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Approccio psicosociale alla persona Stress del soccorritore Lavoro di equipe Dott.ssa Lucia Giovagnoli

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Approccio psicosociale alla persona Stress del soccorritore Lavoro di equipe

Dott.ssa Lucia Giovagnoli

È necessario ricordare che il contesto operativo nel quale opera il soccorritore è caratterizzato fondamentalmente da IMPREVEDIBILITA’

Comporta spesso DOLORE e RISCHIO

Non è semplice per i soccorritori fronteggiare gli aspetti emotivi correlati allo stress generato dall’evento

Il compito del soccorritore e quello di interagire con una persona che in quel momento vive una situazione di disagio, ma che comunque possiede una sua personalità ed emotività, proprio come il soccorritore.

È importante che il soccorritore sia in grado di

GESTIRE e DECIFRARE i suoi stessi sentimenti ed

impulsi al fine di

NON TRASMETTERE E COMUNICARE PAURA o

INCERTEZZA

sia a chi gli sta di fronte che agli operatori stessi

e proteggersi da emozioni troppo coinvolgenti.

Spetta al soccorritore dover portare aiuto e accoglienza e riuscire a creare la migliore situazione emotiva e relazionale che la persona può raggiungere in quel momento ed è molto importante il modo in cui ci si presenta, il rispetto e l’interessamento che riuscite a comunicare.

“come si sente?” “come è successo?”

Approccio relazionale complesso e coinvolgente –importanza di qualche regola per aiutare al meglio se stessi nella relazione con chi sta soffrendo.

La persona che sta male possiede una sua

personalità, dignità, emotività ed aspettativa.

Nel momento in cui CHIEDE AIUTO non è in grado di superare la criticità dell’evento con le sue forze e sovente questa condizione è accompagnata da

SENTIMENTI NEGATIVI: - senso di inferiorità - dipendenza - debolezza

Per il volontario il bisogno del paziente è trovare una soluzione al problema salute

Per il paziente il suo bisogno è sicuramente di trovare una soluzione al problema salute, ma anche:

essere ascoltato

sentirsi importante

essere rassicurato

veder riconosciuta la sua condizione di disagio

…Dobbiamo fare attenzione e soddisfare anche gli altri bisogni

In ogni intervento ricordiamoci che:

il volontario che presta soccorso rappresenta, per la persona da soccorrere e i suoi familiari, un aiuto, la possibile soluzione ai suoi/loro problemi, la soddisfazione di un bisogno, qualcuno verso cui sono indirizzate delle aspettative.

Si tratta di persone rese fragili dalle circostanze. Paura e ansia sono emozioni normali in situazioni straordinarie.

Adottare un approccio psicosociale alla persona significa pianificare e intervenire in base all’analisi e alla comprensione di tutti quegli aspetti che influenzano la mentalità e il comportamento di chi richiede il nostro aiuto (approccio olistico) Proviamo a chiederci cosa la persona percepisce, quali aspettative ha e quali risposte si aspetta da noi. Ricordiamoci sempre che ci troviamo difronte a qualcuno che ci sta chiedendo aiuto e che la richiesta d’aiuto si accompagna sempre a sentimenti negativi (debolezza, dipendenza, inferiorità)

Quali sono i bisogni della persona?

Possono essere direttamente connessi al problema di salute/situazione d’emergenza o legati ad altri fattori

Ad esempio: quali possono essere le preoccupazioni di una persona anziana che si infortuna e vive da sola

Perdita di autonomia

Dediderio rapido di recupero

Bisogno di guarire in fretta

Senso di solitudine

Mancanza di compagnia – affetti – sostegno

Bisogno di affetto, cura e sostegno

Dobbiamo modificare il nostro modo di rapportarci a seconda del tipo di paziente:

bambino, anziano, alcolista, portatore di handicap, paziente psichiatrico, tossicodipendente, non vedente, non udente, straniero, persona aggressiva, aspirante suicida…

• Condizioni fisiche

• Deficit sensoriali

• Età

• Emozioni e sensazioni

• Cultura/gruppo di appartenenza,

• Condizioni ambientali (rumore, illuminazione, temperatura…)

• Presenza di altre persone

Dobbiamo tenere conto anche della situazione ambientale:

rumori, illuminazione, condizioni ambientali, sicurezza, interruzioni o interferenze, tempo a disposizione, familiari/accompagnatori

…sono tutti aspetti che devono far modificare il nostro approccio e il nostro modo di porci

Atteggiamento autoritario imponendo la nostra volontà:

«Faccia così»; «Sappiamo noi cosa fare, stia tranquillo e ascolti»

Pro: trasmettiamo maggior sicurezza, dimostriamo di avere la situazione sotto controllo, limitiamo i tempi d’azione

Contro: rischiamo di essere o apparire troppo coercitivi, limitiamo la partecipazione, il nostro comportamento può essere percepito come “ostile"

Atteggiamento protettivo: agiamo noi invece della persona soccorsa

«Stia seduto, lo prendo io; Non si muova facciamo noi»

Pro: la persona si sente maggiormente accudita, diventiamo un riferimento, ci frapponiamo fra lei e il pericolo o le difficoltà

Contro: limitiamo l’autonomia e la capacità di azione

Atteggiamento cooperativo: lasciamo fare alla persona supportandola ed assecondandola

«Riesce a camminare?; Preferisce stare seduto o

sdraiato?»

Pro: valorizziamo maggiormente l’individuo che riesce in parte ad aiutarsi da solo, si riduce il senso di dipendenza dagli altri, si favorisce il dialogo

Contro: i tempi dell’intervento si possono allungare

Atteggiamento “maieutico” (aiutarlo a trovare la soluzione migliore) o manipolatore: portiamo la persona a prendere le decisioni che vogliamo noi ma indirettamente

«Se non vuole ascoltare me, ascolti suo figlio; Decida lei ma un controllo all’ospedale non le costa nulla»

Pro: la persona resta al centro dell’attenzione, viene

portata a riflettere sulla sua situazione e a decidere con maggiore autonomia

Contro: si può arrivare a non tener conto dei suoi reali bisogni e i tempi del soccorso si allungano

Assumere un atteggiamento piuttosto che un altro o cambiare atteggiamento nelle diverse fasi dell’intervento è una scelta che dipende dall’incidenza dei fattori precedentemente elencati e dall’esperienza e dalla sensibilità dei soccorritori

IL VOLONTARIO DEVE SAPER:

VALUTARE CON SENSIBILITA’ interventi che

possano togliere e proteggere il paziente da SITUAZIONI DI DISAGIO

Adeguare il livello linguistico: il linguaggio dovrà essere sempre il più VICINO e COMPRENSIBILE possibile a quello della persona soccorsa.

Siamo sempre noi a doverci adeguare alle esigenze altrui e non viceversa.

Ascolto attivo: si intende una situazione in cui la persona soccorsa recepisce, attraverso la nostra comunicazione analogica ed i nostri commenti di risposta, che SIAMO REALMENTE INTERESSATI a ciò che ci sta dicendo.

Osservazione partecipativa: TENERE LA MANO della persona è un tipico gesto che comunica ATTENZIONE e PARTECIPAZIONE a ciò che sta accadendo; la persona si sente meno sola ed abbandonata alla sua sofferenza.

Tollerare il silenzio: La voglia di fare ed agire fa sembrare tempo sprecato quello passato SENZA DIRE NULLA, ma spesso questi sono momenti necessari per il paziente per rielaborare sentimenti ed emozioni.

Fare domande appropriate: “posso metterle meglio il cuscino?” oppure “se ha caldo posso aprire un po’ il finestrino, che ne pensa?” Due esempi per chiarire che le domande devono essere CHIARE BREVI e PRECISE

Decifrare il linguaggio analogico: soprattutto con le persone più silenziose questo è l’unico mezzo attraverso cui entrare in relazione: serve per ADEGUARE ulteriormente i NOSTRI ATTEGGIAMENTI alla situazione in cui ci troviamo.

Dimostrare interesse per gli argomenti trattati Confermare il messaggio ricevuto per EVITARE

ERRORI o DISTORSIONI del contenuto del messaggio, sia di sostenere la CONSAPEVOLEZZA della persona soccorsa rispetto al fatto che qualcuno si sta occupando di lui.

Rispondere correttamente e adeguatamente alle domande della persona soccorsa e dei suoi eventuali accompagnatori: questi ultimi sono la presenza più rassicurante per la persona soccorsa ed quindi necessario essere disponibili e chiari anche con loro.

Parlare per parlare

Non sostenere i tempi e i silenzi

Dare giudizi/consigli non richiesti

Mostrare disinteresse

Banalizzare i sentimenti altrui

Verbalizzare le proprie paure

Mostrarsi chiusi

Interrompere chi parla e cambiare argomento

Mandare messaggi incongruenti

L’EMPATIA è la capacità di IMMEDESIMARSI con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone.

- Immedesimarsi nelle loro emozioni

- Immedesimarsi nella loro prospettiva soggettiva

- Condividere i loro sentimenti

“mettersi nei panni dell’altro, mantenendo però i piedi nelle

proprie scarpe”

Ci si riferisce alla capacità di sentire dentro di sé lo stato d’animo della persona soccorsa e di comunicarle che la si comprende senza farsi coinvolgere.

Questo meccanismo deve portare all’individuazione delle scelte migliori per fornire l’aiuto ed il servizio più adatto a migliorare lo stato emotivo dell’interlocutore.

Oltre a decifrare quello della persona soccorsa è bene cercare di cogliere anche il nostro stato d’animo per poter arginare e tenere a freno i nostri sentimenti e le nostre ansie più forti.

Utilizzare sapientemente le conoscenze tecniche e

professionali

Utilizzare le capacità di contenimento emotivo verso le

vittime,verso i colleghi e verso se stesso.

Collaborare

Di non essere rigido e esserci nel bisogno

Rispettare e ascoltare se stesso (burn out)

Il volontario è emotivamente coinvolto nelle esperienze traumatiche delle persone che assiste e questo aspetto deve essere tenuto in seria considerazione.

Non sentire le proprie emozioni di paura e preoccupazione è incoscienza.

Si può ammettere di avere paura e con questa emozione si può fare il proprio dovere accettando il rischio, la tristezza e il dolore.

Burn out

Disturbo post traumatico da stress

Essere flessibili e imparare dall’esperienza

Fermarsi e ascoltarsi

Fare turni brevi

Defusing: raccontare e ascoltare con empatia e a ruota libera in gruppo, quel che è stato visto fatto e successo in servizio; si lasciano esprimere le emozioni dando loro un nome e possibilmente anche localizzandole nel corpo.

•Non è indispensabile la presenza dell’esperto

Debriefing:

Si tratta di specifici gruppi di discussione strutturati e coordinati da un esperto nella gestione degli eventi critici e programmazione delle attività; contribuiscono a ridurre l'impatto emotivo delle esperienze con le quali ci si è confrontati.

Grazie per l’attenzione