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n. 4 Aprile 2017 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% ROMA-C/RM/23/2014 PianeTa T abacco

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senza filtroestremamente gratificante scoprire, ma sarebbe più corretto dire “avere conferma”, cheda una survey effettuata sui tabaccai, relativa ai servizi offerti dalla rete Logista, l’indicedi gradimento espresso nei confronti dei servizi di competenza dei Depositi Fiscali risultaessere il più alto tra quelli rilevati.

Sono certo che questo risultato faccia bene a tutto il sistema distributivo, perché va inteso come la provache l’ultimo anello della catena, quello che “cura” il rapporto finale con il cliente tabaccaio, assolveegregiamente al proprio compito a beneficio di tutta la filiera.E’ anche estremamente interessante verificare come, appena si riesce a centrare le aspettative commer-ciali dei nostri clienti, esplode, immediatamente, tutto il nostro potenziale di mercato.Il rapporto privilegiato dei Gestori con i Tabaccai e la forza commerciale di Terzia, sono i due punti diforza su cui dovrà concentrarsi l’azione di Agemos e Logista nei prossimi mesi.Noi ci siamo, pronti a giocare la nostra partita…

Carmine Mazza

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TabaccoPianeta Tabacco Mensile dei distributori di tabacco lavoratoAnno IV - numero IV - Aprile 2017

Direttore editoriale: Carmine Mazza

Direttore responsabile: Gianluca Bertoldo

Comitato di redazione:Ciro CannavacciuoloGianluca BertoldoCarmine Mazza

Amministratore Unico: Riccardo Gazzina

Direzione e redazione:Agemos Editrice e Servizi S.r.l. a socio unicoViale Mazzini, 25 - 00195 RomaTel. 06.699.24.348 - Fax 06.697.88.817E-mail: [email protected]

Stampa:Tipolitografia New Graphic - RomaVia Antonio Tempesta, 40 - 00176 Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 103/2014 del 16/05/2014

Pianeta Tabacco - organo di informazionesindacale dell’Associazione Nazionale Venditorie Distributori di Tabacco è destinato esclusiva-mente agli operatori del settore.

Questo periodico è associato all’Unione StampaPeriodica Italiana

sommario“Ho smesso di fumare. Vivrò unasettimana in più e in quella settimanapioverà a dirotto”. (W. Allen)

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Aroma d’Italia: l’emigrazione col “toscano” in bocca

Mostre29

Fino al 18 Giugno a Palazzo Reale di Milano “Keith Haring. About Art”

cronaca23

Furto al DFL di San Vendemiano:trafugate 19 scatole di “bionde”

news26

Una carrellata di notizie “fumose”

Depositi & Gestori14

Quarantenni d’assalto: Luigi Michelazzogestore del DFL di Valdagno ed EnzoCecchetto tabaccaio doc

Guardia di Finanza20

Presentato il Rapporto Annuale 2016

Tabacco e Motori32

Eddie Cheever, l’ “Americano de Roma”

ciro...del Mondo34

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osì si trovava scritto nelle pagine della ri-vista “il Tabacco” nel lontano 1905: “Unodei problemi verso la cui risoluzione sono rivoltigli sforzi dell’Amministrazione delle Privative è

quello dell’esportazione dei nostri tabacchi lavorati. Datele grandi correnti di emigrazione per tutto il mondo dellapopolazione italiana, e data la tenacia delle abitudini –per cui mal si è disposti a variare il gusto del tabacco che siè fumato dall’infanzia (sic!) – era evidente la importanzache veniva ad assumere l’esportazione dei nostri tabacchi.Uno sbocco su tutti i grandi centri mondiali si apriva alconsumo dei nostri sigari ed elle nostre sigarette. Certo, ilmaggiore smercio non può, dato il rilevante maggiore in-casso, non allettare gli amministratori del Monopolio sulpiano economico. Ma vi è un aspetto anche patriottico e,diciamo pure, gentile in questo sforzo volto ad allargare ladistribuzione dei nostri prodotti da fumo. L’Italiano che ècostretto ad abbandonare la Patria, o che l’abbandona incerca di fortuna, porta con sé le sue care abitudini, contratte(di nuovo… erano davvero altri tempi!) dai primianni della giovinezza; diciamo pure, se così vi aggrada, isuoi piccoli vizi. Fornirlo allora, anche al di là dei monti edei mari, del suo caro ‘Cavour’ o del suo inseparabile ‘To-scano’ è fargli sentire meno acuto il dolore della lontananza;è portargli, colla nuvoletta azzurrognola del suo sigaro ita-liano, come il saluto e la carezza della patria lontana. Enon dite che questo è un sentimentalismo eccessivo e fuor diposto… Chi è costretto a vivere all’estero, comprende benela verità di quanto diciamo”. Leggere oggi queste righe muove quasi a tene-rezza, e richiama alla mente la vera e propria epo-pea affrontata da generazioni di italiani che, pergarantire a se stessi ed alle proprie famiglie lasemplice sussistenza hanno girato il mondo e la-vorato in tutte le condizioni e a tutte la latitudini,

mantenendo vivo il legame con la terra nataleanche grazie a qualche boccata di fumo italiano.Al tema è dedicato un bel saggio pubblicato unadecina d’anni fa dal professor Luca Garbini, inti-tolato “Aroma d’Italia”. E che si parli dell’aromaben definito del sigaro lo spiega il fatto che, primadella vera e propria esplosione del consumo di si-garette verificatasi al termine del primo conflittomondiale, il sigaro la faceva letteralmente da pa-drone, in Italia e nel mondo. Tanto per renderel’idea, basti pensare che nel 1901 i 15 milioni emezzo di chilogrammi di tabacco complessiva-mente venduti nel nostro Paese si articolavano insei milioni di kg di sigari, cinque e mezzo di trin-ciati, due e mezzo di tabacco da fiuto e uno diquelle che all’epoca ancora si chiamavano “spa-gnolette”. La particolare struttura dei consumi in-terni era inevitabile che si riflettesse anche sulladomanda generata dall’emigrazione. Non eranocerto i braccianti e i contadini che lasciavano ingran numero le campagne italiane per dirigersi inAmerica a costituire un significativo bacino di po-tenziali acquirenti dei prodotti d’esportazione delMonopolio; si consideri, poi, che i prezzi al det-taglio dei tabacchi italiani nei mercati d’oltreOceano erano decisamente elevati, dato che alleesigenze delle casse erariali si sommavano il costodei trasporti, i dazi doganali, l’aggio degli impor-tatori e il guadagno dei rivenditori. Piuttosto, bi-sogna guardare al mondo dei mestieri, allecategorie urbane degli artigiani e dei salariati, cheil decollo dell’industrializzazione marginalizzavasul mercato del lavoro e costringeva ad intrapren-dere la via dell’emigrazione. Quei self made men dicui scrisse Einaudi in un suo celebre saggio del

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1920, quegli artigiani, cioè, che si elevavano alrango di imprenditori nella “nuova Italia” del Riodella Plata, o anche quei falegnami, quei fabbri,quei calzolai, che senza trasformarsi in capitanid’industria trovavano comunque occupazioniqualificate e alti salari negli approdi americani, co-stituivano il tipo ideale del fumatore di sigari qualii “Cavour”, i “napoletani”, i “Virginia alla paglia”e, soprattutto, i “Toscani”. Come è noto, il contributo dato all’emigrazionedalle professioni e dai lavori delle città, piuttostoscarso nella fasi ottocentesche dell’esodo dall’Ita-lia, divenne assai rilevante a partire dai primi annidel secolo scorso, con l’accelerazione impressa allatrasformazione dell’economia del Paese dallo svi-luppo dell’industria moderna e con l’accentazionedei divari regionali. In quegli stessi anni, maturavala piena affermazione del “Toscano” che unificògli italiani nel gusto per il fumo del sigaro; con-temporaneamente, i dirigenti del Monopolio,ormai pienamente convinti della necessità di asse-condare le tendenze del mercato e provare a sod-disfare la domanda estera, proponevano ai ministricompetenti i provvedimenti legislativi necessari adorganizzare un’efficiente rete internazionale divendita. Il tabacco, sia in foglia, che lavorato, ali-mentava già all’epoca un enorme flusso commer-ciale a livello globale e ciò esponeva alla più largaconcorrenza internazionale i manufatti di con-sumo più diffuso, come i sigari e i trinciati. La do-manda internazionale molto sostenuta e lepolitiche doganali protezionistiche finivano peròper favorire le grandi concentrazioni di capitale ele posizioni dominanti di poche grandi impresecapaci di realizzare le economie di scala e di diver-sificazione necessarie all’abbattimento dei costi diproduzione e al conseguimento di alti livelli dicompetitività sul mercato mondiale.

iL MonoPoLio a neW YoRKDi fronte ad attori del genere, il fragile Monopolioitaliano - che solo da pochi anni era finalmenteriuscito a rimettere insieme i cocci di una realtàproduttiva ed amministrativa (retaggio dei variStati accorpati dalla recente unificazione) a dirpoco deficitaria – si trovava nella classica situa-zione del vaso di coccio schiacciato tra competi-tori agguerritissimi. In questa situazione, infatti, imercati internazionali furono per lungo tempo

condizionati dai giganti del settore: l’American To-bacco Company, il trust statunitense del pioniereJames Buchanan Duke, e l’inglese W. D. & H. O.Wills, capace di promuovere nel 1901 la fusionedi diciassette imprese nel colosso della ImperialTobacco, destinato a diventare la quinta impresaindustriale britannica in termini di valore di mer-cato delle azioni. Immediatamente dopo la nascitadell’Imperial, la famiglia Wills e James Duke con-cordarono di non farsi concorrenza nei rispettivimercati interni e di costituire una nuova impresa,la British American Tobacco (Bat), per la distribu-zione e la vendita nel resto del mondo dei prodottidi entrambi. Ben presto la Bat divenne un’impo-nente multinazionale che estese la propria rete dimarketing acquistando e rendendo operativi sta-bilimenti in Europa, in Asia e, soprattutto, inAmerica Latina. Limitatamente al mercato dei si-gari, poi, erano molto potenti i sindacati degli in-dustriali cubani, l’Habana Tobacco Company e laThe Cuban Land and Leaf Tobacco Co., che riu-nivano i più importanti produttori di “Avana”, ti-tolari dei più famosi marchi di fabbrica. In uncontesto come quello delineato, dato che si è dettocome fosse difficile pensare che un’industria or-ganizzata nelle forme del Monopolio di Stato po-tesse o volesse rendersi competitiva sui mercatiinternazionali, l’emigrazione offriva una grandeopportunità di diffusione e promozione dei pro-dotti nazionali; raggiungere gli italiani lungo le di-rettrici principali delle correnti migratorie, infatti,da un lato dava al Monopolio la possibilità di re-cuperare in parte quella porzione di consumatoriabituali che la stessa emigrazione sottraeva al mer-cato interno, dall’altro poteva aprire nicchie dimercato anche al di fuori delle comunità dei con-nazionali emigrati. Il Ministero delle Finanze co-minciò ad adoperarsi per sfruttare al meglio taleopportunità soltanto sul finire del primo decenniodel Novecento. La necessità di incentrare l’espor-tazione sull’offerta di “tabacco lavorato in sigari dipochi e costanti tipi” venne così ad incontrarsi conuna domanda ascendente generata dalla nuovaconfigurazione sociale del fenomeno dell’emigra-zione e fu sicuramente favorita dal gradimentosempre più diffuso per il sigaro “Toscano”. Lacrescita che ne conseguì sul piano dei proventi de-rivanti dalle vendite oltre Oceano, particolarmenteconsistente dopo il picco migratorio successivo

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alla crisi del 1907-08, fu vista dalla pubblicisticacoeva come una prova della maturità “industriale”dell’amministrazione pubblica. In realtà si trattòpiù che altro di un felice e piuttosto casuale “ma-trimonio d’interessi” fra gli italiani all’estero e leesigenze delle finanze statali; non il frutto, quindi,di un’attenta programmazione degli orizzonti del-l’impresa, ma il prodotto di una serie di eventiconcomitanti e di una congiuntura favorevole, de-stinata come detto ad invertirsi con la rivoluzioneindotta dalla prima guerra mondiale nei modelli diconsumo del tabacco. Si pose dunque la questionedel miglioramento del settore delle forniture per imercati esteri. Il servizio d’esportazione avvenivaper lo più attraverso contratti di concessione conprivati che acquistavano i tabacchi, si incaricavanodel trasporto e dello smercio dei prodotti. Ma, afronte dell’opportunità offerta dalla ondata migra-toria, il Monopolio passò ad operare anche diret-tamente sui mercati esteri, senza l’interposizionedei privati. Pochi sanno infatti che il caro, vecchioMonopolio umbertino aprì un’agenzia a NewYork destinata ad occuparsi della vendita dei pro-dotti italiani in un mercato particolarmente diffi-cile come quello statunitense e, soprattutto, chesovrintendesse agli acquisti del prezioso tabaccogreggio americano. Fin dagli anni post-unitari erastata sollevata la questione della necessità del Mo-nopolio di contattare direttamente i produttori ditabacco nei luoghi di produzione e procedere ra-pidamente agli acquisti di greggio scavalcando in-

termediari e speculatori; il sistema dell’asta in usoper tutti i contratti stipulati dallo Stato, infatti, la-sciava l’amministrazione in balia dei pochi grandifornitori in grado di partecipare al pubblico in-canto. Nel 1897 il governo di Rudinì autorizzòapertura dell’agenzia di New York, diretta da undelegato della direzione generale autorizzato aprocedere ad acquisti diretti e a stipulare contrattidi fornitura. Di lì a poco l’ufficio di New York futrasformato in succursale di una nuova sede cen-trale aperta a Clarksville, nel cuore della grandearea tabacchicola del Cumberland fra il Tennessee il Kentucky, affiancata da una filiale a Richmond.La sede newyorkese continuò ad occuparsi dellavendita negli Stati Uniti dei prodotti delle mani-fatture, appoggiandosi alla “Prospero De Nobili”,una ditta fondata proprio a New York da un im-migrato italiano e famosa per due marche di siga-rette, le “Kir” e le “Madhen” vendute anche nellerivendite italiane fra i prodotti esteri autorizzati dalministero delle finanze. La vendita negli Stati Uniti– di fatto quasi esclusivamente a New York – di1.607.800 sigari, in buona parte “napoletani”, re-gistrata nell’esercizio 1905-0640, nonostante siauna cifra decisamente bassa rispetto anche alle po-tenzialità di assorbimento della numerosa comu-nità italiana, va considerata come un apprezzabilesuccesso per l’amministrazione, se si considera laparticolarità del mercato americano soffocato dauna dura concorrenza oligopolistica e dominatodal trust dell’American Tabacco Company.

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SUcceSSo in aRGenTinaA fronte del locale exploit del “napoletano”, vaperò detto che il vero protagonista della storia deltabacco in età giolittiana fu senza dubbio il “To-scano”. Basti citare, per esempio, solo il dato dellelavate dell’esercizio 1912-13: su 8.641.629 chili disigari levati dai depositi del monopolio, i “Toscani”erano ben 6.413.383, poco meno di un miliardo etrecento milioni di pezzi, quasi il 75% del totale.Aveva sicuramente ragione il direttore Sandriquando, già all’inizio del secolo, affermava chedopo tanti anni era riuscito finalmente ad imporsiil “vero tipo nazionale”. Nonostante il Monopolioabbia allargato progressivamente il numero dellearee, che arrivarono a comprendere regioni comel’Africa meridionale e addirittura la Tasmania, fusempre l’Argentina ad assorbire quasi per intero ilvolume globale delle esportazioni e ciò è decisa-mente ovvio dati i numeri e la composizione so-ciale dell’emigrazione italiana in quel Paese. Ancoraalla vigilia della prima guerra mondiale, quando eradecisamente cresciuto il numero dei Paesi raggiuntidai tabacchi italiani ed era stata potenziata l’espor-tazione verso le principali piazze europee, le ven-dite in Argentina rappresentavano oltre i tre quartidel totale. Nel 1904, la concessione per l’esporta-zione in Argentina fu assunta da Roberto DeSanna, titolare a Napoli dell’omonima ditta com-merciale con un’avviata attività di import-exportcon la regione platense. La scelta fu senz’altro fe-lice, giacché il nuovo concessionario poteva van-tare consolidati rapporti d’affari con la Compagniadi navigazione generale e con il Banco de Italia yRio de la Plata, l’importante casa italo-americanache gli garantì le necessarie fideiussioni. De Sanna,inoltre, riuscì a stringere rapporti con la Tabaco Pi-cardo, la più grande impresa argentina del settore.La concessione diede da subito buoni frutti, tantoche il direttore Sandri, nella relazione del bilanciodell’esercizio 1905-06, esaltava l’“intelligenza e lo zelonon comune” con cui De Sanna combatteva “quoti-diane battaglie per mantenere ai nostri tabacchi il primatoche non può temere nessuna concorrenza sulla qualità”. Irisultati furono ritenuti così soddisfacenti da in-durre il governo Sonnino, nel 1910, a rinnovarlo ea prolungarlo fino al 1918 sulla base di nuove pat-tuizioni fra le parti contraenti. Nonostante i suc-cessi conseguiti, andava ancora fatto molto lavoro

per riuscire a soddisfare appieno la domanda ge-nerata dall’emigrazione in Argentina. Arlotta, mi-nistro delle finanze del gabinetto Sonnino,intervenendo alla Camera in risposta ad un’inter-rogazione relativa proprio al rinnovo del contrattocon la ditta De Sanna, si esprimeva nei termini se-guenti. “Il censimento ultimo, quello del 1901, segna perla sola Argentina ben 618.000 italiani colà residenti, maè assai probabile che la cifra sia anche superiore e forse dimolto. […] L’italiano in Argentina mostra una spiccatatendenza ad avvalersi del sigaro nazionale. Dopo il faticosolavoro, […] perduto nelle sconfinate distese dell’interno, eglitrova nelle nuvolette di fumo dell’amato toscano o del con-sueto napoletano come un effluvio, un aroma della patrialontana e pure così cara, che lo consola e dal duro lavoro edal non meno duro esilio. Tuttavia è appunto nell’Argentinache il lavoro di penetrazione dei nostri sigari richiede cura ecompetenze specialissime. Chi si ferma col pensiero alle solefloride e grandiose città della costa, all’imboccatura del granfiume, come Buenos Ayres nell’Argentina e Montevideonell’Uruguay s’inganna a partito. È nell’interno che bisognapenetrare, nelle fattorie perdute in mezzo alle campagne, neibaraccamenti dei coltivatori della terra, nei locali ove acqui-stano le sostanze indispensabili al loro sostentamento, ovesi nutriscono. È questo lavoro lento e continuo che può inmani abili e con una forte organizzazione dare risultatisempre migliori”. In realtà, come si è detto, c’erano ancora da rag-giungere molti connazionali, tuttavia la posizioneacquisita dal Monopolio in Argentina era decisa-mente importante. Da un’inchiesta pubblicata dauna delle più importanti riviste europee del set-tore, la “Süddeutsche Tabakzeitung”, relativi all’im-portazione di sigari nell’anno solare 1910,risultano 108.870.000 sigari italiani introdotti nelterritorio argentino, contro i 19.303.131 sigari pro-venienti dalla svizzera, 14.087.156 da altri Paesieuropei, principalmente dall’Olanda e dalla Ger-mania, e i soli 3.498.318 “Avana” di fabbricazionesia cubana che statunitense. Al di là del limitatonumero di cubani, spiegabile col loro alto prezzounitario, colpisce la distanza fra le importazionidall’Italia e quelle dagli altri paesi produttori di si-gari. La grande maggioranza dei quasi 109 milionidi pezzi venduti dal Monopolio in Argentina eracostituita dai “Toscani”, ma spicca anche la per-centuale dei “Cavour”, poco oltre al 6%, superiorea quella delle vendite sul territorio nazionale: è

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probabile che fosse la nutrita colonia piemontesead alimentare la domanda di questo tipo di sigaro.Nel corso del primo decennio del Novecento ven-nero conclusi diversi altri contratti d’esportazione:procurare “ai tabacchi di produzione nostrana altri centridi smercio fra quelli specialmente cui fa capo l’emigrazioneitaliana” era un obiettivo più volte indicato comeprioritario dalla Direzione generale delle Privative,anche sulla scia del “giusto compiacimento” per i ri-sultati ottenuti in Argentina. Accanto agli StatiUniti e alla concessione di Roberto De Sanna checomprendeva oltre all’Argentina anche l’Uruguaye il Paraguay, l’America meridionale fu raggiuntacon una concessione per Cile e Perù (titolare laditta “Sturla” di Genova) e cui se ne aggiunse, nelgennaio del 1911, un’altra per Panama. Per l’Eu-ropa si definirono contratti per la Svizzera, per ilBelgio, per Gran Bretagna e Irlanda, per i Paesinordici (un’unica e assai modesta concessione perSvezia, Norvegia, Danimarca e Olanda) e per Lus-semburgo e Germania (titolare un ditta italo-te-desca con sede anche a Milano e rappresentata dalcomm. Otto Bornhausen), una piazza, quest’ul-tima, in grandissima espansione dopo il 1908, perla presenza sempre più consistente di lavoratoriitaliani. Risultati soddisfacenti vennero anchedall’esportazione in Egitto, uno dei primi Paesiraggiunti dai sigari del Monopolio, soprattuttodopo la concessione accordata ad inizio Nove-cento alla ditta “Cecere” di Napoli. In un mercatomolto difficile, Cecere si adoperò al meglio pervincere la concorrenza delle manifatture inglesi esoprattutto quella dei prodotti della regìa otto-mana (ottimi in particolare i trinciati di tabaccoturco e levantino), riuscendo a soddisfare le richie-ste dei diversi operai di mestiere e dei molti mu-ratori italiani che fin dalla seconda metàdell’Ottocento attraversavano il Mediterraneo pertrovare occupazione nei lavori di costruzione digrandi opere infrastrutturali. In Egitto, tra l’altro,operava anche un’impresa fondata da italiani, la“Maspero frères”, specializzata nella lavorazionedi sigarette: molta fortuna ebbe la marca “Feluccan. 36”, una sigaretta prodotta con una miscela ditabacchi levantini, dal gusto simile a quello dei ta-bacchi leccesi, e particolarmente apprezzata daifumatori dell’Italia meridionale. Riguardo al restodel continente africano, nel 1905 un italiano resi-dente a Johannesburg da alcuni anni, Miano Stel-

lario, assunse la concessione per diverse areedell’Africa del sud (il Transvaal, le colonie del-l’Orange e del Capo, la Rhodesia, il Mozambico,il Madagascar e le isole Riunione, Mauritius e Ro-driguez) dove comunque riuscì a vendere soltantopoco più di 1.000 chili di tabacco. Altre conces-sioni, sempre per modiche quantità di prodotti, ri-guardarono l’Oceania (Australia e Tasmania) e laCina. Nell’esercizio 1913-14 l’insieme di questeconcessioni portarono le esportazioni a 747.170chilogrammi di tabacchi lavorati che, sommati allespedizioni per le colonie e le terre occupate, alleforniture speciali per la Repubblica di San Marinoe a quelle per le navi in rotta nel Mediterraneo enell’Atlantico, raggiunsero un volume globale di1.354.935 chili, il 6,82% del totale dei prodottivenduti; nel loro insieme, le vendite di questi ta-bacchi garantirono alle casse delle stato 8.608.302lire, pari al 2,45% del totale delle entrate del Mo-nopolio Tabacchi. Per comprendere l’’ascesa dellaparabola: vent’anni prima, nel 1884-85, primoesercizio statale dopo la gestione privata, eranostati venduti 50.087 chili di tabacco, lo 0,28% deltotale, per un’entrata di 323.241 lire, pari allo0,18% del totale delle entrate. Lo sviluppo delleesportazioni, lento e contrastato quanto significa-tivo, subì in modo considerevole gli effetti pro-dotti dalla guerra sul commercio internazionale.Già a partire dall’esercizio 1914-15 si registrò unacontrazione delle vendite, che divenne sempre piùforte negli anni successivi. A guerra finita, i livellidel 1913-14 non furono più raggiunti. La primaguerra mondiale fu un potente volano per il con-sumo di tabacco, ma modificò profondamente leabitudini dei consumatori: nelle trincee non c’eraposto per i tempi lunghi e rilassati del fumo del si-garo; la frenetica e nervosa sigaretta diventava ilnuovo modello di consumo. Gli stessi trinciati,prima fumati principalmente nelle pipe, divenneroprodotti da arrotolarsi nelle apposite cartine. L’af-fermazione della società di massa e le esigenzeconnesse alla meccanizzazione delle produzioniconfinarono sempre più il tradizionale sigaro fattoa mano a prodotto di secondaria importanza. Ciòinfluì notevolmente sulle esportazioni: non certoil debole sapore di una sigaretta standardizzata,ma solo il gusto forte e persistente di un buon“Toscano” poteva portare all’emigrante l’incon-fondibile “aroma della patria lontana”.

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D&G Depositi e Gestori

uigi Michelazzo del Deposito Fiscale diValdagno, provincia di Vicenza, è unuomo di poche parole ma di tanti fatti.In lui, la concretezza tipica del nord Ita-

lia, di chi preferisce risolvere i problemi e cercaresoluzioni. Fa parte di quella generazione di qua-rantenni che negli ultimi decenni sono entrati inAGEMOS apportando il loro contributo. InfattiMichelazzo fa parte del Collegio sindacale graziealla sua esperienza e al suo know how di com-mercialista.La sua storia di gestore si lega a quella della suafamiglia, e i suoi ricordi tornano alla sua infanzia,quando stava proprio lì, in magazzino, ad aiutarei genitori, e non senza divertimento. Ne esce il ri-tratto di una famigliaserena, corretta, econ tanta voglia di la-vorare, una famigliache con impegno esacrificio ha saputocreare una realtà chenegli anni è diventatasempre più impor-tante e dai grandi nu-meri. “L’attuale DFL diValdagno – raccontaLuigi, - nasce nel giu-gno 2005 dall’unionevolontaria dei DFL diArzignano, da me ge-stito, Schio gestito daFranca Petazzini, eValdagno gestito daSabrina Nogara. Lamia famiglia si oc-

cupa di tabacco da tre generazioni: l’attività di ven-dita generi di monopolio fu avviata ad Arzignanodai miei nonni paterni nel 1937. Il deposito era at-tiguo all’abitazione nella quale sono nato e cre-sciuto, e ricordo con piacere i divertenti pomeriggitrascorsi da ragazzo con gli amici a scaricare il ca-mion facendo scorrere gli scatoloni su scivoli dilegno, così come le mani congelate e la difficoltànel prelevare le ‘stecche’ durante le fredde giornated’inverno. Fin da adolescente ho alternato lo studiocon il lavoro presso il magazzino, supportando imiei genitori nella gestione dell’attività; poi, all’etàdi 24 anni, con l’aggravarsi delle condizioni di sa-lute di mio padre e la nascita del primo figlio, l’im-pegno nel DFL divenne maggiore. In quel periodo

praticavo gratuita-mente il tirociniotriennale necessarioper l’abilitazione allaprofessione di dot-tore commercialista,e grazie all’attivitànel magazzino fui ingrado di completarequel percorso soste-nendo economica-mente la miafamiglia. Nel 2005, durante laristrutturazione dellarete distributiva, conle colleghe Franca eSabrina realiz-zammo un’unionevolontaria tra i ma-gazzini di Arzi-gnano, Schio e

Luigi Michelazzo gestore del DFL di Valdagno ed Enzo Cecchetto tabaccaio doc

L

QUARANTENNI D’ASSALTO

Luigi Michelazzo ed Enzo Cecchetto con la loro mascotte

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D&G Depositi e Gestori

Valdagno, trasferendo l’attività presso quest’ultimasede logisticamente più idonea. All’inizio non èstato facile conciliare metodologie di lavoro e ca-ratteri diversi, stabilire mansioni e ruoli all’internodella nuova realtà, ma dopo un breve ‘rodaggio’ edalcuni accesi confronti siamo riusciti ad instaurareun ottimo rapporto, durato fino al 2013 quandoFranca, maturata l’età della pensione, ha ceduto lequote al sottoscritto. Il DFL è attualmente gestitome e da Sabina Nogara, che si occupa ottimamentedell’amministrazione. Con noi, due qualificati col-laboratori. Il deposito serve 223 rivendite dislocatenei comuni dell’altro vicentino, il 38% delle qualitrasportate anche in zone montane di non facilepercorrenza durante stagione invernale.A settembre dello scorso anno il magazzino è statotrasferito dagli angusti locali situati nel centro sto-rico di Valdagno presso un nuovo immobile di 450mq a Zai, maggiormente idoneo alle fasi di carico-scarico, allo stoccaggio dei tabacchi lavorati e al-l’esposizione dei prodotti Terzia. Agli inizivendevamo solamente schede telefoniche, sale efiammiferi, abbiamo perciò iniziato l’attività com-merciale da zero confrontandoci quotidianamentecon la concorrenza sia di aziende strutturate, sia dipiccole realtà locali dalla pluriennale esperienza ingrado di applicare politiche dei prezzi flessibili. Lacommercializzazione dei prodotti convenience è inprogressiva crescita e ci auguriamo raggiunga livelliinteressanti. E’ un’attività che genera soddisfazioni,siamo riusciti ad esempio a vendere tutte le promoRizla assegnate al nostro DFL, restiamo comunqueconsapevoli che esistono ampi margini di miglio-ramento in un settore estremamente competitivoma dalle grandi potenzialità.Per le preparazioni delle consegne utilizzavamo ilgestionale AGETAB che ci ha permesso di ridurrei tempi e gli errori in fase di preparazione. Il pas-saggio al WMS è stato perciò indolore, a mio av-viso però dovrebbe essere migliorata la stabilitàdel sistema, il quale ci costringe a momenti di inat-tività con conseguente aumento dei costi.

L’iMPeGno neLL’aSSociaZione coMe MeMbRo DeL coLLeGio

SinDacaLeMi sono avvicinato alla vita associativa nel 2002,lo stesso anno in cui ho ritirato a Roma la targa

per i 65 anni di attività della mia famiglia. A queltempo conoscevo solamente il collega di VicenzaBruno Brugnolo, poi partecipando alle riunioni edalle divertenti giornate e serate di ‘Agemos sullaNeve’ mi sono integrato stringendo alcune rela-zioni d’amicizia... ma purtroppo non ho mai vintola gara di slalom!Da un paio d’anni cerco di dare il mio contributoall’Associazione, sono infatti Revisore dei continel Collegio sindacale con i colleghi “veterani”Ciro Canavacciuolo e Sergio Zitta, i quali mistanno coadiuvando in questa nuova esperienza.L’attività in AGEMOS è importante non soloprofessionalmente, ma anche dal punto di vistaumano, perché mi permette di relazionarmi conColleghi di tutta Italia. Il rapporto con la dirigenzaAGEMOS si è consolidato negli anni ed è tutt’oraottimo. Mi capita spesso di confrontarmi con imembri del Consiglio Nazionale ed ho sempre ri-scontrato massima disponibilità nell’ascolto e unconfronto costruttivo nel cercare di risolvereeventuali difficoltà. Sono orgoglioso del mio la-voro e fiero dell’impegno e determinazione concui il Presidente Mazza e la sua squadra cercanodi garantire un futuro sereno a tutti noi”.

La TabaccHeRia a PonTe Dei noRi Una SToRia LUnGa cenTo anni

Enzo Cecchetto, 37 anni, ha prima di tutto unabellissima famiglia: con la moglie Michela sono ge-nitori felici di due gemellini, Giulio ed Emily di 3anni, e della loro sorellina Elisa di 5. E poi, è ta-baccaio per tradizione. L’attività della rivendita dalui gestita, la nr. 39 di Ponte dei Nori, a soli duechilometri da Valdagno, è stata iniziata negli anni‘20 dalla nonna, la signora Rosalia Ferron, chenegli anni ‘70 l’ha ceduta al figlio Agostino Cec-chetto, che a sua volta negli anni ‘90 l’ha trasmessaalla moglie Elena Silvana Pantusa, attuale proprie-taria e mamma di Enzo. Che rispondendo alle no-stre domande, ci racconta questa storia di tabaccolontana nel tempo, quando nella prima bottega sivendevano anche liquori e il chinino per curare imalanni, il sale, prodotti per la rasatura e la curadella persona, e anche un po’ di generi alimentarivisto che non esistevano ancora gli attuali super-mercati; insomma una rivendita “storica” che haquasi cento anni.

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La vostra tabaccheria è un punto di incontro, vipassano tanti avventori ai quali non vendete solosigari e sigarette, ma anche pelletteria, belleborse, portafogli e piccoli gioielli d’argento. Maè il fumo che attira i clienti o il metallo prezioso? Sicuramente l’attività principale resta la vendita di sigarettee quella di ricevitoria Lotto Italia con i servizi annessi e lavendita degli intramontabili Gratta e Vinci. Diciamo peròche una volta entrati e visti gli altri eleganti prodotti, so-prattutto il pubblico femminile rimane piacevolmente at-tratto… Riguardo alla vendita di tabacchi, negli ultimi diecianni abbiamo registrato una marcata flessione e le causesono abbastanza scontate: campagna serrata sui danni pro-vocati dal fumo, gli aumenti consistenti del costo del tabacco,la crisi economica e, non ultima, l’avvento delle sigarette elet-troniche. La mia tabaccheria comunque attualmente vendecirca una trentina di chili alla settimana, che aumentanodurante il periodo estivo e nei weekend grazie al servizio 24ore su 24 del nostro nuovissimo distributore automatico, cheoltre il tabacco offre moltissimi servizi ai nostri clienti. Ame piace dire che oltre ai servizi sopracitati il cliente da noitrova sempre due cose fondamentali il Sorriso e il Tempoper far quattro chiacchiere, come si faceva nei negozi di unavolta, dove tutto andava un po’ più piano, ma forse meglio.Teniamo il sale, anche se abbiamo un supermercato vicino,in quanto i clienti riconoscono il fatto che quello della tabac-cheria è il migliore anche se costa qualcosa in più.

Quali i rapporti con il DFL di Luigi Michelazzo? Mi reco direttamente al Deposito, che dista poco più di unchilometro dalla mia rivendita, così posso visionare anchela vastissima scelta di prodotti Terzia presenti. Mi piaceandare in magazzino in quanto gentilezza e cortesia sonodi casa e i gestori, Luigi Michelazzo e Sabrina Nogara,sono sempre disponibili con un servizio a 360 gradi. Congli anni è nato un vero rapporto di amicizia e collabora-zione... Il deposito, poi, rappresenta un punto fermo pernoi tabaccai: oggi, nell’era dei call center attivi anche dal-l’Europa dell’est (ad esempio per gli ordini dei Gratta eVinci), senza più alcun contatto o possibilità di correggeree gestire gli errori, di cui non è mai responsabilità di nes-suno, è davvero importante poter contare su gestori semprepronti a risolvere le problematiche o ordinare prodotti chemagari in quel momento non sono presenti in magazzino.Conosco Sabrina Nogara da una vita, poiché fin da picco-lino andavo con mio padre al Dfl di Valdagno che a queitempi era gestito da sua mamma Paola e successivamenteda lei, poi nel 2005 la fusione dei Depositi di Valdagno,Schio e Arzignano mi ha fatto conoscere Luigi che a suo

tempo era ad Arzignano, e la signora Franca di Schio cheadesso e andata in pensione.

Parliamo di sicurezza: la tabaccheria ha maisubito rapine o furti? Purtroppo anche noi siamo stati vittime di un furto e unarapina. E’ accaduto il 3 novembre del 1991, avevo 11anni... Mi ricordo ancora il suono del vecchio telefono fissoin piena notte, e la telefonata con cui la sorveglianza ci avvi-sava che erano entrati i ladri in negozio. Io mia madre e miopadre ci vestimmo in un attimo e dopo tre minuti eravamodavanti alla saracinesca tranciata e alla porta divelta. Ciportarono via tutto e il bottino fu di ben 50 milioni delle vec-chie lire. In quell’occasione poterono agire indisturbati inquanto non avevamo impianto d’allarme, ma solo una sor-veglianza mobile. Dopo quell’evento dotammo il locale di al-larme e ora anche di telecamere, ma questo non ha impeditoad un malvivente lo scorso settembre di entrare col passamon-tagna in pieno giorno e minacciare mia madre con un coltellointimandola di dargli il denaro. La reazione istintiva di miamadre che in quel momento si trovava da sola, è stata quelladi premere l’allarme e il malvivente, per fortuna, è fuggito.

Veniamo agli “stili” di fumo: è ancora boomper il “roll your own”?Si, non è assolutamente passato di moda, anzi sta crescendodi anno in anno proprio per il minor costo, e se prima eraun mercato prevalentemente di giovani ora sta riscuotendoconsensi anche dai consumatori più adulti. Anche grazieai marchi storici che hanno offerto una vastissima nuovagamma di prodotti.

attualmente la vita per i fumatori è diventatadifficile, oltre ai “legittimi divieti” della LeggeSirchia in italia, anche in europa si sono af-fermate le politiche preventive ed educative inmateria di fumo, in particolare con la Diret-tiva europea n° 40/2014. Qual è la sua opi-nione a riguardo? Io credo sia giusto dare le informazioni sui rischi del fumoe vietare la vendita ai minori. Detto questo però, mi sembrache mediaticamente ci sia un accanimento solo verso i danniprovocati dal fumo e ad esempio una reticenza che io defi-nirei allarmante e scioccante sul consumo di alcolici e supe-ralcolici che ormai sembra la moda del weekend, peraltrosempre più pericolosamente diffusa tra i più giovani. Tor-nando a noi, penso che le immagini shock siano davvero dicattivo gusto: dovrebbe esistere maggior rispetto per le liberescelte che ogni individuo adulto fa.

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utelare le libertà economiche dei cittadini,delle imprese e dei professionisti onesti,quale condizione indispensabile per il rag-giungimento dell’equità sociale posta a

fondamento del benessere della collettività. Questa,la mission della Fiamme Gialle. Ed è proprio la lottaai fenomeni evasivi più gravi e alle frodi fiscali, alleillegalità nella Pubblica Amministrazione, agli spre-chi di risorse e alla criminalità economico-finanzia-ria in genere ad aver costituito l’obiettivo dell’attivitàoperativa della Guardia di Finanza per il 2016. At-tività ripercorsa con la presentazione del “RapportoAnnuale 2016”, svoltasi il 16 marzo scorso a Roma,presso il Salone d’Onore della caserma “SanteLaria”, alla presenza del Ministro dell’Economia edelle Finanze, Prof. Pier Carlo Padoan, del Coman-dante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A.Giorgio Toschi e di molte Autorità istituzionali. Lacomplessa e costante azione delle Fiamme Gialle siè sviluppata attraverso la realizzazione di 45 PianiOperativi, diretti all’aggressione delle più dannose

e pericolose manifestazioni di illegalità economico-finanziaria nelle diverse aree del Paese, orientandole risorse disponibili sui fenomeni caratteristici dellesingole aree geografiche. Questo ha significatol’esecuzione di circa un milione di interventi, lo svi-luppo di oltre 60.000 deleghe d’indagine pervenutedalla magistratura ordinaria e contabile, il contrastoai grandi traffici illeciti, via terra o per mare, e il con-corso al dispositivo di ordine e sicurezza pubblicanazionale.

conTRaSTo ai TRaFFici iLLeciTi: SeQUeSTRaTe 243

TonneLLaTe Di T.L.e. E veniamo ai numeri, partendo da quelli relativi alcontrasto ai traffici illeciti. Nel 2016 sono stati ef-fettuati 10.284 interventi contro le frodi doganali edil traffico di contrabbando, e sequestrati più di 243tonnellate di tabacchi lavorati esteri e 719 mezzi ter-resti e navali utilizzati per il trasporto e l’occulta-mento della merce, con la denuncia di 4.869

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persone, di cui 318 arrestate. Numeri importantianche in tema di contraffazione: eseguiti 13.220 in-terventi, denunciate all’Autorità Giudiziaria 9.765persone, sequestrati più di 180 milioni di prodotti il-legali, perché contraffatti, piratati, pericolosi o re-canti falsa o fallace indicazione di origine oprovenienza, per un valore stimato di oltre 2,4 mi-liardi di euro. Sequestrate inoltre più di 37,9 tonnel-late di droga a carico di 6.678 soggetti denunciati, dicui 1.963 arrestati.

LoTTa aLLe FRoDi FiScaLi, aLL’econoMia SoMMeRSa

e aL Gioco iLLeGaLe. iL conTRoLLo SULLa P.a.

Importanti anche i numeri relativi alla lotta all’eva-sione e alle frodi fiscali. La GdF ha concluso 14.115indagini di polizia giudiziaria, cui si aggiungono94.016 interventi fra verifiche e controlli fiscali a tu-tela del complesso degli interessi erariali comunitari,nazionali e locali. In questo ambito, rientrano anche13.048 controlli per la ricostruzione della posizionereddituale e patrimoniale a richiesta di altre Autorità.Questi servizi si sono basati su una selezione pre-ventiva e mirata degli obiettivi, supportata dal ri-corso alle oltre 40 banche dati e applicatividisponibili, dall’intelligence e dal controllo econo-mico del territorio. Denunciati 11.303 soggetti, dicui 99 tratti in arresto, responsabili di 11.577 reatifiscali, il 60% dei quali riguarda gli illeciti più gravidi emissione di fatture per operazioni inesistenti edichiarazione fraudolenta, occultamento di docu-mentazione contabile e indebita compensazione, atestimonianza dell’impegno dei Reparti del Corponei confronti dei fenomeni di frode ed evasione piùcomplessi e articolati.Sono stati individuati circa 2.000 casi di frodi all’IVA,anche nella forma della “frode carosello”, 1.663 casidi evasione fiscale internazionale, 4.056 casi di eva-sione immobiliare, in particolare nel settore dellecessioni/acquisti di immobili per importi diversi daquelli dichiarati, nonché 8.343 soggetti che, puravendo svolto attività produttive di reddito, sono ri-sultati completamente sconosciuti al Fisco. 4.629 da-tori di lavoro sono risultati aver impiegato 10.449lavoratori in “nero” e 8.766 lavoratori irregolari. Se-questrate disponibilità patrimoniali e finanziarie peril recupero delle imposte evase nei riguardi dei re-

sponsabili di frodi fiscali per oltre 781 milioni dieuro e avanzate proposte di sequestro per circa 3,9miliardi. Oltre 525.000 interventi condotti nell’am-bito del controllo economico del territorio: tra que-sti, si segnalano, in particolare, quelli svolti in materiadi controlli strumentali (379.883), trasporto mercisu strada (112.123, di cui 26.088 nel settore della cir-colazione dei prodotti sottoposti ad accise) nonchéin materia di indici di capacità contributiva (14.788).Scoperte inoltre 5.125 violazioni nel campo delleimposte sulla produzione e sui consumi, con la de-nuncia di 1.319 soggetti responsabili di reati in ma-teria di prodotti energetici, di cui 115 tratti in arresto.1.090 gli interventi eseguiti presso gli impianti di di-stribuzione stradale di carburanti, con 271 casi di ir-regolarità. Nell’azione di contrasto agli illecitidoganali, sono stati eseguiti 32.204 interventi chehanno permesso di riscontrare 8.289 violazioni e disegnalare all’Autorità Giudiziaria 4.869 soggetti. Su5.783 interventi effettuati presso sale giochi e centridi scommesse, riscontrate irregolarità nel 31% deicasi. Verbalizzati 6.401 soggetti e sequestrati 710 ap-parecchi automatici da gioco e 715 postazioni di rac-colta di scommesse clandestine. Altro campo d’azione per le Fiamme Gialle, il con-trasto alle truffe sui fondi pubblici e all’illegalità nellapubblica amministrazione. Il Corpo ha scoperto casidi illegittima percezione o richiesta di finanziamentipubblici, comunitari e nazionali, per oltre 775 mi-lioni di euro, con la denuncia all’Autorità Giudiziariadi 3.066 soggetti, di cui 53 arrestati, e individuatetruffe nel settore previdenziale e al Sistema SanitarioNazionale per circa 158 milioni di euro, con la de-nuncia all’Autorità Giudiziaria di 8.926 soggetti, 87dei quali tratti in arresto. Nell’ambito di 2.058 accer-tamenti svolti su delega della Corte dei Conti, se-gnalati sprechi o irregolari gestioni di fondi pubbliciche hanno cagionato danni patrimoniali allo Statoper più di 5,3 miliardi di euro e segnalati alla magi-stratura contabile 8.067 soggetti per connesse ipo-tesi di responsabilità erariale. A seguito delle 3.947indagini e dei 1.680 interventi conclusi nel 2016 perreati ed altri illeciti contro la Pubblica Amministra-zione, sono stati denunciati 4.031 soggetti (56% perabuso d’ufficio, 21% per peculato e 23% per corru-zione e concussione), di cui 241 tratti in arrestoIndividuati, inoltre, appalti pubblici irregolari per 3,4miliardi di euro, con la denuncia di 1.866 soggetti di

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cui 140 tratti in arresto, ed effettuati 12.803 controllivolti a verificare la sussistenza dei requisiti di leggeprevisti per l’erogazione di prestazioni sociali age-volate e per l’esenzione del ticket sanitario, con per-centuali di irregolarità pari al 66% dei casi e undanno complessivo cagionato allo Stato di circa 6milioni di euro.

conTRaSTo aLLa cRiMinaLiTÀ oRGaniZZaTa eD aLLa cRiMinaLiTÀ

econoMico – FinanZiaRiaSempre in primo piano il contrasto alla criminalitàorganizzata. La GdF ha svolto 11.942 accertamentieconomico-patrimoniali a carico di condannati e in-diziati di appartenere ad associazioni mafiose e loroprestanome. Eseguiti provvedimenti di sequestrodi 5.242 beni mobili e immobili, 281 aziende, non-ché quote societarie e disponibilità finanziarie perun valore complessivo di circa 2,6 miliardi di euroe confiscati 1.640 beni mobili e immobili, 239aziende nonché quote societarie e diponibilità fi-nanziarie per un valore complessivo di 1,3 miliardidi euro. In materia di riciclaggio sono state svolte840 indagini e attività di polizia giudiziaria chehanno portato alla denuncia di 2.035 soggetti, di cui142 in stato di arresto. 2.150 sono, invece, le viola-zioni accertate in materia di trasferimenti di denarocontante per importi superiori alla soglia di leggeprevista. In relazione alla nuova fattispecie di auto-riciclaggio sono state eseguite 197 indagini e attivitàdi polizia giudiziaria, con la denuncia di 531 sog-getti, 16 dei quali in stato di arresto. 21.512 sonostate, poi, le segnalazioni di operazioni sospette ap-profondite dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria edai Reparti sul territorio appositamente delegati. Lesegnalazioni approfondite inerenti a possibili con-testi di finanziamento del terrorismo sono state in-vece 570. Nell’azione di contrasto all’usura,denunciati 402 soggetti, di cui 87 tratti in arresto,con il sequestro di patrimoni e disponibilità finan-ziarie per oltre 19,7 milioni di euro. Nelle indaginisvolte nei settori dei reati societari, fallimentari, ban-cari, finanziari e di borsa sono stati denunciati 6.660soggetti di cui 358 tratti in arresto, nonché accertatedistrazioni patrimoniali in danno di società falliteper circa 2,9 miliardi di euro ed effettuati sequestria carico dei responsabili per oltre 880 milioni dieuro. I controlli svolti ai valichi di confine, presso i

porti e gli aeroporti, in entrata e/o in uscita dal ter-ritorio nazionale, ai fini della verifica del rispettodelle norme sulla circolazione transfrontaliera di va-luta, hanno permesso di verbalizzare 11.280 sog-getti per avere trasportato valuta in eccedenzarispetto al limite consentito, nonché intercettare va-lori al seguito complessivamente pari a 81,5 milionidi euro.

Le oPeRaZioni Di SoccoRSo e iLconcoRSo nei SeRViZi Di

oRDine e SicUReZZa PUbbLica Anche il soccorso, tra le priorità della Guardia diFinanza. Nel corso del 2016, in occasione del-l’emergenza rappresentata dall’aumento dei flussimigratori nel mar Mediterraneo centrale, le unitàaeronavali del Corpo sono state impegnate in ope-razioni di ricerca e soccorso a salvaguardia dellavita umana in mare nell’ambito delle quali sonostati individuati e tratti in salvo 3.574 migranti.Inoltre, nell’ambito dell’Operazione aeronavalecongiunta denominata “Triton 2016”, le FiammeGialle hanno gestito 1.580 eventi migratori e disalvataggio. Nell’ambito del settore dell’ordinepubblico (pubbliche manifestazioni, eventi spor-tivi, consessi internazionali, impegni locali, immi-grazione, ecc.) sono state impiegate nel complesso99.526 giornate/uomo, con l’impiego medio gior-naliero di 272 unità. In particolare, in occasionedegli eventi organizzati nell’ambito del “Giubileostraordinario della misericordia”, è stato central-mente disposto, su richiesta del Ministero dell’In-terno, l’impiego di n. 660 militari AT-PI (AntiTerrorismo e Pronto Impiego). Il Corpo ha altresì fornito un rilevante contributoin termini di soccorso in occasione degli eventi si-smici che hanno interessato il territorio del centroItalia nella notte del 24 agosto 2016, mediantel’immediato intervento di militari e unità cinofile,supportati da mezzi aerei, presso il centro abitatodi Amatrice. Il contributo prestato in tale contestoha consentito di trarre in salvo diverse vite umanee, nei giorni successivi, di fornire assistenza allepopolazioni colpite dal sisma, garantendo il tra-sporto di beni di prima necessità. Analoghe azionisono state poste in essere in occasione del succes-sivo sisma del 30 ottobre, che ha interessato il cen-tro abitato di Norcia e i comuni limitrofi.

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Cronaca

accaduto lo scorso 16 marzo. I ladri sonoentrati in azione alle 20.27 sbattendo ri-petutamente con il retro di una LanciaLybra nel portone blindato del magazzino,

riuscendo così a creare un piccolo varco. I sistemi di allarmesono scattati subito, e di conseguenza sono immediatamentecorso in deposito: dei ladri, rapidissimi, nessuna traccia, evi-dente e verificato, invece, il loro bottino, che è ammontato a19 scatole di sigarette, circa 40mila euro di merce destinataa rivendite friulane. Polizia e Carabinieri sono stati moltoveloci ad arrivare ma, come ho detto, altrettanto rapidi sonostati i malviventi a fuggire. Constatati i danni, ci siamoprontamente dati da fare per ripristinare le condizioni disicurezza ed installare un nuovo portone con le caratteristichenecessarie. E’ stata indubbiamente un’esperienza spiace-vole... E’ la prima volta che subiamo un furto vero e proprio.Alcuni anni fa avevano cercato di entrare nel deposito at-traverso il tetto ma il nostro arrivo tempestivo insieme aquello delle forze dell’ordine aveva fatto si che non fosse statopossibile nessun furto di merce... Stavolta ci è andata peg-gio”. A raccontare dell’ennesimo furto ai danni deidepositi di tabacco è questa volta Edoardo Vara-gnolo, Gestore del DFL di San Vendemiano, areaa cavallo tra le province di Treviso e Pordenone.

FenoMeno DiLaGanTeE sembra proprio che quella stessa area sia statapresa di mira dai malviventi: solo pochi giornidopo il colpo al deposito di San Vendemiano, nellanotte tra il 21 e il 22 marzo l’azione si è ripetuta almagazzino tabacchi di Palmanova. Qui sono staterubate una cinquantina di stecche di sigarette: ilcolpo avrebbe potuto essere ben più fruttuoso peri ladri che non sono riusciti a fare razzia nel ca-pannone perché è scattato l’allarme, quello sonoroe quello fumogeno, che ha fatto accorrere subitosul posto il personale della vigilanza privata.Quello dei furti ai depositi tabacchi è un feno-meno che purtroppo si ripete, così come quello

dell’assalto ai furgoni adibiti al trasporto: le siga-rette rappresentano una merce “preziosa” per chidelinque, facilmente piazzabile e di sicuro introito.Una realtà, come “Pianeta Tabacco” ha spesso negliultimi mesi documentato, che sollecita una sempremaggiore attenzione verso il tema della sicurezza.La preoccupazione cresce tra gli operatori, e nonpiù soltanto tra quelli attivi nei grandi centri e nellearee più “calde” del Paese, visto che la casisticatende ad estendersi a tutto il territorio, tenendoormai l’intera rete in allerta.

Furto al DFL di San Vendemiano:trafugate 19 scatole di “bionde”

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News

anche a Praga entra in vigore la TPD È entrata in vigore lo scorso primo marzo nellaRepubblica Ceca la nuova legge che regolamentail mercato delle sigarette elettroniche. Il decretodel Ministero della Salute ceco n. 37/2017 su Si-garette elettroniche, ricariche e prodotti a base dierbe per il fumo è, in pratica, la legge nazionale direcepimento della Direttiva europea sui prodottidel tabacco, la cosiddetta Tpd, ed entra in vigorequasi un anno dopo la data indicata dall’UnioneEuropea come scadenza, il 30 maggio del 2016.Le misure previste dal decreto sono simili a quelleadottate negli altri Paesi europei. I flaconi di rica-rica non potranno contenere più di 10 ml di li-quido e le cartucce monouso 2 ml. Laconcentrazione di nicotina, inoltre, non potrà su-perare i 20mg/ml. I liquidi dovranno essere com-posti da ingredienti in alta purezza e non potrannocontenere vitamine o altri additivi che diano l’ideadi avere un effetto benefico sulla salute. Sonoproibiti inoltre caffeina, taurina e gli additivi checolorano il vapore o cancerogeni. Per quanto ri-guarda l’etichettatura, i liquidi contenenti nicotinadevono riportare in etichetta gli avvisi di rischio,che devono coprire almeno il 30 per cento dellasuperficie più larga sia del flacone che della con-fezione esterna. Quest’ultima deve riportare anchetutti gli ingredienti e il contenuto di nicotina. Al-l’interno della confezione deve essere presente unvolantino con le istruzioni per l’uso e la conser-vazione, le controindicazioni, i possibili effetti col-laterali e la tossicità. Anche nella Repubblica Ceca,prima di essere immessi sul mercato tutti i pro-dotti devono essere notificati al Ministero della Sa-lute e produttori e importatori devono fornireregolari rapporti sul volume delle vendite, le pre-ferenze dei consumatori e i trend del mercato.Nuove regole anche per le vendite da e perl’estero. I rivenditori residenti in uno Stato dell’Ue

che vogliono vendere i loro prodotti nel Paese de-vono registrarsi presso il Ministero della Salutedella Repubblica Ceca, mentre quelli cechi che vo-gliono vendere all’estero hanno l’obbligo di regi-strazione presso il proprio Ministero. Il prossimo31 marzo, inoltre, nel Paese entrerà in vigore unanuova legge anti fumo che usa la mano pesantesul tabacco. La sigaretta elettronica, invece, nonviene del tutto assimilata a quella tradizionale e,sebbene proibita in luoghi come aeroporti, mezzidi trasporto pubblici, ospedali e scuole, rimaneconsentita nei ristoranti e nei bar.

Smoking in englandI recenti dati sul fumo diffusi in Inghilterra dalloSmoking Toolkit Study – ente che si occupa di mo-nitorare la diffusione del tabagismo in Gran Bre-tagna – hanno dimostrato un aumentoesponenziale della percentuale del numero di fu-matori che sono riusciti a smettere di fumare. Dal14% del 2011 si è infatti passati al 23% nel 2016.Ma la notizia non finisce qui. Secondo gli esperti,sembra infatti esserci una correlazione tra il tassodi successo dei fumatori che hanno abbandonatole sigarette convenzionali e le nuove modalità uti-lizzate per smettere di fumare. Prima del 2011,praticamente nessun fumatore in Inghilterra usavale e-cig per smettere di fumare, mentre circa il30% utilizzava prodotti sostitutivi della nicotina –i cosiddetti NRT (cerotti, gomme, spray, etc).Verso la fine dello scorso anno, invece, solo il 10%dei fumatori utilizzava NRT e circa il 40% usavasigarette elettroniche.

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L’utilizzo della sigaretta elettronica come metodoalternativo per smettere di fumare sembra dunque,almeno in Inghilterra, aver fatto cambiare rottaall’utilizzo degli NRT, che secondo studi recentirisultano meno efficaci rispetto delle e-cig. Se-condo i dati pubblicati, inoltre non solo è aumen-tato il numero di fumatori che utilizzano l’e-cigma anche quello degli ex fumatori che utilizzanola sigaretta elettronica a lungo termine. Il tutto ac-compagnato da una riduzione della prescrizionedi farmaci di questo tipo. Dal momento che la per-centuale complessiva di fumatori che hanno de-ciso di intraprendere un percorso di uscita daltabagismo non è cambiata tra il 2011 e il 2016, èda evidenziare come l’aumento del tasso di suc-cesso coincida irrimediabilmente con l’aumentodel consumo di sigarette elettroniche, riscontratomaggiormente proprio negli ultimi cinque anni.

il nuovo decreto del Ministero dell’ambiente sui mozziconi

I produttori di prodotti da fumo attuano, in colla-borazione con il Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, campagne di infor-mazione al fine di sensibilizzare i consumatorisulle conseguenze nocive per l’ambiente derivantidall’abbandono di mozziconi dei prodotti dafumo. E’ quanto prevede il Decreto ministeriale15 febbraio 2017, pubblicato a marzo sulla Gaz-zetta Ufficiale, con il quale il Ministero dell’Am-biente e della tutela del territorio e delmare definisce le modalità attuative dell’art. 263del decreto legislativo 152/2006 che disciplina ladestinazione e l’impiego dei proventi derivantidalle sanzioni amministrative pecuniarie irrogatein caso di abbandono dei rifiuti di prodotti dafumo ed in caso di abbandono dei rifiuti di picco-lissime dimensioni quali anche scontrini, fazzolettidi carta, gomme da masticare. In particolare: il cin-quanta per cento delle somme derivanti da taliproventi dovrà essere versato all’entrata del bilan-cio dello Stato per essere riassegnato ad un appo-sito Fondo istituito presso lo stato di previsionedel Ministero dell’ambiente e della tutela del ter-ritorio e del mare e, in via prioritaria, sarà utiliz-zato per campagne di informazione su scalanazionale; il restante cinquanta percento sarà de-stinato ai comuni nel cui territorio sono state ac-

certate le violazioni. Tali somme saranno impie-gate, in via prioritaria, per le attività di installazionenelle strade, nelle piazze, nelle aree a verde, neiparchi nonché nei luoghi di alta aggregazione so-ciale di appositi raccoglitori per la raccolta deimozziconi dei prodotti da fumo e, in via residualee secondo le specifiche esigenze, per la pulizia dicaditoie e di tombini facenti parte del sistema fo-gnario nonché per le campagne di informazionesu scala locale. I produttori di prodotti da fumopossono anche autonomamente promuoverecampagne d’informazione o altre iniziative voltea sensibilizzare i consumatori sulle conseguenzenocive per l’ambiente derivanti dall’abbandono dimozziconi dei prodotti da fumo.

arriva il Granduca!Per celebrare le origini del tabacco in Italia, Mani-fatture Sigaro Toscano ha realizzato il nuovo sigaroGranduca di Toscana Cosimo I, dedicandolo a coluiche per primo ne diffuse l’uso, ponendo le basi perla nascita dei sigari a marchio Toscano. Era il 1560,infatti, quando il Granduca di Toscana Cosimo Ide’ Medici ricevette in dono dal vescovo di Sanse-polcro dei semi di tabacco, che decise poi di farcoltivare ai suoi sudditi, consentendo così l’avviodella produzione del tabacco in tutta la Toscana e,in particolare, nell’Alta Valtiberina, considerata tut-tora una delle aree di coltivazione più produttivedel Bel Paese. A richiamare le nobili origini delnuovo sigaro, gli elementi caratteristici dell’anticostemma mediceo: i cinque bisanti e lo sfondo az-zurro.Granduca di Toscana Cosimo I ha nel ripieno laforza delle foglie medio-alte e apicali del tabaccokentucky americano - affumicato per più di 30giorni con legno di noce e quercia - bilanciata daltabacco toscano. Nella fascia, invece, risiede l’em-blema delle sue origini: una foglia di tabacco ken-tucky della Valtiberina, che assicura unacombustione regolare e influenza positivamente lecomponenti aromatiche e di gusto. Il Granduca diToscana Cosimo I è un sigaro a lungafermentazione dal gusto riccoed elegante, con notedolci e speziate.

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Mostre

ew York è stata la sua prima tela privi-legiata, dipinta da disegni enormi rea-lizzati nelle stazioni dellametropolitana. In breve tempo, la sua

arte ottenne un enorme consenso e i suoi muralesfinirono nelle gallerie d’arte e nei musei più im-portanti. I suoi Radiant babies (omini che irradiano)e i Barkings dogs (cani che latrano), immersi in unflusso grafico che ha dato vita a un linguaggio vi-suale inedito e inconfondibile, colorano ancora glispazi pubblici di molte città del mondo. Un’artista originale e unico, Keith Haring, il cuiimmaginario, nonostante la morte prematura, è

diventato un linguaggio visuale del XX secolouniversalmente riconosciuto. Le sue opere, dallostile immediato e festivo e popolate da perso-naggi stilizzati e bidimensionali, si riconosconoper l’utilizzo di colori molto vividi e accattivantiche ricordano quelli usati dalla grafica pubblici-taria, e per l’adozione di una spessa linea di con-torno ridotta all’essenziale che circoscrive lefigure. Una iconografia, quella di Haring, solo-apparentemente infantile, ma che in realtà veicolamessaggi semplici, chiari e immediatamente in-tellegibili che riguardano diversi temi scottantidella sua epoca, quali il capitalismo, il razzismo,

FINO AL 18 GIUGNO A PALAZZO REALE

DI MILANO

“Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. Dipingere è ancora sostanzialmente lastessa identica cosa che fu nella preistoria. Riunisce l’uomo e il mondo. Vive nella magia.”

“Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi:l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”

(Keith Haring)

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l’ingiustizia sociale, l’apartheid, il riarmo nu-cleare, la droga e l’AIDS, non mancando di af-frontare anche argomenti come l’amore, lafelicità, la gioia e il sesso.La versatilità delle opere di Haring trascende imezzi espressivi tradizionali, tanto che per daresfogo al proprio inesauribile estro artistico eglinon esitò a sfruttare qualsiasi elemento avesseportata di mano: le sue opere sono tracciate sumuri, carrozzerie di automobili, teloni in vinile,capi di abbigliamento, carta, plastica recuperatadagli scarti, e tela. Haring, infatti, perseguiva unmodello di “arte per tutti”, desiderando mettere

le proprie opere a disposizionedel più grande pubblico possi-bile; ciò era possibile soltantoportando l’arte al di fuori daimusei e dalle gallerie, e igno-rando le regole imposte dalmondo del mercato.

110 Le oPeRe in MoSTRa“Keith Haring. About Art”, è lamostra che Palazzo Reale di Mi-lano dedica a questo geniale in-terprete del XX secolo. Apertafino al 18 giugno, la rassegnapropone 110 opere, molte di di-mensioni monumentali, alcunedelle quali inedite o mai espostein Italia.La mostra ruota attorno a unnuovo assunto critico: la letturaretrospettiva dell’opera di Haringnon è corretta se non è vistaanche alla luce della storia dellearti che egli ha compreso e col-locato al centro del suo lavoro,assimilandola fino a integrarlaesplicitamente nei suoi dipinti ecostruendo in questo modo laparte più significativa della sua ri-cerca estetica.Le opere dell’artista americanosi affiancano a quelle di autori diepoche diverse, a cui Haring si èispirato e che ha reinterpretatocon il suo stile unico e incon-

fondibile, in una sintesi narrativa di archetipidella tradizione classica, di arte tribale ed etno-grafica, di immaginario gotico o di cartoonism,di linguaggi del suo secolo e di escursioni nel fu-turo con l’impiego del computer in alcune sueultime sperimentazioni. Tra queste, s’incontranoquelle realizzate da Jackson Pollock, Jean Dubuf-fet, Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchidella Colonna Traiana, le maschere delle culturedel Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano ealtre.L’arte di Keith Haring è percepita come espres-sione di una controcultura socialmente e politi-

Smoke

Mostre

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Mostre

Red, yellow and blue

KH083 - particolare

camente impegnata, partecipe come è stato di unsentire collettivo che lo ha reso l’icona di artista-at-tivista globale. Tuttavia, il suo progetto, reso evi-dente nella mostra milanese, fu di ricomporre ilinguaggi dell’arte in un unico personale, immagina-rio simbolico, che fosse al tempo stesso universale,per riscoprire l’arte come testimonianza di una ve-rità interiore che pone al suo centro l’uomo e la suacondizione sociale e individuale. È in questo dise-gno che risiede la vera grandezza di Haring; da quiparte e si sviluppa il suo celebrato impegno di arti-sta-attivista e si afferma la sua forte singolarità ri-spetto ai suoi contemporanei.La mostra è ordinata in un allestimento emozionantee al contempo denso di rimandi al contesto in cui labreve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di espri-mersi come una delle personalità più riconosciute del-l’arte americana del dopoguerra.

“Keith Haring. about art ”Milano, Palazzo Reale, fino al 18 giugnoorari: Lun 14,30-19,30 Mar Mer Ven Dom 9,30-19,30 Giov Sab 9,30-22,30ingresso: intero € 12 / Ridotto € 10

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Tabacco e Motori

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Tabacco e Motori

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Ciro... del Mondo

otto p.t. Osservo Gabriele e più che in altri momenti mi ac-corgo di quanto sono lunghi otto anni. Sembra già un

ometto quando imposta serio i suoi ragionamenti e lesue domande. Il 6 aprile del 2009 Gabriele non era ancoranato e come tanti bambini come lui, più grandi e più pic-coli non sanno cosa sia vivere in una città. Ma anche noi,

gli adulti, lo abbiamo ormai dimenticato. Che strano animale èl’uomo, in fondo non è così diverso dagli altri. Quelli domestici si fa in fretta ad

ammaestrarli mentre con quelli feroci ci vuole un po’ più di tempo ma poi si riesce a domare anche loro. Per alcune specie all’inizio sembra impossibile abituarsi a vivere fuori dal proprio habitat naturale. Abbaieranno,ruggiranno, urleranno, ma poi con il tempo si rassegneranno, magari continuando la propria vita, certo checontinueranno a farlo, ma con il cuore e lo sguardo triste, come quelli rinchiusi negli zoo o nei circhi. A volte quando mi soffermo ad osservare le persone nei loro nuovi spazi dove sono confinati nella mia città,che come vedete ostinatamente continuo a chiamare così, istintivamente alzo lo sguardo per scoprire dovesono le recinzioni, ed anche se non le vedo, vi assicuro che ci sono, magari solo solo virtuali ma ci sono.“Ma che lagna questi anniversari non vi pare? E basta! Ancora a parlare del terremoto? Siete i soliti martiri professionali!”, di-ranno chissà quanti. “Ma allora proprio non volete ripartire! Ma guardate come hanno fatto quelli lì o meglio ancora queglialtri...”, e via al campionato dei terremoti. In questo torneo il Friuli è come la Juventus, nel senso che nonostantesiano passati tanti anni vincono sempre loro. Noi lottiamo per la retrocessione con l’Irpinia ed il Belice, e noncrediate sia un caso, perché pur stando geograficamente al centro, qui, per la politica e l’economia, siamosempre stati sud. Poi lo sappiamo bene purtroppo che a questo triste campionato questo paese iscrive troppospesso nuove squadre e come sempre i nuovi arrivati, dopo lo shock iniziale, sentono forte la voglia di riviveree, ahimè, ripartono carichi di speranza come drogati dalle promesse ed inebetiti dalle telecamere. Attenti perchésotto quelle maschere che ancora oggi sfilano sotto le luci televisive si celano i soliti buffoni di corte venuti lia declamare lo stanco copione antico, ed anche quelle lacrime che scorrono sui loro visi sono finte e cristallizzatecome le promesse per una ricostruzione veloce ed una città futura più bella di prima. Ma in questo quadro non certo carico di speranze, una bisogna assolutamente trovarla e questo compitospetta a noi adulti. Impegniamoci a parlare più spesso ai giovani della citta, teniamo vivo il suo ricordo, ap-passioniamoli alla sua storia ed alle sue bellezze, facciamoli innamorare di quelle strade, di quei vicoli e deglisplendidi monumenti che l’hanno fatta bella e resa famosa, ma che tanti di loro non hanno potuto vedere senon avvolti dalle bende che coprono ancora oggi le sue profonde ferite. Creiamo un legame indissolubile traquelle antiche pietre come lo sentiamo noi e suscitiamo in loro la voglia di lottare, non quella di sperare, maquella di pretendere di rivivere al più presto quel futuro che ai vecchi sembra oggi negarsi per sempre.Diamo spazio, fiducia e conoscenza ai giovani e facciamoci trainare dalle loro energie, e così magari, nonfra chissà quanti anni, potremo rivivere e godere una città che per inciso non è necessario sia più bella diprima come ci promettono. A noi basterebbe ritrovarla com’era. 

di Ciro CannavacciuoloCiro... del Mondo

Il 15 marzo scorso è venuto improvvisamente e prematuramente a mancare PaoloCarletti, gestore del DFL di Grottammare. Ricordandolo con stima ed affetto, ilPresidente AGEMOS Carmine Mazza, l'Associazione tutta e la redazione di “PianetaTabacco” rivolgono alla famiglia le più sentite condoglianze.

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