ARCHEOLOGIA CLASSICA · 2021. 2. 24. · ARCHEOLOGIA CLASSICA Rivista della Scuola Nazionale di...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA - LA SAPIENZA ARCHEOLOGIA CLASSICA Voi. XXXV 1983 «L' ERMA » di BRETSCHNEIDER - ROMA

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA - LA SAPIENZA

ARCHEOLOGIA CLASSICA

Voi. XXXV

1983

«L'ERMA» di BRETSCHNEIDER - ROMA

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA - LA SAPIENZA

ARCHEOLOGIA CLASSICA

Rivista della Scuola Nazionale di Archeologia

Pubblicata a cura delle Sezioni di Archeologia e storia dell'arte greca, romana e tardo-antica e di Etruscologia e antichità italiche del Dipartimento di scienze

storiche archeologiche e antropologiche dell'antichità

Fondatore: GIULIO Q. GIGLIOLI

Direzione:

GUIDO BARBIERI, LAURA BREGLIA, FERDINANDO CASTAGNOLI, GIOVANNI

COLONNA, LETIZIA ERMINI PANI, MARIA FLORIANI SQUARCIAPINO, CAIROLI

F. GIULIANI, ANTONIO GIULIANO, MARGHERITA GUARDUCCI, LUCIA GUERRI­

NI, FABRIZIO MORI, MASSIMO PALLOTTINO, ALBA PALMIERI. FRANCESCO PAN­

VINI ROSATI, RENATO PERONI, SALVATORE M. PUGLISI, PAOLO SOMMELLA,

SANDRO STUCCHI, PASQUALE TESTINI

Direttore responsabile: MASSIMO PALLOTTINO

Redazione:

ROMOLO A. STACCIOLI, Red. Capo - FRANCESCA R. FORTUNATI, PATRIZIO

PENSABENE, FRANCESCA TAGLIETTI

SOMMARIO DEL VOLUME

ARTICOLI

FRANCESCA MELIS - STEFANIA Qu1uc1 GIGLI, Votivi e luoghi di culto nella campagna di Velletri ..... -... .. ............................................ . pag. 1

LUIGI Tomsco, Un nuovo cratere con scena d'oltretomba del Pittore di Baltimora ............................................................................. . » 45

PATRIZIO PENSABENE, Un colombario a Capranica (VT) ................. .. » 58 MARIA FLORIANI SQUARCIAPINO, La scuola di Aphrodisias ( 40 anni

dopo) .................................................................................. . » 74 DÉNES GABLER, Rapporti commerciali fra Italia e Pannonia in età romana » 88

(segue in terza di copertina)

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ARCHEOLOGIA CLASSICA

Rivista della Scuola Nazionale di Archeologia

Pubblicata a cura delle Sezioni di Archeologia e storia dell'arte greca, romana e tardo-antica e di Etruscologia e antichità italiche del Dipartimento di

scienze storiche archeologiche e antropologiche dell'antichità

Fondatore: GIULIO Q. GIGLIOLI

Direzione:

GUIDO BARBIERI , LAURA BREGLIA , FERDINANDO CASTAGNOLI, GIOVANNI

COLONNA , LETIZIA ERMINI PANI , MARIA FLORIANI SQUARCIAPINO , CAIROLI

F. GIULIANI , ANTONIO GIULIANO , MARGHERITA GUARDUCCI , LUCIA GUER­

RINI , FABRIZIO MORI , MASSIMO PALL01TINO , ALBA PALMIERI , FRANCESCO

PANVINI ROSATI , RENATO PERONI , SALVATORE M. PUGLISI , PAOLO SOMMEL-

LA , SANDRO STUCCHI , PASQUALE TESTINI

Direttore responsabile: MASSIMO PALL01TINO

Redazione:

ROMOLO A. STACCIOLI , Red. Capo - FRANCESCA R . FORTUNATI , PATRIZIO

PENSABENE , FRANCA TAGLIE1TI

Voi. XXXV

1983

«L'ERMA» di BRETSCHNEIDE R - ROMA

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© COPYRIGHT 1986 by «L'ERMA» di BRETSCHNEIDER

Aut. del Trib . di Roma n. 5782 del 13-5-1 957

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INDICE D E L VOLUME XXXV

ARTICOLI

FLO RI AN I SQUA RCIAPI NO M ., La scuola di Aphrodisias (40 anni dopo) . ...... . .... . . ... ...... . . . . . ...... .. .................. .. .. . ... .. ....... . . ... pag. 74

GAB LER D ., Rapporti commerciali fra Itali a e Pannonia in e tà roma-. na ................................. . ... .. .. ............................ . .. . ...... .

MELIS F. - Qu1uc1 GI GLI S., Votivi e luoghi di culto nella campagna di Velle tri . . .......... . .. . ... . ....... . . .. ........ . . . .... . . . .. .. .. .. . . .. . .... . . .

PENSA BENE P ., Un colombario a Capranica (VT)

T o o1sco L., U n nuovo crate re con sce na d 'oltre tomba del Pittore di Baltimora ... .. .... .. .. . .... . ...... . ... . ........ .................. . ...... . ..... .

NOTE E DISCUSSIONI

CA RI Cl F. , Sulle suddivisioni del Medio Minoico III. Alcune osser-vazioni su un saggio di scavo a Cnosso ............................. .

CUCINI C., Un finimento equino dall 'a rea vetuloniese (Scartino - GR) D EHL C H. , Cronologia e di ffusione della ceramica corinzia de ll 'VIII

sec. a.C. in Ita lia ............... .. . . ..... . . . .. . .......... ...... . .. . ........ .

EG IDI P ., Due bossoli per il gioco de i dadi da un a tomba romana presso Bevagna . ... ..... . ........ ....... ....... ... . ... . ............ . ........ .

FILIPPI G ., La necropoli di Campo Reatino . I. I mate riali . . ... . ... . MORANO I A. , T ra epigrafi a e topografia . Nota su A equi e Superae-

quani ............. . . . ............. ........... . .... . ......... . ........ ........... .

PENSA BENE P ., Necropo li di Praeneste. Storia degli scavi e circosta n­ze di rinvenimento de i cippi a pigna e de i busti fun erari

SEBASTI AN I S. , Sulle fa si urbane di Ancona antica ....... .. . .. ..... . . .

TRoccou M.G . , Fora e città ro mane regolari : una nota ........... .

» 88

» 1

» 58

» 45

» 118

» 211

» 186

» 283 » 138

» 219

» 228 » 287 » 297

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INDICE DEL VOLUME XXXV

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ARIAS VILAS F., LE Roux P ., TRANOY A ., Jnscriptions romaines de la province de Lugo (I. DI STEFANO MANZELLA) . .... .. . . . . . . .

AUTORI V ARI, Nakit na tlu sjeverne Dalmacije od prapovijesti do da­nas. lzlozba ( Parures dans la Dalmatie du nord depuis la préhi-stoire jusqu'à nos jours. Exposition). (A. MARTIN) .. .. . ... . . . .. .

BARATTE F. , Le trésor d'argenterie gallo-romaine de Notre-Dame -d'Allençon (Maine-et-Loire) (G . BORDENACHE BATTAGLIA) .. .

COOK R.M. , Clazomenian Sarcophagi (F. CANCIANI) . . .. . . . .. . .. . .. .

Corpus Vasorum Antiquorum, Deutschland 48. E. KuNZE-GOTTE, Miinchen, Antikensammlung, ehemals Museum Antiker Klein-kunst , Band 9 (F. CANCIANI) ... .. .. ..... . . . ... . . .. . . . . . . .. . . . ... . .. ... .

KEENE CoNGDON L.O. , Caryatid Mirrors of Ancient Greece. Techni­cal, Stylistic and Historical Considerations of Archaic and Classi-ca/ Bronze Series (F. CANCIANI) . .. .. ... . ... ... . .... . ... ... . . ... . .... .

LANGDON M .K ., A Sanctuary of Zeus on Mount Hymettos (P . PEN-SABENE) . . ... . .............. . ... . .... . .. . ... .. .. .. ................... . ... .. ... .

LEPELLEY CL , Le cités de l'Afrique Romaine au Bas-Empire. I , La permanence d'une civilisation municipale; II , Notices d'histoire municipale (N. HARRAZI) ... ... ... ........ . .. .. .. . .... .......... . .. .. . . .

MOSCATI S., Il Mondo Punico, (M.G. AMADASI Guzzo)

PAPADOPOULOS TH. J ., Mycenaean Achaea (L. VAGNETTI) ...... .

Pubblicazioni ricevute ..... . ... .. . . .. . ... . .. . . . ... . .... . .. ....... . . . . .. . . .. .. .. .. .

Elenco delle abbreviazioni .. .. .. . ...... . .. .. .. . ... . .. . . . .. .. ............... . ... .

pag. 305

)) 313

)) 317 )) 319

)) 330

)) 322

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)) 325

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)) 308 )) 332

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VOTIVI E LUOGHI DI CULTO NELLA CAMPAGNA DI VELLETRI

(Tavv . I - XIII)

Le collezioni del Museo c1v1co di Velletri prima dell'ultima guerra annoveravano numerose terrecotte votive, provenienti dalla città e dal ter­ritorio, il cui ritrovamento , per lo scarso interesse allora prestato a questo genere di oggetti , fu solo fugacemente, e non sempre, annotato nei ren­diconti di scavi e ritrovamenti fortuiti 1

. Tale materiale è andato quasi com-

Ringraziamo vivamente il personale del Museo civico di Velletri , e in particolare il suo direttore , dott. Valentino Romani , per averci offerto ogni facilitazione nello studio del materiale votivo ivi conservato e averci anche permesso di consultare le schede del vecchio inventario, depositate presso la Biblioteca comunale della città . _

Lo studio è stato svolto nell 'ambito delle attività dell ' Istituto di Etruscologia e antichità italiche dell 'Università di Roma «la Sapienza» e del Centro di studio per l'archeologia etrusco-italica del C.N.R. e si inserisce nel programma di ricerca Latium vetus promosso da quest'ultimo.

La documentazione grafica e fotografica presentata è delle autrici, ad eccezione delle Tavv. /,/ (Museo di Villa Giulia, Sopr. arch. Etr. mer.) , 11,1 (Aerofototeca MBCA , concessione AM n. 633 del 3-X-1983), 11,3 (foto Guidotti , da VOLPI tav. VIII) , lii, / (foto L. Quilici , da ACS), /11,2 (foto Quilici , da GUATTANI tav. III) . L'elaborazione grafica della tabella a Fig. 2 è di Bianca L. Zambrano.

Oltre alle abbreviazioni proprie della rivista , abbiamo usato le seguenti: ACS: Archivio Centrale dello Stato. Ministero della P.I. , Direzione generale AABBAA. BJASA: Biblioteca dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte. COMELLA 1981 : A. COMELLA, «Tipologia e diffusione dei complessi votivi in Italia in epoca medio­

e tardo-repubblicana. Contributo alla storia dell'artigianato antico», in MEFRA 93 , 1981 , pp. 717-803.

FENELLI 1975: M. FENELLI, «Contributo per lo studio del votivo anatomico: i votivi anatomici di Lavinio», in ArchCI XXVII, 1975 , pp. 206-252 .

ThLE: Thesaurus Linguae Etruscae, I. Indice Lessicale, Roma 1978. TLE: M. PALLOTTINO , Testimonia Linguae Etruscae, Firenze 19682

.

WINTER I-II: F. WINTER, Die Typen der figurlichen Terrakotten, I-II, Berlin-Stuttgart 1903 . 1 Oltre ai diversi cont ributi inviati alle Notizie degli Scavi (cfr. passim le citazioni in nota) , tali

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2 FRANCESCA MELIS - STEFANIA QUILICI GIGLI

pletamente perduto nei bombardamenti prima e trafugamenti poi subiti dal Museo alla fine dell'ultima guerra: rispetto a più di 170 terrecotte vo­tive allora presenti nel Museo, ne rimangono oggi solo 362

.

L'accuratezza con cui si provvide tuttavia ad inventariare quanto man mano accedeva al Museo fa sì che dalle vecchie schede d'inventario pos­siamo conoscere quali furono i vari luoghi di ritrovamento delle terrecotte votive e quali tipi furono rinvenuti in ciascuno: dati essenziali per la rico­struzione di una «mappa» dei luoghi di culto della campagna di Velletri, preliminare a un loro studio che tenti di definirne origine e caratteri. Pro­prio la conoscenza sempre più ampia, che l'attuale abbondanza di pubbli­cazioni ci permette , di questa classe di ex voto suggerisce infatti l'oppor­tunità e l'interesse di ricerche non più limitate all'analisi dei pezzi , ma volte alla comprensione topografica dei depositi votivi, al loro inquadra­mento negli studi sul rapporto fra città e campagna e nelle indagini sul popolamento del territorio3

.

Nella prima parte del nostro lavoro presenteremo quindi, seguendo topograficamente un ampio cerchio intorno alla città di Velletri (Fig. 1) , le varie località che ci hanno restituito ex voto, annotando man mano quelli che ci risultano provenire da ognuna e facendo riferimento , per quelli ancora conservati nel Museo civico, al loro catalogo in appendice4

;

esporremo quindi le riflessioni che tale analisi ci ha suggerito.

A. Colle Ottone (Fig. 1,A).

Questa località riveste un interesse particolare, perché ad essa si può attribuire, attraverso una inedita pratica d'archivio5

, la provenienza di quello che è certamente il più noto ex voto veliterno: il modellino archi-

scoperte sono state tuttavia diligentemente e quasi sistematicamente segnalate in relazioni d'archivio grazie all ' impegno dell'ispettore onorario Oreste Nardini.

2 Per la storia del Museo e le sue vicissitudini rimandiamo a L. CRESCENZI, Velletri. Archeo­logia territorio museo, Velletri 1981, pp. 91-120.

3 È questo un tipo di indagine da noi già tentato per il territorio di Ardea: F. MELIS - S. Qu1uc1 GIGLI, «Luoghi di culto nel territorio di Ardea», in ArchCI XXXIV, 1982, pp. 1-37.

4 Tutto il gruppo delle terrecotte (tranne i nn. 6, 22 e 29 del nostro catalogo) è attualmente (1983) esposto con l'indicazione di provenienza da Soleluna. Abbiamo tuttavia potuto verificare , dal riscontro con le vecchie schede d'inventario , come esso non provenga solo da questa località, ma anche da almeno alcune delle altre da noi prese in considerazione: per l' identificazione dei singoli pezzi , si vedano i riferimenti sia sotto le relative voci topografiche , sia nel catalogo stesso .

5 ACS, III vers., II parte, b. 69 , fase. 135: relazione di O. Nardini.

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VOTIVI E LUOGHI DI CULTO 3

tettonico fittile (Tav. 1,1) conservato nel Museo di Villa Giulia a Roma ed ivi esposto nella sala XXXI6

, del quale si conosceva finora solo una generica attribuzione alla città7

. Scrive infatti Nardini il 31 luglio 1898: «Nel territorio di Velletri in contrada Colle Ottone a circa 200 metri dalla Via Appia Antica poco più a nord del ponte detto di Miele v'è il terreno vignato di proprietà del Sig. Conte Filippi tenuto dal colono Sciotti Ale~­sandro. I lavori di scasso eseguiti da oltre un ventennio per piantarvi la vigna, misero alla luce un 'immensa costruzione romana di forma oblunga , che ancor oggi lascia vedere dei vuoti ed ambienti sotterranei, ma che non permette di determinare quale edificio sostenesse. A circa metri 30 più a nord , in un terreno di riporto, nell 'eseguire i lavori di scavo di una grotta è stato testé rinvenuto il simulacro di un piccolo edificio di terracot­ta di cui invio tre fotografie. Certamente esso faceva parte della suppel­lettile votiva di qualche tempio però meraviglia come siasi trovato nel ter­reno di riporto solo senza nessun altro avanzo di oggetti in terracotta . . . . Il piccolo edifizio non misura più di centimetri 25 di lato , ed ha nell'in­terno un ripiano sorretto da un pilastrino centrale, il quale ripiano occupa circa la metà del vuoto interno».

Dalla stessa pratica d'archivio sappiamo che Nardini ricevette imme­diate istruzioni perché trattasse l'acquisto del modellino per il Museo Na­zionale Romano8

: non ce ne fu tuttavia bisogno , perché il prof. I. Galli , che lo aveva recuperato, decise di farne dono al Museo9

. Nardini eseguì rilievi del sito di trovamento in vista di una pubblicazione della terracotta sulle Notizie degli Scavi, che però non avvenne10 .

Non ripetiamo qui la descrizione dell 'oggetto (Tav. I, 1) , esaurientemente presentato nel corpus dei modelli votivi di Stacciali , che ne discute anche l'inter-

6 È inventariato col n. 12641 e con l'indicazione: «Velletri. Dono trasmesso dall ' Ispettore ono­ra rio degli Scavi e Monumenti».

7 Così è menzionato dal Rizzo (BC XXXVIII, 1910, p. 286 nota l) in poi , fino a R. A. STAC­CIOLI , Modelli di edifici etrusco-italici. I modelli votivi, Firenze 1968, n. 32, tavv . XXXVIII-XXXIX , pp . 41-43 (con bibliografia precedente) e passim.

8 ACS sopra cit. , lettera di F. Costantini del 12.VIII .1898. 9 ACS sopra cit , lettera del 4.IX .1898, di O. Nardini ; il modellino fu consegnato da Nardini

al Ministero il 14. IX. 1898 (così risulta da un appunto di F. Barnabei nella minuta della lettera pre­parata al Ministero per i ringraziamenti a Nardini , del 23. IX.1898). Il prof. Galli , insegnante ne lle scuole secondarie di Velletri , fu proposto in ricompensa del suo gesto per il conferimento della croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro o per la promozione a ufficiale della Corona d'Italia (lettera della Dire­zione Gen. AABBAA del 12. III .1899).

10 A CS sopra cit. La pratica attua lmente non contiene né le tre fotografie menzionate né i rilievi esegui ti da Nardini.

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4 FRANCESCA MELIS - STEFANIA QUJLICI GIGLI

pretazione , come tempio piuttosto che come edificio domestico (sottolineandone la singolare tipologia architettonica), e ne riporta la datazione al VI o meglio V secolo a.C.: si tratterebbe quindi di uno degli ex voto più antichi fra quelli a noi noti in ambito veliterno, ma la sua datazione andrebbe forse rivista in relazione alla situazione ambientale nel suo complesso .

Per quanto concerne la individuazione della località di ritrovamento, è da notare che più zone contigue recano il toponimo di Colle Ottone (Colle Ottone alt~, Colle Ottone basso, Colle Ottone)11

: le indicazioni fornite da Nardini, di una distanza di circa 200 m. dall'Appia antica poco a nord del ponte di Mèle, portano a puntare l'attenzione su quella zona che reca il toponimo di Colle Ottone senza altri aggettivi, posta a nord della strada romana, subito ad ovest del fosso di Mèle. In questa zona abitano tuttora numerosi discendenti diretti del colono Alessandro Sciot­ti12. I terreni sono per lo più coltivati a vigna e gli scassi e l'accurata pulizia attuati per questa piantagione hanno cancellato i resti antichi. In uno degli appezzamenti ci è stato tuttavia ripetutamente segnalato il rin­venimento di ampie strutture murarie ancora un ventennio fa , che potreb­bero essere, data l'ubicazione, i resti di quelle segnalate da Nardini13 .

In questa zona d'altronde si riscontra anche la presenza di alcur1c: grotte scavate in profondità nel terreno, con funzione presumibilmente di conserva d'acqua (tuttora vi è raccolta per tracimazione, fatto che le rende inutilizzabili quali cantine), così che possiamo pensare che proprio lo sca­vo di una di queste possa aver portato al ritrovamento del modellino fit­tile.

Come già notato da Nardini, quel pezzo fu trovato apparentemente avulso da ogni contesto e la situazione del terreno non ci ha permesso oggi di aggiungere nuovi dati. Appare tuttavia da recuperare, ed acquista

11 IGM, F. 158 IN.O. e F. 150 II S.O. (tutte nella zona a sud-ovest di Velletri) . 12 Questi ci hanno riferito che la loro famiglia ebbe prima a mezzadria le terre della Casa Fi­

lippi , quindi le acquisì in proprietà , e successivamente vendette alcuni appezzamenti o lii divise per eredità: i terreni si presentano così attualmente intestati a diversi nominativi.

13 Nonostante le indicazioni di Nardini richiamino alla mente la descrizione di Volpi di una grande villa a Colle Ottone , pensiamo si debba trattare di resti diversi. L'ubicazione della villa segna­lata da Volpi è infatti nella storia degli studi concordemente indicata a o vicino la casa Filippi , che si trova circa 1 km. a nord della località qui considerata: cfr. J.R. VOLPI , Vetus Latium profanum IV , Roma 1745, p. 60 e tav. IX ; T. BAuco, Storia della città di Velletri, Velletri2 1851 , p . 472 ; A . TERSENGHI , Velletri e le sue contrade, Velletri 1910, p. 310; A. PELZER WAGENER , «Roman Re­mains in the Town and Territory of Velletri», in AJA XVII , 1913 , p. 419 (scheda a firma di Th . Ashby) ; G. CRESSEDI , Velitrae, Roma 1953, p. 84; CRESCENZI , op. cii., pp. 67 . 7"i nota 46 .

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6 FRANCESCA MELIS - STEFANIA QUILICI GIGLI

interesse, una notizia riferita da Teoli14, relativa ad un ritrovamento avve­

nuto al suo tempo «vicino al Colle Ottone ... vicino all'antica strada Ro­mana» e che è stata finora giudicata di scarsa attendibilità 15

. Si tratta di un 'urna cineraria di porfido rosso (con corredo) : «Questo vaso stava sopra una pietra sulla quale si leggono intagliate due parole APQLINI · SA­CRUM». Se si pensasse ad una riutilizzazione della base forse potrebbero sussistere minori perplessità sul ritrovamento16

, e soprattutto si acquiste­rebbe una seconda testimonianza , anche se cronologicamente diversa , di un luogo di culto a Colle Ottone e addirittura il nome del dio venerato .

Del resto l' importanza del modellino fittile e la sua natura specifica ci inducono , già di per se stesse17

, al contrario di quanto avviene per altre testimonianze sporadiche , a proporre , sia pure con cautela , la sua attribu­zione al deposito di un santuario , che poteva trovarsi nelle vicinanze del luogo della scoperta.

B . Sorgente della Parata (Fig. 1, B) .

René de la Blanchère riferisce che la costruzione dell 'acquedotto di Cisterna mise in luce alla sorgente della Parata una notevole quantità di materiale appartenente ad un luogo di culto , a suo avviso costituito da un ninfeo o santuario di divinità campestre o guaritrice18

. Egli vide tale materiale a Velletri , in casa dell'ingegnere costruttore dell'acquedotto , P. di Tucci , che ne aveva fatto quasi «un museo», e così lo descrive: «Il y

14 B. TEO LI , Teatro istorico di Velletri, Velletri 1644, p. 108. 15 Si veda il giudizio espresso in CIL X, 6553. 16 È soprattutto l' interpretazione datane da Teoli che suscita giuste perplessità; invece , dato

che il ritrovamento è contemporaneo agli anni in cui egli scrisse (1643 ?) , non ci sembra che si possano mettere in dubbio alcuni elementi «oggettivi» della notizia, come il ritrovamento dell 'urna e per l'ap­punto la presenza della base con l' iscrizione. Anche se non esistono elementi per datare l' iscrizione stessa , o la base , l'unica possibilità ci appare che essa sia anteriore all'urna , e che la connessione con quest'ultima sia del tutto casuale e derivata da una riutilizzazione.

17 Sulla sicura pertinenza di tali modellini a depositi votivi o aree sacre , cfr. STACCIOLI , op . cit. , pp . 73-74. Diversamente , nel caso di altre terrecotte votive - soprattutto maschere e statuette -è attestata sia in Etruria sia nel Lazio , come in ambiente greco , la presenza in contesti funerari , e ciò deve rendere cauti nell 'interpretazione degli esemplari isolaÌi: cfr. qui oltre, Colle della Salvia , Cigliolo e Orti Ginnetti .

18 R. DE LA BLANCHÈRE, «Un chapitre d 'histoire pontine. Etat ancien et décadence d'une partie du Latium», in Mémoires présentés par divers Savants à l'Académie des Jnscriptions et Bel/es Lettres X, 1893, pp. 33-191, in part. pp . 69-70 (il testo dell 'articolo è datato non oltre il 1887).

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VOTIVI E LUOGHI DI CULTO 7

a de tout : des pièces d'ornement , des bandes décoratives, des détails pro­venant du monument lui-mème, mais surtout des suj ets votifs conservés dans le sanctuaire , jetés peut-ètre dans la source mème, ensevelis dans !es favissae quands ils étaient dégradés ou brisés. Ce sont des bustes, des membres , des emblèmes qu'on ne peut pas toujours comprendre, des demi-statues analogues aux Coré que !'on trouve en Grèce ; il y a des mains , un derrière , des pieds , un bras , un utérus , chaque pièce indépen­dante ne provenant point d'une statue. Beaucoup de ces objets appartien­nent au style classé gréco-romain dans !es vitrines de nos musées , et qui ne peut ètre antérieur aux derniers siècles de la République . Mais d'autres sont d'un art primitif, art qui ressemble parfois aux terres cuites de l'É­trurie , et surtout des pays Campaniens. Par exemple une petite statuette représente une femme debout , ouvrant son voile et étendant le bras droit , quelque divinité chthonienne , ou une Vesta , ou une prètresse. Sur le socie est une inscription , malheureusement des moins nettes , où l'on voit cepen­dant Cv ANC ~UN: cela parait bien de l'étrusque , et l'alphabet est sure­ment antérieur de plusieurs siècles à notre ère. Toutefois ces petit monu­ments ne sont pas encore fort ant iques ; car , si anciens qu 'on veuille les faire, ils peuvent toujours appartenir au temps de la domination romai-

19 ne ... » . La sorgente , prima della costruzione dell 'acquedotto , secondo la de­

scrizione dello stesso di Tucci20, sboccava «dalla parete destra a picco di

un grande burrone» che si protendeva fino al fosso di Presciano . Possiamo integrare queste notizie con quelle desumibili da una pratica

d'archivio2 1 comprendente fra l'altro proprio una relazione inedita del di Tucci in cui viene descritta la scoperta: « . .. alla Sorgente della Parata ... i trovamenti sono importanti e numerosi , e mentre dimostrano che la sor-

19 Le indicazioni circa la statuetta sono insufficienti a rendere un ' idea esa tta del pezzo: potrebbe trattarsi di una figurina di «Offerente», probabilmente di esecuzione trascurata e sommaria più che di cronologia veramente arcaica («arte primitiva»). Quanto all ' iscrizione (di per sé un elemento rara­mente attestato sui comuni ex voto del genere , e perciò potenzialmente tanto più interessante) , men­tre una sua lettura come «etrusca» lascia perp lessi (non si vede che senso potrebbe avere la divisione più ovvia clan e/un , quest'ultimo attestato solo una volta , in ambiente campano: TLE 6 = ThL E s. v.) , si potrebbe fo rse pensare a un testo latino arcaico (una fo rmula onomastica? ma non è chi aro come la si dovrebbe sciogliere e interpretare) oppure volsco (in rapporto con il nome di divinità dee/una che figura ne lla Tabula Veliterna?: su questa vedi oltre , p . 28 e nota 73) .

20 P. DI Tucc1, Dell'antico e presente stato della campagna di Roma in rapporto alla salubrità dell'aria e alla fertilità del suolo, Roma 1878 , pp. 9-10.

2 1 ACS, I vers., b. 138, fase . 269: la relazione di Tucci è datata 21 marzo 1880.

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gente fosse la testa di un acquedotto che molto probabilmente la recapi­tava ad tres Tabernas al 32° miglio dell'antica via Appia, lasciano altresì vedere che o una mostra di quelle acque accedesse nel luogo donde si derivarono, o che una parte sussistesse sul fondo, ed erano ricevute in un ninfeo o fontana decorata per intero con belle terrecotte». Vi è ricor­dato in particolare il ritrovamento di un «busto di statua muliebre antica in terracotta» (probabilmente una testa votiva, ma non si può escludere che fosse invece una mezza statua, o un pezzo di decorazione architetto­nica); questo, e gli altri oggetti rinvenuti, benché «posti a disposizione» dal proprietario del terreno (il gen. Menotti Garibaldi), furono poi conser­vati a Velletri, in casa propria, dal di Tucci, desideroso di «iniziare una raccolta locale» che sperava di poter allogare in locali comunali.

Negli inventari del Museo civico è registrato però solo un gruppo di lastre architettoniche provenienti da La Parata ed accedute per dono del figlio di di Tucci, ing. Francesco22

: è verosimile che si tratti proprio delle terrecotte ricordate come decorazione della fontana o ninfeo scoperto presso la sorgente; sono tutte definite «frammento di fregio in terracotta di tipo campano (sic) con rilievi», evidentemente lastre della cd. classe «Campana», riconducibili genericamente , sulla base delle scarne descrizio­ni riportate nelle schede, a tipi noti, benché non sia possibile citare con­fronti precisi e quindi definirne origine e cronologia (solo il n. 296 potreb­be forse appartenere a un tipo di lastra più antico, ancora inserito nella tradizione etrusco-italica)23

.

Del materiale votivo si è persa invece ogni traccia24 : l'elenco datone

22 Sono le schede nn. 286 , 287 , 294 , 295 , 296 , 297 , cui si devono aggiungere i tre frammenti nn. 284 , 306, 307, pure provenienti dalla Parata , ma che non vengono detti acceduti per dono. È possibile che qualcuno di questi frammenti si conservi ancora tra quelli esposti nel Museo di Velletri o riposti nel suo magazzino : nel progettato Catalogo generale del Museo , che il Comitato per l'archeo­logia laziale ha impostato nel quadro delle sue iniziative, si spera possa venire affrontato il tentativo della loro identificazione , basato sulla collazione di tutte le schede consimili .

23 Notiamo che Velletri non compare nell 'elenco delle provenienze, d'altronde largamente in­completo , di A . H . 80RBEIN , Campanareliefs , Heidelberg 1968, p. 216, mentre è presente in S. TORTORELLA, «Le lastre Campana», in Società romana e produzione schiavistica, Il. Merci, mercati e scambi nel ·Mediterraneo, Roma-Bari 1981. pp. 219-235 , solo per il frammento con bollo CJL X 8056 .118.

24 Vane sono risultate anche le ricerche presso la famiglia di Tucci , estintasi : l'unica superstite, la novantenne nuora dell'ing. Francesco , non ricorda nella casa materiale votivo. Va però tenuto presente che nell 'inventario del Museo compaiono due ex voto (nn. 604, 606) con l'indicazione gene­rica di provenienza veliterna , acceduti per dono di F. di Tucci: è possibile, anche se tutt'altro che certo appunto per l'attività collezionist ica della famiglia , che facessero parte proprio di quelli raccolti

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dallo studioso francese sopra citato ci restituisce il quadro di un deposito abbastanza variato ( cfr. la tabella a Fig. 2) ma di cronologia non precisa­bile25. Con tutta la cautela richiesta dalla natura dei dati a nostra dispo­sizione , sembra lecito supporre che il gruppo delle lastre di rivestimento (e quindi il ninfeo o la mostra d'acqua?) sia successivo cronologicamente ai resti del deposito votivo, o al più si riagganci al suo limite inferiore.

L'acquedotto, ancora oggi in funzione, ha cancellato purtroppo ogni traccia della sistemazione antica della sorgente (una veduta attuale del sito è a Tav. I, 2). I resti fittili presenti sul terreno intorno alla sorgente stessa (frammenti di tegole e ceramica sulla balza che la sovrasta ad ovest e, in misura maggiore, in quella di contro ad est) mostrano tuttavia come la zona fosse abitata in età arcaica ed alto-repubblicana ed occupata poi con strutture edilizie in epoca tardo-repubblicana e imperiale (balza occi­dentale): elementi questi che inseriscono il deposito votivo ed il «ninfeo» in un quadro più articolato di vita del sito.

C. Sole/una (Fig. 1, C) .

Nel 1905 furono rinvenuti in questa località, durante i lavori di pian­tagione di un vigneto , numerosi oggetti votivi. La scoperta fu prontamente segnalata sulle Notizie degli Scavi da Nardini26 , che ne diede tuttavia strin­gatissime indicazioni: «gli oggetti rinvenuti superano il centinaio e consi­stono in parti del corpo umano (occhi, faccie, mammelle, membri virili, braccia, polpacci e piedi) di svariata grandezza, in riproduzioni di animali domestici (maiali, buoi, pecore etc.) oltre a varie teste muliebri». Questo materiale è stato spesso ricordato in menzioni successive, che tuttavia si

nei lavori della Parata : si tratta di un «torso fitti le di figura muliebre seduta» (vestita di chitone e himation , di argilla figulina chiara , framm ., alta cm. 17: potrebbe forse trattarsi del «busto» ricordato nel testo?) e di una «figurina virile» (vedi oltre , p. 41 nota 86) .

25 Una distinzione cronologica, oltre che sti listica, sembra adombrata dalla contrapposizione di pezzi di stile «greco-romano» ad altri di «arte primitiva»: in realtà nessun elemento ci autorizza a credere che fossero presenti terrecotte dal IV al I secolo a .C., in due gruppi distinti o viceversa scaglionate per tutto il periodo, né a circoscrivere il deposito entro limiti più ristretti , anche se è verosimile che il periodo meglio attestato fosse quello del III e II secolo . Sui limiti cronologici generali di questo tipo di depositi votivi cfr. M. TORELLI , in Hellenismus in Mittelitalien, Gottingen I976, p. !05 sg.

26 O . NARDINI , «Velletri . Avanzi di stipe votiva, rinvenuti nella località denominata Soleluna», in NS 1905, p. 40.

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sono sempre limitate alle scarne notizie pubblicate da Nardini27, nonostan­

te che quei pezzi fossero esposti nel Museo di Velletri28 , dove rimasero fino all 'ultima guerra .

I vecchi inventari del Museo li registrano cori i nn . dal 328 al 395 per un totale di soli 68 pezzi: possiamo presumere che gli oggetti votivi ritrovati non siano tutti acceduti al Museo; meno probabile ci appare che alcune delle accessioni non siano state inventariate, ed escluderemmo an­che un'errata valutazione numerica del ritrovamento da parte di Nardini (sopra cit.), tanto più che negli inventari risultano mancanti tipi di offerte da lui esplicitamente enumerati (gli occhi) pur essendone contemplati altri da lui non menzionati.

Il materiale votivo acceduto al Museo, secondo le vecchie schede d'in­ventario , è il seguente29 :

328: «Testa dimidiata con parte del busto, di figura virile .. . È coperta da un velo ed ha capelli ricciuti espressi a ciocche . Alt. 21. Tipo locale con influenza greca .. . Conservazione buona . Secolo III-I a .C. ».

329-330: «Due teste e parte del busto di figure virili velate . .. capelli espressi a ciocche . Tipo locale con influenza greca»: cfr. appendice nn. 1-3.

331: « ... rozza fattura esibente una testina femminile con parti del busto e velo sul capo . Capelli espressi in modo da presentare una divisione sulla fronte , lisci e spioventi . Orecchini di forma ovale. Tipo italico. Alt. 13. Secolo III-1. . . ».

332: «Testa dimidiata con parte del busto di figura virile ... È coperta da un velo e ha capelli ricciuti espressi a ciocche. Alt. 21. Tipo locale con influenza greca ... ».

27 T ERSENGHI , op. cii., pp . 305 , 309 sg.; PELZER WAGENER, art. cit., p. 404 ; G . CRESSEDI , «L'Appia antica dal miglio XIX al XXVII», in RAL s. VIII , IV , 1949, p. 90 ; lo ., Velitrae cii., pp . 87-88; A. MucCI , <<A d Sponsas al XXV miglio della via Appia antica», in Boli. Ist. di Storia e di Arte del Lazio meridionale VII , 1975 , p. 49; COMELLA 1981, pp. 744-747 ; CRESCENZI, op . cii., p . 63 .

28 A. GABRI ELU , Velletri artistica, Roma 1924, p . 28. 29 La maggior parte dei pezzi è definita «dono votivo per guarigione ottenuta»; l'argilla , quando

è menzionata, è sempre rossiccia , talvolta con la specificazione «grossolana»; circa la metà dei pezzi presentava tracce di colore (o pàtina?) bruno o nero. Nel riportare il testo delle schede , oltre a stralciarne queste indicazioni e quelle relative alla provenienza (per lo più «Stipe votiva appartenente al tempio di Diana ed Apollo , trovata in contrada Prati di S. Francesco») e alla co llocazione (per molti oggetti si menziona la «Vetrina D» del vecchio Museo: alcuni furono donati da Nardini - nn . 389-390 - o dall'ing. Napoleone de ' Bonis - nn . 341 , 357, 362), diamo le dimensioni in fo rma abbre­viata e in centimetri invece che in metri come nell 'originale .

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333: « ... tipo locale , rozza fattura , esibente la testa e parte del busto di figura muliebre velata. H a capelli divisi sulla fronte , lisci e spioventi ed è adorna di orecchini di forma rotonda».

334: « . .. rozza fa ttura esibente un busto maschile velato con capelli lisci e orecchi quasi di prospetto . Tipo localè. Alt. 22»: cfr. appendice nn . 1-3.

335-336: «Due doni .. . esibenti ciascuno una scrofa di rozza fattura .. . Alt. 8, lungh . 12»: cfr. appendice nn . 32-35.

337: « .. . mezza maschera facciale con occhi e naso. Fattura locale»: cfr. appen­dice n. 4 (di questa scheda esiste un doppione stilato con parole leggermen­te diverse: non è chiaro perciò se si tratti dello stesso pezzo schedato due volte o di due pezzi quasi identici inventariati con lo stesso numero).

338-340: «Tre doni .. . esibenti ciascuno una scrofa di rozza fattura»: cfr. appen­dice nn. 32-35 .

341: « .. . un cane .. . »: cfr. appendice nn. 36-37.

342: « .. . mezza mascherà facciale con occhi e naso . Fattura locale»: cfr. appen-dice n. 4.

343-344: «Due doni .. . esibenti ciascuno una scrofa»: cfr. appendice nn. 32-35.

345 : « . .. rozza fat tura , esibente un bue»: cfr. appendice n. 30.

346: « .. . testa femminile con parte del busto , ricoperta di velo . Ha capelli ricciuti , spartiti sul davanti ed espressi a ciocche. Tipo locale. Notevole dissimmetria facciale».

347: «Statuetta .. . figura femminile vestita di himation che lascia scoperta la parte anteriore del torso e le vela il capo . Poggia sulla gamba destra, il braccio sinistro , visibile sotto la stoffa, è steso lungo il corpo , il destro è ripiegato e con la mano corrispondente tiene parte del rimbocco dell'himation. Tipo locale d'influenza greca . Alt. 18»: cfr. appendice n. 23.

348: « .. . produzione locale. Esibente gamba con piede di bambino . Alt. 29»: cfr. appendice nn. 7-9 .

349: «Statuetta .. . figura femminile vestita di himation ... Simile a quella descritta alla scheda 347 e a cui devesi riferire per le altre notizie»: cfr. appendice n. 23.

350: « ... testa virile ... »: cfr. appendice nn . 1-3.

351 : « . . . rozza fattura esibente un bue. Lungh. 20 , alt. 11.. . vedasi scheda 383»:

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cfr. appendice n . 30 (le due schede sono identiche, ma non sembra debba trattarsi di un doppione).

352: « . . . rozza fattura esibente busto femminile velato con capelli spartiti sul da­vanti e disposti a boccoli spioventi. Tipo locale . Alt. 19 ... ».

353: « .. . fattura locale rappresentante un torso maschile fino al ginocchio. Privo di braccia . Alt. 17».

354: « ... una pecora ... ».

355: « ... mano di bambino con dita spiegate . Alt. 19 ... »: cfr. appendice nn . 5-6.

356: «un 'orecchia . . . Produzione locale .. . ».

357: «testina di giovenco di fronte .. . »: cfr. appendice n . 30 (?) .

358: «Zampa di bue. Alt. 14 ... »: cfr. appendice n. 30 (?).

359: « .. . Pecora, lungh . 10, alt. 7 , di rozza fattura . .. »: si identifica con il n. 31 dell 'appendice (Tav . XII, 5) .

360: « .. . produzione locale . Utero , lungh. 16 . .. »: cfr. appendice nn. 26-27.

361: « ... un seno femminile .. . ».

362: « . .. un cane . .. »: cfr. appendice nn . 36-37.

363: « . .. produzione locale . . . seno femminile ... ».

364: « ... lingua .. . produzione locale . .. ».

365: «Torso maschile rappresentato fin sopra il ginocchio. Privo di braccia . Alt. 12 . . . ».

366: « . .. Torso di figura maschile con ventre aperto. Alt. 13 . . . ».

367: « ... piede di persona adulta»: cfr. appendice nn . 10-13 e 14-18.

368: « . .. scrofa di piccole dimensioni ... »: cfr. appendice nn . 32-35 .

369: «Statuetta ... figura femminile vestita di himation , acefala .. . »: cfr. appendice n. 23.

370: « .. . Produzione locale . Rappresenta una mano con dita spiegate . Lungh. 17»: cfr. appendice nn. 5-6.

371: « .. . Produzione locale. Una mano con dita spiegate. Alt . 14»: cfr. appendice nn. 5-6.

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372: « .. . produzione locale , esibente un intestino. Lungh. 19»: si identifica con il n. 28 dell 'appendice (Tav . XII, lb) .

373: «Parte superiore di statuetta fittile: rappresenta una figura femminile vestita di chitone , e di himation che le vela il capo. Il braccio sinistro è ripiegato ... Produzione locale»: cfr. appendice n. 23.

374: « ... produzione locale ... piede di persona adulta»: cfr. appendice nn. 10-13 e 14-18.

375: « ... un fallo»: cfr. appendice nn. 24-26.

376: « .. . Produzione locale . Rappresenta un braccio. Lungh. 29».

377: « ... una pecora».

378: « .. . una scrofa di piccole dimensioni»: cfr. appendice nn . 32-35 .

379: « .. . Produzione locale . Rappresenta un piede di persona adulta»: cfr. appen-dice nn . 10-13 e 14-18.

380: « .. . una pecora . Alt. 7, lungh. 8».

381: « ... produzione locale ... piede di persona adulta»: cfr. appendice nn. 10-13 e 14-18.

382: « ... un giovenco»: cfr. appendice n. 30.

383: «rozza fattura esibente un bue. Lungh. 20, alt. 11»: cfr. appendice n. 30 (la scheda è identica alla 351 , ma senza il richiamo ad essa : vedi sopra).

384: « ... produzione locale . .. un piccolo utero»: cfr. appendice nn. 27-28.

385: « .. . una mezza maschera facciale con occhi e naso. Fattura locale»: cfr. ap-pendice n. 4.

386: « ... produzione locale ... un piccolo utero»: cfr. appendice nn. 27-28.

387: « ... rozza fattura esibente un bue»: cfr. appendice n. 30.

388: « ... due protuberanze di incerta rappresentazione ... »: glutei?

389-390: « ... Doni ... foggiati a guisa di ansa .. . »: si può avanzare molto ipotetica­mente la possibilità che si tratti di lingue di animali, o altrimenti di pezzi analoghi a quelli interpretati come gambe (?) in M. RIZZELLO, I santuari della media valle del Liri. IV-I sec. a.C., Sara 1980, p. 127 nn . 14-15 figg. 539-540 (da Capodacqua-Val di Canneto: Settefrati) .

391: « .. . produzione locale ... frammento di una gamba con stoffa formante due pieghe»: cfr. appendice nn . 20-21.

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392: «Frammento di dono votivo di incerta rappresentazione ... ».

393: « .. . due protuberanze arrotondate (natiche?)».

394: « .. . Frammento di oggetto in terracotta di incerta rappresentazione».

395: « ... produzione locale ... gaJl?ba di figura maschile ... »: cfr. appendice nn. 7-9.

Si tratta certamente dei resti di un deposito votivo abbastanza ricco , e caratteristico dell'ambiente etrusco-laziale , inquadrabile verosimilmente fra il III e il II-I secolo a .C. e riferibile a una produzione locale di diverso livello (caratteri uniformi dell 'argilla , menzione di tipi «locali» e «italici», di «influenza greca» o «rozza fattura»). In esso è presente la maggior parte dei tipi di terrecotte conosciuti per simili depositi (tabella Fig. 2: cfr. con i repertori di FENELLI 1975 e CoMELLA 1981): le assenze più significative sono i bambini in fasce e le mani con oggetti o fiori , frutti e simili , am­messo che non siano andati perduti senza lasciar traccia (così come non si ha menzione di ceramica , bronzi , monete). Ciò purtroppo non ci aiuta a identificare la natura del culto praticato nel sito di Soleluna , né il genere di luogo sacro cui riferirlo. L 'unico elemento di un certo interesse a questo proposito potrebbe essere (sempre tenendo conto del carattere «casuale» del rinvenimento) l'alta percentuale delle figure di animali in proporzione per esempio ai pezzi anatomici: il che orienterebbe verso un santuario di carattere prettamente contadino piuttosto che frequentato specificamente per ottenere salute e fertilità . Il riscontro a questa ipotesi può essere cer­cato nell ' inquadramento topografico del luogo sacro .

Già Nardini , dando notizia del ritrovamento di questo materiale , ave­va notato come tutta una tradizione di studi avesse visto nel toponimo del luogo ove era stato scoperto il ricordo di un tempio dedicato al Sole ed alla Luna30 , col quale pensò potesse essere messa in relazione una piat­taforma di 40 x 20 metri , poco distante dal sito ove erano state rinvenute le terrecotte votive31.

30 TEOLI , op . cit, Velletri2 1885, p . 49 ; A. Bo RGIA, Istoria della Chiesa, e della Città di Velletri, Nocera 1723, p. 41 ; VOLPI , op . cit., p. 48 e tav. VIII ; F. M. PRATILLI , Della Via A ppia, riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, Napoli 1745, p. 91; BAUCO, op . cit., pp. 481 e 482 nota 2 (I ed . Velletri 1782) . R. LANCIAN I, BIASA , Manoscritti 85/2 ff. 59-61, considera l'ipotesi «non spernenda tamen». L' identificazione continua ad essere riportata in pubblicazioni di vario carattere, anche recen­ti : ad es. TERSENGHI e GABRIELLI , opp. e locc. citt.; F. DE ME!, La m eravigliosa storia di Velletri, Velletri 1978, p . 46; CRESCENZI, op. cit. , p. 63. Nell ' inventario del Museo , come si è visto , essa viene direttamente «tradotta» nella provenienza degli oggetti dal «tempio di Diana ed Apollo» .

3 1 NARDINI, in NS 1905 , cii. , p. 40. La struttu ra non sembra sia stata vista da PELZER WAGE-