“AREA BONA”: TRASFORMAZIONI AVVENUTE TRA IL 1880 E IL 1975 Il padre di Valerio Massimo Bona, che...

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“AREA BONA”: TRASFORMAZIONI AVVENUTE TRA IL 1880 E IL 1975 Il padre di Valerio Massimo Bona, che acquista insieme con i fratelli Basilio ed Eugenio il complesso con le attrezzature realizzate dai Cologno-Borgnana, è figlio di un capo operaio di Sordevolo, ha una competenza tecnica estremamente raffinata. Nel 1891 la manifattura di Carignano è all’ avanguardia. Per esempio, vi si è adottata l’illuminazione elettrica anziché quella a gas, che sovente provocava incendi nelle manifatture ottocentesche, c’è un gran numero di meccanici, la forza ormai insufficiente delle turbine idrauliche viene in parte supplita attraverso l’adozione di macchine a vapore. Nel frattempo il corpo del convento è stato svuotato del tutto e ricostruito all’ interno.

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“AREA BONA”: TRASFORMAZIONI AVVENUTE TRA IL 1880 E IL 1975

Il padre di Valerio Massimo Bona, che acquista insieme con i fratelli Basilio ed Eugenio il complesso con le attrezzature realizzate dai Cologno-Borgnana, è figlio di un capo operaio di Sordevolo, ha una competenza tecnica estremamente raffinata. Nel 1891 la manifattura di Carignano è all’ avanguardia. Per esempio, vi si è adottata l’illuminazione elettrica anziché quella a gas, che sovente provocava incendi nelle manifatture ottocentesche, c’è un gran numero di meccanici, la forza ormai insufficiente delle turbine idrauliche viene in parte supplita attraverso l’adozione di macchine a vapore. Nel frattempo il corpo del convento è stato svuotato del tutto e ricostruito all’ interno.

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La piantina rappresenta la situazione del monastero ormai ingrandito e trasformato in fabbrica tessile, agli inizi del 900. La zona che occupava la chiesa è ormai trasformata in tintoria della fabbrica. Sono state erette due ciminiere; l’edificio è stato ampliato a sud e a nord demolendo alcuni edifici adiacenti alla fabbrica.

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Il complesso comincia ad ingrandirsi, essendo ormai insufficiente la manica del convento. Attorno agli anni dal 1900 al 1907 viene realizzato il nuovo reparto di tessitura, costituito dal capannone a sheds verso via Porta Mercatoria; coprendo la bealera, viene iniziata la costruzione del nuovo reparto di filatura, in un capannone anch’ esso a sheds lungo via Umberto. Man mano che la fabbrica si rinnova, i vecchi fabbricati sul lato sud vengono sostituiti, e vengono acquisite dai Bona, in parte da privati, in parte dal Comune, tutte le aree confinanti, coprendo la Bealera dei Molini e portando la consistenza del complesso agli attuali 15 mila metri quadrati, rispetto agli originari 11 mila della parte espropriata al convento.

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Gli interventi edilizi si susseguono: tra questi, di particolare importanza, vi è la demolizione della chiesa nel 1906, realizzata dopo lunghe questioni col comune, la quale viene sostituita dai fabbricati del reparto di tintoria.

Nel 1920 viene costruita la palazzina degli uffici e nel 1922 è abbattuto il campanile con l’orologio.

La fabbrica Bona è un’industria che si localizza nel pieno di un centro storico, cosa che non trova, con queste dimensioni e con questa capacità di trasformazione della forma urbana,

un altro riscontro in Piemonte.

APPROFONDIMENTO

TOPOGRAFICO

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La fotografia aerea del 1953 evidenzia come il Lanificio Bona sia inserito nel centro storico di Carignano. Si notano verso nord gli edifici della fabbrica, e una ciminiera; lungo il lato occidentale i capannoni con il tetto a shed (tipico tettp a forma triangolare utilizzato per le fabbriche in questo periodo).Gli ampli spazi interni propri del monastero sono stati ridotti per costruire nuovi fabbricati. Si può notare che l’isolato all’angolo tra via salotto e via Umberto I era occupata da case private e dai giardini.