Argan nel capitolo dedicato al quattrocento della sua Storia dell’...

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Argan nel capitolo dedicato al quattrocento della sua Storia dell’ Arte Italiana (pg. 80 )afferma: « La teoria prospettica andrà via via complicandosi ; all’origine, nell’enunciato albertiano, è una semplice applicazione alla visione delle leggi della geometria euclidea. Se lo spazio è una forma unitaria od omogenea è anche una forma in cui tutte le parti si distribuiscono simmetricamente rispetto a una linea mediana o centrica. Ma non si arriva a stabilire questa linea se non in un rapporto alla situazione di chi guarda e la cui mente è come un piano su cui si proiettano, tramite gli occhi, le immagini della realtà. Veduta di città ideale, Scuola di Piero della Francesca, 1470 Afferma ancora l’Argan (ibidem) « Possiamo considerare il fascio delle linee convergenti in un punto (punto di fuga) come una piramide, di cui quell’ideale piano di proiezione sia la base;… . Poiché la piramide è vista in profondità, il teorema delle proporzioni ci dà la legge matematica del degradare delle grandezze secondo la distanza.Vediamo le conseguenze. L’estensione della realtà è infinita, la prospettiva la rappresenta come una forma finita. Anche la mente umana è finita, ma può pensare la realtà infinita entro il limite della propria finitezza. La prospettiva, dunque, dà lo spazio come rappresentazione finita dello spazio infinito» Il dipinto è impostato sulla prospettiva centrale, il punto di fuga è posto all’ingresso del tempio(Urbino,Palazzo Ducale) Una piastrellatura (vedi il pavimento nell’annunciazione del 1344 di Ambrogio Lorenzetti) vista dall’alto rappresentata da Leon Battista Alberti: 1) il fascio di rette convergono nel punto di fuga F. 2) il punto O’ corrisponde all’occhio del pittore che dista d dal punto di fuga. Nella figura b troviamo la costruzione geometrica di una piastrella fatta da Piero della Francesca.

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Argan nel capitolo dedicato al quattrocento della sua Storia dell’ Arte Italiana (pg. 80 )afferma: « La teoria prospettica andrà via via complicandosi ; all’origine, nell’enunciato albertiano, è una semplice applicazione alla visione delle leggi della geometria euclidea. Se lo spazio è una forma unitaria od omogenea è anche una forma in cui tutte le parti si distribuiscono simmetricamente rispetto a una linea mediana o centrica. Ma non si arriva a stabilire questa linea se non in un rapporto alla situazione di chi guarda e la cui mente è come un piano su cui si proiettano, tramite gli occhi, le immagini della realtà.

Veduta di città ideale, Scuola di Piero della Francesca, 1470

Afferma ancora l’Argan (ibidem) « Possiamo considerare il fascio delle linee convergenti in un punto (punto di fuga) come una piramide, di cui quell’ideale piano di proiezione sia la base;… . Poiché la piramide è vista in profondità, il teorema delle proporzioni ci dà la legge matematica del degradare delle grandezze secondo la distanza.Vediamo le conseguenze. L’estensione della realtà è infinita, la prospettiva la rappresenta come una forma finita. Anche la mente umana è finita, ma può pensare la realtà infinita entro il limite della propria finitezza. La prospettiva, dunque, dà lo spazio come rappresentazione finita dello spazio infinito»

Il dipinto è impostato sulla prospettiva centrale, il punto di fuga è posto all’ingresso del tempio(Urbino,Palazzo Ducale)

Una piastrellatura (vedi il pavimento nell’annunciazione del 1344 di Ambrogio Lorenzetti) vista dall’alto rappresentata da Leon Battista Alberti:

1) il fascio di rette convergono nel punto di fuga F.

2) il punto O’ corrisponde all’occhio del pittore che dista d dal punto di fuga.

Nella figura b troviamo la costruzione geometrica di una piastrella fatta da Piero della Francesca.