune stime la Flotta interapossedeva circa 45.000 uomini.Da recenti scavi sono emersi i nomi di alcune unità navali che componevano la PraetoriaClassis:

Esereme (probabilmente era la Navis Praetoria o Ammiraglia): OPS "Forza"Quinquireme: VICTORIAQuadriremi (9): FIDES, VESTA, VENVS, MINERVA, DACICVS, FORTVNA, ANNONA,LIBERTAS, OLIVVS.Triremi (50): CONCORDIA, SPES, MERCVRIUS, IVNO, NEPTVNVS, ASCLEPIVS,HERCVLES, LVCIFER, DIANA, APOLLO, VENVS, PERSEVS, SALUS, ATHENONIX,SATYRA, RHENVS, LIBERTAS, TIGRIS, OCEANVS, CVPIDVS, VICTORIA, TAVRVS,AVGVSTVS, MINERVA, PARTICVS, EVFRATES, VESTA, AESCVLAPIVS, PIETAS,FIDES, DANVBIVS, CERES, TIBVR, POLLVX, MARS, SALVIA, TRIVNPHVS, AQVILA,LIBERVS PATER, NILVS, CAPRVS, SOL, ISIS, PROVIDENTIA, FORTVNA, IVPPITER,VIRTVvS, CASTOR.Liburne (11):AQVILA, AGATHOPVS, FIDES, AESCVLAPIUIS - IVSTITIA, VIRTVS,TAVRVS RVBRVS, NEREIS, CLEMENTIA, ARMATA, MINERVA.