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ANTICO PRESENTE L’ACCADEMIA DISEGNA

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ANTICO PRESENTEL’ACCADEMIA DISEGNA

MUSEO GREGORIANO PROFANOIN VATICANO

21-30 NOVEMBRE 2017

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L’attenzione riservata dal Bernini allo studio dellesculture antiche delle collezioni vaticane è solo un

esempio di una prassi che era in già in uso nel XVIIsecolo e che si è poi andata diffondendo in manieraesponenziale nel corso dei secoli successivi. Generazionidi artisti, di allievi di accademie italiane e straniere si sonoformati nella straordinaria pratica di “copiare” l’Antico.

Lungo questa linea ideale, ho con entusiasmocontinuato il progetto di collaborazione fra i MuseiVaticani e l’Accademia di Belle Arti di Roma voluto daimiei predecessori Francesco Buranelli e Antonio Paolucci.

Fin dal 2000 è stata, infatti, avviata la presenzaorganizzata di allievi dell’Accademia che disegnavano dalvivo nei Musei del papa: in Cappella Sistina, nel MuseoPio Clementino ed in altri luoghi di queste collezioni. I progetti sviluppatisi da quell’anno in poi hanno visto la scelta di tematiche diverse e l’assistenza di diversiprofessori, da Marco Bussagli a Cinzia Nardini a Pier Luigi Berto.

La scelta di quest’anno è stata quella di concentrarsi sulMuseo Gregoriano Profano, la collezione voluta daGregorio XVI Cappellari nel 1844. Nella primitiva sededel Laterano erano esposti i ritrovamenti degli scaviarcheologici pontifici effettuati a Roma e nelle immediatevicinanze (Cerveteri, Veio, Ostia); a questi materiali siaggiunsero anche molte delle antichità che fino ad allorasi trovavano stipate nei depositi di scultura. Negli annisessanta del Novecento tutte le collezioni lateranensi

furono trasferite in Vaticano, dove nel giugno 1970 fuinaugurata la nuova ala espositiva. Il progettoarchitettonico, fortemente incoraggiato da papa Paolo VI,venne affidato allo studio di Vincenzo, Fausto e LucioPassarelli.

Il Museo Gregoriano Profano documenta momenti etemi diversi dell’arte classica. Il percorso espositivo hainizio dalle sculture della sezione degli originali greci,composta per lo più da stele funerarie, rilievi votivi eframmenti di sculture architettoniche. Vi sono quindispazi dedicati alle copie e alle rielaborazioni da originaligreci eseguite in epoca romana, che comprendonosoprattutto ritratti. Grande rilievo è dato alla scultura dietà romana imperiale, documentata da importanti opereprovenienti da edifici e monumenti pubblici e privati,nonché da ritratti e statue iconiche ma anche un’articolataraccolta di scultura funeraria (urne, altari, sarcofagi).

Opere che, in questo ultimo periodo, hanno catturatol’attenzione degli occhi e delle mani degli studentidell’Accademia e oggi vediamo così il loro risultato vicinoai modelli originali.

Grazie quindi agli allievi, al loro tutor, Pier Luigi Berto,al nostro ufficio delle attività didattiche coordinato daMaria Serlupi Crescenzi e alla Direttrice dell’Accademiadi Belle Arti, Tiziana D’Acchille per questo felice risultato,erede di una tradizione pluricentenaria che chiede adun’Istituzione come la nostra di essere custodita eproseguita.

Barbara JattaDirettore dei Musei Vaticani

Per lo spazio di tre anni si partì quasi ogni mattina da S. Maria Maggioree andava a piedi al Palazzo Vaticano di S. Pietro, e quivi fin’al tramontardel Sole si tratteneva a disegnar hor una hor l’alta di quelle meraviglioseStatue, che l’antichità a tramandato a Noi.D. Bernini, Vita del Cavaliere Gio. Lorenzo Bernini, Roma 1713, p. 5

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Mario AlíPresidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Sono particolarmente onorato, dopo un anno diPresidenza dell’Accademia di Belle Arti di Roma, di

inaugurare il mio secondo anno di attività conun’iniziativa unica nel suo genere e dall’indiscusso valoreartistico, didattico, culturale e di ricerca.

L’idea, partita nel 2015, di realizzare un progetto dicollaborazione tra i Musei Vaticani e la nostra StoricaAccademia di Belle Arti di Roma, si è trasformata in pochianni in una importante realtà che ha permesso a questedue grandi istituzioni di unirsi, non solo nellosvolgimento del laboratorio di disegno, ma ora nellamostra “Antico Presente, l’Accademia disegna” al MuseoGregoriano Profano. La mostra, come ha sottolineato ilProf. Pier Luigi Berto, il Docente di Disegno curatore delprogetto, che ringrazio per lo sforzo profuso, ha permessodi raccogliere insieme molti lavori realizzati dagli studentidurante il corso di disegno dal vero presso il GregorianoProfano, museo che raccoglie importanti opereprovenienti da ritrovamenti di scavi archeologici pontifici.Il punto di forza dell’iniziativa è stato quello di realizzare idisegni degli allievi dal vero, senza l’utilizzo di mezziriproduttivi o fotografici, metodo che ha consentito loroun’osservazione diretta dell’opera, attraverso varieangolazioni e con l’ausilio della sola luce naturale,permettendo di “incontrare la fisicità delle sculture”, unmodo questo che ha permesso di intravedere nei disegnirealizzati “la traccia del tempo reale che ognuno di lorotrascorreva davanti alle opere d’arte”. Voglio anche ioassociarmi ai ringraziamenti fatti dal Prof. Pier LuigiBerto alla Direttrice Barbara Jatta, al professor AntonioPaolucci, alla dottoressa Maria Serlupi e al Prof. MarcoNocca, per aver permesso di trasformare un accordoconvenzionale in un progetto ambizioso che ha gettato leproprie basi tre anni fa e che oggi non solo vede la suarealizzazione ma, e di questo sono certo, la sua eco siproietterà nel prossimo futuro.

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Tiziana D’AcchilleDirettrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

La pratica del disegno dall’antico è una delle piùconsolidate nella tradizione della formazione artistica.

Le principali accademie italiane sono nate con lo scopo diistituzionalizzare l’insegnamento dell’arte trasferendo lapratica di bottega all’interno di quei laboratorid’eccellenza che sono divenuti in epoca moderna iprincipali musei italiani: le Gallerie dell’Accademia aVenezia, la Pinacoteca di Brera a Milano, la Galleria degliUffizi a Firenze e i Musei Capitolini a Roma.

Da molti anni ormai in Accademia si è ripreso adisegnare, un’antico esercizio che ricomincia adessolentamente a muovere i suoi ingranaggi un po’arrugginiti, dopo decenni di trascurata e colpevoleincuria. Colpevole perché proprio le Accademie, cheavrebbero dovuto curare il necessario bagaglio formativodei giovani artisti, custodire e tramandare le pratiche delfare arte, spesso, percorrendo i sentieri accidentati delleteorie contemporanee sull’arte, hanno accuratamentetenuto lontani i propri studenti dalla severa e rigorosapratica del disegno, pratica su cui si fonda non solo laformazione dell’artista, ma la sua stessa capacità di idearesoggetti, oltreché di comprendere a fondo la realtàvisibile. Il risultato è che per molti anni la formazioneartistica ha fatto a meno del disegno, pratica divenutaopzionale o certamente non indispensabile né tantomeno

necessaria, e trovare oggi un bravo disegnatore, o meglio,un artista che sappia anche disegnare, non è un datoaffatto scontato.

Sulla scia di questa importante tradizione e delritrovato interesse della contemporaneità per il disegno siinserisce dunque il laboratorio tenuto dal professor PierLuigi Berto nella parte del museo Gregoriano Profano aiMusei Vaticani. È stato un momento particolarmentefelice della storia degli ultimi anni della nostraAccademia, e gli studenti hanno mostrato un autenticoentusiasmo partecipando assiduamente alle lezioni eall’indagine delle splendide statue custodite nelle sale delmuseo, in una parte finora chiusa al pubblico. Questopiccolo ma unico laboratorio ha dato i suoi frutti in unaserie di preziosi disegni oggi esposti in mostra, che sonostati prodotti nel corso del passato anno accademico.Ringrazio per questo la Direttrice Barbara Jatta, che havoluto proseguire l’esperimento già avviato sotto ladirezione di Antonio Paolucci, e la costanza e l’amoredimostrato da Maria Serlupi Crescenzi, che haaccompagnato Pier Luigi Berto e i suoi studenti nel corsodelle lezioni.

Le nostre istituzioni traggono linfa vitale da esperienzecome questa, che resteranno per i nostri studenti unmomento da ricordare del loro percorso accademico.

Dovete aver notato che da qualche tempo c’è qualcosa di cambiato nellearti; non parliamo di neoclassicismo, di ritorno ecc. vi sono degli uomini,dei quali probabilmente anche voi fate parte, che, arrivati a un limitedella loro arte, si sono domandati: dove andiamo? Hanno sentito ilbisogno di una base più solida; non hanno rinnegato nulla... Ma unproblema mi tormenta da circa tre anni: il problema del mestiere: è perquesto che mi sono messo a copiare nei musei.G. De Chirico

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La mostra che oggi presentiamo nei locali dei MuseiVaticani raccoglie i lavori prodotti durante il corso di

disegno dal vero, che ho diretto e che si è svolto presso ilGregoriano Profano. Questa mostra celebra l’incontro trauna delle più importanti istituzioni museali del mondo,come i Musei Vaticani, e una delle più antiche scuoled’Arte della città di Roma, quale l’Accademia di Belle ArtiStatale di via di Ripetta. Per la realizzazione di questamostra sento di dover ringraziare le direzionirispettivamente dei Musei Vaticani e dell’Accademia,accanto a tutti coloro che hanno lavorato per renderlapossibile.

Quando tre anni fa decisi di sperimentare per i mieistudenti dell’Accademia l’allestimento di un laboratorio didisegno dal vero presso il Gregoriano Profano ai MuseiVaticani, non avevo previsto il successo che avrebbe avutoquesta iniziativa. Tuttavia, fin dalle prime visite ho notatocrescere nei ragazzi la passione nel disegnare dal vero leopere esposte, così come l’interesse a “comprendere” isoggetti osservati, travalicando il mero esercizio praticodella riproduzione grafica di una scultura dal vero.

Credo infatti che questo esperimento, reso possibilegrazie all’interessamento del professor Paolucci e delledottoresse Jatta e Serlupi, abbia dimostrato la validità diun diverso approccio allo studio delle opere esposte, inquanto il disegno è potuto diventare lo strumento diosservazione analitica ravvicinata da parte degli allievi,attraverso appunto la traduzione del volumetridimensionale della scultura nella forma bidimensionaledell’espressione grafica. Questo processo ha prodottoun’osservazione più attenta e partecipe rispetto a quellacon cui ci si rivolge di solito alle opere esposte in unmuseo; si tratta piuttosto di un’osservazione che genera la

memorizzazione delle opere senza l’ausilio delleriproduzioni fotografiche di cataloghi e manuali.

Ho infatti chiesto agli allievi di portare a termine i lorodisegni dal vero senza scattare fotografie utili a continuarliin assenza degli originali riprodotti, proprio perché ildisegno dal vero potesse offrire loro la possibilità diincontrare la fisicità delle sculture; in questo modo i lorodisegni avrebbero riportato anche la traccia del temporeale che ognuno di loro trascorreva davanti alle opered’arte. Si tratta di un tempo vissuto fuori dallo scorrereconvulso della vita quotidiana, esperito in uno spaziomuseale pieno di suggestioni e al tempo stesso appartato;questo tempo si è trasformato dunque in un’esperienzaricca e privilegiata.

Il Gregoriano Profano è infatti un museo fondato daGregorio XVI Cappellari e non particolarmente noto algrande pubblico, ma che tuttavia raccoglie importantiopere provenienti da ritrovamenti di scavi archeologicipontifici. I reperti sono stati riuniti insieme per la primavolta nel Palazzo Apostolico del Laterano nel 1883, per poiessere successivamente trasferiti in Vaticano negli annisessanta del ventesimo secolo, dove Paolo VI, nel giugnodel 1970, inaugurò questa nuova ala dei Musei Vaticani.

In questo luogo, frutto del progetto dello studioPassarelli, le sculture sono illuminate dalla luce naturale,attraverso grandi vetrate e lucernai. Grazie all’assenza dimuri divisori la luce avvolge in un chiaroscuro soffuso imarmi provenienti da un lontanissimo passato,mostrandoci ogni particolare delle loro figure. Le sculturedel Partenone, la Niobide Chiaramonti, gli austeri ritrattiromani e tutti gli altri capolavori della collezione si sonorivelati agli allievi nelle condizioni perfette per essereritratti, ma allo stesso tempo disseminando legami di

Gregoriano Profano: un corso di disegno al Museo

Pier Luigi BertoDocente di Disegno dell’Accademia di Belle Arti di Roma

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continuità con il passato, attraverso le tecniche deldisegno apprese in Accademia.

Dalle nove del mattino fino a metà giornata, per ungiorno a settimana, dal mese di novembre 2016 al mesedi giugno del 2017, ho accompagnato i miei studenti adisegnare dal vero in un museo, disegnando anche ioassieme a loro, sempre più contornato dal loroentusiasmo. Senza l’aiuto di fotografie, senza la necessitàdi cancellare mai nessun ripensamento, usando le puntemetalliche, con l’inchiostro o la sanguigna, con lafusaggine o la grafite, ora dopo ora, giorno dopo giorno,abbiamo disegnato insieme opere antiche di cui abbiamosempre più compreso la loro contemporaneità. E proprioil lunghissimo tempo d’esecuzione dedicato a ritrarre leopere è diventato una sfida alla fretta che connota lanostra vita quotidiana, che ci impone di gettare solo unosguardo frettoloso e superficiale alla realtà che ci circonda.

Per queste ragioni l’appuntamento settimanale aiMusei Vaticani è divenuto per la maggior parte dei ragazziun impegno irrinunciabile, indipendente dagli obblighiscolastici, trasformandosi in un’opportunità diapprofondimento sulla storia dell’Arte, così come sulsenso stesso di un praticare l’arte del disegno comeesperienza esistenziale e non solo conoscitiva.

Questa modalità di frequentazione del Museo haapprofondito la percezione interiore delle opere d’Arte daparte dei ragazzi, perché il disegno, anche come attospontaneo di individui non professionisti, può mettere incomunicazione sfere sensibili differenti, saldandoinsieme percezione visiva e riflessione mentale, pensieroe corpo. È bene ricordare, a questo proposito, che lamattina del sabato il Rijksmuseum di Amsterdam imponeai suoi visitatori di rinunciare alla macchina fotografica,per usare, in quel giorno soltanto, foglio e matita percatturare l’immagine delle opere esposte. È unaesperienza che permette, come hanno evidentementecompreso i miei studenti, di entrare in un rapporto di tipoesistenziale con l’opera, indipendentemente dalla perizia edall’abilità con le quali si è in grado di riprodurla.

Approfondire poi la conoscenza storica e criticadell’opera che si è riprodotta con il disegno è il passosuccessivo di tale esperienza esistenziale, perché nasce

dalla necessità di conoscere qualcosa che è già entratonella nostra vita. È una necessità paragonabile a quella checi spinge a cercare informazioni su una persona che ci haimprovvisamente colpiti con il suo fascino.

I miei studenti provengono da paesi diversi e da variluoghi d’Italia; hanno realizzato durante il corso di questasperimentazione moltissimi disegni, facendo convergerein tale attività i caratteri distintivi delle loro diverseculture, senza per questo rinunciare alla loro personalità,ma semplicemente mettendosi in sintonia con lapersonalità dell’opera d’arte che hanno incontrato econosciuto. Dalla Russia alla Cina, dalla Moldavia allaFrancia, o da altre località del nostro paese, ogni ragazzo ègiunto in questo grande museo di Roma per fissare negli

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occhi i ritratti di consoli o imperatori, di divinità pagane odi eroi mitologici, traducendo la tradizione culturale delproprio paese nella lingua universale del disegno, doveogni specifica differenza culturale può divenire peculiaritàstilistica. Una significativa selezione di questi materialiinternazionali, in cui si rispecchiano le radici più antichedella cultura europea, è allestita ora nello stesso spazio delGregoriano Profano, lo spazio nel quale gli allievi stessihanno disegnato. In questa mostra le antiche sculturerivivono in immagini create con modalità espressivediverse. I disegni esposti sono icone dalle sembianzemultiformi, ottenute con segni delicati, o con robustetessiture di chiaroscuro; costituiscono forme legate aun’elaborazione tradizionale o ricostruite in un’eccentrica

sintassi compositiva, interagendo in modo originale con ilsupporto del foglio. Costituiscono le effigi di sculture cheostentano drammaticamente le loro mutilazioni, o chetrasfigurano la loro identità in trasposizioni liriche.

Ogni modo di disegnare testimonia la particolareconoscenza che ciascun alunno ha sviluppato sull’operaattraverso il disegno, e credo, non di meno, su se stesso.Tanto che anche io con i miei disegni ho potuto riviverel’esperienza di essere di nuovo studente, perchédisegnando a fianco dei miei allievi ho imparato da loro adimparare, interrogando la realtà eterna e continuamentediversa dell’Arte, senza cercare risposte, ma inseguendosempre un’inappagabile e rigenerante necessità dibellezza e conoscenza.

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L’altra faccia dei Musei: disegno dal vero versus “mordi e fuggi”

Maria Serlupi CrescenziResponsabile dell’Ufficio Attività Didattiche dei Musei Vaticani

Negli Stati Uniti, dove si è rilevato statisticamentecome l’approccio all’opera d’arte abbia oggi una

durata media di otto secondi, Phil Therry ha volutoproporre di contro alcune prove di esperienza artisticarallentata, incentrata su un numero esiguo di opererigorosamente selezionate.

Il successo riscontrato dall’iniziativa, avviata nel 2008,si è confermato in una serie di test successivi in alcunimusei di Stati Uniti e Canada che hanno condottoall’istituzione dello Slow Art Day, una giornata celebrataormai a livello internazionale. La teoria di questoapproccio intenzionalmente rallentato trova invece la suacodificazione nel saggio Slow Art; the Experience of Looking,Sacred Images to James Turrell, recentemente pubblicato daun docente di letteratura del Pomona College inCalifornia. Arden Reed definisce la Slow Art come “ilnuovo campo estetico” che, in opposizione alla lottacontro il tempo di cui si è resa schiava la nostra civiltà,“può darci la consolazione che tutti cercano”.

La “consolazione” annunciata con toni profeticidall’altra sponda dell’Atlantico può invece trovarsi già datempo in quei settori dei Musei Vaticani che accolgono leesercitazioni di disegno dal vero. Gli allievi dell’Accademiadi Belle Arti di Roma operano nel Museo GregorianoProfano o nel Museo Pio Clementino durante l’interamattinata del mercoledì, giornata antesignana dello SlowArt Day, suggellando un virtuoso partenariato tra le dueistituzioni avviato a partire dall’anno Duemila.

La copia dal vero è una pratica che affonda le radici inuno storico passato e che ha potuto elevarsi a livelliinattingibili nella Città Eterna, che offre opportunità diconfronto sia con i più alti modelli dell’Antico, che con quelli dei maestri indiscussi del Rinascimento

o del Barocco. A partire dalla donazione (o meglio “restituzione”) al

Popolo di Roma delle antiche sculture bronzeedisseminate nell’area lateranense, che Sisto IV fasimbolicamente trasferire in Campidoglio (1471), ipontefici adottano una politica culturale illuminata, che sifonda sull’inesauribile patrocinio delle Arti e sul sostegnodella formazione degli artisti italiani e stranieri convenutinell’Urbe. L’auspicio di restaurare le arti e dipromuoverne l’insegnamento implica infatti l’istituzione,su istanza di Girolamo Muziano e con breve di GregorioXIII (1577), di un’Accademia Romana di Belle Arti conannessa una Congregazione sotto l’egida di S. Luca.Quest’ultima si dota in seguito di propri Statuti sotto ilprimo principe Federico Zuccari (1593) e, per facilitareulteriormente l’accesso allo studio per i giovani,Benedetto XIV fonda ancora l’Accademia del Nudo inCampidoglio (1754).

Sulla scia di questo fil rouge non appare un caso che gliallievi dell’Accademia di Belle Arti escano dalle aule del“Ferro di Cavallo”, storica sede concessa da Gregorio XVI,per compiere esercitazioni sull’Antico nel MuseoGregoriano Profano, correlato per fondazione allo stessopontefice, nel quale si inaugura la prima esposizione didisegni degli studenti mai realizzata in Vaticano.

In veste di responsabile delle attività didattiche hoavuto la fortuna di costituire fin dagli inizi il “ponte” tral’Accademia e i Musei e, nello scorrere degli anni, divedersi trasformare i rapporti con alcuni studenti daprofessionali in affettivi.

Gli allievi appaiono a prima vista come un gruppotutt’altro che omogeneo per età, origine, cultura, ma unavolta lasciato alle spalle il potente brusio della hall di

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ingresso dei Musei per entrare nel settore musealeindicato dal docente, si trasformano in un indissolubilesodalizio. Come per incanto si dissolve ogni diversità: nonconta più l’età giovanile o matura, comunicare nellanostra lingua ovvero in russo, arabo o cinese, né essere giàprovetti o semplicemente appassionati. Il comunedenominatore è dato dall’immersione nella salvificadimensione del Bello, che sanno coincidere con il Buono,secondo l’antica intuizione della Kalokagathìa.

Gli studenti, dopo aver accolto alcune indicazioni

fondamentali ripetute come un mantra (focalizzare le“ombre portate” nell’antico mosaico Asaroton, nonfotografare i soggetti, etc.), si sparpagliano nel labirinticospazio dell’ala Passarelli fino al momento in cui, comeraggiunti da una “chiamata”, si bloccano davanti a unascultura, statua, ritratto, sarcofago, ara o rilievo, aprescindere dal suo essere celebre o meno, intera oframmentaria, di grandi o di modeste proporzioni,instaurando nei suoi confronti una forma dicontemplazione tanto intensa e intima da potersi

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assimilare a meditazione o preghiera. A pochi passi da quest’area protetta si contrappone la

fruizione fugace e distratta di tanti altri visitatori,vittime/correi dei bulimici ritmi del turismo di massa edella sua pretesa di “liquidare” la visita in un’ora e mezza,giusto il tempo per cogliere l’attrazione fatale della Sistina,dopo aver sfrecciato tra capolavori non compresi né visti,se non attraverso l’algida mediazione di schermi digitali.Ogni giorno migliaia di visitatori possono varcare la sogliadei Vaticani senza preclusione sociale, culturale, religiosadi sorta: solo il Tempo impone la sua distinzione,scavando la linea di demarcazione che dividecategoricamente i turisti dagli appassionati cultori dellifelong learning.

L’annullamento della creatività e della riflessione che lavelocità con cui siamo costretti a percepire il mondo dioggi comporta, trovano rimedio nel tempo dilatatodell’esercitazione, che vede investire una intera mattinatanella riproduzione di una singola opera. Copiare dal vero èuna disciplina di fondamentale importanza, alla qualenessun artista che avesse in animo di considerarsi tale hapotuto sottrarsi dal Rinascimento alla contemporaneità.Questo esercizio conoscitivo fondamentale impone unlungo tempo di posa, nel corso del quale l’allineamento diocchio-mente-cuore-mano, approda nel fluire di una lineaalla ri-creazione dell’opera “adottata”, analizzata, amata,compresa e assunta ormai come parte integrante di sé.

In questa esperienza immersiva, etica, estetica eprofondamente emozionale, può riconoscersi la“consolazione” (Reed) e restituirsi ai Musei Vaticani l’altamissione educativa già individuata e promossa daipontefici ab origine.

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La scuola di Disegno dal vero del maestro Pier LuigiBerto costituisce, in questi ultimi anni, una delle

eccellenze della nostra Accademia di Belle Arti romana.Per un docente come me, che nel corso della sua carriera,rischiando di apparire controcorrente, ha sostenuto sin dal1997 il ripristino dello studio della Storia dell’Arte Anticanelle accademie italiane, si è occupato negli studi diricomporre la storia dei modelli greco-romani utilizzatiper l’insegnamento, ha riallestito, grazie a ricerchepluriennali, il patrimonio storico delle Gipsoteche,riaprendo la bellissima collezione di calchi dell’Accademiadi Belle Arti di Napoli, 2007, l’incontro con Pier Luigi,collega dal comune sentire, nel 2008 è stato fatale. Comenel Settecento, quando sulla scorta del potente pensierocanoviano, l’Accademia era allogata nelle aule del Museo,da questo traendo il nutrimento, e teorie e storia dell’arte,nate in Accademia prima che all’Università, venivanoelaborate a stretto contatto con la pratica del fare e deimestieri artistici, le mie visite nella sua aula di Disegno dalvero sono diventate sempre più frequenti. Poteva capitare,assistendo a bellissime sedute del Nudo con modello, dicomprendere meglio Ruskin e la sua innocenza dell’occhio,attraverso il metodo di Berto, teso a insegnare ai suoiallievi a vedere giusto, perché il saper vedere è una capacità digiudizio ancora più importante del saper disegnare. E inquesto straordinario progetto di Disegno al Museo, chequi presentiamo ai Vaticani, tornati come nel Settecentoad essere un habitat naturale delle Belle Arti, ho imparatomolto nel vedere come Pier Luigi impostasse ai suoistudenti la relazione visiva con la statua, e la suarappresentazione, per guidarli alla conquista dell’occhio dapittore: potenzialità dello sguardo molto sofisticata,nient’affatto naturale e spontanea, risultato finale di un

lungo percorso d’apprendimento. L’organo della vista inquesto processo viene educato ad isolare ogni singoloelemento compreso nella visione, ne osserva lecaratteristiche formali precipue, soltanto sue, per elevarlepoi, nel pieno della sua autonomia formale, a forma pura,colore puro, segno puro. La statua, nella didatticad’Accademia tradizionale, è l’approdo di allievi navigati,che hanno perfezionato nel Disegno le loro capacità dibase, attraverso gli elementi anatomici (mani, piedi, testa,braccia, gambe), per passare alla perfezione formale dellafigura, di cui si comprendono le leggi attraverso lo studioapprofondito del modello classico. L’esito finale, secondole direttive di Canova sul Nudo, integrate dalla precettisticadi David, è l’approccio al modello vivente, che permette (e iFrancesi all’Académie de France furono maestri dellamessa in posa) una conoscenza definitiva della figuraumana, rappresentata nelle dinamiche più originali, ma inintima e naturale coerenza anatomica. Gli studenti,guidati dal maestro, hanno ripercorso questo camminoformativo all’interno delle sale dei musei pontifici. Inparticolare, nella mattinata in cui sono stato invitato daMaria Serlupi Crescenzi e Pier Luigi Berto, ho avuto ilprivilegio di poterlo affiancare, tenendo una lezione nellaSala degli Animali. Sorprendente costatare, entrati inquesto “serraglio di pietra”, secondo la felice definizione diGonzales-Palacios, come ciò che stavamo facendo,disegnare le meraviglie e le curiosità di questawunderkammer, fosse esattamente lo scopo che GiovanBattista Visconti suo ordinatore si figurava per la sala:“servire da modello a chiunque si proponga questo oggettod’imitazione”. E anche il motivo per cui gli “animali”,rifacimenti settecenteschi di frammenti antichi del“mago” Francesco Antonio Franzoni, non avevano mai

Antichità come Futuro. Mattinate a disegnare nelle sale Vaticane

Marco NoccaDocente di Storia dell’Arte Antica dell’Accademia di Belle Arti di Roma

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troppo attirato gli archeologi, costituiva oggi per noi, che liosservavamo così da vicino, una straordinaria opportunitàdi analisi del gusto del XVIII secolo, con quell’utilizzo afini espressivi delle particolarità cromatiche e materichedei marmi, e i bellissimi intarsi, con cui l’ingegno tecnicoli metteva a frutto. Gli allievi entusiasti si “tuffavano” nelleprofondità marine attraverso il disegno, mezzo perimparare a vedere, ammirati dal granito e dal porfidoverde, assegnati all’astice e al granchio, dal serpentinoscreziato del delfino, e risalivano in superficie acontemplare gli animali terrestri: le screziature del mantodel leopardo, l’alabastro fiorito per la pelle fulva del cervo.E mentre con il loro maestro Berto, anch’egli al lavoro, idisegnatori erano immersi nei loro studi, io ricordavo chenei “restauri” degli animali di Franzoni, straordinarieinvenzioni considerate a torto minori, si rivelava uno deisegreti di quella stagione di straordinaria unità che fu ilNeoclassicismo: la capacità di raggiungere in qualsiasiopera, anche la più insignificante, la fedeltà alla Natura e laBellezza ideale, i due poli tra cui si svolgeva il dibattitosettecentesco sulle Arti; di considerare l’Antico comeispirazione per una realizzazione contemporanea, chetrasformava un frammento non più leggibile, provenientedal passato, in un’autonoma opera d’arte, nuovamenteparlante. In quella lezione tenuta al Museo mi apparivaperfettamente coerente, dunque, anche la ricerca didatticasvolta in comune con gli allievi e Pier Luigi Berto,intrecciata alla sua vicenda artistica personale e ai mieistudi, i momenti emozionanti passati insieme inAccademia dialogando con i maestri riconosciuti, comeGreenaway e Kentridge, o le escursioni nel Disegno enplein air con gli studenti tra Sermoneta e Ninfa, o sulletracce degli artisti danesi a Civita D’Antino. Cessate lesirene delle avanguardie, zittiti finalmente gli epigoni del“nuovo ad ogni costo”, che ancora appestano il mondodell’Arte, e considerano inutile la formazione artisticabasata sul progetto, ambedue percepivamo che la verità delnostro mestiere, la ricerca faticosa della Bellezza e dellaForma, si dipanava scorrevole, come il segno di una matitasulla carta, in quella bellissima mattinata di lavoro aiMusei Vaticani: qui l’Antichità, poteva ancora rivelarsicome Futuro.

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ANTICO PRESENTEL’ACCADEMIA DISEGNA

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GIADA BELLO Grafite SottoTrapezoforo con sfingi, età traianeaA destraRitratto di fanciullo

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MONICA BINI GrafiteA destraRitratto virile, età repubblicana

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FRANCESCO JOSÈ CAMEROTA InchiostroA destraStatua di Atena Lancellotti, II sec. d.C.

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SAMUEL CAMPISI SanguignaSottoStatua di satiro a riposo, età flaviaA destraStatua di Marsia, da un originale greco di Mirone, fine I sec. d.C.

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PIETRO CAPONE Grafite SottoRitratto virile, Virgilio, Inizio I sec. d.C.A destraBusto della Gens Hateria, 110-130 d.C.

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CRISTINA CASTELLANI Grafite SottoStatua di MarsiaA destraAltorilievo con giovane pugile, lavoro moderno, fra il 1520 e il 1631

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MATTIA CLERI POLIDORI Pigmenti SottoFrammento di rilievo, figura barbata, epoca adrianeaA destraRitratto di fanciullo, III sec. d.C.

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ISABELLA DE RUBEIS Grafite A destraRitratto virile, età repubblicana, I sec. a.C.

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FLAVIA FANARA Biro A destraRitratto di giovinetto

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LORENZO GRAMACCIA Sanguigna SottoBusto femminile tipo Pudicitia, età repubblicanaA destraRitratto giovane di Caracalla

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ANASTASIA KURAKINA Grafite

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GIULIA LANZA Grafite

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VIVIENNE LIU Grafite SottoStatua femminile con peplo e mantello, con testa di Faustina minoreA destraTorso di Poseidone, da un modello di Policleto, II metà del II sec. d.C.

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GABRIELE LUCIANI Biro SottoTorso con clamide, forse un DioscuroA destraMuseo Pio Clementino, Sala degli Animali

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VITTORIA OLIVE Inchiostro SottoRitratto virile, Virgilio, inizi I sec. d.C.A destraTesta di Marsia

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MELISSA PITZALIS Grafite SottoStatua di Aura, età augusteaA destraTorso di efebo, prima età imperiale

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ALICE RUZZETTU InchiostroSarcofago dei niobidi, metà del II sec. d.C.

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FRANCESCA SACCHINI GrafiteRilievo da monumento sepolcrale della Gens Servilia

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SOPHIE SIMON SanguignaCd. Lottatori Aldobrandini, lavoro moderno, fra il 1520 e il 1631

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CORINA SURDU Inchiostro SottoRitratto di fanciulla, età repubblicanaA destraRitratto di Marco Aurelio

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ANASTASYA VOSKOBOYNIKOVA InchiostroRitratto femminile, ca. 260 d.C.

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JUANNI WANG Grafite SottoTesta di Musa, tipo Thalia, età adrianeaA destraHerma barbata, II metà del I sec. d.C.

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XIA YING InchiostroFregio architettonico dal foro di Traiano

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ZHOU ZICHEN Inchiostro SottoRitratto virile, età repubblicana

Punta d’argentoA destraStatua di Antinoo-Vertumno, portatore di fiori e frutta

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PIERLUIGI BERTO Punta d’argentoSottoRitratto di donna anziana, età traianea

SanguignaA destraErma di Dioniso, metà del II sec. d.C

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Pier Luigi Bertoè allievo da giovane della scultrice russaLidia Trenin Franchetti, seguace diCharles Despiau a Parigi, presso il suoatelier di Villa Strohl-Fern a Roma.Frequenta anche, sempre a Villa Strohl-Fern, lo studio di Carlo Levi, doveconosce e si appassiona al suo mondopittorico e ai suoi temi. Ha l’occasione diconoscere personaggi come MarinoMazzacurati, Tono Zancanaro, CorradoCagli, Renzo Vespignani, Ugo Attardi.Berenice, giornalista di Paese Sera ecritico d’arte, lo segue nei suoi inizi. Perun breve periodo dipinge accanto aRiccardo Tommasi Ferroni, presso lostudio di Via dei Riari a Roma.Inizia a esporre tenendo mostrepersonali presso la galleria “laMargherita” a Roma e la libro galleria“Cortina” di Milano. Espone diverse voltealla libro-galleria “Ferro di Cavallo” diRoma presentato da Jolanda Nigro Covre,che scriverà la prefazione al catalogo perla personale alla “Cuba d’oro” sempre aRoma. Entra in Accademia e comincia acollaborare, come assistente di pittura,con diversi maestri, tra i quali AldoTurchiaro. Tiellemedia editore pubblicauna monografia nel 2009 accompagnatada un saggio di Marco Di Capua dal titolo“Il funambolo”. Nel 2010 espone allo“Studio S” di Carmine Siniscalco. Duesue opere vengono inserite in “1990-2010: Vent’anni d’arte a Roma” saggio diTiziana D’Acchille pubblicato per i tipi diedizioni Bora nel 2011. Nel 2012 cura lamostra collettiva “Il segno delle orme, leStrade dell’arte nella memoria delfuturo” alla Casa della Memoria.Nel 2013 cura un saggio su Carlo Levi daltitolo “Oltre il buio” per le “EdizioniEnsemble” raccogliendo scritti di variautori e un’importante mostra di disegnidel Maestro. Sempre nel 2013 cura lamostra di suoi allievi, presso la Casa dellaMemoria e della Storia di Roma,patrocinata dal Comune di Roma, dalla

FIAP, dall’Accademia di Belle Arti diRoma oltre che dalla Fondazione CarloLevi dal titolo “Oltre il buio”. Sempre nel2013 partecipa con i suoi studenti allamostra “L’Accademia disegna” curata daTiziana d’Acchille ai Musei Capitolininell’ambito della mostra “L’etàdell’equilibrio”. Il 20 Marzo del 2013tiene una lezione aperta dal titolo“Canova e il disegno, tecniche emateriali”, a Palazzo Braschi in occasionedella mostra “Canova, Il segno dellagloria”. Il 19 febbraio 2014 tiene unalezione pubblica dal titolo “Una tecnicasegreta e antica, il disegno con la puntad’argento. Alla scoperta di una raffinatametodologia operativa.” ai MuseiCapitolini, nell’ambito della mostra“Spinario, storia e fortuna”. Partecipa nel2014 alla mostra collettiva presso laGalleria Porta Latina di Roma dal titolo“Testo a fronte - 37 immagini per 37racconti”. Espone in una personalepresso L’Incontro d’Arte diRoma/Arteperoggi curata daRobertomaria Siena, e pubblica uncatalogo dal titolo “La passione per ildisegno” per i tipi di Achillea Felix, contesti di Marco Di Capua, Manlio Gaddi,Marco Nocca e Robertomaria Siena. È invitato nel 2014 a partecipare alla LXVedizione del Premio Michetti aFrancavilla al Mare (CH). Ha curato, assieme a G. Mariani e M. Nocca, la mostra antologica e ilcatalogo (ed. Erma di Bretschneider) diJean-Pierre Velly dal titolo “L’ombra e laluce”, che si è tenuta a Palazzo Poli -Istituto Centrale per la Grafica a Romadal 22 marzo al 15 maggio 2016. Si sonooccupati e hanno scritto sul suo lavoro,tra gli altri, anche Vito Apuleo, Berenice,Costanzo Costantini, Dario Micacchi,Giuseppe Selvaggi, Stefania Severi.

Giada Belloè una disegnatrice e pittrice romana natanel 1992. Nel 2016 si è laureata inPittura presso l’Accademia di Belle Artidi Roma, dove continua tuttora i suoistudi frequentando il bienniospecialistico.

Monica Bini è una pittrice e attuatrice nata a Romanel 1986. Nel 2014 consegue il diplomacon lode in Pittura all’Accademia di BelleArti di Roma. Partecipa a numeroseesposizioni in Italia e all’Estero.

Francesco Josè Camerotanasce nel 1991 a Caracas (VE) vive aAtena Lucana (SA). Si diploma nel 2017in Pittura presso l’Accademia di BelleArti di Roma, dove frequenta il biennio.

Samuel Campisinasce a Enna nel 1994. Nel 2014 siiscrive in Pittura all’Accademia di BelleArti di Roma dove ha conseguito ildiploma di I livello e dove attualmentefrequenta il biennio.

Pietro Capone Roma, 1995. Studente dell’Accademia diBelle Arti, focalizza la sua ricerca sullapittura figurativa contemporanea,ispirandosi alla scuola Caravaggesca e adaltri maestri dell’Accademismo.

Cristina Castellani è una pittrice e scenografa nata a Romanel 1992. Nel 2016 si diploma pressol’Accademia di Belle Arti di Roma doveattualmente frequenta il biennio dispecializzazione in Pittura.

Mattia Cleri Polidori nasce a Roma, nel 1987. Si diploma inPittura presso l’Accademia di Belle Artidi Roma nel 2015. Nel 2016 si specializzain Pittura nel MA Painting al WimbledonCollege of Arts di Londra.

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Isabella De Rubeisdisegnatrice e pittrice, nasce a Roma nel1993. Laureata nel 2016, frequentaattualmente il suo ultimo anno dispecializzazione in Pittura presso laFacultad de Bellas Artes de Murcia.

Flavia Fanara nasce a Roma nel 1991. Nel 2015consegue la laurea specialistica inPittura presso l’Accademia di Belle Artidi Roma. Ha collaborato con la galleriaFondazione Volume.

Lorenzo Gramaccia nasce ad Ancona nel 1992. Nel 2015 sidiploma in Pittura all’Accademia di BelleArti di Roma. Attualmente è iscritto albiennio specialistico e lavora per lerappresentazioni del Teatro dell’Opera.

Anastasia Kurakina è nata a Mosca. Laureata all’Accademiadi Belle arti di Roma nel 2015. Ha fattomostre personali e collettive in Russia,UK, Italia, Svizzera, USA, Spagna.

Giulia Lanza nasce a Roma nel 1987. Si diplomaall’Accademia di Belle Arti di Roma inDecorazione nel 2013. Nel 2016 sispecializza in Disegno nel MA Drawingal Wimbledon College of Arts di Londra.

Vivienne LiuShandong Rizhao, Cina. Si laurea nel2006 alla Università QingDao in Pittura.e nel 2017 il biennio di Pittura a Romaall’Accademia delle Belle Arti. Dal 2003partecipa a mostre collettive e illustranumerosi libri in Cina ed altri paesi.

Gabriele Lucianinato a Tivoli nel 1990, si diploma nel2025 all’Accademia di Belle Arti diRoma. Partecipa a numerose collettive,vincendo importanti competizioniartistiche.

Vittoria Olivenata a Fasano, classe 1994, si è laureatain scenografia all’Accademia di Belle artidi Roma ed attualmente si staspecializzando in Grafica d’arte.

Melissa Pitzalisè una disegnatrice e scultrice nata aRoma, nel 1990. Nel 2015 si è laureatapresso l’Accademia di Belle Arti diRoma.

Alice Ruzzettu nata a Roma nel 1991, si diplomaall’Accademia di Belle Arti di Roma.Nell’ultimo anno lavora con RADIOnoMade all’opera “In Arberia”, esposta a“Mediterranea18” e per C.A.E. al Palazzodelle Esposizioni di Roma.

Francesca Sacchini è laureata all’Accademia di Belle Arti diRoma. Oltre a proseguire gli studi sulPatrimonio Artistico, coltiva la passioneper la pittura e il disegno.

Sophie Simon ama da sempre rappresentare, dal vero,la figura umana. Ha frequentato diversescuole d’arte in Francia, Londra e,attualmente, l’Accademia di Belle arti diRoma privilegiando il disegno.

Corina Surdunata in Moldavia nel 1993. Nel 2015consegue il diploma triennale di Pitturapresso l’Accademia di Belle Arti diRoma, dove attualmente prosegue i suoistudi magistrali in Grafica d’Arte.

Anastasya VoskoboynikovaNata nel 1985 in Russia. Nel 2007 iniziala sua formazione artistica all’Accademiadi Pittura, Scultura e Architettura diMosca che completa all’Accademia diBelle Arti di Roma dal 2012 ad oggi.

Juanni Wangè nata a WeiNan nel 1982. Dopo unalaurea in Arte e Design a Shanghai, nel2017 si laurea in pittura all’Accademia diBelle Arti di Roma. Alcune delle sueopere fanno parte di collezioni private.

Xia Ying nasce a BaoTou in Cina nel 1983. Nel2006 si laurea all’Università Centraleper Minoranze Etniche di Pechino. Stafrequentando il biennio in Pitturaall’Accademia di Belle Arti di Roma.

Zhou Zichennato nel 1996, a Wuxi, Cina. Nel 2014 sidiploma alla Scuola superiore Hubin.Nel 2015 è venuto a studiare l’italiano aPerugia. Alla fine del 2015 è entratoall’Accademia delle Belle Arti di Romaper imparare la Pittura.

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ANTICO PRESENTEL’ACCADEMIA DISEGNA

Roma, 21-30 novembre 2017Museo Gregoriano ProfanoMusei Vaticani

Mostra e catalogo a cura diPier Luigi BertoMaria Serlupi Crescenzi

Contributo criticoMarco Nocca

Progetto graficoMario Felici

FotografieSalvatore BarbaMaria Serlupi Crescenzi

CoordinatriceGiulia Traversi

CollaboratoriGabriele LucianiMelissa PitzalisFlavia Fanara

StampaPage Service

Mario Alí Presidente

Tiziana D’AcchilleDirettrice

Rosa Sabina PassavantiDirettrice Amministrativa

Raffaella AmmendolaDirettrice di Ragioneria

CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE

Mario AlíTiziana D’AcchilleRosa Sabina PassavantiGiovanni AlbaneseAlessia Catalano

CONSIGLIO ACCADEMICO

Tiziana D’AcchilleMassimo ArduiniCostanza BarbieriCecilia CasoratiDalma FrascarelliAndrea LelarioStefano PiacentiPietro RoccaseccaVincenzo ScolamieroGabriele SimonginiFrancesco ZitoSalim Mir AlaieeMarta Quercioli

DIREZIONE

Barbara Jatta Direttore

Mons. Paolo NicoliniDelegato AmministrativoGestionale

Roberto RomanoSegretario

UFFICIO ATTIVITÀ DIDATTICHE

Maria Serlupi CrescenziAntonio Vignera

REPARTO ANTICHITÀGRECO-ROMANE

Giandomenico SpinolaClaudia Valeri

Si ringrazia Alessandra Murri per la collaborazione al progetto grafico

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