Appunti di Storia della Chiesa...

24
Guglielmo Orlandi Appunti di Storia della Chiesa medievale tratti dal corso di Storia della Chiesa medievale del prof. Franco Dal Pino presso la facoltà di Lettere dell'Università di Padova nell’anno accademico 1989/1990

Transcript of Appunti di Storia della Chiesa...

Guglielmo Orlandi

Appunti di Storia della Chiesa medievale

tratti dal corso di Storia della Chiesa medievale del prof. Franco Dal Pino

presso la facoltà di Lettere dell'Università di Padova nell’anno accademico 1989/1990

2

Tavole cronologiche dei principali fatti e personaggi È necessario stabilire immediatamente quali siano i principali eventi e i personaggi di

maggior rilievo di questo periodo ed elencarli in ordine cronologico, perché più oggettivo sia lo schema delle questioni da studiarsi.

All’inizio porremo in colonne distinte i fatti appartenenti al mondo occidentale e quello del mondo orientale. Nel primo distingueremo gli elementi della latinità morente e quelli espressivi del nuovo mondo in formazione.

a) secolo V Valentiniano II (375-392)

Imperatori occidente: Onorio (395-423) Teodosio I (379-395)

oriente : Arcadio (395-408)

380 Editto di Tessalonica: Cristianesimo religione di stato dell’impero romano 394 + S.Gregorio Nisseno

396 S.Agostino è vescovo di Ippona 397 + S.Ambrogio, e S.Martino di Tours 400 Gli Unni sull’Elba 403 + Prudenzio 403 + S.Epifanio 405 S.Onorato fonda il monastero di Lirino 407 + S.Giovanni Crisostomo 408 Sassoni in Bretagna 410 Fondazione monastero di S.Vittore di Marsiglia; + Rufino di Aquileia; eresia di Pelagio e Celestio 411 S.Agostino attacca il Pelagianesimo 416 Sinodi Africani contro Pelagio; + Innocenzo I (402-416) I Visigoti, premuti dagli Unni dal 375, passano il Danubio, battono Valente nel 378; dal

395, con Alarico, passano in Grecia e nell’Illirico; nel 401 sono in Italia, nel 402 Stilicone li batte a Pollenzo; di nuovo in italia nel 408, saccheggiano Roma nel 410; dal 414 al 419 si stabiliscono in Spagna, passando per la Gallia.

I Vandali, provenienti dall’Oder, traversano il Reno e sono in Gallia nel 406; nel 409-411 in Spagna; nel 427 traversano lo stretto e sono a Cartagine nel 429.

Degli Alani, in movimento (spinti dagli Unni) verso Occidente, dal 350 circa, un grup-po si associa ai Vandali, seguendoli, dal 409 al 416, verso la Gallia e l’Africa.

I Burgundi, stanziati già sul Meno, tratti dalla scia degli altri barbari, attraversano il Reno nel 413; passati nella Belgica, sono sconfitti da Ezio nel 437; nel 443 parte di essi ot-tengono di stabilirsi nella regione del lago di Ginevra.

3

I Franchi, già fissati nella Gallia del Nord dal 350, sono in parte ancora al di qua del limes al momento delle grandi invasioni, considerati come foederati dell’impero; fra il 408 e il 418 cedono anch’essi dinanzi agli Unni e verso il 420 si trovano stanziati nella regione tra Senna e Mosa.

Gli Svevi, al termine delle loro migrazioni, si fissano in Galizia e in parte del Portogal-lo.

420 + S.Girolamo 427 S.Agostino termina il ‘De Civitate Dei’ 428-29 S.Agostino attacca il semipelagianesimo 428 + Teodoro di Mapsuestia 430 + S.Agostino, mentre Ippona è assediata dai Vandali; i Franchi sulla Somme 422-32 Pp. Celestino I 431 III Concilio Ecumenico Efesino I, contro Nestorio 432 + Giovanni Cassiano (350-432), dopo aver soggiornato in Egitto v. 390; S.Patrizio evangelizza l’Irlanda 444 + S.Cirillo d’Alessandria

449 “Latrocinio di Efeso” monofisita 450 + S.Vincenzo di Lirino e S.Piero Crisologo 450 + Teodosio II (408-450) 451 Gli Unni sono arrestati da Ezio ai Campi 451 + Nestorio (386-451); Catalaunici, sotto il pontificato di Leone I IV Concilio Ecumenico a Calcedonia (440-461) contro i monofisiti 452 Gli Unni sono in Italia 453 + Attila 454 Anglo-Sassoni nel Kent 454 + Eutiche (379-454) 455 Sacco di Roma da parte dei Vandali di Genserico 456 Visigoti in Spagna 458 + Teodoreto di Ciro e S.Simone stilita 461 + S.Leone il Grande e S.Patrizio d’Irlanda 463 + S.Prospero d’Aquitania 465 Persecuzione in Persia 466-84 La Spagna è interamente conquistata dai Visigoti ariani 476 Caduta dell’Impero d’Occidente con la deposi- zione di Romolo Augustolo per mezzo di Odoacre, capo dei soldati barbari foederati insorti 481 Clodoveo, re dei Franchi Salici, nel 484 batte a Soissons Syagrius

484 Scisma del patriarca di Costantinopoli;

4

Acacio, monofisita, scomunicato da Roma

489 + Sidonio Apollinare, vescovo di Clermont- Ferrand dal 472; Teodorico, re degli Ostrogoti, inizia la conquista d’Italia, imponendosi a Odoacre, poi facendolo uccidere (493) 490 S.Avito è vescovo di Vienne 496 Conversione di Clodoveo, con i suoi Franchi, dopo aver battuto gli Alemanni a Tolbiac in questo primo secolo:

l’Oriente tiene ancora un posto importante dal punto di vista religioso, però sempre più controllato dall’Occidente e già talvolta in opposizione ad esso;

in Occidente: dal punto di vista politico ultime resistenze della romanità e presenza di forti personalità della Chiesa “romana” che vengono a morire in questo secolo; si nota già una decadenza del vecchio mondo religioso e un accentuarsi d’attenzione della Chiesa verso i barbari e viceversa; dal punto di vista culturale sono le regioni più roma-nizzate che tengono ancora interamente il monopolio, benché senza splendore.

b) secolo VI Teodorico in Italia tenta di organizzare uno stato barbarico-latino, cattolico-ariano, che

non sarà privo di grandezza (Boezio e Cassiodoro). Non riuscirà, mostrando l’impossibilità di unione stabile senza un comune denominatore, ma servirà a raccogliere e trasmettere i resti del passato.

Clodoveo in Gallia, battuti a Digione i Burgundi (500) e i Visigoti di Spagna a Vouillé (507), tenta a sua volta di organizzare uno stato barbarico-cristiano che riuscirà, perché ba-sato sull’unità religiosa.

511 + Clodoveo, il suo regno si frazionerà, dal 561 in Neustria e Austrasia 518 Conversione dei Burgundi ad opera di S.Avito 519 + S.Avito, apostolo dei Burgundi; Anglo-Sassoni nel Wessex 525 Anglo-Sassoni nel l’Essex; + Boezio (470-525) e Simmaco 526 + Teodorico il Grande

527-565 Giustiniano imperatore d’Oriente, tenterà, con l’opera di Belisario e

Narsete, di riunire Oriente e Occi- dente senza riuscirci

529 S.Benedetto, padre del monachesimo medievale,

5

fonda Montecassino; il Concilio Arausicano II (Orange) pone fine, nel sud della Gallia, alla controversia semipelagiana v.530 redazione dell’insieme del Liber Pontificalis: si cerca di fissare tradizioni orali o scritte del passato

531-38 Costruzione di S.Sofia di Costanti- nopoli, elementi ellenici e orientali

533 + S.Remigio, apostolo dei Franchi 533 Codice civile di Giustiniano: Codex repetitae praelectionis (I redazione nel 529), con le Digesta o Pandectae (533),

le Institutiones Iustiniani (533) e le Novellae (leggi posteriori), forma il Corpus iuris civilis

540 + Dionigi il Piccolo 541 + Teodora, moglie di Giustiniano 543 + S.Benedetto 546 Anglo-Sassoni nel Northumberland 551-63 Conversione degli Svevi 553 V Concilio Ecumenico, Costantino II,

contro i Tre capitoli, sotto Pp Vigilio (539-55)

555? + Cassiodoro (468-555?) 557 ca. S.Comgal fonda il monastero di Bangor, sul Belfast Loch 561 Anglo-Sassoni nel Deire; si muovono i Longobardi, nel 569 prendono Milano 565 S.Colomba (Columba), proveniente dall’Ir- 565 + Giustiniano landa, fonda un monastero nell’isola di Jona, vicina alla Scozia

570 Maometto (570-632); gli arabi approfondiranno, sotto molti aspetti, il fossato tra Oriente e Occi- dente

572 Anglo-Sassoni nell’Est-Anglia; i Longobardi occupano Pavia e tentano di creare un regno stabile, urtando contro Bizantini e Ro- mani 580 + S.Martino di Braga, apostolo degli Slavi 585 + S.Ermenegildo, ucciso in carcere a Tarragona, per ordine di suo padre Leovigildo, per aver rifiutato la comunione da un vescovo ariano 586 Anglo-Sassoni nella Mercia

6

589 Concilio III di Toledo: conversione di Recaredo e dei Visigoti 590 S.Colombano, monaco irlandese, fonda Luxeuil nei Vosgi; Gregorio I papa 594 + S.Gregorio di Tours, rude storico dei Franchi 596 S.Agostino, inviato da Pp. Gregorio I, giunge nel Kent 597 Conversione degli Anglo-Sassoni del kent sotto re Etelberto; + S.Colomba nel secolo VI dunque:

l’Oriente tenta invano (praticamente per l’ultima volta) di rifare, sotto il suo dominio, l’unità dell’antico impero romano; dell’opera estrema di Giustiniano rimarrà soprattutto la codificazione della sapienza giuridica romana;

l’Occidente si volge sempre più, anche negli ultimi rappresentanti della latinità, alle nuove generazioni, per le quali si raccoglie quanto è scampato dalla tormenta;

il mondo religioso è pervaso da un soffio di freschezza, apportato dall’evange-lizzazione, dalle nuove fondazioni monastiche, dagli incontri di uomini rappresentativi di stirpi diverse, affratellati dal cristianesimo, al quale ciascuno apporta uno speciale contributo.

c) secolo VII 600 + S.Leandro di Siviglia, scrittore e apostolo dei Visigoti 601 Conversione dei Longobardi 602 + S.Comgal 604 + S.Gregorio Magno (590-604), pastore e scrittore specialmente di spiritualità e pasto- rale, serba contatti con l’Oriente, offre il cri- stianesimo ai barbari 612 S.Colombano fonda il monastero di Bobbio, nella valle della Trebbia, ponendolo sotto la protezione della Madonna; vi muore nel 615 613 S.Gallo, discepolo di Colombano, fonda il monastero omonimo

614 I Parti di Cosroe prendono Gerusalem- me sotto l’imperatore Eraclio (610-41) 622 Egira: “emigrazione” di Maometto

dalla Mecca a Medina, inizio dell’era

7

musulmana 627 Conversione del Northumberland 628 Eraclio sconfigge Cosroe 629 Esaltazione della S.Croce 630 Fondazione dell’abbazia di S.Bavone di Gand e, successivamente, di altre numerose nel Belgio attuale 632 + Maometto 633-34 Lettere di Pp.Onorio I (625-38) al pa- triarca di Costantinopoli Sergio, a pro- posito di una o due volontà in Cristo, esprimendosi impropriamente 635 Conversione del Wessex 635 Gli Arabi occupano Gerusalemme 637 Gli Arabi occupano Antiochia di Siria 639 + S.Isidoro di Siviglia, animatore di concili, 639 Gli Arabi occupano Alessandria con uno dei principali artefici dell’erudizione del Abou-Dmar Medioevo; + S.Sofronio di Gerusalemme 640 + S.Gallo (572?-640) Dal 660 le invasioni arabe divengono sempre più minacciose 661 Conversione del Sussex; dal 606 al 752 a Roma si succedono nove papi di origine greca, dei quali cinque sono siri 680 I Bulgari sono al sud del Danubio 680-81 VI Concilio Ecumenico Costantinopolitano II: contro il Monotelismo 691 S.Willibrordo, anglosassone, monaco di 691 Concilio Trullano II Ripon, prende contatto con i Frisoni e fonda nel 698 il monastero di Echternach nel Lus- semburgo presso Treviri così il secolo VII:

vede rarefarsi i rapporti tra Oriente e Occidente, resi anche più difficili dagli Arabi; in Occidente si nota uno stabilizzarsi progressivo della situazione politica, una progres-

siva ma lenta e nascosta opera di evangelizzazione e cristianizzazione (missioni e mo-nasteri), un’assenza di nomi notevoli nel campo intellettuale scarso di uomini della lati-nità e ancora privo di uomini del Medioevo.

8

d) secoli VIII-IX 711 Gli Arabi in Spagna battono i Visigoti di Roderico a Xères 714 + Pipino II, detto d’Héristal, iniziatore della potenza dei Carolingi 716 Bonifacio, il monaco inglese Winfrido, nato verso il 680 viene ad evangelizzare la Germania,

specie nel 730 717 Inizio della forte dinastia Isaurica (717- 867), con Leone III; Costantinopoli assediata dai Musulma- ni (717); Iconoclastia: persecuzione dal 726 731 + S.Gregorio II (715-31) 732 A Poitiers Carlo Martello, figlio illegittimo di Pipino II, sconfigge gli Arabi di Abd ar Rahman 735 + S.Beda il Venerabile, benedettino di Jarrow, storico e scrittore ascetico notevole 739 + S.Willibrordo (659-739), apostolo dei Frisoni 741 + Gregorio III (731-41); + Carlo Martello, lasciando il regno ai figli Pipino e Carlomanno 744 Fondazione dell’abbazia di Fulda da parte di Sturmio, discepolo di Bonifacio; + Liutprando (712-44), riordinatore del regno longobardo; dal 726 aveva attaccato l’Esarcato di Ravena e, occasionalmente, anche i territori Romani, pure in fondo, sempre rispettoso del Papa 749 + Giovanni Damasceno 752 + Pp. Zaccaria (741-52) 752-57 È Pp. Stefano II: si rivolge a Pipino il Breve, unto re dei Franchi nel 752, contro i Longobardi sempre più invadenti, recandosi in Francia (753- 54) e conferendogli il titolo di Patricius Romanorum; in cambio, dopo la vittoria dei Franchi su Astolfo (756), il papa ottiene parte dei territori tolti ai Longobardi e che costituiranno il nucleo degli Stati della Chiesa; notare che il papa non si rivolge all’imperatore d’Oriente 755 + S.Bonifacio, vescovo di Magonza, apostolo dei Germani, martirizzato; Regola di Crodenango per i Canonici;

9

inizio, in Spagna, della dinastia degli Omaiadi di Cordova ( 755-1031) 765 Costantino V Copronimo batte i Bulgari 768 + Pipino il Breve (752-768); gli succedono i figli: Carlomanno e Carlomagno 771 Carlomagno regna da solo: nel 772 inizia la lotta contro i Sassoni, che prose- guirà fino all’804; nel 785 si converte il loro capo Widukindo; 774 rinnova la donazione di Pipino, nelle mani di Pp. Adriano I (771-95), dopo aver sconfitto i longobardi di re Desiderio (756-774) ed aver conquistata l’Italia settentrionale (774); 776 Fondazione dell’abbazia di S.Denis (Parigi) 778 a Roncisvalle, tornando da Saragozza, è battuto dai musulmani o dai baschi; 782 chiama alla sua corte gli eruditi del tempo: - dall’Italia, Pietro di Pisa e Paolo Diacono (740-801), - dalla Spagna, Teodulfo d’Orléans (+821), - dall’Inghilterra, Alcuino (+804) ed Eginardo (+844) 788 conquista la Baviera

787 VII Concilio Ecumenico, Niceno II, contro gli Iconoclasti (Patriarca

Niceforo e S.Teodoro Studita) 794 Concilio di Francoforte contro l’Adozianismo 796 Costruzione della cappella palatina di Aquisgrana 800 Natale: incoronazione di Carlomagno in San Pietro per le mani di Pp. Leone III (795-816); l’impero romano-franco è per gli orientali “provincia ribelle al potere legittimo dei suc- cessori di Costantino” 804 Conquista e conversione della Sassonia 800-14 Riorganizzazione dello Stato e della Chiesa 810 Inizio delle invasioni Normanne 814 + Carlomagno e gli succede Ludovico il Pio (814-840), il cui governo sarà contrassegnato da una grande debolezza d’autorità e incertezza nelle decisioni (deposto dal figlio Lotario nell’833 è di nuovo incoronato nell’835) ma sarà benefico dal punto di vista religioso 816 Concilio d’Aquisgrana, che regola la vita

10

canonicale: “De institutionibus Canonicorum” 817 Altro Concilio d’Aquisgrana, che regola l‘Ordo regularis’ dei monaci, sotto la direzione di Benedetto d’Aniano 822-60 Persecuzione mozarabica in Spagna 827 Gli Arabi sono in Sicilia, nell’846 mettono a sacco Roma 846-55 Pp. S.Leone IV (846-55), costruisce la “città leonina” 843 Trattato di Verdun, con cui i figli di Ludovico 843 L’imperatrice Teodora celebra il il Pio si dividono l’impero, ponendo le basi “trionfo dell’ortodossia” della futura struttura di parte dell’Europa: Lotario in Lotaringia, da Aquisgrana a Roma (843-55); Carlo il Calvo in Francia (843-77); Ludovico il Germanico nelle regioni tedesche (843-76) 844 Controversia Eucaristica 846 Sacco di S.Pietro da parte degli Arabi 846 S.Ignazio, patriarca di Costantinopoli,

esiliato e sostituito con Fozio nell’858 è restituito alla sua sede nell’868 (+877)

849 Sinodo di Quiercy, che condanna le dottrine di Gotschalk sulla predestinazione 856 + Rabano Mauro, entrato a Fulda nell’810, abate del monastero dall’822, vescovo di Magonza dall’846; i Normanni a Orléans, dall’860 all’880 nel Mediterraneo, nell’886 a Parigi 858 I Danesi in Inghilterra, saranno sconfitti 858 Fozio, patriarca dall’858 al 868, si nell’877 da Alfredo il Grande pone in urto con Roma che sostiene Ignazio; riassunto, dopo la morte di questi, è riconosciuto condizionalmen- nte, anche da Pp. Giovanni VIII. 858-67 Pp. Nicola I 859 + Decapitato Eulogio di Cordova; dall’855 era iniziata l’era di splendore del califfato di Cordova 863 Battesimo di Boris di Bulgaria 864 Conversione dei Bulgari 865 + S.Ansgravio (801-65), missionario in Danimarca nell’826, arcivescovo di Amburgo dall’833; + Pascasio Radberto 867-72 Pp. Adriano II 867 Inizio dinastia Macedone (867-1057),

11

con Basilio I (867-86) che richiama S.Ignazio 869 + S.Cirillo, apostolo dei Balcani (802-69) 869-70 Concilio Ecumenico VIII, Costantino IV conferma Ignazio 872-82 Pp. Giovanni VIII 877 + Carlo il Calvo (840-77) 878 Conversione del re di Danimarca 885 + S.Metodio (810-85), apostolo dei Bulgari dall’861 882 + Incmaro di Reims 887 La dieta di Tribur depone Carlo il Grosso, che dall’880 aveva riunito nelle sue mani, per eredità, tutti i domini dell’Impero, mostrandosi inetto e provocando in definitiva la spartizione dell’Impero in parecchie unità politiche indipendenti 891 Arnolfo di Carinzia, re di Germania (888-99), sconfigge i Normanni a Lovanio; + Scoto Eriugena 898 Gli Ungari invadono l’Italia

conclusioni per i secoli VIII-IX:

la situazione politica pone le basi dell’Occidente medievale:

da un lato, con l’invasione araba della Spagna arginata ai Pirenei, si stabiliscono le fron-tiere geografiche; le successive invasioni normanne, danesi e ungheresi, saranno rias-sorbite o respinte;

dall’altro col costituirsi dell’Impero carolino e il successivo frazionarsi in monarchie nazionali, si fissano due princìpi opposti ma complementari nello stesso tempo: teoria dell’unità occidentale, realtà dell’autonomia locale;

per la Chiesa, strettisi i rapporti con i Franchi, ottenuto il Patrimonio di S.Pietro, colle-gato Impero e Papato, si inizia un periodo fatto di alterne fasi di assoggettamento al po-tere politico o alla ricchezza, di resistenza e lotta, di trionfi;

con l’Oriente i rapporti sono sempre più tesi e segnano il primo scisma importante; l’opera di evangelizzazione si porta verso le regioni germaniche, scandinave, slave; quella di cristianizzazione è proseguita dappertutto, sostenuta o compromessa dai prìn-

cipi, effettuata specialmente dai monaci; il Papato, fino allora degno del suo passato, si avvia, al termine del secolo IX, verso una

delle sue epoche più tristi.

12

e) secolo X e secolo XI fino al 1075 890-950 epoca “di ferro”: mentre il Regno d’Italia è contestato da ogni sorta di competitori, da Berengario I (888-924) all’avvento di Ottone I nella penisola (951), Roma è in preda ai duchi di Spoleto, alla famiglia di Teodora, con Marozia e Alberico; il Papato vede la profanazione del cadavere di Pp. Formoso (891-96) ad opera del successore Stefano VI (896-97), favorevole agli spoletani e morto a sua volta assassinato; poi, da Sergio III, nel 904, la sottomissione alla famiglia di Teodora e l’elezione di Giovanni XI (931-35), figlio di Marozia; Ottone I, chiamato dagli italiani, discende nella penisola nel 951 e poi di nuovo nel 961, ricevendo la corona imperiale da Pp. Giovanni XII nel 962 906 Ungari a Venezia, nel 915 in Borgogna, nel 924 in Linguadoca, nel 931 nelle Fiandre, battuti ad Augusta nel 955 da Ottone I 909-10 Fondazione di Cluny: 927 + S.Bernone 942 + S.Odone 914- 28 Giovanni X, nel 915 sconfigge i Saraceni al Garigliano 916 Fondazione dell’abbazia di Brogne, ad opera di S.Gerardo e inizio del movimento loreno di riforma 926-42 S.Oddone, abate di Cluny 931-35 Giovanni XI, figlio di Marozia 945 La principessa Olga di Russia battuta a Costantinopoli 955-64 Giovanni XII, figlio di Alberico II 955 Ottone I ferma gli Ungari 961 + Haakon I, re cattolico di Norvegia 961 Creta ripresa all’Islam 962 Ottone I rinnova gli Stati pontifici; fondazione del sacro romano impero germanico 963 Antiochia ripresa agli Arabi 965-72 Giovanni XIII: sinodi di Ravenna del 967 e 968 ed erezione dell’arcidiocesi di Magdeburgo 972 + Liutprando di Cremona

13

985-96 Giovanni XV che chiama in Italia 985 Battesimo di Stefano di Ungheria Ottone III (980-1002) 986 Conversione del principe russo Vladimiro 990 Il papa lancia l’idea della tregua di Dio 996-999 Gregorio V, Bruno di Carinzia, tedesco 999-1003 Silvestro II, il francese Gerberto d’Aurillac 1000 Conversione dell’Islanda e della Groenlandia 1002 Enrico II imperatore, il santo (1002-24) 1010 Il Papato sotto i conti di Tuscolo; distruzione della basilica del S.Sepolcro 1012-24 Benedetto VIII 1014 Vittoria di Costantinopoli contro i Bulgari 1023-26 S.Romualdo: Camaldoli 1024-32 Giovanni XIX 1028 Giovanni Gualberto e Vallombrosa 1041 Il Concilio di Nizza istituisce la “tregua di Dio” 1043-54 Michele Cerulario, patriarca di Costantinopoli 1045 Silvestro III 1045-46 Gregorio VI 1046 Sinodo di Sutri: deposizione di tre papi ed elezione di Suidbergo di Bamberga: Clemente II 1046-47 Clemente II 1047-48 Benedetto IX, per la terza volta 1048 Damaso II 1049-54 Leone IX, santo; 1049 + Odilone di Cluny, apogeo Attività di Ildebrando, il futuro dell’abbazia

Gregorio VII 1054 Scisma orientale definitivo tra Michele Cerulario e i legati di Leone IX 1055-57 Vittore II 1057-58 Stefano X 1057-72 Campagna riformistica di Pier Damiani 1058-59 Benedetto X 1059-61 Niccolò II: decreto sull’elezione pontificia 1061-73 Alessandro II 1072 + S.Pier Damiani 1073-85 Gregorio VII 1075 Lotta delle Investiture

14

conclusioni per i secoli X e XI: la situazione politica, divenuta di nuovo instabile per la debolezza del potere imperiale,

si chiarifica con l’avvento degli Ottoni, che riprendono la politica di Carlo Magno: - respingendo i nuovi “barbari”,

- riprendendo l’espansione verso l’est, - favorendo l’evangelizzazione dei nuovi territori, - alleandosi con la Chiesa.

il Papato, dominato inizialmente dalle famiglie locali, sfruttato a solo beneficio di parte, è impersonato da papi fra i più indegni della sua storia, che gettano il discredito sulla i-stituzione; non sfugge a tale schiavitù che tramite l’intervento imperiale, spesso benefi-co in questa epoca, ma che è pur sempre predominio laico sul potere ecclesiastico; col prevalere degli ambienti riformisti, lotterà con il potere imperiale per attuare la cosid-detta “riforma gregoriana”;

contemporaneamente, la Chiesa Germanica, al seguito delle conquiste imperiali, esten-de il cristianesimo agli Slavi, agli Ungari e agli Scandinavi;

con l’Oriente, che ha portato il cristianesimo agli Slavi dell’est, si giunge alla rottura; all’interno della Chiesa occidentale, precedentemente alla “riforma gregoriana” e oltre essa, si attua in profondità la riforma monastica con Cluny - Brogne - Gorze - Camaldo-li - Vallombrosa - la Certosa. Ne rimandiamo la trattazione al periodo seguente, unita-mente ai movimenti di riforma successivi.

15

Risultati di tutto il periodo Dalla semplice osservazione dei principali fatti sopra enunciati si constata che, adden-

trandosi nel Medioevo, a causa delle successive invasioni:

germaniche slave (che si inseriscono nei Balcani) arabe (che attanagliano l’Occidente)

Oltre a prodursi il crollo definitivo dell’impero romano d’Occidente, la separazione tra

Oriente e Occidente diviene sempre più profonda, e in Occidente vengono a contatto ele-menti nuovi e preesistenti che daranno origine ad una nuova società e civiltà.

Il quadro geografico della società medievale si restringerà ad una sola porzione dell’antico impero, quella Occidentale e in essa - che estende, del resto, le sue frontiere ad antichi territori barbarici - verranno progressivamente a dominare, almeno in parte notevo-le, non più gli antichi centri mediterranei, ma quelli del Centro-Nord dove appunto l’apporto barbarico è stato più considerevole. Dalla fusione dell’elemento politico-sociale barbarico e di quello religioso-culturale latino sorgerà il Medioevo.

Tale evoluzione, durata centinaia di anni (III-VIII secolo), dopo diversi tentativi più o meno riusciti di connubio tra elementi vecchi e nuovi, sfocerà in Carlomagno che, attraver-so una labile costruzione politica, porrà le basi spirituali per l’unità dell’Europa.

Per la Chiesa si constata l’iniziale prevalere dell’Oriente in campo dottrinale, poi, coll’accrescersi della separazione tra Oriente e Occidente, le due parti vivono, anche in campo religioso, una vita sempre più autonoma fino alla completa separazione. In Occiden-te la Chiesa si impegna sempre più di fronte ai barbari in opera di evangelizzazione, mentre, in mezzo a enormi difficoltà, persegue anche la cristianizzazione degli antichi territori e-stendendola poi progressivamente ai nuovi. In tale opera, sarà osteggiata inizialmente dai capi politici nuovi, giungerà poi a conquistarli con la elevatezza della sua religione e della sua cultura, ne otterrà appoggio politico, all’Impero risorto, e dovrà riacquistare la sua li-bertà con lotta dura e tenace. Il suo influsso si estenderà allora a tutti i campi e ad esso sarà prevalentemente dovuto il successivo apogeo del mondo medievale dei secoli XII e XIII.

16

Ambiente dal secolo V al IX Sfondo apparentemente negativo - Progressiva decadenza dell’Oriente e separazione tra

esso e l’Occidente - Centri del nuovo Occidente - Apporti romani o germanici negli ele-menti della nuova costruzione.

La crisi del mondo Romano, già in atto dal secolo III, in campo economico, poi in c ampo istituzionale e finalmente politico, precipita con le invasioni barbari-che già iniziate nel secolo IV e ormai irresistibili nel V.

Le invasioni, anche se meno brutali di quanto si è preteso, portano disordine, parziale

distruzione del passato, arresto dell’attività. Le guerre tra Romani e i nuovi venuti, i dissidi dei capi barbari, il crollo dell’amministrazione precedente, rende inesistente il governo cen-trale, sottopone i deboli allo sfruttamento dei potenti locali.

L’economia, nell’insicurezza, si restringe. Cade il commercio solo ormai esercitato da stranieri (Orientali - Ebrei - Siri). La civiltà decade, accelerando l’agonia dell’arte e della letteratura del Basso-Impero.

Nello sfasciarsi del mondo Romano si prepara lentamente la formazione di un nuovo mondo in un nuovo quadro geografico. Pochi uomini del sud mediterraneo occidentale vigi-lano sui resti della cultura: sono uomini di Chiesa o “Romani” (Papi - Boezio - Cassiodoro - Monasteri irlandesi e benedettini - Isidoro di Siviglia). Altri si volgeranno risolutamente verso i barbari, offrendo loro congiuntamente la fede cristiana e la cultura di cui la Chiesa è rimasta la sola depositaria. Lentamente accettata dai barbari, la Chiesa, facendo sentire il suo influsso in ogni campo, diverrà la formatrice dell’Occidente medievale.

Tenendo meno conto degli elementi decadenti, sottolineeremo invece quelli che ci permettono di seguire la lenta ripresa.

Due fatti caratteristici, già osservati, colpiscono immediatamente se si conside-rano i primi secoli del mondo medievale:

rottura sempre più pronunciata tra Oriente e Occidente e loro autonomia sempre più netta, che portano il primo, specialmente dopo Giustiniano, a progressivamente ellenizzarsi e o-rientalizzarsi (impero “bizantino”), il secondo, dalle invasioni e specie dopo Carlomagno, a occidentalizzarsi. I centri infatti del nuovo Occidente sono specialmente posti nelle sue re-gioni centro-nord.

Oltre che nelle invasioni germaniche se ne è ricercata la causa anche in quelle slave, e - specialmente da parte di alcuni storici - in quelle arabe, che coincidono con lo sforzo di Carlomagno di dare maggiore unità ed autonomia all’Occidente.

L’Oriente, di fatto, aveva già finito col prendere il primo posto tra le due parti dell’Impero (almeno dal III-IV secolo). In esso l’Impero possedeva le regioni più ricche e sviluppate sia dal punto di vista economico che culturale. Di là provenivano molti dei suoi migliori uomini, le religioni che riscuotevano maggiore favore e in particolare il cristiane-simo che ivi era molto più sviluppato che in Occidente. Dal 286 la diarchia, instaurata da Diocleziano, aveva consacrato la divisione delle due parti dell’Impero. Dal 330, lo sposta-mento della sua capitale a Bisanzio aveva confermato e rafforzato la superiorità

1

2

17

dell’Oriente, facendone il centro oltre che reale anche giuridico. Le invasioni barbariche, deviate verso l’Occidente più indifeso, accelerano tale fenomeno, lasciando l’Oriente indi-pendente, ma obbligandolo a ripiegarsi su se stesso, mentre l’Occidente, dopo aver cercato di respingere debolmente i barbari, dovrà accettare, in definitiva, di fondersi con loro.

I barbari erano stati attratti dall’Europa, specialmente dall’Occidente, o spinti verso di esso. Il Mezzogiorno attira i Germani del Nord e l’Europa i nomadi d’Asia. Gli Unni, scac-ciati dalla Cina, si affacciano al Volga nel 355, spingono i popoli gli uni sugli altri e, in de-finitiva, contro il limes dell’Impero che cede. In seguito alle loro incursioni, già accennate, i barbari finiscono con lo stabilirsi in tutte le regioni dell’ex-impero romano d’Occidente:

i Visigoti nella Spagna i Vandali in Africa nord occidentale gli Svevi in Galizia i Franchi, gli Angli e i Giuti in Inghilterra gli Ostrogoti e poi i Longobardi in Italia

In conseguenza, in Occidente, cadono:

l’unità politica, anche se dopo la deposizione di Romolo Augustolo (476) rimane in teo-ria un solo imperatore e anche se i capi barbari si presentano come suoi mandatari o bat-tono moneta con la sua effige

l’unità delle istituzioni amministrative sostituite da un misto di istituzioni romane e germaniche; questo mentre in Oriente non si introducono importanti modificazioni isti-tuzionali fino ad Eraclio (610-641)

la cultura occidentale si barbarizza e dimentica il greco; quella orientale si ellenizza e orientalizza, rinnegando le tradizioni latine

la divisione territoriale delle due parti dell’antica Romània sarà completata dall’incunearsi degli Slavi nei Balcani, tra Oriente e Occidente, nel secolo VII: il mondo mediterraneo unificato da Roma farà luogo all’Occidente, Bisanzio, l’Islam

anche l’unità religiosa si rallenta: i contrasti, già assai frequenti, raddoppiano di numero e di intensità, facilitati dall’ignoranza vicendevole della lingua (greco o latino), dalla diversificazione sempre più pronunciata di mentalità, popoli, riti e regole disciplinari; si manifesteranno in questioni dottrinali (monofisismo e querela delle immagini) e giuri-sdizionali: mentre la Chiesa d’Oriente è sottoposta all’imperatore, il patriarca di Costan-tinopoli, come vescovo della “nuova Roma” pretenderà l’uguaglianza con quello dell’antica Roma o la superiorità su di esso. Il tentativo di Giustiniano di ristabilire l’unità politica, culturale e religiosa dell’antica

Romània, con il suo fallimento sarà la migliore prova dell’impossibilità di risalire una tale corrente di evoluzione storica. Neppure le sue conquiste politiche, limitate al litorale, sussi-steranno: l’Italia, il litorale africano e iberico, riconquistati dal 533 per opera dei suoi gene-rali Belisario e Narsete, cadranno in gran parte, nel periodo di un secolo, sotto l’occupazione di Arabi, Longobardi e Visigoti. Non solo lo sforzo era sato superiore alle possibilità dell’Oriente, ma l’ideale che lo aveva guidato non era condiviso che da pochi: una vera incompatibilità divideva i due mondi. Dal 568 al 598 l’impero bizantino, indeboli-

18

to, pure difendendosi aspramente, perderà, oltre alle regioni che aveva riconquistato, anche la Siria, la Mesopotamia, l’Egitto e la Cirenaica; sarà ristretto all’Italia Meridionale, la Sici-lia, la Grecia, la Macedonia. Neppure l’unità religiosa è rinsaldata: ristabilita da Giustinia-no nel 519, sarà di nuovo rotta nel 640. Tutto porterà a un sempre maggiore distacco tra il nuovo Occidente e l’impero di Bisanzio.

Il ciclo evolutivo di tale tendenza separatista tra Oriente e Occidente si chiuderà nell’VIII-IX secolo. Allora, sotto i Carolini, dopo che il papato si è volto definitivamente verso i barbari, sarà restaurato l’impero in Occidente e questo costituirà sempre più una en-tità culturale e spirituale autonoma, mentre le controversie religiose (questione del Filioque) continuano preparando la separazione totale e anche esterna. Anche le invasioni arabe, sen-za essere la causa determinante della separazione e del concentrarsi dell’Occidente nelle sue regioni più interne, renderanno ancora più insicuri i mari e, abbattuta nel 711 la Spagna visigotica, giungeranno a minacciare le frontiere a ovest dell’Occidente; fortunatamente, mentre in Oriente gli Arabi venivano arrestati di fronte a Costantinopoli, in Gallia la loro invasione era arginata dal duca d’Aquitania Eudes e poi da Carlo Martello; si estenderanno però, nel secolo IX, alle isole principali del Mediterraneo (Creta - Sicilia - Malta).

Se dunque i contatti tra Occidente ed Oriente non cesseranno del tutto e se questo con-tinuerà a far sentire il suo influsso economico e culturale sul primo, non si tratterà più di scambi vitali e reciproci ma di apporti esterni. Dal secolo X al XIII l’Occidente, mantenen-dosi unito, creerà una sua civilizzazione originale, disintegratasi solo a partire dal secolo XIV.

Nuovi centri per l’Occidente verranno a situarsi proprio in quelle regioni nelle quali l’apporto germanico è stato più notevole. Insediandosi, prevalentemente, nella Gallia Belgica, nella Renania e nella Bretagna, i Germani ne accentuano inizialmente l’inferiorità culturale e religiosa di fronte all’Italia, la Provenza,

l’Aquitania e la Spagna, più romanizzate e cristianizzate. Difatto le ringiovaniscono, tra-smettono loro energie nuove con le quali potranno in seguito sfruttare i tesori che il Sud possiede e che cerca con sforzo di conservare, fissare e trasmettere.

Durante i secoli V e VI, come l’Oriente continuava a brillare maggiormente

dell’Occidente, così, in questo, sono le regioni del Sud che conservano il monopolio intel-lettuale e religioso. Uno sguardo agli avvenimenti principali sopra riferiti fa constatare che gli uomini più notevoli appartengono al Sud, come ivi si trovano i centri intellettuali più importanti (Milano, Ravenna, Roma, Spagna, Aquitania e Provenza), si tengono concili, si fondano monasteri e si fissano le regole monastiche, fioriscono ancora scrittori e teologi. Pure nel Sud sono situati i pochi centri commerciali rimanenti. Nel Nord i barbari compro-mettono le iniziali conquiste culturali religiose e ne impediscono di nuove.

Dal secolo VI la situazione comincia ad evolversi in senso inverso. Mentre il Sud sem-bra esaurirsi, il Centro-Nord guadagna terreno. Ivi i barbari costituiscono una frazione im-portante della popolazione: Anglo-Sassoni in Bretagna; Franchi e Alamanni nel Belgio, la Germania inferiore e superiore; Longobardi nell’Italia transpadana e cispadana, nella Tu-scia e nell’Umbria. Tali regioni, inizialmente distratte in lotte politiche e intestine, comin-ciano a unificarsi politicamente, a sfruttare gli elementi di civiltà locali o importati dal Sud e dall’Irlanda. Ne offre un esempio la Gallia di Clodoveo, centrata su Parigi, capitale politi-

3

19

ca e religiosa: al nord della Loira si fondano parrocchie, vescovati e monasteri, questi ultimi sono centri attivi non solo di cristianesimo ma anche di civiltà; si ricomincia a scrivere, an-che se rozzamente; si riprende il commercio con la Bretagna e la Scandinavia; si costruisce attivamente.

Se il primato politico è certamente - almeno da Carlomagno - del Nord, non andrebbe svalutato l’apporto del Sud nel campo religioso, culturale, artistico. Numerosi missionari salgono dall’Aquitania, gli evangelizzatori dell’Inghilterra saranno dei Romani. Dal sud si traggono manoscritti, si chiamano eruditi, si attinge la scienza dell’antichità. E non vi è da credere che il Sud sia stato solo una ricca miniera che gli uomini del Nord hanno saputo sfruttare: fra i centri del mondo medievale religioso e culturale vanno certamente annovera-te regioni come la Lombardia, la Tuscia, l’Umbria e la Provenza, dove vengono realizzate molte delle creazioni più ricche e significative dell’epoca stessa. Oltre poi alle sue vere e proprie creazioni, il Sud apporterà in tutto la sua esuberanza, la sua viva lirica che vivifi-cheranno le più rudi e fredde produzioni del Nord.

Così, dalla crisi dell’Impero Romano del III secolo, passando attraverso le invasioni germaniche, lo scisma religioso, l’avanzata slava nei Balcani, l’espansione dell’Islam, dei secoli IV-VII. Oriente e Occidente, verso l’VIII-IX secolo appaiono sempre più diversifica-te, anche senza essere giunti a separarsi totalmente. In Occidente poi, il Nord ha prevalso sul Sud senza eliminarlo.

Con Carlomagno già si stagliano nettamente le linee essenziali del Medioevo.

Gli elementi per la nuova costruzione saranno raccolti tra il 450 e il 750, ere-ditandoli dal passato. Vengono un poco da ogni regione del mondo mediter-raneo, orientale e occidentale, dall’Irlanda, dalle zone di permanenza e di passaggio dei barbari. Nonostante le varie tendenze degli storici nel valutare

la percentuale dei diversi apporti, appare chiaro che gli elementi più importanti del mon-do medievale sono tratti dall’antichità germanica per molte delle sue istituzioni, dall’antichità latina per la sua cultura. Analizziamo questi elementi e rileviamo centri ed uomini più significativi.

Politica

I barbari, nelle regioni da loro assoggettate - Gallia merovingica, Inghilterra anglo-sassone, Spagna visigotica e Italia longobarda - per incapacità di assimilare le complesse istituzioni politiche romane, seguono, adattandole, quelle loro proprie.

Cade così il concetto di Stato come ente superiore al singolo; l’individualismo germa-

nico riconosce, al più, una famiglia reale predestinata: ‘Rex Francorum’ non ‘Rex Franciae’. Ne risulta una confusione tra il diritto pubblico e privato. I capi sono dei “fedeli” del re, non degli ufficiali o degli amministratori pubblici. L’amministrazione centrale, anche per la li-mitatezza dell’organizzazione, è ridotta a pochi uomini; quella regionale è quasi completa-mente nelle mani del conte, aiutato da un vicario, e che gode di attribuzioni civili e militari; sopra di lui, a capo di diverse contee, sta il duca. Basterà che il re sia incapace, malato o al-

4

20

tro, che il potere centrale sia debole e i conti e i duchi intraprendenti perché si arrivi all’anarchia o allo spezzettamento.

Vita sociale Sull’apporto germanico preponderante si esercita il benefico influsso della Chiesa. I

Germani possiedono fortemente il senso del nucleo familiare; si reggono, nel diritto privato, con la consuetudine; sono legati fra loro dal giuramento di fedeltà, quando non lo sono dal sangue.

La famiglia patriarcale - la sippe - era congiunta da comuni possessi e usi; diretta, gui-

data e protetta in ogni suo membro dal capo; tutti vi erano legati dalla responsabilità collet-tiva come dalla vendetta comune. Nel Medioevo si restringe a poco a poco alla famiglia co-niugale; rimarrà, per esempio, fino al secolo XI-XII l’obbligatorietà del consenso dei paren-ti per l’alienazione di beni immobili. Tale sentimento familiare è probabile che abbia nutri-to lo spirito d’associazione.

La fede giurata estende i legami creandone dei nuovi. Nel germanesimo il capo si cir-

condava di “compagni” che lo assistevano. All’epoca merovingica vi è tendenza ad entrare nella clientela del re o di un grande personaggio, a porsi sotto la loro protezione attraverso l’obsequium, ingaggiandosi a servirlo e ottenendo, come contropartita, l’assicurazione del vitto e del vestito. Questa fedeltà promessa fra persona e persona, basata sul rispetto della parola data, apre la strada al feudalesimo.

I rapporti di diritto sono retti da usi e costumi. Questo nel Medioevo rimane, specie in materia civile. Si legifera in materia penale, avendo i capi l’obbligo di mantenere la pace, ma in quasi tutto il resto niente si modifica se non preparato da lunga consuetudine.

La Chiesa con il suo influsso trasformerà solo parzialmente tale ordine sociale, lo con-fermerà più spesso e lo soprannaturalizzerà, ma in fondo esso rimarrà sostanzialmente ger-manico.

Economia Difficile stabilire chi abbia trasmesso al Medioevo la sua struttura economica essen-

zialmente agricola e latifondista. Se in Germania il commercio era quasi sconosciuto, la ter-ra era generalmente divisa in piccoli fondi. Nel mondo romano, invece, dal III secolo, la terra si era concentrata nelle mani di pochi. La villa medievale, cellula economica, sembra imitare piuttosto l’organizzazione del ‘fundus’ latino.

Nel Medioevo non si può dire che cessi completamente il commercio, fatto allora con moneta ripresa da Roma, ma il ‘laborare’ per eccellenza è quello dei campi e la terra è la base dell’economia. Questa, già ceduta nel Basso Impero dal piccolo proprietario al grande, per le pressioni di questo e l’aggravio del fisco, riprende a concentrarsi nel secolo VI-VII

21

per l’insicurezza e l’aggiunto aggravio del servizio militare. Le piccole proprietà sono rare nell’VIII secolo.

I grandi possedimenti sono divisi in ‘villae’, corrispondenti pressappoco ai nostri vil-laggi. Sono amministrati dal ‘villicus’. Divise nella riserva e nella ‘tenure’, sono lavorate, nella parte riservata direttamente alla villa, da servi attaccati stabilmente al padrone o da quelli che prestano servizio a tempi determinati a causa di “taglie”. La tenure è spesso divi-sa in mansi, ciascuno dei quali ha casa e cortile, campi e prati con un terreno da 3 a 30 etta-ri, lavorati in genere da una sola famiglia, in Italia a titolo temporaneo, più fisso o del tutto fisso al di là delle Alpi. Essa deve ogni anno una certa somma di denaro, parte dei prodotti, e lavorare qualche giorno nella riserva. Il padrone esercita sui suoi uomini, oltre a quelli previsti, anche diritti usurpati, come quello di giustizia.

Arte I Germani ignorano architettura, pittura e scultura, che dunque possono solo essere ap-

prese attraverso modelli classici. Lavorano invece i metalli, nei quali producono oggetti di valore. Attraverso essi influiscono forse anche sulla miniatura dagli ornati arditamente sti-lizzati, di origine prevalentemente irlandese.

L’oreficeria è infatti in voga nei regni franco, visigoto e ostrogoto, longobardo. Molta parte dei tesori lasciateci da questi popoli è costituita da preziosi lavori in filigrana con in-crostazioni di granati: fibule, manichi di pugnale, braccialetti, collane, placche, anche coro-ne, vasi e calici. Il lavoro è piatto, senza figura umana, stilizzato, con inserzione di smalti, vetri e pietre di colore, che manifestano ‘l’horror vacui’ dei barbari.

In Irlanda e Inghilterra l’oreficeria e la miniatura sembrano essere poco debitrici ai Germani e seguire piuttosto linee celte, brettoni e copte.

Nelle grandi arti dunque l’influsso di Roma è prevalente. Quello dell’Oriente anche se non da sottovalutarsi, non gli è paragonabile. In architettura l’Occidente riprende certo dall’Oriente, nei primi secoli del Medioevo, alcune regole: coordinare l’interno e l’esterno dell’edificio; suddividere, all’interno, le navate laterali in due altezze per aprirvi, nella parte superiore, delle tribune. Per il resto sembra che prima delle grandi invasioni l’Occidente possieda già gli elementi essenziali che costitueranno la futura arte come la volta: chiese e battisteri di quest’epoca, con il loro piano centrale, cruciforme o spesso rettangolare con navate e abside, con il decoro a mosaico, sono conformi fondamentalmente agli edifici co-stantiniani. In scultura stessa prevalenza classica: anche se questa è decadente dal III seco-lo, farà giungere agli artisti medievali archi di trionfo e sarcofagi che li spingeranno a tenta-re di riprodurre la figura umana e il rilievo. Forse, altrimenti, la grande scultura romanica non sarebbe mai nata.

Letteratura I Germani hanno solo trasmesso poesie epiche sui loro eroi, a sfondo pagano, conse-

gnate parzialmente per iscritto nell’Inghilterra del secolo VII-VIII e sotto Carlomagno. Se ne ha forse un riflesso sulla poesia epica del Medioevo.Tutto il resto viene dall’antichità la-

22

tina e cristiana. Poco infatti il Medioevo conosce dell’ellenismo fino al secolo XII: fram-menti di Platone e di Aristotele trasmessi dai Padri, qualche elemento di Plinio il Vecchio, poco della letteratura. Molto invece gli viene da Roma: poeti e scrittori (specialmente Vir-gilio, Orazio, Ovidio, Plinio il Vecchio, Sallustio e Svetonio) vengono imitati, ricopiati, conservati negli ‘armaria’ dei monasteri di Bobbio, S.Gallo, Fleury-sur-Loire, Lorsch, Montecassino, ecc. Il programma di studi viene dai latini: da Cicerone e Quintiliano, attra-verso S.Agostino e il volgarizzamento di Martianus Capella (De nuptiis Mercurii et Philo-logiae), si traggono le sette arti liberali, trivium (grammatica - retorica - logica) e quadri-vium (aritmetica - geometria - astronomia - musica), che sono come sette colonne sulle qua-li si posa come architrave la filosofia e domina come frontone la “teologia”. Da Roma pure viene il gusto della storia più didattica che scientifica. Notevole il contatto che il Medioevo riesce a conservare con i Padri della Chiesa o gli scrittori ecclesiastici. Gli armaria dei seco-li VII-IX conservano scrittori greci tradotti: Clemente e Origene, Giovanni Crisostomo e Eusebio di Cesarea. Degli occidentali: Tertulliano, Ambrogio, Girolamo, Sulpicio Severo (come storico), Orosio (‘Adversus paganos’, come sintesi cristiana della storia), special-mente Agostino e Gregorio Magno, il primo per il suo concetto “esemplarista” del mondo e le idee politiche del De civitate Dei, l’altro come pastore e moralista. Il merito della so-pravvivenza e trasmissione della cultura e dell’Antichità è anche di alcuni laici, ma preva-lentemente della Chiesa e dei suoi uomini. Lo sforzo laico è rappresentato, al tempo di Te-odorico in Italia, specialmente da Boezio e da Cassiodoro.

Boezio (480, decapitato nel 524), uomo politico, pensatore e scrittore, pone la sapienza pagana al servizio del cristianesimo. Compone dei piccoli trattati sul quadrivium; traduce e commenta parte della Logica di Aristotele, tra cui le Categorie, il commento di Porfirio su di esse e l’Isagoge. Resterà fino al secolo XII il principale intermediario tra i greci e l’occidente. Affronta il problema teologico della Trinità. Infine, in carcere, nel De consola-tione philosophiae, chiede filosoficamente conforto alla Sapienza. Per lui la cultura antica deve essere però strada per lo spirito verso un Dio creatore e provvidenza. Sarà lui a inizia-re il medioevo alle scienze, al gusto della dialettica, e, specialmente dal secolo X al XII quando diversi suoi trattati saranno riscoperti, sarà lui a fornirgli alimento per le specula-zioni filosofiche. Tale cultura laica decadrà dopo la morte di re Teodorico, e rimarrà, dopo circa il 550, appannaggio del clero e specialmente dei monaci. Chi la trasmetterà all’ambiente ecclesiastico sarà Cassiodoro (468-555?) che già da ministro di Teodorico, nel 535-536, aveva cercato, senza riuscirvi a causa delle difficoltà politiche, di aprire a Ro-ma una specie di scuola biblica. Passato nella sua fondazione monastica di Vivarium inizia quei contatti trasmettitori di cultura al mondo ecclesiastico che ci interesseranno altrove.

Principale testimonio della cultura antica in Spagna: Isidoro di Siviglia, nelle Etymo-logiae condensa come in una enciclopedia tutto il sapere antico. Su tale opera fino al secolo XIII ci si inizia alla scienza. Tra i centri di cultura medievale quelli nuovi, come l’Inghil-terra e la Germania, saranno ecclesiastici anche come creazione. Quelli degli antichi paesi latini (Italia, Gallia del sud e Spagna) hanno anch’essi ormai come rappresentanti quasi solo degli ecclesiastici. Le scuole pubbliche, dopo il 450, rimangono solo in Italia. Solo ivi, tra-mite l’apporto bizantino, si costruisce nel campo dell’architettura religiosa. Tutto dunque ci porta a dover ritenere la cultura come il dominio, al di fuori della sua sfera diretta d’azione - quella religiosa - nel quale più forte si esercita l’influsso della Chiesa fino ai primi secoli del medioevo. Cultura greco-latina, ma trasmessa dalla Chiesa e dagli uomini di chiesa.

23

In conclusione, nel campo intellettuale ed artistico si nota in questi secoli uno sforzo per raccogliere e trasmettere le ricchezze del passato e per giungere alle prime produzioni, tutte originate dalle necessità letterarie della Chiesa e del suo culto, con riminiscenze dell’Antichità classica.

24

Indice

Tavole cronologiche dei principali fatti e personaggi 2

a) secolo V 2

b) secolo VI 4

c) secolo VII 6

d) secoli VIII-IX 8

e) secolo X e secolo XI fino al 1075 12

Risultati di tutto il periodo 15

Ambiente dal secolo V al IX 16

Politica 19

Vita sociale 20

Economia 20

Arte 21

Letteratura 21

Indice 24