Appunti geografia umana prof. Rocca

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INTRODUZIONE ALLA GEOGRAFIA UMANA L’obbiettivo della geografia umana è lo studio dei rapporti, della distribuzione e dell’organizzazione dei fatti umani nello spazio, visti sia nel loro aspetto diacronico che sincronico. La geografia umana è a tutti gli effetti una scienza, ma quand’è che una disciplina si qualifica come scienza? Quando si pone degli obbiettivi propri diversi dalle altre scienze da raggiungere tramite l’impiego di metodi rapportati a teorie sue proprie strutturate e sistematiche. Emerge quindi un triangolo formato da obiettivi, teorie, metodo che costituisce lo statuto epistemologico della disciplina concretizzabile in forma spontanea come nel caso dell’etologia o per scissione come nel caso della geografia umana. Ogni produzione scientifica di conoscenza si articola su tre fasi o livelli successivi: 1. LIVELLO LOGICO 2. LIVELLO DEL METODO 3. LIVELLO DELLE FONTI E DEGLI STRUMENTI Per quanto riguarda il livello logico, lo studioso può usufruire di 2 tipi di logiche 1. DISGIUNTIVEdi ispirazione cartesiana, positivista e neo positivista che prevedono lo studio del problema tramite la sua riduzione in porzioni più piccole in stretta coerenza con i principi di evidenza, riduzione, causalità,esaustività. Evidenza lo studioso deve considerare solo ciò che è ben chiaro e inequivocab le Riduzione l’oggetto viene scomposto in segmenti più piccoli che vengono analizzati separatamente Causalità si ricercano le cause o fattori che hanno determinato le caratteristiche di ogni segmento, partendo dal presupposto che esista una successione tra

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INTRODUZIONE ALLA GEOGRAFIA UMANAL’obbiettivo della geografia umana è lo studio dei rapporti, della distribuzione e dell’organizzazione dei fatti umani nello spazio, visti sia nel loro aspetto diacronico che sincronico.

La geografia umana è a tutti gli effetti una scienza, ma quand’è che una disciplina si qualifica come scienza?

Quando si pone degli obbiettivi propri diversi dalle altre scienze da raggiungere tramite l’impiego di metodi rapportati a teorie sue proprie strutturate e sistematiche.

Emerge quindi un triangolo formato da obiettivi, teorie, metodo che costituisce lo statuto epistemologico della disciplina concretizzabile in forma spontanea come nel caso dell’etologia o per scissione come nel caso della geografia umana.

Ogni produzione scientifica di conoscenza si articola su tre fasi o livelli successivi:

1. LIVELLO LOGICO2. LIVELLO DEL METODO3. LIVELLO DELLE FONTI E DEGLI STRUMENTI

Per quanto riguarda il livello logico, lo studioso può usufruire di 2 tipi di logiche

1. DISGIUNTIVEdi ispirazione cartesiana, positivista e neo positivista che prevedono lo studio del problema tramite la sua riduzione in porzioni più piccole in stretta coerenza con i principi di evidenza, riduzione, causalità,esaustività.

Evidenza lo studioso deve considerare solo ciò che è ben chiaro e inequivocab le

Riduzione l’oggetto viene scomposto in segmenti più piccoli che vengono analizzati separatamente

Causalità si ricercano le cause o fattori che hanno determinato le caratteristiche di ogni segmento, partendo dal presupposto che esista una successione tra gli elementi e che questi si trovino in un ordine di tipo naturale

Aggregatività per non tralasciare nulla si utilizzano strumenti come i censimenti

Se per esempio il fenomeno da analizzare fosse il turismo in una determinata area geografica ,lo studioso dovrà in primo luogo prendere in considerazione tutti gli elementi del territorio riguardanti il turismo;per esempio la presenza di musei o chiese(turismo culturale),la presenza di centri termali o di centri benessere(turismo termale),la presenza di spiagge e di stabilimenti balneari(turismo balneare)ecc..

Secondo il principio di riduzione, l’oggetto va scomposto in segmenti;in questo caso turisto balneare-termale-culturale ,individuando poi per ogni segmento le sub-aree in cui si manifesta.

Per il principio di causalità vanno individuate le cause che hanno determinato una certa configurazione spaziale del fenomeno.

Infine utilizzando strumenti come il censimento si completa lo studio del fenomeno

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2. CONGIUNTIVE O TEORIE DELLA COMPLESSITA’si sviluppano negli anni ’80 e ’90 del XX secolo dal pensiero postmoderno e si basano sui principi di pertinenza,olismo,finalità,aggregatività

Pertinenza non viene considerato come oggetto di studio solo ciò che è evidente ma ciò che è coerente con un progetto

Olismo ogni elemento non viene considerato isolatamente, ma in relazione all’ambiente che lo circonda

Finalità con riguardo al fenomeno oggetto di studio si identificano ipotetici progetti

Aggregatività si ricorre a visioni d’assieme facendo uso di modelli

Quindi per esempio, basandosi su una logica congiuntiva, l’oggetto di studio non sarà più il turismo in una determinata area geografica,ma potrebbe essere lo studio del territorio per attuare un processo di sviluppo di un turismo sostenibile;di conseguenza, lo studioso potrà in primo luogo studiare l’impatto del turismo sulla popolazione,tramite per esempio l’uso di interviste a campioni della popolazione facenti parte sia del ceto dirigente, sia di tutte le altre classi sociali.

La differenza tra le logiche disgiuntive e congiuntive, è che mentre le prime vogliono rispondere alla domanda “come è fatto il territorio?” le seconde vogliono rispondere alla domanda “come funziona il territorio?”;quindi se le prime vedono il territorio in base a relazioni causa-effetto, le seconde lo studiano in base ai comportamenti umani.

Se la logica tradizionale quindi vede il territorio come oggetto, il pensiero della complessità lo vede in relazione ad un progetto.

In base alle logiche, lo studioso costruisce delle teorie, che sono insieme di ipotesi e sono

Per quanto riguarda il livello del metodo lo studioso può scegliere tra:

DEDUTTIVOcaratterizzato dall’elemento teorico a priori;ossia dalla formulazione della teoria che poi andra verificata tramite l’osservazione della realtà(elemento empirico a posteriori)

INDUTTIVOcaratterizzato dall’elemento empirico a priori, ossia, lo studioso osserva la realtà ,raccoglie delle informazioni per poi giungere ad una generalizzazione, cioè alla formulazione di una teoria(momento teorico a posteriori).Lo studioso, inoltre può avere un approccio di tipo sincronico o diacronico;sincronico quando studia il fenomeno in un momento o in un epoca precisa, in modo statico, diacronico se lo studia nella sua evoluzione temporale.

Livello delle fonti e degli strumentile fonti e gli strumenti sono i mezzi di cui si serve lo studioso per interpretare, catalogare,comprendere e descrivere il fenomeno oggetto di studio.Nel caso della geografia umana, le fonti sono fornite soprattutto da due scienze, la cartografia e la statistica che possono usufruire dei passi avanti nella tecnologia e nell’informatica tramite l’approdo ai GIS(GEOGRAPHICAL INFORMATION SYSTEM).

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Le fonti possono essere di 3 tipi:1. Bibliografiche2. Cartografiche3. Statistiche

BIBLIOGRAFICHELe fonti bibliografiche sono molto importanti perché consentono allo studioso di evitare di compiere una ricerca che magari è già stata condotta da qualcun altro e forse con maggior successo.Inoltre permettono allo studioso di tenersi sempre aggiornatoLe fonti bibliografiche sono di 3 tipi:

1. LE BIBLIOGRAFIEche contengono una serie di titoli di lavori pubblicati-geoabstract-La bibliografia della regione italiana-geographische yahrbuch

2. RIVISTE SCIENTIFICHE che consentono agli studiosi di tenersi aggiornati e contengono numerosi articoli di interesse-geothema-herodothe italiaLa rivista geografica italiana

3. GLI ATTI DEI CONGRESSI GEOGRAFICI

CARTOGRAFICHE

Le fonti cartografiche sono costituite principalmente dalle carte geografiche che sono considerate delle riproduzioni in piano, ridotte, approssimate e simboliche di un territorio o di una porzione di esso;

sono in piano perché una superficie con una certa curvatura viene rappresentata su un foglio che è una superficie piana;di conseguenza sono anche approssimate perché questo tipo di riproduzione ammette un certo livello di imprecisione;comunque alcune caratteristiche si possono mantenere come per esempio equidistanza(mantenimento del rapporto tra le distanze),l’equivalenza(mantenimento del rapporto tra le superficie),isogonia(rimangono inalterati gli angoli formati da una qualsiasi linea che interseca un meridiano o un parallelo).

Sono simboliche perché i diversi elementi del territorio(come l’idrografia o l’orografia) vengono rappresentati tramite l’uso di simboli e colori convenzionali.

Sono ridotte perché tutte le carte geografiche devono rispettare un rapporto di riduzione o scala che è il rapporto tra la distanza fissata convenzionalmente sulla carta e la stessa misura ma reale.

La scala ,definisce anche il tipo di carta geografica e quindi i suoi usi:

TIPO

Mappamondi o planisferi(1:100 milioni/1:30 milioni) Carte generali(1:30 milioni/1:1.000.000) Carte regionali o corografiche(1:1.000.000/1:150.000)

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Carte topografiche(1:150.000/1:10.000) Piani dei porti, mappe delle città(1:5000/1:2000)

USI tra la scala dimensionale e la scala di riduzione esiste un rapporto di proporzionalità inversa;infatti una carta a piccola scala come il planisfero viene usato per l’analisi di una fenomeno a grande scala, come la distribuzione della popolazione in un continente, mentre per i fenomeni a piccola scala come la distribuzione della popolazione in un quartiere, si usano carte a grande scala come quelle topografiche.

La cartografia si divide poi in cartografia di base e derivata;la cartografia di base è quella costruita direttamente dall’osservazione del territorio, mentre quella derivata,si costruisce tramite riduzione e modifica di una carta già esistente.

In italia la fonte principale riguardante la cartografia di base è la carta topografica italiana redatta dall’igm, l’istituto geografico militare di firenze nel 1872.

Prima dell’unità d’italia, esistevano delle rappresentazioni cartografiche del territorio, ma erano condotte con metodi diversi e a scale diverse e inoltre alcune zone non erano proprio rappresentate sulle carte ,come alcune zone meridionali.

Quindi dopo l’unità di italia si decise di costruire una carta d’italia coordinata con un unico metodo a scala 1:100.000 con rilievi al al 50.000 e le zone di maggior rilievo al 25.000.

Questa carta è costituita da fogli, tavolette e quadranti,le tavolette costituiscono la fonte e la base geografica da cui poi tramite un’operazione di rimpicciolimento e spoglio sono ottenuti i quadranti e i fogli:

-tavolette 1:100.000

-quadranti 1:50.000

-fogli 1:25.000

Oltre alla carta topografica italiana abbiamo anche la nuova carta d’italia i cui lavori vengono iniziati nel 1958 per adeguarsi ai criteri dell’unione europea.

Molto importante è anche l’atlante tematico d’italia costituito da 4 volumi per un totale di 126 tavole ognuna delle quali ha tre facciate, di cui 2 illustrative e 1 descrittiva.

Con la configurazione delle regioni come enti autarchici, si sono sviluppate una serie di iniziative volte all’amministrazione dell’area di competenza;la regione liguria, previo accordo con l’igm ha sviluppato una cartografia di qualità, utile non solo agli studiosi, ma anche agli escursionisti.

FONTI STATISTICHE

Le fonti statistiche hanno il compito di far conoscere allo studioso con un margine di precisione molto elevato ,gli aspetti quantitativi e qualitativi dei mutevoli fenomeni spaziali.

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Le fonti statistiche in gran parte sono fornite da enti pubblici come l’istat che pubblica i risultati di pubblicazioni dirette e indirette.

Le fonti statistiche possono essere indirette,(quando i dati vengono pubblicati da un ente che li ha presi da altri enti) o dirette, cioè frutto di rilevazioni sul campo, gestite sotto la responsabilità dell’istat.

Le fonti poi possono essere complete(come il censimento sulle abitazioni e la popolazione, per cui ad ogni famiglia viene inviato un questionario), oppure parziali (o campionarie),cioè dotte su un campione;ciò non vuol dire che non siano asaustive come le precedenti, l’importante è che il campione riesca a riprodurre con la maggiore precisione possibile l’universo a cui fa riferimento.

La fonte statistica completa principale e il censimento, i cui risultati vengono pubblicati dall’istat che permette di raccogliere un gran numero di dati e viene effettuato ogni 10 anni dal 1861 ,l’ultimo è stato nel 2011 e il prossimo probabilmente sarà nel 2021.

Fanno eccezione il 1891 per mancanza di fondi e il 1941 a causa della guerra.

Invece nel 1936 è stato effettuato un censimento a soli 5 anni da quello precedente perché lo stato voleva attuare un piano di pianificazione volto a scoraggiare l’emigrazione e incoraggiare la natalità.

Il censimento divide la popolazione in POPOLAZIONE RESIDENTE(pr),cioè coloro che hanno la residenza in un determinato comune anche se per motivi diversi non vi abitano e POPOLAZIONE PRESENTE(pp) cioè coloro che hanno l’effettivo domicilio in un comune pur non avendovi stabilito la residenza;il rapporto tra popolazione presente e popolazione residente, permette di avere un idea della potenzialità di una regione di attrarre o meno popolazione:

-pp/pr<1zona debole,caratterizzata da flussi emigratori

-pp/pr=1zona in equilibrio

-pp/pr>1zona forte caratterizzata da flussi immigratori

Tramite il raffronto di questi valori, si può anche calcolare l’andamento della popolazione nel tempo;per esempio in italia, fino agli anni settanta del novecento, questo rapporto era inferiore all’unità anche di molto nei periodi di maggiore immigrazione, mentre dagli anni settanta ad oggi, tale valore supera l’unità in conseguenza degli ingenti flussi migratori dall’estero.

Inoltre , il censimento, oltre a dividere la popolazione per età e sesso, analizza anche il livello di istruzione e la qualità della vita tramite l’indice di affollamento delle abitazioni che è il rapporto fra il numero di persone che vivono in una casa e l numero effettivo delle stanze adibite ad abitazione.

Inoltre il censimento istat è anche uno strumento di analisi economica;infatti divide la popolazione in

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Attivi Non attiviOccupatiColoro che svolgono un’attività lavorativa

Non occupatiSono i cosiddetti attivi potenziali, cioè cassaintegrati, disoccupati iscritti al collocamento

Studenti,anziani pensionati, bambini, invalidi

La popolazione occupata, viene inoltre divisa nei tre settori dell’economia a seconda del ramo in cui la popolazione è occupata in primario, secondario e terziario.

La percentuale di lavoratori attivi nei settori, permette di misurare l’andamento dell’economia;infatti la percentuale di attivi in un determinato settore rispetto alla percentuale di attivi negli altri settori e il confronto temporale tra questi valori ci permette non solo di identificare la struttura economica ma anche l’andamento economico di un territorio.

Inoltre il censimento si occupa anche della distribuzione della popolazione annucleata, accentrata, sparsa;quando siamo in presenza di popolazione accentrata, che supera una certa soglia demografica e in presenza di determinati servizi, si può parlare di popolazione urbana, negli altri casi si parla di popolazione rurale(che non vuol dire agricola).

Oltre al censimento sull’agricoltura e sulle abitazioni, esiste il censimento sull’agricoltura, sull’industria, che raccolgono dati sulle aziende, sul terreno occupato , sul tipo di conduzione ecc…

Per qaunto riguarda l’economia, il raffronto tra il censimento dell’industria che raccoglie dati sugli addetti e quello sulla popolazione, che raccoglie dati sugli attivi, ci da informazioni importanti sulla struttura economica di un territorio.

Per le ricerche su larga scala , sono molto utili le fonti statistiche ufficiali internazionali come o statesman’s year book.

I dati raccolti,sono dati numerici,che, dopo essere stati raccolti nelle tabelle numeriche, vengono rappresentati .

Uno degli strumenti principali per la rappresentazione dei dati statistici è la carta tematica, che può essere qualitativa o quantitativa.

La carta tematica qualitativa, rappresentano l’areale del fenomeno, cioè l’area di interesse del fenomeno, per esempio la distribuzione delle lingue in che zona è parlata quale lingua.

Su una carta geografica, tramite l’uso di colori e campiture differenti viene tracciata la linea che limita l’areale del fenomeno.

Le carte tematiche quantitative, rappresentano una variabile quantitativa espressa in termini assoluti o relativi.

Per quei fenomeni la cui distribuzione spaziale e collegata alla presenza di specifici luoghi come nella realtà urbana, si possono usare delle carte tematiche a punti o a

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simboli scalari, dove il fenomeno è simboleggiato da punti o da simboli, la cui dimensione dipende dall’intensità cioè dal valore del fenomeno

Per rappresentare la distribuzione della popolazione accentrata e sparsa , si usa una carta tematica per sfere e punti;la popolazione accentrata viene rappresentata da sfere di dimensioni maggiori maggiore è la densità di popolazione accentrata.La popolazione sparsa viene rappresentata con un tratteggio o dei puntini che si fannu più fitti laddove la popolazione sparsa è più densa.

Per i fenomeni di mobilità spaziale, si utilizzano carte a nastri. Il cartogramma a mosaico, si usa per quei dati che derivano da censimenti

di unità amministrative come i comuni e le provincie, sulla carta geografica le diverse zone amministrative sono colorate con un colore diverso a seconda dell’intensità del fenomeno a cui si riferiscono i dati.

Esistono poi carte per rappresentare l’accessibilità di un luogo in termini di costo dei mezzi di trasporto(isolinee) e la distribuzione dei costi di trasporto (isocoste).Per rappresentare la variazione di un fenomeno nel tempo, si usano i diagrammi.

DIAGRAMMA

Sull’asse delle ordinate troviamo il tempo, mentre su quello delle ascisse troviamo i valori che può assumere il fenomeno;arriviamo così ad avere nella maggior parte dei casi una linea spezzata che indica l’andamento del fenomeno nel tempo.Si possono anche comparare nello stesso grafico due fenomeni di segno opposto come la natalità e la mortalità, lo scarto tra i due fenomeni indica l’andamento demografico della popolazione.

DIAGRAMMA A COORDINATE POLARIViene usato per quei fenomeni che hanno scansione stagionale, come il turismo in alcune località dove gli arrivi e le presenze vengono registrate solo in alcuni periodi dell’anno.Abbiamo 12 assi ,corrispondenti ai mesi dell’anno e su ognuno abbiamo delle tacche che indicano un determinato valore del fenomeno;otteniamo anche qui una linea spezzata che si richiude su se stessa.

ISTOGRAMMA è un tipo particolare di diagramma, costituito da una serie di rettangoli con la stessa base, ma con un altezza diversa, l’altezza del rettangolo esprime il valore del fenomeno, grazie a questo diagramma, si può analizzare non solo la variazione

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del fenomeno nel tempo, ma anche la struttura interna del fenomeno;per esempio, se l’istogramma volesse rappresentare la variazione del numero di occupati, dividendo ciascun rettangolo in tre parti ,(cioè i 3 settori dell’economia) con dimensioni proporzionali alla percentuale di occupati in ciascun settore, possiamo misurare la variazione nel numero di occupati in ciascun settore.

PIRAMIDE D’ETA’ è un tipo particolare di istogramma in verticale;sulla linea delle ordinate, abbiamo l’età, mentre su quella delle ascisse abbiamo due serie di valori;una serie riguardante i maschi e una riguardante le femmine;questo tipo di diagramma,evidenzia la struttura della popolazione e permette di cogliere anomalie o irregolarità nel suo andamento.L’andamento normale sarebbe partendo dalla base, decrescente,nel senso che i valori sono maggiori minore è l’età, forti contrazioni possono essere causati dall’emigrazione, con conseguente diminuzione della realtà nella generazione successiva e forti rigonfiamenti sono dovuti all’immigrazione, con conseguente aumento della natalità nella generazione successiva.

AEREOGRAMMI o ideogrammi che sono costituiti da figure geomentriche o stilizzate divisi in settori; il più usato è il diagramma a torta molto usato è quello a forma di parallelepipedo;soprattutto per rappresentare la popolazione residente; la base è la superficie occupata, l’altezza la denzità abitativa e il volume la popolazione residente.

Per quanto riguarda gli strumenti di analisi del territorio, servono per capire perché all’interno del territorio avvengano determinate relazioni, cosa che non si può comprendere solo con il mezzo cartografico e statistico, ma interrogando le persone che di un territorio fanno parte; si può ricorrere al racconto libero, che è meno influenzato dal punto di vista dell’osservatore ,quindi appare più vero.

Un altro metodo sono le interviste con domande precise ma sempre con risposte libere alla popolazione e in particolare a persone che facciano parte della comunità ma che siano bene informate.

Lo studioso può anche far ricorso a questionari a risposta chiusa o aperta da distribuire ad un campione della popolazione ;più ampio sarà il campione, maggiore sarà il numero di informazioni ottenute.

ALCUNE QUESTIONI INIZIALI DI LESSICO

UBICAZIONEposizione assoluta definita da coordinate immutabili ,cioè la latitudine, la longitudine e l’altitudine.

LOCALIZZAZIONEsi riferisce alla posizione assoluta e a quella relativa , cioè alla funzione o ruolo esercitato dai luoghi

Se per esempio vogliamo indicare l’ubicazione di alassio, basterà indicarne l’altezza rispetto al livello del mare, la distanza dall’equatore e dal meridiano di greenwich e potremmo anche indicare la sua distanza dalla costa e la presenza di montagne,menntre se voglio indicare la localizzazione della città ligure dovrò

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dire che per molto tempo la sua economia è stata basata sulla pesca e sull’agricoltura, fino a che a metà dell’ottocento ,la sua economia si è rivolta verso il turismo .

I flussi turistici in un certo tempo erano costituiti soprattutto dall’alta borghesia e aristocrazia inglese che vi si recava per lunghi periodi e per motivi di salute, successivamente i periodi di permanenza si sono ridotti a quello estivo ,per poi passare ad un turismo di massa.

Il concetto di scala è ambivalente.

SCALA DIMENSIONALEintesa come ambito o contesto spaziale di riferimento nell’analisi di un fenomeno umano ;per esempio, se io voglio studiare la distribuzione della popolazione divisa per sesso, età cultura e religione in un continente, avrò una scala dimensionale molto grande,costituita dalla popolazione di un intero continente.

SCALA IN SENSO CARTOGRAFICOè il rapporto tra una misura della distanza presa convenzionalmente sulla carta e la stessa misura nella realtà.

Tra la scala dimensionale e cartografica esiste un rapporto di proporzionalità inversa, per cui per i fenomeni a grande scala dimensionale, si usano carte a piccolissima scala come i planisferi, mentre per i fenomeni a piccola scala dimensionale , come la distribuzione della popolazione in un quartiere, divisa per età, sesso,religione, si utilizzan carte a grande scala come le carte topografiche o le mappe delle città.

AMBIENTEl’ambiente è l’insieme delgli elementi di ordine naturale, fisico, religioso,economico, politico, culturale, in grado di esercitare la loro influenza sul rapporto, sulla distribuzione, e sull’organizzazione delle attività umane.

All’interno dell’ambiente, avvengono delle interazioni o relazioni, tra la componente umana del territorio e quella naturale,ma anche tra i diversi elementi umani;queste relazioni sono di tipo verticale, se avvengono fra l soggetto che opera in un determinato territorio e le connotazioni ambientali di carattere fisico, o orizzontali se presuppongono la mobilità di beni persone e informazioni.

Il carattere di una regione non può essere determinato solo in base alle relazioni verticali, come pensavano gli esponenti del determinismo fisico ambientale, ma dalla coesistenza dei due tipi di relazioni;anche perché il ricorso alle sole relazioni verticali non spiega per esempio come vi siano paesi poveri di materie prime ma fortemente industrializzati come il giapppone(il cui livello di industrializzazione corrisponde a quello degli stati uniti che però hanno molte più risorse naturali) e paesi con molte risorse del sottosuolo, ma scarsamente indutrializzate come lo zaire e l’arabia saudita.

Inoltre non si possono tralasciare nemmeno le relazioni orizzontali ;infatti se in una regione mancassero completamente le relazioni orizzontali, il capoluogo si troverebbe al centro geometrico della regione, quando invece non è quasi mai così perché il capoluogo si trova o sulla cost(atene, istambul,londra, new yourk) o ai nodi delle principali vie di comunicazioni internazionali(berlino, parigi, bruxells).

Allo stesso modo, per misurare il successo di una realtà portuale, non basta che sia favorevole la conformazione dei fondali o l’orografia, ma è necessario che il porto sia vicino a centri di partenze e di arrivi che non possono usufruire di una struttura portuale;anche se anche le relazioni verticali sono importanti;se per esempio confrontiamo le due più importanti strutture portuali del mediterraneo, marsiglia e genova, vediamo che a parità di relazioni orizzontali, l’incipiente orografia rende svantaggiato il capoluogo genovese n confronto alla città francese, circondata invece da pianure.

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SPAZIO GEOGRAFICOconcetto mutuato da quello di spazio geometrico, un deserto è uno spazio geografico;lo spazio geografico diventa territorio quando un agente sintagmatico lo territorializza impadronendosene concretamente o tramite rappresentazione.

Lo spazio può essere inteso come:

1. ASSOLUTO,in cui ogni oggetto ha una posizione fissa e immutabile2. RELATIVO definito in base alle funzioni3. RELAZIONALE in base alle relazioni che vi avvengono4. SPAZIO SOGGETTIVO come lo spazio è percepito dal soggetto

REGIONE:

1. Regione naturaleil confine è costituito dagli spartiacque dei bacini idrografici,la natura impone dei vincoli all’uomo

2. Regione umanizzataè quella di vidal de la blache per cui la natura pone vincoli e possibilità e in cui le fattezze materiali sono determinate da fattori di carattere umano e naturale.

3. Regione funzionalevista come un campo di forza in cui la città principale costituisce il magnete.Esistono diverse tipologie:

TIPOLOGIA A MODENAla città esercita la sua influenza su un’unica corona circolare che è la periferia

TIPOLOGIA B BOLOGNAla città esercita la sua influenza su due corone circolari, una più vicina che costituisce la periferia e l’altra più lontana che costituisce la sede degli scambi

TIPOLOGIA C MILANOla città esercita la sua influenza su due corone circolari; quella più interna costituisce la periferia del centro e comprende molti centri minori,quella più esterna comprende un certo numero di città anche molto grandi e importanti come lecco, como, varese, pavia.

4. Regione sistemicacioè realtà oggettiva composta da elementi interagenti volti ad un obiettivo, aperta alle relazioni con l’esterno e capace di opporsi ad eventuali comportamenti degradativi.questo tipo di regione è da studiare su tre livelli:-elementareelementi-sintagmaticostruttura-sistemicoprocesso.

MONDO CLASSICO1. Eratostene-“geografia” primo geografo ad applicare il metodo induttivo

MISURA DELLA CIRCONFERENZA DELLA TERRA2. Erodoto-“Storie”primo a capire l’importanza della descrizione geografica preliminare alla

narrazione delle vicende storiche

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3. Strabone-“Almagesto”spazio visto in maniera relazionale e possibilista, influenza del territorio sulle attività umane

4. Claudio Tolomeodivisione tra geografia e corografia5. Centuriazione

ALTO MEDIOEVO1. Religiositesti sacriscolastica (giusto prezzo),patristica(uso sociale della proprietà privata

BASSO MEDIOEVO1. Fino al XIII pochi passi avanti, nonostante l’allargamento delle notizie,2. Dopo il XIII le conoscenze geografiche si ampliano ma non i metodi di indagine e

descrizione(marco polo)

MONDO CLASSICO E MEDIOEVALEGia in epoca classica(greca) troviamo delle opere che contengono il termine geografia nel titolo; la prima è di ERATOSTENE, il quale non può essere comunque considerato un precursore della geografia umana, ma ha dato un notevole contributo alla geografia, in quanto è stato il primo geografo ad avere utilizzato il metodo induttivo;egli infatti ha misurato la circonferenza della terra, ottenendo un risultato straordinariamente vicino a quello effettivo.

Nei suoi numerosi viaggi tra Alessandria e Syene, si era accorto che nel giorno del solstizio d’esatte, alla stessa ora, il sole proiettava un’ombra verso nord ada alessandria e non ne proiettava affatto a syene, come se i raggi cadessero perpendicolarmente all’orizzonte nella città,quindi immaginò che la terra avesse una forma sferica, e non potendo calcolare la misura dell’angolo fra le due città, decise di calcolare la misura dell’angolo formato dai raggi solari e dalla linea che congiungeva idealmente il centro della sfera con la città di Alessandria.

Stimò la misura di questo secondo angolo a 1/50 di 360;ed essendo quest’angolo corrispondente al primo e quindi ad esso equivalente, per calcolare la circonferenza della terra, moltiplicò la distanza lineare tra le due città per 50.

Un altro greco che ha dato un contributo importante alla geografia ma che non può essere considerato un precursore della geografia umana è ERODOTO Che nelle sue STORIE narra le vicende della guerra tra greci e persiani,introducendo ampie digressioni per descrivere il territorio e le popolazioni.

Nonostante la descrizione geografica faccia solo da sfondo alla narrazione dei fatti di guerra,è molto importante il fatto che erodoto aveva capito l’importanza della preliminare descrizione geograficha nella narrazione delle vicende storiche.

In epoca augustea e quindi romana, troviamo colui che può essere realmente considerato precursore della geografia umana, ossia STRABONE, il quale nella sua opera dal titolo “GEOGRAFIA”,egli non considera piùil territorio come i suoi predecessori in chiave descrittiva e elencativa, ma relazionale e possibilista,cioè in relazione alle attività e alle manifestazioni umane;egli infatti vuole dimostrare,sia quanto l’ambiente influenzi la vita dell’uomo, sia quanto le attività umane dipendano dall’ambiente in

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cui si situano;in particolar modo facendo un parallelo fra gli usi dei greci e dei romani vuole dimostrare come l’ambiente influenzi profondamente i costumi, i modi di vivere, gli usi degli abitanti.

Inoltre strabone, tralasciando disquisizioni sulla forma e le dimensioni della terra e la sua posizione si interessa solo di descrivere i luoghi della terra e del mare che sono sede dell’attività umana.

La geografia, infine ,per strabone, ha un fine politico perché serve all’uomo di stato e ai capi militari.

Un altro geografo romano è CLAUDIO TOLOMEO, a cui si deve la distinzione tra geografia e corografia.

Sempre durante l’epoca romana,si sviluppa un tipo particolare di pianificazione territoriale, la CENTURIAZIONE che serviva soprattutto per suddividere il territorio agricolo, tracciando due linee perpendicolari;il cardo da nord verso sud e il decumano da est verso ovest,e successivamente tante linee ad esse parallele che dividevano il territorio in quadrati detti centuriae.

Dopo la caduta dell’impero romano, i territori dell’impero romano rimangono sprovvisti di un centro politico e culturale forte come era roma e quindi non solo la scienza, iniziava ad essere praticata solo dai religiosi nei conventi, ma viene meno quello spirito di osservazione che è fondamentale per qualunque scienza, e in particolare per la geografia,forse anche per il fatto che i viaggi si erano ridotti notevolmente e che quindi si aveva una circolazione di notizie molto meno ampia;infatti, durante il medioevo, i centri urbani e non ,tendono ad isolarsi anche attraverso l’utilizzo delle mura di fortificazione e ad essere autosufficienti.

Di conseguenza, le conoscenze scientifiche, cominciano ad essere contaminate dal pensiero religioso e i testi sacri vengono considerati fonti di conoscenza indiscutibili.

Si diffondono così concezioni sbagliate come il mappamondo del beato o a t che presentava l’est in alto, Gerusalemme al centro del mondo,cadice in basso nell’estremo ovest il nord a sinistra e il sud a destra.

Inoltre anche la concezione generale dell’universo viene stravolta dai principi religiosi;soprattutto da parte di due movimenti religiosi;la PATRISTICA e la SCOLASTICA.

La patristica ruppe il carattere asoluto della proprietà privata,conquista del diritto romano e creò un territorio in cui prevaleva l’uso sociale della proprietà.

La scolastica, invece è responsabile dell’introduzione della dottrina del giusto prezzo,in pratica ,il commercio internazionale, era considerato si un modo per risolvere il problema dello squilibrio popolazione-risorse,ma veniva anche considerato la causa della corruzione dei costumi e delle ingiustizie, l’unica via d’uscita da questo problema era quella del giusto prezzo,in base alla quale la chiesa condannava i patrimoni individuali esagerati perché se la provvidenza aveva distribuito i vantaggi sul territorio in un determinato modo non era giusto arricchirsi a scapito degli altri.

Per quanto riguarda il basso medioevo, fino al XIII secolo, nonostante il numero sempre crescente di notizie e descrizioni geografiche dovute ai viaggi compiuti in terrasanta dai crociati, la descrizione geografica continua ad essere arricchita di elementi fantastici presi dai testi classici e religiosi.

Dopo il XIII secolo, quando il papa riallaccia i rapporti con il medio oriente ,grazie ai viaggi dei missionari e dei commercianti, abbiamo un ampliamento di notizie ,anche se gli strumenti di indagine e

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descrizione non compiono nessun passo avanti tanto che il milione di marco polo non è poi molto diverso dal punnto di vista metodologico dalla geografia di strabone.

DAL RINASCIMENTO ALL’EtA’ MODERNABisogna aspettare il XV secolo perché la concezione dell’universo religiosa, fondata sul giusto prezzo venga stravolta,questo accade soprattutto tramite l’affermarsi di una tendenza nota come mercantilismo;che consisteva nell’arricchimento del signore e quindi dello stato da parte del mercante;ora una ricchezza eccessiva non è più da condannare ma rappresenta la forza dello stato in tempi di pace e quindi è auspicabile, inoltre anche la guerra non è più da condannare in quanto rappresenta il modo di arricchirsi a scapito delle economie vicine.

Inoltre, così come la guerre esigeva una concentrazione di forze, anche in periodi di pace si ricerca una concentrazione di energie nello spazio e quindi i traffici commerciali non sono più solo locali ma si ampliano su scala internazionale anche grazie alle nuove scoperte, facendo circolare una grande quantità di beni sia di prima necessità che di lusso.

Sempre a partire da questo secolo, inoltre, le opere geografiche si fanno più approfondite e sistematiche .

I due principali geografi di questo periodo sono JEAN BODIN e GIOVANNI BOTERO

JEAN BODIN

Opere:

1. Les six livres de la republique 2. Methodus ad facilem historiarum cognitionum

Bodin paragona il mondo al corpo umano;come gli organi, le varie zone hanno caratteristiche e funzioni diversee gli scambi che avvengono tra esse le mantengono in vita;inoltre, la diversa distribuzione delle attività umane sul territorio crea una divisione del lavoro.

Secondo bodin, infatti vi è un legame stretto tra la collocazione geografica e le caratteristiche e le attività svolte dall’uomo, tanto che suddivide le regioni terrestri in tre meridionali, temperate e settentrionali, a seconda della latitudine;ognuna di queste zone è una fascia latitudinale di circa trenta gradi.

Ognuna di queste fasce climatiche, viene messa in relazione con popolazioni diverse per attitudini, inclinazioni, stili di vita:

1. Le popolazioni della fascia settentrionale mostrano una particolare attitudine per i lavori manuali e quindi in questa fascia si sono sviluppate le attività manifatturiere(si pensi alle fiandre,alla germania e all0inghilterra)

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2. Le popolazioni della fascia meridionale, sono invece versati alle attività intellettuali avendo alle spalle una lunga tradizione di meditazione e questa attitudine ha prodotto una grande quantità di uomini di scienza

3. Le popolazioni della fascia intermedia, invece hanno attitudine per i commerci Oltre ad una suddivisione sulla base della latitudine, bodin ne attua una anche sulla base della longitudine, riscontrando delle affinità tra i popoli occidentali e quelli nordici e tra quelli orientali e meridionali.Visto che la differenziazione dei popoli per bodin dipende strettamente dalla posizione assoluta e dal clima, egli non ritiene che sia possibile una forma di governo valida in ogni tempo e in ogni luogo.GIOVANNI BOTEROOpere:

1. Della ragion di stato 2. Cause della grandezza e magnificenza delle città 3. Relazioni universali

Le opere di botero per quanto riguarda i concetti presentano numerosi prestiti da bodin, sia quando tratta il problema delle città (denaro arbitro del mondo,bilancia commerciale,importanza maggiore dell’industria e del commercio rispetto all’agricoltura,ricchezza dello stato che posa su quella dei privati), sia quando enuncia la dottrina sul clima;ma se a bodin, va il merito di aver elaborato le teorie, a botero va quello di averle sostenute con esempi concreti.Un’altra caratteristica del pensiero di botero è la frammentarietà e l’inuguaglianza sia del pensiero sia del metodo di ricerca;infatto botero sembra voler conciliare ante-temporem il determinismo fisico ambientale con l’esaltazione della forza intelligente dell’uomo capace di dominare la natura;infatti ,come afferma chabod, botero, dapprima esalta il potere dell’uomo sulla natura e successivamente passa ad affermare la prevalenza dell’elemento fisico su quello umano,senza riuscire a trovare compromessi che non fossero temporanei e pratici;infatti quando si trattava di un argomento un problema particolare, riusciva ad acquisire una chiarezza di idee e organicità di visione, ma quando si passava dal particolare all’universale, si trovava in difficoltà.Per quanto riguarda il metodo a volte ,sceglieva le sue fonti con molta cura, tralasciando tutto ciò che non era pertinente o che era fantasioso, mentre altre volte inseriva due fonti per uno stesso argomento senza accorgersi che non concordavano oppure si lasciava prendere dal gusto del fantasioso e del pittoresco o metteva insieme due dati che sarebbero dovuti essere distinti.Tuttavia, quando i suoi scritti erano frutto di un’osservazione diretta del territorio, mostrava una certa genialità come nel caso della descrizione del piemonte.Nelle relazioni universali, appare evidente, infine, l’influenza straboniana nell’applicazione del principio di osservazione, nulla si avverte dell’applicazione del principio di causalità.Sulla qualità dell’operato di botero vi sono opinioni discordanti, infattimentre il Magnaghi ritiene che botero abbia fornito alla geografia umana un metodo innovativo utilizzato fino agli inizi del novecento, lo chabod ritiene l’opera non così originale e innovativa, ma puramente elencativa.;la diversità di punti di vista è dovuta anche alla diversità di approccio e di analisi;principalmente sincronico quello di chabod e diacronico quello di magnaghi.

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La tesi di magnaghi viene sostenuta dal fatto che nel periodo in cui visse botero, tutte quelle opere che descrivevano le regioni e le popolazioni non avevano niente a che fare con il titolo geografia, ma erano relazioni redatte dagli ambasciatori per permettere di conoscere ai regnanti le caratteristiche fisiche ,climatiche, culturali ecc…non solo dei territori contigui, ma anche molto lontani;cosa necesaria in un mondo continuamente in evoluzione in cui gli orizzoni si amplaino continuamente come quello del cinquecento.Le relazioni di botero, come tutte le altre relazioni degli ambasciatori hanno un fine politico, ma anche se essi non se ne accorgevano, il metodo era geografico;essi infatti nell’analisi di un territorio:

1. Analizzavano la posizione in termini di latitudine, longitudine e altitudine,da quante e quali regioni era composto e quale è quella principale

2. Le qualità della provincia 3. Descrizione degli abitanti e delle loro attività.

Chabod comunque ha il merito di aver raccolto nelle sue relazioni universali tutti queglli elementi geografici la cui conoscenza è necessaria agli uomini di stato utilizzando fonti moderne ;si ha quindi un’opera organica, in cui i dati, organizzati secondo uno stesso metodo, sono rivolti ad uno stesso fine essenziale che è un fine pratico. È anche per questo che la nascita della geografia umana non si può collocare nel rinascimento; perché non c’è ancora il moderno senso scientifico di indagine che nasca da una tensione ideale e non per un fine pratico;inoltre in questo periodo, c’è molta confusione riguardo al concetto di geografia.

DAI GEOGRAFI DEL RE ALLA GEOGRAFIA STATISTICADa potero in poi, fino quasi all’ottocento, le descrizioni geografiche e gli studi di geografia sono sempre più finalizzati ai governi dello stato;servono cioè al sovrano per ben amministrare lo stato e renderlo ricco.

In questo periodo, con la parola geografo si intende non la figura che intendiamo noi oggi ma semplicemente degli uomni d’azione ,che solitamente erano cartografi ,ma anche ingegneri, al servizio del re.

VAUBAN

Lo stesso vauban, noto ingegnere militare francese, veniva considerato un geografo.

Vauban, può essere considerato il padre della geografia statistica, e infatti elabora un modello di analisi sistematica di pianificazione territoriale per lo sviluppo di un nuovo paese da colonizzare;infatti, nella sua idea, si sarebbe dapprima dovuto inviare nel paese dei geografi, o comunque degli studiosi in grado di

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osservare le caratteristiche del paese, come la qualità dell’aria, dell’acqua, la presenza di fiumi e di altri fattori favorevoli all’insediamento.

Vauban era molto interessato agli aspetti qualitativi e qualitativi relazivi al fattore umano e infatti, se da un lato propone un modello di ricerca dei fattori di localizzazione necessari ad una razionale pianificazione di un territorio,dall’altro riesce a stimare la popolazione del canada nel 1910, con un risultato molto vicino alla realtà.

L’interesse per gli aspetti qualitativi e quantitativi legati alla popolazione,dipende dal fatto che vauban era un geografo al servizio del re e quindi il suo compito era quello di aiutare il re a meglio amministrare i suoi territori;ora una delle cose peggiori che poteva accadere al sovrano era il deperimento della sua popolazione, e per evitare ciò, il re doveva conoscere la popolazione ,i suoi bisogni e i suoi limiti.

Per questo, vauban aveva auspicato la formazione di un corpo di ufficiali con il compito di censire la popolazione.

4gli esiti dei censimenti andavano poi inseriti in una carta da raccogliere in un atlante per ogni provincia, corredato da una descrizione succinta.

Inoltre vauban può essere considerato uno dei precursori della pianificazione territoriale, come si scorge nella sua critica al canale di linguadoca;mal funzionante, soprattutto per le sue due parti terminali;una confluiva nel porto di sète ed era soggetta a insabbiamenti, mentre l’altra confluiva nel tratto finale della garonna ,fiume con un corso molto irregolare e quindi soggetto a secche e piene rovinose.

Vauban propose per risolvere il problema, che il canale collegasse direttamente il mediterraneo con l’atlantico tramite due porti naturali che non fossero soggetti ne a piene ne ad insabbiamenti;in questo caso si potevano raggiungere 2 obbiettivi;si permetteva alle imbarcazioni di giungere dal mediterraneo all’atlantico e viceversa senza circumnavigare la penisola iberica e si potevano creare dei collegamenti interni con le vie d’acqua interne.

Nel SEICENTO e SETTECENTO, erano comparsi gli statistici che avevano il compito di conoscere lo stato per ben amministrarlo e renderlo ricco.

Lo spazio comincia così ad essere inteso come un ambito della superficie in cui qualsiasi soggetto può agire sebbene influenzato dalla componente naturale

MONTESQUIEAU

Determinismo stretto tra clima e attività produttiva.

Durante il settecento, la corrente illuministica, la rivoluzione industriale e le nuove esigenze di una classe borghese in ascesa, diedero una svolta agli studi geografici; emerge quindi un concetto di spazio da analizzare in maniera diacronica, cioè mediante il confronto tra l’organizzazione spaziale contemporanea e quelle passate.

HUMBOLDT(COSMOS)

Crede che il carattere di una regione dipenda dai suoi fattori naturali

RITTER(ERDUNKE)

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Ha una concezione dello spazio da analizzare in base al rapporto- natura-storia e non in base alle interrelazioni che avvengono tra i suoi elementi naturali

1850/70 abbiamo la nascita della geografia di impostazione scientifica soprattutto in conseguenza

del diffondersi della nuova filosofia positivista il cui manifesto fu redatto da comte nel suo cousre de la philosophie positive.

La filosofia positiva era basata su cinque principi fondamentali:

realtà

certezza

precisione

utilità

relatività

lo studioso doveva respingere qualunque spiegazione di ordine sovrannaturale e invece ricercare le cause oggettive riscontrabili nella realtà di un qualsiasi fenomeno.

In pratica, partendo dal fatto che tra i fenomeni esistano connessioni e successioni logiche, lo studioso dovrebbe sostituire alla formulazione di giudizi ideologici,quella di leggi scientifiche.

Inoltre , poiché il metodo sperimentale aveva avuto successo con le scienze fisoiche e biologiche , andava applicato anche alle scienze umane e alle scienze sociali.

MELCHIORRE GIOIA

Al gioia si deve una filosofia della statistica, in cui, oltre a evidenziare l’importanza svolta da alcuni fattori geografici nell’attività umana,dimostra come andrebbe condotta un’analisi sistematica del territorio,offrendo due esempi, la descrizione di due province lombarde, l’olona e il lambro.

La concezione di spazio del gioia, non si può definire completamente deterministica, perché se anche è vero che egli ritiene che le attività umane sono condizionate dagli elementi topografici,afferma anche che l’uomo tra tutte le specie viventi è quello che riesce meglio a sottrarsi all’azione del clima e questo grazie alla sua intelligenza che , se da un lato gli fornisce altri bisogni oltre a quello fisico, gli permette anche di trovare i mezzi per contrastare la natura;quindi quanto più l’industria è sviluppata, tanto più l’uomo riesce a contrastare la natura.

CARLO CATTANEO

Carlo cattaneo, può essere considerato un precursore dell’indirizzo funzionalista perché si concentra sul rapporto città-campagna, ed è il primo che si accorge che l’accrescimento urbano, dovuto all’investimento di capitali ha come conseguenza quella di saldare territori sempre più vasti al potere della città principale;e per sostenere questa tesi porta ad esempio le città padane che sono dei veri e propri centri di gravità e si trovano al centro di tutte le comunicazioni.

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Inolttre, parlando del rapporto città-campagna, cattaneo afferma che città e campagna sono interdipendenti tra di loro, anche se la città svolge funzioni amministrative più importanti;e che la città è il motore dello sviluppo commerciale che, a sua volta ha incentivato l’agricoltura.

Il rapporto tra città e campagna, quand’è equilibrato determina l’omogeneità di una regione.

Cattaneo parla anche di emigrazione, causata dagli squilibri tra popolazione e risorse(esempio dei lavoratori della lucchesia che in inverno vanno a procacciarsi il lavoro nella maremma toscana e in corsica per tornare poi con del denaro in estate).

Cattaneo propone quindi di potenziare l’istruzione per migliorare la qualità del lavoro all’estero.

Per quanto riguarda il concetto di spazio, traspaiono i concetti originali di sito e regionalità, dove il sito èl’opportunità del luogo, cioè uno spazio che acquista valore dopo che l’uomo con la sua attività lo rende idoneo all’insediamento, mentre la regionalità è rappresentata dalle relazioni che avvengono tra l’insediamento umano e quei fenomeni che in diversa misura ne influenzano la vita.

IL DETERMINISMO FISICO AMBIENTALENel corso dell’ottocento,a causa della diffusione del pensiero positivista e delle logiche razionaliste proposte da kant si ha una svolta nel pensiero geografico.

La geografia si scinde quindi in geografia uman intesa come scienza umana e geografia fisica intesa sempre più come scienza della terra.

Inoltre una svolta nel pensiero geografico, si ha anche grazie all’introduzione delle teorie evoluzioniste di darwin;per le quali l’uomo non è più il re della creazione ma un frutto del caso o di necessità dell’evoluzione;e come tale è un fenomeno e quindi va studiato al pari degli altri fenomeni;ne consegue che anche il pensiero umano non è altro che un fenomeno, di conseguenza i comportamenti umani possono essere studiati come fenomeni qualsiasi, applicandovi le leggi della biologia,con la conseguenza che i gruppi umani sono anch’essi soggetti alla selezione naturale e quindi mostravano un’etica, un’organizzazione e dei comportamenti che erano il prodotto dell’ambiente fisico in cui vivono.

Oltre che da queste teorie, il determinismo fisico ambientale viene influenzato anche da una visione della realtà di tipo meccanicistico, secondo cui la realtà è una macchina, ossia una struttura capace di produrre funzioni;ne consegue che in geografia umana l’ambiente naturale era considerato la struttura, mentre la componente umana era il prodotto.

Il determinismo fisico ambientale, quindi prevede un rapporto di determinazione univoca per cui l’elemento naturale determina la componente umana e non viceversa;la natura quindi impone dei vincoli all’azione umana a cui l’uomo non può sottrarsi.

Scopo dei geografi deterministi era quindi quello di studiare la componente naturale del territorio e metterla in relazione con gli aspetti antropici in modo da spiegare in che modo i primi determinavano i secondi.

In realtà il determinismo,in maniera così rigida non venne applicato quasi da nessuno e nemmeno da RATZEL , CHE DEL DETERMINISMO FISICO-AMBIENTALE era il principale esponente.

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RATZEL

Una delle sue opere principali è la POLITISCHE GEOGRAPHIE che segna da un lato l’inizio della geografia politica e , dall’altro la consapevolezza della fine del ruolo politico della geografia.

Ratzel considera il territorio come un organismo vivente che si accresce e fluttua;in pratica ogni stato si accresce annettendo a se stesso altri stati, secondo uno schema;prima gli stati più piccoli e vicini e poi quelli più grandi e lontani.

Cioò accadeva, quando sia il sovrano che i sudditi, necessitavano di maggiore spazio, inteso come spazio vitale, cioè agente capace di determinare il destino dei popoli e di dettare ferree leggi.

Quanto più è vasto lo spazio di uno stato ,più relazioni esso intrattiene con altri popoli e quindi deve sempre mantenere desta la sua attività per non farsi sottomettere economicamente e politicamente;inoltre, in una società come quella moderna in cui lo spazio politico è in continua espansione, i grandi uomini non possono accontentarsi dello spazio che bastava ai loro predecessori.

Inoltre, maggiore spazio significa migliori condizioni di vita e un più ampio respiro per l’agricoltura e le altre attività, mentre un piccolo spazio è sinonimo di microstatismo e del prevalere di un gretto spirito locale.

Ratzel parla anche di raumsinn, che sarebbe una caratteristica innata come l’udito, ma che gli uomini posseggono in maniera diversa e che rende alcuni più adatti all’espansione.

Il pensiero ratzeliano è stato accusato ingiustamente di essere meccanicistico, ma in realtà non è vero perché l’applicazione delle teorie evoluzioniste, avviene attraverso l’inferenza di una specie di legge dell’emigrazione;per cui gli uomini si spostano sulla terra fino a che non trovano condizioni adatte al loro sviluppo;da qui, le attività umane che si sviluppano in un certo luogo, si diffonodono tramite i flussi migratori.

IL POSSIBILISMO VIDALIANOTra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento,il determinismo fisico ambientale viene messo in crisi dalla fondazione di una scuola di sociologia presso l’ecole normale superieure di parigi, frequentata da sociologi durkeimiani e da geografi gravitanti intorno a vidal de la blache, responsabile di aver elaborato un metodo e una nuova corrente di pensiero che va sotto il nome di possibilismo vidaliano.

Il metodo di vidal si basava essenzialmente su tre punti;

1. Partire sempre dall’osservazione del reale evitando l’elemento teorico a priori2. Analisi dei rapporti spazio temporali del fenomeno studiato3. Ricerca delle cause di tali rapporti facendo particolare attenzione allo studio sui generi di vita

Per generi di vita si intendono i comportamenti manifestati dai gruppi umani, ossia le forme di organizzazione messe in atto dalla società nell’occupazione di un territorio, al fine di usufruire al meglio delle risorse naturali per sopperire ai propri bisogni.

Ne deriva quindi che nella concezione vidaliana dello spazio, non abbiamo più un rappurto di determinazione biunivoca natura-uomo , ma un rapporto biunivoco che può essere sintetizzato nella frase

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la natura permette e l’uomo dispone;in pratica la natura non offre più solo dei vincoli ma anche delle possibilità di sfruttamento del territorio;l’uomo quindi compie delle scelte determinate dal livello culturale e tecnologico e diventa un fattore geografico ,capace di influire sulla componente fisica dello spazio.

Da ciò scaturisce una nuova concezione di paesaggio considerato non più solo come l’insieme delle fattezze materiali di carattere fisico, ma come insieme delle fattezze materiali causate da fattori di ordine naturale e umano,considerate sia nel loro aspetto sincronico che diacronico.

Allo stesso modo la regione diventa una porzione di territorio che si distingue dalle altre sulla base di connotazioni paesaggistiche differenti.

Una delle opere più importanti di vidal della blache è il tableau de la geographie de la france;

i tableaux sono delle monografie regionali e sono da considerarsi come basi propedeutiche o cornici da cui partire per l’analisi sincronica dela questione che si intende studiare, e la loro funzione eè quella di delineare cornici stabili che sono altrettanti ostacoli per coloro che vi si muovono dentro.

In quest’opera, il metodo vidaliano è basato sull’analisi delle permanenze;su ciò che rimane stabile nel tempo e che permane anche dopo che le rivoluzioni sono cessate.

Infatti, vidal de la blache afferma che i cambiamenti che stavano sconvolgendo l’europa in quel periodo sono come il vento che incrina uno specchio d’acqua, quando il vento sarà cessato, l’acqua tornerà ad essere calma, di conseguenza bisogna prendere come punto di riferimento solo ciò che è fisso e permanente.

La funzione principale di questi tableaux è quella di rilevare le caratteristiche specifiche della relazione tra eredità storico-culturali e caratteristiche naturali.

Quindi, nel caso di una società moderna, i cui connotati presentano analogie da un territorio all’altro, la mancanza di elementi tradizionali impedisce l’analisi,la presenza di relazioni e fenomeni nuovi impedisce di individuare la personalità regionale.

In conclusione il metodo vidaliano non tiene conto del cambiamento.

DAL FUNZIONALISMO ALLA NEW GEOGRAPHYIntorno alla metà del 900 si comincia a concepire la realtà come composta da strutture costituite da elementi interagenti e quindi capaci di produrre funzioni, e in continua evoluzione.

In geografia umana si sposta l’attenzione dalle forme delle funzioni del territorio e anche lo spazio viene visto non più come spazio assoluto, ciò distinto in base alla posizione assoluta o ubicazione;cioè in base a coordinate immutabili, ma in base alla funzione o al ruolo che esercita;cioè eè uno spazio relativo.

Lo spazio relativo è un prodotto dell’azione sociale e quindi è tale solo se considerato in funzione delle relazioni che in esso avvengono,relazioni evidenziate dai flussi di persone beni e informazioni che avvengono in esso.

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Lo spazio geografico viene visto come una tessitura di campi di forza ,ognuno dei quali ha un polo centrale o un magnete;la regione per esempio è un campo di forza il cui polo principale è rappresentato dalla città più importante che governa e controlla tutto l’intorno(periferia, zona industriale, l’area in cui si muovono i pendolari, il nodo di traffico da cui si irradinao le vie di comunicazione principali)

Durante gli anni settanta e ottanta,si assiste all’instaurarsi di legami stretti tra la geografia umana e le scienze economiche interessate allo studio delle logiche spaziali dei fenomeni economici;nasce quindi un nuovo tipo di geografia, definita quantitativa (la new geography),basata su un metodo prevalentemente deduttivo e l’applicazione di procedimenti matematici e statistici allo scopo di poter usufruire degli sviluppi della tecnologia elettronica e informatica, già introdotti nelle cosidette scienze esatte.

Scopo della nuova geografia, non è più quello di riprodurre tutta la realtà, ma vengono posti degli schemi concettuali, i modelli che possono essere descrittivi o normative se dettano delle norme di comportamento

L’INDIRIZZO SISTEMICO E IL PROBABILISMOa partire dalla seconda metà degli anni settanta, si è andata affermando la concezione sistemica dello spazio relazionale, influenzata dalla teoria generale dei sistemi espessa da von bertalanffy nel suo general system theory.

L a realtà viene vista come un complesso o insieme di strutture che si evolvono, adattandosi e modificandosi ,non soltanto interagendo tra loro, ma anche con l’ambiente di cui fanno parte.

In particolare la realtà veniva immaginata come un complesso di sistemi bi modulari costituiti da comunità umane ed ecosistemi.

Questi sistemi presentavano al loro interno degli elementi ;le relazioni avvengono non solo tra gli elementi di un sistema, ma anche tra il sistema e l’ambiente;si viene così a creare una complessa struttura di realazioni che si influenzano reciprocamente e influenzano anche l’elemento di partenza che le ha generate.

Harvey, in explanation in geography distingue 3 tipi di relazioni che si possono instaurare tra gli elementi di un sistema:

1. In serieil comportamento dell’elemnto a influisce sul comportamento dell’elemento b che influisce sul comportamento dell’elemento c

2. In paralleloil comportamento dell’elemento a influisce contemporaneamente sul comportamento dell’elemento b e c che a loro volta danno vita ad altri rapporti

3. Retroagentil’elemento a crea una serie di relazioni che ritornano sull’elemento di partenza.

Lo spazio, viene poi analizzato su 3 livelli

1. Livello elementarecostituito dagli attributi, cioè le caratteristiche variabili in ampiezza da luogo a luogo, che servono per definire le funzioni dei luoghi e la loro gerarchizzazione spaziale.

2. Livello sintagmatico (o relazionale)PARTE DALLA TRAMA, DOVE LE RELAZIONI CHE AVVENGONO TRA GLI ELEMENTI VENGONO a costituire la struttura del sistema, analizzata dapprima in modo statico e poi nella sua evoluzione temporale(processo)

3. Livello sistemicovengono analizzati i processi sia attraverso la dinamica temporale che la diffusione spaziale del processo.

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Il processo, quando è orientato, cioè diretto verso un obiettivo, forma un sistema.

In seguito a queste osservazioni, se indico con A l’insieme degli elementi, con R l’insieme delle relazioni semplici e composte e con F l’orientamento del sistema, quest’ultimo può essere definito da una relazione del tipo S=(A,R,F).

Immaginiamo poi uno spazio E scomponibile in un certo numero di sottoinsiemi o regioni;lo spazio E è costituito da elementi; l’appartenenza di tali elementi a S definisce la regione-sistema,vfista come una struttura dinamica e aperta (perché soggetta a mutamenti e legata ad un sistema superiore, l’ambiente),distinta (cioè dotata di caratteristiche proprie) e orientata da una specifica finalità che è quella di massimizzare la propria autonomia verso l’esterno.

Cambia quindi il concetto di regione che non è più un’area costituita da un insieme di elementi cementati tra loro da un certo livello di interdipendenze, ma è una realtà oggettiva, costituita da un insieme di elementi umani e fisici interconnessi e mossi ad uno stesso processo,aperto a relazioni esterne e in grado di opporsi ad eventuali processi degradativi.

Cambia il tipo di logica adottata;se prima valeva il principio di esaustività per cui della regione bisognava conoscere tutto, adesso vale il principio di aggregatività, per cui della regione bisogna conoscere quella struttura di relazione utile per spiegarne il processo.

Di conseguenza, la struttura di una regione che si muove nel tempo viene colta attraverso l’analisi diacronica delle relazioni;e poiché la regione è una struttura aperta, le relazioni non avvengono solo tra i suoi elementi ma anche tra diverse regioni.bisogna quiindi distinguere tra relazioni endogene ed esogene.

lo spazio sistemico, presenta strutture fisiche (hardware)e concettuali (software);per cui in ciascun sistema si possono cogliere 2 coordinate di interesse;il processo che è temporale e la struttura che è tasoonomico-spaziale;infatti la struttura ci permette di individuare la trama regionale, mentre con il processo si individua la sua evoluzione nel tempo.

Va infine detto che lateoria generale dei sistemi adotta la trasposizione di principi derivati da altre scienze ;come per esempio quello dell’entropia.

Rifkin in particolare, afferma che l’attività economica consiste nel prelevare energia a bassa entropia da convertire in servizi temporanei per poi reimmetterla nell’ambiente sotto forma di rifiuti ad elevata

entropia, con la conseguenza che il livello di entropia di una regione si alza sempre di più.

Questo sarebbe corretto se la regione fosse un sistema chiuso, ma in realtà essendo un sistema aperto, le forze entropiche vengono contrastate da forze negentropiche provenienti dall’esterno.

LA GEOGRAFIA RADICALENegli anni settanta del novecento, si afferma una nuova corrente di pensiero, detta materialismo storico, di chiara impostazione marxista, che mette in dubbio la capacità esplicativa dell’approccio razionalista.

Secondo questa corrente di pensiero,quindi secondo l’approccio radicale, ogni struttura socio-territoriale non è un fenomeno, ma un prodotto storico;da ciò derivano vari corollari, tra cui:

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1. I processi di trasformazione del territorio, oltre a non essere facilmente individuabili sono spesso in contrasto tra loro e quindi non riconducibili ad un modello generale.

2. Ogni struttura socio-territoriale è irreversibile e ha un valore storico3. Il territorio assume una posizione di rilievo nella configurazione dei conflitti sociali;non solo per

quanto riguarda i modi di produzione, ma anche i luoghi di produzione e i rapporti tra società stanziate in luoghi diversi.

Il principale esponente della geografia radicale è harvey che nella sua opera, explanation in geography,demolisce il paradigma quantitativo, che ormai è inutile perché non permette di rispondere ad alcune domande sui problemi sociali di cui ci si rendeva consapevoli solo negli anni 70 del novecento;per esempio la segregazione delle città nord-americane, la rivolta dei neri ecc…

Dopo aver rifiutato il paradigma quantitativo, harvey rifiuta sia la via dell’idealismo per non dover sempre ricercare cause di ordine sovrannaturale, sia quella della fenomenologia,ma ritiene opportuno operare in una zona di conoscenza in cui certi aspetti del positivismo, dell’idealismo e della fenomenologia, in parte coincidono.

In europa, la rivoluzione radicale, arrivò nello stesso momento rispetto a quella quantitativa, generando confusione e inquietudine di cui è espressione erodote di yves lacoste.

ITALIA

Quaini

Il territorio, dovrebbe essere analizzato non solo dal geografo e dallo storico, ma anche da studiosi di altre discipline in un dibattito aperto e di tipo interdisciplinare e non multidisciplinare;in questo modo, la geografia, non è più una scienza di sintesi, ma ha il compito di analizzare le più essenziali categorie del proprio lavoro scientifico in un dibattito aperto con le altre scienze e seguendo un metodo volto a privilegiare l’integrazione di sincronia e diacronia allo scopo di individuare i quadri dinamici di mutamento geografico.

Secondo quaini bisognerebbe superare la distinzione tra geografia e storia, quindi tra componente spaziale e temporale, perché nell’analisi geografica, non possiamo limitarci a compiti essenzialmente descrittivi, e cioè alla descrizione delle strutture organizzative e territoriali, ma dobbiamo anche svolgere una funzione interpretativa, cioè introdurre la componente temporale e studiare l’evoluzione dello spazio nel tempo<,la storia non è più così solo storia umana ma anche ecologica.

Questo tipo i geografia, definita storica , tende ad aprirsi a spazi sempre più grandi nella pianificazione territoriale; e infatti, per la pianificazione di un territorio occorre conoscere la sua storia; non si può per esempio programmare ripopolamenti animali e vegetali nei parchi senza prima conoscere le specie animali e vegetali distrutte dall’uomo e reintegrabili nell’ambiente.

Per il materialismo la realtà è concepita come un insieme formato da parti, ognuna indispensabile per l’esistenza del tutto.

Tra le parti esistono delle relazioni tramite cui la struttura, che è dinamica, si modifica;ciò non vuol dire che le relazioni tra le parti siano necessariamente in armonia ,ma le relazioni possono anche generare conflitti il superamento dei quali permette alla struttura di auto conservarsi e autoriprodursi.(sistema dialettico)

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Il pratica il superamento di una condizione sociale permette uno sviluppo nella realtà territoriale,(nel 1890 la formazione di una struttura socio-economica di tipo capitalista nel nord italia ha permesso l o sviluppo industriale.

GEOGRAFIA DELLA PERCEZIONEla geografia della percezione, o geografia umanista,è un tipo di geografia che viene notevolmente influenzata

dall’esistenzialismo(che pone l’uomo al centro della riflessione).

Dalla fenomenologia per cui l’essenza dei fenomeni non trova fondamento nell’apparenza e quindi per coglierla è necessario soffermarsi sul mondo soggettivo dell’individuo.

L’individuo preso in considerazione, non è solo l’uomo raziocinante, ma è anche l’uomo che riflette, che crea, che prova sentimenti e di conseguenza, ogni differenza tra mondo oggettivo esteriore e mondo soggettivo interiore deve essere respinta in quanto il mondo oggettivo non è che un’estensione della nostra coscienza in quanto trova la sua coerenza nei nostri concetti organizzatori.

In pratica l’uomo viene posto al centro e lo spazio è visto in sua funzione, nel senso che si studiano le immagini o percezioni dello spazio che ciascuna persona ha e che possono variare in base all’età, al sesso, alla provenienza e al ceto sociale; per esempio gli abitanti di un ghetto nero, praticamente segregati, hanno una concezione diversa della città rispetto ad un uomo di affari che vi si può muovere liberamente.

Le percezioni, vengono raccolte nelle mappe mentali che sono caratterizzate da cinque elementi fondamentali:

1. Le vie di comunicazione lungo le quali ci muoviamo, che possono essere strade, ferrovie e sono linee di riferimento lungo le quali muoviamo altri elementi

2. I margini fratture lineari nell’ambito della città come le linee costiere o le linee ferroviarie e che sono barriere anche psicologiche

3. Nodi che sono vie di traffico intenso come incroci stradali importanti o piazze4. I distretti che sono settori della città di cui non abbiamo una conoscenza particolareggiata5. Alcuni punti di riferimento che di solito restano impressi per i loro caratteri estetici

Dalle mappe mentali emerge un spazio diviso in

1. Spazio di vita che è lo spazio frequentato abitualmente dal soggetto2. Spazio sociale che comprende lo spazio di vita e tutti gli ambienti in cui il soggetto intrattiene i suoi

rapporti sociali3. Spazio vissuto che comprende lo spazio sociale e tutti i luoghi a cui il soggetto da un significato.

IL CRITICISMO POSTMODERNO E LE TEORIE DELLA COMPLESSITA’nel corso degli anni 80 si cerca di superare le concezioni epistemologiche positiviste e strutturaliaste.Questa tendenza si può scorgere in 3 elementi:

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1. L’avvento della società postmoderna2. La redifinizione del senso della conoscenza scientifica3. La presenza sempre più massiccia della questione etica in ambito scientifico

Per quanto riguarda la conoscenza,prima era considerata valida solo quella oggettiva, adesso abbiamo due filoni di pensiero, quelo umanista della geografia umana che considera la conoscenza soggettiva e il secondo per cui la realtà costituisce l’ambiente esterno rispetto al soggetto e la conoscenza non è altro che l’interazione tra il soggetto e l’ambiente esterno, per cui il soggetto prende come oggetto l’ambiente esterno ed è preso come oggetto dall’ambiente esterno.

Per quanto riguarda l’etica della conoscenza, cioè i fiini della conoscenza abbiamo due filoni di pensiero;

1. CRITICISMO POSTMODERNO interessato sia ad un discorso estetico che ad uno storico culturale;nasce la teoria della compressione del tempo nello spazio, per cui la città è espressione non solo di epoche diverse ma anche di culture molto lontane tra loro.

2. TEORIE DELLA COMPLESSITA’ ritengono chimerica la conoscenza oggettiva, ma non annullano il soggetto nell’oggetto.