APPROCCI INTERCULTURALI E INTERDISCIPLINARI … · — Giovanni Allevi. Presentazione “Tu sola,...

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I SENTIERI DELL’INTERIORITÀ APPROCCI INTERCULTURALI E INTERDISCIPLINARI ALL’ESPERIENZA DI DIO

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I SENTIERI DELL’INTERIORITÀ

APPROCCI INTERCULTURALI E INTERDISCIPLINARI ALL’ESPERIENZA DI DIO

Direttore

Francesco APontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Comitato scientifico

Jesús Manuel GUniversità Pontificia Salesiana

Edoardo CPontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Nicola CUniversity of Malta

Dora Eugenia TPontificia Università Gregoriana

Pasquale GPontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Ignazio SPontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Manuel B PPontificia Università della Santa Croce

I SENTIERI DELL’INTERIORITÀ

APPROCCI INTERCULTURALI E INTERDISCIPLINARI ALL’ESPERIENZA DI DIO

No te verán mis ojos; ¡mi corazòn te aguarda!

Amada, el Aura dice Antonio M

La collana ospita testi incentrati sull’esperienza di Dio. La spiritualità è ilponte tracciato per creare un dialogo fra le diverse culture ed è l’ambitoin cui far reagire le varie discipline scientifiche. È il terreno che accomunaogni uomo e ogni donna, desiderosi di ricercare la propria interiorità.

La sfida è quella del confronto, in cui le ragioni dell’uno arricchisconol’altro. I sentieri dell’interiorità rappresentano cammini diversificati cheDio stesso traccia, perché sia cercato nella faticosa salita della vita. Tutti lipercorriamo e tutti si incrociano in un punto o l’altro del sentiero. L’incontroè il momento favorevole per conoscersi e per percorrere un breve trattoinsieme alla ricerca dell’Altro senza pregiudizi di qualsiasi sorta.

Renata Castellani, Marcello Badalamenti

La mistica a servizio della storia

Giorgio La Pira cristiano e mistico

Presentazione diGiovanni Coppa

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I edizione: gennaio

Indice

Presentazione

Abbreviazioni e Sigle

Introduzione

Capitolo ILa vita cristiana, vita mistica

.. Alcune caratteristiche costanti, – .. La mistica francescana: san Bona-ventura, .

Capitolo IIGiorgio La Pira cristiano e mistico

.. Giorgio La Pira un cristiano singolarissimo e normale, – ... L’esperienzadella conversione, – ... Il Cristo Risorto: sua identità cristiana, – ... Pervocazione francescano laico consacrato nel mondo, – .. L’esperienza mistica eprofetica del Professore, – ... L’esperienza mistica dell’Epifania del , –... Ottobre del : la profezia della famiglia abramitica, .

Capitolo IIIL’approfondimento mistico

.. L’epistolario alle claustrali riprova del suo misticismo storico, – ... Lelettere al Carmelo di Firenze, – ... Le lettere alle Claustrali, – .. Le vitedi Necchi e di Moresco scritti ‘quasi’ autobiografici, – ... L’anima di unapostolo, – .. La biografia di Moresco, .

Capitolo IVLa mistica a servizio della storia

.. La consapevolezza di una vita vissuta (il prima), – .. La certezza di unavita che ci attende (il dopo), .

Capitolo VLa Prua della storia punta verso l’Oriente. . .

.. La passione del Professore per la Terra Santa, – ... Il Pellegrinaggio:l’insistenza dell’andare, – ... I viaggi terrasantini del Professore, – .. Ge-

Indice

rusalemme città della pace universale, – ... Un’utopia realistica ed unarealtà utopica, – ... La topografia si incontra con la mistica, .

Capitolo VIMediterraneo luogo fecondo di profezia

.. Il Lago di Tiberiade ‘luogo’ di incontro, – .. I Colloqui Mediterranei:originalità e creatività politica, – ... L’estenuante ricerca della pace, –... Fede e preghiera per costruire la storia, .

Conclusione

Collage di scritti e foto

Inediti

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice analitico

La storia si muove quando la profezia diventa istituzione!. . . a priori bisogna credere, prima di amare. . . . le coseche concernono la terra del Signore hanno un valoreunico: sono le ‘cose’ attorno alle quali, invisibilmente maeffettivamente, gravita la storia delle nazioni — la ‘pacedi Gerusalemme’ si identifica, in certo modo, con la pacedi tutti i popoli.

— Giorgio L P

Il mondo è come l’occhio: il mare è il bianco, la terral’iride, G è la pupilla e l’immagine che essariflessa è il Tempio.

— dalla Tradizione Rabbinica

Il cristiano o è mistico o non è.

— Karl R

Meglio s’intendono le Sacre Scritture dopo aver visitatoi Luoghi Santi. . . è il più bel viaggio che possa fare uncristiano. . . La visita al Santo Sepolcro è una cosa che pertutta la vita lascia una memoria indelebile: offrire il divinSacrificio dove l’ha offerto Gesù Cristo e dove è morto!

— cardinale Andrea Carlo F

Noi sottovalutiamo la potenza della passività; e ci osti-niamo a opporre la nostra energia a quella dell’interouniverso. Invece, se impariamo a fare silenzio, saremo ingrado di cogliere l’eterna danza che ci circonda.

— Giovanni A

Presentazione

“Tu sola, [anima], sei effigie della natura divina, che supera ogni intelligenza,simile alla divina bellezza nella quale non c’è corruzione, ricettacolo dellavera divinità [. . . ], simulacro della vera luce, a cui guardando tu diventi ciòche essa è, imitando Colui che brilla in te, attraverso la sua luce che riflettela tua bellezza [. . . ]. Colui che è tanto e tale da contenere nel palmo dellamano tutto il creato, tutto intero è da te contenuto, abita in te e non sirestringe rimanendo nella tua natura”.

Questa folgorante pagina di san Gregorio Nisseno potrebbe ben essereposta come esergo del presente volume, che descrive la figura e l’operadi Giorgio La Pira come cristiano e mistico: un’opera monumentale, chesenza esagerazione mi permetto di definire una Summa su tale tema. LaPira è stato un fenomeno complesso nella storia religiosa e civile dell’Italiamoderna, specialmente a partire dal suo servizio alla città di Firenze comeSindaco: una personalità piuttosto controversa, discussa e ritenuta alquantostravagante, che con le sue iniziative sconcertò la Gerarchia e le file cat-toliche d’Italia, provocando anche un forte, saggio e bonario giudizio diGiovanni XXIII, riportato da una recentissima pubblicazione diaristica deigiorni del pre–Concilio. La sua fu tuttavia un’epoca nella quale egli misein pratica le sue profonde intuizioni mistiche, iniziate con le intuizioni chesoggiacevano allo studio universitario del Diritto Romano, con la conver-sione della Pasqua , e con la resa totale a Dio e a Cristo, durata tuttauna vita. Sì, una Summa in cui ci si immerge fin dalle prime pagine, cheiniziano a tratteggiare il percorso religioso e politico, unico e straordinario,di quel grande cristiano che fu Giorgio La Pira nella ricerca di un continuoapprofondimento dell’unione con Dio, che voleva proiettare nelle vicendedella convivenza umana.

È impresa impossibile tracciare, anche solo per sommi capi, l’itinerarioche questo lavoro percorre sulla figura e sull’opera del La Pira. L’operainfatti segue, con ricchezza di dati biografici, di riferimenti agli scritti del

. G N, In Cantica Canticorum, II, in Gregorii Nysseni Opera, vol. , ed. H.Langerbeck, Leida ,

. Nell’Udienza del dicembre a P. Roberto Tucci, allora direttore di Civiltà Cattolica e oggiCardinale, Giovanni XXIII espresse il suo dispiacere per un articolo poco benevolo della rivista su LaPira, dicendo: “Non si scrive così contro un cattolico praticante e di rette intenzioni anche se un po’matto”: S G., Giovanni XXIII e la preparazione del Concilio Vaticano II diari inediti del direttore della“Civiltà Cattolica” Padre Roberto Tucci. Milano , .

Presentazione

Professore, e di citazioni di autori scelti dalla sua immensa bibliografia,il cammino da lui compiuto come uomo totalmente afferrato da Dio, dicristiano innamorato di Cristo e della Chiesa come laico consacrato, dimistico immerso in una continua docilità all’azione dello Spirito, nellatensione costante di riversarne gli influssi determinanti sui problemi e idrammi della storia nazionale e internazionale. È una vicenda accattivante.Gli Autori la inquadrano nella visione totalizzante della vita cristiana, che,fin dai suoi primi inizi, grazie all’influsso del battesimo, è di per sé premessae condizione indispensabile per un’autentica vita mistica. La Pira presetremendamente sul serio questo impegno, e lo visse, francescanamente,sine glossa, fino alla fine dei suoi giorni fecondi.

L’opera pone come fondamento dell’identità di vita cristiana e vita mi-stica in La Pira la fede e ne sviluppa le caratteristiche in altrettante tappe dirisposta a Dio, che vanno dalla conversione alla assimilazione profonda eautentica a Dio stesso. Di conseguenza, la mistica del Professore è stata uncrescente “connubio di carità accolta e donata, di vangelo ascoltato e messoin pratica, di amore verso Dio e verso il prossimo”. Di qui il singolarelinguaggio lapiriano, infiammato di slanci di amore, che lo accomunanoai grandi scrittori mistici di tutti i tempi — e il volume ne dà continuisaggi straordinariamente ricchi, tipici del suo stile personale come dellasua ardente anima siciliana — e la molteplicità veramente irripetibile dellasua azione in favore degli altri: i poveri, cui destinava tutto lo stipendiomensile e che riuniva periodicamente nelle celebri Messe del povero; leClaustrali, alle quali, con sue lettere periodiche, tutte vivaci e profonde, nonsolo comunicava le sue esperienze e iniziative di uomo politico, ma offrivain nutrimento spirituale ricche meditazioni su di una autentica “teologia delmonastero” e della vita consacrata; l’ideazione e il sostegno per dieci mesidel supplemento Principi, soppresso dal fascismo perché ad esso inviso; lapresidenza delle Conferenze toscane di S. Vincenzo; le attività intrapresedal Comune di Firenze in un raggio di crescente attualità e modernità; iviaggi internazionali (tra cui quello in Vietnam sotto le bombe) per la pacee il disarmo nucleare nel mondo; i sei Convegni internazionali per la Pacee la Civiltà cristiana, e i tre Colloqui Mediterranei; le sessioni della Tavolarotonda Est–Ovest; l’amicizia con i ‘Grandi’, suoi contemporanei — tra iquali Nasser, il re Maometto V del Marocco, Ben Gurion, Re Hussein diGiordania, Golda Meir, Martin Buber: nella sfaccettatura di questa attivi-tà veramente unica, la sua vita è stata tutto un intrecciarsi di contatti perassicurare al mondo la pace e la fratellanza universale, e assicurare ai più

. Cfr. infra .. L P G., P V. (a cura di), La preghiera forza motrice della storia. Lettere ai monasteri

femminili di vita contemplativa. Roma .

Presentazione

deboli il sostegno della sua forza spirituale e del suo agire sociale. Di questafebbrile attività, il volume dà una testimonianza stupenda, mettendone inluce il sostrato spirituale e mistico, da cui essa era mossa e sorretta.

Il volume culmina nelle due parti finali, dedicate alla visione spiritualee mistica, che La Pira ha dedicato al Medio Oriente, con un triplice ob-biettivo: la Terra Santa; Gerusalemme, città della pace universale; il Lagodi Tiberiade, luogo di ‘incontro’, di cui il Mare Mediterraneo diventa, perlui, l’equivalente come laboratorio di pace per la civiltà dei Paesi che vi sispecchiano. Queste pagine sono una rivelazione inattesa, sorprendente, sba-lorditiva, della mente e del cuore di La Pira verso la terra e i luoghi delle trerivelazioni “abramitiche”, il Cristianesimo, l’Islam, l’Israele dei Patriarchi edei Profeti, come lui stesso scriveva: “La terra che i patriarchi, i profeti, laMadonna e lo stesso Figliolo di Dio hanno fisicamente attraversato, nellaquale hanno vissuto, nella quale hanno operato, nella quale hanno sofferto— terra santificata in modo tanto speciale dalla croce di Cristo! — non puòessere, è chiaro, una terra qualunque: è terra di privilegio; la geografiaintera — e, perciò, l’intera storia della civiltà e dei popoli — non può nonavere questa terra come suo centro permanente di attrazione, di grazia e diluce”. La Pira guarda ad essa con un suo proprio e inconfondibile sguardomistico, come scrivono gli Autori del volume: “Troviamo in queste espres-sioni lapiriane una lettura della Terra Santa nel suo ampio considerarsi,che non può che essere una lettura mistica, unendo in sé il mistero dellaterra (geografia della grazia) al mistero dell’incarnazione, come luogo della‘presenza’ del Figlio di Dio sulla terra, come mistero della pace, annunziatae voluta e inevitabilmente attuata nella visione di fede”. Di uguale, alta tem-perie spirituale sono le pagine dedicate a Gerusalemme, dalle quali emerge,fortissima, la vocazione di La Pira verso la realizzazione, oggi, e per tanti,ancora utopistica, di una pace universale, dove “la geografia si incontra conla mistica”. E così ancora commentano: “La visione lapiriana sul MedioOriente e su Gerusalemme come via e città di unità, sostenuta da La Piraattraverso viaggi in Egitto, Libano, Siria, Giordania, Israele, Palestina, po-trebbe ancora oggi rappresentare una road map, un preciso sentiero versola pace. [. . . ] La motivazione dei suoi viaggi in Medio Oriente, dove eradavvero di casa, gradito agli uni e agli altri, è sempre stata per scongiurare laguerra e per contribuire alla pacificazione dei due popoli in Terra Santa. IlGrande Lago di Tiberiade, quale luogo dove si incontrano i popoli, è anchespazio in cui si manifesta il pensiero e l’azione di Giorgio La Pira”.

. Lettera del dicembre ; cfr. infra .. Idem .. Cfr. infra –.

Presentazione

Queste pagine, che concludono la grande meditazione che il volumesvolge sugli interrogativi che si è posto, se cioè La Pira sia stato un cristiano,un mistico e un profeta, sono tutte da gustare, in un crescendo di veracommozione. Lascio al paziente lettore di immaginare quanto grande siastata la mia nel leggerle qui, ricordando le due Messe, che offrii di recenteproprio sul Lago di Tiberiade: la prima sulla riva, al tramonto (e una barcadi pescatori, che poco distante si avvicinava alla sponda, faceva pensarea quella su cui sedeva Gesù evangelizzante, il Quale si rendeva presenteanche sul nostro piccolo altare improvvisato, preparato dai Frati Minori delsantuario del Primato), il dicembre del ; e la seconda Messa, celebratain mezzo al Lago, sul battello che trasportava innumerevoli pellegrini inuna mattina assolata dello scorso settembre ; esperienze che sono state,per me, un dono della Provvidenza e che, ora, nel presentare al pubblicoquesto magnifico volume, vedo inserite come in un disegno provvidenziale,perché il volume stesso mi ha ulteriormente illuminato sul mistero di quellaTerra Santa, che tanto amo, e che frequento da quasi cinquant’anni. Diconseguenza, ho potuto comprendere meglio anche l’ansia del cuore diGiorgio La Pira, e i suoi aneliti di pace e di fratellanza universali. Davvero,aveva ragione il Card. Dalla Costa di dire che Giorgio La Pira, il sindacoSanto, ebbe l’intuizione di essere “copia del Vangelo vivente”.

Giovanni Card. Coppa

Abbreviazioni e Sigle

AC Azione Cattolica Italiana.ACTS Acta Custodiae Terrae Sanctae. Jerusalem

ss.AFLP Archivio Fondazione La Pira. Firenze.AP L’anima di un apostolo. Vita interiore di

Ludovico Necchi. Milano .ArCor Archivio Giorgio La Pira. Corrispondenza.

Firenze .ATS Archivio della Custodia di Terra Santa: IX, ,

carteggio Occasionali . Gerusalemme.CC La Civiltà Cattolica. Roma ss.CEI Conferenza Episcopale Italiana.Cl Claretianum. Roma ss.Con Concilium. Brescia ss.DB Dizionario Bonaventuriano.

Filosofia–Teologia–Spiritualità. Padova .DF Dizionario Francescano. Spiritualità. Padova

.DIP Dizionario degli Istituti di Perfezione. Roma

–.DM Dizionario di Mistica. Città del Vaticano .DMSC Dizionario dei miracoli e dello straordinario

cristiano. :A–K. Bologna .DS V M. (sous la direction de), C

F., D G J. (assisté de), Dictionnairede Spiritualité ascétique et mystique doctrine ethistoire. Paris ss.

FF Fonti Francescane. Padova .FMDS La preghiera forza motrice della storia lettere

ai monasteri femminili di vita contemplativa.Roma .

Abbreviazioni e Sigle

IGLT Il Grande Lago di Tiberiade. Lettere di GiorgioLa Pira per la pace del mediterraneo (–).Firenze .

Jer Jerusalem. Bulletin Diocesan du PatriarcatLatin. Jerusalem ss.

LC Lettere al Carmelo. Milano .LTS La Terra Santa. Jerusalem — Milano ss.NDS Nuovo Dizionario di Spiritualità. Roma .PV Preghiera e vita. La direzione spirituale co-

me relazione di amicizia nel carteggio LaPira–Ramusani. Firenze .

QBB Quaderni Biblioteca Balestrieri. Ispica (Rg)ss.

RAM Rivista di Ascetica e Mistica. Firenze ss.Regno/A Il Regno — Attualità. Bologna ss.Regno/D Il Regno — Documenti. Bologna ss.Teologia Teologia. I Dizionari San Paolo. Cinisello

Balsamo (Mi) .VB Verbum Domini. Esortazione post–sinodale.

Città del Vaticano .VIM La vita interiore di Don Luigi Moresco. Roma

.

Introduzione

Gerusalemme, Gerusalemme. . . quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, comeuna chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! (Mt , ).

Dinanzi alla città, santa ed amata, a Gerusalemme città del gran Re,Gesù piange l’ostinato rifiuto degli uomini ad accogliere la salvezza che èvenuto ‘a portare’ per tutto il mondo. Dio infatti, non ha mandato il Figlionel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo dilui (Gv , ).

Da quel pianto, il guardare a Gerusalemme è divenuto, per la storia disempre, motivo di sofferenza e di gaudio: la città del tempio, la città delle‘ascensioni’ dove ogni israelita pio e timorato del Signore ‘sale’ per unirsi alDio dei padri, la città dell’unione mistica con Jahvé per ogni credente nelDio unico, rimane, ancora oggi, un segno di contraddizione che interpellal’umanità.

Certi che Iddio ci ha donato il suo Figlio per la salvezza e non per lacondanna, siamo ugualmente consapevoli che gli uomini hanno amato più letenebre che la luce (Gv , ); come siamo consci, nella fede, che a quanti lohanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv , ).

Il Dio di Gesù Cristo, che è anche ‘il mio’ Dio, possiamo dire che si ponedinanzi all’uomo in una straordinaria, e scandalosa, posizione: è lui che sirivela, è lui che si fa conoscere, è lui che parla. L’uomo, noi uomini, ponen-doci dinanzi a lui, con il sì della fede, rispondiamo al suo dono d’amore,apriamo il cuore alle sue suasive parole, lieta novella che ristora e vivifical’arido cuore di ogni esistenza.

L’inaudito si fa vicino e prossimo, il mistero, direbbe l’Apostolo deigentili, si rivela dinanzi a noi. Quel ‘noi’ che ci interpella e ci chiede unarisposta fosse anche quella del rifiuto (cfr. Ef , –; Gv , –). Una rispostadinanzi a Cristo, di cui siamo chiamati a condividere la stessa eredità, a formarelo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.(Ef , ). Anzi, siamo chiamati ad avere i suoi stessi sentimenti (cfr. Fil ,) che impressi nel cuore e nella mente diventano motivo per potere, asua volta, porci dinanzi ai sentimenti dei fratelli, con quelli stessi a cui ciconformiamo, affinché con un solo animo e una voce sola, possiamo renderegloria a Dio (cfr. Rm , .)

Introduzione

Seppur con la nostra poca fede, accogliamo la grande vocazione cristianacome sfida, adulta e seria, di una ricezione che, se appunto accolta, cambiala vita, l’esistenza, la storia.

Paolo si scopre depositario di una vocazione unica: Annunziare alle gentile impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla situazione del misteronascosto da secoli in Dio (Ef , –). L’unicità della vocazione dell’Apostoloci coinvolge. Ogni cristiano fa la medesima esperienza, e ha la medesimavocazione, anche se unica ed irripetibile per ciascuno.

Seppur totalmente invischiato con la terra, la storia, il tempo, Iddiorimane sempre mistero imperscrutabile ed inaccessibile, impenetrabile edarcano, questa è la stessa sorte dell’uomo.

In Cristo ci si ritrova nella storia, anzi protagonisti e suoi costruttori; ma,in Cristo, ugualmente ci si ritrova nel mistero che guarda al cielo, che cipone dinanzi alla meta di un cammino il quale non può che essere l’origineda dove è sorto, venuto, donato (cfr. Gv , ; , .–; , –).

Sulla terra, Gerusalemme non è una città come le altre. Bisogna riaffer-marlo, pur nelle inevitabili spinte centripete che la vorrebbero uniformarereligiosamente e politicamente, e centrifughe che la vorrebbero talmente‘aperta’ da fargli perdere la sua identità.

Gerusalemme si pone nella storia come la città di Dio, come il luogodella redenzione, come lo specchio della città eterna, come la riprova dellafatica degli uomini ad accogliere la salvezza operata da Dio. Essa è lo spaziosanto di Dio per l’uomo, il luogo dove è nato tutto e finirà tutto!

La città della pace universale la chiama Giorgio La Pira, nella piena consa-pevolezza che dinanzi ad un intreccio di strade, borghi e piazze, dinanzi adun luogo abitato e accogliente, dinanzi a ciò che è stato, ed è, la storia di unpopolo e di diverse espressioni religiose, Gerusalemme si pone come luogosanto, come il luogo dei luoghi santi.

Basta ripercorrere, come tante volte fece il Professore, le anguste stradi-ne della old city, per raccogliere un’eredità secolare, che nonostante, appuntoil tempo, in ciò che si vede ancora ed in ciò che non si vede, ed è sottoterra, in ciò che si contempla ed in ciò che si fa contemplazione, ricorda adogni uomo e donna, ad ogni abitante e pellegrino la sua vocazione unica esingolare.

Il rapporto di La Pira con Gerusalemme è unico e rimane, per alcuni ver-si, emblematico di tutto l’arco della sua esistenza e della sua vocazione. Unrapporto dove si mescolano le due direttrici che sono tipiche del Professore:

. Vedi: B M., M M. (presentazione di), Pellegrini di pace. Francesco d’Assisi eGiorgio La Pira in Terra Santa. Milano .

Introduzione

— il suo essere cristiano, sempre e comunque cristiano e bisogna ag-giungere cristiano siciliano;

— il suo ritrovarsi, nel realizzare la sua vocazione cristiana fedele edobbediente alla volontà di Dio, il suo ritrovarsi profeta e mistico.

Proprio da Gerusalemme, e dal rapporto con la città della redenzione, ciòsi comprende e si esplica, “la pace a Gerusalemme ch’egli soleva presentare,ma solo per sapiente pedagogia, come un sogno e come un’utopia” na-sconde il cuore della sua vocazione cristiana, che si espande nel suo accoratoed ininterrotto lavoro per la costruzione della pace universale.

Nelle nostre note è appunto questa, la sua vocazione, che vogliamoscandagliare, con quell’incapacità ovvia, dinanzi al mistero di ciascun uomo,per saper cogliere quei tratti distintivi che fanno del Professore, oltre agliinnumerevoli aggettivi che gli si confanno: un cristiano, un profeta ed unmistico.

Un itinerario che vogliamo proporre avendo dinanzi non solo i suoiscritti, ma ciò che i suoi scritti testimoniano ed invogliano ad accogliere pervivere. A proposito, rimangono indelebili le espressioni di un altro profetadei nostri tempi, il Vescovo dei poveri Helder Câmara, che a propositodegli scritti e delle parole del Professore asseriva: “Fa bene leggere La Pira,ascoltare questo mirabile profeta dei nostri tempi. Ma nessuno ha il diritto diascoltarlo e di accontentarsi semplicemente di applaudirlo. L’unico omaggioreso a La Pira consiste nel non risparmiarsi, nel rischiare, nell’adoperarsiperché la giustizia e l’amore aprano la strada della pace”.

Un rischio che comprendiamo essere insito nell’audacia di scrivere di luie presentarlo appunto come un uomo dalla fede profonda e misterica.

Cristiano e mistico. Seppure i due termini sono continuativi, ed il primo,cristiano, diviene ovvio e scontato, il secondo ci fa ritrovare alcuni aspetti delservo di Dio, Professore e Sindaco, singolari, originali, peculiari, esclusivi,ma da verificare.

In che rapporto si trova l’essere cristiano di Giorgio La Pira, con il suoessere mistico? Ed in che senso si può parlare di Giorgio La Pira mistico?

Che conseguenze ha la sua mistica per la vita politica, economica esociale che conduce, e che ben si conosce nella miriadi di iniziative e di veree proprie insistenze per costruire la pace, e la pace universale?

Ed ancora che rapporto ha il cristiano la Pira, il mistico Professore, conGerusalemme, città della pace universale, luogo centro del mondo, che in

. Cfr. C P. A., Un cristiano siciliano. Rassegna di studi su Giorgio La Pira (–).Caltanissetta–Roma ; R L., Giorgio La Pira. Un siciliano cittadino del mondo. Firenze .

. P V., Giorgio La Pira. Spazi storici frontiere evangeliche. Caltanissetta–Roma , .. M D., Giorgio La Pira. La sua personalità umana e cristiana, in CC (/IV) n. ,

. Il testo integrale di Don Helder in: L P G., Unità disarmo e pace. Firenze , .

Introduzione

quel Lago di Tiberiade, ampliato nel Mediterraneo, come lo vedeva il Profes-sore, vuole essere, per vocazione, l’attrattiva di ogni popolo? Che rapportoebbe dunque con la Terra Santa, tramite i suoi non pochi ‘pellegrinaggi’che fece in questa terra ancora oggi contesa e martoriata?

Come bisogna saper coniugare la vocazione alla speranza che anima ogniimpegno di La Pira con quei risvolti di lettura della storia che, oculatamente,danno la necessaria riprova di andare sempre oltre i fatti storici accadutigli,come la sua profezia vissuta testimonia?

Questi interrogativi, e forse anche molti altri che soggiacciono, non dicerto vorremmo risolvere, bensì, con molta umiltà, vorremmo scalfire, perdare ulteriori input, di approfondimento e di conoscenza di una, a nostroparere, delle più grandi figure di mistici del secolo scorso.

In un recente saggio il Doni, pubblicista, amico e molto vicino al Pro-fessore, tra l’altro affermava, a proposito della fede di La Pira: « da giovaneconvertito ritrovava il gusto di Dio e di tutto ciò che lo riguardva, “in que-sta intensa maturazione” non si poteva che riscontrare la mano di Dio,“maturazione che poi sarebbe ancora cresciuta” ad altezze e profonditàmistiche ».

La piena realizzazione della sua vocazione battesimale, nella peculiaritàdi una risposta di adesione alla vocazione laicale, da consacrato, nell’Istitutodella Regalità, evidenzierà i tratti dell’uomo di Dio che, plasmato dall’azionedello Spirito, seppe farsi latore della profezia della pace e della giustizia trai popoli, in un risvolto di intimità mistica col Signore che ha delle piegheuniche. Questo significò la non facile capacità che svolse in tutta la suaesistenza di saper connettere il mondo di Dio col mondo dell’uomo.

Un testimone non certo preconcetto ricorda appunto che La Pira “avevaappreso l’arte di ascoltare Dio, di parlare a Dio, di parlare di Dio”. Arte che,seppur pochi raggiungono, dovrebbe essere cammino di ogni vita cristiana,come programma di vita che il nostro ci testimonia.

Percorreremo la ‘sua’ storia, il suo cammino cristiano e vocazionale, lasua passione politica e il suo impegno per costruire la pace mondiale, nellaferma consapevolezza, che il motto che usava spesso — spes contra spem —evidenzia la necessità di intravedere, anche per noi oggi, prospettive nuovedi speranza e di pace. Se, per La Pira, “la pace e il disarmo sarebbero statil’inevitabile vittoria dell’uomo sulla storia, il necessario avverarsi del messag-gio evangelico”, ugualmente anche oggi dobbiamo non solo ripeterlo macrederci ed impegnarci perché ciò si concretizzi.

. D R., Dialoghi con Dio. Mistici, patriarchi e profeti. Firenze , .. C L. E., L’arte di ascoltare Dio, di parlare a Dio, di parlare di Dio, in “Essere nel mondo il

missionario del Signore”. Testimonianze ecclesiali su Giorgio La Pira. Firenze , .. R A., San La Pira dell’utopia, in La Stampa () [ gennaio ].

Introduzione

Un testimone qualificato, della sua vita e del suo cammino interiore, loricorderà con chiarezza: “La straordinarietà della vita di Giorgio La Pirasta, infatti, nell’aver fuso, con singolare coerenza, due momenti solitamenteconsiderati incompatibili: una partecipazione personale e attiva alla vitapolitica e una non meno convinta, a quell’impegno apparentemente senzatempo e fuori del tempo, che si chiama vita contemplativa. In un’epoca incui si tende a trascurare il contemplativo, per privilegiare la concretezzadel quotidiano, Giorgio La Pira ha, scandalosamente, rovesciato i terminidi questo rapporto, intorno al quale si gioca l’intero significato della vitacristiana. Per lui, la contemplazione era la fonte e la spinta interiore dellapolitica, l’unica giustificazione perché il gioco dei segni potesse diventareanche il gioco dei significati”.

Ci si pone dinanzi all’uomo di fede. Espressione questa non retorica maricca di mistero, difatti “una cosa è certa: la fede, cioè il riconoscimentoconvinto, appassionato e pratico del Primato di Dio, è una energia incompa-rabile per costruire i rapporti di giustizia o di fraternità tra le personee tra ipopoli, per cercare e trovare soluzioni di pacifica convivenza, per progettaree attuare concreti programmi di sviluppo”.

Conoscendo lo spessore spirituale del Professore, basta leggere l’indi-menticabile fonte del suo animo segreto: sono le lettere alle claustrali chescrive per decenni, forse questa sottolineatura — contemplazione, fede —è la più dimenticata ed omessa, anche perché ci si pone in un risvolto intimo,difficilmente comprovabile, arduo diremo, nel tentare qualsiasi approccio.

Siamo ben consapevoli che lo scandagliare l’esperienza spirituale di unapersona è impresa ardua; se ogni uomo ha delle caratteristiche che conver-gono in umanità, altresì, ogni uomo, ha delle peculiarità che lo distinguonoda ogni altro simile e lo fanno peculiarmente unico e singolare.

Porsi dinanzi alla ‘diversità’ di La Pira diviene allora ricerca umile distare accanto a ciò che fece, scrisse ed operò, il Professore, con lo spirito dicoloro che si mettono alla ‘sua scuola’, con intenti non certo di curiositàgiornalistica e mondana, ma con l’ammirazione e la preghiera del ‘fare diDio’ nel cuore di chi si fa da esso plasmare.

Un testimone d’eccezione, che gli fu vicino per diversi lustri, ricordache “la diversità di La Pira, proprio in morte dell’amico, venne segnalatada Papa Montini. Egli era diverso — ricordò Paolo VI — perché aveva ‘il

. Sono alcune delle preziose espressioni della Presentazione che fa Giuseppe Lazzati al libro:C V., Un santo al Kremlino. Giorgio La Pira. Milano , .

. A E., Una santità che ha molto da dire ai cristiani laici di oggi, in OR () [–novembre ].

. L P G., P V. (a cura di), La preghiera forza motrice della storia lettere ai monasteri femminilidi vita contemplativa. Roma .

La mistica a servizio della storia

senso del fine, non dei mezzi soltanto’”. Un filo rosso che non possiamoche accogliere e verificare nel nostro cammino.

Il fascino interiore che ha avvicinato noi, ormai da diversi anni, al Profes-sore, ci invita a cercare di conoscere questo aspetto; ma, da come si evinceanche dal titolo di queste note, ponendolo in un prima ed in un dopo: cioèponendolo nella sua vocazione cristiana e nella sua vocazione di profetadi pace che ha in Gerusalemme, nella Terra Santa, un imprescindibile va-lore da leggere, valore compreso, vissuto, sofferto, pregato, annunziato,contemplato, che fanno di La Pira, un mistico della storia.

. C V., B E. (presentazione di), Professore mi ricordo. Lettere a Giorgio La Pira –.Torino , .