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LE RAZZE UMANE DIMOSTRANO L’EVOLUZIONE? 2 antidarwin.wordpress.com /2015/01/09/le-razze-umane-dimostrano-levoluzione-2/ Fabrizio Fratus Paola De Propris Contributo: Per quale motivo i pesci del mare sono tutti colorati? Perché gli uccelli del cielo, le farfalle, i fiori sono così tanti e di così tanti colori? Perché il nostro Dio ha una fantasia sfrenata… Le leggi, prima che d’essere di Mendel, sono del buon Dio, noi possiamo sperare solo d’avvicinarci a capire… Tutto qua… Perché vogliamo sapere come erano Adamo e Eva? Perché vogliamo sapere come era il volto di Gesù? Sicuramente non era biondo con i boccoli e gli occhi azzurri, la Bibbia stessa dice che non era bello da attirare gli sguardi; secondo me era anche un po’ scuretto, visto la tipologia degli abitanti del luogo di quel tempo… Ma poi che importa che faccia avesse? Concentriamoci su quello che ha fatto e ha detto, e su quello che s’aspetta Lui da noi, senza perderci in elucubrazioni inutili. Pace a tutti. {01-09-2008} Risposta: Cara Paola, perché un contributo venga pubblicato, bisogna aver letto l’articolo o il tema di riferimento nella sua interezza (e non solo l’invito alla lettura), bisogna rispondere nel merito. T’incoraggio quindi a leggere i contributi altrui e a formulare un contributo che vada nel merito dei temi veramente affrontati (p.es. nessuno ha parlato di Gesù e del suo volto). Nella sua lettera la lettrice, che ha posto la domanda, vuole avere delle risposte per così poter replicare ai suoi accusatori atei. Vuoi tentare? Shalom… Nicola Martella Replica: Nicola, pace. Nonostante che io sia infermiera professionale, non so dare una risposta tecnicamente valida alla domanda posta dalla sorella. Sono 15 anni che sono convertita, e nessuno mai mi ha fatto una domanda così; onestamente risponderei proprio così: il nostro è un Dio fantasioso… Pace del Signore. {01-09-2008} Anna Farina Nota redazionale: Nel secondo capoverso la lettrice fa dell’ironia, come ella stessa spiega nel terzo capoverso, per rendere chiara l’inconsistenza della cosiddetta «evoluzione teista»

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LE RAZZE UMANE DIMOSTRANO L’EVOLUZIONE? 2antidarwin.wordpress.com /2015/01/09/le-razze-umane-dimostrano-levoluzione-2/

Fabrizio Fratus

Paola De Propris ▲

■ Contributo: Per quale motivo i pesci delmare sono tutti colorati? Perché gli uccellidel cielo, le farfalle, i fiori sono così tanti edi così tanti colori? Perché il nostro Dio hauna fantasia sfrenata… Le leggi, prima ched’essere di Mendel, sono del buon Dio, noipossiamo sperare solo d’avvicinarci acapire… Tutto qua…

Perché vogliamo sapere come eranoAdamo e Eva? Perché vogliamo saperecome era il volto di Gesù? Sicuramente nonera biondo con i boccoli e gli occhi azzurri,la Bibbia stessa dice che non era bello daattirare gli sguardi; secondo me era ancheun po’ scuretto, visto la tipologia degliabitanti del luogo di quel tempo… Ma poiche importa che faccia avesse?Concentriamoci su quello che ha fatto e hadetto, e su quello che s’aspetta Lui da noi,senza perderci in elucubrazioni inutili. Pacea tutti. {01-09-2008}

▬ Risposta: Cara Paola, perché uncontributo venga pubblicato, bisogna averletto l’articolo o il tema di riferimento nellasua interezza (e non solo l’invito allalettura), bisogna rispondere nel merito. T’incoraggio quindi a leggere i contributi altrui e a formulare uncontributo che vada nel merito dei temi veramente affrontati (p.es. nessuno ha parlato di Gesù e delsuo volto). Nella sua lettera la lettrice, che ha posto la domanda, vuole avere delle risposte per cosìpoter replicare ai suoi accusatori atei. Vuoi tentare? Shalom… Nicola Martella

▬ Replica: Nicola, pace. Nonostante che io sia infermiera professionale, non so dare una rispostatecnicamente valida alla domanda posta dalla sorella. Sono 15 anni che sono convertita, e nessunomai mi ha fatto una domanda così; onestamente risponderei proprio così: il nostro è un Diofantasioso… Pace del Signore. {01-09-2008}

Anna Farina

Nota redazionale: Nel secondo capoverso la lettrice fa dell’ironia, come ella stessa spiega nel terzocapoverso, per rendere chiara l’inconsistenza della cosiddetta «evoluzione teista»

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Frequento l’università di medicina e proprio poco tempo fa, a una lezione di genetica, il professore cidisse che il concetto di «razza» non è un concetto genetico, ma solo una costruzione mentale che èsaltata fuori a un certo punto grazie a persone «poco avvedute». il numero dei cromosomi è lo stessoper tutti, e tutti codificano per proteine uguali o quanto più analoghe tra loro, sia che si parla dellostangone svedese biondo e con gli occhi azzurri, che del pigmeo di un metro e 40 che vive nelleforeste africane, sia che si parla d’un bambino che d’un ottantenne. Darwin stesso, che parlad’evoluzione delle specie, non ha mai avuto prove certe che l’uomo discendesse dalla scimmia, la suaè solo una deduzione. E la somiglianza delle prime fasi della gestazione del feto umano con quellod’altri cuccioli animali è semplicemente dovuto al fatto d’avere in comune alcuni geni, quelli che sonoessenziali per la vita di tutti gli esseri viventi. Dal fatto d’avere qualche base azotata in comune aquello di dire che l’uomo discende dagli animali, il passo è lungo.

Ok, ora consideriamo che l’espressione «e Dio creò l’uomo» sia solo un modo semplicistico dellaBibbia di descrivere qualcosa di più complicato (cosa che pensavo io tempo fa…). Il passo successivoperò è: giacché gli animali, a differenza nostra, non hanno lo spirito, quand’è stato il momento il cui Diopoi ha detto: «Ok, questa scimmia mi sembra abbastanza uomo da poterle dare uno spirito»? E aquesto punto perché la scimmia è meno degna dell’uomo d’uno spirito? E ancora, poiché «l’uomo è dipoco inferiore agli angeli», la scimmia quindi dove la collochiamo?

È chiaro che qui sopra banalizzo e faccio anche un po’ d’ironia, ma secondo me a volte è il metodomigliore per capire dove sta la verità, senza fare troppi ragionamenti arzigogolati e intellettualoidi. E sifa bene a informarsi un po’ meglio sulle teorie evoluzionistiche, a cui spesso si fa dire cose che Darwin,Lamarck o gli altri non hanno mai nemmeno pensato. {01-09-2008}

Francesco Troiano

Premesse

■ Il 70% del genoma del Ratto è identico a quello dell’Uomo; una percentuale molto più alta nelloscimpanzé, credo superiore al 98%.

■ Il numero di bulbi piliferi nell’uomo è superiore a quello dello scimpanzé, probabilmente il gene checodifica la peluria è lo stesso, l’espressione genica no.

■ La melanina è prodotta dallo stesso gene in tutti gli uomini, l’espressione genica non è però lastessa.

Ciò detto

Tenuto conto che solo il 10% del genoma a disposizione delle cellule umane è espresso, viene dachiedersi se anche il restante 90% inespresso prenda parte a una possibile evoluzione della specieumana. Non è da escludersi che la frequenza con cui un gene è espresso rappresenti giàun’evoluzione della specie.

Sul fatto che l’Uomo nasca come specie Uomo sono d’accordo (non credo alla teoria dell’anellomancante); reperti storici dimostrano però che questo si è evoluto in armonia con l’evoluzione di tantealtre creature della terra.

Un’ultima cosa: Adamo e Eva sono dei miti… miti comuni ad altri popoli riportati nella Bibbia sono lettisempre in rapporto alla fede in Dio prima e Gesù dopo. Ciao. {02-09-2008}

Nicola Martella

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Prendo qui posizione sull’ultimo contributo. Parto dall’ultimo capoverso, lasciando per il resto la parolaal biologo nel prossimo contributo. Un’asserzione così lapidaria su ciò che dovrebbe essere «mito»non ce lo si dovrebbe aspettare in chi vorrebbe dare l’apparenza di attenersi ai risultati della«scienza». Infatti la scienza (non le opinioni scientifiche) parte da ciò che è stato dimostrato almomento con gli strumenti che possiede. Dire che qualcosa è «mito» o meno, non è un’asserzionescientifica, ma ideologica. Come tale non è accettabile in un discorso che affronta la questione dellerazze che alcuni prendono a pretesto per ritenere dimostrata l’evoluzione.

Tutto ciò fa sospettare che la parvenza scientista del lettore miri soltanto a screditare i contenuti dellafede cristiana. Se così fosse non sarebbe un buon esempio per l’onestà intellettuale e mostrerebbecom’è facile strumentalizzare il discorso scientifico per mire ideologiche, rispettivamente agnostiche ognostiche.

Un breve excursus nella Bibbia stessa mostra com’essa ha da sempre combattuto i «miti». Strano cheora le si voglia attribuire un discorso mitologico.

■ Paolo aveva esortato Timoteo, suo collaboratore, a « rimanere ad Efeso per ordinare a certuni chenon insegnino dottrina diversa né si occupino di miti e di genealogie senza fine, le quali produconoquestioni, anziché promuovere l’economia di Dio, che è in fede» (1 Tm 1,3s). Come si vede, la«dottrina diversa» e i «miti» contrastavano con la dottrina e il piano di Dio.

■ Gli ingiunse anche quanto segue: «Rappresentando queste cose ai fratelli, tu sarai un buon ministrodi Cristo Gesù, nutrito delle parole della fede e della buona dottrina che hai seguita da vicino. Maschiva i miti profani e da vecchie; esèrcitati invece alla devozione» (1 Tm 4,6). Si noti che le «paroledella fede e della buona dottrina» erano considerate in contrasto con i « miti profani».

■ Per l’avvenire Paolo esortava Timoteo pure al riguardo: « Predica la Parola, insisti a tempo e fuor ditempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che nonsopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loroproprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2 Tm 4,2ss). Come quisi vede la verità predicata, ossia la Parola di Dio, era in contrasto proprio con i miti.

■ Anche a Tito, un altro collaboratore di Paolo, quest’ultimo scrisse: « Riprendili perciò severamente,affinché siano sani nella fede, non dando retta a miti giudaici né a comandamenti d’uomini che voltanole spalle alla verità» (Tt 1,14). Anche qui miti e verità biblica sono in netto contrasto.

■ L’apostolo Pietro, uno dei primi testimoni di Gesù, scrivendo ai giudeo-cristiani, rese chiaro quantosegue: «Non è con l’andare dietro a miti artificiosamente composti che vi abbiamo fatto conoscere lapotenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della suamaestà» (2 Pt 1,16). Come si vede, i «miti artificiosamente composti» e la testimonianza oculare sonoposti in contrasto.

L’atteggiamento dei profeti legittimi e degli apostoli legittimi è stato sempre anti-mitologico. Chi mischia,senza discernere, cose di per sé eterogenee fra loro, non può certo vantarsi di avere un atteggiamentoscientifico! Egli mostra solo di non conoscere sufficientemente le verità bibliche.

Nicola Berretta

Non mi è chiaro l’obiettivo di questo contributo al tema. Più che altro non ne comprendo la logica diragionamento né le conclusioni che si trarrebbero dalle premesse poste.

Pur non entrando nel merito di queste premesse, voglio comunque sottolineare che le conclusioni a cuisembra giungere Francesco, riguardo all’evoluzione, che s’evincerebbe dalla frequenza con cui un

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gene s’esprime, la presunta dimostrazione dell’evoluzione umana (tra l’altro contraddetta dallaconvinzione d’assenza d’anelli mancanti), così come l’interpretazione mitologica d’Adamo e d’Eva,sono indubbiamente ipotesi lecite. Purché le si riconosca come tali e non le si rivesta con un mantod’obiettiva deduzione logica dalle premesse poste.

Approfitto però d’alcune giuste osservazioni di Francesco per dire che effettivamente solo una minimaparte del DNA contiene informazioni per la codifica di proteine. Il restante DNA fino a poco tempo faveniva definito «DNA spazzatura» (junk DNA), perché non se ne comprendeva il ruolo. Questadefinizione sprezzante era di per sé indice di quella presunzione presente in molti ricercatori, i quali, difronte alla propria ignoranza non hanno l’umiltà di riconoscere i limiti delle proprie conoscenze e sonosubito pronti a liquidare le questioni con risposte affrettate e saccenti. Si diceva infatti che questo«DNA spazzatura» doveva essere una sorta di pattumiera che conteneva vari relitti evolutivi di geniutilizzanti in passato. Al contrario, stanno venendo fuori sempre più dati sull’importanza funzionale diquesto DNA, in particolare nella regolazione dell’espressione genica. Questa è una funzione, tra l’altro,determinante nell’ambito dei meccanismi epigenetici di cui parlavo nel contributo precedente. {03-09-2008}

Vincenzo Russillo

La Bibbia ci dice che tutti gli uomini sulla Terra dei giorni nostri, sono i discendenti di Noè, di suamoglie, dei suoi tre figli e delle loro mogli e a loro volta questi discendono da Adamo ed Eva (Genesi1,11).

Oggi noi siamo suddivisi in molti gruppi diversi, chiamati « razze», che si diversificano per alcunepeculiarità fisiche (come p.es. il colore della pelle). Molte persone considerano questo, un motivoabbastanza ragionevole per dubitare del racconto biblico. Poiché si tende a credere che questi diversigruppi, si sono venuti a creare dopo un’evoluzione di centinaia d’anni. Ma la biologia ci dice tutt’altro esi può dimostrare facilmente.

I fatti biblici ci dicono che la popolazione che discese dalla famiglia di Noè aveva una lingua comunee vivevano tutti in uno stesso luogo fino a quando non disubbidirono al comando divino, costruendo latorre di Babele (Genesi 9,1-11,4). Dio allora confuse la loro lingua e divise la popolazione in piccoligruppi che furono sparsi per la Terra (Genesi 11,8s).

La moderna genetica, ci spiega che a seguito di tale disgregazione della popolazione, le variazioninel colore della pelle per esempio, si può sviluppare in poche generazioni. Andando ad analizzarebene la situazione, il termine razza non c’indica niente di nuovo. Esiste una sola razza, quell’umana.La Bibbia c’insegna che Dio ha «ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino sututta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loroabitazione» (Atti 17,26). La Bibbia non distingue i gruppi di persone dal loro colore della pelle o dallesembianze fisiche, ma dai loro usi e costumi. Tutte le persone possono incrociarsi e produrre deidiscendenti fertili. Da questa semplice osservazione, i ricercatori hanno scoperto che le differenzebiologiche tra le «razze» non sono grandi. Infatti le differenze di DNA sono banali. Cifre alla mano sipuò ben affermare che il DNA di due persone, in due parti diverse nel mondo in genere differisced’appena 0,2 %.

Gli antropologi in genere dividono in 5 grandi gruppi la popolazione, per separare le «differenzerazziali»:

■ Caucasica: razza europea o bianca;

■ Mongola: che include diverse popolazione come: Cinesi, Inuit, Eschimesi e Indiani d’America;

■ Negroide: neri Africani;

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■ Australoide: Aborigeni e Australiani.

All’interno d’ogni classificazione, ci possono essere diversi sottogruppi. Opinione diffusa anche tramolti evoluzionisti è che i diversi gruppi, provengono dalla stessa popolazione originaria. Ovviamenteritengono che i cinesi o gli aborigeni, si sono evoluti dopo un centinaio d’anni dalla separazione dalgruppo iniziale.

Se andiamo ad analizzare una caratteristiche fisica che viene usata per individuare a quale razzaappartiene individuo, ad esempio il colore della pelle scopriremo che non tutto va come affermano glievoluzionisti. È facile pensare che, dal momento che diversi gruppi di persone hanno la pelle «gialla»,«bianca», «nera», «marrone», a questo punto viene da chiedersi ma esistono diversi pigmenti ocoloranti della pelle. Tuttavia diversi pigmenti chimici per la colorazione della pelle, vorrebbe dirediverso codice genetico o diversa programmazione nell’eredità del codice genetico, in ogni persona delgruppo; ma questo sarebbe una cosa impossibile. Tutti abbiamo la stessa pigmentazione che colora lanostra pelle, la melanina. La melanina viene prodotta in alcune cellule speciali della nostra pelle ed è dicolore marrone scuro. Se ne produciamo poca, siamo di colorazione bianca e quindi Europei; se neproduciamo molta siamo di colorazione più scura, e così via con le varie sfumature. Quindi il fattoredavvero importante per determinare la colorazione della pelle è il variare dell’importo di produzionedella melanina. Lo stessa cosa si potrebbe dire d’altre caratteristiche fisiche, come ad esempio il tagliodegli occhi; magari osserveremo subito quello d’un cinese, il cui tipico occhio a mandorla è tale poichéc’è meno grasso attorno all’occhio.

Ma la domanda, che forse sembra cruciale, è come queste caratteristiche si sono trasmesse inmaniera così veloce?

È facile pensare a una coppia composta da una donna bianca e da un uomo nero, il loro figlio moltoprobabilmente sarà mulatto. Se questo poi sposerà un altro individuo del suo gruppo, il loro figlio potràacquisire un colore nero intenso o un nero più chiaro. Questo perché è tutto codificato nel nostro DNA,le informazioni vengono copiate e rielaborate di generazione in generazione per poi stabilire comesarà il nuovo individuo. Tutte le trasmissioni avvengono grazie ai geni che trasportano dati, per ognisingolo enzima: come l’enzima per la costruzione dell’emoglobina. Le informazioni vengono per metàdal padre e l’altra metà dalla madre. Un incrocio di geni avviene, nella creazione del nuovo individuo.Una cosa simile avviene anche per l’esempio della colorazione della pelle. Se ci mettiamo in unasituazione ipotetica in cui tutti i gruppi di persone si potessero imparentare liberamente, e poi divise inpiccoli sottogruppi divisi tra di loro avremmo la nostra condizione iniziale con un sacco di combinazionigenetiche. Anche oggi, all’interno d’un particolare gruppo di persone si potrebbe notare unacaratteristica che è peculiare d’un altro gruppo. Ad esempio un Europeo con un naso piatto e moltolargo. Quindi gli scienziati sono concordi che il significato di «razza» non ha alcun valore biologico.

Cercando di riordinare un po’ le idee possiamo cercare di riassumere le cose come segue, sfruttando ilracconto della Genesi e tenendo conto degli effetti dell’ambiente. Il primo uomo creato, Adamo, dacui discendono tutti gli uomini fu creato con la migliore combinazione genetica. Tempo dopo lacreazione un’enorme diluvio di caratura mondiale spazzò via l’umanità a eccezione di Noè, suamoglie, i suoi tre figli, e le loro mogli. Questo provocò un enorme cambiamento per l’ambiente. Inseguito Dio, comandò ai sopravvissuti di ripopolare la terra (Genesi 9,1). Centinaia d’anni dopo, lagente disubbidì a Dio, costruendo la torre di Babele, simbolo di trasgressione e di conseguenzapunita. Fin a quel momento possiamo notare dal racconto biblico che l’intera umanità parlava una solalingua. Ma la popolazione fu punita con l’imposizione di lingue diverse e fu dispersa per tutta la Terra.Quindi tutti i gruppi di persone: neri africani, indoeuropei, mongoli, e altri si sono creati dopo Babele. Èmolto facile pensare che sia Noè che sua moglie avessero una pelle olivastra per proteggersi dai raggidel Sole, inoltre un dato rilevante è che oggi la maggioranza della popolazione mondiale ha gli occhi ei capelli scuri. Ma cosa accadde dopo Babele? Le popolazioni furono separate, così le persone sisposavano solo tra di loro, impossibilitate nel capire altre lingue. Questo porta a tenere il colore della

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pelle e le altre caratteristiche, lontani dagli estremi. Quindi dopo Babele ogni gruppo si separò daquell’originario, «portando con sé» una gamma di pigmentazione diversa dalla popolazione iniziale. Èprobabile che un gruppo abbia geni più chiari e un altro più scuri. La stessa cosa accadrebbe con lealtre caratteristiche: forma del naso, forma dell’occhio, eccetera.

E poiché ogni persona s’imparenterebbe con un’altra del proprio gruppo linguistico, le differenzesarebbe più nette rispetto al gruppo di partenza. Inoltre in diverse località geografiche ogni gruppo,incontrò diverse situazioni climatiche. Ma questi effetti dell’ambiente non ebbero nessun effetto nella«miscela genetica» iniziale d’ogni gruppo. È facile pensare che in seguito le condizioni ambientali,intervennero creando così una selezione naturale, senza però favorire la creazione di nuove specie.Prendiamo ad esempio dei gruppi con scarsa facilità di creazione di melanina (poiché non riescono aprodurre abbastanza vitamina D), questi non riuscirebbero a sopravvivere in ambiente molto soleggiati,poiché i raggi solari avrebbero effetti devastanti come il tumore alla pelle. Quindi predominano inqueste zone le persone con la carnagione molto scura, dove si è modificata la produzione di melanina.Quindi gli agenti climatici possono colpire l’equilibrio di geni presenti nel gruppo o eliminare addiritturainteri gruppi; per questo all’equatore abbiamo persone con la pelle molto scura e le persone nordichecon la pelle pallida. Ma non sempre è così; ad esempio, gli Eschimesi hanno il colorito di pelle scuro einvece i sud Americani non sono neri. Questi esempi confermano che la selezione naturale non creainformazioni nuove, se la composizione genetica d’un gruppo di persone non consente la variazione dicolore verso il desiderabile, la selezione naturale non può creare tale variazione. Ma le prove asostegno della Bibbia non sono solamente genetiche, bensì anche i racconti sul diluvio universalesono comuni e molti dati s’assomigliano come, ad esempio: le otto persone salvate in barca, l’inviodegli uccelli o l’arcobaleno.

Così si può concludere che Babele ha rotto un grande gruppo, creando un incrocio di piccoli gruppi.Quello che ne deriva è una grande miscela di geni per diverse caratteristiche fisiche. Di per sé questosuccede, per garantire la dispersione in un breve periodo di tempo. Creando differenze stabili chedenotano poi le diverse «razze». Inoltre la pressione della selezione dell’ambiente, hanno portato lamodificazioni dei geni in modo che le caratteristiche fisiche d’ogni gruppo tendessero a soddisfare illoro ambiente. Non c’è stata nessuna evoluzione genetica da semplice a complessa, poiché ogni geneera già presente.

Le caratteristiche dominanti d’ogni gruppo risultano dalla combinazione dei geni preesistenti, piùqualche cambiamento degenerativo minore che risulta dalle mutazioni ovvero dai cambiamenti fortuitidei geni che possono essere ereditati. Le originarie informazioni genetiche sono sia rimaneggiate chedegenerate, ma niente è stato aggiunto al codice genetico originario.

Come era Adamo? Di sicuro, se parliamo fisicamente non aveva l’ombelico essendo il primo uomo econ una costola mancante (ma questo non vuol dire che gli uomini debbano avere una costola inmeno, poiché le informazioni genetiche sono contenute nei nostri geni). Sul piano intellettivo, si puòdedurre che fosse molto intelligente poiché diede il nome agli oggetti animati e non. {03-09-2008}

Gianni Siena

Secondo i risultati più recenti della genetica noi uomini siamo sostanzialmente uguali, il Dna dell’uomoè lungo un metro e mezzo e — si faccia attenzione (!!!) — tutte le differenze fra noi umani stanno inmeno di 1/1.000 dello stesso. Questa scoperta è la migliore «connessione» con la narrazione biblicadella creazione dell’uomo.

Chi ha fatto questa scoperta, ha cercato di «ciurlare» nel proverbiale manico facendo risalire la nostraorigine a un tipo d’uomo esistente 40… 70… 120 mila anni fa. Gli anni in mano agli evoluzionisti sisprecano!

Ma noi credenti abbiamo un Testo Sacro che, oltre a essere tale, è un informato resoconto di fatti

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successi nel passato remoto della specie umana e della terra: in Esso leggiamo che l’uomo primordialevenne all’esistenza così com’è oggi… dal punto di vista della morfologia e delle funzioni organiche.

Lascio da parte le implicazioni etiche e teologiche della questione, ma la scoperta è il punto dipartenza d’un nuovo modo d’affrontare le questioni relative. L’evoluzione non può più «bypassare»Adamo e Eva quali progenitori della razza umana: l’informazione biblica sulla immutabilità della attualespecie umana trova conferma dagli studi sul Dna umano.

La domanda alla quale dovranno rispondere gli avversari della Fede e della Narrazione Biblica e «checosa esisteva prima» di loro (dei progenitori). Il confronto sul tema va, secondo me, a una strettafinale; non si può continuare a eludere le domande fondamentali sull’argomento.

Se l’uomo attuale, com’è evidente dalle scoperte, è lo stesso del passato, ciò carica coloro che non lovogliono accettare dell’onere di dimostrare da dove proviene la coppia umana primordiale… ma sehanno sbagliato così grossolanamente sulla derivazione immediata dell’uomo, essi sono ancora più inerrore sulle «precedenti» pseudo-connessioni ancestrali … tutte da dimostrare!

Evito di formulare una spiegazione «creazionista» ma la mia Fede nel Dio della Bibbia è sempre piùferma al riguardo. Il motivo? Non è per paura di dover affrontare spinosi problemi di confermascientifica ma per l’evidenza stessa delle vicende narrate. Nel 15° secolo a.C., Mosè raccontavaquesta storia a un popolo che aveva appena finito di scontare una lunga schiavitù. In Egitto, la religioneera basata sul servizio che il popolo (e gli schiavi) dovevano tributare al dio-uomo, il faraone. Questoera reputato discendente d’Osiride e al quale doveva uniformarsi nella vita per meritare l’immortalità.[Nella Genesi Mosè mostrò invece che Dio aveva creato l’uomo (quindi ogni uomo) a sua immagine esomiglianza (Gn 1,26s; 5,1s); N.d.R.]

Nell’esodo dall’Egitto appare in tutta la sua gloria l’opera redentrice del Signore che, nel liberareIsraele, pagò la «caparra» salvifica della redenzione offerta poi a tutta l’umanità.

Mosè anticipò Lutero e Calvino che denunciarono l’iniquità dell’idolatria e della «deificazione» umana eriaffermarono la gratuità della salvezza: un decreto di Dio reso possibile dalla morte espiatrice diCristo.

Gli evoluzionisti non rendono un buon servizio agli uomini ma li preparano alla prevedibile schiavitùsotto un futuro dittatore: se noi non siamo stati fatti dalla Mano di Dio, dunque, le sperimentazionigenetiche e le manipolazioni relative sono il migliore progresso possibile.

Ma noi siamo stati creati da Dio e solo questo deve intimorire chiunque e renderlo responsabile di nonguastare l’opera del Signore: il giudizio attende chiunque non rispetta il suo volere. {09-09-2008}

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► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Razze_evoluzione_Ori.htm

30-08-2008; Aggiornamento: 23-11-2012