Appuntamenti - Anna Di Martino · Gruppo Campari Wine Italian Wine Brands (Iwb) di cui: Giordano...

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015 31 1 Cantine riunite & Civ: consolidato 2014 stimato. Alcuni dati emergono dalla somma del bilancio civilistico Cantine riunite & Civ (chiuso al 31/7/ 2014) e il bilancio consolidato del controllato gruppo Giv (chiuso al 31/12/2014). Il consolidato Giv comprende: Frederick Wildman & sons (Usa), Carniato group (Francia),Giv Deutschland Gmbh, Giv UK, Giv Cz (Repubblica Ceca), Shanghai Giv, Soc. agricola Tenute Rapitalà.- 2 Caviro: dati gestionali relativi alla sola divisione vino che rappresenta il 73% del fatturato totale della coop di Faenza. Il consolidato che comprende anche attività nella distilleria e nell’energia chiude con ricavi per 312 milioni. Primo produttore di uve: 6,2 milioni di quintali conferiti da 11.675 viticoltori, pari al 10% della produzione nazionale di uva. La cooperativa agricola controlla Dalle Vigne, Gerardo Cesari, Caviro Distillerie, Enomondo (50%). Il totale del vino confezionato è stato tutto espresso in bottiglie. La flessione del fatturato Italia è solo apparente ed è dovuta alla trasformazione in sconto di diversi premi di fine anno agli acquirenti.- 3 Mezzacorona: il gruppo comprende Nosio, Prestige wine imports, Villa Albius sarl, Bavaria gmbh, Solsicano e partecipa al Castello di Querceto.- 4 Marchesi Antinori: preconsuntivo civilistico del solo core business vino. Il consolidato sale a 182 milioni. Da semplice società operativa, nel 2014 Marchesi Antinori è diventata una holding che consolida anche le aziende Prunotto (Piemonte) e Tormaresca in Puglia- 5 Fratelli Martini: i 285 ettari vitati sono di proprietà della famiglia Martini - 6 Zonin: dati consolidati. Ebit, ebitda e pfn non definitivi. Consolidate: Casa vinicola Zonin, Zonin Usa inc., Zonin Uk ltd, Barboursville winery in Virginia, Prinzo Japan. - 8 Gruppo Campari: i dati del polo vini Campari sono estrapolati dal consolidato della multinazionale del beverage. L’area vino comprende i brand Sella & Mosca, Enrico Serafino, Teruzzi & Puthod, Riccadonna, Mondoro, Cinzano Spumanti. Nel 2014 è stata ceduta la Odessa Sparkling wines e avviata l’interruzione dei contratti di distribuzione dei brand di terzi. Il business degli still wine di proprietà del gruppo rappresenta circa il 3% del fatturato globale 2014. Le prime 100 cantine italiane totale Italia Variazione % 2014/2013 Ebitda Ebit PFN 0,50 0,00 2,60 4,90 4,71 1,00 4,00 3,66 -4,31 0,29 0,00 0,00 0,60 0,10 7,81 -8,29 -0,83 5,00 2,75 13,00 -4,00 7,94 2,19 -2,00 -1,70 -4,40 1,50 -0,36 5,00 -4,00 1,10 nd -1,90 -1,90 0,00 -20,30 4,80 5,64 -6,07 9,58 3,40 4,80 10,00 -3,00 12,20 9,00 estero migliaia % 1,90 0,40 25,00 3,40 6,02 0,50 7,00 4,70 nd 1,52 2,50 0,00 0,60 -1,40 9,16 -16,70 -11,13 5,30 4,80 12,00 -40,00 6,50 0,00 30.905 19.825 11.807 16.542 75.700 13.000 9.400 4.811 nd 13.354 9.100 4.200 17.000 7.294 31.227 3.879 7.505 6.800 26.000 19.970 4.936 3.155 9.000 migliaia proprietà 4.717 687 33.118 3.500 2.670 295 1.900 5.700 651 0 0 0 0 0 158,9 6.775 5.500 1.009 1.220 0 6.700 0 890 653 653 90 0 229 0 0 0 0 0 0 0 0 0 166 0 0 30 100 450 0 0 17 affitto unità migliaia 12.129 9.244 3.010 2.846 52.700 9.000 7.100 597 nd 10.448 6.200 4.200 15.400 5.852 23.281 1.368 1.636 3.300 18.000 16.677 1.756 1.303 2.610 -156.855 -107.100 -41.850 -127.967 -68.300 -16.000 -40.000 1.958 nd -32.800 -42.600 1.800 -17.000 -14.535 -50.008 19.169 5.228 -60 -19.500 -16.174 -17.612 -32.173 -18.918 217,0 90,0 179,1 49,0 22,8 70,3 43,0 70,0 37,1 43,1 23,0 20,0 67,0 81,2 18,5 65,0 35,0 43,9 10,7 21,3 34,7 15,3 5,8 5,7 5,1 9,7 41,6 8,1 5,90 3,0 0,0 9,5 9,0 10,8 12,5 5,7 27,8 3,6 7,35 8,0 30,3 24,0 6,5 4,31 12,9 Numero bottiglie Dipendenti milioni 1.116 810 354 411 425 113 292 192 150 446 436 10 105 70 243 214 165 181 510 153 106 112 332 Azienda vitivinicola Fatturato (milioni euro) 2013 2014 534,88 348,00 224,31 163,05 161,93 158,69 154,00 152,90 149,20 140,00 101,00 39,00 135,84 128,00 102,14 116,97 103,00 84,70 83,50 72,46 78,00 67,758 68,50 536,00 348,00 230,14 171,15 169,57 160,32 160,00 158,50 142,77 140,40 101,00 39,00 136,63 128,00 110,11 107,27 102,00 89,10 85,80 81,70 75,00 73,14 70,00 Cantine Riunite & Civ di cui: Giv-Gruppo Italiano Vini Gruppo Caviro Gruppo Mezzacorona Marchesi Antinori Fratelli Martini Zonin 1821 Cavit Gruppo Campari Wine Italian Wine Brands (Iwb) di cui: Giordano Vini Provinco Italia Casa Vinicola Botter Carlo & C. Enoitalia Santa Margherita Gruppo Cevico Cantina di Soave Gruppo La Vis Marchesi de' Frescobaldi Ruffino Collis Veneto Wine Group Mgm Mondo del vino Banfi Export milioni 340,0 254,0 67,4 138,1 103,7 143,5 125 124,8 108,8 89,7 50,5 39,0 132,0 96,0 68,6 20,5 46,0 70,4 54,3 75,9 7,0 53,8 40,5 % 63,5 73,0 29,0 81,0 66,7 89,0 79,0 78,8 76,2 63,9 50,0 100,0 97,0 75,0 62,3 19,1 45,0 79,0 68,0 93,0 9,0 73,6 57,9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Ettari vitati I CAMPIONI DI ETICHETTA Fonte: elaborazione Anna Di Martino (www.annadimartino.it) per CorrierEconomia su dati aziendali. La riproduzione dei dati deve essere autorizzata Appuntamenti Per la prima volta a un’esposizione internazionale ci sarà un padiglione del vino. Un patrimonio di 500 vitigni Expo Un brindisi con 380 mila aziende Tante sono le imprese dell’enologia Made in Italy. Fatturano oltre 10 miliardi, la metà all’estero DI ANNA DI MARTINO LA CLASSIFICA Nella tabella la graduatoria delle 100 mag- giori imprese vitivinicole italiane con più di 10 milioni di fatturato 2014 (da bilancio ci- vilistico, consolidato o aggregato) L’ebitda, margine operativo lordo, è in cifra assoluta e in percentuale sul fatturato. L’Ebit è l’uti- le operativo netto, prima di imposte e one- ri finanziari. Per le coop i valori dell’Ebitda e dell’ Ebit, normalmente molto bassi o non comunicati, hanno modesto significa- to, perché la missione delle società coope- rative non è quello di fare profitti, ma di pagare al meglio il costo delle uve conferi- te dai soci. La posizione finanziaria netta indica l’indebitamento netto o la liquidità dell’azienda (segno più davanti alla cifra). Nel caso delle cooperative gli ettari vitati sono di proprietà dei soci. Qualsiasi ripro- duzione dei dati deve essere autorizzata. E xpo 2015, dal 1° maggio al 31 ottobre a Milano, sarà la prima esposizione universale al mondo ad avere un Padiglione dedicato al vino. Una scelta che si deve alla millenaria cultura della vite e del vino nel Bel Paese, ma anche al raggiungi- mento di un obiettivo: «Quello di far sapere al mondo che l’Italia è da sempre la nazione in assoluto più ricca per biodiversità e territori da vino e abbiamo il grande torto di non averlo mai detto abbastanza», scandisce Riccardo Cotarella, imprenditore ed enologo, tra i pro- fessionisti più noti a livello internazionale, presidente del Comitato scientifico per l’allestimento del padiglio- ne. «L’Expo sarà dunque l’occasione per dirlo forte e chiaro e lo faremo con il prodotto agricolo più rappre- sentativo del nostro Paese, che è appunto il vino». Mancano poche ore al rendez vous tra il mondo e il patrimonio di oltre 500 vitigni che rende uniche le eti- chette made in Italy e «esclusivo il valore della produ- zione italiana», come sottolinea Giovanni Mantovani, il direttore generale di Veronafiere. L’ente che assieme a Vinitaly, ha realizzato il progetto e questa speciale ve- trina di grandi etichette nel cuore del Padiglione Italia. Dati in crescita Ma c’è di più. Con 5,1 miliardi di vendite all’estero nel 2014 (+1,4% sul 2013) e 20,5 milioni di ettolitri por- tati oltre confine (dati Assoenologi), il mercato vinico- lo è la voce più importante dell’export agroalimentare del Paese, e l’Italia l’unico paese esportatore che ha re- gistrato un incremento nell’ultimo esercizio (dati Ismea). Il merito è di 380 mila aziende e oltre un mi- lione di addetti, compreso l’indotto, titolari di un fattu- rato complessivo di 10,1 miliardi, che equivale all’8% dell’industria alimentare nazionale. Sono questi i principali numeri del settore e anche lo sfondo nel quale competono le 100 maggiori impre- se vitivinicole protagoniste della classifica 2014, in queste pagine. La graduatoria, basata sui risultati di bilancio delle cantine, fotografia un campione sempre più significativo: le 100 imprese sono infatti titolari di un giro di affari di 5,1 miliardi (di cui 2,9 miliardi al- l’export) che rappresenta più della metà del fatturato globale del settore e più del 50% delle esportazioni. Le magnifiche 100 girano la boa dell’ultimo esercizio con il segno più davanti al totale introiti: +2.37%, percen- tuale che sale fino al 4,37% all’export, ma diventa ne- gativa sul mercato interno (-1,89%). Morale: anche per i più grandi il lavoro in casa è sempre più difficile, a causa del calo costante dei consumi, degli alti costi di distribuzione e del peso elevatissimo delle promozioni che caratterizza le vendite nella grande distribuzione organizzata, il canale che si aggiudica l’80% delle ven- dite, nel quale si combattono, senza esclusione di colpi, ben 20 mila referenze. A riportare il sereno arriva appunto l’export: le ven- dite all’estero sono cresciute anche nel 2014, trainate soprattutto dal settore degli spumanti, e in particolare dal fenomeno Prosecco: il conto finale delle bollicine oltre frontiera, registrato dal Corriere Vinicolo, tocca 840 milioni di euro con un incremento di 100 milioni sul 2013, aiuto decisivo al risultato del mercato. Obiettivo esportazioni Bollicine a parte, il 2015 si è aperto sotto una buona stella: le recenti misure di contenimento del valore del- l’euro rispetto al dollaro, varate dalla Banca centrale europea, soffiano a favore delle cantine esportatrici, specie se si tiene conto che gli Usa sono da sempre il principale mercato del vino italiano. Il presidente del consiglio Matteo Renzi e Maurizio Martina, suo mini- stro delle Risorse agricole, hanno scommesso forte: «L’export del vino deve aumentare del 50% per rag- giungere 7,5 miliardi nel 2020», hanno detto, per due anni di fila, in occasione del Vinitaly. Repetita iuvant. E la buona volontà non manca in un mercato attaccato alla terra, unico investimento che non ha perso valore negli ultimi anni e che anzi potenzia le sue quotazioni in funzione della qualità del vigneto impiantato e dei prodotti che ne sono figli. Chissà che prima o poi i produttori italiani non de- cidano di mettersi assieme, per presentarsi come un sol uomo dalla forza decuplicata sulle piazze interna- zionali, senza il timore che in un’azione comune la pro- pria etichetta possa perdere di valore. Perché è un fat- to: il vino italiano di qualità è, assieme alla moda, sim- bolo indiscusso e ambito del made in Italy nel mondo. E la sua principale forza, quella che lo rende invincibi- le, va oltre la sua qualità: sta nelle storie degli uomini che lo producono e nel racconto del territorio in cui na- sce: vigneti inerpicati su terrazzamenti arditi, distesi su dolci colline, accomodati su terre e pianure, tra bor- ghi, mare e montagne, come solo in Italia. Sono questi racconti (e leggende), il valore aggiunto del vino italia- no, quel quid che ne amplifica l’eccellenza. Come quel- la delle bollicine italiane: è il Trentodoc delle Cantine Ferrari (lo stesso che un secolo fa ha vinto la medaglia d’oro all’esposizione universale del 1906) ad accompa- gnare i brindisi del Padiglione Italia, ed è il Franciacor- ta l’official sparkling wine dell’intera Expo. www.annadimartino.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Piero Antinori con le figlie (da sinistra) Albiera, Allegra, Alessia I BIG SIX I primi sei produttori per fatturato. Dati in euro Corrado Casoli, presidente Cantine riunite & Civ e del controllato Giv 1 1 1 1 1 1 1 1 1 ° ° ° ° ° ° ° 1 ° Luca Rigotti, presidente Mezzacorona Gianni Martini, proprietario Fratelli Martini S. Avaltroni Sergio Dagnino, direttore generale Caviro ° ° ° ° 5 ° 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 ° ° ° ° ° ° ° ° 2 ° 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° 3 ° 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 ° ° ° ° ° ° ° 4 ° 5 3 6 m ili o ni 2 3 0 m ili o ni 1 7 1 m ili o ni 16 9 m ili o ni Francesco, Gianni, Domenico, Michele Zonin 1 6 0 m ili o ni 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 ° ° ° ° ° ° 6 ° 1 6 0 , 3 m ilio ni IL NUMERO 5,10 Miliardi Il valore dell’export italiano, con gli Usa primo mercato. Il governo vuole portarlo a 7,5 miliardi entro il 2020 Dossier L’industria del vino .

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015 31

1 Cantine riunite & Civ: consolidato 2014 stimato. Alcuni dati emergono dalla somma del bilancio civilistico Cantine riunite & Civ (chiuso al 31/7/ 2014) e il bilancio consolidato del controllato gruppo Giv (chiuso al 31/12/2014). Il consolidato Giv comprende: Frederick Wildman & sons (Usa), Carniato group (Francia),Giv Deutschland Gmbh, Giv UK, Giv Cz (Repubblica Ceca), Shanghai Giv, Soc. agricola Tenute Rapitalà.- 2 Caviro: dati gestionali relativi alla sola divisione vino che rappresenta il 73% del fatturato totale della coop di Faenza. Il consolidato che comprende anche attività nella distilleria e nell’energia chiude con ricavi per 312 milioni. Primo produttore di uve: 6,2 milioni di quintali conferiti da 11.675 viticoltori, pari al 10% della produzione nazionale di uva. La cooperativa agricola controlla Dalle Vigne, Gerardo Cesari, Caviro Distillerie, Enomondo (50%). Il totale del vino confezionato è stato tutto espresso in bottiglie. La flessione del fatturato Italia è solo apparente ed è dovuta alla trasformazione in sconto di diversi premi di fine anno agli acquirenti.- 3 Mezzacorona: il gruppo comprende Nosio, Prestige wine imports, Villa Albius sarl, Bavaria gmbh, Solsicano e partecipa al Castello di Querceto.- 4 Marchesi Antinori: preconsuntivo civilistico del solo core business vino. Il consolidato sale a 182 milioni. Da semplice società operativa, nel 2014 Marchesi Antinori è diventata una holding che consolida anche le aziende Prunotto (Piemonte) e Tormaresca in Puglia- 5 Fratelli Martini: i 285 ettari vitati sono di proprietà della famiglia Martini - 6 Zonin: dati consolidati. Ebit, ebitda e pfn non definitivi. Consolidate: Casa vinicola Zonin, Zonin Usa inc., Zonin Uk ltd, Barboursville winery in Virginia, Prinzo Japan. - 8 Gruppo Campari: i dati del polo vini Campari sono estrapolati dal consolidato della multinazionale del beverage. L’area vino comprende i brand Sella & Mosca, Enrico Serafino, Teruzzi & Puthod, Riccadonna, Mondoro, Cinzano Spumanti. Nel 2014 è stata ceduta la Odessa Sparkling wines e avviata l’interruzione dei contratti di distribuzione dei brand di terzi. Il business degli still wine di proprietà del gruppo rappresenta circa il 3% del fatturato globale 2014.

Le prime 100 cantine italianetotale Italia

Variazione %2014/2013 Ebitda Ebit PFN

0,500,002,604,904,711,004,003,66

-4,310,290,000,000,600,107,81

-8,29-0,835,002,75

13,00-4,007,942,19

-2,00-1,70-4,401,50

-0,365,00

-4,001,10nd

-1,90-1,900,00

-20,304,805,64

-6,079,583,404,80

10,00-3,0012,209,00

estero migliaia %1,900,40

25,003,406,020,507,004,70nd

1,522,500,000,60

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5,304,80

12,00-40,00

6,500,00

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nd13.3549.1004.200

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26.00019.9704.9363.1559.000

migliaia proprietà4.717687

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1.9005.700651

00000

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06.700

0890

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00

17

affitto unitàmigliaia12.1299.2443.0102.846

52.7009.0007.100597nd

10.4486.2004.200

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217,090,0

179,149,022,870,343,070,037,143,123,020,067,081,218,565,035,043,910,721,3

34,715,3

5,85,75,19,7

41,68,1

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Numerobottiglie Dipendenti

milioni1.11681035441142511329219215044643610

10570

243214165181510153106112332

Azienda vitivinicola Fatturato(milioni euro)

20132014534,88348,00224,31163,05161,93158,69154,00152,90149,20140,00101,0039,00

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67,75868,50

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136,63128,00110,11107,27102,0089,1085,8081,7075,0073,1470,00

Cantine Riunite & Civ di cui: Giv-Gruppo Italiano ViniGruppo CaviroGruppo MezzacoronaMarchesi AntinoriFratelli MartiniZonin 1821Cavit Gruppo Campari WineItalian Wine Brands (Iwb)

di cui: Giordano Vini Provinco Italia Casa Vinicola Botter Carlo & C. EnoitaliaSanta Margherita Gruppo Cevico Cantina di SoaveGruppo La VisMarchesi de' FrescobaldiRuffinoCollis Veneto Wine GroupMgm Mondo del vinoBanfi

Export

milioni340,0254,067,4

138,1103,7143,5125

124,8108,889,750,539,0

132,096,068,620,546,070,454,375,97,0

53,840,5

%63,573,029,081,066,789,079,078,876,263,950,0

100,097,075,062,319,145,079,068,093,09,0

73,657,9

1

23456789

1011121314151617181920

Ettari vitati I CAMPIONI DI ETICHETTA

Fonte: elaborazione Anna Di Martino (www.annadimartino.it) per CorrierEconomia su dati aziendali. La riproduzione dei dati deve essere autorizzata

Appuntamenti Per la prima volta a un’esposizione internazionale ci sarà un padiglione del vino. Un patrimonio di 500 vitigni

Expo Un brindisi con 380 mila aziendeTante sono le imprese dell’enologia Made in Italy. Fatturano oltre 10 miliardi, la metà all’estero

DI ANNA DI MARTINO

LA CLASSIFICANella tabella la graduatoria delle 100 mag-giori imprese vitivinicole italiane con più di 10 milioni di fatturato 2014 (da bilancio ci-vilistico, consolidato o aggregato) L’ebitda, margine operativo lordo, è in cifra assoluta e in percentuale sul fatturato. L’Ebit è l’uti-le operativo netto, prima di imposte e one-ri finanziari. Per le coop i valori dell’Ebitda e dell’ Ebit, normalmente molto bassi o non comunicati, hanno modesto significa-to, perché la missione delle società coope-rative non è quello di fare profitti, ma di pagare al meglio il costo delle uve conferi-te dai soci. La posizione finanziaria netta indica l’indebitamento netto o la liquidità dell’azienda (segno più davanti alla cifra). Nel caso delle cooperative gli ettari vitati sono di proprietà dei soci. Qualsiasi ripro-duzione dei dati deve essere autorizzata.

E xpo 2015, dal 1° maggio al 31 ottobre a Milano,sarà la prima esposizione universale al mondoad avere un Padiglione dedicato al vino. Unascelta che si deve alla millenaria cultura della

vite e del vino nel Bel Paese, ma anche al raggiungi-mento di un obiettivo: «Quello di far sapere al mondoche l’Italia è da sempre la nazione in assoluto più riccaper biodiversità e territori da vino e abbiamo il grandetorto di non averlo mai detto abbastanza», scandisceRiccardo Cotarella, imprenditore ed enologo, tra i pro-fessionisti più noti a livello internazionale, presidentedel Comitato scientifico per l’allestimento del padiglio-ne. «L’Expo sarà dunque l’occasione per dirlo forte echiaro e lo faremo con il prodotto agricolo più rappre-sentativo del nostro Paese, che è appunto il vino».Mancano poche ore al rendez vous tra il mondo e ilpatrimonio di oltre 500 vitigni che rende uniche le eti-chette made in Italy e «esclusivo il valore della produ-zione italiana», come sottolinea Giovanni Mantovani,il direttore generale di Veronafiere. L’ente che assiemea Vinitaly, ha realizzato il progetto e questa speciale ve-trina di grandi etichette nel cuore del Padiglione Italia.

Dati in crescitaMa c’è di più. Con 5,1 miliardi di vendite all’estero

nel 2014 (+1,4% sul 2013) e 20,5 milioni di ettolitri por-tati oltre confine (dati Assoenologi), il mercato vinico-lo è la voce più importante dell’export agroalimentaredel Paese, e l’Italia l’unico paese esportatore che ha re-gistrato un incremento nell’ultimo esercizio (dati Ismea). Il merito è di 380 mila aziende e oltre un mi-lione di addetti, compreso l’indotto, titolari di un fattu-rato complessivo di 10,1 miliardi, che equivale all’8% dell’industria alimentare nazionale.

Sono questi i principali numeri del settore e anchelo sfondo nel quale competono le 100 maggiori impre-se vitivinicole protagoniste della classifica 2014, inqueste pagine. La graduatoria, basata sui risultati dibilancio delle cantine, fotografia un campione semprepiù significativo: le 100 imprese sono infatti titolari diun giro di affari di 5,1 miliardi (di cui 2,9 miliardi al-l’export) che rappresenta più della metà del fatturatoglobale del settore e più del 50% delle esportazioni. Lemagnifiche 100 girano la boa dell’ultimo esercizio conil segno più davanti al totale introiti: +2.37%, percen-tuale che sale fino al 4,37% all’export, ma diventa ne-gativa sul mercato interno (-1,89%). Morale: anche per

i più grandi il lavoro in casa è sempre più difficile, acausa del calo costante dei consumi, degli alti costi didistribuzione e del peso elevatissimo delle promozioniche caratterizza le vendite nella grande distribuzioneorganizzata, il canale che si aggiudica l’80% delle ven-dite, nel quale si combattono, senza esclusione di colpi,ben 20 mila referenze.

A riportare il sereno arriva appunto l’export: le ven-

dite all’estero sono cresciute anche nel 2014, trainate soprattutto dal settore degli spumanti, e in particolaredal fenomeno Prosecco: il conto finale delle bollicineoltre frontiera, registrato dal Corriere Vinicolo, tocca 840 milioni di euro con un incremento di 100 milionisul 2013, aiuto decisivo al risultato del mercato.

Obiettivo esportazioniBollicine a parte, il 2015 si è aperto sotto una buona

stella: le recenti misure di contenimento del valore del-l’euro rispetto al dollaro, varate dalla Banca centraleeuropea, soffiano a favore delle cantine esportatrici, specie se si tiene conto che gli Usa sono da sempre ilprincipale mercato del vino italiano. Il presidente delconsiglio Matteo Renzi e Maurizio Martina, suo mini-stro delle Risorse agricole, hanno scommesso forte:«L’export del vino deve aumentare del 50% per rag-giungere 7,5 miliardi nel 2020», hanno detto, per due

anni di fila, in occasione del Vinitaly. Repetita iuvant.E la buona volontà non manca in un mercato attaccatoalla terra, unico investimento che non ha perso valorenegli ultimi anni e che anzi potenzia le sue quotazioniin funzione della qualità del vigneto impiantato e deiprodotti che ne sono figli.

Chissà che prima o poi i produttori italiani non de-cidano di mettersi assieme, per presentarsi come unsol uomo dalla forza decuplicata sulle piazze interna-zionali, senza il timore che in un’azione comune la pro-pria etichetta possa perdere di valore. Perché è un fat-to: il vino italiano di qualità è, assieme alla moda, sim-bolo indiscusso e ambito del made in Italy nel mondo.E la sua principale forza, quella che lo rende invincibi-le, va oltre la sua qualità: sta nelle storie degli uominiche lo producono e nel racconto del territorio in cui na-sce: vigneti inerpicati su terrazzamenti arditi, distesi su dolci colline, accomodati su terre e pianure, tra bor-ghi, mare e montagne, come solo in Italia. Sono questiracconti (e leggende), il valore aggiunto del vino italia-no, quel quid che ne amplifica l’eccellenza. Come quel-la delle bollicine italiane: è il Trentodoc delle CantineFerrari (lo stesso che un secolo fa ha vinto la medagliad’oro all’esposizione universale del 1906) ad accompa-gnare i brindisi del Padiglione Italia, ed è il Franciacor-ta l’official sparkling wine dell’intera Expo.

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Piero Antinoricon le figlie (da sinistra)Albiera, Allegra,Alessia

I BIG SIX I primi sei produttori per fatturato. Dati in euro

CorradoCasoli,

presidenteCantine

riunite& Civ e delcontrollato

Giv

111111111°°°°°°°1°Luca Rigotti,

presidenteMezzacorona

Gianni Martini,proprietarioFratelli Martini

S. A

valtr

oni

Sergio Dagnino,direttore generale Caviro

°°°°5°

2222222222222222222222°°°°°°°°2°333333333333333°°°°°°°°°°°3°

444444444444444444°°°°°°°4°536 milioni

230 milioni

171 milioni

169 milioni

Francesco, Gianni,Domenico, MicheleZonin

160 milioni

6666666666666666666°°°°°°6°160,3 milioni

” IL NUMERO

5,10 MiliardiIl valore dell’export italiano,con gli Usa primo mercato.Il governo vuole portarlo a7,5 miliardi entro il 2020

Dossier L’industria del vino.

32 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015

totale Italia

Variazione %2014/2013 Ebitda Ebit PFN

0,007,70

11,23-7,841,246,78

17,43-2,014,23

28,707,00

-0,3413,00-0,06-2,33-0,4816,4822,003,60

-1,00

0,007,805,96-7,4712,357,009,32

19,106,915,959,00

-0,050,00

-13,20-7,00-0,318,82

19,503,70

-3,00

estero migliaia %

0,006,80

13,39-8,80

-10,016,00

27,78-5,051,02

94,058,00

-0,2917,0035,8016,00-1,038,62

25,002,402,00

17.6242.9001.679

ndnd

14.7004.2546.6006.5287.5003.1509.9184.4869.762

nd6.1752.1323.4588.1003.500

migliaia proprietà

31180

7.000nd

5.307120

0165720

25190

72.000

01208,54085

2.000

7201.200

0nd00

160450290

2.8000

2200

410

60400

0

affitto unitàmigliaia

13.6131.800498ndndnd

3.5105.9303.9236.4622.2508.4163.733447ndnd

2.1162.2006.0002.600

18.615-7.000-6.375

nd-9.635

0-3.045

ndnd

-15.149-5.8502.8714.949

-15.676ndnd

2.3833.7957.184

nd

11,723,422,541,123,34,2

14,612,59,5

16,017,022,09,4514,028,011,020,210,44,1

29,0

26,24,72,8nd0,0

28,38,6

13,813,916,27,0

22,010,16,30,0

16,05,58,8

21,09,0

Numerobottiglie Dipendenti

milioni

110625161

1731265346

133785054

1306433

10053479863

Azienda vitivinicola Fatturato(milioni euro)

20132014

67,4058,0054,2162,9854,1548,7041,9149,0044,9036,1641,7744,4739,2043,9043,0042,1035,2032,3037,9038,50

67,1962,2060,3058,0454,8252,0049,2348,0046,8046,5344,8244,3244,3043,7042,0041,9041,0039,3039,2038,00

Masi AgricolaLa GioiosaLa Marca Vini e SpumantiCaldirolaCantina SettesoliFerrari Fratelli Lunelli Spumanti Valdo Tenute PicciniFontanafredda Farnese GroupCasa Vinicola SartoriCastellaniBottega Cantina Viticoltori PonteCasa Vinicola Natale VergaDuca di Salaparuta Toso Astoria ViniGuido Berlucchi & C. Cielo e Terra

Export

milioni

53,734,742,8

15,3924,2

723,641,217,441,134,040,832,015,49,09,7

25,115,51,5

20,0

%

90,056,071,026,544,213,747,986,037,294,678,092,072,035,023,023,265,239,54,0

52,0

2122232425262728293031323334353637383940

Ettari vitatiLe prime 100 cantine italianeI CAMPIONI DI ETICHETTA

9 IWB, Italian wine brands: è la prima società vinicola italiana quotata in Borsa (sul mercato Aim, da gennaio 2015). Holding industriale, aggrega Giordano vini (già presente direttamente in classifica) e Provinco, azienda che opera esclusivamente all’estero nella grande distribuzione. Nella tabella il proforma del fatturato aggregato 2013. - 10 Casa vinicola Botter Carlo & C: è proprietaria delle tenute Botter, Fossalta di Piave, Agricola Là di Motte, Agricola Annia. Gli ettari vitati sono di proprietà della famiglia. -12 Santa Margherita: controllate Ca’ del Bosco, Tenute Santa Margherita, SM Tenimenti Pile e Lamole e San Disdagio, SM Usa. 13 Cevico: riunisce il gruppo Cevico, società coop agricola e le consolidate e controllate, Due tigli, Tenuta Masselina agricola, Rocche malatestiane, Sprint distillery, Totidè holding. Tenuto conto del lavoro svolto direttamente dalle cooperative socie il fatturato complessivo sale di altri 20 milioni. Per quanto riguarda l’ebit, utile operativo netto, questo risente del plusvalore pagato ai soci rispetto ai prezzi di mercato, stimato nel bilancio sociale in 4,2 milioni di euro. - 15 Gruppo La-Vis: comprende la capogruppo La Vis sca, Cesarini Sforza spumanti, Basilica Cafaggio, Poggio Morino, Casa Girelli. - 16 Marchesi de’ Frescobaldi La crescita del fatturato Italia e l’incidenza dell’export sul totale sono calcolati, sulle sole vendite commerciali di vino, escludendo altri prodotti e servizi di gruppo. Il gruppo comprende: Compagnia de’ Frescobaldi, Marchesi de’ Frescobaldi soc. agricola, Conti Attems, Ornellaia e Masseto, Vigneti di Nugola, Tenute di Toscana, Tenute di Castelgiocondo e Luce della vite, Toscana distribuzione, Riguardo, Frescobaldi retail e restaurant. - 17 Ruffino: I vigneti in conduzione che appartengono alla famiglia degli ex proprietari Folonari, sono curati dalla controllata Tenimenti Ruffino. L’indebitamento è nei confrontidella controllante Constellation.

Dossier L’industria del vino

D a più di mezzo miliardo a poco me-no di 10 milioni di ricavi: in questospazio dimensionale si dipana laclassifica 2014 delle maggiori case

vitivinicole italiane. Protagoniste 100 azien-de. Con due blocchi che si sfidano: i grandiconsorzi cooperativi e le coop regionali dauna parte, dall’altra i privati, le cantine a con-trollo familiare, le aziende commerciali e gliimbottigliatori. Come hanno lavorato nel2014? Chi ha vinto la sfida?

Tre moschettieriSi consolida la supremazia del mondo co-

operativo che occupa l’intero podio dell’in-dustria italiana. La medaglia d’oro è di Can-tine riunite Civ (Reggio Emilia): ha un girod’affari di oltre 500 milioni, figura ai piani al-ti delle classifiche mondiali e distanzia di va-rie lunghezze i competitor nazionali. Il con-sorzio emiliano presieduto da Corrado Caso-li raccoglie 2mila soci viticoltori, una ventinadi cantine sociali e anche il Giv. La holdingguidata dal neo direttore generale RobertaCorrà, fattura più della capogruppo ed è lamaggiore singola protagonista del mercato,proprietaria a sua volta di cantine in tuttaItalia. Le Riunite sono leader nel Lambrusco,Prosecco e vini frizzanti: Cavicchioli e Ma-

schio sono due dei marchi più noti nella grande distribuzione organizzata. Non solo.«Alcuni prodotti Cavicchioli sono i più ven-duti in Cina attraverso il canale online, piùvantaggioso per i consumatori in un paese incui ci sono tanti passaggi commerciali», rac-conta Casoli, preannunciando la trasforma-zione dell’agenzia di Shanghai in società ditrading». Se il 2014 è stato «discreto», «nel2015 la rivalutazione del dollaro offre possi-bilità di sviluppo a una realtà che ha l’exportcome driver di crescita», precisa ancora Ca-soli, che non esclude iniziative in regioni do-ve il gruppo è ancora assente, come Campa-nia, Sardegna, Abruzzo e Marche.

Medaglia d’argento alla Caviro di Faenza(Ravenna), con più di 230 milioni di fattura-to nel comparto vino, pari al 73% del suo consolidato comprendente anche distillerie ed energia. Con 32 cantine socie e 11.675 viti-coltori, Caviro è il maggiore produttored’uva (rappresenta più del 10% della produ-zione nazionale) e anche il primo attore nel-

la grande distribuzione, sia in termini di vo-lumi (14,2%) sia di valore (8,3%). Guidatadal direttore generale Sergio Dagnino, Cavi-ro ha puntato la rotta sui mercati esteri cheassorbono fin qui circa un terzo del suo fat-turato. Funzionale all’export è il progetto su-per-premium che ha dotato il portafoglio aziendale di prodotti di pregio.

Medaglia di bronzo per la trentina Mez-zacorona presieduta da Luca Rigotti. Coopdi primo grado, 1.500 soci, l’azienda control-la tutta la filiera produttiva dall’uva allo scaf-fale e svolge una parte significativa nel soste-gno della costosa economia agricola delTrentino. «Il risultato più importante del2014 è il record di remunerazione ai nostrisoci che ha superato i 50 milioni, nel rispettodella mission di una cooperativa: dare reddi-to ai soci», racconta Rigotti sottolineando lefatiche e i costi maggiori di un’agricoltura dimontagna: «Occorrono 600 ore di lavoro perettaro, contro le 200 delle zone di pianura,dove si opera con le macchine».

TenzoneLa celebre griffe Marchesi Antinori, al

quarto posto con 169,5 milioni, è la più gran-de azienda privata produttrice d’Italia, pos-siede la maggiore estensione di vigneti (2.670 ettari, in crescita sul 2013) e vantauna redditività di rilievo: ebitda pari al 41,6%dei ricavi. Da nove secoli di proprietà del-l’omonima famiglia fiorentina di Piero Anti-nori con le figlie Albiera, Allegra e Alessia,ventiseiesima generazione, Marchesi Anti-nori opera in tutta la filiera, puntando suimarchi, dai più famosi, come Tignanello,Cervaro della Sala o Pian delle Vigne, ai piùgiovani come Le Mortelle in Maremma oTormaresca in Puglia. «La nostra scelta nonè mai stata e mai sarà la crescita in volume— dice Renzo Cotarella, enologo e guida del-la società —. Se vogliamo conseguire qualitàe margini, è vitale il contatto con la materiaprima, e cioè il controllo dei vigneti, per dareai nostri prodotti sempre più identità e au-tenticità».

Al quinto posto la piemontese FratelliMartini di Cossano Belbo (Cuneo) è il mag-giore imbottigliatore e vinificatore. Dietro i70 milioni di bottiglie, dirette principalmen-te sui mercati esteri (export 89%), c’è l’acqui-sto di uve nelle principali zone di produzionee il rapporto consolidato con più di 1.800 col-tivatori piemontesi. Di proprietà di GianniMartini, nel 2014 l’azienda è cresciuta più inItalia che all’estero.

Al sesto posto si torna a un’azienda che la-vora i vigneti da sette generazioni: è la Zonin1821, nuovo logo corporate della casa vinico-la veneta di Gianni Zonin (presidente) e deisuoi figli Domenico (neo amministratore de-legato) Francesco e Michele (vicepresiden-ti). Tra le più note famiglie del vino, possie-

de 1900 ettari al servizio di nove cantine (dalCastello d’Albola in Toscana, alla Tenuta Ca’Bolani in Friuli, alla Masseria Altemura inPuglia). In sette anni la maison di Gambella-ra ha moltiplicato per cinque il fatturato,grazie ai mercati esteri. E non si esclude unacrescita esterna: «Non cerchiamo marchi af-

fermati e guardiamo nelle regioni in cui an-cora non siamo presenti: Marche, Abruzzo eUmbria — dice il presidente —. In zone co-me Montalcino non è il momento di compra-re a causa di prezzi troppo elevati. Bisognasapere aspettare».

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GLI SPRINTER DEL FATTURATOLe aziende vitivinicole con incremento del giro d’affari 2014 superiore al 10%, in Italia

49,21%

42,50%

34,26%

32,40%

30,68%

28,70%

22,00%

20,60%

17,43%

16,48%

Cantina Sociale Colli Fiorentini

Cantina di Rauscedo

Viticoltori Friulani La Delizia

Varvaglione Vigne e Vini

Cantina Sociale Paolini

Farnese Group

Astoria Vini

Azienda vinicola Falesco

Spumanti Valdo

Toso

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

10.

15,16%

14,40%

13,50%

13,00%

13,00%

12,41%

11,56%

11,23%

11,00%

10,56%

Cantina Prod. Valdobbiadene

Feudi di San Gregorio

Marchesi di Barolo

Ruffino

Bottega

Fantinel

Barone Montalto

La Marca Vini e Spumanti

Vivallis

Cantina Toblino

11.

12.

13.

14.

15.

16.

17.

18.

19.

20.

I CAMPIONI DI REDDITIVITÀLe aziende vitivinicole con rapporto tra Ebitda e fatturato 2014 superiore al 20%I CAMPIONI DI REDDITIVITÀLe aziende vitivinicole con rapporto tra Ebitd

Valentina, Ernesto, Anna e Davide AbbonaMARCHESI DI BAROLO

10,56%Cantina Toblino20.

da e fatturato 2014 superiore al 20%da e

59,2%

41,6%

33,8%

30,3%

28,3%

27,8%

26,5%

26,2%

Tenuta San Guido-S.a. Citai

Marchesi Antinori

Cusumano

Marchesi de' Frescobaldi

Ferrari Fratelli Lunelli

Santa Margherita

Azienda vinicola Falesco

Masi Agricola

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

24,0%

22,0%

21,3%

21,0%

21,0%

21,0%

20,5%

20,0%

Ruffino

Castellani

Umberto Cesari

Guido Berlucchi & C.

Barone Ricasoli

Aziende Planeta

Allegrini Corte Giara

Tenuta di Donnafugata

9.

10.

11.

12.

13.

14.

15.

16.

Fonte: elaborazione Anna Di Martino per CorrierEconomia S. Avaltroni

Luca Marzotto vicepresidente, Ettore Nicoletto amministratore delegato, Gaetano Marzotto presidente SANTA MARGHERITA

Da solo il Gruppo italiano vini fattura 348 milioni. I piani di crescita di Zonin. La redditività di Antinori

Classifiche Le prime 100 imprese fanno da sole oltre il 50% del giro d’affari

Case Sfida all’ultima bottigliatra le cooperative e i privatiCantine Riunite-Civ è leader con 536 milioni, poi Caviro e Mezzacorona Marchesi Antinori, Fratelli Martini e Zonin 1821 guidano i gruppi familiariDI ANNA DI MARTINO

«N iente vigneti: la terra richiede forti immobilizza-zioni di capitale con rese molto basse: Italian

wine brands ha impianti di vinificazione, stoccaggio eimbottigliamento all’avanguardia, con i quali presidia laparte a maggiore valore aggiunto dell’industria del vi-no». Simone Strocchi (nella foto) è il vicepresidente ope-rativo di Iwb, la prima società vinicola quotata in Borsa(nel segmento Aim), nata dall’aggregazione tra la pie-montese Giordano vini, fino al 2013 presente diretta-mente in graduatoria, e la Provinco di Rovereto. La primaopera nella vendita diretta (web e call center) ed è tito-lare di due cantine di vinificazione in Piemonte e Puglia.Provinco invece lavora solo all’estero, nella grande distribuzione organizzata, proponendo divolta in volta i vini più richiesti.

A integrare in Iwb le due aziende ha pensato la Ipo Challenger, evoluzione della Special pur-pose acquisition company (Spac) milanese ideata dal gruppo Electa e promossa dallo stessoStrocchi con Luca Giacometti e Angela Oggioni. Al momento Iwb compra uve e mosti e realizzapiù di 160 etichette nella fascia popular premium (3-5 euro), per il 65% dirette all’estero. Pre-sieduta da Mario Resca, ex presiedente Mc Donald’s Italia, Iwb è guidata da Alessandro Muti-nelli, ex proprietario Provinco, e Simon Pietro Giordano (ex Giordano vini).«Con la terza aggre-gazione che contiamo di fare entro il 2015, chiederemo il passaggio al mercato principale diBorsa italiana», parola di Strocchi.

A.D.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo brindisi in Piazza AffariC rescite sostanziose anche sul mercato dei vini fer-

mi, sia in Italia sia all’estero. Per esempio alle Te-nute Piccini, guidate da Martina e Mario Piccini o allaBarone Montalto, braccio siciliano della Mgm Mondodel vino di Forlì, diretto da Alfeo Martini (nella foto); 50tipologie di vini in portafoglio, più di 73 milioni di fattu-rato. Raddoppia il suo fatturato estero il gruppo Farne-se guidato da Valentino Sciotti con il socio Filippo Bac-calaro: la realtà abruzzese, partecipata dalla 21 Investi-menti di Alessandro Benetton, conta sette aziende nelSud Italia: «Siamo soddisfatti di essere entrati in ungruppo gestito con professionalità che si è concentrato

sui vini del Sud dal grande potenziale e pensiamo di poter essere utili alla sua crescita», sot-tolinea Alessandro Benetton.

Buoni incrementi di Alois Lageder in Alto Adige, Fontanafredda in Piemonte, proprietà diOscar Farinetti, e Zenato in Veneto. In particolare la cantina guidata da Nadia e Alberto Zena-to, si sta muovendo su nuovi mercati, come la Cina, con un brand ambassador in grado difacilitare l’approccio in un mercato così importante e particolare. Lo sviluppo sull’area asiaticaè tra gli obiettivi anche di Sartori, casa veneta guidata da Paolo e Andrea Sartori. Cresce al-l’estero Mastroberardino: la storica cantina campana appartiene alla famiglia che per primaha portato nel mondo i noti vini bianchi della sua regione. Sviluppo regolare, a piccoli passi.

A. D. M.www.annadimartino.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il vino fermo scala le posizioni

.

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015 33

totale Italia

Variazione %2014/2013 Ebitda Ebit PFN

-17,39-5,0015,164,601,702,903,18

34,265,50

-18,587,909,260,347,87

12,414,272,56

-15,31-17,0014,40

nd

5,00

14,47

4,00

3,30

-9,80

8,45

35,22

-3,00

-18,48

9,23

125,00

0,00

-2,95

0,12

0,30

3,59

-17,22

-25,00

15,80

estero migliaia %

nd

-17,00

17,07

0,60

0,00

5,10

-0,89

31,10

12,00

-21,08

7,08

0,00

3,50

19,78

41,37

4,00

0,00

-1,07

-6,00

11,50

nd

nd

2.337

6.428

4.950

nd

2.581

1.593

nd

1.471

2.993

6.047

nd

1.600

1.395

15.038

2.500

1.446

nd

4.000

migliaia proprietà

3.000

110

782

260

298

89

0

0

704

3.270

204

60

6.000

185

78

19

2.260

2.400

300

0

0

0

160

71

50

24

95

0

0

0

58

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0

16

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0

0

120

affitto unitàmigliaia

nd

nd

1.239

3.154

4.000

nd

1.767

818

nd

486

1.221

nd

nd

100

nc

14.429

1.800

460

nd

2.000

nd

nd

7.629

nd

3.600

-23.900

1.110

-21.605

nd

-5.634

-13.962

nd

nd

-4.952

-13.605

5.189

5.678

-4.008

nd

-22.000

13,0

23,6

11,8

2,8

8,0

13,1

6,5

20,9

7,5

2,9

11,2

4,3

8,3

18,5

4,7

0,9

8,0

1,9

10,0

4,0

ndnd0,3

17,913,8nd7,44,6nd4,38,9

20,5nd5,9

5,3959,210,54,70,0

17,8

Numerobottiglie Dipendenti

milioni

795844

2009262446134513484206330

167353075

110

Azienda vitivinicola Fatturato(milioni euro)

20132014

46,00

39,20

31,80

34,32

35,20

34,00

33,68

25,66

32,48

41,81

31,13

27,00

29,00

25,28

23,03

24,37

23,22

27,66

28,25

20,10

38,00

37,20

36,60

35,90

35,80

35,00

34,76

34,45

34,28

34,04

33,59

29,50

29,10

27,27

25,89

25,41

23,82

23,43

23,37

23,00

Cantina TolloChiarliCantina Prod. ValdobbiadeneTerra MorettiCecchiPasqua Vigneti e CantineZenato Azienda vitivinicolaViticoltori Friulani La DeliziaCantina Valpolicella NegrarVi.V.O. Cantine Cantine Riondo Allegrini Corte Giara Cantine Sgarzi LuigiCitra ViniFantinelTenuta San Guido-S.a. CitaiGerardo Cesari Cantina di Carpi e Sorbara Cantine due palmeFeudi di San Gregorio

Export

milioni

nd

14,6

9,9

4,6

17,5

28,9

25,4

7,9

21,0

1,3

26,5

25,0

29,0

14,4

9,84

15,3

19,7

3,2

15,0

6,0

%

nd47,027,012,848,883,073,022,861,03,9

78,985,099,052,9

38,0060,083,013,850,026,7

41

4142434445464748495051525354555657585960

Ettari vitati

Fonte: elaborazione Anna Di Martino (www.annadimartino.it) per CorrierEco-nomia su dati aziendali. La riproduzione

dei dati deve essere autorizzata

Le prime 100 cantine italianeI CAMPIONI DI ETICHETTA

18 Collis Veneto wine group: bilancio consolidato. Cooperativa di secondo grado, rappresenta il 15% della produzione vitivinicola veneta. - 21 Masi Agricola: comprende le controllate: Possessioni e Vigneti Serego Alighieri, Cantine Conti Bossi Fedrigotti, Terre e vigne, Agr. Stra del Milione, Ca’ nova, Masi Tupungato vigneti La Arboleda in Argentina. E le collegate e partecipate Agr.Vigneti del Campofiorin e Premium wine selection - 25 Settesoli: Il totale dei litri confezionati commercializzati è stato espresso in bottiglie da 0.75 . I risultati cambiano tra vino sfuso (rappresenta poco più del 30 % del fatturato complessivo) le cui vendite registrano un incremento del 12,90% e vino confezionato che rappresenta il 69,2% del fatturato totale e ha totalizzato un decremento del 3,2%. Il numero di dipendenti comprende anche gli stagionali. 28 Tenute Piccini: fanno parte del gruppo le aziende agricole Valiano, Moraia,Villa al Cortile, Regio cantina. - 30 Gruppo Farnese: consolida: Farnese vini, Ro.de.a, Vigneti del Vulture, Vigneti del Salento, Luccarelli, Vesevo, Tenimenti Zabù, Caldora. - 33 Bottega: fatturato aggregato. - 36 Duca di Salaparuta: bozza di bilancio. L’azienda che fa capo all’Illva di Saronno, opera anche con i marchi Corvo e Florio e ha partnership commerciali con la Caparzo (Montalcino) che comprende anche il Chianti classico Borgo Scopeto e il Morellino di Scanzano Doga delle Clavule, e con la cantina abruzzese Barone di Valforte. Distribuisce lo champagne Lanson. Con i vini Corvo è prima nella Gdo nella fascia di prezzo 5-7 euro. - 38 Astoria vini. Primo vinificatore privato nell’area del Prosecco docg con oltre 35 mila quintali di uva. - 39 Guido Berlucchi La maggiore realtà della Franciacorta ha stipulato contratti pluriennali di acquisto uve con controllo diretto sulla tenuta dei vigneti. L’approvvigionamento di uva avviene per il 17% da vigneti di proprietà e per l’83%dai fornitori - 40 Cielo e Terra: fa capo al Gruppo Cantine Colli Berici partner fondatore del Consorzio Collis Veneto Wine Group. Gli ettari sono di proprietà dei viticoltori soci del gruppo.

Dossier L’industria del vino

1 Successi

Il Prosecco si stappa anche in PolinesiaS uddivise tra la grande area del Pro-

secco doc (2 miliardi di ricavi, 306milioni di bottiglie) e la più piccola e pre-ziosa del Prosecco docg (bottiglie 79,1milioni, fatturato 515 milioni), le bollici-ne italiane hanno sfondato nel mondo,spopolando in Usa e in particolare inGran Bretagna, dove addirittura stannoavvicinando al vino nuovi consumatori.

Ad aprire la strada, quando pochiavrebbero scommesso sul successo diquesto spumante fenomeno, sono stateaziende come la storica Carpenè Malvolti,numero uno nel segmento premium priceo la più giovane Bisol, boutique del Pro-secco guidata dai due fratelli Gianluca(nella foto) e Desiderio Bisol che dalloscorso anno è partecipata al 50% dalGruppo Lunelli, proprietario delle CantineFerrari. Sono tante oggi le aziende cheproducono e commerciano il Prosecco, acominciare da tutte le più grandi, dalle Riunite a Zonin, da Martini a Santa Mar-gherita. Coop a parte, sotto gli 80 milioni,si nota la crescita tumultuosa delle casepiù impegnate. Come Valdo spumanti,leader nella distribuzione organizzata;l’Astoria, di Paolo e Giorgio Polegato,maggiore vinificatore privato dell’area delProsecco docg; La Gioiosa, braccio nelladistribuzione di Giancarlo Moretti Pole-gato, anche proprietario di Villa Sandi.

Exploit anche per la friulana Fantinel:l’azienda guidata da Marco Fantinel ha superato il 40% di crescita all’estero e haaperto il primo Fantinel Bar a Johanne-sburg, in Sudafrica. Prosecco a go go an-che nel portafoglio di Bottega, new entryveneta di Sandro Bottega: l’azienda haaffiancato alla distilleria il business vino,con vigneti in Veneto e in Toscana, dovesta definendo l’acquisto di una proprietàa Montalcino. Tante iniziative: è recente laconclusione di accordi commerciali condistributori della Polinesia e Groenlandia.

Prosecco e spumanti spingono la cre-scita della piemontese Toso che registraperò un buon incremento anche su altretipologie di vini sia in Italia che all’estero,in particolare in Francia. C’è tanto Prosec-co anche nel portafoglio delle Tenute Ge-nagricola, otto cantine per 661 ettari, cherappresentano il polo vino della holdingagricola delle Assicurazioni Generali. Conl’arrivo del neo amministratore delegatoAlessandro Marchionne è partita unaprofonda revisione della grande proprie-tà, fin qui poco valorizzata, con obiettiviambiziosi anche in vigna, grazie alla nuo-va consulenza di Riccardo Cotarella.

A.D.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli inseguitori dei big Cavit ha fatto shopping in Germania. Anche Cantine di Soave oltre i 100 milioni di fatturato

Partite La rincorsa dei magnifici undici Santa Margherita dei Marzotto scala due posizioni. I piani americani di La Vis. Filiera per EnoitaliaDI ANNA DI MARTINO

T utto fanno meno che dor-mire sugli allori. Anzi. Èbene mettere in contogrosse novità tra le 11

aziende protagoniste della classi-fica fino a 80 milioni. Chi sono? Alsettimo posto di nuovo una coop:è la Cavit di Ravina (Trento), ilConsorzio guidato da Enrico Za-noni che raccoglie 11 cantine e4.500 viticoltori. Tra le iniziativepiù funzionali allo sviluppo azien-dale c’è l’acquisizione della casa dispumanti Kessler in Germania(un milione di bottiglie, 5 milionidi ricavi), che potenzia l’area spu-manti, l’asset strategico.

Segue all’ottavo posto il gruppoCampari con il suo polo vini in

flessione, per la vendita di Odessasparkling wine. Tocca ora a Sa-scha Cumia, neo director wines,definire la strategia del gruppo:dopo la decisione di interromperela distribuzione dei brand di terzi,l’azienda è concentrata sulleaziende di proprietà, come Sella eMosca in Sardegna e la Enrico Se-rafino in Piemonte. Anche se re-stano sullo sfondo voci di un’usci-ta dal business, meno redditiziorispetto al mercato degli spiritsnel quale Campari detiene la lea-dership in Italia e la sesta posizio-ne nella classifica mondiale.

Tra i filariAl nono posto la Iwb: la prima

new entry della classifica 2014 èanche la prima azienda vinicolaquotata in Borsa (vedere box nellapagina a fianco). Al decimo, la ca-sa vinicola della famiglia Botter,grandi imbottigliatori, opera so-prattutto all’estero e archivia un anno di calma piatta (+0,60%),dopo il 2013 al galoppo (+ 29,5%).Botter guida la classifica dei mag-giori esportatori assieme alla piùpiccola Cantine Sgarzi.

Fatturato invariato anche per laEnoitalia della famiglia Pizzolo:azienda industriale, che porta sulmercato più di 80 milioni di botti-glie, con marchi propri e di terzi.Tra i suoi piani, l’iniziativa Vitemia, con la quale il gruppo ha lan-ciato un progetto di filiera in Pu-

glia, con l’accordo di un gruppo diviticoltori salentini.

Registrando il maggiore incre-mento di fatturato tra i big, SantaMargherita guadagna due posi-zioni e si piazza al dodicesimo po-sto. Il gruppo dei fratelli Gaetano

(presidente), Luca (vice), Stefanoe Nicolò Marzotto, si conferma trai più brillanti e tra quelli più pron-ti a crescere. Compra vigne: nelVeneto orientale, per potenziare laproduzione di Prosecco e Pinotgrigio (punti forti della produzio-ne aziendale), in Franciacorta asupporto del gioiello Ca’ del Boscoe in Toscana, nel Chianti classico,dove è presente con la quotatacantina Lamole di Lamole. Insom-ma ai Marzotto il vino piace e do-po aver investito 80 milioni negliultimi 10 anni, sono pronti a cre-scere ancora, soprattutto negli Usa, con il contributo decisivo del-l’amministratore delegato EttoreNicoletto, tra i manager di punta del mercato.

Il dimezzamento del valore delvino sfuso negli ultimi due anni,dopo il raddoppio dei prezzi neiprecedenti esercizi, ha penalizzatoil risultato finale di Cevico. Il con-sorzio romagnolo, presieduto daRuenza Santandrea, è il punto di riferimento di 5 mila viticoltori edi varie coop, per un totale di 6.775ettari di vigneti al servizio di tuttele tipologie dei vini della regione.Nel 2014 ha avviato tre partner-ship commerciali: Medici Ermetefigli di Reggio Emilia, San Patri-gnano di Coriano, Istituto tecnicoagrario Scarabelli di Imola.

Le vendemmie più avare degliultimi anni e il minore apporto dimateria prima da parte dei soci,

influenza il fatturato delle coop diprimo grado, come la Cantina diSoave che chiude la rosa dei 14 bigover 100 milioni. L’azienda direttada Bruno Trentini ha dalla suauna patrimonializzazione invidia-bile (più di 52 milioni) e, caso ra-

ro, non ha esposizione finanziaria.Da sottolineare la performancedel segmento vino imbottigliato(+13%) sul quale si concentrano iprogrammi di sviluppo della co-op, anche in funzione di un mag-giore impegno all’export.

Chi insegue Dopo la flessione 2013, ripren-

de quota e sfiora i 90 milioni difatturato, il gruppo cooperativotrentino La Vis, (1150 soci), gui-dato dall’ad Marco Zanoni. Tra leazioni di rilancio, la recente crea-zione di Canaletto Llc. Società ditrading del vino italiano di quali-tà, con base a New York e piatta-forme in Nord America, Asia eRussia, creata da La Vis (attraver-so la controllata Casa Girelli detie-

ne il 75%) in società con Simest, fi-nanziaria della Cassa depositi eprestiti. Compito di Canaletto è lapromozione dei marchi Finewines del gruppo trentino fin quiaffidata a Ethica wines (ora assor-bita dalla stessa Canaletto).

Da 31 generazioni diproprietà della omonimacasata fiorentina, Marche-si de’ Frescobaldi registrauna crescita consistentedel segmento vino: «Dal2013 a oggi è stata del 15%,sia in Italia sia all’estero»,sottolinea Giovanni Ged-des da Filicaja, ammini-stratore delegato del grup-po presieduto da Lamber-to Frescobaldi. Sotto le sueinsegne si concentranocantine famose come Lucedella vite, Castello di Ni-pozzano, o ancora Ornel-laia Masseto a Bolgheri,culla delle omonime eti-chette cult: i due vini italia-ni più contesi dai collezio-nisti e più battuti nelle astemondiali.

Tra i progetti in cantiere, c’è losbarco nel Chianti classico, deno-minazione che ancora manca nelricco portafoglio Frescobaldi. L’oc-casione è stata individuata e l’ope-razione è già avviata, ma i tempiper una definizione non sono an-cora maturi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I CAMPIONI D’OLTREFRONTIERALe aziende vitivinicole con incremento di fatturato estero 2014 superiore al 15%

Fonte: elaborazione Anna Di Martino per CorrierEconomia S. Avaltroni

94,05%

41,37%

35,80%

34,14%

31,10%

27,78%

25,00%

Farnese Group

Fantinel

Cantina Viticoltori Ponte

Cantina di Rauscedo

Viticoltori Friulani La Delizia

Spumanti Valdo

Gruppo Caviro

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

25,00%

19,78%

19,40%

18,00%

17,07%

17,00%

16,00%

Astoria Vini

Citra Vini

Azienda vinicola Falesco

Cantina Valtidone

Cantina Prod. Valdobbiadene

Bottega

Casa Vinicola Natale Verga

8.

9.

10.

11.

12.

13.

14.

CHI ESPORTA DI PIÙLe aziende vitivinicole con una quota export superiore all'80% del fatturato 2014 totale

99,0%

97,0%

94,6%

93,0%

92,0%

90,5%

90,0%

89,0%

Cantine Sgarzi Luigi

Casa Vinicola Botter Carlo & C.

Farnese Group

Ruffino

Castellani

Barone Montalto

Masi Agricola

Fratelli Martini

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

88,0%

86,0%

85,0%

83,0%

83,0%

81,0%

81,0%

80,0%

Umberto Cesari

Tenute Piccini

Allegrini Corte Giara

Pasqua Vigneti e Cantine

Gerardo Cesari

Gruppo Mezzacorona

Barone Ricasoli

Varvaglione Vigne e Vini

9.

10.

11.

12.

13.

14.

15.

16.

Alessandro Benetton e Valentino SciottiFARNESE

88,0%

86,0%

85,0%

83,0%

83,0%

81,0%

81,0%

80,0%

ine

ini

Marilisa Allegrini proprietaria di ALLEGRINI

T ra i grandi gruppi vinicoli protagonisti del mercato,

Ruffino è quello che sta realiz-zando le crescite di fatturato più brillanti, soprattutto grazie al-l’export. Di proprietà dell’ameri-cana Constellation brand, la casa toscana è sempre più «Chianti centrica», per dirla con l’espres-sione che ama usare il suo am-ministratore delegato Sandro Sartor. Il manager ha concentra-to le energie Ruffino verso il suo core business: la casa vinicola macina buoni risultati e dà sod-disfazione all’azionista a stelle e strisce. In forte aumento la red-ditività «anche grazie a un rap-porto di cambio tornato favore-vole tra l’euro e il dollaro».

A. D. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

È il Chiantila stella di Ruffino

Campari affida a Sascha Cunia il polo Sela & Mosca ed Enrico Serafino

Frescobaldi cresce del 15%. Botter e Sgarzi leader tragli esportatori

Dinastie In alto Matteo, Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli, proprie-tari delle Cantine Ferrari. Sotto Sandro Boscaini con i figli Alessandra e Raffaele, alla guida di Masi Agricola

.

34 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015

totale Italia

Variazione %2014/2013 Ebitda Ebit PFN

-6,582,30

-0,70-5,005,60

42,50-3,00

-13,64-4,300,011,570,404,38

11,568,284,001,72

-42,414,005,43

-8,23

2,80

-0,90

-5,00

9,30

42,78

-0,50

-14,42

-2,50

-0,10

11,00

0,40

4,39

50,64

10,0

1,50

1,38

-41,67

9,28

3,20

estero migliaia %

-4,22

1,90

-0,20

1,00

3,00

34,14

-3,00

0,00

-6,20

0,90

0,00

0,00

3,75

6,70

6,0

6,00

18,00

-44,00

0,39

8,50

3.781

nd

1.700

729

nd

1.493

4.038

nd

1.226

1.291

3.800

nd

nd

417

nd

5.610

1.347

634

1.319

3.115

migliaia proprietà

1.387

200

157

2.500

320

1.230

170

1.450

0

1.700

209

25

330

0

370

517

1.025

0

50

375

0

10

40

0

0

0

180

0

0

0

19

55

0

0

0

0

0

0

110

48

affitto unitàmigliaia

1.551

nd

125

125

nd

459

nd

nd

584

461

1.800

nd

nd

354

404

3.100

360

267

654

2.472

24.565

6.900

-3.800

-475

nd

-18.360

4.876

nd

-8.872

-15.656

-18.156

nd

677

-3.909

0

nd

-8.089

-4.985

nd

-16.835

8,8

3,8

6,3

8,0

3,1

0,3

3,5

7,4

5,1

0,6

4,4

2,8

3,5

4,4

2,6

3,0

5,0

10,2

2,7

3,3

17,710,08,04,00,07,3

21,30,06,67,1

21,00,00,0

2,420,0

33,89,34,08,3

19,1

Numerobottiglie Dipendenti

milioni

60905346

1103039333523

140473217391526314563

Azienda vitivinicola Fatturato(milioni euro)

20132014

24,30

21,80

21,43

22,00

19,70

14,27

19,63

22,00

19,34

18,25

17,76

17,79

16,78

15,484

15,70

15,95

15,99

27,59

15,19

14,70

22,70

22,30

21,28

21,00

20,80

20,34

19,05

19,00

18,51

18,19

18,04

17,86

17,51

17,28

17,00

16,60

16,27

15,89

15,80

15,50

Terre Cortesi MoncaroRocca delle MacieCarlo Pellegrino & C.Le ChiantigianeBertani Domains Cantina di RauscedoUmberto Cesari Gotto d'OroCarpenè Malvolti Emilia Wine.Barone Ricasoli Gruppo BisolCantina Bolzano Barone MontaltoC. Prod. San Michele AppianoCusumanoCantina ValtidoneCasa vinicola Bosco MaleraAlois LagederConte Tasca d'Almerita

Export

milioni

11,7

11,7

7,4

5,0

12,6

0,6

16,8

1,2

9,1

1,1

14,7

11,6

3,2

15,6

2,7

9,54

0,4

10,3

9,0

8,4

%

52,753,034,923,060,60,3

88,05,0

49,26,0

81,065,018,390,516,057,42,8

64,868,454,0

53

6162636465666768697071727374757677787980

Ettari vitati

Fonte: elaborazione Anna Di Martino (www.annadimartino.it) per CorrierEconomia

su dati aziendali. La riproduzione dei dati deve essere autorizzata

Le prime 100 cantine italianeI CAMPIONI DI ETICHETTA

41 Tollo: coop abruzzese raccoglie 822 soci operando nel settore del vino sfuso e imbottigliato. Nel primo quadrimestre del nuovo esercizio (settembre-dicembre 2014) la coop ha registrato un incremento del fatturato dell’8,7%. - 43 Cantina Produttori Valdobbiadene: bilancio consolidato chiuso il 30/6/2014. Controllata: Val d'oca. Il valore della produzione sale a 39,10 milioni. Le uve sono conferite dai soci - 44 Terra Moretti gruppo vino: comprende Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra e Tenuta la Badiola in Toscana - 45 Cecchi: fatturato aggregato con le aziende agrarie di famiglia. Il gruppo comprende Villa Cerna, Castello Montauto, Val delle rose e Tenuta Alzatura. Ha accordi di distribuzione con la maison de Champagne Collard-Picard e con Castiglion del Bosco, proprietà di Massimo Ferragamo a Montalcino. - 49 Cantina Valpolicella Negrar: bilancio consolidato. Controlla la Vivaldi. - 50 ViVo cantine controlla la Casa vinicola Bosco Malera. 52 Corte Giara: fatturato aggregato del gruppo che comprende i brand Allegrini, Corte Giara, San Polo, Poggio al tesoro - 54 Citra vini: il fatturato del consorzio abruzzese riguarda la sola attività nell’imbottigliato. Considerando anche il lavoro nel vino sfuso svolto direttamente dalle 9 cantine cooperative socie del Consorzio, il fatturato sale fino a 82,1 milioni e fa di Citra il maggiore operatore vitivinicolo della regione. - 57 Gerardo Cesari: l’azienda veneta fa parte del gruppo Caviro, attraverso la controllata Dalle vigne. Le famiglie Corvi e Materossi sono tuttora azioniste con il 30%. - 59 Cantine Due Palme: la flessione del fatturato si deve alla decisione di non vendere lo sfuso in questo esercizio. Considerando solo il lavoro nell’imbottigliato, il fatturato è di 21,4 milioni e registra un incremento del 10% sul totale, del 10% in Italia e del 6% all’estero. - 60 Feudi di San Gregorio: possiede le aziende Basilisco in Basilicata e Cefalicchio e Ognissole in Puglia. Ha una partecipazione nella Sirch in Friuli.

Dossier L’industria del vino

L’ ultimo accordo perpensare in grandeè recent iss imo:mercoledì 1 luglio

debutterà sul mercato Vite-vis, figlia della fusione fra trecantine: Colli Vicentini, Gam-bellara e Val Leogra. Appenanata è già la più grande coopdella provincia di Vicenza,con più di 30 milioni di fattu-rato, 1.500 viticoltori soci e2.200 ettari di vigneto. E daràman forte a quell’esercito dicoop vitivinicole aderenti al-l’Alleanza cooperative agroa-limentari, che al grido di «piùbottiglie» e «Km illimitato»,sta conquistando spazi di

mercato sempre più ampi.

Classifica A fine 2014 il comparto

delle cooperative vinicole rac-coglie 494 aziende e 180 milasoci produttori, rappresentail 58% del vino prodotto inItalia e vanta un fatturato ag-gregato di 4 ,4 mil iardi .L’export incide per 1,8 miliar-di, pari a un terzo delle vendi-te all’estero di tutto il merca-to. E’ una forza d’urto in cre-scita che emerge anche nellagraduatoria 2014: le coop so-no 36, distribuite in 10 regio-ne. La più affollata è il Trenti-no Alto Adige con 10 struttu-re, segue il Veneto con 8 el’Emilia Romagna con 6. Friu-li, Toscana, Abruzzo e Siciliahanno 2 organizzazioni cia-scuna, mentre Lazio, Marche,Puglia e Sardegna sono pre-senti con una a testa.

Il fatturato totale delle 36coop è di 2,1 miliardi, pari al41% del giro d’affari comples-sivo delle 100 aziende in clas-sifica. Non solo. Le coop do-minano la fascia alta del mer-cato, occupando oltre all’inte-ro podio (Riunite, Caviro eMezzacorona), altri 4 postinel segmento da 160 a 80 mi-lioni di fatturato (Cavit, Cevi-co, Cantina di Soave e La Vis).

Strategie«E’ un mondo che si sta

evolvendo in funzione delmercato: le cantine sociali sistanno trasformando in im-prese cooperative che si con-frontano con i privati e hannocapito bene la necessità dicreare prodotti a più alto va-lore aggiunto per remuneraremeglio i loro soci» spiegaGiorgio Mercuri, presidentedell’Alleanza delle cooperati-ve agroalimentari. «Questoobiettivo si raggiunge pun-tando sul vino in bottiglia eall’export: oggi il mercato ita-liano produce il 50% in più diciò che consuma e quindil’estero è la strada obbligata».Al momento sono le coop delTrentino le più forti al-l’export: al primo posto Mez-zacorona (81% del fatturatototale), seguita da La Vis(79%) e Cavit (78,8%). Mal’impegno è ovunque cre-scente e i processi di aggrega-zione in corso, così come gliaccordi commerciali, sonoanche al servizio dello sboccosui mercati esteri.

Abituè e new entry dellaclassifica, ecco le coop da 80milioni in giù, suddivise perregione.

Il TrivenetoNell’area del Trentino, 2

aziende a quota 13 milioni: laCantina di Toblino presie-duta da Bruno Lutterotti e laVivallis diretta da MauroBaldessari. In Alto Adige ope-ra la Cantina San MicheleAppiano: 17 milioni, crescitaa due cifre in Italia, nuovisbocchi in Australia ed Emi-rati Arabi. Guidata dall’enolo-go e direttore Hans Terzer,San Michele Appiano è rima-sta a lungo sola soletta inclassifica a rappresentare lacooperazione altoatesina, pri-

ma di essere affiancata loscorso anno dalla ProduttoriColterenzio, presieduta daMax Niedermayr (12,6 milio-ni, e 25% di export, maggiorquota tra le coop altoatesine)e ora da ben tre new entry:Cantina di Bolzano (17,5 mi-lioni, è la più grande della cin-quina), Cantina di Caldaro(11,7 milioni, è la più piccola ein fase di rilancio) e la Canti-na Tramin (12,8 milioni,+13% all’estero), nota ancheper la sua cantina scultura, invetro, cemento e metallo chesi affaccia nell’area di Terme-no, culla del vitigno Gewur-ztraminer che caratterizzamolti suoi vini.

In Veneto, 75 milioni di fat-turato, il giovane consorzioCollis veneto wine group èalla testa di un sistema artico-lato che comprende anchecollegamenti con società co-me Riondo, Sartori e Cielo eTerra. Guidato da GiancarloLechtaler, il Consorzio de-nuncia una contrazione delfatturato che si deve alla deci-sione di non cedere all’abbas-samento generalizzato deiprezzi. La Marca vini e spu-manti presieduta da ValerioCescon (60,3 milioni) e la

Cantina produttori Valdob-biadene guidata da AldoFranchi (36,6 milioni), superproduttrici di Prosecco, godo-no del brillante andamento diqueste bollicine, registrandocrescite a due cifre. Guidatada Massimo Benetello, Viti-coltori Ponte (43,7 milioni)spunta una bella crescita nel-l’export, mentre il calo sulmercato italiano è dovuto allospostamento dello sfuso suimercati esteri. Sua maestàl’Amarone è il pezzo forte del-la Cantina Valpolicella Ne-grar (34,28 milioni) che cre-

sce sotto la guida di DanieleAccordini. Presieduto da Cor-rado Giacomini il gruppo co-operativo Vivo (34 milioni)conta 2,300 soci e 9 cantineassociate ed è specializzatonei vini del nord est, mentrela Cantina di Castelnuovodel Garda, guidata da Gior-gio Tommasi è la più piccolatra le coop venete, con 13,7milioni.

Infine in Friuli i leader so-no Viticoltori friulani LaDelizia presieduta da DenisIus (34,4 milioni,+34,2%) eCantina di Rauscedo, presie-

duta da Alberto Sartor(20,34milioni, +42,5%): due coop alvertice della classifica deimaggiori incrementi 2014.

Sotto il PoEmilia Romagna: Carpi e

Sorbara guidata da EmilioRossi, ed Emilia wine presie-duta da Davide Fascari, mili-tano nella fascia dai 30 milio-ni in giù, assieme alla new en-try Cantina Valtidone, pre-s i e d u t a d a G i a n p a o l oFornasari, che opera al centrodell’area dei Colli piacentinidoc (16,2 milioni di fatturato)e conta 300 soci. In Toscanaprime due coop tra tante bla-sonate aziende familiari sonoil consorzio Le Chiantigiane,presieduto da Davide Ancil-lotti — 2.460 ettari di vigne-to, oltre 2mila produttori ade-renti alle cantine sociali, nu-mero uno per la vendita diChianti in bottiglia nellagrande distribuzione orga-nizzata. E la Cantina socialeColli fiorentini, guidata daRitano Baragli, che guida laclassifica dei maggiori incre-menti, grazie all’esplosionedel suo fatturato sia in Italiache all’estero. Ancora in cen-tro Italia, nelle Marche, TerreCortesi Moncaro, 22,7 milio-ni di fatturato, è il punto di ri-ferimento della cooperazionemarchigiana. La produzionecopre tutte le tipologie dei vi-ni della regione. Export al52%.

Infine, prima azienda vini-cola dei Castelli romani, Got-to d’oro è l’unica bandiera la-ziale in classifica. Conta 400soci e 19 milioni di fatturato.

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LE VIGNE PIÙ GRANDILe famiglie che nel 2014 possiedono più di 200 ettari di vigneti

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Marchesi Antinori

Zonin 1821

Marchesi de' Frescobaldi

Banfi

Cusumano

Conte Tasca d'Almerita

Aziende Planeta

Bertani Domains

Masi Agricola

Feudi di San Gregorio

Cecchi

Terra Moretti

Gruppo Lungarotti

Argiolas

Barone Ricasoli

Allegrini Corte Giara

Rocca delle Macie

Umani Ronchi Fonte: elaborazione Anna Di Martinoper CorrierEconomia

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Lamberto Frescobaldi presidente MARCHESI DE' FRESCOBALDI

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A luglio il debuttodi Vitevis, unione di tre cantinedel vicentino

Alleanza cooperativeGiorgio Mercuri

Consuntivo A fine 2014 le cooperative vinicole hanno raggiunto la vetta di 484 aziende e 180mila addetti

Coop La geografia di un successoIl Trentino l’area leader. Sempre meno cantine sociali e sempre più imprese di qualitàDI ANNA DI MARTINO

SNAPSHOT

C’ è ancora una distanza siderale tra le dimensioni delleaziende cooperative del Nord e quelle del Sud, dove i

processi di aggregazione trovano terreno meno fertile. Conqualche eccezione soprattutto in Puglia, dove la Due Palmepresieduta dall’enologo Angelo Maci, ha aperto la strada. Mavediamo quali sono le principale realtà attive nel Sud Italia enelle isole. In Abruzzo dominano due coop entrambe in pro-vincia di Chieti: Cantina Tollo (822 soci, 3 mila ettari di vi-gne, fatturato 38 milioni, impegno nel biologico) e Citra vini(27,2 milioni). Il fatturato Citra, che riguarda solo l’attività nelvino imbottigliato, non rispecchia il reale peso del consorziocooperativo presieduto da Valentino Di Campli. Contando in-fatti anche il lavoro nel vino sfuso svolto direttamente dalle 9cantine socie, l’aggregato Citra sale fino 82,1 milioni facendodel Consorzio la più importante realtà cooperativa della re-gione, titolare attraverso i 3 mila soci di 5.600 ettari di vigneti,circa un terzo dell’intero vigneto abruzzese. Con 54,8 milionidi fatturato, Settesoli si conferma la più grande realtà coope-rativa della Sicilia. Presieduta da Vito Varvaro, base a Menfi(Agrigento), la coop evidenzia un incremento a due cifre delfatturato Italia, mentre la flessione all’export, specie sul mer-cato inglese, è dovuta alla scelta di non fornire vini la cui uni-ca leva è la riduzione del prezzo: «Produrre vini confezionati

a prezzi bassi avrebbe peggiorato la remunerazione finaledelle uve dei soci», precisa Salvatore Li Petri, direttore dellacoop, sottolineando come «il valore del reddito medio per et-taro riconosciuto ai soci Settesoli sia cresciuto per il terzo an-no consecutivo». New entry siciliana a quota 85: è la Paolinidi Marsala. Un migliaio di viticoltori soci, 3000 ettari di vi-gneto, 13,8 milioni realizzati tutti sul mercato domestico,l’azienda presieduta da Gaspare Baiata registra una brillantecrescita di oltre il 30%. Cantine Due Palme, 23,3 milioni difatturato, è un’azienda di riferimento nel Salento e una dellepiù vivaci espressioni della vitivinicoltura pugliese. Nell’ulti-mo esercizio ha preferito non vendere vino sfuso: questa scel-ta che ha penalizzato il fatturato complessivo di un anno (levendite del solo imbottigliato sono invece cresciute del 10%)si sta rivelando preziosa alla luce dell’ultima scarsa vendem-mia. La sarda Cantina di Santadi, la più piccola della gradua-toria ha capacità e ambizioni da vendere. Presieduta da Anto-nello Pillone, 600 ettari di vigneti nella zona del Sulcis, a sudovest dell’isola, ha messo il turbo negli anni 80 con l’iniziodella collaborazione con un enologo del rango di Giacomo Ta-chis (il padre del loro Terre brune, il primo rosso in barriquedella Sardegna) e l’avvio dell’attività di imbottigliamento.

A.D.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti i nomi e i numeri del Mezzogiorno

Cantina San Michele Hans Terzer

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 27 APRILE 2015 35

totale Italia

Variazione %2014/2013 Ebitda Ebit PFN

3,384,003,70

-4,2030,6810,5611,0013,507,187,602,801,702,70

49,216,47

20,60-4,0032,407,005,98

2,37%

4,805,00

10,00-16,0030,6810,5611,0017,326,004,401,507,808,50

47,020,30

21,70-8,9032,4010,004,00

-1,89%

estero migliaia %

0,683,00

-6,0014,000,000,000,00

10,7313,009,857,50

-9,00-3,50

ns11,1019,402,700,007,00

13,004,37%

2.7613.0672.850

nd429

1.0581.2181.895

nd1.1082.050

nd1.0571.0501.4402.973

nd1.3151.700484

536.086

migliaia proprietà

230333160900

3.29176077672

260300190284250

1.30017211066120

200460

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11500

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400

150500

9.403

affitto unitàmigliaia

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nd416182344

1.555nd

232750193nd

214702

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-17.1531.363

-8.897nd

609-20

-12.321-2.019-1.836-3.430-4.800

0nd

-8.706nd

-242ndnd

-2.0004.386

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2,52,412,13,13,30,30,21,81,82,42,01,82,40,21,33,13,02,03,11,5

1.779,0

18,721,020,0nd3,29,08,6

14,5

8,816,3nd

10,09,3

12,826,5nd

12,016,05,1

20,2%

Numerobottiglie Dipendenti

milioni

36126873010151634263645333510375433232639

10.372

Azienda vitivinicola Fatturato(milioni euro)

20132014

14,2713,9213,6914,3010,2412,0411,7711,5011,9811,7512,2711,5911,107,56

10,559,10

11,347,889,678,69

5.009,63

14,7514,4814,2013,7013,3813,3113,0713,0412,8412,6512,6111,7911,4011,2811,2310,9810,9010,4310,409,21

5.128,22

ArgiolasAziende Planeta Tenuta di DonnafugataCantina Castelnuovo del GardaCantina Sociale PaoliniCantina ToblinoVivallis Marchesi di BaroloCantina Tramin Cantina Produttori ColterenzioMastroberardinoCantina CaldaroGruppo LungarottiCantina Sociale Colli FiorentiniMarchesi MazzeiAzienda vinicola Falesco Tenute GenagricolaVarvaglione Vigne e ViniUmani RonchiCantina Santadi Totali 2014

Export

milioni

5,28,25 4,03,5

0,000,00,07,73,02,9

21,82,13,00,26,94,64,08,37,82,1

2.963

%

35,057,028,026,00,000,00,0

58,823,425,02,7518,036,01,9

61,941,830,080,075,022,0

57,8%

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81828384858687888990919293949596979899

100

Ettari vitati

Fonte: elaborazione Anna Di Martino (www.annadimartino.it) per CorrierEconomia

su dati aziendali. La riproduzione dei dati deve essere autorizzata

Le prime 100 cantine italianeI CAMPIONI DI ETICHETTA

62 Rocca delle Macie: fatturato aggregato con azienda agricola Rocca delle macie. 65 Bertani Domains, divisione vini che fa capo al gruppo farmaceutico Angelino. Nata con l’incorporazione in Bertani della Tenimenti Angelini, titolare di attività agricole nelle Marche e in Toscana (marchi Val di suga, Trerose, San Leonino, Collepaglia, Puiatti). Il 2014 è stato il primo anno di gestione unificata. I dati economici non sono ancora esattamente quantifica-bili. - 66 Cantina di Rauscedo: vende quasi esclusivamente vino sfuso in cisterna. - 68 Gotto d’oro: la riduzione di bottiglie di circa il 7% rispetto al 2013 dipende dall’eliminazione di alcune referenze meno remunerative, mentre la più forte flessione del fatturato si deve alla scelta di alcuni gruppi di acquisto di trasferire in conto fattura parte dei premi di fine anno. - 71 Barone Ricasoli. Ebit ed Ebitda stimati - 79 Alois Lageder: gli ettari in affitto sono di viticoltori di fiducia con cui l’azienda collabora da decenni e con i quali concorda criteri di coltivazione e qualità, dando priorità al rispetto dell’ ambiente, principale driver della cantina - 82 Planeta: dati economici stimati - 83 Donnafugata: dati economici stimati - 86 Cantina Toblino: la coop controlla la Toblino srl e l’Osteria e selling point Toblino - 91 Mastroberardi-no: fatturato aggregato, ebitda e Ebit stimati - 93 Gruppo Lungarotti: fatturato aggregato delle Cantine Giorgio Lungarotti con le aziende agrarie e Le Tre Vaselle. La flessione del fatturato estero è influenzata dalla forte contrazione sul mercato russo, dopo l’exploit conseguito nel 2013 con Aeroflot. - 95 Marchesi Mazzei: fatturato aggregato con la controllata Locanda Fonterutoli - 97 Tenute Genagricola: dati della sola area vino estrapolati dal bilancio della holding agricola del gruppo Assicurazioni Generali. Comprende le tenute Borgo Magredo, Bricco dei Guazzi, Gregorina, Poggiobello, Solonio, Tenuta S.Anna, Torre Rosazza, Vineyards V8+ - 99 Umani Ronchi: nei dati 2014 non è compresa l’aggregazione dell’azienda agricola. - 100 Chiude la graduatoria 2014 una new entry: è la coop sarda Santadi. Il suo fatturato è al di sotto dei 10 milioni, ma data la crescita a due cifre registrata dalla chiusura del bilancio (agosto 2014) ad oggi il traguardo può dirsi scontato.

Dossier L’industria del vino

1 Grande distribuzione

È il canale privilegiato delle venditeRecupera quote, ma finisce in rosso

G rande distribuzione organizzata: passa da qui l’80% del vino con-sumato in Italia. Ma le notizie da questo fronte non sono un gran-

ché. I dati Iri registrano, infatti, il segno meno davanti al volume dellevendite per il terzo anno consecutivo. Unica consolazione, è che la fles-sione, pari al 2,4%, è molto meno grave del -6,5% del 2013 e del -3,6del 2012. Inversione di tendenza? Nel primo bimestre 2015 Iri registrail ritorno del segno più davanti ai volumi e al valore delle vendite, ma èpresto per cantare vittoria. Anche perché prosegue l’abuso delle promo-zioni che riguardano una bottiglia su due, abbattendo il valore del vinoe i margini delle cantine.

È in questo difficile teatro operativo che si muovono i marchi più im-pegnati nella grande distribuzione organizzata. La classifica ufficialedei maggiori operatori è top secret. Ma i dati e le informazioni raccolteconsentono di stilare una graduatoria attendibile. Numero uno con ri-cavi per oltre 120 milioni è Caviro (sono suoi marchi familiari come Ta-vernello, Castellino e Volo Rosso). Alle sue spalle, le Cantine riunite as-sieme al Giv dovrebbero superare i 100 milioni (Maschio, Cavicchioli,Rapitalà, sono alcuni dei brand). Segue Cevico con vendite tra 40 e 50milioni (suo il San Crispino), mentre Caldirola si piazza vicino ai 30 mi-lioni operando, tra l’altro, con il marchio La Cacciatora. Il Freschello so-spinge le vendite di Cielo e Terra che dovrebbe realizzare circa 20 milio-ni di incassi. Dello stesso ordine di grandezza le vendite di vini quoti-diani di Zonin che ha nel Prosecco il suo pezzo forte. Dai 20 milioni ingiù la rosa dei big vede Cavit (spumanti e vini trentini), Gotto d’oro (vinidel Castelli romani), Chiarli, re del Lambrusco, Cecchi (Chianti e vinidella linea La Mora), Verga (Il Roccolo è uno dei marchi dell’ultracente-naria azienda), Le Chiantigiane (numero uno per il Chianti).

Tra gli operatori top figura anche Duca di Salaparuta, realtà sicilianache appartiene al gruppo Illva di Saronno. L’azienda guidata dal diret-tore generale Filippo Cesarini Sforza, vende in questo canale circa 40milioni di bottiglie nell’area premium (tra 5 e 10 euro) e, in netta con-trotendenza con il mercato, ha deciso già da tempo di abbandonare laleva prezzo, riducendo del 30% la pressione promozionale. «È chiaroche c’è stato un contraccolpo in termini di volumi — spiega CesariniSforza — , ma grazie a una forte azione marketing finalizzata alla co-noscenza del marchio, già nel secondo anno c’è stato un forte recuperoe ora i risultati sono superiori alla media di mercato». Largo ai capitanicoraggiosi.

A. D. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

S. A

valtr

oni

GLI AFFARI NELLA BOTTIGLIALe aziende private con un numero di bottiglie superiore ai 15 milioni

Giorgio PizzoloENOITALIA

81,2

70,3

67,0

43,1

43,0

41,1

37,1

34,7

29,0

28,0

23,6

22,8

22,0

21,3

20,2

18,5

17,0

16,0

15,3

Enoitalia

Fratelli Martini

Casa Vinicola Botter Carlo & C.

Italian Wine Brands (IWB)

Zonin 1821

Caldirola

Gruppo Campari Wine

Mgm Mondo del vino

Cielo e Terra

Casa Vinicola Natale Verga

Chiarli

Marchesi Antinori

Castellani

Ruffino

Toso

Santa Margherita

Casa Vinicola Sartori

Farnese Group

Banfi

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L e dimensioni contano. Ma nelmondo del vino altri fattorivalgono anche di più. Sono lestorie delle famiglie-vignaiole

che da generazioni conducono leaziende con passione, tenacia e un piz-zico di follia. Perché il vigneto è tantobello quanto costoso e il ritorno in ter-mini di capitale è lento, specie se ilmercato è asfittico e competitivo. Ep-pure, le famiglie del vino italiano sonolà: non un passo indietro e la valigia inmano a portare in giro per i continentii loro vini e la suggestione delle loroterra. Gente in gamba che opera con latesta e con il cuore e ha creato vini chesono l’immagine del made in Italy nelmondo. Chi sono?

In 18 sono protagoniste della classi-fica che raccoglie le famiglie con piùvigneti: dopo Antinori, Zonin e Fre-scobaldi, sempre sul podio, c’è Banfi,la maggiore azienda di Montalcino,guidata da Enrico Viglierco, che ap-partiene alla famiglia italo americanaMariani e sta crescendo a ritmi supe-riori alla media.

Vocazioni sicilianeSeguono tre cantine siciliane: Cu-

sumano (ha aumentato di 27 ettari isuoi vigneti e vanta un’alta redditivi-tà), Tasca d’Almerita (storica griffeguidata da Lucio Tasca, con i figli Al-berto e Giuseppe, possiede cinque te-nute che abbracciano tutta l’isola eproduce vini di rango), Planeta: gio-vane e titolata cantina guidata dai cu-gini Alessio, Francesca e Santi, si è svi-luppata in tutte le aree più vocate dellaSicilia. Bertani Domains è proprietàdella famiglia dei produttori farma-ceutici Angelini: sotto la regia di Emi-lio Pedron, il gruppo sta mettendo a punto la sua strategia di sviluppo chepassa anche attraverso nuovi acquisti:in dirittura d’arrivo quello della mar-chigiana Fazi Battaglia,100 ettari di vi-gneti nell’area del Verdicchio. Ha il vi-no nel suo dna la nota famiglia Boscai-ni, Sandro con i figli Alessandra e Raf-faele, proprietaria della Masi agricola:portabandiera dei vini veneti oltre confine, l’azienda è in procinto di quo-tarsi in Borsa con la consulenza diAmbromobiliare.

La rosa di cantine «grandi vigne»comprende ancora la campana Feudidi San Gregorio guidata da AntonioCapaldo (forte presenza al sud e cre-

scita vivace), Terra Moretti, del-l’omonima famiglia di imprenditoribresciani (con aziende in Franciacortae in Toscana affidate alla gestione diFrancesca Moretti), Lungarotti in Umbria (le due sorelle Chiara e Teresasono cresciute a pane e vino), Argio-las in Sardegna (Valentina e France-sca guidano un’azienda che ha portatola Sardegna nel mondo), Allegrini inVeneto (Marilisa con la nipote Silvia eil fratello Franco, sono alla testa di unpolo che ha vigneti anche in Toscana)e Umani Ronchi della famiglia Ber-netti nelle Marche (Michele con il pa-dre Massimo sono riferimenti della vi-ticoltura marchigiana). Completano larosa tre aziende toscane. La più gran-de è Cecchi dei fratelli Cesare (presi-dente) e Andrea (amministratore de-legato): ha appena allargato la sua proprietà nel Chianti classico ed è trale realtà che stanno crescendo con piùcostanza e solidità. Segue Rocca delleMacie della famiglia Zingarelli, tra lepiù dinamiche della regione e infine laBarone Ricasoli è la griffe che ha fattola storia del Chianti classico ed è oggiproiettata all’estero (81% del fattura-to).

Alta redditivitàFinito? Macché. A eccezione di

Ruffino, sono tutte aziende a proprie-tà familiare anche quelle che sfoggia-no gli indici di redditività più elevati.Questa ambita graduatoria è domina-ta quest’anno dalla Tenuta San Guidodel marchese Nicolò Incisa della Roc-chetta, ovvero il produttore del miticoSassicaia, il rosso cult, tra i più famosie quotati al mondo. E’ lui che, con unrapporto tra ebitda e fatturato del59,2%, scavalca i cugini Marchesi An-tinori, titolari del 41,6%. Al terzo postoCusumano, seguita da Marchesi de’Frescobaldi che ha migliorato il suorapporto di due punti, fino al 30,3%.Al quinto posto le Cantine Ferrari

della famiglia Lunelli: la maison spu-mantistica trentina, guidata dai cuginiMatteo, Marcello, Camilla e Alessan-dro, è una presenza fissa di questa gra-duatoria. Così Falesco della famiglia Cotarella, Guido Berlucchi della fa-miglia Ziliani (maggiore cantina inFranciacorta), Umberto Cesari (soli-da cantina romagnola guidata daGianmaria Cesari), Barone Ricasoli eDonnafugata, importante griffe sici-liana della famiglia Rallo. Tre i nuoviingressi 2014: Planeta, Allegrini e Ca-stellani. Quest’ultima è una new en-try: 6 tenute in Toscana per 190 ettaridi vigneti, la centenaria azienda diPiergiorgio Castellani è anche la pio-niera in Italia dell’utilizzo dell’innova-tivo tappo Helix, primo tappo di su-ghero che si avvita e si svita, creato daAmorim group.

Verso l’esteroLa graduatoria dei maggiori incre-

menti sul mercato domestico trovaben piazzate la new entry tarantinaVarvaglione, vigne e vini, (realtà pu-gliese emergente è guidata da Cosimoe Maria Teresa Varvaglione oggi af-fiancati dalla figlia Marzia) e la Mar-chesi di Barolo della famiglia Abbo-na. Tra i maggiori esportatori spicca laveneta Pasqua, da 90 anni in trincea:nella cantina veneta operano ora a tempo pieno i cugini Riccardo, Ales-sandro, Carlotta, Cecilia e Giovanni, fi-gli e nipoti del presidente Umberto Pa-squa. Un esempio concreto dell’impe-gno e dell’entusiasmo contagioso dicui sono capaci i giovani scesi in cam-po in tante cantine italiane. Altre pro-ve? Alla Marchesi di Barolo, Valenti-na e Davide Abbona sono lanciatissimiaccanto a mamma Anna e papà Erne-sto. Così come alla Falesco, le cugineDominga, Enrica e Marta, presa in ma-no la gestione, stanno registrando ri-sultati da far impallidire i genitori e ziisuperstar, Renzo e Riccardo Cotarella.

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Dentro la bottiglia Alla Tenuta San Guido con il mitico Sassicaia la leadership della redditività

Business Il segreto per fare affariTra le vigne vince l’azienda di casaDa Antinori a Zonin, d a Frescobaldi a Banfi fino alle sicule Tasca, Cusumano e PlanetaLa mappa delle migliori (e più profittevoli) cantine saldamente in mano alle famiglieDI ANNA DI MARTINO

Albert

Fratelli A sinistra Cristina, Arturo e Paolo Ziliani (Guido Berlucchi). Alberto e Giuseppe Tasca d’Almerita

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