ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Giardini d inverno: spazi in ... · le piante più delica-te ritirate in...

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6 ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Giardini dinverno: spazi in bilico tra in e outdoor Con l’arrivo dei pri- mi freddi i terrazzi e i porticati delle nostre abitazioni vengono ab- bandonati, i tavoli e le sdraio ricoverati al ri- paro dalle intemperie, le piante più delica- te ritirate in casa: che peccato poter usufrui- re di questi spazi sola- mente nei brevi mesi estivi! È però possibile prolungarne la vita se, ricorrendo a chiusure in vetro e alluminio, li trasformiamo in giardini d’inverno, ovvero degli spazi ibridi tra interno ed esterno dove è pos- sibile godere dell’illusione di vivere a contatto con la natura anche nella brutta stagione al riparo da fred- do, vento e pioggia. Non si tratta di semplici serre per il ricovero delle piante, ma di verande che possono essere riscaldate e dotate di illu- minazione per ospitare salottini o sale da pranzo. I giardini d’inverno nascono in Gran Bretagna a parti- re dall’800 e a loro volta possono essere considerati evoluzioni delle antiche serre o orangerie di epoca rinascimentale. Le orangerie nac- quero allo scopo di ricoverare spe- cie vegetali provenienti dai climi caldi e temperati, in primis gli agru- mi, durante la stagione fredda, par- ticolarmente lunga e rigida nelle re- gioni dell’Italia settentrionale e del nord Europa. Potevano essere strut- ture fisse dove ricoverare le piante in vaso oppure mobili per riparare le piante in piena terra, ricorrendo alla costruzione di pareti lignee che venivano montate intorno alle pian- te e poi smontate con l’arrivo del- la bella stagione. In concomitanza con lo sviluppo delle importazioni di specie rare e pregiate da Paesi sempre più lontani ed esotici, le serre si diffusero largamente rag- giungendo la massima espansione a partire dalla prima metà del XIX secolo. Le serre assunsero un ruolo sempre più decorativo oltre che uti- litario, costituendo importanti punti focali: nei parchi di stile inglese, la serra poteva diventare un monu- mento neogotico o un padiglione neoclassico a seconda dello stile prescelto per il progetto del giardi- no. Esistevano principalmente due tipologie di serra: quella riscalda- ta e quella fredda. Le orangerie ad esempio appartenevano al gruppo delle serre fredde e venivano rea- lizzate con una base in muratura piena sovrastata da grandi arcate o finestre chiuse da vetri disposte sul lato rivolto a sud. Sfruttando l’e- sposizione, i raggi solari entravano dalle finestre e riscaldavano l’am- biente interno in modo da renderlo consono alle coltivazioni. Occasio- nalmente si ricorreva all’utilizzo di bracieri e stufe mobili per aumen- Le avveniristiche serre del 'Gardens By The Bay' a Singapore

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ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO

Giardini d’inverno: spaziin bilico tra in e outdoor

Con l’arrivo dei pri-mi freddi i terrazzi e i porticati delle nostre abitazioni vengono ab-bandonati, i tavoli e le sdraio ricoverati al ri-paro dalle intemperie, le piante più delica-te ritirate in casa: che peccato poter usufrui-re di questi spazi sola-mente nei brevi mesi estivi! È però possibile prolungarne la vita se, ricorrendo a chiusure in vetro e alluminio, li trasformiamo in giardini d’inverno, ovvero degli spazi ibridi tra interno ed esterno dove è pos-sibile godere dell’illusione di vivere a contatto con la natura anche nella brutta stagione al riparo da fred-do, vento e pioggia. Non si tratta di semplici serre per il ricovero delle piante, ma di verande che possono essere riscaldate e dotate di illu-minazione per ospitare salottini o sale da pranzo. I giardini d’inverno nascono in Gran Bretagna a parti-re dall’800 e a loro volta possono essere considerati evoluzioni delle antiche serre o orangerie di epoca rinascimentale. Le orangerie nac-quero allo scopo di ricoverare spe-cie vegetali provenienti dai climi caldi e temperati, in primis gli agru-mi, durante la stagione fredda, par-ticolarmente lunga e rigida nelle re-

gioni dell’Italia settentrionale e del nord Europa. Potevano essere strut-ture fisse dove ricoverare le piante in vaso oppure mobili per riparare le piante in piena terra, ricorrendo alla costruzione di pareti lignee che venivano montate intorno alle pian-te e poi smontate con l’arrivo del-la bella stagione. In concomitanza con lo sviluppo delle importazioni di specie rare e pregiate da Paesi sempre più lontani ed esotici, le serre si diffusero largamente rag-giungendo la massima espansione a partire dalla prima metà del XIX secolo. Le serre assunsero un ruolo sempre più decorativo oltre che uti-litario, costituendo importanti punti focali: nei parchi di stile inglese, la

serra poteva diventare un monu-mento neogotico o un padiglione neoclassico a seconda dello stile prescelto per il progetto del giardi-no. Esistevano principalmente due tipologie di serra: quella riscalda-ta e quella fredda. Le orangerie ad esempio appartenevano al gruppo delle serre fredde e venivano rea-lizzate con una base in muratura piena sovrastata da grandi arcate o finestre chiuse da vetri disposte sul lato rivolto a sud. Sfruttando l’e-sposizione, i raggi solari entravano dalle finestre e riscaldavano l’am-biente interno in modo da renderlo consono alle coltivazioni. Occasio-nalmente si ricorreva all’utilizzo di bracieri e stufe mobili per aumen-

Le avveniristiche serre del 'Gardens By The Bay' a Singapore

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tare la temperatura interna. Le serre dotate di impianti di riscaldamento veri e propri erano invece costruite quasi completamente in vetro con strutture lignee prima e metalliche poi ancorate a terra da una getta-ta in cemento. I progressi dell’in-dustria siderurgica e del vetro, in particolar modo in Inghilterra, con-sentirono di produrre lastre di vetro di grandi dimensioni a prezzi più abbordabili permettendo alle clas-si della media e alta borghesia di abbellire le loro dimore con queste strutture solitamente riservate alle famiglie nobili. Costruite addossate agli edifici, le serre divennero delle vere e proprie estensioni delle di-more vittoriane.Da semplici luoghi riparati e protetti nati per far sopravvivere le pian-te esotiche, le serre subirono una continua evoluzione che le trasfor-mò in strutture sempre più elabo-rate e attrezzate per ospitare eventi mondani e sociali. L’Ottocento vide nascere un utilizzo pubblico dei giardini d’inverno: il primo fu rea-lizzato a Londra all’interno del re-gent’s Park nel 1842-46, utilizzato sia come serra per la conservazione delle piante sia come luogo di in-trattenimento, di passeggio e per l’organizzazione di eventi mondani quali mostre, tea-parties ecc. I giorni nostri vedono un rilancio dei giardini d’inverno come elemento architettonico di prestigio e mezzo per recuperare preziosi metri qua-drati alle abitazioni. In generale la chiusura di porticati o terrazzi o la realizzazione di una serra o veranda è considerato un ampliamento con aumento della volumetria dell’edifi-cio e pertanto non sempre praticabi-le; prima di procedere è necessario verificare la fattibilità presso i com-petenti uffici tecnici comunali. Di

recente sono state introdotte nuove regole che permettono di realizzare delle serre escluse dal calcolo del volume: si tratta delle serre solari o bioclimatiche che possono essere equiparate a dei volumi tecnici che hanno la funzione di contribuire al riscaldamento passivo dell’abitazio-ne per un abbattimento e conteni-mento dei consumi energetici da fonti non rinnovabili. Ogni regione ha elaborato una propria normativa; occorre quindi consultare i Piani Energetici regionali per conoscere i criteri da seguire. Quali caratteristi-che deve avere una serra bioclima-tica? Le serre solari sono dei volumi tecnici ad elevata tecnologia che per funzionare in modo corretto e vantaggioso necessitano di essere progettati accuratamente da profes-sionisti esperti capaci di calcolare il guadagno solare prodotto. Per assol-vere a questa funzione la serra deve sfruttare la migliore esposizione che consente di avere il massimo irrag-giamento durante il corso del gior-no (ottimale quella a sud). È anche importante limitare le dispersioni termiche durante le ore notturne e le giornate prive di sole per non va-nificare l’accumulo di calore guada-gnato durante il giorno: l’impiego di materiali da costruzione ad elevata qualità e performance energetica diventa pertanto fondamentale. Al-trettanto importante è il sistema di ombreggiamento che, insieme alla possibilità di aprire le pareti vetrate e permettere un’adeguata ventila-zione, evita che durante i mesi esti-vi queste serre diventino dei veri e propri forni. Le serre bioclimatiche non possono essere abitate in modo permanente, ma possono essere uti-lizzate come romantici e luminosi angoli hobby dove coltivare sia le piante che le proprie passioni!

rivista tecnica - informativaFito-Consult e Agri-Consult Varese

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