“HABEMUS PAPAM” · n.2- marzo 2013 IL PONTE - Anno XXXXII Supplemento al n. 10 del 15 marzo...

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N.2- marzo 2013 IL PONTE - Anno XXXXII Supplemento al n. 10 del 15 marzo 2013 de “IL NUOVO GIORNALE” Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948 “HABEMUS PAPAM” FRANCESCO

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n.2- marzo 2013IL PONTE - Anno XXXXII

Supplemento al n. 10 del 15 marzo 2013 de “IL NUOVO GIORNALE”Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

“HABEMUS PAPAM”

FRANCESCO

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Bimestrale d’informazione e attualitàFondato nel 1971: da don Dante Concari

Direttore responsabile: don Davide MalobertiDirezione editoriale don Gigi Bavagnoli

Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Piero Lezoli, don Paolo Camminati, Sa-brina Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, Lucia Busconi Rusconi, Lorenzo Migliorini, Federico Zanelli, Michela Migliorini, Gianmarco Zanelli, Alberto Burgazzi, Michele Malvicini, Michele Anselmi, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi.Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Filippo Mulazzi, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875328Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859 Le collaborazioni sono sempre gradite.Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate a: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected] e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.

“Gesù è risorto!!!”: è questo l’annuncio che risuona

nella Chiesa finalmente illuminata dalla luce del

cero pasquale nella santa notte. Non basta che que-

ste parole escano dalla nostra bocca e dal canto del

coro: occorre che si affermino nel nostro cuore. Allo-

ra ci chiediamo: cosa significa proclamare e soprat-

tutto credere che Gesù è risorto? Vengono in mente

tanti tentativi di spiegazione, tanti ragionamenti che

si rivelano deboli davanti all’evidenza che quest’av-

venimento non trova in noi parole adatte a descri-

verlo. Troppo lontani da tutte le nostre prospettive

questa emergenza dal sepolcro, questo tornare alla

vita di Gesù: si tratta del suo passare ad un’altra

vita, per noi impensabile. Ci mancano le parole, ma

forse non sono le parole ciò di cui abbiamo davvero

bisogno in questo momento: ci occorrono gli occhi, e

il cuore, di Maria Maddalena che piange per la mor-

te del suo Signore e all’improvviso percepisce la Sua

presenza: una voce che chiama, un’apparizione che

nasconde ma che all’improvviso rivela la presenza

del Signore. Il dubbio che si tratti di un’illusione, di

un processo di autoconvinzione, lascia il posto alla

gioia di sentirlo vicino, di scoprirlo presente, come

prima, diversamente da prima, meglio di prima.

Su questo sentire inaspettato, su questa gioia impre-

vista che sgorga spontanea nel cuore, si basa la no-

stra fede: la fede della prima comunità cristiana, la

fede della Chiesa lungo il corso dei secoli, la nostra

fede. La fede di noi uomini di oggi, un po’ frastor-

nati, un po’ presi da mille cose, un po’ abbandonati

a noi stessi, alla ricerca di certezze solide cui ag-

grapparsi: ma la certezza che ci è donata viene dal

nostro fidarci di questa parola, dal credere in que-

sta presenza nascosta eppure reale di un Signore che

continua a chiamarci con la dolcezza e la fermezza

del suo essere qui, in mezzo a noi.

Credo che la prima cosa che ci è chiesta sia proprio

quella di sostare davanti alla Croce che oggi fiorisce,

davanti al sepolcro finalmente vuoto, davanti al Mi-

stero di un Dio morto per noi che, con la sua mor-

te, ha messo in scacco la morte. Da questa sosta, da

questa contemplazione potranno nascere quei gesti

di speranza che esprimono la nostra riconoscenza

per questo Signore, che dona la vita perché la vita

possa fiorire in tutta la sua pienezza.

Don Gigi

Sulla tua bocca e nel tuo cuore

Editoriale

Le processioni a Ponte

Nei prossimi due mesi si svolgeranno a Pontedell’Olio tre processioni: quella del vener-dì santo è sempre frequentatissima e non c’è nemmeno bisogno di ricordarla. Le altre due, negli ultimi anni, hanno visto calare drasticamente la partecipazione dei fedeli. Le riproponiamo all’attenzione della comunità, per capire se valga la pena mantenere la tradizione oppure chiuderla. Si tratta della processione della Madonna del popolo che, da due anni, si svolge alla sera del sabato dopo Pasqua (che si terrà quest’anno il 6 di aprile) e quella del Corpus Domini, nella quale si porta il SS. Sacramento per le vie del paese e quest’anno si farà nella sera di giovedì 30 maggio. Avremo il sostegno della Banda, ma la Banda non sarà sufficiente se mancheranno i fedeli.

Direzione e Collaboratori del “Ponte”augurano

Buona Pasquaa tutti i lettori

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Approfondimenti

I l Papa si dimette: un evento inaspettato!!! Dopo un primo momento di turbamento, dopo tutto

il clamore mediatico scatenato da una decisione che sembrava impossibile fino a un minuto pri-ma, subentra la riflessione; e la riflessione porta a far emergere oggi, a pochi giorni prima del Con-clave, alcuni punti importanti per il futuro della Chiesa.Il primo è necessariamente legato alla persona di Joseph Ratzinger, e ci fa dire che ogni papa imper-sona e interpreta il suo essere papa secondo la pro-pria personalità, il proprio carattere, la propria sensibilità. Giovanni Paolo II era papa, Benedetto XVI faceva il papa: nel suo caso c’è sempre stata una certa distinzione tra la sua persona e il mi-nistero che era stato chiamato a svolgere. Questo lo portava a differenziarsi dal papa precedente, per il quale persona e servizio papale, carisma, destino personale e ministero petrino coincide-vano perfettamente: il papa vigoroso e forte degli inizi, il papa viaggiatore e predicatore durante tutto il pontificato, il papa vecchio e malato degli ultimi anni. A questo papa, che si è volontariamente dimes-so dall’incarico, abbiamo tutti rimproverato di non avere carisma, senza capire dall’inizio che la sua in-tenzione era quella di far scomparire la sua persona per fare emergere l’alto ministero cui era chiamato. E quando Benedetto XVI si è reso conto che le sue forze gli impedivano di svolgere pienamente il servizio di papa, in una chiesa che deve affrontare sfide vera-mente grandi e deve prendere decisioni coraggiose, allora ha deciso di tornare ad essere semplicemen-te Joseph Ratzinger: una scelta che rivela umiltà ma non debolezza, forte realismo e non pura delusione.Il significato teologico del gesto è grandioso: il Papa non è la Chiesa, non è possibile identificare in una persona tutta quanta la Chiesa, rispetto alla quale il Papa svolge un servizio; il suo primato è un primato di servizio, un primato d’amore. “Servus servorum Dei, Servo dei servi di Dio”, il titolo medioevale del papa torna a guadagnare una sua profonda verità. E per quanto il Papa possa contare su un’assisten-za speciale dello Spirito santo, una “grazia” di sta-to come insegna la dottrina tradizionale, egli deve ricordarsi sempre che questa “grazia” necessita del-la sua collaborazione, è un dono che viene a cade-re sulla sua umanità, e quindi richiede una realtà

Il Papa si dimette

umana piena e autorevole. Affermare tutto questo nella società di oggi, così attenta a valorizzare e a mitizzare le figure di rilievo (dagli uomini politici agli attori e cantanti, fino ai grandi cuochi…), signi-fica interrompere quel rilievo sacrale e mitico che da sempre circonda la figura e la persona del Papa, ri-portandola ad un piano più realistico e quindi vero.Da questa riflessione si deduce una conseguenza sul piano della dottrina della Chiesa: in una maggior consapevolezza del valore e dei limiti del ministero petrino, si può e si deve realizzare meglio quella co-munione tra tutti i Vescovi della Chiesa che il Conci-lio aveva già indicato come momento decisivo per il costituirsi della Chiesa stessa. Certamente la collegia-lità e la sinodalità sono state ripresentate dal tempo del Concilio a tutt’oggi, ma questo passo del Papa im-pone di riprendere in mano il discorso e di avviarlo ad un’attuazione sempre più efficace: sul piano della comunicazione come sul piano della corresponsabi-lità. Alla collegialità episcopale va certamente affian-cato un più aperto e sincero dialogo con tutti i mem-bri della comunità cattolica, non solo con i religiosi e i sacerdoti ma anche con i laici, per poter cogliere la voce dello Spirito che “soffia dove vuole”, anche negli angoli più problematici della storia. Abbiamo visto quanto bene abbiano fatto alla Chie-sa i momenti in cui si è potuto discutere apertamen-

te dei problemi e delle sfide provenienti dal mondo contemporaneo, in cui ci si è confrontati e a volte anche scontrati, per trovare la strada buona per la Chiesa e per il suo servizio al mondo: dal Concilio Vaticano II al nostro Sinodo diocesano sono passati rispettivamente cinquant’anni e vent’anni, però ab-biamo ancora nel cuore i sentimenti di speranza e di apertura di allora e oggi possiamo meglio percepi-

re i riflessi di questi momenti dello Spirito. Un Papa che si dimette e rimette nelle mani del Collegio dei cardinali il destino della Chiesa sembra incoraggiare un’e-voluzione verso una forma decisamente più collegiale dell’esercizio del ministero petrino: una curia più aperta, una pos-sibilità di parola più larga, un’effettiva condivisione dei problemi e delle possi-bili vie di soluzione. E tutto questo non per un disegno elaborato a tavolino da un papa teologo, ma come frutto di un ascolto serio e obbediente della voce dello Spirito: che parla al cuore del Papa anche nelle vicende tormentate della comunità cristiana, che si esprime anche nelle voci sofferenti di chi si sente lontano da una chiesa ancora troppo rigida nelle sue for-me istituzionali.

Con il suo gesto umile e colmo di fiducia nella forza dello Spirito, il Papa emerito Benedetto ci invita a so-gnare, a progettare, a costruire una Chiesa diversa, mentre ringraziamo Joseph Ratzinger per quello che ha fatto, nella sua piena libertà e nella sua totale ob-bedienza allo Spirito.

Don Gigi Bavagnoli

Le dimissioni del Papa

Benedetto XVI°, dimettendosi dal ministero papale, ha compiuto un gesto straordinario, dimostrando co-raggio ed umiltà e suscitando commozione ed ammirazione in gran parte dell’opinione pubblica.

Questo evento cambia la natura del papato ridimensionandone la percezione sacrale, conseguente ad una logica di potere spirituale assoluto, per restituirla alla visione evangelica di un ministero al servizio della cri-stianità e dell’umanità.Il gesto di Benedetto XVI° si pone in forte contraddizione con la mentalità corrente di ricerca di potere e di successo ad ogni costo ed incoraggia con l’esempio tutti coloro che esercitano qualche ministero nella chiesa a mettersi in gioco, lasciando spazio con generosità ai laici ed al rinnovamento nella direzione indicata dal Concilio Ecumenico Vaticano II°. Giovanni Paolo II° ha perseverato nell’esercizio del ministero di san Pietro sino alla morte, nonostante le grandi sofferenze di una malattia invalidante: questa scelta può sembrare in contraddizione con quella delle dimissioni di Benedetto XVI°, ma se andiamo più in profondità, emergono più analogie di quanto appare a prima vista.Innanzi tutto, entrambi i pontefici hanno manifestato pubblicamente ogni aspetto delle loro scelte al ‘popolo di Dio’ ed hanno seguito la volontà di Dio suggerita dalla loro coscienza.Il loro esempio ci indica come sia importante per ogni cristiano la trasparenza della propria vita e l’ascolto del-la coscienza, che è la voce di Dio dentro di noi: è indispensabile per tutti coltivare la capacità di riconoscere ed ascoltare questa Voce vivendo con grande umiltà l’amore verso il Padre e verso il prossimo, in ogni circostanza della vita. L.C.

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“Vengo dalla fine del mondo. Pregate per me”

L’argentino Jorge Mario Bergoglio eletto Papa Francesco

Il 266esimo Pontefice della Chiesa cattolica è l’ar-gentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, gesuita, ar-civescovo di Buenos Aires. Il primo pontefice su-damericano della storia si è affacciato alla loggia di San Pietro poco dopo le 20, con un abito semplice, la talare, e senza stola, in segno di umiltà. “Fratelli e sorelle buona sera, sapete che il dovere del Conclave era dare un papa a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo... Ma siamo qui”.

Nel suo primo discorso in piazza San Pietro, il papa ha poi pronunciato il Padre nostro per il “vescovo emerito Benedetto XVI” e si è rivolto ai fedeli chie-dendo sostegno. “Vi chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo una preghiera a Dio, dal popolo, perché benedica il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”, ha detto.

Secondo molte testimonianze, Bergoglio nel concla-ve del 2005 che elesse il suo predecessore Benedetto XVI, chiese in lacrime ai cardinali di non essere elet-to, prima della quarta e decisiva votazione.Alle 19,06 dal comignolo su San Pietro è uscita la fumata bianca. Un boato, grida e bandiere dei fedeli hanno accolto la fine del Conclave. In migliaia da ore aspettavano sotto la pioggia davanti alla basilica. Dopo i primi minuti di incertezza e di stupore, è in-cominciata la festa. Una folla di almeno 100.000 per-sone si è riversata nella piazza, mentre suonavano le campane per dare l’annuncio dell’elezione. Nume-rosi gli applausi, ma anche lacrime e commozione: l’elezione del pontefice è stata salutata con messaggi di felicitazioni da tutto il mondo.

La scelta è avvenuta al quinto scrutinio, nella secon-da giornata di Conclave. C’è stato stupore quando il protodiacono, cardinale Jean-Louis Tauran, ha pro-nunciato l’atteso habemus papam e il nome del nuo-vo pontefice. Qualcuno si è fermato per recitare il rosario in ginocchio sul sagrato. Altri sono rimasti sorpresi e si sono chiesti chi fosse.“Ha scelto il nome per San Francesco”. In una confe-renza stampa dopo il voto, il cardinale Usa Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha confermato: Il “Papa ci ha detto che ha scelto il nome di Francesco in onore di Francesco di Assisi”.

San Francesco d’Assisi e sotto il saluto del neo elet-to papa Bergoglio a Piazza San Pietro

Il messaggio del Vescovo di Piacenza

Gianni Ambrosio

Esprimiamo la nostra gioia per l’elezione del Cardi-nale Giorgio Mario Bergoglio a Successore di Pietro. Nella sorpresa e nell’emozione di questo momento, ci rendiamo conto della bellezza del mistero del-la Chiesa, una realtà viva, cattolica, cioè universale, animata dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo. Siamo invitati ancora una volta a guardare oltre, a non fermarci alle cose di superficie, a riconoscere che la Chiesa, popolo di Dio in cammino nella storia non è un’istituzione costruita a tavolino. Vediamo nella Chiesa la sua realtà visibile, storica, fatta da uomini che camminano su questa terra, in mezzo alla polvere, ma, con gli occhi della fede, possiamo scorgere in essa la sua realtà spirituale che ci apre a Dio, ci conduce alla vita divina, ci assicura la comu-nione con Gesù Cristo e con i tutti i fratelli.

Pieni di fiducia nell’azione di Dio, rinnoviamo la fi-ducia nella Chiesa e nella vita della Chiesa, che è il corpo del Cristo risorto: è in questo corpo che lo Spirito agisce per donare il Vangelo, la buona e bel-la notizia, a tutti gli uomini. Nella gioia e nella luce di questo mistero della Chiesa, accogliamo il nuovo Papa con il cuore pieno di gratitudine a Dio e ai fra-telli Cardinali che hanno eletto il cardinale Bergoglio come Vescovo di Roma: siamo in comunione con il successore di Pietro, siamo uniti al Vescovo di Roma, sede di Pietro.

Il nuovo Papa è figlio di emigranti italiani e por-ta con sé una storia che ci tocca profondamente. Ho subito pensato al nostro Vescovo Scalabrini e al suo impegno per gli emigrati piacentini e italiani nel ‘nuovo mondo’, il continente delle Americhe. Ed è stato spontaneo pensare alla sua gioia nel vedere che è diventato Papa un figlio di emigrati italiani: lo è anche per tutti noi, che abbiamo nel beato Scala-brini un grande padre nella fede e un maestro dal cuore generoso e dall’orizzonte aperto.

A Sua Santità Francesco diciamo con le ultime parole di Benedetto XVI: ti promettiamo da subito «incon-dizionata reverenza ed obbedienza». E ti assicuriamo la preghiera a quel santo straordinario di cui porti il nome, Francesco, il poverello di Assisi, patrono della nostra Italia, il frate innamorato di Dio, di tutti i fratelli, del creato.

Gianni Ambrosio Vescovo di Piacenza-Bobbio

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Pubblichiamo l’intervista - di un anno fa - di An-drea Tornielli a Jorge Mario Bergoglio, allora arci-vescovo di Buenos Aires.

Nel recente concistoro, che si è tenuto nel mezzo delle polemiche per le fughe di documenti dalla Se-greteria di Stato vaticana, Benedetto XVI ha voluto che i cardinali parlassero della nuova evangelizza-zione. E il Papa ha richiamato i porporati allo spirito di servizio, richiamando tutti all’umiltà. L’arcivescovo di Buenos Aires, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, che ha origini familiari torinesi, è una delle figure di spicco dell’episcopato latinoamericano. Nella sua diocesi, Buenos Aires, già da tempo la Chiesa va nel-le strade, nelle piazze, nelle stazioni per evangelizza-re e amministrare i sacramenti. Vatican Insider lo ha intervistato chiedendogli di commentare i lavori del concistoro e le parole del Pontefice. Come vede la decisione del Papa di indire un anno della fede e di insistere sulla nuova evan-gelizzazione? Benedetto XVI insiste nell’indicare come prioritario il rinnovamento della fede, e presenta la fede come un regalo da trasmettere, un dono da offrire, da condi-videre un atto di gratuità. Non un possesso, ma una missione. Questa priorità indicata dal Papa ha una dimensione di memoria: con l’Anno della fede fac-ciamo memoria del dono ricevuto. E questo poggia su tre pilastri: la memoria dell’essere stati scelti, la memoria della promessa che ci è stata fatta e dell’al-leanza che Dio ha stretto con noi. Siamo chiamati a rinnovare l’alleanza, la nostra appartenenza al popo-lo fedele a Dio Che cosa vuol dire evangelizzare, in un contesto come quello dell’America Latina? Il contesto è quello emerso dalla quinta conferenza dei vescovi dell’America Latina, che si è tenuta ad Aparecida nel 2007. Ci ha convocato a una missione continentale, tutto il continente è in stato di missione. Si sono fatti e si fanno dei programmi, ma c’è soprat-tutto l’aspetto paradigmatico: tutta l’attività ordinaria della Chiesa si è impostata in vista della missione. Questo implica una tensione molto forte tra centro e periferia, tra la parrocchia e il quartiere. Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia. Si deve evitare la malattia spirituale della Chiesa autoreferen-ziale: quando lo diventa, la Chiesa si ammala. È vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e

a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferen-ziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzia-lità, non ho dubbi nel preferire la prima. Qual è la sua esperienza a questo proposito in Argentina e in particolare a Buenos Aires? Cerchiamo il contatto con le famiglie che non fre-quentano la parrocchia. Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve, cerchiamo di es-sere una Chiesa che esce da se stessa e va verso gli uomini e le donne che non la frequentano, che non la conoscono, che se ne sono andate, che sono indif-ferenti. Organizziamo delle missioni nelle pubbliche piazze, quelle in cui si raduna molta gente: preghia-mo, celebriamo la messa, proponiamo il battesimo che amministriamo dopo una breve preparazione. È lo stile delle parrocchie e della stessa diocesi. Oltre a questo cerchiamo anche di raggiungere le persone lontane attraverso i mezzi digitali, la rete web e dei brevi messaggi. Nel discorso al concistoro e poi nell’omelia della messa di domenica 19 febbraio, il Papa ha insistito sul fatto che il cardinalato è un servizio come pure sul fatto che la Chiesa non si fa da sola.

Come commenta le parole di Benedetto XVI? Mi ha colpito l’immagine evocata dal Papa, che ha parlato di Giacomo e Giovanni e delle tensioni inter-ne ai primi seguaci di Gesù su chi dovesse essere il primo. Questo ci indica che certi atteggiamenti, certe discussioni, sono sempre avvenute nella Chiesa, fin dagli inizi. E questo non ci dovrebbe far scandalizza-re. Il cardinalato è un servizio, non è un’onorificen-za di cui vantarsi. La vanità, il vantarsi di se stessi, è un atteggiamento della mondanità spirituale, che è il peccato peggiore nella Chiesa. È un’affermazio-ne questa che si trova nelle pagine finali del libro “Méditation sur l’Église” di Henri De Lubac. La mon-danità spirituale è un antropocentrismo religioso che ha degli aspetti gnostici. Il carrierismo, la ricerca di avanzamenti, rientra pienamente in questa monda-nità spirituale. Lo dico spesso, per esemplificare la realtà della vanità: guardate il pavone, com’è bello se lo vedi da davanti. Ma se fai qualche passo, e lo vedi da dietro, cogli la realtà … Chi cede a questa vanità autoreferenziale in fondo nasconde una miseria mol-to grande.

In che cosa consiste, allora, l’autentico servizio del cardinale? I cardinali non sono gli agenti di una ONG, ma sono servitori del Signore, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, che è Colui che fa la vera differenza tra i cari-smi, e che allo stesso tempo nella Chiesa li conduce all’unità. Il cardinale deve entrare nella dinamica del-la differenza dei carismi e allo stesso tempo guarda-re all’unità. Avendo coscienza che l’autore, sia della differenza come dell’unità, è lo stesso Spirito Santo. Un cardinale che non entri in questa dinamica, non mi sembra sia cardinale secondo ciò che chiede Be-nedetto XVI».

Questo concistoro si è tenuto in un momento diffici-le, di tensione, a motivo della fuga di documenti dal Vaticano.

Le parole del Papa come aiutano a guardare a questa realtà? Le parole di Benedetto XVI aiu-tano a vivere questa realtà dal punto di vista della conversione. Mi è piaciuto che l’ultimo conci-storo si sia tenuto alle soglie della Quaresima. È un invito a guarda-re alla Chiesa santa e peccatrice, a guardare a certe mancanze e a certi peccati senza perdere di vista la santità di tanti uomini e di tante donne che operano oggi nella Chiesa. Non devo scanda-lizzarmi perché la Chiesa è mia madre: devo guardare ai peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma. E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e buone che ha compiuto, non tanto delle man-canze o dei suoi difetti. Una ma-dre si difende con il cuore pieno d’amore, prima che con la parole. Mi chiedo se nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l’amore per la Chiesa. Può dire com’è vista, com’è percepita la curia romana dall’esterno? Da me è vista e vissuta come un

organismo di servizio, un organismo che mi aiuta e mi serve. A volte giungono notizie non buone, spesso amplificate e talvolta anche manipolate con scandalismo. I giornalisti a volte corrono il rischio di ammalarsi di coprofilia e così fomentare la coprofa-gia: che è poi il peccato che segna tutti gli uomini e tutte le donne, cioè quello di guardare sempre alle cose cattive e non a quelle buone. La curia romana ha dei difetti, ma mi sembra che si sottolinei troppo il male e troppo poco la santità di tantissime perso-ne consacrate e laiche che vi lavorano.

Sotto Benedetto XVI e il nuovo papa Jorge Mario Bergoglio

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Sorpresa e felicità per un’elezione veloce che ha scelto un papa proveniente da terre lontane, e che porta il nome di un frate “umile e gioioso, in grado di chiamare la morte “sorella” e il nemico “fratel-lo”. Così il vescovo di Piacenza, Gianni Ambrosio, saluta l’arrivo di papa Jorge Mario Bergoglio.

“L’eredità del nome di Francesco è gioiosa, non è causuale la scelta di affidarsi a un Santo vissuto in momento storico non diverso dal nostro - spiega -. Del resto Francesco era figlio di un mercante, e anche adesso l’economia, il mercato sembrano guidare le nostre vite.

L’esempio di San Francesco, un frate in armonia con i fratelli e con la natura, saprà davvero illu-minare il pontificato del nuovo papa”.

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Perché tutti gli anni nel periodo quaresimale i par-roci ripropongono la rievocazione della via Cru-

cis? Perché ogni venerdì dobbiamo rivivere le tappe che condussero Gesù sul Calvario? Perché togliere mezzora alle nostre frenetiche giornate per ricordare che Gesù venne condannato, insultato, schiaffeggia-to, cadde sotto il peso della croce ed infine morì sulla croce come il peggiore dei malfattori? Ma so-prattutto perché proporre la via crucis ai bambini ed ai ragazzi? In definitiva le preghiere ripetitive e mo-notone sono appannaggio delle signore di una certa età che ancora vivono dei precetti preconciliari…. Per i più giovani le cerimonie vanno adattate, create a loro misura, perché non si annoino, perché par-tecipino volentieri e raccontare una “storia” lugubre come la via crucis non è di moda, addirittura po-trebbe essere controproducente per il loro cammino di fede. Ecco! Al più la via Crucis potrebbe essere diventare il tema di uno dei tanti video giochi che riempiono la giornata dei ragazzi: un’avventura che finisce con la morte del protagonista accompagnato dalla scritta inquietante “GAME OVER” (il gioco è finito)… Ed invece, a ben vedere, nella via Crucis di Gesù è racchiusa tutta la dottrina del Maestro che sovverte quelli che già alla sua epoca erano i canoni della vita comune: il successo, le feste, la vita como-da, quella vita comoda che lo stesso Giuda credeva di conquistare con le trenta monete con cui vendette il suo più caro amico o quella vita facile perché de-

La Via Crucis nel 2013

filata che sperava di fare Pietro rinnegando di cono-scere il Nazareno.Per questo la via Crucis è utile per riportarci con i piedi per terra, per riscoprire che la vita non sempre ti promuove, molte volte, anzi ti condanna, ti spo-glia del tuo orgoglio, anche ingiustamente; per ri-scoprire che le nostre croci quotidiane sono pesanti, ci fanno cadere non una, ma più volte ed ogni volta è sempre più difficile rialzarsi e continuare, soprat-tutto quando gli amici ti voltano le spalle o sembra-no guardarti con scherno. Ed è proprio quando vedi che la tua vita sta andando a rotoli, quando la vita ti “inchioda” e ti mette al muro senza che tu riesca a vedere una via d’uscita, proprio in questo momen-to vedi lampeggiare quel sinistro “game over” che vuole annientare tutto e ti vien voglia di arrenderti. Ma è proprio un game over, una fine di tutto? NO, perché è proprio in questo momento che si spalan-ca l’ultima finestra della via Crucis, quella quindice-sima stazione che si spalanca sullo splendore della Resurrezione.Allora, alla luce della speranza che ci viene dal Ri-sorto, arriviamo a comprendere che la via Crucis non è roba per “addetti ai lavori”, non è storia di morte ma di Vita ed è la pagina più importante della nostra fede e, lungi dall’essere una perdita di tempo è il modo migliore per fermarci a riflettere sul più grande e gratuito gesto d’amore mai compiuto.

Sabrina

A PROPOSITO DI 8 PER MILLE…

Il Sovvenire, servizio per la promozione del sostegno economico della chiesa cattolica, ha reso noto ai sacerdoti italiani la distribuzione dei fondi raccolti con la firma dell’8 per mille lo scorso anno. 479 milioni di Euro sono stati destinati a progetti di culto e pastorale quali spazi di aggregazione soprattutto nelle periferie delle grandi città, piani antidisoccupazione per i giovani e per il restauro delle chiese antiche.364 milioni di Euro sono andati per il sostentamento dei sacerdoti diocesani, in quanto l’istituto per il sostentamento del clero formato dalle proprietà lasciate da privati alla Chiesa per il manteni-mento dei sacerdoti, garantisce loro lo “stipendio” solo per 3-4 mesi. Con l’8 per mille si garantisce una rendita annua fissa anche a quei sacerdoti anziani e ammalati, nonché ai missionari.255 milioni di Euro sono stati utilizzati per la carità in Italia e nel Terzo Mondo: mense dei poveri, case-famiglia, progetti anti-usura, prestiti anticrisi per le famiglie, ambulatori medici gratuiti, mi-crocredito.Nel 2012, inoltre, 3 milioni di Euro sono stati consegnati ai terremotati dell’Emilia Romagna.In Italia solo il 43% degli aventi diritto firma a favore dell’8 mille e di queste firme l’82% sono a favore della Chiesa Cattolica.La propria scelta va espressa ogni anno durante la dichiarazione dei redditi sia con il mod. 730 che con l’Unico. Anche chi non fa la denuncia dei redditi può devolvere l’8 per mille dei redditi degli italiani mediante la propria firma sul CUD.

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Brezze su San Giacomo e San Martino

Vita dalle parrocchie

Tramontane fresche di novità e scirocchi caldi di tradizione..ecco..se dovessi dare un senso al

nuovo consiglio pastorale Ponte-Riva , che è stato appena eletto, lo vedrei come questi due venti!Un gruppo di persone, coraggiose e intraprendenti, con spirito di iniziativa e voglia di lavorare a cui è stato chiesto un impegno..quello di essere un forno di idee, di pensieri, di occasioni e di portare avanti un progetto che da decenni fa di Pontedell’Olio uno dei “fornai” più attivi e attenti della nostra zona.Il nuovo consiglio si è riunito il 18 febbraio per la prima volta per fare un punto della situazione insie-me a Don Gigi e Don Giuseppe.Ovviamente il consiglio è un’organo che propone, come ha spiegato bene Don Gigi all’inizio dell’in-contro, e quindi l’ultima parola rimarrà quella del parroco ma questo non può che essere uno stimolo in più per provare, per proporre iniziative sapendo che qualunque voce sarà ascoltata. Il consiglio è la voce del paese e quindi noi abbiamo il dovere di ascoltare le voci e le richieste e voi pontolliesi ave-te il diritto di chiedere e fare in modo che le idee vengano poste all’attenzione della parrocchia. Ma anche se un freddo martedì di febbraio doveva solo essere una sera per conoscersi, il lavoro è subito iniziato e abbiamo cominciato ad analizzare i prin-cipali problemi da affrontare. Siamo una parrocchia attiva e quando si fanno le cose non tutto è solo

positivo e facile. Si è parlato dei cambiamenti dei sa-cramenti che la nostra parrocchia sta affrontando in modo costruttivo e accettato da tutti e della catego-ria dei genitori, che invece ha qualche problema in più poichè non sempre le famiglie aiutano i ragaz-zi a credere nella parrocchia e noi che dedichiamo tempo e spazio non sempre vediamo la fiducia con cui vorremmo lavorare.Sappiamo che non sempre la Chiesa è stata un luo-go di fede però non si può generalizzare senza pro-vare a conoscere chi ci lavora e chi si applica per un ideale cristiano. Si è discusso anche della mancanza di persone per poter portare avanti i progetti e di alcuni obbiettivi, tra cui l’impegno della Caritas e dell’oratorio, che saranno tra le prime cose ad essere approfondite nei prossimi mesi.Le idee ci sono e anche il senso del dovere non manca:porteremo avanti un lavoro iniziato dai con-sigli e dai Don precedenti con passione!...mancano solo un po’ di persone..per questo faccio un appello a tutti coloro che vogliono dedicare un po’ di tempo alle nostre attività. Se avete anche solo un’ora alla settimana e volete dedicarla alla parrocchia contatta-te qualcuno del consiglio pastorale. Le attività sono le più disparate e sicuramente trovate quello che fa per voi... Da oggi noi siamo al lavoro...l”in bocca al lupo “ è per tutti..che sia un consiglio attivo e labo-rioso!

Ogni anno il rito si ripete, una tradizione che ormai tutti i ragazzi della parrocchia conoscono e amano. La veglia dei giovani che ogni vicariato organizza in contemporanea in un venerdì di Quaresima porta con

sè qualcosa di magico, di inaspettato. Non so se i ragazzi vengano per pregare, o forse più per confrontarsi, per stare insieme, perchè di momenti come questi ce ne sono davvero pochi. A dirla a parole per qualcuno suonerebbe male: “una veglia di preghiera”...nessuno però spiega che ci sono solo ragazzi, che i parroci scen-dono dal loro “altare” per dialogare e confrontarsi con i ragazzi, camminano al loro passo, che è una sera in cui magari si starebbe in casa e allora perchè non condividere insieme a tanti altri le parole del vangelo in un’atmosfera però speciale?Io penso di aver conosciuto più persone alle veglie e ai viaggi con la parrocchia che in tutte le mie esperienze ed ora che rivedo i miei coetanei che da educatori accompagnano i ragazzi più piccoli come faccio io ed è umanamente bellissimo.Lo spostarsi nella notte, condividere una parola a piccoli gruppi, conoscere pensieri diversi e commenti che non si è soliti ascoltare fanno di questa serata un momento che ti rimane impresso...torni a casa dicendo “ho iniziato la Quaresima insieme a tutti i ragazzi della Val Nure ed è stato bello”.Mi piace a tal punto come occasione che mi piacerebbe fin organizzarla come mi è capitato di fare ormai cinque anni fa...Carmiano, con le sue luci e il suo borgo antico, inoltre ha fatto del suo meglio per creare l’atmosfera giusta per questo momento che tutti i ragazzi dovrebbero cogliere.

Samuele

Ragazzi in preghiera

Veglia dei giovani in Valnure a Carmiano

Si è svolta la tradizionale “Veglia dei giovani” -per i ragazzi della parrocchie valnuresi- nella Chiesa di

San Giovanni Evangelista a Carmiano di Vigolzone.

Ad accompagnarli, oltre ai catechisti, erano presenti don Luigi Carini di Carmiano, don Piero Lezoli di Vi-golzone, don Gigi Bavagnoli e don Giuseppe Piscina di Ponte dell’Olio, don Angelo Sesenna di Bettola, don Franco Saliani di San Polo, don Gianni Bergomi di Podenzano, don Stefano Garilli di San Giorgio e don Giusuè Brito di Pontenure.

Dopo un momento di preghiera in Chiesa, i giovani si sono radunati all’esterno, dividendosi in quattro gruppi e – guidati dai parroci- hanno riflettuto in-sieme sul significato della fede.

Durante le riflessioni sono state accese quattro fiac-cole -segno luminoso della fiducia che anima le gio-vani generazioni- portate dai ragazzi stessi. Sucessivamente si è contemplato insieme, all’inter-

no della chiesa, un quadro del pittore Rembrandt raffigurante la “Parabola del Figlio perso” (il figliol prodigo), tratta dal Vangelo di Luca.La vicenda racconta di un secondogenito, bramoso delle ricchezze accumulate dal padre ancora in vita, che decide di sperperarle lontano da casa. Una vol-ta dilapidata la fortuna, si vergogna di ritornare dal padre per chiedere aiuto. Il padre gli va incontro e lo accoglie benevolmente e –contro il parere del pri-mogenito, ubbidiente al padre- lo perdona.

Il quadro ammirato in chiesa raffigura l’abbraccio del figlio al padre, un abbraccio che ridà senso alla loro vita, al loro legame, e ha il sapore di rinascita.Il figlio prende coscienza di sé, riconosce di aver peccato e di aver sbagliato.Al termine della parabola, i giovani presenti sono stati chiamati all’altare per ricevere un anello, simbo-lo dell’appartenenza al Padre.

Filippo Mulazzi

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Sogna, ragazzo, sogna...

“Sogna ragazzo sogna” cantava Vecchioni. Sono que-sti versi che mi sono venuti in mente non appena mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sul nostro orato-rio.Quando, qualche anno fa, abbiamo dovuto chiuderlo per risolvere tutti i problemi che si erano creati all’in-terno sembrava un’utopia l’idea che in poco tempo potessimo riaprirlo. Non è stato facile e questo gra-zie anche ai pontolliesi, soprattutto quelli a cui piace tanto parlare e poco aiutare che subito ne han dette di tutti i colori su un posto di cui mai hanno varcato la soglia...Io spesso mi son chiesto: ma questo posto per anni non è interessato a nessuno, adesso che chiude viene criticato da mezzo mondo e Don Gino e Don Renzo sono messi alla graticola? E ora che riapre grazie a un gruppo di genitori volenterosi ancora critiche perchè adesso interessa a tutto Ponte?La gente è strana ma ho imparato ad assecondarla e a cercarne il lato positivo...e il percorso di riapertura fortunatamente non è più utopia e grazie a chi ci ha creduto, a chi si è chiuso le orecchie quando serviva chiuderle, a chi ha pianto perchè non ha saputo con-trobattere alle critiche!Grazie perchè ora l’oratorio è aperto ed è una base preziosa di appoggio per i gruppi dei ragazzi, per la parrocchia e per tutti coloro che vogliono venire per sostare, per ascoltare, per condividere...L’utopia quindi si è trasformata in sogno...sì, vi sem-

brerà strano che dica questo ma è così!Vi spiego meglio: da una parte è vero che l’oratorio è aperto in alcuni momenti, che è bello vedere la zona piena di ragazzi il venerdì che corrono e si divertono, che è ben augurante vedere le luci accese il sabato sera per qualche corso di cucina con i ragazzi...nel mio sogno però l’oratorio è aperto spesso, in estate è pieno di bambini anche se il catechismo non c’è, i tornei che continuano anche quando le scuole fini-scono, il parco utilizzato da giovani e anziani...Lo sogno come un posto dove non si fanno gran-di eventi ma dove ogni giorno la quotidianità viene portata avanti con passione...vedo un’area utilizzata da tutti in cui non ci sia arroganza e la credenza di esserne padroni perchè noi non possediamo proprio niente...credo in un oratorio di tutti, che non tolga il lavoro a nessuno nel paese ma che sia un punto di riferimento per i ragazzi che escono e che possono decidere di venire come di andare da un’altra parte...Questo sogno però non si può realizzare solo con le nostre forze poichè ci mancano tempo e forze..ovviamente un grazie va a chi sta lavorando mentre io scrivo, ma per ampliare il servizio servono forze fresche! Per questo aspettiamo sempre chiunque ab-bia un po’ di tempo per aiutarci!Nel frattempo il sogno continua e non smetteremo di crederci per poter replicare a un sogno che ci stimola e ci da forza nel nostro servizio!

Samuele

“ Anche quest’anno il comune di Vigolzone ha organizzato la vacanza invernale ad ALASSIO per i concit-tadini della terza età. Il periodo trascorso nella bella località ligure si è svolto dal 2 al 16 febbraio. Le gior-nate sono trascorse tra lunghe passeggiate sul lungomare ed escursioni nell’entroterra rivierasco. Mega

partite di briscola e tresette impegnava-no i dopocena. Nella prima settimana di soggiorno abbiamo ricevuto la gradita vi-sita del nostro Sinda-co Francesco Rolleri e della gentile consorte. Nell’occasione il Sin-daco ha offerto un’ot-tima torta e un calice di buon spumante”. augurano a loro an-cora tanta strada in-sieme!”

Vigolzone, in cammino per la Cresima

È con grande gioia, impegno e responsabilità che il giorno 24 Febbraio 2013 abbiamo presentato alla

Comunità di Vigolzone i nostri ragazzi che il prossi-mo anno riceveranno il sacramento della Conferma-zione.

Siamo consapevoli della grande responsabilità che Dio ci ha affidato nel preparare il loro cammino che li renderà evangelizzatori della “parola” che è stata letta, commentata e condivisa nei nostri incontri di Catechismo.

Il nostro impegno è un costante ascoltare i loro bi-sogni ed essere un punto di riferimento nella nostra comunità. Lo stare insieme ci rende cariche di affetto verso il prossimo arricchendo la nostra vita.

Ci auguriamo di avere l’aiuto dai genitori nell’asse-condare le nostre richieste di impegno e presenza costante agli incontri con uno scambio di idee per catturare l’interesse dei nostri figli.

In questa giornata i nostri ragazzi di prima media hanno costruito una croce, simbolo diocesano del-la Quaresima e letto le preghiere da loro scritte in gruppo per sottolineare le varie tappe dell’amore di Cristo per noi.

Un grazie particolare alla costante presenza e colla-borazione di alcune mamme durante l’ora di catechi-smo e il supporto tanto gradito di Don Piero.

Le catechiste Paola e Sabrina

Sotto il gruppo dei ragazzi che riceverà il Sacramento della Cresima

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Una volta mi hanno detto che c’è chi afferma: “Se piove la sera dell’incontro di Azione Cattoli-

ca, non si presenta nessuno: gli aderenti all’A.C. non sono abbastanza motivati per uscire di casa sotto la pioggia.” Sabato 7 febbraio si sono aperte tutte le cateratte del cielo. Ma il Teatro Municipale di Piacenza, dove si è concluso il Meeting Diocesano di Azione Cattolica di quest’anno, era pieno per intero. Alle due del pomeriggio, nonostante il diluvio, 30 aderenti all’Azione Cattolica di Vigolzone tra Ragazzi, Giovanissimi, educatori e genitori simpatizzanti sono partiti alla volta del Meeting Diocesano della Pace. Il titolo della giornata era “capACi di pACe”, con riferi-mento al Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace, che quest’anno ha come tema il ruolo degli operatori di pace. Tutta la Chiesa dedica ogni anno il mese di Gennaio alla riflessione sul tema della pace, e la conclusione di questo periodo, vissuto in genere con particola-re intensità dall’Azione Cattolica, è tradizionalmen-te celebrata dal Settore Ragazzi con il Meeting che riunisce i ragazzi di tutte le parrocchie della nostra Diocesi. Ma quest’anno il meeting è stato molto di più: oltre ai Ragazzi, sono stati coinvolti anche i Gio-

vanissimi e gli Adulti. Dopo un primo momento vis-suto singolarmente da ciascun settore, la giornata si è conclusa per tutti al Teatro Municipale. I Ragazzi si sono riuniti all’oratorio della Parrocchia del Corpus Domini. Qui li hanno accolti gli imman-cabili Tappabuchi, la band dell’ACR, cui però sta-volta nel galvanizzare le folle ha fatto concorrenza il bizzarro duo di educatori dell’equipe che ha re-interpretato in chiave “Acierrina” la celebre canzone “Gangnam Style”, che è diventata “Acierre style”, con grande esaltazione dei ragazzi. Una serie di giochi e attività li hanno poi aiutati a riflettere sul tema della Pace nella loro vita quotidiana, intesa come cessazio-ne dei conflitti e come aiuto di chi soffre. Ai Giovanissimi è stata fatta conoscere la realtà del-la cooperativa agricola sociale “La Magnana”. Hanno incontrato coloro che hanno dato vita a questo pro-getto, che mira all’inserimento lavorativo di chi ha alle spalle una storia di disagio e di sofferenza, di chi è “svantaggiato sotto il profilo psico-fisico e socio-relazionale” e non sarebbe in grado di lavorare in un contesto “normale”. I Giovanissimi hanno anche ascoltato la testimonianza di chi è stato aiutato dai volontari e dagli operatori della cooperativa: persone che hanno vissuto delle forti situazioni di conflitto,

che ora stanno “facendo la pace con se stessi e con il mondo”. L’aspetto più bello che è emerso dalle loro parole è il desiderio di fare a loro volta del bene per qualcun altro, di farsi portatori di quell’affetto che hanno ricevuto. Gli Adulti hanno invece incontrato Monsignor Bet-tazzi, che ha vissuto il Concilio Vaticano II, e che, partendo dai temi di quest’ultimo, ha proposto un’a-nalisi sulla situazione attuale della Chiesa. Al Teatro Municipale, per la conclusione, erano riu-nite 600 persone. I Ragazzi eran tutti in platea, elet-trizzati, con i volti colorati e fiocchi e collane di carta crespa, souvenir di ogni meeting che si rispetti; i Giovanissimi sbucavano dai loggioni, e gli Adulti oc-cupavano regalmente i palchi. E’ stato conferito il premio intitolato a Stefania Ros-si, grande figura di A.C., alla professoressa Scokai Astorri di Fiorenzuola, che si è distinta per il suo impegno a favore dei più deboli. Poi, buio sulla platea, luci sul palco. Compaiono due personaggi; uno suona, l’altro narra e dipinge: ci racconteranno il Vangelo. Su tre grandi pannelli, mentre la voce cambia di continuo per distinguere i diversi personaggi, l’attore traccia figure stilizzate e perfette, nella loro semplicità: poche linee sinuose e compaiono il volto di Gesù, la figura della Madonna

e i volti attoniti delle folle che ascoltavano il Maestro. Durante il racconto della Passione, tutto si tinge di rosso. E infine musica trionfale e luci più intense, a simboleggiare la Resurrezione. Arianna

In foto Greta e Lucia

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Gruppi del Vangelo a Vigolzone

Nell’assemblea parrocchiale di pre-parazione delle elezioni del nuo-

vo consiglio pastorale è nata l’esigenza di creare nuovi ‘gruppi del Vangelo’ per una catechesi degli adulti più ef-ficace. Per questo don Piero ha orga-nizzato in occasione della Quaresima delle serate con questo scopo presso le famiglie che si rendono disponibili, a rotazione. Nei primi due incontri, abbiamo gustato la bellezza e la forza del Vangelo, che ci suggerisce sempre nuovi orizzonti per la nostra vita quotidiana.Mi ha colpito la ricchezza delle esperienze, frutto dei cam-mini di Fede diversi che in queste occasioni diventano un dono reciproco che arricchisce e rinforza le convinzioni di ciascuno. La Parola di Dio vissuta se è comunicata ed ascoltata, ha un effetto grandissimo nella crescita umana e cristiana delle persone.Don Piero ci ricorda l’importanza della comunione per la trasmissione della Fede oggi: non basta più una testimo-nianza solo individuale, che rimane comunque necessaria, ma oggi deve essere visibile la presenza di comunità cri-stiane vive ed aperte. Molti, consapevoli dell’importanza che hanno avuto per la propria formazione esperienze forti, propongono di organizzare la partecipazione a ritiri, pellegrinaggi e manifestazioni ecclesiali significative che lasciano il segno, come le Giornate Mondiali della Gio-ventù, la visita a comunità come Bose, Taizè, Loppiano, Sermig e pellegrinaggi ad Assisi, Lourdes, Fatima, Medju-gorie, Terrasanta.Per la gioia che abbiamo provato nei primi incontri dei ‘gruppi del Vangelo’ a cui abbiamo partecipato, nasce in tutti la speranza di continuare questa esperienza anche dopo la Quaresima, ripetendo modalità già praticate in altre diocesi, che sarebbe utile conoscere più a fondo,

anche per allargare i nostri orizzonti oltre i confini della parrocchia, del vicariato e della diocesi. Luigi Capra

La giornata sta finendo, invece di non aspettare altro che il potermi rilassare in famiglia, mi organizzo per uscire di nuo-vo. La padrona di casa ci accoglie frater-

namente in una stanza preparata apposta per la serata: poltrone e sedie in cerchio, un caldo camino acceso e qualche prelibatezza che si intravede dalla cucina. Ec-comi ad aspettare gioiosamente chi entrerà dalla porta: con chi condividerò questa sera i miei pensieri e le mie speranze? Il gruppo del Vangelo così, itinerante, con un bel gruppetto di amici, è un appuntamento prezioso nella settimana, mi stimola a riflettere sul mio cammino. I par-tecipanti sono attenti, raccolti, affrontano la Parola come un messaggio vivo rivolto ad ognuno singolarmente. Ci interroga, si fa attuale, ci spinge ad esternare i nostri punti di vista, a raccontare a che punto siamo della strada, a domandarci come sta la nostra fede, cosa sta cambian-do nella nostra comunità. Le nostre differenti sensibilità accentuano di volta in volta sfaccettature diverse ed è in-credibile vedere come parole vecchie di secoli sappiano ancora parlare all’uomo di oggi. Parlarci così a cuore aper-to rende la parola di Dio più vicina a noi, rende concre-ta la parrocchia, rende la fede di noi cristiani una brace ardente... che ci interroga e ci provoca nella nostra vita affettiva, lavorativa, sociale, politica. Il confrontarsi così crea comunità nella Comunità, rafforza i legami fra noi, ci tranquillizza nelle nostre paure e ci spinge verso l’unica via dell’accoglienza reciproca. Mi piace il gruppo del Van-gelo. Non potrei farne a meno. Perchè non vieni anche tu? Giovanni

Ricordo del Venerdì Santo

Venerdì santo lontano lontanoVorrei riviverti, ma sogno invano;Sei solo un rimpianto di gioventù;Ma so che ormai non tornerai più. Guardavo incantato Carlino, Che tutto raccolto suonava il quartino; La riga gialla sul suo berretto; Una lucina sul suo libretto.Era un libretto così complicato,Di righe e palline tutto intricato.Come facesse a capire mi domandavo,Ma di risposte non ne trovavo. Nelle vetrine lungo il paese Era un tripudio di luci accese.

Mentre la banda lenta passava La marcia funebre la gente ascoltava.Marce che oggi ancora rammentoDa quei momenti di raccoglimento.Gli squilli acuti di BenedettiE i dolci trilli dei clarinetti. I bassi gravi, così poderosi, Che ci rendevano tutti pensosi. Di tutto resta solo un ricordo Che dentro risuona come tenue accordo.Sedici anni allora io avevoE quasi niente allor comprendevo;Tanti di più ne conto adesso,Ma ne capisco tanto lo stesso. Bruno Fornelli

Il nuovo Consiglio diocesano dei ragazzi (CDR), i cui membri sono stati eletti nei rispettivi gruppi

dell’ACR parrocchiali, si è riunito per la prima volta domenica 24 febbraio nella parrocchia di Vigolzone.Dopo il progetto dello scorso anno, culminato con la stesura e l’invio di una lettera al Papa contenente i sogni ed i desideri dei ragazzi negli ambiti di vita da loro scelti e vissuti, in questa prima parte del nuovo mandato, i consiglieri si impegneranno ad indagare i cambiamenti, le positività e le innovazioni apportate dal concilio Vaticano II nella Chiesa e lo faranno par-tendo dalla loro esperienza parrocchiale.Tutto il lavoro confluirà nella realizzazione di un cor-tometraggio che vuole esprimere le cose belle trova-te dai ragazzi nelle parrocchie, come specchio e ri-flesso della Chiesa da loro vissuta e come possibilità concreta per esprimere la propria fede.In questo primo incontro i consiglieri ACR hanno mosso i primi passi nel Vaticano II tentando di com-prendere la portata di questo evento e delle sue ori-gini rivivendo, seppur con l’immaginazione, quella famosa serata di luna piena del 11 ottobre 1962 con il discorso di papa Giovanni XXIII. Dai vari documenti conciliari sono state sviscerate alcune parole cardine del rinnovamento e proposte

ai membri eletti che hanno tentato di coglierne il senso ed il significato. I ragazzi, in seguito, hanno tentato di abbinare al-cuni semplici stralci dei documenti alle parole che avevano appena conosciuto. Dopo essersi addentra-ti nel Vaticano II attraverso questo primo momento, ecco che i ragazzi entreranno in azione nelle loro parrocchie tentando di ricercarne, al suo interno, la presenza delle parole analizzate anche mediante l’ausilio di persone che possano dar loro informa-zioni preziose a riguardo come ad esempio i loro parroci. Questo sarà il punto di partenza del pros-simo incontro del Consiglio diocesano dei ragazzi che si terrà domenica 17 marzo nella parrocchia di Castelsangiovanni.Il CDR è nato nel 2006 come organo di rappresen-tanza dei ragazzi dell’ACR e vuole essere espressione concreta di quel protagonismo che caratterizza ogni singolo componente dei gruppi di Azione Cattolica. I suoi membri, rappresentanti delle varie parrocchie in cui è presente l’ACR, vengono eletti ogni due anni dagli stessi ragazzi. Il consigliere ACR avrà il compi-to di dar voce a tutti i componenti dell’ACR della sua parrocchia e di renderli partecipi del lavoro svolto all’interno del consiglio.

Marco Vino

Azione cattolica ragazzi: debutta il nuovo Consiglio

Per la prima volta si è riunito domenica scorsa in parrocchia a Vigolzone. Il prossimo sarà il 17 marzo a Castelsangiovanni

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Vita dalle associazioni

L’associazione Geni-tori compie cinque

anni: un bilancio e un rilancio

L’Associazione Genitori nasce nel settembre 2008 a Ponte dell’Olio da un gruppo di genitori che vo-levano confrontarsi e condividere i problemi e le difficoltà riguardanti il rapporto con i figli. Il nucleo iniziale di famiglie aveva in prevalenza bambini piccoli o neonati, perciò le prime attività sono state dedicate a questa fascia d’età. L’iniziativa dell’Associazione si è poi velocemente espansa su fasce d’età diverse e anche sul territorio, coinvol-gendo attivamente anche famiglie di Bettola e Vi-golzone.L’Associazione si è posta come interlocutrice tra fa-miglie, Scuole e Comuni, cercando di dare voce alle necessità e alle problematiche delle famiglie. Sulla base di quanto emerso dall’indagine “Essere famiglia nel nostro paese”, con 563 questionari ritornati tra Ponte dell’Olio e Vigolzone, sono partiti diversi pro-getti di formazione per bambini, ragazzi e genitori tenuti da esperti, tra cui:• “Essere adolescenti oggi” (2010) – natodall’esigenza dei genitori e degli insegnanti di af-frontare i problemi di aggressività e bullismo;• “Genitoriinascolto”(2011)–progettostrut-turato in due parti. Una dedicata ai genitori, con incontri su diverse tematiche. L’altra parte ha coin-volto tutti i bambini dai 5 ai 12 anni dei Comuni di Ponte dell’Olio e Vigolzone e li ha portati a espri-mersi sulle qualità (positive o negative) del loro pa-ese attraverso le loro emozioni;.

• “Giornatedellasostenibilità”(2011e2012)–Incontri e attività di gioco all’aria aperta per adulti e bambini, con l’obiettivo di sensibilizzare la popola-zione al rispetto dell’ambiente;• “Volontariamente”(2012)–hacoinvoltotut-ti i ragazzi delle scuole medie di Vigolzone, Ponte dell’Olio, Bettola, Farini e Ferriere e tutte le associa-zioni di volontariato del territorio. Lo scopo era far conoscere ai ragazzi e toccare con mano il volonta-riato locale.• “Comunitàeducante(2013)–progettoattual-mente in corso di realizzazione, che ha lo scopo di creare una rete tra tutti gli enti del nostro territorio che si occupano a vario titolo dei nostri figli: scuola, società sportive, catechismo, Comuni, servizi socia-li...Questi progetti, oltre alla loro valenza formativa ed educativa, hanno anche dato accesso a finanziamen-ti con i quali sono state acquistate attrezzature didat-tiche a beneficio di tutti i ragazzi dei paesi di Ponte dell’Olio, Vigolzone, Bettola, Farini, Ferriere (Voca-bolario nuovo per ogni classe delle scuole medie di Ponte dell’Olio e Vigolzone, Software didattico per bambini dislessici per la scuola di Ponte dell’Olio, microscopio per la scuola di Vigolzone, cancelleria per le scuole di Bettola, Farini e Ferriere). Ascoltando le esigenze delle famiglie l’Associazione ha proposto anche attività molto pratiche, come

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” • Grestestivodai3ai6anni• Corso di pronto soccorso per l’etàpediatrica, realizzato dalla Pubblica Assisten-za Valnure in diverse edizioni (per un totale di circa 100 partecipanti);• Corsosull’allattamentoalsenoperilsostegno della mamma nelle prime fasi della vita del bambino;• Incontri di aggregazione e socializ-zazione come gli Happy Venerdì (incontri invernali di mamme con bambini piccoli per giocare insieme, leggere favole, fare meren-da...), feste varie e cene a tema;• Cinemaperbambinieragazzicon5-6 proiezioni all’anno la domenica pome-riggio durante il periodo invernale• Corsidiingleseinestate• Mercatino del riuso: nato dall’esi-genza educativa di scambiarsi cose non più utilizzate (giochi, passeggini, lettini, libri, abiti...). In occasione di fiere (a offerta libe-ra) il mercatino ha permesso di finanziare l’acquisto di beni per la comunitá: ne sono esempio la rilegatrice e l’impianto voce per la Scuola Materna; il contributo alla scuola elementare; l’acquisto di libri per la bibliote-ca e il progetto d’acquisto di un’impastatrice per la cucina della Scuola Materna.

Quest’anno l’Associazione rinnova il suo di-rettivo. Per coloro che si sono impegnati in questi 5 anni è molto importante che nuove famiglie vengano coinvolte, sia per portare nuove idee e risorse umane, sia per aiutarci a capire quali sono gli obiettivi che l’Asso-ciazione deve porsi nei prossimi 2 anni. Tut-te le famiglie sono perciò invitatissime ai 2 incontri che si terranno:Venerdì 22 marzo 2013 e Venerdi 5 aprile presso la sede di Teleponte alle 20,45nel corso dei quali sarà definita l’attività dell’Associazione per i prossimi anni e sa-ranno individuate eventuali disponibilità a partecipare attivamente. Per chi vi ha par-tecipato in questi anni lavorare insieme tra persone che non si conoscevano è stata un’esperienza molto bella, che ha arricchito. Ora c’è bisogno di nuove idee, nuove ener-gie, nuovo entusiasmo.

Il Direttivo (uscente)

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Adozioni a distanza

Temesghen e Rita Angosom hanno grandi occhio-ni vellutati che guardano increduli quel piccolo

apparecchio che cristallizza l’attimo su un foglio di carta, Temesghen e Rita vivono in uno sperduto vil-laggio dell’Africa ed ogni mattina percorrono diversi km sulle polverose strade dell’Eritrea per andare a scuola in aule che molto spesso hanno pavimenti di terra battuta e lì consumano anche un pranzo fruga-le preparato dalle suore, che molto spesso è l’unico pasto della giornata.

Eppure Temesghen e Rita non si lamentano, anzi sorridono con quel sorriso che conquista e che trovi solo nei bambini africani che nascono “già grandi” perché la vita li mette a dura prova ogni giorno tra miseria, malattie e lavoro infantile che laggiù è cosa assolutamente normale.

Nonostante tutto Temesghen e Rita sono bambini fortunati perché nella missione gestita dalle suore Figlie di Gesù Buon Pastore hanno trovato una se-conda famiglia e l’opportunità di un riscatto riceven-do un’istruzione che certamente è mancata ai loro genitori e vivendo quell’infanzia cui tutti i bimbi del mondo avrebbero diritto.

Il tutto è reso possibile oltre che dalla dedizione delle suore, tutte africa-ne, da quando il governo eritreo ha allontanato tutti i religiosi stranieri, anche dal buon cuore di tante persone che sostengono le adozioni a distanza.

E Temesghen e Rita, ri-spettivamente dal 2004 e dal 2005, sono “figlie” della parrocchia di Vigol-zone che da diversi anni organizza la vendita delle torte durante la festa della vita per raccogliere i fondi necessari per garantire a questi bambini un futuro migliore.

Pensando a quanto costa mantenere un bambino in Italia, sembra impossibile che con meno di quattro-

cento euro in Africa un piccolo abbia una qualità di vita superiore alla media per un anno intero e contemporaneamente sia possibile aiutare la fami-glia che ha una media di cinque figli.

Oltre alla parrocchia, anche diversi parrocchiani han-no optato per la formula dell’adozione a distanza, non per mettere a tacere la coscienza di fronte ad un atto di generosità, ma come scelta convinta di voler aiutare una popolazione che ha moltissime risorse e che solo per squallidi giochi di potere viene tenuta nell’ignoranza e che solo la caritatevole volontà del-le suore e dei religiosi tenta di dare dignità ai tanti ragazzi e ragazze che hanno un modo di vivere così lontano dal nostro, ma che come noi hanno il diritto di crescere sereni, istruiti, senza essere sradicati da quella splendida e tremenda terra che è l’Africa.

Terra d’Africa che recentemente ha accolto suor Lui-sella Sebastiani, ultima madre superiora a Vigolzone ed ora madre superiora della casa Madre di via Maz-zini, che è riuscita a visitare le cinque missioni che le figlie di Gesù Buon Pastore hanno in Eritrea.Lì suor Luisella ha trovato, parole sue, tanta povertà, ma anche tanta dignità; per questo le suore Haima-not e Medhin hanno chiesto altre adozioni a distanza

anche se sanno bene che l’Italia sta vivendo un mo-mento molto difficile.

Già da anni funziona a Debarwa una scuola materna che ospita 380 bambini ed una filanda. Anche nelle tre case che si trovano in varie zone dell’Eritrea e che sono raggiungibili solo con enormi difficoltà a cau-sa della mancanza di strade, le missionarie lavorano instancabilmente per offrire sostegno ai bisognosi ed ai più piccoli, inoltre organizzano corsi di taglio e cucito per le donne affinchè possano imparare un lavoro.

Pur nella povertà l’Africa è ricca di vocazioni: infatti durante la sua permanenza in Eritrea, suor Luisella ha assistito alla professione dei voti permanenti da parte di 10 suore, mentre altre 5 hanno preso i voti temporanei, simboli di una chiesa che continua a germogliare e a portare frutto.

Sabrina

Rita

Temesghen

Facevamo la “Caritas” senza saperlo. In realtà con la raccolta della carta per la Quaresima e l’Otto-

bre missionario (destinazione Paragominas, sede del primo impegno missionario di don Gianni), e degli stracci (per sostenere la Caritas diocesana), ci diver-tivamo un sacco.Poi vennero i campi di lavoro nei paesi terremotati, il lavoro del Volontariato Vincenziano con malati e an-ziani, l’accoglienza delle persone in difficoltà e tante altre iniziative.Vennero anche anni in cui testimoniare la fede con l’impegno solidale sembrò perdere di significato ed importanza, culminati con lo scioglimento del Volon-tariato Vincenziano. Per fortuna la ciclicità della sto-ria, interviene anche nelle piccole storie e così, dal gruppo Unitalsi che da tempo opera nel supporto ai pellegrinaggi a Lourdes, è generata l’opera, preziosa quanto impegnativa, della settimanale assistenza agli ospiti della Casa di Cura per favorire la loro parteci-pazione alla messa. E altre iniziative che, per quanto procedano un po’ in ordine sparso, rappresentano

Gruppo Caritas a Pontedell’Olio

segnali significativi di una nuova voglia di “mettersi a disposizione”: dalla raccolta di generi alimentari, alla vendita delle torte, delle piantine d’ulivo e tante altre.Si è soprattutto manifestata l’esigenza di dare organi-cità a questa nuova consapevolezza, al desiderio di rimettersi in gioco.E questo “sentire” si è concretizzato in occasione del primo incontro del nuovo Consiglio Pastorale, in cui ha chiaramente preso corpo la necessità di costituire un “Gruppo Caritas”.Occorre, come detto, mettere a sistema quello che già si sta facendo e, forse soprattutto, allargare spazi e provare a misurarsi con impegni quali le nuove povertà, i problemi dell’integrazione, il costante ve-nir meno del sostegno pubblico nel sociale (vuoi per carenza di risorse, vuoi per latitanza culturale).Insomma il lavoro c’è, la volontà pure e, soprattutto, la porta d’ingresso è spalancata: per chi ha idee, braccia e tempo da “sprecare” per gli altri.

Gianmarco Ratti

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Scuola infanzia

Un saluto a tutti dalla Scuola dell’Infanzia, ab-biamo mantenuto le nostre promesse ed aper-

to il nostro articolo con il nuovo canto quest’anno imparato, che va ad aggiungersi agli altri, “E’ Bello”, Alleluia”, “Santo” e “Vivere la vita” con i quali è sta-ta allietata la funzione di Domenica 3 Febbraio che celebra la vita. I bambini, oltre che con i citati canti, hanno contribuito con l’esposizione di un bellissimo cartellone riportante un firmamento notturno (ogni

stella è un bambino della nostra scuola) , parte-cipato all’offertorio e detto le preghiere dei fedeli, anche i genitori hanno apportato il loro contributo alla funzione leggendo le letture. Gli ingredienti che hanno contribuito a rendere “magica” questa funzio-ne sono: impegno, collaborazione e partecipazione, tre elementi che rendono speciale la vita in primis e l’esperienza nella nostra scuola poi, è infatti con il costante impegno di ogni componente della no-stra grande famiglia scuola, con la collaborazione tra scuola e famiglia e la partecipazione attiva che si rende speciale l’esperienza di ogni bambino, genito-re ed insegnante all’interno della nostra realtà.

Altro appuntamento cui vi avevamo rimandati era il carnevale in piazza di Domenica 10 Febbraio, allora, siamo stati o no di parola!? “A spasso nel cielo con Mork” non era un carro spaziale!? Per tutto ciò, un grande grazie a nonni e genitori sempre più fanta-siosi che anche quest’anno hanno creato magnifici costumi, sorpresa anche per le insegnanti, che per indole e mestiere, di fantasia dovrebbero essere ric-che!! Ebbene ogni anno di più le maestre si sono

fatte battere in inventiva, bravi!! Ma la sorpresa le insegnanti l’hanno riservata ai piccini il giorno di Carnevale, chi lo avrebbe mai immaginato di trovare le ma-estre in pigiama e bigodini ad attendere i piccoli Spider man o ad aprire le porte del palazzo a principi e principesse!? Tra la sorpresa e lo stupore generale la mat-tinata si è svolta in allegria tra giochi e risate.Terminati i “bagordi” ecco iniziare con il Mercoledì la Quaresima ed ad aprire i quaranta giorni che precedono la Santa Pasqua accogliamo Don Piero che spiega il significato di questo periodo ed impar-tisce ad ogni bambino ed insegnante le Sacre Ceneri.Come avrete immaginato la scelta della nuova canzone non è stata casuale (vedi prima strofa) cosi come l’allestimento del carro, infatti, impegni “mondani” a parte, la nostra scoperta del cielo e di tutto ciò che lo concerne continua. Se volete, po-trete scoprirlo percorrendo gli ambienti della nostra scuola ricchi di esperimenti e cartelloni nuovi riguardanti il tema.Arrivederci e …. A presto!!!!

Maestra Sara

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Momenti felici

In occasione del cinquantesimo an-niversario di nozze dei coniugi DELFO

SARTORI e ROSA VILLA, desideriamo

pubblicare sul pe-riodico IL PONTE la fotografia in allega-

to e quanto segue:

“Il 23 Febbraio 2013 hanno festeggiato

le nozze d’oro Delfo e Rosa; Emanuela e Gianni, con i nipoti Alessandro e Federi-co augurano a loro

ancora tanta strada insieme!”

Ciao, ci sono anch’io…. Filippo Gazzi

I nostri bimbi

Contrappunti

- Non erano tante le persone che, prima delle elezioni, dichiaravano che avrebbero votato M5S e non erano poche quelle che manifestavano critiche nei confronti di Grillo e dei suoi metodi. Improvvisamente, dopo il 25 febbraio, il numero di coloro che affermano di avere votato il Movimento di Grillo è aumentato in modo esponenziale, così come quelli che dichiarano di essere, da sempre, suoi estimatori. E’ l’ennesima conferma che “gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso del vincitore”.

- In politica (e non solo) nulla avviene mai per caso. La “rivoluzione grillina” poggia sulle sal-de fondamenta di una destra disinteressata al bene comune (come conferma la ventennale leadership di Berlusconi) e di una sinistra capace di perdere il contatto con la vita reale dei cittadini, grazie ad una nomenclatura asserragliata nel fortino delle proprie rendite di posizione.

Tuttavia la possibile svolta da una democrazia rap-presentativa (trasformatasi, nel tempo, in oligarchia esclusiva) ad una forma di democrazia partecipativa porta con sé non pochi, né piccoli rischi.La storia è piena di esempi di come i moti di piazza o sono sfociati in forme di dittatura (pensavano di decidere tutti, in realtà decido solo io) o hanno pro-vocato restaurazioni più oppressive di quelle che si volevano abbattere.

Un’ultima osservazione, la piazza (fisica o virtuale che sia) compie le proprie scelte ascoltando moltis-simo la pancia, poco il cuore e per nulla la testa. E la “piazza”, quando sceglie, di solito sceglie Barabba (per dirla con Benigni).

- Nella lunga vigilia del conclave un’importan-te autorità vaticana se l’è presa con gli organi di in-formazione, colpevoli di aver rimarcato la reticenza dello IOR, la banca della Città del Vaticano, nell’ap-plicare norme sulla trasparenza e sulla prevenzione del riciclaggio di denaro sporco. Come dire, non è peccato il nostro comportamento, ma il fatto che voi lo raccontiate. Chissà perché il pensiero mi è corso alle reazioni della classe politica siciliana, nei confronti della trasmissione televisiva Report che denunciava la collisione tra mafia e ge-stione della cosa pubblica nell’isola.

E anche quella della Lega Nord verso Roberto Sa-viano, che aveva lanciato l’allarme sulla sempre più forte presenza della ’ndrangheta nell’Italia Settentrio-nale (naturalmente le indagini di questi ultimi tempi hanno dimostrato che le affermazioni di Saviano era-no del tutto vere).

- “… un Gutturnio del Baraccone, fresco il giu-sto. Che il giudice mostra di apprezzare. Noi non abbiamo vini così, dice”. La citazione è tratta dal ro-manzo “Ischia”, il recente noir di Gianni Mura. E’ bello leggere un libro e trovarvi un apprezzamento importante per un vino del tuo paese. Complimenti ad Andreana Burgazzi e al suo appassionato lavoro (e un brindisi in ricordo di Sandro).

Gianmarco Ratti

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Dolce alla ricotta e cioccolato bianco

Rubrica di cucina

Ingredienti

a cura di Antonietta Spelta

Gr.500 di ricotta piacentina buonaGr.100 di cioccolato bianco (una tavoletta)Nr. 4 uovaNr. 5 cucchiai di zuccheroNr. 3 fogli di gelatinaNr. 1 bicchierino di vino bianco1 cucchiaio di Marsala1 cucchiaio di Rhum60 gr. di zucchero1 bustina di vanillinabuccia di limone grattugiata

Esecuzione

Ammollare i fogli di gelatina in acqua fredda per una decina di minuti.Mettere sul fuoco in un tegamino il bicchierino di vino, strizzare bene la gelatina e disfarla nel vino caldo.Disfare il cioccolato bianco a bagnomaria e aggiungere il vino con la gelatina e i liquori.Montare gli albumi a neve ben ferma.Lavorare i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare ben spumosi, aggiungere la ricotta , mescolare bene, aggiungere il composto di cioccolato e da ultimo gli albumi montati a neve.Rivestire una zuppiera con pellicola da cucina. Versare la crema di ricotta e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 4 ore.Al momento di servire capovolgere il dolce su un piatto e decorare c on pistacchi e foglioline di menta o con panna e fragole.

Per la decorazione:qualche pistacchio e foglioline di mentaoppure:gr.250 di panna e fragole.

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Piccoli amministratori crescono

Bella iniziativa delle maestre Lorena Cotti e Patri-zia Poggioli che hanno accompagnato gli alunni

delle quinte elementari delle scuole di Vigolzone in visita al Municipio, accolti dal Sindaco di Vigolzone Francesco Rolleri. La visita rientra nel percorso di studi interdisciplinari volto ad approfondire alcuni aspetti di storia, geografia ed educazione civica.

Prima i ragazzi hanno visitato gli uffici comunali ed il Sindaco Rolleri ha presentato gli impiegati comunali ed i loro responsabili all’attenta comitiva di giovani cittadini, spiegando alcune delle funzioni gestite dal-le persone che ogni giorno si recano al lavoro presso la struttura comunale.

Successivamente le due classi hanno preso posto sugli scranni del Consiglio Comunale, dove il Sinda-co Francesco Rolleri, il vicesindaco Loris Caragnano e l’assessore Carlo Bernazzani hanno cercato di ri-spondere alle numerose domande poste dai giovani attenti e curiosi.

La domanda più simpatica è stata: “Che cosa bisogna studiare per fare il Sindaco?”. La più difficile: “Perché nel mondo non si riescono a fermare le guerre?”.

Gli amministratori hanno infine letto alcuni artico-li della Costituzione della Repubblica Italiana, tra i quali l’articolo 11, con la frase “L’Italia ripudia la guerra...” e l’articolo 12 che descrive la forma ed i colori della bandiera della nostra Repubblica.

Dopo aver sottolineato ancora la grande importanza del Consiglio Comunale, luogo pubblico deputato ad affrontare alcune delle questioni più importanti, la mattinata si è chiusa con la domanda più sponta-nea da parte di un ragazzo e di una ragazza: “Come faccio a diventare Sindaco?”. Idee chiare fin da gio-vani, quello è l’importante!

Una foto dei ragazzi in Comune

Il Carnevale in Valnure

E come da tradizione il Carnevale in Valnure

non è mancato neanche quest’anno. Chi non ha approfittato di una gior-nata di sole come quella di domenica 10 febbraio per trascorrere un pome-riggio all’insegna dello svago e della voglia di tornare un po’ bambini?

Il tutto è stato possibile grazie alle collaborazioni tra i commercianti, gli artigiani e i Comuni dell’ Unione Valnure e Valchero, al corpo bandistico pontolliese che accompagnava le majorettes nelle loro coreo-grafie ma soprattutto agli originali carri che hanno sfilato in paese.

Tra questi: I Lego di Grazzano Visconti con bimbi e genitori che “vestivano” i mattoncini colorati, Il Me-dio Bevo del gruppo giovani di Vigolzone. E ancora, Legomania della Pro Loco di San Polo con un gran-de castello di mattoncini, I Red...ull e la “nuova auto

blu modello brunetta” ed alcuni simpatici gruppi a piedi tra cui i “Pinocchi”.

La manifestazione e la premiazione sono state ani-mate come di consueto da Domenico Grassi. Natu-ralmente tutti i commenti sono stati molto positivi e si attende con ansia (non troppa), il prossimo Car-nevale per vivere insieme questo insolito appunta-mento annuale.

Stefania P.

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Albasi Pieron.18.10.1958 - m.19.02.2013

Manini Antonio (Franco)n.25.10.1926 - m.01.02.2013

Lanati Maria ved. Solarin.08.12.1938 - m.19.02.2013

Ricordiamoli

D’Amato Amalia ved. Gentilen.28.07.1926- m.05.03.2013

Passerini Gian Francon.25.07.1935 - m.25.02.2013

Fasti Biancan.08.06.1920 - m.04.03.2013

Maschi Brunan.24.10.1942 - m.02.03.2013

Bergonzi Elenan.12.07.1928 - m.12.01.2013

Carmeli Rosa ved. Bernardin.12.07.1924 - m.04.02.2013

Ferri Francon.25.07.1938 - m.07.03.2013

Balordi Linon.03.01.1929 - m.06.03.2013

Bezzi Danten.21.12.1944 - m.09.02.2013

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Elezioni politiche a Ponte e VigolzoneLa tabella mette in evidenza i dati elettorali di quelle formazioni politiche che alle consultazioni dello scorso febbraio 2013 hanno raccolto consensi, a livello locale, pari ad almeno il 5%. Tutte la al-tre, con risultati inferiori sono state raccolte sotto la voce ALTRI ed il loro ammontare oscilla tra il 9% circa (senato a Ponte), e il 12% (camera a Vigolzone). La dispersione dei voti è maggiore a Vigolzo-ne anche per le schede bianche e nulle, segnando qualche decimale di punto percentuale in più rispetto a Ponte, mentre la rinuncia al voto è nettamente superiore a Ponte. Le percentuali sono arrotonda-te per eccesso alla seconda cifra decimale e possono presentare qual-che piccola differenza (dovuta a questi arrotondamenti), rispetto ai dati di Libertà.

“Il mio voto a quelli li non glielo do, a nessuno”. Que-sto è il ritornello che mi è capitato di sentire spesso nei giorni precedenti le elezioni, come se il voto fosse un “regalo” che fai a qualcuno che non lo merita … (per-ché non ricambia altrettanto con un regalo di uguale o maggior valore …?) e non invece un regalo che fai a te stesso pretendendo persone rette alla guida del paese. Chi sceglie il non voto immagina emotivamente di mortificare i politicanti con un messaggio di rifiuto. In realtà i politicanti (non i Politici), cinicamente ma ra-zionalmente, lo leggono in modo opposto: “non ti vuoi occupare di politica? Non ti preoccupare, “ghe pensi mi” (a fare anche la tua parte nel depredare l’Italia perché tanto se tu fossi al mio posto faresti altrettanto ed io sarei sciocco a non farlo). “Vulgus vult decipi, ergo decipiatur”. Attribuita al cardinal Caraffa (1500) esprime tutto il cinismo dei politicanti d’ogni epoca e risma. “Il popolo vuole essere ingannato, e dunque sia ingannato” (questa la traduzione dal latino). Così, nelle intenzioni del non – voto, la richiesta di buona politica di rispetto per il paese, si trasforma in autentica antipolitica.

Che dire?Una cosa almeno mi sembra chiara.Ai professionisti delle promesse a vuoto, ai cavillatori di professione che fanno entrare dalla finestra quel-lo che la volontà popolare ha fatto uscire dalla porta (es. il finanziamento pubblico ai partiti), ai “cadregari” che sono convinti (a volte qualcuno ahimè anche in buona fede) che il bene generale coincida con la sal-dezza della propria “cadrega” e di tutto il farraginoso, inutile e dannoso (non sempre ma spesso) apparato burocratico; a tutti costoro, che pomposamente usurpa-no il titolo ed il ruolo di Politici quando frugano fra le pieghe delle mille farraginose leggi per procurarsi utili personali e di branco, la gente vuole togliere la patente di guidare il paese.

Purtroppo però per noi e per tutti, il rimedio rischia di essere peggiore del male. Va bene togliere la patente di guida del paese a chi ce l’ha da tempo e se l’è vista rinnovare per troppo tempo, per troppe volte imme-ritatamente e spesso per meriti estranei e contrari al bene comune (avremmo già dovuto farlo da tempo). Va bene il dialogo con i cittadini (sia istituzionale che, soprattutto, fuori dai palazzi). Va bene che i politicanti non possano più confabulare tra loro in gergo e con fare sacerdotale e siano costretti ad “ascoltare” i citta-dini. Non so se va bene che cittadini eletti rifiutino di relazionarsi con le altre forze elette. Non so se è una ripicca (infantile) del tipo “non ci avete mai ascoltato, adesso che contiamo non vi ascolteremo e agiremo come forza parlamentare si, ma separata dal parla-mento e dal sistema come voi avete agito separati dalla vicende reali del paese”. Non è rassicurante l’indispo-nibilità a tutto ciò che non è esplicitamente ed integral-mente voluto e appoggiato da una singola parte. Non è rassicurante nessuna logica integralista che rifiuta ogni diplomazia e non vuole quei compromessi che, alla fine non accontentano nessuno ma, se i compromessi sono retti ed illuminati, hanno un potenziale grandis-simo: possono far progredire, se pur di poco, l’insie-me e fan, giustamente, perdere voti. È il meccanismo dell’alternanza che i politicanti hanno bloccato … che le forze nuove in parlamento sian già nate politicanti? Ai posteri l’ardua sentenza mi verrebbe da dire e che il cielo ce la mandi buona.

Che fare allora?Qualcosa queste forze nuove l’anno già fatto. Stanno cambiando il linguaggio: ho sentito che non si fanno chiamare onorevoli ma cittadini (e la cosa fa molto ri-voluzione francese che ha avuto molti tagliatori di te-ste, decollati a loro volta pure loro). Non li biasimo. Sarebbe imbarazzante anche per me essere chiamato onorevole … la parola ha una connotazione intensa-mente negativa oggi e richiama, per associazione im-mediata, patrie galere evitate per privilegi vari … Le parole cambiano il mondo … o, almeno, la percezione che ne abbiamo, muovono emozioni e quindi energie che possono sorprendere con la loro forza. Possono evocare immaginari diversi dal reale e … farci sogna-re. Operatore ecologico evoca i profumi della natura incontaminata, ma chi lo fa ha a che fare con ben altro … escort evoca lusso, fama, felicità … auguro di cuore

felicità vera a chi questo mestiere ha scelto o s’è trovata a fare … chiamiamo moderati comportamenti indivi-duali e di gruppo, tipologie di relazione che di mode-rato hanno solo l’etichetta che li identifica ma, di fatto, vanno in direzione opposta. Ci vorrà molto tempo, ma restituire alle parole la loro piccola, umile verità, non farà che bene a tutto il sistema. Non risolveremo il di-sagio immediato della governabilità ma recupereremo nel tempo (non brevissimo), le basi di una cultura che faccia dell’umiltà dell’ascolto uno strumento di relazio-ne, di conoscenza e di approccio ai problemi. È una speranza, che vuole fatica e determinazione per ripor-tare rettitudine nelle relazioni tra le persone. E’ quanto tenta faticosamente di fare la scuola di politica di cui riportiamo il resoconto di una serata con alcuni candi-dati alle elezioni. Ennio Torricella

Come previsto, si è svolto lo scorso 15 febbraio il dibattito con i candidati alle politiche del febbraio scorso organiz-zato dalla Scuola di partecipazione politica. Un centinaio le persone presenti alla Circoscrizione 3 che hanno trova-to un positivo riscontro alle loro aspettative. La serata è stata impostata dagli organizzatori nella convinzione che è indispensabile vivere la diversità di valori e di pensiero come una risorsa e non come un peso che spesso causa, soprattutto in politica, conflitti e divisioni e che ogni rela-zione autentica e retta tra persone di convinzioni diverse, apre nuovi orizzonti non solo emotivi ma anche e forse soprattutto, concretamente economiche, politiche ecc.. La serata, costruttivamente impostata come un dialogo tra persone civili di opposte convinzioni, non ha per nulla fatto rimpiangere l’avvilente spettacolo degli aggressivi duelli televisivi, fuorvianti dai problemi ed avvilenti per protagonisti e spettatori. I candidati Jonathan Papamarenghi (PDL), Marco Bergon-zi (PD), Camillo Aranci (Fare per fermare il declino), Giu-liana Rapacioli (Lista Monti), Luigi Gazzola (Rivoluzione Civile) e l’esponente del Movimento 5 stelle che ha pre-sentato il proprio programma via e-mail non essendo pre-sente all’incontro, hanno infatti dato vita ad un confron-to politico incentrato sul rispetto e sul reciproco ascolto, come auspicato dai dirigenti della scuola. Una situazione di confronto che non siamo abituati a vedere tutti i giorni nei dibattiti televisivi e che ha trovato positivi riscontri nei commenti anche della stampa locale. (Libertà 17 febbraio)Alle cinque domande presentate dai ragazzi che frequen-

tano la scuola i candidati hanno risposto sottolineando le difficoltà del momento e la necessità di affrontare a viso aperto quelle tematiche che interessano i cittadini e che sono quasi assenti o appena sfiorate nel dibattito eletto-rale per far posto a beghe di schieramento. Una tra le tematiche proposte per me molto significativa, è legata ai giovani, ai quali occorre proporre modelli di comporta-mento credibili e trasparenti per attrarli verso la politica, promuovere nuove opportunità di inserimento nel mer-cato del lavoro che valorizzi l’Università, purtroppo oggi non più considerata scelta qualificante. A detta dei presenti infine, i primi provvedimenti che il nuovo governo dovrà adottare riguarderanno la modifi-ca della legge elettorale mediante il ripristino dei collegi uninominali e una riforma della giustizia e della legali-tà attraverso rigorose norme anti-corruzione e una lotta serrata all’evasione fiscale. Scelte, queste, obbligate se si vuole evitare che il divario tra la nostra classe dirigente e la società, già piuttosto ampio, non diventi incolmabile.

Gianmarco Zanelli

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PONTE DELL’OLIO

DOMENICA DELLE PALME: ore 9,45 Processione dal Cimitero a San Giacomo MERCOLEDì SANTO: ore 20,45: Celebrazione comunitaria del perdono GIOVEDI’ SANTO:ore 18,00: Riva Messa in Coena Dominiore 20,30: San Giacomo Messa in Coena Dominiore 20,30: Torrano Messa in Coena Domini VENERDI’ SANTO: ore 15,00: San Giacomo Adorazione della Croceore 16,00: Riva Adorazione della Croceore 18,00: Folignano Adorazione della Croceore 20,30: Via Crucis per le vie di Pontedell’Olioore 20,30: Torrano Via Crucis SABATO SANTO:ore 8,00: Celebrazione lodi in San Giacomoore 23,00: San Giacomo Veglia Pasquale DOMENICA DI PASQUA: Riva Madonna della Neve ore 7,30 San Giacomo ore 8,00 - ore 10,00 e ore 18,00Ricovero Balderacchi ore 9,00Folignano ore 9,00Torrano ore 9,30Castione ore 9,30Biana 9,30Riva ore 11,00Cassano 11,30Montesanto 16,00 LUNEDI’ DELL’ANGELO:San Giacomo ore 8,00 e ore 10,00Ricovero Balderacchi ore 9,00Riva ore 11,00San Rocco ore 18,00

Celebrazioni pasquali

VIGOLZONE DOMENICA DELLE PALME: ore 10.30: Messa con benedizione delle palme presso la chiesetta del castello, processione e messa nella chiesa parrocchiale LUNEDI’ SANTO: ore 21,00: Celebrazione penitenziale comunitaria GIOVEDI’ SANTO:ore 18,30: Messa in Coena Dominiore 21,00: Adorazione eucaristica per gruppi VENERDI’ SANTO: ore 10,30: Adorazione eucaristica per bambiniore 15,00: Celebrazione della morte del Signoreore 20,30: Via Crucis per le vie del paese SABATO SANTO: ore 21,15: solenne Veglia Pasquale DOMENICA DI PASQUA: Sante Messe ore 8,30 e ore 11,00Albarola ore 9,30Bicchignano ore 9,30

VILLO’ GIOVEDI’ SANTO: ore 20,30: Messa in Coena Domini VENERDI’ SANTO: ore 18,00: Adorazione della Croce ore 21,00: Via Crucis SABATO SANTO: ore 22,00: Veglia Pasquale

CARMIANO GIOVEDI’ SANTO: ore 20,30: Messa in Coena Domini VENERDI’ SANTO: ore 20,30: Via Crucis e Processione SABATO SANTO: ore 22,00: Veglia Pasquale DOMENICA DI PASQUA: S. Messa ore 10,30

Celebrazioni pasquali

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Via Castione Croce, 1629028 – Pontedell’Olio (Piacenza)

Tel. 0523 875472 – Fax 0523 878724 – [email protected] geom. Marco: 338 4798798

Balderacchi Sandro: 335 8371004

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