Appendice 8 - STIMA DEI VALORI DEL BOSCO · Ecologici, Siti areali di Area Nucleo, Siti puntuali di...
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PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE – SINTESI RELAZIONE DI PIANO
APPENDICE 8
STIMA DEI VALORI DEL BOSCO
ATTITUDINE POTENZIALE E FUNZIONIPREVALENTI DEI COMPRENSORI BOSCATI
Il processo di valutazione dell’attitudine dei comprensori boscati è stata condotta utilizzando gli elementi
descrittivi e i dati rilevati nelle aree in cui è stato effettuato il campionamento relascopico e mediante
analisi territoriali effettuate tramite elaborazioni condotte sui database territoriali da software GIS. Questo
strumento ha permesso di integrare tra loro le molteplici informazioni disponibili e acquisite nel corso delle
indagini di campo, portando a definire in modo più completo ed oggettivo l’attitudine potenziale dei
soprassuoli forestali definita come segue: l’attitudine potenziale di un bosco è la predisposizione del bosco
stesso ad erogare in misura rilevante un particolare bene o servizio.
Il bosco è potenzialmente predisposto ad assolvere differenti compiti o attitudini, quali la protezione dal
dissesto, la tutela e la valorizzazione degli aspetti naturalistici, la produzione, la fruizione turistico‐ricreativa
e didattica, la tutela paesistica e l’igiene ambientale. Potenzialmente il bosco assolve tutti questi compiti,
ma in base alle caratteristiche tipologico‐forestali del soprassuolo e alle caratteristiche stazionali e d’uso del
sito una può prevalere rispetto ad un’altra. Tale prevalenza introduce e conduce alla definizione della
destinazione funzionale del bosco in esame:
- PROTETTIVA;
- PRODUTTIVA;
- NATURALISTICA;
- PAESAGGISTICA;
- TURISTICO‐RICREATIVA E DIDATTICA;
- IGIENICO‐AMBIENTALE.
La pluralità di attitudini attribuibili al bosco e la molteplicità di parametri utilizzabili nella valutazione
rendono il processo di analisi dell’attitudine di un comprensorio boscato estremamente complesso e
articolato.
La definizione dell’attitudine potenziale e della destinazione funzionale dei boschi presenti sul territorio di
studio è stata condotta utilizzando un metodo che potesse essere il più oggettivo possibile, basato
sull’analisi territoriale implementata da molteplici informazioni di diversa natura.
La definizione della destinazione funzionale del territorio rappresenta una delle fasi di contenuto strategico
più importante nella definizione del piano.
Le tecniche e i procedimenti dell’analisi multicriteriale possono fornire un supporto importante per
razionalizzare e semplificare questo processo, consentendo anche l’acquisizione di una maggiore
consapevolezza per le decisioni finali e nelle scelte di indirizzo strategico del piano.
Il metodo prevede di definire la scelta migliore tra le diverse alternative decisionali, rappresentate dalle
diverse funzioni che il bosco potrebbe essere destinato a svolgere in un determinato contesto storico e
territoriale.
La prima fase d’analisi consiste nell’elaborazione delle differenti informazioni territoriali raccolte
(geomorfologiche, forestali, logistiche, idrauliche etc.) che hanno permesso la frammentazione del
territorio in tessere omogenee.
Successivamente, in base alle caratteristiche della tessera deve individuarsi la scelta migliore tra le diverse
alternative decisionali, rappresentate dalle diverse funzioni che il bosco potrebbe svolgere in quel
determinato contesto.
Le differenti informazioni, ossia i diversi fattori e attributi da prendere in considerazione, possono essere
ricondotte a due aspetti fondamentali:
- “attitudine del sito”, determinato dalle caratteristiche fisiche, topografiche, economiche, del contesto
geotopografico e vincolistico del territorio;
- “vocazione del tipo forestale”, rappresentato dalla realtà biologica ed in particolare dalla formazione
forestale che occupa quella determinata tessera di territorio.
Entrambi questi due aspetti, con tutti gli attributi che li caratterizzano, sono generalmente da prendere in
esame nel processo di zonizzazione funzionale.
L’attribuzione della reciproca importanza attribuibile ai due aspetti fondamentali (attitudine del sito e
vocazione del tipo forestale) costituisce una fase di scelta strategica per definire l’indirizzo gestionale del
Piano.
In generale, dare maggiore importanza all’“attitudine del sito” rispetto alla “vocazione del tipo forestale”
significa attuare una gestione maggiormente incisiva e tendenzialmente più modificatrice dello stato delle
cose.
La scelta contraria comporta azioni di piano più conservatrici ed assecondanti l’evoluzione naturale dei
soprassuoli. In quest’ultimo caso la scelta può discostarsi poco dallo status attuale risultando, in alcuni casi,
priva di contenuto pianificatorio.
Scelta della destinazione funzionale
di un’unità di territorio omogenea per
caratteristiche stazionali e tipologico forestali
Obiettivo della
decisione
La scelta tra le alternative possibili si esplica tramite l’attribuzione di un peso relativo all’attitudine del sito e
alla vocazione del tipo forestale.
Criteri di valutazione delle
possibili alternative
Attitudine del sito
sulla base delle caratteristiche stazionali, del
contesto geotopografico, ambientale e
vincolistico
Vocazione del tipo
intesa come la potenzialità di un
tipo forestale a svolgere una
particolare funzione
I pesi rappresentano, quindi, il meccanismo attraverso il quale il decisore, assegnando un’importanza
relativa ai criteri, definisce il livello di incisività dell’azione gestionale.
ATTITUDINI DEL SITO
Le attitudini considerate sono state le seguenti:
- ATTITUDINE PROTETTIVA;
- ATTITUDINE PRODUTTIVA;
- ATTITUDINE NATURALISTICA;
- ATTITUDINE PAESISTICA;
- ATTITUDINE TURISTICO‐RICREATIVA E DIDATTICA;
- ATTITUDINE IGIENICO‐AMBIENTALE.
Ad ogni tessera omogenea di territorio è stato attribuito un valore per ogni attitudine, in una scala di
gradazione tra 0 e 10; quando l’attitudine è pienamente espressa il valore è uguale a 10, quando espressa
in forma meno rilevante un valore inferiore a 10 e quando assente 0.
Il risultato è stata una prima suddivisione del territorio in zone o tessere omogenee rispondenti ad una o
più attitudini. Nel Database cartografico sono contenute celle riportanti i valori di ciascuna attitudine per
ogni zona o tessera.
L’attitudine del soprassuolo è stata definita in base alle sole caratteristiche stazionali, in modo tale da
evidenziare, in questa prima analisi, le peculiarità della stazione.
ATTITUDINE PROTETTIVA
La funzione protettiva è propria di qualsiasi soprassuolo e consiste nella capacità diprotezione dai fenomeni
di dissesto idrogeologico enella protezione delle risorse idriche sotterranee (falde, sorgenti).
Nel primo caso, i boschi contribuiscono alla stabilità dei versanti e alla riduzione dell’erosione del suolo ad
opera di agenti atmosferici sia direttamente tramite l’effetto consolidante degli apparati radicali e con
intercettazione del materiale roccioso derivante da crolli o da colata detritica, sia indirettamente con
azionedi regimazione delle acque, allungamento dei tempi di corrivazione, consolidamento del manto
nevoso, ecc.
Le caratteristiche del soprassuolo (composizione, governo, stadio evolutivo, trattamento, struttura etc.)
concorrono a definire la propria capacità protettiva. Così, un bosco d’alto fusto maturo potrà avere una
maggiore capacità di ritenuta dei fenomeni valanghivi e franosi rispetto ad un bosco ceduo o ad un
arbusteto, oltre che una maggiore capacità di ritenzione idrica, a livello del suolo, delle piogge meteoriche.
L’attitudine protettiva risulta rilevante per tutte le formazioni forestali, siano esse d’alto fusto, ceduo, o
arbustive, situate in zone di dissesto idrogeologico, in zone soggette a fenomeni valanghivi,o poste lungo il
reticolo idrografico delle incisioni vallive primarie e secondarie. Le informazioni utilizzate per la definizione
dell’attitudine protettiva sono date dai risultati degli elementi rilevati nei punti di campionamento, da
sopralluoghi sul territorio e sono state estratte da cartografie tematiche quali il DEM (Digital Elevation
Model) /DTM (Digital Terrain Model); il Database cartografico della Acclività (Classi di acclività), il Database
cartografico dell’Inventario dei Fenomeni Franosi (IFFI), i Database cartografici del Piano di Assetto
Idrogeologico del Fiume Po (Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Po), le informazioni
contenute nei Piani di Assestamento Forestale.
Attribuendo a ciascun elemento un diverso peso nell’attribuzione del valore dell’attitudine protettiva si è
potuto suddividere l’intera superficie forestale in sei classi di attitudine: nulla, scarsa, moderata, discreta,
buona ed elevata.
ATTITUDINE PROTETTIVA
FASCE HA
3‐4 413,96
5‐6 6.074,65
7‐8 4.032,28
9‐10 5.961,09
ATTITUDINE PRODUTTIVA
L’attitudine produttiva consiste nella capacità del bosco di fornire prodotti con valore economico, sia
legnosi che non legnosi. È quindi una caratteristica di tutti i soprassuoli ma che risulta espressa
positivamente solo per quelli che beneficiano di favorevoli caratteri topografico‐stazionali, oltre che di
buona accessibilità e assenza di rischio idrogeologico. L’attitudine risulta quindi direttamente connessa alla
produttività dei soprassuoli unitamente alle possibilità di esbosco dei prodotti a costi di macchiatico
inferiori al valore del prodotto.
La definizione dei valori di attitudine produttiva dei soprassuoli sono date dai risultati degli elementi rilevati
nei punti di campionamento, da sopralluoghi sul territorio, ed elaborate sulla base del valore pedogenetico
dei substrati, dell’acclività del territorio, dell’accessibilità (presenza/vicinanza di viabilità) e dalle
informazioni riportate dalla pianificazione forestale esistente (Piani di Assestamento).
ATTITUDINE PRODUTTIVA
FASCE HA
1 344,86
3‐4 3.013,11
5‐6 7.668,02
7‐8 5.406,37
9 49,62
ATTITUDINE PAESISTICA
Il paesaggio è il risultato di un insieme di elementi in relazione tra loro ed è la risultante di una stretta
relazione tra la natura e le attività umane. In un territorio montano come quello studiato, il bosco è tra i
principali elementi distintivi e caratterizzanti lo scenario paesaggistico.
L’attitudine paesaggistica consiste nella capacità di un bosco di contribuire alla costituzione del paesaggio,
sia direttamente, attraverso valori estetici propri, quali la varietà di forme del manto forestale,
l’avvicendamento tra presenza e assenza della copertura boschiva e l’alternanza di cromatismi data dalla
compartecipazione di diverse specie e dal ciclo fenologico stagionale, sia indirettamente, creando canali
visivi che valorizzino alcuni aspetti pregevoli del paesaggio, o creando barriere occultanti aspetti meno
graditi.
Alcuni boschi caratterizzati da pregio cromatico, dalla bellezza delle forme degli elementi che lo
compongono, da strutture particolari e dalla presenza di formazioni rare concorrono all’assolvimento
dell’attitudine paesaggistica e la loro gestione consente di valorizzare l’aspetto dei luoghi, di siti o aree, il
territorio.
Oltre che per le tutele imposte dalla normativa paesistica vigente, l’attitudine è rilevante per i boschi posti
in prossimità dei luoghi di interesse turistico, della viabilità, principale e secondaria, e per quelli a margine
degli spazi aperti, soprattutto a ridosso delle aree antropizzate. Tali boschi concorrono prioritariamente alla
definizione del valore paesistico del territorio, sia in quanto elementi fondamentali del paesaggio stesso, sia
in quanto elementi direttamente coinvolti nel condizionare la percezione del contesto paesistico attraverso
il mantenimento o la chiusura dei coni visuali che incanalano l’attenzione sui quadri panoramici di maggior
pregio.
Le informazioni che hanno concorso alla definizione dei boschi con attitudine paesistica derivano dagli
elementi rilevati nei punti di campionamento, da sopralluoghi sul territorio, dal PTCP regionale, dalla
pianificazione comunale resa disponibile, dall Database cartografico dei tematismi del Piano di Tutela delle
Acque (PTA 2009), dai dati vettoriali del sistema idrografico e delle acque interne e dai dati vettoriali sulla
viabilità derivati da CTR 1:10.000.
Sono state inoltre considerate informazioni quali la presenza di strade panoramiche, di crinali, di rilevanze
estetiche ed aree d’interesse paesaggistico.
ATTITUDINE NATURALISTICA
L’attitudine naturalistica consiste nella capacità di costituire ecosistemi articolati e complessi, con un alto
grado di biodiversità, spesso distinti per la presenza di particolari pregi floristici o faunistici, determinati
dalle caratteristiche della stazione e dagli eventi che hanno accompagnato l’evoluzione del soprassuolo.
L’attitudine si esplica con la capacità di protezione degli habitat naturali e il mantenimento del grado di
ricchezza biologica.
L’attitudine naturalistica è pertanto definita dalla presenza di regimi di tutela già riconosciuti (zone a “parco
naturale”, riserve, biotopi, monumenti naturali) integrata da quei boschi dove, in base alla risultanze dei
rilievi condotti e della documentazione bibliografica acquisita, siano stati riconosciuti elementi di rarità
botanica o forestale o elementi di complementarietà ecosistemica (siti di nidificazione, presenza di specie
faunistiche rare, superfici che costituiscono corridoio ecologico etc.).
Le informazioni che hanno concorso alla definizione delle aree boscate con attitudine naturalistica hanno
interessato i dati vettoriali del sistema delle Aree Protette, i dati vettoriali relativi alla Rete Natura 2000, il
Database cartografico dei Tipi Forestali della Liguria, i Database cartografici di Rete Ecologica (Corridoi
Ecologici, Siti areali di Area Nucleo, Siti puntuali di Area Nucleo, Tappe di attraversamento per specie di
ambienti acquatici), i Database cartografici di elementi e temi di biodiversità. Sono inoltre state
cartografate alcune aree individuate nel corso dei rilievi in campo.
ATTITUDINE NATURALISTICA
FASCE HA
1‐2 49,75
3‐4 2.056,98
5‐6 3.240,14
7‐8 104,82
9‐10 11.030,28
ATTITUDINE TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA
L’attitudine turistico‐ricreativa e didattica è riferita alla possibilità per alcuni boschi di erogare servizi di
supporto al turismo ambientale e culturale e alla didattica ambientale. Questa attitudine è propria di
soprassuoli sottoposti a frequentazione intensive determinate dalla presenza di infrastrutture, manufatti ed
edifici per lo svago, la ricreazione, lo sport, o percorsi storici, artistici e culturali.
Negli ultimi decenni l’aumento demografico e la maggiore mobilità determinata dalle possibilità di
trasporto moderne, unitamente al benessere diffuso e alle necessità di svago in luoghi aperti hanno
determinato la crescente richiesta di spazi adatti ed attrezzati per la ricreazione. Anche per le foreste si
rende indispensabile una gestione finalizzata di alcuni soprassuoli a questi usi, particolarmente in un
territorio limitrofo alle zone costiere caratterizzate da note e intense frequentazioni turistiche.
Le frequentazioni possono differire per intensità e qualità. Si passa da fruizioni intensive (aree attrezzate,
vicinanza a zone idonee al campeggio o alle stazioni di risalita degli impianti da sci, sentieristica e zone
panoramiche), a fruizioni meno costanti come per boschi posti in vicinanza di infrastrutture culturali
(storiche, artistiche, religiose, percorsi tematici) fino a fruizioni di tipo didattico per le attività formative.
Le prerogative che maggiormente caratterizzano i boschi soggetti a tale attitudine sono:
- la posizione strategica (vicinanza ai centri turistici, ai luoghi sacri o a tutte le mete ricreative o sportive
esistenti);
- la presenza di attrezzature di fruizione (sentieri attrezzati, percorsi di visita, aree di soste ecc.);
- la struttura adatta all’attrazione e fruizione antropica (alberi adulti e grandi, accessibilità e ricchezza
di composizione).
Le informazioni che hanno concorso alla definizione dei boschi con attitudine turistica sono state di punti
d’interesse turistico, la presenza di aree destinate allo sci, di aree particolarmente vocate individuate sul
territorio, la vicinanza a strade, a aree urbanizzate e sentieri; infine, un ruolo importante è stato dato anche
alla pendenza del sito che limita la possibilità di usufruirne.
ATTITUDINE TURISTICO‐RICREATIVA
FASCE HA
1‐2 1.054,94
3‐4 5.406,19
5‐6 3.791,96
7‐8 4.151,13
9‐10 2.077,76
ATTITUDINE IGIENICO‐AMBIENTALE
L’attitudine igienico ambientale è riferita a quei boschi che si trovano posizionati in prossimità di fonti
d’inquinamento verso le quali espletano azioni di attenuazione delle emissioni sonore o di filtraggio
dell’aria da polveri ed inquinanti o di fitodepurazione.
I boschi a cui è stata attribuita l’attitudine igienico ambientale sono situati in prossimità di aree aree ad
elevata vulnerabilità per le risorse idriche, degrado da emissioni gassose e da rumore.
ATTITUDINE IGIENE AMBIENTALE
FASCE HA
2 8.631,66
4 1.978,73
9‐10 5.871,58
VOCAZIONE DEI TIPI FORESTALI
Ciascun tipo forestale presenta diversa capacità di assolvimento delle possibili destinazioni funzionali, tale
capacità è definita come “Vocazione del tipo forestale”.
La capacità di una formazione forestale di assolvere ad una possibile destinazione è strettamente legata ai
suoi parametri dendrometrico‐strutturali che a loro volta sono direttamente correlati a governo e
trattamento passati.
Nel lungo periodo tale correlazione risulta meno rilevante mentre assumono maggior rilievo la
caratteristiche intrinseche di ciascuna tipologia forestale.
Sulla base delle indicazioni riportate nei Tipi Forestali della Liguria ed in letteratura (Del Favero et al., 2000)
per ognuna delle tipologie forestali rilevate è stato attribuito un valore alla capacità di assolvimento delle
funzioni considerate:
- PROTETTIVA;
- NATURALISTICA;
- PRODUTTIVA;
- TURISTICO‐RICREATIVA E DIDATTICA;
- TUTELA PAESISTICA;
- IGIENICO‐AMBIENTALE.
Di seguito è riportatala tabella dei valori assegnati ai tipi forestali per ciascuna potenziale destinazione
gestionale.
TIPO FORESTALE
Protettiva
Produttiva
Paesistica
Naturalistica
Turistico
ricreativa e
didattica
Igiene
ambientale
LE10X ‐ Lecceta xerofila 0,8 0,8 0,3 1 1 0,8
LE20X ‐ Lecceta mesoxerofila 0,8 1 0,3 1 1 0,8
PC10 ‐ Pineta costiera di Pino d'Aleppo 1 0,2 0,6 0,7 0,2 0,8
PC20 ‐ Pineta interna su ofioliti di Pino marittimo 1 0,2 0,6 0,7 0,2 0,8
PC30X – Pineta costiera di Pino marittimo 1 0,2 0,6 0,7 0,2 0,8
OS20X – Ostrieto termofilo 0,6 0,8 0,4 0,5 0,5 0,8
OS30X – Ostrieto mesoxerofilo 0,7 1 0,7 1 0,9 0,8
OS40X – Ostrieto mesofilo 0,7 1 0,6 0,8 0,8 0,7
FR40X – Alneto di Ontano nero 1 0,4 0,6 1 0,6 1
QU20X ‐ Querceto acidofilo di Roverella a Erica arborea 0,8 0,6 1 0,5 1 0,7
QU30X ‐ Querceto neutro‐calcifilo di Roverella 0,8 0,2 0,1 0,2 0,2 0,8
CA10X – Castagneto da frutto 1 0,5 1 0,8 0,4 0,7
CA20X – Castagneto termofilo 1 0,4 0,5 0,6 0 0,6
CA30X – Castagneto acidofilo 0,5 0,8 0,7 0,6 0,6 0,8
CA40X – Castagneto neutrofilo 0,8 0,8 0,4 0,4 1 0,7
TIPO FORESTALE
Protettiva
Produttiva
Paesistica
Naturalistica
Turistico
ricreativa e
didattica
Igiene
ambientale
FA10X – Faggeta oligotrofica 0,7 0,8 0,4 0 0,2 0,8
FA20X ‐ Faggeta mesotrofica 0,7 0,9 0,6 0,4 0,4 1
FA31A ‐ Faggeta eutrofica st submontano var con carpino nero 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
BS10X – Robinieto 0,5 0,8 0,7 0,6 0,6 0,8
BS20X – Corileto d’invasione 0,6 1 0,7 0,6 0,6 0,8
BS30X – Boscaglie d’invasione 0,8 0,8 0,4 0,4 1 0,7
RI10X – Rimboschimenti mediterranei delle zone costiere 0,7 0,9 0,6 0,4 0,4 1
RI20X – Rimboschimenti collinari e montani interni 0,7 0,9 0,6 0,4 0,4 1
MM10X – Macchia alta a corbezzolo e eriche 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
MM10A Macchia alta a corbezzolo e eriche var. a pino marittimo 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
MM20A Macchia termomediterranea costiera var. con pino d’Aleppo 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
MM20X Macchia termomediterranea costiera 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
MM30X Arbusteto a Coryaria myrtifolia 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
MM50X Arbusteto a Calicotome spinosa 0,8 0 0,6 0,7 0,2 0,4
AM10X ‐ Arbusteto di Spartium junceum 0,8 1 1 0,7 0,9 0,6
AM30X Arbusteto a Cytisus scoparius 0,8 1 1 0,7 0,9 0,6
AM40X ‐ Arbusteto interno a Erica arborea 0,7 1 0,6 1 0,7 0,8
AM40A Arbusteto interno a Erica arborea var. con pino marittimo 0,7 1 0,6 1 0,7 0,8
AM60X ‐ Arbusteto a rosacee e sanguinello 0,8 0,8 0,6 0,8 0,7 0,7 Tabella 1: ‐ Tipi forestali presenti sul territorio ambito Pollupice e pesi assegnati ad ogni funzione.
LE FUNZIONI PREVALENTI
Definiti i valori di “attitudine del sito” per tutto il territorio e di “vocazione del tipo” per tutte le tipologie
forestali riscontrate, con l’ausilio di un software GIS, è possibile suddividere il territorio in tessere
omogenee a cui assegnare la destinazione funzionale prevalente.
Il metodo di analisi multicriteriale utilizzato permette di assegnare il peso relativo ai due criteri adottabili
nella definizione della funzione prevalente: “attitudine del sito” e “vocazione del tipo forestale”.
Come detto precedentemente, dare maggiore importanza all’attitudine del sito significa accentuare
l'intento modificatore della realtà, prefigurando un assetto forestale più rispondente alle funzioni
individuate, al contrario privilegiare l’aspetto relativo alle vocazioni dei tipi forestali determina un indirizzo
pianificatorio conservatore, più vicino allo status attuale ed assecondante la realtà forestale oggi presente.
Quest’ultima scelta in alcuni casi può risultare addirittura priva di contenuto pianificatorio.
I possibili scenari derivanti dall’attribuzione di diversi pesi ai due criteri, nella maggior parte delle
esperienze in contesti territoriali simili a quello in studio evidenziano opzioni tendenti alla redazione di
Piani dal maggior contenuto strategico, attribuendo alle attitudini del sito un “peso” di 0,60‐0,70 e alla
vocazione del tipo forestale il restante 0,40‐0,30.
Ulteriore intervento del soggetto decisore nella definizione delle scelte di indirizzo riguarda la valutazione
dell’ordine d’importanza delle diverse funzioni dei comprensori boscati. Per questo è possibile fare ricorso
al metodo dei confronti a coppie attraverso il quale i pesi relativi di ciascuna funzione sono assegnati
utilizzando una matrice quadrata e simmetrica (matrice di “Saaty”), cha permette di confrontare
singolarmente ciascuna funzione con tutte le altre; l’attribuzione dei pesi relativi di ciascuna funzione, nei
confronti delle altre funzioni, avviene attraverso l’assegnazione di rapporti numerici che esprimono il grado
di importanza di una funzione rispetto all’altra come a titolo esemplificativo viene riportato nella tabella
seguente.
IMPORTANZA RELATIVA DEL PARAMETRO
meno importante uguale importanza più importante
PESO 1/9 1/7 1/5 1/3 1 3 5 7 9
Esempio di pesi e relativi livelli di importanza utilizzabili nella matrice di Saaty.
Di seguito i rapporti inseriti nella matrice di Saaty utilizzata per la determinazione dell’attribuzione funzione
prevalente alle formazioni forestali oggetto del Piano.
Matrice di Saaty.
L’ordine d’importanza delle funzioni è dato da un algoritmo che, sulla base dei valori riportati dalla matrice
di Saaty, restituisce, in termini percentuali, il peso di ogni alternativa funzionale.
Tale risultato è supportato da un processo statistico atto a verificare e mantenere una “coerenza” di
immissione dei valori, attraverso l’indice di consistenza1. La teoria dei sistemi relazionali di preferenza
1 L’indice di consistenza (CI, consistencyindex) permette di misurare la consistenza della matrice tramite lo scarto complessivo tra due insiemi di valori. Nel caso di consistenza perfetta CI è uguale a zero: quando la matrice è perfettamente consistente. Al crescere dell'inconsistenza il valore di CI aumenta. Il metodo AHP prevede che l'indice CI sia confrontato con l'indice RI (randomindex). Questo secondo indice si calcola effettuando la media dei valori di CI di numerose matrici reciproche dello stesso ordine, i cui coefficienti vengono generati in modo random (cioè casuale) da un computer. Quando il valore di CI della matrice compilata dall'esperto supera una soglia convenzionalmente posta uguale al 10% del valore di RI, la deviazione dalla condizione di consistenza perfetta viene giudicata inaccettabile. Secondo Saaty un valore di CI superiore a tale soglia indica una scarsa coerenza (forse anche una scarsa attenzione) dell'esperto che ha effettuato i confronti, piuttosto che una non transitività strutturale, e come tale accettabile, del suo sistema di preferenze. Quando il valore di CI supera la soglia, l'esperto deve sforzarsi di aumentare la coerenza dei suoi giudizi modificando, totalmente o in parte, le stime poste.
FUNZIONE PRODUTTIVA IGIENICO
AMBIENTALE PROTETTIVA
TUTELA PAESISTICA
TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA
NATURALISTICA
Produttiva 1 1 5/6 1 1 1
Igienico Ambientale 1 1 1 1 1 1
Protettiva 6/5 1 1 1 1/2 1/2
Tutela Paesistica 1 1 1 1 2 1
Turistico ricreativa e didattica
1 1 2 1/2 1 1
Naturalistica 1 1 2 1 1 1
dimostra, infatti, che le relazioni di preferenza e di indifferenza che conseguono da un insieme di confronti
a coppie possono essere non transitive (ad es., a è preferito a b, b è preferito a c, ma a può essere non
preferito a c).
La fase finale di definizione della funzione prevalente prevede l’utilizzo di un secondo algoritmo specifico
che, applicato per ogni cella omogenea di territorio, determina il valore della funzione considerata:
Valore alternativa = Peso criterio x Peso alternativa x Attitudine sito + Peso criterio x Peso alternativa x
Vocazione tipo
Ad esempio:
0,70*0,05*1 + 0,30*0,05*1= 0,05
Criterio decisionale Attitudine del
sito Vocazione del tipo
forestale Peso di ogni alternativa funzionale
Valore della funzione
Peso del criterio 0,70 0,30
Produttiva 1 1 0,16 0,050
Igienico Ambientale 0 0,8 0,16 ........
Protettiva 0,33 0,8 0,14 …..
Tutela Paesistica 1 0,6 0,19 …..
Turistico ricreativa e didattica 0 0,4 0,17 …..
Naturalistica 1 0,6 0,18 ……
Schema riassuntivo dei livelli di analisi e decisionali.
La scelta dell’alternativa decisionale ricade sulla funzione che ottiene il risultato maggiore definendo
un’azzonamento funzionale del territorio.
Il procedimento illustrato costituisce un supporto metodologico decisionale importante che potrà essere
migliorato, corretto e adattato a motivo di conoscenze territoriali, socio‐economiche e culturali non
implementabili e non traducibili in numeri nelle diverse fasi del procedimento. Vi è quindi spazio per
valutazioni, approfondimenti e stime di varia natura, nel contesto di una procedura metodologica
sostanziata dalla presa in esame di una gamma esaustiva di fattori e criteri e da un buon grado di
oggettività per le indicazioni di scelta della destinazione funzionale.
L’esito dell’analisi multicriteriale sopra descritta è da utilizzarsi come base di riferimento per le valutazioni
sull’attribuzione di una destinazione funzionale prevalente alle diverse porzioni di soprassuolo forestale;
quindi un supporto di partenza importante per l’attribuzione della funzione prevalente il cui dato finale
deve essere determinato da valutazioni integrative tecniche, ambientali e socio‐economiche non imputabili
con dati numerici in processi matematici.
Ritenendo estendibili a tutti i soprassuoli i valori della multifunzionalità, nell’assegnazione delle destinazioni
funzionali è possibile optare per mantenere distinte le funzioni considerate nel processo d’analisi.
L’attribuzione della destinazione funzionale va pertanto intesa quale linea principale di indirizzo delle
strategie gestionali del territorio boscato, finalizzata ad orientare le scelte selvicolturali, senza tuttavia
prescindere dal considerare le altre possibili destinazioni nel relativo ordine d’importanza desumibile dal
set di tavole di analisi dell’attitudine potenziale.
In questo senso le indicazioni sulle destinazioni funzionali contenute nel PFTI non devono considerarsi
strettamente vincolanti in merito ad eventuali scelte maggiormente dettagliate e/o localizzate nell’ambito
della redazione di Piani di Assestamento Forestali di terzo livello o di progetti di utilizzazione forestale uso
commercio o di miglioramento forestale; il contenuto del PFTI rimane come indicazione di riferimento
anche per valutazioni di coerenza, compatibilità e conflittualità per eventuali eccezioni o modifiche.
La sintesi delle funzioni preminenti risultante dal procedimento descritto è riportata nella tabella seguente
e nel grafico successivo:
Funzione prevalente Superficie (ha)
Igiene ambientale 1.115,79
Naturalistica 2.818,44
Paesistica 559,7
Produttiva 3.882,68
Protettiva 5.796,3
Turistico‐ricreativa 2.309,05
Un primo dato da porre in evidenza è la risultante in merito alla funzione protettiva che ricomprende, per
approccio precauzionale, anche quelle formazioni che, in base al processo logico e alla metodologia
applicata per la valutazione di attitudini e funzioni, hanno espresso come risultante valori di funzione
protettiva sostanzialmente uguale a quella produttiva; questi popolamenti interessano stazioni di versante
a fertilità moderata o ridotta, o sono rappresentati da poligoni inseriti in vaste aree con più evidente
necessità di protezione maggiormente diretta o sono immediatamente a contatto con stazioni, anche di
limitata estensione, la cui funzione è di protezione diretta. La rilevanza di tale funzione è data anche da
situzioni di versanti in parte depauperati e degradati per passaggio del fuoco e suoli superficiali.
Da rilevare anche la consistenza delle formazioni con funzione preminente naturalistica e turistico‐
ricreativa.