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Municipio Roma XI - Arvalia Portuense
Area archeologica di
Pietra Papa
Decorazione affrescata dal corridoio della villa
di I a.C. - I sec. d.C. (Foto da Romana Pictura 1998)
N ell’area tra Viale G. Marconi e l’ansa del Tevere, in corrispondenza
dell’attuale Lungotevere di Pietra Papa è nota l’esistenza di una vasta
area
archeologica
venuta in
luce in più
occasioni
nella prima
metà del Novecento. Le strutture
dell’articolato complesso di edifici,
dopo una sommaria documentazione,
vennero completamente ricoperte,
mentre alcuni mosaici pavimentali e affreschi parietali furono distaccati e portati presso il Museo
Nazionale Romano. Oggi sono esposti nella sede di Palazzo Massimo alle Terme.
Un primo nucleo di strutture venne in luce nel 1915 in
seguito ad una violenta piena del Tevere che, ritirandosi,
fece affiorare i resti di cinque ambienti dotati di impianti
di riscaldamento con alcune pavimentazioni a mosaico in
bianco e nero raffiguranti scene di palestra. L’edificio,
datato alla prima metà del II sec. d.C. con evidenti segni di
una lunga frequentazione, è stato attribuito ad uno degli
impianti termali pubblici che lungo le sponde del Tevere
erano destinati in particolare ai lavoratori che animavano
giornalmente le banchine fluviali, come commercianti,
magazzinieri, operai e addetti alle attività portuali.
In seguito, tra il 1939-1940, in un’area oggi occupata da
campi sportivi, i lavori per la ripulitura e l’allargamento
delle golene del fiume portarono alla luce un’area
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Planimetria degli scavi. In arancione il corridoio della villa di I a.C. - I sec.
d.C.; in giallo gli ambienti della probabile terma di metà II sec. d.C.;
in verde le strutture del basamento di un tempio (?) (Foto da Iacopi 1943, tav. II rielaborata dall’autore)
Foto aerea degli scavi (Foto da Iacopi 1943)
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Scena affrescata con battelli fluviali e pesci, metà II sec. d.C. (Foto da Romana Pictura 1998)
Particolare di uno dei battelli fluviali (Foto da Fagiani 2013)
archeologica più estesa costituita da nuclei di edifici di vari periodi individuati soprattutto sulla base delle
differenti tecniche edilizie impiegate, datati anche grazie alla presenza di bolli laterizi. Una prima fase
delle strutture è caratterizzata dall’utilizzo di un’opera reticolata di buona fattura e identifica i resti di una
grande villa suburbana cronologicamente attribuita alla fine dell’età repubblicana-inizi impero. Alla villa
appartengono i resti di un lungo corridoio abbellito da una raffinata decorazione pittorica di cui si
conservano solo limitati frammenti. Verso il fondo della parete, sopra una zoccolo nero è una fascia a
fondo rosso decorata da sequenze di coppie di uccelli ai lati di vasi, separati da elementi vegetali. Sulle
strutture della villa, in parte spianate, verso la
metà del II sec. d.C. si sovrappose un nuovo
edificio identificabile da muri costruiti con una
tecnica edilizia in reticolato più scadente integrata
in più punti con murature in opera laterizia con
bolli recanti la datazione consolare all’anno 123
d.C. Alcuni ambienti presentavano una
decorazione affrescata con soggetti ispirati all’ambiente marino:
oltre un frammento di affresco con raffigurazione di una Neride sul
dorso di un ippocampo vi sono diverse raffigurazioni, su fondo
azzurro-verde dell’acqua, di numerose specie di pesci anche in
lotta fra loro, secondo un modello iconografico di chiara
ispirazione alessandrina. L’accuratezza e precisione dei particolari
che ne caratterizzano la resa ha permesso l’identificazione di
Affresco con scena di lotta tra pesci (Foto da Romana Pictura 1998)
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scorfani, saraghi, triglie, orate, seppie, ricci
di mare oltre a frammenti di scene di lotta
tra un polpo, un’aragosta e una murena.
Non vi sono elementi certi per definire se
l’edificio possa essere attribuito ad una
terma pubblica o piuttosto al settore di
una ricca residenza privata, alla quale
dovrebbe comunque appartenere anche
un altro gruppo vicino di ambienti
semipogei, ricavati tra le fondazioni delle
soprastanti strutture della villa. In questo
gruppo di stanze si conservavano alle
pareti resti di un cospicuo ciclo di affreschi
ancora con tema marino-fluviale,
stilisticamente affini alle precedenti pitture
con pesci. In particolare due vani
comunicanti fra loro, dei quali uno ancora coperto da una volta a botte, mostravano vivaci scene sempre
animate da una varietà di pesci particolarmente realistici, in movimento intorno a battelli con a bordo
personaggi per lo più intenti a remare. Le imbarcazioni, prive di alberi maestri e di vele, guidate da
timonieri e rematori, sono del tipo utilizzato per il trasporto delle merci adatto alla navigazione fluviale.
La ricca decorazione policroma degli scafi ne ha fatto però ipotizzare un richiamo alla raffigurazione di
battelli fluviali di gala, come quelli che venivano impiegati sul Tevere in occasione di feste. Completavano
la decorazione delle due sale anche le pavimentazioni a mosaico con motivi geometrici complessi, uno in
bianco e nero e l’altro policromo, datati per caratteristiche tecniche e stilistiche al III-IV sec. d.C.
Poco distante furono individuati i resti di un basamento per il quale all’epoca della scoperta venne
proposta l’identificazione, poi superata, con il podio del tempio della dea Fortuna noto dalle fonti antiche
nella zona dei rinomati Orti di Cesare. Gli scavi evidenziarono inoltre come nel corso del tempo questo
tratto del corso del fiume subì delle variazioni che determinarono l’insabbiamento di un lungo argine in
opera mista munito di pietre di ormeggio in travertino e dotato di scale, costruito con tutta probabilità a
protezione dell’importante complesso di strutture retrostante.
Pavimento a mosaico geometrico da una delle sale semipogee.
III-IV sec. d.C. (Foto da Fagiani 2012 )
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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
G. IACOPI, Scavi in prossimità del porto fluviale di S. Paolo, località Pietra Papa, in Monumenti Antichi dei Lincei, vol. 39, 1943, pp. 1-178 F. TELLA, Affreschi dal porto fluviale di San Paolo, località Pietre Papa. Roma, in A. Donati (a cura di), Romana Pictura. La pittura romana dalle origini all’età bizantina, Martellago 1998, pp. 283-286 N. FAGIANI, in R. Paris, M.T. Di Sarcina (a cura di), Museo Nazionale Romano. Palazzo Massimo alle Terme. I mosaici, Milano 2012, pp. 177-178, scheda 27.1, pp. 175-178 N. FAGIANI, in C. Gasparri, R. Paris (a cura di), Palazzo Massimo alle Terme. Le collezioni, Milano 2013,
schede nn. 341-343, pp. 466-470
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