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ANTICIPARE FUTURE PROFESSIONI DEL TURISMO DI MONTAGNA

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ANTICIPARE FUTURE PROFESSIONI DEL TURISMO DI MONTAGNA

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ANTICIPARE FUTURE PROFESSIONI

DEL TURISMO DI MONTAGNA

Un progetto pilota sulla didattica orientata al futuro

per le scuole secondarie di secondo grado

Report a cura di Rocco Scolozzi e Silvano Serpagli

Con il contributo diFrancesco Brunori, Daniela Simoncelli,

Giovanni Scalfi e Claudio Nicolussi

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INDICE 5

Testi Rocco Scolozzi e Silvano SerpagliImpaginazione Paolo Micheli Redazione Enza Bove

Immagine di copertina: www.pixabay.com

© 2017 Reverdito Editore - 38121 Trento I

Prima edizione: novembre 2017Servizio Clienti Reverdito: [email protected]

Tutti i diritti riservati

Un progetto in rete tra istituti scolastici e realtà di territorio Anno scolastico 2016-17

Con gli Istituti scolastici Don Milani di Rovereto, Ivo De Carneri di Civezzano, UPT di Tione

Un progetto ideato da -skopìa srl., startup dell’Università di Trento in collaborazione con AUREOO

Con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

IndIce

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Le Premesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

Il futuro a scuola: una sfida educativa . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

Esercizi di futuro a scuola: tra futuri personali e futuri condivisi . . . . 13

Metodi: dai futures studies alla classe . . . . . . . . . . . . . . . . 16

Analisi Steep: i fattori di cambiamento . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

Intervista strategica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Costruzione di scenari strategici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

iL Progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

La questione di partenza: future professioni o futuri disoccupati . . . . 25

I temi e gli obiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

I destinatari e protagonisti: studenti, docenti e partner territoriali . . . 27Mappe cross-mediali (Aureoo): come strumento di creazione collaborativa di conoscenza e significato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

Le taPPe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Fase 1: La riflessione sul futuro personale . . . . . . . . . . . . . . 33

Esercizio: Fasi della vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

Esercizio: Ambiti personali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

Fase 2: Osservazione delle dinamiche . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

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6 INDICE PREFAZIONE 7

PrefazIone

Siamo all’interno di una fase di grandi cambiamenti: tecnologici, cul-turali, sociali . Tutti questi cambiamenti avvengono in contemporanea e generano una situazione di incertezza e disorientamento . Oggi come non mai è fondamentale imparare a guardare avanti per cercare di capi-re i grandi trend del periodo e scegliere la propria posizione .

Così come cambia tutto il resto, anche la scuola dovrà cambiare . I lavori di domani saranno diversi dai lavori di oggi e sarà necessario pre-pararsi alle novità .

I diversi cambiamenti richiedono coraggio, visione e capacità di spe-rimentare nuovi percorsi formativi . Proprio per questa ragione, il primo passo da compiere è quello di acquisire alcune competenze di futuro in-cominciando a parlarne, a discuterne apertamente, ad articolare i pos-sibili futuri in arrivo . Si tratta di imparare a distinguere i futuri autentici da quelli inautentici . I futuri di cui a volte si parla sono quasi sempre semplici proiezioni del presente, si basano su ciò che già vediamo at-torno a noi e lo ingigantiscono – le stesse tecnologie, solo un po’ più mature; gli stessi prodotti, ma con più gadget; gli stessi problemi, un po’ peggiori . Il minimo che si possa dire è che si tratta di futuri inautentici: qualunque cosa sarà il futuro, sarà molto diverso da ciò che già vediamo attorno a noi .

La situazione però forse più diffusa è quella dell’incapacità di svi-luppare un discorso approfondito sul futuro, della difficoltà di vedere e articolare i futuri possibili verso cui stiamo andando . Così, il coraggio di tenere gli occhi aperti sul futuro diminuisce e viene spesso sostitui-to da disorientamento e sfiducia, seguito dal rinchiudersi entro circoli sempre più stretti . La capacità di aspirare è un fenomeno che coinvolge molti di noi e per questo non è solo un fenomeno individuale .

Un possibile antidoto a ciò, nella scuola, è la capacità di valorizzare i talenti, le differenze, ovvero la fantasia, la creatività, il coraggio di fare cose diverse in modi diversi . Le soluzioni uniformi potevano servire in

Fase 3: Definizione di scenari: turismo di montagna nel 2030 . . . . . 49

Variabili chiave per il 2030 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50

Scenari strategici: “2030, una giornata da turista” . . . . . . . . . . . . 53Scenario: ridotto benessere economico – debole interazione tecnologica . 53Scenario: sostanziosi incentivi economici – forte interazione tecnologica . 54Scenario: sicurezza e stabilità crescente – forte interazione tecnologica . 55

Super-scenari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57Presentazioni: una video-conferenza coordinata tra le sedi e una conferenza a Trento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60

VaLutazioni deL Progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

L’esperienza: le impressioni dei partecipanti . . . . . . . . . . . . . 63

L’influenza sui modi di pensare al futuro . . . . . . . . . . . . . . . 66

Commenti suI contenuti delle ricerche . . . . . . . . . . . . . . . . . 70

Prospettive di sviluppo e replica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71

riferimenti BiBLiografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73

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8 PREFAZIONE INTRODUZIONE 9

IntrodUzIone

L’istituto di istruzione don Milani ha deciso di coinvolgere nel pro-getto, rendendolo parte integrante delle attività di alternanza scuola-lavoro, tutti gli studenti delle classi quarte dell’indirizzo tecnico econo-mico – turismo, con l’obiettivo di offrire loro nuove occasioni e modalità per approfondire la conoscenza del contesto turistico locale . Il percorso ha aiutato gli studenti a riflettere su loro stessi e sul loro futuro e nello stesso tempo ha permesso loro di individuare, anche attraverso il con-fronto diretto con alcuni operatori, delle chiavi di lettura della realtà e del contesto socio economico che li vedrà a breve protagonisti attivi e sicuramente più consapevoli delle sue criticità e delle sue potenzialità di crescita e sviluppo .

Daniela SimoncelliDirigente I.I.S don Milani

Il progetto coordinato da -skopìa ha un merito che, tra i molti, si è rivelato prezioso per le ragazze ed i ragazzi coinvolti: esso ha infatti pro-posto punti di vista, prospettive e chiavi di lettura originali, innovative e sperimentali, caratteristiche che non appartengono alla scuola di oggi, ma che siamo tenuti a sperare che caratterizzeranno quella di domani . L’innovazione non è un vezzo, sperimentare non significa cancellare la tradizione, anticipare il futuro è un dovere per un motivo molto sempli-ce: la qualità formativa ed educativa di un sistema scolastico si determi-na sul contributo che riesce a dare al progetto di vita dello studente e la si misura non attraverso una verifica, un’interrogazione o un esame, bensì sulla storia personale che ciascuno dei nostri allievi riuscirà a co-struire .

I ricercatori hanno proposto un percorso fondato sull’indagine mul-tidisciplinare costruita a partire da informazioni e dati oggettivi arric-chiti dall’esplorazione del presente e della realtà che li circonda, ma anche incoraggiandoli ad essere coraggiosi visionari, con i piedi, anzi

precedenti fasi storiche. Rispetto all’attuale complessità e diversifica-zione delle realtà sociali, riuscire a valorizzare i talenti, cioè le differen-ze, è una strategia più utile e produttiva di quella che punta a imporre soluzioni uniformi . Questi ragionamenti assegnano alla scuola e ai do-centi un ruolo fondamentale .

Per affrontare le sfide dobbiamo acquisire la capacità di usare attiva-mente il futuro nel presente, le abilità necessarie per ‘far parlare’ il fu-turo . Si tratta di una competenza culturale e attitudinale, simile alla ca-pacità di leggere e scrivere . Come la capacità di leggere e scrivere è stata e continua a essere uno strumento di libertà che permette alle persone di orientarsi, sviluppare idee e punti di vista, esprimersi e difendere la loro dignità, nello stesso modo la capacità di usare il futuro nel presen-te è soprattutto uno strumento di libertà che permette alle persone e in particolare ai giovani di orientarsi, gestire l’incertezza e sviluppare i loro progetti di vita .

Roberto PoliCattedra UNESCO sui sistemi anticipanti

Presidente di -skopìa

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10 INTRODUZIONE LE PREMESSE 11

Le Premesse

Il progetto, pioniere nelle sue modalità e nei suoi contenuti, poggia su alcune premesse che vanno esplicitate per comprenderlo meglio .

Il futuro a scuola: una sfida educativa

Ognuno di noi ha un’innata capacità di considerare futuri alternativi e scegliere tra alternative, ma questa capacità non porta automatica-mente a parlare e discutere costruttivamente di futuro, o di futuri pos-sibili, insieme e nella propria comunità .

In un mondo che cambia sempre più rapidamente è sempre più ne-cessario acquisire “competenze di futuro”: capacità di intuire i cambia-menti, immaginare futuri possibili, gestire l’incertezza e, infine, capaci-tà di creare pro-attivamente le condizioni favorevoli ai futuri preferibili . D’altra parte, orientare lo sviluppo di futuri possibili richiede anche uno sforzo collettivo e coordinato.

Queste competenze si possono imparare e coltivare, con strumenti e linguaggi sviluppati recentemente nelle più innovative sperimentazioni educative (Slaughter, 1996) attraverso “esercizi di futuro”, in cui gene-rare e valutare informazioni riguardo il futuro e definire strategie per orientarne lo sviluppo . Si parla addirittura di Futures literacy (appros-simativamente “alfabetizzazione sui futuri”): una “capacità di pensare alle potenzialità del presente per dare origine al futuro sviluppando e interpretando storie di futuri possibili, probabili e desiderabili” (Miller, 2007, pg . 347) .

Le prime proposte didattiche di insegnamento e apprendimento esplicitamente focalizzate sul futuro nella scuola risalgono agli anni settanta, con esperienze in programmi di diverso ordine e grado . Negli Stati Uniti e in Australia si possono trovare le esperienze più articolate, con decenni di sperimentazione; in Europa invece primeggiano i Paesi Scandinavi, la Gran Bretagna e la Francia .

le radici ben piantate nei loro paesi e nelle loro valli . È infatti tenendo insieme TERRITORIO e FUTURO che possiamo aiutare i giovani che ci vengono affidati ad immaginare il proprio territorio ed il proprio futu-ro, a costruirlo con tenacia e fantasia e quindi a realizzarlo .

Giovanni ScalfiDirigente Istituto Paritario Ivo De Carneri

Il CFP UPT di Tione è sicuramente un centro aperto alle iniziative in-novative perché crediamo che la scuola debba mantenersi al passo con una realtà che si evolve velocemente . Il progetto è stato quindi per noi una sfida, unita alla curiosità di lanciarci in una nuova impresa, interes-sante e appassionante .

La scelta di coinvolgere gli studenti della classe quarta CFP UPT di Tione “Tecnico commerciale delle vendite specializzato in accoglienza e promozione del territorio” è stata dettata dalla tipologia del diploma con l’obiettivo di avvicinare studenti che vivono il presente in modo troppo vincolante ad una figurazione anche ipotetica del loro futuro e di cosa accadrà nel 2030 nel loro territorio . Cimentarsi in un’attività, quella dell’immaginare, è stata per loro una novità . E proprio questo ha creato all’inizio una certa reticenza che si è poi tramutata in interesse e attiva partecipazione quando gli studenti sono riusciti a comprendere la valenza del lavoro svolto ma purtroppo solo a fine lavori.

È stato molto difficile far pensare in futuro. Sarebbe necessario un la-voro collegiale del consiglio di classe su questa specifica competenza da prevedere nella programmazione annuale per consentire agli studenti un approccio al “far parlare il futuro” .

Per noi è stata un’esperienza positiva che auspichiamo di poter ri-petere .

Claudio NicolussiDirigente UPT Tione

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12 LE PREMESSE LE PREMESSE 13

dare significato alla continuità e alla discontinuità, emerge dall’osserva-zione dei fenomeni e allo stesso tempo dall’uso, con metodo, dell’imma-ginazione per anticipare ciò che non esiste ancora . Quindi qualcosa del futuro possiamo impararlo, e insegnare a vederlo.

Tabella 1 - Competenze e obiettivi educativi di una didattica orientata al futuro (da Hicks, 2006).

competenza Abilità – obiettivi educativi

Anticipare il futuro Comprendere i legami tra le proprie scelte nel presente e quelle degli altri nel passato e nel futuro.

Conoscere e accettare le conseguenze

Comprendere le influenze sociali, politiche e culturali che condizionano e plasmano le percezioni dei futuri perso-nali e collettivi di individui e comunità.

Immaginare e costruire futuri alternativi

Contribuire allo sviluppo di competenze, attitudini e valori che incoraggiano la previsione consentendo agli alunni di identificare i futuri probabili e preferibili.

Prendere decisioni consapevoli

Promuovere il pensiero critico e una attenta decostru-zione dei modelli di cambiamento (sociale, ambientale) predominanti.

Intraprendere azioni nel presente

Facilitare l’azione per costruire futuri desiderabili e so-stenibili.

Esercizi di futuro a scuola: tra futuri personali e futuri condivisi

L’esplorazione dei futuri personali e della comunità (locale, nazio-nale o globale) si basa sulla ricerca delle fonti di cambiamento, su do-mande riguardo a cosa sta cambiando, come potrà cambiare, sui perché di questi cambiamenti, e su quali cambiamenti vorremmo produrre . Il porsi queste domande, l’imparare a rispondere ad esse, insieme ai co-etanei e adulti concorre nella formazione del cittadino consapevole e preparato a dare il suo contributo alla comunità, capace di costruire le condizioni che faciliteranno il futuro scelto .

Queste domande sono alla base di un “esercizio di futuro”, che in-clude una fase concettuale di comprensione dei cambiamenti, una fase analitica di mappatura dei diversi futuri, seguita da una fase pro-attiva

Da queste esperienze emerge che «gli studenti si dimostrano assai interessati e appassionati allo studio dei propri futuri e di quelli della società in cui vivono. Ciò è presumibilmente dovuto sia alla maggiore considerazione che stanno via via ottenendo le problematiche globali nel dibattito pubblico internazionale, sia ad un crescente orientamen-to motivazionale degli alunni riguardo agli aspetti che condizione-ranno la loro vita in futuro. Troverò un lavoro? Il collasso ambientale è imminente? Saremo sopraffatti dalle macchine?» (trad ., Slaughter, 2004, pg . 1) .

Queste sono solo alcune delle questioni più incalzanti che solita-mente emergono nel corso di un esercizio di futuro; al di fuori di questi percorsi attrezzati, tali questioni trovano spesso eco e risposte in larga parte troppo semplicistiche, o addirittura fatalistiche, per esempio nei media, nelle discussioni spontanee tra pari o in famiglia . In molti casi le visioni di futuro dei ragazzi sono ristrette, dalle dinamiche delle comu-nità o della famiglia, ad orizzonti brevi e spesso localistici: i loro futuri sono già “scritti” o condizionati da altri .

Per gli educatori, i docenti e le istituzioni formative, una didattica orientata al futuro può apparire come profondamente sfidante ma an-che generare disagio e scetticismo . Come si può insegnare qualcosa di cui non abbiamo dati, riferimenti o fonti?

Un inevitabile orientamento delle discipline al passato, la consape-volezza di non poter mai conoscere l’avvenire nonché la mancanza di supporti didattici adeguati per introdurre il discorso sul futuro in classe concorrono alla marginalizzazione di tale approccio nei piani di studio o nei percorsi scolastici. La sfida educativa riguarda le principali com-petenze e obiettivi educativi che secondo Hicks (2006) entrano in gioco in un esercizio di futuro .

In questa sfida si entra nel campo dell’incertezza e dell’inedito, in cui educatori e studenti sono allo stesso livello di ignoranza, ma in cui proprio l’ignoranza è l’elemento di esplorazione: cosa non sappiamo e cosa possiamo sapere dei futuri possibili?

Se ci si pensa non può accadere realmente di “tutto”, i cambiamen-ti che determinano i futuri possibili possono essere suddivisi in due macro-categorie: quelli che mostrano continuità (l’evento successivo è in qualche modo un’evoluzione del precedente), quelli che mostrano discontinuità (l’evento successivo è totalmente diverso dal preceden-te, quindi imprevedibile) . La capacità di comprendere i futuri possibili,

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14 LE PREMESSE LE PREMESSE 15

La prospettiva collettiva ha un ruolo centrale nell’aiutare a incorpo-rare i cambiamenti dell’ambiente di vita e della società nella percezione e nella pratica . In contrasto, una prospettiva solo individuale di futuro può portare ad aspettative ingenue o limitate (e limitanti), poiché man-canti della molteplicità di opzioni del contesto “guidate” da forze ester-ne (es . sociali, tecnologiche, ambientali) . Ovviamente le due prospettive sono complementari e parzialmente sovrapponibili, anzi devono essere visti come due punti di osservazione dello stesso panorama (necessarie entrambe per focalizzarlo bene) .

La distinzione fra futuri personali e condivisi assume una rilevanza particolare nel contesto della scuola e della percezione del futuro da parte dei più giovani: fin dai primi studi avvenuti negli anni settanta si è potuto osservare una importante discordanza tra visioni da un lato ge-neralmente ottimiste rispetto ai futuri personali e, dall’altro lato, visioni catastrofiste per quanto riguarda invece i futuri condivisi. Rubin (2000) ad esempio, rileva una forte dissonanza tra le aspettative sui futuri per-sonali, estremamente ottimistiche quanto irreali e le visioni relative ai futuri collettivi, ugualmente irreali ma al contrario pervase da pessimi-smo, allarmismi, paure e ansie . Secondo l’autrice la sovrapposizione di dimensioni (personale vs . collettiva) e visioni (ottimista vs . pessimista) crea confusione nei giovani e tende ad alimentare un senso di impoten-za, a sua volta potenziale foriero di atteggiamenti alienanti e indifferenti nei confronti di ciò che li circonda .

Da un punto di vista più metodologico, la prospettiva collettiva pre-suppone una collaborazione nell’apprendimento (cooperative learning) tra pari, tra discenti e docenti; tutti sono sullo stesso piano nello svilup-po di immagini e di competenze di futuro . Ciò richiede risorse e tempi specificatamente dedicati. Nella pratica, infatti, un esercizio di futuro collettivo richiede di utilizzare gli strumenti di facilitazione o della pro-gettazione partecipativa in ciascuna delle fasi e attività citate sopra (Ta-bella 2) . Tali attività in un approccio di collaborazione e co-apprendi-mento possono portare visioni più ricche e decisioni più robuste .

Nelle ricerche di Rogers (1996) e successivamente in quelle di Hicks (2006) si evidenzia anche l’importanza della componente affettivo-re-lazionale che caratterizza i processi di apprendimento orientati sullo studio dei futuri collettivi. Rogers ha identificato cinque dimensioni o fasi dell’apprendimento che uno studente affronta nel corso di tale esercizio:

di condizionamento dello sviluppo di futuri; per ognuna si possono di-stinguere diverse attività associabili . Facendo riferimento ad un’inchie-sta tra futurologi professionisti, si possono individuare numerose po-tenzialità educative di un esercizio di futuro (Tabella 1) .

Tabella 2 - Fasi di un esercizio di futuro (completo), attività e obiettivi educativi (modificato da Bishop & Hines, 2012).

macro fasi Attività Obiettivi specifici

Comprendere Inquadramento (framing, o definizione dello scopo)

Pensare in modi diversi, aperti, non riduttivi ●

Focalizzare le questioni importanti e i proble- ●

mi più chiaramenteEssere consapevoli delle assunzioni e dei ●

modelli mentali

Mappare Scansione del contesto (environmental scanning)

Comprendere il contesto, nella sua comples- ●

sitàRiconoscere il cambiamento e evitare sor- ●

prese

Immaginazione di futuri possibili (foresight)

Produrre intuizioni più profonde in modo più ●

creativo, ampioIdentificare una più ampia gamma di oppor- ●

tunità e opzioni

Condizionare Definizione di futuri preferibili (visioning)

Definire priorità e prendere migliori e più ro- ●

buste decisioni

Organizzazione per raggiungerli (planning)

Costruire percorsi e tappe dal presente al fu- ●

turo che consentono le premesse per il futuro desiderabile

Implementazione del piano (acting)

Catalizzare le azioni verso il cambiamento ●

Costruire coesione, impegno e fiducia ●

Costruire una comunità/organizzazione che ●

apprende

La tabella rappresenta solo un quadro generico, gli strumenti e i metodi possono variare secondo gli obiettivi della specifica applica-zione . In pratica, per la scuola possiamo distinguere due prospettive di futuro, con due funzioni educative diverse: i futuri personali, in cui gli esercizi di futuro hanno una valenza educativa per la crescita per-sonale, i futuri condivisi (o di comunità), in cui questi esercizi hanno una valenza anche etica per la crescita di una comunità e del proprio ruolo in essa.

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16 LE PREMESSE LE PREMESSE 17

Figura 1 - Cono dei futuri (ridisegnato da Clem Bezold) e l’approccio dell’anticipazione (“usare il futuro per decidere oggi”).

Gli esperti di Futures Studies (che si definiscono futurists) usano una vasta serie di strumenti, come3):

Causal layered analysis ●

Environmental scanning ●

Scenari (strategici) ●

Indagine Delphi ●

Backcasting ●

Futures search ●

Futures wheel ●

Backcasting ●

Causal Layered Analysis ●

Morphological analysis ●

Roadmapping ●

Technological Forecasting ●

Trend analysis ●

Visioning ●

Tra gli strumenti considerati più importanti dai futurists è l’approc-cio agli scenari, in cui la definizione di futuri alternativi inizia con l’iden-tificazione di un certo numero di futuri possibili. In effetti, utilizzando metodi qualitativi e quantitativi si possono determinare, in una certa misura, quali futuri siano probabili o quali siano desiderabili . L’approc-cio implica di guardare alla varietà di possibilità che più si avvicina a formare un futuro, piuttosto che semplicemente predire .

3) I nomi originali non sono qui tradotti poiché per molti non esiste una letteratura in italiano, d’altra parta, una traduzione letterale risulterebbe poco utile (per ulteriori ap-profondimenti) o addirittura meno comprensibile o ambigua . Un riferimento utile per la didattica: https://en .wikipedia .org/wiki/Futures_studies . Per approfondimenti in italiano: Arnaldi, S . & R . Poli (eds .), Previsione sociale, Roma, Carocci, 2012

Dimensione cognitiva: conoscere nuovi fatti e informazioni riguardo ●

allo stato attuale delle cose . Alcuni studenti si sentivano cognitiva-mente ed emozionalmente sopraffatti da ciò che avevano appreso in classe, in particolare dal peso delle questioni ecologiche;Dimensione affettiva: alcuni studenti provano un’ondata di emozioni ●

contrastanti quando si discutono gli scenari sugli impatti delle pro-blematiche globali sul futuro . Queste emozioni spaziano da entusia-smo e speranza fino a depressione e disperazione;Dimensione esistenziale: il confronto su questioni relative alla soste- ●

nibilità o al cambiamento climatico può portare gli studenti a un’inda-gine introspettiva sui modelli valoriali, sugli stili e gli scopi della vita;Dimensione dell’autoaffermazione: gli studenti cominciano a ricono- ●

scere un crescente stimolo alla presa di coscienza e un chiaro senso di direzione personale e professionale (con gruppi di giovani adulti) . Ciò avviene in particolare attraverso la costruzione di futuri desiderabili e la definizione di specifici piani per la loro realizzazione;Dimensione dell’azione: se le questioni e i bisogni sollevati nel cor- ●

so delle prime quattro fasi di apprendimento sono stati espletati con successo allora è verosimile aspettarsi che a livello personale, sociale e politico seguiranno decisioni e azioni informate .

metodi: dai futures studies alla classe

I Futures Studies1), gli studi di futuro (o anche futurologia), hanno come oggetto di interesse e obiettivo una sistematica esplorazione dei futuri possibili, probabili e preferibili (Figura 1) e delle visioni del mon-do che stanno alla loro base . Questa disciplina è considerata a metà tra arte e scienza, ma può anche essere intesa come un ramo delle scienze sociali e parallela al campo della storia2) . La storia studia i passati, i Fu-tures Studies considerano il futuro, cercando di capire cosa sia probabi-le che continui e quale discontinuità possa emergere . A differenza delle scienze fisiche in cui viene studiato un sistema ristretto e specifico, gli studi di futuro riguardano sistemi molto più ampi e più complessi.

1) https://en.wikipedia.org/wiki/Futures_studies2) Per una risposta alla domanda quali sono i fondamenti dei Futures Studies si veda per esempio: http://www .mediamente .rai .it/home/bibliote/intervis/b/bishop .htm#link001

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18 LE PREMESSE LE PREMESSE 19

In effetti, “nessun piano sopravvive al contatto con il futuro a meno che il futuro non guidi il piano” (Philip Delves Broughton) .

Nel presente progetto pilota si sono adattati e applicati alcuni stru-menti tipici dei Futures Studies: l’analisi STEEP, l’intervista strategica, la costruzione di scenari con il “metodo Shell” .

Analisi Steep: i fattori di cambiamento

Tutto cambia, continuamente, e i cambiamenti emergono in tutti gli ambiti della società, a causa di “forze” del cambiamento . Per districare la miriade di cambiamenti e analizzarli meglio, rispetto alla questione o al sistema di interesse, viene spesso usata la cosiddetta analisi STEEP .

STEEP è un acronimo per distinguere ciascun fattore di cambiamen-to: Sociale, Tecnologico, Economico, Ambientale e Politico . Nella pratica sono diffusi altri acronimi analoghi, con varianti nella definizione del-le componenti (PEST, PESTLE, PESTEL, STEP, STEPJE, STEEPLED e LE-PEST) . L’acronimo STEEP è noto e utilizzato in tutto il mondo come base per l’analisi di contesto, per la scansione delle dinamiche e dei trend rilevanti per l’organizzazione che la sviluppa .

I fattori sociali riguardano gli aspetti demografici, culturali e di co-scienza di una determinata popolazione come la salute, il tasso di cre-scita, la distribuzione per età, la struttura della famiglia, i valori, gli stili di vita, ecc .

I fattori tecnologici riguardano l’innovazione tecnologica, es . automa-zione di processi e mansioni, nuovi media, innovazione nei materiali .

I fattori economici includono i processi e le dinamiche economiche, come ad esempio: apertura/chiusura di mercati, attrazione/competi-zione di flussi di clienti, prezzi delle risorse.

I fattori ecologici comprendono la disponibilità e il consumo di ri-sorse naturali rinnovabili e non (suolo agricolo, acqua, foreste, energia, specie selvatiche), i processi ecologici (es . i cambiamenti del clima) .

I fattori politici sono legati al contesto politico (direzioni e strategie politiche) e alle norme o leggi .

Ciascun fattore può cambiare significativamente il contesto dell’or-ganizzazione e quindi orientare lo sviluppo di particolari futuri anziché altri .

L’analisi dei fattori, di solito, si sviluppa attraverso una raccolta di dati o serie storiche e l’elaborazione dei principali trend . In ambito scolastico

Nella pratica la definizione degli scenari prevede un processo con più fasi . Una di queste fasi comporta lo studio delle tendenze, distinguen-dole dalle mode o da fenomeni passeggeri . Una tendenza è un cambia-mento che persiste in un periodo relativamente lungo e interessa molti gruppi sociali, cresce lentamente e sembra avere una base profonda . Al contrario, una moda si esaurisce nel breve termine, mostra i “capricci” della moda, colpisce particolari gruppi sociali e si diffonde rapidamente ma superficialmente.

4

2

1

3

Figura 2 - Il cono dei futuri e l’uso degli scenari strategici.

Gli scenari sono strumenti strategici e specifici per i soggetti con-siderati (individui, gruppi, comunità, organizzazioni) e per il contesto in operato (es . sistema scolastico, amministrazione locale, mercato na-zionale) . Gli scenari nel loro insieme rappresentano il grado plausibile di variabilità dei futuri possibili (Figura 2), le strategie migliori per il soggetto considerato sono quelle che meglio si adattano alla pluralità di questi futuri possibili.

Molte imprese multinazionali utilizzano gli scenari come riferimento nella loro strategia di innovazione e ricerca, di gestione dei rischi, per l’analisi delle problematiche emergenti e per identificare le cosiddette wild card (o cigni neri4)), eventi a bassa probabilità ma ad alto impatto .

4) https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_cigno_nero

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20 LE PREMESSE LE PREMESSE 21

3 . Uno scenario sfavorevole: Se le cose andassero male, quale sarebbe uno scenario negativo nel

2030 (per lei e/o la sua organizzazione)?

4 . Dove la cultura dovrà cambiare: Guardando all’interno della organizzazione, quali cambiamenti sareb-

bero necessari per andare verso lo scenario positivo?

5 . Lezioni dal passato: Guardandoalpassato,qualisonostatiglieventipiùsignificativiche

hanno portato allo stato attuale? (alternativa: Quali sono gli insegna-menti del passato utili oggi?)

6 . Decisioni da affrontare: Guardando al futuro, quali sono le azioni prioritarie che dovrebbero

essere intraprese al più presto?

7 . Se fosse il responsabile… Se non ci fossero ostacoli e lei potesse prendere le decisioni che ritiene

più adatte senza limiti o barriere, quali prenderebbe ora?

Costruzione di scenari strategici

Il termine scenario deriva dalle arti drammatiche: secondo il dizio-nario è l’insieme dei vari elementi che costituiscono l’ambiente in cui si svolge l’azione scenica e, per estensione, il contesto nel quale si svi-luppano determinate situazioni o si collocano i futuri sviluppi di una situazione . Nelle applicazioni dei Futures Studies, il termine è stato in-trodotto da Herman Kahn negli anni ‘50 in relazione agli studi militari e strategici condotti dalla Rand Corporation e alle situazioni possibili di sviluppo internazionale e di difesa militare.

Gli scenari sono stati usati per le prima volta dalle società (corpora-tion) che hanno iniziato a utilizzarli a livello aziendale man mano che la pianificazione diventava più complessa e sofisticata. La compagnia petrolifera Shell è stata una pioniera del settore e divenne il punto di ri-ferimento per la pianificazione dello scenario aziendale. L’uso sistema-tico degli scenari permise a Shell di anticipare l’aumento e la successiva caduta della produzione petrolifera nel 1973 . Gli scenari sono da allora utilizzati dall’industria dei servizi finanziari, dalle banche e dalle com-

anche gli approcci più qualitativi, come l’uso di motori di ricerca e la sele-zione e archiviazione di eventi o notizie, possono fornire quadri conosci-tivi interessanti e utili alle fasi successive di un esercizio di futuro .

Intervista strategica

Oltre che dalle forze di cambiamento, lo sviluppo di un particolare futuro dipende dagli attori di un contesto che in base ad un immagina-rio collettivo, aspirazioni o timori, immaginano, anticipano e “prepara-no” i futuri desiderati al pari di un fatto culturale5) . Per questo motivo conoscere le aspettative e i timori degli attori significativi di un conte-sto permette di cogliere elementi interessanti per immaginare i futuri possibili . L’intervista strategica ha questo preciso scopo: far emergere aspettative e timori sul futuro, e focalizzare le strategie di sviluppo che l’intervistato vorrebbe o potrebbe sviluppare .

In dettaglio, l’intervista strategica è un’intervista semi-strutturata con una specifica traccia di domande aperte, con l’obiettivo di raccoglie-re impressioni, timori e aspettative riguardo ai cambiamenti, al futuro e all’incertezza nel proprio settore di attività .

La traccia di intervista include sette quesiti in relazione a sette ele-menti considerati chiave6):

1 . Le questioni vitali: Qual è il principale problema da qui al (anno di riferimento, es. 2030)?

(domanda alternativa: Supponiamo che si possa sapere come andran-no le cose nel 2030, cosa vorrebbe sapere precisamente e riguardo alla sua attività?)

2 . Uno scenario favorevole: Se le cose andassero bene, quale sarebbe uno scenario desiderabile nel

2030 (per lei e/o la sua organizzazione)?

5) Appadurai, uno dei più eminenti antropologi contemporanei, considera gli esseri umani come “costruttori di futuri” (future-makers), “le interazioni tra tre notevoli pre-occupazioni umane [immaginazione, attesa e aspirazione] formano il futuro come un fatto culturale” (Appadurai, A ., 2013 . The future as cultural fact - Essays on the Global Condition . Verso Books, London and New York . p .298) .6) Ringland, G., 1998. Scenario planning: managing for the future. Wiley, Chichester, UK. (p .87)

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22 LE PREMESSE LE PREMESSE 23

due fattori più importanti e più incerti compongono gli assi del qua-drante degli scenari (Figura 4), ogni quadrante rappresenta un’ipo-tesi alternativa e plausibile su “mondi” possibili;

IV . Elaborare gli scenari, una narrazione o storia dotata di logica e con-sistenza per ciascuno dei quattro, ognuno internamente coerente con quanto elaborato nelle fasi precedenti (es . fattori di cambiamen-to, elementi desiderabili e indesiderabili) .

MAX IMPATTO/ MAX INCERTEZZA

A

C

B

D

Figura 3 - Classifica delle variabili per incertezza e impatto: le più impattanti e incerte formeranno le assi del quadrante degli scenari.

Figura 4 - Quadrante degli scenari.

pagnie di assicurazione, dato il loro valore come strumento di analisi e comprensione delle decisioni competitive .

Il metodo dello scenario è uno strumento di analisi delle politiche che aiuta a descrivere un possibile insieme di condizioni future . A li-vello nazionale, regionale e locale possono essere utilizzati gli scenari per migliorare la capacità progettuale, arricchire le decisioni politiche strategiche e orientare importanti investimenti di capitale .

In questo progetto pilota, il “capitale” in questione è il futuro lavora-tivo di ragazzi, studenti di scuole tecniche e professionali del turismo . Lo sviluppo di scenari ha lo scopo di costruire consapevoli intuizioni sulle opportunità e sui rischi di diversi mondi possibili del turismo di montagna, che avranno conseguenze importanti per la propria carriera nei prossimi decenni.

Nella pratica, l’approccio agli scenari può seguire una moltitudine di tecniche, in costante sviluppo, che possono spaziare dalle più quali-tative e visionarie (es . con immaginari collettivi e visualizzati) a quelle più quantitative e sofisticate (es. con modelli di simulazione). Nessuna è necessariamente migliore di altre a priori: il tutto dipende dal contesto, dalle applicazioni e dall’uso che si intende fare dei risultati . In ogni caso, l’importante è che gli scenari siano plausibili, consistenti e utili, quindi condivisi e comprensibili da chi li userà .

L’approccio semplificato usato con gli studenti è ispirato a quello del co-siddetto “metodo Shell”, di cui si riportano i principali passi di sviluppo7):

I. Specificare la questione, ovvero definire l’orizzonte temporale, l’uso e lo scopo;

II. Identificare e analizzare i fattori di cambiamento8), distinguendo elementi interni ed esterni, micro e macro processi (o forze dirette e indirette) che possono avere un’influenza diretta sulla questione (es. tendenze locali) o possono cambiare il contesto (es . tendenze globali);

III. Classificare i fattori di cambiamento in base all’incertezza e importan-za, da selezionare i fattori più importanti e più incerti (Figura 3); i

7) Purtroppo sono rare le fonti in italiano, per dettagli metodologici si rimanda alla lette-ratura professionale o al sito dedicato della Commissione Europea: http://forlearn .jrc .ec .europa .eu/guide/4_methodology/meth_scenario .htm8) l’analisi STEEP è un tipico strumento usato in questa fase.

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24 LE PREMESSE IL PROGETTO 25

IL Progetto

La questione di partenza: future professioni o futuri disoccupati

Secondo il rapporto “The Future of Jobs” del World Economic Forum (Till A . L . et al . 2016), il 65% dei bambini che comincia oggi con la scuola primaria è destinato a svolgere mestieri che al giorno d’oggi sempli-cemente non esistono . Di fronte alle profonde ripercussioni apportate dallo sviluppo tecnologico sugli scambi commerciali e sui processi la-vorativi, è verosimile supporre che nel corso del prossimo ventennio una larga parte delle professioni attualmente esistenti svanirà e al con-tempo – anche se probabilmente in misura minore – vedremo apparire nuove e inconsuete figure che richiederanno sempre nuove competenze e abilità rispetto ai loro predecessori.

In un contesto caratterizzato da stagnazione e sfiducia, numerosi giovani in Europa (soprattutto al Sud) si stanno confrontando da diver-si anni con fortissimi tassi di disoccupazione e un mercato del lavoro bloccato e poco efficiente. Ciò comporta un malessere non solo econo-mico ma anche psicologico e culturale . Questo è soltanto uno dei diversi elementi di profondo cambiamento della società contemporanea che, se sommato e sovrapposto agli altri, contribuisce a «generare nelle perso-ne un senso crescente di disorientamento e di indebolimento sia nella percezione delle proprie capacità sia nel saper gestire in modo efficace il repentino e costante cambiamento» (Gargiulo Labriola, 2007, p . 11) .

Il modello scolastico predominante si basa ancora su di una concezio-ne lineare del sapere, sul rapporto tra istruttore (genitore o insegnan-te) e istruito (figlio o studente), sulla trasmissione della conoscenza e soprattutto sui test e le certificazioni di massa. Si tratta essenzialmente di una istruzione pensata per crescere futuri lavoratori di una società industriale, di insegnanti che oggi trasferiscono concetti e conoscenze

In questo progetto pilota ci si è fermati alla IV fase, in un “esercizio di futuro” completo, la definizione degli scenari non è l’arrivo del percorso ma piuttosto il punto di partenza da cui iniziare a costruire strategie decisionali robuste .

Gli scenari andrebbero rivisti, discussi, migliorati con l’inclusione di tutti gli elementi emersi nelle fasi precedenti, per poi proseguire con:

V . Immersione negli scenari, che consiste in un ulteriore sequenza di passaggi:a. identificare problemi e opportunità all’interno di ciascun sce-

nario, definendo un soggetto o un gruppo (es. quali problemi dal-lo scenario X+/Y- per il turismo di montagna dal punto di vista degli operatori);

b. identificare possibili “alleati e nemici”, cioè altri soggetti che nei contesti possibili potrebbero ostacolare o favorire le attività del soggetto;

c. identificare i segnaposto: indicatori (misurabili) che osservan-doli ci evidenziano il progressivo sviluppo di uno degli scenari (es. % di finanziamenti pubblici destinati al turismo, nel corso degli anni);

VI. Uso degli scenari, per definire strategie efficaci e robuste rispetto alla varietà degli scenari in cui si identificano le decisioni prioritarie per “allontanare” condizioni sfavorevoli o “avvicinare” condizioni fa-vorevoli .

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26 IL PROGETTO IL PROGETTO 27

Sperimentare con i ragazzi approcci e attività funzionali alla co-2) struzione partecipativa di scenari personali e collettivi, stimolando l’orientamento e la preparazione pro-attiva dei ragazzi alle future competenze professionali, per adeguarsi ai cambiamenti in atto;Collaborare con studenti e insegnanti e realtà territoriali (quali 3) ASAT, APT, Accademia della Montagna) in “esercizi di futuro” per sviluppare e discutere scenari possibili del turismo in Trentino, fa-cendo uso di strumenti innovativi .

I destinatari e protagonisti: studenti, docenti e partner territoriali

Il progetto AFPTM è stato realizzato grazie al bando “Progetti in rete tra istituti-scolastici formativi e realtà del territorio” della fondazione CARITRO e con la fattiva collaborazione di insegnanti e studenti di tre istituti scolastici: I .I .S don Milani di Rovereto, Istituto Ivo de Carneri di Civezzano, Università Popolare Trentina (UPT) - Scuola delle Professio-ni per il Terziario di Tione. Essendo stati i principali destinatari e prota-gonisti del percorso, meritano di essere nominati tutti (Tabelle 3 e 4).

Tabella 3 - Gli studenti e i docenti dell’Istituto Ivo de Carneri di Civezzano e UPT di Tione.

Referente Istituto De Carneri: Giovanni Scalfidocente: Luigi aloia

classe 3ª

Alexia Bazzoli Nicola PangrazziMarta Bertelli Elisa PincigherMarco Dalpan Sandro Pisetta

Deborah Dematté Silvia SabattiniEmili Donini Leonardo Salvaterra

Michelle Galvagni Gabriele StulzerEveline Ghezzi Tommaso Terzi

Ekaterina Juhamava Martino TisotFederico Marchesi Massimo Trentini

Marianna Minati Miriana ValentiElena Morelli Lisa Weber

Lara Moresco

precedentemente ricevuti (in un mondo non ancora interconnesso dalla rete Internet) a studenti annoiati e poco recettivi perché costretti ad assi-milare nozioni inconciliabili con i loro interessi e bisogni personali; se «le soluzioni uniformi potevano servire in precedenti fasi storiche, oggi serve altro – serve fantasia, creatività, il coraggio di fare cose diverse in modi diversi» (Poli, 2017) . Il rischio latente è formare oggi futuri disoccupati .

Nell’ottica di “alfabetizzazione al futuro” nasce il progetto sperimen-tale “Anticipare Future Professioni del Turismo di Montagna, utilizzando nuove didattiche e nuovi social network” (d’ora in avanti AFPTM) . L’idea parte dal riconoscere i cambiamenti ambientali (clima, paesaggio) e so-ciali (es . nuovi ospiti, nuovi sport) e dalla convinzione che è necessario un atteggiamento più proattivo nel settore turistico trentino e nei relativi percorsi di formazione . La montagna, d’altra parte, è sempre più vulne-rabile ed esposta ai cambiamenti demografici (spopolamento vs. nuove comunità di “montanari 2 .0”) e il successo dei percorsi formativi oggi può contribuire a mantenere vive le comunità e il loro benessere domani .

I temi e gli obiettivi

I temi focalizzati nel progetto sono stati:

Il ● futuro: come insieme di scenari possibili del territorio e dell’indi-viduo, di cui essere co-responsabili, in modo da preparare la comuni-tà anche a sorprese non visibili nel breve periodo;I ● cambiamenti nel turismo Trentino e le conseguenze per le pro-fessioni turistiche;L’impiego di ● social network innovativi per sviluppare conoscenze e visioni condivise tra studenti, docenti e operatori sul territorio .

L’ambizione del progetto è di iniziare un percorso di acquisizione di “competenze di anticipazione”, con studenti e docenti di tre istituti di istruzione secondaria di secondo grado, per immaginare scenari per le professioni turistiche e farne base di scelte personali e di discussione con le realtà territoriali (soprattutto operatori del settore) .

Nello specifico si sono posti i seguenti obiettivi:

Introdurre nelle scuole superiori didattiche orientate al futuro, for-1) mando un nucleo di docenti che possa replicare autonomamente i metodi sperimentati e adattati alla propria realtà;

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28 IL PROGETTO IL PROGETTO 29

referente Istituto don milani: enrico de rosa

Docente: Sara Bisoffi

classe 4ª B

Ginevra Frizzera Elisa Filippi

Daniela Potrich Nicole Santoni

Vasylyna Kyzyma Sofia Lorenzini

Francesca Salaj Kevin Zanoni

Anastasia Koleshikova Nicole Tait

Nicolò Pauletto

docente: renata zanotelli

classe 4ª d

Matteo Beccherle Giulia Simoncelli

Ilaria Zeni Vinva Cifuentes

Beatrice Antonelli Giuliano Cipriani

Sofia Albertini Andrea Prosser

Matteo Sbop Alessandro Perugini

Sara Lorenzi Marco Lampis

Cristiana Miori Elettra Gasparini

Naomi Greco Saloua El Bakali

Giulia Manica Tomas Gulotta

Alice Cunego

docente: gianluigi carullo

classe 4ª f

Amedeo Straffelini Alice Gelmi

Lara Valentini Alessia Slaghenaufi

Emiliano Salvetti Alice Simoncelli

Katarina Milosevic Alice Frapporti

Neshat Bramkallari Diletta Gelmi

Matteo Raffaelli Giulia Farinati

Michele Vermesi Kristal Tezzele

Referente Istituto De Carneri: Giovanni Scalfidocente: Luigi aloia

classe 4ª

Sabrina Berghi Corinne GirardiRoberta Bortolon Sara Girardini

Giada Brugnara Gianmarco GollerTommaso Carmeci Sara MartignaniFederico Cornella Marika MatteviRaffaele Dalledonne Francesco Piazza

Aurora Dell’Agnolo Alessandro TommaselliGiacomo Fedele Matteo Valduga

Marco Ferrai Giorgia VettorazziGianmarco Fontana Massimiliano Zendron

docente e referente UPt tione: Patrizia Paolidocente collaboratrice: maddalena natalicchio

classe 4ª

Mirko Marocchi Lorena RizzonelliBeatrice Bonomini Mattia Marocchi

Elisa Rossato Marco CaliariMonica Mosca Milena Castaldi

Beatrice Zeni Nahi SoukanaMatteo Giramonti Francesco Mariotti

Sampda Vatish Mauro Alberti

Tabella 4 - Gli studenti e i docenti dell’Istituto Don Milani.

referente Istituto don milani: enrico de rosa

docente: edda nicolussi

classe 4ª a

Sabrina Zendri Natasha CampostriniGiada Daiprai Atebb Ashfaq

Arianna Gasperotti Micaela GelmiSamanta Aljija Simone ZendriGriselda Gjuzi Stella BerardiSerena Tiboni Martina PinamonteChiara Frizzera Widad El Grendi

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30 IL PROGETTO IL PROGETTO 31

D’altra parte, il progetto non si è svolto solo all’interno degli edifi-ci scolastici, ma anche nei territori dove gli studenti hanno autonoma-mente svolto indagini e intervistato testimoni significativi, interagendo con i partner di progetto che da subito hanno espresso il loro interesse e appoggio.

I partner territoriali hanno avuto un duplice ruolo: quello di fornitori di conoscenze e portatori di percezioni e aspettative sui cambiamenti passati e in atto, quello di pubblico interessato ai risultati e target della comunicazione degli scenari .

Le Regole Spinale e Manez (nella persona del presidente Zeffirino Castellani) e l’Accademia della Montagna (nella persona della direttrice Iva Berasi) sono state le realtà territoriali che più hanno creduto nel progetto, supportando il suo sviluppo anche economicamente .

Il gruppo dei partner territoriali include anche:Azienda per il Turismo Valsugana – Lagorai (grazie al presidente Ste- ●

fano Ravelli),Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, Pinzolo Val Rendena, ●

Associazione, Albergatori e Imprese Turistiche - ASAT della Provincia ●

di Trento (grazie all’interessamento del direttore Roberto Pallanch e del presidente Luca Libardi)Cattedra UNESCO sui Sistemi Anticipanti (prof . Roberto Poli, Diparti- ●

mento di Sociologia e ricerca sociale, Università di Trento)Centro Studi Judicaria (presidente Graziano Riccadonna) ●

Altre collaborazioni sono emerse durante il progetto, assistendo le ricerche sul territorio degli studenti (es . si vedano in seguito le interviste), grazie alla disponibilità di operatori turistici (titolari di hotel, consorzi, agenzie viaggi) e anche ricercatori (Fondazione Ed-mund Mach, Dipartimento di Economia e Management Università di Trento) .

Questa rete di collaborazioni ha costituito una parte importante del valore aggiunto del progetto e l’augurio è che possa continuare e svilupparsi ulteriormente . La costruzione partecipativa di scenari strategici potrebbe essere un “esercizio di futuro” proficuo quanto più allargato e condiviso e arricchito da prospettive molteplici, da cui far emergere nuove ipotesi, nuove possibilità e orientare strategie ro-buste.

Figura 5 - Elementi delle mappe cross-mediali di Aueroo: nodi (contenuti multimediali) e connessioni (associate a descrizione e tag).

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32 IL PROGETTO LE TAPPE 33

Le taPPe

Il progetto ha inteso sviluppare con gli studenti di tre istituti di istruzione secondaria “competenze di anticipazione” per immaginare scenari di futuro per le professioni turistiche e farne base di scelte personale e di discussione tra pari, con i docenti e con le realtà terri-toriali (incluse gli operatori economici) . Bisogna riconoscere che tali competenze richiedono un lungo percorso di pratica e sicuramente alcuni anni di sperimentazione per “entrare” nel modus operandi di ciascuno .

Il progetto AFPTM è da considerarsi una prima esperienza introdut-tiva, sviluppata in un breve percorso di tre tappe fondamentali e cinque interventi in classe di esperti esterni:

1. La riflessione sul futuro personale (periodo settembre-ottobre);2 . Lo studio dei futuri possibili: osservazione delle dinamiche (novem-

bre-gennaio);3. La preparazione ai futuri possibili: definizione di scenari (febbraio-

marzo).

Prima di iniziare con le attività programmate, nel primo incontro con i ragazzi sono state raccolte aspettative e timori riguardo al progetto .

Fase 1: La riflessione sul futuro personale

Nella prima fase, dopo un’introduzione al progetto (Figure 6 e 7), si sono proposte alcune attività di riflessione individuale e di discussione guidata in classe, con l’obiettivo di far focalizzare i cambiamenti in atto e quelli in arrivo nella vita di tutti, e far acquisire una maggiore consa-pevolezza circa la responsabilità della direzione di questi cambiamenti . In fondo, il cambiamento è tutto ciò che si studia del futuro (e nei Futu-res Studies) .

mappe cross-mediali (aureoo): come strumento di creazione collaborativa di conoscenza e significato

Tra i vari strumenti caratterizzanti il progetto, oltre a quelli presen-tati sopra, c’è stato Aureoo, una piattaforma che permette di collezio-nare, strutturare e condividere contenuti attorno a libri e temi . Alcune caratteristiche la rendono particolarmente interessante sia per gli edu-catori che per gli studenti:

facilita la raccolta e l’aggregazione di contenuti multimediali attorno ●

ad un’idea o un tema;supporta l’organizzazione delle idee e dei contenuti (multimediali) in ●

grafi di nodi e connessioni significanti (che spiegano la relazione tra nodi), che formano mappe cross-mediali;supporta la collaborazione nella costruzione delle mappe cross-me- ●

diali, potendo invitare altri utenti alla loro modifica e integrazione, per sviluppare mappe condivise, in modalità social.Ciascuna mappa cross-mediale può essere usata come un network

dove incontrarsi e collaborare con altre persone, in remoto, creando “narrazioni” originali di nuove conoscenze.

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34 IL PROGETTO LE TAPPE 35

Figura 6 - “Cosa mi aspetto dal progetto”.

Figura 7 - “Cosa non vorrei dal progetto”.

Esercizio: Fasi della vita

L’esercizio, un adattamento di Stages of life9) di Verne Wheelwright, cerca di creare una base di informazioni e di riferimenti da cui trarre indicazioni per immaginare e costruire il proprio futuro personale (Ta-bella 5) . La premessa e messaggio educativo è che gli eventi della vita possono essere anticipati sia come probabilità di accadimento sia come rilevanza del loro impatto.

La vita di ogni persona può essere suddivisa in tappe o fasi, ognuna con caratteristiche proprie che la distingue dalla precedente e dalla successiva .

Si inizia con una semplice sollecitazione: guarda la tua vita e dove sei adesso.

Sono proposte 10 “fasi” della vita, descritte brevemente: neonato, bambino, adolescente, giovane adulto, adulto, persona di mezza età, an-ziano autonomo, anziano vulnerabile, anziano non più autonomo, fine della vita. La classe può mettere in discussione le definizioni proposte e arricchirle, magari con altre immagini, cosa più importante può con-dividere: cosa ognuno pensa di ciascuna fase, quali immagini mentali suscita (positive? negative? equilibrate?) .

Ciascuno di fronte a queste fasi individua la propria e l’anno del cambiamento . Una tabella facilita questo passaggio e offre lo spunto per confrontare i passaggi di fasi anche dei propri cari (parenti, amici) .

Tabella 5 - Le tappe e i cambiamenti che dovremo affrontare.

anno La mia età genitore più anziano migliore amico/a altra Persona significativa

nome Giacomo2017 152018 162019 172020 182021 192022 Giovane adulto!2023

9) Traduzione e adattamento al contesto italiano a cura del gruppo -skopìa [Education], da The Personal Futures Workbook, Verne Wheelwright, 2011 (in licenza Creative Com-mons 3 .0) . Per dettagli o copie delle schede si rimanda ai materiali dei corsi di -skopìa o di quelli in collaborazione con IPRASE .

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36 LE TAPPE LE TAPPE 37

Ogni studente comincia a definire dei propri riferimenti, per ideare il proprio percorso:

La mia attuale fase di vita è... ●

La mia prossima fase inizierà nell’anno… ●

La fase del mio piano strategico personale è… ●

Questafasefinirànell’anno… ●

Si tratta di fare uno stretching mentale in aree inesplorate, solo ini-zialmente e solo apparentemente difficile; dopo un primo e comune senso di disagio, in genere, si comincia a apprezzarne gli aspetti di rin-forzo del senso di identità e autostima.

Esercizio: Ambiti personali

Ciascuna fase ha proprie caratteristiche, ad esempio un differente livello di autonomia, una diversa qualità di relazioni sociali . Nel secon-do esercizio, anche questo derivato dal lavoro di Wheelwright (Personal Domains), gli studenti focalizzano aree di realizzazione e di motivazione che guidano la vita di ognuno, gli ambiti:

del sociale ● , tutto ciò che riguarda le persone che ci circondano nel nostro quotidiano (amici, famiglia, colleghi ecc .);delle attività ● , ovvero ciò che facciamo durante la nostra vita (scuola, lavoro, sport ecc .);dell’abitare ● , ciò che è in relazione alla nostra casa e al luogo dove viviamo (comunità, casa, paese d’origine ecc .);della mobilità ● , ciò che ha a che fare con lo spostamento e i mezzi che utilizziamo (scooter, bici, bus, aereo ecc .);dell’economia ● , le finanze e le spese che affrontiamo (guadagni, debi-ti, investimenti, ecc .);della salute ● , la percezione della nostra salute negli anni (condizioni, diete, esercizio fisico, malattie ecc.).

Ogni ambito personale ha dei significati e dei pesi diversi in ciascu-na fase, ad esempio l’ambito economico sarà prevalente nella fase di vita adulta e caratterizzato da fattori quali il lavoro oppure il sostegno della propria famiglia . L’ambito della salute sarà prevalente per l’anzia-no quale principale fattore limitante (o abilitante) la qualità di vita . Per l’adolescente gli ambiti più importanti saranno quelli delle relazioni in-

neonato0-2 anni. Totalmente dipendente, abilità neurologiche e sensoriali in via di sviluppo. Mobilità in via di ac-quisizione.

Bambino3-9 anni. In crescita, impara a padro-neggiare abilità motorie e del linguag-gio. Impara a giocare e a socializzare. Crescita continua, scolarizzazione for-male e attività organizzate.

adolescente10-19 anni. La pubertà port a cambia-menti e reazioni ormonali. Le emozio-ni spesso condizionano le decisioni. Rischi: incidenti, abuso di alcolici e droghe, tabagismo, ecc. In alcune so-cietà, termina il periodo scolastico...

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38 LE TAPPE LE TAPPE 39

terpersonali (es . gli amici) e della mobilità . Anche questo esercizio è strutturato in due parti, entrambe individuali .

La prima parte invita a valutare due degli ambiti che hanno maggiore rilevanza nella propria vita fino ad oggi (sguardo retrospettivo). Nella seconda, si ipotizza l’evoluzione nel prossimo futuro (sguardo prospet-tivo), esplicitando sempre due scenari (uno ottimista e uno pessimista), argomentando con ipotesi (Tabella 6) . Tale accorgimento mira ad al-largare e approfondire lo sguardo sui futuri possibili e a bilanciare la visione tra aspirazioni e timori .

Tabella 6 - Uno dei supporti per riflettere sui propri futuri: con scenari ottimisti e pessimisti riguardo ciascun ambito (es. attività o mobilità).

soddisfazioneetà

0 5 10 15 20 25 30

Molto alta x x xAlta xMedia x xBassaMolto bassa

Fase 2: Osservazione delle dinamiche

Dai futuri personali, la riflessione si sposta ai futuri condivisi, che definiranno il contesto di realizzazione dei primi. Come già detto pre-cedentemente, la prospettiva collettiva presuppone una collaborazio-ne nell’apprendimento (cooperative learning): tra coetanei, discenti e docenti, inclusi gli esperti (esterni alla scuola), tutti sono sullo stesso piano nell’immaginare i futuri possibili. Con un po’ di metodo e pre-parazione si arriva a identificare scenari credibili e utili per le scelte strategiche oggi (vedi fase 3).

La seconda fase è caratterizzata dallo studio sulle dinamiche in atto e in arrivo . Tale studio ha prodotto nuova conoscenza attraverso una ricerca condotta dagli studenti stessi, divisi in gruppi in lavoro (quattro in ciascuna classe, per un totale di 28 gruppi), con una distribuzione di incarichi e responsabilità:

il portavoce: rappresenta il gruppo in classe e agli eventi pubblici . ●

il documentatore: coordina le ricerche del gruppo e si occupa dell’archi- ●

viazione dei materiali, usando anche mappe cross-mediali di Aureoo;i ricercatori: svolgono le interviste e le ricerche (bibliografiche e su ●

motori di ricerca web), supportano i compagni per compiti di cui sopra.

Nell’intervento in classe, il tema del cambiamento è stato introdotto con l’analisi STEEP, per gruppi, in cui i ragazzi hanno iniziato a distin-guere e focalizzare i fattori di cambiamento nel turismo di montagna (Tabella 7) . Come esempio, il gruppo ZEN10) ha individuato interessanti fattori (Figura 8), effettivamente rilevanti e incerti, tra cui innovazione tecnologica, tipologia di turisti, trend climatici, fattori di cui strategie di sviluppo locale (per i territori) o personale (per la propria carriera) dovranno tenere conto .

10) Gruppo ZEN, 4ª TCV, CFP - UPT Tione: Beatrice Bonomini, Elisa Rossato, Mirko Ma-rocchi, Monica Mosca .

Figura 8 - Esempio di fattori di cambiamento (analisi STEEP), dal gruppo ZEN (UPT Tione).

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40 LE TAPPE LE TAPPE 41

Tabella 7 - Forze del cambiamento STEEP, estratto del lavoro di alcune classi.

socIaLe tecnoLogIca economIca ecoLogIca PoLItIcaPopolazione Demografia

Aumentano i turisti ●

terza etàInvecchiamento ●

della popolazione locale

AutomazioneAutomazione servizi ●

Sostituzione del ●

personale con le tecnologie

Benessere Economico

Crisi economica ●

Divario più grande ●

ricchi-poveriLe famiglie cer- ●

cheranno di rispar-miare

ComportamentiAumento sensibilità ●

verso sostenibilità

Incentivi PubbliciRiduzione degli in- ●

centiviAusterità nelle poli- ●

tiche pubbliche

Struttura della famiglia

Riduzione dimen- ●

sioni famigliaNuove tipologie di ●

famiglia

Efficienza Energetica

Strutture autosuf- ●

ficientiNuovi impianti neve ●

artificiale

Nuovi OperatoriAumento concor- ●

renza con servi-zi sul web (es. air b’n’b, Tripadvisor)

Uso delle Risorse Naturali

Abbandono delle ●

superfici agricoleScioglimento dei ●

ghiacciaiAumento consu- ●

mo energia idroe-lettricaIncremento raccol- ●

ta differenziata e ri-ciclo

Sicurezza e Stabilità Politica

Terrorismo, paura di ●

viaggiare, cambio delle meteConflitti fra stati ●

Stili di VitaNuove diete (a se- ●

guito di eventi su larga scala?)preferenza per luo- ●

ghi puliti, non in-quinati, con ser-vizi per anziani e bambini.Cambiamento della ●

tipologia di clientela e delle esigenze,Più viaggi indivi- ●

duali

Interazione DigitaleAumento promo- ●

zione turistica sui socialAumento della co- ●

municazione trami-te socialInnovazione dei ●

metodi di pagamen-to e produzione

Modello di Sviluppo Turistico

Maggior importanza ●

al territorioPrezzi più acces- ●

sibiliAumento dell’offer- ●

ta benessere (centri wellness)Aumento della qua- ●

lità dell’offerta

Cambiamenti Climatici

Aumento inquina- ●

mento atmosfericoEventi meteo estre- ●

mi (caldo, pioggia, neve)Disastri naturali (co- ●

late di fango, slavi-ne, inondazioni)Effetti su biodiversi- ●

tà e agricoltura

Norme e Legislazione Turistica

Maggiore sensibi- ●

lizzazione ammini-strazioniPiù norme che re- ●

golano il turismo

Identità localeAumento ricerca ●

tradizioniCambiamenti cul- ●

turali con possibi-le perdita tradizio-ni localiVacanze con stile di ●

vita del posto

MobilitàPiù possibilità di ●

spostarsiFacilità nel rag- ●

giungere qualsia-si luogo

Cooperazione fra operatori

Maggiore sinergia ●

fra operatori turistici e pubbliche ammi-nistrazioni

In seguito, ogni gruppo si è organizzato per la conduzione di atti-vità di ricerca autonome attorno alla domanda: quali sono i principali cambiamenti in atto e le prospettive per il turismo montano, con due modalità:

Figura 9 - Mappa del gruppo Busa e Dintorni11) (Classe 4ª B Don Milani).

I . ricerca bibliografica e siti web: facendo ricerche sul web e sulla carta stampata (testi, relazioni, riviste specializzate, ecc .), a ogni gruppo è stato richiesto di raccogliere almeno tre articoli sui temi del cambiamento e del futuro del turismo di montagna;

II . intervista strategica (vedi pag . 20) ad attori rilevanti nel proprio territorio, tra cui operatori economici (es . titolari di hotel, agenzie turistiche), esperti e anche ricercatori .I gruppi più creativi hanno sfruttato appieno Aureoo per documen-

tare le proprie ricerche attraverso mappe cross-mediali . Per esempio, il gruppo “Busa e dintorni” (Figura 9) ha condiviso le proprie inter-viste; mentre il gruppo ZEN ha connesso alla sua mappa (Figura 10): il video della conferenza di presentazione di una recente ricerca12) dal titolo “Il futuro del turismo in Trentino” (riferita al periodo 2013 – 2020), le interviste al Presidente del Centro Studi Judicaria (audio) e

11) Gruppo Busa e Dintorni, 4ª B Don Milani: Elisa Filippi, Nicole Santoni; mappa visibile al link: www .aureoo .com/it/mappa/160/busa-e-dintorni .12) Realizzata su incarico di Accademia d’Impresa da S3 Studium.

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42 LE TAPPE LE TAPPE 43

al Presidente della Comunità delle Giudicarie (video), tre interessanti articoli (a cura di EURAC Bolzano, CAI, Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento), infine uno degli scenari svi-luppati in classe .

Il gruppo “CGFC”13), nella sua mappa14) (Figura 11), presenta un ar-ticolo web di un quotidiano locale nel quale si racconta l’esperienza di EcoBnb, una start-up del turismo di Carbonare (TN)15) . Nella stessa mappa il gruppo ha pubblicato anche il proprio video di un’intervista al titolare di un hotel di Trento . Il gruppo NGS16) ha reso disponibili sia una sintesi della ricerca (testo scaricabile “Turismo_Montano_in_Trentino”) sia l’audio dell’intervista a un operatore di Garda Trentino17) . Il gruppo “INVINCIBILI”18) ha presentato il contributo19) di un blogger il quale ha esaminato lo studio “IHG Trend Report 2012” estrapolando e illustran-do i trend più interessanti .

13) Gruppo CGFC, 4ª De Carneri: Massimiliano Zendron, Gianmarco Fontana, Gianmarco Goller, Matteo Valduga .14) www.aureoo.com/it/mappa/327/cgfc-classe-iv-itt-istituto-ivo-de-carneri 15) Nel 2016 è arrivata a contendersi il premio mondiale di «eccellenza ed innovazione nel turismo» messo in palio dall’UNWTO (United Nation World Tourism Organization), l’agenzia per le Nazioni Unite che si occupa di questo settore . EcoBnb ha sviluppato un portale web che offre alloggi esclusivamente in strutture “green” ed è una realtà imprenditoriale costituita da cinque persone, tre a tempo determinato e due a tempo parziale16) Gruppo NGS, 4ª De Carneri di Civezzano: Sabrina Berghi, Marika Mattevi, Corinne Girardi, Sara Martignani, Aurora Dell’Agnolo, Roberta Bortolon .17) www.aureoo.com/it/mappa/312/gruppo-ngs-istituto-ivo-de-carneri18) Gruppo INVINCIBILI, 4ª TCV, CFP - UPT Tione di Trento: Francesco Mariotti, Nahi Soukana, Mauro Alberti .19) www.aureoo.com/it/mappa/214/gli-invincibili

Figura 11 - Mappa del gruppo CGFC (Classe 4ª De Carneri di Civezzano).

Figura 10 - Mappa del gruppo ZEN20) (Classe 4ª CFP - UPT Tione).

20) Gruppo ZEN, 4ª TCV, CFP - UPT Tione di Trento: Mirko Marocchi, Beatrice Bonomini, Elisa Rossato, Monica Mosca .

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44 LE TAPPE LE TAPPE 45

Nell’insieme, tutte le classi hanno svolto una notevole raccolta di infor-mazioni e di interviste ad attori significativi del turismo trentino e non solo (Tabella 8). Le interviste strategiche (semi-strutturate), come spiegato so-pra, hanno seguito una traccia di sette domande con l’intenzione di fare emergere dagli interlocutori le prospettive, i timori e le questioni conside-rate strategiche .

Tabella 8 - Interviste strategiche: intervistatori e intervistati.

nome gruppo Istituto scolastico Intervistato/a

I Futuristi De Carneri Silvia Conotter - Giornalista e scrittriceLoris Vescovo - Ricercatore Fondazione Edmund Mach

Foglioline De Carneri Sergio Cagol - Esperto marketing turisticoNicola Sicher - Pienta Hotels

Funghetti De Carneri Umberto Martini - Dipartimento di Economia e Mana-gement Unitn

Zeffirino Castellani - Regole di spinale e manezNocciolini De Carneri Michil Costa - Hotel la Perla – Corvara, Ladinia

Valeria Ghezzi - Presidente associazione nazionale esercenti funiviari

CGFC De Carneri Giovanna Mosna - Hotel Aquila D’oroNGS De Carneri Marco Meiche - IAT GardaBlueberry Don Milani Giuliana Zandonai - Agenzia viaggi ETLI90 Mile Don Milani Crosina Pio - Residence Lembondel Val di LedroBlackmoon Don Milani Serena Toller - Hotel Vittoria FolgariaSimba Don Milani Daniele Sabatello - Hotel La Meridiana Perugia

Pasquale Fiondella - Hotel La Merdiana PerugiaKondor Don Milani Carlotta Bertolini - Residencehotels s.p.a

Piera Chizzola - Residencehotels s.p.aLos Desperados Don Milani Giuseppe Ferrandi - Direttore Fondazione del Museo

storico del TrentinoKael Don Milani Francesco Serafini - Ostello di RoveretoZen UPT - Tione Giorgio Butterini - Presidente della Comunità di Valle

delle GiudicarieGraziano Riccadonna - Presidente del Centro Studi

JudicariaZo UPT - Tione Walter Ferrazza - Sindaco di Bocenago

Iva Berasi - Direttrice “Accademia della Montagna del Trentino

Phil dal Futuro UPT - Tione Redi Pollini - Direttore Consorzio Turistico Giudicarie Centrali

Invincibili UPT - Tione Roberto Serafini - Presidente Società Funivie PinzoloGiancarlo Cescatti - Direttore APT Madonna di Cam-

piglio Pinzolo

A titolo di esempio qui si riportano alcuni estratti rappresentativi dalle interviste (Tabella 9) . Nella lettura dei risultati, ovviamente, bi-sogna tenere conto che per molti ragazzi è stata la prima esperienza da “intervistatori” o “ricercatori sul campo”. Ciò, al di là dei risultati spe-cifici, costituisce un importante elemento didattico del progetto, forse stimolante per futuri sviluppi personali .

Tabella 9 - Estratti dalle interviste.

1. se potesse porre tre domande ad un oracolo in grado di predire il futuro, che cosa chiederebbe?Quanto tempo abbiamo ancora, prima che nelle destinazioni di montagna si giunga ad una fase di declino, quindi, per quanto tempo ancora l’attuale segmentazione della domanda potrà trovare soddisfazione nella relativa ripartizione dell’offerta? Con riferimento alla ricerca di nuove tipologie di beni, servizi, o alla valorizzazione delle risorse naturali, che nella loro globalità concorrono a generare la soddisfazione nel turista e la partecipazione ad una “esperienza emotiva”, quali spiragli si potranno aprire? Una volta stabilite possibili nuove tendenze, di fruizione o di sperimentazio-ne da parte dei turisti della località ospitante, come sarà possibile favorire l’ingresso, nel mercato del lavoro, di nuove figure specializzate e professionali?Daniele Sabatello - Hotel La Meridiana Perugia (Gruppo SIMBA, Don Milani)

Intanto gli chiederei del clima perché secondo me è importante conoscere gli sce-nari futuri sia per l’inverno che per l’estate. Poi gli chiederei della crisi economica o meglio, della crescita economica. Infine, in questo momento, gli chiederei anche dei destini dell’Europa.Valeria Ghezzi - Presidente associazione nazionale esercenti funiviari (Gruppo NOCCIOLINI, De Carneri)

2. Quali sono le sue aspettative nel migliore dei futuri ipotizzabili?A distanza di 30 anni quello che mi piacerebbe è capire davvero chi siamo, essere in grado di dare un valore a quello che siamo perché troppo spesso non riusciamo a dare il valore davvero reale a quel che abbiamo e a quel che siamo. Qualche volta ci stupiamo perché vengono in vacanza da noi, ci stupiamo un po’ meno per-ché vanno in vacanza a Campiglio... lì si scia, costa, ci sono i ricchi... ma perché vengono da noi? Per riuscire a costruire davvero un territorio che diventi motivo di vacanza e che la gente ci venga volentieri - e ne venga tanta ma non troppa, perché se è troppa perdiamo quello che siamo. Quindi dobbiamo essere convinti di quel che siamo e costruire una destinazione turistica basata sull’ambiente, sulla sostenibilità, sulla bellezza territoriale, sulla cultura, sulla storia ma soprattutto sul-le relazioni, sul cuore di quel che siamo. Questa forse è un po’ una favola quella di far sì che tutte le persone si possano convincere che il turismo è una grande opportunità per questo territorio e che tutti diventino ospitali; ci convinciamo tutti che qui le opportunità ci sono, anche per voi, per farvi restare. Se non andiamo a

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46 LE TAPPE LE TAPPE 47

copiare nessuno ma se riusciamo a creare un’offerta turistica che ci distingue… e per distinguerci dobbiamo definire chi siamo, che cosa ci distingue dagli altri e valorizzare questo.Iva Berasi - Direttrice “Accademia della Montagna del Trentino (Gruppo ZO, UPT Tione)

Io mi aspetto che il turismo continui a crescere. È un’industria in continua evoluzio-ne e le cose stanno cambiando per molti aspetti in meglio: è molto più facile viag-giare oggi, abbiamo delle opportunità che qualche anno fa non avevamo. Oggi organizzare un viaggio è una cosa semplicissima. È più facile per tutti organizzarsi da soli un viaggio e immagino che la tecnologia, e più in generale la comunicazio-ne, semplificheranno questa cosa.Sergio Cagol - Esperto marketing turistico (Gruppo FOGLIOLINE, De Carneri)

3. al contrario, quali sono le sue maggiori paure nel peggiore dei futuri ipo-tizzabili?Il timore, per chi come noi studia i cambiamenti climatici, è che questi ultimi conti-nuano allo stesso ritmo al quale stanno accadendo ora e che addirittura la gravità e il ritmo del cambiamento aumenti nel prossimo futuro. Sappiamo che nell’ultimo secolo gli aumenti di temperatura a livello medio e globale sono stati di un grado centigrado. Se questo ritmo aumenterà anche per il futuro, nel prossimo secolo ci si può aspettare un ulteriore grado a livello di temperatura come aumento. La no-stra più grande preoccupazione è che i cambiamenti di temperatura diventeranno sempre più veloci, anche perché se stiamo parlando di turismo invernale, speria-mo che questi aumenti di temperatura siano abbastanza contenuti, altrimenti ci saranno seri problemi non solo per l’agricoltura.Loris Vescovo - Fondazione Edmund Mach (Gruppo I Futuristi, De Carneri)

Io temo uno scontro fra civiltà e religioni… anche perché la storia molto spesso si ripete e lo vediamo anche ora negli Stati Uniti: una crisi che inizia con quella economica, poi nascono i nazionalismi, poi i protezionismi e infine i conflitti mon-diali… così è scoppiata la prima guerra mondiale. Temo anche un pianeta che viene distrutto da noi. Molto spesso la questione ambientale viene dimenticata mentre secondo me dovrebbe essere al centro dell’attenzione dell’uomo, e invece non lo è.Michil Costa - Hotel la Perla – Corvara, Ladinia (Gruppo NOCCIOLINI, De Carneri)

4. Quali sono gli eventi principali degli scorsi anni in grado di fornire buone lezioni per il futuro?Se fino a qualche anno fa le società guardavano a fare impianti e piste nuove oggi un po’ tutti sono più concentrati sull’innevamento. Quest’ultimo ha fatto passi da gigante come tecnologia per cui è quasi più bello sciare sulla neve artificiale che sulla neve naturale come gesto atletico. Dopo come contesto paesaggistico sicu-ramente le piante con la neve o il contorno bianco hanno un’altra attrattività, però la pista in sé dà la possibilità di sciare meglio. Poi ci sono anche le opportunità re-

lative alla globalizzazione e all’internazionalizzazione del turista. Siamo passati da un turismo prevalentemente italiano ad un turismo internazionale e quindi ci siamo aperti al mercato globale e sono venuti tanti stranieri. Questo è stato positivo per-ché negli anni in cui il turismo nazionale ha avuto delle flessioni ci ha permesso di compensare il calo con questi nuovi mercati. Insomma, da un lato insistere sugli investimenti per mantenere il prodotto ossia la garanzia di sciabilità e dall’altro essere pronti sia alla globalizzazione che ai mercati esteri.Roberto Serafini - Presidente Società Funivie Pinzolo (Gruppo INVINCIBILI, UPT Tione)

La collaborazione con gli enti territoriali e associazionistici. Collaborare con gli enti locali e territoriali ma anche con scuole, associazioni e promoter anche individuali che hanno questa possibilità di promuovere. Questa collaborazione penso che sia fondamentale perché è da qui che viene fuori qualche novità, se non c’è la collaborazione si fa difficile perché ci sono meno finanziamenti, meno possibilità economiche e quindi non riusciamo a fare tutto quello che vogliamo.Graziano Riccadonna - Presidente del Centro Studi Judicaria (Gruppo ZEN, UPT Tione)

5. Quali sono le decisioni importanti con implicazioni di medio-lungo termi-ne con cui ci si deve confrontare oggi?

Pensare. Progettare e non seguire troppo l’andamento della quotidianità nel senso che è importante ovviamente rispondere alla quotidianità ma certe volte ho l’im-pressione che giriamo un po’ a vuoto perché a forza di voler restare sul pezzo e tentare di rispondere immediatamente alle singole questioni certe volte rischiamo di smarrire la bussola complessiva e specialmente la capacità progettuale non tanto di prevedere i fenomeni, quelli non possono essere previsti, ma di predisporci al cam-biamento. In questo credo che le istituzioni culturali devono applicare la regola della resilienza ossia la capacità di resistere, di incassare, di reagire ai cambiamenti e non essere sostanzialmente rigide. Per non essere rigide però le istituzioni e i soggetti che operano devono essere intelligentemente preoccupati di progettare.Giuseppe Ferrandi - Fondazione del Museo storico del Trentino: History Lab (Gruppo LOS DESPERADOS, Don Milani)

Ci vuole più collegialità nelle decisioni che poi vanno portate avanti in maniera unitaria nel senso che l’attore di riferimento del turismo deve essere un solo che agisce sulla base di quello che è stato deciso collegialmente con gli altri. Ci vuole un monopolio verso l’esterno con una diffusa partecipazione verso l’interno in modo che ci si possa presentare con una faccia che è una... per esempio, parlando in senso lato, a me piacerebbe che tutti gli operatori economici che lavorano nel turismo dal primo all’ulti-mo, siano coinvolti nelle attività dell’APT di Garda Trentino e partecipino attivamente. Sia alla formazione dei nostri prodotti, quindi al lavoro che ci sta dietro portando delle critiche anche dall’interno della struttura invece che solo dall’esterno e sia nel poi por-tare avanti i progetti come dicevo all’insegna di un turismo di qualità con un ulteriore miglioramento dei servizi e rendendo la destinazione più forte a livello internazionale.Marco Meiche - IAT Garda (Gruppo NGS, De Carneri)

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48 LE TAPPE LE TAPPE 49

6. In base alle sue conoscenze ed esperienze, quali i principali ostacoli che si potrebbero presentare nel futuro della sua organizzazione?Sicuramente la mancanza della consapevolezza che il motto dell’illuminismo sa-pere aude - il servirsi della propria forza della ragione - non basta. C’è bisogno di andare oltre e di trovare una sintesi in noi e nelle persone con le quali lavoriamo perché il futuro della mia azienda è comunque legato alle persone che qui lavo-rano, agli stakeholder, ai fornitori e così via. Il timore di non riuscire a coinvolgere abbastanza le persone intorno a me perché pervase molto spesso dall’homo oe-conomicus ossia dall’uomo che pensa all’economia non come la gestione della casa comune ma solamente alla pecunia.Michil Costa - Hotel la Perla – Corvara, Ladinia (Gruppo NOCCIOLINI, De Carneri)

Oggi come oggi, in un quadro generalizzato di crisi economica, quindi non strettamen-te relativo al comparto turistico, una legislazione fiscale pressante, che non incoraggia gli imprenditori a fare nuovi investimenti, in termini di ricerca e specializzazione, ma soprattutto nella componente umana lavorativa, che proprio nel settore turistico assu-me importanza prioritaria e diventa un fattore determinate dello stesso successo.Daniele Sabatello - Hotel La Meridiana Perugia (Gruppo SIMBA, Don Milani)

7. Se tutti i vincoli fossero rimossi e lei avesse la possibilità di decidere ciò che andrà concretamente fatto, che cosa farebbe?

Cercherei di fare in modo che si valutasse con molta attenzione la durata delle risor-se disponibili. L’alpinista che parte per una spedizione importante (non la montagna fuori casa ma la grande spedizione alpinistica) sa che quello che si porta è quello che gli deve servire per tutto il tempo della spedizione. Io credo che noi abbiamo passato un secolo – il Novecento – sull’illusione dell’infinita disponibilità di risorse. Sono fortemente convinto di questo anche per le cose di cui mi occupo nella ricerca e nella didattica. Questo ha portato tutta una serie di effetti che adesso stiamo pa-gando… poi non sappiamo se tutto dipende da questo o se ci sono eventi naturali esterni che non possiamo combattere perché se è una questione cosmica non pos-siamo farci nulla. Se io potessi fare in modo che tutte le persone che devono deci-dere qualcosa (le aziende, le istituzioni, gli Stati) applicassero in maniera rigorosa il principio della durabilità credo che avremo fatto un passo importante in avanti.Umberto Martini - Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento (Gruppo FUNGHETTI, De Carneri)

Io vorrei cassare buona parte della burocrazia, è asfissiante e scandalosamente inibente. La burocrazia è qualcosa di veramente insopportabile secondo me, oggi. Una burocrazia che ci porta anche a fare delle riflessioni rispetto all’organizzazione tecnico-giuridica del sistema nel senso che ormai le leggi sono talmente tante e ar-ticolate che non si capisce più quali siano le cose di cui tenere conto con una certa sicurezza e certezza. Bisognerebbe inoltre spingere i giovani come voi ad avere un po’ più di coraggio ad investire su sé stessi nel senso che oggi è veramente difficile crearsi delle aspettative nell’ordine in cui ce le si poteva creare alcuni anni fa con il posto fisso, con la possibilità di lavorare in un ufficio, ecc. Io credo che il giovane

oggi debba essere un po’ più creativo di quello che sembra essere. Serve molta cre-atività. Faccio una considerazione in più: un po’ alla volta la tecnologia si sostituisce all’uomo, questo è successo con la rivoluzione industriale all’interno delle fabbriche e con i robot quando si sono sostituiti alla forza lavoro delle braccia. Adesso ormai i computer si stanno sostituendo all’uomo anche negli uffici. Laddove le tecnologie non potranno mai sostituirsi all’uomo è dove sia prevista quella componente di cre-atività dove la macchina - fredda com’è - non può garantire. Se dobbiamo parlare di ospitalità turistica, la macchina non potrà mai dare il calore che dà una persona.Giorgio Butterini - Presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie (Gruppo ZEN, UPT Tione)

Fase 3: Definizione di scenari: turismo di montagna nel 2030

Nella terza fase, le classi si sono cimentate nella composizione di sce-nari strategici del turismo di montagna al 2030, secondo un approccio semplificato ispirato al “metodo Shell” (vedi pag. 21), partendo dalle informazioni raccolte nelle proprie ricerche . Il metodo è utilizzato per creare, visualizzare e descrivere quattro scenari fondati su due assi di incertezza con casi polarizzati ad ogni estremità .

L’esercizio di costruzione di scenari inizia dall’individuazione di una criticità che condiziona la vita di un individuo, di un’organizzazione o di una comunità. La definizione di tale criticità passa attraverso la for-mulazione di una domanda, nel progetto ogni istituto si è focalizzato su diverse dimensioni del turismo, secondo lo schema di Figura 12.

Figura 12 - Macro-dimensioni del turismo di montagna e suddivisione tra istituti.

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50 LE TAPPE LE TAPPE 51

Una volta individuata una determinata criticità, si identificano e si descrivono le forze di cambiamento che agiscono su di essa . Una vol-ta individuate, tali forze sono ordinate per livello di impatto e di in-certezza; le due forze più influenti e incerte, vanno a costituire i due assi di incertezza di una matrice con quattro quadranti di incertezza da esplorare . Ogni quadrante rappresenta un’alternativa plausibile su come potrebbero evolversi i contesti dell’organizzazione (o individuo o comunità) . Per ciascun quadrante si compone una narrazione o una storia dotata di coerenza interna, credibilità e consistenza con gli altri elementi della ricerca (le altre variabili individuate, ma meno incerte e meno impattanti).

Variabili chiave per il 2030

Le classi hanno individuato le variabili più rilevanti secondo la pro-pria ricerca (analisi STEEP e interviste) e successivamente, le hanno or-dinate per incertezza e importanza (Figura 13) . Le variabili più incerte e impattanti hanno costituito gli assi del quadrante degli scenari (Figu-ra 14); poi ciascun gruppo di lavoro ha sviluppato un singolo scenario.

Per variabili “più incerte” si sono intese quelle di cui sappiamo meno o di cui non è possibile conoscere l’evoluzione nel 2030 (intrin-secamente imprevedibili), le variabili “più impattanti” sono quelle che ci si aspetta avere un notevole impatto sul turismo di montagna nel 2030 .

Ogni classe ha trovato diverse variabili chiave e dal confronto emer-ge una classifica degli elementi ripetuti, da considerarsi quindi partico-larmente significativi:

1 . Incentivi pubblici (citato 4 volte)2. Interazione digitale (3 volte)3. Benessere economico (degli operatori e del territorio), Rapporto fra sta-

ti (associabile a sicurezza e stabilità), Cambiamenti climatici (2 volte)4. Capacità di spesa (dei clienti) (1 volta) .

Figura 13 - Classifica delle variabili e quadrante degli scenari (es. 4ªA, Don Milani).

Figura 14 - Variabili significative con gli estremi a identificare gli assi del quadrante degli scenari (es. UPT Tione).

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52 LE TAPPE LE TAPPE 53

Tabella 10 - Variabili chiave degli scenari strategici identificati dalle classi.

classi asse X asse Y

3ª De CarneriInterazione digitaleX+ ForteX- Debole

Benessere economicoY+ ElevatoY- Ridotto

4ª De CarneriIncentivi pubbliciX+ SostanziosiX- Scarsi

Benessere economicoY+ ElevatoY- Ridotto

4ª A Don MilaniIncentivi pubbliciX+ SostanziosiX- Scarsi

rapporti fra statiY+ CooperazioneY- Conflitto

4ª B Don Milanicapacità di spesaX+ ElevataX- Modesta

cambiamenti climaticiY+ DirompentiY- Moderati

4ª D Don MilaniInterazione digitaleX+ ForteX- Debole

sicurezza e stabilitàY+ DeclinanteY- Crescente

4ª F Don Milanicambiamenti climaticiX+ DirompentiX- Moderati

Incentivi economiciY+ SostanziosiY- Scarsi

UPT TioneInterazione digitaleX+ ForteX-Debole

Incentivi economiciY+ SostanziosiY- Scarsi

Tali risultati, non predefiniti e per nulla scontati, sono interessanti anche dal punto di vista di una ricerca “professionale”: il livello di sup-porto pubblico alle infrastrutture per il turismo è effettivamente una delle variabili altamente impattanti e allo stesso tempo meno prevedi-bili, essendo particolarmente sensibile alle strategie politiche delle ca-riche elettive, quindi con visioni spesso limitate ai periodi medio-brevi, oltre che dipendente dalle disponibilità di budget delle amministrazioni locali. L’interazione digitale è tra le novità dirompenti degli ultimi 10-15 anni (vedi prenotazione on line e valutazione “social” da parte del cliente della qualità dei servizi), con minacce e opportunità (impreviste all’epoca) che nei prossimi anni potrebbe essere ulteriormente rivolu-zionata .

Nessuna di queste variabili è prevedibile e le biforcazioni individua-te dagli studenti (alla prima esperienza di costruzione di scenari strate-gici!) sono autenticamente rilevanti e possibili, l’elemento di utilità sta nell’usare questi elementi per preparare strategie robuste rispetto al loro verificarsi.

Scenari strategici: “2030, una giornata da turista”

Definiti i quadranti, i gruppi di lavoro hanno composto gli scenari in forma di narrazione di “una giornata da turista nel 2030” . Di seguito si riportano solo alcuni esempi dei 28 scenari prodotti dalle 7 classi .

Scenario: ridotto benessere economico – debole interazione tecnologicaLo scenario proposto dal gruppo NOCCIOLINI21) della classe 3ª di Ci-

vezzano, si inquadra in un plausibile contesto di persistente (o nuova?) crisi economica, con uno sviluppo (o ritorno) delle attività primarie del territorio, in cui l’interazione digitale, forse per saturazione o in oppo-sizione al suo dilagare pervasivo, è sostituita dalla ricerca di relazioni umane autentiche .

Scenario X-/Y- del gruppo “Nocciolini”, 3ª De Carneri.

Siamo nel 2030. Una famiglia “cittadina” dell’hinterland milanese si dirige in auto verso le montagne trentine per andare in vacanza una settimana. A quota 600 m.s.l.m sono però tutti obbligati a lasciare l’auto in una grande area di par-cheggio. Scendono quindi dall’abitacolo e salgono su di una funivia che percorre tutta la valle con numerose fermate intermedie. Sono ormai cinque anni che la benzina è agli sgoccioli (costa molto) e nelle vallate alpine il trasporto su fune ha sostituito quello su gomma, visto che la maggior parte delle persone non si può permettere una costosa auto elettrica o ibrida.

Man mano che la cabina sale si possono ammirare, oramai avvolti nella bo-scaglia, i resti di quelli che erano un tempo paesi pieni di vita e strutture ricettive. Dopo dodici minuti di viaggio, si è arrivati al capolinea, in una piccola conca verde ai piedi di maestose montagne. Anche qui non mancano le strutture abbandonate e in rovina, strutture che non hanno saputo adeguarsi ai tempi e alle nuove tecno-logie, strutture figlie di un’epoca in cui tutto sembrava possibile ma oggi incapaci di adattarsi ad una mentalità diversa.

La famiglia percorre un breve tratto a piedi, arriva in albergo e, a differenza delle città, qui l’influenza del progresso è meno sentita. Gli operatori hanno capito che il cliente preferisce avere di fronte una persona fisica, e che spesso è stufo dei troppi automatismi che la vita metropolitana comporta. L’Hotel ha saputo rin-novarsi in chiave tradizionale, mantenendo il suo legame con le caratteristiche del territorio.

Il giorno dopo, gli ospiti escono presto per un’escursione. Lungo il cammino incontrano diversi pastori, gente locale, che dopo l’ennesima e profonda crisi eco-nomica, ha deciso di ritornare alla terra, oramai una delle poche professioni in queste zone con cui si riesce a vivere bene. Sempre più tornano alla terra e pochi

21) Gruppo NOCCIOLINI: Martino Tisot, Leonardo Salvaterra, Michelle Galvagni, Federico Marchesi, Sandro Pisetta, Nicola Pangrazzi .

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54 LE TAPPE LE TAPPE 55

di loro tornano indietro. La famiglia trascorre una settimana nella natura, ammi-rando tutte le meraviglie della montagna. Ad esempio, a tutti gli hotel la corrente viene staccata alle 23.00 per pesare meno sull’ambiente e per permettere ai clienti di ammirare il nitido cielo stellato.

Ogni giorno la famiglia vive un’esperienza diversa sempre all’insegna dei valo-ri del territorio e dopo 7 giorni attivi, è ora di tornare alla caotica città. Un incaricato locale dell’albergo riaccompagna i clienti alla partenza della funivia e mentre scen-dono possono ammirare per un’ultima volta le meravigliose montagne. All’inizio della valle, la famiglia risale sulla sua ibrida, mettendosi alla bocca le mascherine, pronti per ritornare nell’inquinata pianura.

Scenario: sostanziosi incentivi economici – forte interazione tecnologicaLo scenario immaginato dal gruppo ZO22), della classe 4ª UPT di Tio-

ne, propone un contesto credibile di importanti investimenti pubblici sul settore turistico, che permetterà di aumentare l’offerta turistica del-la località, qualificarne le strutture ricettive, mantenere le infrastruttu-re esistenti e realizzarne di nuove, creare nuovi prodotti e servizi per l’ospite . Grazie a tali investimenti, Madonna di Campiglio è in grado di “restare al passo con i tempi”, di rispondere ai cambiamenti del mercato (inteso in termini di domanda turistica – evoluzione nei comportamenti di consumo e di acquisto dell’ospite) e di soddisfare i bisogni, i gusti e le aspettative dei target a cui si rivolge . La località può decidere di aprirsi a nuovi mercati, intercettando nuovi target . Il tutto, in un contesto carat-terizzato da una forte interazione digitale, in cui il territorio è in rete per consentire all’ospite di ottimizzare la sua esperienza di vacanza nella località e la fruizione delle proposte e delle attrattive presenti .

Scenario X+/Y+ del gruppo ZO, 4ª UPT Tione.

Premesse:ll turista del 2030 ha modo di vivere la propria esperienza di vacanza in un

territorio che beneficia di maggiori incentivi pubblici, un territorio in grado di go-dere di cospicui investimenti e quindi di migliorare la qualità dei servizi e/o dei prodotti offerti. Così facendo, rende più emozionante e soddisfacente l’esperien-za vissuta dal turista stesso, il quale beneficia del fatto che l’intera offerta del territorio è in rete. Il turista nel 2030 in Trentino è un giovane amante dello sport e della natura e, provenendo dalla città, desidera stare in un ambiente tranquil-lo e pulito. Ha un livello d’istruzione mediamente elevato, è curioso, desidera conoscere il territorio e vivere le esperienze autentiche che lo stesso offre. Il

22) Gruppo ZO: Beatrice Zeni, Matteo Giramonti, Sampda Vatish, Lorena Rizzonelli.

turista sceglie il nostro territorio perché desideroso di praticare attività sportive all’aperto con gli amici o con il/la proprio/a compagno/a.

La giornata in Trentino, 2030:Il giovane turista si alza abbastanza presto perché motivato a fare attività

quali escursioni, trekking, attività sulla neve (sci, snowboard, escursioni con cia-spole, ecc.), pattinaggio, nuoto, golf.

Preferisce alloggiare in strutture ricettive ecosostenibili, che rispettino l’am-biente. Desidera conoscere e assaggiare i prodotti tipici del territorio. Le struttu-re ricettive propongono/mettono a disposizione dispositivi tecnologici che con-sentono di reperire le informazioni per conoscere le offerte sul territorio.

Il turista preferisce spostarsi sul territorio utilizzando trasporti pubblici a bas-so impatto ambientale; grazie alla presenza della metropolitana di superficie che collega Trento a Campo Carlo Magno, il giovane turista si muove comodamente a costi contenuti.

Egli ha un’ampia scelta di attività da svolgere nel tempo libero; la località offre infatti nelle diverse stagioni eventi sportivi, culturali, teatrali e dispone di servizi quali cinema, discoteche, negozi, ristoranti ecc. la cui proposta è presen-te in rete e garantisce l’acquisto online.

La connessione ad Internet garantisce al turista di connettersi in qualsiasi po-sto si trovi grazie ad una rete Wifi libera, presente ovunque e finanziata dalla Provincia. Il giovane ha la possibilità di ricercare informazioni, quali la storia e la cultura del posto; i punti d’interesse presenti; le strutture ricettive ecc. sulla località in cui si trova attraverso pannelli “touch” interattivi presenti in diversi posti della zona.

In centro al paese è presente una vetrina digitale che consente all’ospite di conoscere la storia della località, i punti d’interesse, le attività proposte, gli eventi organizzati ecc. e promuovere le risorse e i servizi offerti. I giovani turisti che visitano il territorio possono inoltre beneficiare di sconti sui servizi offerti, quali ad esempio skipass, spa, ingressi ad eventi, prodotti tipici, pernottamento nelle strutture ricettive, ecc.

Per gli amanti dello shopping c’è il centro commerciale “Shopping Time” dove si possono trovare marchi internazionali di abbigliamento oltre ad un’area dedi-cata ai prodotti tipici del territorio. Il giovane turista ha la possibilità di seguire le gare sportive attraverso uno schermo presente all’interno del centro commer-ciale.

Scenario: sicurezza e stabilità crescente – forte interazione tecnologicaIl gruppo SIMBA23), classe 4ª D Don Milani di Rovereto, ha immagina-

to un contesto verosimile in cui prevale l’attenzione alla sicurezza per-sonale e l’innovazione tecnologica onnipresente .

23) Gruppo SIMBA: Matteo Beccherle, Ilaria Zeni, Beatrice Antonelli, Sofia Albertini, Mat-teo Sbop .

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56 LE TAPPE LE TAPPE 57

Super-scenari

Dal lavoro delle 7 classi, dai 28 scenari sviluppati, riconsiderando tutte le variabili emerse nei lavori di gruppo, in un focus group24) che ha coin-volto solo gli studenti rappresentanti delle classi, sono stati aggregati e estratti quattro “super” scenari . Quell’occasione è stata un’ulteriore espe-rienza di collaborazione tra istituti diversi, ma questa volta gli studenti hanno lavorato in piena autonomia, solo orientati dagli esperti esterni.

24) Presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento, febbraio 2017 .

Scenario X+/Y+ del gruppo SIMBA, 4ªD Don Milani.

Sebastian è un turista americano, venuto in Trentino per passare una rilas-sante vacanza (vinta grazie ad un biglietto della lotteria) in mezzo alla natura. Prende dunque un aereo per il Trentino, ma quando scende dall’aereo non vede ciò che si aspetta. Invece delle foreste, delle valli verdi, dei laghi immacolati tipici del territorio, si ritrova davanti una città moderna e molto avanzata, e purtroppo inquinata.

Arrivato all’hotel, Sebastian scopre con molto stupore che al posto della tipica accoglienza da parte di un receptionist si trova davanti un grande schermo dove deve inserire i suoi documenti. Dopo aver inserito la card, a Sebastian arriva un messaggio con tutte le informazioni del soggiorno e qualche accenno di posti da visitare vicini all’hotel. Per aprire la stanza non serve una chiave ma gli basta posizionarsi davanti alla porta che attraverso il riconoscimento facciale si apre automaticamente. La stanza, molto accogliente, è interamente automatizzata a partire dalle tende che si aprono da sole fino all’ordinazione per i pasti che avvie-ne attraverso una console. Sebastian non è ancora del tutto sicuro se considera-re queste novità come degli aspetti positivi o negativi, perché prima si instaura-vano dei “rapporti” dipendenti/clienti, mentre ora si interagisce solamente con dei macchinari e l’unica persona fisica che si può incontrare in hotel è il tecnico che si occupa di mantenere in funzione i dipendenti digitali.

Indubbiamente è stupito di queste novità apportate all’hotel, ma non riesce a smettere di pensare a tutte quelle persone che hanno perso il posto di lavoro perché sostituiti da dei computer. Questo problema si sta diffondendo in tutto il mondo e in molti ambiti lavorativi. Girando per la città di Trento, infatti, nota che le uniche persone nei negozi e nei ristoranti sono i clienti che grazie ai loro smar-tphone riescono a farsi portare da mangiare e a comprarsi da vestire.

Durante il suo soggiorno in Trentino, Sebastian si rende conto di quanto que-sto territorio sia diventato sicuro. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro tra uomo e macchinari che salvaguardano ogni singolo angolo della città facendo così senti-re i cittadini e i turisti in un posto protetto. Quando è il momento di tornare a casa, Sebastian si rende realmente conto di come la globalizzazione abbia reso il mon-do tutto uguale. La tecnologia ci è sfuggita di mano. Grazie ad essa possiamo, però, migliorare la sicurezza dato che da quando nei negozi si usano i robot non ci sono stati più furti perché loro sono attivi 24 ore su 24 e le persone possono godersi le giornate in famiglia.

Come accennato precedentemente (vedi pag . 24), un “esercizio di futuro” completo continuerebbe dopo la definizione degli scenari, per usarli nel costruire strategie decisionali robuste . Nel progetto questa parte è stata lasciata all’iniziativa e disponibilità dei singoli docenti, per non appesantire troppo i già saturi programmi didattici . Alcune classi hanno, infatti, sviluppato dei “profili di competenza” dei lavoratori del 2030, ovvero un insieme di competenze necessarie per il futuro profes-sionista del turismo di montagna, considerando i possibili nuovi conte-sti ambientali e condizioni sociali .

Figura 15 - Forze «predeterminate».

Figura 16 - Principali incertezze.

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58 LE TAPPE LE TAPPE 59

Nel focus group, sono state riviste le variabili, in particolare sono state distinte le forze di cambiamento “predeterminate” (di cui in qualche modo possiamo intuirne o studiarne l’evoluzione) e le “vere” incertezze (di cui non possiamo oppure è estremamente difficile pre-vederne l’evoluzione) (Figura 15, 16 e 17).

Per limiti di tempo, avendo a disposizione solo un pomeriggio, la de-finizione dei super-scenari è stata fatta per punti anziché attraverso una narrazione o storia25) . Di seguito, si riportano i risultati del focus group (Tabella 7) .

25) Una maggior disponibilità di tempo avrebbe permesso di migliorare le definizioni, verificandole con dati o altre apposite ricerche, per arrivare a costruire quattro “storie” coerenti e credibili di futuri possibili .

Figura 17 - Classificazione delle variabili e quadrante degli scenari.

Tabella 11 - Variabili chiave degli super-scenari.

Automazione repentina, economia florida e

incentivi sostanziosi

Automazione repentina, economia in

crisi e incentivi scarsi

Automazione graduale, economia florida e

incentivi sostanziosi

Automazione graduale, economia in

crisi e incentivi scarsi

Variabili Sociali

Meno rapporti interpersonali per settorializzazione del lavoro, diffusione disturbi depressivi

Perdita di posti di lavoro, scarsità di servizi

Mutamento tradizioni causa globalizzazione, territorio accessibile a tutti con tecnologie innovative

Mancanza rapporti umani, mancanza fidelizzazione clientela

Variabili Tecnologiche

Uso più razionale delle risorse e della mano d’opera

Aumento generale della tecnologia, non in tutti i settori; utilizzo della tecnologia limitato ad una parte della popolazione

Macchinari all’avanguardia, es. cannoni sparaneve a +10Cª

Robotica e tecnologia in continua evoluzione

Variabili Ecologiche

Uso più pragmatico delle risorse del territorio, meno dipendenza dalle importazioni

Minor impatto; lenta adozione delle tecnologie rinnovabili

Aziende investono in materie rinnovabili

Utilizzo tecnologie rinnovabili, costruzioni in economia utilizzando materiali ecologici

Variabili Economiche

Ricambio posti di lavoro e parziale sostituzione con automazioni/robot (grazie agli incentivi pubblici)

Spesa media per famiglia in diminuzione, aumento crisi e debito pubblico

Grande divario tra popolazione ricca e povera, nuovi servizi e nuovi posti di lavoro

Crisi/disoccupazione, costruzioni a basso costo

Variabili Politiche

Stabilità politica con politiche più efficaci e di lungo termine

Meno supporti per strutture ricettive, privatizzazione dei servizi pubblici

Sussidi elevati Leggi di tutela imprese turistiche, incentivi in base a criteri regionali

Minacce Cambiamento radicale forza lavoro e degli equilibri socio-occupazionali

Crollo della democrazia e ribellioni, aumento dei poveri

Inquinamento ambientale

crisi/disoccupazione, scomparsa figura umana

Opportunità Richiesta di nuove figure professionali altamente specializzate, settorializzazione dell’offerta lavorativa

Posti di lavoro innovativi, diminuzione posti di lavoro “umani”

Nuove occupazioni nel turismo

Velocizzazione del lavoro, maggior guadagno per i direttori delle imprese

Strategie Formazione dinamica del personale, considerazione accurata del cambiamento che si affronta

Ammortizzare la corruzione, più giovani al lavoro, pensionamento anticipato

Sfruttare meglio il territorio, innovarsi mantenendo tradizioni

Alternanza lavoro manuale e con i robot, investire nelle nuove tecnologie a basso costo, collaborazione con altre aziende

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60 LE TAPPE LE TAPPE 61

Presentazioni: una video-conferenza coordinata tra le sedi e una conferenza a trento

Gli studenti hanno presentato i propri lavori in due distinte occasioni: una conferenza “locale” all’interno dei propri istituti, una conferenza “pro-vinciale” (a Trento, presso la sede della Fondazione CARITRO) . Nella prima gli studenti hanno presentato i risultati ai propri colleghi di istituto e alla comunità locale (es . a Tione era il Presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie), ma anche ai colleghi degli altri istituti attraverso una video-conferenza, in collegamento tra le tre sedi di Rovereto, Civezzano e Tione (Figura 18 e 19) .

Figura 18 - Materiali espositivi dell’istituto UPT di Tione.

Figura 19 - Videoconferenza tra i tre istituti collegati (foto 29 marzo 2017, Tione).

Nella seconda conferenza gli studenti hanno presentato i risultati generali (super-scenari) e i risultati di ciascun gruppo in modalità “a stand”, con angoli dedicati e preparati, in cui il pubblico ascoltava e inte-ragiva con i singoli gruppo di lavoro (Figura 20, 21 e 22).

Figura 20 - Stand di gruppi di lavoro dell’istituto Don Milani.

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62 LE TAPPE VALUTAZIONI DEL PROGETTO 63

VaLUtazIonI deL Progetto

Nel corso del progetto gli studenti e i docenti hanno sperimentato nuovi strumenti e approcci a temi inediti e complessi . Tale esperienza ha avuto degli impatti in più ambiti, influenzando o meno il modo di pensare al futuro di studenti e docenti e il modo di fare didattica; perciò si presenta una valutazione generale a più livelli: dell’esperienza vissu-ta, dei contenuti, della didattica .

Per ciascuno livello, la valutazione si basa su diverse fonti: le impres-sioni spontanee dei protagonisti, un questionario ripetuto all’inizio e alla fine del percorso, infine uno sguardo generale (e le note del “diario di campo”) da parte dei formatori esterni (autori del presente report) .

L’esperienza: le impressioni dei partecipanti

Le impressioni dei protagonisti sono state raccolte attraverso video-interviste a campione (durante gli eventi finali di presentazione). Le impressioni riportate di seguito non hanno la pretesa di formulare una robusta valutazione di tipo sociologico, ma soltanto di annotare pensie-ri e pareri (Tabella 12).

Tabella 12 - Alcune impressioni degli studenti.

cosa ti è piaciuto del progetto?“Le lezioni sono state interessanti… soprattutto la parte sui futuri personali”.

“Mi è piaciuta l’attività con i post-it quando abbiamo inserito le varie voci da met-tere sulla lavagna, perché richiedeva un ragionamento abbastanza complesso e in più bisognava definire impatti e rilevanza tenendo in considerazione anche l’opinione degli altri”.

“La libertà che ci hanno lasciato gli insegnanti di andare a fare le domande ad esperti da noi scelti e poi elaborare le loro risposte per creare uno scenario. Anche

Figura 21 - Un momento di presentazione “a stand” dei vari lavori.

Figura 22 (a sinistra) - Tra i vari risultati presentati: scenari di turismo 2030 (De Carneri).

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64 VALUTAZIONI DEL PROGETTO VALUTAZIONI DEL PROGETTO 65

il fatto di usare le nostre idee per poi metterle insieme e creare qualcosa che poi diventasse un lavoro comune e volto a raggiungere lo stesso risultato”.

“Aver fatto i lavori in gruppo, le attività fuori dalla scuola e con altre scuole”.

“I prof ci hanno lasciato proprio libertà assoluta perché comunque si fidano di noi, forse perché diventiamo grandi e facciamo bene le cose… Anche fare le interviste e conoscere nuove persone che magari non conoscevi o di cui proprio non hai mai sen-tito parlare e ascoltare i loro pareri riguardo a delle domande che noi abbiamo fatto”.

Qual è stata la difficoltà maggiore?“Il caricamento dei materiali sulla piattaforma Aureeo. Anche l’organizzazione del tempo visto che eravamo impegnati con lo stage dell’alternanza scuola-lavoro”.

“La preparazione per l’evento finale forse è stata tralasciata un po’ all’inizio, ma-gari avremmo trovato dei modi più efficaci per presentare i risultati al pubblico e invece ci siamo trovati a dover fare tutto a ridosso della mostra”.

“Sugli scenari, forse è stato un po’ difficile immaginare come sarà il turista nel 2030, sarebbe stato più facile pensare al 2020 perché sappiamo che sarà più innovativo, a contatto con la natura e le famiglie cambieranno però non sapevamo come sviluppare questi punti su una finestra temporale così ampia!”.

“Il fatto di pensare a qualcosa che al momento non c’è. Immaginare un domani molto diverso da oggi”.

che cosa miglioreresti del progetto?“Elasticità e flessibilità con i tempi, eravamo impegnati con gli stage e non abbia-mo avuto tempo a sufficienza per lavorare ad entrambe le cose”.

“Niente, secondo me è stato uno dei progetti più belli che abbiamo fatto!”.

“Ridurrei la durata complessiva del progetto senza diminuire il numero dei singoli incontri ma semplicemente comprimendo il tutto in uno massimo due mesi di lavo-ro. Questo anche per mantenere l’attenzione perché con il passare del tempo ci sono sempre più impegni e si rischia di non restare sul pezzo”.

Ciò che hai imparato ti sarà utile in futuro?“Aiuta il ragionamento… ok, non è scontato che le cose vadano come stanno andando adesso, mi abituo anche a pensare a varie possibilità con altri fattori che potrebbero intervenire”.

“Secondo me qualcosa ci rimarrà sempre… l’esempio potrebbe essere che ab-biamo imparato a parlare meglio con persone importanti e sicuramente ci servirà quando saremo più grandi. Anche durante l’incontro dei portavoce abbiamo impa-rato ad usare un programma (Adobe Spark) che in futuro potrà essermi utile per fare una promozione per l’azienda in cui lavorerò”.

“Prima di iniziare questo progetto non è che stavo a pensare cosa quando e come cambierà, adesso che ho sentito i pareri di tutti sicuramente la mia mentalità è cambiata e penserò di più a quello che cambierà in futuro”.

“Tutta l’esperienza ci rimarrà comunque e non ce la dimenticheremo mai. Dal mio punto di vista quello che mi servirà di più saranno le nozioni che ho appreso dalle interviste, i pareri altrui. Abbiamo intervistato persone che hanno attività e orga-nizzazioni importanti sul territorio e il loro parere in altri modi non lo avremmo mai sentito. Tanti dei loro pareri mi sono rimasti impressi, tante frasi che hanno detto e tante opinioni…”.

Anche i docenti hanno espresso alcune impressioni durante le ripre-se video di documentazione del progetto, anche se non era prevista una loro raccolta sistematica, si riportano qui sotto, analogamente a quelle dei ragazzi (Tabella 13) .

Tabella 13 - Alcune impressioni dei docenti.

cosa è piaciuto – elementi utili per i ragazzi PP: “Mi è piaciuto vedere i ragazzi mettersi in gioco su argomenti che riguardano la loro vita quotidiana. Pensare il futuro è molto difficile per loro perché vivono nel presente e analizzare questi aspetti, ragionarci e rifletterci, è stato importante tanto per me quanto per loro”.

GC: “Soprattutto parlare del futuro con i ragazzi. Per noi può essere semplice immaginare il futuro per loro invece è molto più difficile”.

RZ: “Estrapolare le parole chiave dei ragazzi per dar loro un po’ di ottimismo e se-renità visto che gli scenari futuri di solito portano sempre angoscia. I ragazzi inve-ce hanno saputo tirare fuori dalle interviste la positività, ad esempio con il direttore del museo (HistoryLab Rovereto) il quale diceva di non restare in balia degli eventi odierni ma di iniziare fin da subito a progettare il proprio futuro”.

Difficoltà PP: “La difficoltà è stata proprio entrare in questa prospettiva futura e far pensare loro a quello che potrà essere tra 15-20 anni. Loro stanno vivendo un momento che… forse nelle nostre valli Rendena e Giudicarie non c’è ancora una grossa crisi quindi è difficile far pensare loro che non ci saranno soldi e probabilmente si dovrà tornare a qualcosa come la tradizione, la cultura di base e stare con la gente comune… ho fatto molta fatica a far capire questa cosa. Anche ragionare su aspetti sociologici ed economici e più in generale sociali è difficile per loro”.

SB: “Riuscire a comunicare fra le scuole e riuscire a coordinarsi anche fra le nostre classi. Eravamo in quattro classi e abbiamo trovato questo aspetto abbastanza difficoltoso”.

RZ: “Trasmettere alle stesse classi i medesimi contenuti e lavorare con due esperti diversi che hanno modalità e approcci diversi in classe. Perché poi i ragazzi si par-lano e se uno si approccia in un modo e l’altro in un altro, si vede la differenza. Ci vorrebbe maggiore coordinamento su quello che si dà e si chiede alla classe”.

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66 VALUTAZIONI DEL PROGETTO VALUTAZIONI DEL PROGETTO 67

L’influenza sui modi di pensare al futuro

All’inizio e alla fine del percorso è stato proposto agli studenti un semplice questionario per far emergere alcuni elementi del loro modo di pensare al futuro, qualcosa dei loro modelli mentali individuali, so-prattutto dal confronto del “prima” e “dopo” l’esperienza .

In effetti, nel corso di un esercizio di futuro, i ragazzi e gli stessi in-segnanti sono condotti lungo percorsi inesplorati e modificano le loro mappe mentali, in modi più o meno significativi. Il successo di un eser-cizio di futuro (e del progetto) può essere stabilito proprio da questo cambiamento: se i partecipanti hanno ampliato e arricchito la loro per-cezione, immaginazione e definizione dei futuri possibili, se hanno ela-borato (anche solo immaginato) un ruolo attivo nel costruire le basi per il proprio futuro desiderabile . La differenza tra le risposte al questiona-rio può essere considerata un indicatore di questo cambiamento atteso . Nelle sperimentazioni precedenti26) non è cambiato solo l’approccio dei ragazzi al futuro, ma è cambiata anche la loro visione del presente e del passato .

La seguente tabella riporta nella colonna di sinistra le risposte di al-cuni ragazzi al questionario iniziale e nella colonna di destra le rispo-ste allo stesso questionario alla fine del percorso, dopo circa otto mesi (Tabella 14) . Le poche risposte raccolte fanno intravvedere alcuni limiti esplicitati all’inizio: i futuri sono visti come mera prosecuzione del pre-sente, soltanto più “ingigantito” (le stesse tecnologie ma con più gadget) o come proiezione idealistica .

Questi sono una base per una riflessione da parte dei proponenti del progetto ma anche una conferma della necessità che progetti o speri-mentazioni di questo genere siano pluriennali: per cambiare i modelli mentali sono necessari tempi più lunghi: tempi per far proprie nuo-ve prospettive, tempi per maturare sinergie tra attività, per replicare l’esperienza.

26) il gruppo -skopìa [EDUCATION] propone in modo sistematico lo stesso questionario in tutti i suoi progetti educativi, con l’intento di accumulare un campione significativo negli anni .

Tabella 14 - Questionario iniziale/finale sulle mappe mentali

Questo questionario ti trasporta nel futuro... ti svegli come ogni mattina ma... oggi sei un uomo/donna di 30/40 anni. Hai uno specchio davanti a te: come sei?

Mi vedo con i capelli uguali ad adesso, con gli occhiali.

Ho l’aria un po’ assonnata, i capelli spatuzzi e il pigiama corto tutto in di-sordine. Sono sposata e ho una bimba appena nata. Fisicamente sono uguale ad adesso, ho solo qualche ruga in più e i capelli più corti.

Vivo in una casa tutta mia con le re-sponsabilità che una persona di trent’anni può avere. Ho un compagno con cui convivo. Il mio armadio non è più pieno di vestiti da ragazzina, ma indosso sempre abiti semplici ma ele-ganti.

Convivio con il mio compagno, lavoro come giornalista nel mio paese, mi re-puto soddisfatta del mio percorso. Lau-reata in editoria, con master in giorna-lismo.

Una donna mora con i capelli ricci, sod-disfatta di ciò che vede riflesso. Nello specchio vedo la porta della camera dei miei figli, sulla porta chiusa c’è un planisfero, segnati i luoghi in cui siamo stati.

Sono una mamma di due bambini, lau-reata in psicologia infantile, faccio la maestra d’elementari e sono sposata. Sono soddisfatta della mia vita.

Ora sposta lo sguardo sugli oggetti intorno a te: cosa vedi?

Intorno a me non vedo niente, c’è solo la bellezza del paesaggio attorno a me.

Vedo un posto ordinato e pulito dove ogni cosa è al suo posto. Osservo la libreria e molte cose della mia infanzia e della mia giovinezza, ripenso ai bei momenti vissuti…

Vedo cose nuove. Tutto in ordine come non è mai stato, vedo tutto diverso da prima. Vedo che qualcosa si è messo a posto. Poi intorno a me vedo il letto nella stanza a fianco e un figlio da ac-cudire nella culla.

Il mio specchio mi può dire il meteo, gli appuntamenti e il mio stato di salute, sul comodino si trova il mio anello-telefono virtuale, gli oggetti intorno a me sono molto comodi, facili da usare e tecnologici, tutto ecologico ed eco-sostenibile, la scienza ha fatto enormi passi avanti.

Giocattoli dei miei figli, cibo per anima-li, tanti oggetti che raccontano dei miei viaggi e tante fotografie della mia fami-glia, la mia casa sarà piena di oggetti che mi porteranno vari ricordi.

Oggetti di vita quotidiana, disordine come è mia abitudine, oggetti miei e dei miei famigliari sparsi per casa.

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68 VALUTAZIONI DEL PROGETTO VALUTAZIONI DEL PROGETTO 69

Ti prepari per andare al lavoro: cosa fai?

Mi lavo, mi vesto, faccio colazione be-vendo una tazza di caffè accompagna-ta dalla sigaretta sul poggiolo di casa, prendo la borsa, saluto il mio fidanzato ed esco di casa.

Mi lavo, mi vesto, preparo la mia clas-sica tazza di caffè e mi affaccio alla fi-nestra per fumare una Marlboro osser-vando il traffico mattutino

Dopo aver svolto le azioni comuni e ordinarie, programmo il sistema della casa per l’intera giornata, che avrà il compito di svolgere mansioni ben pre-cise. Esso è collegato al mio telefono e di conseguenza a tutti gli altri dispositi-vi interessati, come la mia macchina.

Dopo aver fatto la mia camminata mat-tutina, preparo la colazione per tutta la famiglia e mi preparo per la giornata. In viaggio verso il lavoro, all’interno della mia macchina intelligente, controllo gli appuntamenti della giornata.

Prendo i vestiti dall’armadio come tutte le persone normali: camicia, cravatta, giacca, pantaloni e scarpe. Molto ele-gante e professionale. Mi sto preparan-do per svolgere una mansione impor-tante: sono il direttore della più impor-tante catena alberghiera degli Emirati Arabi. Ovviamente vivo a Dubai, dove ho molti amici e la mia famiglia.

Come ogni giorno con un comando vocale apro le porte del mio armadio e scelgo il vestito da mettere. Dopodi-ché, con un altro comando chiedo alla cucina di preparami la colazione con una spremuta e del pane tostato. Dopo vado nel garage dove tengo la macchi-na di lusso.

Descrivi il tuo luogo di lavoro, con tutti i particolari che ti vengono in mente.

È un luogo felice, dove tutti si sentono a proprio agio e con alcuni problemi ma che si riescono a risolvere.

Un albergo molto fine e raffinato, pie-no di persone, le macchine non hanno sostituito il contatto diretto, sono solo mezzi che rendono il lavoro più piace-vole.

La clinica è grande, ben arredata, ac-cogliente. I miei colleghi sono gentilis-simi tranne qualcuno con cui non vado troppo d’accordo, non sopporto la gen-te che si crede superiore, sono troppo convinti di se stessi. Per il resto non mi lamento, mi piace il mio lavoro.

Ci ho messo molto tempo a trovare la mia strada, un luogo adatto al mio stile di vita, dove io possa trascorrere più ore al giorno senza sentirmi intrappo-lata e repressa. Il mio studio è spazio-so, luminoso, arredato e al passo con i tempi.

Campagna, in mezzo alla natura Mi trovo in un ufficio di una struttura ricettiva e il mio lavoro è quello di risol-vere i vari problemi dell’hotel.

Figura 17 - Word cloud con i termini con maggiore frequenza nelle risposte al questionario.

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70 VALUTAZIONI DEL PROGETTO VALUTAZIONI DEL PROGETTO 71

Commenti suI contenuti delle ricerche

Nella lettura dei risultati, ovviamente, bisogna tenere conto che per molti ragazzi è stata la prima esperienza da “intervistatori” o da “ricer-catori sul campo”. Nonostante ciò, i risultati, non predefiniti ed emersi dalle ricerche originali degli studenti, meritano alcune considerazioni . Innanzitutto, lo sforzo collettivo: i vari gruppi di lavoro nelle 26 inter-viste strategiche hanno sentito 15 organizzazioni o istituzioni (tra pub-bliche e private) e 11 aziende (per la maggior parte titolari di hotel) rappresentative di numerosi contesti e dell’intera Provincia . A seguire, lo sforzo di sintesi: gli studenti hanno svolto autonomamente analisi di raccolte originali di informazioni eterogenee e si sono messi alla prova con presentazioni pubbliche ricorrendo a strumenti innovativi (mappe cross-mediali) . Questi aspetti costituiscono elementi di valore educati-vo (saper essere) e didattico (saper fare) .

I contenuti stessi delle analisi “sperimentali”, anche se non “pro-fessionali”, sono interessanti di per sé e per nulla scontati . Le diverse variabili analizzate sono effettivamente altamente impattanti e allo stesso tempo poco prevedibili: supporto pubblico, innovazione tecno-logica, provenienza dei turisti (influenzata dalla stabilità geopolitica) e loro capacità di spesa (influenzata dall’andamento dell’economia glo-bale), trend climatici sono tra i fattori più condizionanti il futuro del turismo di montagna e le strategie di sviluppo locale (per i territori) o personale (per la propria carriera) ne dovranno tenere conto . Nessuna di queste variabili è prevedibile, le biforcazioni individuate dagli stu-denti (alla prima esperienza di costruzione di scenari strategici!) sono autenticamente rilevanti e possibili, l’approccio per scenari insegna ad usare questi elementi per preparare strategie robuste rispetto al loro verificarsi. Ciascuna variabile, in un esercizio di futuro “professionale”, meriterebbe una specifica ricerca di approfondimento.

Come spesso accade per le previsioni di futuro, queste ci dicono mol-to di più sul previsore che del futuro . Negli scenari degli studenti si pos-sono cogliere alcuni timori per il futuro (un protagonista di scenario torna nella sua “pianura inquinata”), alcune incertezze (un protagonista è “non del tutto sicuro dell’interazione digitalizzata con i dipendenti di-gitali” o robot), ma anche immagini visionarie (“metropolitana di su-perficie Trento-Campo Carlo Magno”).

Prospettive di sviluppo e replica

Il progetto ho coinvolto studenti e docenti in ambiti ancora inusuali e con modalità innovative . L’esperienza sembra essere la prima in Ita-lia: per tipo di strumenti, per obiettivi specifici, per tema scelto. Tutti, esperti esterni compresi, sono stati in qualche modo “apprendisti”, per cui non sono mancate difficoltà impreviste e relativi aggiustamenti del progetto in corsa; ma i risultati sono interessanti e stimolanti . La col-laborazione emersa con gli attori e le istituzioni del territorio ne è una prova .

Chiaramente è emerso, anzi si è confermato, che obiettivi così am-biziosi (alfabetizzazione al futuro) richiedono più anni di sperimenta-zione e repliche in diversi ambiti (es . diverse classi, diverse età), anche su diversi temi (es . settori primario, sviluppo locale, rigenerazione ur-bana) . L’ideale sarebbe sviluppare anche una comunità di docenti “spe-rimentatori” di nuove didattiche e approcci strutturati all’esplorazione dei futuri possibili, ognuno nella propria area disciplinare ma in siner-gia con gli altri . Il tema del futuro, infatti, è necessariamente transdisci-plinare e interessa qualsiasi attività e ambito culturale: l’arte, la storia, la letteratura, oltre alle scienze applicate o all’economia . L’importante è che l’esercizio di futuro sia sviluppato intorno a questioni concrete e rilevanti per il territorio e per lo studente, solo così può essere interes-sante e stimolante per mettersi in gioco.

D’altra parte simili esercizi di futuro possono essere funzionali allo sviluppo di strategie robuste anche in ambito istituzionale o territoriale e i risultati prodotti dagli studenti coinvolti in questo progetto possono costituire già un valido punto di partenza . I ragazzi o i giovani cittadini partecipanti a progetti simili possono acquisire competenze strategiche per la loro carriera e per la loro comunità: saper immaginare con meto-do dei futuri possibili, saper prendere decisioni con maggior consape-volezza per costruire le condizioni più funzionali ai futuri desiderabili.

“Usare il futuro per decidere meglio oggi” è tutto questo: esplicitare timori e aspettative, visualizzare futuri possibili, che motivano oggi scel-te e strategie . La scuola in questo ambito può, e forse deve, fare molto.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 73

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Note

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Finito di stamparenel mese di novembre 2017

per conto di

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