Aprile 2011 LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO I, N....

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Giornale C. Foti, S. Isgrò, S. Costantino, A. Calderone, A. Villa Il Pon di giornalismo presso la scuola media “Ugo Foscolo”, che prende il nome di “Piccoli giornalisti crescono”, è un corso inte- ressante, istruttivo e anche molto piacevole. Interessante perché incuriosisce, insegna a documentarsi adegua- tamente ed a fare opportune ricerche anche in internet. Istruttivo perché si imparano sempre cose nuove che non si sapevano prima e si pratica la lingua italiana. Piacevole e divertente perché le lezioni non sono frontali e trasmissive, ma interattive con l’uso del videoproiettore e dell’aula d’informatica. Il tempo passa molto velocemente, forse perché si lavora sempre a cose nuove con l’uso delle moderne tecnologie che la scuola ci ha messo a disposizione. I professori del corso ci spiegavano che le metodologie didattiche attuate sono il problem solving, per risolvere positivamente le situazioni problematiche relative all’i- deazione, programmazione, e rea- lizzazione del giornale, la didattica laboratoriale per tutte le fasi della produzione giornalistica, il coope- rative learning, che è una strategia di insegnamento attraverso la quale noi studenti apprendiamo in picco- li gruppi, aiutandoci reciprocamen- te e sentendoci corresponsabili del reciproco percorso. La positività del Pon è dimostrata dalla frequenza dei ragazzi che numerosi si fermano a scuola in orario pomeridiano. LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO I, N. 3 Alunni: Domenica Aliquò, Carmelo Calabrò, Nicholas Calabrò, Alberto Calderone, Anna Caliri, Provvidenza Catena, Santi Costantino, Mariachiara Crisafulli, Erselda Duli, Carmelo Fazio, Carmen Foti, Santino Isgrò, Vanessa Lo Monaco, Martina Mazzeo, Benedetta Perdichizzi, Carmen Quattrocchi, Nadia Russo, Lucrezia Scalisi, Martina Vella, Alessandra Villa. Tutor : prof.ssa Angela Conti e prof.ssa Maria Triolo. Referente per la valutazione : prof.ssa Grazia Maria Taormina. Facilitatrice : prof.ssa Michaela Munafò. Esperto Esterno: prof. Rinaldo Anastasi. dell’Istituto Comprensivo 2 “Ugo Stampato in proprio Aprile 2011 Il corso Pon dal codice C-1 FSE 2010-1595, intitolato “Piccoli giornalisti crescono”, si svolge ogni venerdì nell'aula d’infor- matica della scuola media “Ugo Foscolo”, dalle ore 14:00 alle ore 17:00. Le lezioni sono tenute dal professore Rinaldo Anastasi, insieme alle tutor, prof.ssa Angela Conti e prof.ssa Maria Triolo. L’obiettivo è quello di perfezionare il giornale d’Istituto “FoscoloNews”, realizzando tutte le fasi della produ- zione: dalla pratica informatica all’uso del QuarkXpress, dall'i- deazione del menabò all’impaginazione, dalla stesura degli articoli alla loro correzione, dalla scelta delle immagini alla loro collocazione. Per questo motivo l’aula d’informatica si trasforma tutti i venerdì pomeriggio, dopo le lezioni interattive, in redazione d’Istituo, dove ognuno ha delle consegne specifi- che da portare a termine, che variano di volta in volta. Fra le competenze da raggiungere vi è la capacità di lavorare in grup- po responsabilmente, di svolgere interviste e piccoli sondaggi, di riconoscersi nell’identità di una scuola condivisa, di svilup- pare la creatività, l’elasticità mentale e l’apprendimento, di uti- lizzare competenze e capacità giornalistiche per migliorare la qualità dello studio, di saper fare una ricerca finalizzata e di acquisire una conoscenza adeguata della lingua italiana. La facilitatrice del Pon è la professoressa Michaela Munafò e la referente per la valutazione è la professoressa G.M.Taormina. Unione Europea Fondo Sociale Europeo Tra i banchi… Piccoli giornalisti che crescono E. Duli, M.C. Crisafulli IL PON DI GIORNALISMO Direttore responsabile: prof. Francesco Parisi Direttore responsabile: prof. Francesco Parisi Il prof. Francesco Parisi, DS dell’IC “Foscolo” di Barcellona P.G. Alla Scuola Media “Foscolo” di Barcellona Foscolo” di Barcellona P.G. Speciale Unità d’Italia

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GGiioorrnnaallee

C. Foti, S. Isgrò, S. Costantino, A. Calderone, A. Villa

Il Pon di giornalismo presso la scuola media “Ugo Foscolo”, cheprende il nome di “Piccoli giornalisti crescono”, è un corso inte-ressante, istruttivo e anche molto piacevole. Interessante perché incuriosisce, insegna a documentarsi adegua-tamente ed a fare opportune ricerche anche in internet. Istruttivoperché si imparano sempre cose nuove che non si sapevano primae si pratica la lingua italiana. Piacevole e divertente perché lelezioni non sono frontali e trasmissive, ma interattive con l’usodel videoproiettore e dell’aula d’informatica. Il tempo passa molto velocemente, forse perché si lavora semprea cose nuove con l’uso delle moderne tecnologie che la scuola ciha messo a disposizione. I professori del corso ci spiegavano chele metodologie didattiche attuate sono il problem solving, perrisolvere positivamente le situazioni problematiche relative all’i-deazione, programmazione, e rea-lizzazione del giornale, la didatticalaboratoriale per tutte le fasi dellaproduzione giornalistica, il coope-rative learning, che è una strategiadi insegnamento attraverso la qualenoi studenti apprendiamo in picco-li gruppi, aiutandoci reciprocamen-te e sentendoci corresponsabili delreciproco percorso.La positività del Pon è dimostrata dalla frequenza dei ragazzi chenumerosi si fermano a scuola in orario pomeridiano.

LLAA SSCCUUOOLLAA CCHHEE SS II RR IINNNNOOVVAA -- AANNNNOO II ,, NN .. 33

Alunni: Domenica Aliquò,Carmelo Calabrò, NicholasCalabrò, AlbertoCalderone, Anna Caliri,Provvidenza Catena, SantiCostantino, MariachiaraCrisafulli, Erselda Duli,

Carmelo Fazio, Carmen Foti, SantinoIsgrò, Vanessa Lo Monaco, MartinaMazzeo, Benedetta Perdichizzi,Carmen Quattrocchi, Nadia Russo,Lucrezia Scalisi, Martina Vella,Alessandra Villa. Tutor: prof.ssa Angela Conti e prof.ssa

Maria Triolo.Referente per la valutazione:prof.ssa Grazia MariaTaormina.Facilitatrice: prof.ssaMichaela Munafò.Esperto Esterno: prof. Rinaldo Anastasi.

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Stampato in proprio

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Il corso Pon dal codice C-1 FSE 2010-1595, intitolato “Piccoligiornalisti crescono”, si svolge ogni venerdì nell'aula d’infor-matica della scuola media “Ugo Foscolo”, dalle ore 14:00 alleore 17:00. Le lezioni sono tenute dal professore RinaldoAnastasi, insieme alle tutor, prof.ssa Angela Conti e prof.ssaMaria Triolo. L’obiettivo è quello di perfezionare il giornaled’Istituto “FoscoloNews”, realizzando tutte le fasi della produ-zione: dalla pratica informatica all’uso del QuarkXpress, dall'i-deazione del menabò all’impaginazione, dalla stesura degliarticoli alla loro correzione, dalla scelta delle immagini allaloro collocazione. Per questo motivo l’aula d’informatica sitrasforma tutti i venerdì pomeriggio, dopo le lezioni interattive,in redazione d’Istituo, dove ognuno ha delle consegne specifi-che da portare a termine, che variano di volta in volta. Fra lecompetenze da raggiungere vi è la capacità di lavorare in grup-po responsabilmente, di svolgere interviste e piccoli sondaggi,di riconoscersi nell’identità di una scuola condivisa, di svilup-pare la creatività, l’elasticità mentale e l’apprendimento, di uti-lizzare competenze e capacità giornalistiche per migliorare laqualità dello studio, di saper fare una ricerca finalizzata e diacquisire una conoscenza adeguata della lingua italiana. Lafacilitatrice del Pon è la professoressa Michaela Munafò e lareferente per la valutazione è la professoressa G.M.Taormina.

Unione EuropeaFondo Sociale Europeo

Tra i banchi… Piccoli giornalisti che crescono

E. Duli, M.C. Crisafulli

I L P O N D I G I O R N A L I S M O

Direttore responsabile: prof. Francesco ParisiDirettore responsabile: prof. Francesco Parisi

Il prof. Francesco Parisi, DS dell’IC “Foscolo” di Barcellona P.G.

Alla Scuola Media “Foscolo” di Barcellona

FFoossccoolloo”” ddii BBaarrcceelllloonnaa PP..GG..

Speciale Unità d’Italia

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Dal 1814 al 1919

I l RisorgimentoCento anni e più di rinascita nazionale fra moti e rivoluzioni

La situazione dell’Italia dopo il congressodi Vienna (1814-1815) è quella di unpaese smembrato tra vari stati e controlla-to dall’Austria. Già nel 1820-21 in Italia ein altri stati europei si verificano i primimoti insurrezionali. La Grecia riesce aconquistare l’indipendenza dall’imperoturco.Dopo dieci anni, nel 1830-31, scoppianoaltre rivolte in Francia, Italia e in Europa.

La prima guerra d’Indipeden-za italiana fu combattuta dal1848 al 1849

Il 1848 è pieno di eventi sia a livello ita-liano sia a livello europeo. Ferdinando diBorbone deve concedere la costituzionein Sicilia, Carlo Alberto nel Regno diSardegna, Leopoldo II in Toscana e PioIX a Roma. Anche Milano si rivolta agliaustriaci e il Piemonte corre in suo aiutoscatenando la prima guerra diIndipendenza. Le altre rivolte, scoppiatenel Regno di Napoli e nello Stato della

C. Calabrò, N. Calabrò

Chiesa, con La Repubblica Romana, sonosoffocate nel sangue. Il Piemonte, unicotra gli stati italiani, mantiene in vigore laCostituzione concessa prima della guerra:Lo Statuto albertino. Vittorio Emanuele IIe Cavour stringono poi patti di alleanzasegreti con Napoleone III, imperatoredella Francia. Nel 1859, l’Austria dichiara guerraall’Italia. Scoppia così la seconda guerrad’Indipendenza che porta alla conquistadella Lombardia , ma anche dell’Emilia,della Romagna e della Toscana. In questoperiodo si aprono le trattative con

Garibaldi che accetta di collaborare conCavour pur di raggiungere l’unificazionedell’Italia.

La seconda guerra d’Indipe-denza italiana fu combattutadal 1859 al 1861

Grazie a Garibaldi e ai Mille , la rivoltadel Sud sembra dimostrare il desiderio diriunificazione delle popolazioni meridio-nali. Garibaldi, in pochi mesi, dopo losbarco a Marsala, arriva dalla Sicilia aNapoli. Ai primi di ottobre del 1860, l’e-sercito sabaudo inizia la marcia verso ilMezzogiorno. Il 17 marzo 1861, il primoparlamento nazionale proclama VittorioEmanuele II re di Italia.

La terza guerra d’Indipeden-za italiana fu combattuta nel1866

Il Veneto viene liberato nel 1886, nelcorso della III guerra di Indipendenza. IlLazio è annesso nel 1870. Nel 1871,Roma divenne la nuova capitale dellostato italiano, al quale manca ormai soloil Trentino e la Venezia Giulia. Ma perannettere anche questi territori si dovràaspettare la prima guerra mondiale.

150°ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA

La spedizione dei MilleNel 1860

V. Lo Monaco, L. Scalisi

Nei primi giorni di maggio del 1860 c’eraa Genova una certa animazione: circola-vano nella città numerosi giovani chevolevano arruolarsi. Nella notte fra il 5 edil 6 si imbarcarono nei pressi dello sco-glio di Quarto con destinazione la Sicilia.Si trattava di più di mille volontari di ognietà e di ogni ceto sociale, male armati epeggio ancora equipaggiati, ma ricchi dientusiasmo e di speranza. Tra essi vierano pure degli stranieri, la cui presenzatrasformava la spedizione in un’espres-sione della solidarietà non solo nazionale,ma anche europea. Mille uomini, a dire ilvero, erano pochi, ma era lo stessoGaribaldi che non ne voleva di più, con-vinto com’era che se il popolo sicilianonon si sollevava e non si univa a loro,anche una spedizione dieci volte piùnumerosa sarebbe stata insufficiente con-

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tro un esercito di 124.000 uomini e controuna flotta di 120 navi. Giunto sulla costatoscana, Garibaldi sbarcò alcuni volontariper fra credere che l’impresa era diretta aRoma. Riprese poi il mare sfuggendo allaflotta borbonica. L’11 maggio giunse aMarsala, dove poté sbarcare con una certatranquillità grazie ad alcune navi inglesidi carico, la cui presenza in quel portoimpedì ai borbonici di aprire efficacemen-te il fuoco. Sconfitte le truppe borboni-che, Garibaldi formò un governo provvi-sorio. Le aspirazioni dei contadini, desi-derosi anzitutto di una trasformazione deirapporti di proprietà, causarono presto lafine del clima di concordia che avevasalutato i “liberatori”. Spaventati dalle

a g i t a z i o n iagrarie, i pro-prietari terrie-ri guardaronocon favoreall’annessio-ne al Piemon-te. Dopo losbarco diGaribaldi inCalabria ed ilsuo ingressoa Napoli, di-

venne urgente per il governo piemonteseun’iniziativa al Sud tale da evitare com-plicazioni internazionali e garantire allamonarchia sabauda il controllo dellasituazione. Con l’intervento dell’esercitopiemontese e le annessioni, la liberazionedel Sud veniva così ricondotta entro ibinari della politica cavourriana. Il 17marzo 1861, Vittorio Emanuele II fu pro-clamato re d’Italia. Le battaglie importan-ti combattute da Garibaldi erano statequella di Calatafimi, di Milazzo e delVolturno.

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Il 17 marzo 1861150 anni fa

La proclamazione dell’UnitàD. Aliquò e R. Barresi

Le tre capitali d’ItaliaA. Calderone e S. Costantino

150°ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA

Le capitali d'Italia, prima di Roma, furo-no Torino, dal 1861 al 1865, e Firenze,dal 1865 al 1871.Falliti i tentativi di conciliazione con laChiesa, riacquistavano spazio i democra-tici; nel 1862 l’iniziativa garibaldina diuna spedizione di volontari si risolse inuno scontro con l’esercito regolare inAspromonte. In tale occasione Garibaldifu leggermente ferito, arrestato e rinchiu-so per poche settimane in una fortezzamilitare. Nel 1864 fu firmata la Convenzione disettembre con la Francia, che prevedeva iltrasferimento della capitale a Firenze. Un nuovo tentativo garibaldino di conqui-sta di Roma fallì a Mentana nel 1867. Il 1° settembre 1870, Napoleone III, cheera il difensore dello Stato della Chiesa,fu sconfitto dal Bismarck a Sedan.Costretto ad arrendersi cadde prigionierodei tedeschi. Ne approfittarono le truppe italiane, che il20 settembre 1870, dopo aver aperto conl’artiglieria una breccia nella cinta mura-ria di Roma, entravano nella città neipressi di Porta Pia, accolte festosamentedalla popolazione. Pochi giorni dopo, unplebiscito sanzionava a schiacciante mag-gioranza l’annessione di Roma e delLazio. Il trasferimento della capitale daFirenze a Roma fu effettuato nell’estatedell’anno successivo, dopo che lo Statoitaliano ebbe regolato con una legge ilcomplesso problema dei rapporti con laSanta Sede.

Il 17 marzo 1861 si tenne a Torino laprima riunione del Parlamento italiano,che proclamò Vittorio Emanuele II «Red’Italia per grazia di Dio e volontà dellanazione». Nella legge n. 4671 del Regnodi Sardegna, che vale come proclamazio-ne ufficiale del Regno d'Italia, si legge:“Il Senato e la Camera dei Deputati hannoapprovato; noi abbiamo sanzionato e pro-mulghiamo quanto segue: Articolo unico:Il Re Vittorio Emanuele II assume per sée suoi Successori il titolo di Re d'Italia.Ordiniamo che la presente, munita delSigillo dello Stato, sia inserita nella rac-colta degli atti del Governo, mandando achiunque spetti di osservarla e di farlaosservare come legge dello Stato”.Lo Stato italiano fu proclamato in sostitu-zione degli antichi Stati regionali: ilRegno di Sardegna, il Regno Lombardo-Veneteo, i Ducati di Modena e Parma, ilGranducato di Toscana e il Regno delleDue Sicilie. In circa due anni, dalla pri-mavera del 1859 alla primavera del 1861,nacque, da un’Italia divisa in sette stati, ilnuovo Regno: un percorso che partivadalla vittoria militare degli eserciti fran-co-piemontesi nel 1859 e dal contempora-neo progressivo sfaldarsi dei vari Statiitaliani, che avevano legato la loro sortealla presenza dell'Austria nella penisola, esi concludeva con la famosa spedizionedei Mille di Garibaldi, che conquistava ilRegno borbonico col sostegno di VittorioEmanuele II e di Camillo Benso conte diCavour.

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Umberto I(1878-1900)

Vittorio Emanuele III(1900-1946)

Umberto II(maggio-giugno 1946)

Vittorio Emanuele II(1861-1878)

Dal 1861 al 1946, l’Italia ha avuto quattro re: Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III, Umberto II. Dal 1946 adoggi, l’Italia ha avuto undici Presidenti della Repubblica: Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi, Antonio Segni,Giuseppe Saragat, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, GiorgioNapolitano. Da Cavour a Berlusconi, ci sono stati 116 Governi. 55 prima del Ventennio fascista, per una media di 14 mesi, circa; 61 dopo ilVentennio, per una media di 13 mesi e mezzo, circa. Complessivamente, escludendo il periodo della dittatura fascista dal 1925 al1943, la durata media dei Governi italiani è stata di 415 giorni, ovvero 13 mesi e 20 giorni, circa.

I colori della bandieraM.C. Crisafulli, E. Duli e J. Fazio

In Italia, il rosso, il bianco, e ilverde comparvero come coccardail 13 novembre 1794 a Bologna. Ilbianco e il rosso erano i colori diBologna, il verde era il simbolodella speranza. Quella coccardatrasformata in bandiera fu ilmodello essenziale al quale sisarebbe ispirato il tricolore italia-no, con la sostituzione del verde alblu della bandiera francese. InFrancia, il blu ed il rosso erano icolori di Parigi, il bianco quellodella casa regnante.Nel 1797 la Repubblica cispadanavotò l’adozione della bandieraverde, bianca e rossa a bande oriz-zontali. Giosuè Carducci così esprimeva il7 gennaio 1897 a Reggio Emiliain occasione del primo centenariodel tricolore: «Sii benedetta!Benedetta nell'immacolata origine[...] i colori della nostra primaverae del nostro Paese, dal Cenisioall'Etna; le nevi delle alpi, l'apriledelle valli, le fiamme dei vulcani.E subito quei colori parlarono alleanime generose e gentili, con leispirazioni e gli effetti delle virtùonde la patria sta e sì augusta; il

bianco, la fede serena alle idee chefanno divina l'anima nella costan-za dei savi; il verde, la perpetuarifioritura della speranza a fruttodi bene nella gioventù de' poeti; ilrosso, la passione ed il sangue deimartiri e degli eroi».Nella nostra CostituzioneRepubblicana, all’art.12, si legge:“La bandiera della Repubblica è iltricolore italiano: verde, bianco erosso, a tre bande verticali dieguali dimensioni”. I tre colori della nostra bandiera,comunque, hanno un’antica rile-vanza letteraria definita da Dantenel canto XXX del Purgatorio aivv. 31-33 che definisconoBeatrice, quando per la primavolta appare a Dante: “sovra can-dido vel cinta d'uliva / donnam'apparve, sotto verde manto /vestita di color di fiamma viva”: ilbianco rappresenta la fede, ilverde la speranza, il rosso la cari-tà.

A. Caliri e P. Catena

150°ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA

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Enrico De Nicola(1946-1948)

Luigi Einaudi(1948-1955)

Giovanni Gronchi(1955-1962)

Antonio Segni(1962-1964)

Giuseppe Saragat(1964-1971)

Giovanni Leone(1971-1978)

Sandro Pertini(1978-1985)

Francesco Cossiga(1985-1992)

Oscar Luigi Scalfaro(1992-1999)

Carlo Azeglio Ciampi(1999-2006)

Giorgio Napolitano(dal 2006)

150°ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA

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lui che 150 anni fa contribuì a unificarel'Italia. Lui secondo me era un grandecondottiero, dovunque ci fosse ingiustiziaGaribaldi partiva subito con i suoi con-dottieri come per esempio quando parti-

rono per l’America per liberare gli indi-geni dagli spagnoli. Giuseppe Garibaldiper me è il mio eroe perchè lui, come dicel'Inno, era pronto alla morte pur di rende-re questa Italia libera.

Il mio eroe è Giuseppe Garibaldi, dettoanch “l'eroe dei due mondi”. Fu proprio

L’eroina barcellonese Peppa ‘a Cannunera

150°ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA A BARCELLONA P.G.

C. Fazio, C. Foti e S. Isgrò

Piccoli eroi locali

Così è nata l'ItaliaGiuseppina Bolognani, detta popolarmen-te “Peppa a Cannunera” nacquw nel 1807e morì nel 1879. Fu una vera eroina risor-gimentale, perchè nella giornata del 31maggio 1860, a Catania, si mise a capodei patrioti liberali e, impossessatasi di uncannone lasciato incustodito dai borboni,li guidò all'attacco della cavalleria nemi-ca. Per il suo coraggio le venne assegnatodal governo Italiano la medaglia d'argen-to al valore militare. Dirimpetto a PalazzoLongano sorge un monumento in ricordodel suo gesto eroico.

Nicholas Calabrò, Santi Costantino, Davide Saporita

Il monumento all'eroina Giuseppa Bolo-gnani, detta "Peppa a cannunera" peressersi distinta a Catania nell'uso di uncannone durante l'attacco del 31 maggio1860, è situato di fronte al Municipio diBarcellona. Ci riporta alla mente l'impre-sa garibaldina e la battaglia di Milazzo.Barcellona fornì aiuto alle truppe garibal-dine e si prodigò nella cura dei numerosiferiti meritandosi l'elogio dello stessoGaribaldi che con un proclama datato 5agosto 1860 ringraziò la generosità deibarcellonesi e "le cure gentili e delicatedelle loro donne".

IL MIO EROE, di Bartolo Giunta

I protagonisti del nostro Risorgimento

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Quest’anno ricorrono i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tutte le scuole diBarcellona Pozzo di Gotto hanno parteci-pato ad una spettacolare manifestazione. Alle 8:15 la scuola media ”Ugo Foscolo”si è avviata a piedi verso il Palazzettodello Sport dove ha trovato riunite tutte lealtre scuole. Per ricordare quest’anniver-sario così importante ogni scuola ha com-prato un pezzo di bandiera. Uniti i varipezzi, è stata realizzata una bandieralunga più di 1 Km. Infatti, non avrebbeavuto senso far vedere ogni scuola con lapropria bandiera. Gli alunni, accompagnati dai loro profes-sori, sono partiti intonando lInno diMameli dal palazzetto verso le 10:00,circa; poi si sono diretti verso il centrodella città, scendendo per la via Roma;son passati davanti alla piazza di SanSebastiano, poi hanno continuato il per-corso arrivando fino al monumento il“Seme d'Arancio”. Di seguito hanno fattoil giro da San Giovanni ed hanno poiimboccato la vecchia via Garibaldi finoalla piazzetta di San Sebastiano. All’Oasisi sono fermati un po’ e poi si sono avvia-

D. Aliquò, C. Calabrò, N. Calabrò, A. Calderone, A. Caliri, P. Catena, S. Costantino, M Crisafulli, E. Duli, C.Fazio, C. Foti, S. sgrò, V. Lo Monaco, M. Mazzeo, C. Quattrocchi, N. Russo, L. Scalisi, M. Vella, A. Villa

ti per tornare a scuola. Quelli della “Foscolo” si sono stancatimoltissimo perché hanno fatto un sacco distrada, però erano soddisfatti e tutta lagente per strada e sui balconi li guardavasorpresa. La bandiera era cosi lunga ecosi bella che nessuno poteva resisteredall’ammirarla. E con questa manifesta-zione gli alunni hanno voluto dimostrarequanto è importante che l’Italia rimangasempre unita, dalle Alpi alla Sicilia, cosìcome l’hanno voluta i nostri patrioti delRisorgimento.

IL TRICOLORE SULLE GAMBE DEGLI ALUNNI DELL’IC “FOSCOLO”

LA MARCIA TRICOLORE

UNITI NELLA FORZA DEL TRICOLOREBenedetta Perdichizzi

Una bellissima manifestazione a cui hannopartecipato tutti i ragazzi delle scuole diBarcellona Pozzo di Gotto. Abbiamo cam-minato molto e ci siamo stancati abbastanzaperché non siamo abituati a camminare cosìtanto. La bandiera era lunghissima. Era cosìlunga che quando le persone dovevanoattraversare la strada dovevano aspettareche la bandiera finisse. Ci hanno ripreso, èstato molto bello condividere una giornatacome questa, veramente interessante, e vor-rei ripetere l’esperienza. Ho trascorso unagiornata piacevolissima con i miei compa-gni accanto, ed è stato commovente quandoabbiamo cantato l’Inno di Mameli. Mi sonodivertita anche con i miei professori: eranomolto disponibili con noi, pronti a fare qual-siasi cosa per renderci felici. Questa è statauna tra le più belle esperienza che ho vissu-to fino ad adesso. Tutta la gente guardava inun modo così sorpreso la lunghezza e la bel-lezza della bandiera, che ci faceva sentire acasa nostra e fieri di essere ITALIANI.

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LA MARCIA TRICOLORE

IL VERDE, IL BIANCO ED IL ROSSODELLA MARCIA

Nella nostra città il 17 marzo 2011

Una lunga e bella manifestazioneD. Aliquò, C. Calabrò, N. Calabrò, A. Calderone, A. Caliri, P. Catena, S. Costantino, M Crisafulli, E. Duli, C.

Fazio, C. Foti, S. sgrò, V. Lo Monaco, M. Mazzeo, B. Perdichizzi, C. Quattrocchi, N. Russo, L. Scalisi, M. Vella,

1.264 erano i metri della bandiera, 4.500gli studenti della scuole di BarcellonaPozzo di Gotto, al completo il ConsiglioComunale dei bambini, una folta delega-zione dell’Università della terza età. Unamanifestazione veramente straordinaria,aperta dalla bellissima studentessaRoberta Conti, che rappresentava l’Italia,

e da venti giovani ragazze degli istitutisuperiori, che simboleggiavano le regionid’Italia.La “marcia del tricolore", che si è svoltagiovedì 17 marzo a Barcellona sulle notedell’Inno di Mameli, è stata un'impresanotevole, condotta con tenacia e collabo-razione reciproca tra i dirigenti scolastici,gli insegnanti, i genitori, gli alunni, l'am-ministrazione, gli uffici comunali e laPolizia municipale. Ma i protagonistiassoluti sono stati i giovani, i ragazzi e ibambini delle scuole che hanno partecipa-to con entusiasmo a un'iniziativa storica. La Sicilia è stata rappresentata da una stu-dentessa albanese, ragazza madre, ElidaGuray, perfettamente inserita nella realtàlocale come tanti altri giovani immigrati,simbolo non solo della nuova realtà meri-dionale ma anche di una nuova genera-zione sempre più multietnica.

La marcia d'Italia in mezzo all'immondiziaSara Cappellano

Giorno 16 marzo tutte le scuole della cittàsi sono avviate al Palazzetto dello Sportper festeggiare l'Unità d'Italia trasportan-do per le vie una lunghissima bandiera.

Lungo il cammino noi della “Foscolo”eravamo indignati di camminare in mezzoall'immondizia. A volte eravamo costrettia metterci in fila indiana perchè non cipotevamo nemmeno muovere; in ognipunto vedevamo immondizia fuori daicassonetti. Quando siamo arrivati al

Palazzetto, ci siamo preparati per iniziarela marcia e dovevamo avanzare per lestrade con la bandiera lunga un chilome-tro e mezzo. Tutti si lamentavano per l'o-dore sgradevole che emanavano i rifiuti.La nostra bandiera così bella non merita-va di sfilare in mezzo all'immondizia.

Un’interessante giornata discuola

Bartolo Giunta

In occasione dei 150 anni dell’unitàd’Italia, tutte le scuole hanno partecipatoa una lunga marcia. Ogni singola scuoladi Barcellona P.G. ha messo un contributoper comprare questa lunga bandiera, tenu-ta poi da tutti gli alunni delle diversescuole. Questa manifestazione “megaga-lattica” fortunatamente è riuscita. Labandiera era lunga più di un chilometro.Abbiamo camminato molto cantandol’Inno di Mameli. Quel giorno tutti inegozi erano chiusi e in giro c’era pochis-simo traffico. Purtroppo c’era moltovento. Come prima tappa siamo andati al

“Palazzetto dello sport”, da dove ha presoavvio la “Marcia del tricolore”, e dopoabbiamo sfilato con la bandiera per lestrade del centro città. È stata un’espe-rienza bellissima e indimenticabile, unmomento fortemente educativo, un even-to che spero si ripeta ogni anno.

La nostra partecipazione

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LA PAGINA DELLA SCUOLA

“Foscolo” - “D’Alcontres”: 25 a 20Partita di rugby

Giorno 25/03/2011 gli alunni della Scuolasecondaria di primo grado “Foscolo”,allenati dalla prof.ssa Di Bartola, coadiu-vata dal CT Carmelo Mastroieni, hannodisputato, presso lo Stadio “D'Alcontres”di Barcellona Pozzo di Gotto, la finaledistrettuale di rugby contro la squadradella scuola “D'Alcontres”. La squadradella “Foscolo” era così composta:Simone Scilipoti (capitano), FrancescoMazzeo, Antonio Tino Rizzo, AntonioCalabrò, Carmelo Calabrò, GiuseppeCosta, Gabriele Beneduce, SamueleRecupero, Salvatore Munafò, DomenicoMolica, Nicholas Calabrò, SalvatoreAliquò, Sebastiano Aliquò, AntoninoBrigandì, Santi Costantino, Santino Isgrò,Giulio Giambò, Daniele Arcoraci,Vincenzo Misseri .Alla fine del primo tempo il risultato eragià di 15 a 10 per la “Foscolo”, grazie alledue mete del capitano Simone Scilipoti econ la singola meta di Antonio Calabrò. La partita si è conclusa con la vittoriadella “Foscolo” per 25 a 20, grazie allealtre due mete compiute dal capitano e daAntonio Calabrò.Grazie a questa vittoria la “Foscolo” si èqualificata direttamente alle qualificazio-ni regionali che si svolgeranno a Catania.

Antonio Calabrò, Carmelo Calabro'

LA MIA SCUOLA NON DIVORA L'AMBIENTESanti Costantino

Il nostro pianeta ha subito molti cambiamenti, dallatemperatura alle migrazioni degli uccelli. Tutto que-sto accade per colpa dell’uomo, perché con l’inqui-namento si stanno sciogliendo i ghiacciai e il marediventa sempre più grande; le migrazioni degliuccelli avvengono prima e lo stesso accade alla pri-mavera. Tutti noi dobbiamo iniziare nel nostro pic-colo a fare qualcosa. Per esempio possiamo comin-ciare a non sprecare l’energia, l’acqua, ecc.. Un pro-getto che noi vorremmo realizzare è quello di usarei pannelli solari, di non sprecare molta carta e di col-tivare alcune piante nel cortile della nostra scuola.Un laboratorio che la scuola può fare è poi quellodel riciclaggio della carta, perché la scuola di cartane usa in quantità molto elevate. Utilizza moltacarta, difatti, per fare fotocopie, per stampare sche-de ed altro ancora. Gli alunni utilizzano molti qua-derni e libri e ciò provoca la perdita di molti alberi.Se iniziasse la scuola a fare questo riciclaggio, lacosa si espanderebbe anche in altri luoghi, come alComune, negli edifici pubblici e nelle nostre case. Intal modo si salverebbero molti più alberi e ci sareb-be meno inquinamento.

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I CONTENUTI DEL CORSO

LEZIONI DI GIORNALISMO

Il giornale scolastico si può definire comeuna sorta di contenitore di informazioniche racconta, in maniera discontinua enon preordinata, gli eventi del territorio,registrati e classificati sulla base di alcuniparamenti di riferimento. Non è possibile,evidentemente, raccontare tutti gli eventiche si verificano quotidianamente: il gior-nale scolastico presenta quindi una sele-zione dei fatti ritenuti degni di essere resinoti. La scelta di tali eventi avviene a par-tire dal punto di vista di chi opera la sele-zione degli eventi e li trasforma in noti-zie. L’espressione di questo punto di vistasi materializza nell’organizzazione deicontenuti in termini di tempo (a scadenza)e di spazio (ciascuna edizione del giorna-le) e nelle modalità scelte per trasformaretali contenuti in notizie.La notizia può essere intesa come il rac-conto degli elementi di un evento o di unfatto la cui conoscenza viene ritenutainteressante per i lettori. Non tutti i fatti,però, diventano notizia. Secondo studirecenti, soltanto nel 10% dei casi le noti-zie che affluiscono nella redazione di un

giornale vengono stampate. In generale, si può affermare che diventanotizia un evento o un fatto che sia carat-terizzato da novità, eccezionalità, utilità,importanza, prossimità, emotività, esclu-sività.È noto l’esempio dell’uomo e del cane:un cane che morde un uomo non fa noti-zia, un uomo che morde un cane sì.Questo significa che un fatto, per diven-tare notizia, deve essere singolare, averecarattere di eccezionalità. Deve inoltrepossedere il carattere di novità; non acaso il termine inglese che identifica lenotizie è «news».Altra caratteristica che rende un eventonotiziabile è l’eventuale ricaduta di carat-tere pratico che tale evento ha sulla vitadelle persone. Può essere il caso – peresempio – dei corsi Pon organizzati dallascuola. In questo caso prevale il caratteredi utilità della notizia. La vicinanza del luogo in cui un fatto siverifica è un altro fattore che contribuiscea trasformare il fatto stesso in notizia. Laprossimità non è da intendersi soltanto insenso “fisico”, ma anche “psicologo”: unavvenimento a Messina può comunque

avere un forte impatto sui lettori di“FoscoloNews”. In questo caso è propriola carica di potenziale “emotività” aindurre il giornalista a costruire la notizia. Anche un avvenimento in corso di svolgi-mento o che si presenta carico di sviluppiulteriori diventa facilmente notizia, inquanto i “colpi di scena” annunciati – piùo meno prevedibili e costruiti per l’occa-sione – hanno il potere di tenere destal’attenzione del lettore e proiettare la suacuriosità sui possibili sviluppi futuri.Generalmente le notizie di questo tiposono costruite all’insegna del sensaziona-lismo.Vi sono anche fatti che in sé non sarebbe-ro particolarmente importanti, ma che lodiventano perché una determinata testataha su di essi l’esclusiva e riesce a docu-mentarli prima delle testate concorrenti.L’esclusività è in questo caso il fattoredeterminante nella scelta di pubblicare lanotizia su quell’evento.Le notizie si possono classificare anchein base alla loro prevedibilità. Una cate-goria importante è quella delle notizieche emergono dalla cronaca quotidiana enon si possono conoscere in anticipo.

Martina Mazzeo, Santi Costantino,Santino Isgrò, Carmen Foti,

Erselda Duli, Vanessa Lo Monaco,Lucrezia Scalisi

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I CONTENUTI DEL CORSO

Articolo di cronaca: presentare la notizia nelle prime righe, senza divagazioni; prefe-rire l’attacco diretto piuttosto che quello ritardato; essere quanto più possibile precisi.Articolo di cultura: attirare l’attenzione del lettore e curare meticolosamente la pun-teggiatura, l’ortografia, la morfologia e la sintassi.Articolo di sport: scrivere con stile semplice, agile e sintetico, inserendo anche com-menti ed interviste per informare dettagliatamente ed in maniera approfondita.Articolo di scienze: verificare sempre le informazioni e spiegare i termini difficili especialistici dell’argomento trattato per essere capiti da tutti. Articoli di spettacolo: dare notizie particolareggiate sui personaggi e sugli avveni-menti ed arricchire il tutto con dettagli ed ulteriroi informazioni.Articoli di economia: rendere in maniera semplice l’argomento e saper indirizzare ilettori verso notizie riguardanti il lavoro, il risparmio e le tasse.I consigli di cui sopra, comunque, vanno intesi in maniera circolare, nel senso che val-gono tutti per tutti gli articoli di giornale.

Consigli per gli articoli di giornaleNadia Russo, Carmen Quattrocchi e Alberto Calderone

Il prof. Rinaldo Anastasi

Altri consigli Benedetta Perdichizzi,

Alessandra Villa

Per il lessico:Prediligere i termini semplici; usare pochiaggettivi e mai in coppia; evitare le paro-le vaghe; ridurre al minimo le metafore;eliminare le parole superflue; rifiutare lefrasi fatte; ridurre le ripetizioni; diffidaredel burocratese; non mettere al plurale leparole straniere.Per la sintassi:Usare uno stile lineare, con molte princi-pali e pochissime subordinate; uno stilechiaro, completo, conciso.Consigli sparsi:Essere quanto più possibile precisi;“Conservar la mano pura”; “Il santo Veromai non tradir”; non “proferir mai verboche plauda al vizio”; non proferire maiverbo che “la virtù derida”.Madre di tutte le regole:Si scrive quando si è veramente informa-ti e quando si hanno più “c” da comuni-care: certezze, circostanze, concetti,cognizioni, contenuti, convinzioni, cono-scenze, concezioni, commenti, chiari-menti, critiche, considerazioni, congettu-re, citazioni, connessioni, confronti,

cominciamenti, conclusioni, consigli,conseguenze… . Il concetto ciceronianodella necessità di profonde cognizioni perparlare con autorità e consapevolezzavale anche per la parola scritta.L'articolo di giornale dev'essere quantopiù impersonale possibile, mantenendodistacco e oggettività.

Le 5 regole base dell’intervista

Iniziare subito senza perdere tempo e condomande semplici; far parlare bene gliintervistati di ciò che sanno, non di altro;non sovrastare gli intervistati, canzonarlio prenderli in giro; non intendere l’inter-vista come un complice colloquio tra inti-mi, ma un garbato interrogatorio condot-to dal giornalista a nome dell’opinionepubblica; dare l’ultima parola sempreall’intervistato per una forma di rispettovisto che è stato importunato.

Le lezioni del professore Anastasi

Domenica Aliquò, Nicholas Calabrò

Durante il corso Pon di giornalismo

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C. Calabrò, N. Calabrò, L. Scalisi

I CONTENUTI DEL CORSO

F i n a l i t à d e g l i a r t i c o l i d i

Il giornale è una sorta di contenitore di notizie, che racconta gli eventi registrati e clas-sificati sulla base di parametri di riferimento. Le notizie possono essere intese come ilracconto degli elementi di un evento o di un fatto la cui conoscenza viene ritenuta inte-ressante per i lettori. Diventano notizie gli eventi o i fatti che siano caratterizzati da ter-ritorialità, novità, eccezionalità, utilità, importanza, prossimità, emotività, esclusivitàIl criterio più importante, per un giornale scolastico, è però quello della vicinanza delluogo in cui i fatti si verificano, ossia la prossimità in senso “fisico” e “psicologico”. Ci sono diversi tipi di articoli in base alla loro finalità: gli articoli di cronaca, di cultura,di scienza, di sport, di economia servono ad informare; gli articoli che pubblicizzano deiprodotti e inducono ad acquistarli servono per attivare; gli articoli di fondo, che espri-mono delle opinioni, servono a convincere, a persuadere; gli articoli che spiegano inchiave personale servono a commentare; gli articoli di satira a divertire; le recensioni difilm, di libri o degli spettacoli ad insegnare.

L’articolo per informare

Tipologia degli articoli di giornale - B. Perdichizzi, D. Aliquò, M Vella A seconda della posizione in pagina, dellalunghezza, delle modalità di stesura edella strutturazione complessiva, è possi-bile delineare la tipologia degli articoliche ci possone essere in un giornale.La notizia è un articolo breve di pocherighe. Il servizio è un articolo più lungo.Il resoconto è una relazione particolareg-giata. L’inchiesta scava nei fatti per sco-prirne le cause. Il reportage è un serviziorealizzato da un inviato speciale. Le sche-de sono brevi pezzi di carattere tecnico oillustrativo. I box e i riquadri sono schederacchiuse in una “cornice”. L’intervista è

te, aggiornata di continuo, da adoperare incaso di morte dell’interessato. Il pezzo dicolore è una cronaca che tratta aspettiminori o particolarmente curiosi di unavicenda. L’articolo di costume è un com-mento o riflessione su fatti di cronaca checolpiscono particolarmente l’attenzione.L’elzeviro è un articolo di carattere lette-rario. L’articolo di fondo è un commentopolitico di stretta attualità. L’articolo dispalla è un argomento della prima paginapiù importante. La civetta è la sintesi diun argomento trattato all’interno del gior-nale.

un insieme di domande e risposte. La cor-rispondenza è il racconto di un evento daparte di un giornalista residente o inviatoin un luogo diverso da quello in cui operala redazione del giornale. Il pastone è unarticolo che sintetizza la situazione politi-ca o elenca i fatti più rilevanti della gior-nata parlamentare.Il corsivo è un articolocritico, polemico o satirico su problemi diattualità. La rubrica è una sezione delgiornale riservata alla trattazione di argo-menti specifici con cadenza periodica. Ilcoccodrillo è un articolo in cui si narra labiografia di un personaggio ancora viven-

Fra i tanti contenuti

L’articolo di fondo è collocato di norma in alto a sinistra dellaprima pagina, è finalizzato a persuaderePuò essere costruito secondo lo schema classico dell’argomen-tazione: affermazione della tesi fondamentale (ciò che si vuoledimostrare); almeno tre argomentazioni, addotte per motivare espiegare la tesi sostenuta (essi costituiscono il corpo centraledel discorso); conclusione delle varie motivazioni, con riaffer-mazione della tesi sostenuta all’inizio e, in tal modo, dimostra-ta; eventuali consigli, incitamenti ed inviti.

giornale

C. Quattrocchi, N. Russo

L’ar t ico lo d i fondoC. Fazio M. Mazzeo

Direttore ResponsabileProf. Francesco Parisi

EditoreIC n. 2 “Foscolo” di

Barcellona Pozzo di Gotto

Tutorprof.ssa Angela Conti eprof.ssa Maria Triolo

Referente per la valutazioneprof.ssa G.M. Taormina

Facilitatriceprof.ssa Michaela Munafò

Esperto Esternoprof. Rinaldo Anastasi

RedazioneAlunni dell’IC 2 “Foscolo”

di Barcellona P.GNumero chiuso

l’8/4/2011

È piuttosto nota la regola della “5 W”, che impone al giornali-sta di rispondere fin dalle primissime righe a cinque domande:who (chi?), what (che cosa?), where (dove?), when (quando?),why (perché?). Si tratta di una regola che trova i suoi prece-denti negli antichi manuali latini di retorica, dove si prescrive-va di rispondere ad analoghe questioni: Quis? Quid? Ubi? Cur?Quando? Quomodo? Con quest’ultimo avverbio, i latini chie-devano anche spiegazioni sul “come”, che invece le “5 W”danno per implicito e che generalmente costituisce il cuore del-l’articolo.In quanto alla strutturazione l’articolo per informare può esse-re suddiviso in: informazione centrale (Chi? Che cosa?Quando? Dove?); sviluppo dell’informazione centrale (Chi?Quando? Dove? Come? Perché); motivazione dell’accaduto(Come?); ulteriori informazioni e dettagli (Dove? Come?Perché? Quando?).