“ALLA CORTE DI MATILDE” · Il nostro viaggio ci porta a Quara presso quel che rimane, della...

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Istituto comprensivo di Toano (RE) Scuola infanzia e primaria di Quara a.s. 2014-15 “ALLA CORTE DI MATILDE” Verticalizzazione del curricolo in continuità infanzia e primaria attraverso un percorso di progettualità di geografia e competenza in madrelingua

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Istituto comprensivo di Toano (RE)

Scuola infanzia e primaria di Quara

a.s. 2014-15

“ALLA CORTE DI

MATILDE”

Verticalizzazione del curricolo in continuità

infanzia e primaria attraverso un percorso di

progettualità di geografia e competenza in

madrelingua

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«Sai che ho visto un castello vero a Parigi !» Isabella ( 2 anni )

Isabella fa questa esclamazione dopo aver visto tante foto e disegni in

sezione di castelli, borghi e progetti in atelier realizzati sia dai bambini che

da mamme e papà. Infatti, lo scorso anno, alcuni genitori hanno creato in

atelier a scuola dei villaggi e dei castelli da …per lasciarli come traccia-

sorpresa ai loro bambini...e da qui il nostro percorso prende vita

laboratorio genitori sc.infanzia … a costruir castelli…

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CASTELLI DI LUCE

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Il nostro viaggio ci porta a Quara presso quel che rimane, della residenza estiva di Matilde di Canossa.

Dopo Matilde nel 1500 circa il castello di Quara è diventato di proprietà dei Conti Dalli, provenienti dalla

Garfagnana.

Una mattina noi bambini della scuola infanzia e primaria , siamo andati a visitare il castello di Quara dove ogni tanto

ci abitava “Matilde” che aveva dei castelli un po’ in tutti i paesi…

Il castello dentro era molto antico e misterioso con molti passaggi alcuni anche segreti…

PORTONE CASTELLO DI QUARA

PRIGIONI DEL CASTELLO

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…CHIACCHIERE A CORTE…

C’erano le cantine giù dal castello …e c’era una scala

da andare giù dove c’era una porta di legno marrone

che cigola per tutta la notte … MATTIA CAS.

Ho visto le prigioni ma c’era la porta poi le prigioni non

avevano le gabbie… poi sono andata nel piano di

sopra non c’era più niente c’erano solo delle tavole di

legno e una scala un po’ lunga di legno tutta rotta .

C’era una finestrina piccolina perché le avevano fatte

così perché avevano freddo con un vaso…ARIANNA

Io ho detto che sono andato nel castello di

Matilde di Canossa…ma lei è morta perché

era vecchietta… e di sopra nel bagno c’era

una strega. MATTIA CAP.

Nel castello di Matilde c’era una porta con

un buco che era “BUIOSO” poi c’erano le scale

che andavano su con una stufa …no un camino con

una finestra nel camino che poi un signore l’ha chiusa

perché faceva troppo fumo VIOLA

PORTA PRIGIONE

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“L’imperatore Enrico va dal papa a farsi perdonare… lui va a Canossa nel castello di

Matilde che è sua cugina,ma il papa gli dice:”Per tre giorni stai fuori nella neve vestito

con un sacco” poi alla fine lo perdona. LUCA

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“VOLEVA QUELLO CHE VOLEVA…” ANAS

Matilde era una donna molto potente e aveva costruito castelli,torri abbazie, chiese per poter controllare il suo vasto

territorio.

I suoi castelli avevano piccole feritoie per sparare e tanti merli dove i soldati, mentre facevano la guardia si potevano

nascondere al nemico

Ma dentro nei suoi castelli cosa c’era? C’era l’acqua …che era la più imporatnte ! MATILDE BON.

Si, c’erano delle grandi cisterne per conservare l’acqua GIUSEPPINA

C’erano anche i maniscalchi …quelli che montano i ferri ai cavalli FABRIZIO

Anche la torre di avvistamento c’era! ELENA

C’erano i contadini . Il lavoro dei contadini è uno dei più importanti GIUSEPPINA

Si, perché loro producono cibo FABRIZIO

E se non si mangia si va nel paese dei morti MATTIA CAS.

Io da grande voglio fare il contadino! GIULIANO

I contadini detti “servi della gleba” non abitavano dentro al castello ma fuori intorno al castello …e appena arrivava il

nemico si apriva il ponte levatoio e i contadini entravano in salvo dal nemico. GIUSEPPINA

Cosa voleva Matilde? Un popolo vive bene se c’è?

Democrazia SIMONE

e la PACE….

Il benessere dei suoi abitanti

La diffusione del cristianesimo (costruì tante chiese ,abbazie, torri…)

Voleva combattere la fame e la carestia

Piantumazione di alberi di castagne

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MATILDE

principe azzurro

pievi,chiese

residenza estiva

torre di Gova

guerra

cavaliere e cavalli

contessa, conte

castello

donna

agricoltura e commercio

gentile,generosa, intelligente e brava signora

ricca,soldi,diamanti

“diventiamo tutti cavalieri con i nostri scudi!”

arciere

carri e carrozze

corona

vecchia

seria,importante ,risoluta

VOLEVA QUELLO CHE VOLEVA

SE DICO MATILDE …

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TOSCANA

PIANURA PADANA

Castello di Canossa

Pieve di Toano

Torre di Massa

Castello di Carpineti

Castello di Quara

Castel Pizzigolo (Monzone)

San Pellegrino

Torre di Gova

Come comunicava Matilde

in viaggio tra i suoi castelli?

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Questo percorso è il risultato di un rilancio di un’uscita al castello di

Quara condotta con i bambini della scuola primaria .

Quindi vista la motivazione e l’interesse dei bambini della scuola

dell’infanzia, abbiamo colto il tutto come introduzione ai momenti di

continuità che si svolgeranno successivamente ,realizzando alla scuola

dell’infanzia questo percorso su tempo e misure.

Pensieri di tempo e di misure

in cammino verso la corte di Matilde

Scuola Infanzia

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PENSIERI DI TEMPO…

Ma …quando ci torniamo a vedere il castello di Matilde? MATTIA CAS.

Presto… tranquillo…aspettiamo solo che vada via la neve per la strada … poi andiamo tutti insieme …

Si, tanto è un po’ vicino VIOLA

No! E’ un po’ lontanino ! Perché io l’ho visto! MATTIA CAS.

Ci si mette un’ora… perché è vicino… che poi è un minuto! MATTIA TEN.

Di pausa? VIOLA

No! E’ un numero! MATTIA CAS.

E’ un tempo! LUCA

E’ un’ora che ci vuole tanto tempo! SOFIA

No! Ci vuole pochissimo sai! ALESSANDRO

Ma…ci vuole poco di cosa? LUCA

Di pausa. MATTIA CAS.

E’ di quanto ci vuole per arrivare al castello! VIOLA

Ci vuole tempo per arrivare al castello! SOFIA

Il tempo è quando si deve aspettare un po’ ! LUCA

Ci vuole poco tempo allora … è vicino! ALESSANDRO

Ma poi il tempo è una cosa che passa …LUCA

Ma Luca come fai ad accorgerti che il tempo passa? MAESTRA

Si… con l’orologio LUCA

Che ore sono? Ho fame …ARIANNA

Beh allora se il tempo si ferma diventiamo delle statue! ALESSANDRO

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PENSIERI DI MISURE

Dopo tante riflessioni sul concetto di tempo abbiamo condiviso che per andare a

piedi dalla nostra scuola al castello, ci vuole poco tempo perché è vicino…

Proviamo a ragionare sulla parola vicino /lontano.

Quanto è vicino o quanto è lontano il castello? Come possiamo saperlo?

Ci andiamo! MATTIA CAS.

A piedi! SOFIA

Si, camminiamo! MATTIA CAS.

E contiamo i passi… ALESSANDRO

Benissimo …ma prima di uscire e contare i passi fino al castello cioè misurare

quanti passi ci vogliono, proviamo a contare con i passi la nostra sezione:

28 passi di Luca

25 passi di Alessandro

10 passi di Daniela

22 passi di Alessandra

11 passi di Marilena

22 passi di Arianna

La maestra ha fatto meno passi ! LUCA

Si ma Daniela e Marilena hanno le gambe più lunghe! MATTIA CAS.

Fanno prima! ALESSANDRO

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Proviamo ad usare altre unità di misura…

Quanti Mattia ci vogliono per misurare la nostra sezione?

Ci vogliono 8 Mattia e mezzo

Ma Mattia non si può usare per misurare fuori per terra … c’è sporco ALESSANDRA

E Mattia si sporca i pantaloni VIOLA

Allora usiamo la riga LUCA

No il righello si dice il metro! MATTIA CAS. Un metro ! ARIANNA

Stai attento sei passato sul numero e dopo va via (il numero è scritto per terra con il pennarello) MATTIA CAS

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Ma misuriamo con il metro ALESSANDRO

Che si fa prima…proviamo con il filo! LUCA

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Ci vogliono 9 righe per misurare la stanza LUCA

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Dalla riga… alla strada…

La riga blu diventa la strada per andare al castello…lungo la strada cosa c’è?

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Sulle tracce di Matilde,signora delle nostre terre

Come sviluppiamo il percorso

Gli alunni vengono aiutati a:

• recuperare informazioni storico-geografiche inerenti la presenza di Matilde di Canossa nel territorio vicino a noi;

• riconoscere nel tempo presente tracce di un passato che vive ancora oggi nelle testimonianze, nelle fonti e nei documenti;

• attuare percorsi guidati da punti di riferimento, misurandoli e rappresentandoli con l’opportuna simbologia;

• lavorare in gruppo per ascoltare la storia”Matilde e i suoi castelli”, rielaborarla personalmente, illustrando le diverse sequenze, aggiungendo didascalie e drammatizzandola.

Primaria di Quara

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“Matilde voleva quel che voleva!” ANAS

Ricordiamo insieme le parole di Matilde

• Contessa

• Contadini

• Castagna

• Pace

• Castelli

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“Il nostro percorso…fino al castello”

In quale modo possiamo spiegare al nostro amico Wilbur, che abita a Londra, come si arriva al castello di Quara?

• “Lui non lo può vedere!”

• “Gli possiamo dire che deve uscire dal cancello e andare a sinistra, sul marciapiede.”

• “Di fronte si trova il negozio di Fabio.”

• “Idea: dobbiamo dirgli da dove si parte, dove si arriva e cosa incontra mentre cammina”

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PUNTI DI

RIFERIMENTO

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Come si misura

Compito di realtà : troviamo un modo per misurare il percorso dalla

scuola al castello di Quara

( riflettiamo sulla parola misura e su esperienze già effettuate dai

bambini).

• Io ho provato a misurarmi, mi sono appoggiato al muro e con una matita

ho fatto un segno PAOLO

• Io ho misurato con il metro LUCA

• Si misura anche la febbre DANY

• Se misuriamo l’aula usiamo la riga RYAN

• Per misurare l’ aula possiamo contare le mattonelle ARIANNA

• Potremmo usare dei legni o anche le gambe RICCARDO

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“Le misure sono diverse… i

tuoi passi sono più lunghi

perché sei più grande”.

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“ Bisogna spostare gli oggetti in

modo preciso, facciamo un

segnetto ogni volta che ci

spostiamo”.

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Compito di realta’ per attivare competenze

In cammino sulle strade di Matilde…

Contiamo quanti passi ci sono dalla

scuola al castello LUCA

Con i bimbi delle elementari abbiamo contato

con i passi fino al castello ALESSANDRO

Si, anche con le cannucce MATTIA CAS.

Ogni dieci passi si metteva una

cannuccia dentro al sacchetto e

poi si cambiava bimbo ALESSANDRO

Il camminatore contava i passi

fino a dieci e il contatore metteva

le cannucce nel sacchetto SOFIA

Erano duecentonovanta passi e

poi…LUCA

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Come possiamo fare capire a chi non era con noi che ogni cannuccia vale dieci passi? La possiamo tratteggiare con i pennarelli e ci facciamo dieci tratteggi RICCARDO Oppure usiamo un pennarello indelebile così siamo sicuri che non viene via! MATTIA TEN. Con il tratto pen …RICCARDO Oppure quelle etichette piccole li… ARIANNA Si fa prima sai…perché si attaccano! RYAN Dopo aver contato 290 passi da scuola al castello, siamo rientrati e abbiamo messo su ogni cannuccia 10 etichette una per ogni passo …

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Le strade di Matilde ci

portano racconti

La strada di Matilde a scuola

Ascoltiamo i racconti del castello

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ASCOLTIAMO… Il lupo osservò la bestia, poi l’uomo; scrutò intorno annusando l’aria e, inaspettatamente, divenne irrequieto; d’improvviso, il lupo

puntò in direzione dei castagni e sparì, a passi morbidi, quasi in volo. L’eremita sorrise, lo salutò con la mano e si girò verso la

preda: un cinghiale ingannato dalla tagliola. Ti ho preso. Lo sapevo che la siepe non ti avrebbe fermato. Dopo il tasso, ora è

toccato a te. E la tua carne mi basterà per un bel po’. Non mi resta che portarti alla mia capanna, scuoiarti e ridurti a fettine da far

seccare. Accenderò un bel fuoco di ginepri e appenderò lì innanzi la carne. L’aria, il gelo e il fumo del focolare basteranno, visto

che sono senza sale. Si coprì il capo col cappuccio e s’incamminò, trascinando l’animale in direzione di quella che sembrava una

costruzione in pietra, giù, oltre il castagneto. Ogni tanto si fermava, scacciava le cornacchie che becchettavano i grumi di sangue

della bestia, controllava il tronco delle piante, ne esaminava le scortecciature e le abrasioni – forse dovute ai palchi dei cervi e alle

zanne dei cinghiali – e scuoteva il capo. Alla marchesa non piacerebbe vedere questo scempio, bisbigliò. Devo suggerirle,

quando tornerà, di permettere ai villani di cacciare in queste zone, perché i lupi non riescono a contenere la crescita della

selvaggina e i castagni ne soffrono. Però aveva ragione quando insisteva perché si piantasse questo castagneto … quanti poveri

stiamo già sfamando!

N. Albertini, Come spicchio di melagrana

RIFLETTIAMO…

1. Chi è il protagonista del racconto?

2. In quale luogo è ambientato? Sottolinea nel testo le

parti che ti evocano questo luogo.

3. Cosa fa il protagonista?

4. In quale epoca è ambientato il racconto? Sottolinea

nel testo le parti che ti aiutano a capire l’epoca in cui è

vissuto il protagonista.

5. Il protagonista dichiara: “alla marchesa non

piacerebbe vedere questo scempio”, a cosa si riferisce?

Quale soluzione suggerisce?

6. Sulla base delle tue conoscenze, chi è la “marchesa”

nominata nel racconto? Da cosa l’hai capito?

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DALLA DESCRIZIONE…

Giovanni

Nel cielo sempre più grigio, uno schiamazzare stridulo richiamò l’attenzione

dell’eremita: numerosi cigni volteggiavano formando una U danzante. Siete in

partenza amici? L’eremita rivolse a loro un saluto. Si piegarono verso il bosco

quasi a ricambiarlo. Chissà, forse l’avevano già visto mentre, bambino, era a

pascolare i porci sotto le querce; aveva invidiato i pulcini dei cigni, sempre insieme

con la madre e il padre. Avrebbe voluto essere al loro posto. Invece, suo padre e

poi sua madre erano stati allontanati dal castello. Eppure Matilde, bambina e

compagna di giochi, aveva cercato di consolarlo. Vedi? Anch’io non ho un padre, è

morto – gli aveva detto – e mia madre ha deciso di risposarsi. Sono sola. Come te.

Matilde

Una bambina sicura e risoluta, che oltrepassava le recinzioni e s’infilava nelle fitte

siepi rifiutando sdegnosamente il suo aiuto, per poi correre giù per i campi.

S’illuminava, allora, di una specie di eccitazione che lo metteva un po’ a disagio

perché lo faceva sentire inferiore due volte: come semplice figlio di una lavandaia

e come maschio. Nel tempo, gli era rimasta accanto con lo stesso affetto e la

stessa gioiosa complicità con cui, in quei lontani anni, lo aveva trascinato nelle

fughe fuori dal castello, di nascosto alla nutrice Bertrada e alla madre Beatrice, a

raccoglier ciliegie e cornioli o a catturare i gamberi nella fontana.

N. Albertini, Come spicchio di melagrana

L’interno della capanna era buio e freddo; c’erano un tavolo assai unto di grasso e

chiazzato di cera, due panchetti, qualche abbozzo di mensola su cui erano

sistemati alcuni contenitori di terraglia e poi il rozzo focolare di pietre accatastate,

nero di fuliggine e traboccante di cenere, sparsa pure, insieme ai residui di stecchi

e foglie secche, sul pavimento di terra battuta. Non c’erano finestre e l’unico

pertugio era un buco in alto per il fumo. Il locale pareva il guscio vuoto di un frutto,

una noce scavata dai ghiri, con le rugosità delle pareti a tratti violate da spifferi

d’aria e di luce. Accostato al primitivo camino, un tavolaccio con della paglia e una

grossolana coperta di pellicce di vari animali cucite insieme avrebbero dovuto

essere il letto. Più su, distese lungo una gratella di cannicci, s’intravedevano delle

castagne e alcune caciotte increspate di muffa verdognola.

N. Albertini, Come spicchio di melagrana

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… ALLA NARRAZIONE : “UNA STORIA NELLA STORIA”

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Il cammino con Matilde continua …

Sofia 5 anni

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“ Matilda, Dei gratia si quid est.

Subscripsit”

firma di Matilde di Canossa

Firma di Matilde di Canossa realizzata

da Luca