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“PROLUNGHIAMO IL PROLUNGATO” “PROLUNGHIAMO IL PROLUNGATO” giornalino scolastico - edizione on-line giornalino scolastico - edizione on-line anno 2016-2017 novembre anno 2016-2017 novembre RAEE: progetto di raccolta in classe Essendo molto interessato ai problemi di tutela dell'ambiente, e in particolare a quello della raccolta differenziata dei rifiuti, ho deciso di proporre alla mia classe un progetto per la raccolta dei RAEE. RAEE è una sigla che indica: Rifiuti provenienti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Sono oggetti che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi: computer , telefoni cellulari, cuffiette, e tutto ciò che ha delle componenti elettriche. La mia idea era questa: realizzare una scatola di cartone da mettere in classe dove poter riporre questi oggetti; quando la scatola sarà piena verrà portata all'isola ecologica (centro AMIU in cui è possibile depositare rifiuti ingombranti e pericolosi, così da poter essere riciclati nel corretto modo). Il riciclo dei RAE permette di recuperare materie prime, pericolose se disperse nell’ambiente. Ho prima chiesto alla prof se andava bene, e mi ha detto che per lei andava benissimo, ma dovevamo chiederlo alla preside. Nel frattempo io e il mio compagno Andrea ci siamo visti e abbiamo realizzato una scatola per la raccolta con materiali di riciclo: scatole da scarpe e un vecchio contenitore dell’Ikea vecchia. L’abbiamo strutturata in modo che fosse divisa in tre parti: una per i Raee, un’altra per le lampadine non alogene e una terza per le pile usate. La settimana dopo la Dirigente scolastica ha dato “l’ok” ad iniziare questo progetto. Per ora nella scatola non c’è ancora niente, ma la prof Bazzurro mi porterà un ferro da stiro che non funziona più; alcuni miei compagni porteranno un telefono cellulare e una sveglia; così avrò una spinta in più per andare all’isola ecologica. Per me è importante svolgere questa raccolta, perché questi oggetti sono molto pericolosi per l’ambiente e quindi se li raccogliamo in modo differenziato riduciamo l’inquinamento.

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“PROLUNGHIAMO IL PROLUNGATO”“PROLUNGHIAMO IL PROLUNGATO”

giornalino scolastico - edizione on-linegiornalino scolastico - edizione on-lineanno 2016-2017 novembreanno 2016-2017 novembre

RAEE: progetto di raccolta in classe

Essendo molto interessato ai problemi di tutela dell'ambiente, e in particolare a quello della raccolta differenziata dei rifiuti, ho deciso di proporre alla mia classe un progetto per la raccolta dei RAEE. RAEE è una sigla che indica: Rifiuti provenienti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Sono oggetti che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi: computer , telefoni cellulari, cuffiette, e tutto ciò che ha delle componenti elettriche. La mia idea era questa: realizzare una scatola di cartone da mettere in classe dove poter riporre questi oggetti; quando la scatola sarà piena verrà portata all'isola ecologica (centro AMIU in cui è possibile depositare rifiuti ingombranti e pericolosi, così da poter essere riciclati nel corretto modo). Il riciclo dei RAE permette di recuperare materie prime, pericolose se disperse nell’ambiente. Ho prima chiesto alla prof se andava bene, e mi ha detto che per lei andava benissimo, ma dovevamo chiederlo alla preside. Nel frattempo io e il mio compagno Andrea ci siamo visti e abbiamo realizzato una scatola per la raccolta con materiali di riciclo: scatole da scarpe e un vecchio contenitore dell’Ikea vecchia. L’abbiamo strutturata in modo che fosse divisa in tre parti: una per i Raee, un’altra per le lampadine non alogene e una terza per le pile usate. La settimana dopo la Dirigente scolastica ha dato “l’ok” ad iniziare questo progetto. Per ora nella scatola non c’è ancora niente, ma la prof Bazzurro mi porterà un ferro da stiro che non funziona più; alcuni miei compagni porteranno un telefono cellulare e una sveglia; così avrò una spinta in più per andare all’isola ecologica. Per me è importante svolgere questa raccolta, perché questi oggetti sono molto pericolosi per l’ambiente e quindi se li raccogliamo in modo differenziato riduciamo l’inquinamento.

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Penso di aver convinto i miei compagni a riciclare tutto quello che è possibile, con grandissimi sforzi, ma pian pianino ce la sto facendo. Adesso vediamo se funziona la raccolta in classe, poi magari la proporremo in tutta la scuola.

L'organizzatore: Pietro Borgarelli Il progettista: Andrea Opletal

Esempi di piccole apparecchiature che costituiscono RAEE:Aspirabriciole TostapaneFerro da stiro Coltelli elettriciMacinacaffèFrullini/frullatori ad immersioneTritatuttoSpazzolini elettrici Idropulsore dentale Regolabarba Termometro Phon Piastra Minicomputer e computer portatili MouseFotocamere e videocamereTastiere TabletModemTelefoni cellulari e fissi Carica batterie Sveglie Orologi BilanceLettori Mp3 Telepass

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Il nostro piccolo gruppo si occupa di problematiche ambientali. Per questo mese abbiamo approfondito la differenza tra energie rinnovabili e non rinnovabili.

LE ENERGIE RINNOVABILI

Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani". Le energie rinnovabili sono: il sole, il vento, il mare, il calore della Terra, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro. L’energia rinnovabile è chiamata anche “energia sostenibile" e "fonte alternativa di energia". Esistono alcune differenze:• Energia sostenibile è una modalità di produzione ed uso dell'energia che permette uno sviluppo sostenibile: comprende dunque anche l'aspetto dell'efficienza degli usi energetici.• Fonti alternative di energia sono quelle non fossili.

Dalle energie primarie si possono ricavare:• Energia geotermica • Energia idroelettrica • Energia oceanica: energia delle correnti marine, energia mareomotrice, energia delle onde. • Energia solare- sole• Energia eolica • Energia da biomasse- prodotta da decomposizione di rifiuti organici.• Termovalorizzazione - combustibile derivato dai rifiuti LE ENERGIE NON RINNOVABILI

Sono quelle fonti di energia che derivano da risorse che tendono ad esaurirsi, diventando troppo costose o troppo inquinanti per l'ambiente, al contrario di quelle rinnovabili, che vengono reintegrate naturalmente in un periodo di tempo relativamente breve. Le fonti non rinnovabili sono quelle più sfruttate dall'umanità perché in

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grado di produrre le maggiori quantità di energia con impianti tecnologicamente semplici e collaudati. Spesso, l'utilizzo di tali fonti porta però con sé problemi di inquinamento ambientale, quali la produzione di gas serra o scorie radioattive.Tali fonti possono essere per esempio: -il petrolio: è il principale combustibile fossile liquido formato da molecole di carbonio e idrogeno che derivano dalla decomposizione dell’ ambiente marino;- il gas naturale: si trova nel sottosuolo e tra le energie non rinnovabili è la migliore perché non inquina l’ ambiente;- il carbone: è un combustile diffuso nel mondo, si è generato dalla decomposizione di una grande massa vegetale;- l’uranio: è l'energia sprigionata dalla materia quando i nuclei degli atomi che la costituiscono subiscono una trasformazione.

Esempi di energie rinnovabili:e. eolica e. solare e. mareomotrice

(Notizie tratte da http://www.cifaitalia.it/cosa-sono-le-energie-rinnovabili.html- 2.11.2016)

a cura di Tommaso Cantù e Timothy De Giovanni

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INTERVISTA AD ALANNella nostra classe seconda abbiamo un nuovo compagno, Alan, che è arrivato da poco in Italia. Naturalmente, lo abbiamo subito intervistato...

Ciao Alan, ti facciamo questa intervista da parte del giornalino di classe; potresti rispondere alle nostre domande?Dove sei nato?In BoliviaTi trovi bene qui?No….è molto difficileCome mai ti sei trasferito in Italia, e come mai proprio a Genova?Perché la mia famiglia era qua ed io in Bolivia con mia nonna. I miei genitori sono venuti qui quando ero piccolo perché cercavano lavoro.Il cibo boliviano è migliore di quello italiano?Mi piace molto la pasta, ma il cibo boliviano, per me, è migliore.Vorresti vivere ancora in Bolivia?Io non volevo venire qua, purtroppo non mi piace niente di questo paese ed ero abituato lìCom’era la tua vita in Bolivia?Là era bello: andavo a scuola e poi aiutavo i miei nonni in campagnaE’ difficile l’italiano?Sì…abbastanza. Parlo anche un’altra lingua boliviana, il quechua.Preferisci il tuo paese o l’Italia?Preferisco la Bolivia per il paesaggio e anche perché qui le materie a scuola sono molto più difficili.Per te, le insegnanti e i compagni, sono bravi e simpatici?I miei compagni fanno troppo rumore e non riesco a capire niente, ma per il resto sono simpatici. Le prof. sono brave, soprattutto alcune. Immaginiamo sia stato difficile il cambiamento da un paese all’altro: le amicizie, la lingua, ecc…; tu come ti sei trovato?E’ stato un po' tutto difficile, infatti mi è dispiaciuto trasferirmi, mollare i miei amici (erano un po' disobbedienti come qua) e lasciare la mia casa che era un po' piu’ grande di questa.Ok, grazie di tutto Alan. Speriamo che con noi ti troverai bene, e che riusciremo a farti piacere l'Italia!

Sara Marinelli, Jeremia Valencia

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Il ricatto

“Allora signor Flin , da quanto tempo è che lei riceve queste lettere?”“Da più o meno cinque settimane” rispose il signor Flin.Il commissario Bob rifletté e chiese: “Ha degli impiegati?” “Sì, la signora Carla, i fratelli Plum e Slim.”“Ha qualche lettera da farmi vedere?” “Si” rispose Flin “ ecco”. Il commissario lesse: “Se non vuole ridursi al fallimento, deve darmi 100.000 euro” firmato “tu lo sai chi!”Il commissario Bob chiese : “Perché sulla lettera c'è scritto 'se non vuoi fallire'?”“Ecco, con la lettera è arrivato anche questo”. Il signor Flin fece vedere al commissario una pastiglia verde.“E quindi?” insistette il commissario.“Questa è una pastiglia che a contatto con l'acqua si scioglie e colora la biancheria, ed è talmente potente che neanche il detersivo più buono riuscirebbe a farlo sparire… e sarò rovinato!” rispose il signor Flin.“Mi darebbe gli indirizzi dei suoi impiegati?”“Ma certo” rispose Flin.Il commissario prese cappello e cappotto e se ne andò.

“Primo indirizzo: via dei Tulipani 12/10; vediamo cosa combina la signorina Carla”; ma non fece in tempo a nominarla, che la vide uscire dalla porta del palazzo.“ Interessante, alloggia in un appartamento di lusso! La pedinerò a distanza.” Mentre il commissario la seguiva, notò che oltre ad abitare in un palazzo guidava anche una macchina assai costosa. Qualche chilometro dopo la signorina Carla fermò la macchina, e anche il commissario Bob si fermò.“Un club di tennis per miliardari! E quello è il grande e costoso maestro di tennis Mok Keroket! A questo punto non mi stupirei se andasse a cena al Leark Hotel”.In effetti la signorina Carla andò proprio lì. Il commissario la seguì, ma mentre girava l’angolo ecco che si trovò la signorina Carla davanti che gli disse: “Commissario, mi sta pedinando?”“Signorina Carla, confessi: è lei l’artefice delle lettere?”“No, però le confesso di essere miliardaria, e che vorrei aprire una fabbrica di detersivi; ma non ho esperienza, per questo mi sono finta segretaria, per imparare il mestiere. La prego, non racconti niente al signor Flin!” “Va bene” promise Bob.Pensando fra sé, si disse: “Non mi rimane altro che spiare Plum e Slim: via Albertini 6/14.” Vedendo che le luci erano accese, il commissario spiò dalla finestra e vide Slim e Plum che lavoravano su qualcosa. Ad un tratto si sentì “Urrà! Forse ce

Laboratorio di scrittura: il racconto giallo

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l’abbiamo fatta Slim!” “Non cantiamo vittoria troppo presto,Plum!”“Sei il solito pessimista! Il verde è identico, e se anche l’effetto è quello che vogliamo, il signor Flin dovrà sganciare! Poco ma sicuro!”“Questa volta non ho dubbi, i ricattatori sono loro!” esclamò il commissario Bob... fino a quando non sentì: “Sono perfetti, Plum!”“Non resta che provarli Slim! Se i conti sono giusti questo renderà il Biancobel più potente, e Flin sgancerà a noi un bel premio: gli chiederemo 1000 euro, poco ma sicuro!Il commissario si disse: “Un altro buco nell’acqua. Penserò cosa fare domattina!”

Il mattino seguente, nell’ufficio di Flin. “Sembrano tutti innocenti, ma le lettere devono pur avere un autore…” “Purtroppo ho anche io cattive notizie! Ne ho ricevuta un’altra stamattina!”“Vediamo”“Contiene le istruzioni per il pagamento! Dovrà avvenire tra cinque giorni. Non mi resta altro che arrendermi!”.Qualcuno bussò alla porta. “Avanti!”“Signore, c’è Mister Blok della Biancoplus al telefono, ve lo passo?”“No, ditegli che lo richiamo più tardi!”. Il commissario notò che Flin era molto imbarazzato, e disse: “Ora devo andare, ma lei cerchi di guadagnare tempo perché non ho ancora finito le indagini”.“D’accordo”.Uscito, il commissario cominciò a riflettere: “Ho l’impressione che mi nasconda qualcosa, ma perché e cosa? Farò una visitina a Mister Blok.”

“Buongiorno, sono il commissario Bob!”“So bene chi siete, sono un vostro grande ammiratore! A proposito, come vanno le indagini per il ricatto?”“E lei come fa a saperlo?”“Me l’ha detto il signor Flin! Il mio collega è un fifone”“In che senso?”“Non avrei mai pensato che mi cedesse la fabbrica ad un prezzo così basso. Approfittando della sua paura comprerò la Biancobel, la chiuderò, e la Biancoplus resterà l’unica fabbrica di detersivi.”Il commissario pensò: “Antipatico ma innocente!”

Naturalmente, all’ultimo…“Non è stata un'indagine facile e mancano prove sicure, ma sono ugualmente riuscito a scoprire il falso ricattatore!”“Falso?”“In effetti, non si può ricattare se stessi, vero Flin?”

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“Dunque mi avete smascherato!”“Sì! Era un piano molto astuto, Flin. Punto primo: il Biancobel è un detersivo superato e non si vende quasi più!”“Ahimé, è vero!”“Punto secondo: ho saputo che in banca lei è sull'orlo del fallimento. Quindi sta tentando di vendere la fabbrica, ma per evitare troppe indagini del compratore ha finto di essere impaurito... quindi si è scritto le lettere da solo, e non si tratta di un ricatto, ma di truffa!”“No, vi potrà sembrare ridicolo, ma io sono onesto! Sapete a quanto ammontano i miei debiti in banca, vero?”“Sì, mi pare siano 322.000 euro”“Giusto; e guardate: è la stessa cifra per la quale cederò la fabbrica, e non guadagnerò niente. Mister Block ha promesso che se gli cedo la fabbrica non la chiuderà e il personale avrà il suo lavoro”.“Strano, a me ha detto invece che intende chiudere e licenziare tuttti. Posso usare il telefono interno? Tutto il personale nell'ufficio del signor Flin!”

Quando tutti furono riuniti, il commissario prese la parola.“Signor Flin, deve sapere che la signorina Carla è una miliardaria!”“Signor Bob, avevate promesso di non dire nulla, e...”“Calma: lo sa che la Biancobel è in vendita.? Se vuole, può comprarla!”“E' meraviglioso; ma non ho molta esperienza. Che ne dice se diventassimo soci, signor Flin?”“E io e Slim useremo la nostra invenzione e renderemo il Biancobel più potente … bla...bla...bla...” Il commissario allora li salutò e se ne andò, perché un altro caso lo attendeva.

Leandro Biondi

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BLACK FIRE

Era una notte fredda. Scinido Cudo arrivò al museo: quella stessa sera ci sarebbe stata la presentazione della “Black Fire”, la pietra più preziosa del mondo, posseduta dalla signora Ochika Caomura. Per prima cosa doveva ispezionare l'area. La pietra era già lì in posa, ma qualcosa non lo convinceva… era pieno di poliziotti, ma sul piedistallo in particolare non vi era neanche un allarme. Si avvicinò, la scrutò attentamente, poi prese la sua penna da cui uscì una lente da ingrandimento in miniatura; dopo qualche minuto si rese conto che la pietra era falsa. Decise di non dire niente; si recò dal direttore e, con naturalezza, chiese: “Salve, sono Scinici Cudo, il detective; mi saprebbe indicare l'hotel dove alloggia la proprietaria del Black Fire?” “Buona sera, Nabita Suche.” rispose l'uomo tozzo dietro la scrivania; poi continuò: “La signora alloggia nell'hotel all'altro lato della strada.” “Molte grazie.” Uscito dal museo, attraversò la strada trafficata e si trovò davanti a un grattacielo tutto illuminato. Entrato dalla grande porta girevole, si recò alla reception e chiese: “Buona sera, sono Scinici Cudo, detective privato. Sto cercando la signora Ochiko Caomura, mi saprebbe indicare la sua stanza?”Una gentile signora con gli occhiali gli rispose: “Sì, certo: camera venti, quarto piano.”“Molte grazie.” Il detective entrò nel grande e sfarzoso ascensore; dopo poco fu al quarto piano, percorse il corridoio color vaniglia; per terra c'erano tappeti da red carpet. Fiutò odore di pittura, non veniva dai muri del corridoio. Quando si trovò davanti alla stanza della signora, l'odore della pittura si fece molto più forte; bussò due volte, ma nessuno aprì: provò varie volte ad entrare ma non c'era niente da fare, così prese il passpartout che portava sempre nella tasca sinistra dei pantaloni. Quando riuscì ad aprire la porta, trovò una scena del crimine, ma senza vittima; notò subito una rosa nera: Kid era stato lì! Chiamò subito la polizia e l'ispettore Tocagy.

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Quindici minuti dopo arrivò l'ispettore del Dipartimento omicidi. Scinici non voleva perdere tempo, così disse: “Ispettore, prima che vi mettiate al lavoro vorrei dare un'occhiata in giro, se non vi dispiace”.“Certo Scinici, i miei uomini aspetteranno qui.”Scinici si guardò intorno. Per prima cosa notò la scritta sul muro destro dalla porta: era scritta con pittura rossa; si spiegò quel forte odore. La scrittta diceva: “Hai provato ad ingannarmi, ma non ci sei riuscita”.Andò in bagno, ma era tutto in ordine come in un salotto, a parte i mobili sporchi di pittura. Arrivò così alla terrazza, e lì scoprì il corpo: era appeso con una corda alla ringhiera.“Ispettore, ho trovato il corpo, faccia fare delle foto e poi lo faccia tirare su”.“Sì”.Il corpo non riportava né segni di strangolameto né ferite da taglio, ma notarono un forellino sulla spalla sinistra; guardando meglio, ce n'erano due.Il corpo fu poi portato in laboratorio per l'autopsia. Il detective continuava a pensare, ma non riusciva a farsi venire idee. Dopo quaranta minuti di attenta osservazione trovò un ragnetto: non era molto grosso, rosso, con una macchiolina sul dorso... capì subito: era un ragno velenoso, piccolo ma letale. Poi pensò: “Ma certo, Kid dev'essere entrato bussando alla porta; quando la vittima ha aperto, l'ha addormentata, ha scritto sul muro, poi ha messo il ragno sulla spalla della vittima e l'ha appesa alla ringhiera. Ma Kid cosa voleva dalla signora e perché l'ha uccisa?”

Il giorno dopo si recò al museo e chiese del direttore. Arrivato nel suo ufficio, il direttore lo salutò:“Cosa posso fare per lei?”“Parliamoci chiaro, ho notato che la pietra Black Fire è falsa! La signora è deceduta ieri pomeriggio.”“Non ne sapevo niente!”“Quindi lei non sa che all'interno della stanza contenente la pietra Black Fire non vi sono sistemi di sicurezza?”“No. Chiederò comunque conferma, le farò sapere.”“Come vuole”.

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Tornando a casa, Scinici era pensieroso. “Il direttore non era vestito allo stesso modo... ma certo, che stupido, non ho parlato con il direttore, ma con Kid!”. Poi escamò: “Ho risolto il caso! Ma ora devo acciuffare Kid!”Si sentiva in pericolo in quel vicolo, osservato...“Ciao, Scinici”.“Kid!” Poi di scatto, senza pensare, prese la sua penna e disse: “Non ti muovere!”“Ah ah ah! Cosa vuoi fare con una penna? Non credevo che un detective come te potessse cadere così in basso!” Dalla penna partì una freccetta che narcotizzò Kid. Successivamente fu portato via dalla polizia, ancora addormentato.

“Ispettore, la stavo aspettando”“Lei è stato fantastico!”“Grazie. Ma ora ascolti come sono andate le cose. La vittima voleva truffare chi avrebbe comprato una delle tante Black Fire che aveva, Kid l'ha uccisa, in conclusione per vendetta, solo perché lei aveva pensato di poterlo imbrogliare”“Tutti e due avevano sottovalutato il suo infallibile fiuto, caro Scinici!”

Jamila Sane

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LE NOSTRE PASSIONI

World Championships25-26 giugno 2016 Pisa

Erano arrivate finalmente le vacanze estive ma per me le sfide non erano ancora finite. Aspettavo con ansia il ventisei giugno, che arrivò piuttosto velocemente: quel giorno avrei dovuto affrontare i campionati mondiali di TAESOODO. Il TAESOODO è un'arte marziale coreana che risale a circa 2000 anni fa. In essa sono comprese tecniche morbide, dure, armi e due tipi di combattimenti: il ghtcontact e il grappling. Alle gare la partecipazione è libera: si può partecipare con il solo requisito di essere almeno cintura bianca.

L’evento si è svolto a Chianni in provincia di Pisa ed è durato due giorni. Il venticinque giugno si sono svolti seminari. I seminari sono delle lezioni, che in questo caso sono stati tenuti prima delle gare, in americano, dal fondatore e da suo figlio (emigrati in America un po’ più di quaranta anni fa). Dopo una lunga giornata passata a sentire traduzioni in italiano, mi sono resa vagamente conto che il giorno seguente avrei partecipato alle gare mondiali! La mattina successiva non sono riuscita a mangiare praticamente niente perché avevo lo stomaco chiuso per l’agitazione. Arrivati in palestra e fatto il riscaldamento, mi sono resa davvero conto a cosa andavo in contro. La prima sessione di gare che avrei dovuto affrontare era quella dell'orma a mano nuda (tecniche dure). Iniziarono a fare le categorie. Quando mi resi conto di essere l’unica ragazza della mia categoria e per giunta la più piccola, mi agitai un sacco. Ci portarono al tatami (tappeto) e iniziarono le dimostrazioni dei miei compagni. Dopo quello che mi sembrò un attimo una voce disse: “ … e si prepari Beatrice Beggi.” Il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto come se volesse uscirne. Non sentivo più nessun rumore, ero concentrata su quello che dovevo fare; poi mi chiamarono a fare la forma. Davanti a me, come giudice, c’era una persona che conoscevo, avevo seguito delle sue lezioni. Lo guardai negli occhi e iniziai a dire la mia presentazione prima in italiano, in inglese e per ultimo in coreano. Mi diedero il permesso di cominciare. Feci due passi indietro e, tornata a non sentire nessun rumore, cominciai a fare la mia forma; non mi rendevo conto nemmeno di quello che facevo. I miei unici pensieri erano quelli di fare le tecniche con più grinta possibile e di arrivare in fondo senza rovinare tutto. Dopo il saluto finale tornai al mio posto con il cuore che mi batteva in gola. Quando tutti ebbero finito di gareggiare, iniziarono a chiamare i vincitori, e le parole del giudice che annunciava i tre migliori partecipanti furono: “per la medaglia d'oro si presenti… Beatrice Beggi.” Dagli spalti si alzarono gli applausi e un urlo che ho scoperto in seguito essere di mia mamma. Si passò quindi a creare le categorie per le forme armate (tecniche dure e morbide dipendenti dalla forma). Anche questa volta ci portarono al tatami e iniziarono le

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competizioni. Quando fu il mio turno, ero molto più agitata della volta prima, perché con un bastone che è più alto di te di circa quaranta centimetri si può sempre fare una bruttissima figura. Arrivai davanti ai giudici con il cuore che mi batteva in gola. Finita la mia presentazione cominciai la forma; vedevo la punta del bastone ballarmi davanti agli occhi sempre più veloce. Al momento dell'assegnazione delle medaglie sentii: “… per la medaglia di bronzo: Beatrice Beggi!” Non riesco a descrivervi come mi sia sentita in quel momento! Verso le tre del pomeriggio ripresero le gare. Cominciarono con le categorie per il ghtcontact. Per i combattimenti si è divisi tra maschi e femmine, quindi ero in categoria con delle persone del mio corso. Ci prepararammo mettendoci le protezioni. Al tatami fecero le prime coppie per il combattimento. Io arrivai in finale. Ero agitatissima e mi tremavano le gambe e capivo ben poco di quello che ci diceva l’arbitro. Il combattimento iniziò e mi accorsi che il mio avversario teneva la guardia bassa, così iniziai a schivare buona parte dei suoi colpi, e quando vedevo uno spiraglio colpivo. Il tempo passava velocissimo, non sembravano nemmeno due minuti. L’arbitro ci fermò e mi resi conto che se avessi colpito un secondo prima saremmo andate al tempo supplementare. Vinsi la medaglia d'argento. Non posso certo essere triste di quelle due giornate: ero già felice di essere arrivata ai mondiali, per me era già una vittoria, forse la più grande che potessi avere. Al solo scrivere quello che è successo in quel giorno mi viene il batticuore!

Beatrice Beggi

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ORTO DIDATTICO

I lavori di Novembre

Siamo tornati nel nostro orto per i lavori di Novembre. Pietro prepara l'ultima aiuola mentre gli altri piantano le fave.

Siamo leggermente in ritardo con i tempi; tra poco dovremo tornare in classe e non abbiamo finito nemmeno la prima aiuola!

Accelerando la semina, abbiamo quasi finito anche l'ultima aiuola.

Abbiamo messo dei cartelli temporanei per avvertire della semina.

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L' orto è pronto, tra qualche giorno controlleremo le fave, e se necessario ripianteremo quelle soffocate.

E a Maggio ci aspettiamo di poterle mangiare

Gabriele Manca

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I DIRITTI DEI BAMBINI

Nell'ora alternativa a religione, la prof. Vinelli ci ha parlato di un argomento vicino a noi: i Diritti dei Bambini. Prima di tutto ci ha dato delle schede nelle quali erano elencati gli articoli della Dichiarazione dei Diritti dei Bambini dell' O.N.U., su cui ci ha fatto riflettere; dopo, a coppie, abbiamo scelto il diritto che ci ha colpito di più per svilupparlo. Abbiamo svolto il nostro lavoro prima su foglio e poi su computer, aggiungendo immagini; infine li abbiamo stampati, e questo è il risultato.

I DIRITTI I DIRITTI DEI BAMBINIDEI BAMBINI L’art. 9 della Dichiarazione recita

testuali parole:

“I bambini hanno il diri t to di viverevivere

insiemeinsieme ai loro genitori o comunque

li possono frequentareli possono frequentare”. Proprio per

questo abbiamo scelto codesto

articolo, perché ancora oggi molti

bambini cercano invanocercano invano i loro genitori venendo sempre ostacolatiostacolati o

comunque allontanati dal loro obbiettivoallontanati dal loro obbiettivo. Noi vogliamo motivare

ogni bambino a cercare le proprie origini per alimentare la sua

curiosità. Ma se i suoi genitori possono fargli del male sarà una sua

scelta incontrarli o no.

Aurora ed Emma

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Le nostre considerazioni:Nell'articolo 21 della Dichiarazione dei Diritti dei Bambini si parla di adozione e di come gli stati debbano tutelare i bambini.Questo fatto è decisamente in contrasto con l'articolo. Per noi è stata una cosa davvero scioccante: proprio per questo abbiamo deciso di approfondire l'argomento trattato. Vogliamo ricordare che ogni anno 1,2 milioni di bambini vengono ridotti allo stato di merce, venduti come schiavi o attirati nel giro della prostituzione con false promesse. Alessia e Sara

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