Ciao ragazzi,mi chiamo MR. HEARING, sì sì, avete poco da ridere, mi chiamo proprio ASCOLTO e,

la sorte ha voluto che avessi anche due orecchie ben evidenziate.

Comun ue, a parte il nome e il mio aspetto -sico vorrei presentarmi: sono una guida, un ac-

compagnatore, un ….

Viaggio tanto, cammino spedito e visito molti paesi, molte situazioni; conosco un sacco di gente e ho amici un po’ ovunque.

Tempo fa ho incontrato l’arcivescovo, ora emerito, mons. Luigi Bressan che portava al collo una croce particolare: ci sono rap-presentate le opere di misericordia corpo-rale.

Ho pensato che sarebbe stato bello cerca-re di capire che cosa sono queste “opere di misericordia” e come fare per metterle in pratica proprio nell’anno che Papa Fran-cesco ha dedicato alla Misericordia.

Alla ricerca

delle opere

di misericordia

Arcidiocesi di Trento - Centro Missionario Diocesano

Per capirci qualche cosa ho chiesto aiuto ai missionari tren-tini, ho spulciato in documenti uf ciali leggi ichiarazione

niversale dei iritti mani.... , ho aperto la Bibbia e ho iniziato un bellissimo viaggio.

La cosa è semplice, si tratta di prendere in mano alcune schede per la precisione che ci aiutano ad approfondire le opere di misericordia corporale.

Hanno tutte uno schema simile:- la proposta dell’opera con alcuni esempi

- un’approfondimento attraverso alcuni documenti. Questa parte è segnalata da una grande

- delle proposte per lavorare in gruppo segnalate da

- la proposta di una ricerca con al Bibbia in mano: occhio a

- un gioco

- uno stralcio di lettera di un missionario

- magari qualche notizia desunta da quotidiani o riviste missionarie

- una preghiera

Sì, sì, avete capito bene, ogni attività è segnalata da un disegno che ha realizzato apposta per noi la mia amica Ma-rianna, bello no?

Allora, avete voglia di aggregarvi alla mia spedizione?

Coraggio, si parte!

Sapete che secondo il Rapporto 2014 della FAO (Food and Agriculture Organization, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) circa 805 milioni di persone nel mondo, cioè 1 persona su 9, soffre la fame? 62 milioni di bambini sotto i cinque anni sono rachitici per-ché mancano di alcuni alimenti e circa 2 miliardi di persone soffrono di carenze alimentari?

Alcune cause di fame nel mondo ancora oggi sono: • povertà • bassa produttività agricola (anche a causa del land- grabbing, l'acquisizione dei terreni da parte di azien- de internazionali per realizzare le loro basi produtti- ve, privandone così le popolazioni locali)• corruzione dei governi• disastri naturali e cambiamenti climatici• condizioni igienico-sanitarie de citarie

Ciao ragazzi,oggi incontriamo la prima opera di mise-ricordia che ci invita a fare nostra, la vita del prossimo.Si dà da mangiare a coloro che hanno fame, a coloro che mancano del neces-sario per vivere, a coloro che non han-no la possibilità di acquistare neppure i generi di prima necessità.

1Dare da mangiare agli affamati

Provate a completare l'elenco e ad approfondire i singoli punti grazie all'aiuto delle riviste missionarie (alcune le tro-vate anche online: IL PONTE D'ORO, IL PICCOLO MISSIONARIO, NIGRIZIA, AFRICA, COMBONIFEM, ...) facendovi magari aiutare dalle catechiste/catechisti o dai vostri genitori.

Cosa facciamo noi per contribuire a mettere in pratica que-sto principio? Come usiamo il cibo? Lo sprechiamo, lo buttiamo, stiamo at-tenti a non comperare cibi di marche che sfruttano i poveri, i semplici contadini? Diamo una mano quando vengono fatte le raccolte per il Banco Alimentare?

Nel mondo ci sono diversi tipi di fame: fame di notorietà, di denaro, di prestigio, di potere ma anche e soprattutto fame di pane, di amicizia, di rispetto, di pace .... Sicuramente voi ne conoscete molte altre.

Riusciamo a veri care se questi tipi di fame ci sono anche da noi? In Italia, magari nei nostri paesi o nelle nostre famiglie?

Cosa possiamo fare per scon ggere queste mancanze?

Ogni individuo

Tipi di fame Modalità per scon ggerla Mi impegno a ...

Occhi e cuore in ascolto Sapete quante volte viene nominato il "Pane" nella Bibbia? Provate a cercare. Nel Nuovo Testamento potete leggere Mt 14,13-21 e 15,29-39 o Lc 24. Oppure trovare i passi in cui Gesù ha condiviso la realtà umana e ha avuto fame: Mt 4,2; Mc 11,12; Lc 4,2; i passi in cui si offre come cibo Gv 6,26-58; 1Cor 11,23-26 ...

RIUNITI IN GRUPPI PROVATE A COMPLETARE LA TABELLA SOTTO

Il Vangelo della Prima domenica di Quaresima ci presenta Gesù che viene tentato dal diavolo. Vi ricordate che cosa risponde Gesù alla prima tentazione? No?

Risolvendo il gioco avrete la soluzione.

Frase in codice

Soluzione

"Dare da mangiare" signi ca anche FARE DA MANGIARE, cucina-re, ma anche stare insieme, condividere il cibo. Nell'Antico e Nuovo Testamento troviamo molti esempi in cui le persone si ritrovano attorno al tavolo e mangiano insieme. Ve ne ri-cordate alcuni?

I testi biblici ci propongono alcuni atteggiamenti nei con-fronti del cibo e del rapporto con la terra che forse, a volte, ci dimentichiamo di vivere:- MERAVIGLIARSI: la ripetitività del mangiare a volte ci può far dimenticare la bellezza del poterci nutrire, non ci meravi-gliamo più davanti al lavoro di tante persone che contribui-scono a portare sui nostri tavoli gustosi piatti, forse non ci meravigliamo del fatto che i cibi prima di essere elaborati sono materie prime che ci vengono donate dalla terra, sono anch'esse creature di Dio... - RINGRAZIARE: le persone che preparano il cibo ma anche Dio del dono; ogni religione propone una preghiera prima dei pa-sti (ci ricordiamo di farla?) Proviamo a scrivere su un car-toncino colorato una preghiera e a recitarla prima dei pasti? Magari la scriviamo insieme ai nostri familiari e la mettiamo in evidenza in cucina così ci ricordiamo di dirla.- RALLENTARE: per mangiare occorre tempo, il cibo è più gu-stoso se mangiato lentamente, assieme ad altre persone. A volte siamo talmente di corsa che non sappiamo neppure cosa mangiamo, siate sinceri, a volte ingurgitiamo solo per-ché dobbiamo mangiare per vivere ma non godiamo delle pietanze che abbiamo in tavola o meglio, molte volte non ci sediamo neppure a tavola, prendiamo un panino di corsa, al volo.- CONDIVIDERE: è più gustoso un pranzo fatto insieme ad altri. Ma con-dividere signi ca dividere, spartire insieme con altri

o avere in comune con altri; è bello coltivare amicizie e rela-zioni attorno alla tavola. Vi ricordate il bambino del Vangelo che ha messo a disposi-zione 5 pani e 2 pesci? Proviamo anche noi a “moltiplicare” il pane perché un nume-ro sempre maggiore possa nutrirsene.

I nostri missionari ci scrivono ...

Grazie agli aiuti ricevuti da diversi donato-ri ho potuto dare a tutte le parrocchie, gran-

turco, fagioli, latte in polvere e olio per aiutare la gente che soffre la fame. …

Nella parrocchia di Abim abbiamo accolto la Cro-ce della Misericordia portata a piedi da Morulem (25 km) e aperto la Porta Santa nella chiesa di Abim. Molta gente ha partecipato alla celebrazione. Il tema della misericordia tocca i cuori. Tutti sono invitati a fare opere di carità in questa stagione di fame per tanta gente.

Guardate che notizia che ho trovato su IL PONTE D'ORO di gennaio 2016:

-

--

o.

Preghiera

che si chiama "io".

Amen

Che bella questa opera di misericordia: dare da mangiare vuol dire amare, credo proprio che riusciremo a viverla e a migliorarci ogni giorno.

Ciao!

Dare da bere agli assetati

Ciao ragazzi,oggi incontriamo un’opera di misericor-dia che conosciamo bene, anzi penso ab-biate sperimentato molte volte. Non so voi ma io, dopo una partita di cal-cio o un gioco all’aperto spesso ho una gran sete e, se non ho una bottiglietta d’acqua a portata di mano e devo aspet-tare di tornare a casa per dissetarmi, è

una vera sofferenza, mi pare di morire, ho la gola secca e non vedo l’ora di aprire il rubinetto. Questa opera di miseri-cordia mi fa proprio ritornare in mente quella sete!Nel mondo però non tutti hanno accesso all’acqua potabile direttamente dal rubinetto di casa. 748 milioni di persone si procurano l’acqua da fonti non sicure. Di questi, 173 milioni raccolgono l’acqua da bere direttamente da umi, stagni e ruscelli. Molte persone devono camminare anche 4-5 ore al giorno per procurarsi acqua potabile e questo compito è af dato, quasi sempre, alle donne o ai bambini che conse-guentemente non arrivano ad andare a scuola. Sapete che La Commissione Mondiale per l’Acqua indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali? Noi italiani facciamo la doccia con circa 40 litri, mentre per altri, questa quantità rappresenta l’acqua di intere settimane.

22

Ban Ki-moon, il segretario generale delle Na-zioni unite, una volta ha detto "La sete miete più vittime di tutte le forme di violenza, com-prese le guerre".

1,6 miliardiPersone che non hanno accesso all’acqua potabile

1,6 miliardiPersone che non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base

5 milioniPersone che muoiono ogni anno

4.900Bambini che muoiono ogni giorno

-canza di acqua potabile

Assemblea Generale delle Nazioni Unite - Risoluzione A/64/L.63/Rev.1

Profondamente preoccupata -ne non hanno accesso all'acqua potabile e che più di 2,6 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi sanitari di base, ed allarmata

--

co-sanitari;

Riconoscendosicura e pulita e di servizi igienici come parte integrante della realiz-

Ribadendo -

-gno;

1. Dichiara

2. Invita-

pulita, acce

Cosa possiamo fare noi? Sicuramente possiamo veri care l'uso che facciamo dell'acqua. Proviamo anche a cercare le cause per cui non c'è acqua per molti. Ricordiamo che un altro mondo è pos-sibile se cominciamo con la rivoluzione delle 4 “R”: Ridurre, Recuperare/riciclare, Riparare, Rispettare!

Siamo proprio sicuri di conoscere tutto sull’acqua?

(test da Missione: una Chiesa in cammino, Accri)

Soluzioni

po'.

problema.

Proposte/suggerimenti

con i nostri amici e facciamo un poster con

sprecare o usare male l'acqua?

Questa opera di misericordia ci richiama però anche altro. Si può avere sete di tante cose: conoscenza, giustizia, pace, rispetto ....

L'elenco è sicuramente molto lungo. Help, help, mi aiutate a completarlo?

Sete di:

Ognuno di noi è chiamato a dare da bere, a dissetare valoriz-zando le persone che incontra, riconoscendo la loro dignità, rispettandole, ascoltandole e reputandole degne di conside-razione.

Ci sono persone che vivono la solitudine con un dolore pro-fondo e intenso quasi fosse mancanza di acqua. Altri si sen-tono ignorati perché quando parlano nessuno li prende sul serio …

Forse possiamo tradurre il “dare da bere” anche con “dare sollievo”, “prestare attenzione”, “interessarci degli altri”.

Occhi e cuore in ascoltoNell'Antico Testamento Dio ha dissetato il suo po-polo nel deserto (Es 17,1-7; Nm 20,1-11) e Gesù nel Vangelo chiede da bere alla Samaritana (Gv 4....) ma anche sulla croce dice di aver sete (Gv 19,28).

Provate a completare la tabella con altri passi della Bibbia in cui si fa riferimento all'acqua e al dare da bere.

ANTICO TESTAMENTO

NUOVO TESTAMENTO

descrizione

Papa Francesco nella sua Evangelii Gaudium al

-

Anche la propria famiglia o il proprio luogo di lavoro posso-no essere quell’ambiente arido dove si deve conservare la

-sperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza

-

contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso manife--

persone di fede che, con la loro stessa vita, indichino la via

persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfora

I nostri missionari ci scrivono ...

Fratello sole e sorella acqua si sono accordati per dare una mano ai nostri Monelli Buoni. Il tutto è nato dal titolare di Mannienergy

di Verona che l’anno scorso ci ha donato un sistema di pompaggio so-lare completo di 22 pannelli fotovoltaici. Dono che si trasforma poi in verdura e frutta che ora possiamo produrre in abbondanza nel nostro campicello, migliorando la salute dei nostri ragazzi che sulla strada hanno accumulato malattie e debolezza fisica mangiando i rifiuti di alberghi e ristoranti. Indicibile è stata la gioia dei ragazzi alla “prova” dell’acqua tirata su dal pozzo.

Carissimi, questa opera di misericordia ci impegna parecchio, a volte saremmo tentati di dire che de-

vono essere i grandi, i governi delle nazioni, a fare il primo passo ma, il racconto seguente ci propone qualcosa d'altro.

L'incendio e l'uccellino di Paulo Coelho Un giorno, la foresta prende fuoco e gli animali fuggono in cerca di un luogo sicuro. Mentre fugge, la scimmia nota un uccellino che vola in di-

per lo meno, sto facendo la mia parte e mi auguro che gli altri avvertano

di salvare la foresta che sta bruciando, mentre gli altri animali scappa-

Preghiera

Ecco queste mani, puoi usarle, se lo vuoi,

solo una goccia che Tu ora chiedi a me...

Le nostre gocce, pioggia fra le mani Tue,

Forza cerchiamo di vivere ogni giorno questa opera di mise-ricordia. Ciao

- Centro Missionario Diocesano di Trento

Ciao ragazzi,sapete che cosa vuol dire vestire una persona?Un gioco ci permetterà di scoprirlo.

Inserite nelle caselle vuote le parti delle parole mancanti, così da formare in oriz-

zontale parole di senso compiuto. Leggendo dall’alto al basso avrete la risposta!

TTORE VANORCISO OCCHIADIO NVERNORMELLINO MBURO

DOTAI

GN DI

E R

NA

CACCIA AL TESORO

Soluzione

3Vestire gli ignudi.

Quali nudità?

Avete mai visto un bimbo appena nato? Oltre che piccolo e sempre bello, è vestito con una tutina, spesso ha un berretto in testa e dei guanti alle mani perché i genitori e il personale dell'ospedale si preoccupano di tenerlo al caldo. Quando siamo nati eravamo tutti nudi, fragili, soggetti al freddo o al caldo, ai pericoli e allora i nostri genitori si sono subito presi cura di noi.

Vestire una persona signi ca essere attenti all'altro.

Quante volte per strada incontriamo persone vestite mise-ramente o quante volte in TV abbiamo visto coloro che arri-vano con i barconi scendere vestiti solo con una camicia, le bermuda e gli infradito.

È importante che prima di tutto ci lasciamo commuovere e poi che iniziamo ad agire donando vestiti adeguati alla sta-gione.

Non si tratta però di offrire semplicemente abiti, magari i nostri scarti, si tratta di riconoscere la dignità della persona, di aiutarla nella difesa dei suoi diritti, nella ricerca di un la-voro, si tratta di permetterle di andare a scuola, di istruirsi.

Già mi aspetto una vostra obiezione: sì sì ma che cosa pos-siamo fare noi che siamo piccoli?

Innanzitutto dobbiamo capire quanti e quali tipi di nudità ci sono nel mondo e che cosa possiamo fare per eliminarle.

Proviamo ad aprire i giornali e a cercare i fatti di cronaca che ci raccontano occasioni in cui si sono "vestiti gli ignudi" e occasioni in cui, invece si sono "tolti i vestiti" alle persone.

DIRITTI UMANI"

-

-

APPROFONDITE IN GRUPPO L'ARGOMENTO E POI ...RIFLETTETE: - gli Stati rmatari mettono in pratica questi due documenti?

- conosciamo quali sono gli Stati che riconoscono i diritti ma poi in concreto non li applicano? Perché?

- a scuola, in oratorio, in ... riconosciamo che siamo tutti uguali? Che godiamo degli stessi diritti?

Più vicino a noi, avete mai sentito parlare di bullismo? Ne siete stati vittime? Oppure conoscete qualcuno che ne è stato vittima? Il Bullo è colui che vuole prevaricare su un altro e lo fa in modo aggressivo, violento, sfruttando la sua forza, il suo es-sere più vecchio o il suo desiderio di intimidire e dominare.

A volte questi ragazzi picchiano, prendono a calci e pugni, spintonano per appropriarsi di oggetti di proprietà degli ami-ci oppure minacciano, offendono, insultano, esprimono pen-sieri razzisti, estorcono denaro e merendine. Altre volte il bullismo si presenta in maniera più subdola e più dif cile da riconoscere: si esclude un compagno dal gruppo, dai giochi, lo si isola o peggio ancora si dicono calunnie su un coetaneo. Non pensate che anche questo è "togliere i vestiti" a qualcu-no, è privarlo della sua dignità?Cosa si può fare per mettere in pratica la nostra opera di misericordia? Innanzitutto non essere bulli poi difendere la vittima, parlare con gli insegnanti, gli allenatori, i genitori. È importante stare vicino a chi è la vittima perché è la per-sona più debole del gruppo, non lasciarla sola.

Questa opera di misericordia ci invita anche ad aprire i no-stri armadi per accorgerci di quanti indumenti possediamo, di quanti non indossiamo più da tempo, a veri care se sono in buone condizioni e a donarli portandoli ai Cedas della Ca-ritas o ai vari punti di raccolta delle associazioni religiose im-pegnate a favore dei poveri di tutto il mondo. Meglio ancora sarebbe, visto che ne abbiamo già tanti, comperare un indu-mento nuovo per chi ne ha bisogno o fare acquisti presso i negozi ALTR'USO della Caritas a Trento e Rovereto e donare così un aiuto a chi è in dif coltà.

Gioco dell'armadio (allegati 1 e 2)

Perché con il vostro gruppo di catechesi non andate a visitare, d'accordo con i referenti, il negozio ALTR’USO? Oppure perché non invitate a catechesi un respon-sabile Caritas che racconti chi sono le persone chesi rivolgono ai loro sportelli a chiedere vestiti, come vengono raccolte le richieste e come si cerca di rispondere. Magari potete chiedere loro anche che cosa i ragazzi come voi possono fare in concreto.

Occhi e cuore in ascolto

Lascio a voi la ricerca nel Vecchio e nel Nuovo Testamento.Volete magari qualche suggerimento? Gen 3,21 - Mt 6,25-34 Mt 10,10 - Lc 10,25-37 - Lc 15,11-32 - ....

Anche Gesù prima di essere croci sso è stato denudato come un malfattore. Un'ingiuria, lo spogliarono della sua di-gnità di uomo, di Figlio di Dio.

Sapete che quest'opera ci rivolge anche l'invito ad essere sobri, a non volere tutto e subito, a non essere infastiditi quando vediamo un povero vestito bene o con il cellulare e ad essere contenti di condividere con l'altro.

Vi siete mai accorti che anche nella Bibbia i vestiti sono richiamati più volte? Non ci credete?

La vita di un santo ci mostra l’esempio di come possiamo comportarci.

L'immagine misteriosa: annerite gli spazi con il pun-to e scoprirete il santo nascosto nel disegno. Cer-cate poi la sua storia.

Soluzione

I nostri missionari ci scrivono ...

La società non ha molto da dare, solo plastica, vetro, cartone stive ecc. però è sufficiente per vivere e per aiutare altre persone più pove-

re. Ogni settimana di notte andiamo a visitare i tuguri dove vivono i drogati, sulla strada, le prostitute, dando loro pane e cioccolate.

Su POPOTUS n. 1883 del 9 febbraio 2016 ho letto

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Preghiera

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sr. Mariangela da:

Un'opera di misericordia impegnativa vero? Se apriamo gli occhi e il cuore riusciremo a far lavorare la nostra fantasia e creatività.

Ciao

4Ciao ragazzi,conoscete questa opera di misericordia? Un tempo portava il titolo “alloggiare i pel-legrini” perchè molte persone intraprende-vano dei viaggi a piedi molto faticosi verso i santuari d’Europa e della Terra Santa come segno di pentimento e a volte avevano biso-gno di essere ospitati nelle case.

Oggi forse è meglio presentarla come ospitare i forestieri, coloro cioè che provengono da un altro paese e che hanno bisogno di essere accolti.

Chi è secondo voi il pellegrino-forestierio: chi è straniero, sfollato, sfrattato, profugo, migrante, rifugiato, nomade, studente, turista, senza tetto, disabile, colui che è senza speranza?

Il pellegrino cerca un luogo per riposarsi, un pane per sfa-marsi. È una persona in cammino che porta con sé solo uno zainetto con l’indispensabile.

Il pellegrino ci aiuta a vedere il nostro ambiente, la nostra città con occhi nuovi. A volte è una persona in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni.

Certo, spesso i pellegrini-forestieri sono in cerca di una

Accogliere gli stranieri

casa, di un pasto caldo ma abbiamo mai pensato che pellegri-ni sono anche coloro che cercano qualcuno che li ami, che li consideri amici. Ogni persona che non fa parte della nostra cerchia noi la de niamo straniera.

Allora, cosa possiamo fare per accoglierla, dove possiamo ospitarla?

Innanzitutto possiamo ospitarla:• NEL NOSTRO TEMPO, nel nostro cuore, nel nostro affetto (pensando a lei, preoccupandoci per lei, pregando per lei, ...)• poi NELLA NOSTRA FAMIGLIA (allargando le amicizie, condivi- dendo giochi, pensieri....)• NEL NOSTRO PAESE (senza guardare con sospetto chi arriva da paesi lontani o da realtà diverse, senza pregiudizi, sorri- dendo alle persone che incontriamo, ascoltandole....)• NELLA NOSTRA CHIESA (imparando a cancellare le distinzioni noi/voi, pregando gli uni per gli altri, mettendo a disposi- zione spazi della comunità per chi è nel bisogno, ...).

Cose semplici che però cambiano il nostro cuore, il nostro modo di pensare e che ci fanno capire sempre più che pur diversi siamo tutti fratelli e che tutti ci dobbiamo interessa-re gli uni degli altri.

In italiano la parola ospite ha due signi cati: colui che riceve ospitalità ma anche colui che dà ospitalità. Non pensate che già la nostra lingua ci aiuta a sentrici con-temporaneamente donatori di ospitalità ma anche fruitori dell'ospitalità degli altri?

Ci siamo mai sentiti così? Abbiamo goduto di questa ospita-lità? Quando?

Lascio aperte le domande.

Ti riconosco!

Questa opera ci invita a pensare anche a quante popolazioni nel mondo diventano profughe perché nei loro Paesi di origi-ne non sono più accolte, non hanno più terra dove abitare.

all'alloggio e alla terra ma: 100 milionno un luogo in cui vivere; più di un miliardo

Vi suggerisco di fare una ricerca sulle riviste missionarie, IL PICCOLO MISSIONARIO e IL PONTE D’ORO.

1. :

2.

Sei capace di accogliere?

LEGGENDO QUA E LÀ HO TROVATO UN TEST CHE PUÒ FARE AL CASO NOSTRO

3.

4

Punteggio

Il punteggio totale è …………..

Confronta ora la tua capacità di accogliere:

a b c d e f g h1 0 3 0 2 1 0 0 42 0 0 4 3 0 1 0 23 0 0 2 1 0 0 4 34 0 0 4 1 0 2 3 0

Occhi e cuore in ascolto

Nella Bibbia, l'ospite è sempre sacro e l'ospitalità un dovere.

Vi ricordate Abramo che accoglie i tre pellegrini? (Gen. 18, 1-15) oppure Lot che corre incontro a due forestieri (Gen 19,1-11)?

Nel Nuovo Testamento Gesù raccontandoci la parabola del Buon Samaritano ci dice gli atteggiamenti che dovremmo avere per essere ospitali (Lc 25,10-37). Ci ricorda che verre-mo giudicati sul nostro accogliere i pellegrini (Mt 25, 31-46). Anche lui è stato ospite (Lc 5,29-32; Mt 9,10-13).

Quali atteggiamenti ci insegnano Abramo, Lot, Gesù?Come ci dobbiamo comportare con chi viene a trovarci? E con lo straniero?

I nostri missionari ci scrivono ...

Stavo per iniziare questa lettera quando Si-rinut è uscita dal mio studio. Sirinut vive-

va al Centro con i suoi due fratelli gemelli. I due avevano ultimato la scuola media. Pensando di fare cosa gradita e senza informare Sirinut chie-si alla direzione del Centro, dove andavano i due gemelli, se potevano fare un’eccezione ed accogliere anche una bambi-na delle elementari. Subito chiamai Sirinut per darle la buona notizia: sarebbe andata nella stessa scuola dei fratelli e avrebbero riformato il nucleo familiare. Già immaginavo la gioia della bambina, ma Siri-nut rimase ferma e mi guardò a lungo. Poi con voce ferma disse: “Io vo-glio restare qui”. Per Sirinut la sua famiglia eravamo noi; nelle suore, negli assistenti, nell’ambiente e negli altri ragazzi aveva trovato una famiglia.

on line

single

Refugees Welcome Italia

Sulla rivista il PONTE D’ORO di marzo ho trovato questa notizia dal titolo RIFUGIATI IN CASA

Ciao!

Preghiera di Bruno Ferrero

Proviamo a vivere con semplicità e entusiasmo questa opera di misericordia?

5Visitare

gli infermi

Ciao ragazzi,oggi incontriamo un'opera di miseri-cordia che forse ci sembra dif cile ma forse anche no! Vi è mai capitato di essere ammalati, ma ammalati sul serio da "dover" stare a casa da scuola? Provate a pensarci.

Cosa sentivate: dolore, stanchezza, forse eravate annoiati perché non potevate fare niente, arrabbiati per non poter uscire oppure eravate contenti?Chi vi stava vicino che cosa ha fatto per voi?

Proviamo a scriverlo nella tabella sottostante:

Cosa avevo -

Ora sostituiamo il soggetto della tabella: invece di essere noi ammalati lo è stato qualche nostro familiare o amico, che cosa abbiamo fatto, come ci siamo comportati, quale bene -cio secondo noi ha provato la persona malata?

Questa opera di misericordia ci aiuta a capire che è impor-tante andare a trovare le persone malate. Quando si è ammalati si gradiscono molto le visite, purché si prestino alcune attenzioni:• AVERE MOLTA DELICATEZZA: è il malato che ci indica cosa fare, come fare e soprattutto quanto tempo restare;• AVERE MOLTA UMILTÀ: prestare soprattutto ascolto, accetta- re pure che la persona non ci parli perché stanca, s duciata...• AVVICINARCI CON GRATUITÀ: non siamo lì per sentirci buoni e bravi ma per condividere con la persona ammalata la sua sofferenza;• PRESTARE ATTENZIONE: alle sofferenze che il malato ci pre- senta ma anche alle sue paure;• NON GIUDICARE ....

Occhi e cuore in ascolto

Nella Bibbia troviamo molti passi in cui vengono raccontati momenti di malattia e momenti in cui il malato viene visitato sapete trovarli?

Quali atteggiamenti vengono presentati?

Sicuramente conosciamo tutti la parabola che l’evangelista Luca ci presenta al capitolo 10,25-37

-po

-

peccabo

per teccarlo

-

Attraverso il gioco scoprirete la parabola

PROVIAMO A LEGGERLA IN GRUPPO, A CONFRONTARE IL MODO DI COMPORTARSI DI CIASCUN PERSONAGGIO E CERCHIAMO DI CAPIRE COSA CI VUOLE INSEGNARE.

Nel mondo ci sono molte malattie: del corpo e della mente, ma anche dello spirito e ci sono mol-ti modi per stare vicini alle persone ammalate. Visitare gli infermi non signi ca solo andare a trovarli, signi-ca prendersi cura di loro.

Nei nostri paesi, nelle città ma anche nelle nostre parroc-chie ci sono molte persone che si prendono cura dei mala-ti. Perchè non le invitiamo nel nostro gruppo a raccontarci quello che fanno e come vivono questo servizio? Proviamo a chieder loro quale dono ricevono dagli ammalati e se possia-mo fare qualche cosa di concreto.

Nel periodo che ero in Italia sono arrivate due nuove ospiti Anita e Greisy, mentre Ester è tornata a casa. Anita, affetta da un ri-

tardo mentale severo, è stata abituata a mangiare dall’immondizia e anche ora è difficile controllare questo istinto così abituale per lei men-tre Greisy, con paralisi cerebrale grave, veniva lasciata a casa tutto il giorno sola, mentre la mamma lavorava, in balia delle convulsioni e di chi volesse farle del male. Ester, ragazza down con noi già da 10 anni, quando era arrivata qui si comportava come un “animaletto”: mangiava per terra, non voleva lavarsi e non parlava. Ora invece è diventata una delle migliori aiutanti della nostra casa e ad oggi è rientrata a casa con la famiglia. in Perù)

I nostri missionari ci scrivono ...

Preghiera

S

Aiutaci Signore a ricordarci

Che bella questa opera di misericordia, offre anche a noi piccoli l’occasione di fare molto.

Ciao!

6Visitare

i carcerati

Ciao ragazzi,se l’opera di misericordia “visitare gli infermi” ci sembrava un po’ dif cile, questa ci sembra quasi impossibile. In realtà i ragazzi minorenni non pos-sono entrare a visitare le persone nel carcere a Trento a meno che non siano parenti o per giusti cato motivo.

Allora perché siamo interessati a quest'opera?

Innanzi tutto cerchiamo di capire chi sono i carcerati. Cosa pensiamo di loro? Normalmente pensiamo a persone che hanno commesso degli errori, più o meno gravi nei confronti di altre persone, colo-ro che hanno fatto scelte sbagliate, che sono cadute, sono state condannate e che in carcere scontano la pena.

La maggior parte della popolazione carceraria è formata da poveri, emarginati, stranieri, immigrati, tossicodipendenti e molti di loro sono lasciati soli, non hanno nessuno che li vada a visitare, che si interessi a loro, persone per cui essere im-portanti e contare. In Trentino Alto Adige sono presenti 2 istituti di pena: uno a Trento e uno a Bolzano e alla data 31 gennaio 2016 a Trento c'erano 452 detenuti di cui 12 donne e 325 stranieri.

È molto facile giudicare male queste persone ma Gesù ci in-segna che non dobbiamo giudicare, solo amare (vi ricordate l'episodio dell'adultera?). Sicuramente sono da condannare i comportamenti sbagliati ma dobbiamo sempre rispettare la dignità delle persone.

Anche se non possiamo andare concreta-mente a visitare i detenuti, ci sono dei vo-lontari della Caritas, che possono incon-trarli due volte in settimana.

Che ne dite, si potrebbe invitare questi volontari nel nostro gruppo per capire un po' il mondo carcerario, come vivono le persone, cosa fanno, come possiamo aiutarli?

Se vogliamo Simona e Martina del Cedas di Trento, sono disponibili a chiarire dubbi, a rispondere ai nostri vari inter-rogativi, ci possiamo mettere d'accordo come gruppo e scri-vere a S.TICCHI@DIOCESITN.IT o telefonare allo 0461-261.166.

Possiamo scrivere delle lettere o fare delle raccolte di ... da consegnare ai volontari i quali a loro volta li consegnano ai detenuti in stato di indigenza. Ho messo i puntini di sospensione perché per scoprire cosa si può raccogliere ed inviare è necessario risolvere il gioco:VIA CON LA RACCOLTA.

-

Soluzione

Sapete che le carceri sono presenti in tutto il mondo e spes-so le persone non sono trattate bene, ci sono problemi di sovraffollamento, di disperazione, aggressività.Alcuni missionari trentini prestano servizio come cappellani nelle carceri, alcune suore sono assistenti spirituali. È importante sapere che nella Chiesa è presente la Pastorale carceraria cioè un settore speci co, come la catechesi, la famiglia, il centro missionario... che si preoccupa dei car-cerati, dei loro familiari, e delle vittime e che si fa carico dell’assistenza spirituale di alcune tra le persone più bisogno-se di solidarietà umana e cristiana. Il tempo del carcere può e deve essere impostato come un tempo educativo e riedu-cativo, nel quale la detenzione e la pena subita si integrino in un percorso complessivo di crescita della persona, dal punto di vista umano e cristiano.

-sa: il

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Questa opera di misericordia però ci richiama anche il tema della libertà e della schiavitù. Quali e quante libertà sono a nostra disposizione? Quali schiavitù subiamo?

La schiavitù di un vestito o uno zainetto rmato, quella di avere l'Ipod o l'Ipad di ultima generazione, quella dei pre-giudizi nei confronti delle altre persone, quella del dover pensare tutti alla stessa maniera.

A volte l'indifferenza, l'egoismo, la pigrizia ci rendono "pri-gionieri", non ci permettono di essere veramente liberi.

Come possiamo liberarci da queste schiavitù?

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da:

SCRIVIAMO QUI SOTTO CHI E CHE COSA CI FA SENTIRE VERAMENTE LIBERI.

Legato al tema della nostra opera di misericordia c'è an-che una altro argomento che mi pare molto importante: il PERDONO. Se una persona sbaglia è importante perdonarla.

Avete sentito o letto di alcune persone che sono riuscite a perdonare anche quando hanno perso il glio o il marito in una sparatoria? A voi è capitato ancora di essere perdonati? Quando? Prova-te a raccontarvi tra voi, in gruppo, alcuni episodi e a capire come siete stati perdonati e che cosa ha spinto i vostri geni-tori, i vostri insegnanti o i vostri amici a perdonarvi. E noi, riusciamo a perdonare?• Mi sono fermato a pensare che occorre misericordia nei confronti degli errori degli altri?

• So perdonare e dare un'altra possibilità a chi mi sta vicino?

Occhi e cuore in ascoltoIl Vangelo ci ricorda che Gesù è stato arresta-to (Mt 26,50) e prima di lui anche Giovanni Bat-tista (Mc 6,14-29).

Cerchiamo nei vangeli le occasioni in cui Gesù perdona o ci insegna a perdonare.

A chi dona il perdono Gesù? Come perdona?

I nostri missionari ci scrivono ...--

Il Brasile ha la quarta maggior popolazione carceraria dopo Stati Uni-ti, Cina e Russia con 607.731 prigionieri. Le carceri possono acco-

gliere 357.219 persone per cui c'è una differenza di 206.307 posti e questo significa che gli istituti di pena sono straaffollati.Nel periodo tra il 2005 e 2014 la popolazione carceraria brasiliana è cresciuta in media del 66% ed in alcuni stati più del doppio.Il 41% dei prigionieri è imprigionato senza essere stato condannato, Il 56% degli incarcerati sono giovani; 2 persone su tre sono nere; 8 su 10 hanno frequentato al massimo fino alla scuola obbligatoria.Natura del crimine: 4 su 10 sono contro il patrimonio; 27% traffico di droga; 21% furto; 14% omicidio e 3% ladrocinio.

Nota: il crimine per traffico di droga è il 25% tra gli uomini e il 63% fra le donne mentre il crimine per furto è tre volte maggiore per gli uo-mini in relazione alle donne.Il 92% degli stabilimenti prigionali sono gestiti dallo stato ma 58% ha qualche servizio privatizzato, come ad esempio la mensa, la pulizia, l'assistenza sanitaria.

Il formaggio del perdono

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Ecco una notizia trovata su POPOTUS del 25.02.2016

Ciao!

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Preghiera

Sembrava tanto dif cile questa opera di misericordia ma, se ci pensiamo bene, la possiamo mettere in pratica tutti i giorni.

Seppellire

i morti

Ciao ragazzi,oggi incontriamo la settima opera di

misericordia corporale. Innanzitutto siamo invitati a non avere

paura della morte perché è un fatto na-turale e soprattutto perché è un passaggio

ad una vita più bella, più piena in Dio. Certo, detta così sembra molto semplice ma, se abbiamo vis-suto un lutto di qualche parente prossimo, di un nonno o nonna, sappiamo che non è facile af darsi a Dio.

Proprio per questo la Chiesa ci invita a compiere questa opera di misericordia, seppellire il defunto, signi ca pren-dersi cura della persona, ricordare i gesti e gli insegnamenti che ci ha lasciato, signi ca riconoscerla come importante per noi, signi ca esprimere ancora tenerezza e amore nei suoi confronti.

La storia ci insegna che tutti i popoli seppelliscono i loro morti e così pure le varie religioni hanno riti diversi per l’e-sequie.

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Recuperiamo del materiale che ci presenta i riti delle esequie nelle diverse religioni e nelle diverse parti del mondo (si può interpellare

l'Ufficio Ecumenismo, i catechisti, gli inse-gnanti di religione, gli stranieri presenti nella

nostra parrocchia o a scuola...). Ci dividiamo in sottogruppi e ciascun sottogruppo appro-fondisce un rito. Poi, attraverso un cartellone, un power point, un video, un canto, una scenetta .... presentiamo il frutto della nostra ricerca.

Siamo abituati a vedere molti morti alla televisione, nei te-le lm ma anche nei telegiornali da non riconoscere più che il morto è una persona a cui dobbiamo sempre riconoscere dignità, che dobbiamo valorizzare.

La convinzione che c'è una continuità dopo la morte, la con-sapevolezza che risorgeremo come Gesù, ci aiutano a rispet-tare la persona defunta e il dolore dei suoi cari.

Un tempo i parenti e i vicini di casa si prendevano cura del morto, lo lavavano, lo rivestivano, vegliavano con lui no al momento del funerale, un modo per sentire ancora la perso-na cara vicina e per accomiatarsi da lei piano piano.

Oggi molto spesso le persone muoiono in ospedale e il distac-co è molto più veloce e a volte impersonale.

La visita al cimitero ci aiuta a ricordare le persone care, a fare memoria di quanto hanno fatto per noi, degli insegna-menti che ci hanno lasciato attraverso le parole, i sorrisi, le opere e a ricordarci che tutti siamo importanti agli occhi di Dio.

Anche attraverso la preghiera facciamo memoria delle per-sone e possiamo chiedere ai nostri cari defunti di darci una mano.

Questa opera di misericordia ci ricorda che le persone con cui condividiamo l'esperienza di vita quotidianamente, ci se-gnano e sono sempre con noi, nella memoria ma soprattutto in quello che siamo e facciamo.

Proviamo a ricostruire il nostro al-bero genealogico con l'aiuto della nostra famiglia, raccogliendo foto,

Occhi e cuore in ascolto

Come cristiani crediamo che la morte sia una nuova nascita, tuttavia siamo tristi quando un amico ci lascia. Proviamo a cercare nei vangeli come si comporta Gesù di fronte alla morte di alcune persone. Leggiamo Lc 7,11-17; Lc 8,40-56, ...

Dopo aver inserito i nomi degli animali rappresen-SoluzioneLazzaro

I nostri missionari ci scrivono ...

Ieri è arrivato un ragazzo di 23 anni con ma-dre e fratelli che non si reggeva neanche in

piedi; dopo la visita del dottore è morto. Aveva fatto un viaggio massacrante su un furgonci-no; ho chiesto alla madre come mai lo avessero portato qui; mi ha detto che avevano provato altri ospedali e speravano che al Lacor potessero fare qualcosa. La madre era ancora più disperata perché le abbiamo detto che con l’epidemia dell’Ebola non lasciano pas-sare più nessun cadavere da un distretto all’altro, e dunque non poteva riportarsi neanche il corpo a casa. Così domani dovremmo seppellirlo nel cimitero dell’Ebola, anche se lui non è morto di Ebola. Anche que-ste sono tragedie e sofferenze sconosciute che questa povera gente vive tutti i giorni. Più forte di Ebolain Uganda)

Guardate cosa ho trovato su AVVENIRE del 12.03.2016?

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Caf-” dove la bevanda calda, è soltanto il pretesto per condividere

n Africa viene usato uno strumento

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Tradizioni africane

liberi nella partecipazione, dove il clima di ascolto e di consolazione è

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Nella mia mente, o Dio,

Guardo a Te in croce cercando risposta,

Amen

Preghiera

Carissimi,avete visto quanto sia bella e importante questa opera di misericordia? Allora, forza ricordiamo i nostri defunti, visi-tiamoli al cimitero e preghiamo per tutti i morti dimenticati.

Ciao!

ALLEGATO 1

Gioco dell'armadio (da fare prima personalmente e poi come gruppo)

A ciascuno di voi viene distribuita una tabella-inventario (ALLEGATO 2) dove inserire alcuni numeri. Portate a casa la tabella, aprite i vostri arma-

EsempiUn paio di scarpe serve per cam-minare, per giocare. Scelgo un

e sto un po’ con lui.Un maglione avvolge e riscalda. Mi impegno a compiere almeno

un amico/a con cui non vado trop-po d’accordo.

-vello. Aiuto i miei compagni a scuola.

- Mi prendo l’im-

pegno di difendere o proteggere

Allegati

INDUMENTO QUANTITÀ

felpe

camice

pantaloni/gonne

mtande

calzini/calze

sciarpe/foulard

ALLEGATO 2 tabella/inventario

Il mio armadio contiene:

a cura M.S. - Centro Missionario Diocesano di Trento