Appunti tour marocco 2014

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- 1 - appunti di viaggio di Piero e ANNA

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Un paese sorprendente, un viaggio in camper per conoscere meglio il Marocco. Abbiamo percorso strade alla scoperta del suggestivo paesaggio del Marocco, visitando le Città IMPERIALI con i loro caratteristici Souk di MARRAKECH, FES, MEKNES e RABAT, le bellezze naturali delle Gole di TODRA,ZIZ e DADES, le OASI, le CASBAH, il deserto con le GRANDI DUNE di sabbia.

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appunti di viaggio di Piero e ANNA

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appunti di viaggio di Piero e ANNA

Tour Marocco 2014 dal 10/2 al 9/3 Un paese sorprendente, un viaggio in camper per conoscere meglio il Marocco Paese dalla storia millenaria, punto d’incontro tra culture diverse, terra multicolore: questo è in estrema sintesi il Marocco. Per questo motivo io ed Anna abbiamo deciso di visitarlo in camper con un viaggio organizzato "una piccola carovana di camper" .... 11 esattamente. Sfatiamo subito una falsità riguardo alla pericolosità del viaggio in camper in Marocco, l’importante è, come sempre, rispettare cultura e tradizioni per certi aspetti lontane dalle nostre. Abbiamo percorso strade alla scoperta del suggestivo paesaggio del Marocco, visitando le Città IMPERIALI con i loro caratteristici Souk di MARRAKECH, FES, MEKNES e RABAT, le bellezze naturali delle Gole di TODRA,ZIZ e DADES, le OASI, le CASBAH, il deserto con le GRANDI DUNE di sabbia. Iniziamo il nostro viaggio il giorno 10 febbraio dove ci incontriamo tutti al porto di Genova e con la motonave/traghetto ci imbarchiamo la sera insieme a tantissimi marocchini stracarichi sui loro mezzi (per stracarichi si intende che sul portapacchi hanno collocato merce da raddoppiare l'altezza del mezzo). Le due giornate successive si trascorrono in allegria; chiacchierando, approfondendo le conoscenze, giocando a carte, raccontandoci esperienze passate in camper..ecc... 12 febbraio - Raggiungiamo in serata il porto di Tangeri e sbrigate le lunghe formalità doganali, pernottiamo nel parcheggio del porto.

giovedì 13/2 VOLUBILIS 1.a meta del tour

Volubilis è un’antica città romana, i cui resti rappresentano il più importante sito archeologico marocchino; la sua fama ha superato i confini nazionali quando nel 1997 l’Unesco ha deciso di inserirlo tra i patrimoni dell’Umanità. Sono sincero, non sapevo nulla della sua esistenza finchè, leggendo le mete del tour in Marocco sono venuto a conoscenza di questo sito archeologico.

Appena giunti a Volubilis, si parcheggia e accompagnati da una guida locale che parla italiano iniziamo a percorre le rovine della antica città romana, in alcuni punti ben conservati.

Si percorre il Decumanus Maximus, la via principale di Volubilis. All’interno delle varie case che si affacciano sulla via si ammirano stupendi mosaici, con colori vivissimi nonostante siano passati 2000 anni. Proseguendo si arriva alla zona clou degli scavi: il Foro parzialmente ancora intatto, abbiamo trovato gli ultimi abitanti di Volubilis nonché la vera particolarità dell’area: " le cicogne " ; si perché quelle che un tempo erano le colonne dei templi sono diventate la base ideale per i nidi dei volatili…... quasi ci sembra di invadere il loro spazio, di entrare in casa loro per quante ce ne sono. Continuando la passeggiata nel foro, alzando gli occhi verso la vicina collina notiamo uno strano paesino su un’altura che sembra la gobba di un cammello: si tratta della vicina Moulay Idriss.

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Prima di ripartire si curiosa nel vicino negozietto per i primi acquisti di ricordi, si scambiano le impressioni della visita....... si commenta che nel complesso, Volubilis ci ha colpito. Volubilis da l’idea di essere scarsamente valorizzata (il che è incredibile essendo un sito Patrimoni dell’Umanità nonché il più importante sito archeologico del paese) ma questo stato di abbandono, a mio parere, dona un fascino particolare.

Non c’è nessuna forma di sfruttamento commerciale e questo ha permesso alla vecchia città di rimanere incontaminata, si è mantenuta un’area più vera, più a misura d’uomo, adatta oltre che a una visita culturale anche a una passeggiata ecologica. Sorseggiando un caffè, incontriamo il parcheggiatore ed offriamo delle scarpette per i suoi bambini...contento ci ringrazia e saluta calorosamente. Si riprende il cammino verso il vicino campeggio per pernottare.

venerdì 14/2 MEKNES

La mattina in campeggio a Volubilis con sorpresa ci viene servito il the marocchino direttamente in camper (è il primo the marocchino...veramente gradevole servito con foglie di menta fresca) Percorriamo la strada in mezzo alle colline, attraversiamo alcuni piccoli villaggi, dove le persone camminano con passo svelto in cerca di approvvigionamenti nel vicino mercato...... e visto che eravamo in coda fermi ne approfittiamo per un acquisto di arance (che troveremo molto dolci e sugose). Arrivati a MEKNES, ribattezzata la Versailles del Marocco, meravigliosa città imperiale, parcheggiamo nel cuore della città sotto le grandi mura (25 km di mura imponenti che circondano la storica city imperiale) Qui incontriamo una guida locale molto simpatica, nei suoi racconti intercala la storia con battute spiritose. Camminando verso l'ingresso DAR EL-MA o palazzo dell'acqua con i famosi granai ci racconta che Meknes, è una città imperiale. e per chi ci vive è anche un florido e movimentato capoluogo di provincia. Deve la sua ricchezza all'industria locale e alla fertile terra dei campi, delle colline di vigneti che lo circondano con un'ottima produzione di vino marocchino I numerosi monumenti del passato sono dominati dalle maestose creazioni del sultano Mounty Ismail, abile ma spietato che governò il Marocco per 55 anni (1672-1727). Sotto il suo regno, Meknes si trasformò da cittadina di provincia a spettacolare capitale con venti porte,trenta palazzi reali, venticinque chilometri di mura esterne, moschee, caserme, giardini ornamentali. Come le altre cittadine marocchine, è divisa fra medina e città nuova.

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Dopo aver visitato i granai, le scuderie e la vicina piazza con la splendida porta Bab El-Mansour........ a mezzogiorno si decide di recarsi in un locale tipico a gustare per la prima volta Tajin e cuscus marocchino accompagnato da the.

Nel pomeriggio si prosegue la visita al Mausoleo di Moulay Ismail, uno dei monumenti principali di Meknes, riccamente decorato con mosaici dai colori brillanti. E' uno dei santuari del Marocco accessibile anche a chi non è di religione musulmana (fatta eccezione per il venerdì pomeriggio), l'accesso è consentito solo ai cortili e alle stanze attigue. La tomba del sultano, che si trova all'interno del santuario l'abbiamo solo sbirciata da lontano, attraverso la porta. Si conclude la visita con quattro passi nelle vicine vie per curiosare nei piccoli colorati negozietti in cerca di souvenir. Si riprende il viaggio percorrendo le strade per raggiungere la vicina FES attraversando colline di un verde molto intenso, giunti in campeggio prepariamo tutti insieme la prima spaghettata e in allegria passiamo la serata .

sabato 15/2 F E S

Fes: la regina imperiale del Marocco ricca di monumenti, detta la "Firenze del Maghreb"; è la città più antica del Marocco. Fuori dal campeggio ci aspetta un tipico minibus Marocco. Andiamo alla scoperta della Medina di FES EL-BALI (vecchia Fes) . Nei suoi vicoli stretti e tortuosi ci sono centinaia di bazar coperti, ogni genere di negozi di artigianato. Al suo interno ci sono: Madrasse, Moschee, scuole coraniche e le famose concerie per la tintura. La guida ci racconta : " si dice Fez oppure Fes (si trova scritto in entrambi i modi) è proprio la più grande e la più antica delle quattro città imperiali: ovvero Marrakech, Rabat, Meknes e appunto Fez. Moschee, palazzi intarsiati dalle ceramiche e decorati da scritte arabe costituiscono la maggior parte delle attrazioni di questa città marocchina. Tra le moschee tre sono quelle più conosciute, Jamaa Al-Achiakh, Jamaa Achourafa e Jamaa Al-Andalous. La città si divide in parte vecchia e parte nuova, ognuna con una propria caratteristica che merita di essere visitata. Andare a Fez significa fare un salto nel cuore del Maghreb: la città, infatti, è stata fondata nell’808 e da allora molto del suo passato è ancora visibile. Pur vantando il primato di grande città, in realtà conta meno di un milione di abitanti, quindi per i nostri standard, rimane un centro tutto sommato di dimensioni piuttosto ridotte. Eppure, la maggior parte degli abitanti è concentrata nella Medina, Fes el Bali - Vecchia Fes, il cuore pulsante e commerciale della città, dove il tempo sembra rimasto inalterato negli ultimi 300 anni. Non è un caso, infatti, che questa zona venga considerata uno dei principali centri di tutto il mondo islamico: moschee, botteghe artigianali, viuzze, mercati, bazar e antichi edifici. In questo dedalo intricato di stradine, case e cortili, si può trovare di tutto: merci, cibo, bevande, artigiani, gioielli, teiere, arredo casa. E’ qui che le donne vengono a fare la spesa ogni giorno. Una delle immagini più note di Fez riguarda le sue concerie, all’aria aperta: cromaticamente parlando, si tratta di immagini molto scenografiche per via dei tanti colori. Ma c’è un risvolto negativo della medaglia legato al cattivo odore emanato"

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Passeggiamo nella parte vecchia di Fes dove si trova la Medina, ovvero il centro antico di stampo prettamente musulmano, sembra di respirare l'anima più vera e intima di questa città. Senza dubbio la più affascinante: si tratta di un labirinto di stradine piccole e intricate che rendono l'atmosfera di questo posto quasi irreale. Al suo interno troviamo delle belle case residenziali, palazzi intarsiati dalle ceramiche e dalla scrittura araba, piazze con fontane, vicoletti caratteristici e moschee. Poi ci addentriamo nel souk; suddiviso in quartieri artigianali. Nella zona dei tintori dove gli artigiani tingono le pelli, prevale un odore acre, siamo invitati a salire nella parte alta dell'edificio, all'ingresso ci consegnano un rametto di menta spiegandoci che deve essere annusato visto che gli odori di lavorazione della pelle diventano troppo nauseabondi; dal terrazzo vediamo delle vasche colorate dove ragazzi intingono le pelli, rimaniamo stupiti di come .............................. ma è decisamente affascinante perché permette di vedere tutto il dietro le quinte del mondo della conceria. Si prosegue con le visite di alcuni artigiani della ceramica, del ferro, dell'ottone, artisti del ricamo del cucito, cesellatori, ed infine tessile dove ciascuno artigiano ci invita ad entrare nella propria bottega offrendo del the per illustrarci la propria arte ed offrire i prodotti. E' mezzogiorno veniamo accompagnati in un locale tipico della Medina molto particolare dove si respira un'aria islamica con musica orientale, si pasteggia alla marocchina...tajine ...couscous dolci tipici ecc... Riprendiamo a percorrere la Medina visitando la Moschea Al-Qarawiyyin: antica quasi quanto la città visto che risale all’857, è la moschea più importante di Fez nonché sede della più antica università islamica. Infatti possiede una biblioteca di antichi testi coranici . Un’altra tappa nel nostro percorso è la madrassa Bu Inayna, cioè la scuola coranica che al suo interno ospita un collegio di studenti. Anch’essa molto antica, visto che è stata fondata nel 1350, conserva intatto tutto il fascino delle costruzioni tipiche dell’epoca marocchina, con un cortile piastrellato in centro. Infine, una delle costruzioni purtroppo chiuse al pubblico ma stupefacenti in bellezza è il Palazzo Reale: mastodontico, celebre per le sue immense porte d’oro, trapela lusso e splendore che possiamo solo immaginare dall’esterno.

Fes ci rimarra impressa nella nostra mente con la sua Medina la più caratteristica del paese, e i suoi vicoli nella Fes el Bali - Vecchia Fes i vari quartieri di Tala-El-Kbira e Tala Sghira, Chouara, ovvero il quartiere dei conciatori (dove siamo stati pervasi da un odore non proprio gradevole), e i vari suk : colorati,confusi, caotici come e più di quelli delle altre città del Marocco, pieni di curiosità , oggetti da portare a casa come ricordo.

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domenica 16/2 GOLE DELLO ZIZ

Per raggiungere le gole dello ZIZ attraversiamo le montagne del Medio Atlante; un massiccio montuoso di 350 km di lunghezza sito nel nord-est del Marocco. La sua biodiversità, sia di fauna che di flora, fa del Medio Atlante una delle mete turistiche pia significative per le bellezze naturali.

Il Medio Atlante è anche sinonimo di ampi spazi, di infinite distese, di foreste di cedri incontaminate, di popolazioni con uno specifico e affascinante patrimonio etnico. A causa della sua elevazione il Medio Atlante è coperto da neve durante i mesi invernali ed ha un clima fresco durante l'estate. Le montagne del Medio Atlante sono una delle zone meno popolate del Marocco e le tribù berbere che ancora oggi vivono sulle sue alture hanno tutte un passato bellicoso. Oggi sono per lo più comunità seminomadi che, durante i rigidissimi inverni, scendono a valle insieme al proprio bestiame. Strada facendo attraversiamo la bellissima Foresta di Cedri, altra dimostrazione della varietà di micro-clima del Marocco. Improvvisamente il paesaggio cambia e ci si trova in mezzo a case con tetti spioventi: se non fosse per le bertucce e le scimmie Sembrerebbe di essere sulle Alpi

Incontriamo e sostiamo nella città di IFRANE che gode di neve sufficiente, durante i mesi invernali, da conferirle un aspetto abbastanza raro in Africa: si tratta di una stazione sciistica, ci sembra di essere in un villaggio prettamente ALPINO, soprannominata la Svizzera del Marocco.

Ifrane è stato costruita dall'amministrazione francese nel 1929 su un terreno espropriato dagli abitanti di Zawiya . La città doveva essere una "stazione di collina", un luogo fresco per le famiglie coloniali per trascorrere i caldi mesi estivi, ed è stato inizialmente progettato secondo il modello di "città giardino" di progettazione urbana allora in voga. Passeggiamo tra chalet, alberghi e villette in stile alpino, tra giardini e viali alberati, con caratteristici locali di montagna, .

Riprendiamo il nostro cammino dirigendoci a sud fiancheggiando la verdissima Valle dello ZIZ traboccante di palme, che spiccano fra due ali di rocce rossastre ed il paesaggio desertico circostante, mentre spira un vento pungente da est che, vista la latitudine e la stagione, rende l'aria fin troppo frizzante: Per giungere nelle gole dello ZIZ attraversiamo il Col du Zad a quota 2178 metri, proseguendo fino a MIDELT e quindi alle Gorges du Ziz attraverso il tunnel dei legionari, per giungere in campeggio verso sera inoltrata dove pernottiamo, siamo accolti dai titolari che ci offrono il solito the. Le Gole dello Ziz sono una serie di gole in Marocco delimitate da due porte artificiali, sia all'ingresso sud che a quello nord. Alla loro estremità meridionale è la diga di Hassan Addakil che crea un lago artificiale mentre all'estremità settentrionale è il Tunnel del Legionario costruito, dalle truppe dell'Impero coloniale francese nel 1930, al fine di creare un passaggio verso la valle dello Ziz.

La gola è il risultato dell'erosione della acque dell'Atlante. Il canyon si snoda fra colline alte fino a 320 metri ed è largo mediamente fra 100 e 200 metri per una lunghezza totale di circa 80 km.

E' una zona dove c'è una grande quantità di fossili, una risorsa economica di alcuni abitanti. Anche noi ci siamo cimentati a raccoglierne alcuni, provando a rompere un sasso alcune volte si ottiene l'apertura che porta alla luce un'inclusione.

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17 - 18 febbraio GOLA DEL TODRA

Ripreso il cammino Marocco la prima sosta è su una terrazza all'altopiano, un bellissimo panorama, in lontananza si scorge una valle con palme e villaggi berberi, una grande frattura nell'altopiano che divide l'Alto Atlante attraversata da un fiume dall'acqua cristallina, peccato che è una giornata ventosa e nebbiosa, non ci permette di goderne a pieno le bellezze. Nella tenda bar ci viene servito ormai come consuetudine il the e ci viene offerto di acquistare i datteri e il caffè di dattero. Si prosegue per il fondo valle dove sosteremo presso un artigiano per la lavorazione del marmo con fossili. Durante la visita ci viene comunicato che non possiamo proseguire il viaggio verso il deserto a causa di una tempesta di sabbia, e non possiamo consegnare gli aiuti umanitari di persona, ma dei volontari si recheranno nel giro di poco presso la fabbrica a ritirare i pacchi a loro destinati. L'itinerario del tour viene cambiato quindi, finita la visita e la consegna, si prosegue verso le gole del Todra per poi proseguire il giorno successivo verso le gole del Dades. Si riparte e ci dirigiamo verso ERFUOD la prima oasi del deserto, per una breve sosta presso un villaggio di berberi. Visitiamo la rete che portava acqua ai pozzi nei villaggi berberi della zona, scendiamo sotto terra per vedere quei tunnel scavati nel sottosuolo che si estendono per chilometri, e ora, destinati a visite turistiche e ai loro magazzini. Alla fine della visita siamo ospitati nella loro tenda, ci offrono il the e i loro prodotti sapientemente lavorati. Proseguendo per TINERHIR, facciamo una piccola sosta (break-coffee) in un paesino a ridosso della montagna e notiamo dei bimbi seduti a terra a cui doniamo giochi e scarpe. La mamma ci ringrazia, il papà ci offre una scatolina chiedendoci in cambio una bottiglia di vino e dopo un pò di insistenze, accettiamo lo scambio ma notiamo al nostro passaggio in camper che la moglie sta litigando col marito (che tiene stretta a se la bottiglia) per aver .........pensiamo.........chiesto il vino. Dopo alcuni km troviamo la deviazione per la valle del TODRA, e arrivati osserviamo increduli il fondo valle disseminata di coltivazioni, palmeti e villaggi berberi. Entriamo nelle Gole del TODRA, questa profonda fenditura nell'altopiano che divide l'Alto Atlante dal Jebel Sharo e nel punto più stretto le pareti raggiungono l'altezza di 300 metri. Si parcheggia per passeggiare e ammirare le bellezze della natura che ci sovrasta: la gola è molto suggestiva, la luce penetra nel fondo della gola e le rocce rosa assumono un'intensa tonalità ocra, nel percorso qua e la tende berbere che vendono i loro manufatti braccialetti, orecchini, turbanti, curiosiamo ammirando i particolari monili, ci facciamo coinvolgere e vestire con un turbante. Anna fa alcuni acquisti, al termine, mentre ci incamminiamo verso il camper viene raggiunta da un ragazzo berbero in motorino che insiste per venderle un paio di orecchini, Anna alla fine non sa dire no.

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Ritornando Anna scatta altre foto durante il percorso. Che dire, le bellezze da immortalare per ciò che ci circonda sono tante, la montagna che ci sovrasta sembra scolpita, lavorata attraverso i millenni dalla natura, a colori rosso ocra, con tonalità grigio verde, che meraviglia !!

18 - 19 febbraio GOLE DI DADES

Percorriamo la strada che corre dalle gole di Todra sino alle gole di Dades Nella valle del Toudra e del Dades scorre un fiume, il Ouadi, scaturito dall'Alto Atlante, l'Ouadi Dadès alimenta una serie di oasi, scrigni di mille kasbah della valle. Ma a partire da Boumai, i versanti desertici della montagna rosicchiano il suo nastro di vegetazione. Ma l'Ouadi è testardo, non molla, scava blocchi spessi di calcare. E la valle si stringe in pareti vertiginose: le gole del Dadès. Arrivati a Boumaine du Dades, all'imbocco delle Gorges du Dades, risaliamo una parte delle gole dove arriviamo in campeggio a seguire cena con grande spaghettata x tutti nella stanza messaci a disposizione dal campeggio, sui tavoli vino e cibarie di vario tipo messe a disposizione da ciascuno di noi, si raccontano aneddoti ed emozioni provate della giornata.

La mattina fuori dal campeggio ci aspettano i pulmini che ci porteranno a visitare le gole di Dades il capo comitiva Marocco ci racconta: ' Le gole del Dades si aprono un varco nei monti dell'Alto Atlante a nord e sono una delle bellezze più affascinanti di tutto il Marocco. Situata a circa 24 Km a monte della città- mercato di Boumalne,la valle formata dal fiume Dadès nella parte compresa tra Skoura e Boumalne du Dadès viene chiamata 'valle delle mille kasbe' dove si possono ammirare le gole del Dadès con i suoi ksour e kasbe, tra cui quelle di Ait Arbi e Tamnat. Dopo i ponti di Ait Oudinar e Ait Ouffi comincia la parte più inaccessibile e spettacolare delle gole, dove si racconta che chi riuscisse a sfuggire ai briganti non sarebbe comunque sopravvissuto all'attacco dei temibili leoni dell'Atlante" Il capo comitiva giunto al termine del ns. percorso prosegue nel suo racconto : ' La strada poi prosegue e si trasforma in pista, guada il Dadès, si arrampica come un merletto sospeso su di un burrone vertiginoso, penetra in un regno segreto: quello degli uccelli e dei mufloni. Ma vi sono altre gole che valgono il viaggio: quelle di Todra. A partire da Tineghir, dopo una cinquantina di chilometri si arriva alla fine del mondo. Due scogliere a picco, con un salto di 300 metri, separate solo da uno stretto corridoio largo una ventina di metri.'

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Scendiamo dai mezzi e ammiriamo stupiti ciò che ci circonda sembra un enorme blocco di calcare tagliato da un colpo di spada. In questo universo scosceso, dilaniato, le kasbah sposano il lilla, il ruggine, il rosso vivo, il porpora delle rocce. Rientriamo in campeggio fotografando qua e la le bellezze imponenti della rocce che ci circondano. Arrivati preleviamo dai ns. camper i pacchi da donare alla vicina scuola di berberi su......su ...su ... per una mulattiera scoscesa, piena di grossi sassi, pensando a quei bimbi che devono percorrerla tutte le mattine; veniamo accolti da due maestri che non ci permettono di consegnare i ns pacchi ai bimbi personalmente per motivi di privacy ...(in Marocco non è permesso fotografare i minori, che intravediamo nelle due classi) delusi consegniamo e ritorniamo sui nostri passi. Riprendiamo i ns camper e proseguiamo il nostro cammino verso AIT BENHADDOU

19 febbraio AIT BENHADDOU

Aït Ben Haddou . Una volta giunti al parcheggio, si scende verso il fiume, che è necessario guadare. Per farlo si saltella qua e là fra i sassi cautamente, posti dagli abitanti in modo, di non finire con le scarpe in acqua, di attraversarlo, poi si raggiunge la kasbah dove ammirare questo sito con edifici costruiti impastando terra cruda con paglia che a distanza di secoli si ergono ancora in piedi Aït Ben Haddou è nata come città fortificata, o ksar, lungo la rotta carovaniera tra il deserto del Sahara e l'attuale città di Marrakech. Si trova sul fianco di una collina lungo il fiume Ouarzazate. Il Ksar è protetto dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità. La kasbah più intatta e affascinante di tutto il Marocco è senza dubbio quella di Ait-Ben-Haddou, un piccolo gioiello architettonico fatto di semplice fango e terra ma che ha creato edifici davvero spettacolari. Le sue mura sono ben conservate e utilizzate spesso come set cinematografici per numerosi film fra i quali : "Il the nel deserto", "Lawrence d'Arabia", "Sodoma e Gomorra", "Gesù di Nazareth" , "Il gioiello del Nilo" , "Il Gladiatore"..ecc... Oggi nella kasbah vivono sei famiglie che si guadagnano da vivere con l'agricoltura e il turismo. Nelle abitazioni tradizionali non arriva l'acqua corrente e tutti gli abitanti si approvvigionano da una fontana di acqua potabile ubicata nel centro del paese. Poco più in la sorge la città nuova, con case moderne stile kasbah, acqua in casa, una Moschea e una scuola. Salendo per gli stretti vicoli si superano piccoli negozietti, case semplici ed affascinanti, fino a raggiungere la sommità dalla quale si ammira una vista superlativa, con le torri merlate dei palazzi che si innalzano verso il cielo, mentre il fiume separa la kasbah da un lussureggiante palmeto, con le montagne innevate a fare da sfondo. La gente è davvero gentile e un ragazzo ci invita ad entrare nel suo negozietto di strani strumenti musicali , si mette in posa con mia moglie Anna per una foto sorridendo e ringraziandoci. Botteghe artigianali ovunque, ma se non volete comprare nulla basta sorridere e scuotere la testa! Io ho acquistato un disegno originale, realizzato con la tecnica dell' "inchiostro simpatico" con zucchero di canna, visibile solo dopo che la carta è riscaldata sulla fiamma... una vera chicca!!! Finita la visita riprendiamo il nostro cammino verso OUARZAZATE, la sua posizione è alla confluenza delle valli del DRA e di DADES. dove pernotteremo in campeggio.

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20 - 21 febbraio OUARZAZATE

Ouarzazate è una cittadina, relativamente moderna, sorta negli anni venti per opera dei francesi, come centro militare ed amministrativo. È situata nella valle del Dadès, all'incrocio della valle del Draa (nella zona centrale del Marocco), a ridosso del deserto sabbioso del Sahara .

Verso la periferia di Ouarzazate, in direzione di Tinerhir, si trova un interessante complesso: la kasba Taourirt, abitata sino a poco dopo gli anni trenta, che la mattina visitiamo accompagnati da una guida locale che ci racconta : "La nostra cittadina Ouarzazate è un'oasi color caramello, stagliata sul fondo azzurro del limpido cielo africano, alle nostre spalle, di questo monumentale edificio si apre un piccolo villaggio tuttora abitato, interno alla casbah. La Casbah è stata utilizzata, nel 2006, per la terza edizione del reality show italiano La fattoria. Qui vennero girate molte delle suggestive scene africane del film La straniera (2009) di Marco Turco. Nel 1975 Ouarzazate fu la sede delle riprese del film "L'uomo che volle farsi re" con Sean Connery e Michael Caine. Nelle immediate vicinanze ci sono due studi cinematografici ........ Ma ora procediamo con la visita .... Taourirt fu Costruita con fango e paglia come tutte le costruzioni di questo genere presenti in Marocco, era una fortezza palazzo appartenuta alla potente famiglia berbera dei Glaoui che la abitò fino agli anni '30 del XX secolo. Il suo ultimo abitante fu il pascià di Marrakesh Thami El Glaoui. I suoi interni sono riccamente decorati con pareti a volte finite con stucco e qualche volta con zellige (una piastrella di argilla smaltata che riproduce un disegno), mentre il legno di cedro dipinto è utilizzato per i soffitti. Il complesso, realizzato su diverse elevazioni, è costituito da numerose sale riservate agli appartamenti delle mogli e delle concubine del pascià, oltre ad ambienti riservati alla servitù, alle cucine e ai diversi servizi. Al piano superiore si trova una sala di rappresentanza riccamente decorata, con archi moreschi alle finestre che si affacciano sul palmeto circostante e sul cortile interno." Dopo la visita si fanno due passi nel souk al centro del paese e nella attigua piazza, piccolo ma ben fornito e moderno, ci si approvvigiona di frutta e verdura (qui in Marocco molto buona), si curiosa fra le colorate botteghe, notiamo alcune donne con bambini sedute a terra che cercano carità, ci viene spiegato che sono vedove prive di sussidi statali e abbandonate a se stesse, ne parliamo e si decide di ritornare verso sera per portare dei vestiti, scarpe ecc.. da donare ai quei bambini. La sera la piazza si è animata di tanta gente locale con bambini che giocano con macchinine a pedali e corrono, nelle vicine vie del souk bancarelle che preparano cibi salati e dolci.....ma delle vedove nessuna traccia... si gira qua e la e alla fine in un vicolo appartata abbiamo trovato una vedova con una bimba di 6 anni e un piccolo di 5 mesi.. ci ha manifestato tanta gioia nel donare ci mandava continuamente baci..la bimba ci sorrideva stringendo a se il pacco donato.... una grande emozione ..commozione... che provo di nuovo mentre scrivo.

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22 - 23 -24 febbraio ZAGORA

Zagora detta anche "Tazaurt", capoluogo della provincia omonima, nella regione di Souss-Massa-Draâ. Situata nella valle del Draa, (nella zona centrale del Marocco), a ridosso del deserto sabbioso di Ilkhikhn Sahara. Gli abitanti appartengono alle tribù berbere dell'Atlas. E’ una delle città più calde del paese e punto di partenza delle carovane per Tombouctou, un cartello famosissimo cita: "Toumboctou 52 jeurs"

Con il camper attraversiamo la cittadina che si sviluppa lungo la strada che lo attraversa. Il color dominante delle abitazioni è il bianco, l'arancio e rosso mattone. Giunti al campeggio immerso in un palmeto parcheggiamo, ci stendono una stuoia di palma all'ingresso di ogni camper, e ci invitano sotto il gazebo a bere the alla menta come benvenuto. Un’atmosfera particolare gira nell'aria, si esce a far due passi fra piccole dune e orti contornati da un filare di rami-palme secche, notiamo alcuni dromedari vicino al nostro campeggio, ci sembra di esser l'ultimo avamposto prima del deserto. Alla fine della serata i nostri "cuochi amici camperisti", Angela e Pino, ci accolgono con una spaghettata, dell'ottimo gnocco fritto e tanta allegria.

La mattina seguente ci aspettano i fuoristrada che ci condurranno nel deserto, percorriamo parecchi chilometri attraversando un paesino dove la strada asfaltata finisce e iniziamo a percorrere il deserto vero e proprio. Subito iniziano delle cunette di terra e sabbia, l'asfalto e i sassi sono scomparsi, qualche cespuglio verde che spunta ogni tanto, il cielo è blu intenso, poi il passo della nostra jeep si fa lento e affannoso su quella sabbia soffice che avvolge tutto. Strada facendo ci fermiamo ad ammirare un cespuglio di fiori gialli di una pianta grassa e facciamo sosta in un’oasi. Incredibile come in questo mare arido di sabbia e terra spaccata dal sole possa sgorgare dell’acqua, così dal nulla. Siamo accolti dalle donne berbere che stanno lavando panni, ci offrono i loro manufatti che compriamo, i bambini ci sorridono e timidamente si nascondono dietro le gonne delle loro mamme, offriamo doni (giocattoli..vestiti..biro e quaderni) che con grandi sorrisi stringono a se. Dopo uno scambio di calorose strette di mano e saluti si riparte verso un orizzonte di sabbia che non cambia mai prospettiva, Lungo il tragitto incontriamo una carovana di cammelli, notiamo anche una macchia azzurra.....chiediamo se è un laghetto ... il nostro autista sorride e ci spiega che è un miraggio...una visione ottica .....dopo un pò scorgiamo il nostro bivacco: una decina di tende berbere più una tenda molto grande, l'autista ci spiega che è adibita a sala da pranzo.

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Arrivati all'accampamento lasciamo i fuoristrada per salire sulle dune, tutti cerchiamo di salire su quella più alta per ammirare il panorama che ci circonda. Ci dicono che alcune dune arrivano fino ad un’altezza di 200 metri. E’ faticoso arrampicarci, essendo morbida.... ci si insabbia ad ogni passo. Arrivati sul punto più alto ci soffermiamo ad ammirare il mare di dune . Il colore della sabbia sotto i raggi del sole è indescrivibile. E’ di un giallo fuoco dorato e carico. Io ed Anna ci sediamo sulla duna incantati. Alla fine della nostra escursione rientriamo all'accampamento, si mangia nella tenda con i berberi che ci hanno preparato spiedini di pollo alla griglia con verdure , fette di arance aromatizzate, come bevanda il the con foglio di menta fresca, alla fine ci sediamo all'esterno a riposare e farci toccare dai caldi raggi del sole in contemplazione dei colori che ci circondano blu e giallo/oro. E' tardi, e' ora di rientrare, si al campeggio. Il giorno successivo di buon mattino noi insieme ad un piccolo gruppo ci dirigiamo verso il vicino mercato locale; per raggiungerlo, percorriamo le vie interne della cittadina; sono di terra polverosa, qua e là qualche pozzanghera riflette i colori di queste strade. Bottegucce di sarti, meccanici ed artigiani di vario genere; queste vie sono ricche del fascino di una città senza tempo, nessuno ci guarda o ci propone qualcosa. Giunti al mercato, accompagnati da due ragazzi che si sono offerti a farci da guida, camminiamo fra i molteplici banchi del mercato locale ammirando l'arte del mercanteggiare, un mercato dove ci sentiamo intrusi, in mezzo alla gente che affannosamente gira cercando varie mercanzie, qua e la piccole tende di berberi con esposti a terra i loro prodotti, frutta verdura e oggetti di tutti i tipi, notiamo gomme di auto trasformate in secchi, scatole di latta trasformate in pentole. Un vociare continuo di mercanti che un grido-canto offrono i loro prodotti, odori e colori ci travolgono, dopo alcuni acquisti di mandorle, uova e frutta ritorniamo in campeggio storditi dal folklore locale.

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25 - 26.27.28 febbario MARRAKECH

La mattina del 25 febbraio proseguiamo attraversando paesini caratteristici valli con boschi fitti di vegetazione di querce, noci ed oleandri, risaliamo il passo del TIZI n-TICHKA a metri 2260 attraversando la catena montuosa dell'Alto Atlante, dove sostiamo per fotografare lo splendido panorama montuoso, scendendo dal passo in fondo valle facciamo la sosta per il pranzo in un piazzale, dove notiamo alcuni bambini ai quali doniamo biro quaderni scarpe e bonbon ...ma improvvisamente siamo contornati da decine di altri bambini anche grandicelli e in mezzo a loro un capetto a cui fanno riferimento. Tutti ci chiedono doni non riusciamo quasi a scendere dai camper, veniamo letteralmente circondati da tante piccole mani tese, diamo tutto quello che possiamo ...... ma alla fine dobbiamo partire....... sorrisi e mani che ci salutano, riprendiamo il nostro viaggio verso il castello di Chez Ali alla periferia di Marrakech dove trascorreremo la serata e il pernottamento.

Castello CHEZ ALI : un villaggio arabo antico ricostruito per i turisti. Giunti nel villaggio alcuni di noi compreso il sottoscritto decidiamo di indossare costumi arabi. Siamo stati accolti da berberi a cavallo disposti a farsi fotografare con ognuno di noi. All'ingresso del castello molti figuranti con costumi tradizionali, ci invitano ad entrare nella piazza, durante il percorso che ci porta alla tenda ristorante, svariati gruppi di musicisti con ballerine che cantano e danzano cercando di coinvolgerci. Entrati per la cena nella tipica tenda Caidal, ci siamo seduti in un bellissimo ambiente arabo gustando piatti della tradizione marocchina, tra cui: la zuppa harira, il mechoui (agnello arrostito a fuoco lento), il couscous con le verdure di stagione e un vassoio di juiciest fette di arance speziate, a conclusione della cena il tradizionale tè e i deliziosi pasticcini marocchini. Durante il pasto gruppi di musicisti e ballerine si aggirano nei tavoli danzando e cantando . Finita la cena ci siamo accomodati nella vicina arena per assistere al magico spettacolo marocchino: fuochi d'artificio, mangiatori di fuoco, acrobati a cavallo , cavalieri berberi al galoppo che sparavano con fucili a salve e sensuali ballerine di danza del ventre.

MARRAKECH : la mattina del 26 febbraio ci trasferiamo a Marrakech, in un parcheggio dietro la moschea "Mosque Koutoubia". Il nostro capogruppo ci presenta la guida locale che ci accompagnerà nei giorni successivi alla scoperta di Marrakech. Radunati nella piazza attigua ci racconta: "Marrakech è soprattutto una città da guardare. Si ritiene che Marrakesh sia stata fondata all'inizio della dinastia Almoravide, fra il 1062 ed il 1070, da Yūsuf ibn Tāshfīn, un importante capo militare che - dopo aver conquistato il nord del Marocco - occupò al-Andalus in seguito alla sconfitta dei re cristiani in Spagna. Al giorno d'oggi Marrakesh conta circa 1.460.000 abitanti ed è senz'altro la città più nota del Marocco e seconda a Casablanca per le attività commerciali. A Marrakech si individua la città vecchia, la medina, racchiusa dentro le mura, ad ovest della quale è sorta la città nuova. La sua posizione superba, a ridosso dei Monti dell'Alto Atlante incappucciati di neve, rimarrà un ricordo indelebile per gran parte di voi, e la famosa piazza cittadina, Djemaa el-Fna, offre quello che è forse il più grande spettacolo all'aperto del mondo" la guida ci raccomanda in particolar modo di lasciarci attrarre in un mondo frenetico dal sapore antico, dove giocolieri e cantastorie si contendono lo spazio con incantatori di serpenti, maghi e acrobati. Il nostro naso poi ci guiderà verso le numerose file di bancarelle di cibo, dalle quali s'innalzano fumi che riempiono l'aria di allettanti aromi, di invitanti spremute di arance.

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Cosi raccontando ci avviciniamo alla moschea con il meraviglioso minareto proseguendo nel racconto : "

La moschea che vedete della Koutoubia (dei librai) è sovrastata dal ben più appariscente omonimo minareto: alto quasi settanta metri, è il minareto più antico (e completo) delle tre torri Almohadi che ci sono giunte, insieme alla Giralda di Siviglia e laTorre di Hassan a Rabat. Il suo nome deriva dalla parola "kutub" e sembra indicasse il fatto o che nei dintorni fossero presenti venditori di libri sacri o scrivani che prestavano servizio agli analfabeti., i lavori di costruzione iniziarono attorno al 1120, e vennero completati dal sultano Abu Ya'qub Yusuf II (1184-1199). L'architettura è tipica marocchina, del periodo almohade: con decorazioni e fregi di maiolica bianca, turchese e blu ed arabeschi scolpiti, differenti sui quattro lati. Un tempo l'intonaco dipinto e le decorazioni a zellij coprivano tutta la superficie del minareto mentre oggi le piastrelle sono quasi scomparse."

La guida durante la tre giorni ci condurrà a visitare la Madrassa di Ben Youssef , Le Tombe Sadiane, e il Palazzo della Bahia attraversando la Kasbah: l'antica cittadella reale, costituita da un caratteristico intreccio di stradine e di abitazioni private; qui di seguito scriviamo quanto ci ha raccontato :

LA MADRASSA DI BEN YOUSSEF : (madrassa Ibn Yūsuf) La costruzione risale al XIV secolo e venne fondata dal sultano Abū al-Hasan, della dinastia dei Merinidi, e venne quasi completamente ricostruita durante il periodo sa‘dide. Il cortile centrale è contornato su due lati da gallerie, sopra le quali si aprono le finestre delle cellette degli studenti che vi abitavano e vi studiavano il Corano . Sul lato di fondo si trova la sala della preghiera, riccamente decorata da stucchi ed intagli. Artistiche decorazioni ed intagli su pannelli di legno di cedro sono visibili tutto attorno al cortile e sopra le gallerie. Alcuni dettagli della madrassa ricordano l'Alhambra di Granada e pare che architetti spagnoli, musulmani, parteciparono alla costruzione.

LE TOMBE SADIANE : formano un complesso funerario le cui strutture furono fatte costruire dal Sultano Ahmad al-Mansūr. Eccettuati alcuni sepolcri antecedenti il periodo saadita, la maggior parte di essi risale al 1557 . Qesto complesso venne "riscoperto" solo nel 1917, in condizioni di totale abbandono. Restaurate, sono divenute uno dei (pochi) monumenti veramente notevoli di Marrakesh, sovraccariche di decorazioni in stucco e piastrelle zellij. Probabilmente le tombe si salvarono dalle distruzioni e dai saccheggi di Moulay Ismā‘īl poiché erano accessibili unicamente dalla moschea della Kasbah attraverso un passaggio nascosto. Le Tombe comprendono essenzialmente due grandiosi mausolei, dove si trovano le tombe di al-Mansūr e dei suoi figli, di sua madre Lalla Messaūda e di Mohammed al-Shaykh, il fondatore della dinastia saadita. Nell'oratorio si trovano invece numerosi sepolcri di altri principi saaditi e la tomba di Mulay Yazīd. In questo

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complesso furono inoltre tumulate diverse autorità di Marrakech fino al 1792, terminando con la sepoltura del sultano Mulay Yazīd, per un totale di oltre cento sepolture (66 delle quali all'interno dei mausolei).

PALAZZO DELLA BAHIA: Ovvero la residenza del visir di Marrakech, primo ministro di Hassan I. Il palazzo è sontuoso, come si conviene alla residenza di un personaggio di rilievo, ed emana un inconfondibile fascino orientale, tanto che fece da sfondo ad alcuni film quali Alì Baba e i 40 ladroni, Casablanca e Il leone del deserto. L’immensa dimora, situata a ridosso del Palazzo Reale, consta di 150 sale disposte su una superficie totale di 8 ettari. Il palazzo non possiede alcuna coerenza architettonica perché venne costruito in più fasi, in seguito all’acquisto successivo di proprietà adiacenti. Solo una piccola parte del Palazzo della Bahia è aperto al pubblico che visitiamo: vedremo la stanza della favorita – la bahia – dove gli artigiani del Paese hanno sfoggiato tutta la loro bravura. Diversi cortili fioriti con fontane zampillanti si aprono sulle varie ali del palazzo. Quella riservata al Visir ha saloni con porte e soffitti in legno di cedro intagliato e riccamente dipinto, zellij e camini. Il patio delle quattro mogli è piccolo e raccolto, mentre quello delle 24 concubine è più ampio.

PIAZZA JEMA‘A AL-FNAA È la piazza attorno alla quale si sviluppa la città vecchia è considerata il centro vitale (e assolutamente caratteristico) di Marrakech

Alla fine della piazza si diramano i souk mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche: venditori di pelli, lana, calderai, gioiellieri, tintori etc.

L'aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all'aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d'arancia, alle uova di struzzo, venditori d'acqua, etc.) e da "professionisti" dediti alle attività più svariate: le decorazioni con l'henné, i cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti etc. Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per gustare cibi preparati al momento e, più tardi, arrivano musicanti e cantastorie. La piazza e i souk sono molto vissuti soprattutto dai Marocchini stessi più che dai turisti.

Di comune accordo noleggiamo le tipiche e coloratissime carrozze a cavallo per visitare e fotografare i dintorni, le grandi mura, i giardini pubblici, i palazzi della nuova city, i grandi e lussuosi alberghi.

Ci addentriamo in un altro punto del souk con altri a curiosare il lavoro dei vari artigiani, il loro mercanteggiare tipico nell'offerta dei prodotti, la quantità di colori che ci contorna, la coreografia con cui vengono esposti.

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Un altro mondo diverso dalle nostre consuetudini, incontriamo muli carichi che chiedono strada, carretti i tutti i tipi spinti anche da bimbi, c'è di tutto, riutilizzano gomme auto, di biciclette, con le camera d'aria ricavano gioielli e paralumi,borse ecc. Sfruttano le piante di aloe e agavi per ricavarne fili di seta da tessere per produrre sciarpe, copriletti e tessuti vari. Siamo invitati ad entrare in una tipica erboristeria gestita da una cooperativa di donne, che sapientemente ci illustrano le proprietà delle svariate erbe locali. Fra queste molto usato è l'olio di Argan in cosmesi e alimentare, la Nigella usata per le vie respiratorie e antirussamento; mentre ascoltiamo ci viene servito il classico the con foglie di menta fresca.

L'ultima sera di permanenza ci rechiamo, prima in un tipico locale per mangiare spiedini di pollo e bistecche alla brace con patatine fritte , molto buone (alla modica spesa di 50 dh pari a 5 € ). A cena finita ci rechiamo sulla terrazza di un albergo adibita a bar , mentre ammiriamo la piazza dall’alto dove guardiamo incantati lo sfavillio di luci, le musiche, i canti, il vociare delle persone, la moltitudine di gente che commina, ci gustiamo un the alla menta. Lasciamo la piazza a malincuore che sicuramente rimarrà una delle meraviglie di questo viaggio.

1 - 2 marzo ESSAOUIRA

Il nostro viaggio prosegue per Essaouira. Lo scenario è molto vario, verdeggiante addirittura con campi di grano come se ne vedono da noi in pianura padana e poi gradatamente brullo, per poi ritornare ancora verde man mano che ci avviciniamo al mare. Il terreno a volte è pianeggiante, altre volte più collinoso. In questa regione, dell'Alto Atlante occidentale, scarsa di piogge, incomincia la zona dove crescono le "spinose piante di Argan", che ha una posizione strategica tra il Sahara e le pianure centrali del Marocco. Dai suoi frutti la popolazione locale estrae due tipi di prodotto: un olio alimentare, dalle ricche proprietà nutritive, e un olio cosmetico, dalla forte azione idratante, dal legno molto pregiato ricavano oggettistica varia. La popolazione berbera dell'Atlante ha sempre utilizzato l'olio di Argan per le sue virtù alimentari e cosmetiche; l'olio estratto dai noccioli dell'albero di Argan è chiamato anche oro liquido del Marocco. Attraversando questo territorio ci siamo fermati a fotografare le capre arrampicate su questi alberi per cibarsi dei loro frutti color arancio, simili alle olive, è diventata un'attrazione turistica. Ci ha colpito la loro immobilità in precario equilibrio da sembrare legate.

Costeggiando l'Oceano arriviamo a Essaouira. Vediamo la città in lontananza cintata dalle mura,; in un campeggio alle periferia della cittadina ci fermiamo.

Nel pomeriggio percorriamo il lungomare, verso la cittadina dove notiamo che sul lato destro ci sono nuovi alberghi, ristoranti, negozietti e appartamenti e sul lato sinistro un lungo e larghissimo nuovo viale che costeggia la spiaggia, una spiaggia lunga un’infinità e interminabile verso l’oceano. Sulla spiaggia si può provare a passeggiare a dorso di cammelli, oppure cavalcare in frenetica corsa in mezzo alle onde. Sono sorti stabilimenti balneari dove noleggiare ombrelloni e sdraio. Visitiamo la parte storica della cittadina, con vicoli che rasentano le mura, tanti negozietti di artigiani del legno, ricavando dalla radice di Argan tanti oggetti decorativi .Proseguiamo salendo sui bastioni ammiriamo le onde altissime dell' oceano che si infrangono sugli scogli. Raggiungiamo il vicino porto dove pescatori locali

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vendono pesce appena pescato. A sera nella grande piazza ceniamo al ristorante a base di pesce dell'oceano. Essaouira venne fondata, secondo la tradizione, da mercanti cartaginesi in un luogo abitato da popolazioni berbere. Ben presto la città divenne uno scalo commerciale sulla rotta verso il Golfo di Guinea e verso il III secolo a.C. fu ripresa dai berberi che vi instaurarono una monarchia. Alla periferia sta sorgendo una nuova città moderna di stampo europeo. Una delle nuove mete balneari più importanti del Marocco. Essaouira la ricorderemo come una nuova e bella località marina, adagiata lungo un'incantevole spiaggia incontaminata con sabbia finissima, che costeggia l'oceano.

3 -4 marzo SAFI OUALIDIA

La carovana riparte il 3 marzo per una tappa di trasferimento verso SAFI, salendo su e giù dalle colline e a tratti costeggiando l'Oceano. Alcune soste panoramiche ci permettono di cogliere con l'obiettivo la forza delle onde alte e spumeggianti in contrasto con l'azzurro del cielo, i colori della terra che corre sulla costa a tratti verde e scogliere a picco sul mare rosse e grigie. Sole caldo e vento freddo/forte ci accompagnano lungo il percorso sulla costa Oceanica.

SAFI Safi è una città centroccidentale, è anche conosciuta come Asfi. Fu possedimento ortoghese dal 1488 al 1541: le mura erette dai portoghesi a difesa della città sono tuttora esistenti. È famosa per l'artigianato di utensili in terra cotta di varie dimensioni, tutti decorati a mano. Giunti a Safi dal campeggio prendiamo i taxi per visitare l'ennesimo souk. Dopo averlo attraversato ci troviamo in un mercato molto simile ai nostri rionali. Al rientro ci attende una grande sorpresa, Angela e Pino hanno cucinato per tutti risotto e frittelle di vario tipo per ricordarci che in Italia come da tradizione si festeggiava l'ultimo giorno di carnevale Di buon mattino veniamo svegliati dal solito richiamo alla preghiera del Muezzin, di seguito udiamo un gorgoglio, con grande sorpresa scopriamo che non sono tacchini ma pavoni vicini al camper, bellissimi ! Dopo colazione si va verso la vicina meta: Oualidia o Loualidia,. Una Città situata nella provincia di Sidi Bennour nella Regione di Doukkala-Abda, sulla costa dell'oceano Atlantico.

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OUALIDIA La piccola città di Oualidia si trova vicino a Safi, un villaggio di Pescatori che si affaccia su una magnifica laguna a forma di mezzaluna, Passeggiando lungo la spiaggia e sui scogli troviamo alcune grosse conchiglie . Ci soffermiamo più volte a guardare e fotografare le grandi onde che si infrangono sugli scogli all'ingresso della laguna, in contrasto con le acque tranquille al suo interno.

Nel parcheggio veniamo contornati da alcuni ragazzi in sella a vecchi motorini con cassette di pesce (sogliole,code di rospo,orate), ci chiedono per ogni pesce una biro o un capellino o occhiali da sole oppure 1 euro. Mia moglie ANNA, senza nulla chiedere regala biro e dei vecchi occhiali, i ragazzi in cambio le donano una bellissima conchiglia.

Giunto mezzogiorno ci rechiamo nel vicino Ristorante, per un pasto a base di pesce, e che pesce...ci viene servito come primo piatto un grosso granchio(granseola) ,ricci di mare, tartufi, ostriche,gamberoni, a seguire sogliole e code di rospo ai ferri, innaffiato da vino bianco marocchino. A fine pasto portano sui tavoli delle bacinelle piene di acqua e fette di limone per lavarci le mani per poi concludere con un dolce tipico a base di fette d'arance. Nel tardo pomeriggio si riparte alla volta di Casablanca per pernottare .

5 marzo CASABLANCA

Fuori dal campeggio un minibus con guida locale ci attende per il tour di Casablanca.

Giunti alla piazza attigua alla Moschea di HASSAN 2° la guida ci racconta che è il terzo edificio di preghiera più grande al mondo e prosegue dicendoci : " Casablanca è la più grande città del Marocco ed anche il suo porto principale; è quindi considerata la capitale economica. È una città moderna che non vanta un particolare patrimonio storico-artistico o ambienti particolari che la mettano al pari delle altre città marocchine. È sostanzialmente una metropoli moderna in cui accanto ai grandi palazzi di architettura moderna sorgono gruppi di misere abitazioni"

Passeggiamo per la grande piazza osservando e fotografando l'imponente moschea, la guida ci chiama per una foto di gruppo vicino all'ingresso dove ci fanno togliere le scarpe depositandole in sacchetto. Entriamo per la visita. All'interno rimaniamo incantati di tanta bellezza, della maestosità e grandezza della moschea letteralmente ricoperta di tappeti, la nostra guida ci spiega : ' La Moschea di Hassan II, terza al mondo per dimensioni

(dopo la Masjid al-Haram di La Mecca e la Moschea del Profeta di Medina). Il suo minareto, con 210 metri, è il più alto del mondo e compie anche le funzioni di faro per il porto. LA costruzione iniziata nel 1987 su progetto dell'architetto francese Michel Pinseau per celebrare il sessantesimo compleanno di Re Hassan II venne completata nel 1993. Sorge in parte sull'oceano, occupa 90.000 metri quadrati, può ospitare fino a 20.000 fedeli che salgono a 80.000 col piazzale antistante ed è ricca di marmi di diversi tipi e di splendidi lampadari di Murano - Veneziani.

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Al suo interno c'è anche una madrassa (scuola coranica) con biblioteca e sale per conferenze; nei sotterranei ci sono sale per abluzioni, (Ecco come si svolge il rito dell'abluzione. Formulare l'intenzione, pronunciare le parole Bism-mil-lah "in nome di Dio", lavare le mani fino al polso, lavare (sciacquare) la bocca, sciacquare le narici con le dita bagnate, lavare il viso dalla fronte fino al mento e da una all'altra orecchia, lavare la mano destra, poi la sinistra, fino ai gomiti inclusi, passare le dita bagnate sui capelli e nelle orecchie, poi lavare il piede destro, poi il sinistro fino alla caviglia. Ogni gesto si ripete per tre volte di seguito), docce e servizi. Che visitiamo.'......... Tutti noi camminiamo stupiti fotografando le meraviglie che ci circondano. Finita la visita, il pulmino ci porta alla Vecchia Medina, fu costruita alla fine del 1800 in una zona in cui precedentemente esisteva solo un agglomerato di piccole abitazioni costruite da popolazioni locali dopo l'abbandono dei portoghesi del territorio. L'Ancienne Medina è un posto dove passeggiare, curiosare in qualche negozietto, le vie sono molto sporche, nella piazzetta qualche banco di frutta e verdura, notiamo in un vicolo un ristorante dove su un banco sono posati molti Tajin e sotto ciascuno stanno accendendo le braci. E'vero che siamo nel mondo arabo e quindi le tradizioni sono sempre importanti, ma il velo qui è ben lontano dall’essere onnipresente, molte le ragazze capelli al vento. Ci fermiamo da un ambulante a comprare un pò di frutta: bananine e arance. Prodotti locali e di stagione, ottimi e dolcissimi. Riprendiamo il minibus e dopo aver pranzato in campeggio nel primo pomeriggio; si riparte per la quarta e ultima città Imperiale RABAT: capitale del Marocco.

Strada facendo si fanno alcune soste fotografiche col camper per riprendere le bellezze della costa con il vento che alza onde altissime, lunghe lagune contornate da lingue di terra, molto verdi e coltivate in contrasto con le rocce circondanti giallo-rosse.

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6 marzo RABAT

Rabat è la capitale amministrativa del Marocco. La città è situata sulla costa atlantica del paese, sulla sponda sinistra del fiume Bouregreg, di fronte alla città di Salé. Conta 1,6 milioni di abitanti. Antico e moderno si fondono nella capitale del Marocco. Di buona mattina siamo attesi dal minibus che ci scorazzerà tutto il giorno per la visita. Nei pressi del palazzo reale ci raggiunge una simpatica guida marocchina, nelle sue esposizione intercala la storia con aneddoti umoristici e proverbi italiani.

Il Palazzo Reale : si trova a circa 200 metri dalla porta Bab er Rua e copre una grande area di Rabat tanto da sembrare quasi un’altra piccola città. Con il minibus attraversiamo la volta d’ingresso nel Mechounar per poi proseguire la visita a piedi. Osserviamo dall'esterno il Palazzo Reale, gli uffici del Ministero affari religiosi, l’ufficio del Primo ministro e i meravigliosi giardini. La guida fra le altre notizie ci dice che in questa grande area ci sono circa 2000 residenti che lavorano per il governo. All’interno anche una moschea dalla quale il re guida la preghiera alcuni venerdì di festa. Ora riprendiamo i minibus per visitare la necropoli.

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La Necropoli di Chellah : "Il sito è la prova della più antica presenza umana nel delta del fiume Bou Regreg, lungo le cui rive Fenici e Cartaginesi stanziarono diverse basi. A circa 3 km dal centro, il complesso si trova al di fuori delle mura della città e occupa il sito della romana Sala, su una bassa collina coperta di vegetazione, rifugio delle cicogne nella stagione riproduttiva. Gli scavi hanno rivelato la presenza di un importante agglomerato e infatti Chella conserva le vestigia di una città romana, con i resti del Decumano Massimo, di un foro presso il quale si riconoscono le tracce della Curia, di una fontana monumentale e di un arco di trionfo. Il sito rimase poi in stato di abbandono per diversi secoli, fino a che i sultani della dinastia dei Merinidi lo scelsero per edificarvi la loro necropoli nel XIV secolo. Circondata da una cinta di mura fortificate, ad essa si accede attraverso una porta monumentale, riccamente decorata e aperta ad arco acuto, ai cui lati sono poste due massicce torri merlate semi-ottagonali. Nella parte superiore del portale è presente un’iscrizione in caratteri cufici, dalla quale si apprende che la costruzione dello stesso fu intrapresa dal sultano Abū Saʿīd (1310-31) e terminata nel 1339 sotto il regno di Abū al-Ḥasan b. ʿUthmān, il più grande sultano della sua dinastia. All’interno della necropoli si trovano alcune tombe di marabutti (santi uomini che vivevano monasticamente in un ribāṭ) e, presso una sorgente trasformata in fontana per abluzioni, la necropoli reale con la tomba di Abū al-Ḥasan b. ʿUthmān, la cui stele finemente decorata è sovrastata da una tettoia a muqarnas." Sostiamo al rientro della visita sulla terrazza; ai piedi del complesso si estende un incantevole giardino alimentato dalle acque della vicina sorgente ʿAyn Mdafa, che serpeggia nell’incavo della valletta Tutto intorno moltissimi banani, fichi, ibischi e palme. Mentre le cicogne, tantissime, costruiscono il nido:sulle torri della necropoli, sui rami delle piante alternati, sulle mura, un pò dappertutto; comminando vediamo in una vasca romana nuotare anguille e tartarughe. Finita la visita riprendiamo il minibus per andare verso la parte alta della città e visitare la Kasbah. All'ingresso della porta Bab Oudaia un ragazzo spinge un carretto contenente pane ancora fumante, sfiora la nostra guida che prontamente lo ferma per acquistare il pane caldo tipico per farlo assaggiare a tutti.

La Kasbah des Oudaias (o Oudayas) La guida attraversando la porta Bab Oudaia, considerata la più bella porta in stile moresca mai realizzata in tutto il mondo, ci indica che la parte più suggestiva della città è quella rappresentata dalla Kasbah des Oudaias (o Oudayas), é posizionata sulla collina che guarda da un lato verso il fiume Oued Bou Regreg e dall'altro verso l'oceano. Una volta superata la porta la guida ci fa notare il vero splendore di Rabat con le sue casette bianche e azzurre, i fiori sui balconi, gli edifici in stile e le gallerie d'arte disseminate in ogni angolo. Si tratta di un quartiere residenziale, con giardini andalusi, molto affollato: una delle zone più belle della città. Sostiamo in un luogo caratteristico dove si gode una vista panoramica davvero sensazionale, molto orgogliosa la guida dice che molti ritengono sia uno degli scorci paesaggistici più belli di tutto il Marocco.

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La Moschea di Hassan la guida ci illustra: "Oggi della antica moschea di Hassan, voluta da Yacoub El Mansour, è rimasta in piedi solo il minareto, doveva diventare la più grande moschea mai costruita in Occidente, dalle dimensioni gigantesche, questo luogo di culto avrebbe dovuto contenere 312 colonne e 42 pilastri di marmo che dovevano andare a formare diciannove navate, Colpa del terribile terremoto del 1755 che ha distrutto la costruzione religiosa che era sorta per celebrare la nuova capitale e la vittoria sugli spagnoli. Il Minareto è una costruzione di 50 metri (sebbene il progetto iniziale aspirasse a farlo di 90 metri), realizzato del 1195, progettato dallo stesso architetto a cui si devono la Giralda di Siviglia e la Koutoubia di Marrakech. Vicino al Minareto visitiamo ora il famoso Mausoleo di Mohammed V, attraversando la porta di ingresso noterete delle guardie reali a cavallo, alle quali si possono scattare delle caratteristiche foto, Il mausoleo porta il nome del re che ha guidato il Marocco all'indipendenza. La costruzione risale al 1961 e porta la firma di un architetto vietnamita: tuttavia lo stile è prettamente marocchino, han lavorato 400 artigiani locali,costruito con i marmi e i mosaici zeliij, marmi di Carrara lavorati da mani italiane.

IL Mausoleo di Mohamed V : E' simbolo e padre del Marocco moderno, dove sono sepolti il re Alauita scomparso nel 1964 (e che nel 1956 “pilotò” il difficile passaggio del paese da colonia francese all’indipendenza; unico, tra i sovrani nordafricani dell’epoca, a non rimetterci la corona) e i suoi due figli, Hassan II (suo successore, morto nel 1999) e Abdallah. All'interno Il Mausoleo è costantemente vigilato da 4 guardie in alta uniforme sugli angoli del palazzo, Un IMAN recita il corano incessantemente davanti ai sarcofaghi nella sala sottostante." Iniziamo singolarmente la visita, esternamente si presenta come un padiglione bianco con un tetto a piramide coperto da tegole verdi, il colore dell’Islam. All’interno una sala stupendamente decorata in oro zecchino, davvero impressionante per solennità e istoriata con ogni tipo di marmo. E al centro, la pietra tombale in onice bianco appoggiata su un blocco di granito lucido come uno specchio.

E' mezzogiorno veniamo accompagnati nel centro della città per pranzare con il famoso tajin, io ed Anna preferiamo fare due passi per i portici e soffermarci in un fastfood marocchino e mangiare del pollo ai ferri; finito curiosiamo qua e là, alla fine entriamo in una bellissima pasticceria dove acquistiamo i dolci tipici marocchini fatti soprattutto a base di mandorle. Raggiungiamo il gruppo e si decide di anticipare la partenza verso la nuova meta, rientriamo e prepariamo velocemente i camper lasciando quel campeggio scomodo, maltenuto e privo di servizi.

Costeggiamo un serie di dune altissime sul mare che proteggono dal vento e dalla salsedine una campagna rigogliosa e infine arriviamo alla laguna di MOULAY BOUSSELHAM.

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7 marzo MOULAY BOUSSELHAM

Una piccola guida in campeggio ci illustra : ' Moulay Bousselham è un piccolo villaggio di pescatori e una stazione balneare che domina sulla collina l’oceano e la laguna di Merja Zerga, riserva naturale in cui migliaia di uccelli migratori trovano rifugio nei freddi mesi invernali. Il villaggio prende il nome dal veneratissimo Moulay Bousselham, un santo deceduto nel 951, alla cui tomba si recano ogni anno migliaia di persone, soprattutto durante il moussem in suo onore che ha luogo all’inizio dell’estate. Popolazione: 1500 inverno, 150.000 durante il periodo estivo. Il sito è apprezzato anche per le sue spiagge e la laguna, con migliaia di uccelli. Per molti anni, questa spiaggia è stato reso popolare da un gruppo di agricoltori da entrambi i lati per lo sviluppo la pianura Gharb. Moulay Bousselham è circondato, per un lato, da una splendida laguna. La spiaggia di questo piccolo villaggio è senz'altro da frequentare per gli appassionati di pesca, di surf, di fotografia o semplicemente per gustarsi lo splendido paesaggio' La mattina di buon'ora ci rechiamo sulla spiaggia dove stanno rientrando le barche da pesca, pescatori che vivacemente vendono i loro pesci e crostacei in una continua attività frenetica di compravendita. Sono questi stessi pescatori che il pomeriggio ci porteranno con le loro piccole barche a visitare la laguna che circonda la città. A mezzogiorno si decide fare l'ultima spaghettata, due nostri compagni (Mario e Rocchina) si offrono per fare il sugo a base di pesce, si recano sulla spiaggia e acquistano 5 chili di seppie appena pescate. Si festeggia, è l'ultimo giorno del nostro tour: domani tappa di trasferimento, l'ultima del Marocco. Ognuno di noi prepara qualcosa, un gruppo di donne si riunisce e prepara la sorpresa per i nostri cuochi. Durante il pranzo festeggiamo Angela e Pino che durante tutto il viaggio ci hanno coccolato con la loro arte culinaria. Alla consegna di un ricordo da parte di tutti noi commossi ci abbracciano e baciano, si prosegue con brindisi e tanta allegria. Nel pomeriggio raggiungiamo la spiaggia per prendere le barchette e visitare la laguna. I barcaioli ci portano a vedere in fondo alla laguna i fenicotteri che nidificano.. Dopo una corsa in lungo e in largo nel lago della acque dell'Atlantico in cerca di fenicotteri che non troviamo, il barcaiolo vista l'ora decide di portarci sulla spiaggia accanto a un enorme duna alta 50 metri con una pendenza enorme. Sbarcati passeggiamo in attesa del tramonto sull'oceano ammirando la vastità dell'Atlantico. che entra in quel punto - l'ingresso in laguna e, a seconda della marea, si può attraversare. Il sole cala lentamente riflettendo i suoi ultimo raggi di un rosso sempre più arancioni-rosa azzurri, per poi tuffarsi là in fondo e sparire, esplodendo un rosso-arancio, uno spettacolo indimenticabile. Riprendiamo le barchette e rientriamo ai nostri camper, preparandoci all'ultimo trasferimento.

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8 marzo ASILAH - TANGERI

La carovana si incammina per l'ultima tappa per ASILAH, si ripete la vista oceanica e a tratti gruppi di persone che lavorano i campi, con aratri ancora di legno trascinati da un cavallo, asinelli carichi, caretti di tutti i tipi, che dire, praticano un’agricoltura primordiale.

Giunti ad Asilah ci siamo sistemati, in un parcheggio custodito nell'antistante porto, vicino alla cinta muraria portoghese una porta a forma di grande arco ci permette di entrare e visitare il centro. I palazzi e le case all'inizio sono di un bianco immacolato però, appena ci si addentra nelle stradine, predomina il colore azzurro cobalto che lascia incantati. Nella piazza principale dominano le mura fortificate e altissime palme, alcune pareti esterne degli edifici sono decorate da murales realizzati da artisti locali. La Medina è di una pulizia e di una tranquillità incredibile. Troviamo un negozietto che espone un piccolo depliant del paesino dove riportiamo alcuni cenni: " I bastioni e le torri sono infatti la caratteristica della città. Le tre porte principali della medina sono Bab el Bhar (porta del mare), Bab el Kasbah (nord) e Bab El Homar a sud est da dove si entra per visitare il mercato. La medina è stata negli anni in gran parte restaurata e i suoi palazzi, completamente imbiancati ad accezione di uno zoccolo azzurro alla loro base, ricordano molto gli azuelos portoghesi. Da visitare la chiesa di San Bartolomeo costruita dai francescani spagnoli. In una cappella sono incise le preghiere comuni di cristiani e musulmani." Proseguiamo nella nostra breve visita, spendiamo gli ultimi dirham, piccoli souvenir, pane e frutta. attraversiamo il centro storico fotografando alcuni suggestivi scorci. Si riparte,Tangeri ci aspetta, arriviamo in porto, parcheggiamo e ci salutiamo. Alcuni decidono di imbarcarsi per Barcellona ed altri per Algesiras attraverso lo stretto, baci e abbracci, strette di mano e un arrivederci a presto.

L'Avventura Marocco è finita; ci attendono insieme ad altri due camper tappe di trasferimento/visita nell'Andalusia e poi via fino a Brescia.

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TERRA DI AVVENTURE Ricorderemo :

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Con questo diario siamo Con questo diario siamo Con questo diario siamo Con questo diario siamo sicuri di non aver raccontato tutto, ma speriamo di avere sicuri di non aver raccontato tutto, ma speriamo di avere sicuri di non aver raccontato tutto, ma speriamo di avere sicuri di non aver raccontato tutto, ma speriamo di avere trasmesso il nostro entusiasmo per questo viaggio che ci ha fatto scoprire un mondo trasmesso il nostro entusiasmo per questo viaggio che ci ha fatto scoprire un mondo trasmesso il nostro entusiasmo per questo viaggio che ci ha fatto scoprire un mondo trasmesso il nostro entusiasmo per questo viaggio che ci ha fatto scoprire un mondo diverso, veramente inaspettato.diverso, veramente inaspettato.diverso, veramente inaspettato.diverso, veramente inaspettato. IL Marocco ci ha lasciato un velo di malinconia e la voglia di ritornare.IL Marocco ci ha lasciato un velo di malinconia e la voglia di ritornare.IL Marocco ci ha lasciato un velo di malinconia e la voglia di ritornare.IL Marocco ci ha lasciato un velo di malinconia e la voglia di ritornare.

ANNA ANNA ANNA ANNA & PIERO PIERO PIERO PIERO