Aprile - Giugno 2008 - FIGLIPERSEMPRE...Aprile - Giugno 2008 P o s t e I t a l i a n e S p A-S p e d...

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Aprile - Giugno 2008 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 2, DCB Milano. La presenza di un buon padre, naturale o adottivo, fa una grande differenza. Sei un genitore single? educare bene i tuoi figli è possibile! Come ridare speranza ai figli dei genitori divorziati. Scopri la meditazione efficace. La presenza di un buon padre, naturale o adottivo, fa una grande differenza. Sei un genitore single? educare bene i tuoi figli è possibile! Come ridare speranza ai figli dei genitori divorziati. Scopri la meditazione efficace.

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    La presenza di un buon padre, naturale o adottivo, fa una grande differenza.Sei un genitore single? educare bene i tuoi figli è possibile!

    Come ridare speranza ai figli dei genitori divorziati.Scopri la meditazione efficace.

    La presenza di un buon padre, naturale o adottivo, fa una grande differenza.Sei un genitore single? educare bene i tuoi figli è possibile!

    Come ridare speranza ai figli dei genitori divorziati.Scopri la meditazione efficace.

  • 2 La Buona Notizia

    Dove è finito mio papà?Un’epidemia devastante sta spez-zando i cuori e i sogni di tantifigli: si manifesta con la scom-parsa quotidiana della tanto indi-spensabile figura paterna..........3

    Naturale o in adozione:la figura paerna fa la differenza!Le ricerche hanno dimostrato chei figli cresciuti senza una figurapaterna tendono ad avere menostabilità e a sentirsi più insicuri.Ma questo circolo vizioso puòessere spezzato per recuperarestabilità e sicurezza..................9

    Sei un genitore single?Educare bene i tuoi figli èpossibile!Molte persone oggi sono colpitedall’epidemia di separazioni edivorzi. Come diventare un buongenitore anche se si è soli nellacrescita dei figli?..................12

    Ridare speranza ai figlidei genitori divorziatiOgni anno milioni di bambinisubiscono il trauma del divorziodei genitori, senza contarne tantialtri che lo hanno già vissuto conconseguenze più o meno gravi.Com’è possibile aiutarli? Ce lospiega una persona che ha soffer-to lo stesso dolore...................15

    Meditazione: Che generedi pensieri coltivate?La Bibbia ci istruisce riguardoagli strumenti che possiamo usareal fine di crescere spiritualmentee costruire il nostro rapporto conDio. In questo articolo esaminia-mo l'importanza dei pensieri edella meditazione spirituale....17

    Anno XIII, Numero 2 Aprile - Giugno 2008Rivista bimestrale di cultura cristiana.

    Diritti riservati © Vietata la riproduzione anche parziale.

    Direttore responsabile:Carmelo Anastasi.

    A questo numero hanno collaborato:Carmelo Anastasi, Jerold Aust,

    Don Hooser, Cecil Maranville, Gary Petty,John Ross Schroeder, Mario Seiglie.

    Consiglio di Amministrazione Nazionale:Direzione pastorale: Carmelo Anastasi.

    Consiglieri pastorali: Angelo Di VitaConsiglieri laici: Vincenzo Alfieri, Sal Anastasi.

    Redattore estero: Scott Ashley.Arte grafica: Delia Anastasi, Shaun Venish.

    Stampa:Cromografica Europea - Rho (Milano).

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    Autorizzazione:Reg. n° 37 del 30 Settembre 1995 - Tribunale di Bergamo (I).

    Editrice:Chiesa di Dio Unita

    La Buona Notizia è pubblicata dalla Chiesa di Dio Unita, un ente italiano regi-

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    Questa rivista non è in vendita, secondo l’istruzione diGesù Cristo, il quale ha detto: «Gratuitamente avete ricevu-to, gratuitamente date» (Matteo 10:8). Questa rivista è pub-blicata allo scopo di promuovere i valori, i princìpi e la cultu-ra del Cristianesimo originale, mediante una diffusione paci-fica del Vangelo di Gesù Cristo in Italia e nel mondo.Per abbonamenti o informazioni:Tel/fax: 035.452 35 73Cellulare: 338 409 79 19E-mail: [email protected] a: La Buona Notizia, C.P. 187 - 24121 Bergamo (I)Nota: Rinnovare l’abbonamento gratuito ogni anno, pre-feribilmente entro il 31 dicembre.Riservatezza: Potete chiedere la variazione o cancellazione deivostri dati in qualsiasi momento secondo la legge.Consulenza: Potete richiedere e ricevere un’assistenza gra-tuita per lettera, per telefono oppure via email. Potete anchericevere gratuitamente un colloquio personale con uno deinostri pastori al vostro domicilio o nella vostra città, oppurepresso una delle nostre sale di convegno. I nostri pastori ordi-nati e i loro assistenti autorizzati offrono gratuitamente laloro consulenza spirituale a tutti coloro che ne fanno richie-sta a livello individuale o collettivo.Riservatezza: Potete chiedere la variazione o cancellazionedei vostri dati in qualsiasi momento secondo la legge.Come è stato possibile gratuitamente? Quest’opera interna-zionale è resa possibile grazie al sostegno volontario di queinostri affezionati lettori e lettrici, e dei membri della Chiesa diDio Unita, i quali, motivati dalla santa chiamata di Dio, decido-no di contribuire alla diffusione degli insegnamenti di GesùCristo e della proclamazione dell’Evangelo del Regno di Dio inItalia e nel mondo (Matteo 24:14).Il vostro sostegno volontario è accolto con gratitudine;potete inviarlo in forma di assegno o vaglia non trasferibile,oppure mediante bollettino di conto corrente postale, alseguente indirizzo:C.C.Postale N°: 15043243Da intestare a: LA BUONA NOTIZIA

    Casella Postale 18724121 Bergamo, Italia

    Comunicare per tempo l’ eventuale cambio d’indirizzo.

  • Non appena senti-rono la porta dicasa aprirsi, lebambine feceroun salto e inizia-rono a gridare, «Èarrivato papà, èarrivato papà!” Non sedevano piùtranquillamente con la mamma, iloro cuori battevano forte, gli occhierano spalancati nell’attesa di poterfinalmente giocare con papà.

    Lui le prese subito in bracciofacendole agitare e ridere e giocan-do a fare l’orso cattivo. La madresedeva accanto a loro sorridendocompiaciuta, pronta a calmarli incaso il gioco fosse diventato troppobrusco.

    Chi avrebbe mai pensato chequesto quadretto familiare sarebbeun giorno scomparso?

    La scomparsadell’unità famigliare

    Tristemente, in molti paesi sem-pre meno bambini crescono conaccanto entrambi i loro genitori.Secondo le ultime statistiche, nelmondo occidentale, soltanto il 33

    percento dei bambini raggiunge i 18anni di età con entrambi i genitoribiologici.

    In un suo testo, lo storico inmateria sociale David Blankenhornsostiene che la perdita del padre è latendenza più deleteria di questagenerazione, la causa principale deldeclino del benessere del bambinoin questa società, nonché il motoreche muove i problemi sociali piùproblematici, dal crimine alla gravi-danza in età adolescenziale, dall’a-buso sessuale sui minori alla vio-lenza domestica sulle donne.

    Con un tasso di divorzi di pocoinferiore al 50% e una conseguentepercentuale in costante aumento dinuclei familiari gestiti da un unicogenitore, non sorprende che solo unnumero molto basso di giovani viveancora con entrambi i genitori.Solitamente è il padre ad abbando-nare la famiglia e a lasciare che lamadre si occupi da sola della cresci-ta dei figli, una condizione decisa-mente a discapito dei figli stessi.

    Quanto è importante il ruolo delpadre nella crescita dei figli? Nuovistudi hanno evidenziato che i padri,ai quali normalmente non è data

    tanta importanza quanto alle madriin materia di crescita dei figli, inrealtà giocano un ruolo fondamen-tale nell’educazione e nel futuro deiloro figli. Questa ricerca sottolineasorprendentemente gli stessi princi-pi scritti nella Bibbia! Analizziamoalcuni passaggi.

    «...Padri, non provocatead ira i vostri figliuoli, maallevateli in disciplina e inammonizione del Signore»

    (Efesini 6:4)

    La Bibbia descrive il padreideale come una persona che sidedica con attenzione e tenerezzaalla crescita ed educazione dei suoifigli. Certo, le tattiche maschili dieducazione dei figli includono gio-chi un po’ bruschi che infastidisco-no e causano ansia alla madre,responsabile della pace e dell’ordi-ne domestici. Tuttavia, questa “ris-sosità” gioca un ruolo molto impor-tante nello sviluppo delle capacitàsociali, fisiche e intellettuali delbambino in ambiente scolastico enon solo.

    Kyle Pruett, psichiatra infantiledell’Università di Yale, afferma che

    Dov’è finitomio papà?

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    Un’epidemia devastante sta spezzando i cuori e i sogni di tanti figli e simanifesta con la scomparsa della tanto indispensabile figura paterna.

  • 4 La Buona Notizia

    lo sviluppo sociale, fisico e intel-lettuale del bambino trae un enor-me beneficio dal coinvolgimentodella figura paterna, elementoriscontrabile già dal primo annodi vita e continua anche dopol’età adolescenziale.

    Il dr. Pruett spiega che a ottoanni, i bambini sono in grado didiscernere l’approccio dellamadre da quello del padre.Quando la mamma si avvicina albambino, il battito cardiaco e ilrespiro del piccolo rallentano e siregolarizzano, le spalle si rilassa-no e le palpebre si abbassano,perché «la mamma è qui, si man-gia!» Quando invece si avvicinail papà, battito cardiaco e respiroaccelerano, le spalle si inarcano,gli occhi si spalancano e si illu-minano, perché «il papa è qui, sigioca!»

    La giocosità del padre aiuta ilfiglio a sviluppare le capacitàmotorie, la coordinazione mani-occhi, l’equilibrio e la fiducia.Ricordo quando insegnai alle miequattro figlie ad andare in bici-cletta, a sciare o a divertirsi prati-cando altri sport. Amavano inmodo particolare inventare giochicome il giro in elicottero, ovverole facevo girare velocemente suimiei piedi come le eliche di unelicottero o al vulcano, facendolescivolare dalle mie ginocchia sulloro letto. Queste attività hannocreato fra noi un legame inscindi-bile che le ha aiutate ad affronta-re le paure legate a nuove sfide.

    Alcuni studi dimostrano chequesto genere di giochi chiassosie movimentati aiutano i bambinia sviluppare esperienze sociali edemotive che li preparano almondo scolastico. Per esempio,imparano a essere sicuri, a rispet-tare il proprio turno e a diventareun esempio per gli altri. Il dr.Ross Parke, professore di psico-logia e autore di un testo sullapaternità, sostiene che i ragazzi,che imparano queste primeforme di interrelazione socialedai loro padri, si relazionanomeglio con i loro coetanei.

    Al contrario, la mancanza diuna figura paterna tende a rende-re i ragazzi più passivi e timorosi.Alcune ricerche indicano che è la

    vicinanza sentita dal bambino neiconfronti del padre ad essere piùpresumibilmente associata a unavita positiva 25 anni dopo.

    Secondo Pruett, i bambinimolto legati al padre hanno ildoppio delle possibilità di chi nonlo è di frequentare l’università otrovare un impiego stabile dopola scuola superiore, il 75% di pro-babilità in meno di avere un figlioin età adolescenziale, l’80% diprobabilità in meno di andare incarcere e il 50% di probabilità disoffrire di sintomi depressivi.

    I ricercatori inoltre hannoscoperto che «sia i figli maschiche le figlie femmine di padriappartenenti al gruppo di studioavevano doti verbali di livellosuperiore» con un QI dei maschi«associato positivamente all’edu-cazione del padre, (risposta emo-tiva e comportamentale adeguataalle necessità del figlio) e, inveceassociato negativamente allaseverità disciplinare del padre.

    I ragazzi con padri attentiall’educazione dei propri figlihanno avuto maggior successo diquelli con padri meno presenti adeccezione dei casi in cui il padre èstata una figura severa, autoritariae disciplinare. Ad ogni modo,nonostante la disciplina abbia ungiusto ruolo, quando diventatroppo severa e insopportabile,come ci insegna la Bibbia, porta arisultati negativi.«Figlio mio, sta' attento allamia sapienza e saggezza»

    (Proverbi 5:1).

    Le madri normalmente dannoaffetto e conforto mentre i padriamano insegnare e mostrare aipropri figli il mondo che li cir-conda. Quando una mamma pren-de in braccio il figlio, per esem-pio, il piccolo è sempre rivoltoverso di lei mentre i papà tengonoil bambino con il volto verso l’e-sterno affinché possa esplorareciò che gli sta attorno. Il padredeve essere molto presente affin-ché il figlio non sia troppo assor-bito dal mondo materno.

    Secondo il dr. Pruett è proprionei primissimi anni di vita che ilpadre gioca il ruolo più critico in

    Che cosa accadequando manca il

    padre?

    Sempre più bambini crescono senza unpadre. Secondo alcune recenti statisti-che circa un bambino su quattro cre-sce senza un padre e la metà in un nucleofamiliare gestito da un solo genitore. Questosignifica che le madri che crescono i figlisenza il sostegno di un padre sono destina-te a fallire?

    Assolutamente no, secondo l’autorevoleopinione del dr. Kyle Pruett, è però indi-spensabile incoraggiare le madri singole adavviare una relazione con un uomo chepossa in qualche modo diventare un padreadottiv affettuoso per i suoi figli. E’ possibileperò che i figli stessi desiderino avereaccanto una figura paterna, pertanto èimportante che queste madri non si faccia-no influenzare da esperienze passate e vis-sute dolorose, ma lascino eventualmente laporta aperta a una possibile relazione conun uomo che possa anche essere un padre.

    Madri singole, divorziate o vedove configli devono affrontare sfide difficili, mamolte di loro riescono a educare figli mera-vigliosi superando costantemente molte dif-ficoltà; i bambini che vivono senza un padresono infatti più inclini alla depressionerispetto a quelli che hanno accanto una figu-ra paterna; rischiano più degli altri di anda-re male a scuola e di abbandonare gli studi,di essere più violenti. Molti finiscono con ildrogarsi e partecipare ad attività delinquen-ziali. Alcuni tentano (talvolta con successo)il suicidio e sono ad alto rischio di diventarea loro volta genitori adolescenti.

    Ecco alcuni suggerimenti per aiutare lemadri singole a superare le difficoltà:

    • Non cercare di essere tutto per tuofiglio, fai semplicemente del tuo meglio.

    • Identifica modelli maschili, fratelli,padri, nonni, figure maschili importantiall’interno della tua famiglia originale edamici volenterosi di aiutare i tuoi figli indeterminate situazioni.

    • Coinvolgi i figli in attività gestite dabravi uomini, così che riescano ad assorbi-re atteggiamenti e condotte maschili positi-vi.

    • Non svilire il ruolo dell’uomo in genera-le semplicemente sulla base di esperienzenegative avute con gli uomini.

    • Incoraggia attivamente l’interesse delbambino verso la figura maschile.

    • Sforzati di avere un rapporto positivocon gli uomini così che i tuoi figli traggano ibenefici di una corretta maschilità.

    • Circondati di tutto il sostegno possibile,emotivo, fisico, sociale e spirituale.

    • Sii positiva, non lasciare che la solitu-dine, l’amarezza e l’isolamento prendanopiede.

    Tutti noi dovremmo aiutare donne vedo-ve o madri singole ed orfani di padre) adaffrontare difficoltà fisiche e emotive. Comela Bibbia afferma in Giacomo 1.17, «La reli-gione pura e immacolata dinanzi a Dio ePadre è questa: conservarsi puri dal mondoe visitare gli orfani e le vedove nelle loroafflizioni». BN

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    tutta la vita del figlio: deve aiutare ilpiccolo a separarsi in maniera sicu-ra dall’intensa dipendenza maternalegata all’infanzia.

    Per quanto sana sia la dipenden-za del neonato dalla sua mamma,non sperimenterà o metterà mai inpratica le proprie capacità se non sisforza di trovare la propria autono-mia fisica ed emotiva. In questomondo, il padre è una guida esperta.

    Papà impegnati attivamente,che lasciano i propri figli esplorareil mondo esterno e insegnano loro lemeraviglie che li circondano, li aiu-teranno a sviluppare curiosità eautostima. I bambini che hannoavuto una figura paterna ben pre-sente nei primi 18-24 mesi di vitasaranno più sicuri di chi non l’haavuta e sapranno affrontare la vitacon forza e interesse. Tenderanno aessere più curiosi e meno esitanti otimorosi, soprattutto di fronte a sti-moli nuovi e inconsueti.

    Queste doti esplorative si svi-lupperanno poi a scuola e a lavoro.Le persone curiose, socialmenteattive, che non temono di provarenuove sfide riusciranno ad eccellerepiù facilmente senza fermarsidavanti a nuovi ostacoli. Dopotutto,hanno già imparato dal padre adaffrontare il mondo reale, a supera-re le frustrazioni e a gestire la vitaper conto proprio.

    Il dr. Parke afferma che il padrepuò influire sull’andamento scola-stico del figlio, sulla preferenza diuna materia rispetto a un’altra e per-sino sul tipo di lavoro che sceglierà.Il fatto che un bambino preferiscaleggere o odi la matematica o aspiriad essere un fisico o un ingegnerepiuttosto che un critico letterario èinfluenzato dal comportamento,l’incoraggiamento e l’atteggiamen-to paterno.

    I risultati di alcuni studi condot-ti negli anni ’60 relativi all’influen-za dei padri sui propri figli hannosorpreso i ricercatori stessi. Uno inparticolare ha dimostrato che iltempo che il padre dedica alla lettu-ra insieme al figlio è un elementoindicatore delle capacità intellettua-li di quest’ultimo, in particolaredelle doti verbali delle figlie femmi-ne. Lo stesso studio non ha riscon-trato gli stessi effetti nel caso dellemadri dedite alla lettura insieme ai

    figli, il che indica l’instaurarsi diqualcosa di unico e speciale nelmomento in cui il padre legge insie-me al figlio.

    Donne come Margaret Thatchere Indira Ghandi, rispettivamente exprimi ministri del Regno Unito edell’India, hanno dichiarato di esse-re state fortemente influenzate eincoraggiate dai rispettivi padrinella carriera accademica e politica.

    Un altro ruolo importante in cuii padri si distinguono riguarda l’in-segnamento spirituale e dei valorimorali. Quando il padre è un buonmodello di moralità, i bambinirispettano di più entrambi i genitori.Se il padre definisce regole giuste eun ambiente di gioco sereno in cui ibambini possono crescere, questiultimi tendono a essere più obbe-dienti, mentre quando sono le madria stabilire le regole, i figli tendono aribellarsi maggiormente.

    Secondo il dr. Pruett, i figli dipadri che hanno avuto maggioreresponsabilità nel definire limiti,disciplina e hanno aiutato i proprifigli a risolvere problemi personalio a svolgere compiti scolastici,hanno raggiunto un punteggio supe-riore all’interno di uno studio infatto di empatia, provando senti-menti di simpatia e compassioneverso gli altri. L’assenza della figu-ra paterna è direttamente legata alledifficoltà che il bambino riscontranell’autocontrollo.

    Quando Dio unì in matrimonioAdamo ed Eva, i primi due esseriumani, disse loro di moltiplicarsi eriempire la terra. Dio aveva proget-tato il nucleo familiare in modo taleche i figli crescessero fra due geni-tori che avrebbero agito in quantopoli opposti, maschio e femmina.

    Il figlio sarebbe quindi stato alcentro di questa unione, ricevendougual supporto da entrambi i genito-ri. Un’analogia potrebbe esserequella di una palla di metallo sospe-sa fra due poli magnetici. In manie-ra simile, ogni genitore, padre omadre, esercita la sua influenza cosìche il figlio cresce sviluppando unapersonalità completa e equilibrata.

    Quando entrambi i genitori sonopresenti attivamente nella vita deipropri figli, garantiscono a questiultimi una crescita bilanciata e

    matura. Leggiamo di seguito alcunescoperte:

    • I bambini desiderano forte-mente la vicinanza del padre e sononati con un istinto naturale che lispinge a cercare e a mettersi in con-tatto con la figura paterna.

    • Il padre ha la capacità naturaleo l’istinto di rispondere al desideriodel proprio figlio di mettersi in con-tatto con lui.

    • L’intensità con cui un uomo ouna donna ama il proprio figlio èidentica.

    • Ogni figlio è amato in manieraunica dal padre e dalla madre.

    • Il desiderio di sentirsi legati alproprio figlio per tutta la vita è lostesso sia per il padre sia per lamadre, sebbene sia espresso inmaniera differente.

    • Padri e madri sono ugualmen-te in grado di interpretare gli atteg-giamenti comportamentali del pro-prio figlio.

    • Padri e madri sono ugualmen-te ansiosi nel lasciare il propriofiglio alle cure di qualcun altro.

    • Con l’eccezione dell’allatta-mento, non c’è alcuna prova che ladonna sia biologicamente più predi-sposta dell’uomo ad essere un geni-tore migliore.

    • Gli uomini che sono diventatipadri presenti e partecipi nella vitadei figli hanno una maggior capaci-tà di capire se stessi e gli altri.

    • Un padre profondamente coin-volto nelle esperienze dei proprifigli ottiene risultati benefici anchesulla sua salute.

    • La presenza del padre allanascita del figlio è uno dei fattoripiù importanti che contribuisce aproteggere il neonato da possibilicomplicazioni durante il parto edeventuali malattie o traumi.

    • L’amore del genitore, seeccessivo, è una forma di egoismo.

    Una cosa incoraggiante nellasocietà occidentale è l’attuale ten-denza da parte di un crescentenumero di coniugi non separati avoler condividere la gestione fisicaed emotiva dei figli nonché leresponsabilità e le decisioni. Invecedi lasciare che sia sempre e solo lamadre ad occuparsi della crescitadei figli, ora sempre più padrivogliono partecipare attivamente.

    In uno studio a lungo termine

  • 6 La Buona Notizia

    condotto su coppie sposate da pocotempo a cui era stato chiesto dielencare in ordine di importanzaalcuni valori all’interno del matri-monio, la condivisione della cresci-ta dei figli è passata dalla posizionenumero 15 nel 1981 al secondoposto nel 1997, uncambiamento sor-prendente in meno diuna generazione.

    Stando alle ricer-che del dottor Pruett,ogni uomo, dal vaga-bondo senza tettoall’uomo d’affari,desidera fortementepoter esercitare ilruolo di padre con ipropri figli più diquanto non lo abbiafatto suo padre conlui. Un direttoreresponsabile dellasezione investimentipresso una delle piùgrandi banche d’affa-ri di tutto il mondouna volta affermò dinon desiderare che ilproprio figlio sentisselo stesso vuoto nelcuore che lui stessoprovava a causa dell’assenza delpadre.

    «Egli ricondurrà il cuore deipadri verso i figliuoli, e ilcuore dei figliuoli verso i

    padri, ond'io, venendo, nonabbia a colpire il paese disterminio» (Malachia 4:6).

    Dio tiene molto alla famiglia.E’ interessante vedere come la scrit-tura sopracitata sottolinei l’idea cheil cuore del padre debba innanzitut-to ricondursi al figlio, prima che siail cuore di quest’ultimo a ricondursial padre.

    Come può un padre ricondurreil proprio cuore verso il figlioletto?Assumendo un ruolo attivo nellavita del figlioletto stesso!

    E’ stato provato che semplice-mente leggere insieme ai figli puòfare la differenza nel migliorare lecapacità verbali di questi ultimi.Giocare con loro così che sentano ilcalore, la tenerezza, il senso dell’u-morismo paterno, aiuta a determi-

    nare un legame molto stretto chepuò portare risultati molto positiviin futuro.

    Portare i propri figlioletti a fareuna passeggiata mostrando lorotutte le cose meravigliose che li cir-condano aumenterà la loro curiosità

    e accenderà la sete di conoscenza.Mostrare loro come superare lepaure affrontando le sfide fisichecome andare in bicicletta o intra-prendere uno sport, aiuta a svilup-pare fiducia, socievolezza, coordi-nazione fisica e perseveranza, carat-teristiche estremamente importantia scuola e sul lavoro.

    Insegnare ai propri figli i valorimorali è un altro modo in cui unpadre può ricondurre il propriocuore verso loro. E’ bello quandoun figlio o una figlia si rivolge alpadre per essere guidato/a moral-mente o vede il modo in cui egliama la madre, diventa così unmodello a cui ispirarsi.

    I padri sono figure eccellentinel sviluppare le capacità logichedei figli così che possano capire nonsolo quello che dovrebbero fare inuna data situazione, ma anche ilperché farlo. La Bibbia è una fontemeravigliosa sotto questo aspetto,in quanto non solo rivela veri prin-cipi morali e spirituali, ma spiegaanche, dal punto di vista di Dio,perché tali principi dovrebbero

    essere perseguiti e cosa accade cosìfacendo o in caso contrario.

    Come può invece il cuore di unfiglio ricondursi al padre? Ancorauna volta, la fonte migliore per tro-vare una risposta è la Bibbia, laquale dice che questo movimento

    del cuore inizia quan-do i genitori impara-no a seguire l’esem-pio di Dio nell’amoreper i Suoi figli equando i figli onora-no, obbediscono eamano i propri geni-tori.

    Il comandato diDio è: «Onora tuopadre e tua madre,affinché i tuoi giornisiano prolungati sullaterra» (Esodo 20:12).

    Dio ha ordinatoad entrambi i genitoridi preservare il loromatrimonio e di coin-volgersi nell’educa-zione e nella crescitadei loro figli. E Dioesorta anche i figli arispettare entrambi igenitori.

    Come conferma-no le ricerche, niente è meglio delpiano divino che prevede un padre euna madre amorevoli e una grande ecalorosa famiglia per crescere i figlisecondo la Sua volontà.

    Il dottor Parke sostiene ferma-mente che pur in maniera diversa econ stili differenti, madri e padri sicompletano perfettamente e reci-procamente nell’educazione deifigli, il che non può che andare aloro esclusivo vantaggio.

    I figli hanno bisogno quotidia-namente della presenza del loropadre. Non un padre a rate, o chevizia i suoi figli nel malsano tentati-vo di mettersi la coscienza a posto.

    E’ tragico vedere come la socie-tà sia arrivata al punto di chiedersidove siano andati a finire i padri iquali lasciano e abbandonano il lororuolo sempre più frequentemente.

    Se sei padre o se lo sarai, nonseguire la corrente; segui le leggi diDio e i veri valori, solo così diven-terai il padre che Dio vuole che tusia. Così facendo sarai benedetto daDio e dai tuoi stessi figli. BN

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    Ross Parke è un rinomato pro-fessore dell’Università dellaCalifornia, a Riverside. Hasvolto ricerche e scritto per oltre 30anni sul ruolo della figura paterna.Ha sette figli ed è autore di libricome Fatherhood [Paternità] (1966)e co-autore di Throwaway Dads[Padri a perdere] (1999). Lo abbia-mo intervistato ed ecco le sue con-fortanti risposte:

    La Buona Notizia: Dr. Parke,lei ha dedicato decenni allo studiodel rapporto padre-figlio. Comevanno le cose in questo tipo di lega-me?

    Dr. Parke:Un aspetto con-fortante è chemolti padri oggisi stanno final-mente sveglian-do e iniziano acapire di esserefigure essenzia-li, ed anche lasocietà comin-cia a ricono-scerlo. I papà ele mamme sistanno renden-do conto delfatto che lafigura paternagioca un ruolounico e ben pre-ciso, non soltan-to nella crescitadel figlio, maanche nella con-divisione della gestione quotidianadi quest’ultimo, condizione assolu-tamente inesistente 30 o 40 anni fa.

    BN: Qual è la tendenza piùincoraggiante nel rapporto padre-figlio?

    RP: E’ il riconoscimento delfatto che il ruolo di padre non èimportante soltanto per i figli maanche per sé stessi in quanto uomini

    e per la propria moglie. E’ un cam-biamento significativo.

    Gli uomini si impegnano mag-giormente nel cercare di stabilire unequilibrio fra lavoro e famiglia,hanno tratto molti benefici, ricono-scimenti e soddisfazioni dall’essereun buon genitore e si sentono appa-gati nel vedere i propri figli aperti esoddisfatti grazie anche al loro coin-volgimento emotivo.

    BN: Qual è invece l’aspetto piùscoraggiante che ha riscontrato nellostudio del rapporto tra genitore efiglio?

    RP: L’evoluzione verso il coin-volgimento di una figura paternamigliore è senza dubbio la rivolu-zione auspicata 25 anni fa nonchél’aspetto chiave di uno dei miei libri(Throwaway Dads), ma per raggiun-gere questo obiettivo è necessarioabbattere quel genere di barriereancora esistenti nella nostra società.

    Il lavoro, per esempio, priva ilpadre della flessibilità necessaria

    per poter assistere a recite scolasti-che, restare a casa quando il figlio èmalato o partecipare agli incontrigenitore-figlio fissati nelle primeore del pomeriggio, mentre le donnesolitamente hanno più flessibilità inquesto senso.

    BN: Qual è la cosa più impor-tante che un padre può fare per otte-nere risultati positivi a lungo termi-ne nell’educazione del figlio?

    RP: Probabilmente la stessacosa che fa solitamente la madre,ovvero far sapere ai figli che si staoccupando di loro.

    Adesso stia-mo conducendouno studio suquanto è impor-tante la presen-za assidua delpadre.

    Stiamo cer-cando di misu-rare il modo incui i figli vedo-no i genitori esentono quantosono importantiper loro e perla loro vita. E’possibile faremolto per unfiglio, ma ciòche conta è illegame emotivoche il figliosente con il suopapà: un adultoeffettivamente

    presente, che si occupa del suobenessere e progresso a livellosociale ed emotivo.

    BN: E la madre?RP: E’ la stessa cosa. Madri e

    padri comunicano il loro affetto inmaniera diversa. Le mamme proba-bilmente sono più inclini ad ascolta-re i problemi dei figli e ad essereemotivamente disponibili, mentre i

    Intervista al Dott. Ross Parke

    La figura paterna:perché è di fondamentale importanza?

  • 8 La Buona Notizia

    papà esprimono il loro affetto attra-verso il gioco, condividendo attivitàricreative e divertenti. Sono entram-bi modi per comunicare amore aipropri figli.

    BN: E’ più difficile crescere unfiglio oggi o 50 anni fa?

    RP: Ci sono differenze, ma ledifficoltà sono le stesse. Credo siauno stereotipo dire che 50 anni faera tutto più facile e oggi è tutto piùdifficile. Se andiamo indietro neltempo e pensiamo a quando furonoinventati radio, televisione e spetta-coli, la gente diceva che con l’av-vento delle nuove tecnologie, l’edu-cazione dei figli sarebbe stata piùdifficile.

    Ora ci sono i video giochi eInternet. Ogni epoca ha le sue sfide,ma non credo sia più dura ora diquanto non lo fosse nel passato. Inpassato era difficile garantire sicu-rezza e istruzione ai figli. Oggi inve-ce ci sono problemi legati alladroga, alle bande di quartiere, men-tre nel passato c’erano i fuorilegge eguai da gestire nelle altrettanto diffi-cili città e metropoli.

    BN: Che cosa ne pensa della let-teratura a sostegno delle mamme incarriera, in grado di crescere i figlisenza la presenza del padre?

    RP: E’ ovvio che i figli cresco-no meglio in un nucleo familiarecomposto da entrambi i genitori, inparte per una questione economica,in parte perché la distribuzione delleresponsabilità fra entrambi i genito-ri è causa di minor stress.

    Ci sono mamme singole di suc-cesso, ma è difficile fare tutto dasoli. Pensiamo ai problemi econo-mici e legati alla gestione del tempoquando si è un genitrice singola. Cisono donne femministe che cercanodi “fare l’uomo” nella famiglia, macredo che le più sensibili riconosca-no che i padri giocano un ruolounico e di supporto.

    BN: Secondo lei è incoraggiantevedere il modo in cui sono cresciutii figli oggigiorno?

    RP: Esistono aspetti positivicome la consapevolezza dei nume-rosi abusi sui bambini e che un’ec-cessiva punizione fisica va a detri-mento dei figli. Molti metodi utiliz-zati in passato, come l’educazionesevera e violenta dei figli, sono statimessi sotto attento scrutinio.

    Oggi si è più consapevoli delfatto che esistono strategie di gestio-ne dei figli: è bene comunicare conloro e usare tattiche non punitiveche possano comunque essere effi-caci. Non dico che non debbanoessere definite delle regole, di noncontrollare i figli o non dare disci-plina; ci sono alternative in grado diovviare a ciò che si trasforma inevi-tabilmente in una tattica abusiva.

    BN: Qual è secondo lei lo ste-reotipo principale relativo alla figu-ra del padre?

    RP: Ci sono due stereotipi: unoche presenta i padri come incompe-tenti, l’altro li presenta come se aloro non importa nulla dei figli. Lostereotipo del padre incompetente èun pretesto utilizzato per sbarazzar-si della figura paterna.

    Per quanto riguarda il secondostereotipo, molti di questi uomini,anche nel caso di padri giovani onon graditi, se incoraggiati, assumo-no un ruolo importante nella cresci-ta dei figli sostenendoli anche dalpunto di vista economico. Esistonoquindi diversi atteggiamenti versogli uomini, spesso infondati.

    BN: Che cosa intende nel suolibro quando parla di “padri a perde-re”?

    RP: Intendo che la società haeretto delle barriere e allontanato ipadri, non ha dato loro il tipo dirispetto e opportunità per esprimereeffettivamente le proprie capacità.Non ha dato loro lo stesso rispettodimostrato alle madri. I padri sonostati scartati, non è stato riconosciu-to loro il ruolo di genitore importan-te.

    BN: Condivide l’affermazionedi David Blankenhorn: “L’assenzadella figura paterna è la tendenzademografica più dannosa di questagenerazione”?

    RP: Si, in generale sono d’ac-cordo con questa affermazione, manon con la sua soluzione, la quale ciporterebbe a imitare il modellofamiliare anni ‘50. Credo che oggi ledonne abbiano molte più opportuni-tà al di là delle mura domestiche e ipadri sono in generale più coinvoltinella crescita dei figli e questo èsicuramente un dato positivo.

    BN: Lei è ottimista o pessimistarispetto all’evoluzione del ruolo delpadre?

    RP: Sono ottimista. Anche se icambiamenti sono avvenuti inmaniera più lenta rispetto a quantoauspicato in termini di coinvolgi-mento e tempo trascorso con i figli,è evidente che il ruolo dei padri èmigliorato, il che è molto incorag-giante.

    Inoltre, gli uomini riconosconosempre più l’importanza di questocoinvolgimento. Penso al comporta-mento della mia generazione rispet-to a quella di mio padre, un uomosicuramente partecipe ma con ilquale ho avuto un rapporto moltopiù distante di quello che ho instau-rato con i miei figli. Ci sono quindisegni di miglioramento, sia per gliuomini che per le donne.

    BN: Ha notato la stessa tenden-za a livello internazionale?

    RP: Assolutamente si. Avvienela stessa cosa in Europa occidentale,in Australia e Scandinavia in termi-ni di politiche sociali volte a fornireopportunità a uomini e donne affin-ché possano crescere i figli insieme.I paesi in via di sviluppo sono rima-sti indietro sotto questo aspetto,principalmente per quanto riguardail trattamento delle donne e il rico-noscimento del fatto che il ruolo delpadre possa essere più educativo eaffettivo.

    BN: Lei ha sette figli. Che cosale hanno insegnato riguardo alla cre-scita dei figli?

    RP: Mi hanno insegnato il biso-gno di essere ascoltati, ad esserepaziente e a riconoscere e rispettarei loro cambiamenti. Mio figlio di 15anni mi dice sempre: «Papà non hopiù 7 anni!» E’ importante che tutti igenitori accettino la crescita e matu-razione dei propri figli e il fatto cheabbiano bisogno di indipendenzacercando allo stesso tempo di farebene le cose. BN

    Prof.Ross Parke,Università dellaCalifornia,Riverside, US.

  • Nonè facile essere padre oggi-giorno. Siamo sottoposti adiverse pressioni che ciallontanano dalle grandi responsa-bilità. Ken Canfield, presidente delNational Center for Fathering[Centro Nazionale per gli Studidella Paternità], in un suo libro,racconta un aneddoto interessante

    che noi riportiamo qui di seguito:«Quando Don chiamò a casa

    una sera mentre rientrava in mac-china, parlò brevemente con lafiglia di nove anni e le disse:‘Tesoro, mi passi la mamma perfavore?’ Dopodiché sentì Tashaappoggiare la cornetta sul tavolo edire: ‘Mamma, c’è l’uomo invisibi-le al telefono!’

    «In quel momento, prima anco-ra che la moglie arrivasse al telefo-no, qualcosa accadde dentro quel-l’uomo. Non poteva riderci sopra. .Doveva affrontare la situazione:

    c’era qualcosa di più importantedella carriera lavorativa... essere unbuon papà!»

    Sempre più famiglie vivonosenza la presenza di un padre il chenon significa necessariamente averperso questa figura per morte odivorzio. In un’indagine condottanel 1994 su oltre 1.600 uomini adul-

    ti, oltre il 50% haaffermato di aversofferto dell’as-senza affettiva delpadre o dell’affettodi un padre adotti-vo. Questo potreb-be aiutare a spie-

    gare perché in un’altro studio solo il34% dei maschi adulti ha affermatodi considerare il proprio padre unafigura modello.

    I figli desiderano sentirsi sicuriall’interno del nucleo familiare equesto avviene quando i genitoriinteragiscono in maniera positiva.Se i figli non sentono i genitorialzare la voce con rabbia o scam-biarsi insulti sarcastici, ereditanocalma e sicurezza e con molta pro-babilità trasmetteranno questi valoriai loro figli.

    I genitori sono un modello per i

    figli che li emulano. Il buon genito-re sta attento a non danneggiare ilfuturo dei figli comportandosi inmaniera immatura ed egoistica.

    Diventare un buon padre o unabuona madre non è un processonaturale, specialmente nel caso diadozione. Richiede infatti moltolavoro, sensibilità, altruismo e coin-

    volgimento effettivo nei confrontidei figli, tutti i giorni. Non ci sonovie preferenziali per diventare geni-tori di successo, tutti devono affron-tare gli stessi ostacoli.

    L’influenza della televisione

    Un programma televisivo ame-ricano molto popolare negli anni’50 e ’60 ritraeva la famiglia idealenei giorni euforici del dopo guerra.Durante la guerra, le famiglie siseparavano e non per scelta perso-nale: papà andava in guerra emamma andava a lavorare in fabbri-ca. La famiglia non sarebbe piùstata la stessa.

    I personaggi della serie televisi-va una volta erano figure positivema troppo perfette e questo, secon-do alcuni, dava un’immagine pocoreale della famiglia media. Il padre

    Aprile - Giugno 2008 9

    Naturale o in adozione:La presenza paterna fa la differenza!

    Le ricerche hanno dimostrato che i figli cresciuti senza una figura paterna tendonoad avere meno stabilità e a sentirsi più insicuri.

    Ma questo circolo vizioso può essere spezzato per recuperare stabilità e sicurezza.

  • 10 La Buona Notizia

    e la madre della famiglia davanoperò consigli saggi ai figli, il padrenon alzava mai la voce, era pazien-te e non faceva mai cose stupide cheavrebbero messo in imbarazzo séstesso o la sua famiglia. La madreaiutava a risolvere i problemi, unadonna modello per il pubblico diquei giorni.

    Che differenza con il mondo dioggi e quanta nostalgia di quei per-sonaggi! I cambiamenti nello stiledi vita e nella cultura hanno rivolu-zionato la struttura della famigliatradizionale. Secondo un esperto,oltre il 40% degli adulti occidentali,sepcialmente in America, non hacontatti con i figli settimanalmente.

    La famiglia è cambiata moltodopo la Seconda Guerra Mondialeed è ancora soggetta a enormi cam-biamenti che sfuggono al suo con-trollo: precarietà o mobilità lavora-tiva, carovita altissimo, mancanzadi alloggi, di buoni istituti scolasticie di strutture di assistenza per l’in-fanzia e, forse, cosa ancor piùimportante, separazioni lunghe estrazianti dai propri cari.

    Molte “vedove di guerra” hannogestito la famiglia e cresciuto i figlida sole. Le donne sposate di età piùavanzata hanno lavorato in diverseindustrie che producevano attrezza-ture e forniture per la guerra; ilpaese aveva bisogno di loro. La per-centuale di divorzi ha iniziato aaumentare improvvisamente cosìcome la delinquenza in età giovani-le, gravidanze indesiderate e assen-teismo, dando vita alla prima gene-razione di bambini indipendenti.La famiglia mutata dai tempi

    Indubbiamente le forze artifi-ciali della Seconda GuerraMondiale hanno compromesso pro-fondamente l’unità familiare e pre-parato il terreno all’avvento dinuovi cambiamenti, non soltantonegli Stati Uniti d’America.

    Negli anni ’70 e ’80 alcuni per-sonaggi dalle idee liberali sostene-vano che la famiglia tradizionaleera una struttura arcaica. Le femmi-niste portarono avanti una campa-gna per sperimentare altre strutturefamiliari.

    Spacciarono quegli esperimentiinformali per una forma di libertà di

    scelta, di realizzazione personalemostrando ugual rispetto per tutti itipi di famiglie. Arrivarono a soste-nere che donne e bambini nonhanno bisogno del sostegno di unafigura maschile, anzi starebberomeglio senza.

    Secondo loro la struttura dellafamiglia non si stava spezzando,stava semplicemente cambiando.Secondo questa nuova ondata dipensiero, la cosa più importante erala felicità e la realizzazione perso-nale dei genitori. Dopo tutto i figlierano forti e non avrebbero subito leconseguenze del divorzio dei geni-tori. Ridevano del fatto che i genito-ri debbano stare insieme per il benedei figli.

    Più prendeva piede questa ideae più aumentava il numero di divor-zi, una situazione che ha iniziato agravare in maniera insostenibileanche sulla spesa sociale e legale diogni paese. Non per ultimo, madri efigli erano sempre più abbandonatie i padri dimenticati.

    La storia aiuterà la famiglia amigliorare oppure si ripeterà?

    Il futuro della famiglia

    I media moderni spesso metto-no in evidenza il lato più deboledella natura umana e così facendosgretolano l’unità familiare attra-verso programmi televisivi comeDesperate Housewives [Casalinghedisperate]. Dirigenti e produttoridicono di voler semplicemente rap-presentare la società odierna inmaniera realistica. A questo puntola domanda nasce spontanea: èmeglio avvicinarsi alla depravazio-ne umana per sperimentare la realtàoppure è meglio valorizzare dellefigure umane per proporre e seguiremodelli migliori e valori più sani?

    Mirando ai più bassi desideriumani per spillare soldi ai consuma-tori, i media corrompono la realtà esi mettono dalla parte sbagliata deivalori familiari.

    Il noto psicologo dott. PhilMcGraw, famoso conduttore di unprogramma di successo negli StatiUniti, crede che ci siano speranzeper la famiglia se quest’ultimariesce a far fronte alle numerosepressioni che la opprimono:

    «E’ ora che noi genitori dicia-

    mo, ‘Hey, io non mi arrendo, nonmollo. Non mi faccio intimidire datutte le forze negative che attaccanoi miei figli e la mia famiglia. Nonvoglio accettare l’epidemia dellalibertà sessuale, della droga e del-l’alcol nella scuola media e superio-re. Non accetto un figlio che fa fintadi essere sordo quando gli chiedo diraccogliere i giochi e di non pic-chiare sua sorella’».

    «In quanto genitore non ho piùintenzione di temere la reazione deimiei figli se chiedo loro più impe-gno a scuola, a livello spirituale oun miglior comportamento, voglioinsegnare loro che costruire un rap-porto nella vita è di fondamentaleimportanza. Non mi sentirò più incolpa e non spenderò più sommespropositate per comperare loroabiti firmati e giocattoli sin dallatenera età!»

    «Non mi comporterò più daamico ma da genitore, devo essereuna guida per i miei figli. Non lilascerò per ore davanti alla televi-sione o in Internet comunicandocon loro solo tramite e-mail e sms.Utilizzerò i metodi di una volta e lipreparerò ad affrontare le distrazio-ni da cui sono costantemente bom-bardati e che offuscano l’immaginedi sé stessi. Mi impegnerò per dareorgoglio, unità, lealtà e spirito disquadra alla mia famiglia».

    Dio e la famiglia

    Che cosa serba il futuro per l’u-nità familiare? A chi o cosa posso-no rivolgersi i genitori per ottenerel’aiuto e il supporto di cui hannotanto bisogno?

    Il Creatore Iddio ci creòmaschio e femmina affinché potes-simo creare figli e famiglie (Genesi1:27-28; 2:24). Dio progettò lafamiglia umana per mostrarci e pre-pararci ad un eventuale ruolo nellaSua famiglia divina ed immortalenel Suo Regno meraviglioso (Ebrei2:10-13; 2 Corinzi 6:18; Apocalisse19:7). Ha anche creato un manualedi istruzioni per l’umanità, per inse-gnare ai genitori come avere unafamiglia sicura e felice, e quelmanuale è la Sacra Bibbia.

    Il segreto per costruire unafamiglia felice è avere fondamentaforti e stabili quali sono Dio e la

  • Sua Parola, la Bibbia.Dio insegna a padri e madri a

    seguirlo affinché riescano a costrui-re una buona famiglia: «Ama dun-que il Signore Iddio tuo con tutto iltuo cuore, con tutta l’anima tua, econ tutto il tuo maggior potere. Edimorino queste parole, le qualioggi ti comando, nel tuo cuore; einculcale ai tuoi figliuoli, e ragiona-ne quando tu sarai a sedere in casatua, e quando tu camminerai per lavia, e quando tu giacerai, e quandotu ti leverai» (Deuteronomio 6:5-7).Le famiglie realmente felici hannoimparato a onorare Dio seguendonei preziosi consigli.

    L’apostolo Paolo diede consiglifondamentali su come instaurarerapporti felici e sani fra i vari mem-bri della famiglia: «Mogli, siate diaiuto ai mariti, come si convienenel Signore. Mariti, amate le mogli,e non v’inasprite contro a loro.Figliuoli, ubbidite a’ padri e madri,in ogni cosa; poiché questo è accet-tevole al Signore. Padri, non provo-cate ad ira i vostri figliuoli, accioc-ché non vengan meno dell’animo»(Colossesi 3:18-21).

    Questi insegnamenti sono innetto contrasto con l’immaginedella realtà dipinta dai mediamoderni. Quale credi sia il modellomigliore a lungo termine?

    I valori fondamentali

    E’ possibile avere una famigliapiù felice e sicura semplicementeapplicando alcuni valori di base.

    Prendiamo in considerazionealcuni valori importanti che i geni-tori possono apprendere. Si tratta diconsigli che il dr. Canfield, in unsuo scritto, riassume in tre punti:

    • Per bene istruire i propri figliun padre deve prima avere la volon-tà di risolvere ogni eventuale con-flitto con i propri figli.

    • Un vero padre si prodiga pertrasformare in positivo la propriafamiglia attraverso il coinvolgi-mento in prima persona, la consa-pevolezza, la costanza e il sostegnoquotidiano.

    • Infine, un buon padre pianifi-ca il futuro. Un giorno sarà nonno,quindi deve prevedere e organizza-re il possibile cambiamento disituazioni nel corso della vita.

    Ci sono punti importanti chenecessitano molta attenzione, altriche invece possono essere applicatiimmediatamente e nel farlo notere-te un cambiamento sano nellavostra famiglia. Qui di seguito elen-chiamo alcuni altri consigli, utili siaper mamme che per papà:

    • I genitori devono esprimere aipropri figli quanto li amano. Unpadre e una madre creano un’atmo-sfera affettuosa in famiglia chia-mando i propri figli o chiamandosil’un l’altro con parole dolci e affet-tuose! E’ importante comunicare aimembri della propria famiglia divoler loro bene.

    • I genitori devono scusarsi coni figli quando sbagliano. Se non lofanno, il figlio rischia di sviluppareun carattere insensibile. Chiederescusa insegna ai figli che una perso-na matura è in grado di riconoscerei propri errori e provare sentimentidi compassione e perdono.

    • I genitori non devono espri-mere favoritismi nei confronti di unfiglio perché in tal caso, il figlio tra-scurato si sentirebbe offeso e pro-verebbe rancore nei confronti del/lafratello/sorella.

    • I genitori non devono viverela propria vita in funzione dei figli.I figli devono essere liberi di svi-luppare il proprio carattere e diven-tare più fiduciosi.

    • I genitori devono ascoltareattentamente i propri figli, il chefavorisce un rapporto sano in cuiquesti ultimi provano un maggiorrispetto nei confronti dei genitori.

    • I genitori rappresentano ilmodello principale a cui i figli siispirano. Se i genitori replicano lecattive abitudini dei loro genitori,devono interrompere il ciclo facen-do ciò che è giusto.

    I genitori devono guidare eamare i propri figli mentre insegna-no loro a diventare a loro voltabuoni genitori. L’impegno e lo sfor-zo di oggi aiutano a definire ilbenessere della società di domani.

    La via di Dio crea famiglie sanee felici. Forse la tua famiglia è unadi quelle, ma se così non fosse, nonscoraggiarti perché la tua famigliapuò diventare felice e sana, più diquanto tu non possa immaginare.Perché non iniziare questo cambia-mento oggi? BN

    Aprile - Giugno 2008

    Il mondonon può avere

    una notiziamigliore di questa!

    Oggi le notizie sono quasi tuttecattive: inquinamento, cata-strofi ambientali, terremoti edalluvioni in vari luoghi, nuovemalattie epidemiche, corruzione,scandali, violenza ed omocidi.Negli ultimi cent’anni più di 150milioni di persone hanno perso lavita a causa delle guerre ed oltre100 milioni a causa di malattie,carestie e disastri ambientali.Quale futuro aspettarci?

    Quasi duemila anni fa GesùCristo ha predetto che il genereumano avrebbe acquisito la capa-cità di distruggere se stesso e l’in-tero pianeta. Egli ha però promes-so di ritornare sulla terra con l’im-mortalità e la potenza di Dio perimpedire la fine del mondo edinstaurare il «Regno di Dio» pertutti gli uomini di buona volontà.

    Gesù ha portato un messaggiodi grande speranza, La BuonaNotizia [L’Evangelo] concernente ilprossimo avvento del Regno diDio sulla terra.

    «Evangelo» significa «La BuonaNotizia». Ma che cos’è il «Regnodi Dio» esattamente? Una chiesa?Un luogo celeste? Un sentimentonel cuore dell’uomo? La bontàumana? Che cos’è?

    La Bibbia parla chiaro riguardoal meraviglioso regno divino che ilCristo glorificato instaurerà sututto il pianeta. Leggete con ivostri occhi la Parola di Dio.Rispolverate la vostra Bibbia!Questo messaggio è il più impor-tante e vitale che la storia abbiamai riportato!

    Nelle pagine della Bibbia voipotete scoprire delle verità sor-prendenti, rese ancora più chiaredalle nostre pubblicazioni gratui-te, se le volete leggere.

    Eventi straordinari ci attendo-no. Toccheranno la nostra vita.Unitevi al popolo di Dio, percostruire l’arca spirituale della sal-vezza. Visitate la nostra bibliotecavirtuale e iscrivetevi al nostro sitoweb:

    www.labuonanotizia.org

  • 12 La Buona Notizia

    Fra i molti lettori di questo arti-colo ci sono sicuramente geni-tori single e quelli che non losono conoscono per certo un familia-re o amico in questa condizioneormai ampiamente diffusa.

    Un terzo dei bambini occidentalinasce al di fuori del matrimonio.Secondo le statistiche, la metà dellapopolazione nord-occidentale di etàinferiore ai 18 anni a un certo puntodella vita vivrà in un nucleo familiarecon un solo genitore.

    Attualmente circa un quinto deibambini canadesi e sudafricani vivecon un solo genitore. Italia,Inghilterra, Francia, Germania eAustralia non registrano dati tantodiversi, specialmente nelle regionipiù industrializzate. In Giamaica,Santa Lucia e Haiti, più di quattrofamiglie su dieci sono gestite da geni-tori single, in Danimarca e Norvegia,circa la metà.

    Molti dei nostri lettori non hannocertamente scelto di diventare genito-ri single: alcuni sono vedovi, altrihanno concepito figli al di fuori delmatrimonio, alcuni hanno chiesto osubito il divorzio, altri sono separati.L’obiettivo di questo articolo non è digiudicare i motivi che hanno portato atale condizione. Quello su cui voglia-mo concentrarci è quale direzioneprendere in queste circostanze.

    Iniziamo cercando di capire checosa si intende per “genitore single”:se sei quotidianamente responsabiledella crescita e educazione di uno opiù figli senza il costante e concretosupporto di un/a compagno/a, allorasei un genitore single.

    Anche una persona sposatapotrebbe essere un genitore single seil/la compagno/a è fisicamente dis-abile o ha disfunzioni comportamen-tali dovute per esempio all’uso disostanze stupefacenti. La stessa cosavale quando il lavoro di uno dei dueconiugi obbliga l’interessato a lungheassenze.

    L’alto numero di divorzi contri-buisce a radicare il fenomeno deigenitori single nella nostra societàoccidentale. Uno studio sconvolgenteha rivelato che la maggior parte deigiovani nati negli ultimi anni avrà,nel corso della propria vita, un nume-ro di partner superiore a quello deifigli che metterà al mondo.

    Proviamo a pensare per qualchesecondo a cosa significa tutto questoper i nostri figli e nipoti. Significamolto dolore, per loro e per noi! Datoche probabilmente avranno a lorovolta almeno uno o più figli, rischia-no anche loro di diventare genitorisingle.

    Madri single

    Fra i genitori single ci sono piùdonne che uomini, forse per diversimotivi, il principale è probabilmentelegato al fatto che la madre accudiscei figli sin dai primi giorni di vita.

    Le leggi che regolano la famigliasono state a volte più a favore dellafigura paterna altre volte a favore

    della figura materna cui affidare perl’educazione dei figli. Tuttavia, dopola Prima Guerra Mondiale, il diritto difamiglia adottò l’idea che la madrefosse la principale allevatrice dei figligià dai primi anni di vita il che signi-ficò la concessione a quest’ultimadella custodia dei figli piccoli.

    Dal 1970, i tribunali hanno fattoun piccolo passo indietro nel tentati-vo teorico di concedere la custodiadei figli ai padri tanto quanto allemadri.

    In realtà, pochi padri hanno lacustodia unica dei figli per vari moti-vi. Ad ogni modo, l’approccio anta-gonistico non sempre vincente dei tri-

    bunali del divorzionon risponde alleesigenze dei figli iquali hanno effetti-vamente bisogno dientrambi i genitori,anche di chi li havoluto abbandona-re.

    Si osserva quin-di una maggior ten-denza verso l’affi-damento congiuntosecondo il quale ifigli dividono equa-mente il loro tempofra entrambi i geni-tori. E’ un tentativodi far si che “le cosevadano bene”.

    In opposizionealla figura dellamadre allevatrice, ilcontributo del padre

    è percepito come un supporto finan-ziario di cui i suoi figli hanno biso-gno. Il ruolo di «padre sovvenziona-tore» sembra poter essere svolto inmaniera soddisfacente anche a distan-za nel caso di genitore responsabile.

    In un libro pubblicato nel 1995,l’autore David Blankenhorn sostieneche gli Stati Uniti d’America, più diogni altra nazione al mondo, stiano

    Sei un genitore single?Educare bene i tuoi figli è possibile!

    Molte persone sono colpite dall’epidemia di separazione e divorzio.Come essere un buon genitore anche se si è soli nella crescita dei figli?

  • Aprile - Giugno 2008 13

    diventando una società orfana dipadri. Secondo lo scrittore, nella pas-sata generazione un bambino ameri-cano sapeva di poter crescere con ilproprio padre mentre oggi è possibileche ciò non accada.

    Le statistiche dell’anno 2003rivelano che un bambino o adolescen-te americano su quattro di età inferio-re ai 18 anni vive solo con la madre.

    In passato, quando in una fami-glia veniva a mancare il padre, lasocietà sosteneva l’importanza delruolo paterno confortando e aiutandola famiglia. Oggi, quando un padreabbandona la famiglia, la nostrasocietà disconosce l’importanza dellafigura paterna accettando l’abbando-no con logica imparzialità. In altreparole, un padre che abbandona lapropria famiglia compie un gesto acui è possibile abituarsi. Ma l’abban-dono o la morte del padre è semprestata come una delle peggiori tragediepossibili nella vita di un figlio.

    L’idea moderna è che un nucleofamiliare gestito da un solo genitore èuguale a uno gestito da due genitori.Eppure il comportamento dei figli, isentimenti e la situazione finanziariarivelano una sostanziale differenza!Non dimentichiamo che secondo lestatistiche i nuclei familiari gestiti damadri single hanno redditi bassi.

    Rabbia e senso di colpa

    Molti genitori single provano unforte senso di colpa nell’essere inquesta condizione, un sentimentoforse ancora più accentuato per colo-ro che cercano di seguire i principicristiani.

    Anche quando sono parzialmenteo per nulla responsabili della rotturadel nucleo familiare, si scatenanoforti sensi di colpa. Hanno sempredato una grande valore al matrimonio“finché morte non ci separi” non sol-tanto in termini di fedeltà verso ilconiuge, ma anche come senso didevozione a Dio. Persone così devotedesiderano compiacere il Signoresopra ogni altra cosa, pertanto vivonoil fallimento del matrimonio comeuna forma di tradimento nei Suoiconfronti.

    I genitori single devono anchegestire l’amarezza che consegue dallacollera non appianata. E’ possibileprovare rabbia nei confronti del com-portamento dell’ex coniuge che hacausato l’attuale situazione o peressere stati respinti come moglie o

    marito. Non è facile mettere in prati-ca uno dei principali insegnamentidivini sulla gestione della collera:«Adiratevi, e non peccate; il sole nontramonti sopra il vostro cruccio»(Efesini 4:26).

    E’ necessario imparare ad affron-tare il proprio risentimento affinchénon si trasformi in una «radice vele-nosa» in grado di distruggerci spiri-tualmente e ferire i nostri figli (Ebrei12:15).

    Un genitore che nutre risentimen-to verso l’ex coniuge trasmette questosentimento al figlio, anche inconscia-mente attraverso il tono di voce o l’e-spressione degli occhi. E’ moltomeglio sfogare il risentimento chie-dendo in preghiera l’aiuto di Dio.

    Capire il motivo della propria irapuò essere d’aiuto. Il divorzio è spes-so definito come “la morte senzafine”. Ci si sente afflitti per la perditae l’amarezza diventa uno dei senti-menti più sentiti, accompagnata dallasensazione di essere stati traditi, cheaccresce e si trasforma in ira. Ilconiuge che ha causato la fine delmatrimonio è colui che ha tradito lafiducia del/la compagno/a abbando-nato/a.

    Il matrimonio è un accordo che sistipula per tutta la vita. Quando unuomo chiede a una donna di sposarloe lei accetta, si onorano a vicenda.Fondamentalmente è come se sidicessero: «Ti conosco bene e amoquello che conosco. Ripongo in te imiei sentimenti, le mie speranze, isogni e il mio futuro. Mi fido di te inquanto futuro padre o futura madredei miei figli. Mi fido della tua opi-nione. Sto bene con te in ognimomento».

    La frase «voglio il divorzio» è difatto la cancellazione di quanto sopra.Nessun essere umano con una mentesana si unirebbe in matrimonio sem-plicemente per provare un anno comese prendesse in leasing un’automobi-le invece di acquistarla. Il matrimo-nio è per natura un’acquisizione com-piuta con tutto il cuore. Quindi, quan-do due persone unite in un’unica cosatornano ad essere due unità separate,è inevitabile che uno dei due cuori sispezzi.

    Questione di fede

    Lo shock dell’improvvisa condi-zione di genitore single può anchecompromettere la fede spirituale delcredente che si chiede «Perché Dio

    permette che questo accada a me e aimiei figli?» Ma Dio non è responsa-bile! L’unione matrimoniale avvienecon il consenso di due persone, ma nebasta una perché si rompa.

    Dio approva e benedice chi deci-de di legarsi nel vincolo matrimonia-le così come Lui lo ha pensato, comedescritto in Genesi 2:24: «Perciòl’uomo lascerà suo padre e suamadre, e si atterrà alla sua moglie, edessi diverranno una stessa carne».

    Il piano di Dio relativo alla cre-scita e educazione dei figli è legato alvincolo matrimoniale dei genitoribiologici. Due genitori legati inmatrimonio si sostengono reciproca-mente, si danno coraggio, equilibrio eoccasionalmente si riposano. Dioincoraggia fortemente i coniugi a noninterrompere il legame coniugale(Marco 10:4-9). Il credente prova unafiducia intrinseca nell’affermazionebiblica di Genesi 2:18 «Non è beneche l’uomo sia solo». Si tratta di unconcetto che non “funziona solo peralcuni”, è invece il modo in cui Dio ciha pensati e creato a livello emotivo,mentale e spirituale. La separazione eil divorzio sono una esperienza moltodolorosa.

    Ma si può comunque star benenella condizione di genitore single? Ilconiuge abbandonato e i suoi figlio-letti possono tornare a gioire o sonocondannati ad un’esistenza infelice?

    Una madre che pur essendo sin-gle ritiene la fede in Dio ed istruisce isuoi figlioletti a seguire i valori mora-li del Cristianesimo, si rivelerà incre-dibilmente forte, come pure i suoifigli, e tutti assieme possono rifarsiuna famiglia duratura, una vita riccadi successi. E’ inutile minimizzare ledifficoltà che certamente sussistono,possiamo però chiarire alcuni fattoriche aiuteranno voi e i vostri figli adaffrontare al meglio la situazione.

    Il rendimento scolastico saràsimile a quello di qualsiasi altro stu-dente, se non migliore. Ciò è stretta-mente subordinato a voi in quantogenitore capace e preparato, menoalle possibilità economiche o all’am-biente qualitativo che riuscirete aoffrire ai vostri figli.

    Che cosa fare

    Che cosa accade nella testa e nelcuore dei figli quando i genitori siseparano? Essi attraversano tutti glistadi emotivi, dolore, rifiuto, ira,depressione, si sente un bene da con-

  • 14 La Buona Notizia

    trattare per poi alla fine, arrivare adaccettare la situazione. Come osser-vato precedentemente, la perdita del-l’immediata presenza di un genitorepuò essere paragonabile, in un certosenso, alla morte e i figli reagisconodi conseguenza.

    Il dolore può trasformarsi in unoshock, è possibile provare tristezza,vergogna e abbandono. Si può anchemanifestare con dolore fisico che nonha nulla a che vedere con malattie oinfortuni. E’ possibile che il rendi-mento scolastico ne risenta e siinstaurino atteggiamenti aggressiviverso i compagni di classe. Questonon significa dover giustificare com-portamenti inadeguati. E’ importanteinsegnare in modo amorevole ai pro-pri figli i limiti da rispettare per man-tenere l’autocontrollo.

    E’ probabile che si sentano incolpa e pensino che la separazione deigenitori sia stata causata da qualcosache abbiano o non abbiano fatto loroin prima persona.

    E’ possibile rassicurare i proprifigli, è importante che sappiano sem-pre dove siete, che sarete in orario perandarli a prendere e che manterrete lavostra parola. Se non siete in grado dimantenere una promessa, non fatela.

    Assicuratevi che siano ben orga-nizzati dando loro routine e orari darispettare. Considerando la pressionea cui si è sottoposti in quanto genito-re single, la routine è fondamentaleper ridurre lo stress anche su di voi.Pianificate pertanto del tempo liberoper vostro figlio quotidianamente.Tenere la casa pulita e in ordine èimportante, ma trascorrere del tempocon vostro figlio lo è anche di più.Sforzatevi di essere costanti nel dareuna disciplina e nel stabilire un buonrapporto con i vostri figli.

    La sana lettura è di grande aiuto.Quando i figli sono piccoli, leggeteper loro dei libri o fateli leggere, ciò liaiuterà a crescere e migliorare emoti-vamente e scolasticamente.

    E’ necessario capire che i figlihanno bisogno del rapporto con l’al-tro genitore. Facilitate questo legameladdove è possibile. Non rendete lecose più difficili mostrando ira neiconfronti dell’altro genitore perchéquesto potrebbe confondere i figli iquali, diversamente da voi, continua-no ad amare quella persona.

    Cercate di resistere alla naturale einconscia tendenza a provare avver-sione nei confronti del figlio in cuirivedete il genitore con cui non avete

    più rapporti affettivi.Permettete ai figli di andare con il

    loro padre come stabilito dal giudice.E’ possibile che vostro figlio vogliaportar con sé il suo gioco preferito, unpeluche o un libro. Non utilizzatequeste circostanze per confrontarvi sueventuali disaccordi con l’altro geni-tore. Appianate i conflitti relativi aorari e non impedite i loro incontrisenza un motivo valido o legale.

    Se il padre dei vostri figli non puòessere presente nella loro vita assicu-ratevi che ci sia comunque una figuramaschile forte, responsabile e matura.Potrebbe essere uno zio, un nonno oun amico fidato. Fate particolareattenzione se la scelta ricade su que-st’ultimo.

    Coinvolgete i figli nelle decisionirelative alla loro vita, ma non com-portatevi da amici. Hanno bisognoche voi siate un genitore. Spesso igenitori cadono nella “trappola del-l’amico” probabilmente perché sisentono soli e hanno bisogno di com-pagnia.

    Molti giovani genitori sono cre-sciuti sentendo parlare di minor fer-mezza e meno proibizioni verso i figlicome buon metodo educativo, quinditendono a comportarsi di conseguen-za, ma i risultati non sono positivi.Molti studiosi in ambito sociale, cosìcome la Bibbia, hanno sottolineato idanni causati da genitori che nonhanno stabilito regole e limiti amore-voli: hanno cresciuto figli indiscipli-nati, frustati, perennemente insoddi-sfatti e incapaci di gratitudine.

    E’ possibile che il genitore singlesi accorga del danno causato soloquando il disagio inizia a manifestar-si concretamente ed è necessario l’in-tervento autorevole del genitore, pro-prio per il bene del figlio, scoprendo aquel punto di non avere alcuna autori-tà agli occhi del figlio. Naturalmenteil genitore deve relazionarsi conamore e rispetto, ma in qualità digenitore, non di amico o coetaneo.

    Prendetevi cura di voistessi e cercate l’aiuto di Dio

    Prendersi cura dei figli è fonda-mentale, ma occuparvi di voi stessi èaltrettanto importante. Curate lavostra salute fisica, emotiva e spiri-tuale e mantenete vive le buone ami-cizie con altri adulti. La convivenza,per esempio, non è una scelta sanasotto molti punti di vista, senza conta-re il fatto che può rivelarsi estrema-

    mente rischiosa per i vostri figli.Trascorrete del tempo con perso-

    ne la cui compagnia vi rallegra. Fateesercizio fisico regolarmente, non tra-scurate il sonno e mangiate in manie-ra adeguata. Questi due aspetti vi aiu-teranno ad essere in forma nell’edu-care i vostri figli. Non abbandonateviin abitudini autolesioniste come unconsumo eccessivo o improprio dicibo, alcool o droghe.

    Il ruolo del genitore è estrema-mente complesso, non potete pensaredi essere sia un padre che una madreper vostro figlio. Potete però essereun buon genitore, dando una sanaeducazione, struttura e disciplina.

    Hal Runkel, un rinomato terapeu-ta di problemi matrimoniali e familia-ri, scrive che i genitori che cadononello stereotipo secondo cui un geni-tore accudisce il figlio e l’altro impo-ne la disciplina (“Vedrai quando tuopadre torna a casa!”) commettonoun errore. Egli consiglia a tutti i geni-tori di fare ciò che un genitore singledovrebbe fare, assumere un po’ dientrambi i ruoli. Accudite i vostri figliin ogni momento e imponete la disci-plina quando necessario.

    Diventare un buon genitore singleè possibile. Ci sono molte sfide dagestire, ma con l’aiuto di Dio è possi-bile affrontarle tutte. Pensiamo allaSua promessa: «Io non ti lascerò enon ti abbandonerò» (Ebrei 13:5).Anche quando qualcuno ci delude,sappiamo che, se continuiamo adamarlo, Dio non dimenticherà il Suoimpegno nei nostri confronti.

    Possiamo fidarci di Lui, ma biso-gna contraccambiare il Suo amore inmodo che Lui possa a Sua volta fidar-si di noi. Riceviamo quindi il Suosupporto in maniera durevole comeconseguenza di un rapporto che si èinstaurato con Lui e non come sericevessimo semplice elemosina.

    Analizziamo il saggio consiglioche re Davide diede a suo figlioSalomone: «Riconosci l’Iddio di tuopadre, e servilo con tutto il tuo cuoree con animo volenteroso; perciocchéil Signore ricerca tutti i cuori, e cono-sce tutte le immaginazioni dei pensie-ri; se tu lo cerchi, tu lo troverai; ma,se tu l’abbandoni, egli ti rigetterà inperpetuo» (I Cronache 28:9).

    Se restiamo fedeli al Signore,sappiamo che Egli ci ascolta e spianail sentiero della vita e rende più facileil nostro cammino. BN

  • Aprile - Giugno 2008 15

    Lamia vita stava per cambiareper sempre. Sapevo che miamadre e mio padre non anda-vano d’accordo perché, a volte, dinotte, li sentivo discutere e poi pian-gere. Da quella sera, però, la miafamiglia non sarebbe stata più lastessa. Osservai mio padre che riti-rava dei documenti da un uomo instrada. Subito dopo lo vidi entrare incasa, fare in fretta le valigie e andar-sene quasi di corsa, fu così che, inun attimo, svanì la nostra famigliadi quattro persone.

    Eravamo all’inizio degli anni’70 e, anche se sempre più coppieattorno a noi si dividevano, il divor-zio per me era qualcosa di distante.Ne avevo sentito parlare e conosce-vo famiglie che c’erano passate, manon pensavo che sarebbe capitatoproprio a noi. Invece quella terribilenotte successe.

    Con il passare degli anni hoparagonato la divisione della miafamiglia ad un pugno di sabbiafinissima che ti sfugge fra le dita. Lasabbia ha sostanza, ma non ti ci puoiaggrappare. Anche se cerchi di trat-tenerla il più possibile, ti scivoladalle dita velocemente e si disperdeper terra. In un attimo ti ritrovi amani vuote.

    L’impatto deldivorzio sui bambini

    Non sono certo l’unico ad aversubito questo trauma. In moltenazioni il tasso di divorzio dalprimo matrimonio è del 43 percen-to, mentre dal secondo matrimonioè addirittura del 60 percento. Ognianno più di un milione di bambinisubiscono le conseguenze dellaseparazione e divorzio dei genitori.

    Che si tratti di un divorzio “civi-le” o meno, i figli di genitori divor-ziati sono travolti da un’esperienzadolorosissima. Quel che è peggio, siporteranno dietro le ferite anche da

    adulti. Il tasso di divorzio in casisimili ha dimostrato una probabilitàdel 60% per il primo matrimonio.Per non parlare del loro cattivo rap-porto con la religione e con Dio; èesigua la loro appartenenza a qualsi-voglia organizzazione religiosarispetto ai loro coetanei provenientida famiglie “normali”. Fanno faticaa considerare Dio un padre amore-vole, tenero e compassionevole;molti vedono Dio al contrario,distante, freddo e disinteressato aiproblemi quotidiani dell’umanità.

    Altri rifiutano l’idea di un Diopersonale e preferiscono comunica-re spiritualmente con la natura opraticare una meditazione solitariaoppuri oscuri ritualismi. Una rela-zione reale, personale e stretta con ilCreatore sembra irrealizzabile eforse non la desiderano nemmeno,ma una tale situazione non è d’aiutoma di ostacolo.

    Imparare ad avereancora fiducia

    Il trauma del divorzio può crea-re ostacoli mentali ed emotivi allosviluppo di una fede solida, cheperò possono essere superati. Lachiave sta nella fiducia, nel senso diappartenenza e nella speranza.

    Spesso i figli sentono che unlegame sacro è stato spezzato: «Senon posso esser sicuro di potermisempre fidare dei miei genitoricome posso affidarmi ad altri o aDio?». Quando l’esperienza con ilpadre umano è negativa o persinoinesistente, per molti è difficileaccettare l’affermazione biblicasecondo la quale «Dio è il Padrenostro» (Matteo 6:1). La parola«padre», in questi casi, non generamolta fiducia. Dio, però, è sempredegno di fiducia, essendo perfetto. Inostri genitori, invece, per quanto

    Ridare speranzaai figli dei genitori divorziati

    Ogni anno milioni di bambini subiscono il trauma del divorzio dei genitori,senza contarne tanti altri che lo hanno già vissuto con conseguenze più o meno gravi.Come è possibile aiutarli? Ce lo spiega una persona che ha sofferto lo stesso dolore.

    La distruzione della famiglia è come sabbia finissima nelle tuemani: anche se cerchi di trattenerla in pugno, ti sfugge fra ledita velocemente e si disperde per terra. In un attimo ti ritrovia mani vuote.

  • 16 La Buona Notizia

    meravigliosi, non potrebbero maiesserlo. Egli promette che non cilascerà né ci abbandonerà mai(Ebrei 13:5) e questa è una grandepromessa!

    Un essere umano può deluderci,ma non il nostro Creatore. Egli saciò di cui abbiamo bisogno e quan-do. Forse non lo concederà subito,ma possiamo essere sicuri che, se cirivolgiamo a Lui fiduciosi del Suoamore e della Sua misericordia,Egli ci donerà, nel tempo, quelloche realmente ci serve.

    Anche il divorzio dei miei geni-tori, che ha scosso profondamentela mia vita, ha potuto trasformasi inqualcosa di buono (Romani 8:28).Con il tempo la promessa di Dio siè dimostrata del tutto degna dellamia fiducia.

    Riacquistare il sensodi appartenenza

    Il desiderio di appartenenza èun bisogno primario praticamentedi noi tutti, sembra codificato nellanostra natura umana. Alcune perso-ne lo soddisfano nello sport, nel-l’ambito accademico, nell’arte,nella musica o nell’assistenza aglialtri. Alcuni lo ritrovano addiritturanella ribellione.

    Dio ci offre la possibilità diappartenere a qualcuno, d’essereparte di qualcosa ben più grande dinoi stessi. Egli ha promesso dicostruire la Sua Chiesa, di proteg-gerla e occuparsene. Niente potràvincerla (Matteo 16:18). E noi pos-siamo far parte di qualcosa che real-mente cambierà il mondo!

    Dio sta chiamando dei figli a Sèe sta offrendo loro un posto nelRegno che sarà stabilito sulla terrada Cristo al Suo glorioso ritorno(Ebrei 2:10; Rivelazione 5:10). Eglista edificando la Sua famiglia e, seci affidiamo a Lui, accettando laSua volontà, potremo avere e senti-re questo senso d’appartenenza.

    Attendere speranzosi

    La fiducia e il senso di apparte-nenza sono fonte di grande speran-za. Il divorzio, con i suoi dolori, faben poco per nutrire la speranza nelfuturo, ma se impariamo ad affidar-ci al nostro Padre celeste e ci ren-diamo conto di far parte del Suo

    Regno, possiamo cogliere la spe-ranza che Dio offre all’umanità.

    Egli ci assicura che il nostroecosistema non collasserà total-mente su sè stesso e nemmeno fini-rà in una nuvola di gas nocivo oradioattivo dopo un olocaustonucleare. Al contrario, Dio ci inco-raggia, promettendo che interverràe invierà Gesù Cristo per accompa-gnarci in un meraviglioso mondo dipace mai visto dal genere umano(Isaia 9:7). Ma anche adesso lenostre vite possono essere diverse.Dio stabilisce le leggi che governa-no le relazioni e, in particolare, ilmatrimonio. Se le seguiremo fedel-mente e rispetteremo l’istituzionedel matrimonio che Dio ha creatonon finiremo come quel 60 percen-to di divorziati senza il riferimentoquotidiano della parola di Dio.

    Dio mantienele Sue promesse

    Quando i miei genitori divor-ziarono, la nostra famiglia si dissol-se in sabbia e finì nel nulla.L’impatto fu duro perché colpì ilmondo in cui avevo creduto finoallora. Con il tempo, però, graziealla Bibbia e all’esperienza perso-nale con Dio ho scoperto fiducia,senso di appartenenza e una grandesperanza per il presente e il futuro.

    Non ho mai divorziato e hocondiviso insieme ai miei familiaripiù di vent’anni felici. La mia fedeè sempre più forte ed è la base diogni cosa che ho compiuto. La miavita oggi è più completa di quelloche avrei mai immaginato quellanotte buia di tanti anni fa. Ma sentoche, senza il mio stretto rapportocon Dio, avrei fatto lo stesso erroredi mio padre, facendo soffrire a miavolta molte persone a me care.

    Le parole dell’apostolo Paolonella sua epistola ai Romani 8:28rivelano una verità assoluta sull’a-more che il Padre Eterno nutresoprattutto verso quei figli che puressendo orfani o abbandonati dalgenitore, rafforzano il rapporto conil loro Creatore. Essi testimonianoche «tutte le cose cooperano al benedi quelli che amano Dio, i qualisono chiamati secondo il Suo pro-ponimento». BN

    Chi c’è dietroLa Buona Notizia?

    Molti nostri lettori ci scrivonoper chiederci chi siamo ecome possiamo produrre tuttequeste pubblicazioni e inviarlegratuitamente via internet o pervia postale a migliaia di persone.

    La risposta spiega un miracolodella fede. Tutte le nostre pubbli-cazioni sono rese possibili dainostri lettori e dai membri cristianidella Chiesa di Dio Unita; quest’ul-tima è composta di credenti d’o-gni nazionalità, d’ogni razza e lin-gua, da ogni parte del mondo.

    Quelli che sostengono questaMissione, condividono il nostrostesso obiettivo: proclamare il van-gelo del Regno di Dio in tutto ilmondo. onde ne sia resa testimo-nianza a tutte le genti ed insegna-re loro ad osservare tutt le coseche Cristo ha comandato (Matteo24:14; 28:19-20).

    Il messaggio di Gesù è davverouna Buona Notizia per tutti itempi, la risposta a tutti i problemidell’umanità, problemi individualie collettivi.

    La nostra letteratura gratuita viaiuta a comprendere più a fondola Sacra Bibbia, la quale fornisce lerisposte ai dilemmi che eludonoogni umana soluzione e che orainiziano a minacciare persino lasopravvivenza del genere umano.

    La Buona Notizia e tutte lenostre pubblicazioni sono impe-gnate a diffondere «L’Evangelodel Regno di Dio» in tutto ilmondo e a far conoscere il pianodi Dio per la salvezza eterna delgenere umano.

    Perché quest’opera gratuita èstata chiamata un miracolo dellafede? Perché quelli che la sosten-gono, per farla giungere agli altrisenza un prezzo, mettono in pra-tica la regola d’oro enunciata daGesù, che disse: «Gratuitamenteavete ricevuto, gratuitamentedate» (Matteo 10:8).

    Inoltre, Gesù ha dato alla SuaChiesa la responsabilità di «pasce-re il gregge di Dio» e di aiutarequelli che lo ricercano (Giovanni21:15-17). Per maggiori informa-zioni, telefonare o scrivere allanostra sede. A pagina 2 puoi tro-vare i nostri recapiti. BN

  • Aprile - Giugno 2008 17

    Che cosa stavate pensandoprima di leggere questo artico-lo? Che cosa state pensando inquesto momento? Che cosa sto pen-sando mentre io scrivo? Dio sa legge-re la nostra mente, si preoccupa delgenere di pensieri che intratteniamo efaremmo bene a preoccuparceneanche noi!

    Le nostre menti sono le cose piùimportanti, poiché noi siamo ciò chepensiamo ed abbiamo a cuore.

    La Bibbia ha molto da dire sul"cuore" umano, un termine che puòessere sinonimo di "mente," ma cheenfatizza le funzioni del pensiero, icomportamenti, le emozioni, la per-sonalità ed il carattere. Il termine«cuore» è menzionato nella Bibbiaben più di 800 volte!

    Dio ci pesa in gran parte in con-formità a ciò che avviene nei nostricuori. «L’Eterno non vede come vedel'uomo; l’uomo, infatti, guarda all'ap-parenza, ma l’Eterno guarda alcuore» (I Samuele 16:7).

    Nel sermone sul monte inMatteo, dal cap. 5° fino al 7°, GesùCristo ha precisato che obbedire aDio con i nostri pensieri è tantoimportante quanto obbedirlo con lenostre parole e le nostre azioni. Cosìlo spirito della legge è importantequanto il senso letterale della legge.Non dobbiamo meravigliarci del fattoche Dio odia l'ipocrisia. Rivolgendosiad alcuni leader religiosi ipocriti,Gesù disse: «Anche voi esteriormen-te sembrate giusti verso gli uomini,ma dentro siete pieni di ipocrisia e diillegalità» (Matteo 23:28).

    Raramente i pensieri possonoessere tenuti nascosti per sempre,poiché di solito portano alle parole ealle azioni. «La bocca parla dall’ab-bondanza del cuore» (Luca 6:45).

    Nelle nostre pubblicazioni scri-viamo spesso degli strumenti spiri-tuali essenziali quali la preghiera e laconoscenza della Parola di Dio, laBibbia, ma la qualità e l'efficaciadelle nostre preghiere e della letturadella Bibbia migliorano notevolmen-

    te solo quando ci soffermiamo ameditare attentamente su ciò che Dioci dice e su ciò che noi diciamo a Lui.Prendersi il tempo di pensare seria-mente rende la nostra preghiera e lostudio della Bibbia significativi efruttuosi anziché meccanici e superfi-ciali.

    Molti tipi di “meditazione”

    Il contemplare o il riflettere su unargomento è comunemente chiamato«meditazione». Di per sé questotemine non è religioso. In origine laBibbia era scritta quasi interamente inebraico e in greco. Secondo questelingue antiche il ponderare e il medi-tare significano la stessa cosa, molto

    simile al «considerare», a «immagi-nare», a «soppesare».

    Nella Bibbia la meditazione nonè mai descritta come un rituale reli-gioso o emotivo. È semplicementepuro pensiero, riflessione, contempla-zione o concentrazione. Certamentela qualità del nostro pensiero puòcontinuare a migliorare, soprattuttoquando preghiamo regolarmente perottenere la guida di Dio.

    La preghiera, lo studio della

    Bibbia e la meditazione richiedonodel tempo. Molta gente è tentata atrascurare questi argomenti perché sisente troppo impegnata, il che è simi-le alla vita di un giovane seme soffo-cato dalle erbacce (Luca 8:14).Questo è il nocciolo del problema:trovate un luogo tranquillo e la volon-tà di riappropriarci del tempo perdutoper riservarlo a Dio! Il nostro rappor-to e dialogo con Dio hanno bisognodi nutrimento, il che richiede tempo.

    Oggi assistiamo ad una vera epropria mania nei confronti di variemeditazioni orientali, le quali dannosolo l’illusione della pace interiore.Stati mentali ingannevoli, perché lavera pace interiore deriva a seguito diquel cambiamento mentale che

    l’Iddio chiama«ravvedimentodei tuoi pecca-ti». Non c’è dameravigliarsise la maggiorparte della gentepreferisce illu-dersi seguendola strada piùfacile e menoimpegnativa.

    Anche granparte di ciò cheè stato scrittosul "potere delpensiero positi-

    vo" è più umanitarismo, più psicolo-gia lacunosa e più mania dello “spiri-tuale contro il materiale” della NewAge, piuttosto che qualcosa di bibli-co. Alcune di queste cose sono unculto della mente anziché culto delCreatore delle menti!

    Per molte persone la meditazioneè considerata come un esercizio men-tale da eseguire per soddisfare la pro-pria religiosità. Questo scoraggiamolti credenti perché trasforma la

    Meditazione:Che genere di pensieri coltivate?

    Contemplando la sua stupefacente creazione possiamoimparare molto riguardo al nostro amorevole Creatore.

    La Bibbia ci istruisce riguardo agli strumenti che possiamo usare al fine di crescerespiritualmente e costruire il nostro rapporto con Dio.

    In questo articolo esaminiamo l'importanza dei pensieri e della meditazione spirituale.

  • meditazione in un rituale artificioso.Potrebbe essere uno shock per alcuni,ma la Bibbia non insegna alcun ritua-le mentale artificioso - perché il pen-sare le cose che ci stanno a cuore è unprocesso naturale, e lo facciamo con-tinuamente. Ci sono però argomentio situazioni che richiedono allenostre menti una maggiore attenzio-ne, un più profondo pensiero.

    Quale pensate sia il tipo di medi-tazione più comune e più frequente?La preoccupazione! Che cosa tristeche ad occupare le nostre menti sianospesso le preoccupazioni! Invece dipermettere ai problemi di crearepreoccupazione nella nostra mentedovremmo pregare Iddio! In Matteo6:25-34 Gesù Cristo ci dice di nonpreoccuparci – ma di mettere Dio alprimo posto e di fidarci di Lui per lenostre necessità.

    Ci sono molti tipi di meditazionecostruttivi, come l'analisi, la pro-grammazione anticipata e la soluzio-ne dei problemi. La meditazionedovrebbe essere pratica e costruttiva!Molti pensieri, pur non essendo mal-vagi, sono però dedicati a cose insi-gnificanti. Fate attenzione a nonsprecare il vostro tempo e la vostravita in quel modo.

    Purtroppo molti pensieri sonocarnali e distruttivi – poiché si fonda-no sulle paure, sui risentimenti, sul-l’invidia, sui desideri smodati, sul-l'orgoglio e così via. Dio, comunque,vuole che tutti i nostri pensieridiventino puri. «Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio» (Matteo 5:8).Cerchiamo quindi di allontanare icattivi pensieri dalle nostre mentiriempiendole di pensieri buoni. Lapurezza di cuore può solo derivaredalla vera conversione spirituale.Abbiamo bisogno di Dio per guarirei nostri problemi di "cuore"!

    Argomenti su cui meditare

    Rivolgiamo più da vicino losguardo a ciò che Dio ci dice di pen-sare. Per uno studio più completopotete usare una concordanza dellaBibbia per trovare e leggere tutti iversetti che citano termini comemeditare, pensare, raccogliersi inmeditazione, ponderare, immaginare,ricordare, esaminare, osservare, ecc.

    Troviamo due classici versetti suquesto argomento in Filippesi 4:«Rallegratevi sempre nel Signore. Velo ripeto ancora: Rallegratevi!» (v.4), e «Quanto al rimanente, fratelli,

    tutte le cose che sono veraci, tutte lecose che sono oneste, tutte le coseche sono giuste, tutte le cose chesono pure, tutte le cose che sonoamabili, tutte le cose che sono dibuona fama, se c'è qualche virtù e sec'è qualche lode – pensate a questecose» (v. 8).

    Il centro della nostra attenzione edel nostro culto dovrebbe essere ilnostro solenne Creatore, Dio! Spessotendiamo a guardare a noi stessi anzi-ché a Dio. «Se dunque siete resusci-tati con Cristo, cercate le cose dilassù, dove Cristo è seduto alla destradi Dio. Abbiate in mente le cose dilassù, non quelle che sono sullaterra» (Colossesi 3:1-2).

    Meditate sul vostro Creatore eSignore. Contemplate la Sua onnipo-tenza, la Sua onniscienza e la Suaonnipresenza. Siate pieni di gratitudi-ne per la Sua bontà, la Sua grazia e laSua gloria. Meditate sulla Sua perfe-zione, sulla Sua personalità e sullaSua provvidenza. Siate in riverentetimore verso Dio.

    Meditare sulle parolee sulle opere di Dio

    Leggete e meditate sulla rivela-zione di Dio all'umanità, le SacreScritture. Questo significa ascoltareveramente Dio.

    Possiamo comprendere il perchéil capitolo più lungo della Bibbia, ilSalmo 119 con i suoi 176 versetti, ècompletamente dedicato alla lode diDio per la Sua Parola e le Sue leggi.«Mediterò sui tuoi comandamenti, econsidererò i tuoi sentieri» (v. 15).«Oh, quanto amo la tua legge! E’ lamia meditazione di tutto il giorno»(v. 97). «Gli occhi miei prevengonole vigilie della notte, per meditare latua parola» (v. 148).

    Possiamo imparare molto sulnostro amorevole Creatore, contem-plando la Sua stupenda creazione(Romani 1:20; Salmo 19:1-4;139:13-18; Giobbe 38-39). Un modo permeditare consiste nel trascorrere iltempo all'aria aperta meravigliandocidi tutte le cose che Dio ha creato!

    Dobbiamo inoltre saper esprime-re la nostra gratitudine a Dio, per ilSuo magnifico piano di salvezza peril genere umano. Egli vuole condurrequelli che si ravvedono alla vita eter-na dentro il Suo meraviglioso Regno.

    Re Davide ha espresso in modomeraviglioso questa prospettiva:«Quando considero i tuoi cieli, che

    18 La Buona Notizia

    Meditazionetravisata e mistica

    La meditazione orientale è, in genera-le, un tentativo di svuotare la mente,mentre la meditazione cristiana riempiela mente. La prima guarda all’interno(per ottenere l'accesso al presunto “iosuperiore” oppure mira a farci "com-prendere” ciò che ci circonda (la"madre terra" o il "cosmo") mentre lameditazione cristiana consiste nel farvedere la sporcizia dell’uomo e il biso-gno di purificazione attraverso la fede el’ubbidienza all’Iddio Creatore Dio. Lameditazione orientale è il cadere in tran-ce, mentre quella cristiana è l’unionespirituale dell’uomo con Dio.

    Il tentativo di svuotare la mente perottenere l’"illuminazione" include la"meditazione trascendentale", la cuimoda è cominciata nel 1956 da parte diMaharishi Mahesh Yogi. Molti seguacidi questo tipo di meditazione credononel potere del "pensiero collettivo" -spesso chiamato "effetto Maharishi" -per cui molte persone, semplicementepensando la stessa cosa, fanno accade-re qualcosa! In pratica dicono: "Chi habisogno di Dio o della preghiera, quan-do possiamo far affidamento sullanostra mente"?

    Satana continua ad ingannare ilmondo dicendo: «I vostri occhi si apri-ranno e sarete come Dio, conoscendo ilbene e il male» (Genesi 3:5-6). Eglisostiene di essere «un angelo di luce»,ma in realtà acceca soltanto la gente,così che essa si trova nell'oscurità spiri-tuale (2 Corinzi 11:14; 4:4).

    La meditazione secolare vienegeneralmente raccomandata per il rilas-samento terapeutico del corpo. Questopuò essere utile ed innocuo ma, di soli-to, chi la pratica è ingenuamente tenta-to ad "addentrarsi" nelle filosofie enelle pratiche più spirituali. Fra pococerte persone potrebbero recitare unmantra e studiare il misticismo zen. Cisono molti buoni modi per rilassarsi chenon hanno alcun legame con le religio-ni orientali come il buddismo, l’induismoo il taoismo.

    La meditazione di tipo orientale èpericolosa. In primo luogo è legata allafalsa religione, che ci aliena da Dio (con-fronta Deuteronomio 12:29-32; 18:9-14). In secondo luogo, qualsiasi tentati-vo di svuotare la mente nella speranza diottenere l’illuminazione telepatica èun’influenza demoniaca che ci attraesenza che ce ne rendiamo conto. (con-fronta Luca 11:24-26).

    Il diffuso fascino odierno per la reli-