“Le avventure di Tonino l’invisibile” di Gianni Rodari · di Gianni Rodari tratte dai bambini...
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Scene da un libro...
“Le avventure di Tonino l’invisibile”
di Gianni Rodari
tratte
dai bambini e dalle bambine della 4B
della Scuola Primaria di Petosino
CAPITOLO I
Quella mattina, Tonino De Rosa, mentre
andava a scuola, pensava con tristezza alle
reazioni del maestro nel momento in cui avrebbe
scoperto che non aveva fatto i compiti.
Il giorno prima era il suo compleanno e
Tonino aveva preferito andare al cinema con il
babbo e raccontare una bugia alla mamma
piuttosto che fare i compiti.
Arrivato a scuola, Tonino, preoccupato, si
sedette al suo banco.
Entrò il maestro, con aria molto severa e, in
quello stesso momento, Tonino desiderò
diventare invisibile. Il maestro fece l’appello e,
quando arrivò al suo nome, chiese il perché
della sua assenza: la classe aveva gli occhi fissi
come se stesse guardando un banco vuoto.
Fu proprio in quel momento che egli comprese
di essere diventato invisibile. Iniziò così a fare
un sacco di dispetti ai compagni: tirò loro i
capelli, girò vorticosamente la lavagna e, infine,
cascò nel cestino della carta rovesciandolo. In
classe si creò una tale confusione che il maestro
dovette intervenire per tranquillizzare tutti.
Vergognandosi, Tonino uscì dall’aula e salì su
un tram senza pagare il biglietto.
CAPITOLO II
Sul tram, Tonino, si sedette in un posto libero.
Poco dopo arrivò una signora che appoggiò il
sacchetto della spesa sulle ginocchia del
ragazzino, così sembrava sospeso a mezz’aria.
La signora si mise a discutere col fattorino e
incolpò la società dei tram. I passeggeri allora
si divisero in due gruppi: quelli che accusavano
la società tramviaria di far viaggiare i
fantasmi e quelli che se la prendevano
allegramente. Si creò una gran confusione.
Allora un signore molto grasso, per riportare
tutti alla calma, decise di sedersi lui in quel
posto, così avrebbe dimostrato l’inesistenza dei
fantasmi. Il povero Tonino,temendo di essere
spiaccicato, si alzò velocissimo e così il signore
potè tranquillamente sedersi dimostrando che il
posto era libero.
Tonino e la signora, molto offesa, scesero dal
tram alla prima fermata.
Tonino entrò in una pasticceria e iniziò a
mangiare dolci di ogni genere. Ad un tratto la
commessa si accorse dei furti e incolpò il
Signor Pallotti di essere un ladro di dolciumi.
I due iniziarono a discutere, a incolparsi e
anche ad offendersi a vicenda, fino a quando
dovettero intervenire le forze dell’ordine che
portarono il Signor Pallotti fuori dalla
pasticceria.
Tonino andò al cinema a vedere un film di
cowboy, naturalmente senza pagare il biglietto.
Ma appena seduto sulla poltrona si
addormentò per svegliarsi solo alla fine del film.
Guardò l’orologio di un vicino: erano le dodici
e trenta, allora pensò di andare dai suoi
compagni per fare un pezzo di strada insieme.
CAPITOLO III
Tonino era fuori da scuola e aspettava che i
compagni uscissero...
Intanto faceva dispetti alle bambine che erano
già uscite.
L’uscita da scuola della 4B fu preannunciata
dall ’urlo di Tarzan di Nero bianco.
Tonino gli si avvicinò e lo prese con insistenza
per un braccio, nel tentativo di farsi vedere e
sentire. Il compagno cadde a terra, ma riprese
il cammino pensando di essere inciampato nei
suoi stessi piedi.
Tonino iniziò ad angosciarsi perché
probabilmente neanche la mamma non l'avrebbe
potuto né vedere né sentire e, con il cuore che
gli batteva come una tamburo funebre, corse a
casa. Il babbo e il fratellino Alberto stavano
già pranzando. La mamma, preoccupata per
l'ora tarda, andava avanti e indietro per la
sala e si affacciava inquieta alla finestra.
Tonino iniziò a piangere e decise di scendere in
cortile.
CAPITOLO IV
I ragazzi del palazzo, dopo pranzo, erano
soliti scendere in cortile per giocare, ma non
potevano fare dei veri e propri giochi perché era
proibito dal regolamento condominiale.
In mezzo al cortile cresceva un pino e, ai suoi
piedi, c’era un’aiuola rotonda che non si poteva
calpestare. Tonino entrò nell’aiuola e si sedette
appoggiando la schiena al tronco, tanto sapeva,
che il portinaio non poteva vederlo.
Sentiva e vedeva i ragazzi che si divertivano e
capì in quel momento come fossero importanti
certe cose: guardarsi in faccia, sorridersi,
prendersi a braccetto, chiacchierare, farsi i
dispetti e poi fare la pace.
Tonino si disse che la cosa più brutta del
mondo è la solitudine, perchè per essere felici si
ha bisogno degli altri.
Nel bel mezzo di questi pensieri una voce alle
sue spalle gli disse che era proibito stare nel-
l’ aiuola.
Tonino, ormai rassegnato, non si voltò neppure,
convinto che ormai nessuno potesse vederlo.
Era Paola, una bambina che abitava nel suo
stesso palazzo da una settimana, che gli chiese
se si sentiva male.
Tonino incredulo si voltò a guardare dalla
parte della voce.
La bambina, con un’enorme sciarpa rossa al
collo, lo fissava dritto negli occhi come se lo
vedesse.
Paola lo invitò a casa sua per mangiare e
Tonino accettò.
Lo fece attendere in anticamera e andò in cucina
a prendere un enorme panino, con grande
sorpresa della mamma che non credeva potesse
avere tanta fame.
Tonino divorò il panino e, quando entrò la
mamma di Paola in anticamera, si affrettò a
nascondersi, ma tanto la donna non lo vedeva.
Paola si mise a fare i compiti, doveva risolvere
un problema di matematica che a lei sembrava
stupido rispetto ai conti che faceva con la
mamma per le spese di casa. Tonino guardò
Paola con ammirazione, perchè gli aveva
dimostrato che anche un problema può essere
considerato una cosa interessante o stupida e
gli aveva fatto venire voglia di risolvere
problemi veri.
EPILOGO
Tonino davanti allo specchio della casa di
Paola vide la sua faccia. Poi afferrò per il
braccio Paola per farle vedere che era ritornato
visibile.
Paola era un po’ triste perchè le piaceva l’idea
di avere un ragazzo invisibile tutto per lei.
Dopo un po’di tempo arrivò la mamma di
Paola che salutò Tonino con un buongiorno,
scorgendolo mentre faceva le facce allo specchio.
La signora non fece altre domande poichè vide
il quaderno pieno di operazioni già svolte e le
bambole in ordine.
Tonino, consapevole di essere tornato visibile,
tornò a casa.
Prima di aprire la porta controllò se aveva la
bocca, le orecchie, gli occhi, il naso e il suo
adorato ciuffo. Tutto era al suo posto, così
entrò in casa e la mamma lo accolse con baci e
abbracci.
Tonino telefonò subito a Nero Bianco.
L’amico gli avrebbe voluto raccontare tutte le
cose che erano accadute a scuola e anche
Tonino aveva lo stesso desiderio, ma ritenne più
importante chiedergli i compiti.
Nero Bianco disse a Tonino che non aveva
bisogno di fare i compiti perchè aveva una
giustificazione di ferro, visto che era stato
ammalato. Ma Tonino insistette, così l’amico
gli diede il titolo del tema da fare: “Del senno
di poi son piene le fosse”, Tonino non capì
bene...
Alla fine, però, di questa esperienza, Tonino
aveva capito che nella vita non ci sono soltanto
le cose facili e divertenti, ma anche difficoltà,
problemi sciocchi e temi noiosi.
Aveva anche capito che in tutti i momenti della
sua vita (in casa, a scuola, in cortile) la cosa
più importante sarebbe stata quella di fare le
cose assieme. La cosa più brutta al mondo era
infatti lo star soli.
Tonino l’aveva provato,quando era invisibile, e
ora lo poteva dire.
the end!!!
Mappa delle emozioni….
Realizzato dai bambini e dalle bambine della classe 4^B della ScuolaPrimaria di Petosino - a.s. 2015/2016
Albani Rocchetti Dea
Angeretti Mirko
Baggi Andrea
Bonomi Mario
Capelli Manuel
Carminati Andrea
Carminati Giada
Crotti Michele
Donati Maria
Failla Francesco
Falgari Miryana
Gamba Marisol
Giusti Sara
Gotti Letizia
Igwe Anthonia
Milesi Benedetta
Pasta Luca
Pasta Michela
Pellegrinelli Maria
Predicatori Carlotta
Regazzoni Davide
Rota Lorenzo
Singh Gurcharan
Vassalli Isaia
Vozzi Luca
con la collaborazione delle insegnanti:
Graziella Finoro
Alessandra Gavazzi
Annalisa Zanda